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Dipartimento di

Osteopatia Cranio-Sacrale

DISTURBI DEL NEONATO


E
APPROCCIO OSTEOPATICO

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Parietale

Disturbi del neonato e approccio osteopatico

Congestione nasale

I neonati almeno per i primi 2-3 mesi di vita respirano solamente dal naso. L’ostruzione delle vie
respiratorie può provocare cianosi e apnee, difficoltà a drenare il muco dalle vie aeree.
La tosse non è presente alla nascita perché non si è ancora sviluppato il riflesso.
La congestione nasale persistente aumenta il rischio di apnea e della sindrome di morte improvvisa
del neonato.
La congestione può essere stata favorita da una compressione facciale subita durante il parto.
La congestione nasale altera la respirazione nasale e di conseguenza implica un maggior sforzo e
una modificazione dell’escursione toracica e diaframmatica.
I bambini che soffrono di congestione nasale in modo cronico sviluppano l’ipertrofia delle adenoidi
(tonsille faringee) e presentano la tipica “faccia adenoidea”, diventano respiratori orali (cattivi
respiratori) e, da un punto di vista osteopatico, presentano un cranio in estensione.

D/d medica con eventuali anomalie congenite come la deviazione del setto nasale.
Diagnosi per esclusione: dimensione ridotta delle cavità nasali.

Approccio osteopatico

Tipicamente il cranio è in estensione.


Facilmente si riscontra una compressione dell’area fronto-etmoidale-sfenoidale o dell’incisura
etmoidale. Un bambino con difficoltà respiratorie porterà facilmente la testa in estensione, l’occipite
ed i condili si troveranno in compressione anteriori rispetto all’atlante. Avverrà un compenso
posturale che porterà ad accentuare la cifosi dorsale.
La respirazione orale implica una posizione bassa della lingua ed una contrattura dei muscoli ioidei,
con tensioni miofasciali anteriori del collo.
Altre disfunzioni associabili sono gli strain verticali e le lesioni intraossee dello sfenoide tra corpo e
piccole ali.

L’obiettivo del trattamento è di ottenere un miglioramento nella postura, della colonna cervicale e
toracica, riequilibrare la base cranica, i rapporti di mandibola e ioide, e migliorare la pervietà delle
vie respiratorie nasali.
Valutare i movimenti e le tensioni della zona sotto-occipitale.
Valutare particolarmente i movimenti delle ossa frontali, etmoide e mascellari.

Consigli utili: insegnare ai bambini a soffiare dal naso e a respirare meglio, a fare esercizi di
respirazione tappando una narice con l’indice ed inspirando con l’altra.

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Apnea

Definita come una pausa nella respirazione, di durata variabile. E’ da considerare normale che i
bambini facciano delle pause, dei sospiri durante il sonno.
L’apnea vera e propria è accompagnata da cianosi, bradicardia e insufficienza respiratoria.
Se l’apnea si verifica durante il sonno può essere dovuta all’ostruzione delle vie respiratorie
superiori. Questi bambini possono soffrire di disturbi del sonno, russamento, mancata crescita.
Più fenomeni possono contribuire al fenomeno dell’apnea: anomalie dei seni paranasali, delle
tonsille, del palato molle, della lingua.
Nei bambini più grandi può essere associata a adenopatia tonsillare.
L’apnea può essere associata al reflusso gastroesofageo che stimola l’attività vagale causando
bradicardia e costrizione delle vie respiratorie.
N.B. i neonati nei primi mesi di vita hanno la laringe alta e durante la deglutizione e la respirazione
è mantenuto un contatto tra l’epiglottide e il velo del palato. Dopo i 6 mesi progressivamente la
laringe si abbassa a livello tra C1-C3, per poi abbassarsi ancora nell’adulto tra C4-C7. Viene a
costituirsi la faringe nelle sue tre porzioni: naso-faringe, oro-faringe, laringo-faringe.

Approccio osteopatico

Lo scopo dell’intervento osteopatico è quello di migliorare i disequilibri posturali in generale, la


cerniera OAE, lo stretto toracico superiore, la regione sovra e sotto-ioidea in rapporto alla faringe e
alla lingua. Liberare la base cranica, in particolare i temporali.
Se presente si cerca di migliorare il reflusso e la risposta vagale. Controllare il diaframma e lo
sfintere esofageo inferiore. Controllare la base cranica e l’area toracica e cervicale superiore per
armonizzare il sistema para ed ortosimpatico.
I bambini che soffrono di reflusso gastro-esofageo presentano spesso un ipertono della muscolatura
paravertebrale che può causare il riflesso viscero-somatico. E’ bene ridurre le contrazioni muscolari
per ridurre l’impulso afferente nei segmenti spinali associati a tale riflesso.
Nei bambini più grandi è utilissimo lavorare sulle suture delle ossa che costituiscono il naso ed il
palato per migliorare la mobilità locale e gli eventuali strain e compressioni della SSB.

SIDS sindrome della morte improvvisa del neonato

E’ una delle principali cause di morte infantile nei Paesi industrializzati.


Si ipotizza che siano bambini che soffrono di eventi ipossici ricorrenti ad esserne soggetti.
I fattori di rischio sono: prematurità, basso peso alla nascita, dormire proni, dipendenza da fumo o
droghe della madre.

Approccio osteopatico
I bambini che soffrono di apnee presentano spesso una compressione cranica, con limitazioni nella
cerniera OAE, tensioni della muscolatura ioidea associati a disfunzioni dei temporali.

Asma

L’asma è la malattia cronica più frequente riscontrata nei bambini. E’ caratterizzata da


un’infiammazione cronica che provoca un’ipereattività e un’ostruzione delle vie aeree reversibile e
recidivante. La causa sembra essere un’interazione di fattori genetici ed ambientali.
Viene definita come un’iperattività della zona tracheobronchiale che provoca la costrizione
bronchiale. Si tratta di una malattia polmonare ostruttiva cronica caratterizzata da broncospasmo,

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solitamente si presenta come dispnea, sibilo espiratorio o tosse. Si innesca un processo


infiammatorio, il polmone è soggetto ad edema, ed aumenta l’insuflazione del polmone che può
coinvolgere il torace che si modifica “a botte”.
L’asma spesso inizia durante l’infanzia e frequentemente la reazione iniziale è innescata da
un’esposizione ambientale.
Spesso si associano sinusite e congestione nasale.

Approccio osteopatico
Il trattamento osteopatico può essere un aiuto a lungo termine, di supporto, per ristabilire gli
equilibri tra una crisi e l’altra e per favorire la capacità di auto-guarigione dell’organismo.
Il trattamento osteopatico deve essere finalizzato al riequilibrio della meccanica facciale, al
riequilibrio del torace, coste, vertebre e del diaframma, i muscoli primari ed accessori
dell’espirazione.
Importante riequilibrare il sistema vagale liberando la base cranica e il distretto OAE.
Valutare la gabbia toracica, l’escursione respiratoria, la tensione di scaleni, trapezi, SCOM, sterno,
coste, il diaframma.
Tipicamente la fase di maggior resistenza si ha nella fase espiratoria, il bambino presenta spesso
una respirazione veloce e poco profonda.
Valutare la lombare e la cerniera t/l per le relazioni coi pilastri del diaframma.
Esaminare il sacro ed il bacino per identificare tensioni durali attraverso il core-link.
Valutare il cranio, la SSB, la tenda del cervelletto e le relazioni con i temporali. Una disfunzione in
queste aree influisce sulla respirazione primaria e su quella toracica. La rotazione esterna di un
temporale può limitare l’espirazione toracica.
Valutare le ossa della faccia in relazione alle vie nasali e trattate le restrizioni suturali riscontrate.

Consigli utili:
Consigliare esercizi respiratori come soffiare le bolle di sapone.
Incoraggiare il bambino a respirare lentamente e profondamente con il diaframma e utilizzando il
meno possibile la muscolatura accessoria (scaleni, SCOM, trapezi e muscoli addominali).
Consigliare un’attività fisica regolare.
Consigli alimentari: diminuire gli zuccheri che aumentano l’acidità gastrica, diminuire i latticini che
aumentano la produzione di muco, aumentare frutta e verdura.

Suzione

La suzione può essere nutritiva o non nutritiva. La suzione non nutritiva inizia verso la 18°
settimana di gestazione come riflesso spontaneo della bocca e risulta un movimento insufficiente ad
attirare il latte. Si manifesta spontaneamente oppure di riflesso come con il succhiotto.
La suzione nutritiva matura entro 1-2 settimane dopo la nascita.
Durante l’allattamento al seno la lingua sporge tra le gengive e si retrae ripetutamente per portare il
capezzolo nella bocca. La lingua è mossa per azione dei m.genioglossi e trasversi della lingua.
La suzione risulta un azione combinata dei m.masseteri, orbicolari della bocca, buccinatori, muscoli
della lingua e i movimenti della mandibola e i m.pterigoidei laterali.
La suzione nutritiva del neonato coinvolge il movimento coordinato della lingua, dello ioide, della
mandibola e del labbro inferiore che spinge la lingua verso il palato. La lingua viene stabilizzata
inferiormente da mandibola e ioide (nel neonato si trova all’altezza della mandibola). Anche la
muscolatura sottoioidea è coinvolta.

Disfunzioni biomeccaniche delle strutture coinvolte nella suzione possono alterarne l’efficacia.

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Le spalle e le clavicole attraverso i muscoli omoioidei e sternoiodei possono influire sullo iode in
seguito a delle asimmetrie posturali.
Altre cause possono essere fattori neurologici come la paralisi o l’irritazione del nervo vago o
glossofaringeo (compromissione della suzione e deglutizione), dell’ipoglosso (compromissione
lingua). Controllare forame giugulare e dell’ipoglosso, muscolatura cervicale con inserzione
sull’area.
La presenza di un frenulo corto.
La struttura influenza la funzione e viceversa: le strutture che costituiscono la bocca si sviluppano
in funzione dei movimenti della cavità orale, per cui la mal posizione linguale influisce sulla
funzione e sullo sviluppo del viscerocranio.

Reflusso gastro-esofageo

Il reflusso gastro-esofageo è particolarmente frequente nei neonati e nei bambini a causa


dell’immaturità del tubo gastrointestinale. Si presenta come rigurgito o vomito.
La complicazione più comune è l’infiammazione della mucosa esofagea.
Tra le complicanze a lungo termine c’è la stenosi del piloro.
I pilastri del diaframma formano una fascia intorno all’esofago inferiore. Durante l’inspirazione la
contrazione dei pilastri del diaframma intorno all’esofago provoca un aumento di pressione dello
sfintere, mentre durante la deglutizione lo sfintere si rilassa e anche i pilastri. Esiste una relazione
tra i pilastri e la meccanica toracolombare. Con la crescita i sistemi di controllo miogeno e neurale
maturano e lo sfintere esofageo diventa più tonico.
Si ipotizza che il reflusso si verifichi nel momento in cui avviene un rilassamento transitorio dello
sfintere (fenomeno che avviene spontaneamente quando è assente la peristalsi esofagea), in
concomitanza di un aumento della pressione intra-addominale. Nei pazienti che non soffrono di
reflusso gli aumenti transitori della pressione intra-addominale scatenano una contrazione mediata
dal vago, della muscolatura liscia dello sfintere esofageo, direttamente proporzionale all’aumento
della pressione gastrica. Contemporaneamente anche l’attività dei pilastri viene inibita dall’aumento
della pressione addominale, che può essere dovuto ad un ritardo dello svuotamento gastrico perché
nei neonati è più lento che negli adulti.
Il vago influisce sul tempo di svuotamento gastrico, sulla secrezione acida e sulla tonicità dello
sfintere esofageo.

D/D
Il neonato che soffre di reflusso gastro-esofageo presenta rigurgiti frequenti ed abbondanti, vicino o
lontano dalla poppata. La stenosi pilorica può presentarsi con vomito a getto, a seconda della
intensità della stenosi. Alla palpazione è possibile rilevare un indurimento in corrispondenza del
piloro. Il bambino aumenta scarsamente di peso, mentre col reflusso non c’è influenza. La diagnosi
può essere fatta con RX con o senza mezzo di contrasto.

Approccio osteopatico

I bambini che soffrono di reflusso presentano spesso tensioni diaframmatiche, disfunzioni del
passaggio toraco-lombare (relazione coi pilastri), meccanismi respiratori alterati a livello del torace,
disfunzioni OAE e craniche che interferiscono sul vago provocandone un’irritazione.
Il nervo frenico può avere una influenza sulla coordinazione della regolazione del diaframma,
quindi liberare C3-4-5.
E’ utile consigliare pasti brevi e frequenti, mantenendo il bambino più verticale anche dopo il pasto
o sollevando la testa del neonato dalla posizione prona.

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E’ utile escludere intolleranze alimentari. Di solito soffrono maggiormente di questo disturbo i


bambini allattati artificialmente, è possibile addensare il latte con farina di riso o tapioca.
Nei casi più importanti vengono somministrati antiacidi e H2-bloccanti per aumentare la tonicità
dello sfintere esofageo.

Coliche

La colica è un complesso di sintomi che si presenta nei neonati e consiste in irritabilità, pianto
inconsolabile, addome gonfio per eccessiva produzione di gas, il bambino flette le gambe verso la
pancia ed ha un’espressione di sofferenza sul volto.
Mediamente la durata dei sintomi è di 3 ore/giorno, per 3giorni/settimana, per 3 settimane.
L’esordio è entro il primo mese, si risolvono a 4-5 mesi, con apice verso i 2 mesi.
Le cause scatenanti possono essere diverse: problemi di natura gastro-intestinale, stati di iperattività
o irritabilità, o l’insieme dei due.
Il sistema intestinale è ancora immaturo per cui si ha un transito lento e l’immaturità del sistema
enzimatico può favorire la produzione di gas intestinali. La conseguenza è la facile risposta
infiammatoria della parete intestinale, che compromette la peristalsi, la digestione e l’assorbimento.
Il fatto che normalmente le coliche insorgano tra la 2° e la 4° settimana di vita corrisponde al
periodo in cui inizia lo sviluppo del controllo volontario dei muscoli cervicali posteriori, perché i
neonati iniziano a sollevare la testa, ciò potrebbe intensificare le tensioni già presenti nella zona
occipitale, in relazione al nervo vago.
Altra teoria riguarda l’immaturità del SNC per cui qualsiasi stimolo nocicettivo non viene
modulato, ma incrementa l’attività dell’asse ipotalamico-pituitario-surrenale aumentando
l’irritabilità. Questi processi maturano verso i 4-5 mesi, periodo in cui le coliche si risolvono.

Approccio osteopatico

E’ possibile riscontrare delle tensioni nel torace, nell’addome o nella pelvi, associati all’intestino
irritabile, costipazione o intolleranze alimentari. Spesso si ritrovano delle disfunzioni della base
cranica con effetto di irritazione vagale mediata dal vaso dei nervi o dai nervi nervorum.
Il trattamento osteopatico di solito porta beneficio al neonato ed ai genitori.

Displasia congenita dell’anca

I meccanismi che possono causare la displasia dell’anca sono la lassità legamentosa, meccanica o
acetabolare primaria. Il problema può essere originato da un anomalo sviluppo dell’acetabolo,
spesso la patologia iniziale è una lassità della capsula dell’anca che provoca la lussazione della testa
femorale. In seguito alla lussazione della testa del femore, i tessuti legamentosi e muscolari si
irrigidiscono.
All’esame del bambino si possono sentire dei click, che si possono evocare con la manovra di
Ortolani. Si possono notare difficoltà nei movimenti, un ritardo nello striscio, gattonamento,
posizione eretta e andature asimmetriche.
La displasia viene corretta utilizzando un doppio pannolino, per stabilizzare la testa del femore in
abduzione, flessione e rotazione esterna. Nei casi più gravi si utilizzano dei tutori entro i 6 mesi di
vita per almeno 6 settimane (le bretelle di Pavlik).
Oltre i 6 mesi è necessario intervenire con un’ingessatura e nei casi estremi una riduzione
chirurgica.

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Approccio osteopatico

Oltre ad esaminare i rapporti tra femore ed acetabolo, occorre controllare i rapporti funzionali tra
l’osso pubico, iliaco ed ischiatico (lesioni intraossee).
La displasia congenita dell’anca può essere associata a disequilibri del bacino e a disfunzioni
cranio-sacrali, lesioni intraossee del sacro o dell’osso innominato.
Una disfunzione dell’iliaco in rotazione interna risulta con una posizione più alta dell’acetabolo, che
fa apparire una gamba più corta apparentemente.
Prestare attenzione alle strutture miofasciali pelviche: ilio psoas, adduttori, abdottori.
Il trattamento osteopatico deve mirare a stabilizzare la testa femorale nell’acetabolo, a rendere
simmetrico il bacino e equilibrare i movimenti di flesso-estensione del sacro tra le iliache.
Il trattamento osteopatico deve servire a normalizzare gli spasmi muscolari compensatori.

Torcicollo

Il torcicollo può essere suddiviso in torcicollo congenito e torcicollo congenito muscolare.


Il torcicollo congenito è già presente alla nascita e tipicamente è associato al altri problemi come:
malformazioni ossee, anomalie occipito-atlantoidee, disordini neurologici come la sindrome di
Arnold-Chiari. Queste patologie devono essere considerate da un punto di vista medico prima di
essere trattati osteopaticamente.
Il torcicollo congenito miogeno invece, può non essere evidente alla nascita e l’asimmetria
comparire dopo qualche settimana dalla nascita.
Il torcicollo è una posizione del collo per cui la testa si lateroflette da una parte ed il mento punta in
direzione opposta. La causa più comune è di tipo muscolare.
Magoun attribuisce il torcicollo congenito come un segno di irritazione del nervo accessorio,
conseguente alle disfunzioni della base cranica.
La causa del torcicollo può risalire alla posizione intrauterina, o a traumi durante il parto, quando è
già presente alla nascita, o a mal posizionamenti del bambino, se compare a distanza dalla nascita.
Anche delle disfunzioni delle articolazioni occipito-atlante-epistrofeo possono dare origine al
torcicollo.
I muscoli coinvolti sono maggiormente lo SCOM e gli scaleni.
Il bambino si posiziona spontaneamente con il capo ruotato prevalentemente da un lato e spesso si
associa un appiattimento della testa dal lato dove si appoggia.
Il torcicollo provocato da una contrattura dello SCOM può derivare da un’emorragia del ventre
muscolare, conseguente ad un trauma durante il travaglio o il parto. Di solito si osservano un
gonfiore palpabile e le complicanze possono essere la fibrosi o l’accorciamento del muscolo. La
diagnosi vien fatta con l’ecografia. Talvolta è necessario l’intervento chirurgico.
La complicanza principale del torcicollo muscolare nei neonati è la plagiocefalia.
Il torcicollo può essere diagnosticato precocemente nel neonato verificando le risposte al riflesso di
Moro (il braccio del lato interessato rimane più flesso dell’altro), l’asimmetria dei riflessi tonici del
collo (risposta più veloce quando la testa voltata dal lato opposto al lato interessato) o la manovra di
rotolamento.

Approccio osteopatico

Quando il torcicollo è causato da uno spasmo del muscolo scaleno è possibile palparne
l’ipertonicità, e spesso sono riscontrabili delle disfunzioni costali. Il bambino può irritarsi durante la
palpazione degli scaleni. Di solito si riscontrano strain cranici e disfunzioni della zona OAE,
primari o secondari al torcicollo. La primarietà si trova a livello cranico, o a livello degli scaleni, e i
miglioramenti non avvengono finchè non si è intervenuti per risolverli.

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Quando il muscolo responsabile è lo SCOM bisogna controllare le inserzioni: sternale, claveare, la


sutura occipito-mastoidea. Controllare il foro giugulare per il passaggio dei nervi IX, X, XI. L’XI
fornisce l’innervazione motrice dello SCOM.
Se non corretta può portare a delle deformazioni della base cranica, con ripercussione sulla postura
del collo, influenzando anche lo sviluppo della visione.

Valutazione
Osservare i movimenti del capo del bambino facendogli osservare un oggetto in varie direzioni.
Palpare le prime coste, le clavicole, i cingoli scapolo-omerali, la cervicale.
Valutare la simmetria del cranio, l’occipite, i temporali, le suture occipito-mastoidee e petro-
mastoidee.

Consigliare ai genitori posizioni adatte a correggere i difetti posturali, le posizioni nel sonno.
In particolare è bene suggerire la posizione prona, utile anche per rinforzare la muscolatura
cervicale e stimolare l’esplorazione dell’ambiente.

Cefaloematomi e tumori da parto

I cefalo ematomi possono verificarsi in seguito ad emorragie sottoperiostee, non oltrepassano le


linee di sutura. Per la risoluzione occorrono molte settimane e talvolta ciò è preceduto da una
calcificazione.
I tumori da parto sono un’area di edema situata nei tessuti molli, esternamente alle ossa della volta.
Possono trovarsi a livello delle suture. La loro risoluzione dovrebbe avvenire nel giro di pochi
giorni.

Plagiocefalia

La plagiocefalia consiste in una forma asimmetrica del cranio irregolare, con appiattimento di una
parte posteriore-laterale della testa (brachicefalia). Poiché un lato della testa è appiattito, il lato
opposto si sviluppa eccessivamente. Anteriormente il cranio presenta una prominenza frontale da un
lato ed un appiattimento dall’altro. Osservata dall’alto la testa ha una forma a parallelogramma,
(come è definita in medicina allopatica).
La plagiocefalia è dovuta a degli strain della base primari o secondari. Gli strain primari possono
comparire in utero come conseguenza di una posizione anomala, oppure durante il travaglio o il
parto, è già riscontrabile alla nascita.
Fattori di rischio includono la prematurità, un lungo travaglio, uso di forcipe o ventosa, parti
gemellari, la presenza di fibromi uterini, rigidità del bacino o tensioni muscolari pelviche durante il
parto.

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Le plagiocefalie posteriori sono le più frequenti da quando i bambini dormono supini per evitare la
morte in culla (1992).
Le plagiocefalie secondarie si sviluppano in conseguenza a asimmetrie derivanti da altre parti del
corpo e spesso si evidenziano dopo qualche mese dalla nascita. Se non trattati possono conseguire
torcicolli e/o la scoliosi.
In alcuni casi si utilizzano dei caschi realizzati in materiale leggero e rinforzati nei punti di maggior
deformità per incoraggiare la correzione della volta.

Approccio osteopatico

Plagiocefalia primaria: riguarda le componenti ossee e membranose e la componente fluida.


In osteopatia la forma a parallelogramma corrisponde ad una disfunzione in strain laterale della
SSB. I rapporti intraossei risultano perturbati, specialmente nelle ossa temporali e occipite.
Se lo strain ha avuto origine nella base cranica, la deformità della volta è una conseguenza e si
risolve con la normalizzazione della base, se corretta tempestivamente.
Di solito è riscontrabile una compressione condilare tra occipite ed atlante, che può interessare
anche C2.
In quest’area convergono le forze che provengono dal cranio, con quelle provenienti dal basso.
Altra struttura importante da considerare è la falce cerebellare che si collega sul periostio dell’arco
neurale di C1-2-3
A livello condilare si trova il canale dell’ipoglosso XII, che innerva i muscoli della lingua creando
problemi di suzione.
Inoltre possono risentire degli strain anche altri forami, in particolare giugulari, con interferenza
delle strutture vascolo-nervose che vi passano: IX faringe, deglutizione, X coliche, rigurgiti, XI
innervazione motrice SCOM, trapezi, deglutizione.
La base cranica può presentare molteplici piccole disfunzioni. I temporali risultano asimmetrici uno
in RE e l’altro in RI. Ne conseguono asimmetrie di tensioni dei muscoli trapezi, semi-spinosi e
asimmetrie posturali, stilo-faringei e stilo-ioidei e stilo-glossi con interferenza sulla deglutizione e
movimenti lingua. Le asimmetrie dei temporali aumentano i rischi di otite e disturbi uditivi.

La plagiocefalia secondaria può svilupparsi in seguito alle forze tissutali provocate da un torcicollo
o da posture asimmetriche del tronco. Spesso il neonato si trova comodo in una certa posizione
asimmetrica per via delle contratture muscolari e appoggia la testa sempre in un certo modo per cui
si crea un appiattimento. E’ utile consigliare ai genitori di posizionare il bambino diversamente,
aiutandosi eventualmente con dei sostegni morbidi (cuscini, asciugamani) e stimolarlo attivamente
verso il lato più limitato (nel gioco, nel pasto, ecc.)
La plagiocefalia risultante da un torcicollo non può migliorare finchè non sono stati risolti gli strain
meccanici nel collo, nella zona OAE e della base cranica.
I bambini con plagiocefalia sono descritti come meno attivi e ne conseguirà un rallentamento nello
sviluppo motorio, con predisposizione ad anomalie posturali, scoliosi.
Lo scheletro facciale si adatta alla asimmetria della base cranica.

Osservazione
Postura del bambino, posizione testa, rapporto testa-pelvi, atteggiamento arti.
Testa: forma, asimmetrie, capelli.
Cranio: volta e faccia, fronte, orbite, naso, bocca, orecchie (l’orecchio sul lato dell’occipite piatto
dovrebbe essere più anteriore, se posteriore fare D/D con craniostenosi).

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Palpazione
Bacino, lombare, dorso e torace, stretto toracico superiore, muscolatura collo, OAE, cranio.
Volta cranica: ricercare bozze e depressioni, suture forma e funzione, anomalie tissutali.
Valutare SSB, tensioni durali.
Durante la palpazione osservare la reazione del bambino, se infastidito da qualche punto che stiamo
toccando.

Trattamento
Al termine del trattamento il bambino deve essere in grado di muoversi più agilmente e
simmetricamente; di assumere posture più simmetriche; di essere più rilassato e più socievole.
La testa deve risultare più armoniosa e tonda, i tessuti più rilassati, la SSB simmetrica e vitale.
Spiegare ai genitori le dinamiche della plagiocefalia collegata alla postura e dare consigli per
correggere le posizioni abituali del bambino e come stimolarlo per cambiare.

D/D
Ci sono alcuni indizi clinici che possono far sospettare lo sviluppo di una craniostenosi: un
rallentamento o arresto della crescita della circonferenza della testa, un peggioramento della
plagiocefalia, un’anomalia della crescita dei capelli. La RX e la TAC Può essere utilizzata per
controllare l’eventuale ossificazione.

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craniostenosi plagiocefalia

Craniostenosi

La craniostenosi è una fusione prematura delle suture craniche.


Può essere primaria o secondaria. Primaria (1 bambino su 2000) è la chiusura prematura di una o
più suture dovuta allo sviluppo anormale del cranio; secondaria è causata dalla crescita anomala o
da un difetto di crescita del cervello.
L’eziologia della craniostenosi primaria è sconosciuta, può essere il risultato di fattori genetici o
metabolici, ma si presume che la presenza di strain ossei della base cranica possano generare forti
tensioni durali che disturbano il normale sviluppo delle suture. Dunque sono forze anomale di tipo
meccanico che agiscono nella zona delle suture, modificando l’equilibrio tra osteoblasti ed
osteoclasti.
Con RX è possibile riscontrare la fusione della sutura e la risoluzione è chirurgica per evitare
eventuali impedimenti nello sviluppo del cervello.
Il cranio presenta una brachicefalia con la fusione della sutura coronale, una dolicocefalia con
l’ossificazione della sutura sagittale, una trigonocefalia quando è la metopica. Le sinostosi
unilaterali delle lambdoidee o coronali creano una plagiocefalia posteriore o anteriore.

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Approccio osteopatico

Molte craniostenosi non compaiono alla nascita, ma si sviluppano successivamente, probabilmente


in seguito ad una plagiocefalia non risolta.
Il trattamento osteopatico può servire a risolvere gli strain cranici.

Cefalalgia

La cefalea cervicogenica è una cefalea che si sviluppa nell’area occipitale, alla sommità della testa e
nella parte alta del collo. A volte si irradia dietro gli occhi. Peggiora durante il giorno e migliora col
sonno. In anamnesi può esserci famigliarità per cefalea ed emicrania. Può essere aggravato da
stress. La cefalea cervicogenica può essere generata dall’irritazione della componente muscolo
scheletrica delle vertebre cervicali.

Approccio osteopatico

La cefalea cervicogenica viene generata dall’irritazione delle strutture situate nell’area cervicale
superiore o nell’area cranio cervicale. Alla palpazione si sente l’occipite in estensione, contrattura
dei muscoli sub-occipitali e la zona risulta sensibile.
Il cranio è facilmente compresso a livello della SSB.
A volte le suture lambdoidea ed occipitomastoidea sono dolenti e danno sensazione di sollievo.

Paralisi plesso brachiale

Il plesso brachiale può subire una lesione durante il travaglio o il parto. La lesione può avvenire a
causa di uno stiramento delle radici nervose oppure una compressione del fascio neuro-vascolare.
Ciò può avvenire in conseguenza di forze muscolo-scheletriche o di un’edema (torcicollo SCOM),
lussazione della spalla o frattura di clavicola.
L’iperestensione della testa può causare uno stiramento delle radici nervose C5-C6.
Verificabile con EMG.
Se la lesione da stiramento ha interessato C5-C6 la spalla omolaterale appare flaccida, mentre mano
e polso flessi.
Se la causa è la compressione del tratto neuro-vascolare sono interessati braccio e mano
interamente.
La risposta di Moro è asimmetrica e anche il riflesso di prensione.
Il tratto neuro vascolare passa tra clavicola e prima costa. L’arteria succlavia scorre sopra la
clavicola e si unisce al plesso brachiale, passando tra lo scaleno anteriore e medio. Tali muscoli
servono durante l’inspirazione. Una tensione anomala di tali muscoli (spesso coinvolti nei
torcicolli), provoca il sollevamento delle coste restringendo lo spazio sotto-clavicolare e
comprimendo le strutture nervose. Il plesso passa poi sotto al piccolo pettorale.

Approccio osteopatico

E’ necessario intervenire fin da subito per evitare che si sviluppino contratture e aderenze.
Sono palpabili le contratture degli scaleni, e la limitazione della clavicola.
E’ possibile riscontrare un intrarotazione dell’omero per coinvolgimento del pettorale.

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