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Capitolo 9

TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE


APPARATO-FASCIALI

Per le tensostrutture non è necessario conoscere dall’endoderma. Questo facilita il diffondersi di


quale unità, compresa nel segmento sofferente, sia una disfunzione in entrambi gli apparati, ad esem-
all’origine del problema, in quanto spesso è il con- pio se un paziente soffre di tosse (apparato respira-
tenitore che determina la sensazione anomala. torio) spesso soffre anche di rigurgiti (apparato
Quindi per le disfunzioni delle tensostrutture si digerente). Nella cartella si riportano le disfunzioni
agisce in modo simile sulla parete dei quattro seg- dei due apparati, scrivendo per primo quello mag-
menti del tronco. giormente coinvolto.
Per gli apparati, invece, è importante definire Ogni sequenza a-f è formata da due apparati, a
nella raccolta dati quale sia l’apparato che dobbia- sua volta un apparato è formato in genere da due
mo trattare, infatti per ognuno esiste un trattamento unità o-f (Fig. 9.2) e ogni unità o-f è formata da più
specifico. organi.
Gli apparati vanno in disfunzione in quanto la Per agire sulle sequenze interne e sui corrispon-
rigidità delle fasce del tronco ha compromesso la denti apparati si trattano le catenarie; queste sono
loro peristalsi. formate dai tensori dei singoli segmenti del tronco
uniti in longitudinale.
Lo squilibrio di più punti delle catenarie si riper-
DATI cuote sulla tensione della sequenza fasciale interna
Gli apparati sono un insieme di organi, che svolgo- e quindi sulla loro peristalsi.
no un compito specifico. Gli apparati, compresi in
una sequenza, derivano in modo prevalente da un
foglietto embrionale (Fig. 9.1).
Ad esempio, l’apparato respiratorio e digerente,
compresi nella sequenza viscerale, sono derivati Unità o-f vi-cl, laringe
ARE Unità o-f vi-th, polmoni
SE-VI
Unità o-f vi-lu, stomaco
ADI Unità o-f vi-pv, intestino

Appar. respiratorio Unità o-f va-cl, carotide


Sequenza ACI
ARE Unità va-th, cuore, aorta
v iscerale Endoderma SE-VA
SE-VI Apparato digerente
ADI Unità va-lu, reni, ureteri
AUN Unità o-f va-pv, vescica
Appar. circolatorio
Sequenza ACI
vascolare Mesoderma Unità o-f gl-cl, tiroide
SE-VA Apparato urinario AEN Unità o-f gl-lu, surreni
AUN SE-GL
Appar. endocrino Unità gl-th, timo, pericard.
Sequenza AHE Unità gl-pv,midollo osseo
AEN Ectoderma
ghiandolare
SE-GL Appar. emopoietico
AHE Unità o-f della vista
AFR
Appar. fotorecettore Unità o-f stereoscopica
AFR Unità o-f dell'udito
Sequenza Tre SE-RC AMR
recettoriale A. meccanorecettore foglietti Unità o-f statocinetica
SE-RC AMR embrionali Unità o-f dell'olfatto
Ap. chemorecettore ACR Unità o-f del gusto
ACR

Fig. 9.1. Sequenze apparato-fasciali e foglietti Fig. 9.2. Dalle sequenze interne agli apparati, alle
embrionali. unità organo-fasciali e al singolo organo.

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106 TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI

Fascia interdentata Continuità della fascia dei romboidi e del dentato

Fig. 9.3. Fascia interdentata, visibile dopo aver Fig. 9.4. Fascia dei romboidi che si continua con la
spostato in fuori i due romboidi. fascia del dentato anteriore.

Muscolo trasverso del torace, coperto dorsalmente


dalla fascia endotoracica

Pericardio, che si inserisce sulla fascia del muscolo


trasverso del torace e questo si continua con le fasce
dei muscoli intercostali
Fig. 9.5. Muscolo trasverso del torace visto dall’interno.

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TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI 107

Arco fibroso dell'ascella, che si collega


con la fascia del m. gran pettorale

Arco fibroso del braccio, che si collega


con il pilastro posteriore dell'ascella

Fascia brachiale profonda

Fig. 9.6. Cavo dell’ascella e fascia ascellare.

Fascia brachiale sollevata dal capo


breve del bicipite, per evidenziare
l'inserzione di alcune fibre del gran
pettorale

Fascia superficiale del braccio e


dell'ascella, dove troviamo la lamina
cribrosa con al suo interno numerosi
linfonodi

Fig. 9.7. Fascia pettorale e sua continuità con quella brachiale anteriore.

Pilastro anteriore dell'ascella formato


dal gran pettorale

Base del cavo ascellare, formata dalla


fascia del gran dentato o dentato
anteriore
Pilastro posteriore del braccio formato
dal gran dorsale

Fig. 9.8. Cavo ascellare con in basso il muscolo dentato anteriore.

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108 TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI

Agopuntura e manipolazione fasciale


cc e cp
Varie persone si sono interessate al trattamento del- Dolore polso
unità m-f
le disfunzioni dell’apparato locomotore e le loro cc + cc
deduzioni sono state utili per impostare la manipo- Locomotore Dolore spalla
sequenza mf
lazione fasciale per le affezioni muscolo-scheletri- cc + cc = cf
Dolore mano
che. Invece poche persone (Barral J., Myers T.W.) LU 7 = schema
hanno pensato di agire sulle disfunzioni interne an-la-ca tensore
con la terapia manuale. Tosse, asma
ARE
Anche l’agopuntura ci ha dato degli spunti. Internistica
tensore
Cefalea,denti
Ogni punto agopuntureo ha numerose indicazio- ARC
ni; ad esempio il punto ST 25 ha queste indicazioni: gangli nv.
Edemi, gonfi
senso di pienezza, vomito, diarrea, enterite, dolori SLI
addominali, gonfiori, difficoltà respiratorie, poliu-
ria, ritenzione urinaria, borborigmi, cicli mestruali Fig. 9.10. Il tensore distale interferisce sul torace e
irregolari, metrorragie, infertilità, atonia, stipsi, sulla catenaria di controllo (cefalea).
dissenteria, ecc.
La manipolazione fasciale suddivide queste
indicazioni in base ai suoi effetti sull’apparato loco- per determinare il tensore distale. Se questo cf si
motore o sulle disfunzioni interne (Fig. 9.9). densifica, può disturbare il respiro in quanto tira in
Gli effetti benefici di tutti i punti sono spiegati modo anomalo sui punti cerniera e quindi sulla
con l’interazione delle fasce sui muscoli. Per la MF gabbia toracica. Esso può inoltre compensarsi verso
il punto ST 25 corrisponde al cc ante-lombi. la testa, disturbando così gli apparati recettoriali
Il cc an-lu agisce su più disfunzioni dell’appara- del capo (cefalea).
to locomotore in base al suo intervento sul singolo Per l’agopuntura i meridiani dell’arto inferiore si
muscolo o lungo una sequenza di muscoli. continuano senza soluzione con i meridiani del
Questo punto è utile anche per disfunzioni degli tronco (Fig. 9.11), mentre alcuni meridiani dell’arto
apparati interni, in quanto fa parte delle catenarie che superiore si continuano nel capo.
interferiscono sulla peristalsi degli organi sottostanti. Anche per la MF c’è una stretta continuità fra le
Prendiamo ora l’esempio di un punto posto negli sequenze miofasciali del tronco con quelle dell’’arto
arti (tensore distale). L’agopuntura usa il punto LU inferiore, in quanto esse devono lavorare in sincronia
7 per stimolare la discesa dell’energia Qi del Pol- per la gestione della postura, mentre le sequenze del
mone e curare così i disturbi respiratori e la cefalea. collo si connettono con quelle dell’arto superiore.
La manipolazione fasciale utilizza questo punto Per le disfunzioni interne la tensione delle catena-
per gli stessi fini terapeutici, ma con spiegazioni rie di copertura deve essere controbilanciata dalla
diverse (Fig. 9.10); esso è un centro di coordinazio- tensione dei corrispondenti tensori distali. Ad esem-
ne per il movimento di schema del polso di ante- pio la catenaria ante-medio deve avere un perfetto
latero (an-la-ca); esso inoltre è un punto diagnostico bilanciamento con il tensore di ante-medio degli arti.
Per la manipolazione fasciale lungo questi ten-
sori ci sono punti diagnostici che diventano sensibi-
li se c’è una loro tensione anomala. Queste zone
corrispondono ai retinacoli dei flessori e degli
cc e cp
Vettori
unità m-f
estensori. Qui termina la tensione proveniente dai
cc + cc
grossi muscoli degli arti e inizia la gestualità fine
Locomotore Longitud. della mano e del piede.
sequenza mf
cc + cc = cf In agopuntura i punti disposti attorno ai polsi e
Trasvers. alle caviglie, sia anteriori che posteriori (Fig. 9.12),
ST 25 schema an-la-lu
an-lu tensostruttura
sono molto utilizzati in quanto sono punti di riunio-
Locale
unità o-f ne di più meridiani (punti Luò, punti Xi).
catenaria Quando raccoglie i dati per l’apparato locomoto-
Internistica Longitud. re, il fasciaterapeuta chiede anche in quale momen-
sequenza a-f
azione gangli to della giornata si manifesta il dolore per determi-
Quadran.
somatoviscer. narne la sua natura (Tab. 9.1).
Anche per gli apparati interni ha una certa
Fig. 9.9. Spiegazione di come interagisce il cc an-lu importanza sapere quando si manifesta maggior-
sulle disfunzioni dell’apparato locomotore e interne. mente la disfunzione interna.

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TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI 109

CATENARIA CATENARIA CATENARIA CATENARIA


ante-medio ante-latero retro-medio retro-latero

meridiano meridiano meridiano meridiano


del rene dello stomaco della vescica della vescica
ramo medio ramo laterale

11 14
12 13
21 13 41
tensore 27
20 14 tensore 12
26 12 42
ante-medio 25 19 15 ante-latero 14 43 tensore
24 18 16 tensore 15
17 17 11 44 retro-latero
meridiano
23
22 16 meridiano retro-medio 16
10 45
17
del cuore 15 18
del polmone 9 46
14 21 14 19 meridiano 18 meridiano
13 20
20
19 12 21 del intestino 19 8 47 del triplice
20 7 48 riscaldatore
13
18 11
10
22
23
tenue 21 6 49
17
9 24 22 50
16 8 25 23 5 51
7 26 25 24 4 52
14 15 6 27
M 14 5
25 3
28
13 4 29 26 53
12 3 30
29 27 2 54
11 2 28 1
29
30 30
12

HT 6 punto Xi LU 7 punto Xi
SI 7 punto luo LI 7 punto luo
an-me-ca an-la-ca
re-me-ca re-me-ca

tensore tensore
tensore tensore retro-latero
ante-medio ante-latero retro-medio

meridiani meridiani
meridiano meridiano vescica biliare
reni-fegato vescica biliare vescica rene

KI 7 punto XI GB 39 punto lo
LR 5 punto luo GB 36 punto Xi re-la-ta
re-me-ta
an-me-ta an-la-ta

Fig. 9.11. Meridiani della regione anteriore del Fig. 9.12. Meridiani della regione posteriore del
corpo. corpo.

Le variazioni dell’attività dei vari organi segue Nel pomeriggio sono più frequenti i problemi
un certo ritmo circadiano, cronobiologico. circolatori, come ad esempio gli edemi agli arti
L’asma insorge preferibilmente nelle prime ore inferiori. Durante la notte funziona maggiormente
del mattino; il bisogno di svuotare il colon si mani- il metabolismo del fegato e le funzioni delle altre
festa quando ci si alza dal letto, ecc. ghiandole (gonadi).
Per l’agopuntura92 l’energia (Qi) circola nell’or-
ganismo umano secondo un ciclo di 24 ore e con il
Tabella 9.1. Peggioramento del dolore seguente ritmo (Fig. 9.13):
in determinate ore – dalle tre alle undici del mattino prevale l’energia
Momento Tipologia di dolore nutritizia, che per la MF corrisponde alla
del giorno sequenza viscerale;
Mattino I dolori presenti al mattino sono dovuti
(mn) alla rigidità delle fasce accentuata
dall’immobilità notturna.
Pomeriggio Accentuazione del dolore nel tardo
92
I principi dell’agopuntura classica si fondano sulla tradizio-
(pm) pomeriggio per conflitto articolare e ne filosofica taoista, che concepisce la vita come sistema di
conseguente infiammazione. alternanze in opposizione e equilibrio tra loro (notte e giorno,
caldo e freddo, maschio e femmina, Yin e Yang), e contempla-
Notte Peggioramento dei sintomi dolorosi in no tre tipi di energia ai quali spetta il compito della vita: quel-
(nt) conseguenza del rilassamento notturno la nutritizia, quella ancestrale e quella difensiva, che circolano
delle contratture antalgiche riflesse. nei 14 “meridiani” del corpo. (Treccani)

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110 TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI

Quindi la verifica palpatoria deve essere attuata


iandolare,
za gh anc in modo imparziale sulle tre catenarie dei due o tre
uen ice cisti
se
q
tripl fell. estr segmenti collegati a quello specifico apparato.

d
L’operatore deve tener presente che i punti delle

al
fe
ar
23

e
ga
ric 21 1 catenarie e dei tensori in genere sono silenti e quin-

to
pe
notte
di occorre effettuare una verifica accurata per rin-

polm
19

3 nte
venire quello densificato.
ifensiva

scica reni

o n i colon
Le disfunzioni degli apparati raramente manife-

sequenza v
15 idiem
17

stano dolori su punti specifici del tronco o delle

5
lare, d

mer
estremità. La verifica può evidenziare questi punti
r
me

idi
za t ve

silenti, solo se segue questo ordine:


7
em
st
sco

i
st
po

s
n

c
– prima verifica palpatoria attuata sulle tre cate-
9
a

era
13
s
v

11
ac
e

narie di copertura del tronco di destra e di sini-


m

le
o
n e m i l ,
ue cuor nu za p .
seq trit
izia stra;
– seconda verifica palpatoria delle catenarie di
controllo del capo; queste, se sono sensibili,
Fig. 9.13. Parallelismo fra la MF e i ritmi dell’ago- dovrebbero essere conformi alla scelta delle
puntura. catenarie del tronco;
– terza verifica palpatoria dei punti cerniera; que-
– dalle ore undici alle ore diciannove prevale l’e- sti si trovano attorno al cingolo scapolare e al
nergia difensiva, che per la MF corrisponde alla cingolo pelvico;
sequenza vascolare; – quarta verifica palpatoria dei punti diagnostici
– dalle diciannove alle tre del mattino prevale l’e- posti sui tensori distali; questi vanno ispeziona-
nergia ancestrale, che per la MF corrisponde ti anche se il paziente non accusa nessun distur-
alla sequenza ghiandolare. bo ai polsi o alle caviglie.
La griglia dovrebbe dare le indicazioni di quali
IPOTESI punti trattare.
Due ipotesi supportano i benefici che la Manipola-
zione Fasciale determina nelle disfunzioni interne, Catenarie di copertura
essa agisce tramite:
La palpazione delle tre catenarie di copertura del
– un’azione meccanica, cioè con le forze tensive tronco può essere fatta sia in senso trasversale che
prodotte dalle catenarie e dai tensori distali; in senso longitudinale.
– un’azione bioelettrica, cioè con i campi elettrici Durante la palpazione della parete addominale
prodotti dai gangli neurovegetativi. si possono usare i polpastrelli per la prima verifica
Normalmente il campo elettromagnetico corpo- e poi le nocche, con una spinta non perpendicolare
reo è la combinazione fra il campo elettrico interno ma obliqua.
(cariche elettriche dei gangli vegetativi) e il campo La verifica palpatoria coglie due informazioni:
magnetico esterno prodotta dalle catenarie (effetto – densificazione o rugosità della fascia profonda
piezoelettrico per stiramento). muscolare;
Questa interazione è una forza che si propaga – reazione contratturale antalgica dei muscoli
per mezzo della radiazione elettromagnetica, la addominali.
quale non richiede alcun supporto materiale per
diffondersi, anche se nel corpo umano trova nella Gli apparati interni si distribuiscono in tutte e
fascia un buon conduttore. tre le cavità del tronco, quindi la verifica palpatoria
Durante la manipolazione, l’attrito sulle fasce dovrebbe estendersi a tutta la parete del tronco.
crea dei fenomeni elettrostatici, che risolvono l’alte- Lungo il decorso di ogni catenaria ci sono mol-
razione elettromagnetica formatasi fra il contenito- ti punti agopunturei (Fig. 9.11). La verifica palpa-
re e il contenuto. toria di tutti richiederebbe molto tempo e fatica
per l’operatore e per il paziente. Abbiamo costata-
to che, all’interno di ogni catenaria, ci sono tre
VERIFICA PALPATORIA punti principali che possono evidenziarne la soffe-
Anche se i dati indirizzano verso un apparato, tut- renza di una specifica catenaria e poi al suo inter-
tavia non sappiamo quale catenaria interferisca sul- no si possono ispezionare gli altri punti intermedi
la sua funzione. (Fig. 9.14).

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TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI 111

an-me-th 1-3
an-la-th 1-2 re-me-th 1-3
ir-th, sc re-la-th, la-th
er-sc, er-th

re-me-lu 1-2
an-me-lu 1-3 re-la-lu, la-lu
an-la-lu 1-2 er-lu e p
ir-lu e p

an-me-pv 1-3 re-me-pv 1-2


an-la-pv 1-2 re-la-pv, la-pv
ir-pv e p er-lu e d

Fig. 9.14. Punti principali e secondari delle tre Fig. 9.15. Punti principali e secondari delle tre
catenarie anteriori del tronco (da G. Chiarugi e L. catenarie posteriori del tronco (da G. Chiarugi e L.
Bucciante, Istituzioni di anatomia dell’uomo, vol. 2, Bucciante, l.c., modificata).
Piccin Nuova Libraria, 1983, modificata).

Nel tronco le catenarie di copertura si associano La scelta dei punti del tronco è quella più impor-
alle sequenze miofasciali in modo diverso rispetto tante, ma se i punti delle catenarie di copertura e di
all’associazione che troviamo nelle catenarie di controllo sono su diagonali diverse, allora occorre
controllo del capo e nei tensori distali degli arti. Ad indagare sui tensori delle estremità.
esempio, nel capo la sequenza di ante è associata
alla catenaria ante-medio, mentre nel tronco e negli Catenarie di controllo
arti la sequenza di ante è associata alla catenaria e Le catenarie di controllo si chiamano così in quanto
al tensore di ante-latero. Nel capo la sequenza di le seguenti caratteristiche le rendono il punto di
latero è associata alla catenaria ante-latero, mentre controllo sul funzionamento delle tre sequenze
nel tronco essa è associata alla catenaria di retro- fasciali interne:
latero e negli arti è di nuovo associata al tensore 1. dal collo partono le guaine viscerale, vascolare
ante-latero. e ghiandolare, che nell’embrione si prolungano
Nei capitoli dedicati ai vari apparati si daranno in tutto il tronco dando origine alle tre sequenze
le indicazioni di come semplificare ulteriormente la fasciali interne;
verifica palpatoria; ad esempio, se c’è un problema 2. nel capo abbiamo gli apparati recettoriali e il
dell’apparato respiratorio, allora l’ispezione sarà più talamo da cui partono gli impulsi, tramite il
concentrata nella parte alta del tronco e dell’arto vago, il frenico e gli splancnici per modificare il
superiore. funzionamento delle tre sequenze interne;
La verifica palpatoria selezionerà, tramite la gri- 3. nel capo abbiamo l’epifisi e l’ipofisi che sono le
glia, solo i punti più sensibili e quindi il trattamen- ghiandole endocrine che regolano tutto il fun-
to sarà ancora più preciso. zionamento ormonale.
Se la verifica palpatoria della parete anteriore Una volta definita la catenaria del tronco ante-
del tronco è poco significativa o confusa, allora si riore, occorre quindi passare alla verifica palpatoria
invita il paziente a mettersi prono e si attua la veri- della catenaria di controllo, cioè dei punti del capo
fica delle catenarie posteriori (Fig. 9.15). e del collo (Figg. 9.16, 9.17).

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112 TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI

La catenaria di controllo è formata dai punti del-


la tensostruttura del capo uniti ai punti della tenso-
struttura del collo. Questi due segmenti sono stret-
tamente uniti non solo dal punto di vista anatomico,
ma anche dal punto di vista neurologico:
– innervazione volontaria: molti muscoli del collo
sono raggiunti da nervi del capo;
– innervazione vegetativa: molti organi del campo
sono innervati dal ganglio cervicale superiore.
La palpazione può essere attuata in longitudina-
re-me-cp 2-3
le (an-me-cp 2-3, an-me-cl) oppure in trasversale re-me-cl
(an-me-cp 2, an-la-cp 2, ir-cp 2). re-la-cp 2-3
I tre punti della faccia (Fig. 9.16) hanno una rela- re-la-cl
er-cp 2-3
zione con questi nervi: er-cl
– an-me-cp 1: nervo cutaneo infraorbitario e
innervazione dermatomerica della branca oftal-
mica del trigemino;
– an-la-cp 2: nervo zigomaticofacciale e innerva-
zione dermatomerica della branca mascellare
del trigemino;
– ir-cp 2, 3: nervo auricolotemporale e innerva- Fig. 9.17. Punti delle tre catenarie di controllo
zione dermatomerica della branca mandibolare posteriori (da G. Chiarugi e L. Bucciante, l.c., modi-
del trigemino. ficata).

– re-me-cp 2: ramo cutaneo del nervo grande


occipitale;
– re-la-cp 2 ed er-cp 2: ramo cutaneo del piccolo
occipitale.
I punti del collo sono sulla diramazione dei ner-
vi cutanei del collo, corrispondenti al terzo e quinto
dermatomero.
La verifica palpatoria, in base alla cronicità del-
la disfunzione, può trovare diverse manifestazioni
nell’alterazione della fascia:
– in fase acuta può trovare solo un edema, che se
an-me-cp 2-3 non viene risolto con il tempo determina la
an-me-cl modifica da sol a gel della sostanza fondamen-
an-la-cp 2-3
an-la-cl tale della fascia (densificazione);
ir-cp 2-3 – in fase subacuta può trovare una collagenosi,
ir-cl cioè dei legami extracellulari con conseguente
mutazione nella produzione di fibre collagene
da parte dei fibroblasti;
– in fase cronica può trovare la fascia in uno sta-
dio di sclerosi, cioè le fibre collagene hanno
Fig. 9.16. Punti delle tre catenarie di controllo creato una fibrosi riparativa e aderenziale.
anteriori (da G. Chiarugi e L. Bucciante, l.c., modi- Il trattamento varia in base alla situazione evi-
ficata). denziata dalla verifica palpatoria:
– in fase acuta è sufficiente una compressione con
una leggera mobilizzazione dei vari strati fascia-
I tre punti del capo posteriore (Fig. 9.17) hanno li; questa situazione si riscontra nei traumi acuti,
le seguenti relazioni con questi nervi: nei bambini e nelle persone molto anziane;

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TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI 113

– in fase subacuta la manipolazione deve riscalda-


re la sostanza fondamentale in modo da rag- Punti
giungere la temperatura che modifica l’acido Punti cerniera
ialuronico da gel a sol; cerniera an-me-cx
an-la-cx ir-cx
– in fase cronica il trattamento deve essere pro- an-cx me-cx
tratto in modo da infiammare la fascia. L’in- la-cx
fiammazione determina l’apertura dei capillari,
l’asportazione dei detriti e la rigenerazione delle
fibre collagene. Le fibre collagene neoformate,
essendo ora immerse in una sostanza fondamen-
tale fluida, si disporranno secondo le linee di
tensione fisiologica.
il tensore il tensore
ante-latero ante-medio
Punti cerniera e tensori distali incorpora le incorpora le
sequenze di sequenze di
Il tronco dei mammiferi è il contenitore per i visce- antepulsione intrarotazione
ri e nello stesso tempo è il raccordo motorio fra gli lateropulsione mediopulsione
arti. Se questo contenitore fosse troppo rigido, non
potrebbe adattarsi al variare del volume del conte- la-ge, an-ge ir-ge, me-ge
an-la-ge 1-3 an-me-ge 1-3
nuto. Se questo contenitore fosse troppo morbido, la-ta, an-ta ir-ta, me-ta
non potrebbe reggere il contenuto e formare la cer-
niera per gli arti.
La parete dell’addome offre molti punti di inser-
zione al peritoneo parietale e quindi il basculamen-
to del bacino si riflette sul sacco peritoneale e da Punti Punti
diagnostici diagnostici
qui sulla peristalsi dei visceri. an-la-ta 1-2 an-me-ta 1-2
L’articolazione della coscia forma la cerniera
dove arrivano le catenarie di copertura del tronco e
da dove partono i tensori distali dell’arto inferiore. an-la-pe 1-3 an-me-pe 1-3

Fig. 9.18. Cerniere e tensori anteriori dell’arto


Associazione dei tensori distali alle sequenze inferiore (da G. Chiarugi e L. Bucciante, l.c., modi-
I tensori dell’arto inferiore anteriore (Fig. 9.18), che ficata).
interagiscono sulle cerniere sul tronco, sono:
– il tensore ante-medio, che, facendo leva sul pube
(tensore pubico), traziona in avanti e in basso la
linea alba; – il tensore ante-latero è formato dall’omonima
– il tensore ante-latero, che, facendo leva sulla diagonale e da due sequenze (ante e latero);
Spina Iliaca Antero Superiore (SIAS), traziona – il tensore retro-medio è formato dall’omonima
in fuori e in basso la parete dell’addome. diagonale e dalla sequenza di retropulsione;
– il tensore retro-latero è formato dall’omonima
Se il bacino avesse solo i tensori anteriori,
diagonale e dalla sequenza di extrarotazione.
allora esso sarebbe continuamente trazionato in
avanti. Nell’arto superiore troviamo gli stessi tensori e
È necessario che anche posteriormente ci siano le stesse associazioni con le sequenze.
due tensori uguali e contrari (Fig. 9.19): L’articolazione scapolo-omerale forma la cernie-
ra dove arrivano le catenarie di copertura del tronco
– il tensore retro-medio, che, facendo leva sul coc-
e da dove partono i tensori distali dell’arto superiore.
cige, tiri in dietro e in basso il legamento sovra-
I tensori dell’arto superiore anteriore (Fig. 9.20)
spinato;
che interagiscono sulle catenarie di copertura del
– il tensore retro-latero, che, facendo leva sulla
tronco sono:
tuberosità ischiatica, porti in fuori il tronco.
– il tensore ante-latero dell’arto superiore, che
Ogni tensore assorbe una o due sequenze: facendo leva sul processo coracoideo, tende in
– il tensore ante-medio è formato dall’omonima fuori il cingolo scapolare, tramite i muscoli tra-
diagonale e da due sequenze (medio e intra); pezio e deltoide;

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114 TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI

Punti Punti
Punti
Punti cerniera cerniera
cerniera
cerniera re-la-cx an-la-sc an-me-sc
re-me-cx er-cx an-la-hu an-la-hu
an-hu ir-hu
la-hu me-hu

il tensore il tensore
ante-latero ante-medio
incorpora la incorpora la
sequenza di sequenza di
antepulsione intrarotazione
lateropulsione mediopulsione
il tensore il tensore
retro-medio retro-latero
incorpora la an-cu, la-cu ir-cu, me-cu
incorpora la an-la-cu 1-2
sequenza di sequenza di an-me-cu
retropulsione extrarotazione
an-ca, la-ca ir-ca, me-ca
re-ge er-ge
re-me-ge 1-2 re-la-ge 1-2
re-ta er-ta
Punti Punti
diagnostici diagnostici
an-la-ca 1-2 an-me-ca 1-2

Punti Punti
diagnostici diagnostici
re-me-ta 1-2 re-la-ta 1-2
an-la-di an-me-di
an-di me-di
re-me-pe 1-3 re-la-pe 1-3

Fig. 9.19. Cerniere e tensori posteriori dell’arto infe- Fig. 9.20. Cerniere e tensori anteriori dell’arto supe-
riore (da G. Chiarugi e L. Bucciante, l.c., modificata). riore (da G. Chiarugi e L. Bucciante, l.c., modificata).

– il tensore ante-medio, che facendo leva sulla cla- che si è vista nella parte posteriore dell’arto infe-
vicola e sterno, fissa il torace anteriore tramite riore:
il piccolo e gran pettorale. – il tensore retro-latero assorbe la sequenza di
Nella parte anteriore dell’arto superiore i tensori extrarotazione,
assorbono ognuno due sequenze (Fig. 9.20): – il tensore retro-medio assorbe la sequenza di
– il tensore ante-medio assorbe le sequenze di retropulsione.
medio e di intrarotazione;
– il tensore ante-latero assorbe le sequenze di
TRATTAMENTO
antepulsione e lateropulsione.
Dopo aver definito con la verifica palpatoria le
I tensori posteriori dell’arto superiore (Fig. 9.21),
catenarie del tronco, le catenarie di controllo, i pun-
che interagiscono sulle catenarie di copertura del
tronco, sono: ti cerniera e i tensori distali degli arti, si passa al
loro trattamento per curare le disfunzioni degli
– il tensore retro-medio, che facendo leva sulla apparati.
fossa sottospinata, fissa in dietro il torace, tra- Non ci sono punti specifici per ogni disfunzio-
mite i muscoli romboidi e sottospinato. ne, in quanto si cadrebbe nei protocolli prefissati
– il tensore retro-latero, che facendo leva sull’a- dell’agopuntura. In effetti ogni apparato presenta
cromion e fossa sovraspinata, tende di lato il delle disfunzioni che interagiscono con gli altri
cingolo scapolare. apparati; ad esempio, la bronchite ricorrente può
I tensori della parte posteriore dell’arto supe- essere la manifestazione della sofferenza dei bron-
riore (Fig. 9.21) presentano la stessa associazione chi, di infiammazioni recidivanti, di infezioni

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TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI 115

Punti DATI Disfunzione Problemi respiratori


cerniera apparato Problemi digestivi ...
re-la-sc
re-la-hu
Quale Catenarie copertura
er-hu IPOTESI catenaria? catenarie controllo

Punti
cerniera VERIFICA palpaz. punti Palp. catenarie,
il tensore principali cerniera e tensori
re-me-sc retro-latero
re-me-hu incorpora la
re-hu Anteriore Trat. punti scelti
sequenza di
nel tronco e arti
extrarotazione TRATTAM.
Scelta in base al
il tensore er-cu Posteriore risultato
retro-medio re-la-cu
incorpora la
er-ca
sequenza di Fig. 9.22. Schema riassuntivo per il trattamento
retropulsione degli apparati.
re-cu Punti
re-me-cu 1-2 diagnostici
re-ca re-la-ca 1-2
(virus, microrganismi), di irritazioni (polveri, fumi,
Punti pollini), di pneumopatie (a partenza dal naso, dalla
diagnostici gola, dai polmoni), ecc. Queste cause determinano
re-me-ca 1-2 re-la-di
la bronchite perché trovano un terreno favorevole
negli individui con scarse difese immunitarie, con
re-me-di deficit circolatorio e soprattutto con ridotta peri-
stalsi dei bronchi.
Per affrontare tutte queste variabili in ospedale
ci sono molti specialisti. Il fasciaterapeuta può aiu-
tare il corpo in difficoltà, ricercando i punti delle
catenarie e dei tensori che impediscono il buon fun-
Fig. 9.21. Cerniere e tensori posteriori dell’arto zionamento della peristalsi e li manipola fino alla
superiore. loro completa fluidità (Fig. 9.22).

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