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Anno 3 sem 5 Michelin_Bonetti

Intro al neurovegetativo
La prima parte si interesserà delle grandi distonie neurovegetative (disequilibri che incontreremo nei nostri
pazienti) e quindi un lavoro sul trattamento delle malattie funzionali (diarrea, stipsi, ulcera peptica…)
Inizieremo con una parte teorica e quindi faremo pratica
Qual è l’interesse di studiare il sistema neurovegetativo? Per capire questo interesse dobbiamo ricordare i
grandi principi dell’osteopatia:
L’unità del corpo umano
Nozione molto importante > significa che ogni volta che tocchiamo una parte qualunque del corpo avremo
un effetto su qualsiasi componente dell’organismo. Ogni volta che mettiamo le mani su un soggetto accade
qualcosa di importante e in particolare cambiamenti della vasomotricità
Spesso i segni che il Pz presenta sono segni di un disequilibrio dello stato generale anche se tutto ciò si tra-
duce con segni precisi e locali e quindi dobbiamo sapere come si può trattare globalmente un soggetto
L’osteopata deve sapere lavorare su tutte le parti e con tutte le specializzazioni; contrariamente alla medicina
in cui le specializzazioni sono molto precise
La struttura governa la funzione e la funzione mantiene la struttura
Sono rapporti estremamente importanti per cui su questi rapporti lavoriamo sempre; la maggior parte delle
volte quando esiste un problema di disfunzione troveremo una disfunzione nella struttura e la correzione
della struttura andrà a cambiare il problema per cui è un principio importante.
Cercare nel Pz che ha un problema di funzione la struttura che è in relazione e lo stesso discorso vale per il
problema di struttura in cui devi cercare la funzione
Principio di autoguarigione dell’organismo
Riassume tutta la filosofia dell’osteopatia; il ruolo dell’osteopata è quello di permettere all’organismo di au-
tocorreggersi. L’osteopata non guarisce mai il Pz ma permette all’organismo del Pz di ritrovare un equilibrio
e di autoguarirsi.
Per poter permettere il mantenimento dell’equilibrio della salute abbiamo 2 grandi sistemi e un terzo che
dipende dall’insieme dei primi due:
Sistema endocrino > Sistema di regolazione molto importante e molto profondo
Sistema neurovegetativo > Molto importante saper lavorare in maniera specifica questi due sistemi
Sistema immunitario > Dipende direttamente dalla funzione e dall’equilibrio del sistema endocrino e neu-
rovegetativo
Ogni volta che lavoreremo su questi 3 sistemi lavoreremo sulla globalità dell’organismo.
Il sistema neurovegetativo permette l’adattamento immediato (frazioni di secondo) a diversi stimoli esterni
o interni a cui è sottoposto il corpo umano. È il motivo per cui è neuro-vegetativo; ovvero è una trasmissione
nervosa (e quindi molto rapida) e vegativa/autonoma perché non dipende dalla volontà cosciente del sog-
getto. È un sistema che si attiva in maniera involontaria e talvolta volontaria (ma con allenamento notevole
come l’esempio delle persone che praticano yoga che sono capaci di arrestare emorragie ma sono comu-
nque esempi molto rari). Per le persone normali è un funzionamento assolutamente involontario.

Adas
Abbiamo parlato di un adattamento immediato; abbiamo due parti in questo sistema neurovegetativo:
sistema ortosimpatico (OS)
sistema parasimpatico (PS)
sono sistemi con funzioni completamente diverse ma importante è che sono complementari
il sistema ortosimpatico è un sistema acceleratore (accelera le funzioni, il metabolismo e ha un ruolo cata-
bolico  consuma energie e brucia le riserve) dall’altro lato il parasimpatico è un rallentatore nel senso della
rigenerazione delle risorse (sistema costruttore/anabolico).

La grande funzione del sistema ortosimpatico è l’omeoresi (equilibrio del soggetto con l’ambiente esterno)
quindi è la risposta a tutti gli stimoli esterni (caldo, freddo, secco, umido, tutto ciò che è duro, molle, meteo
e l’adattamento più difficile è l’adattamento con le altre persone… che richiede molte energie!). ogni volta
che avremo dei pazienti con disturbi nelle relazioni con gli altri dovremo cercare se ci sono dei problemi a
livello dell’ortosimpatico. Impareremo a fare delle tecniche per le persone in stato depressivo.
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Il parasimpatico invece ha in grande compito dell’omeostasi interna; con omeostasi ci si riferisce
all’equilibrio generale del soggetto. È il sistema degli stimoli interni e si interessa dei grandi equilibri (glice-
mia, metabolismo dell’acqua…) rispondendo immediatamente a questi disequilibri per ritrovare l’equilibrio.
È necessario quindi l’equilibrio interno ed esterno.
Per svolgere queste funzioni i due sistemi andranno ad agire su due funzioni:
Vasomotricità  distribuzione del sangue (Still affermava che il ruolo dell’arteria è supremo)
Visceromotricità  Effetto sui muscoli lisci della parete degli organi e dei visceri

1. Vasomotricità
Parleremo prima della vasomotricità
Abbiamo 5 litri di sangue che sono completamente insufficienti ad irrorare tutti i capillari dell’organismo
per cui l’organismo deve scegliere ogni secondo come suddividere il sangue per far bisogno alle necessità
interne ed esterne. Abbiamo una regione splancnica (sottodiaframmatica) deputata alla funzione diges-
tiva, urinaria e genitale; affinché tutte queste funzioni possano lavorare in maniera corretta è necessario ci
sia una quantità di sangue sufficiente in questa zona. La seconda regione è quella muscolo-scheletrica che
permette l’attività fisica e intellettuale che quindi l’organismo in maniera permanente dovrà scegliere quale
zona sarà più irrorata in funzione di ciò che facciamo.
Esistono solo neuroni ortosimpatici a livello della tonaca media delle arterie
Le arterie hanno 3 tonache:
1. la tonaca esterna (avventizia) è una tonaca connettiva che permette l’architettura del vaso stesso,
2. la tonaca interna (endotelio) a contatto col sangue e
3. una tonaca media muscolare (muscolatura liscia circolare e longitudinale) che entra in relazione con la
distribuzione del sangue. La natura ha previsto che i muscoli lisci della tonaca media ricevono solo neuroni
ortosimpatici (NO para) poiché la distribuzione del sangue è già molto complicata è più+ semplice che sia
un solo sistema ad occuparsene. Il neurotrasmettitore che se ne occupa è la NA (noradrenalina).
Le arterie possono assumere calibri diversi:
la stimolazione ortosimpatica determina vasocostrizione con diminuzione del diametro dell’arteria per
contrazione della muscolatura liscia.

Conseguenze della vasocostrizione


Una circolazione più rapida e diminuzione della circolazione in alcuni punti
Se la vasocostrizione si mantiene troppo a lungo potrà dare problemi di ipertensione essenziale, ovveros-
sia un problema che annoia i cardiologi che non riescono a trovarne la causa mentre conosceremo la causa
quando tratteremo le malattie funzionali.
Non tutti i casi di ipertensione essenziale sono comunque dovuti a problemi del neurovegetativo!
La vasocostrizione fa diminuire il sangue nella regione splancnica e lo ripartisce in periferia a livello del
sistema neuro-muscolo-scheletrico  ipoemia profonda per cui le funzioni splacniche rallentano e talvolta
cessano proprio con l’insorgenza di problemi funzionali digestivi e urogenitali + iperemia periferica che si
accompagna a più fenomeni:
h frequenza cardiaca + vasodilatazione coronarie
Se chiedete alla pompa cardiaca di funzionare di più è importante aumentare il carburante
La vasodilatazione delle coronarie è permessa da recettori specifici
Vasodilatazione cerebrale
Questo perché l’OS si deve adattare agli stimoli esterni per cui non è neg. avere una buona acuità mentale
Questo stimolerà il sistema di veglia (vigili)  iperattivazione dell’OS determina problemi di insonnia con
difficoltà di addormentamento (andranno a letto tardi 2-3 di notte perché sono rimasti sul sistema accellera-
tore) > Ci saranno delle tecniche per lavorare sull’insonnia in fase di addormentamento
Il diametro neutro dell’arteria deriva dall’equilibrio fra sistema OS e PS
Il PS non ha un effetto diretto sui vasi ma i due sistemi OS e PS funzionano come una bilancia per cui
quando un sistema predomina l’altro è rallentato e viceversa (l’immagine più semplice è considerare che di
giorno domina il sistema OS mentre la notte domina il sistema PS). Il PS indirettamente ha un effetto sulla
tonaca media; nella notte quando dormiamo l’OS viene rallentato al massimo per cui avremo vasodilatazi-
one indiretta delle arterie. Questo fenomeno comporterà una ripartizione di sangue dalla periferia verso
la profondità (sistema splancnico) che comporterà iperemia profonda + ipoemia periferica. È il motivo per
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cui al di là della stagione estiva in cui fa caldo quando andiamo a letto dobbiamo coprirci perché siamo più
sensibili al freddo.
Tutto questo comporterà:
i frequenza cardiaca (non c’è attività fisica) + vasocostrizione coronarica >
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fastidiosa
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vasocostrizione coro-
narica se sono presenti placche ATS (aterosclerotiche)
Vasocostrizione cerebrale > l’attività cerebrale rallenta sempre più e diminuiscono i sistemi di veglia fino ad
entrare nel sistema di addormentamento

L’arteria renale è l’unica a non avere innervazione OS perché eviterà che ci sia vasocostrizione di sangue
al rene che potrebbe pregiudicare la funzionalità renale di depurazione del sangue; si tratta di una organiz-
zazione fisiologica della natura e a livello della vasomotricità per quanto riguarda l’encefalo e in relazione
ai problemi di cefalea se separiamo il cervello in due parti (antero-superiore e infero-posteriore) abbiamo 2
vascolarizzazioni arteriose:

1. antero-superiore dalla a. carotide


Ganglio OS cervicale superiore (livello C2) nel quale decorrono i neuroni e fanno sinapsi e sono quelli che
andranno a innervare le arterie della porzione anteriore del poligono di Willis
Ogni volta che ci sarà una patologia a livello di C2 avremo cefalee che potremo correggere lavorando su
questa zona stessa, soprattutto se il Pz si lamenta di cefalee dalla parte anteriore del cranio

2. postero-inferiore  dalle aa. vertebrali


Ganglio cervicale inferiore (o stellato) per cui vale analogo discorso per le cefalee posteriori
Saremo obbligati a controllare la cerniera C7-D1

Tutti questi neuroni fuoriescono dallo spazio D3-D4 e D3-D2 che risalgono lungo le catene laterocervicali
e avranno punto di scambio nel ganglio cervicale inferiore o superiore e saranno responsabili della vaso-
motricità di tutto il poligono di Willis intracranico e delle arterie che vi si dipartono.
Queste tre zone (C2, C7-D1, D4-D2) dovranno essere investigate quando avremo Pz che presentano prob-
lemi di cefalea.

A seconda del calibro si modifica anche la struttura interna delle arterie:


Arterie di grande calibro> hanno una componente elastica importante
Arterie di medio calibro > hanno una tonaca media maggiore
Capillari: sono i più importanti in quanto a questo livello abbiamo i fenomeni di vasocostrizione/dilatazione
e i fenomeni di scambio con lo spazio interstiziale e le cellule.
La tonaca media è ben rappresentata e possono aprirsi o chiudersi completamente.
La tonaca avventizia è sottile.
Il rapporto che c’è tra l’aorta e i capillari è 1:800.

2. Visceromotricità
La seconda grande funzione è la visceromotricità (muscolatura liscia parete organi e visceri)
A questo livello avremo una duplice innervazione (arrivano contemporaneamente neuroni OS e PS)
In particolare arriveranno in quelli che vengono chiamati plessi intramurali (plessi nervosi che si trovano
nella parete dell’organo a livello dei muscoli lisci che devono permettere una regolazione automatica su cui
OS e PS avranno una influenza particolare.

L’OS va a rallentare la peristalsi (diminuisce le contrazioni muscolari lisce contrariamente alla vasomotricità
in cui aumenta la contrazione) e permette il rilasciamento delle fibre lisce anche se al tempo stesso va a
chiudere gli sfinteri (piloro, sfintere di Oddi, sfintere vescicale, sfintere anale). L’esempio più semplice è che
sarà capitato che dopo un pasto importante svolgere una attività fisica importante determina che dopo 1
ora e mezzo vomiterà il pasto così come l’ha ingerito (l’attività fisica importante attiva OS e quindi rilascia la
muscolatura liscia dello stomaco e chiude il piloro per cui dopo un certo tempo il contenuto dello stomaco
diventa un corpo estraneo che l’organismo deve eliminare). Adesso sappiamo che gli sportivi devono man-
giare 4-5 ore prima dello sforzo fisico, affinchè la digestione sia abbastanza avanzata da non disturbare lo
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sforzo.
Il PS invece farà il contrario per cui aumenterà il tono della muscolatura liscia. Il Pz che si lamentano di
crampi allo stomaco, di spasmi digestivi o intestinali sono Pz con iperattivazione del PS che determina un
eccesso di contrazioni della muscolatura liscia. Quando si contrae troppo a lungo avrà crampi e spasmi.
L’iperfunzionamento PS farà sì che ci sia iperperistaltismo e in maniera indiretta (il PS non ha fibre dirette
sugli sfinteri) avremo apertura dello sfintere nel senso che il tono diminuisce e le onde peristaltiche permet-
tono il transito.
Quando i due sistemi sono in equilibrio la peristalsi e la funzione è normale. È ovvio che parleremo soprat-
tutto della patologia ma dobbiamo prima conoscere la normalità. Le persone che non hanno nessun prob-
lema non verranno in studio anche se sono le persone con cui si ottengono i risultati migliori con il minor
lavoro. Questo per quanto riguarda le due funzioni.

Alcune nozioni specifiche per ciascun sistema


La NA è il neurotrasmettitore principale dell’OS (catecolamine: noradrenalina, adrenalina, dopamina).
L’Ach (acetilcolina) è invece il neurotrasmettitore principale del PS; quando riusciamo a constatare se un
medicinale è adrenergico o colinergico sapremo subito quale effetto stava ricercando il medico e in quale
zona andare a ricercare la causa per capire il problema del Pz.
I minerali svolgono un ruolo fondamentale a livello enzimatico; l’OS ha bisogno di fosforo (ricordiamo che il
fosforo brucia!) mentre invece il minerale in relazione al PS è il calcio (è il minerale della costruzione più im-
portante) ma anche quando c’è ipercostruzione rischia di generare osteofitosi e calcoli. Stiamo parlando di
minerali che non sono oligoelementi in quanto ben rappresentati nell’organismo. Ogni volta che troviamo
una dose ponderale di elementi nell’organismo non possiamo parlare di oligoelementi.
Grandi tecniche
Tecnica di stimolazione dell’OS  rotolamento dei temporali
Tecnica di stimolazione del PS  compressione del 4° ventricolo (effetti ancora più generali oltre alla stimo-
lazione del PS)
L’OS è stimolato dalla flessione di cranio; ogni volta che troviamo un cranio o un sacro in flessione (raro)
avremo un effetto diretto sull’OS. Sono persone con disturbi in relazione al sistema OS.
Al contrario (ed è il caso più frequente) le disfunzioni di estensione a livello del cranio o del sacro avremo
una dominanza del sistema PS su cui dovremo agire.
Sappiamo già testare e trovare le disfunzioni di F ed E.

Sinergia neurovegetativo e sistema endocrino


Il lato ormonale è un sistema lento a differenza del neurovegetativo che permette un adattamento immedi-
ato. La produzione, la secrezione nel sangue e la distribuzione ai tessuti necessita di un certo lasso di tempo.
Le secrezioni ormonali però avranno un effetto più profondo e duraturo in sinergia col neurovegetativo.
L’OS lavorerà in sinergia con il lato tireotropo (tiroide) per cui avremo stimolazione dell’ipofisi anteriore,
della tiroide, della midollare del surrene (secrezione importante di NA) e secrezione degli androgeni.
Ogni volta che stimoliamo il PS o rallentiamo l’OS avremo degli effetti su queste funzioni endocrine.

OS PS
tireotropo (tiroide) gonadotropo (gonadi)
ipofisi ANT ipofisi POST
tiroide paratiroidi
midollare del surrene corteccia surrenale
secrezione degli androgeni secrezione di estrogeni e progestageni
isole di Langherans
In alcune forme di trattamento vedremo reazioni sorprendenti nel soggetto; se riflettiamo sul sistema
neurovegetativo ormonale sapremo di averle provocate noi e potremo decidere se fare qualcosa o non fare
niente. In funzione dell’importanza di queste reazioni dovremo decidere o meno se praticare un trattamento
Il lato PS invece è detto gonadotropo (gonadi) ed è molto importante; ghiandole con funzione endocrina
e esocrina. Ogni volta che stimoliamo il PS favoriremo la secrezione dell’ipofisi posteriore, le paratiroidi,
corteccia surrenale (reazioni allo stress) e secrezione di estrogeni e progestageni (ormoni della costru-
zione ed è per questo che lavorano in sinergia con PS) e infine le isole di Langherans (insulina ha funziona
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anabolica) permettendo lo stoccaggio dello zucchero sotto forma di glicogeno nel fegato e nel muscolo.
Reazioni allo stress  risposta OS
Ogni volta che abbiamo uno stress (paura, rabbia, emozioni…) tutti questi fenomeni entreranno i gioco.
Cuore h frequenza cardiaca, inotropismo positivo accelerazione del flusso ematico
Arterie coronarie vasodilatazione (aumento massimo del diametro)
Arterie polmonari vasodilatazione (h scambi gassosi)
Arterie muscolari vasodilatazione (permette attività fisica importante)
Circolazione viscerale vasocostrizione (i o arresto della funzione viscerale)
Molti Pzcon problemi intestinali hanno una OS-tonia alta e che persiste da troppo tempo (colonpatie funzi-
onali)
Circolazione periferica vasocostrizione (mani e piedi freddi)
Sangue aumento funzione PTL per evitare una eventuale emorragia e aumento GR milza
Funzione epatica h metabolismo e conversione del glicogeno in glucosio
Apparato respiratorio h frequenza respiratoria, h diametro bronchi e bronchioli (h scambi)
> È per questo che si somministrano simpatico-mimetici per le crisi d’asma in cui si ha broncospasmo (ven-
tolin)
Apparato digerente i funzione
Apparato urinario i funzione renale e urinaria
Apparato genitale inibizione delle funzioni genitali con i libido, impotenza e rallentamento e ar-
resto del ciclo femminile (spiega i disturbi nelle persone che subiscono stress troppo grandi o mantenuti nel
tempo)
Termoregolazione molto importante, impedisce che la temperatura dell’organismo salga troppo (gli
enzimi funzionano bene entro un range limitato di temperatura) per cui aumentano i meccanismi di dis-
persione del calore (aumento sudorazione e diminuzione temperatura). Nella febbre non c’è sudorazione
mentre se con le nostre tecniche riusciamo a farli sudare la temperatura scenderà subito (si utilizzano in caso
i temperature elevate),
Ghiandole salivari bocca secca (xerostomia)
Funzioni intellettuali h acutezza, capacità di analisi e vigilanza (apprezzare qualità e importanza dello
stress subìto) ma blocco dell’apprendimento e della restituzione di quanto appreso
Occhio h del diametro della pupilla (midriasi) per vedere meglio lontano
Peli è necessario avere molti peli per verificare una reazione (piloerezione), si constata
facilmante nei cani e nei gatti. Il ruolo della piloerezione è di far sembrare la persona o il soggetto molto più
voluminoso di quanto non sia in realtà per impressionare e spaventare l’aggressore
Surrene h immediato secrezione NA (scarica) e successivamente h cortisolo (ormonale e
quindi più lento)
Immunità h immediato dell’immunità ma successivamente i per la secrezione del cortisolo
Tutte queste reazioni accadono nel nostro organismo senza che siamo in grado di controllarle tranne che
nel caso in cui riusciamo ad analizzare e controllare lo stress ridimensionandolo. Più importanza diamo allo
stress, più queste reazioni saranno importanti.

L’OS viene sempre rappresentato col colore rosso (brucia!); è il sistema che si occupa della vita di relazione
per cui sono necessarie molte energie.
Il PS invece assicura la vita vegetativa; le persone in coma hanno una vita vegetativa ed è stato constatato
che le persone in coma con una frattura guariscono la frattura più rapidamente rispetto a quelle non in
coma per le funzioni anaboliche del PS.
L’OS risponde agli stimoli esterni ed è un adattatore che serve alla difesa e alla protezione per cui è qualcosa
di molto utile nei confronti delle aggressioni esterne. Per poter esercitare questa funzione brucierà le riserve
di energia del corpo e ne rallenta la fabbricazione.
Il PS invece aumenta la sintesi energetica e quindi ricostruisce stimolando il recupero e diminuendo le
stimolazioni esterne (diminuisce la funzione degli organi esterni). Quando dormiamo non avvertiamo le
stimolazioni leggere.
Questa è una nozione molto importante negli sportivi; il primo tempo della performance sportiva neces-
sita di riposo per costruire energia (troppo allenamento determina troppo OS e brucia tutte le riserve ma è
quello che accade frequentemente l’iperallenamento determina diminuzione del tempo per rigenerare le
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scorte e recupero). È difficile spiegare allo sportivo che il primo tempo per ottenere una buona performance
è quello del riposo (gli sportivi capiscono solo l’allenamento!).
L’OS ha due contingenti per quanto riguarda le sue azioni: viscerale e somatico
Il contingente somatico è un piccolo contingente rappresentato dai muscoli piloerettori.
Il PS invece ha soltanto un contingente viscerale.
Il corpo contiene globalmente due tipi di organi:

1. Organi TESORO (sono gli stessi della 2. Organi FABBRICA


medicina cinese) Fabbricano lentamente energia (si può
Contengono energie immediatamente bruciare molto rapidamente energia ma
disponibili e permettono subito l’attività per costruirla serve molto tempo)
Cuore Stomaco
Polmone Intestino tenue
Milza Intestino crasso
Fegato Cistifellea
Rene Vescica (stoccaggio urina)

L’OS stimola gli organi tesoro per ottenere velocemente energia ma allo stesso tempo rallenterà gli organi
fabbrica che fabbricano energia.
Il PS invece farà il contrario rallentando gli organi tesoro per rallentare il dispendio energetico e allo stesso
tempo stimolerà i visceri fabbrica per poter accelerare la fabbricazione di energia.
I due sistemi funzionano in equilibrio.
Il corpo può rispondere ad uno stimolo esterno in due modi (fight and flight):
Attivo OS la secrezione di NA  reazione neuro-muscolo-scheletrica (energia utilizzata)
Passivo PS l’energia richiesta dalla stimolazione OS non viene utilizzata dall’organismo ed è l’attività
emotiva che predomina rispetto all’attività fisica (male male!); è la paura paralizzante per cui le persone anzi-
ché reagire rimangono pietrificate.
Ogni volta che c’è un’attività emotiva possiamo reagire con una reazione OS normale che va a proteggere
l’integrità del soggetto o una reazione PS anormale che può al contrario avere un effetto nefasto
sull’integrità del soggetto.

La gestione delle emozioni come la paura


Il soggetto con temperamento OS ha una gestione delle emozioni di tipo acuto (collera e eccitazione 
lotta). La cosa importante però è che dopo la collera poiché tutte le scariche di adrenalina sono state utiliz-
zate l’emozione termina e viene dimenticata dal soggetto (cancellata). Questo è interessante perché per lui
l’emozione acuta non esiste più.
Nella stessa paura il soggetto di tipo PS avrà reazioni di tristezza, angoscia e ansia per molto tempo (anche
per anni). Inoltre non dimenticherà mai questa emozione che non sarà mai cancellata e rimarrà sempre ogni
giorno disturbandolo nel suo equilibrio.
Il problema è nella coppia; abbiamo un uomo e una donna OS  sarà una coppia molto rumorosa! Queste
persone però una volta passata l’emozione vanno d’accordo e si intendono. Due persone PS invece sara-
nno una coppia che non si sente mai, non si sa se sono vivi e quando si vedono sono sempre tristi sempre
a rimuginare sulle loro emozioni. Il problema inizia quando la coppia è formata da un uomo di un tipo e la
donna del tipo opposto perché l’OS andrà in collera spesso e l’altro non capirà il perché di questa rabbia
mentre continuerà a ricordarsi di quando si è arrabbiato anche a distanza di anni. Per far tornare i soggetti
più vicino possibile alla normalità bisogna diminuire l’OS di uno e il PS dell’altro.

Anatomia_Ripartizione dei centri neurovegetativi


I centri OS sono centri midollari; ricorderete che al centro del midollo abbiamo un corno anteriore motorio,
un corno posteriore sensitivo e fra i due un corno laterale detto anche spazio intermedio laterale che è il
centro neurovegetativo OS. Questo centro a livello del corno laterale lo troviamo fra C7 e L2 e questo ci indi-
ca l’importanza del lavoro sulle vertebre dorsali e sulle coste. Lavorare su queste strutture potrà stimolare o
inibire l’OS. Quando si hanno delle fratture a livello dorsale basso o lombare alto abbiamo effetti neuroveg-
etativi (in particolare sugli sfinteri vescicale e anale).
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Per il PS abbiamo due centri: nuclei di neuroni cervicali che emettono neuroni periferici in particolare verso
l’occhio per mezzo del 3° nc , 5° nc verso le fosse craniche e 7-9° nncc nervi verso le ghiandole salivari, lacri-
mali ed infine ultimo grande nervo PS il 10° nc (vago). Abbiamo poi altri centri localizzati a livello del midollo
sacrale (livello midollare S1-S5) che emettono nervi PS che vanno a costituire la cauda equina (nella stenosi
del canale lombare si hanno manifestazioni neurovegetative importanti a livello del piccolo bacino). A
questo livello nascono i nervi erettori di Eckart che vanno ad innervare gli organi genitali, la vescica, il retto
e il colon terminale (discendente, sigmoideo e pelvico). Il livello vertebrale sacrale è compreso fra L2-L3.

Ortosimpatico
Le catene laterovertebrali formano dei gangli, 12 a livello dorsale, 2-3-4 lombari e altrettanti a livello sacrale.
Ma quello che è importante è che queste catene latero-verterbali sono continue fino al coccige dove le
catene si uniscono nel ganglio impari o coccigeo, punto di unione delle due catene dx e sx. Questo implica
che l’impulso OS circola continuamente fra le due catene!
Sempre dalle due catene latero-vertebrali a livello cervicale avremo il ganglio stellato, il ganglio medio o
tiroideo, il ganglio cervicale superiore.
I gangli cervicali danno origine ai nn. cardiaci superiori, medio e inferiore che fanno sinapsi sul tessuto
nodale del cuore permettendone la regolazione.
I nervi che vanno al torace per i polmoni, esofago, i nervi che vanno a costituire il plesso solare (D6, D12)
costituiscono il nervo grande e piccolo splancnico. Ancora più in basso abbiamo i nervi che emergono a
livello lombare a costituire il plesso ipogastrico che è il cervello uro-genitale (molto importante per le fun-
zioni del piccolo bacino). L’unione delle due catene a livello del ganglio coccigeo unisce in basso il circuito.
Quindi plesso cardiaco, plesso solare, plesso ipogastrico.
L’OS dal ganglio cervicale inferiore, medio e superiore ha neuroni che risalgono.

Il GC inferiore emette neuroni per le aa. GC inferiore


vertebrali e basilari fino alle aa. cerebrali aa. vertebrali e basilari
POST. Arrivati al di sopra del tentorio tor- aa. cerebrali POST
nano indietro per innervare le arterie per aa. per gli emisferi cerebrali posteriori
gli emisferi cerebrali POST

Il GC superiore emette i neuroni per la GC superiore


carotide esterna ma soprattutto per la a. carotide esterna
carotide interna che entrano nel cranio da a. carotide interna
forame carotideo insieme alla carotide, pas- a. oftalmica (pupilla)
sano nel sifone temporale e quindi nel seno a. cerebrale media o Silviana
cavernoso, il plesso cavernoso che va a stac- aa. corioidee ANT (ventricoli laterali e al 3° ventricolo)
care il primo ramo collaterale (a. oftalmica) a. comunicante POST (chiude lateralm il poligono di Willis)
e i neuroni OS che seguono questa arteria a. cerebrale ANT dx e sin (tra queste la seguente)
vanno a costituire nell’orbita il ganglio a. comunicante cerebrale ANT (chiude ant il poligono di Willis)
oftalmico che si occupa della vista (pupilla). Questi neuroni vengono da D3-D2-D1 per cui quando una
persona ha problemi di vista andremo a lavorare sulle sue dorsali con l’intento di intervenire sui neuroni
OS, quindi lavoreremo i 3 gangli cervicali superiori per cui si giustifica il trattamento sulle cervicali per
migliorare la vista. Quando correggiamo C2 e il ganglio cervicale subito la vista migliora nelle persone
che hanno problemi di vista (molto spesso nelle persone anziane). A livello della coroide ci sono 3 foglietti
(retina, coroide (intermedia è muscolo-vascolare), sclera (connettivo).
Primo ramo collaterale quindi è l’arteria oftalmica con i neuroni OS, dopodiché la carotide interna esce a
livello della parte interna dell’apofisi clinoidea anteriore e a questo livello si sfiocca in tanti rami collaterali e
come sapete in tutti i punti in cui le arterie si ramificano sono punti di fragilità in cui si possono formare gli
aneurismi carotidei. La carotide dà origine all’a. cerebrale media o Silviana sempre con le ramificazioni OS,
le aa. corioidee anteriori con le ramificazioni OS che arrivano ai ventricoli laterali e al 3° ventricolo (secr-
ezione LCR). Altro ramo è l’arteria comunicante post che chiude lateralmente il poligono di Willis. Ultimo
ramo collaterale è l’a. cerebrale anteriore dx e sin. Tra queste due arterie cerebrali anteriori abbiamo l’a.
comunicante cerebrale ANT che chiude il poligono di Willis anteriormente. Quello che per noi è interessante
è che le fibre OS dx e sin si uniscono a livello della comunicante anteriore formando il ganglio di Rives
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che chiude così il circuito OS nella parte alta.
Quindi vediamo che l’OS è un circuito chiuso! In cui gli impulsi possono passare da un lato all’altro.
Quando andremo a fare un lavoro sull’OS significa che si svolgerà ovunque a livello vascolare tramite le
catene ortosimpatiche per queste caratteristiche anatomiche peculiari.

Ganglio cervicale superiore


Per capire l’interesse del GCS dobbiamo vedere le sue ramificazioni:
Pericarotidea interna
Perigiugulare interna
Rapporto con la biforcazione carotidea (glomo carotideo per la regolazione della PA = Pressione Arteriosa)
Anastomosi con gli ultimi 4 nervi cranici (9°, 10°, 11° 12°)
Ramuscoli per le vertebre cervicali superiori
Rami viscerali per la faringe, esofago prossimale, laringe, trachea e tiroide
Molto importante il n. cardiaco superiore che va verso il plesso cardiaco
Correlazione con il GCM
Rami vascolari ossei, articolari e muscolari

Vediamo che questo ganglio ha una grandissima importanza nel funzionamento neurovegetativo; ogni
volta che tocchiamo C2 e ancor più quando la correggiamo provochiamo un effetto su questo ganglio e su
tutte le sue connessioni, soprattutto se era in disfunzione. Uno delle funzioni di C2 è quello di compensare il
blocco C0-C1; quando C0 va in disfunzione finisce nel suo spostamento a tirarsi dietro C1 per le sue costriz-
ioni legamentose e C2 dovrà compensare questo blocco. Questa è la prima causa di lesione frequente su C2
che dà vertigini, nausea, problemi di cefalea. La seconda causa importante invece è l’inserzione della dura
madre rachidea che è incostante ma esiste e quindi ogni volta che si ha una compressione craniale avremo
una tensione su C2 e quindi sul ganglio cervicale superiore con immediate ripercussioni funzionali.
Non siamo costretti a fare una correzione strutturale su C2, ma molto spesso c’è bisogno di lavorare su C2 a
causa degli effetti che si producono su questo ganglio cervicale superiore.

Ganglio stellato o cervicale inferiore


Emette:
Rami per a. vertebrale
Anastomosi con 10° n.c. e n. frenico (PS); anche il GCS faceva anastomosi col PS
Rami C6-C7-D1 per queste vertebre e quindi un ramo per lo spazio C8 con delle arterie
Ramo per la carotide comune
Rami per l’a. succlavia e questo significa tutta la vascolarizzazione arteriosa dell’arto superiore.
> Nelle patologie vascolari dell’arto superiore dobbiamo verificare il ganglio stellato
C7-D1 e la cupola pleurica (3 legamenti del duomo pleurico circondano il ganglio stellato e se hanno delle
tensioni producono un effetto sul ganglio)
Nervo cardiaco inferiore che va al plesso cardiaco
Rami viscerali verso duomo pleurico, esofago e trachea

Segni e sintomi in relazione all’iperfunzione OS/PS


Ortosimpaticotonia Parasimpaticotonia
Causa: ipertonia dell’OS o ipotonia del PS Causa: ipertonia del PS o ipotonia dell’OS
Il primo caso è quella di ipertonia vera da stimolazi-
one diretta del sistema OS mentre la seconda è una
ipertonia relativa nel caso di ipofunzione del sistema
opposto. Nei due casi andranno applicate tecniche
dirette: nel primo caso dovremo rallentare l’OS men-
tre nel secondo caso dovremo stimolare il sistema PS.

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Profilo generale Profilo generale
Allerta, carattere instabile, emotivo Sono persone introverse ed è meglio lavorarle al
Sonno leggero e agitato mattino prima possibile perché più hanno contatti
Attività intensa e disordinata (fa sempre più cose all’esterno più si innervosiscono. Pensare a questo
insieme e desidera che le cose siano realizzate ancor quando con un Pz non ottieni buoni risultati, provare
prima di pensarle  tutto e subito) a cambiare orario di trattamento.
Temperamento estroverso, ha bisogno di parlare e Soggetti calmi, distanti, freddi, poco impressionabili
del contatto con gli altri. ma spesso depressi
Sono persone che è meglio lavorare nel pomeriggio Attività organizzata che richiede riflessione (riflet-
perché più contatti hanno avuto con l’esterno e meg- tono a lungo prima di decidere, di contro agli OS che
lio si sentono per cui si trattano meglio. decidono tutto e subito, rapidamente)
Soggetto agli accessi febbrili ma buona resistenza a Sonno calmo e profondo, non si muovono quando
intossicazioni e infezioni, hanno la temperatura un dormono e per svegliarli vanno scossi.
po’ più elevata di quella media per il metabolismo un
po’ accelerato.
Occhio Occhio
Midriasi (dilatazione pupillare) > Anche la cannabis Miosi (pupilla piccola)
dà midriasi! Sospettare uso nel Pz con segni di PSto- h secrezione lacrimale (sindrome dell’occhio umido)
nia ma midriasi. Amaurosi (opacizzazione degli ambienti trasparenti
i secrezione lacrimale (uso di lacrime artificiale op- dell’occhio senza lesioni dell’apparato visivo)
pure correggere OStonia)
Segni iridologici di simpaticotonia
Esoftalmo
Glaucoma ad angolo aperto (da ipertensione en-
doculare a livello della camera anteriore e posteriore
dell’occhio) in osteopatia si fanno trattamenti per
migliorare il drenaggio dell’umor acqueo tramite il
canale di Schlemm
Cavità orale Cavità orale
i secrezioni (secchezza fauci) Ipersalivazione (ptialismo) > spiega che le persone
Piorrea e carie dentali a livello gengivale o sotto- anziane che sono molto rallentate e PS che sbavino
gengivale > in una panoramica le carie gengivali Carie a livello della corona del dente > I bambini che
sono tipiche dell’OS mentre quelle della corona sono mangiano troppo zucchero hanno carie a livello coro-
tipiche del soggetto PS nale; mangiare troppo zucchero aumenta il lavoro
Infiammazione delle tonsille con eventuale gonfiore delle isole di Langherans e crea uno stato PS tonico
ORL ORL
Naso secco e incrostato > La mucosa si irrita Naso che gocciola continuamente e catarro
facilmente Riniti allergiche
Tendenza all’anosmia Polipi
Ozena (ulcera del naso che dà odore fetido all’alito e
al naso stesso, odore di cimice schiacciata)
Sindrome di Ménière > Idrope coclea e vestibolo con
vertigini e ipoacusia
Pelle e annessi cutanei Pelle e annessi cutanei
Colorito acceso (rosa, rossi), pelle secca e tiepida/ Viso pallido, quasi bianco, dovuto al fatto che c’è
calda, non sudano, pelle gradevole da toccare. meno sangue in periferia
Ha spesso la pelle d’oca Hanno sudori freddi e spesso la pelle umida ma
Dermografismo importante fredda
Disturbi a livello delle unghie che sono striate e facil- Non è un contatto gradevole
mente si rompono Soffrono di vitiligine (zone non pigmentate)
Alopecia  scomparsa dei capelli in regione frontale Orticaria, allergie e tutti gli eczemi hanno sempre
che procede posteriormente una percentuale di PS tonia che possiamo correggere
anche se devi sempre cercare la causa della PS tonia
Shock anafilattico potenzialmente letale
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Polmoni Polmoni
Broncodilatazione Asma (stato neuro-vagale a livello dei bronchi)
Per questo motivo agli asmatici si somministrano Crisi di tosse spasmodica con la necessità di
simpatico-mimetici. schiarirsi la gola molto spesso > se trattati in 3 giorni
Possiamo stimolare l’OS allo stesso modo degli ago- guariscono
nisti con lo stesso effetto Respiro frammezzato da sospiri (persone che soffiano
e si lamentano del fatto che non riescono a fare un
respiro completo)
CardioVascolare CardioVascolare
Molto importante in quanto il test neurovegetativo si Bradicardia < 60 bpm  Persone anziane hanno tono
basa su questo PS aumentato e sono rallentate
Tachicardia > 80 bpm Sensazione di lipotimia
Ipertensione arteriosa (vasocostrizione delle arterie) Ipotensione (difficilmente)
Dilatazione delle coronarie (dopo le patologie cardio- Contrazione delle coronarie (angina pectoris e IMA
logiche si consiglia ai Pz di fare ragionevole attività = Infarto Miocardico Acuto) Buona parte degli IMA
fisica in quanto ha come scopo la dilatazione delle avvengono a riposo quando il Pz è sdraiato o nella
coronarie) notte. Si tratta di Pz che hanno già delle occlusioni
Acrocianosi delle arterie; se una PS tonia peggiora la costrizione
Sindrome di Raynaud (sindrome vascolare in relazi- coronarica potremo avere una costrizione completa e
one alla iper-vasocostrizione OS delle estremità col un IMA
freddo) > dal ganglio stellato partono le fibre OS per Le persone che hanno già avuto un IMA devono es-
l’arto superiore: una alterazione del ganglio stellato sere sempre stimolate verso OS
determinerà vasocostrizione aggravata dal freddo
Stomaco Stomaco
i secrezioni Nel soggetto PS una lesione D6-D7 può mantenere
Dilatazione dello stomaco dovuta all’atonia delle in essere uno spasmo del piloro e avere una MRGE; il
fibre longitudinali > es. della persona che vomita il piloro rifiuta la progressione
pasto se compie esercizio fisico prima della fine della h secrezione acida
digestione Nausea, senso di pienezza gastrica da contrazione
Chiusura del piloro (aumenta tono sfintere) delle fibre
Dolore al plesso solare Stomaco è più piccolo per la contrazione delle fibre
Aerofagia (eruttazione involontaria)
Gastrite e ulcera peptica > Ci sono due tipi di ulcere:
una OS e una PS
Intestino (colon) Intestino (colon)
Secrezioni assenti o diminuite h secrezioni
Dilatazione del colon Stipsi di tipo spastico > Pz che hanno dolori di spasmi
Megacolon > le fibre circolari si rilasciano con au- intestinali (crampi) che corrispondono a ipercontrazi-
mento del diametro e rilasciamento delle fibre longi- one dei muscoli lisci della parete del colon
tudinali con allungamento dell’intestino > Questa contrazione spasmodica è frequente e ter-
Stipsi di tipo atonico > la persona non avverte il riem- mina con una scarica diarroica post-prandiale dopo
pimento del colon e la persona può rimanere anche più giorni di costipazione
diversi giorni così con la pancia che si gonfia; > in realtà non si alternano stipsi e diarrea bensì è la
ci sono casi di stipsi difficili da trattare ma vanno manifestazione della stipsi di tipo spastico a livello
comunque trattati del colon da PS tonia

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Urinario Urinario
Tendenza all’anuria > Persone che urinano 1-2 volte Minzioni importanti e ripetute da irritabilità vescicale
al giorno ma con grandi volumi Contrazione del detrusore vescicale > Incontinenza
La parete della vescica è rilasciata e lo sfintere è urinaria:
chiuso - molte persone anziane ne soffrono
Si può avere anche una poliuria di origine emozi- - invalidante ma si può trattare
onale (sempre da OS!) > La spiegazione di questa Enuresi > preadolescenti che soffrono di enuresi, non
poliuria emozionale è una particolarità fisiologica per funziona sempre ma nella metà dei casi circa si può
cui il sistema limbico, che non sempre gestisce bene migliorare il problema
le emozioni, ha una corrispondenza diretta con il m. Nefrolitiasi > tendenza alla calcolosi
detrusore vescicale. Nel caso delle emozioni (ad es Nefrocalcinosi > depositi di calcio nel parenchima
passare un esame o incontrare una persona che ci renale (possibile evoluzione verso dialisi e trapianto
incute timore) avremo poliuria (frequenti minzioni renale)
con ridotto volume)
Genitale Genitale
Disturbi della funzione sessuale Vaginismo > tensione permanente (non dolorosa) dei
Necessario conoscere il ruolo neurovegetativo nella muscoli vaginali e della vulva che faranno sì che sia
funzione sessuale impossibile la penetrazione (dolore)
I due sistemi intervengono nel rapporto sessuale Donne che non hanno rapporti sessuali perché do-
Vasodilatazione locale molto importante che per- lorosi (anche giovani donne)
mette la lubrificazione della vagina e i fenomeni di Dismenorrea > Molto invalidante per la donna
erezione da PS Si ottengono spesso buoni risultati anche osservando
Rispetto all’erezione l’arteria peniena e del clitoride la PS tonia della donna
hanno neuroni OS ma a questo livello il neurotras- Favorisce l’erezione
mettitore è l’Ach per cui avremo una vasodilatazione Priapismo > Erezione mantenuta a lungo, dopo 1
diretta da PS (unica parte del corpo con vasodilatazi- ora e mezzo però c’è il rischio di necrosi del pene
one diretta importante da neuroni PS).  urgenza chirurgica ma prima si può provare con
Man mano che l’eccitazione aumenta si arriva al picco ghiaccio che provoca vasocostrizione. L’intervento
(acme) avremo una bascula rapida nel sistema OS e chirurgica può incidere sulla funzione erettile.
PS; l’OS è responsabile dell’orgasmo nella donna e
dell’euiaculazione nell’uomo per cui per avere un rap-
porto soddisfacente è necessario che i due tempi si
succedano correttamente
Le persone con problemi di sessualità hanno proble-
mi di testa nel senso che restano troppo OS (pensano
troppo all’atto)  primo stadio non funziona corret-
tamente.
Frigidità femminile, mancanza di corretta lubrificazi-
one vaginale  dolore e i fertilità
Favorisce eiaculazione
Eiaculazione precoce > Stimolare la zona perché si
può arrivare all’impotenza
Amenorrea secondaria > Amenorrea secondaria nel
senso che è successiva alla comparsa della mestru-
azione. Altrimenti viene definita amenorrea primaria
(donna no menarca).
L’OS tonia nei casi di Pz con amenorrea secondaria
è necessario analizzare stato neurovegetativo della
zona
Turbe della menopausa > Vampate di calore scari-
ca eccessiva di OS

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Apparato locomotore Apparato locomotore
Esaltazione dei riflessi OT Diminuzione dei riflessi osteotendinei
Tendenza alla patologia infiammatoria articolare Sensazione di dolori ossei profondi
(tendiniti, artriti, sinoviti) Tendenza all’osteoartrosi cronica
Osteofitosi
Calcificazione tendinea
Metabolismo Metabolismo
Aumento del fosforo a scapito del calcio > Aumento del calcio a scapito del fosforo
Nell’organismo esiste un equilibrio fosfo-calcico Tendenza all’ipoglicemia (11 del mattino o 17 del
(rapporto 2,5:1) pomeriggio) da ipersecrezione di insulina
Tendenza all’iperglicemia per trasformazione del Anabolismo  obesità
glicogeno nel muscolo e fegato che può portare ad
una forma di diabete da OS tonia
Catabolismo  dimagrimento spontaneo
Sistema nervoso Sistema nervoso
Iper-emotività Stato depressivo fino alla depressione
Ansietà > Differenza fra ansia e angoscia. L’ansia è Angoscia
una reazione ad un fenomeno esterno (ad esempio Parkinson > è interessante prima rilassare queste
aspettare qualcosa) mentre l’angoscie è il nodo in persone e quindi stimolarle
gola o il peso a livello del plesso solare o la tensione
dietro lo sterno (manifestazione interna e di solito
dovuta a PS tonia). Ansietà e angoscia rappresentano
i due lati del sistema neurovegetativo
Tetania
Sistema endocrino Sistema endocrino
Ipertiroidismo Tendenza a iperparatiroidismo
Midollare surrene Ipofisi posteriore
Ipofisi anteriore Corteccia surrene
Isole di Langherans
Stato generale Stato generale
Stato tireotropo Stato gonadotropo
Funzione androgena (++ testosterone, anche nella Funzione estrogeni e progesterone
donna) Sistema tropotrofico o endofilattico: nutrizione, con-
Sistema ergotropico: dispendio energetico e scambio servazione e protezione dell’ambiente interno
di energia con ambiente esterno

Test neurovegetativo
Dopo l’anamnesi del soggetto avremo collezionato un certo numero di segni che dimostra un disequilibrio
neurovegetativo. A volte i segni sono contrapposti per cui possiamo usare un test per conoscere lo stato
neurovegetativo
Test di contatto dei globi oculari
Si tratta di contatto con i globi oculari e non una pressione (esiste una tecnica di compressione del globo
oculare per arrestare le tachicardie parossistiche ma non ha a che vedere con questa).
In questa zona arrivano le due componenti del sistema NV con grande sensibilità.
Ogni volta che tocchiamo l’occhio abbiamo un riflesso oculo-vascolare che farà sì che ci sia una rispos-
ta del polso che permetterà di determinare in funzione della forma se si è in presenza di uno stato OS o PS.
Parliamo del polso periferico:
Forma > ciò che si percepisce (molle, netto, sfuggente…)
Fondo > è il ritmo
Si fa un contatto/controllo a livello del polso radiale, quindi contattiamo i globi oculari (contatto leggero)
e quindi attendiamo la risposta (3 battiti). Non si tratta di un’aggressione che determina un cambiamento
notevole per cui l’organismo torna allo stato precedente. Necessario ascoltare bene e apprezzarlo solo sui
primi 3-4 battiti dopo il contatto con i globi oculari.
Avremo un’idea rispetto alla forma:
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la stimolazione OS vascolare va a dare sensazione di diminuzione del diametro del polso ma il polso sarà
marcato bene o più accentuato. Il motivo è semplice: la stimolazione OS comporta vasocostrizione per cui
leggera diminuzione del calibro e maggiore percezione del polso;
la risposta PS invece dà la sensazione che il polso sia meno facile da percepire con la sensazione di scom-
parsa (polso filiforme, sfuggente).
Quando si tocca il globo oculare si va a dare una leggera stimolazione che si ripercuote sul sistema domi-
nante nel momento del test. Se il soggetto è in stato PS la risposta sarà un polso PS mentre se il soggetto è
OS la risposta sarà OS.
Informare il Pz di quello che vai a fare perché se il Pz è emotivo avrà una risposta OS, il paziente deve sapere
quello che sta accadendo.
A livello dell’occhio OS fa midriasi mentre PS farà miosi. Il sistema NV ha un effetto diretto sull’occhio.
Il sistema che risponde è il sistema dominante o in iper-funzionamento (obbigatorio!)
La risposta è OS o PS ma questo è insufficiente perché ci sono due possibilità: o il sistema è in iper-funzi-
one vera (devo rallentarlo) oppure è dominante perché l’altro sistema è rallentato (devo stimolare l’altro
sistema). Dobbiamo discriminare queste due possibilità.
La prima risposta mi dice solo qual è il sistema dominante. Il numero di bpm invece ci permette di discrimin-
are le due possibilità.
Un soggetto in OS vera ha come minimo 80 bpm; si può constatare a livello del polso
Nella PS vera invece abbiamo massimo 60 bpm, a volte anche meno.

Abbiamo fatto il contatto col globo oculare; possiamo avere le seguenti possibilità:
Polso sfuggente (risposta PS) ritmo 54 bpm ipertono PS vero (devi i PS)
Polso sfuggente (risposta PS) ritmo 72 bpm ipofunzione OS  dominanza PS (devi h OS)

Polso forte (risposta OS) ritmo 90 bpm ipertono OS devo (devi i OS)
Polso forte (risposta OS) ritmo 68 bpm ipofunzione PS  dominanza OS (devi h PS)

In particolare i problemi OS sono frequenti e invalidanti per i soggetti che ne soffrono.


Le pulsazioni si prendono dopo per non essere influenzati a priori
Si chiede al Pz di chiudere gli occhi e si aspetta qualche secondo perché già chiudere gli occhi cambia qual-
cosina.

Test di contatto dei globi oculari


marta  diminuisce 80 bpm ipo-OS risposta PS ma battiti > 80 bpm
samuele  aumenta 72bpm ipo-PS risposta OS ma battiti < 80 bmp
Il contatto con l’occhio deve durare al massimo 5 sec, oltre non è più valutabile questo riflesso oculo vasco-
lare perché l’organismo si adatta.
Con questo test più le persone sono in equilibrio più sarà difficile da interpretare, ma di solito questo test
non si fa a persone che non hanno disequilibri del neurovegetativo. Questo test permette 4 possibilità di
diagnosi (ipoPS/OS e iperPS/OS)
Vediamo ora un elenco di tecniche (più tecniche per ogni caso perché può accadere che una tecnica non
funzioni da sola o subito per cui vai a fare più tecniche nello stesso senso) per trattare queste possibilità
patologiche.

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Iper-OrtoS
Non è molto frequente.
Un Pz in IperOrto può avere uno o più dei seguenti
sintomi:
- ipertensione arteriosa = HTA (si utilizza molto)
- isteria = Hysterie
- insonnia nella fase dell’addormentamento (sono
persone che vivendo in IperOrto fanno fatica la sera
ad addormentarsi)
Ci sono 3 tecniche che si possono utilizzare:
1. Rotolamento dei Temporali m (rallentamento)
2. Inibizione di D3
3. Inibizione del sacro

Commento
Inibizione di D3
D3 è detto anche centro nervi-vasorum osteopatico ovvero tutti i nervi della vasomotricità
È una buona tecnica per rallentare l’OS, soprattutto in caso di tachicardia
Indicazioni:
soggetto iperOS con tachicardia
Le tecniche 1 e 2 non hanno nessun effetto sul PS
Inibizione del sacro
Ha un effetto duplice (per questo Michelin mette una freccia grande in direzione del Para), perché rallenta
l’OS e stimola il PS (tecnica molto importante).

Ipo-OrtoS
Molto più frequente (la incontriamo molto spesso).
Ci sono 4 tecniche da usare:
1. Rotolamento dei Temporalik (accelerazione)
2. Stimolazione di D3
3. Stimolazione del sacro
4. Stimolazione grazie alle articol. delle dorsali

Commento
Stimolazione di D3
Aumenteremo l’influsso OrtoS della vasomotricità.
Le tecniche 1 e 2 sono specifiche per il sistema OS,
mentre le tecniche 3 e 4 hanno un duplice effetto.

Stimolazione del sacro


Stimola OS e rallenta PS.
Stimolazione grazie alle articolazioni delle dorsali (molto importante per questo problema)
È importante avere più tecniche possibile per rilanciare l’OS ed eventualmente rallentare il PS perché la
problematica di ipo-OS è frequente

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Iper-ParaS
È la più frequente insieme alla Ipo-OrtoS.
Ci sono 3 tecniche.
1. Inibizione dei nn. vaghi (X)
2. Stimolazione del sacro
3. Stimolazione delle dorsali

Commento
Inibizione dei nn. vaghi
Inibizione diretta che diminuisce il tono vagale.
Vagotonia è sinonimo di PS-tonia; è su questa parte del PS che
lavoreremo maggiormente.

Stimolazione del sacro e Stimolazione delle dorsali


Sono 2 tecniche duplici, ossia inibiscono il ParaS e stimolano l’OrtoS.

Ipo-ParaS
Ci sono 4 tecniche.
1. Stimolazione dei nn. vaghi
2. Compressione sulla metà dello SCOM
Attraverso questo muscolo abbiamo un effetto sulla carotide
Queste 2 sono tecniche specifiche, adesso vediamo le tecniche
duplici
3. Inibizione del sacro
4. Compressione del 4° ventricolo

Commento
Le tecniche 1 e 2 sono specifiche per l’Ipo-PS, metre le tecniche 3
e 4 sono duplici.
Compressione sulla metà dello SCOM
Attraverso questo muscolo abbiamo un effetto sulla carotide

Compressione del 4° ventricolo


Più complessa perché ha altri effetti rispetto alla sola inibizione del sacro.
I problemi di ipo-funzionamento sono sempre quelli più fastidiosi ed è per questo motivo che abbiamo 4
tecniche per trattarle.

Oggi vedremo due tecniche che possiamo iniziare ad utilizzare dopo aver fatto il test e sceglieremo la tec-
nica da utilizzare in funzione dello stato del soggetto.
Inibizione del sacro (rallenta OS e accelera PS  rallenta soggetto) e
stimolazione del sacro (accellera OS e rallenta PS  accelera il soggetto)
Non faremo le tecniche fino in fondo per ora perché non possiamo giocare con il neurovegetativo. Control-
leremo la reazione sul polso e appena inizia la reazione ci fermiamo, a meno che con il test neurovegetativo
non sappiamo che sia proprio la tecnica indicata. L’effetto di queste tecniche è rapido, alcune tecniche pos-
sono avere effetto immediato. Di solito sarebbe necessario normalizzare il sacro prima di fare la tecnica,
oggi non abbiamo il tempo e non la facciamo per cui la reazione può essere più lenta.

Inibizione del sacro (tecnica duplice) = accelerazione del ParaS + inibiz dell’OS
Trascinare la base del sacro progressivamente in basso-avanti (fase di E del meccanismo cranio-sacrale)
in ogni Esp toracica; è una manovra meccanica. Spingendo in maniera dinamica arriveremo al punto in cui
avremo la sensazione che il sacro non possa più andare né avanti né indietro seguendo l’influenza della
respirazione. Manterremo questa pressione senza perdere l’intensità raggiunta finché non sentiremo che il
sacro ripartirà da solo e che nonostante il nostro appoggio si muoverà di nuovo. A quel punto si muoverà di
nuovo. Andremo a rilasciare la pressione in 4-5 INsp finché non sarà finita la pressione applicata.
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Importante è localizzare bene la base del sacro e che l’appoggio sia preciso, al limite fra S1 e L5.
Fasi della tecnica
Pz prono, si apre l’articolazione sacro-
iliaca con una RI degli arti inf senza

SIPS
forzare (non bisogna mettere in tensione
il sacro).
1. Mano caudale > contattiamo le due
SIPS perché a questo livello siamo esat-
tamente sull’asse di rotazione del sacro
a livello dei legamenti assili.

Attorno a questi legamenti il sacro fa una


F e E cranica. Quando parliamo di sacro
in questo caso parliamo sempre di F e E
craniale e non meccanica.

leg assile F E
2. Mano craniale > il tallone sulle basi del sacro, al limite di L5-S1 e ascolteremo;
3. quando arriva l’E aumentiamo l’appoggio in Esp e continuiamo finché non abbiamo la sensazione che il
sacro non possa più muoversi.

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4. Aspettiamo un tempo variabile fin
quando non sentiremo di nuovo il sacro
muoversi da solo,
5. nella INsp che segue lasciamo la pres-
sione e nell’Esp non facciamo niente; su
più inspirazioni lasceremo completa-
mente l’appoggio.
Il beneficio della tecnica è molto varia-
bile a seconda del soggetto. Ci sono Pz
in cui una tecnica è sufficiente a correg-
gere il problema, altri in cui sarà neces-
sario usare più tecniche e per più tempo.
Dipende anche da quanto dura il disequilibrio e che prima si siano corrette le disfunzioni correlate al dis-
equilibrio. Quando fai la tecnica chiedi al Pz di richiamare 2-3 giorni dopo e in funzione di ciò che ti dirà
ripeterai la tecnica, aspetterai qualche giorno per ripeterla oppure sarà a posto. In alcuni casi credi che la
tecnica sia sufficiente una volta e invece devi ripeterla mentre in altri credi di doverla ripetere e invece no.

Stimolazione del sacro (tecnica duplice) = accelerazione dell’OrtoS + inibiz del PS


La stimolazione si fa tramite l’articolazione del sacro e consisterà nel far muovere il sacro in maniera tonica a
livello della sacro-iliaca, prima da un lato e poi dall’altro. Faremo una tecnica col pisiforme.
Fasi della tecnica
Pz prono, si apre l’articolazione sacro-iliaca con una RI de-
gli arti inf senza forzare (non bisogna mettere in tensione
il sacro).
1. Mano cefalica > il pisiforme aggancerà l’ala iliaca a liv-
ello della SIPS in modo da allargare l’ala iliaca. La mano
è esterna e un pò verso il basso affinché l’appoggio del
pisiforme sia perpendicolare all’orientamento dell’ala ili-
aca stessa a livello della SIPS.

2. Mano caudale > sarà col pisiforme a livello del sacro per cui questa mano è lungo l’asse di rotazione del
sacro a livello del legamento assile diretta verso la testa del Pz. La tecnica consiste nella spinta contempo-
ranea dei pisiformi. La mano cefalica allargherà l’ala iliaca e la mano caudale spingerà in avanti il sacro in
maniera simultanea.
Posizionamento errato della mano cefalica

Ripeteremo questo movimento 20-25 volte da un lato, quindi si cambia lato e si ripete altrettante volte
dall’altro lato. Il tutto dopo aver corretto eventuali disfunzioni del sacro.
La messa in tensione ripetuta della dura madre avrà un effetto fino al cranio con aumento del tono OS e
diminuzione del PS. In questo caso la respirazione non ci interessa.
In alcuni Pz prima che la reazione inizi sarà necessario aver completato un lato e aver fatto anche l’altro;
quando siamo da soli se decidi che la tecnica sia opportuna porti la tecnica fino in fondo.
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SIPS
Pisiforme su SIPS

Prendi il polso prima, fai la tecnica e vedi il cambiamento del polso dopo.

Anno 4 sem 2_ Bonetti

Il Sistema Neurovegetativo è composto da Sistema Ortosimpatico (lotta o fuga) e Sistema Parasimpatico (rest
and digest). Riceve interferenze dal SNC e SNE.
Il Sistema Ortosimpatico è estremamente rappresentato, innerva ogni porzione del corpo, addirittura la
matrice extracellulare (gli spazi interstiziali tra le cellule) ha effetto sugli organi (vasocostrizione.. e sui tessuti
ha un effetto di trofismo e rilascia a livello tessutale varie sostanze (non solo la noradrenalina, ma anche fattori
di crescita ecc).
Il Sistema Parasimpatico ne modula l’azione solo in alcuni distretti (le sue fibre non arrivano dappertutto, ad
es non ci sono fibre para nell’arto sup).
Piuttosto che l’idea dei due sistemi alle due estremità di una bilancia, bisogna pensare che i due sistemi non si
bilanciano per niente, perché lavorano in modo autonomo. Soltanto in alcuni distretti il parasimpatico mod-
ula l’azione dell’ortosimpatico. A livello dell’ipotalamo e dei centri superiori ci sono dei nuclei ben divisi che
comandano i due sistemi attivandosi separatamente.
Il SNV è connesso sempre col sistema endocrino, il sistema immunitario, e il sistema nervoso enterico.
Il SNV ha i suoi centri superiori nell’ipotalamo (vi arrivano le afferenze e poi ci sono dei collegamenti con altre
zone del SNC: il sistema limbico, fino all’ippocampo, e la corteccia). Poi ci sono risposte che dalla corteccia
e sistema limbico arrivano all’ipotalamo e l’ipotalamo smista (comanda l’ipofisi, quindi il sistema endocrino).
Poi ci sono connessioni con la formazione reticolare nel tronco encefalico per comandare il neurovegetativo
di orto-para.
Quindi corteccia e sistema limbico-emozioni influenzano da una parte il NV e dall’altra il sistema endocrino.
L’ipotalamo poi controlla anche il sistema immunitario!
Il collegamento c’è anche in periferia, e la prima risposta in caso ad es di spavento è ortosimpatica (aumento
frequenza cardiaca, vasocostrizione dei visceri, vasodilatazione periferica..), e le fibre orto poi mandano in
periferia neurotrasmettitori e sostanze che attivano o inibiscono il sistema immunitario (es. infiammazione..
perché la matrice extracellulare è innervata soprattutto da fibre orto, e il SNV emette sostanze chimiche che
attivano il sistema immunitario, i macrofagi, ecc. ).
 Quindi il SNV è strettamente collegato con il s. endocrino e il s. immunitario: tre sistemi che funzionano
come uno solo.
 Il SNV è strettamente collegato col Sistema Nervoso Enterico (SNE > vedremo tecniche neurovegetative
sugli organi).
Lo stomaco, cistifellea pancreas son innervate dal SNE, che è un insieme di fibre, neuroni che stanno nel tubo
digerente, ed è autonomo. Funziona su delle stimolazioni meccaniche di distensione, trazione del tubo diger-
ente e dà risposte –peristalsi..-, capta la situazione biochimica del tubo digerente in funzione di cosa abbiamo
mangiato, e il SNE è modulato dal sistema orto e para.
La maggior parte dei visceri in realtà vanno da soli, e il sistema neurovegetativo serve solo per una modulazi-
one. Ci sono, inoltre, delle fibre del SNE (plesso di Auerbach, Messner..) che sono collegate attraverso i plessi
periferici (plesso celiaco, plesso mesenterico superiore.. studiare noi l’anatomia del NV!)

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Accenno di Anatomia
Il sistema ortoS: dall’ipotalamo, la formazione reticolare, cortec- nucleo
intermedio
cia, sistema limbico.. le fibre arrivano al nucleo intermedio laterale del laterale del
midollo, dove c’è il neurone pregangliare ortoS. midollo

neurone pregangliare ortoS


Dopodiché - attraverso le radici ant- le fibre
escono dalla colonna e raggiungono - grazie
ramo comunicante bianco - il ganglio para-
vertebrale della catena lat-vertebrale. Qui la
fibra pregangliare può far sinapsi o allo stes-
so livello o a un livello sopra o sotto, o at-
traversare e andare direttamente nei plessi
periferici. Poi c’è la fibra postgangliare che
ha diverse strade:
1. rientra nel ramo comunicante grigio e
continua nel nervo spinale, che ha un terri-
torio somatico (es nn. mediano, sciatico.. ci
sono sempre grossi contingenti di fibre veg-
etative orto che servono per il trofismo).
2. può uscire e creare i ramuscoli nervosi che stanno intorno alle arterie e costituiscono i plessi arteriosi: la
fibra ortoS quindi può viaggiare attraverso l’arteria.
2. costituisce i nervi viscerali (nervi splancnici) che contengono solo fibre neurovegetative ortoS (grande e
piccolo n. splancnico, ad es). Possono formare i plessi periferici, plessi pre-aortici (così chiamati perché stanno
davanti all’aorta). Sono strutture costituite da gangli e da fibre: plesso celico, plesso mesenterico inf, plesso
mesenterico sup, ipogastrico sup e ipogastrico inf (o pelvico). A livello ad es del plesso celiaco ci sono anche
fibre paraS (n. vago), per cui inizialmente le fibre orto e para sono divise.
Le fibre paraS sono più facili: viaggiano col n. vago (parte col suo nucleo - del neurone - a livello del tronco
encefalico) e vanno a finire nei plessi periferici. Il paraS ha origine o craniale o sacrale (dal midollo sacrale-ner-
vi di Eckart). Dai nuclei del vago visceromotori, attraversa collo.. e alcune fibre vanno a finire in plessi periferici
come il plesso cardiaco, plesso polmonare,…) I tronchi principali vanno nell’esofago, e si dirama nei plessi
periferici per andare poi ad innervare l’organo. Stessa cosa lo fa l’ortoS, che inizialmente è diviso, e poi molte
fibre ortoS vanno anche nei plessi periferici. Il plesso NV periferico, in corrispondenza degli organi ha fibre
miste, sia orto che para. Poi le fibre che entrano dentro, per es allo stomaco, vanno a far sinapsi col plesso
mioenterico che è quello che contrae la muscolatura e fa secernere le ghiandole (il NV modula solamente,
non comanda direttamente l’attività dell’organo – tutto il tubo digerente, insieme a pancreas e vescicola bil-
iare). Vedremo delle tecniche (liberazioni fasciali) di zone che corrispondono ai gangli, dove ci sono fibre che
innervano il nervo e le arterie dell’organo, quindi lavorare sul NV significa lavorare sull’azione dell’organo e
sulla sua vascolarizzazione.

Vi è uno stato neurovegetativo del Pz che è detto eutonia, o isotono, tono normale.
Con un evento stressante (trauma, evento emotivo, incidente…) c’è una risposta ortosimpatica di solito, che
fa reagire il corpo a un evento esterno (lotta o fuga) o interno (combattere una malattia, un’infezione…). La
fase di ortosimpaticotonia è fisiologica. C’è poi il momento della risoluzione del problema, e segue una fase di
parasimpaticotonia, in cui il corpo recupera cosa ha speso prima. I periodi non dovrebbero superare le 4 set-
timane di durata. Oltre, si rischia la cronicizzazione, quindi possiamo intervenire con le tecniche per riportare
l’equilibrio. Se sono nelle 4 settimane e mi arriva il Pz (che magari ha avuto un lutto, non gli posso correggere
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un iperorto, perché il corpo sta reagendo. Stessa cosa se sta in iperpara, dalla mia anamnesi dovrei sapere se
c’è stato un evento stressante.

Ogni disfunzione somatica (osteopatica), che sia muscolo-scheletrica o viscerale o craniosacrale o psichica,
corrisponde sempre a una disfunzione fasciale e neurovegetativa, e viceversa.
Quindi si dovrebbero sempre vedere il NV e il sistema fasciale quando si lavorano questi ambiti. (tecniche
craniosacrali e neurovegetative.. una disfunzione vertebrale muscoloscheletrica può dare un’attivazione di
un ganglio della catena laterovertebrale quindi una disfunzione neurovegetativa a quel livello.. e anche un
problema viscerale può dare varie conseguenze.

Le distonie neurovegetative
Sono situazioni in cui sia l’ortosimpatico che il parasimpatico stanno in una situaziuone disfunzionale. Si in-
nescano quando si superano le 4 settimane, ossia per parecchio tempo (mesi e anni) il Pz ha un NV alterato,
va in tilt e inizia a lavorare per conto suo, dando sintomi che spesso sono contrastanti.

Sindrome semplice distonica


È un disequilibrio fra i due sistemi (sia l’orto che il para sono disfunzionali), e i segni caratteristici sono:
astenia al mattino con insonnia nella seconda parte della notte (Pz si sveglia verso le 4 e si addormenta
magari appena prima del suono della sveglia)
tendenza all’ipotensione (è para), ma spesso ha tachicardia (è orto, per cercare di equilibrare) .. è una situ-
azione anomala
dolore condrocostale a livello della 3° cartilagine condrocostale (K3 spesso si mette in disfunzione, più è
dolorosa e dura più lo squilibrio è importante)
digestione faticosa e lunga
bocca amara al risveglio
cefalee, emicranie
fotofobia (anche senza sole si ha bisogno di occhiali scuri)
gambe pesanti
formicolio all’estremità
secchezza della pelle (per l’azione trofica del sistema orto e controllo dell’irrorazione)
angoscia (di solito è attivazione del paraS) e ansia (di solito è attivazione dell’ortoS)
stanchezza intellettuale con difficoltà di memorizzazione
Questi sintomi possono essere presenti anche non tutti insieme. Bisogna capire perché c’è questa situazione,
che a volte è data anche da patologie organiche o situazioni psichiatriche o droghe.. talvolta le cause escono
dal nostro ambito.

Sindrome iperanfotonica o neurotonica


È una predominanza dell’uno o dell’altro sistema in alternanza, ma sempre con una predominanza dell’ortoS
(in iperfunzionamento o iperstimolazione), perché è il sistema più rappresentato. Sintomi:
angoscia
alternanza di poussées (ondate) ipertensive (prevalenti) e ipotensive (in un momento troveremo 180/100 e 1
minuto dopo 110/70)
dolori precordiali che sembrano infarti (irradiano dalla parte sin del torace verso il braccio, la spalla, il collo, la
mascella)
digestione lenta con sonnolenza
pseudo-asma, problemi respiratori
disturbi vasomotori tipo vampate di calore seguite da sudore freddo
dermografismo marcato (passando con l’unghia, segno rosso sulla pelle che poi si gonfia un po’)
polso irritabile (che cambia rapidamente passando da 110 a 50 in relazione anche all’iper e ipo tensione).

Sindrome ipoanfotonica o neuroatonica


È contraria alla precedente e darà indebolimento di entrambi i sistemi con predominanza di segni di ral-
lentamento orto.
La grande astenia (somma le 3 astenie: fisica, psichica, sessuale). Pz sempre stanchi senza stimoli..
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sindrome depressiva
ipotensione vascolare
debolezza delle contrazioni cardiache
lentezza del polso
minacce di sincope, stato pre-lipotimico (la lipotimia è la perdita di conoscenza)
mancanza di tono vascolare periferico che si traduce con una cianosi ortostatica e un edema passivo nelle
estremità
disturbi genitali (frigidità, impotenza, amenorrea)… il SNV è connesso con il sist. ormonale!

Possibili CAUSE di attivazione


Cause di Simpaticotonia Diretta: IperORTO
Lesioni irritative vertebrali o costali in rapporto con l’organo innervato (lesione irritativa o lesione inibitoria. Es
stomaco in iperorto: rilasciamento della muscolatura, diminuzione delle secrezioni, difficoltà digestive..)
Stati psichici (paura, collera.. protratte nel tempo).
Alcune tossine (infezioni importanti portano a un’attività dell’iperorto)
Postumi di anestesie operatorie
Ph del sangue alcalino
Iperattività ormonale (soprattutto della ipofisi anteriore, tiroide e delle surrenali)

Cause di Simpaticotonia Indiretta: IpoPARA


Lesioni somatiche di inibizione C1-C1-C3 (a questo livello passa il n. vago)
Neuropatia da inibizione del vago a livello del foro giugulare (ristretto.. ).
Congestione di un Plesso NV (restrizione fasciale sul plesso, accompagnata da una difficoltà di irrorazione del
plesso
Alcuni farmaci (es. atropina..)

Cause di Vagotonia Indiretta: IpoORTO


Rallentamento orto senza comporomissione del para.
Lesioni inibenti delle vertebre sul ganglio. Il nervo o ganglio viene mantenuto in uno stato di compressione
continua che blocca meccanicamente gli impulsi sinaptici o che viaggiano lungo l’assone.
Intossicazione da tabacco (provoca un rallentamento orto)
Malattie degenerative del midollo (tabe e siringomielia)
Medicine che rallentano l’orto

Cause di Vagotonia Diretta: IperPARA


Lesioni irritative e stimolanti di C1-C2-C3
Irritazione o infiammazione di un organo in rapporto col sistema paraS. Spesso si creano degli archi riflessi
vago-vagali.. e riflessi viscero-sensitivo che provocheranno una reazione vagale (sudore freddo, nausea, sin-
cope). Gli organi hanno una comunicazione ormonale (es stomaco: gastrina, colecistochinina, secretina), o
nervosa, neurologica coi centri superiori e tra porzioni del tubo digerente attraverso il SN mioenterico e il
SNV, questi sono i riflessi viscerali brevi, cioè tra porzioni del tubo digerente con archi riflessi che rimangono
lì. Poi ci sono riflessi viscerali lunghi perché vanno dentro al midollo, ai centri superiori, e del vago. Le fibre
sensitive prendono l’informazione dal viscere e le trasportano attraverso il vago ai nuclei tronco-encefalici
del vago che sono diversi (motori, sensitivi, somato-motori, somato-viscerali..) e si crea una risposta vagale,
quindi un riflesso vago-vagale (viscerale lungo).
Acidità del pH sanguigno (deve essere compreso tra 7.32 e 7.42).
Sotto il 7.32 c’è acidosi con attivazione del paraS.
Sopra il 7.42 c’è alcalinità e si attiva l’ortosimpatico.
Fenomeni ischemici a livello di un plesso vegetativo, periferico.
Pressione intracranica aumentata
Postumi di malattie infettive
Alcuni farmaci

Test e Tecniche
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Ce ne sono sia generali (rivolte al Pz in generale: test globi oculari, tecniche liquidiane, tecniche sui gangli e sui
plessi) sia specifiche sugli organi (test sui gangli specifici in relazione alle strutture da trattare e i relativi plessi
e arterie. Eventualmente si associano tecniche generali).
Ci può essere una situazione in cui il NVG del Pz è normale ma il NVG di un organo non funziona più bene, ad
es. per una lesione su D4-D5 che dà ripercussione sullo stomaco.
Test generali: Test globi oculari
Test specifici: - Test vasomotori sui visceri (test sul pieno/vuoto). Valutano quanto sangue arriva a quel vis-
cere
Test fasciali sui plessi
Test vascolari sui tronchi arteriosi che irrorano un organo. (essere sicuro che il tronco celiaco sial libero se
voglio lavorar sullo stomaco).

Test dei GLOBI OCULARI


Prende come riferimento 2 parametri: la frequenza cardiaca dà l’idea dello stato neurovegetativo del Pz in
quel momento, in una situazione di comfort fisico e psichico; la risposta della forma del polso indica quale
sistema in quel momento è più sensibile ad una stimolazione esterna (meccanica).
Una frequenza cardiaca normale è definita tra i 60 e gli 80 battiti

fg60 f --- 70 --- g 80 fg


Iper IPO Iper
Para para/orto orto

Cambiamento della forma del polso su stimolazione dei globi oculari – risposta in 3-4 secondi al massimo:
1. il polso non cambia
2. il polso diventa filante (risposta paraS)
3. il polso diventa tonico (risposta ortoS)
Casi Possibili
1. Caso IperPARA: Pz bradicardico, es. 58 battiti, polso diventato filante al test
2. Caso IperORTO: Pz tachicardico, es. 90 battiti, con risposta orto al test
Frequenza cardiaca normale di partenza (tra 60 e 80):
3. risposta ortoS del polso: IpoPARA (Il para è troppo debole per compensare la risposta orto del polso)
4. risposta paraS, se il polso quasi sparisce, deve essere netta (!) la risposta: IpoORTO.
5. Distonie Neurovegetative: nei casi anomali in cui ad es. ho tachicardia (di compenso per ipotensione) e
una risposta para, o bradicardia con risposta orto.
6. Normalità: Pz in finestra normale di battito, e al test ho una risposta lievissima parasimpatica, o non ho
alcuna risposta

Le Tecniche Generali sono tecniche liquidiane che si fanno


sul cranio (compressione del 4° ventricolo che stimola il para; rotolamento simultaneo dei Temporali che
stimola l’orto; rotolamento alternato dei temporali in rallentamento che stimola il para, e in accelerazione che
stimola l’orto),
sulla colonna vertebrale (inibizione o stimolazione dei gangli laterovertebrali; inibizione o stimolazione
di D3 –nodo di Hansen- 4°metamero midollare dorsale che comanda la vasomotricità di tutto il corpo) e
sul sacro (inibizione o stimolazione del sacro), inibizione o stimolazione del Vago.

Le Tecniche Specifiche NV sui visceri si effettuano ogni volta che si lavora il viscerale, e hanno effetti sugli
aspetti vascolare, funzionale e trofico.

Tecnica di Stimolazione e inibizione dei gangli laterovertebrali


Si utilizza il tratto dorsale perché ci sono molti gangli della catena laterovertebrale e l’azione qui è più efficace
(posso contattare le trasverse in modo più agevole):
in stimolazione con impulsi successivi veloci per facilitare il ganglio
in inibizione con una compressione sul ganglio per inibirne la funzione.
Non ci devono essere disfunzioni osteopatiche!
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La tecnica andrebbe fatta su tutti i gangli della catena, ma non è strettamente necessario perché le fibre del
ganglio arrivano da diversi livelli. Stimolare un livello significa anche generare un impulso che va a livelli su-
periori e inferiori. La tecnica sfrutta il tratto dorsale della colonna, che è quello che più facilmente può essere
stimolato meccanicamente e manualmente per dare stimolo ai gangli (no lombare e cervicale perché ci sono
le lordosi e l’azione meccanica è poco forte).
Stimolazione
I nostri pisiformi sono appoggiati a livello
delle trasverse: ad es trasversa dx con mia
mano sin, e trasversa sin della vertebra
sovrastante con mia mano dx. Il movimento
delle mani è a farfalla per dare una com-
ponente di inclinazione sulle vertebre, e
contemporaneamente dò un impulso verso
l’avanti, così da stimolare meccanicamente
i gangli. L’impulso (inclinazione e rotazione,
e stimolazione in anteriorità) va dato una
ventina di volte, e poi cambio livello. Una
volta completato tutto il tratto dorsale,
vado dall’altro lato del Pz e, mantenendo la
stessa presa, faccio la stessa cosa.

Oppure, senza cambiare lato, inclino in senso opposto con le mani (es. verso di me: i miei mignoli si allon-
tanano e così teoricamente stimolo maggiormente il lato sin, verso di me – chiusura e compressione -. Prima i
miei mignoli si avvicinavano nel movimento “a farfalla” e teoricamente stimolavo più il lato dx del Pz –chiusura
e compressione).
Oppure, prima di cambiar livello faccio 20 stimolazioni in “chiusura” di farfalla, e 20 in “apertura” di farfalla. Poi
cambio e passo al livello sotto.
Questa tecnica è aspecifica, ma può essere fatta specifica su un viscere quando ad es. voglio lavorare sullo
stomaco lavoro il tratto D4-D8, la tecnica è in stimolazione se ne devo stimolare l’orto (dopo aver fatto il
test).
Inibizione
L’obiettivo è quello di entrare tra le trasverse (interfalan-
gea prossimale indici) come per aprire la colonna ed entrare
all’interno. Accompagnato da un movimento di rotazione
(mano dx in senso orario, sin antiorario) per “chiudere la leva”,
serrare i tessuti molli, poi spingo avanti.
Mantengo in compressione il ganglio per 90 sec.

Se si intende fare un trattamento generale del NV del Pz, in


una seduta bisognerà fare la tecnica di inibizione o stimolazi-
one del sacro, di inibiz. o stimolaz. del tratto dorsale, e poi le
tecniche sul cranio. Richiede tempo lavorare sul NV. Le tec-
niche specifiche son più rapide, in quanto tratti solo il tratto
interessato.

Facendo la tecnica di inibizione del sacro (mantenendo 90 sec) oltre a inibire i gangli anteriormente al sacro,
si crea un’E a livello del cranio, la quale stimola una parasimpaticotonia.
(La F del cranio stimola invece l’ortosimpatico).

Stimolazione: se si ha un ipoOrto o un iperPara. Deve essere vigorosa, meccanica, ritmica, precisa.


Inibizione: iperOrto o un ipoPara.

Le tecniche vanno eseguite fino alla fine (20 volte o 90 sec.. Solo a scuola per motivi didattici ci controlliamo
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i polsi mentre le proviamo).

I gangli della catena laterovertebrale sono sempre orto. Anche davanti al sacro (mentre i nervi pelvici par-
tono dal midollo senza passare dai gangli).

Nel midollo il nucleo intermedio laterale contiene i motoneuroni ortosimpatici. Questi, quando escono dalla
colonna vanno a finire nei gangli della catena laterovertebrale. Possono andare o nel neuromero o a distanza.
Il nucleo a livello midollare finisce a LS, ma i motoneuroni di L2 una volta entrati nella catena lateroverte-
brale raggiungono i gangli della catena laterovertebrale fino al coccige. Sotto, a livello del sacro, c’è unione
attraverso al Ganglio di Luscka, o coccigeo. Sopra continua all’interno del cranio attraverso i plessi arteriosi
delle carotidi e le arterie vertebrali. Attraverso i plessi arteriosi le fibre orto vanno nel cranio. Quindi si segue
il tragitto del poligono di Willis. Anteriormente vanno nell’arteria cerebrale anteriore che è unita dall’arteria
comunicante anteriore. In prossimità spesso c’è il Ganglio di Ribes che è il “compagno” agli antipodi del
Ganglio coccigeo. La catena laterovertebrale in realtà è un anello ortosimpatico. Dando stimoli, le informazi-
oni posson viaggiare dal lato dx al sin perché le fibre dei due lati si uniscono. I gangli di Luscka, Ribes, quelli
periferici (es. vicino all’utero, al plesso solare, il glomo aortico carotideo..) han capacità chemiorecettoriali che
percepiscono alterazioni metaboliche del sangue (pH e saturazione di ossigeno e anidride carbonica).
Es. Pz che ha preso una culata a terra, oltre ad aver disfunzione e dolore del coccige, può aver alterazioni della
funzione respiratoria o della funzione renale per la regolazione del pH. (Poi col tempo possono diventare
disfunzione osteopatiche). Infatti si possono alterare le informazioni mandate dal ganglio di Luscka per cui si
innestano dei circuiti neuronali per cui i centri si controllo respiratorio bulbari mandano informazioni ai pol-
moni per aumentare la frequenza respiratoria anche se non ce n’è bisogno. Il tutto a causa di una disfunzione
osteopatica a livello sacrale.

Nella maggior parte dei casi il neurone parasimpatico viaggia col Vago e poi farà sinapsi nei gangli nelle vici-
nanze del viscere.
Invece l’ortosimpatico di solito fa sinapsi tra primo e secondo neurone o nella catena laterovertebrale o nei
(?non si capisce). Per quanto riguarda i visceri addominali la sinapsi (orto) tra neurone pre e post gangliare si
fa prevalentemente a livello dei plessi vegetativi prevertebrali. Il motoneurone ortosimpatico dal nucleo
intermedio laterale, spesso attraversa il ganglio laterovertebrale senza far sinapsi, facendo invece sinapsi tra
neurone pre e post gangliare nel plesso periferico (es plesso celiaco).
Invece per quanto riguarda i visceri toracici (cuore polmoni) spesso si ha sinapsi a livello del ganglio paraver-
tebrale, e poi il secondo motoneurone va al viscere. Quando si fanno stimolazioni di organi nella cavità ad-
dominale ha quindi più senso stimolare con delle tecniche i centri neurovegetativi prevertebrali o preaortici
che i gangli della catena laterovertebrale. Al contrario, quando si lavora sugli organi toracici ha più senso sti-
molare i gangli della catena laterovertebrale che i plessi all’interno (bronchi, ilo polmonare, vicino al cuore..).
In linea di massima la sinapsi si fa nei plessi, ma posso aver sinapsi tra neurone pre e post gangliare anche
all’interno del filamento stesso del nervo.

Tecnica di Stimolazione e inibizione di D3


Si pensa che da D3 dovrebbero partire la maggior parte di fibre che mandano impulsi generalizzati per la
vasomotricità. Il mio obiettivo è lavorare sulla vasomotricità, magari di alcuni visceri (e non il NV nel suo in-
sieme).
Quindi contatto coi pisiformi le trasverse di D2 e D3, e stimolo in un senso (“chiusura di farfalla”) e nell’altro
(“apertura di farfalla”). Poi contatto D3 e D4 e stimolo come sopra.
L’inibizione la faccio prima tra D2 e D3. Poi tra D3 e D4.

Tecnica di Stimolazione e inibizione del Vago


È una tecnica generale con azione ampia sul NV (il Vago è molto diffuso).
Inibizione: Pz supino, vado a comprimere l’emergenza del Vago nelle vicinanze del Foro Giugulare per 90
secondi. Metto il mio dito più lungo (il medio) posteriormente alla mastoide e lo faccio cadere sul solco che
è visualizzato sull’occipito-mastoidea. Obiettivo della tecnica è quello di arrivare con una spinta in direzione
del Foro Giugulare, così da creare una compressione attraverso i tessuti, e ne inibisco la trasmissione nervosa.
Cercare di far una pressione, sentirne l’elasticità, se sono troppo duri aspettare che si allentino, e poi cercare
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di entrare ancora un po’ fino alla prossima barriera tessutale… una volta raggiunta la massima compressione
mantengo 90 secondi. Direzione di spinta: dentro avanti.
Volendo posso dare una piccola estensione, calibrata tra C0-C1.
L’inibizione darà una risposta “orto”. Uso quindi la tecnica per inibire il Vago o stimolare l’orto.

Stimolazione: provoco delle piccole inclinazioni laterali dell’occipite cercando di focalizzare il movimento
tra C0 e C1. Sono in realtà delle traslazioni laterali dell’occipite che sono accompagnate da una piccola rotazi-
one. (Volendo potrei anche mettere un dito sull’arco posteriore dell’atlante per vedere se sono preciso sulla
traslazione, ma non è indispensabile).

sem 5_ Bonetti

TESTS SU ORGANI E ARTERIE


Schema
Approccio (possibile) della valutazione viscerale
1. ascolto
2. test di mobilità
3. test di iper/ipoemia (SNV)
4. tets legamenti...
5. trattamento vertebre (ortoS - con conferma del test d’inibizione) in relazione a vasomotricità, viscero-
motricità, funzioni, trofismo
6. trattamento paraS in riferimento a visceromotricità, funzioni..
7. test e trattamento arterie
8. test e trattamento plessi prevertebrali

In questa lezione vedremo come si effettuano dei tests neurovegetativi specifici sugli organi e sulle arte-
rie principali. Infatti possiamo avere Pz con neurovegetativo generale che funziona correttamente, mentre
magari gli stessi Pz possono presentare il neurovegetativo specifico degli organi o di un organo con una dis-
funzione, indicativo dunque di un problema su quell’organo.
Di solito quando il neurovegetativo relativo ad un organo è disfunzionale, spesso si accompagna ed è corre-
lata ad una disfunzione di mobilità dell’organo stesso: quindi un problema meccanico di un viscere dà quasi
sempre una disfunzione neurovegetativa dello stesso.
Il neurovegetativo che interessa un organo prende 2 direzioni:
1. l’irrorazione di quel viscere: quindi comanderà l’afflusso di sangue arterioso che arriverà al viscere at-
traverso le arterie; a capo di ciò c’è il sistema ortoS.
Quindi: comando neurovegetativo di una arteria > ortosimpatico
Se abbiamo un organo che presenta la sua arteria principale che è in uno stato di vasodilatazione, all’organo
arriverà un maggior afflusso di sangue, e quindi il sistema ortoS che comanda la vasomotricità di quella arte-
ria sarà in uno stato di inibizione; mentre una stimolazione dell’iperortoS crea una vasocostrizione.
Solo alcune arterie del corpo hanno una doppia innervazione tra cui: arterie cerebrali, arterie renali, alcune
arterie cardiache, le coronarie, alcune arterie che innervano le ghiandole sudoripare, le ghiandole salivari.
2. Lavoro sul neurovegetativo in riferimento alla funzione del viscere: peristalsi, il controllo su tutte le secrezi-
oni, ciò è prerogativa del sistema parasimpatico e del sistema ortosimpatico.

Da una parte, dunque, la componente vascolare è comandata dall’ortosimpatico; dall’altra la componente


viscerale è comandata dal sistema parasimpatico e dal sistema ortosimpatico.
Prendiamo come es lo stomaco:
dovrò fare un test di mobilità sullo stomaco;
dovrò fare un test neurovegetativo sullo stomaco
fatto ciò, in base ai test effettuati dovrò lavorare l’ortoS relativo all’arteria di quell’organo;
lavorare orto e para in relazione alle funzioni del viscere;
dovrò fare attenzione anche e soprattutto a lavorare l’arteria specifica che irrora localmente quel viscere
(le arterie hanno dei neuroni che sono contenuti nelle tonache muscolari che le avvolgono, e funzionano un
pò come un viscere; sempre come il viscere le arterie presentano una regolazione di tipo biochimico, dovuto
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a stress:
meccanici esterni che possono avvenire al di fuori di esse tipo ad es nel connettivo, oppure
meccaniche interne dovute alle turbolenze del flusso sanguigno che si possono creare sulle pareti e che
comprimono l’endotelio; a sua volta l’endotelio libera sostanze in grado di indurre vasocostrizione e/o vaso-
dilatazione.
Quindi:
lavoro globale sulla funzione dell’organo, quindi orto/para relativi all’organo stesso
lavoro locale sulle pareti della arteria diretta al viscere
oltre a ciò, importante sarà anche il lavoro sui plessi PREvertebrali.

Soprattutto per quanto riguarda gli organi addominali ma anche per quelli pelvici, la sinapsi tra cellula
pregangliare (che nasce dal nucleo intermedio laterale nel corno laterale del midollo spinale) e cellula post-
gangliare avviene principalmente sui gangli dei plessi prevertebrali e NON sui gangli della catena latero-
vertebrale. Quindi quando si lavora un viscere a livello neurovegetativo, ha più senso lavorare il viscere an-
teriormente piuttosto che le vertebre, perché lì c’è solo il passaggio delle fibre pre/post gangliari, non c’è la
sinapsi.

Al contrario per gli organi toracici, la sinapsi tra neurone pre e post gangliare, si effettua a livello della catena
latero-vertebrale; quindi se ad es dobbiamo trattare il cuore o pericardio, è meglio trattare la zona dorsale in
corrispondenza della catena laterovertebrale, piuttosto che il plesso cardiaco.

TEST di IPOEMIA/IPEREMIA o TEST di PIENO o VUOTO


Prendiamo come viscere lo stomaco:
1 FASE del test
Le mani dell’Osteopata sono posizionate come nel test di mobilità del sud-
detto organo; solo che nel test di mobilità l’Osteopata deve percepire il movi-
mento che il viscere fa in inspirazione e in espirazione rispetto al diaframma.
Anche nel test di ipo/iperemia si sfrutta la respirazione del Pz, ma in un altro
modo: infatti, nella fase INsp l’Osteopata deve sentire l’organo che ha una
tendenza ad Espandersi; mentre nella fase Esp ha una tendenza a retrarsi

Ma bisogna valutare ciò in un momento preciso che è la FINE della INsp e la FINE della Esp, e cioè nel mo-
mento preciso in cui il diaframma si ferma cioè quando scende (fine INsp) e nel momento preciso in cui il
diaframma si ferma cioè quando sale (fine Esp).
Nel momento di fine INsp, quando il diaframma del Pz si blocca, si deve sentire se questa sensazione che per-
cepisco sotto le mani si ferma nello stesso momento contemporaneamente.
Se si ferma contemporaneamente alla corsa del diaframma, il test è negativo quindi non dò al test alcun sig-
nificato.
Nel momento in cui sento che il diaframma si ferma, ma l’espansione continua, ha una latenza per un cer-
to intervallo di tempo, anche per 1 sec, significa che quell’organo è troppo pieno di sangue, è pletorico:
l’organo si trova in uno stato di iperemia e dunque le arterie che portano il sangue a quell’organo si trovano
in uno stato di vasodilatazione, con conseguente ortosimpatico relativo in uno stato di inibizione.
Per correggerlo dovrò stimolare l’ortosimpatico nel tratto vertebrale relativo a quell’organo;

La 2 FASE del test deve valutare la Retrazione e si fa nella fase di Esp.


Nella Esp l’Osteopata sente questo organo che tende a retrarsi.
Nel momento in cui il Pz blocca la corsa del diaframma, l’Osteopata dovrà valutare se anche la retrazione
dell’organo si blocca immediatamente, oppure deve sentire che la mano continua ad affondare per un pò di
tempo.
Se ho la sensazione che la mano affonda dopo che il Pz ha bloccato il diaframma, significa che l’organo è
“floscio”, cioè povero di sangue.
Le arterie che portano sangue all’organo sono in uno stato di vasocostrizione; c’è una condizione di iperor-
tosimpaticotonia; quindi per correggere dovrò inibire l’ortoS.
Il test si fa sulla respirazione normale, come quello di mobilità, quindi mettere le mani e sentire che cosa
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l’organo in questione fa sia alla fine della INsp, che alla fine della Esp.
La cosa un pò difficile da capire è quando il Pz blocca il diaframma e contemporaneamente occorre sentire
cosa fa l’organo.
Si può utilizzare un feed back visivo: si valuta quando la gabbia toracica si ferma e in quel momento sen-
tiamo se c’è una tendenza all’espansione oppure no.
Al contrario quando la Pz espira è possibile percepire o valutare se la gabbia toracica ha tendenza a retrarsi
oppure no.
È ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������
possibile, per sentire meglio, chiedere al Pz di fare una respirazione un pò più profonda senza tuttavia forza-
re troppo.
Immaginiamo, dice il prof. Bonetti, per visualizzare meglio il tutto, come se sotto le nostre mani avessimo un
palloncino che durante gli atti respiratori si muove e sbatte, per cui il diaframma scende, si ferma e su di esso
sbatte qualcosa > condizione di iperemia;
se invece il palloncino è floscio, nel momento in cui il diaframma risale la mia mano seguirà, e al termine della
espirazione si sente che affonda nel tessuto.
Ovviamente è opportuno fare questo test in condizioni normali e non postprandiali.

In base a cosa abbiamo trovato nel test, si effettua un trattamento sul sistema nervoso neurovegetativo orto-
simpatico/parasimpatico dell’organo, quindi sul tratto vertebrale relativo a quell’organo.

Dopodiché occorre fare test e trattamento diretto sulle arterie che vanno ad irrorare l’organo.
Per le arterie ci sono 2 modalità:
1° Modalità > sfrutta dei reperi esterni ed un lavoro che viene fatto sulle ZONE di uscita del tronco ce-
liaco, a. mesenterica sup e a. mesenterica inf.
Pz supino
Osteopata al lato dx del Pz
Iniziamo con un reperaggio:
Mano craniale: pone 2 dita (pollice/ indice) sotto la xifoide;
Mano caudale: pone 2 dita (pollice/indice) sotto l’ombelico

tripode
celiaco
a. mesenterica inf
Mettersi con le dita sia della mano caudale che della craniale leggermente a sin della linea mediana perché
dobbiamo andare leggermente sull’aorta: è a questo livello che abbiamo cranialmente la corrispondenza
del tripode celiaco, mentre caudalmente la corrispondenza della a. mesenterica inferiore. Questo spazio o
zona, dopo averlo reperito, lo dividiamo in 3/3: tra il 3 medio e il 3 superiore c’è la zona di uscita della a. mes-
enterica superiore.

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2 3
1
a. mesenterica sup
È a questo livello che mettiamo le nostre 3 dita della mano craniale sin
(indice/medio/anulare): andiamo a contatto con l’aorta e con i grossi
tronchi arteriosi che fuoriescono dall’aorta; sfruttando la fase Esp del
Pz l’Osteopata entra sempre di più, fino ad andare a percepire il bat-
tito dell’aorta.

Se i tessuti sono tesi è possibile far piegare le gambe del Pz.


Una volta percepito il battito dell’aorta con la mano caudale
è opportuno regolare la pressione sotto ogni dito meccani-
camente in modo tale da raggiungere una omogeneità di
pressione su tutte e tre le dita (infatti le tre dita non hanno
la stessa lunghezza e la resistenza dei tessuti alla pressione
è diversa in corrispondenza di ogni dito: sopra si entra male
e sotto meglio). A quel punto parte il test che si propone di
sentire sotto quale dito si percepisce un battito più tonico,
più forte dell’aorta: significa che a quel livello il tronco ar-
terioso si trova in uno stato di vasocostrizione, oppure si
trova in un ambiente connettivale fasciale di costrizione.
È possibile fare su quel punto un recoil, oppure è possibile fare un lav-
oro fasciale sulla cinetica spontanea (immagine accanto) seguendo il
movimento dei tessuti; aspetto i vari still point e aspetto che cede.
Una volta finito il lavoro di riequilibrio osteopatico, rifaccio il test e devo
sentire che il battito è uguale in tutti e tre i punti, non c’è uno dove
batte più degli altri. Ma non bisogna perdere di vista la clinica, perché
se stavo trattando lo stomaco e facendo questo test risulta positiva l’a.
mesenterica inf, me ne frego, mentre se trovo l’a. mesenterica sup, la
tratto. Quindi i test e il trattamento delle arterie devo essere motivati
dal lavoro che si sta facendo sul Pz.

2° Modalità > deriva dal metodo di Chofur, in cui i reperi diventano palpatori, ed in più è possibile lavorare
direttamente sul decorso dell’arteria che giunge all’organo.
Test: Osteopata al lato dx del Pz.

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Prima di tutto reperiamo i punti di
prima: tripode celiaco, a. mesen-
terica sup, a. mesenterica inf.
Il repere si effettua facendo scor-
rere il polpastrello del dito indice,
medio o anche del pollice della
mano caudale (la dx);
Si parte da un punto sopra lo
sterno a sin e con la mano dx si fa
scorrere il polpastrello del pollice
in direzione verticale verso il
basso e leggermente verso sin:
scorrendo si sente che il pollice
interrompe la sua corsa e va a
finire dentro una fossetta, una
piccola depressione. La 1 fosset-
ta è quella che accoglie il tripode
celiaco.
Continuiamo questa palpazione
e troviamo una 2 fossetta che
corrisponde all’uscita della a.
mesenterica sup; ancora più in
basso 3 fossetta: a. mesenterica
inf.
(Chofur ha di tutto ciò delle conferme ecografiche). Tutti gli organi lasciano un’impronta all’esterno di quello
che c’è all’interno, quindi con questo test si riesce ad andare sulla proiezione delle arterie sopra citate. Bisogna
però conoscere le direzioni in cui andare a percepirle.

Test sul TRONCO CELIACO


Repere in 1 fossetta
Il tripode si compone di 3 rami: a.
splenica, a. gastrica sin, a. epatica co-
mune > a seconda dell’organo che
devo lavorare, tratto il suo ramo arte-
rioso specifico per quell’organo.

Se ad es voglio testare l’A. SPLENICA,


uno dei rami del tripode:
Osteopata lato dx del Pz.
Si mette sul tratto di K8-K11 sin, in
direzione dell’ilo della milza.
Pollice mano craniale (mano sin): si
mette in proiezione del tripode ce-
liaco
Pollice mano caudale (mano dx): in
proiezione di K8 al di sotto della gab-
bia toracica e in profondità.
Con il pollice della mano caudale (ap-
punto la dx) si va a ricercare nella dir-
ezione dell’arteria, un punto di mag-
gior tensione o resistenza e quindi
“esplora” nelle varie direzioni in cui sa
che deve esserci l’arteria; la direzione dove c’è più resistenza indica che si è sul tragitto della arteria.
Il test è positivo quando sul punto di resistenza non sento elasticità: l’arteria è in vasocostrizione e sta ti-
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rando.
Trattamento
È possibile fare un
recoil su tale arteria;
su alcuni Pz è oppor-
tuno lavorare con i 2
pollici vicinissimi, poi
bisogna andare nella
direzione dove i tes-
suti tirano di più, e
sentire in quale fase
respir (INsp/Esp) la
trazione è maggiore.
Coma avviene nel tubo digerente, a livello della arteria c’è un riflesso di vasocostrizione, e tale riflesso riguarda
un bel tragitto di arteria. Con il recoil si crea come un arco riflesso sull’arteria, il principio è più o meno quello
visto che l’arteria è formata da tonaca muscolare: essa ha quindi un comando sia locale, sia riflesso a livello
midollare.

Test sull’A. EPATICA COMUNE
Pz supino. Osteopata alla sin del Pz per stare più comodi (nel video Bonetti rimane a dx per comodità di
ripresa).
Reperaggio: il pollice mano sin va a cercare in proiezione di K7 dx (dove appunto c’è la fuoriuscita della ar-
teria epatica)
Quindi avremo:
Pollice mano dx: fa punto fisso sul tronco celiaco
Pollice mano sin: su uscita e proiezione della arteria epatica. (sotto le mani si deve sentire la consistenza delle
pareti del vaso)
Trattamento: recoil o trattamento fasciale

Test su A. GASTRICA sin


Pz supino.
Osteopata a dx del Pz.
Pollici dell’Osteopata
vicini tra loro, a livello
più o meno di K7, diretti
a 45° verso basso-sin
del Pz; essi scivolano
sul torace e finiscono
proprio sulla piccola
curvatura, dove si rep-
erisce l’ a. gastrica sin.

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Un’altra modalità:
consiste nel reperire il piloro
si trova l’esofago addominale; si fa una “X topografica anatomica” di riferimento e si congiungono i 2 puntini;
una volta che abbiamo trovato la piccola curvatura dello stomaco, in essa scorre l’a. gastrica di sin: per cui
il test si fa direttamente sulla piccola curvatura, tirando con i pollici dell’Osteopata vicini tra loro e rispettando
la sua circonferenza.
A) se si percepisce che c’è elasticità significa che l’arteria non è in spasmo;
B) se si percepisce un blocco, resistenza significa che l’arteria è spasmata; in questo caso significa che nel test
ho trovato una ipoemia (Test IPOEMICO).

Test sull’AORTA
Questo test deve essere effettuato su
Pz nei quali si è sicuri che non ci sia una
aneurisma aortico, che è appunto una
grossa controindicazione a test ma so-
prattutto al trattamento.
Pz supino. Osteopata alla dx del Pz
Mano craniale del Pz: trova il battito ed
è in proiezione dell’aorta. Una volta tro-
vata la proiezione, ci si mette con pol-
lice-indice paralleli mano craniale e con
pollice-indice paralleli mano caudale
e si entra un poco alla volta pinzando
appena: si ha “in mano “ l’aorta della
quale è possibile una volta localizzati
precisamente percepire il battito che
è Antero-Post in condizioni normali,
mentre se ci fosse stato un aneurisma
il battito oltre che antero-posteriore
sarebbe stato anche in direzione late-
ro- laterale, cioè si sarebbe apprezzata
dilatazione.

Con il fonendoscopio in caso di aneurisma si sente soffiare e sfiatare un pò a causa del flusso sanguigno che
diventa turbolento. Poi i polsi (al polso e inguinale) sono asincroni.

Trattamento delle Arterie_Claudio Petrucci


Ci ricolleghiamo a quanto detto da Oliviero, ma prima di iniziare la parte pratica vorrei ricordarvi l’importanza
del lavoro sulle arterie. Oltre alla componente ortosimpatica che conoscete benissimo, l’arteria può andare in
disfunzione anche per un “insulto” del tessuto connettivale stesso. L’arteria fa parte del tessuto connettivale
e, come tutti i tessuti connettivi, può avere delle disfunzioni proprie. Ecco qui l’importanza di andare a testare
e trattare direttamente un’arteria. Fino adesso abbiamo in qualche modo lavorato il sistema vascolare in una
maniera indiretta attraverso la sola componente neurovegetativa oppure attraverso il sistema fasciale che
ingloba anche arterie, vene e nervi, senza mai entrare nello specifico ossia senza mai essere in proiezione o a
contatto della parete dell’arteria. Il lavoro che faremo è particolarmente importante perché avete la possibil-
ità di fare un trattamento specifico sull’arteria. Quindi oltre alla componente ortosimpatica, alla catena latero
vertebrale e alle tecniche che già conoscete attraverso la colonna vertebrale da oggi inizierete a lavorare in
maniera diretta anche sulla parete dell’arteria.
L’importanza dell’arteria, che dal fondatore dell’osteopatia viene presentata come una struttura suprema, è
giustificata dal fatto che oltre al nutrimento del tessuto, dell’organo, della struttura a cui è destinata, ha un
rapporto intimo con il sistema nervoso sia quello vegetativo che periferico. Se come periferico pensate all’arto
superiore e all’arto inferiore sapete che normalmente l’arteria viaggia in un involucro fasciale che riguarda il
nervo, l’arteria e la vena. Queste tre strutture hanno dei rapporti intimi tra di loro e anche dal punto di vista
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fasciale hanno una continuazione di fasce che lega le une alle altre. Spesso, forse lo sapete, per migliorare il
drenaggio venoso si può lavorare attraverso l’arteria, perché l’arteria rappresenta uno stimolo per il ritorno
venoso. Il battito arterioso, visto il rapporto intimo che l’arteria ha con la vena, è un elemento importante
nel facilitare il ritorno venoso. Soprattutto nel periferico, quando vi trovate a lavorare su una distorsione di
caviglia, una distorsione di ginocchio, con una situazione edematosa particolarmente importante, oltre a pen-
sare al drenaggio venoso e alle fasce della struttura su cui lavorate, pensate anche alla componente vascolare,
perché migliorando questa migliora anche il drenaggio venoso. Poi per il rapporto intimo tra arteria e nervo,
lavorando sull’arteria si possono dare delle informazioni-stimolazioni anche dal punto di vista nervoso. Si pos-
sono avere dei miglioramenti sul plesso brachiale o su quello lombosacrale (pensate ad es a una sciatalgia o
ad una cruralgia) lavorando da un punto di vista sintomatico direttamente sulle arterie.
Sapete che l’a. mesenterica sup come il tronco celiaco ha l’emergenza sulla faccia anteriore dell’aorta e la
nostra possibilità di reperire la mesenterica sup passa attraverso la percezione del battito e delle depres-
sioni cutanee. Le depressioni cutanee ci indirizzano verso la proiezione delle strutture vascolari. Il battito è
però l’elemento fondamentale che ci dirà se siamo posizionati correttamente o no. L’a. mesenterica sup si
distribuisce poi all’interno della radice del mesentere, all’intestino tenue, alla valvola ileocecale, al colon as-
cendente e a metà del colon trasverso. Vedremo un test specifico sulla mesenterica superiore e la radice del
mesentere e poi cercheremo di individuare delle zone che fanno riferimento al tenue, al colon ascendente,
alla parte iniziale del colon trasverso.
Dopo reperiremo e testeremo le due aa. renali. La differenza di localizzazione tra la mesenterica superiore
e le 2 arterie renali è legata all’emergenza sull’aorta. La mesenterica superiore emerge sulla faccia anteriore
dell’aorta, mentre le due arterie renali emergono sulle facce laterali dell’aorta quindi ci sarà una gestualità
adatta a reperire queste zone piuttosto laterali dell’aorta.
Poi testeremo le arterie surrenali, l’a. mesenterica inferiore e faremo un ripasso di tutto partendo dal tronco
celiaco

Pratica
Il trattamento dell’arteria si fa con la tecnica diretta di recoil, quindi
è un trattamento contro una barriera motrice. Trovata la disfunzi-
one dell’arteria si darà un impulso contro la barriera motrice, per
cercare di andare oltre la sua capacità - in questo caso - la capacità
di essere trazionata.
Per reperire il tronco celiaco si parte dallo sterno (xifoide), legger-
mente a sin della linea mediana (è lì che si trova l’aorta) e, scivolando
sulla pelle, si cade in una piccola depressione, che è sulla proiezione
dell’emergenza del tripode celiaco.

Da questo punto scivoliamo ancora un pochino in basso fino a cadere


in una seconda depressione, che è sulla proiezione dell’a. mesenter-
ica sup > scendiamo in profondità, sentiamo il battito dell’aorta e a
quel punto rilasciamo la pressione, perché le arterie amano essere sti-
rate ma non compresse. La pressione infatti può dare delle informazi-
oni poco piacevoli all’arteria, può dare fastidio al Pz e possiamo creare
dei disturbi neurovegetativi.
Quindi rimanete sul punto ma senza la pressione.

A quel punto bisogna reperire la radice del mesentere in questo modo: partendo dalla fossa iliaca sin con il
bordo ulnare della mano caudale scivoliamo in alto-dentro verso una depressione che è sulla proiezione della
radice del mesentere, che va dall’angolo duodeno digiunale alla valvola ileocecale.

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angolo duodeno digiunale

valvola ileocecale
Dopo aver reperito l’a. mes-
enterica sup e la radice del
mesentere, al posto del
bordo ulnare metto il pol-
lice della mano caudale.

bordo ulnare pollice


A quel punto fac-
cio punto fisso
sulla mesenterica
sup e faccio una
trazione con la
colonna del pol-
lice verso il basso
per mettere in
trazione tutte
le diramazioni
dell’a. mesenteri-
ca sup.
Dopodiché faccio con la colonna del pollice un test a tampone sulla radice del mesentere sulle varie por-
zioni: superiore, media e inferiore.

media
superiore inferiore

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Se trovo una porzione in disfunzione, se voglio, posso fare dei test
specifici sul ramo arterioso che arriva in quel punto (se per es. al test
del tampone trovo una corrispondenza piuttosto nella porzione in-
feriore, posso poi fare ulteriori test sulla zona del colon ascendente
oppure se la porzione densa è quella media posso testare ulterior-
mente la zona del tenue).

colon ascendente
Altrimenti rimango più
sul test globale e preparo
i tessuti per un recoil sulla
porzione che ho trovato
resistente (superiore, me-
dia o inf ).

Se sono posizionato correttamente sulla struttura devo sentire


una corrispondenza tra i due pollici al momento in cui preparo
il recoil. Se invece la posizione dei pollici non è corretta non
sento che la trazione che parte dal pollice caudale raggiunge il
pollice craniale e viceversa, ma sento che cade nel vuoto. Con il
pollice caudale non devo sentire il battito perché a quel punto
le diramazioni dell’arteria sono troppo piccole.

Arterie renali
Reperisco l’a. mesenterica sup. Siccome le arterie renali emergono di
lato all’aorta, posiziono il medio della mano caudale sulla proiezione
della mesenterica superiore, l’indice al di sopra e l’anulare al di sotto.
A quel punto cerco di spostarmi sulla parete laterale dell’aorta > vado
in profondità e, quando sento il battito dell’aorta, rilascio un pochino

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Mi posiziono con il pollice della mano craniale in corrispondenza dell’anulare e traziono, poi passo al medio
e traziono e infine sull’indice e traziono, per sentire dov’è la corrispondenza.

Normalmente, ma non è una regola, l’a. renale si trova sulla stessa direzione (ma lateralmente) della mesen-
terica superiore. Andate sempre a cercarla perché ci possono essere delle differenze individuali. Dovete im-
maginare l’ilo del rene e l’a. renale che dalla faccia laterale dell’aorta si dirige verso il rene. L’a. renale sin è più
corta perché il rene è più vicino alla parete dell’aorta rispetto a quello di dx.
Anche in questo caso posso fare un recoil.

Arteria renale dx
Parto sempre dal repere dell’a. mesenterica sup con la mano caudale (uso il pollice e quando arrivo sulla 2°
fossetta cambio dita e metto indice, medio e anulare).

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Quando sento il battito dell’aorta mi sposto poi
sulla faccia lat dell’arteria.

Mi fermo e cambio mano, mettendo il pollice


della mano craniale sull’a. mesenterica sup

Con le dita della mano caudale


scivolo leggermente verso dx

A quel punto faccio una trazione su ciascun dito cercando una corrispondenza con il pollice che è fermo sulla
mesenterica.

Dopodiché mi posiziono e, se necessario, faccio un recoil.

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Arterie surrenali
Sono tre arterie.
L’a. surrenale inferiore che proviene dall’a. renale
L’a. surrenale media che proviene direttamente dall’aorta
L’a. surrenale superiore che proviene dall’a. frenica
Non abbiamo la possibilità di sentire il battito di ciascuna di
queste tre arterie e di fare un test su ciascuna di esse. L’unica
possibilità che abbiamo è quella di fare un test globale per
tutte e tre: si prende punto fisso con le dita di una mano sulla
faccia laterale dell’aorta, nella porzione tra l’a. renale e il
tronco celiaco, e si traziona verso fuori con la colonna del
pollice dell’altra mano per spostare la ghiandola surrenale
verso fuori (test a tergicristallo o a virgola).

test a tergicristallo o a virgola

Arteria surreale dx
Mi sposto sul lato dx dell’aorta in corrispondenza dell’emergenza dell’a. renale dx, faccio punto fisso con il
pollice, con le altre tre dita scivolo leggermente in fuori verso dx e a quel punto faccio con le 3 dita il test del
tergicristallo. La sicurezza di essere sul punto giusto me la dà la corrispondenza tra le dita delle due mani.

aa. surrenali dx

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Arteria mesenterica inferiore
Ci troviamo sulla faccia anteriore dell’aorta, al di sotto dell’a. mesenterica sup. L’arteria mesenterica inferiore
manda delle diramazioni verso il colon discendente, il sigma e il retto. Anche in questo caso non possiamo
testare le singole diramazioni ma faremo riferimento alla proiezione degli organi verso cui si dirigono. Quindi
faremo punto fisso sull’emergenza della mesenterica inferiore e poi trazioneremo il colon discendente, il sig-
ma e il retto, per testare l’a. colica di sin, l’a. sigmoidea e l’a. rettale.

a. mesenterica inferiore

colon discendente

Faccio punto fisso sulla mesenterica inferiore (la 3° fossetta) e poi scivolo con la colonna del pollice dell’altra
mano sul bordo interno del colon discendente, per trazionare la porzione dell’a. colica sin.
Poi mi posiziono sulla
fossa iliaca sin per
testare l’a.sigmoidea.
Poi mi posiziono verso
il retto in direzione
dell’ano per testare l’a.
rettale. sigma

retto

Arteria epatica comune dx bordo inf delle cartilagini


Punto fisso sul tronco celiaco. L’altra
mano scivola sul bordo inferiore delle
coste fino a fermarsi sulla cartilagine di K7 tronco celiaco
su un piccolo ostacolo che fa riferimento
al bordo superiore del piccolo epiploon,
dove passa l’arteria epatica.

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Entro in profondità e metto in trazione
un pochino questi due punti.

Arteria splenica
Punto fisso sul
tronco celiaco.
L’altra mano
scivola sul
bordo inferiore
delle coste xifoide
fino a fermarsi
sulla cartilag-
ine di K8. cartilagine di K7
cartilagine di K8

Entro un
pochino in
profondità e
traziono in
direzione della
milza

direzione
della milza

Arterie gastriche
di sin e dx
Devo cercare la pic-
cola curva dello
stomaco, quindi mi
posiziono alla dx del
Pz, mi metto con i due
pollici che si guardano
sul bordo superiore
della cartilagine di K7,
scivolo verso la linea
mediana per cadere

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nella proiezione della piccola curva.

Quando sono posizionato correttamente entro un


pochino nella struttura e faccio un test in trazione
come se volessi allontanare i miei due pollici.

piccola curva

test in trazione sulla piccola curva

Plessi neurovegetativi
Perché lavoriamo i plessi?

Importanza del lavoro sui plessi


Punti di unione e passaggio dei sistemi ortosimpatico, parasimpatico ed enterico
Punti di connessione e passaggio di fibre pre e postgangliari
Centri di controllo e modulazione dell’attività viscerale, vascolare, secretoria, endocrina..
Zone di passaggio d’informazioni sensoriali
Nei plessi includeremo anche ipotalamo, ipofisi ed epifisi

Si parla poco del sistema enterico. Esso è quel sistema interno al tubo digerente, che va a innervare anche
due annessi del tubo digerente: cistifellea e pancreas. Il sistema enterico è importante perché comunica da
un punto di vista anatomico con i sistemi orto e para, inoltre ha delle comunicazioni dirette anche con delle
strutture centrali che stanno nel tronco encefalico come per es.il nucleo del n. vago. Perciò crea dei riflessi
enterici, detti viscerali lunghi, che prendono informazioni dal tubo digerente e le portano a livello centrale.
Queste informazioni sono sia di tipo meccanico provenienti dall’interno (riguardano il grado di distensione
del tubo digerente, dello stomaco, dell’intestino) sia di tipo meccanico provenienti dall’esterno (per esempio
la tensione della radice del mesentere), sia di tipo biochimico (ci sono dei recettori nella mucosa, collegati ai
neuroni del sistema enterico, che hanno la capacità di elaborare informazioni sul tipo di molecole che entrano
nel tubo digerente, per es. se si tratta di proteine, di carboidrati o se sono sostanze nocive. Se per es. mangio
qsa di ammuffito il sistema nervoso enterico capta l’informazione nociva a livello biochimico, codifica delle
informazioni e attiva dei processi - veicolati anche dal sistema neurovegetativo - come per es. il vomito o la
diarrea per l’espulsione del materiale nocivo.
Il sistema enterico attiva inoltre dei processi meccanici che si scatenano quando per es. ingoio qualcosa di
troppo grosso o troppo duro. Alcuni recettori dell’enterico captano questa informazione e la mandano sia
all’enterico (pensate ai plessi brevi) che ai sistemi orto e para, che regoleranno la peristalsi e tutti i processi di
sminuzzamento del bolo alimentare troppo grosso, prima di farlo proseguire nel tubo digerente. Sapete che
per quanto riguarda l’assorbimento e la digestione degli alimenti in alcuni tratti dell’intestino sono anche im-
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portanti la dimensione e la consistenza (duro, morbido, idratato….) di ciò che passa. Perciò il sistema enterico
è un punto di integrazione di diverse informazioni: meccaniche, chimiche, del tubo digerente, attiva sia dei
riflessi locali che i sistemi orto e para per dei riflessi più lunghi.
Tutte queste fibre si incontrano sia come passaggio che come sinapsi a livello dei plessi neurovegetativi pre-
vertebrali che andiamo a lavorare. Lavorando questi plessi migliora sia la capacità di trasportare afferenze
(informazioni dal sistema digerente alla parte centrale) che la funzione (motorie, di secrezione………). Per
quanto riguarda la secrezione si parla di secrezione a livello della mucosa. Un lavoro sui plessi migliora il con-
trollo sulle potenzialità secretoria della mucosa sia in termini di enzimi (per es. la secrezione di acido cloridrico
o del muco dello stomaco) sia di ormoni che vengono immessi nel torrente sanguigno per il controllo di altre
aree del tubo digerente (per es. il duodeno produce ormoni che servono a regolare la motilità o la secrezione
gastrica). Attraverso i plessi e attraverso il sistema enterico posso avere un controllo neurovegetativo per es.
tra il duodeno e lo stomaco (perché gli ormoni secreti dal duodeno vanno a controllare lo stomaco). Nella
clinica vi potrà capitare di avere un Pz che soffre di gastrite, poi quando farete i test di pressione o di mobilità
sullo stomaco non troverete niente, però magari troverete un duodeno. Come mai? O magari facendo il test
di pressione sui 9 quadranti non trovate niente all’ipocondrio sin ma trovate positivo il mesogastrio (dove ha
sede il duodeno). Con quello che abbiamo detto adesso sul plesso enterico potete fare un collegamento tra
la clinica del Pz, il risultato dei test e la fisiologia. Il lavoro sui plessi regola non solo la funzione meccanica sui
visceri, non solo le afferenze ma anche l’attività secretoria, enzimatica, endocrina e il controllo vascolare. Sic-
come è il punto di passaggio per le fibre orto ci saranno anche delle fibre che andranno a controllare l’attività
e l’irrorazione delle aree del tubo digerente relative a quel plesso. Quando facciamo il lavoro sull’arteria oltre
ad avere il controllo neurovegetativo sul tratto vertebrale dobbiamo anche regolare il plesso.
Oltre a questo il sistema enterico e i plessi neurovegetativi sono anche in relazione con il sistema immuni-
tario. Sapete che all’interno dell’intestino ci sono le placche di Peyer, ossia tessuto linfoide contenuto nella
mucosa. Le placche sono innervate sia dall’enterico che dal sistema neurovegetativo. Immaginiamo che ci
sia un’intolleranza verso una molecola di un certo alimento. C’è l’intolleranza perché il sistema immunitario
presente nell’intestino non riconosce questa molecola e quindi attiva una risposta immunitaria. Le placche
di Peyer che sono collegate con il sistema neurovegetativo potranno avere un giusto o mal funzionamento
in relazione all’attività dei plessi neurovegetativi e del sistema nervoso enterico, deputato all’ innervazione
di quel tratto di intestino. Detto diversamente: se ho un plesso che lavora male il controllo neurovegetativo
sulla mucosa, sulle placche di Peyer e sul sistema immunitario dell’intestino è deficitario o alterato. Se questo
controllo è deficitario o alterato è possibile che una molecola X presente in un alimento venga riconosciuta
come non adeguata per il nostro organismo e quindi si attiva una reazione immunitaria verso di essa con
conseguente intolleranza alimentare.
La parte immunitaria dell’intestino tenue, ossia questo tessuto linfoide, è anche collegato a livello funzionale
con altre parti del corpo dove c’è tessuto linfoide. Avete mai sentito parlare di MALT? Le mucose, soprattutto
quelle della zona orofaringea, dei polmoni, del tratto genito-urinario, della vescica, della vagina, sono tutte in
collegamento funzionale con la mucosa dell’intestino tenue. Nel momento in cui il tessuto linfoide del tenue
ha un problema, questo problema potrebbe essere trasmesso automaticamente ad altre aree, per cui il Pz di
prima che soffre di intolleranza alimentare potrebbe anche soffrire di allergie al polline oppure avere delle
cistiti a ripetizione oppure soffrire di candidosi: sono tutte cose apparentemente distinte ma che trovano un
collegamento dal punto di vista funzionale (sia biochimico che neurovegetativo e immunitario). Qui si apre la
porta sul fatto che il sistema nervoso neurovegetativo collega dei grandi sistemi come appunto l’immunitario
e l’endocrino. Perché l’endocrino? Sia l’orto che il para, che sono a loro volta modulati dall’attività del sistema
enterico (quindi diciamo sia l’orto, il para che l’enterico), hanno dei centri di controllo a livello ipotalamico e
sappiamo che l’ipotalamo controlla pure l’asse endocrino. Per questo motivo si pensa che ci sia una relazione
diretta tra la situazione neurovegetativa e la situazione ormonale e immunitaria del Pz. Ricordate che vegeta-
tivo, endocrino e immunitario sono tre sistemi ma in realtà è come se fossero un unico sistema intercomuni-
cante sia da un punto di vista nervoso che biochimico. Questi tre grandi sistemi aiutano a capire la globalità
del corpo, per cui lavorare sul neurovegetativo significa lavorare anche indirettamente sull’immunità e sul
controllo endocrino. Per controllo endocrino non si intendono solo le ghiandole endocrine propriamente
conosciute come per es la tiroide, il pancreas…… ma anche quelle strutture che hanno una capacità endo-
crina ma che di solito non sono considerate ghiandole come per es il duodeno, il cuore (il cuore produce un
peptide che regola la pressione arteriosa). Il lavoro neurovegetativo sui plessi si integra con moltissime fun-
zioni del corpo, non sono quelle relative ad un organo ma funzioni generali.
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Inoltre i plessi sono un punto di passaggio di informazioni anche sensoriali, quindi di afferenze, per cui se ho
un plesso che funziona male anche le afferenze che arrivano su fino ai controlli centrali saranno alterate e così
pure tutte le reazioni di controllo a catena.
Nei plessi vengono “inclusi” anche l’ipotalamo, l’ipofisi e l’epifisi. L’epifisi è una ghiandola che sta sopra la
lamina quadrigemina (parte posteriore del tronco encefalico), in mezzo ai tubercoli quadrigemini ed ha di-
verse funzioni: produce la melatonina, è responsabile - insieme all’ipotalamo - della regolazione dei ritmi cir-
cadiani. Questi ultimi sono importanti per la regolazione dell’attività di molte funzioni del corpo, funzioni che
sono adibite all’ipotalamo come per es l’assunzione di cibo e dei liquidi, il senso della sete (ovviamente c’è an-
che un’abitudine individuale ma ciò non toglie che ci sia anche una regolazione a partire dai ritmi circadiani). I
cicli riguardano anche la produzione ormonale: per alcuni i picchi di produzione sono al mattino, per altri la
sera. Ipotalamo e ipofisi sono strutture che prendono informazioni dirette dalla retina, dall’occhio in funzione
di quanta luce c’è nell’ambiente esterno. In base alla luce solare vengono regolate alcune funzioni corporee,
che attraverso le afferenze retinee raggiungono ipotalamo e ipofisi. Le funzioni corporee riguardano diversi
processi omeostatici, la regolazione ormonale e il controllo neurovegetativo. I cicli di cui parlavamo non sono
soltanto quelli circadiani ma anche quelli stagionali, come ad es la regolazione nell’accoppiamento (che è
un’altra funzione ipotalamica) e quindi la produzione di alcuni ormoni (LH, FSH, CNRH sono prodotte dalle
gonadi, su controllo dei centri superiori). Negli animali con l’aumento di luce solare, quando le giornate di-
ventano più lunghe, inizia la stagione degli accoppiamenti e così è un po’ anche per l’uomo. Tutte queste cose
hanno a che fare con l’attività neurovegetativa. Ricordatevene quando fate i testi generali sui globi oculari e
trovate un ipoorto, un iperpara…. Se avete una Pz che ha un problema di irregolarità del ciclo, dovete andare
a controllare sia la parte strutturale (ovaie, cranio per l’ipofisi, le arterie che arrivano all’ovaio) che quella neu-
rovegetativa generale della Pz, perché quest’ultima interviene sull’equilibrio endocrino, sulla regolazione per
es dell’ipofisi, che a sua volta regola il ciclo mestruale, che è un ciclo di 28 giorni…..

I plessi prevertebrali rappresentano:


- punto di sinapsi tra neurone (orto) pre e postgangliare soprattutto per i visceri addomino-pelvici
- punto di passaggio di fibre pregangliari dei visceri mediastinici
- punto di passaggio di fibre sensitive provenienti dai visceri
- punto di unione sinaptica tra fibre afferenti del SNE (enterico) e fibre del SNV

Adesso facciamo i plessi dell’addome e iniziamo con il plesso celiaco.

Plesso celiaco (o solare)


Esteso plesso nervoso tra il tronco celiaco e l’arteria mesenterica superiore.
Presenta:
- 2 gangli celiaci (o semilunari). Il ganglio di dx riceve oltre che il n. grande splancnico anche le ter-
minazioni del n. vago di dx. I due nervi confluendo da direzioni opposte formano l’ansa memorabile di
Wrisberg. Il ganglio sin riceve il n. grande e piccolo splancnico e terminazioni del n. frenico
- 2 gangli reno-aortici
- 2 gangli mesenterici superiori (spesso è uno solo, 1 ganglio mesenterico superiore).

A volte alcuni anatomisti isolano la parte dei gangli mesenterici e la denominano come plesso mesenterico
superiore, mentre altri anatomisti assemblano questi gangli al plesso celiaco.

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ganglio frenico

gangli celiaci (o semilunari)

ganglio reno-aortico dx
ganglio reno-aortico sin
ganglio mesenterico sup

Al plesso celiaco arrivano diverse afferenze:


- nervi splancnici grandi e piccoli, plesso artico, rami vascolari e viscerali del segmento lombare della
catena ortosimpatica, rami del n. frenico e del n. vago di dx.
- Giungono sia fibre pregangliari mieliniche che postgangliari mieliniche.
- Giungono fibre sensitive viscerali che rappresentano i prolungamenti periferici di cellule dei gangli spi-
nali che terminano nella parete dei vasi, dei visceri (SNE) e dai corpuscoli di Pacini disseminati nei mesi
del peritoneo.

Commento: al plesso celiaco arrivano i nervi splancnici grandi e piccoli, ossia la componente ortosimpatica,
di cui alcune fibre fanno già parte della fibra postgangliare (partita dalla catena latero vertebrale) per cui pas-
sano solamente, mentre altre fanno sinapsi perché sono le fibre pregangliari che fanno sinapsi con le fibre
postgangliari contenute appunto nei gangli. Quindi nel plesso celiaco passano sia assoni che sinapsi. Inoltre
arrivano rami del n. vago, spesso del vago di dx e poi dei rami del n. frenico. Arrivano anche delle fibre sensi-
tive viscerali che provengono direttamente sia dal sistema nervoso enterico che attraverso i rami del n. vago.
Inoltre arrivano tutte le afferenze che provengono da recettori che sono principalmente i corpuscoli di Pacini,
disseminati in tutto il connettivo peritoneale, ossia nei legamenti, negli epiploon….
Questo introduce il fatto che quando fate un recoil per es. su un leg gastrolienale oppure fate un lavoro sulla
mobilità (alla fine mobilizzate il peritoneo) state mandando delle afferenze al plesso e dal plesso partiranno
delle risposte locali oppure partiranno delle afferenze verso il centro, con l’obiettivo di riattivare sia il sistema
nervoso enterico che i sistemi orto e para. Questi sistemi regoleranno a loro volta la peristalsi, l’irrorazione (la
vasomotricità), il controllo endocrino. Fare un recoil su un legamento viscerale significa mandare informazi-
oni al plesso e al midollo e creare una sorta di archi riflessi e di reazioni che vanno a regolarizzare l’apporto
di sangue, la secrezione di quell’organo, la motilità di quell’organo, ossia di un’attività molto generalizzata,
importante sulle funzioni organiche.
Nell’immagine sotto abbiamo il plesso solare e poi ne abbiamo degli altri come per es il plesso mesenterico
inf, il plesso ipogastrico. Vedete che la maggior parte dei gangli si trova nel plesso solare mentre sotto ce ne
sono pochi, perché sono perlopiù tronchi nervosi. Dovete sapere che in questi tronchi nervosi non c’è solo
passaggio di fibre ma ci sono anche sinapsi proprio all’interno del tronco. Quando lavoreremo questa zolla
ricordatevi che avremo un’attività sia sugli assoni, che passano nei tronchi nervosi, sia sulle sinapsi. Il fatto che
ci siano delle sinapsi solamente all’interno dei gangli non è anatomicamente del tutto vero. Nei gangli ci sono
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principalmente sinapsi e teste neuronali, ma bisogna dire che le sinapsi non stanno solo lì, come spesso viene
detto, ma stanno anche sul decorso dei nervi o dei tronchi nervosi, sono un pò disseminate.

p.solare

p.mesenterico inf
p.ipogastrico
Le efferenze del plesso celiaco
Le fibre, seguendo le diramazioni dell’aorta, formano dei plessi più piccoli:
frenico renale lienale mesenterico superiore
surrenale epatico gastrico superiore spermatico
Funzione
vasocostrizione dei vasi epatici, inibizione-contrazione della cistifellea, aumento dell’attività glicogeno-
litica del fegato, spremitura della milza e aumento massa sanguigna, inibizione-secrezione gastrica ed
intestinale, contrazione degli sfinteri costrizione dei vasi renali, sensazione di nausea e dolore da disten-
sione viscerale.

Commento
1.Il plesso frenico è un plesso trofico per il diaframma e per i muscoli di derivazione liscia come per es lo
sfintere esofageo, i muscoli di Juvara e Roget: un misto di fibre muscolari lisce e striate. Questi muscoli sono
innervati anche dal sistema neurovegetativo orto. Quando avete un problema sul LES è importante lavorare
anche il plesso celiaco.
2.L’innervazione della surrenale parte anche dal plesso surrenale oltre che direttamente dal n. splancnico.
Che cosa produce la ghiandola surrenale? La corticale produce per es ormoni come il cortisolo, l’aldosterone
- un ormone che è inserito nel circuito che regola la pressione -….. Quindi lavorare il plesso celiaco ha delle
influenze anche su queste funzioni, sugli stati di stress o di patologie prolungate nel tempo. Il cortisolo è un
antinfiammatorio naturale, una specie di cortisone naturale, e viene prodotto nelle situazioni prolungate o di
stress emotivo oppure di stress fisico > ossia persone che hanno patologie croniche, infiammazioni…. In tali
casi il cortisolo viene prodotto continuamente, per cui una regolazione a livello della ghiandola surrenale può
avere delle influenze sulla regolazione dei processi infiammatori del corpo, sia cronici che momentanei, per
es se mi procuro una distorsione del ginocchio giocando a calcetto, mi viene un’infiammazione e il mio corpo
produce cortisolo.
3. Tra le altre funzioni c’è la regolazione della massa sanguigna, del volume di sangue, in relazione anche
con altre funzioni, come per es l’attività cardiaca. La ghiandola surrenale produce alcuni ormoni che hanno
un’attività sul rene per eliminare o non eliminare i liquidi e quindi regolare il livello di pressione del sangue.
44
Però la pressione del sangue viene captata anche dall’attività del cuore, quindi si crea una relazione funzion-
ale per es tra il rene e il cuore, relazione che passa attraverso questo plesso. Pensiamo alla clinica: arriva un Pz
che ha mal di schiena. Fate i vostri test e trovate una disfunzione vertebrale, un m. psoas contratto, un rene e
una zona cardiaca. Però il Pz non ha mai avuto problemi di cuore, né aritmie, niente, gli esami sono regolari.
Come mettete in relazione quel cuore, che avete trovato con i vostri test osteopatici, con il mal di schiena del
Pz e il malfunzionamento del rene? Proprio da un punto di vista di regolazione della pressione, c’è un col-
legamento ormonale tra i due visceri, per cui è facile trovarli in disfunzione e non dovete meravigliarvi. Ecco
perché l’osteopatia non deve lavorare sul sintomo. Quindi su questo Pz che arriva a studio con il mal di schiena
dovrò trattare la zona cardiaca, perché attraverso un collegamento ormonale (che passa per il plesso celiaco)
influenza il rene, che a sua volta irrita il m. psoas provocando il mal di schiena.
4. Il plesso spermatico o ….-ovarico nella donna regola l’attività dei testicoli, la spermatogenesi, la produzione
di ormoni nel testicolo e nell’ovaio. Se arriva a studio una ragazza che ha mal di schiena, un sacro positivo e un
ciclo irregolare devo pensare che potrebbe dipendere dal plesso celiaco.
5. Il plesso mesenterico superiore regola per la maggior parte l’attività vegetativa dell’intestino tenue e del
colon ascendente. Tenete presente che il parasimpatico, il vegetativo di questi plessi e l’irrorazione hanno ter-
ritori molto simili. Il plesso mesenterico superiore come l’arteria mesenterica superiore innervano e irrorano
il tenue e il colon ascendente.
6. Le funzioni principali del plesso celiaco sono da prendere con le pinze, perché ci sono delle variazioni in-
dividuali enormi. Tuttavia le azioni più frequenti (tutte ortosimpatiche, perché nel plesso ci sono le sinapsi
tra fibre pre e postgangliari orto oltre ad esserci il passaggio degli assoni del n. vago) sono quelle che vi ho
riportato nel paragrafo sulle “funzioni”.

Plesso mesenterico inferiore (o aortico addominale)


È posizionato tra l’a. mesenterica inf e la biforcazione iliaca
Rappresenta una specie di prosecuzione del plesso celiaco. Forma il plesso mesenterico inferiore intorno
all’arteria omonima.
Innerva l’ultimo tratto del colon dalla flessura colica sin, quindi il colon discendente.

Plesso ipogastrico (o ipogastrico superiore)


Davanti al corpo di L4 e L5 (dalla biforcazione iliaca al promontorio sacrale)
Costituisce un plesso secondario (plesso iliaco) sull’a. Iliaca esterna che continua con l’a. femorale.
Quindi comanda la vasocostrizione o vasodilatazione dell’arto inferiore.
Al di sotto del plesso ipogastrico troviamo il plesso pelvico, altrimenti se il plesso ipogastrico viene chiamato
ipogastrico superiore al di sotto troviamo il plesso ipogastrico inferiore.

Plesso pelvico (o ipogastrico inferiore)


Si sviluppa dalle pareti postero laterali della pelvi, abbraccia il retto, si porta alla vescica, ai lati del collo
dell’utero e del tratto sup della vagina (nella femmina).
Si appoggia al m. elevatore dell’ano ed è ricoperto dalla fascia sup del pavimento pelvico del peritoneo.
È costituito da fibre pre e postgangliari dei gangli sacrali e coccigeo, da fibre del plesso ipogastrico sup e da
fibre paraS che scendono con i rami viscerali del plesso pudendo.

Apriamo una parentesi sull’attività del neurovegetativo associata all’attività del muscolo-scheletrico. Il neu-
rovegetativo viene associato sempre alla componente viscerale ma mai a quella muscolo-scheletrica. Se ho
una distorsione di ginocchio, questo si infiamma e l’infiammazione crea sostanze chimiche, che oltre ad an-
dare nel sangue, vengono captate dalle afferenze veicolate dal sistema neurovegetativo. Questo segnale ar-
riva al midollo, dove c’è un’attività sia sui motoneuroni (quindi > muscolatura striata > contrattura riflessa)
che sui motoneuroni viscerali ortosimpatici, che sull’arto inferiore - dato che non ci sono visceri - regolano
la vasomotricità e il trofismo dei tessuti (in questo caso regolano le attività di infiammazione sul tessuto). Si
crea quindi un’arco riflesso sia sullo striato che sul vasomotorio che sul trofismo tessutale. Inoltre regola an-
che l’attività del sistema immunitario in quella zona (per es se invece di una distorsione si fosse trattato di un
taglio > una ferita > un’infezione, l’attività immunitaria verrebbe regolata non soltanto da una componente
biochimica ma anche da una componente neurovegetativa). Le informazioni che raggiungono il midollo non
rimangono lì ma procedono o verso l’alto (del midollo) o verso il basso (del midollo) e quindi potrebbero fare
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sinapsi con altri neuroni per es dello stomaco, per cui da un problema meccanico o traumatico su una zona
muscolo-scheletrica potrei avere un’influenza sull’attività viscerale. Niente di strano perché con il trattamento
vertebrale lo fate continuamente. La vertebra ha una parte muscolo-scheletrica, tuttavia se ha un problema,
può dare un riflesso somato-viscerale. Questo riflesso è veicolato da componenti del vegetativo, che come ab-
biamo visto possono partire anche da zone dove i visceri sono assenti (es del ginocchio). È lo stesso meccanis-
mo del dolore riferito, ma influisce anche sulla funzione. Le informazioni che dal ginocchio arrivano al midollo
e da qui salgono verso l’alto e vanno a finire su zone dell’ipotalamo (quindi zone di controllo ormonale),
provocano la liberazione per es dell’ormone CRH, che va a finire sull’ipofisi e stimola a livello della ghiandola
surrenale la produzione di cortisolo, che è un antinfiammatorio. Quando lavorate dovreste fare queste con-
nessioni. Se un Pz ha un dolore al ginocchio che non passa mai e con in test trovate una disfunzione di cranio
per es nella zona dell’ipofisi o nella zona dei seni (drenaggio dell’ipofisi), dovreste riuscire a capire i collega-
menti: manca il controllo sul CRH, sulla ghiandola surrenale, il cortisolo non è sufficiente ad autoguarirsi. Oltre
all’ipotalamo l’informazione raggiunge anche il giro del cingolo, l’amigdala, il sistema limbico, e quest’ultimo
è connesso con diverse aree della corteccia, ossia la parte psichica. Perciò potrei avere delle reazioni che
partono dalla zona muscoloscheletrica e attivano dei circuiti del sistema limbico che mi fanno percepire una
determinata emozione. Vi potrà capitare che mentre lavorate il diaframma di un Pz, questo scoppi a piangere
improvvisamente > succede perché si attivano determinati circuiti neuronali. Quando si parla di trattamento
somatoemozionale non ci si riferisce a qualcosa di esoterico ma di circuiti neuronali che vengono facilitati. Ci
può essere il caso in cui si parte dall’emozione e si arriva fino alla disfunzione sul sistema muscolo-scheletrico
oppure il caso in cui sbloccando una disfunzione muscolo-scheletrica si attiva una reazione emotiva. Non è
che ogni emozione crei una disfunzione osteopatica, altrimenti saremo tutti morti entro i primi due mesi di
vita, però con delle facilitazioni questi circuiti si creano.

Pratica
Il lavoro che avete già fatto
di reperaggio delle arterie
tornerà utile per reperire le
zone corrispondenti a certi
plessi. Comincio con il repere
del tronco celiaco (1 fossetta)
e dell’a. mesenterica superiore tronco celiaco a. mesenterica sup
(2 fossetta). Nella zona tra il
tronco celiaco e la mesenteri-
ca superiore si sviluppa in pro-
fondità tutto il plesso celiaco,
tutti quei gangli che abbiamo visto.
Il plesso celiaco si può contattare
1. con tutte le dita
2. o con le eminenze tenar- ipotenar
In entrambi i casi bisogna trovare il
giusto livello di profondità. Dove-
te lavorare una zona di circa mezzo
centimetro che sta anteriormente o
subito attaccata all’aorta. Queste fi-
bre neurovegetative sono attaccate
all’aorta perché sono inglobate in
lamine di connettivo, che si àncora
all’interno del connettivo del tronco nervoso per formare l’epinevrio, il perinevrio, l’endonevrio. Per il ganglio
è la stessa cosa, perché il ganglio è costituito da una capsula esterna di connettivo e al suo interno ha delle
invaginazioni che creano una trama reticolare, tridimensionale, come un’impalcatura, tra cui passano fibre,
teste neuronali e sinapsi (ossia la matrice extracellulare).
Quando uso una tecnica fasciale, come per es quella sulla cinetica spontanea, lavorerò tutta la compo-
nente connettivale, allo scopo di togliere le restrizioni meccaniche, che possono interferire sulla trasmissione
sinaptica all’interno dei gangli o dei nuclei nervosi e sulla conduzione del potenziale d’azione sull’assone.
46
Perciò si migliora la neurofisiologia.

Tecnica
1.All’inizio l’appoggio morbido (pelle)
2.quando raggiungo il muscolo la consistenza aumenta
3.poi il muscolo cede, perché di solito è molto sottile, inizia una consistenza morbida, morbida…..
4.sento il duro della parete posteriore e il battito dell’aorta
5. mollo un pochino (giusto per non comprimere l’arteria) e risalgo
6. comincio una tecnica sulla cinetica spontanea (si possono far piegare le gambe al Pz) > sento dove va la
mano e la seguo > quando il movimento si ferma significa che ho aggiunto uno Still point e allora mi fermo e
aspetto > dopo un pò riparte un altro movimento in un’altra direzione e la seguo fino al 2° Still point, mi fermo
e aspetto > dopo 2-3 Still point la struttura ha liberato molta energia meccanica e ho liberato la fascia.

Il plesso mes-
enterico inf va
dall’a. mesen-
terica sup all’a.
mesenterica inf.
Anche qui posso
lavorare con le
eminenze tenar e
ipotenar, andare
al giusto livello di
profondità e fare

una tecnica sulla cineti-


ca spontanea. A volte la
cinetica spontanea non
parte subito, altre volte
parte ma in modo len-
to. È curioso sentire che
i vari plessi hanno delle
rotazioni opposte. Per
es su Raffaella il plesso
celiaco gira in senso
orario e il plesso mes-
enterico inf in senso
antiorario. Non so perché questo avvenga. La filosofia indiana parla di chakra e i chakra vengono visualizzati
come un vortice di energia, ognuno dei quali ruota in senso orario o antiorario rispetto a quello vicino. Ana-
tomicamente i chakra corrispondono ai plessi neurovegetativi che stiamo studiando.

Il plesso ipogastrico sup parte


dalla biforcazione delle iliache
(che dovrebbe stare subito sotto
l’ombelico). Per trovare la biforca-
zione delle iliache seguo il battito
dell’aorta e quando non lo sento più,
vuol dire che mi trovo appunto sulla
biforcazione. Li appoggio il palmo
della mano, in modo da prendere
tutta la zona dalla biforcazione delle
iliache in basso. In questo caso non
essendoci più l’aorta devo scendere
in profondità fino a sentire la parete posteriore o perlomeno la fine dell’elasticità dei tessuti. A quel punto
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parte la tecnica sulla cinetica spontanea.
Se dovete trattare il sistema viscerale di un Pz dovete seguire una certa logica:
1. test di mobilità sull’organo
2. test neurovegetativo: iperemia-ipoemia
3. test sui legamenti
4. test sulle vertebre dorsali relative all’innervazione dell’organo. Se trovate una disfunzione dovete fare un
test di inibizione (portate l’organo in correzione e >>>>2 possibilità

A.se la vertebra si libera vuol dire che non dove- B se la vertebra non si libera vuol dire che prima
te trattarla, ma dovete trattare soltanto l’organo di passare alle tecniche neurovegetative devo
per liberare anche la vertebra)
5a. ridurre la vertebra in disfunzione.
5. trattamento dell’organo: riduzioni delle
6a. seguiranno poi le tecniche neurovegeta-
disfunzioni di mobilità e riduzioni delle disfun-
tive di stimolazione o inibizione della catena
zioni sui legamenti
latero vertebrale
6. ritestate la vertebra. Se si è normalizzata po-
tete proseguire con le tecniche neurovegetative
di stimolazione o inibizione della catena latero
vertebrale (in base a quello che avete trovato
con il test sull’iperemia-ipoemia)

7. poi devo trattare le vertebre in relazione all’ortosimpatico. L’ortosimpatico si lavora sia in relazione alla va-
somotricità (già testata prima con il test sull’iperemia-ipoemia) sia in relazione alle funzioni che l’ortosimpatico
ha su quel viscere (secrezione, peristalsi………)
8. trattamento del sistema parasimpatico rel-
ativo all’organo, le funzioni dell’organo > trat-
tamento dei nervi vaghi. Prima però, se trovo
delle disfunzioni, devo liberare il decorso dei
vaghi: iato esofageo, esofago addominale,
esofago toracico.....

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clavicole, 1 e 2 costa, le vertebre cervicali alte, C0
C1 e OM. Dopo aver ridotto le disfunzioni posso
trattare il vago: stimolazione o inibizione (in
base a quello che voglio ottenere sull’organo).
Se un Pz soffre di gastrite e ha un’intensa secr-
ezione di acido cloridrico dobbiamo inibire il
vago (per migliorare la funzionalità dello stom-
aco). Se un altro Pz soffre di stipsi stimoleremo
il vago (se la stipsi riguarda il colon ascendente)
oppure stimoleremo il parasimpatico sacrale (se
la stipsi riguarda il colon discendente, il sigma e
il retto)
9. trattamento delle arterie relative all’organo
10. trattamento del plesso relativo all’organo

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tronco vagale ant e suo ramo epatico arteria e plesso marginale
tronco vagale post esofago
rami celiaci dei tronchi vagali arteria e plesso frenici
ant e post inf di sin
arteria e plesso frenici inf di dx arteria e plesso gastrici
di sin (o coronari
n. grande splancnico dello stomaco)
toracico di dx n. grande
gangli e pl. celiaci splancnico
toracico di sin
nn. splancnici plesso surrenale
toracici piccolo di sin
e minimo di dx
nn. splancnici
ganglio reno- toracici piccolo
aortico di dx e minimo di sin
ganglio
mesenterico ganglio reno-aortico
sup di sin
arteria e arteria e plesso
plesso colici renali di sin
medi tronco del simpatico
arteria e lombare di sin
plessi 1° n. splancnico
pancreatico- lombare di sin
duodenali pl. aortico
inf (o intermesenterico)
arteria e arteria e plesso
plesso colici colici di sin
di dx ganglio,
arteria e arteria
plesso ileo- e plesso
colici mesenterici inf
arteria e plessi arteria
ciecali e e plessi
appendicolari sigmoidei
arteria e plesso
iliaci interni pl. ipogastrico
(o ipogastrici)di sup
dx (sezionati) arteria e plesso
emorroidali
plesso sacrale di dx (o rettali sup)
nn. splancnici sacrali nn. ipogastrici
(nn. erigenti) di dx e sin
arteria e plesso emorroidali
(o rettali medi)
arteria e
plesso ipogastrico inf plesso
(o pelvico) di dx retto-sigmoidei
plesso vescicale
nn. dei plessi ipogastrici inf per il colon
plesso rettale pelvico (o sigmoideo), il colon discendente
vescica urinaria e la flessura sin (o splenica) del colon

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nn. splancnici toracici gangli celiaci, mesenterico nn. splancnici toracici
(grande, piccolo, minimo) sup e reno-aortici (grande, piccolo, minimo)
orifizio della n. ileo-ipogastrico
tronchi del simpatico vena cava inf
n. ileo-inguinale
n. sottocostale (T12) rami muscolari
del plesso lombare
n. ileo-ipogastrico n. sottocostale (T12)
m. grande psoas
n. ileo- (sezionato)
inguinale
m. quadrato
n. genito- dei lombi
femorale
n. ileo-
m. trasverso ipogastrico
dell’addome
(sezionato) n. ileo-
inguinale
n. sotto- n. genito-
costale (T12) femorale
e suo ramo n. cutaneo lat
cutaneo della coscia
laterale r. femorale
plesso (aortico e r. genitale
o intermesen- del n. genito-
terico) femorale
rami comu- tronchi
nicanti grigio lombo-sacrali
e bianco nn. otturatori
rami comunicanti n. otturatore
grigi accessorio
n. cutaneo n. femorale
laterale plesso sacrale
della coscia
nn. splancnici pelvici
n. pudendo
n. femorale
nn. per i mm. coccigeo
ed elevatore dell’ano
rami
cutanei n. otturatore
ant del n. dorsale del pene
n. femorale
r. cutaneo ant del n. ileo-ipogastrico
rr. scrotali ant del n. ileo-inguinale
r. genitale
del n. genito-femorale
r. femorale

51
Anno 5 sem 1
Slide 1
Le attività motorie, secretorie e di assorbimento del
Sistema Nervoso Enterico (SNE)
sistema digerente sono dovute ad attività autonome
Esso può essere considerato come la seconda
locali integrate dipendenti dal SNE.
componente del sistema nervoso vegetativo. In
Si può considerare la terza componente del SNV
alcuni testi lo chiamano sistema metasimpatico. Il
(ortosimpatico, parasimpatico, enterico).
SNE è controllato soltanto in parte dai sistemi orto
È solo in parte controllato dall’orto e parasimpatico
e parasimpatico oltre che da strutture del SNC.
e da strutture del SNC.
L’insieme di neuroni e gangli che stanno nel tubo
Manda e riceve impulsi a queste altre componenti
digerente ha vita propria, sono un sistema che è
completamente autonomo dal resto del sistema nervoso sia centrale che periferico che neurovegetativo. Vi-
ene infatti chiamato “secondo cervello” perché ha una sua autonomia, una sua “coscienza”. Se voi tagliate tutte
le afferenze e efferenze da e verso questo sistema, esso continua a svolgere tranquillamente le sue funzioni.
Quando nelle lezioni sul viscerale o sul neurovegetativo vengono dati dei riferimenti ai gangli ortosimpatici
oppure al livello vertebrale, o ai nervi erettori per i visceri del piccolo bacino, o al nervo vago, si tratta di riferi-
menti a dei sistemi che modulano l’attività dei visceri. Dovete però sapere che è il SNE quello che veramente
comanda le funzioni viscerali.

Il SNE è costituito da diversi plessi: gangliari e agan-


Slide 2
gliari. Alcuni di questi li conoscete già, come quello
Costituito da plessi:
di Auerbach e di Meissner, mentre il plesso di Scha-
Gangliari
badasch o di Henle, sta tra i due precedenti, è mischi-
Agangliari
ato anatomicamente agli altri due. Dovete ricordare PLESSI GANGLIARI
che ci sono dei plessi gangliari anche in altri visceri, 1. Plesso mioenterico (di Auerbach)
che non fanno parte del tubo digerente e che sono: 2. Plesso sottomucoso propriamente
la vescicola biliare o colecisti, i dotti (cistico e biliare detto (di Meissner)
comune), lo sfintere di Oddi e il pancreas. Dovete 3. Plesso di Schabadasch (di Henle)
entrare nel concetto che alcune zone del tubo diger- 4. Plessi gangliari nella colecisti, dotto
ente, che hanno una disfunzione, possono creare at- cistico, dotto biliare comune, sfintere
traverso il SNE dei riflessi, delle difficoltà di controllo, di Oddi, pancreas.
delle disfunzioni in organi a distanza e che
apparentemente non c’entrano un tubo. Per es se ho un problema al colon ascendente o in un’ansa intes-
tinale, potrei anche avere un problema riflesso a livello di cistifellea (questo è importante per la clinica; se
facendo i test trovo positivi intestino cieco e cistifellea, come li metto in relazione? Attraverso il collegamento
con i plessi e il SNE). I riflessi del SNE sono riflessi locali o viscero-viscerali, sia lunghi che brevi. Ripeto: quando
nella clinica trovate due zone viscerali in disfunzione ricordate che esiste la possibilità di collegare queste due
zone attraverso un collegamento neurologico, a responsabilità del SNE.

* Evitare la stasi a livello del tubo digerente è


( ) Slide 3
fondamentale per la corretta funzione di diversi L’attività del SNE è fondamentale per:
organi. La stasi/il ristagno crea: • digestione.
- dei processi biochimici che vanno avanti trop- • assorbimento.
po tempo con la produzione di sostanze che • evitare la stasi (*)
non dovrebbero esserci in quel tratto del tubo • proliferazione controllata del microbiota umano
digerente. Questo viene captato dai neutroni (= flora intestinale).
dell’enterico e dà vita a delle reazioni a carico • mantenimento del bilancio idrico.
dell’intestino • mantenimento del bilancio idrosalino.
- le sostanze che ristagnano vengono ricono- • modulazione del sistema immunitario (bidirezionale)
sciute come tossiche. L’accumulo di tossine può generare una risposta infiammatoria di un tratto intestinale.
Quindi ci può essere un problema funzionale causato da una infiammazione
- un problema di fisiologia cellulare causato da una stasi meccanica. Il ristagno del chimo in un determinato
punto crea una condizione meccanica, non solo biochimica, che è in contrasto con la fisiologia cellulare. A
proposito della tensegrità abbiamo detto che delle forze meccaniche esterne possono intervenire sulla fun-
52
zione cellulare, per cui se all’interno del lume intestinale creo un ambiente meccanico che non è quello fisio-
logico posso creare per es un problema di fisiologia alle cellule della mucosa, quindi creare un problema di
assorbimento della funzione intestinale.

Immaginiamo per un mo- chimo


mento le cellule dell’intestino
o del tubo digerente.
Ci sono villi, microvilli e le
cripte di Lieberkühn (queste
ultime sono presenti solo villo villo
nell’intestino) oppure solo
villi e microvilli (nel tubo dig-
erente sono assenti le cripte
di Lieberkühn).
Sulla parete del villo è dispos-
to uno strato di cellule.

cripte di Lieberkühn

Dentro il villo troviamo un capillare arterioso, uno venoso, uno


linfatico con le placche di Peyer, delle terminazioni nervose e
la matrice extracellulare.

Le cellule sulla parete del villo sono predisposte per lavorare


in un determinato ambiente meccanico dinamico (pensate
alle contrazioni peristaltiche, al contatto diretto del chimo che
passa sui villi, infatti senza contatto non ci sarebbe assorbi-
mento).

53
Le molecole delle sostanze presenti nel chimo devono entrare nei
villi e poi essere immesse nel torrente circolatorio (arterioso o lin-
fatico), ma entrano soltanto se l’ambiente meccanico delle cellule
della mucosa del villo è di un determinato tipo (ossia un ambiente
meccanico dinamico). In presenza di una stasi intestinale, le cellule
della mucosa intestinale cambiano la loro fisiologia e vanno incon-
tro ad alterazioni (a responsabilità meccanica e poi chimica in un
secondo momento).

Il SNE comanda anche la flora intestinale. In realtà è più esatto chiamarlo microbiota umano, perché si tratta
di microorganismi, dell’insieme delle popolazioni di batteri che vivono nel nostro intestino. Il SNE controlla la
proliferazione del microbiota umano, per cui se ho un’ansa intestinale contratta per X motivi (per es ambiente
chimico o muscolare disfunzionale) i neuroni del SNE lavorano male (anche per i neuroni del SNE vale quello
che avevamo detto per le fibre neurovegetative orto, le quali immettono nella matrice extracellulare, oltre ai
neurotrasmettitori, sostanze di diverso tipo: interleuchine, citochine, fattori di crescita….). Le terminazioni
nervose del SNE immettono nel lume intestinale delle sostanze chimiche che influiscono sulla proliferazione
dei batteri intestinali o microbioti umani (batteri che ci servono per es per degradare alcuni cibi, fungono
un pò da “enzimi”). Se ho un’alterazione meccanica a livello dei villi intestinali, le terminazioni nervose non
liberano più certe sostanze, la flora microbiota cambia sia come quantità che come tipologia, per cui ho un
assorbimento e un processo digestivo alterati.
Il SNE comanda la capacità di assorbire sia acqua che sali e modula l’attività del sistema immunitario, vale a
dire dei macrofagi che stanno sia nella sostanza extracellulare dei microvilli che a livello delle placche di Peyer.
Anche le sostanze immunitarie a livello biochimico comandano il sistema nervoso enterico, per cui si tratta di
una modulazione bidirezionale tra i due sistemi.

Il Plesso mioenterico di Auerbach controlla Slide 6


principalmente la muscolatura liscia (la parte Plesso mienterico
“mio” del SNE, mio= muscolare) e la secrezione Tra lo strato muscolare longitudinale e circolare.
di alcune cellule della mucosa. Ricordate che le Innervazione e controllo motorio della muscolatura
cellule della mucosa dell’intestino (come anche liscia ed in parte secretomotorio della mucosa.
dello stomaco o delle ghiandole) non sono tutte
dello stesso tipo ma sono diversificate, pur condividendo lo stesso spazio. Alcune di
esse secernono delle sostanze sia verso il lume dell’intestino che verso l’interno del
villo. La secrezione diretta al villo è costituita per es da ormoni. Le cellule diversificate
della mucosa dell’intestino possono essere: neuroendocrine, enterociti, mucipare…
Le cellule neuroendocrine secernono ormoni che vanno nel sangue, grazie ai capillari
arteriosi, e in questo modo avranno un effetto a distanza, per controllare ad es altre
parti del tubo digerente. Questo rappresenta un secondo collegamento tra varie zone
del tubo digerente. Oltre ad un collegamento riflesso (quello che abbiamo detto
prima) c’è anche un collegamento ormonale. Nella clinica possiamo incontrare Pz
che riferiscono un problema di mal di schiena; nell’anamnesi si parla di gastrite ma
al test dei 9 quadranti lo stomaco risulta negativo e così pure il test di mobilità sullo
stomaco, mentre è positivo per es il duodeno (per fare un es semplice). Che cosa
significa? Significa che degli ormoni (secretina e gastrina) liberati dal duodeno creano per es un’iperacidità
a livello dello stomaco. Gli ormoni prodotti dal duodeno oltre ad aumentare la secrezione di acido cloridrico
rallentano la motilità gastrica, per cui succede che il chimo rimane più tempo del dovuto nello stomaco e
di conseguenza la mucosa si irrita. Il Pz in questo caso riferisce un sintomo di cui però è responsabile un
altro organo. Questo legame funzionale può avvenire in diverse parti dell’albero digerente, quindi è concet-
tualmente e fisiologicamente sbagliato davanti ad un Pz che soffre di gastrite fare direttamente il test sullo
stomaco. A questo proposito stiamo parlando di fisiologia spicciola e non di osteopatia. Per cui se qualcuno vi
dicesse che in presenza di una gastrite potete fare direttamente il test sullo stomaco, voi potete rispondere di
54
no, argomentando la vostra risposta con le relazioni del SNE e i sistemi neurovegetativo ed endocrino.
Slide 7 * Anche detti preaortici, perché sono davanti all’aorta. Questo
( )

Invia proiezioni a gangli localizzati significa che ci sono delle proiezioni dei neuroni enterici, che
fuori del canale alimentare (colecisti, nascono all’interno della tonaca del canale alimentare e che
pancreas, gangli simpatici preverte- vanno direttamente a distanza e lì creano ulteriori connessioni
brali*) e quindi un riflesso di controllo a distanza (in questo caso siamo
nell’ambito dei riflessi viscerali lunghi).

Slide 8 Il Plesso sottomucoso, siccome è sottomucoso, co-


Plesso sottomucoso (propriamente detto). manda soprattutto la funzione secretoria: cellule en-
• Nello strato di connettivo tra la muscolatura cir- docrine, vasi sanguigni….
colare e la muscolaris mucosae. In particolare nel
versante sieroso della sottomucosa.
• Ruolo nella funzione secretoria.
• Innerva l’epitelio ghiandolare, la muscolaris mu-
cosae, le cellule endocrine intestinali, vasi san-
guigni.

Slide 9 Il plesso di Schabadasch è un misto tra il plesso


Plesso di Schabadasch (o Henle) mioenterico di Auerbach e il plesso sottomu-
Localizzato tra la sottomucosa e la muscolaris mucosae. coso.
Svolge le stesse funzioni del sottomucoso.

I Plessi Agangliari non sono nient’altro che


Slide 10 fibre. Ricordate però che anche queste fibre
Plessi Agangliari funzionano come dei gangli, perché anche
Sono solo fibre sparse negli strati sottosieroso, muscolare all’interno della singola fibra ci potrebbero
profondo, mucoso e vascolare. essere delle sinapsi (ve l’avevo detto quan-
Hanno funzione di: do abbiamo fatto la lezione sui plessi; nel
– connessione tra nervi estrinseci e plessi neurovegetativo non è detto che le sinapsi
intramurali e le teste si trovino solo nei gangli ma pos-
– innervazione cellule epiteliali, endocrine e vasi sanguigni. sono stare anche nel filamento nervoso vis-
cerale.
Esiste una glia enterica, ossia ci sono delle
Slide 11 cellule di supporto che fanno da tramite
Glia Enterica tra le cellule della mucosa e il vaso; un po’
Cellule gliali con caratteristiche simili agli astrociti del SNC. come avviene per il SNC, dove c’è la bar-
Intervengono nella formazione della barriera emato-enterica. riera ematoencefalica che è caratterizzata
Modulazione della risposta infiammatorie (produzione di soprattutto dagli astrociti, che fanno da
interleuchine). tramite tra vasi e neuroni.
Nel SNE c’è la stessa cosa, perché tutto il canale digerente e le mucose, comprese quelle del polmone, sono un
ambiente di passaggio tra l’ambiente esterno e quello interno. Questa barriera di passaggio è caratterizzata
da uno strato cellulare. Per le cellule disposte sulla superficie del villo intestinale l’esterno è rappresentato dal
lume intestinale, dove si possono trovare i batteri/microbioti. È bene che questi ultimi rimangano all’esterno,
mentre se dovessero penetrare all’interno dei villi sarebbero un pericolo. Le cellule sulla superficie del villo
intestinale rappresentano quindi l’unica barriera tra l’esterno e l’interno. Esse sono coadiuvate nel loro lavoro
da altre cellule, ossia le cellule gliali enteriche, che formano la barriera emato-enterica (=glia enterica).
Siccome la glia ha il compito di fare da barriera, sarà anche attiva nelle risposte infiammatorie e immunitarie,
grazie alla produzione d’interleuchine.

55
Della slide 12 ricordate soltanto la clas-
Slide 12
sificazione funzionale dei neuroni enterici,
Neuroni Enterici
che possono essere: sensoriali, interneu-
Classificazione morfologica: Classificazione funzionale:
roni, motoneuroni, secretomotori (con il
tipo I, II, III, …, VII di Dogiel sensoriali
compito di far secernere) e i vasomotori
interneuroni
(con il compito di comandare la vaso
motoneuroni
motricità)
secretomotori
vasomotori
I neuroni sensoriali captano stimoli meccanici relativi al movimen-
Slide 13 to della tonaca muscolare, per es i movimenti peristaltici oppure
Neuroni sensoriali stimoli meccanici relativi alla compressione del bolo alimentare
Captano stimoli meccanici e chimici. che passa e hanno la capacità di capire la consistenza del bolo
Inviano al SNC e di nuovo al SNE. e dell’alimento che sta passando, perché in base alla consistenza
Si dividono in intriseci ed estrinseci. si regola la peristalsi e i movimenti di frantumazione, di progres-
Neuroni sensoriali intrinseci sione etc etc. Per fare un es ci può essere la persona che invece di
Comunicano con i motoneuroni e gli fare aria, se la fa sotto (nel senso di qualcosa di liquido o solido).
interneuroni intrinseci (circuiti riflessi Questo succede perché i neuroni non hanno saputo capire la con-
intrinseci – controllo sulla muscola- sistenza del materiale presente nel retto. Questa capacità dei neu-
tura, ghiandole, vasi). roni sensoriali intrinseci avviene su tutto il tratto digerente. Oltre
Trasmettono informazioni sullo stato a ciò essi captano gli stimoli chimici: ph, sostanze chimiche (per
di tensione muscolare e contenuto es aminoacidi, grassi, proteine). Poi ci sono dei neuroni sensoriali
intraluminale. intrinseci che servono a costituire i circuiti riflessi intrinseci (come
abbiamo detto prima).

Slide 14 Slide 16
I neuroni sensoriali intriseci del plesso sottomucoso Neuroni sensoriali estrinseci
sono attivati da stimoli chimici. Hanno i corpi nei gangli vagali o spinali.
Quelli del plesso mienterico da stimoli di distensione Inviano informazioni al nucleo del tratto
e contrazione. solitario e alle corna posteriori del midollo.
Questi stimoli provocano risposte motorie, secretorie Tramite circuiti interneuronali del SNC in-
e vasomotorie. viano a motoneuroni dei nervi simpatici e
Contrazione orale, rilassamento aborale. parasimpatici.

I Neuroni sensoriali estrinseci portano la loro informazione, attraverso i gangli vagali e spinali, al di fuori del
canale digerente, soprattutto al Nucleo del Tratto Solitario (NTS) e alle corna post del midollo. Il Nucleo del
tratto solitario è il nucleo viscero-sensitivo del n. vago, il X n. cranico.
Immaginiamo di avere un tratto di intestino
con i plessi del SNE le cui informazioni salgono,
con il vago, verso il tronco encefalico, dove c’è
il NTS. Ricordate un concetto importante: del
vago non ci sono solo fibre afferenti vagali ef-
ferenti parasimpatiche, ma ci sono anche le fi-
bre afferenti che provengono dal SNE. Queste
fibre afferenti del SNE fanno un arco riflesso con
il Nucleo Motore Dorsale del n. vago (NMDX,
che è viscero-motore).

56
Dal NMDX partono degli impulsi (la maggior parte) che attraverso il n.
vago raggiungono l’intestino nel tratto dove sono partite le informazi-
riflessi oni afferenti oppure in altri visceri (lo vedremo al 6° anno quando par-
vago- leremo dei polmoni). Questi riflessi si chiamano vago-vagali. Ci sono
vagali dei visceri cavi come per es l’intestino che possono mandare dei segnali
catena riflessi, attraverso il n. vago, per es. al polmone o al cuore e cambiarne il
latero- controllo, la fisiologia a livello polmonare, bronchiale, cardiaco. Potreste
vertebrale avere un broncospasmo per un’afferenza massiva dall’intestino. Ricor-
date che il vago trasporta per circa l’80% informazione sensitiva, di
questo 80% una percentuale deriva da neuroni che partono dal plessi
del SNE presenti nel tubo digerente/intestino. Dal NMDX ci sono anche
delle fibre (la parte minore) che vanno ai motoneuroni orto della
stazione intermedio-laterale del midollo e, a seguire, ai gangli della catena laterovertebrale, per cui si crea
una comunicazione anche con il sistema ortoS. Con questo sistema riflesso (plessi intestinali del SNE > NTS
> NMDX > catena latero-vertebrale) il SNE manda informazioni sia all’orto che al para. Dal NMDX ci sono
altre fibre che salgono verso il talamo, il limbico, la corteccia. Sappiate che ci sono delle situazioni, soprattutto
nei visceri cavi come ad es la cistifellea e lo stomaco, che possono causare una vasocostrizione coronarica
riflessa.
Ricordate che il SNV ha un’anatomia più irregolare del SN centrale. Ricordo un’immagine che raffigurava i
gangli toracici della catena latero vertebrale, dove a dx erano tutti e 12 mentre a sin c’erano solo tre gangli
toracici sparsi. Quello doveva essere il disegno di un vero cadavere, perché il sistema neurovegetativo è molto
variabile. Per questo quando dovete stimolare la catena latero-vertebrale relativa ad un determinato viscere,
vi si dice di ampliare un po’ verso l’alto e verso il basso i gangli da trattare, proprio perché questo sistema è
anatomicamente molto variabile. Il riferimento vertebrale di un determinato organo può sempre trovarsi ana-
tomicamente un po’ più in su o un po’ più in giù.
All’interno dei plessi del SNE ci sono degli interneuroni
Slide 18 che servono per dei riflessi, sia ascendenti o orali che
Interneuroni discendenti o aborali (si pronuncia: ab-orali), tra le varie
Ascendenti (riflessi ascendenti). zone del tubo digerente. Essi contengono vari tipi di neu-
Discendenti (riflessi discendenti). rotrasmettitori, uno dei quali è l’ATP, che come neurotras-
Tali riflessi sono motori, vascolari, ghiandolari. mettitore ha una funzione diversa di quella che svolge a
Contengono vari tipi di neurotrasmettitori (se- livello muscolare.
rotonina, neurofilamenti, somatostatina, VIP,
NO, acetilcolina, ATP, …).

Slide 19
I motoneuroni del SNE sono: muscolari, vascolari o secretori, in base al tipo di funzione.
Motoneuroni
Muscolari
Vascolari
Secretori

Come per il sistema neurovegetativo orto


Slide 20
e para, anche i motoneuroni del SNE sono
Motoneuroni muscolari
divisi in eccitatori e inibitori. Ricordate che i
Sono sia eccitatori (acetilcolina, sostanza P, tachichinine) che
motoneuroni somatici (alfa e gamma) delle
inibitori (VIP, NO). Quelli inibitori sono più numerosi nei pres-
corna anteriori del midollo sono soltanto
si degli sfinteri (facilitano l’apertura).
eccitatori.
Hanno azione modulatrice sulle cellule interstiziali di Cajal
VIP = peptide vasointestinale > vasoldilata
(cellule pacemaker).
le arterie

57
Attività sulla funzione secretoria (diarrea secre-
Slide 21
toria neurogenica o stipsi), vascolarizzazione lo-
Motoneuroni secretori e vascolari
cale.
Localizzati sia nel plesso sottomucoso che mioenterico.
I motoneuroni secretori e vascolari del plesso
Ricevono input dal sistema ortosimpatico (soprattutto
sottomucoso e mioenterico ricevono input dal
inibizione della secrezione), da altri neuroni del SNE e da
sistema ortosimpatico, da neuroni del SNE e da
cellule endocrine ed immunitarie.
cellule endocrine ed immunitarie. Quindi ritrovia-
slide 22 mo sempre il solito legame tra sistema
enterico, neurovegetativo, endocrino
e immunitario: sono sistemi divisi ma
da un punto di vista funzionale sono
un unico grande sistema.

Slide 23
I neuroni enterici comunicano
attraverso un «codice chimico»
e recettori.
Neurotrasmettitori, cotrasmetti-
tori, modulatori principali:
Acetilcolina, Gaba, Galanina,
CGRP, Colecistochinina, Dinorfi-
na, Encefaline, Glutammato, GRP,
Neuropeptide Y, Noradrenalina,
NO, Serotonina, Somatostatina,
Tachichinine, VIP, ATP, CO.

Il “codice chimico” è un modo di par-


lare che hanno i neuroni. Un neurone
può per es produrre 70% di noradren-
alina, 20% di neuropeptide Y, 10% di
VIP. La miscela di queste sostanze in
quest’ordine: 70-20-10, quando viene
liberata è un segnale di certo tipo, per cui la cellula-neurone postsinaptica farà una determinata cosa. Se la
quantità della miscela cambia e diventa: 60-30-10, è un altro tipo di informazione, è come se fosse un’altra let-
tera dell’alfabeto.
Un altro codice con cui comunicano i neuroni è quello di frequenza. I neuroni sparano potenziali d’azione. Se
un neurone spara per esempio 3 spikes - pausa - 2 spikes – pausa è come se mandasse un’informazione con
il codice morse. Questo la dice lunga su una cosa che riguarda il nostro lavoro. L’infiammazione della mem-
brana, del neurone o dell’assone crea un impedimento nella trasmissione dell’impulso che può interferire sul
codice di frequenza, per cui non solo non passa l’impulso ma non c’è neppure la frequenza giusta. Tutta la
comunicazione interneuronale tra neurone e cellula muscolare, tra neurone e fibroblasta viene totalmente
alterata e i tessuti cominciano a fare cose che non dovrebbero fare.

3 spikes pausa 2 spikes pausa 2 spikes


58
Nel tubo digerente ci sono anche le cellule interstizia-
Slide 24
li di Cajal (CIC), che sono delle cellule come quelle del
Le CIC (cellule interstiziali di Cajal) provocano
cuore. Le CIC sono dei neuroni modificati che hanno
una contrazione ritmica: onde elettriche lente.
la funzione di pacemaker, per cui ogni tot fanno
La muscolatura funge da sincizio funzionale elettri-
partire un impulso che attiva per es un’onda peristal-
co (gap junction).
tica. Queste cellule sono indipendenti sia dal sistema
La muscolatura liscia si contrae grazie all’impulso
neurovegetativo che dal sistema enterico. Tuttavia
pacemaker controllato dall’inibizione (interneuro-
l’enterico e il vegetativo modulano l’attività delle cel-
ni) sui neuroni motori inibitori normalmente attivi.
lule interstiziali di Cajal. Quindi ricordate che ci sono
A livello degli sfinteri i motoneuroni inibitori sono
delle cellule pacemaker anche nel tubo digerente.
solitamente inattivi.

slide 25 C’è un’inibizione


dell’inibizione che crea,
ad opera dei motoneu-
roni e degli interneu-
roni, una situazione
tale a livello della
muscolatura, per cui
quando parte l’impulso
delle cellule di Cajal,
esso o viene bloccato
o viene fatto passare.
Voi sapete che nel tes-
suto muscolare liscio
l’impulso elettrico può
passare anche da cel-
lula muscolare a cellula
muscolare, perché la
membrana della cellu-
ula muscolare si depolarizza come se fosse un neurone (quindi non c’è solo la depolarizzazione della mem-
brana del neurone ma c’è anche la depolarizzazione della membrana della cellula muscolare liscia)
Le cellule interstiziali di Cajal inviano le onde peristaltiche nei di-
Slide 26
versi visceri con una frequenza diversa. Nelle varie parti del tubo
Ogni segmento ha una sua frequenza:
digerente si hanno funzioni diverse per cui anche il controllo neu-
stomaco 3 onde/min
rologico, endocrino di quelle zone è ovviamente differente. Tutte
duodeno 16-18 onde/min
queste zone però comunicano continuamente a livello funzionale
ileo terminale 8 onde/min
e nervoso tra di loro. Il tubo digerente è sì un’unità funzionale, ma
cieco – colon asc. 6 onde/min
è divisa in settori, ognuno dei quali ha un compito ben specifico e
colon sigmoideo 10-12 onde/min
deve avere delle condizioni meccaniche, biochimiche ben speci-
fiche. Questo anche a livello di microbiota intestinale: ci sono delle popolazioni intestinali che stanno in al-
cune zone e non in altre.
Domanda sulla distinzione delle fibre nel NTS.

59
Risposta: in tutti i nuclei del sistema ner-
voso troviamo una distribuzione topogra-
fica. Ci sono delle popolazioni neuronali
all’interno dei nuclei che mappano la
provenienza delle fibre. Si chiama map-
patura somatotopica, ed esiste sia per
le afferenze che per le efferenze. Per es
nella parte laterale alta del NTS arrivano
le fibre che provengono dallo stomaco,
nella parte intermedia le fibre che arriv-
ano dal duodeno etc etc mappatura
somatotopica
Domanda sulla collocazione delle fibre enteriche estrinseche e delle fibre vagali nel tubo digerente/intes-
tino.
Risposta: le fibre enteriche estrinseche partono dall’interno della sottomucosa e dalla tonaca muscolare,
mentre quelle vagali partono da un territorio più esterno.
Nella sottomucosa c’è per es
il recettore chimico o mecca-
nico collegato con una fibra,
che poi fa sinapsi con le fibre
del n. vago e sale al NTS. In-
vece le fibre del SNE salgono
direttamente dal recettore
al NTS senza fare sinapsi. Le
prime vengono denominate fibre enteriche estrinseche
vagali, ossia afferenti para- fibre vagali > fanno sinapsi > non fanno sinapsi
simpatiche, viscero-sensitive, fanno parte di un sistema afferente viscerale (non ha un nome specifico perché
le vie afferenti non vengono denominate). Le seconde invece sono considerate intrinseche dell’enterico, per-
ché partono direttamente dalla mucosa e senza nessun tipo di sinapsi vanno direttamente ai centri superiori.
La differenza è solo questa: non c’è una sinapsi in mezzo. Il tipo di informazione che portano queste due af-
ferenze è più o meno simile.
Poi ci sono i neuroni sensoriali enterici intrinseci che fanno sinapsi all’interno e non escono dal tubo diger-
ente.

Ora facciamo un ripasso della pratica


1. Reperi dello stomaco (e del fegato) con la palpazione e la percussione fatte bene.
Una volta trovato lo stomaco vi ricordo che potete lavorare il viscere sulla mobilità (il movimento relativo al
diaframma).
2.Test di mobilità sullo stomaco e, se trovate una disfunzione, la riducete; potete anche trattare i lega-
menti.
3. Test di iperemia-ipoemia (pieno-vuoto) > quando il Pz inspira lo stomaco si espande, alla fine
dell’inspirazione quando il diaframma si blocca dovete sentire che anche lo stomaco si blocca, cessa di espan-
dersi. Se invece sentite una latenza, ossia la tendenza ad espandersi ancora una po’, vuol dire che è troppo
pieno, ha troppo sangue all’interno > è iperemico.
Poi valutate la fase espiratoria. Se alla fine della espirazione, quando il diaframma sale, sentite che lo stomaco
sale e, quando il diaframma si blocca, la vostra mano “affonda”, significa che lo stomaco è vuoto, si affloscia,
ha poca consistenza, ha poco sangue all’interno > è ipoemico.
Questo test valuta la vasomotricità di un organo, per vedere se gli arriva troppo o poco sangue. Pensare al
flusso sanguigno, significa pensare anche alla vasomotricità dell’arteria. Sia nel caso di una vasodilatazione
che di una vasocostrizione è responsabile il sistema ortosimpatico. Nel caso in cui l’organo sia iperemico, si
è in una condizione di ipoorto. Devo allora creare una vasocostrizione> il sistema orto vasocostringe l’arteria
e quindi devo stimolare questo sistema affinché arrivi meno sangue all’organo.
Nel caso in cui l’organo sia ipoemico, si è in una condizione di iperorto. Devo creare una vasodilatazi-
60
one > il sistema orto vasocostringe l’arteria e quindi devo inibire questo sistema affinché arrivi più sangue
all’organo.

Organo iperemico = troppo sangue (causa: ipoorto) > lavoro osteopatico di stimolazione
Organo ipoemico = poco sangue (causa: iperorto) > lavoro osteopatico di inibizione

In questo caso lavorate solo sul sistema ortosimpatico. Inoltre dovete valutare il “momento” e “cosa” state
lavorando. Il momento vuol dire che non si può trattare lo stomaco di un Pz subito dopo un pasto molto ab-
bondante (è nella sua fase digestiva). In più la stimolazione e l’inibizione del sistema ortosimpatico, che ha
come effetto la vasocostrizione o la vasodilatazione di un’arteria, non è valido sui muscoli. Sono le arterie vis-
cerali che si vasocostringono a causa di una stimolazione ortosimpatica. Al contrario le arterie dei muscoli si
vasodilatano. Ricordate che l’orto presiede il meccanismo della fuga, per cui a livello dei muscoli c’è bisogno di
sangue, mentre per i visceri è il contrario. Questo apre un discorso sul neurovegetativo non viscerale. Se ho un
Pz con un’infiammazione al ginocchio, traumatica o di altro tipo, oppure se ho un Pz con la sciatica, il sistema
neurovegetativo va lavorato anche in funzione di questa infiammazione al ginocchio, o della sciatica… etc
etc, perché è il sistema neurovegetativo che fa partire l’infiammazione e la modula. Se ho un ginocchio infiam-
mato, i nervi interessati sono il n. femorale e il n. otturatore, le cui radici partono da L2 L3 L4. Ricordate che i
nervi somatici portano anche le informazioni neurovegetative trofiche ortosimpatiche. Le fibre neurovegeta-
tive ortosimpatiche che arrivano su un ginocchio infiammato, in presenza di disfunzioni delle vertebre lom-
bari correlate (ossia L2-L3-L4) o di disfunzioni sacrali, potrebbero:
prolungare l’infiammazione
cronicizzare l’infiammazione
etc etc…….

Andate a ripassare l’infiammazione! Ciò che mantiene di più l’infiammazione è l’iperattività ortosimpatica, per
cui si potrebbe inibire l’orto. Però bisogna anche ridurre le disfunzioni vertebrali lombari e sacrali correlate a
quel segmento di arto inferiore. Lo stesso discorso si potrebbe fare per l’arto superiore.

Quando diciamo che il sistema parasimpatico è riparatore, stiamo parlando del sistema neurovegetativo gen-
erale. In questo caso possiamo pensare alle tecniche liquidiate…etc etc che stimolano l’orto e il para generale
(nel caso del neurovegetativo generale lavoriamo sulla regolazione dell’omeostasi e sulle funzioni di tutto il
corpo). Ora però stiamo parlando del trattamento locale di un distretto articolare o di un viscere: in questo
caso si lavora il sistema ortosimpatico locale oppure i gangli locali. Quindi nel caso di un’infiammazione al
ginocchio per prima cosa si inibisce il sistema ortosimpatico locale e poi si può lavorare il sistema parasim-
patico generale, per un effetto sull’omeostasi in generale e sulla riparazione dei tessuti.

4. In base al risultato del test di iperemia-ipoemia, lavorate la catena latero-vertebrale dorsale ortosimpatica
al livello correlato allo stomaco (per es con le tecniche di inibizione o di stimolazione sulle vertebre dorsali).
Prima di lavorare la catena latero-vertebrale dorsale dovete testare le vertebre e ridurre quelle in disfunzione.
Non confondete questo con il test di inibizione. Nel caso in cui ci siano delle disfunzioni vertebrali molto dure
circondate da un tessuto molle fibrotizzato, può capitare che non riusciate a ridurle. Vedremo più avanti un
lavoro fasciale sulle zone che presentano un problema di questo tipo.
5. Per cambiare l’apporto di sangue al viscere oltre a lavorare la catena latero-vertebrale ortosimpatica, pos-
siamo anche agire direttamente sull’arteria principale del viscere (è quello che abbiamo visto all’ultimo semi-
nario dello scorso anno). Avete imparato a riconoscere sull’addome le proiezioni del: tronco celiaco, mesenter-
ica superiore, mesenterica inferiore. Per lo stomaco ci interessa, partendo dal tronco celiaco, trattare l’arteria
gastrica di sin (repere: palpazione di una depressione a livello della piccola curva dello stomaco, depressione
dei tessuti, test dell’arteria, se è positivo > recòil).

61
Per il fegato, partendo sempre dal tronco celiaco, all’incirca a livello di K7 andate a cercare un punto di mag-
gior tensione (tenendo conto del fatto che le variabili anatomiche individuali sono molte). Repere dell’arteria
epatica, test dell’arteria, se è positivo > recòil.
6. Da ultimo dovete lavorare i plessi neurovegetativi prevertebrali o preaortici, da cui partono le fibre relative
al viscere che state trattando. Stomaco e fegato sono alle dipendenze del plesso solare.

Sapete che questo plesso sta tutto intorno al tronco ce-


liaco ed è accollato all’aorta per mezzo del tessuto con-
nettivo dovete quindi dare libertà fasciale a quella zona
affinché i neuroni possano lavorare senza restrizioni
meccaniche (quello che abbiamo detto in questa lezi-
one). Per raggiungere il livello del plesso solare o fate
piegare le gambe al Pz oppure prendete un po’ di cred-
ito di pelle. Poi premette gradualmente, oltrepassate i
muscoli, sentite morbido, la consistenza rimane uguale
fino a quando non aumenta e sentite più duro, sentite il
battito dell’aorta e poi sentite duro come un muro > sig-
nifica che siete arrivati sui vasi della parete posteriore.
Mollate di 1 mm
e a quel livello
potete lavorare:
a) sulla cinetica
spontanea (aspet-
tate che la mano
parta in una direzi-
one, la seguite fin-
ché il movimento
non si ferma – still
point – aspettate
che il movimento
riparta, lo seguite nuovamente verso una nuova direzione, mantenendo sempre la stessa pressione, seguite
finché il movimento non si ferma – 2° still point – aspettate che il movimento riparta, e così per 3-4 Still point;
b) sulla meccanica (sommate tutte le direzioni nei tre piani in cui il tessuto diventa più duro e poi fate una
tecnica diretta contro la barriera tessutale o una tecnica funzionale in aggravamento).
Questo è un lavoro viscerale completo, perché lavorare solo la mobilità di un viscere significa lavorare solo
una parte. Così pure lavorare solo il neurovegetativo significa lavorare solo una parte. Le due cose vanno
messe insieme. Dovete trattare non solo la meccanica di un viscere, ma anche tutta la componente neuroveg-
etativa, vascolare del medesimo viscere. Vi ricordo di testare l’aorta addominale alla ricerca di un eventuale
aneurisma prima di iniziare il lavoro sulle arterie.

62
Entrate con il pollice e indice di entrambe le mani
sull’addome in proiezione dell’aorta addominale.
Dovete sentire una pulsazione che sposta le vostre
dita soprattutto in direzione antero-posteriore e
non trasversale. Poi testate i polsi (radiale e femo-
rale) per valutare se sono sincroni. Se non c’è sin-
cronia del polso e il battito dell’aorta è trasversale
non trattate le arterie e consigliate al Pz di fare un
ecodoppler.

Riepilogo
Reperi dello stomaco (o del fegato)
Test di mobilità + riduzioni sull’organo o sui legamenti
Test di iperemia-ipoemia + lavoro osteopatico di stimolazione o d’inibizione
Lavoro (di stimolazione o d’inibizione) sulla catena latero-vertebrale dorsale ortosimpatica al livello correlato
al viscere
Lavoro sull’arteria correlata al viscere
Lavoro sui plessi neurovegetativi prevertebrali o preaortici

sem 2

Oggi facciamo un ripasso del trattamento delle arterie del’addome. Il prossimo anno continueremo con il trat-
tamento dei visceri del piccolo bacino e del torace sempre dal punto di vista neurovegetativo.
Vi ricordo che nel trattamento del viscere, qualsiasi esso sia, c’è una sorta di iter da seguire:

1. valutazione della mobilità (test di mobilità e test sui legamenti)


2. test di iper/ipoemia
3. valutazione della componente ortosimpatica (si lavora il sistema ortosimpatico sia dal punto di vista delle
funzioni del viscere che si sta trattando sia della vasomotricità, perché l’ortosimpatico controlla l’arteria che va
al viscere, e quindi possiamo con il nostro lavoro sia stimolare che inibire l’attività di questa arteria)
4. valutazione della componente parasimpatica (controllare il decorso del n. vago per i visceri sottodiafram-
matici o il decorso dei nervi erettori di Eckart, ossia il parasimpatico sacrale, per i visceri del piccolo bacino)
5. trattamento dell’arteria relativa al viscere che si sta trattando
6. lavoro sui plessi prevertebrali (che stanno davanti alla colonna vertebrale) relativi all’organo di interesse.

Per fare un lavoro completo sul viscere bisogna seguire questo iter, più di questo non si può fare.
Ricordate che ci sono dei visceri che sono collegati tra di loro da un punto di vista funzionale e ormonale (ri-
passate la fisiologia). Molto spesso trovate due visceri in disfunzione, che apparentemente non hanno un col-
legamento mentre invece il collegamento c’è. Se arriva per es un Pz con il mal di schiena, trovate lo psoas con-
63
tratto, il rene, nell’anamnesi venite a sapere che il Pz ha un problema di ipertensione e nei vostri test trovate
positivo il pericardio. Dovete mettere in relazione questi sintomi con i test che avete trovato. Nel nostro es c’è
una relazione perché il cuore produce alcuni peptidi che agiscono sul rene e che servono per la regolazione
della pressione. Quindi per trattare il mal di schiena di questo Pz bisogna trattare il rene, ma la funzionalità del
rene dipende dai peptidi del cuore, quindi dovete trattare il pericardio. Se conoscete la fisiologia degli organi
riuscite a interpretare i vostri test altrimenti no.

Claudio Petrucci
Il lavoro sulle arterie è un lavoro importante, nuovo però come tutti i nuovi sistemi vanno provati, perché è la
pratica che automatizza il gesto e di conseguenza anche l’efficacia dei nostri trattamenti. Cercate di provare
il più possibile.
Quando lavoriamo sul viscere, oltre alla sua mobilità e alla sua innervazione, dobbiamo utilizzare anche un
approccio vascolare trattando le arterie. L’arteria oltre ad avere un rapporto neurovegetativo con il sistema
ortosimpatico, essendo formata da tessuto connettivo, presenta delle disfunzioni tessutali proprie. Quello
che noi facciamo sull’arteria è un lavoro sul connettivo, perché testiamo la capacità di questo tessuto di las-
ciarsi più o meno trazionare. In questo modo cerchiamo di capire se il tessuto è libero, elastico oppure no.
Altra cosa importante nel nostro approc-
cio al sistema arterioso dell’addome è
legata al fatto che a volte nell’addome si
possono trovare delle patologie arteriose,
tra le quali la più famosa è l’aneurisma.
Quando andiamo a palpare l’aorta ad-
dominale oppure le arterie iliache dobbi-
amo capire prima di tutto se ci sono delle
patologie a carico di queste arterie per
decidere se possiamo o non possiamo
trattarle. Nel momento in cui dobbiamo
reperire un’arteria siamo aiutati dal fat-
to che il battito è molto facile da sentire. Di solito il battito, soprattutto nel caso dell’aorta addominale, è
antero-posteriore, per cui nel momento in cui avvertiamo un battito trasversale, un’espansione trasversale
della parete, dobbiamo pensare che potrebbe essere un segno di un problema della parete, problema che
potrebbe nascondere una patologia e quindi un aneurisma. Oltre al repere del battito dobbiamo associare
il test della sincronia dei polsi ossia capire se c’è sincronia tra i polsi arteriosi oppure no. Questi sono i due
primi segni che ci possono far pensare ad una patologia dell’arteria e se sono positivi, dobbiamo prendere
delle precauzioni e mandare il Pz a fare un’ecografia dell’aorta addominale o una visita specialistica.
Un’altra sensazione che possiamo avere con la palpazione è quella di sentire delle calcificazioni, soprattutto
nel caso di Pz anziani. Spesso vedendo un RX della colonna di Pz anziani si può vedere un tubo bianco cal-
cificato, che è l’aorta. Questo non significa che non possiamo fare i nostri test, però dobbiamo tener conto di
questi segni che indicano un deposito importante di calcio sulla parete di questa arteria. In questo caso non
possiamo fare dei test che durano tanto o in cui usiamo molta forza, ma dobbiamo fare i nostri test in modo
veloce (come dovremmo farli di solito) e se c’è una disfunzione possiamo trattarla tranquillamente.
L’arteria è in relazione con il viscere sia per l’apporto di sangue arterioso ma anche perché crea un asse, rap-
presenta una componente articolare del viscere, perché spesso i tronchi arteriosi rappresentano il principio
di mobilità di un organo, quindi lavorando sull’arteria abbiamo più effetti, sia sul nutrimento che sulla mo-
bilità. Questo lo possiamo trovare anche sul sistema arterioso periferico, che non conoscete, ma posso dirvi
che l’arteria può partecipare anche alla funzionalità delle articolazioni in cui passa. Per es se l’arteria iliaca
esterna che poi, passando sotto il legamento inguinale, diventa arteria femorale, va in disfunzione, può creare
una disfunzione di flessione d’anca. La stessa cosa si può dire per l’arteria poplitea che può essere respon-
sabile di una disfunzione di flessione di ginocchio. Oppure un’arteria omerale può creare una disfunzione a
livello di flessione del gomito.
Un altro ruolo importante dell’arteria che spesso non viene preso in considerazione è l’effetto del sistema
arterioso nel drenaggio venoso. Il drenaggio venoso oltre ad avere una componente legata al movimento, al
movimento dei diaframmi, alle valvole delle pareti venose è anche facilitato dal battito dell’arteria, che facilita
appunto il ritorno venoso. Quindi in caso di stasi venose sia a carico del piccolo bacino che degli arti inferiori,
64
si dovrebbe pensare, se i test risultano positivi, di fare un lavoro sulle arterie.
La prima arteria che testeremo sarà l’arteria addominale. Per prima cosa faremo il repere dell’aorta, poi del
tronco celiaco e della biforcazione dell’aorta.
I test sull’aorta addominale sono:
test di traslazione laterale (sia da dx verso sin che da sin verso dx)
test di trazione longitudinale
Test sui rami del tronco celiaco: arteria epatica, arteria splenica e un test globale a livello della piccola curva
dello stomaco per testare le arterie gastriche di sin e di dx (non è semplice essere specifici sulle varie arterie
dello stomaco e per questo faremo un test globale). L’arteria gastrica di sin proviene direttamente dal tronco
celiaco e la gastrica di dx che viene dall’arteria epatica.
Facendo riferimento al tronco celiaco possiamo testare l’arteria pancreatica o duodenopancreatica. L’arteria
pancreatica non nasce direttamente dal tronco celiaco ma dall’arteria epatica e poi diventa a. duodenopan-
creatica. Però per facilitare il test potremo fare riferimento direttamente al tronco celiaco, quindi avremo una
mano sul tronco celiaco e l’altra sulla testa del pancreas (dopo averne fatto il repere).
Poi scendiamo di un livello dal tronco celiaco e andiamo a testare l’a. mesenterica sup. Sappiamo reperire
attraverso la depressione cutanea l’emergenza dell’arteria mesenterica sup, che si trova sulla faccia anteriore
dell’aorta addominale, come il tronco celiaco, e sappiamo reperire anche l’emergenza della radice del mesen-
tere, quindi con questi due punti di riferimento possiamo testare l’arteria mesenterica sup.
Testiamo le arterie renali e arterie surrenali. Immaginate la faccia anteriore dell’aorta e in sequenza le seguenti
depressioni cutanee: tronco celiaco, arteria mesenterica superiore (normalmente a livello d L1), leggermente
al di sotto dell’arteria mesenterica superiore, quindi tra L1 e L2, e di lato, trovo l’emergenza dell’arteria renale.
Vi dimostrerò la gestualità utile per reperire l’emergenza delle arterie renali. Le ghiandole surrenali invece
ricevono tre tronchi arteriosi:
arteria surrenale inferiore che proviene dall’arteria renale
arteria surrenale media che proviene direttamente dall’aorta
arteria surrenale superiore che proviene dall’arteria frenica che a sua volta nasce dalla parete laterale dell’aorta,
al di sopra del tronco celiaco.

Parte pratica
Dobbiamo localizzare il tratto di aorta su cui andiamo a fare i seguenti:
test di traslazione laterale e
test di trazione longitudinale
Il tratto di aorta che andiamo a testare è compreso tra il tronco celiaco e la biforcazione aortica.
Per reperire il tronco celiaco
1. parto con il pollice
dall’appendice xifoidea, scendo
verso il basso e leggermente a
sin dove vado a cadere in una
piccola depressione cutanea
che fa riferimento alla proiezi-
one anteriore del tronco celia-
co

2. entro leggermente in profondità e quando sento il battito sono sicuro di essere sulla parete anteriore
dell’aorta e quindi sulla proiezione del tronco celiaco
3. rilascio

65
sento il battito
rilascio

Per reperire la biforcazione dell’aorta (1° possibilità)


1. posso partire al di sopra della SIAS (siamo al di sopra del legamento inguinale), scivolo verso il pube e vado
a cadere in una piccola depressione che fa riferimento all’arteria iliaca esterna

sopra la SIAS

2. se da questo punto risalgo verso l’ombelico vado a ca-


dere in una piccola depressione che è la proiezione della
biforcazione delle iliache (siamo a livello di L4).
e
guinal
leg in

proiezione di L4

66
biforcazione
delle iliache

In questo modo ho trovato il tratto di aorta su cui farò i test. Se i reperi sono giusti vedete che l’iliaca di dx è
più lunga di quella di sin, dal momento che l’aorta si trova leggermente spostata a sin.
Per trovare il repere della biforcazione dell’aorta nelle due arterie iliache (2° possibilità)
Si parte dall’apofisi xifoidea e si cade, scendendo verso il pube, nella
1° fossetta > tronco celiaco
2° fossetta > a. mesenterica superiore
3° fossetta > a. mesenterica inferiore (L3)
4° fossetta > biforcazione delle iliache (L4)

1° fossetta >
tronco celiaco 2° fossetta >
a. mesenterica sup

3° fossetta >
a. mesenterica inf 4° fossetta >
biforcazione delle iliache

67
Osteopata alla dx del Pz con le mani sulla faccia anteriore dell’aorta, scivola verso fuori in direzione della pa-
rete laterale sin dell’aorta, oltrepassa i mm. retti dell’addome e poi scende in profondità.
test di traslazione laterale da sin verso dx

A questo punto fa il test di traslazione laterale da sin verso dx. Se sento che l’aorta non si lascia traslare
posso cercare di capire qual è la zona più in difficoltà. Facendo questo tipo di test vado indirettamente a tes-
tare anche le arterie lombari, che ci possono interessare in caso di lombalgie.

Test traslazione da dx verso sin


Test traslazione da dx verso sin. Se con le dita mi trovo scomodo posso mettere i pollici. L’Osteopata non
deve passare alla sin del Pz perché deve imparare a testare alla dx del Pz tutto il sistema arterioso: arterie to-
raciche, addominali, periferiche degli arti inf e sup, del collo…è come quando si fanno i test sul viscerale o sul
vertebrale.
Per fare il test
di trazione lon-
gitudinale ci
riposizioniamo
con le 4 dita sul-
la parete ante-
riore dell’aorta
o con i pollici
alle estremità
dell’aorta, andi-
amo in profon-
dità e trazionia-
mo. Nel caso di Federica
non ci sono problemi nella
trazione ma c’è qualche dif-
ficoltà nella traslazione da
sin verso dx.

68
Test su tronco celiaco e arteria epatica
Partiamo dall’apofisi xifoidea e arriviamo con la mano dx
sulla 1° fossetta.
Mettiamo indice e medio della mano sin sulla 7��������
°�������
carti-
lagine costale di dx e scendiamo lungo il margine del
torace fino a cadere in una piccola depressione che rap-
presenta la proiezione dell’ilo del fegato. Entriamo un
poco in profondità e facciamo un test di trazione tra
questi due punti.

ilo del fegato

arteria epatica

69
Test su tronco celiaco e arteria splenica
Con le dita della mano sin sulla 1�����������������������
°����������������������
fossetta andiamo rep-
erire con il pollice della mano dx l’8° cartilagine costale
di sin per andare in direzione della milza, dove posso
testare la prima porzione dell’arteria splenica.
dietro Il pollice si dirige prima verso dietro e poi verso fuori in
direzione posteriore.

fuori

fuori

arteria epatica arteria splenica

Test sulle arterie gastriche


Per quanto riguarda le arterie gastriche facciamo un test globale sulla piccola curva dello stomaco, perché lo
spazio è molto piccolo. Per trovare la piccola curva ci posizioniamo con i pollici sulla 7° cartilagine costale di
dx e ci volgiamo verso la linea mediana per cadere a ridosso di un muro.....

.........che rappresenta la piccola curva


dello stomaco.

70
Poi cerchiamo di e a quel punto
circoscriverla bene inizia il test

Movimento dei pollici


per mettere in trazi-
one la piccola curva
dello stomaco.

Test sull’arteria duodenopancreatica


Si parte dal tronco celiaco e si reperisce la testa del pancreas. Ci sono due modalità
1. quella che avete visto nelle lezioni di viscerale
2. oppure partendo dall’ombelico e scivolando verso dx, cadete contro la parete interna del secondo duo-
deno, dove all’interno in profondità cerchiamo la testa del pancreas.

Mano sin sul tronco celiaco


mano dx sulla testa del pancreas
test di trazione tra questi due punti.

71
Test sulle diramazi-
oni dell’a. mesenterica
sup
Cerco l’emergenza
dell’arteria mesenterica
superiore che trovo a
livello della 2° fossetta
a partire dall’apofisi xi-
foidea. Per essere sicuro
di stare sulla parete anteriore dell’aorta addominale vado in profondità per sentire il battito.
Poi devo reperire la radice del mesentere, partendo dalla fossa iliaca sin con il bordo ulnare della mano dx,
scivolo in alto al centro verso l’ombelico e cado appunto nella radice del mesentere.

A questo punto dove è posizionata la colonna del bordo ulnare della mano posizioniamo la colonna del
pollice. Tra questi due appoggi (a. mesenterica sup e radice del mesentere) facciamo un test sulla parte su-
periore-media-inferiore (corrispondono a tre porzioni in cui si può suddividere la colonna del pollice) della
radice del mesentere. La porzione inferiore corrisponde alla zona della fossa iliaca dx e alla valvola ileocecale.
In questo modo testiamo tutte le diramazioni dell’arteria mesenterica.

superiore

medio
diramazioni dell’a. mesenterica sup

72
inferiore

Test delle arterie renali


Il repere dell’arteria renale si trova
subito sotto la mesenterica sup (2° fos-
setta), sulla faccia laterale dell’aorta
addominale, tra L1 e L2. Vi ricordo che
l’a. mesenterica sup sta a livello di L1.
Reperiamo con il pollice della mano dx
l’a. mesenterica sup e..
poi cambiamo il pollice con il
medio e scivoliamo sulla pa-
rete laterale sin dell’aorta...

faccia lat dell’aorta

faccia ant dell’aorta

73
....e con il pollice della
mano sin facciamo una
ricerca dell’emergenza
dell’arteria renale sin.

direzione
della trazione

Devo sentire se, quando esercito una trazione, sono nel vuoto oppure avverto una corrispondenza sulle dita
della mano dx. Claudio fa l’es di una trazione nel vuoto (che corrisponde ad una zona al di sopra o al di sotto
dell’emergenza dell’a. renale sin) e di una trazione dove si sente una resistenza. Di solito siamo o alla stessa
altezza o leggermente al di sotto dell’a. mesenterica sup, è qualcosa che dovete cercare.

corrispondenza tra le due mani trazione nel vuoto


Una volta trovato la resistenza che corri-
sponde all’arteria renale, scivolo legger-
mente verso sin per essere in proiezione
dell’ilo del rene, sapendo che l’arteria
ilo del rene sin renale sin è più vicina all’aorta e quindi
più corta della dx. Infine quando ho tro-
vato i due punti, uno sulla parete laterale
dell’aorta e l’altro in corrispondenza dell’ilo
del rene, faccio il test di trazione.

74
Sempre dall’a. mesenterica superiore
posso scivolare con le dita della mano
dx sulla parete esterna dx dell’aorta,

poi metto il pollice della mano sin al


posto delle dita....

perché con le dita scivolo leg-


germente in basso-fuori (infatti
l’arteria renale di dx è più bassa e
lunga di quella di sin).

Poi con varie trazioni vado a cercare una corrisponden-


za tra il pollice e le dita delle due mani, e dopo averla
trovata faccio il test di trazione.

Test delle arterie surrenali


Il surrene ha tre rami vascolari deputati alla sua vascolarizzazione ma non abbiamo la possibilità di testarli
singolarmente, faremo qui il test globale.
Reperiamo il tronco celiaco e ci posizioniamo con tre dita della mano sin su tutta la parete esterna sin dal
tronco celiaco fino all’a. renale, posizioniamo il pollice della mano dx contro le dita e facciamo un test di
trazione per l’arteria surrenale sin come se volessimo togliere un cappello (ossia la ghiandola surrenale) dal
rene.

Poi facciamo scivolare le nostre dita un poco verso dx, blocchiamo con il pollice della mano dx la parete lat-
erale dx dell’aorta (nel tratto che va dal tronco celiaco all’arteria renale dx), con le dita della mano sin scivolo
leggermente più in fuori sempre verso dx e faccio un test globale per l’arteria surrenale di dx.

75
Test dell’arteria mesenterica inferiore
Vado a reperire la 4° fossetta fossetta a partire
dall’apofisi xifoidea.

4° fossetta

Dall’emergenza
dell’a. mesenter-
colon ica inf si crea una
discendente diramazione che
si distribuisce sul
colon discen-
dente, sul sigma
e sul retto.

sigma
retto

Anche in questo caso non abbiamo la possibilità di testare singolarmente tutte le diramazioni, ma grazie agli
organi possiamo testare:
1. in proiezione del colon discendente > l’arteria colica sin
2. in proiezione della sigma > l’arteria sigmoidea
3. in proiezione del retto > l’arteria rettale. Per reperire il retto partendo dall’alto, il primo solco che si incon-
tra dopo la biforcazione delle iliache è il solco che vi porta in direzione del retto (vi ricordo che partendo dal
davanti verso dietro abbiamo in proiezione: vescica-utero-retto oppure vescica-prostata-retto). Partendo dal
solco che vi dicevo ci troviamo sulla faccia superiore del retto.

sem 3

Controllo della microcircolazione sanguigna (file PPT)


Questo argomento introduce il lavoro che state facendo e farete sulle arterie con Claudio Petrucci. Però per
fare un buon lavoro sulle arterie bisogna conoscere alcuni meccanismi che controllano la vasocostrizione e la
vasodilatazione arteriosa, perché non è solamente un problema di tipo meccanico.
Per quanto riguarda il controllo della vasomotricità dovete tenere presente
Slide 2 che esistono diversi tipi di stimoli a cui un’arteria, diciamo una microarteria,
La muscolatura liscia vasale quasi un capillare, può rispondere. Ci possono essere per es problemi di tipo
risponde a stimoli: pressorio, quando è la pressione del sangue all’interno del capillare stesso
pressori (risposta miogena) a dare una risposta di tipo miogeno (una sorta di riflesso di stiramento al livel-
nervosi (SNV) lo dell’arteria). Questi stress pressori possono però arrivare anche dalla parte
ormonali esterna dell’arteria, per es per una restrizione su una fascia o del connettivo
metabolici locali che sta nall’esterno delle arterie: questo giustifica il lavoro diretto sulle arterie,
endoteliali ossia il recoil. Oltre a questo le arterie possono rispondere a stimoli nervosi,
dipendenti dal flusso principalmente ortoS ma anche paraS per alcuni tipi di circolazione (come
quella cerebrale, renale, cutanea e coronarica: in queste circolazioni c’è una doppia componente e
l’arteria è comandata in modo diretto sia dall’orto che dal para). Le arterie possono anche rispondere a sti-
76
moli metabolici locali (pensate per es alle infiammazioni, che alterano il metabolismo normale dei tessuti)
e a stimoli endoteliali. L’endotelio è costituito dalle cellule che rivestono internamente il capillare arterioso:
quando queste cellule vengono sottoposte a stress di tipo meccanico o ormonale o di altro genere possono
produrre a loro volta delle sostanze in grado di creare o una vasocostrizione o una vasodilatazione. Ci sono
poi dei casi in cui le arterie sono sensibili a stimoli che dipendono dal flusso all’interno dell’arteria, quindi
dall’attrito creato dallo scorrimento del flusso sanguigno sulla parete vasale: gli aneurismi si formano a partire
da questa situazione. Quando si creano alcune turbolenze nel flusso di sangue arterioso, le cellule che tap-
pezzano internamente le arterie e che sono predisposte per sentire una determinata direzione del flusso
cominciano a secernere determinate sostanze o a cambiare la loro fisiologia, in questo modo cambia il tessuto
arterioso, può andare incontro a cedimenti e questo fa sì che un po’ alla volta si formi l’aneurisma.
Slide 3 Principio di autoregolazione = quando un vaso viene disteso c’è un
Stimolazione pressoria aumento di contrazione delle fibrocellule (è il riflesso di contrazi-
La distensione di un vaso per aumen- one di cui abbiamo parlato prima). Questo principio agisce in tutte
to della pressione interna stimola la le arterie. Lo stiramento delle arterie, che si verifica quando fac-
contrazione delle fibrocellule. ciamo una tecnica per es di recoil sulle arterie, attiva i canali del
Meccanismo alla base del principio Ca (calcio), che provocano la contrazione della tonaca muscolare
di autoregolazione. Serve a regolare dell’arteria e/o dei capillari (infatti ci sono dei capillari, che si chia-
il flusso in base alle pressioni. Il flusso mano metacapillari, che hanno cellule muscolari lisce).
rimane costante in un intervallo pres-
sorio da 50 mmHg a 150 mm Hg.
Allo stiramento si attivano i canali Ca
che provocano la contrazione.

Slide 4 La stimolazione delle arterie dipende da uno stimolo nervo-


Stimolazione nervosa so soprattutto ortosimpatico e l’ortosimpatico è coordinato
Dipende all’ortosimpatico coordinato dai dall’attività di centri bulbo-pontini come il centro vasomo-
centri bulbo-pontini come il centro vaso- tore. Questo significa che ci sono dei centri, dei nuclei nel tronco
motore. encefalico che attivano la vasocostrizione o la vasodilatazione.
La densità di terminazioni nervose nei Bisogna sapere che questi centri che si trovano nel tessuto ner-
microvasi varia da tessuto a tessuto. voso si possono attivare o inibire in base anche al quantitativo e
Esse arrivano fino alle arteriole terminali. al tipo di neurotrasmettitori che il cervello sta producendo in un
Noradrenalina ed adrenalina attivano re- determinato momento. Esistono dei sistemi modulatori dif-
cettori α e β. Esistono fibre colinergiche fusi nell’encefalo come per es il sistema dopaminenergico, il
soprattutto nel muscolo scheletrico (va- sistema noradrenergico, il sistema serotoninenergico che dif-
sodilatazione). fondono questi neurotrasmettitori in modo ampio e globale.

Questi sistemi sono quelli che molto spesso regolano le emozioni, l’umore… per es nella depressione sono
stimolati alcuni centri, in situazioni di ira o di collera è stimolato per es il sistema noradrenergico, mentre il
sistema serotoninenergico è quello che fa rilassare, dormire e il sistema dopaminenergico è quello della grati-
ficazione. Quindi in base al tipo di neurotrasmettitore anche i centri bulbo-pontini possono essere interessati,
per cui in base allo stato d’animo di una persona si può avere un controllo sull’arteria e sull’irrorazione di de-
terminati compartimenti in periferia, in senso generale.
Esistono anche delle fibre colinergiche, soprattutto nel muscolo scheletrico, che regolano la vasodilatazi-
one e che fanno sempre parte dell’ortoS, anche se sfruttano l’acetilcolina come neurotrasmettitore. Perché
ci sono queste fibre che vasodilatano? Se uno è in una situazione di combatti e fuggi e deve scappare, ha
bisogno che il sangue arrivi alla muscolatura scheletrica. Se ci fosse una vasocostrizione cascherebbe a terra
dopo 20 m. È vero che l’ortoS è di solito un vasocostrittore, ma lo è in alcuni distretti mentre in altri crea una
vasodilatazione.

77
Ricordate che esiste anche una stimolazione ormonale e
Slide 5
che la vasopressina è prodotta nell’ipofisi post (la neuroi-
Stimolazione ormonale
pofisi). I peptidi natriuretici atriali, che sono rilasciati da-
Renina-angiotensina-aldosterone.
gli atri del cuore, hanno due azioni:
Vasopressina (viene dall’ipofisi post)
1. provocano vasodilatazione sulle arterie periferiche per
Neuropeptide Y (vasocostrizione).
abbassare la pressione
Peptidi natriuretici atriali (vasodilatazione).
2. fanno eliminare sodio (natriuretici) a livello del rene,
VIP viene liberato assieme all’aceticolina dalle
così il sodio porta via con sé anche l’acqua, si fa più urina e
fibre para postgangliari (vasodilatazione).
la pressione si abbassa.
Sostanza P (vasodilatazione).
Questa fisiologia dovete sempre leggerla in chiave osteo-
CGRP (vasodilatazione).
patica. Immaginate un Pz che viene a studio per una lom-
balgia e voi gli trovate lo psoas contratto, loggia renale positiva e pericardio positivo. Mettete in relazione
rene e pericardio? Si, attraverso una relazione fisiologica dovuta a questi peptidi natriuretici atriali. Infatti se
ci sono dei problemi al pericardio anche la funzione renale può andare a pallino, e di conseguenza lo psoas si
contrae e il Pz si lamenta per un mal di schiena. L’osteopatia è saper fare una sintesi. Se in una clinica dovesse
capitare un Pz come quello appena descritto e io vi chiedessi se gli tratterreste il pericardio, voi mi dovreste
rispondere di sì giustificando la vostra risposta con questa argomentazione che abbiamo appena visto (rene
> psoas > mal di schiena).
Esistono tantissime relazioni di questo tipo. Un altro caso può essere quello di un Pz che viene a studio per una
gastrite. Gli fate solo un test sullo stomaco e basta? No, perché la gastrite può dipendere da un problema del
duodeno che non funziona, da un problema del vago o da altre 1000 cause. Dovete cercare le cause perché
può anche succedere che il test di mobilità su questo stomaco risulti negativo..e allora? Magari dipende dal
duodeno, qui dovete pensare ai collegamenti viscerali dovuti anche alla funzione dei visceri, dovete pensare
alle quattro circolazioni e ampliare il vostro modo di pensare.
Il peptide vasointestinale (VIP), che provoca vasodilatazione, è prodotto in varie zone del corpo ma soprat-
tutto nell’intestino tenue. Questo significa che dovete magari lavorare determinati organi per risolvere de-
terminati problemi dovuti a relazioni di tipo ormonale.
Altri due peptidi come la sostanza P e il Peptide Correlato al Gene della Calcitonina (CGRP) sono prodotti
da situazioni infiammatorie e vengono prodotti dalle fibre ortoS che vanno nella matrice extracellulare, sede
in cui attivano/promuovono delle risposte immunitarie: citochine, l’attività dei macrofagi e dei linfociti.
Quando il prossimo anno farete il trattamento delle arterie
Slide 6
che vanno al polmone, se troverete un’arteria positiva, cioè
Stimolazione metabolica locale
in vasocostrizione, dovrete chiedervi qual’è la fisiologia del
Riduzione di O2 produce vasodilatazione
polmone, se c’è un problema di saturazione d’O2 o un prob-
(al contrario nel polmone).
lema di ipossia…. e dovreste ricordarvi che la riduzione di O2
pH (acidità produce vasodilatazione).
produce, nel polmone, vasocostrizione. Sempre pensando
Ioni potassio e fosfato.
alla globalità dovreste chiedervi qual’è il pH del Pz: se è un
ATP e AMP.
soggetto che è pieno di tossine, che mangia delle schifezze,
Adenosina (modulatore).
che beve molto alcol e quindi ha un pH tissutale che fa schifo.
CO2.
Questo soggetto può avere una vasodilatazione abnorme a
Chinine (vasodilatazione).
livello di alcuni distretti. Ricordate che anche alcune sostanze
Istamina (vasodilatazione).
come la chinina e l’istamina, sostanze prodotte dai processi
Serotonina (vasocostrizione se agisce
infiammatori, provocano vasodilatazione, mentre la sero-
sulla muscolatura liscia, vasodilatazione
tonina provoca vasocostrizione per es sui vasi cerebrali,
sull’endotelio).
quindi per questo motivo il Pz può soffrire di emicrania, ce-
falea. È un tipo di mal di testa causato dalla vasocostrizione (ne esistono anche altri che sono più legati alla
vasodilatazione) e i cui sintomi sono: pulsazioni in associazione a fotofobia, scotomi, campo visivo che diventa
nero. Per questo tipo di cefalea vengono dati dei farmaci, che sono per lo più inibitori dei recettori della se-
rotonina. Per noi è importante saperlo perché l’80% della serotonina presente nell’organismo è depositata
nelle cellule neuroendocrine della mucosa del tenue. Se viene a studio un Pz che soffre di mal di testa e
voi trovate una disfunzione di tenue, dovete trattargli il tenue oppure può succedere che questa persona
nell’anamnesi riferisca dei sintomi che fanno pensare al tenue, per es mal di testa, gonfiori addominali, prob-
lemi di assorbimento, crampi, disturbi del sonno. Pensate alla serotonina. Ve lo dico perché può capitare di
78
incontrare Pz così. Tempo fa è venuta da me a studio una ragazza bianca come un cadavere, con le occhiaie
molto accentuate, disintegrata praticamente…. da anni soffriva tutti i giorni di mal di testa atroci. Ho trattato
il cranio in modo classico e le membrane di tensione reciproca perché aveva delle disfunzioni a questo livello.
Ai test il tenue risultava iperpositivo. Trattando solo il cranio il mal di testa migliorava ma ritornava dopo 3
giorni, dopo aver trattato il tenue il mal di testa è praticamente sparito e le viene solo un giorno al mese. Ecco
perché dovete pensare alle relazioni.
Anche la stimolazione dell’endotelio da parte del flusso
Slide 7 sanguigno produce una serie di sostanze (non dovete
Stimolazione endoteliale saperle tutte). Ricordate magari il monossido d’azoto (NO),
Liberazione di EDRF (fattore dilatante l’endotelina e i trombossani, sostanze che sono presenti
dell’endotelio) indotta dall’acetilcolina. nell’infiammazione e che provocano vasodilatazione o va-
Monossido d’azoto (NO) - dilatazione. socostrizione. Dovete anche pensare che se l’endotelio è
Prostacicline (PGI) – dilatazione. putrefatto, infiammato perché il Pz ha avuto un’arterite o
EDHF (fattore iperpolarizzante endoteliale) - delle placche sclerotiche è ovvio che non sta bene al 100%
dilatazione. e che quindi produce queste sostanze, che magari provo-
Endotelina – costrizione. cano vasocostrizione. Con questo tipo di Pz quando fate i
Trombossani – costrizione. test sull’arteria, trovate delle tensioni, fate i vostri recòil, rip-
etete il test e l’arteria è tale e quale a prima.
Osteopata incapace? Forse c’è qualcos’altro, ossia questo che abbiamo detto sulla stimolazione endoteliale. Al
vostro livello dovreste almeno chiedervi: forse c’è qualcos’altro? E poi da qui cercare e andare avanti.
Questa è una cosa che non si dice mai ossia che
Slide 8 anche le vene sono sottoposte a un controllo
Stimolazione da flusso ortosimpatico. Anche le vene possono andare
Le forze tangenziali (shear stress) agiscono sulle cel- incontro a vasocostrizione anche se in modo
lule endoteliali che liberano NO (monossido d’azoto) meno eclatante delle arterie. Il riferimento è so-
all’aumentare dello stress meccanico. prattutto alle vene del sistema splancnico e cu-
taneo. A noi interessa però soprattutto il sistema
Slide 9 splancnico, ossia i visceri: anche la vena porta
Circolazione venosa può andare incontro a vasocostrizione per una
Ha un controllo dell’ortosimpatico su alcuni distretti in iperstimolazione ortosimpatica. Quindi po-
particolare: sistema splancnico e cutaneo. tete avere un’ipertensione portale causata da
Minor importanza a livello muscolo-scheletrico. un’iperortosimpaticotonia. Se trovate un prob-
lema di ipertensione portale dovete chiedervi
da che cosa dipende perché le cause possono essere diverse: un problema dell’ortosimpatico, un problema di
epiploon oppure tutti e due insieme. Bisogna fare di test, dopodiché si decide che cosa trattare. Se nel test si
trova positivo l’epiploon bisogna trattarlo dopodiché si può trattare il sistema ortosimpatico, perché poi nel
trattamento bisogna mettere insieme i pezzi, non si può trattare soltanto il sistema neurovegetativo e basta.
Tutta la componente viscerale della mobilità: inspiro-espiro, legamenti… va fatta contestualmente ad un lav-
oro neurovegetativo, non si può fare o l’uno o l’altro e basta. Dovete vedere tutti gli aspetti del viscere.
Le circolazioni sono distrettuali e ognuna di essa ha un controllo più o meno
Slide 10
diverso. Credo, ma non ne sono sicuro, che nella metodica seguita da Claudio
Circolazioni distrettuali
Petrucci si faccia un bilanciamento tra tutte le arterie del corpo. Personalmente
Coronarica
non sono convinto della validità di questo principio. Queste quattro circolazi-
Muscolare
oni distrettuali lavorano insieme ma hanno dei sistemi di controllo diversi, per
Cutanea
cui forse sarebbe meglio fare dei bilanciamenti all’interno di un distretto, non
Splancnica
mi sembra logico bilanciare un’arteria muscolare con un’arteria splancnica, o
una splancnica con una coronarica, perché hanno appunto dei sistemi di controllo diversi. Però questa è una
cosa che devo chiarire con Claudio.

79
La circolazione
Slide 11 delle corona- Slide 12
1. Microcircolazione coronarica rie dipende dai Regolazione metabolica
Regolazione metabolica. fattori elencati Consumo di O2 libera sostanze vasodi-
Nervosa riflessa. nella slide 11 latatrici.
Ormonale. ATP-ADP-Adenosina (vasodilatazione).
Autoregolazione (=riflesso di stiramento). Ioni K e H, prostaglandine, NO, CO2 (va-
Elastica (= il connettivo presente nell’arteria). sodilatazione).

La regolazione metabolica è quella relativa principalmente al consumo di ossigeno e al consumo dei prodotti
del metabolismo cellulare. Queste situazioni producono vasodilatazione. Perché? Se c’è consumo di ossigeno
vuol dire che il cuore sta lavorando, si attiva il metabolismo e quindi le coronarie si dilatano per portare più
ossigeno e prodotti del metabolismo al cuore. Più il cuore lavora e più le coronarie si dilatano. Nel cuore a
riposo le coronarie si restringono. Questa è una spiegazione del perché la maggior parte degli infarti avviene
a riposo. Infatti se ho una coronaria con un’ostruzione di un certo calibro finché il soggetto in questione va in
palestra e fa la cyclette, non succede nulla, perché la coronaria si dilata e il flusso di sangue che passa, nonos-
tante l’ostruzione, è sufficiente per il metabolismo del cuore, mentre quando il soggetto è a casa, si rilassa e
si addormenta davanti alla televisione, la coronaria si restringe e il suo calibro, ridotto a causa dell’ostruzione,
non fa passare il flusso di sangue sufficiente per il metabolismo a riposo del cuore e così il soggetto si fa un
infarto. Poi ci può essere anche il caso di un infarto durante un’attività fisica perché dipende dal tipo di os-
truzione della coronaria, dal momento che se l’ostruzione è importante può succedere che, nonostante la
dilatazione della coronaria, non riesca a passare un flusso di sangue sufficiente a mantenere il metabolismo
del cuore durante l’attività fisica. Poi ci sono altri fattori, perché la vasocostrizione delle coronarie è dovuta
anche ad altri ormoni e neurotrasmettitori, come per es gli ormoni steroidei: uno che sta sotto attività fisica
intensa produce ormoni steroidei (testosterone, GH….). Può succedere che uno ci lasci le penne anche per la
troppa attività fisica, che provoca un’iperproduzione di ormoni steroidei e la vasocostrizione delle coronarie.
Sulle coronarie abbiamo un doppio controllo diretto, quindi
Slide 13
sia orto che para (è una delle poche circolazioni ad averlo).
Regolazione nervosa riflessa
L’ortosimpatico sostanzialmente è vasocostrittore, mentre
Ortosimpatico adrenergico (recettori α vaso-
il para è vasodilatatore. Però esiste un’attività riflessa a dis-
costrizione e β vasodilatazione).
tanza sull’attività coronarica, che grazie a fibre ortosimpat-
Parasimpatico colinergico (vasodilatazione).
iche che viaggiano attraverso i vasi e a fibre parasimpatiche
Attivazione di riflessi a distanza che co-
che viaggiano con il n. vago, mette in relazione diversi or-
involgono l’attività coronarica dovuti
gani con il controllo delle coronarie.
all’innervazione diffusa attraverso le fibre or-
tosimpatiche vasali e parasimpatiche vagali.

Nella slide 14 ci sono i visceri interessati. Ad


Slide 14 es i meccanocettori dei visceri cavi come
Principali riflessi che coinvolgono il circolo coronarico per es la vescica, il colon discendente, lo
Recettori atriali: aumento del ritorno venoso provoca vaso- stomaco, la cistifellea e l’utero provocano
costrizione coronarica. la vasocostrizione delle coronarie. Se ho
Meccanocettori di visceri cavi: vescica, colon discendente, un problema di trazione, distensioni….
stomaco, cistifellea, utero provocano vasocostrizione per (parametri che sono rilevati dai meccano-
inibizione delle fibre para ed attivazione delle orto. cettori) su questi organi, potrei avere una
La vasocostrizione coronarica protratta indotta dalla stimo- vasocostrizione coronarica e se la coronar-
lazione dei meccanocettori viscerali attiva il sistema renina- ia è ostruita potrei anche avere un infarto.
angiotensina mediante un riflesso renale. Per es c’è il signore di mezza età che sa
che deve stare un po’ attento e che può fare uno strappo alla dieta magari una volta la settimana, che la
domenica va a pranzo ai Castelli romani e mangia di tutto e di più, gli viene uno stomaco così, distensione
meccanica dei meccanorecettori dello stomaco, vasocostrizione delle coronarie e schiatta dentro il piatto di
spaghetti. Stessa cosa per la cistifellea: contrazione della cistifellea e contrazione delle coronarie. Inoltre c’è
un’attivazione di questi meccanorecettori viscerali sul sistema renina-angiotensina, nel senso che se aumenta
la pressione delle coronarie (ossia c’è una vasocostrizione delle coronarie dovuta all’attivazione dei mecca-
norecettori di uno dei visceri che abbiamo visto sopra) si attiva, mediante un riflesso renale, il sistema renina-
80
angiotensina e questo è un altro es di come il rene possa avere delle connessioni funzionali con organi che
apparentemente non c’entrano niente come lo stomaco, il colon discendente, la cistifellea…. Se trovate per es
un Pz che soffre di mal di schiena, è iperteso, stomaco e rene sono positivi ai test, mettete in relazione questi
sintomi tra loro? Adesso si, prima no. Però se li mettete in relazione, dovete anche saperli spiegare perché non
sempre gli esaminatori delle commissioni DO conoscono così a fondo la fisiologia.
L’adrenalina di solito vasodilata, provoca
Regolazione ormonale delle coronarie tachicardia, perché c’è bisogno che il cuore
Adrenalina (midollare surrene), vasodilata. lavori di più.
Renina e ADH, vasocostringono. L’insulina ha un duplice effetto ma è preva-
Insulina, duplice effetto con prevalenza di vasocostrizione. lentemente un vasocostrittore
Progesterone, 17β-estradiolo, testosterone, vasodilatano.
GH, vasocostringe.

Quando l’arteria si distende, la sua elas-


Slide 16 ticità (regolazione elastica) si oppone
Regolazione elastica ed autoregolazione coronarica alla pressione del flusso sanguigno al
Si comportano in modo opposto. suo interno. Più però aumenta la pres-
La prima provoca distensione elastica della parete all’aumento sione all’interno dell’arteria e più il vaso
della pressione. tende a vasocostringere (autoregolazi-
La seconda una risposta costrittrice all’aumento della pressione. one coronarica). Nelle coronaria però
Pressione critica di chiusura tra 10 mmHg e 30 mmHg dipen- esiste anche una pressione critica di
dentemente dal tono vasomotore ortosimpatico. chiusura, intorno ai 30 mm Hg (quando
NB: mette in discussione l’utilizzo della tecnica father TOM. una persona ha una pressione di 30 mm
vuol dire che è già collassata) e questo
mette in discussione l’utilizzo della tecnica di father
TOM. In Osteopatia spesso vengono presentate delle
tecniche da fare in “casi di emergenza” e una di queste è
quella di father TOM: una tecnica che si fa creando una
compressione forzata sulle mastoidi, per avere una RE dei
temporali e quindi una iperstimolazione ortosimpatica.
Poi si rilascia immediatamente la presa, si comprime una
seconda volta in modo forzato, si rilascia di nuovo….

tecnica di father TOM


Vi sconsiglio di utilizzare questa tecnica con una persona che è svenuta a terra, perché per prima cosa non
sapete il motivo e in secondo luogo se la pressione delle sue coronarie è intorno ai 30 mm Hg, stimolando il
sistema ortosimpatico, gli chiudereste definitivamente le coronarie.

81
Slide 17 Fibre orto adrenergiche vasocostrittrici sotto
2. Circolazione muscolare controllo dei barocettori aortici e carotidei. Mag-
Regolazione nervosa. gior attivazione dei barocettori provoca minor
Ormonale. attività delle fibre.
Metabolica (soprattutto sotto sforzo). Riflessi vasocostrittori con stomaco, cistifellea e
Regolazione Nervosa utero.
Fibre orto adrenergiche vasocostrittrici sotto controllo Fibre orto colinergiche vasodilatatrici.
dei barocettori aortici e carotidei. Maggior attivazione Solitamente silenti, si attivano grazie ai centri ip-
dei barocettori provoca minor attività delle fibre. otalamici ortosimpatici (fight or flight).
Riflessi vasocostrittori con stomaco, cistifellea e utero.

Nella circolazione muscolare ci sono tre tipi di rego-


Slide 19 lazione: nervosa, ormonale e metabolica. Per quanto
Regolazione ormonale riguarda la regolazione nervosa sappiate che ci sono
Insulina, 17β-estradiolo, progesterone e testoster- delle fibre orto sia adrenergiche vasocostrittrici che
one provocano vasodilatazione muscolare. colinergiche vasodilatatrici (queste sono la maggior
Noradrenalina provoca vasocostrizione (recettori α). parte soprattutto nei muscoli degli arti inferiori e
Adrenalina provoca vasodilatazione (recettori β). sono funzionali alla corsa).

Slide 20
Regolazione metabolica
Cataboliti come ioni H e K, CO2, adenosina, acido lat-
tico, iperosmolarità provocano vasodilatazione.
La regolazione metabolica della circolazione muscolare
è dovuta ai prodotti di scarto delle cellule muscolari.

Slide 21 La frazione cutanea è sotto il controllo di fibre ortosimpat-


3. Circolazione cutanea iche sia adrenergiche (vasocostrizione) che colinergiche (va-
Fibre orto sia adrenergiche (vasocostrizione) sodilatazione). Questa situazione spiega il dermografismo
che colinergiche (vasodilatazione). bianco e il dermografismo rosso. Voi sapete che l’attività
Bradichinina (vasodilatazione). delle fibre adrenergiche dell’orto viene mantenuta anche
Termoregolazione: freddo (vasocostrizione), dalla secrezione di adrenalina da parte delle ghiandole
caldo (vasodilatazione). surrenali, che mantengono l’attività ortoS nel tempo.
Condizioni emotive.
Se fate a un Pz la prova del dermografis-
mo per vedere se il suo sistema orto-
simpatico è iperattivo, con il vostro test
date una stimolazione meccanica alle fi-
bre neurovegetative dell’avambraccio,
che rispondono nell’immediato con
una vasocostrizione (segno bianco,
perché create ischemia) a cui segue
una graduale vasodilatazione (segno
rosso). Si valuta:
1. se diventa rosso subito (=iperorto),
2. quanto diventa rosso (= se è tanto
rosso significa iperorto)
3. per quanto tempo rimane (= se rimane rosso a lungo significa iperorto).
Poi esiste un dermografismo bianco nel senso che facendo il test la traccia non diventa mai rossa ma rimane
sempre bianca. Questo significa che c’è troppa adrenalina in giro che mantiene la vasocostrizione e impe-
disce la vasodilatazione reattiva. Così quando nel trattare un Pz vedete che gli rimangono sul corpo dei segni
bianchi dovete ricordarvi di controllare la midollare del surrene. Il surrene è un altro organo che non si fila
82
nessuno, mentre è una ghiandola importantissima in tutti i processi omeostatici e che molti hanno in pes-
sime condizioni a causa dello stress. Infatti ultimamente sono in aumento i tumori della surrenale, che danno
all’inizio dei sintomi subdoli (tachicardia, agitazione, disturbi del sonno, nelle donne possono crescere di più i
peli delle gambe, perché la surrenale produce anche androgeni).
Slide 22 Slide 23
4. Circolazione splancnica Principio di autoregolazione
Arteria celiaca: stomaco, milza, fegato. Presente solo nel tenue (?) opera tra valori di 30-120
Arteria mesenterica superiore: stomaco, mmHg. (?) forse per favorire l’assorbimento.
pancreas, tenue, metà colon trasverso. Regolazione nervosa
Arteria mesenterica inf: il resto del crasso. Fibre orto attivano sia recettori α (vasocostrizione) sia
β (vasodilatazione).
Slide 24 Meccanocettori di cistifellea, utero e colon discen-
Regolazione ormonale dente provocano vasocostrizione mesenterica.
Insulina, 17β-estradiolo, progesterone e testos- Meccanocettori di vescica, utero, stomaco provocano
terone, CCK, secretina, gastrina, VIP provocano attivazione del sistema renina angiotensina.
vasodilatazione. Fibre paraS vasodilatano indirettamente agendo sul
Fattori umorali locali: serotonina, bradichinina, SNE e le cellule enterocromaffini con liberazione di
prostaglandine, sostanza P e NO provocano va- serotonina.
sodilatazione.
La circolazione splancnica (viscerale) è quella che ci interessa quest’anno. Anche questa circolazione e sotto
l’influenza principalmente di un’attività nervosa ortosimpatica e poi meccano recettoriale. Un problema mec-
canico di cistifellea, di utero, di colon discendente provocano una vasocostrizione mesenterica. Può
capitarvi un Pz che ha un tenue che non è irrorato bene, che non assorbe più niente, ha la pancia fredda…..
i cui problemi potrebbero dipendere da una disfunzione del colon discendente oppure dell’utero (se è una
donna), disfunzioni che vanno liberate. Anche qui dobbiamo ripeterlo: molto spesso ci sono degli organi (cis-
tifellea, colon discendente, vescica, utero, stomaco) che sembra che non c’entrino niente con l’ipertensione o
con il sistema renina-angiotensina e che invece per il discorso che abbiamo fatto oggi possono essere messi
in relazione con il rene.
Ricordate quando parliamo di riflesso renale parliamo di un riflesso che attiva o inibisce il sistema renina-
angiotensina. Il riflesso renale di per sé crea o una vasocostrizione o una vasodilatazione delle arterie renali.

Le fibre parasimpatiche vasodilatano le arterie della circolazione splancnica agendo sul sistema nervoso en-
terico (SNE) e sulle cellule enterocromaffini, che sono quelle che depositano la serotonina. Quando facciamo
un lavoro sulle arterie dei visceri dell’addome usiamo anche un test di iperemia e di ipoemia, per decidere se
lavorare sulla vasocostrizione o vasodilatazione di un determinato viscere. Trattiamo la vasocostrizione o la
vasodilatazione agendo direttamente sull’ortoS, perché l’ortoS lavora direttamente sulle arterie splancniche,
quindi se devo creare una vasodilatazione inibisco l’orto, se devo creare una vasocostrizione stimolo l’orto.
Però dobbiamo tener presente che il paraS lavora in modo indiretto sulla circolazione splancnica liberando
per es la serotonina, che è vasocostrittrice.
Ricordate anche che ci sono degli ormoni prodotti dagli stessi visceri che regolano la circolazione splancnica:
per es CCK, secretina, gastrina… e provocano vasodilatazione per ovvi motivi fisiologici (siccome l’attività
del viscere aumenta – perché si è in fase digestiva o di assorbimento - deve anche aumentare l’afflusso di
sangue).
Slide 25 A livello di flusso epatico c’è un doppio effetto orto sia
Flusso epatico vasodilatatore sull’a. epatica che vasocostrittore sulla
75% dalla vena porta e 25% dall’arteria epatica. vena porta, perché se il fegato ha bisogno di lavorare di
Controllo metabolico (adenosina ?): non ancora più ha bisogno di più sangue arterioso e di meno sangue
provato. venoso, perché magari in quel momento non deve fil-
Controllo nervoso: trare o digerire i prodotti che gli arrivano dall’intestino
Fibre ortosimpatiche vasocostrittrici. ma deve liberare glucosio (glucogenesi)…..
Forse doppio effetto: vasodilatatorio sull’arteria
epatica e vasocostrittore sulla vena porta.

83
Pratica
Prendete per es lo stomaco e fate un lavoro completo sul viscere, che comprende:
repere dello stomaco
test sui legamenti
test di mobilità
test di ipermia e ipoemia
inibizione o stimolazione dell’orto (in relazione al test di ipo o iperemia)
lavoro sull’orto per le funzioni dell’organo:
1. se il Pz riferisce una digestione lenta, pensate all’orto o al para? All’orto, perché chiude gli sfinteri e
inibisce la peristalsi,
2. se invece il Pz dice che ha la gastrite, sputa acido dalla mattina alla sera a cosa pensate? Al para, perché
aumenta le secrezioni di acido cloridrico.
Quindi la sequenza è: anamnesi, osservazione, test, disfunzioni. Se trovo delle disfunzioni su D8, devo ridurle
prima di lavorare il sistema orto (o con un thrust o con il test di inibizione). Se poi nei vostri test trovate anche
una OM positiva, un esofago toracico positivo a cosa pensate? Al vago, per cui se trovate delle disfunzioni sul
decorso del vago dovete trattarle, perché le mettete in relazione con le funzioni dello stomaco.
Fatto questo trattate le arterie relative al viscere.
A seguire testate i plessi, che sono adesi con delle fasce alla parete post, quindi fate un lavoro fasciale sui
plessi o diretto o sulla cinetica spontanea.
Se in tutto questo trovo anche un duodeno devo trattarlo perché so che il duodeno secerne secretina, che ha
un effetto (l’abbiamo visto)….e sul duodeno devo ricominciare con lo stesso ragionamento che ho fatto per
lo stomaco.

sem 4

Quando vado a trattare un Pz con tecniche neurovegetative? Quando sia nell’osservazione che
nell’anamnesi del Pz abbiamo tutta una serie di segni e sintomi che ci riportano verso un’alterazione generale
del vegetativo. Questo ci riporta su un controllo di tipo sistemico.
I sintomi e segni principali si rifanno alla sua funzionalità:
1. interviene nella funzionalità organica generale (battito, respirazione, regolazione pressione arteriosa)
2. interviene sulla regolazione dell’infiammazione in generale (frequenti tendiniti)
3. regolazione del sistema endocrino (alterazioni sulla tiroide, metabolismo del Ca e fosfato, attività surre-
nali, alterazioni dei cicli mestruali nella durata)
4. attivazione del sistema immunitario (problemi generalizzati nell’immunità: allergie, patologie autoim-
muni ecc..)
Ogni volta che ci troviamo di fronte a degli squilibri generalizzati del Pz possiamo lavorare sul SNV in generale
Test per indagare il SNV generale > test dei globi oculari
Tecniche per lavorare il SNV
1. sacro (stimolazione o inibizione)
2. tratto dorsale (stimolazione inibizione)
3. craniali (stimolazione e inibizione)
Queste tecniche si lavorano tutte insieme perché stiamo lavorando in maniera generale.
Quando si lavora sul SNV la seduta prevede solo questo sia in termini di tecniche che di tempo. È ovvio che
non lo faremo in prima seduta; prima toglieremo tutte le disfunzioni che possono ostacolare le tecniche NV
e poi lavoreremo solo sul SNV.

Test dei globi oculari


Quando si lavora il SNV generale dobbiamo tener presente uno schema per capire se il simpatico o parasim-
patico sono utili o meno in quel momento al Pz. Nell’anamnesi dobbiamo capire perché quel neurovegetativo
è alterato e da quanto tempo. Se il Pz sta vivendo una situazione particolare è normale che il test sui globi sarà
positivo e troveremo un’alterazione del NV (questo perche il SNV ci mette in relazione con l’ambiente esterno.
Qualsiasi trauma fisico, emotivo o malattia altera il NV).
Se questa alterazione perdura per più di un mese a questo punto si può intervenire, prima no perché togliamo
all’organismo le sue capacità di reazione e autoregolazione.
84
Il test dei globi oculari prende come riferimento 2 parametri: la frequenza cardiaca e la risposta della
forma del polso alla stimolazione meccanica.
La frequenza cardiaca indica lo stato di base del Pz in quel periodo (a condizione che il Pz sia in una situazione
di «comfort» fisico e psichico).
La risposta della forma del polso indica
quale sistema in quel momento è più
sensibile ad una stimolazione esterna
(in questo caso meccanica).
Pz supino
1. Prendo la freq cardiaca al polso su 30
sec o 1m
2. Appoggio sui globi oculari e sento la
forma del polso:
- se dopo 3-4 sec il polso tende a spari-
re diventando filante o sfuggente
- se dopo 3-4 sec il polso tende ad au-
mentare il tono
- dopo 5 secondi abbiamo sempre una
risposta parasimpatica.

I risultati del test


1. Freq cardiaca normale + polso
sfuggente (risposta parasimpatica) >
abbiamo avuto questa risposta perché
l’ortosimpatico non è stato in grado di
compensare la stimolazione agli occhi
che abbiamo dato = ipo-ortosimpa-
tico.
2. Al contrario se la freq è normale e
aumenta l’intensità del battito (rispos-
ta orto) = Ipo-parasimpatico
Nell’occhio arrivano sia le fibre orto
che para ed è l’unico punto del corpo
in cui posso stimolarle contempora-
neamente. Per cui quando le compri-
mo, il sistema facilitato si fa sentire di
più perché l’altro sistema non riesce a compensare questa stimolazione. Nella normalità dovrei avere una freq
cardiaca normale e nello stesso tempo quando comprimo i globi oculare
a) o non succede nulla
b) oppure tende a diventare leggermente più filante
3. Bradicardia con polso sfuggente (risp parasimpatica) = Iper-parasimpatico.
Ovviamente questo è un discorso che va fatto con una persona normale. Se parliamo di un maratoneta il bat-
tito inferiore a 60 non è da considerare come freq cardiaca normale
4. Tachicardia con aumento del tono (risp ortosimpatica) = Iper-ortosimpatico

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Situazioni paradosse o Distonie
a) bradicardia con aumento del tono
b) tachicardia con polso sfuggente
Nelle distonie neurovegetative ci
troviamo di più di fronte al campo
medico. Su una distonia vera si può
lavorare relativamente (ad es Pz che fa
uso di stupefacenti, psicofarmaci ecc..)

Tecniche neurovegetative
Queste tecniche sfruttano il principio secondo il quale una stimolazione meccanica su una qualsiasi parte del
neurone scatena un potenziale d’azione.
Stimolazione del sacro: agisce sull’ortosimpatico per il collegamento diretto con la
catena gangliare.
Mano craniale sul sacro dà un impulso anteriore
Mano caudale sulla SIPS dà un impulso ant-esterno per aprire l’interlinea
Comprimo il Pz e successivamente inizio la tecnica.
La tecnica prevede 20 compressioni con una frequenza elevata da entrambi i lati
(per lavorare sia la catena di dx che di sin). Deve oltrepassare il sacro e arrivare sui
gangli.

Inibizione del sacro


Una mano sul sacro. Durante più atti inspiratori mantengo il sacro, durante più atti Esp
guadagno in anteriorità. Nella tecnica devo mandare il sacro in massima anteriorizzazi-
one e poi mantengo 90 secondi.
Questa tecnica agisce sempre sui gangli orto inibendo (meccanicamente quando un
ganglio o assone viene compresso per un certo periodo di tempo i potenziali e la tras-
missione tendono a ridursi). Inoltre in questa tecnica stimolo il parasimpatico perché
induco una E del cranio. L’E del cranio generale stimola il parasimpatico.

Stimolazione dorsali
È una tecnica che agisce sui gangli latero-vertebrali
Mano craniale prende la trasversa omolaterale
all’osteopata di una vertebra
Mano caudale prende la trasversa della vertebra so-
prastante
Con un appoggio sulle trasverse, vado in compres-
sione ed effettuo un lavoro a farfalla (avvicinando le
dita). Così creo un’inclinazione tra le due vertebre:
l’inclinazione si associa ad una rotazione che mi au-
menta le possibilità di contatto con la catena latero-
vertebrale da un lato. All’inclinazione associo una
compressione. Questo per 20 volte su tutto il tratto
vertebrale su cui posso avere un buon contatto sulle trasverse.
86
La stimolazione deve essere bilaterale quindi l’Osteopata deve ruotare dall’altro lato.
Se voglio lavorare dalla stessa posizione sull’altro lato posso utilizzare la stessa tecnica e posizione delle mani
lavorando in apertura con le mani. (le dita si allontanano).

Inibizione delle
dorsali
L’Osteopata po-
siziona le dita tra
le trasvere con
l’obiettivo di essere
profondo e rag-
giungere i gangli.
La tecnica prevede
una compressione
di 90 sec su tutti i
livelli.

Inibizione del vago


Il medio scorre dietro la mastoide nel
binario dell’OM (avanti-dentro), com-
prime i tessuti dietro il foro giugulare
rispettando la loro tensione. Arrivati al
massimo guadagno aspetto 90 sec.

Inibizione del vago


Il medio scorre dietro la mastoide nel
binario dell’OM (avanti-dentro), com-
prime i tessuti dietro il foro giugulare
rispettando la loro tensione. Arrivati al
massimo guadagno aspetto 90 sec.
Stimolazione del vago
La presa è identica ma senza com-
pressione. L’Osteopata farà effettu-
are al cranio del Pz delle inclinazioni
dell’occipite (immaginando un asse
ant-post al centro del cranio su glabel-
la). Questo perché l’inclinazione si as-
socia a una rotazione che in modo alternato stimola il tronco vagale.

Tecniche sul cranio


1. Compressione 4° ventricolo: tende a stimolare il parasimpatico.
2. Rotolamento simultaneo dei temporali: tende a stimolare l’ortosimpatico. Facilita le fluttuazioni del LCR
in senso ant-post.
Presa sul cranio appoggiando il pollice sulle mastoidi.
Entro in ascolto e prendo il parametro del temporale con minor ampiezza.
Alla fine di ogni RE, in riferimento al parametro di minor ampiezza, cerco di effettuare un piccolo impulso in
RE
3. Rotolamento alternato dei temporali in rallentamento (5,4,3,…): prevede una maggior fluttuazione
87
del LCR in senso trasversale ed una probabile stimolazione del parasimpatico.
In questa tecnica oltre alla mastoide cerco di avere un appoggio anche sulla squama del temporale.
Sento sempre il parametro di minor ampiezza in RE.
Qui devo forzare da un lato la RE e dall’altra la RI
(sfruttando o il tronco o gli avambracci). Il movimento
deve rispettare il ritmo del Pz.
Per lavorare in rallentamento non dobbiamo tener
conto della minore o maggiore ampiezza ma dobbi-
amo tener conto di mandare in rot esterna da un lato
e interna dall’altro mantenendo 5 secondi con una
certa ampiezza, dopo lo facciamo dall’altro lato per 5
secondi. Ripeto il rotolamento da entrambi i lati per
4 sec; poi per 3…e cosi via. Lavoro sia sul tempo che
sull’ampiezza del movimento

4. Rotolamento alternato dei temporali in accelerazione (1, 2, 3,…): prevede una maggior fluttuazione
del LCR in senso ant-post ed una probabile stimolazione dell’ ortosimpatico.
La presa è identica e la spinta oltre ad essere laterale è anche lievemente anteriore
Anche qui devo imporre un ritrmo
Entro in ascolto
Decido su quale punto iniziare
Farò dei movimenti che partono con piccola ampiezza (1 sec); successivamente 2 sec; ….
NB: Probabilmente queste tecniche agiscono sulle cellule ependimali e sulle fluttuazioni che si svolgono nel
4° e 3° ventricolo con effetti sul SNV.
A livello del 3° ventricolo, lateralmente abbiamo l’ipotalamo. Si è visto che le pareti del 3° ventricolo sono
tappezzate da cellule epindimali con ciglia: queste sono sensibili sia alla pressione che alla direzione del flus-
so del liquor. Queste cellule hanno attività recettoriale, connesse a neuroni che vanno verso alcuni nuclei
dell’ipotalamo. Quando il flusso e pressione del liquor a livello del 3 ventricolo stimolano le ciglia, queste at-
tivano i neuroni collegati all’ipotalamo stimolando attività simpatica generalizzata
Quando cambia la direzione della stimolazione cambia anche il tipo di connessione ipotalamica con attività
ortosimpatica.
Le tecniche di Jean prevedono sempre l’effettuazione della tecnica in ascolto. Si darà un parametro di rallen-
tamento o accelerazione dell’IRC
A differenza queste tecniche prevedono sempre di rallentare o accelerare ma non nell’IRC. Prevedono una
forzatura meccanica dove l’operatore non è più in ascolto.

sem 5

Revisione di un trattamento del SNV specifico per i visceri


Oggi cerchiamo di mettere insieme quello che abbiamo fatto durante questi anni.
Vediamo che cosa bisogna tener presente nel trattamento di un viscere dal punto di vista neurovegetativo:
1. la mobilità: un viscere che non è libero di muoversi nelle sue logge interferisce, attraverso collegamenti
fasciali, sia sulle terminazioni nervose che sulla componente vascolare

2. test di iper- e ipoemia: questo test indica se c’è un eccesso oppure un difetto nell’afflusso di sangue al
viscere, quindi ci dà un’idea della vasomotricità relativa a quell’organo

3. controllo della componente ortosimpatica, per due motivi:


3a. la vasomotricità
3b. le funzioni dell’organo

3a. la vasomotricità > a questo proposito lavorerete l’ortosimpatico per stimolarlo o per inibirlo in funzione
di quello che avete trovato ai test di iper o ipoemia, perché abbiamo detto che l’orto simpatico comanda in
modo diretto la vasomotricità relativa ai visceri. Ricordatevi che esistono dei visceri che hanno la doppia com-
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ponente: orto e para che arriva sul vaso, ossia: il rene, la circolazione cerebrale, la vasomotricità coronarica e
alcune arterie che vanno agli organi genitali. Il resto degli organi ha una vasomotricità ortosimpatica. Ricor-
date però che la vasomotricità dipende anche da altri fattori:
- fattori metabolici locali, sia dell’organo che viene irrorato (avevamo fatto l’es del cuore: quando il cuore
lavora di più, una ha più bisogno di ossigeno e l’ipossia fa sì che le coronarie si dilatino; quindi in questo caso
lo stimolo che provoca la vasodilatazione delle coronarie è biochimico, interno all’organo)
- sistema endocrino/biochimico (abbiamo visto che ci sono alcuni ormoni con potere vasocostrittivo ed altri
con potere vasodilatativo sulle arterie, come per es gli ormoni steroidei, l’insulina, che di solito sono vasodi-
latatori
- fattori locali endoteliali, così chiamati perché sono prodotti dall’endotelio dell’arteria. Questo può suc-
cedere in caso di stiramento meccanico dell’arteria, di compressione o di alterazione del flusso di sangue
all’interno dell’arteria
- tutti questi fattori fanno capo a fattori di tipo emotivo, perché il SNV non finisce nel midollo concentri di
integrazione che sono per es ipotalamici, sistema limbico e corteccia. Quando uno si spaventa ricordate che
c’è tutta una serie di reazioni biologiche conseguenti che riguardano anche la vasomotricità
3b. le funzioni dell’organo > abbiamo visto soprattutto le funzioni che riguardano la parte muscolare liscia,
per cui si può dire che in generale l’orto simpatico sul tubo digerente inibisce la peristalsi e chiude gli sfin-
teri. Oltre a questo anche altre funzioni: per es inibisce le secrezioni della mucosa del viscere, regola alcuni
processi infiammatori all’interno della mucosa, regola l’assorbimento nelle zone in cui questo avviene, come
nel tenue e nel colon. Quindi per lavorare il neurovegetativo di un viscere bisogna conoscere la fisiologia di
quel determinato organo (dovete studiare la fisiologia) e sapere qual’è il sistema che comanda le funzioni di
quell’organo altrimenti non si capisce niente

4. lavoro sulla componente parasimpatica, per due motivi:


4a. in relazione alle funzioni dell’organo
4b. Per la vasomotricità indiretta o per quelle circolazioni in cui c’è una doppia componente, per es il
cuore

4a. in relazione alle funzioni dell’organo > ricordate che in molti organi il parasimpatico promuove la secr-
ezione, la peristalsi, l’apertura degli sfinteri. Anche qui dovete ragionare sulle funzioni. Sullo stomaco ad es
potreste avere due situazioni che spiegano lo stesso sintomo. Immaginate che arrivi a studio un paziente con
mal di schiena e problemi di gastrite; dopo aver fatto le vostre valutazioni decidete che dovete lavorare lo
stomaco e così valutate la mobilità (legamenti e mobilità rispettoal diaframma) e poi lavorate il vegetativo
dello stomaco; però ci può essere una situazione in cui la gastrite dipenda da un’iperattivazione del sistema
ortosimpatico è un’altra in cui dipende da un’iperattivazione del sistema para. Come fate a distinguere i due
sistemi? Dovete pensare ai sintomi.
Es: una gastrite dovuta al sistema orto chiude gli sfinteri e inibisce la peristalsi, per cui dopo il pasto il cibo
ristagna nello stomaco con conseguente infiammazione della mucosa dell’organo (l’infiammazione si innesca
perché il cibo rimane troppo a lungo nello stomaco e così danneggia la mucosa), per cui viene una gastrite da
ristagno. Il Pz dirà di sentire, subito dopo il pasto, un peso allo stomaco, di avere una digestione lenta.
Al contrario in una gastrite dovuta al sistema para: il Pz dice di avere una gastrite con reflusso e che quando
mangia un pezzo di pane sta meglio anche se brevemente. Questo succede perché gli sfinteri sono aperti, c’è
la peristalsi e c’è anche una ipersecrezione di acido cloridrico nello stomaco. Appena il Pz mangia qualcosa
viene tamponato l’eccesso di acido cloridrico ma poi il reflusso si ripresenta.
Questo ragionamento può essere annullato dal fatto che in osteopatia, quando trovate delle disfunzioni, ossia
delle restrizioni di mobilità, le trattate: nel caso quindi di una gastrite di origine para dovreste trovare delle dis-
funzioni sul decorso per es del n. vago, mentre nel caso di una gastrite di origine orto troverete delle disfun-
zioni sul decorso dei nervi della catena latero-vertebrale. Ricordate quindi che la sintomatologia del Pz deve
essere confermata da una serie di disfunzioni che trovate facendo i test. Nonostante questo dovete ragionare
sulle funzioni di un organo in rapporto sia al sistema orto che para e questo dovete farlo per tutti i visceri.

5. Trattamento delle arterie: al punto 3) avete lavorato il controllo neurovegetativo sull’arteria, adesso
dovete lavorare direttamente l’arteria

89
6. Trattamento dei plessi neurovegetativi prevertebrali: intendo il plesso celiaco, il plesso mes-
enterico e via dicendo, perché sono zone di integrazione del sistema orto e para. Se a questo livello la via è
ostruita i segnali potrebbero passare in modo alterato con relativa sofferenza di uno o più visceri.
Il trattamento dei plessi neurovegetativi si fa arrivando con la mano alla profondità dell’arteria (per es aorta
o a. mesenterica sup…) davanti ad essa, a quel punto si fa un test fasciale in tutte le direzioni per trovare la
riduzione di mobilità (dx-sin, alto-basso, rotazione dx-sin), dopodiché si può ridurre la disfunzione in due
modi:
- diretto
- lavoro sulla cinetica spontanea, raggiungendo i vari still point e allentando le tensioni
A fine trattamento rifate il test di iper- e ipoemia e ci deve essere un cambiamento, se avete lavorato bene.

Tecniche a disposizione per un lavoro neurovegetativo sui visceri


Per il sistema ortosimpatico: tecnica di stimolazione e inibizione delle dorsali (del tratto relativo all’organo)
Per il sistema parasimpatico: tecnica di stimolazione e inibizione del n. vago
Tecnica di stimolazione e inibizione del sacro
lavoro diretto sulle arterie
test e lavoro sui plessi
Adattate tutte queste tecniche in base al problema viscerale che avete trovato
Pratica su stomaco e tenue
Su questi organi applicate lo schema di trattamento che abbiamo appena visto.
Ricordate che il trattamento del SNV va fatto solo dopo che sono state tolte le disfunzioni sulla struttura. Se
trovate una disfunzione sulle vertebre dorsali dovete per prima cosa toglierla e lo stesso dicasi se trovate una
disfunzione di mobilità su un organo

Anno 6 sem 1

Innervazione neurovegetativa del cuore


Slide 2
Voi sapete che quando vengono tolte tutte le in-
Innervazione del cuore
nervazioni dal cuore, esso riesce comunque a man-
Il cuore da solo grazie alle cellule pacemaker assicura
tenere un battito autonomo di 100 battiti al minu-
100 battiti al minuto. Il SNV ne assicura la modulazione
to, dovuto alla presenza delle cellule pace-maker
e l’adattamento alle situazioni esterne ed interne.
al suo interno. Sia sul cuore che su altri organi il
ParaS
sistema orto e parasimpatico hanno un ruolo di
Tre rami del vago.
modulazione e non di controllo diretto.
1° nervo cardiaco (superiore) del vago. Arriva all’arco
Il sistema paraS agisce sul cuore grazie a 3 nervi
aortico ed al tessuto nodale (nodo seno atriale).
cardiaci del vago (anch’essi, come quelli orto, dis-
2° nervo cardiaco (medio) del vago. Nasce da un
tinti in superiore medio è inferiore):
ramo del nervo laringeo ricorrente.
il 1° n. cardiaco (sup) del vago (da non confond-
3° nervo cardiaco (inferiore) del vago. Si distacca
ere con il n. cardiaco che origina dal sistema ortoS)
dal tronco principale quando entra nel mediastino.
> arriva all’arco dell’aorta ed al nodo seno atriale
il 2° n. cardiaco (medio) del vago > è una diramazione del n. laringeo ricorrente (ramo del n. vago)
il 3° n. cardiaco (inf) del vago > è un ramo che si stacca dal tronco principale del vago nel momento in cui il
vago entra nel mediastino
OrtoS
Slide 3
L’innervazione orto è data principalmente dai gangli ortoS della cat-
OrtoS
ena latero-vertebrale nel tratto D1-D5 (quindi ha una relazione con
Neuroni pregangliari emergono
un bel tratto della colonna dorsale) e dai gangli cervicali sup, medio e
dal livello D1-D5. le fibre risalgono
inf/stellato. Infatti dal livello D1 –D5 le fibre risalgono fino al livello dei
al ganglio stellato, al ganglio cer-
gangli cervicali per poi formare i nn. cardiaci ortoS superiore, medio e
vicale medio ed al ganglio cervi-
inferiore.
cale superiore, da cui si originano
A livello del cuore, dei vasi che vi arrivano e delle fasce che lo avvol-
rispettivamente i nn. cardiaci
gono, ossia il pericardio viscerale, parietale e tutti i setti fasciali del me-
inferiore, medio ed superiore
diastino (li faremo con fasce) è accolto il plesso cardiaco, plesso dove le
dell’ortoS.
fibre orto e para si uniscono.
90
91
Il vago innerva principalmente gli atri e non i ventricoli, perché
Slide 7
all’interno degli atri ci sono dei barocettori, ossia dei recettori che
Il vago non innerva i ventricoli ma
mandano informazioni al SNC sul grado di pressione presente a liv-
solo gli atri.
ello atriale.
In caso di tachicardia si sconsiglia
Ricordate che se un Pz ha una tachicardia dovete capire qual è la sua
di effettuare manovre dirette sul
origine, da dove parte, prima di poterlo trattare dal punto di vista
vago. Esso attiva i canali K che ab-
neurovegetativo. Spesso si dice di trattare il 4° ventricolo se un Pz
breviano i potenziali d’azione ed ha
soffre di tachicardia. Però in alcuni casi può succedere che se voi sti-
azione profibrillatoria. Si potrebbe
molate troppo il sistema para, potete avere un abbassamento gener-
scatenare una fibrillazione atriale.
ale della pressione e di conseguenza una tachicardia di compenso.
Meglio limitarsi ad inibire l’orto.
È vero che la stimolazione del para ha come effetto diretto di dimi-
nuire la forza di contrazione del cuore e la frequenza. In realtà succede che apre anche i canali del K (potas-
sio), i quali abbreviano i potenziali d’azione ed hanno un’azione profibrillatoria, per cui il Pz rischia di farsi una
fibrillazione atriale causata da una iperstimolazione ortoS. Per cui ogni volta che avete un Pz che presenta
tachicardia, nella vostra anamnesi dovete capire la sua origine (potrebbe essere per esempio la tiroide) se la
sua origine vi riporta al sistema nervoso vegetativo ricordate di inibire l’orto e non di stimolare il para.
Questo conferma quanto vi dissi tempo fa sul sistema nervoso vegetativo generale. Quando fate il test dei
globi oculari ed esce fuori un sistema che è in iper o ipoattività (per es iperpara o ipopara) dovete lavorare in
prima battuta su quel sistema che è venuto fuori allo scopo di regolarlo. Poi eventualmente, in base alla fun-
zione degli organi o alla sintomatologia riferita dal Pz potete fare un lavoro anche sull’altro sistema. Se al test
dei globi oculari ho come risultato un iperorto, per prima cosa lo inibisco e poi vedo se posso lavorare anche
la parte paraS. Se ho come risultato un ipopara, lavoro principalmente il para stimolandolo.
Ricordate che durante l’anamnesi valutate se per es una tachicardia è causata da altri sistemi (tiroide, situ-
azioni viscerali…) e quando trovate un paziente che riferisce che la sua tachicardia non dipende da niente e
che talvolta improvvisamente pur non facendo niente di particolare il cuore comincia a battere più veloce,
voi pensate al sistema neurovegetativo. Tuttavia voi non sapete in quali condizioni si trova l’interno del cuore,
i canali del potassio…. per cui quello che conviene fare è di inibire localmente il sistema orto, dato che la
tachicardia è una funzione orto, ma evitate di lavorare sull’altro sistema, cioè sul nervo vago, perché potreste
creare una fibrillazione atriale.
Domanda: se è possibile trattare il vago in presenza di una tachicardia di origine viscerale in cui, dopo aver
fatto una valutazione, si riscontra la necessità di trattare questo nervo e quindi il sistema para
Risposta: vi consiglio per prima cosa di controllare tutto il tragitto della parte orto che arriva al cuore e le
disfunzioni che si trovano su di esso e, una volta pulito questo tragitto, potete lavorare il vago, perché se i due
sistemi funzionano bene e non hanno disfunzioni non si provoca la fibrillazione atriale di cui sopra.
ParaS
Slide 8
Questo sistema ha una componente sia efferente
I nervi cuore parasimpatici provocano un abbassa-
che afferente. Per quanto riguarda la via afferente dal
mento della pressione grazie afferenze che arrivano
vago ha origine un piccolo nervo viscero-sensitivo
dai barorecettori (seno carotideo ed aortico).
chiamato n. di Ludwig-Cyon che innerva due strut-
N. di Hering (viscero-sensitivo, ramo del IX n. e.)
ture: il seno e il nodo (o glomo) aortico.
parte dal seno carotideo e dal glomo (pH – satu-
Il seno carotideo sta a livello della biforcazione della
razione di O2 e CO2).
carotide, lì dove essa si dilata.
N. di Ludwig-Cyon (viscero-sensitivo, ramo del X
All’interno di questa dilatazione, nella tonaca
n. e.) parte dal seno dell’arco aortico.
dell’arteria, ci sono i barorecettori, che mandano in-
Arrivano al nucleo del tratto solitario e da qui invia-
formazioni/impulsi attraverso questi nervi (n. di Lud-
no ai centri cardiodepressore o cardiostimolatore.
wig-Cyon, che si trova a livello dell’aorta che è piena
di recettori, e n. di Hering) fino al tronco encefalico e più precisamente al nucleo del tratto solitario (che
è il nucleo viscero-sensitivo del vago). Dal questo nucleo partono degli impulsi che riguardano l’attivazione
di meccanismi che regolano la pressione arteriosa e la funzionalità del cuore. Ricordate che nel tronco ence-
falico ci sono dei nuclei che mandano impulsi che regolano la frequenza cardiaca, la forza di contrazione, la
resistenza periferica delle arterie e l’attività renale (che deve regolare la pressione del sangue facendo urinare
di più o di meno). Con il rene entriamo in un discorso sia di vegetativo diretto che ormonale.

92
seno carotideo

C2

C3
C4

In mezzo alle due


arterie (carotidi in- glomo carotideo
terna ed esterna)
c’è una struttura
giallastra che è il
glomo carotideo
(un suo similare
si trova sull’arco
dell’aorta), il quale
manda infor-
mazioni chimiche
riguardo a: pH del
sangue, saturazi-
one di O2 e di CO2,
più altre cosette
che riguardano gli ioni. Sapete che il range di cambiamento del pH del sangue va da 7,35 a 7, 45, è piccolis-
simo, per cui l’organismo deve fare di tutto per mantenere il pH del sangue al livello giusto altrimenti ci sono
problemi sulla vita. Quando il pH è in determinate condizioni partiranno degli stimoli verso il tronco encefalico
e dal tronco encefalico partiranno delle risposte che riguardano la ventilazione (iperventilazione) e l’attività
renale, perché anche quest’ultima influenza il pH come la respirazione. Per quanto riguarda l’ossigeno succede
la stessa cosa, se c’è un’ipossia o un eccesso di anidride carbonica, queste informazioni arriveranno ai centri
respiratori del tronco encefalico, per regolare la respirazione in base allo stato di saturazione di ossigeno o di
anidride carbonica del sangue. Già questo vi fa capire che, se ci sono delle restrizioni a livello del percorso di
questi nervi, ci potrebbero esserne il Pz dei problemi di regolazione di queste funzioni: regolazione del pH,
ventilazione, l’attività renale.
Il n. di Ludwig-Cyon ha origine dal 10° n. cranico, il vago, mentre il n. di Hering origina dal 9° n. cranico, n. glos-
sofaringeo (parte dal seno carotideo e dal glomo e raggiunge i nuclei nel tronco encefalico).
Entrambi questi nervi passano dal foro giugulare, per cui se ci sono delle restrizioni di mobilità della sut-
tura OM, le informazioni che viaggiano con questi nervi verranno impedite o veicolate male (può trattarsi di
problemi della ventilazione, dell’attività renale, della regolazione del pH o della pressione arteriosa dovute a
disfunzioni osteopatiche presenti sul percorso di questi nervi).
Inoltre il n. di Ludwig-Cyon passa sulla testa di K1 > un altro punto che può dare fastidio al nervo.
Entrambi passano livello di C2 > altra zona di interesse osteopatico.

93
Tutti questi segnali arrivano sulla corteccia orbito-frontale dx e al sistema limbico, che regola situazioni
come la collera, l’aggressività….. È un sistema biunivoco nel senso che quando mi inc… zo aumenta la fre-
quenza cardiaca, la pressione arteriosa…. ma potrebbe essere anche il contrario. Un Pz che per diversi motivi
comincia a soffrire di cattiva gestione di questi meccanismi a livello cardiaco o di pressione con il tempo può
anche cambiare alcuni aspetti del carattere, perché il lobo limbico è bombardato continuamente da una
serie di afferenze. Ricordate che in alcune patologie croniche il Pz cambia anche il carattere, l’umore….. Certo
stai male per questo sei in… zato, certo! ma non è solo quello. Perché tutte le afferenze viscerali attraverso

94
il vago e il sistema orto arrivano sempre al tronco encefalico, sistema limbico,
ipotalamo e ovviamente corteccia, per cui si cambiano dei meccanismi nel SNC,
nel cervello, meccanismi che comandano poi le risposte emotive e il carattere.
La corteccia orbito-frontale è una zona in cui ci possono essere delle disfunzioni os-
teopatiche craniali. Un Pz iperteso, che ha anche tutta una serie di disfunzioni, che
vi racconta di aver avuto un trauma molti anni prima nella zona orbito-frontale dx del
cranio e che vi dice che da quel momento ha iniziato a soffrire di ipertensione, deve
farvi pensare a quest’area se nei test trovate disfunzioni craniali a questo livello, perché
quest’area regola l’attività cardiaca e di conseguenza pressoria.
Questa zona influenza i visceri addominali e il neurovegetativo in gen-
erale.

Regolazione del Sistema Cardio Vascolare (SCV) in Slide 12


risposta a riflessi viscerali diversi Regolazione del sistema cardio vascolare
Esistono dei riflessi a partenza viscerale che intervengono (SCV) in risposta a riflessi viscerali diversi.
sul controllo del sistema cardiovascolare. In parte avevamo 1-inibizione cardiovascolare 2-eccitazione..
già accennato alcune cose sulla irrorazione coronarica quan- La maggior parte delle afferenze al SCV arriv-
do abbiamo fatto la lezione sulla microcircolazione: ci sono ano attraverso afferenze vagali, causando
alcuni organi come la vescica, l’utero, lo stomaco, i cui mec- decremento di ino/cronotropismo, pressione
canocettori in determinate condizioni possono mandare rif- arteriosa ed inibizione dell’attività ortosim-
lessi che agiscono direttamente sull’attività coronarica. patica sui vasi e sul cuore stesso.
In quel caso parliamo di riflessi viscerali diversi (meccanici, La stimolazione di fibre ortosimpatiche per-
chimici…) che possono influire sull’attività del cuore: iferiche causano eccitazione del ino/cronot-
a) se le afferenze arrivano dal vago creano un decremento ropismo, pressione arteriosa.
della forza di contrazione (inotropismo), della frequenza car-
Slide 13
diaca (cronotropismo) e della pressione arteriosa
Spesso si assiste ad una combinazione dei
b) se le afferenze arrivano da fibre ortoS creano un au- due con effetti misti.
mento di ino/cronotropismo e della pressione arteriosa. L’attivazione dei recettori polimodali
Vi avevo già detto che il viscere ha una doppia innervazione. (chemo-meccano-termo…) della regione
Com’è fatto il villo in- mesenterica e di diversi organi addominali
testinale? È formato produce spesso aumento delle funzioni e
da una serie di cellule vasocostrizione anche coronarica.
di diverso tipo, depu- L’attivazione vagale produce riflessi di au-
tate all’assorbimento toregolazione del sistema viscerale (vago-
delle sostanze dal vagali) e cambiamenti nell’attività cardio-
bolo alimentare e vascolare.
dalla matrice extra-
cellulare (ECM) dove si trovano i fibroblasti, i capillari venosi, arte-
riosi e linfatici, i proteoglicani (PG), i glicosaminoglicani (GAG), cel-
lule del sistema immunitario (placche di Peyer), terminazioni nervose
che fanno riferimento al sistema nervoso enterico (SNE > Auerbach,
Meissner….), sistema connesso a orto e para. All’interno dei villi ar-
rivano fibre che fanno riferimento sia al sistema orto che para, sia dal
centro verso la periferia che di ritorno (le fibre sensitive). Le fibre sen-
sitive mandano informazioni ad es sull’ambiente chimico, perché se
mi mangio la muffa, la muffa arriva a contatto col villo, le endotossine
della muffa vengono prese e portate all’interno del villo, ma essendo
tossiche verranno intercettate dai chemorecettori che diranno “Ao
qua ce sta a muffa, ce stanno le tossine, che dovemo fa?”, ossia man-
deranno un segnale attraverso il SNE (in questo caso particolare sistema nervoso ortoS), che arriverà al tronco
encefalico, il quale attiverà una serie di sistemi riflessi (più o meno) che provocheranno lo………scagotto (se
siamo nell’intestino) o il vomito (se siamo ancora nella parte alta), processi attivati per liberare l’intestino dalla
95
muffa che mi sono mangiato.
Al contrario se mangio qualcosa che mi fa male e ho una bolla di gas che mi fa male nell’intestino, la bolla
(che dilata l’intestino e lo sollecita in modo meccanico) viene portata via dalle fibre del vago, dato che queste
fibre trasportano informazioni relative alla meccanica, alla peristalsi, al movimento che avviene nell’intestino.
Infatti il parasimpatico governa la peristalsi ma riceve anche informazioni sulla peristalsi (se progredisce bene
oppure no).
Quindi ritornando al nostro discorso avremmo delle afferenze che dall’intestino o da altri visceri passano at-
traverso il vago per portare informazioni su ciò che succede a livello meccanico all’interno del viscere e poi
avremo delle afferenze ortoS che mandano informazioni che riguardano soprattutto la componente chimica
e dolorifica. Infatti se l’intestino si dilata, in un primo momento l’informazione viaggia attraverso il vago, ma se
la dilatazione arriva oltre un certo limite, scatena il dolore e questa informazione dolorifica viaggia attraverso
il sistema orto.
Le afferenze ortoS provocano > un aumento delle funzioni e una vasocostrizione cardiaca e coronarica.
La afferenze vagali provocano un cambiamento dell’attività cardiovascolare, che potrebbe essere di ipostimo-
lazione (“potrebbe” perché poi dipende).
Domanda: quindi quando mangio qualcosa che mi fa male posso sentire una serie di sintomi gastrointestinali
come per esempio la nausea e in più un calo di pressione arteriosa?
Risposta: Sì, con un cuore che deprime la sua attività, quindi “mi sento male, sto a svenì”, comincio a sudare
freddo > sintomo vagale dovuto al fatto che di sei mangiato qualcosa che ti ha fatto male.
Si suda freddo perché le ghiandole sudoripare hanno la doppia innervazione orto (sudore del podista, che
butta fuori per una questione termica) e para (sudore freddo vagale)
Domanda: perché c’è un ipotono cardiaco quando si è mangiato qualcosa che ha fatto male?
Risposta: è come nel processo digestivo, il sangue deve andare in determinati compartimenti. Se l’attività
cardiaca fosse maggiore, il sangue andrebbe diffusamente in varie direzioni. Nella fase digestiva il corpo entra
in una situazione parasimpatica, quando uno mangia non può andare a correre, ma fisiologicamente deve as-
pettare e stare rilassato, in modo che il sangue che viene veicolato verso gli organi della digestione non venga
mandato in altri distretti: gli arti superiori e inferiori (la componente muscolo-scheletrica).
Ricordate però che nel vegetativo non si ha mai una risposta binaria: acceso-spento, ma c’è sempre una mis-
cela tra i due sistemi. Questo dipende dal fatto che insieme al vegetativo dovete mettere il sistema ormonale,
l’attività biochimica che viene scatenata all’interno dei tessuti. Molto spesso non si può essere schematici
perché la spiegazione va ricercata anche in altri sistemi.
Al contrario un’ischemia del cuore provoca un riflesso a liv-
Slide 14
ello addominale, per cui ci può essere un rilassamento della
Al contrario una attivazione cardiaca (isch-
muscolatura liscia (per es i visceri), senso di nausea e vomito.
emia) si accompagna a rilassamento della
Ad es ci può essere quello che è andato a mangiare fuori e
muscolatura liscia (visceri addominali) e sen-
si è fatto la carbonara, i rigatoni con la pajata… e alla fine
so di nausea a vomito. Sintomi che possono
del pranzo si fa l’infarto. Perché? Perché attraverso i riflessi
predire un infarto in corso.
viscerali, sia meccanici che chimici ha attivato un riflesso car-
diovascolare che ha creato una vasocostrizione coronarica,
in una coronaria che magari aveva già un problema di base
(è ovvio), tipo un’ostruzione che non è stata vista.
Al contrario ci sono alcuni sintomi che possono essere riferiti
ad un problema viscerale, per es il Pz che ha dolori di stoma-
co, si sente appesantito, ha senso di nausea, vomito, va in
ospedale e li scoprono che sta avendo un’ischemia cardiaca, si sta facendo un infarto. Molti sintomi possono
essere scambiati.
Domanda: è possibile che Pz che stanno avendo una problematica cardiaca importante, perdano coscienza,
abbiano una sincope, più perdita di feci e urine?
Risposta: si, una perdita sfinteriale, perché la muscolatura liscia in generale tende a rilassare.
Ischemia > rilassamento dei visceri > a sofferenza vagale > vomito.

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C’è poi un altro riflesso che riguarda la fisiologia del cuore e che è dovuto
Slide 15
all’attivazione della muscolatura scheletrica: quando uno comincia a
EXERCISE PRESSOR REFLEX
muoversi, automaticamente il sistema nervoso vegetativo attiva attraverso
L’attivazione della muscola-
un aumento dell’orto, una diminuzione del sistema para e questo provoca
tura scheletrica implica:
> cardio accelerazione, vasocostrizione (in altri distretti, che provoca però
aumento attività orto
un aumento della pressione), dilatazione vie aeree, aumento della scarica
diminuzione attività para
degli α motoneuroni.
Cardio accelerazione, vasocos-
Per quanto riguarda la vasocostrizione dobbiamo fare un discorso.
trizione, dilatazione vie aeree,
Sul cuore e sul polmone l’ortoS ha due fasi:
aumento della scarica degli α
1. un’attivazione orto di modesta entità crea sulle coronarie e sui vasi pol-
motoneuroni.
monari una vasocostrizione iniziale
2. se l’attivazione va oltre una certa soglia (quindi la periferia richiede più ossigeno), si ha una risposta in va-
sodilatazione delle coronarie e dei vasi polmonari per aumentare la perfusione.
Siccome c’è questa differenza sugli organi del torace non usiamo il test di iperemia-ipoemia, che invece si usa
sui visceri.

Ipertensione
È un quadro clinico che vi può capitare. L’85% dei Pz ipertesi sono considerati Slide 2
ipertesi essenziali, per cui non si sa bene a che cosa è dovuta. Dal punto di 85% dei pazienti ipertesi
vista osteopatico possiamo intervenire sull’attività dei diversi organi che rego- hanno l’ipertensione idio-
lano la pressione arteriosa ma anche sul SNV che è uno dei fattori principali di patica o essenziale.
regolazione della pressione. Sapete comunque che l’ipertensione è dovuta Si può intervenire sul SNV.

ad una multifattorialità di eventi.


Teoria del mosaico dell’ipertensione Slide 12
È la teoria che in medicina è più in voga per spiegare tutti i fattori Teoria del mosaico dell’ipertensione
che possono intervenire in un aumento della pressione arteriosa. Fattori renali
Ci sono fattori renali, endocrini, nervosi e cardiovascolari. Fattori endocrini
Fattori nervosi
Fattori cardiovascolari
Fattori renali Slide 13
Conoscete già il sistema della renina, un ormone prodot- Fattori renali
to dalle cellule iuxtaglomerulari. La produzione di renina Renina delle cellule iuxtaglomerulari. La secr-
è influenzata dalla pressione glomerulare media. Questa a ezione è influenzata dalla pressione glomeru-
sua volta è influenzata dall’afflusso di sangue e dalla pres- lare media, dal Na e dall’innervazione SNV.
sione che arriva al rene. Sapete che le arterie renali hanno Angiotensina I e II (potente vasopressore) –
una doppia innervazione. produzione di aldosterone (ritenzione di Na,
Domanda: le cellule iuxtaglomerulari sono quelle che H20, eliminazione di K).
stanno tra l’arteriola afferente ed efferente, per cui pren- L’angiotensina provoca rilascio di catecolamine
dono sia dall’una che dall’altra e in base alla quantità di da parte della ghiandola surrenale (aumento
flusso queste cellule rispondono stimolando o no la secr- della pressione e del tono ortosimpatico).
ezione di renina? Stenosi dell’arteria renale, compressione, le-
Risposta: sì, il flusso di sangue viene regolato dalla vaso- sione del parenchima.
costrizione o vasodilatazione dell’a. renale.
L’angiotensina I e II è un potente vasopressore. Essa deriva dall’angiotensiogeno, che è prodotto dal
fegato. L’ angiotensiogeno viene convertito in angiotensina I e II a livello del polmone con l’ACE (En-
zima di Conversione dell’Angiotensina). Quindi abbiamo già degli organi di interesse osteopatico. Se un Pz ha
l’ipertensione dobbiamo controllare se ha delle disfunzioni su: fegato, polmone, rene, ghiandola surrenale
La ghiandola surrenale produce catecolamine (= adrenalina, noradrenalina…) che hanno un’azione di va-
socostrizione diretta periferica, con conseguente aumento della pressione.
La stenosi dell’a. renale può essere causata sia da problemi che non ci riguardano che da un’iperattivazione
ortoS o da compressione diretta dell’arteria o del rene oppure da lezioni del parenchima del rene come ad es
una ciste.

97
Fattori endocrini
Slide 14
Attivazione della ghiandola surrenale con produzione di cate-
Fattori endocrini
colamine e aldosterone (l’ormone che fa ritenere il sodio, non fa
Attivazione della ghiandola surrenale
menzionare) e conseguente innalzamento della pressione.
(catecolamine e aldosterone).
Tumori della midollare come per es il feocromocitoma, che è
L’ eliminazione di grandi quantità di K
raro ma in ascesa. Esso produce adrenalina e di conseguenza
potrebbe provocare iperaldosteronis-
vengono prodotti anche altri ormoni della corticale: cortisolo,
mo (secondario).
androgeni… che aumentano la pressione arteriosa, l’attività del
Tumori della midollare (feocromocito-
cuore
ma) agiscono sul tono dei vasi, ritmo e
L’ipofisi che secerne ADH (= ormone antidiuretico), che agisce
gittata cardiaca.
sul rene e surrene
Tumori della corticale provocano iperal-
Domanda: e la tiroide no?
dosteronismo primario.
Risposta: sì però ha un effetto minore sull’ipertensione. Influisce
Ipofisi secerne ADH
certamente sull’attività del cuore, per cui secondariamente
possiamo aggiungerla in questo elenco

Fattori nervosi Slide 15


Fattori psichici > se uno è sempre incacchiato o fa una Fattori nervosi
vita del cacchio è ovvio che abbia la pressione alta. La Componenti psichiche.
componente psichica scatena tutta una serie di conseg- Attivazioni dell’ortosimpatico e dell’asse ipota-
uenze a livello biologico: sistema orto, ormonale. lamo – ipofisario.
Componenti paraS > per es i barorecettori presenti negli Componenti parasimpatiche (barorecettori).
atri. Se ci sono delle disfunzioni nelle camere cardiache e Componenti orto (catena laterovertebrale, …).
voi facendo i test trovate delle positività nelle camere atri- Stimolazione ipotalamica (orto-para).
ali, quello è un fattore insieme a tanti altri, che potrebbe
giustificarvi l’ipertensione di un Pz.
Componenti ortoS sulla catena laterovertebrale.
Stimolazione ipotalamica orto e para. Questa stimolazione avviene attraverso le tecniche liquorali sul cranio.
La pressione del liquor nei ventricoli, soprattutto nel 3° ventricolo, stimola le cellule ependimali ciliate in base
alla direzione e alla pressione. Esse mandano impulsi lateralmente (intorno ad esse c’è l’ipotalamo), impulsi
che stimolano determinati nuclei ipotalamici. Alcuni nuclei stimolano prevalentemente l’orto e altri il para.
Ricordate che l’ipertensione è multifattoriale per cui potete trovare tensioni o su tutti questi fattori o su molti
di essi
Slide 16 Slide 17
Fattori cardiovascolari Altre cause di ipertensione
Dovuti al tono basale delle ar- Stenosi dell’arteria renale. Do-
terie e delle arteriole. vuta a arteriosclerosi o compres-
Difficoltà di autoregolazione sione del parenchima renale.
ai fabbisogni tissutali. Pielonefrite.
Non si conoscono tutti i mec- Coartazione dell’aorta
canismi di autoregolazione.

98
Dal punto di vista osteopatico ci possono essere delle zone da
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valutare e trattare, come vedete nel capitolo “trattamento”.
Trattamento
Non si tratta di un protocollo di trattamento ma di un elenco di
Cranio*> Frontale, etmoide, sfenoide
zone che potreste trovare in disfunzione, perché sono zone che
Om*
danno passaggio a quei nervi che abbiamo detto prima (Hering
CO-C1
e Ludwig-Cyon), che controllano la regolazione dell’attività car-
C2
diaca, dell’attività periferica delle arterie e poi una serie di strut-
C2-C3 (ganglio cervicale superiore)
ture correlate con la pressione arteriosa.
C4-C5* (ganglio cervicale medio)
*Cranio: ho messo la zona anteriore ma aggiungiamo anche le
C7-D1, k1, clavicola (ganglio stellato e
membrane, per l’ipofisi e quindi l’asse ormonale
passaggio nervi vaghi e laringei).
*OM: per il passaggio dei nn. di Hering e Ludwig-Cyon che viag-
Zona D1-D5*
giano insieme al 10º e 9º n. cranico
D3 (vasomotricità)*
*i gangli cervicale sup e medio: per i nn. cardiaci ortoS
I centri orto originano da tutto il tratto
*C7-D1, k1, clavicola: per il passaggio della componente orto
dorsale – D3 (?)
(ganglio stellato) e para (n. vago e laringeo ricorrente)
Slide 20 *Zona D1-D5: per il passaggio della catena latero-vertebrale che
Reni regola il cuore
Ghiandola surrenale (disfunzione di D7- *D3: regola la motricità generalizzata del sistema a livello per-
D9 e D10-L1) iferico, per cui può aumentare la pressione in senso generale. È
Polmone probabile che ci siano più fibre orto che partono da questo livello
Fegato e che vanno poi ad innervate le arterie. In realtà i motoneuroni
Fasce del collo* (guaina viscerale). ortoS che vanno alle arterie con capacità vasocostrittiva partono
Sterno, pericardio e relativi legamenti. da tutto il nucleo intermedio laterale, da tutto il livello midollare
Eventualmente tecniche di regolazi- dove c’è l’ortoS, però si pensa che nel tratto D3 ci sia un numero
one generale orto-para sul sacro e sul più consistente di motoneuroni ortoS.
cranio* A livello embrionale siccome c’è questo nodo di Hansen, dove si
sviluppano i nervi della catena latero –vertebrale, si pensa che a
a livello midollare su quei neuromeri partano più fibre e informazioni destinate ai vasi
*Ghiandola surrenale: disfunzione di D7-D9 (la maggior parte delle fibre) e D10-L1 (zona anche del rene).
Ricordate che le fibre della ghiandola surrenale possono partire da tutto il distretto D7- L1, perché nel neu-
rovegetativo poter trovare delle differenze di uno o due livelli su e giù (sono differenze che compaiono anche
nei testi di anatomia)
*Fasce del collo (guaina viscerale): per il passaggio del glomo carotideo
*Sterno, pericardio e relativi legamenti: è la zona del mediastino, fasce comprese
*Eventualmente tecniche di regolazione generale orto-para sul sacro e sul cranio: sono le tecniche che
sapete fare, per es quelle liquidiate, per regolare l’attività neurovegetativa
Questo elenco di zone da controllare si può fare tutto in una seduta. Se dopo aver fatto anamnesi, osservazi-
one e test sul Pz, la maggior parte delle disfunzioni corrispondono a quelle presenti nell’elenco del “tratta-
mento” e il Pz iperteso è venuto proprio per quello (nel senso che dopo una serie di visite mediche non si è
scoperta la causa della sua ipertensione) allora si può dedicare l’intera seduta a questo trattamento.

Ghiandola surrenale
È una ghiandola forma di cappello frigio, Slide 2
come nell’immagine accanto. L’anatomia Contenute nella loggia renale ed av-
andate a vederla per conto vostro, le cose da volte dalla fascia renale, sono sepa-
sapere sono le seguenti: rate dal rene per mezzo di tessuto
> sono contenute nella fascia renale, anche fibroso.
se sono separate dal rene e non seguono suo Dimensioni trasversali 61/79mm.
movimento Destra: forma piramidale.
> sono attaccate ai pilastri del diaframma, per Sinistra: forma semilunare.
cui avranno poca mobilità sotto la spinta del Sono entrambe aderenti ai pilastri
movimento diaframmatico. Quando state del diaframma

99
nella zona surre-
nale sentite dei
movimenti come
quelli della RE, ma
le ghiandole in sé
sono abbastanza
fisse, non scen-
dono né salgono
> sono divise in corticale e midollare. La corticale è divisa in
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tre strati: glomerulare, fascicolato, reticolare.
Corticale
La glomerulare produce principalmente aldosterone, la
Zona glomerulare: mineralcorticoidi (aldo-
fascicolata il cortisolo, la reticolare androgeni.
sterone).
La midollare produce principalmente adrenalina e nora-
Zona fascicolata: glucocorticoidi (cortisolo).
drenalina ma in parte anche la dopamina.
Zona reticolare: androgeni (deidroepiandros-
terone) e in minima parte estrogeni.

Midollare
Adrenalina
Noradrenalina
L’innervazione ortoS è D7 –D9 ma alcune fibre par-
Slide 4
tono pure da D10-L1, per cui il tragitto della surrenale
Innervazione
va da D7 a L1. Le fibre principali partono comunque da
Ortosimpatico: D7- D9 / D10-L1.
D7 –D9. Le fibre orto formano delle componenti del n.
Plesso surrenale: proveniente dal celiaco e aorti-
grande splancnico.
co-renale.
Alla surrenale arrivano anche fibre paraS, ovviamente
Nervo grande splancnico
colinergiche, che originano dal plesso celiaco. Quindi
Parasimpatico: solo alcune fibre colinergiche
quando lavorate la surrenale dovete ricordarvi anche di
derivate dal plesso celiaco (cortisolo-androgeni).
lavorare il plesso e di fare un test su di esso.
Una cosa interessante è che l’attivazione paraS permette la liberazione di cortisolo, cosa che avviene anche
con la stimolazione ortoS, perché la ghiandola ha la doppia innervazione. Quando sono sotto stress, l’ormone
dello stress è il cortisolo, però anche quando si attiva il paraS in determinate condizioni: sono stressato e mò
mi riposo, sono ferito e mò mi riposo…, il momento del riposo è un’attivazione paraS che libera cortisolo, che
è un ormone antinfiammatorio e serve quindi a gestire l’infiammazione.
C’è un discorso interessante da fare sul neurovegetativo e l’infiammazione come processo.
L’infiammazione non è un processo patologico in determinate situazioni, bensì è un processo ripartivo, di-
venta patologico quando il sistema, l’organismo non riesce più a gestirlo ed esso và oltre una determinata
soglia o diventa cronico, allora diventa un processo che va fermato, perché esce fuori dal controllo e dalla
gestione. Le fibre ortoS hanno la capacità di attivare l’infiammazione. Se voi andate a vedere come funziona
l’infiammazione troverete che l’orto attiva la liberazione di alcune sostanze: le interleuchine (soprattut-
to IL1, IL6 e TNF che è il Fattore di Necrosi Tumorale > questi sono i tre fattori principali dell’infiammazione
generica. Le fibre orto attivano nel tessuto infiammato, traumatizzato o con un processo patologico in atto, un
processo infiammatorio. Però il processo infiammatorio può andare incontro ad una cattiva gestione, per cui
se l’orto continua a scaricare sulla stessa zona, l’infiammazione tende a cronicizzare e ad andare avanti.
Al contrario hanno trovato che le fibre para del vago, ossia le fibre colinergiche, nei distretti in cui agisce
il parasimpatico (che non sono tutti: nel ginocchio non c’è il para, nel colon si) attivano la produzione di
altre citochine che sono antiinfiammatorie e quindi inibiscono il processo infiammatorio. Noi osteo-
pati trattando il sistema neurovegetativo potremmo agire sui diversi tessuti del corpo attivando il para e
inibendo l’orto. Queste cose le hanno viste sui visceri, per es su patologie come il morbo di Crohn, la ret-
tocolite ulcerosa, la gastrite, ossia patologie infiammatorie grosse a carico della mucosa. Stimolando
il vago gli scienziati hanno visto che c’è un’inibizione potente dell’infiammazione a carico delle mu-
cose di questi organi. Al contrario se ho un’infiammazione al ginocchio come posso fare dato che lì non
va il vago? Inibisco l’orto, ossia i inibisco quel sistema che scatena e mantiene il processo infiammatorio.
100
Domanda: nell’algodistrofia si può inibire il sistema orto?
Risposta: certamente, lavorerai sia sull’ortoS, sul vascolare che sul fasciale, ossia la matrice extracellulare. Se
non liberi la matrice extracellulare puoi dare tutte le stimolazioni che vuoi, ma se il terreno è ristretto non è
nelle buone condizioni meccaniche per accettare il tuo lavoro
Domanda: si può fare questo in caso di idrarto?
Risposta: si provaci, se è per il ginocchio vedi tutti i distretti interessati che saranno L2 L3 L4, inibisci i gangli
lombari, inibisci il sacro, poi liberi le fasce e li dovresti avere dei risultati. Nel trattamento da fare bisogna sem-
pre per prima cosa togliere le restrizioni di mobilità, poi si può trattare il fasciale, il vascolare e l’orto.
Le surrenali sono attaccate a dx al bordo dell’aorta, sui pilastri del diaframma mentre a sin alla vena cava e
questi sono i due punti di riferimento che noi prenderemo per andarle a cercare. Le surrenali sono un poco più
su delle arterie renali, sono laterali al tronco celiaco. Lavoreremo sulla zona della surrenale, perché non rius-
ciamo a palparla, a reperirla, perché è una ghiandola piccola, è un po’ come il pancreas. Andremo con la nostra
palpazione in quest’area tenendo conto che si tratta di una zona molto profonda che è attaccata i pilastri. In
quest’area faremo un test sulla consistenza

101
Vascolarizzazione Slide 6
Gli effetti dei glucocorticoidi prodotti dalla corticale Vascolarizzazione
sono diversi. Una volta che sapete gli effetti potete an- Arterie surrenali sup: aorta addominale.
che capire se sul vostro Pz la surrenale può avere un Arterie surrenali medie: si distaccano dall’aorta a
problema oppure no, sono dati anamnestici che voi livello della mesenterica sup.
prendete dal Pz e che vi indirizzano su un eventuale Arterie surrenali inferiori: si distaccano dalle renali.
problema della surrenale, per cui dovete sapere che Vena surrenale dx: direttamente nella cava inf.
cosa fa la surrenale Vena surrenale sin: nella renale sin.

Slide 9 *Sia effetto insulino-simile che anti-insulinico > nella


Effetti sui tessuti vostra anamnesi mettete nel capitolo “gestione della
Corticale: glucocorticoidi glicemia”
Sintesi di glicogeno (glicogenosintesi). *Lipolisi delle estremità > chi ha un problema alle
Liberazione di glucosio (iperglicemizzante). surrenale di solito presenta un quadro caratteris-
Sia effetto insulino-simile che anti-insulinico. tico morfologico, sono quelle persone che hanno
Lipolisi delle estremità. le gambe molto fini e poi hanno un addome grasso
Sindrome diabetica. e soprattutto hanno grasso a livello di C7 D1, che è
Aumento trigliceridi, colesterolo e lipoproteine. un po’ quello che succede nel morbo di Cushing. Si
Proteolisi (muscolo-scheletrico, connettivo, osso, tes- crea una deposizione di grasso in alcuni distretti as-
suto linfoide,…). sociato al dimagrimento agli arti inferiori e superiori
Inibizione sintesi di DNA e RNA. *Proteolisi (muscolo-scheletrico, connettivo, osso,
Effetto immunosoppressore. tessuto linfoide,…) > si tende all’atrofia muscolare,
Diminuisce la vasodilatazione e ritarda la riparazione ad una degenerazione del connettivo, infiammazi-
tissutale nell’infiammazione acuta. oni dovute ad una degenerazione del connettivo,
Cattivo metabolismo del Ca (osteoporosi e osteolisi). tendiniti, degenerazione dell’osso infatti può por-
Ipertensione per aumento resistenze periferiche e au- tare all’osteoporosi
mento gittata sistolica. *Effetto immunosoppressore > piano piano il Pz si
Aumento del rilascio di renina ed escrezione del Ca. indebolisce, tende ad ammalarsi spesso
Riduce la produzione di GH. *Ipertensione > è causata sia dall’aumento delle re-
Inizialmente provocano euforia poi depressione. sistenze periferiche che dall’aumento del rilascio di
Glaucoma. renina
Slide 11 *Eliminazione di H > quindi regola anche il pH
Effetti dell’aldosterone
Ritenzione di Na *Effetti di mascolinizzazione secondaria > il Pz con problemi alla
Eliminazione di K surrenale può avere crescita di peli, nei casi gravi c’è l’irsutismo
Eliminazione di H* vero, la donna barbuta

Effetti degli androgeni


Effetti di mascolinizzazione secondaria*

102
Slide 12 *Catecolamine > quindi adrenalina e noradrenalina. Esse cre-
Effetti delle catecolamine* ano vasocostrizione o vasodilatazione in base ai recettori che
Effetti ubiquitari per la presenza dei recettori vengono coinvolti (alfa o beta 2).
su tutte le cellule. *Termogenesi > aumenta la temperatura, il Pz può avere le
Modificano la secrezione di altri ormoni. vampate di calore, nelle donne può essere confuso con la
Modificano la distribuzione di flusso ematico menopausa
nei vari distretti corporei.
Vasocostrizione (alfa).
Vasodilatazione (beta2).
Incremento inotropia e cronotropia (beta1).
Modulano la secrezione di insulina.
Effetti iperglicemizzanti
Aumento del consumo di ossigeno.
Termogenesi.

103
Pratica
Si lavora la zona della
surrenale, ghiandola
che si trova un livel-
lo profondo. Dovete
regolarvi in base alla
tensione dell’addome
del Pz, ma vi consiglio
di far piegare le ginoc-
chia al Pz da subito.
zona della surrenale profondità da raggiungere
Vi ricordate il repere delle fossette? Andate a reperire il tronco celiaco ed eventualmente la mesenterica superi-
ore, in mezzo a questi due punti c’è l’arteria renale e avete visto nell’immagine che la surrenale sta a livello quasi
del tronco celiaco per cui avete già una direzione o meglio due: tronco celiaco e profondità da raggiungere.

tronco celiaco surrenale


mesenterica sup

Vi consiglio di iniziare la palpazione nella zona tra i due tronchi arteriosi, ossia tra l’emergenza del tronco
celiaco e della mesenterica sup. Mettete il pollice della mano dx tra questi due punti lateralmente al margine
dell’aorta. A questo punto dovete andare in profondità con una direzione a 45° verso dietro.

Il dito, una volta affon-


dato, tende ad avere una
rotazione e voi assecon-
datelo perché dovrete
deprimere i tessuti, in
questo modo arriverete
sulla zona della surre-
nale.

104
Scendendo in profondità arriverete ad un punto in cui sentirete sul bordo
del pollice il battito dell’aorta, non dovete sentirlo sotto il pollice perché in
quel caso significa che state schiacciando l’aorta. Come fate a capire quando
siete derivati sulla zona? Come facevate sul pancreas. Nel caso della surre-
nale non sentirete il battito dell’arteria ma sentirete che siete arrivati sulla
parete posteriore, sentite che la consistenza del tessuto mentre andate giù è
sempre uguale, uguale, uguale, finché non sentite di avere raggiunto qual-
cosa di duro: quella è la parete posteriore e a quel punto siete arrivati sulla
surrenale. Allentate un po’ la pressione e poi fate un test di pressione.
Se sentite che nella zona c’è la sensazione di un “mattone”e
in più la Pz ha male, vuol dire che siete sulla zona della
surrenale e che la surrenale è positiva al test. Quindi il
test è positivo se la zona è dura e dolente. Molto spesso
vi capiterà che il Pz vi dica che sente un’irradiazione del
dolore sulla schiena. Di solito è un dolore a fascia bilat-
erale proprio sul livello della surrenale.
In questo caso siete certi di avere impilato la surrenale. Le surrenali non hanno
un grosso movimento ma nella fase di INsp sentite che il pollice sin ruota in
senso orario (rene sin) mentre il pollice dx ruota in senso antiorario (rene dx),
perché la parte centrale delle surrenali è attaccata ai vasi e ai pilastri del
diaframma (immagine accanto), per cui non sono coinvolte dalla spinta del
diaframma.

Il diaframma spinge
la parte laterale
delle surrenali, per
cui sentirete i vostri
pollici che fanno
questo…

Secondo Bonetti fare un test di mobilità a questo livello non ha senso perché le surrenali sono molto fisse, per
questo bisogna far riferimento al test di pressione.

105
Per le tecniche di trattamento si possono usare le seguenti:
1. recoil > entrate in profondità, testate le direzioni (dx-sin, alto-basso, rotaz oraria e
antioraria), sentite se ci sono dei parametri di restrizione, impilate tutti i parametri in
restrizione (in questo modo aumenta la tensione), poi testate da ultimo Insp e Esp e
fate il recoil nel tempo respiratorio in cui il tessuto aumenta ulteriormente la tensione.
E poi gli fate il test.

2. Lavoro sulla cinetica spontanea >


seguite le tensioni cercando di allentare
la zona fasciale. L’obiettivo è quello di
allentare la loggia della fossa renale per
diminuire la restrizione sulla surrenale.
Il lavoro sulla surrenale agisce sulle cel-
lule, sulla matrice extracellulare, miglio-
ra la fisiologia cellulare…
Attenzione: se il Pz ha un sospetto di fenocromocitoma, la stimolazione meccanica diretta del tumore attiva
immediatamente una reazione di iperstimolazione surrenale, per cui il Pz può avere subito una tachicardia,
vampate di calore, aumento della pressione. In quel caso fermate tutto e mandate il Pz dal medico, anche se
nell’anamnesi dovrebbe venire fuori qualcosa.
Domanda: si possono fare dei lavori di questo tipo anche nei pazienti con la sindrome di Cushing?
Risposta: si, ma non ti devi aspettare grossi risultati, anche se un miglioramento della situazione ci può es-
sere, il Pz sta proprio meglio.
Ricordatevi che la surrenale è parte integrante del sistema ortoS. Se fate il test dei globi oculari sul Pz e risulta
iperorto, ricordatevi di andare sempre a controllare le surrenali. Se risulta positiva
1. andrete a controllare se ci sono delle disfunzioni vertebrali a livello del tratto dorsale da cui parte
l’innervazione per le surrenali e le riducete
2. rifate il test nella zona surrenale per vedere se ci sono stati dei cambiamenti
3. fate il lavoro che abbiamo appena visto sulla zona surrenale
Potete pensare alle surrenali quando sentite al test di pressione sui 9 Q una positività laterale nella zona
dell’epigastrio. La zona laterale infatti rappresenta la zona di confine tra epigastrio e ipocondrio.
epigastrio

fianco sin Oppure sentite una zona dura in corri-


spondenza dell’eminenza tenar (se an-
date in profondità) quando testate il
fianco sin.

106
sem 2

La respirazione è controllata da diversi meccanismi e da afferenze che arrivano da diverse parti del corpo, sia
relative ai visceri, all’apparato locomotore e all’ambiente interno.
I meccanismi di controllo della respirazione devono fornire:
1. schema motorio responsabile del ritmo automatico.
2. rispondere a richieste metaboliche.
3. differenti condizioni meccaniche (posture…). Ventilazione e ritmo respiratorio son comandate da afferenza
che arrivano da tutto l’apparato locomotore, quindi del diaframma, delle coste, delle pleure, delle fasce del
torace, che tratteremo, che son piene di meccanocettori che arrivano al tronco encefalico, e da qui ci saranno
centri che comanderanno la ventilazione e la ritmicità.
4. comportamenti non ventilatori (fonazione, deglutizione… se deglutisco la respirazione si deve fermare).
I polmoni sono delle porte d’entrata (come l’intestino tenue e le mucose in generale: orofaringe, genito-
urinaria, rettale..), perché hanno un
a) sistema immunitario di difesa (collegato al tenue ed alle mucose in genere – sistema MALT, tessuto lin-
107
foide associato alle mucose). Spesso problemi come l’asma o che riguardano il polmone come bronchiti, in-
fezioni ricorrenti, predisposizione a infezioni, posson dipendere da problemi provenienti da altre zone come
un tenue, che se è in uno stato infiammatorio,probabilmente anche il polmone ne soffrirà essendo più espos-
to a patologie. Magari trovo disfunzioni sul tenue e niente sul polmone ma il pz soffre di asma o ha la psoriasi,
perché il MALT è collegato all’immunità della cute, e dermatiti o eczemi ecc. sono un sintomo di qualcosa che
non funziona soprattutto in organi come intestino, polmoni…
b) Funzione di assorbimento e barriera. I polmoni assorbono gas (anche nocivi, nell’aria c’è di tutto o met-
alli pesanti). La barriera è rappresentata da una mucosa. Spesso alcune polveri o metalli pesanti, sostanze
riconosciute come antigeniche fanno innescare un processo immunitario e la prima risposta è un’attività dei
macrofagi che liberano istamina – con processo infiammatorio non solo locale e va in giro e provoca infiam-
mazione o problemi di altro tipo in altri distretti, come il prurito che quindi c’è non solo in problemi di fegato
cistifellea, ma anche in caso di infiammazione dell’ intestino tenue o dei polmoni (rene: per gli acidi biliari nel
sangue).

Controllo NERVOSO della respirazione


1. Muscoli respiratori: motoneuroni a livello C4-C8 e T1-T7.
Ci sono afferenze ed efferenze NVG che partono dai neuromeri C4-C8. Quindi controllo polmonare: molto
ampia!
A loro volta vengono innervati da fibre provenienti dal bulbo e da C1-C2.
2. Centro respiratorio troncoencefalico (CR)
Costituito da:
Gruppo (di neuroni) Respiratorio Ventrale (GRV).
Gruppo Respiratorio Dorsale (GRD).
Formati da popolazioni neuronali che attivandosi in tempi differenti attivano ed inibiscono sia l’INsp che
l’Esp.
3. Centri pontini
Centro apneùstico: attiva una profonda INsp intervallata da brevi Esp (apneusi). Fornisce massima profondità
e durata all’INsp.
Centro pneumotassico: promuove una respirazione coordinata anche in base ad altre funzioni vegetative ed
alla PCO2.
Controllano quindi le apnee (soprattutto INsp), la lunghezza del respiro e la frequenza respiratoria che è in as-
sociazione con altre fz NVG di altri organi (per i riflessi viscero-viscerali lunghi che partono da meccanocettori
del peritoneo o organi del piccolo bacino- come afferenza nel tronco encefalico- sinapsi col nucleo dorsale
del vago- regolazione dell’attività cardiaca e respiratoria). Quindi se ho una pancia infiammata, anche l’attività
dei cuori e dei polmoni ne risente. Pz con tachicardie improvvise che ha fatto già visite dal cardiologo e non si
sa cos’abbia, si può trovare un colon o un tenue non buoni: può essere che queste tachicardie per quelle vie
NVG riflesse partano da un problema viscerale dell’addome.
Poi oltre all’attività nervosa c’è anche un controllo biochimico nel sangue come la saturazione di O2.

Fattori che influenzano l’attività neuronale respiratoria


Aumento: dolore, stimoli termici, diminuzione pressione arteriosa, attività muscolare (meccanocettori artico-
lari), adrenalina, noradrenalina, istamina, acetilcolina, prostaglandine, progesterone, testosterone, corticotro-
pina.
In una lezione sulle fasce vi avevo detto che i Pz fibromialgici hanno un aumento della ventilazione (iper-
ventilano di solito) perché avendo infiammazioni nel connettivo diffuse c’è un aumento di prostaglandina,
istamina, ormoni che rientrano nel controllo dell’infiammazione.
Diminuzione: aumento del Ca e Mg nel LCR, ipotermia grave, aumento pressione arteriosa, elevate concen-
trazioni di endorfine, catecolamine, atropina, …
Ridotta sensibilità alla CO2 ed al pH dei neuroni respiratori può causare «apnea notturna».

Il Liquor è un altro elemento, come il sangue, che trasporta sostanze che vengono captate da recettori che
stanno nel SNC collegati ai centri interni tra cui l’ipotalamo e centri tronco encefalici che regolano le fz NVG
che regolano l’omeostasi. Le tecniche liquidiane: nei ventricoli ci son le cellule ependimali ciliate sensibili alle
fluttuazioni, ma tra queste cellule vi arrivano anche delle terminazioni nervose libere che sono dei chemore-
108
cettori che captano la consistenza chimica del LCR e mandan informazioni al SNC per regolare le reazioni
biologiche e i parametri omeostatici (respirazione, ph….). Se il LCR ha un ph acido si aumenta il ritmo respira-
torio, ad es. Facendo le tecniche sul cranio si vedono cambiamenti che intervengono su tutta la fisiologia del
corpo, anche sull’ambiente biochimico. Anche il semplice mal di schiena è solo il sintomo di qualcosa dentro
che non va, per equilibri non solo meccanici ma biochimici, molecolari.. perturbati. L’obiettivo è ristabilire
l’omeostasi in generale. Se le funzioni non vanno il paziente si ristorce. L’Osteopatia serve per curar la polmo-
nite (non solo la “cervicale”).

Ridotta sensibilità dei neuroni del tronco encefalico alla CO2 ed al ph, può causare “apnea notturna”. Un Pz con
apnea notturna potrebbe aver disfunzioni al rene, polmoni, NVG di questi organi, logge. Pz apnea notturna
e lombalgia: rene, psoas.. rene non regola il ph, i neuroni soffrono, e fa le apnee notturne. Del mal di schiena
“me ne frego”.

Controllo CHIMICO del respiro


Recettori periferici e centrali controllano la respirazione in base a PO2, PCO2 e pH del sangue e del liquor
encefalo rachidiano (che regola alcune fz omeostatiche!).
I recettori centrali captano direttamente dal LCR e dal liquido interstiziale del tessuto nervoso.
I recettori periferici si avvalgono dei:
glomi carotidei
glomi aortici, captano l’ambiente chimico del sangue e regolano fz omeostatiche. +
Inoltre, tutta una serie di gangli NVG con neuroni chemorecettori per il sangue, che si comportano come dei
glomi
Ganglio di Ribes (se presente)
Ganglio di Luscka (coccige)
Ganglio di Walter (incostante sulla faccia anteriore del coccige)
Gangli iuxta-cardiaci
Gangli intraorbitari
Corpuscoli iuxta-genitali (collo dell’utero, ilo ovarico e testicolare)
Corpuscoli paravescicali
Corpuscoli vescicolo-deferenziali
Organo di Zuckerkandel (ganglio vicino al plesso mesenterico sup (o plesso celiaco, secondo le variazioni
anatomiche), prevertebrale, vicino all’aorta, comanda l’attività di organi come l’intestino. Esempio: distor-
sione, infiammazione, in situ c’è liberazione di istamina, citochine, interleuchine.. ecc, van nel sangue, l’organo
di Zuckerhandel le capta, si attiva. Essendo in connessione neuronale con gli organi comandati dal plesso
mesenterico superiore, si infiamma pure il tenue o si contrae o ci si caga sotto. C’è una relazione tra l’attività
meccanica, biochimica della globalità.
Se c’è un’ipossia, se ne risente non solo a livello biochimico (di organi), ma si scatena un riflesso NVG su altri
organi e potrei aver un problema x es all’utero dovuto all’ipossia perché magari il polmone non ventila bene,
perché ho un pH acido, perché mangio male e son sempre arrabbiato.

Influenze NON CHIMICHE sulla ventilazione


Recettori muscolari da stiramento (inibizione del respiro).
Stimoli irritativi vie aeree.
Variazioni della perfusione polmonare (recettori J). Iniziale apnea seguita da respiro rapido e superficiale,
bradicardia, ipotensione e vasodilatazione riflessa.
Afferenze ai centri nervosi sup: emozioni, sbadiglio, deglutizione, …
Aff da barocettori: aumento di pressione determina diminuzione della frequenza respiratoria e del volume
corrente e viceversa.
Dolore.
Caldo e freddo.
Ormoni: adrenalina e noradrenalina, progesterone, ormonitiroidei (tutti stimolano). Avevamo visto che al-
cuni ormoni influiscono anche sul controllo della vasomotricità su alcuni organi come sul cuore.. qui lo stesso,
sul controlla sulla respirazione. Ricordarsi queste cose permette di fare una sintesi molto più precisa coi Pz.

109
OrtoS del Polmone
C8-T1-T5(T7): neuromeri e relative vertebre;
Vert cervicali C4-C7 (C8 è il neuromero. Il nucleo ortosimpatico intermedio laterale parte da il tratto verte-
brale C1 C8 T1 L1 L2, ma poi le fibre risalgono nella componente latero vertebrale, che sono i gangli latero
vertebrali. Il tratto vertebrale C4-C7 intervengono sull’orto dei polmoni.
Broncodilatante
Vasocostringe relativamente a bassa attivazione (recettori Alfa).
Vasodilatante ad alta attivazione (recettori Beta). Per aumentare la perfusione, per es. quando si corre
(dipende anche da altri fattori – ipossia, cataboliti, …).(Anche nel cuore: attivazione bassa le coronarie si va-
socostringono. Iperattivazione, vasodilatazione). Questo funziona anche per le arteriole che devono dare
nutrimento al parenchima polmonare, il sangue che viene dal cuore e ritorna al cuore deve anche nutrire il
parenchima polmonare.
ParaS (non ha effetto diretto: controllo prevalentemente orto):
Nn. vaghi: broncocostrizione.

Asma
«Stato clinico di accresciuta reattività dell’albero tracheo – bronchiale a diversi stimoli».
dispnea
sibilo respiratorio
ostruzione delle vie aeree
tosse con o senza espettorato
Dovuti a:
broncospasmo ostruttivo (a livello osteopatico si cerca di inibirlo)
edema della parete bronchiale
infiammazione.
ipersecrezione della mucosa
Si avrà:
iper insufflazione
difetti dello scambio gassoso
aumento del lavoro respiratorio (quindi probabili disfunzioni osteopatiche sul diaframma e sui muscoli acces-
sori, scaleni, K1, K2, stretto toracico superiore, cervicali... un Pz con asma può acerecervicobrachialgia).
Gli episodi asmatici possono essere parossistici o continui con sintomi che portano alla modesta infermità alla
morte per asfissia. Spesso l’asma è reversibile.

Forme cliniche_1. Asma estrinseco (o allergico)


Bambini e giovani.
Attacchi reversibili di broncospasmo.
Ambascia respiratoria.
Dispnea.
Sibili respiratori.
Congestione.
Cianosi.
Tosse.
Arrossamento delle ali del naso.
Uso dei muscoli accessori della respirazione.
Apprensione.
Tachicardia.
Sudorazione.
Storia personale di atopia (eczema) o altre manifestazioni allergiche (cibi, polline, farmaci, pelo dei gatti, pol-
veri, acari, …).
Da un’intolleranza alimentare può venire l’asma per una situazione chimica per la liberazione di sostanze (per
la reazione immunitaria) che arrivano al polmone attraverso il sangue.
Reattività cutanea alle IgE.

110
2. Asma intrinseco (idiopatica o infettiva)
Età media.
Infezione delle vie respiratorie.
Ha gli stessi sintomi dell’asma estrinseco anche se la tosse può dare un espettorato purulento.
3. Asma misto
Combinazione di fattori allergici ed infettivi.
4. Bronchite asmatica cronica
L’asma coesiste con una bronchite cronica.
5. Asma da sensibilità all’aspirina
I sintomi si manifestano 20 minuti dopo l’ingestione di salicilati.
6. Asma da sforzo fisico
Dopo sforzo fisico prolungato. Si evidenzia dopo 10 minuti.
Spesso i Pz hanno avuto una storia di atopia.

L’ asma è principalmente un problema di ipervagotonia.


Togliere le disfunzioni e disattivare un’iperattività del vago (inibirlo).
Il polmone ha innervazione orto e para.
L’ortoS deriva dal tratto D1-D5 con contingenti di fibre più numerosi nei livelli D1-D2 e D3-D5. Provoca bron-
codilatazione e vasocostrizione.
Contingenti da C4-C8.
Il paraS è rappresentato dai due nn. vaghi. Provoca broncocostrizione, vasodilatazione indiretta e secrezione
bronchiale.

L’asma è in progressione in tutti i paesi (200.000 morti l’anno nel mondo). Spesso colpisce i bambini e gli ado-
lescenti. Le bronchioliti del bambino sono la prima avvisaglia dell’asma. Le morti bianche sono spesso dovute
ad una crisi iperparasimpaticotonica misconosciuta alla quale il bambino non riesce a reagire.

Trattamento
1. Trattamento delle crisi (d’urgenza)
2. Trattamento del terreno

Trattamento delle crisi


Diminuzione del flusso vagale.
Inibizione del vago C0-C1.
Tecnica di compressione sul passaggio dei nn. frenico e vago
Il n. frenico è parasimpaticotonico (probabile collegamento delle fibre viscero-
sensitive: innervano diaframma dal punto di vista sensitivo e le pleure) con il
nucleo motore dorsale del vago visceroeffettore.

Tecnica di flessione forzata della base ortosimpaticotonica (presa pterigoi-


di-occipite). Stimola l’ortoS in modo massivo (ha azione broncodilatante).

Compressione squame dell’occipite (simile al quarto ventricolo, molto mec-


canica). Stimola il parasimpatico. Lo scopo è quello diiperstimolare il paraS fino
all’esaurimento. (??? – ma se non si esaurisce?!)
Tecnica di Father Tom o tecnica Père Tom, se è possibile mettere il Pz sdraiato >
stimola l’ortoS.

111
Trattamento del terreno (Pz asmatico)
Lavorare in caso in cui si trovi disfunzione alle seguenti strutture.
Sacro se in estensione (secondo meccanica cranio-sacrale! L’estensione stimola il para. Un’anteriorità del sac-
ro tira in estensione la base del cranio). Togliere cmq disfz del sacro.
Coccige. Per il ganglio coccigeo (di Luschka). La sua inibizione provoca un abbassamento del tono ortosim-
patico generalizzato ed una predominanza del paraS. Pavimento pelvico!
Organi del piccolo bacino (soprattutto nella donna). Portano grossi contingenti di fibre vagali.
Anche se innervati dal paraS sacrale, le vie sensitive dell’organo viaggiano nei plessi –ipogastrico inf.. celiaco..
vie orto –dolore- e Vago –è anche sensitivo-, tronco encefalo, sinapsi col Vago.. dall’utero posso andare a finire
ai polmoni >broncospasmo). Quindi anche se non ci sono sintomi togliere tutte le disfz viscerali!
Organi addominali. Tenue e colon. Per l’innervazione para ma anche per il ruolo immunitario.
Diaframma. Pilastri e cupole – meccanica respiratoria.
Fegato, colecisti, stomaco. Per le afferenze para e il ruolo immunitario (se il tenue non va bene, la visce-
ro-sensibilità è veicolata dal Vago, e per i riflessi vago-vagali, se ho un tenue o utero che non funzionano
l’afferenza arriva al nucleo del tratto solitario, riflesso col nucleo dorsale del vago, parte iperattivazione vagale
efferente che può provocare broncospasmo e asma).
Coste. Ultime sei per l’inserzione del diaframma. Secondo Still bisogna portarle in apertura soprattutto k5, k6,
k7 a dx (?). Tecnica globale.
Stretto toracico superiore. K1-k2, clavicola, C7-D1.
Scaleni.
Legamenti del domo pleurico.
C0-C1. Passaggio del vago.
C2. Perché biomeccanicamente permette i compensi a livello di C0-C1. Spesso è in disfunzione.
Cranio. Soprattutto le lesioni in estensione. Bisogna ridare le possibilità di flessione. Correzione delle mem-
brane (fluttuazione del liquor ???).

Pratica
Tecnica Compressione passaggio nn.vago e frenico
Compressione per diversi secondi (in genere 90) a livello
del vago e frenico che passano in vicinanza delle inserzio-
ni dello SCOM a livello clavicolare.
Osteopata dal lato opposto al Pz.
Pollice all’interno dell’inserzione sternale sopra la fossetta
giugulare per entrare all’interno.
Indice all’esterno, tra inserzione sternale e clavicolare.
Medio a livello dell’ inserzione clavicolare.
I punti sono laterali alle inserzioni (tendini).
Nell’entrare in senso ant-post si sente che alcune dita en-
trano meglio di altre (le tensioni sono diverse), quindi man
mano che si entra, regolare la pressione in modo da avere
la sensazione che, in profondità, le tre dita abbiano la stessa pressione sul tessuto.
Si entra finchè il tessuto lo permette, fino a sentire una barriera tessutale (non forzare: ci sono un mucchio di
vasi e si darebbe fastidio). Infine farlo dall’altro lato.
Tecnica di F forzata - Ortosimpaticotonica
Contatto con pollice e indice (o medio) per entrare nella fossetta formata dal mas-
cellare e la branca montante della mandibola e andare in direzione delle pterigoidi
in modo che queste vengano spinte verso dietro e lo sfenoide faccia una specie di
bascula ant.
Contemporaneamente una mano sotto l’occipite entra in profondità tra C0-C1
Primo tempo: una compressione a/p.
Poi: movimento verso l’alto, a conchetta, cosicché la sincondrosi viene spinta in F
verso l’alto.
È dde questo :-)

112
Tecnica Père Tom
Invece si fa col Pz sdraiato (quindi non sempre
è possibile).
Colonna dei pollici: falange prossimale e primo
meta in corrispondenza della porzione post-es-
terna della mastoide per creare una rotazione
esterna forzata dei temporali.
Comprimo verso dentro e poi dare un impulso
con una sorta di pronazione dell’avambraccio
(tipo rotazione post). È puramente meccanica
e la compressione è vigorosa. Mantengo in modo vigoroso finché sento che l’osso sotto le mani cede, quindi
rilascio velocemente.
Poi ripeto. Per 3-5 volte.. quanto serve.
Viene venduta come una tecnica di rianimazione per il Pz con una crisi, quindi dopo un po’ il Pz inizia ad avere
degli effetti e a placarsi (broncodilatazione).
Queste tecniche sono per l’urgenza, quando c’è una crisi in atto.
Al test dei globi oculari non è detto che il Pz sia per forza in iper-para, anche se i vaghi sono attivati dando
broncospasmo. Un conto è la situazione generale e un conto è la situazione del viscere. Spesso si trova il Pz di
iper para perché c’è anche uno stato di estensione cranio sacrale.
Zone da testare per il terreno del Pz:
sacro
coccige
organi: Piccolo Bacino
tenue, Colon
fegato, VB, Stomaco
diaframma
coste
scaleni
stretto toracico superiore (K1 – K2, clavicola)
SNV Polmone
Orto: C4 – C7
D1 – D7
Fasce torace -SNV
Para: decorso vago > inibizione

sem 5

Nervi del piccolo bacino


Gran parte dei nervi che vedremo in questa lezione (n. pudendo, plesso ipogastrico inf ) passano tra i foglietti
delle lamine SRGVP.

113
Apparato genitale femminile (file PPT)
Slide 1 *Non sono i nn. splancnici classicamente nominati (grande e pic-
VULVA colo splancnico), perché i nn. splancnici sono tanti. I nn. splancnici
Innervazione sensitiva: n. ileoinguinale sono anche questi che partono dalla catena latero-vertebrale e
(L1), rami labiali del n. perineale (S3), formano dei nn. viscerali. Questi nn. splancnici hanno ovviamente
diramazione perineale del cutaneo pos- una componente ortoS. In alcuni casi possiamo trovare anche in
teriore della coscia (S2). questi nervi delle fibre vagali, perché sapete che il paraS sacrale
VAGINA prende come via terminale i nn. erigendi di Eckart (che sono
Parte sup: dai nn. splancnici* (S2-S3-S4) come il vago a livello della pelvi). Però alcune fibre del paraS pas-
Parte inf: n. pudendo (S2-S4) sano anche in nervi che portano una componente ortoS. Quindi
per quanto riguarda la pelvi le componenti ortoS e paraS prendo-
no strade comuni già dall’inizio, anche se si può fare una certa separazione.
Il n. pudendo ha delle fibre neurovegetative, prevalentemente l’ortoS, ma è principalmente un nervo
somatico, che innerva la muscolatura del pavimento pelvico e la parte sensoriale degli organi genitali esterni.
Le fibre ortoS del n. pudendo serviranno principalmente al trofismo dei tessuti e alla vasotonicità.

Il n. pudendo ha diverse dira-


mazioni. Ha un punto di cont-
atto a livello dei legamenti del
bacino, soprattutto del piccolo
leg sacro-ischiatico, che può
essere un punto di eventuale
compressione. Il lavoro sul pa-
vimento pelvico che avete visto
con me e anche in ginecologia
è importante non solo per una
questione meccanica ma anche
perché il pavimento pelvico la-
scia passare tutte queste ramificazioni del n. pudendo. Delle costrizioni muscolari a questo livello inter-
114
feriscono con la funzionalità del nervo, dando tutta una serie di problemi sui genitali esterni.

L’immagine seguente è uno schema d’innervazione. La cosa interessante di questo schema, oltre i livelli verte-
brali, è che la ramificazione - soprattutto ortoS - per quanto riguarda gli organi genitali interni è molto estesa:
parte da D5-D6, prende gran parte della catena latero-vertebrale ma soprattutto prende i plessi pre-
vertebrali fino al plesso celiaco. Ricorda: ogni volta che dovete lavorare gli organi del piccolo bacino, oltre
a fare tutto il lavoro sull’organo, sulle fasce, sul telaio osseo etc… ricordate che l’innervazione neurovegetativa
comprende dei plessi che stanno in alto, per cui molto spesso ci possono essere dei fenomeni che dalla parte
alta si riflettono nel piccolo bacino o, al contrario, delle costrizioni nel piccolo bacino possono influire su or-
gani che apparentemente non sembrerebbero collegati, ma lo sono dal punto di vista neurovegetativo.

115
116
Qui sopra ci sono tutti i plessi, vedete che scendono e creano tutte le varie sezioni: plesso celiaco o plesso
solare, mesenterico sup, mesenterico inf, ipogastrico (che talvolta è diviso in sup e inf ) e pelvico. A livello
del plesso pelvico si ha un’integrazione sia delle fibre ortoS che paraS.
Slide 6 L’innervazione ortoS parte dai segmenti D10-D12 (così dice
UTERO Bonetti anche se nella slide c’è D11). OrtoS e paraS hanno
OrtoS: dai segmenti D11 e D12, con passag- funzioni diverse. Di solito l’ortoS fa una vasocostrizione, tende
gio a livello dei gangli lombo-sacrali. Alcune a stimolare in alcuni casi la circolazione linfatica (da ri-
componenti potrebbero derivare dai cordare!), mentre la componente paraS di solito provoca un
nn. grande e piccolo splancnico. Provoca aumento della peristalsi.
contrazione* e vasocostrizione. *L’ortoS provoca contrazione soprattutto a livello del collo
ParaS: deriva da S2-S4 con il plesso pelvico. dell’utero. Infatti questa zona è innervata da ramificazioni
Provoca inibizione uterina e vasodilatazione. che partono principalmente da L5 (un punto che andremo ad
Plessi SNV: solare, mesenterici e pelvico. inibire, per cercare di togliere le costrizioni a questo livello).
Si forma una zona (non dico uno sfintere, ma quasi) che può rimanere in contrazione soprattutto durante la
117
fase mestruale, in cui l’utero deve avere la possibilità di contrarsi per eliminare il mestruo. Questa zona si op-
pone se rimane in una condizione di contrazione. Molto spesso questo dipende dalla stimolazione dei gangli
a livello di L5. Questo crea una distonia nel controllo dell’attività dell’utero, perché una parte dell’utero
cerca di contrarsi per eliminare e un’altra parte anziché rilasciarsi rimane anch’essa contratta. Dovremo ini-
bire quell’area per far sì che il collo dell’utero si rilasci, perché altrimenti si creano dei dolori. Questa è una
delle basi della dismenorrea, la cosiddetta sindrome premestruale, in cui i dolori si percepiscono nel primo
periodo. Di solito il meccanismo neurovegetativo è questo.
Slide 8 *L’innervazione ortoS va da D12 a L2 (così a lezione anche se
TUBE nella slide c’è D10)
L’innervazione corre con le arterie ovariche **nn. splancnici pelvici o nn. erigenti d’Eckart.
ed uterine.
OrtoS: D10-L2* Tube_ parte mediale, innerv paraS > nn. splancnici pelvici
ParaS: la metà laterale derivano dal vago, Tube_ metà laterale, innervaz paraS > n. vago
il resto dai nervi splancnici pelvici**.
Sensitiva: con i nervi ortoS.

Questa notizia la potete correlare a situazioni per es di infertilità, di problemi alle tube….
Ricorda: la motilità delle tube è controllata da due sezioni del sistema paraS (vago_parte laterale delle tube
e nn. splancnici pelvici_parte mediale delle tube), che devono lavorare in modo ordinato. Se ho delle disfun-
zioni alte sul decorso del n. vago (OM, loggia vascolare, C0-C1), dovete pensare che sono aree collegate
con la funzionalità dell’apparato genitale. Questo vale sia per il n. vago di dx che di sin anche se il sinistro è
più corto. Ricorda: il vago non arriva in modo diretto fino alle tube, ma si relaziona con i plessi prevertebrali e
attraverso di essi raggiunge poi le tube.
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Slide 10 *Questo è a livello dell’ovaio, ma dovete ricordarvi di lavorare i plessi pre-
OVAIE vertebrali addominali come quello renale e celiaco che sono più alti.
OrtoS: D10-D11, vasocostrizione. Nell’immagine seguente si vede che la componente ortoS è alta (D10-
ParaS: S2-S4, vasodilatazione. D11) mentre quella paraS è pelvica + plessi addominali anteriori. La
Plessi SNV prevertebrali: dal sensibilità (le vie sensitive) di questi organi passa in parte con le fibre
plesso ovarico* derivante dal ples- paraS e in parte con quelle ortoS (questo l’avevamo detto anche per altri
so renale e celiaco, ipogastrici. organi).

Di solito la sensazione di dolore viscerale interno passa con le vie NV ortoS, mentre la sensazione di dilatazi-
one, di alterazione dell’ambiente chimico o meccanico non riferibili al dolore passano con la componente
paraS. Il fatto che il vago abbia delle fibre che, attraverso i plessi prevertebrali, arrivano fino nella piccola pelvi
fa anche capire una serie di sintomi che si possono avere durante un malfunzionamento o una situazione più
o meno fisiologica come la fase mestruale del ciclo o la fase ovulatoria, in cui si può avere una sensazione
di nausea o reazioni vagali. Ricordatelo perché quando avrete una Pz che ha problemi agli organi genitali in-
terni, dismenorrea o altre cose… dovrete controllare le zone alte di passaggio del n. vago e non fare solo un
lavoro locale.
Per lavorare l’apparato genitale femminile bisogna lavorare principalmente le zone elencate nella slide 12:

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Slide 12 * Sia a livello di neuromero che di uscita dei nervi dai fori sacrali
S2-S4* **Utero, ovaie e tube hanno questa innervazione molto alta
D6-L2** *** I gangli della catena latero-vertebrale lombare e sacrale. Di solito la
K6-K12 catena latero-vertebrale lombare e quella che sta davanti al sacro ven-
vaghi gono lavorati in inibizione, perché se l’ortoS è troppo attivo ha sempre
gangli lombari*** una ripercussione negativa sugli organi genitali, perché crea vasocos-
inibizione sacro (fori sacrali) trizione e inibizione di alcuni movimenti peristaltici e via dicendo.
decompressione L5-S1**** (ed even- ****Questa tecnica viene fatta in caso di dismenorrea in relazione a
tualmente riduzione listesi) quello che abbiamo detto prima: da L5-S1 partono delle fibre che van-
inibizione L5-S1***** no al collo dell’utero. Se c’è una listesi a quel livello va eventualmente
ridotta, perché una listesi della colonna vertebrale può provocare a quel livello un’attività ortoS che va
ad interferire con la funzionalità del collo dell’utero e la sequenzialità di attivazione muscolare dell’ambiente
uterino.
*****Secondo alcuni studi un’inibizione di L5- S1 migliora la vascolarizzazione di tutto il piccolo bacino.
Sembra quindi che a livello di quei gangli partano delle fibre che producono un’innervazione estesa dei vis-
ceri del piccolo bacino. Lavorando solo quella zona avrete un effetto molto vasto e potente.
Si possono distinguere 3 tipi di dismenorree, che dipendono in parte dal neurovegetativo e in parte ad altre
situazioni che abbiamo in qualche modo visto nelle lezioni precedenti e con cui possiamo fare delle cor-
relazioni
Slide 13 * I dolori si presentano nella fase 0 o nel 1º giorno di mestruo. In questo
Dismenorrea premestruali 0-1* caso di solito c’è una compromissione della zona L5-S1, che va quindi
Protomeniali 1-4** corretta e inibita insieme a tutti i gangli lombari e al sacro.
Telemeniali 3-4…. **I dolori iniziano il 1º giorno e durano fino al 4º. In questo caso dob-
biamo anche considerare il problema ovarico per la cattiva gestione degli ormoni.
***Sono i dolori che iniziano in una fase avanzata e possono durare anche fino a dopo il mestruo. In questo
caso oltre al problema ovarico dovete farvi delle domande su altri sistemi che controllano le ovaie e che stan-
no più su nella scala gerarchica: l’ipofisi o l’interazione con altre ghiandole che possono influire sulle gonadi
come per es le surrenali, la tiroide.
Ricapitolando: di solito per questo tipo di problemi si cerca di inibire l’ortoS e di aprire le vie di passaggio del
n. vago (che sarebbero i nn. erigenti di Eckart, che passano nelle lamine SRGVP).

Apparato genitale maschile (file PPT)


Slide 2 *Il plesso prostatico è attaccato alla fascia che
PROSTATA sta intorno alla prostata e noi abbiamo visto
Il plesso prostatico* innerva la prostata e l’uretra prostatica. il lavoro sulla parete ant e post della pros-
Localizzato nella faccia post-laterale e deriva dal plesso pel- tata. Quelle tecniche lavorano non solo sulle
vico (ipogastrico inf ). fasce ma direttamente su questo plesso e
Innerva prostata, vescichette seminali, uretra prostatica, l’innervazione prostatica. Questo plesso non
condotti eiaculatori, corpi cavernosi, corpo spongioso, ure- innerva soltanto la prostata ma anche altre
tra membranosa e peniena, ghiandole bulbo-uretrali. zone: vescichette seminali, uretra prostatica,
Il plesso è fortemente adeso alla fascia prostatica. condotti eiaculatori…. quindi un lavoro fatto
I grandi nn. cavernosi** innervano l’uretra prostatica per evi- in questa zona migliora molte funzioni che
tare il reflusso dell’eiaculato. possono andare da condizioni di infertilità
Il n. pudendo (somatico) innerva lo sfintere uretrale esterno. maschile (vescichette seminali), erezione (cor-
I nn. sensitivi entrano nel pene assieme ai vasi dorsali. pi cavernosi e corpo spongioso)......
Se conoscete le funzioni di queste parti anatomiche riuscite a estrapolare i sintomi correlati e l’importanza del
lavoro che potete fare.
**I grandi nn. cavernosi partono dal plesso prostatico e innervano l’uretra prostatica. Quest’ultima, un po’
come il collo dell’utero, ha una funzione quasi di sfintere, che serve ad evitare il reflusso dell’eiaculato in
vescica.

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Quando c’è l’eiaculazione l’uretra prostatica si chiude, perché altrimenti quando i dotti deferenti portano lo
sperma a livello dell’uretra peniena per l’eiezione ci sarebbe il rischio che lo sperma entri in vescica, per cui
l’innervazione della prostata è anche importante per la funzione eiaculatoria.
Il reflusso dell’eiaculato può essere documentato con degli esami diagnostici, però può essere che prima di ar-
rivare a questo il Pz non se ne accorga. Nel plesso prostatico ci sono fibre sia ortoS che paraS, però alla base di
questo problema che abbiamo visto c’è una componente ortoS, per cui prevale maggiormente la costrizione.
Slide 3 *L’innervazione ortoS è abbastanza alta,
Innervazione ortoS > gangli dorso-lombari D10-L2* (attraver- come abbiamo visto nella donna, è la zona
so arteria testicolare e nervi ipogastrici) di cerniera. Ricordate che sia nell’uomo
Innervazione paraS > S2-S4 attraverso nn. splancnici pelvici** che nella donna quando ci sono problemi
Innervazione sensitiva*** > attraverso le precedenti di cerniera, di dolore in questa zona spesso
Plessi SNV**** > plessi renale, celiaco e mesenterici + plesso sono riferibili a problemi del piccolo ba-
ipogastrico inf (pelvico) cino.
**I nn. splancnici pelvici sono i nn. erigenti d’Eckart che passano nelle lamine SRGVP
***L’innervazione sensitiva passa in parte per la componente ortoS e in parte per quella paraS
****I plessi prevertebrali sono anche qui tutti quanti, per cui nell’iter di lavoro dovete andare a testare tutti i
plessi, tutta la zona ant all’aorta addominale e anche al di sotto della diramazione delle iliache.

121
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Questo sopra è lo schema dell’innervazione maschile, molto simile a quello della donna, cambiano ovvia-
mente gli organi. Tutto il plesso si sviluppa lateralmente agli organi ed è avvolto dalle fasce SRGVP. Anche
i test che avevamo visto di lateralità degli organi servono per liberare tutta la regione e quindi migliorare
l’innervazione sia ortoS che paraS. Molto spesso già solo lavorando la zona a livello fasciale essa si regolarizza
e molto spesso non c’è bisogno di fare le stimolazioni vertebrali lombari e sacrali.
L’immagine seguente è lo schema con una componente ortoS D10-L2, i plessi, le diramazione che arrivano
al testicolo. Come per l’ovaio la componente paraS passa nel cosiddetto plesso lombo-ovarico, anche
nel maschio c’è il passaggio nel plesso corrispondente che si chiama plesso testicolare. Da questi plessi
partono tutte le fibre neurovegetative che accompagnano l’arteria ovarica o testicolare (che escono diretta-
mente dall’aorta). Lavorando l’arteria lavorate contemporaneamente il plesso. Proprio grazie a
questo lavoro spesso un problema testicolare o ovarico si riflette nella zona cerniera dorso-lombare.

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Slide 8 *I nervi somatici dello scroto fanno parte del ples-
Lo scroto è innervato dall’ileo-inguinale, dal genito- so lombo-sacrale
femorale e dai rami perineali (pudendo)*. L1-L3. **Questo è importante perché è un’eccezione il
Dotto deferente innervato dal plesso pelvico (ortoS)**. fatto che la peristalsi del dotto deferente non
Pene innervato dai nn. cavernosi derivanti dal plesso sia governata da fibre paraS. Questo lo abbiamo
pelvico e che contengono sia fibre orto che para. visto prima quando vi ho detto che l’eiaculazione
OrtoS: da D11-L2*** (vasocostrizione, contrazione è comandata da fibre ortoS. Nell’atto sessuale, so-
vescichette e prostata, emissione del seme). prattutto nell’uomo, tutta la componente di erezi-
ParaS: S2-S4 (vasodilatazione). one è paraS (perché crea una dilatazione dei corpi
Il n. dorsale del pene**** è sensitivo. Le fibre per il glan- cavernosi, un afflusso di flusso di sangue). La com-
de e la cute viaggiano nel pudendo. ponente ortoS è quella che comanda il momento
dell’orgasmo e quindi l’eiaculazione, per cui i dotti deferenti, che devono aumentare la loro peristalsi, per por-
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tare lo sperma e poi espellerlo, sono innervati principalmente da fibre ortoS.
***I livelli vertebrali sono più o meno sempre gli stessi (ricordate che dovete prenderli con beneficio
d’inventario), l’importante è che avete presente più o meno la zona
**** Ricordate che il n. dorsale del pene, una diramazione del n. pudendo, è un nervo completamente sen-
sitivo e da la sensibilità a tutta la zona del glande. Quando questo nervo o il pudendo sono in una condizione
di costrizione lungo il loro decorso: a livello del piccolo leg sacro-ischiatico (ved immagine seguente) o a
livello dei fori dove passa il n. pudendo nel bacino o nel suo decorso lungo il pavimento pelvico, possono dare
una ipo o non sensibilità al glande e questo può provocare un problema di erezione o d’impotenza (perché
nell’erezione oltre alla componente psichica c’è anche quella meccanica).

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Maschio Femmina Decompressione- L5-S1
Orto D10-L2 Utero D6-L2 Inibizione
Para S2-S4 S2-S4
Plessi prevertebrali Ovaio
D10-D11
S2-S4
Tuba
D10-L2
S2-S4
Vago
Plessi prevertebrali
Tecnica di decompressione di L5-S1
È una tecnica da fare nel momento in cui, dopo aver fatto i test, trovate una compressione in una questa zona
e inoltre dalla clinica si evidenziano dei problemi (per es di dismenorrea nella donna). In quest’area si trova
spesso una maggiore compressione. Prima di fare un lavoro sul sistema NV dovete togliere le disfunzioni
strutturali e, in secondo luogo, dovete creare delle condizioni meccaniche che vi permettono di avere più ef-
ficacia con le tecniche di stimolazione/inibizione della colonna o del sacro.
La tecnica di decom-
pressione di L5-S1 è

L5
una tecnica universale
che non serve solo
per il NV, la potete fare
quando vi pare.
Mano craniale, bordo
ulnare sulle basi sacrali
Mano caudale, con il basi sacrali
bordo ulnare agganci-
ate la spinosa di L5

Per prima cosa andate in


profondità, quindi verso
l’avanti e poi, se posizion-
ate bene gli avambracci
(craniale in direzione del
corto braccio e caudale
a 45° in direzione avan-
ti-alto, sentirete che le
mani tendono automati-
camente a fare questo

126
quindi create una decompressione di L5-S1, distanziate le strut-
ture. Sotto le mani dovete percepire che il tessuto si mette in
tensione, perde la sua elasticità e arriva a una barriera tissutale
(in questo modo avete inglobato sia le strutture molli che l’osso),
mantenete fino a quando avete la sensazione che i tessuti ce-
dono e quindi potete distanziare un altro po’, trovate un’altra
barriera tissutale, aspettate, pian piano il tessuto cede e aprite
di nuovo…
Questa è una tecnica che potete utilizzare prima di lavorare
il NV o anche nel caso in cui il Pz soffra di un semplice mal di
schiena meccanico.
Se c’è bisogno di stimolare o inibire i gangli della zona lombare ricordate la tecnica che abbiamo fatto per il
sistema linfatico.
Ricorda: per inibire i gangli bisogna mettere le dita tra le trasverse, non sopra, utilizzando una delle varie
prese che abbiamo visto.
L’inibizione del sacro la sapete fare: andate in massima estensione cranio-sacrale e mantenete 90 sec mec-
canicamente.
Per lavorare i plessi prevertebrali dovete partire sia nel
maschio che nella femmina dal plesso celiaco.
Trovo il tronco celiaco, metto la mano su di essa, vado
in profondità. Se sento che la mano non entra chiedo
al Pz di piegare le gambe oppure sollevo lo schienale
del lettino o metto un cuscino sotto la testa del Pz.
Quando sono in profondità cerco la parete ant del’aorta
e poi faccio
1. dei test meccanici fasciali (sento meccanicamente
tutte le direzioni permesse: dx-sin, altp-basso, rotaz
oraria e antioraria) e poi faccio una tecnica in aggravam o diretta
2. senza fare nessun test faccio subito una tecnica sulla cinetica spontanea: è un test-trattamento nello
stesso momento.
Faccio questo lavoro su tutti i plessi: mesenterico sup, mesenterico inf e poi i plessi del piccolo bacino, che
stanno sotto la biforcazione delle iliache.

biforcazione
delle iliache

La biforcazione delle iliache si trova come avete visto nel vascolare, andate sotto la biforcazione (siete obbli-
gati a far piegare le gambe al Pz), dovete poi andare in profondità a cercare quasi la parete ant della colonna
vertebrale.

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compressione ant-post

Non sono gli scavi, è solo una compressione ant-post fino a che arrivate alla
parete post (questa volta non trovate l’aorta) e lì fate lo stesso lavoro:
1. test meccanico
2. cinetica spontanea
lamine SRGVP
Continuando verso il basso il plesso si divide e va sulle lamine SRGVP, che già
sapete lavorare.

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