Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Osteopatia Cranio-Sacrale
Congestione nasale
I neonati almeno per i primi 2-3 mesi di vita respirano solamente dal naso. L’ostruzione delle vie
respiratorie può provocare cianosi e apnee, difficoltà a drenare il muco dalle vie aeree.
La tosse non è presente alla nascita perché non si è ancora sviluppato il riflesso.
La congestione nasale persistente aumenta il rischio di apnea e della sindrome di morte improvvisa
del neonato.
La congestione può essere stata favorita da una compressione facciale subita durante il parto.
La congestione nasale altera la respirazione nasale e di conseguenza implica un maggior sforzo e
una modificazione dell’escursione toracica e diaframmatica.
I bambini che soffrono di congestione nasale in modo cronico sviluppano l’ipertrofia delle adenoidi
(tonsille faringee) e presentano la tipica “faccia adenoidea”, diventano respiratori orali (cattivi
respiratori) e, da un punto di vista osteopatico, presentano un cranio in estensione.
D/d medica con eventuali anomalie congenite come la deviazione del setto nasale.
Diagnosi per esclusione: dimensione ridotta delle cavità nasali.
Approccio osteopatico
L’obiettivo del trattamento è di ottenere un miglioramento nella postura, della colonna cervicale e
toracica, riequilibrare la base cranica, i rapporti di mandibola e ioide, e migliorare la pervietà delle
vie respiratorie nasali.
Valutare i movimenti e le tensioni della zona sotto-occipitale.
Valutare particolarmente i movimenti delle ossa frontali, etmoide e mascellari.
Consigli utili: insegnare ai bambini a soffiare dal naso e a respirare meglio, a fare esercizi di
respirazione tappando una narice con l’indice ed inspirando con l’altra.
2
Parietale
Apnea
Definita come una pausa nella respirazione, di durata variabile. E’ da considerare normale che i
bambini facciano delle pause, dei sospiri durante il sonno.
L’apnea vera e propria è accompagnata da cianosi, bradicardia e insufficienza respiratoria.
Se l’apnea si verifica durante il sonno può essere dovuta all’ostruzione delle vie respiratorie
superiori. Questi bambini possono soffrire di disturbi del sonno, russamento, mancata crescita.
Più fenomeni possono contribuire al fenomeno dell’apnea: anomalie dei seni paranasali, delle
tonsille, del palato molle, della lingua.
Nei bambini più grandi può essere associata a adenopatia tonsillare.
L’apnea può essere associata al reflusso gastroesofageo che stimola l’attività vagale causando
bradicardia e costrizione delle vie respiratorie.
N.B. i neonati nei primi mesi di vita hanno la laringe alta e durante la deglutizione e la respirazione
è mantenuto un contatto tra l’epiglottide e il velo del palato. Dopo i 6 mesi progressivamente la
laringe si abbassa a livello tra C1-C3, per poi abbassarsi ancora nell’adulto tra C4-C7. Viene a
costituirsi la faringe nelle sue tre porzioni: naso-faringe, oro-faringe, laringo-faringe.
Approccio osteopatico
Approccio osteopatico
I bambini che soffrono di apnee presentano spesso una compressione cranica, con limitazioni nella
cerniera OAE, tensioni della muscolatura ioidea associati a disfunzioni dei temporali.
Asma
3
Parietale
Approccio osteopatico
Il trattamento osteopatico può essere un aiuto a lungo termine, di supporto, per ristabilire gli
equilibri tra una crisi e l’altra e per favorire la capacità di auto-guarigione dell’organismo.
Il trattamento osteopatico deve essere finalizzato al riequilibrio della meccanica facciale, al
riequilibrio del torace, coste, vertebre e del diaframma, i muscoli primari ed accessori
dell’espirazione.
Importante riequilibrare il sistema vagale liberando la base cranica e il distretto OAE.
Valutare la gabbia toracica, l’escursione respiratoria, la tensione di scaleni, trapezi, SCOM, sterno,
coste, il diaframma.
Tipicamente la fase di maggior resistenza si ha nella fase espiratoria, il bambino presenta spesso
una respirazione veloce e poco profonda.
Valutare la lombare e la cerniera t/l per le relazioni coi pilastri del diaframma.
Esaminare il sacro ed il bacino per identificare tensioni durali attraverso il core-link.
Valutare il cranio, la SSB, la tenda del cervelletto e le relazioni con i temporali. Una disfunzione in
queste aree influisce sulla respirazione primaria e su quella toracica. La rotazione esterna di un
temporale può limitare l’espirazione toracica.
Valutare le ossa della faccia in relazione alle vie nasali e trattate le restrizioni suturali riscontrate.
Consigli utili:
Consigliare esercizi respiratori come soffiare le bolle di sapone.
Incoraggiare il bambino a respirare lentamente e profondamente con il diaframma e utilizzando il
meno possibile la muscolatura accessoria (scaleni, SCOM, trapezi e muscoli addominali).
Consigliare un’attività fisica regolare.
Consigli alimentari: diminuire gli zuccheri che aumentano l’acidità gastrica, diminuire i latticini che
aumentano la produzione di muco, aumentare frutta e verdura.
Suzione
La suzione può essere nutritiva o non nutritiva. La suzione non nutritiva inizia verso la 18°
settimana di gestazione come riflesso spontaneo della bocca e risulta un movimento insufficiente ad
attirare il latte. Si manifesta spontaneamente oppure di riflesso come con il succhiotto.
La suzione nutritiva matura entro 1-2 settimane dopo la nascita.
Durante l’allattamento al seno la lingua sporge tra le gengive e si retrae ripetutamente per portare il
capezzolo nella bocca. La lingua è mossa per azione dei m.genioglossi e trasversi della lingua.
La suzione risulta un azione combinata dei m.masseteri, orbicolari della bocca, buccinatori, muscoli
della lingua e i movimenti della mandibola e i m.pterigoidei laterali.
La suzione nutritiva del neonato coinvolge il movimento coordinato della lingua, dello ioide, della
mandibola e del labbro inferiore che spinge la lingua verso il palato. La lingua viene stabilizzata
inferiormente da mandibola e ioide (nel neonato si trova all’altezza della mandibola). Anche la
muscolatura sottoioidea è coinvolta.
Disfunzioni biomeccaniche delle strutture coinvolte nella suzione possono alterarne l’efficacia.
4
Parietale
Le spalle e le clavicole attraverso i muscoli omoioidei e sternoiodei possono influire sullo iode in
seguito a delle asimmetrie posturali.
Altre cause possono essere fattori neurologici come la paralisi o l’irritazione del nervo vago o
glossofaringeo (compromissione della suzione e deglutizione), dell’ipoglosso (compromissione
lingua). Controllare forame giugulare e dell’ipoglosso, muscolatura cervicale con inserzione
sull’area.
La presenza di un frenulo corto.
La struttura influenza la funzione e viceversa: le strutture che costituiscono la bocca si sviluppano
in funzione dei movimenti della cavità orale, per cui la mal posizione linguale influisce sulla
funzione e sullo sviluppo del viscerocranio.
Reflusso gastro-esofageo
D/D
Il neonato che soffre di reflusso gastro-esofageo presenta rigurgiti frequenti ed abbondanti, vicino o
lontano dalla poppata. La stenosi pilorica può presentarsi con vomito a getto, a seconda della
intensità della stenosi. Alla palpazione è possibile rilevare un indurimento in corrispondenza del
piloro. Il bambino aumenta scarsamente di peso, mentre col reflusso non c’è influenza. La diagnosi
può essere fatta con RX con o senza mezzo di contrasto.
Approccio osteopatico
I bambini che soffrono di reflusso presentano spesso tensioni diaframmatiche, disfunzioni del
passaggio toraco-lombare (relazione coi pilastri), meccanismi respiratori alterati a livello del torace,
disfunzioni OAE e craniche che interferiscono sul vago provocandone un’irritazione.
Il nervo frenico può avere una influenza sulla coordinazione della regolazione del diaframma,
quindi liberare C3-4-5.
E’ utile consigliare pasti brevi e frequenti, mantenendo il bambino più verticale anche dopo il pasto
o sollevando la testa del neonato dalla posizione prona.
5
Parietale
Coliche
La colica è un complesso di sintomi che si presenta nei neonati e consiste in irritabilità, pianto
inconsolabile, addome gonfio per eccessiva produzione di gas, il bambino flette le gambe verso la
pancia ed ha un’espressione di sofferenza sul volto.
Mediamente la durata dei sintomi è di 3 ore/giorno, per 3giorni/settimana, per 3 settimane.
L’esordio è entro il primo mese, si risolvono a 4-5 mesi, con apice verso i 2 mesi.
Le cause scatenanti possono essere diverse: problemi di natura gastro-intestinale, stati di iperattività
o irritabilità, o l’insieme dei due.
Il sistema intestinale è ancora immaturo per cui si ha un transito lento e l’immaturità del sistema
enzimatico può favorire la produzione di gas intestinali. La conseguenza è la facile risposta
infiammatoria della parete intestinale, che compromette la peristalsi, la digestione e l’assorbimento.
Il fatto che normalmente le coliche insorgano tra la 2° e la 4° settimana di vita corrisponde al
periodo in cui inizia lo sviluppo del controllo volontario dei muscoli cervicali posteriori, perché i
neonati iniziano a sollevare la testa, ciò potrebbe intensificare le tensioni già presenti nella zona
occipitale, in relazione al nervo vago.
Altra teoria riguarda l’immaturità del SNC per cui qualsiasi stimolo nocicettivo non viene
modulato, ma incrementa l’attività dell’asse ipotalamico-pituitario-surrenale aumentando
l’irritabilità. Questi processi maturano verso i 4-5 mesi, periodo in cui le coliche si risolvono.
Approccio osteopatico
E’ possibile riscontrare delle tensioni nel torace, nell’addome o nella pelvi, associati all’intestino
irritabile, costipazione o intolleranze alimentari. Spesso si ritrovano delle disfunzioni della base
cranica con effetto di irritazione vagale mediata dal vaso dei nervi o dai nervi nervorum.
Il trattamento osteopatico di solito porta beneficio al neonato ed ai genitori.
I meccanismi che possono causare la displasia dell’anca sono la lassità legamentosa, meccanica o
acetabolare primaria. Il problema può essere originato da un anomalo sviluppo dell’acetabolo,
spesso la patologia iniziale è una lassità della capsula dell’anca che provoca la lussazione della testa
femorale. In seguito alla lussazione della testa del femore, i tessuti legamentosi e muscolari si
irrigidiscono.
All’esame del bambino si possono sentire dei click, che si possono evocare con la manovra di
Ortolani. Si possono notare difficoltà nei movimenti, un ritardo nello striscio, gattonamento,
posizione eretta e andature asimmetriche.
La displasia viene corretta utilizzando un doppio pannolino, per stabilizzare la testa del femore in
abduzione, flessione e rotazione esterna. Nei casi più gravi si utilizzano dei tutori entro i 6 mesi di
vita per almeno 6 settimane (le bretelle di Pavlik).
Oltre i 6 mesi è necessario intervenire con un’ingessatura e nei casi estremi una riduzione
chirurgica.
6
Parietale
Approccio osteopatico
Oltre ad esaminare i rapporti tra femore ed acetabolo, occorre controllare i rapporti funzionali tra
l’osso pubico, iliaco ed ischiatico (lesioni intraossee).
La displasia congenita dell’anca può essere associata a disequilibri del bacino e a disfunzioni
cranio-sacrali, lesioni intraossee del sacro o dell’osso innominato.
Una disfunzione dell’iliaco in rotazione interna risulta con una posizione più alta dell’acetabolo, che
fa apparire una gamba più corta apparentemente.
Prestare attenzione alle strutture miofasciali pelviche: ilio psoas, adduttori, abdottori.
Il trattamento osteopatico deve mirare a stabilizzare la testa femorale nell’acetabolo, a rendere
simmetrico il bacino e equilibrare i movimenti di flesso-estensione del sacro tra le iliache.
Il trattamento osteopatico deve servire a normalizzare gli spasmi muscolari compensatori.
Torcicollo
Approccio osteopatico
Quando il torcicollo è causato da uno spasmo del muscolo scaleno è possibile palparne
l’ipertonicità, e spesso sono riscontrabili delle disfunzioni costali. Il bambino può irritarsi durante la
palpazione degli scaleni. Di solito si riscontrano strain cranici e disfunzioni della zona OAE,
primari o secondari al torcicollo. La primarietà si trova a livello cranico, o a livello degli scaleni, e i
miglioramenti non avvengono finchè non si è intervenuti per risolverli.
7
Parietale
Valutazione
Osservare i movimenti del capo del bambino facendogli osservare un oggetto in varie direzioni.
Palpare le prime coste, le clavicole, i cingoli scapolo-omerali, la cervicale.
Valutare la simmetria del cranio, l’occipite, i temporali, le suture occipito-mastoidee e petro-
mastoidee.
Consigliare ai genitori posizioni adatte a correggere i difetti posturali, le posizioni nel sonno.
In particolare è bene suggerire la posizione prona, utile anche per rinforzare la muscolatura
cervicale e stimolare l’esplorazione dell’ambiente.
Plagiocefalia
La plagiocefalia consiste in una forma asimmetrica del cranio irregolare, con appiattimento di una
parte posteriore-laterale della testa (brachicefalia). Poiché un lato della testa è appiattito, il lato
opposto si sviluppa eccessivamente. Anteriormente il cranio presenta una prominenza frontale da un
lato ed un appiattimento dall’altro. Osservata dall’alto la testa ha una forma a parallelogramma,
(come è definita in medicina allopatica).
La plagiocefalia è dovuta a degli strain della base primari o secondari. Gli strain primari possono
comparire in utero come conseguenza di una posizione anomala, oppure durante il travaglio o il
parto, è già riscontrabile alla nascita.
Fattori di rischio includono la prematurità, un lungo travaglio, uso di forcipe o ventosa, parti
gemellari, la presenza di fibromi uterini, rigidità del bacino o tensioni muscolari pelviche durante il
parto.
8
Parietale
Le plagiocefalie posteriori sono le più frequenti da quando i bambini dormono supini per evitare la
morte in culla (1992).
Le plagiocefalie secondarie si sviluppano in conseguenza a asimmetrie derivanti da altre parti del
corpo e spesso si evidenziano dopo qualche mese dalla nascita. Se non trattati possono conseguire
torcicolli e/o la scoliosi.
In alcuni casi si utilizzano dei caschi realizzati in materiale leggero e rinforzati nei punti di maggior
deformità per incoraggiare la correzione della volta.
Approccio osteopatico
La plagiocefalia secondaria può svilupparsi in seguito alle forze tissutali provocate da un torcicollo
o da posture asimmetriche del tronco. Spesso il neonato si trova comodo in una certa posizione
asimmetrica per via delle contratture muscolari e appoggia la testa sempre in un certo modo per cui
si crea un appiattimento. E’ utile consigliare ai genitori di posizionare il bambino diversamente,
aiutandosi eventualmente con dei sostegni morbidi (cuscini, asciugamani) e stimolarlo attivamente
verso il lato più limitato (nel gioco, nel pasto, ecc.)
La plagiocefalia risultante da un torcicollo non può migliorare finchè non sono stati risolti gli strain
meccanici nel collo, nella zona OAE e della base cranica.
I bambini con plagiocefalia sono descritti come meno attivi e ne conseguirà un rallentamento nello
sviluppo motorio, con predisposizione ad anomalie posturali, scoliosi.
Lo scheletro facciale si adatta alla asimmetria della base cranica.
Osservazione
Postura del bambino, posizione testa, rapporto testa-pelvi, atteggiamento arti.
Testa: forma, asimmetrie, capelli.
Cranio: volta e faccia, fronte, orbite, naso, bocca, orecchie (l’orecchio sul lato dell’occipite piatto
dovrebbe essere più anteriore, se posteriore fare D/D con craniostenosi).
9
Parietale
Palpazione
Bacino, lombare, dorso e torace, stretto toracico superiore, muscolatura collo, OAE, cranio.
Volta cranica: ricercare bozze e depressioni, suture forma e funzione, anomalie tissutali.
Valutare SSB, tensioni durali.
Durante la palpazione osservare la reazione del bambino, se infastidito da qualche punto che stiamo
toccando.
Trattamento
Al termine del trattamento il bambino deve essere in grado di muoversi più agilmente e
simmetricamente; di assumere posture più simmetriche; di essere più rilassato e più socievole.
La testa deve risultare più armoniosa e tonda, i tessuti più rilassati, la SSB simmetrica e vitale.
Spiegare ai genitori le dinamiche della plagiocefalia collegata alla postura e dare consigli per
correggere le posizioni abituali del bambino e come stimolarlo per cambiare.
D/D
Ci sono alcuni indizi clinici che possono far sospettare lo sviluppo di una craniostenosi: un
rallentamento o arresto della crescita della circonferenza della testa, un peggioramento della
plagiocefalia, un’anomalia della crescita dei capelli. La RX e la TAC Può essere utilizzata per
controllare l’eventuale ossificazione.
10
Parietale
craniostenosi plagiocefalia
Craniostenosi
11
Parietale
Approccio osteopatico
Cefalalgia
La cefalea cervicogenica è una cefalea che si sviluppa nell’area occipitale, alla sommità della testa e
nella parte alta del collo. A volte si irradia dietro gli occhi. Peggiora durante il giorno e migliora col
sonno. In anamnesi può esserci famigliarità per cefalea ed emicrania. Può essere aggravato da
stress. La cefalea cervicogenica può essere generata dall’irritazione della componente muscolo
scheletrica delle vertebre cervicali.
Approccio osteopatico
La cefalea cervicogenica viene generata dall’irritazione delle strutture situate nell’area cervicale
superiore o nell’area cranio cervicale. Alla palpazione si sente l’occipite in estensione, contrattura
dei muscoli sub-occipitali e la zona risulta sensibile.
Il cranio è facilmente compresso a livello della SSB.
A volte le suture lambdoidea ed occipitomastoidea sono dolenti e danno sensazione di sollievo.
Il plesso brachiale può subire una lesione durante il travaglio o il parto. La lesione può avvenire a
causa di uno stiramento delle radici nervose oppure una compressione del fascio neuro-vascolare.
Ciò può avvenire in conseguenza di forze muscolo-scheletriche o di un’edema (torcicollo SCOM),
lussazione della spalla o frattura di clavicola.
L’iperestensione della testa può causare uno stiramento delle radici nervose C5-C6.
Verificabile con EMG.
Se la lesione da stiramento ha interessato C5-C6 la spalla omolaterale appare flaccida, mentre mano
e polso flessi.
Se la causa è la compressione del tratto neuro-vascolare sono interessati braccio e mano
interamente.
La risposta di Moro è asimmetrica e anche il riflesso di prensione.
Il tratto neuro vascolare passa tra clavicola e prima costa. L’arteria succlavia scorre sopra la
clavicola e si unisce al plesso brachiale, passando tra lo scaleno anteriore e medio. Tali muscoli
servono durante l’inspirazione. Una tensione anomala di tali muscoli (spesso coinvolti nei
torcicolli), provoca il sollevamento delle coste restringendo lo spazio sotto-clavicolare e
comprimendo le strutture nervose. Il plesso passa poi sotto al piccolo pettorale.
Approccio osteopatico
E’ necessario intervenire fin da subito per evitare che si sviluppino contratture e aderenze.
Sono palpabili le contratture degli scaleni, e la limitazione della clavicola.
E’ possibile riscontrare un intrarotazione dell’omero per coinvolgimento del pettorale.
12