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MIOCARDIO SPECIFICO
La proprietà del miocardio speci co di generare gli impulsi elettrici e quindi di contrarsi
autonomamente è detta automatismo cardiaco ed è conferita da cellule miocardiche
specializzate de nite cellule autoritmiche o cellule pacemaker. Quest’ultime
permettono la contrazione del muscolo cardiaco senza alcuno stimolo esterno; il segnale
per le contrazione è, infatti, detto miogeno, cioè si origina all’interno del muscolo cardiaco
stesso, e non neurogeno, cioè che proviene dal sistema nervoso.
Negli invertebrati il pacemaker può essere di natura neurogena o miogena:
• nei molluschi è miogena, ma non ci sono centri autonomi veri e propri; il battito può
insorgere in qualunque punto del cuore
• negli artropodi e forse anche nei tunicati e anellidi l’automatismo risiede nei gangli
nervosi del cuore, quindi pacemaker neurogena.
Nei vertebrati è sempre di natura miogena.
Le cellule autoritmiche sono anche dette pacemaker (segnapassi) perché regolano la
frequenza del battito cardiaco.
Le cellule autoritmiche miocardiche sono diverse dal punto di vista anatomico da quelle
contrattili: le prime sono più piccole e contengono poche bre contrattili. Poiché non
presentano sarcomeri organizzati, le cellule autoritmiche non contribuiscono alla forza
prodotta dalla contrazione del cuore. Le cellule contrattili, invece, sono tipicamente
composte di muscolatura striata, con le bre contrattili organizzate in sarcomeri.
Le funzioni del miocardio speci co sono principalmente due: generare PdA e condurlo al
miocardio comune. La prima funzione, come abbiamo detto, è esplicata dalle cellule
pacemaker, in grado di depolarizzarsi, le quali formano quello che de niamo tessuto
nodale; questo tessuto, nei vertebrati superiori e nell’uomo, è disposto in ammassi o
nodi:
• Nodo seno-atriale, NSA, o nodo di Keith e Flack;
• Nodo atrio-ventricolare, NAV, o nodo di Ascho -Tawara.
NSA
Il pacemaker principale si trova nel nodo seno-atriale (NSA).
Si tratta di una piccola striscia di miocardio speci co situato nella parte superiore laterale
dell'atrio destro, immediatamente sotto lo sbocco della vena cava.
Le cellule nel nodo seno atriale includono:
• cellule nodali o cellule P (generano l’impulso);
• cellule di transizione o cellule T (connettono le cellule P con i miociti atriali).
L'impulso generato nel nodo SA, passa alle bre atriali investendole in maniera
simultanea e, attraverso i fasci internodali, il segnale viene trasmesso al nodo
atrioventricolare (NAV) attraverso tre strisce di tessuto di conduzione.
L’NSA è de nito pacemaker principale e naturale del cuore perché dotato della frequenza
intrinseca maggiore (IHR), cioè l’attività contrattile propria del cuore, corrispondente a 70
battiti/min. Il ritmo cardiaco normale, ritmo sinusale, dipende dalla frequenza del NSA.
Inoltre, la sua localizzazione deve necessariamente essere a livello degli atri poiché, per
assicurare il corretto funzionamento della pompa cardiaca, l’attivazione degli atri deve
precedere quella dei ventricoli.
NAV
Il nodo atrio-ventricolare ha la funzione di trasmettere il PdA dagli atri ai ventricoli, con un
ritardo, che consente di completare la contrazione degli atri prima che inizi quella dei
ventricoli. Il NAV può avere il ruolo di pacemaker solo se:
1. aumenta la sua frequenza intrinseca;
2. è depressa la ritmicità del NSA;
3. è interrotta la conduzione NSA - NAV.
La frequenza cardiaca in questi casi diventa la frequenza del NAV, de nita ritmo nodale e
la sua IHR corrisponde a 40-60/min.
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Anche il Fascio di His è dotato di autoritmicità (frequenza 15-20/min). In condizioni in cui il
ritmo cardiaco sia determinato dal Fascio di His, si parla di ritmo idioventricolare.
Fase 4: le cellule contrattili miocardiche hanno un potenziale di riposo stabile di circa -90
mV. L’eccesso di Na+ entrato rapidamente in cellula durante la fase 0 e più lentamente
durante il resto del ciclo cardiaco, viene eliminato dalla pompa Na+/K+- ATPasi, mentre
gli ioni Ca2+ entrati nella fase 2 vengono eliminati dallo scambiatore Na+/Ca2+.
Quale ragione siologica è alla base del fatto che i segnali elettrici sono convogliati
tutti al nodo AV? Perché non permettere loro di di ondere verso il basso dagli atri?
• La risposta sta nel fatto che il sangue è pompato fuori dai ventricoli attraverso gli
sbocchi arteriosi posti nella parte superiore delle camere. Se i segnali elettrici dagli atri
fossero condotti direttamente nei ventricoli, i ventricoli inizierebbero la contrazione
dall'alto. Il sangue sarebbe spinto verso il basso e verrebbe intrappolato in fondo ai
ventricoli (immaginate di spremere un tubetto di dentifricio dall'alto). La contrazione
dall'apice alla base spinge il sangue verso gli ostii arteriosi posti alla base del cuore.
• Una seconda funzione del nodo AV è quella di ritardare leggermente la trasmissione
dei potenziali d'azione, permettendo agli atri di completare la loro contrazione prima
dell'inizio della contrazione ventricolare. Il ritardo del nodo AV è determinato da un
rallentamento della conduzione attraverso le cellule nodali. I potenziali d'azione si
propagano a una velocità che è circa 1/20 di quella alla quale si propagano i potenziali
d'azione attraverso la via internodale atriale. Il ritardo tra l’eccitazione atriale e quella
ventricolare consente il corretto riempimento ventricolare.
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ELETTROCARDIOGRAMMA
Alla ne del XIX secolo, i siologi scoprirono che potevano sistemare degli elettrodi sulla
super cie cutanea e registrare I'attività elettrica del cuore. È possibile utilizzare elettrodi di
super cie per registrare l'attività elettrica interna, perché le soluzioni saline, come il nostro
liquido extracellulare contenente una alta concentrazione di NaCl, sono dei buoni
conduttori di elettricità. Questa registrazione, detta elettrocardiogramma (ECG o EKG),
mostra la somma delle attività elettriche generate dalle cellule cardiache. Il padre del
moderno ECG fu un siologo olandese, Walter Einthoven.
Egli de nì il "triangolo di Einthoven", un triangolo ipotetico
disegnato attorno al cuore, formato dagli elettrodi sistemati
su entrambe le braccia e sulla gamba sinistra. I lati del
triangolo sono numerati per corrispondere alle tre
derivazioni, o coppie di elettrodi, utilizzate per una
registrazione. Un ECG viene registrato utilizzando una
derivazione per volta. Un elettrodo agisce come elettrodo
positivo e un secondo elettrodo agisce come elettrodo
negativo della derivazione. Per esempio, nella derivazione I,
l'elettrodo sul braccio sinistro è designato come positivo e
quello sul braccio destro come negativo. Quando un'onda
elettrica che si sposta attraverso il cuore si dirige verso
l'elettrodo positivo, I'onda dell'ECG si sposta verso l'alto
rispetto alla linea di base. Se il movimento netto delle cariche elettriche attraverso il cuore
si dirige verso l'elettrodo negativo, il tracciato si sposta verso il basso.
Un concetto che molte persone confondono e al quale dovete prestare molta attenzione è
che una registrazione ECG rappresenta la depolarizzazione o la ripolarizzazione
indi erentemente; cioè, non è possibile a ermare se una de essione in rapporto alla linea
base rappresenti l'uno o I'altro evento. Per esempio, l'onda P rappresenta la
depolarizzazione atriale e l'onda T rappresenta la ripolarizzazione ventricolare, ma
entrambe le onde sono de essioni al di sopra della linea base.
2. Il ritmo del battito cardiaco è regolare o irregolare? Un ritmo irregolare, o aritmia, può
risultare da un battito soprannumerario (extrasistole) benigno o causato da condizioni
più serie, come per esempio la brillazione atriale, in cui il nodo SA ha perso la sua
funzione di pacemaker. Possiamo parlare di ritmo irregolare quando le distanze negli
intervalli R-R non sono equidistanti (sempre considerata la tolleranza del 10% in un
ritmo sinusale).
3. Sono presenti tutte le onde normali in forma riconoscibile? Dopo aver determinato
frequenza cardiaca e ritmo, il passo successivo nell'analisi di un ECG è quello di os-
servare individualmente le onde. Per facilitare la vostra analisi, potrete scrivere le
lettere sopra le onde P, R e T.
4. Esiste un complesso QRS per ciascuna onda P e, se sì, la lunghezza del segmento P-
R è costante? Se questo non si veri ca, potrebbe esistere un problema di conduzione
dei segnali attraverso il nodo AV. Nel blocco cardiaco, i potenziali d'azione dal nodo
SA, talvolta, non riescono a essere trasmessi attraverso il nodo AV ai ventricoli. In
queste condizioni potrebbero comparire una o più onde P che non danno origine a un
complesso QRS. Nelle forme più gravi di blocco cardiaco (terzo grado), gli atri si
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depolarizzano regolarmente a una certa frequenza, mentre i ventricoli si contraggono a
una frequenza molto più bassa.
PATOLOGIE ED ECG
• Le aritmie cardiache sono una famiglia di patologie che spaziano da quelle benigne a
quelle con conseguenze potenzialmente fatali. Le aritmie sono problemi di natura
elettrica che si veri cano durante la generazione o la conduzione di potenziali d'azione
attraverso il cuore e, di solito, possono essere evidenziate mediante un ECG. Alcune
aritmie sono causate dalla "perdita di battiti" e si veri cano quando il ventricolo non
riceve il segnale corretto per contrarsi. Altre aritmie, come le contrazioni ventricolari
premature (CVP), sono battiti aggiuntivi che avvengono quando una cellula autoritmica
non appartenente al nodo SA genera un potenziale d'azione fuori sequenza.
• Un’interessante patologia cardiaca che può essere osservata con un ECG è la
sindrome del Q-T lungo (LQTS), così detta per il prolungamento dell'intervallo Q-T. La
LQTS ha parecchie possibili cause. Alcune sono canalopatie ereditarie, nelle quali
sono presenti mutazioni nei canali del Na+ o del K+ nelle cellule del miocardio; in altre
forme di LQTS, i canali ionici sono normali, ma la proteina anchirina-B, responsabile
dell'ancoraggio dei canali alla membrana cellulare, è difettosa. Forme iatrogene
(causate dal medico) di LQTS possono veri carsi come e etto collaterale
dell'assunzione di certi medicinali. Un famoso caso avvenne negli anni '90 quando i
pazienti assumevano un antistaminico non sedativo detto terfenadina (Seldane) che si
lega ai canali di ripolarizzazione del K+.
• Il blocco atrio-ventricolare è la parziale o completa
interruzione della trasmissione dell'impulso elettrico
dagli atri ai ventricoli. Blocchi di primo grado e di
secondo grado sono parziali, mentre i blocchi di
terzo grado sono completi. In questi ultimi, non c'è
comunicazione elettrica tra gli atri e i ventricoli e
nessun rapporto tra onde P e complessi QRS. I
sintomi e la terapia dipendono dal grado di blocco,
ma il trattamento, quando necessario, di solito
consiste nell'impianto di un pacemaker.
• Nella brillazione atriale l’attività elettrica degli atri è
completamente disorganizzata e non corrisponde a
un’attività meccanica e cace. Il nodo
atrioventricolare riceve dall’atrio moltissimi impulsi
ed esercitando una funzione di ltro, ne trasmette ai
ventricoli un numero limitato, che corrisponde alla
frequenza cardiaca rilevata durante l’elettrocardiogramma. Questa variabilità della
conduzione atrioventricolare fa sì che i ventricoli si contraggano in maniera irregolare.
La contrazione irregolare e rapida delle camere cardiache determina una riduzione del
volume di sangue espulso a ogni sistole, dando così un alterato apporto ematico a
tutti gli organi, a volte generando sintomi e segni di scompenso cardiaco.
• La brillazione ventricolare è un’emergenza medica in cui le bre muscolari ventricolari
si contraggono in modo casuale, invece di contrarsi simultaneamente, dunque il
ventricolo non riesce a pompare il sangue nella circolazione sistemica. Se l’aritmia
continua per più di pochi secondi, la circolazione sanguigna cessa, sopraggiunge
arresto cardiocircolatorio, arresto respiratorio e successivamente morte. E’ una delle
principali cause di arresto cardiaco e di morte cardiaca improvvisa. Un modo per
risolvere questo problema è applicare uno shock elettrico al cuore, tramite un
de brillatore. Lo shock genera una depolarizzazione che innesca potenziali d'azione in
tutte le cellule simultaneamente, coordinandole di nuovo. Durante la scarica elettrica il
sistema di conduzione del cuore viene ripolarizzato in toto.
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CONTRAZIONE DEL MUSCOLO CARDIACO
La forza di contrazione del miocardio dipende dalla concentrazione di Ca2+ intracellulare
che, come sappiamo, deriva dal reticolo sarcoplasmatico e dall’ambiente extracellulare.
La concentrazione di Ca2+ regola la contrattilità, capacità intrinseca di sviluppare
tensione in base al numero di interazioni actina-miosina e alla velocità con cui queste
avvengono. I fattori che aumentano [Ca2+] aumentano la contrattilità, e quindi la forza di
contrazione. Ci riferiamo a questo fenomeno come e etto inotropo positivo.
Hanno e etto inotropo positivo:
• catecolamine (noradrenalina e adrenalina), che aumentano l’ingresso di Ca2+ durante
il PdA;
• glucosidi cardioattivi, farmaci che riducono Ca2+ espulso dalla cellula alla ne della
contrazione;
Hanno e etto inotropo negativo:
• Ach (neurotrasmettitore vago), che inibisce l’ingresso di Ca2+ durante il PdA;
• calcio antagonisti, farmaci che inibiscono l’ingresso di Ca2+ durante il PdA.
SCHELETRO FIBROSO
Il cuore presenta uno scheletro broso, formato dagli anelli
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tendinei su cui si inseriscono le 4 valvole cardiache. Lo scheletro broso ha diverse
funzioni:
• serve da attacco ai fasci muscolari della parete degli atri e dei ventricoli (sostegno);
• separa la muscolatura atriale da quella ventricolare (isolamento elettrico dei ventricoli);
• fornisce sostegno agli anelli brosi delle valvole cardiache.
VALVOLE CARDIACHE
Ogni atrio comunica con il corrispondente
ventricolo attraverso delle valvole atrio-
ventricolari che impediscono il re usso di
sangue dal ventricolo all’atrio durante la
sistole:
• Tricuspide, a destra;
• Mitrale o Bicuspide, a sinistra.
Gli ori zi che mettono in comunicazione le cavità cardiache con i vasi e erenti sono
anch'essi protetti da valvole semilunari che impediscono il re usso di sangue dall’arteria
al ventricolo durante la diastole:
• Semilunare aortica, collega ventricolo sx con l’aorta;
• Semilunare polmonare, collega ventricolo dx con arteria polmonare.
Le valvole cardiache assicurano un usso unidirezionale del sangue.
VALVOLE SEMILUNARI
Sono dette anche valvole a nido di rondine. Ciascuna valvola è formata da tre pieghe
membranose a forma di tasca o semilune, che si inseriscono in un anello broso,
posizionato al con ne tra la porzione di e usso del ventricolo e l’origine della rispettiva
arteria (polmonare o aortica). Le valvole semilunari si aprono quando la pressione
ventricolare supera quella arteriosa a valle: il sangue può così lasciare i ventricoli ed
entrare nelle arterie. Le valvole si chiudono quando i ventricoli si rilasciano e la pressione
ventricolare diviene più bassa della pressione arteriosa; in simili circostanze il sangue,
tentando di uire all'indietro, riempie i lembi valvolari chiudendole di scatto.
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VALVULOPATIE
Le valvulopatie sono malattie che interessano le valvole cardiache; queste possono
interessare tutte le valvole, anche se in misura maggiore sono coinvolte la valvola aortica
e la valvola mitrale.
Possono esserci diverse cause a monte di un problema valvolare (infezioni, diabete,
condizioni metaboliche od ormonali, genetiche oppure semplice invecchiamento) che
portano ad una stenòsi o stènosi (riduzione dell’apertura della valvola), insu cienza (una
condizione in cui un difetto di chiusura della valvola fa sì che parte del sangue pompato
dal ventricolo re uisca nell'atrio) o a disturbi misti (steno-insu cienza).
Le valvole meccaniche
Una valvola meccanica è un dispositivo, costituito da carbonio e leghe metalliche, che
può sostituire una valvola troppo deteriorata o alterata per poterla recuperare con una
valvuloplastica (intervento di ricostruzione di una valvola cardiaca danneggiata).
Queste valvole possono simulare la funzione delle valvole naturali e durare nel tempo,
migliorando la qualità di vita del paziente; i limiti di questo tipo di valvole sono legati alla
possibilità di formazione di trombi per il contatto tra il sangue e i materiale arti ciali: per
questo motivo, un paziente sottoposto a questo tipo di intervento deve assumere a vita
un farmaco anticoagulante.
Le valvole biologiche
Questo tipo di valvole viene creato a partire da valvole di origine bovina o suina che
vengono decellularizzate per evitare il rischio di rigetto; si distinguono in eterologhe (da
tessuto non umano su un supporto) e omologhe (a partire da tessuto prelevato da
cadavere).
Svantaggi: durata limitata per degenerazione della valvola (circa 15-20 anni) e
conseguentemente necessità, rispetto alla valvola meccanica, di reintervento a distanza
di tempo.
Vantaggi: non è richiesta una terapia anticoagulante a vita come nel caso della valvola
meccanica.
Attualmente c’è anche la possibilità di poter creare, attraverso l’ingegneria tissutale, delle
valvole a partire da pericardio bovino, suino o umano (più di cile rispetto a quello
animale). Le cellule vengono prelevate e montate su un supporto che dovrà dare la forma
della bioprotesi; una volta ottenuta la valvola questa verrà inserita al posto della valvola
danneggiata.
CICLO CARDIACO
L'alternarsi dei movimenti di contrazione e di rilassamento del muscolo cardiaco
determina una sequenza di eventi che viene chiamata ciclo cardiaco.
La fase di contrazione viene chiamata sistole, mentre quella di distensione viene
chiamata diastole.
Durante la sistole, il muscolo cardiaco si contrae e pompa il sangue verso i polmoni e il
resto dell'organismo.
Durante la diastole, il muscolo si distende e si riempie di nuovo di sangue.
L'intero ciclo dura circa 0,8 secondi e permette al cuore di ricevere il sangue, di farlo
circolare nelle sue cavità e di spingerlo nei vasi.
DIASTOLE:
Attraverso le vene cave il sangue entra nell'atrio destro, mentre attraverso le vene
polmonari entra nell'atrio sinistro. Le valvole atrioventricolari sono aperte consentendo il
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passaggio del sangue da atri a ventricoli. La diastole ventricolare dura circa 0,5 secondi,
abbastanza da permettere ai ventricoli di riempirsi quasi completamente (75%).
SISTOLE:
La sistole comincia con una contrazione degli atri, della durata di circa 0,1 secondi, che
determina il riempimento completo dei ventricoli. Quindi si contraggono i ventricoli per
circa 0,3 secondi.
La loro contrazione chiude le valvole atrioventricolari e apre le valvole semilunari; il
sangue povero di ossigeno viene spinto dal ventricolo destro verso i polmoni attraverso le
arterie polmonari sx e dx, mentre quello ricco di ossigeno si dirige verso tutto il corpo
dal ventricolo sinistro attraverso l'aorta.
Ad ogni ciclo cardiaco, il cuore produce due suoni, chiamati toni cardiaci.
Il primo, più lungo, meno netto, corrispondente alla sistole, è dovuto alla chiusura delle
valvole atrioventricolari; il secondo più breve e più netto, corrispondente alla diastole, è
dovuto alla chiusura delle valvole semilunari.
Altri due toni sono impercettibili all'orecchio umano:
• il terzo tono è causato dal brusco riempimento del ventricolo. È udibile tipicamente
nei bambini e i soggetti con alta gittata cardiaca;
• il quarto tono precede di circa 100ms il primo, ed è invece generato dalla sistole
atriale.
Il usso di sangue nel cuore è regolato dallo stesso principio che regola il usso di tutti i
liquidi e dei gas: il usso si sposta da zone a pressione più elevata a zone a pressione più
bassa. Per comprendere le ragioni alla base del movimento del sangue durante il ciclo
cardiaco, si deve avere chiaro, inoltre, che la contrazione aumenta la pressione all’interno
delle camere cardiache mentre il rilasciamento la diminuisce. In particolare, il cuore
sinistro genera pressioni più elevate rispetto al destro, che spinge il sangue nel circuito
polmonare più breve rispetto a quello sistemico.
Per capire come funziona, dividiamo il ciclo cardiaco in cinque fasi:
1. Fase tardiva della diastole, corrisponde al breve istante in cui sia gli atri sia i
ventricoli sono rilasciati.
• Gli atri si stanno riempiendo di sangue proveniente dalle vene.
• I ventricoli hanno appena completato la contrazione.
2. Sistole atriale, inizia in seguito all'onda di depolarizzazione che invade gli atri.
L'aumento di pressione che accompagna una contrazione spinge il sangue nei
ventricoli. Nello speci co, la maggior parte del sangue entra nei ventricoli mentre gli
atri sono rilasciati, ma almeno il 20% del riempimento è completato quando gli altri si
contraggono e spingono il sangue nei ventricoli. Una piccola quantità di sangue viene
spinta indietro nelle vene perché non esistono valvole unidirezionali per bloccare il
ri usso, sebbene le aperture delle vene si stringano durante la contrazione. Questo
movimento retrogrado di sangue nelle vene può essere osservato come una
pulsazione nella vena giugulare; una pulsazione giugulare più forte visibile sul collo di
un soggetto in posizione eretta è un segno che la pressione nell'atrio destro è più
elevata del normale.
3. Fase iniziale della contrazione ventricolare e primo tono cardiaco: mentre gli atri
si contraggono, l'onda di depolarizzazione si muove lentamente attraverso le cellule di
conduzione del nodo AV, poi rapidamente lungo le bre di Purkinje no all'apice del
cuore. La sistole ventricolare inizia a questo punto, con i fasci muscolari disposti a
spirale che spingono il sangue in alto verso la base. Il sangue spinge contro la faccia
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inferiore delle valvole AV e le forza a chiudersi, di conseguenza il sangue non può
ri uire negli atri. Le vibrazioni che seguono la chiusura delle valvole AV generano il
primo tono cardiaco. Con entrambe le serie di valvole AV e semilunari chiuse, il
sangue rimane all'interno dei ventricoli. Ciononostante, i ventricoli continuano a
contrarsi; questa fase è detta contrazione ventricolare isovolumetrica o isovolumica,
per sottolineare il fatto che il volume di sangue nel ventricolo non cambia. La prima
fase della contrazione ventricolare determina la chiusra delle valvole AV, ma non crea
una pressione su ciente ad aprire le valvole semilunari. Mentre i ventricoli continuano
a contrarsi, le bre muscolari atriali si ripolarizzano e si rilasciano.
4. Eiezione ventricolare, quando i ventricoli si contraggono, generano una pressione
su ciente ad aprire le valvole semilunari e spingere il sangue nelle arterie. La
pressione generata dalla contrazione ventricolare diventa la forza motrice del usso
ematico. Il sangue raggiunge una pressione superiore a quella presente nelle arterie e
uisce nel loro interno spostando in avanti la colonna del sangue arterioso. Durante
questa fase, le valvole AV restano chiuse e gli atri continuano a riempirsi.
5. Rilasciamento ventricolare e secondo tono cardiaco, alla ne dell'eiezione
ventricolare, i ventricoli iniziano a ripolarizzarsi e si rilasciano. Di conseguenza, la
pressione ventricolare diminuisce. Una volta che la pressione ventricolare scende al di
sotto di quella nelle arterie, il sangue inizia a ri uire verso il cuore. Il re usso del
sangue gon a le cuspidi simili a coppe delle valvole semilunari, spingendole in una
posizione di chiusura. Le vibrazioni generate dalle valvole semilunari costituiscono il
secondo tono cardiaco. Quando si chiudono le valvole semilunari i ventricoli sono
nuovamente isolati. Le valvole AV restano chiuse a causa della pressione ventricolare
che, sebbene diminuita, è ancora più elevata di quella atriale. Questo periodo è detto
rilasciamento ventricolare isovolumetrico, perché il volume di sangue nei ventricoli non
cambia. Quando il rilasciamento ventricolare provoca un abbassamento della
pressione ventricolare al di sotto di quella atriale, le valvole AV si aprono. Il sangue che
si è accumulato negli atri durante la contrazione ventricolare passa nei ventricoli. Il
ciclo cardiaco ricomincia.
Gli eventi elettrici e meccanici del ciclo cardiaco sono riassunti nel diagramma di
Wiggers, dal nome del siologo che per primo l'ha proposto. E’ uno schema di facile
interpretazione che permette di comprendere ciò che accade nelle camere cardiache di
sinistra durante il ciclo cardiaco, mettendo in relazione ECG, toni cardiaci, cambiamenti di
pressione e di volume.
1. Sistole atriale:
• lieve aumento di P sia negli atri che
nei ventricoli;
• i ventricoli si riempiono e si raggiunge
il volume telediastolico (135 ml)
2. Sistole ventricolare isometrica:
• brusco aumento di P nei ventricoli
• chiusura completa delle valvole AV,
mentre le valvole semilunari sono
ancora chiuse
3. Sistole ventricolare isotonica:
• la P nei ventricoli supera quella delle
arterie collegate; apertura delle valvole
semilunari
• e usso del sangue (rapido e lento)
4. Diastole ventricolare isometrica:
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• brusca diminuzione di P nei ventricoli
• chiusura delle valvole semilunari
• le valvole AV sono ancora chiuse
5. Diastole ventricolare isotonica:
• la P nei ventricoli scende al di sotto di quella negli atri
• apertura delle valvole AV;
• riempimento diastolico del cuore (rapido e lento).
LEGGE DI LAPLACE
Nel cuore, la tensione sviluppata dalla contrazione, genera pressione all’interno delle
cavità cardiache, detta pressione transmurale, cioè che tende a distendere la parete di
una struttura cava; il suo valore dipenderà dalla geometria delle camere cardiache,
secondo la legge di Laplace. Infatti, il ventricolo, per produrre una certa P deve sviluppare
una tensione nella parete il cui valore dipende dallo spessore d e dal raggio r della
camera ventricolare: P = 2Td /r
• Se d è più grande, T diminuisce; questo è un vantaggio
del cuore ipertro co, in quanto la T da sviluppare sarà
minore, però, in queste condizioni, il ventricolo diviene
meno elastico e ha quindi una ridotta capacità di
accogliere il sangue proveniente dai polmoni. Il risultato
è una riduzione della quantità di sangue pompata dal
cuore.
• Se r è più grande, T deve aumentare; questo
rappresenta lo svantaggio del cuore dilatato, che deve
sviluppare una T maggiore per ottenere la stessa P.
• Durante la fase di diastole, il riempimento dei ventricoli raggiunge valori pari a 120-135
ml di sangue per ciascuno ventricolo. Questo volume è de nito telediastolico (EDV).
• Durante la fase di sistole, lo svuotamento di ciascun ventricolo determina una
diminuzione di volume pari a circa 70 ml. Tale quantità è de nita gittata sistolica o
volume sistolico.
• Il rimanente volume di sangue, presente in ciascun ventricolo alla ne della sistole,
cioè 50-65 ml, è de nito telesistolico (ESV). Quando il cuore si contrae con maggior
forza, il volume telesistolico può arrivare anche a valori di 10-20 ml di sangue.
FRAZIONE DI EIEZIONE
La frazione di eiezione rappresenta il parametro più impiegato in cardiologia per la
valutazione della funzione sistolica del ventricolo sinistro. Essa è indice dell'e cienza
della pompa cardiaca.
La FE del ventricolo sinistro è de nita come la di erenza fra il volume telediastolico e
telesistolico ventricolare (VTD-VTS) divisa per il VTD. Essa, pertanto, è adimensionale e
viene comunemente espressa in percentuale.
Il valore normale della FE è ≥ 50%. Una riduzione compresa fra il 50% e il 45% è
considerata lieve, moderata fra il 44% e il 30% e severa al di sotto del 30%.
PRESSIONI VENTRICOLARI:
Diastole ventricolare (circa 500 ms):
• pressione telediastolica ventricolo dx——4 mmHg
• pressione telediastolica ventricolo sx—— 9 mmHg
Sistole ventricolare (circa 300 ms):
• pressione sistolica ventricolo sx—— 80-120 mmHg
• pressione sistolica ventricolo dx—— 8-25 mmHg
EFFETTO ANREP
Un aumento del post-carico, ovvero delle resistenze che il cuore deve vincere per
espellere una determinata quantità di sangue, teoricamente potrebbe diminuire tale
quantità espulsa dal ventricolo sinistro. Tuttavia, grazie all’e etto Anrep, si assiste ad un
aumento della contrattilità miocardica (e etto inotropo positivo). Funzionalmente, l'e etto
Anrep permette al cuore di compensare l’aumento del volume telesistolico e la riduzione
della gittata sistolica che si veri cano quando aumenta la pressione sanguigna aortica;
senza l'e etto Anrep, un aumento della pressione arteriosa ridurrebbe la gittata sistolica e
quindi la gittata cardiaca. Il meccanismo nale dell’e etto Anrep è l'aumento transitorio
del calcio sarcolemmale.
L'aumento transitorio del calcio sarcolemmale è conseguenza dell'aumento del Na+
intracellulare per attivazione dell'antiporto sodio-idrogeno, dipendente dalla tensione,
quindi dallo stiramento miocardico prolungato, che a sua volta attiva lo scambiatore di
sodio-calcio (NCX). Lo scambiatore Na+/Ca2+ può funzionare in maniera bidirezionale:
• se il sodio intracellulare è basso, rispetto all’esterno, richiama sodio nel citoplasma e il
calcio viene espulso;
• se il sodio intracellulare è elevato, rispetto all’esterno, richiama calcio nel citoplasma
estrudendo sodio (reverse mode).
L’e etto Anrep è responsabile di una risposta lenta all’aumento del post-carico, in
quanto insorge 10-15 minuti dopo la risposta rapida di cui è responsabile il meccanismo
di Frank Starling.
EFFETTO BOWDITCH
L’e etto Bowditch, anche noto come fenomeno della scala, è un e etto inotropo
positivo, che si serve di un aumento della frequenza cardiaca, per cui il muscolo
gradatamente varierà la propria forza di contrazione in maniera proporzionale alla
variazione di frequenza stessa. Ciò accade poiché, in tali condizioni, avviene un aumento
della permeabilità al Ca2+ da parte della membrana del miocardiocita; in particolare,
aumentando la frequenza cardiaca, osserveremo che, nella stessa unità di tempo,
saranno presenti più plateau e, conseguentemente, la quantità di calcio intracellulare sarà
più elevata. In questo modo la contrazione risulterà più intensa. L’aumento della [Ca2+] è
dovuto anche alla ridotta durata della diastole, visto l’aumento della HR; per cui sarà
minore il tempo necessario per ridurre il Ca2+ intracellulare.
Altri meccanismi sono responsabili dell’accumulo di calcio citosolico:
1. Minore estrusione di calcio attraverso lo scambiatore di membrana Na+/Ca2+
Se la frequenza cardiaca aumenta e la durata della diastole diminuisce, la Na+/K+ ATPasi
che rimuove il Na+ non riesce ad espellere l'a usso di sodio in maniera adeguata; ciò
porta ad uno scambio Na+/Ca2+ meno e ciente poiché il gradiente per il sodio è minore,
quindi il Ca2+ si accumula all'interno della cellula. Questo meccanismo è lo stesso
utilizzato dai glicosidi cardiaci.
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2. Minore estrusione di calcio attraverso la pompa SERCA
A causa della minore durata della diastole, è il ridotto il tempo di recupero del calcio
nel RS attraverso la pompa SERCA.
RIFLESSO DI BAINBRIDGE
E’ un e etto meccanico diretto: un maggior ritorno venoso provoca un aumento di
frequenza, per via ri essa, a causa della stimolazione di recettori di stiramento delle
cellule del NSA. Le terminazioni del vago a livello dell’atrio destro funzionano da “recettori
da stiramento”, cioè, se eccitati da un maggior ritorno venoso, provocano per via ri essa,
l’accelerazione del cuore.
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