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Noi abbiamo cordone anteriore detto anche mediale, uno laterale e uno posteriore diviso dalla
presenza del solco intermedio posteriore in fascicolo Gracile (mediale) e uno Cuneato
(laterale).
Il corno anteriore ha una porzione espansa (testa), una porzione posteriore (base) e una
massa intermedia.
Il corno laterale è la sede dei neuroni viscerali di tipo eccito secretorio o motorio della
muscolatura liscia, e si trova solo da C8 a L2 (per l’ortosimpatico), e da S2 a S4 (per il
parasimaptico). Ma per il parasimpatico non c’è un corno laterale, le cellule sono meno
abbondanti e quindi non generano un nuovo corno ma rimangono contenute nella normale
forma della base del corno anteriore pur essendo laterali, ma si chiama sempre colonna
intermedio laterale.
Nel corno anteriore le cellule sensitive viscerali sono piú profonde delle cellule sensitive
somatiche.
Il motoneurone somatico entra nella radice anteriore tramite il suo assone che si raccoglie in
tante radicole a seconda dei livelli, che poi si raccolgono in un’unica radice, fondendosi con la
radice posteriore a formare il nervo spinale. Questo riflesso monosinaptico è un’eccezione, i
riflessi nella maggior parte dei casi non sono monosinaptici, e lo applichiamo solo allo stimolo
che nasce all’interno del muscolo, sono neuroni sensitivi che raccolgono una sensibilitá che
proviene dall’apparato locomotore, detta propriocettiva. Nel caso del riflesso monosinaptico
questa non riguarda ossa o articolazioni ma riguarda elettivamente il sistema muscolare. I
muscoli in toto? No, va ai recettori sensitivi interni al muscolo detti fusi neuromuscolari,
presenti nella muscolatura striata scheletrica e nella muscolatura striata particolare, non sono
nella muscolatura liscia.
Dentro il fuso ci sono due tipi di fibre, diverse per la loro disposizione: a livello equatoriale
sono dette nuclear bags, fibre a sacco di nuclei, i nuclei sono abbondanti, generano un sacco; ai
poli invece i nuclei sono sempre abbondanti al centro ma non deformano la struttura della
fibra, formano una sorta di catena, infatti si dicono nuclear chain.
Le fibre a catena e a sacco in ogni caso hanno una parte centrale non sarcomerica, la parte
sarcomerica è contrattile, ha una struttura resistente alla trazione. Invece la resistenza della
membrana del nucleo alla trazione è zero, è un’inerzia zero. Tanto piú sono abbondanti le
membrane nucleari, tanto minore é la forza con cui si oppongono alla loro dilatazione.
Le nuclear bags hanno sensibilitá all’allungamento piú bassa, ma una volta che le ho
allungate posso continuare lo stiramento ma non daranno altri segnali, sono fast adapting
receptor, rispondono in maniera immediata e in breve tempo, sono fasici. E possiedono la
caratteristica di capire se lo stimolo è stato veloce, e infatti si dicono anche recettori dinamici.
Il loro dinamismo consiste nel rispondere subito (tanto prima quanto piú violenta è la
contrazione) e poi smettere di rispondere.
Mentre i nuclear bags sono recettori dinamici, recettori fasici di allungamento, misurano la
velocità dell’allungamento, gli altri sono recettori che misurano l’entitá dell’allungamento, la
durata temporale dell’allungamento (non la velocitá come quelle dinamiche) continuano a
segnalare per quanto continua lo stimolo, sono recettori tonici, statici.
Entrambi i recettori sono innervati ma da fibre diverse.
Le fibre 1 A sono fibre grandi, distribuite alle nuclear bags, conducono velocemente,
segnalano il momento dell’allungamento; le fibre di tipo 2 conducono piú lentamente, sono
piú piccole.
Le 1 A devono mantenere un rapporto anatomico con la fibra muscolare in modo da essere
sensibilissime ai cambiamenti di dimensione della membrana, devono avvolgerla in maniera
intima, devono formare delle spirali intorno alla porzione equatoriale; quindi le fibre 1 A
terminano avvolgendo la nuclear bags con terminazioni anulospirali. Per contro le fibre di tipo
2 che contattano la porzione equatoriale, centrale, terminano distribuendosi in maniera
parziale, su singoli tratti di membrana, non avvolgendola, formando delle fiorescenze, si parla
infatti di terminazioni a fiorame.
Le terminazioni a fiorame sono sempre stimolate, costantemente, se sto in piedi sto
allungando la muscolatura antigravitaria, sono antigravitarie e io se sto in piedi stimolo
tonicamente l’allungamento dei muscoli, perció la stimolazione tonica del SNC attiva in modo
tonico i motoneuroni alfa a far contrarre debolmente ma costantemente il muscolo (tonico).
Questo fenomeno mi fa capire come mai gli austronauti non hanno piú tono muscolare
antigravitario quando tornano dallo spazio. E passerá del tempo prima che riacquistino
questo tono antigravitario. Questo era il comportamento passivo dei fusi.
Il fuso ha anche una parte che si contrae, sarcomerica, sia nelle nuclear bags che nelle nuclear
chain. Queste fibre sono diverse, sensitive (equatoriali) e motorie (poli).
Il fuso è anche innervato in maniera efferente. Che senso ha? Il SNC è in grado di attivare il
movimento non partendo dal motoneurone alfa, ma partendo da motoneuroni gamma. Sono
piú piccoli, situati vicino agli alfa, sono motori. Uno stimolo periferico non va mai nei
motoneuroni gamma, non sono coinvolti nei riflessi. Un motoneurone gamma sta nel midollo
spinale, nel corno anteriore, non riceve fibre sensitive, viene attivato dalle vie motorie
discendenti. Queste vie motorie attivano il motoneurone gamma e anche quello alfa. Questo
fenomeno si chiama coattivazione alfa-gamma.
La coattivazione alfa-gamma: una via discendente motoria del midollo spinale, quando arriva
nella testa del corno anteriore trova dei motoneuroni: alfa e gamma. La fibra attiva tutti e due
i motoneuroni (sia alfa che gamma) per lo stesso muscolo, ma il gamma si ecciterá per primo
per il size principle, essendo piú piccolo, quindi parte lo stimolo dal motoneurone gamma (che
è preparatorio) e va al muscolo. Si forma cosí una contrazione dei poli del fuso. La parte
centrale del fuso viene allungata, il fuso si eccita e va ad attivare le fibre di tipo 1 A e 2, che
terminano sui motoneuroni alfa e questo si somma all’attivazione dei motoneuroni alfa da
parte della via discendente motoria (che ha attivato i gamma). L’effetto dell’attivazione dei
gamma è l’attivazione dei fusi, che attivano a loro volta i motoneuroni alfa sommandosi
all’attivazione della via discendente.
È una coattivazione di motoneuroni alfa e gamma che converge sui motoneuroni alfa
generando la stessa contrazione con minore impiego di energia discendente.
Non è un riflesso: l’attivazione promossa dalla contrazione del fuso non è riflessa, è centrale,
avviene attraverso un meccanismo periferico. L’assone gamma arriva sul fuso, contrae i poli e
il fuso si distende, la fibra sensitiva va al motoneurone alfa. Ma non c’è niente di riflesso. Lo
stimolo non è nato in periferia, è stato condotto dal centro alla periferia ed è tornato al centro.
Non lo chiamiamo riflesso ma gamma loop, è un meccanismo alla base del funzionamento di
tutte le vie discendenti.
Studiando un meccanismo di attivazione basato sulla propriocezione, sui fusi neuromuscolari,
dobbiamo concentrarci sui recettori statici, tonici, a lento adattamento, nuclear chain (tonico);
o recettori dinamici, fasici che sono le nuclear bags.
Intorno alle nuclar chain trovo terminazioni a fiorame, sulle nuclear bags le anulospirali.
Fibre 1 A prevalentemente sulle nuclear bags; fibre prevalentemente di tipo 2 sulle nuclear
chain.
Ovviamente recettori statici tenderanno ad innervare motoneuroni statici, lo stesso per i
dinamici (sempre alfa altrimenti non si muoverebbe nulla, è il gamma che attiva loro, non loro
i gamma).
I motoneuroni gamma sia tonici che fasici sono attivati da vie sovraspinali: per i tonici sono le
vie sovraspinali che lavorano in maniera tonica, è la corteccia che le programma ma in
maniera automatica, a livello sottocorticale, intermedio tra riflesso e atto programmato,
questa via mi arriva ai motoneuroni alfa e gamma tonici; se io decido di muovere velocemente
la mano, programmo la corteccia motoria e attivo i motoneuroni gamma e alfa fasici.
Nel caso che io voglia sollevare un tavolo faró una contrazione non isotonica ma isometrica, in
cui sviluppo una tensione sempre maggiore ma il muscolo non si accorcia perché i capi
articolari non riescono a muoverli. Quando si svilupperá una tensione elevatissima all’interno
del muscolo produrró l’attivazione di un altro recettore: l’organo tendineo di Golgi, che non
è posto in parallelo alle fibre muscolari, ma in serie, quindi se il muscolo si contrae lui viene
stirato, per livelli cospicui di allungamento. Qui trovo fibre sensitive 1 B che producono un
effetto sul midollo, dove vanno in maniera bisinaptica su un interneurone inibitorio andando
ad inibire un postneurone. Ecco che quando io eccito questi organi di Golgi, perché la tensione
è cospicua, io ho un blocco in tensione.
La tensione isometrica ha reclutato gli organi di Golgi, che eccitando un interneurone
inibitorio inibiscono il motoneurone cancellando gli effetti della coattivazione alfa-gamma.
L’innervazione del fuso neuromuscolare è mista, per questo l’informazione è veicolata dal
nervo spinale, un nervo misto.
Facendo una sezione del nervo muscolo-cutaneo (plesso brachiale, per i flessori
dell’avambraccio) in corrispondenza del bicipite abbiamo un ramo con fibre sensitive e
motorie in egual misura, tanto è abbondante l’innervazione sensitiva dei fusi.
La densitá delle fibre motorie rispetto alle sensitive dei rami muscolari in un nervo periferico
è di 60:40, quasi uguale. In malattie come la sclerosi laterale miotrofica si ha una
degenerazione marcatissima delle fibre muscolari, che non interessa solo le fibre motorie ma
anche le sensitive. I fusi sono un organo fondamentale non solo per il movimento da attivare
ma anche quando degenera.
Un paziente quando dice “mi cadono le cose dalla mano” viene spiegato come incapacitá di
fare forza, in realtá la pressione che viene meno non è legata alla volontá , sono gesti
automatici che si mantengono dal momento che esiste una propriocezione, se l’oggetto cade
dalla mano la causa non è la perdita di una capacità motoria, ma si ha una compromissione
della propriocezione.
- 11 Ottobre -
Riflessi fessori e lamine
Partition cells:
Nella lamina 7 o 10 del midollo spinale trovo delle cellule che portano, che trasmettono
l’impulso ipsilateralmente o controlateralmente con significato diametralmente opposto,
speculare, eccito il motoneurone estensorio e inibiscono il motoneurone flessorio. In questo
modo si forma una rete neurale spinale non legata solo all’allontanamento dello stimolo
dolorifico, ma questo è il primo atto della deambulazione che avviene per la presenza di una
via spinale preposta all’attivazione muscolare sulla base di un riflesso. La rete neuronale si
avvale soprattutto di interneuroni e neuroni commessurali o partition cells.
La partition cell è nella lamina 8 o 10. Sono neuroni molto particolari, localizzati intorno alla
zona commessurale, prossimi al canale dell’ependima, medialmente e lateralmente alla lamina
8, oltre che nella 10.
Queste cellule sono gli unici neuroni del midollo spinale che producono acetilcolina insieme
ai motoneuroni, condividono quindi coi motoneuroni la capacitá di sintetizzare acetilcolina.
Le partition cells, colinergiche, vanno direttamente su un motoneurone ipsilaterale e
contemporaneamente su un altro controlaterale, determinando contemporaneamente
l’attivazione ipsilaterale e un’inibizione controlaterale secondo uno schema alternato durante
la deambulazione.
Le partition cells sono fondamentali per la locomozione. In realtà la locomozione a livello
spinale si avvale anche di afferenze, esistono reti neurali oscillanti del midollo spinale che si
trovano molto vicine alle partition cells. Sono soggette a tre influenze fondamentali: una che
deriva dalle afferenze (sono attivate dalle fibre dolorifiche, ma non è lo stimolo appropriato
per determinare la locomozione, sono le fibre afferenti propriocettive quelle che dall’esterno
mi determinano la deambulazione con alternanza di estensione\flessione dx e sx data dalle
partition cells grazie alla rete neuronale).
I meccanismi spinali di locomozione sono specifici, esistono reti alternanti per cui un
meccanismo deve oscillare, per fare ció all’interno del midollo deve esistere un meccanismo
oscillante che porti lo stimolo da destra a sinistra e viceversa, questo meccanismo si chiama
generatore centrale del profilo dell’attivitá motoria (CPG).
Questo sistema pacemaker della locomozione (segnapassi) è formato da reti oscillanti con un
neurone inibitorio e l’altro eccitatorio.
Le partition cells creano un effetto speculare dal lato opposto a quello che stiamo
comandando sottosoglia.
Esistono dei centri encefalici sopraspinali che vanno sul CPG e sulle partition cells andando ad
armonizzare il fenomeno deambulatore, abbiamo cosí una deambulazione sovraspinale, la
corsa per esempio ha bisogno di impulsi discendenti, è diverso l’impulso eccitatorio tra
camminata e corsa, sono vie ancestrali extrapiramidali, ovvero meccanismi corticospinali che
dalla corteccia motoria raggiungono il midollo, e questi meccanismi generano i vari tipi di
movimento.
Se io ho un movimento spinale cammino in maniera grossolana, se io ho un meccanismo
sovraspinale cammino in maniera automatica, se la corteccia motoria comanda il movimento
posso camminare in maniera stramba, questo perché le vie discendenti della corteccia
motoria hanno un controllo molto parcellare delle singole unità motorie, possono frazionare il
movimento, le vie sottocorticali invece sono piú grossolane.
Chi è che trasporta l’impulso in basso o in alto nel midollo? Le partition cells danno degli
assoni. E anche l’impulso che nasce dalla radice posteriore e che entra nel midollo spinale: va
direttamente sul motoneurone realizzando un riflesso monosinaptico, miotattico; va su un
interneurone inbibendo l’interneurone antagonista, riflesso disinaptico; poi la via sale nella
via dei cordoni posteriori, è un neurone che quando entra nella sostanza bianca da una serie
di collaterali.
Questa fibra quindi va ad eccitare monosinapticamente il motoneurone, va ad inibire il
motoneurone opposto e va ad eccitare una partition cells, eccita il CPG, tutto
collateralizzandosi nella sostanza grigia del midollo.
Questo assone sale in alto e scende in basso di pochi neuromeri, altrimenti non sarebbe
possibile la realizzazione del riflesso polisegmentario. È soprattutto una fibra sensitiva che da
luogo a vie discendenti (fascio ovale e fascio a virgola, in corrispondenza del solco mediano
posteriore e del fascio laterale posteriore; sono la parte di assoni sensitivi che scendono per
pochi neuromeri, e trasportano l’impulso nervoso). Il fascio ovale è paracentrale, il fascio a
virgola laterale, passano nel nucleo o colonna di Clarke, e va nel fascio spinocerebellare
dorsale. E questa giungerá al cervelletto ma sarebbe persa come sensibilitá cosciente e
raggiunge la corteccia dando un collaterale al nucleo Z.
Abbiamo detto che questo sistema che prende le mosse dalla sensibilitá propriocettiva è in
grado di generare complesse reti neurali.
I neuromeri sono macroscopicamente tutti uguali tra loro, tranne il rigonfiamento cervico-
toracico e lombo-sacrale. L’esiguitá del midollo a livello toracico è particolare, sia a livello
sensitivo che motorio è una cosa elementare, perché non sono dotati di particolari
terminazioni tattili né di movimenti particolarmente frazionati a livello toracico. Ci stupisce il
fatto che a livello cervicale invece questo è molto esteso essendoci elevate unitá motorie e ci
sono anche a livello sacrale.
Il rigonfiamento lombare è piú grande solitamente rispetto allo spinale. La sostanza grigia è
diforme, abbiamo due rigonfiamenti, mentre la sostanza bianca è uniforme e cresce sempre di
più dal midollo sacrale al cervicale. Nel cordone posteriore troviamo i fascicoli gracile e
cuneato, a livello lombare abbiamo solo il fascicolo gracile, più in alto troviamo anche il
cuneato. Le informazioni sensitive non viaggiano solo nella via dei cordoni posteriori ma
anche nei cordoni anteriore e laterale, per formare il lemnisco spinale o antero laterale, della
sensibilitá tattile rozza.
La sostanza bianca aumenta salendo perché tutte le vie discendenti sono maggiori a livello
cervicale, man mano che si scende trovano il loro punto di terminazione. A livello sacrale non
ci sono quasi piú .
Quindi man mano che si scende nel midollo gli assoni discendenti motori trovano i
motoneuroni. La sostanza grigia è responsabile quindi dei rigonfiamenti, la bianca si comporta
come a mascherare la variazione della sostanza grigia.
Sostanza grigia:
È suddivisa in lamine che posteriormente sono numerate in ordine crescente, anteriormente
invece sono in gruppi ma chiamati lo stesso lamine. Infatti nel corno anteriore la lamina 9 non
è laminare, ci sono una lamina 9 mediale, intermedia e laterale, è un aggregato di nuclei.
Abbiamo detto che nel corno anteriore la lamina 9 non è la piú anteriore, la 7 e la 8 si portano
in avanti interponendosi alla 9, fornendogli interneuroni necessari per regolare l’attivitá dei
motoneuroni.
Dare ad ogni lamina una anatomia funzionale è una forzatura.
Infatti è una forma di nomenclatura molto approssimativa quella data da Exced.
A seconda dei testi non avremo problemi sulla lamina 1-2-3-7-8-9-10 ma per la 4-5-6 ognuno
puó dire cosa vuole perché si tratta di formazioni nucleari estese ben oltre la laminazione.
Quello che dobbiamo imparare è la visione anatomo funzionale e inserirvi le lamine solo se
possibile e sensata.
Zona di Lissauer: contiene neuroni di medie e piccole dimensioni che hanno la funzione di
trasportare impulsi ai neuromeri sopra e sotto stanti, soprattutto impulsi dolorifici. Non
hanno proiezione encefalica ma segmentale a tratti progressivi del midollo (prevalentemente
non esclusivamente). Dove vanno gli assoni della soglia marginale o nucleo marginale o zona
di Lissauer? Vanno nel tratto del Lissauer, tratto di sostanza bianca postero laterale, in parte
nel cordone laterale, e in parte anche nel cordone posteriore (medialmente) quindi il cordone
posteriore si sta profanando con qualcosa che non è generato solo da assoni ascendenti che
derivano dal ganglio, ma ci sono il fascio ovale e il fascio a virgola, poi ci sono contributi dal
tratto marginale del Lissauer (minimo) che contribuisce a formare il fascio post sinaptico del
cordone posteriore. È un termine molto adeguato, quel che viaggia nel cordone posteriore
(ascendente o discendente) è sempre pre sinaptico, non ha ancora contattato la sostanza
grigia del midollo, deriva dal ganglio, è un assone sensitivo. In questo caso no, l’assone che
proviene dal ganglio è entrato nella sostanza grigia nel tratto della lamina 1 e l’assone di
questo neurone passa ascendendo nel cordone posteriore.
È un concetto anatomico funzionale, fatto di neuroni sparsi, non è in un luogo preciso.
La zona 2, la lamina 2 in realtá non esiste, è veramente invisibile, sembra sostanza bianca,
quello che erroneamente è detto lamina 2 comprende le lamine 2 e 3, ed è la sostanza
gelatinosa di Rolando. Questa è selettiva, ha dei recettori per gli oppiacei, interneuroni
contenenti peptidi oppioidi endogeni; inoltre la lamina 2 si colora elettivamente per antigene
che tampona il calcio che è la calmindina, che lega il calcio, in genera cotrasmessa con i GABA,
ma non è mai espressa nella sostanza grigia. Ancora non si sa il perché. La sostanza gelatinosa
di Rolando è specifica, selettiva e diversa dal resto del midollo spinale.
Apparte la lamina 9 che non esiste, parlare della sostanza gelatinosa di Rolando ci permette di
parlare di qualcosa di diverso.
Nella lamina 2 e lamina 3 discendono le fibre 3 e 4 (piccole, mieliniche e amielinche
rispettivamente).
Fibre 1B sono le afferenti degli organi del Golgi; le fibre sensitive tattili discriminative sono di
tipo 2. Le fibre 3 e 4 ci interessano, questa classificazione è in base al diametro e
mielinizzazione. A questo punto questa nomenclatura va contro alla nomenclatura di Gasserl,
le A alfa sono sensitive o motorie, basato solo sul calibro, se parliamo di 1 A o 1 B parliamo di
sensitive o motorie; le fibre C sono piccolissime e amieliniche, corrispondono alle fibre 4.
In corrispondenza della lamina 2 e 3, terminano tutte le fibre A delta e C; però alcuni
collaterali delle A delta terminano leggermente piú in basso. A questo livello le fibre di piccolo
diametro sono in grado di agire sui neuroni di questa zona che producono endorfine, e
quando trasmettono il dolore queste fibre determinano un’inibizione delle endorfine. Per
contro collaterali delle fibre di grande diametro quando raggiungono il corno posteriore
vanno nella sostanza gelatinosa di Rolando e ci danno neuroni che producono endorfine.
Questo vuol dire che i neuroni che producono endorfine hanno attivitá maggiore se stimolati
da fibre di grande diametro, un’attivitá bassa se stimolate da fibre di piccolo diametro, le fibre
di grosso diametro quindi inibiscono il dolore trasportato dalle fibre di piccolo diametro.
Dalla sostanza gelatinosa di Rolando non nascono fibre ascendenti, sono interneuroni che
inibiscono (perché le endorfine sono inibitorie) i neuroni ascendenti di proiezione che
trasportano il dolore ai cicli superiori. Se la fibra di piccolo diametro porta lo stimolo
dolorifico (amielinica = fibra C o milienica = fibra A delta) va ad inibire la sostanza gelatinosa
di Rolando la spenge, questa non inibirá piú i neuroni proiettivi ma questa fibra dolorifica
esce dai neuroni proiettivi e il dolore va ad eccitare gli interneuroni della lamina 2 i quali
vanno a inibire i motoneuroni di proiezione eccitati da altri neuroni dolorifici.
Nel fare questo danno un collaterale che altera la trasmissione dolorifica.
Es: se ricevo uno schiaffo mi tocco la guancia, se tocco la parte lesa passe il dolore, perché
attivo le fibre di grande diametro (fibre 2 A) esercito uno stimolo anti nocicettivo, mi tocco la
parte offesa e davvero il dolore si riduce, sono meccanismi basati sulla presenza di neuroni
nella lamina 2 che producono endorfine e inibiscono i loro neuroni che trasmetterebbero il
dolore ai centri sovrassiali. Si realizza un meccanismo detto a cancello.
Si parla infatti di meccanocettori (raffinati o grossolani) e hanno un effetto di tipo opposto
sugli interneuroni della lamina 2 e 3 del corno posteriore del midollo; questo genera una
eccitazione dei neuroni antidolorifici da parte delle fibre di grande diametro e una inibizione
del meccanismo antidolorifico da parte delle vie antidolorifiche. Poi entrambi (i motoneuroni
non hanno effetto antinocicettivo) i nocicettori vanno ad eccitare dei neuroni che trasportano
la sensibilitá cutanea. La fibra dolorifica che ha inibito il neurone antinocicettivo va ad
eccitare il neurone proiettivo del dolore, l’interneurone della lamina 2 che produce endorfine,
eccitato dalle fibre di grande diametro e inibito dalle fibre dolorifiche, va ad inibire la
trasmissione del dolore a livello del nucleo che esercita queste (lamina 4, porzione dorsale del
corno posteriore). Questa teoria è detta teoria del Cancello. Hanno dimostrato cosí
l’esistenza di un’inibizione bisinaptica, il cancello non è chiuso da vie afferenti, ma da assoni
discendenti dalla corteccia cerebrale, cioè gli interneuroni che producono endorfine sono
eccitati da vie discendenti che in questo modo, attivando i neuroni della sostanza gelatinosa di
Rolando possono favorire la trasmissione degli impulsi sensitivi.
In realtá ha una valenza nella sensibilitá generale ma questo meccanismo delle grandi fibre va
svincolato dalle piccole fibre. Esiste la possibilitá di modulare le afferenze cutanee non
nocicettive ma questo non viene influenzato dalle fibre afferenti.
Le vie discendenti dall’encefalo possono eccitare i neuroni antidolorifici che a loro volta
bloccano la trasmissione degli impulsi, non solo dolorosi ma possono anche di bloccare tutto
quello che arriva dalla radice posteriore.
Es: se mentre cammino ho dolore alla pianta del piede, mi fermo e non cammino più ; se sono
motivato continuo lo stesso (durante una partita da calcio) e penso sia la forza di volontá , ma
è un meccanismo anatomofunzionale basato sulla sostanza gelatinosa di Rolando, con le vie
discendenti mentre attivo i motoneuroni alfa e gamma mando un collaterale nel corno
posteriore che chiude le entrate periferiche, la membrana del motoneurone alfa e gamma è
pulita da interferenze riflesse di potenziale che comprometterebbero la precisione del segnale
corticale, che impedirebbe di realizzare un atto motorio ideale.
È importante per tutto, non solo per il dolore. L’impulso propriocettivo non deve interferire
con alcuni nostri piani.
Le vie discendenti (è un atto di volontá ) possono inibire le entrate sensitive, è un elemento
portante nella realizzazione degli atti motori, non solo nel corno anteriore (lamine 9-7) ma
anche nel corno posteriore (testa, lamina 2-3, dove posso aprire o chiudere il cancello). Il Gate
control riguarda le vie discendenti in grado di eccitare gli interneuroni della lamina 2 i quali in
posizione post sinaptica vanno a realizzare una inibizione asso-sinaptica, molto particolare.
- 12 Ottobre -
Divisione nuclei sostanza grigia
I neuroni serotonergici sono tutti neuroni della linea mediana, hanno assoni serotonergici che
sono una colonna mediana di tanti nuclei che scendono e vanno a eccitare i neuroni
enchefalinergici.
Noi parliamo del dolore e questo sistema che blocca la trasmissione del dolore dal midollo
all’encefalo è il primo sistema antidolorifico endogeno; ma recettori per gli oppiacei li
troviamo anche nel PAG, questo riguarda una componente quasi rudimentale, soprattutto va
ad interessare quelle aree che sono importanti nella proiezione ascendente del dolore, e
termina nel sistema limbico, un antico sistema corticale che presiede alla genesi di emozioni e
stati di animo; qui c’é una grande quantitá di recettori per endorfine. Ecco che una persona
dipendente da oppiacei (eroina) non soffre di meccanismi spinali, ma questa sofferenza dura
24/72 ore, poi il sistema si resetta; ma negli elementi più corticali, elevati, iperattivati dalle
morfine esogene, ci sono centri arcaici del dolore fondamentali nella percezione della distonia.
È un dolore conservativo, controllato da sostanze oppiodi, ecco la difficoltá nel distaccarsi
dalla sostanza oppioide.
Quando dobbiamo valutare l’effetto di peptidi endogeni noi abbiamo un effetto spinale
iniziale: normalmente questi peptidi sono prodotti, se io dò morfina per lungo tempo i
recettori presenti su questi neuroni che dirigono centralmente il dolore, si riducono e
vengono internalizzati nel neurone, l’effetto dei peptidi oppioidi endogeni non è più
stimolabile. Le cellule interneuronali della sostanza gelatinosa sospendono la sintesi di
peptidi captandone l’elevata presenza. Se sospendiamo la somministrazione di eroina o
morfina, succede che abbiamo una soglia estremamente abbassata.
A livello spinale avremo quindi fibre dolorifiche e quindi il sistema che prima era soppresso
ora con la soglia abbassata non è più soppresso, sono i riflessi a stimolare la fibra dolorifica. I
movimenti spinali generano attriti dispotenti, scosse, che sono proprio espressione di una
ridotta soglia dei riflessi nocicettivi.
Quindi avremo dei riflessi con iper-responsivitá , iper-attivazione della via ascendente che
arriva all’amigdala e all’area sensitiva primaria, ho dolore in assenza di stimolo. Questo dura
poco e noi possiamo usare farmaci per attenuare i sintomi, far passare 3 giorni e a questo
punto rimane solo la compromissione psichiatrica e l’individuo è ancora in questo malessere
continuo, servono anni di riabilitazione farmacologica.
Le lamine 4 presentano il nucleo proprio del corno posteriore, nucleo fondamentale più
concettuale che reale, che è responsabile della proiezione ascendente delle terminazioni
sensitive giunte alla radice posteriore. Dal nucleo proprio del corno posteriore non nasce la
sensibilitá propriocettiva delle terminazioni 1 A, questa se ne va nel Cuneato, nel Gracile e nel
fascio spino-cerebellare dorsale; qui ci vanno la sensibilitá tattile grossolana, termica,
dolorifica che salirá come cordone antero-laterale. Le fibre si incroceranno poi dando un
lemnisco, la distribuzione metamerica avviene usando una sottile striscia di sostanza bianca
presente all’interno della sostanza grigia, che si chiama commessura bianca anteriore. Tramite
questa gli assoni del tratto spino talamico o antero-laterale vanno a formare una via
ascendente di senso, crociata.
Tutte le vie sensitive ascendenti una volta incrociate prendono il nome di lemnischi.
Lemnisco non è un termine, non è la parte terminale, spesso l’incrocio avviene in fondo (per il
lemnisco mediale, cordoni posteriori) ma in questo caso avviene subito, si chiamerá lemnisco
spinale.
Il fascio o sistema post sinaptico del cordone posteriore è dato da fibre che viaggiano nel
sistema posteriore ma non originano dal ganglio ma dai neuroni del midollo spinale.
Nel cordone posteriore normalmente viaggiano vie ascendente dai gangli. Allora cosa è questa
porzione post-sinaptica? Un fascio che trasporta tutte le fibre sensitive in maniera ascendente.
La sostanza grigia è circondata da questa banda rosa, che si trova nei fasci propri o
fondamentali, costituiti da fibre sensitive che ascendono di 2-3 segmenti e che derivano dai
cordoni posteriori. Ma quindi il Lissauer è fuso col fascio proprio dei cordoni posteriori.
Il fascio ovale si trova tra i due fascicoli gracili, quello a virgola sta tra gracile e cuneato, e
trasportano gli assoni discendenti pseudounipolari della via dei cordoni posteriori.
Il fascio spino-cerebellare dorsale abbiamo detto che le fibre del gracile, di tipo propriocettivo
entrano nella colonna di Clarke che entra nel fascio spino-cerebellare dorsale. Questo con
l’omonimo ventrale forma la copertura esterna laterale del cordone antero-laterale (lemnisco
spinale), dove si trova profondamente il fascio spino talamico anteriore e posteriore.
Accanto c’è un fascio spino-tettale e nello spino talamico troviamo quel fascio detto spino-
reticolare, responsabile di portare la sensibilitá arcaica non proprio in corteccia sensitiva
primaria ma nei centri importanti per motivazioni, emozioni, con rappresentazione centrale
legata agli stati emotivi.
Nei sistemi laterali discendenti e mediali possiamo dividerli.
Il piú cospicuo per i sistemi laterali è il cortico-spinale o piramidale, che dalla corteccia attiva i
motoneuroni. Accanto c’è il fascio rubro-spinale del Monachov, che nasce dal mesencefalo, dal
nucleo rosso, lungo il midollo spinale. Piú ventralmente c’è il fascio discendente reticolo
spinale laterale.
Questi sono i sistemi laterali, che non sono importanti per la loro posizione, sono critici per la
loro funzione, i laterali per i movimenti frazionati, i mediali per i movimenti grossolani, trova
un corrispettivo topografico nei cordoni laterali della lamina 9 e nelle colonne mediali.
Infatti abbiamo i sistemi mediali: il cortico-spinale, il fascio tetto-spinale, il fascicolo
longitudinale mediale che termina nel midollo cervicale e il fascio antigravitario che nasce dai
nuclei vestibolari: fascio vestibolo-spinale laterale (ma sta sempre medialmente), l’altro è
importante per i movimenti della testa e serve a far si che la testa stia ferma quando cammino.