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Direttore responsabile Daniele Tamburini • Società editrice: Immagina srl via San Bernardo 37 - Cremona • Amministrazione e diffusione: via San Bernardo 37 - Cremona tel. 0372 435474 - fax 0372 597860Direzione e redazione: via S.Bernardo 37, Cremona - tel 0372 454931 • redazione@ilpiccologiornale.it • Stampa: I.G.E.P. Srl - Industria Grafica Editoriale Pizzorni - Cremona • pubblicità: Immagina srl tel. 0372 435474 • direzione@immaginapubblicita.it  Aut. del Tribunale di Cremona n° 5/2013 • Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P.-45%-art. 2 comma 20/B legge 662/96 – Cremona • Numeri Arretrati: http://www.immaginapubblicita.it
PICCOLO
 
il 
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Anno I • n. 16 •
SABATO 19 APRILE 2014
 
Periodico • € 0,02 copia omaggio
 Non riceve alcun finanziamento pubblico
 Edizione chiusa  alle ore 21
 a pagina 6 
 VERSO LE ELEZIONI
LE INTERVISTE AI CANDIDATI SINDACO GIANLUCA GALLI E CARMINE SCOTTI
La redazionede il Piccoloauguraai lettori
 
SETTIMANALE 
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 Nonostante i primi timidi segnali di ripresa, le festività pasquali sono ancora all’insegna del rigore e dell’austerità
 Pochi coloro che decidono di partire. Molti la trascorrono in famiglia preparando tutto in casa per risparmiare
PASQUA: C’E’ CRISI, TUTTI IN CASA 
 ARRESTI: STRADE COME RICETTACOLO DI RIFIUTI
TRENI: IN 10 ANNI I RITARDISONO AUMENTATI DEL 70%
SISTEMA DEI TRASPORTI 
 a pagina 3
La questione dei trasporti e dei colle- gamenti infrastrutturali ha costituito  sempre un’emergenza per il nostro territorio. Non si tratta solo di ineffi-cienza: le indagini stanno portando  alla luce anche una serie di problema-tiche legate a infiltrazioni della delin-quenza organizzata nell'ambito delle opere pubbliche.
COMMEMORAZIONE 
 a pagina 7 
Un 25 aprileall’insegnadella pace
essuno me lo ha mai chiesto, e nessuno, ovviamente, me lo chiederà mai, e del resto non ho alcuna competenza  per farlo, ma credo che non affronterei a cuor leggero il compito di sindaco. Soprattutto oggi. Sono tempi in cui, a  prescindere dai problemi di bilancio, spesso asfissianti, dai tagli di risorse, quasi sempre san- guinosi, dalle crescenti necessità della cittadinanza in materia di servizi e di assistenza (pensiamo agli effetti della crisi, pensiamo all’invecchiamento della popolazio-ne), è molto difficile governare anche nel senso di media-re, di trovare accordi, di mantenere le alleanze. Sarà stata la fine delle ideologie, del senso di appartenenza, delle grandi aggregazioni di masse, ma è indubbio che è sempre più difficile trovare un collante che tenga insieme le alleanze e, addirittura, i singoli elementi dentro le al-leanze stesse. La giunta Perri ha sofferto di molti di que-sti mali, da quando si è insediata: ricordiamo il rapporto tormentato con l'Udc e la rottura, insanabile, con la Le- ga. Chissà quante volte il sindaco avrà detto: “Ma chi me l’ha fatto fare?”. Sicuramente, lo avrà pensato lo scorso mercoledì, quando, in occasione dell’approvazione del bilancio del Comune, un atto fondamentale, tra i più im- portanti per una amministrazione, al momento della di-scussione la maggioranza era minoranza. Pare che il sindaco, imbufalito, abbia sudato le proverbiali sette ca-micie per far giungere in aula alcuni dei consiglieri as-senti ai quali, in separata sede, ne avrà dette di tutti i colori, immagino. Davvero, non invidio chiunque doves-se essere eletto, anche perché il compito è arduo. Pensa-vo a quali elementi abbiano caratterizzato il quinquennio  Perri. Mi vengono a mente la caparbietà con cui ha dife-so la sua scelta di mantenere come amministratori di aziende partecipate, manager nominati dalla precedente amministrazione, come Albertoni, Galli e Bodini. Un al-tro segnale del superamento degli schieramenti, degli steccati? Sicuramente, la decisione fece infuriare parec-chi dei suoi, ma Perri tirò dritto: “Privilegio la competen- za”. Lo rifarebbe ancora? Penso di si. Poi, la vicenda spinosa di Palazzo Fodri, su cui stendiamo un velo pieto-so, e poi, sicuramente, le opere pubbliche, in primis piaz- za Marconi e il Museo del Violino. Qualcuno dirà: “Bel-la forza, ha fatto tutto Giovanni Arvedi”. Sarà senz’altro così, sarà stato grazie all'Ingegnere,ma tant’è, l’opera è compiuta. L’adeguamento del palazzetto dello sport, il cavalcavia del cimitero, la rotonda di via Mantova, la sistemazione di via Dante e, in corso d’opera, l’elimina- zione del passaggio a livello di via Persico. Ricordo che subito dopo il suo insediamento mi confessò il desiderio di recuperare alla città il vecchio ospedale al Foppone.  In questo non è riuscito. Quando lo incontreremo (co-minciamo da questo numero il giro di interviste ai candi-dati a sindaco), sentiremo se ci spera ancora. Da parte mia, faccio gli auguri alla città, a tutti noi, al Paese, ai candidati: auguri di Buona Pasqua, auguri di futuro.
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Per fare certe cose ci vuole... orecchio
 
L’EDITORIALE
di Daniele Tamburini
 AMMINISTRATIVE  ELEZIONI A CASALMAGGIORE 
 a pagina 12
Cambio in corsa: è Rossi il candidatodel Listone
 A SOSPIRO
 pagina 4
Il “Caso vigili”arriva in Consiglio comunale
Buona Pasqua
 BASKET SERIE A
 a pagina 24 a pagina 23
 Vanoli in poltronaa seguire il matchdi Pesaro in Emilia Alla Cremo è tornatol’ottimismo dopola vittoria col Vicenza
VOLLEY FEMMINILE
 a pagina 25
Pomì, festeggiataun’ottima stagioneall’esordio in A1
 
CALCIO LEGA PRO
   L   O    S   P   O   R   T
 
di Laura Bosio
a questione dei trasporti e dei collegamenti infrastrutturali ha costituito sempre un’emergen-za per il nostro territorio e per la Lombardia più in generale. E non si tratta solo di inefficienza e di scarsa funzionalità nei collegamenti: le indagini che si stanno susseguendo in questi anni stanno portando alla luce anche una serie di problematiche legate a infiltrazioni della delinquenza organizzata nell'ambito delle opere pubbliche.E' di pochi giorni fa la maxi operazione del Noe di Roma, che ha portato a due arresti e 22 indagati per i reati di peculato, falso in atto pubblico, smaltimento di rifiuti e scorie (non pericolosi) sotto diverse stra-de della Regione. Si parla di rifiuti sepolti sotto l’asfalto della Paullese (nell’area di Monte Cremasco) e di altre direttrici, tra cui la Tangenziale sud di Brescia, la Le-nese e la zona di Montichiari. Le indagini sono ancora in corso, ma il quadro appare preoccupante.Nell'ambito dell'inchiesta, su ordine del sostituto procuratore Claudio Pinto di Brescia, i carabinieri hanno proceduto all’arresto di un noto imprenditore del set-tore lavorazioni stradali del bresciano, Ma-riano Gaburri di 60 anni e di un dirigente della Provincia di Brescia, Pietro Bondoni, geometra nel settore Lavori Pubblici, e vi sarebbero altri 22 indagati.  Accanto a questo ci sono gli otto arre-sti che hanno coinvolto la società "Infra-strutture lombarde" (cioè il braccio della Regione Lombardia che gestisce 11 mi-liardi di previsti investimenti pubblici, in vista di Expo 2015) per presunte modalità illecite degli affidamenti di incarichi ester-ni nei settori della consulenza legale e dei controlli degli appalti: complessivamen-te, alcuni milioni di euro dal 2008 a oggi. L'accusa è di associazione a delinquere, turbativa d’asta, truffa alla Regione e falso.Sotto alcuni aspetti, si profila una com-plessa situazione anche per il nostro ter-ritorio. A partire dalla Centropadane che, come spiega
Dario Balotta
, responsabile regionale trasporti per Legambiente, «si trova in una situazione debitoria molto complessa, a causa di investimenti fatti che nessuno ha ripagato, compreso il co-sto di Stradivaria, la società che dovrebbe gestire la Cremona-Mantova. Senza con-tare i 250mila euro spesi per la realizza-zione della corda molle, una direttrice che avrebbe una portata di 90mila veicoli al giorno, mentre attualmente il transito è di soli 4.500. La stessa cosa vale per la Cremona-Mantova: una direttrice assolu-tamente ingiustificata rispetto alla doman-da».Legambiente si domanda quindi quale sia il reale scopo di progetti di questo tipo. «Il problema è che la logica è quella di fare strade che diventino la "tomba" di rifiuti illeciti, oppure quella di decisioni che si prendono sulla spinta dei costruttori inve-ce che sulla reale utilità dell'opera».I dubbi sull'effettiva utilità, secondo Ba-lotta, si concentrano anche sulla Bre-Be-Mi: «Si tratta di una direttrice che non serve e lo dimostra il fatto che sono state fatte tre gare per la realizzazioni delle stazioni di servizio lungo la strada, e tutte e tre sono andate deserte. Questo significa che nes-sun grande petroliere scommetterebbe su quella direttrice; senza contare che ci sono 62 chilometri di strada senza neppure un distributore». C'è poi la questione del consumo di suolo: «Queste strade non solo sono di dubbia utilità, ma sono causa di un con-sumo del suolo sempre più intenso (un recente studio di Coldiretti ha evidenzia-to come ben 10.695 ettari di terra fertile nel nostro territorio siano stati sottratti all’agricoltura in soli 12 anni: campi colti-vati a mais, prato, frumento, orticole, che negli anni sono spariti, sostituiti da strade, capannoni, aree industriali, grandi centri commerciali, edifici, cantieri, discariche)» evidenzia Balotta.Sulla questione è intervenuto recente-mente anche il Coordinamento dei Comi-tati contro le autostrade Cr-Mn e Ti-Bre, che fa capo a
Cesare Vacchelli.
 «Vi sono diverse questioni da mettere sotto i rifletto-ri per quanto riguarda i collegamenti infra-strutturali del territorio - spiega. A partire dagli aiuti che arriverebbero dal credito di imposta previsto dalla Legge obiettivo a diverse infrastruttura, come potrebbe ac-cadere per la Pedemontana. Ora che il Cipe ha emanato le linee guida per l’appli-cazione delle norme sul credito d’imposta ai costruttori di autostrade sollecitiamo la Commissione Europea ad esprimersi nel merito di tale provvedimento per dire se si tratta o meno di un aiuto di stato ed in quest’ultimo caso se ne autorizza l’appli-cazione.L’impegno finanziario previsto da tale manovra di defiscalizzazione (tasse non fatte pagare ai costruttori di autostrade), circa 100 miliardi di euro dei quali 16 a bre-ve termine, andrebbe inoltre ad aumentare il debito pubblico, ponendo di nuovo il no-stro paese a grave rischio di infrazione per eccesso di debito. Il tutto in un clima di il-legalità, come si evince dai recenti sviluppi dell’inchiesta milanese, che ha decapitato i vertici di Infrastrutture Lombarde Spa.  Abbiamo chiesto, dunque, alla Com-missione di far luce su quella che risulta essere una sistematica elusione delle nor-me nazionali sugli appalti e di quelle Co-munitarie sulla libera concorrenza e di veri-
 Due arresti e 22 indagati. Le strade della regione ricettacolo di rifiuti 
Sabato 19 Aprile 2014
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«Le quote di Centropadane che sono state  messe in vendita dai bresciani, per ora non han- no trovato un acquirente» ci dice Dario Balotta.  Accanto a questo c'è la vicenda di "Infrastrut-ture Lombarde", la controllata che per conto della Regione Lombardia gestisce gli appalti e  la realizzazione delle grandi opere (Expo 2015, ospedali, scuole, autostrade, ecc.), finita recen-temente in un'inchiesta della Procura di Milano  in cui si cita anche l'autostrada Cr-Mn, per una  presunta irregolarità nell'affidamento di un con- sulenza legale del valore di 240 mila euro.«Dall’ordinanza di custodia cautelare emerge che attorno ad Infrastrutture Lombarde esisteva un sistema ben rodato che garantiva ad un ristretto gruppo di professioni- sti (avvocati e ingegneri) e imprese l’assegnazione di appalti e consulenze - dichiara Cesare Vacchelli -. Una sorta di “struttura parallela costituita da consulenti esterni” che avrebbe pilotato gli incarichi in modo da privilegiare  gli stessi consulenti, ma anche garantirsi ritorni in termini di controllo degli  appalti stessi. Secondo il Gip (giudice per le indagini preliminari) i vertici della Regione Lombardia sapevano e c’era la piena consapevolezza di tutte le  parti in causa di agire in un ambito di diffusa illegalità». Così come, peraltro,  anche il prefetto di Milano ha scritto recentemente nella sua relazione alla Commissione Antimafia: “…una tendenza che si sta delineando e sempre più consolidando di una penetrazione nei lavori Expo di imprese contigue, se non organiche alla criminalità organizzata”.
Sistema dei trasporti,non solo inefficienza...
Dario Balotta
 
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ficare se il “buco” finanziario di circa 100 miliardi di euro che verrebbe creato, farà sforare i parametri del debito italiano». Anche sulla Cremona-Mantova il Co-ordinamento evidenzia numerose proble-matiche: «Nessuno ha ancora detto che i costi di realizzazione di questa infrastrut-tura sono lievitati del 50%, passando da un milione di euro a un milione e mezzo.  Allo stesso modo il contributo che ver-rebbe chiesto a Regione Lombardia è passato da 108mila a 500mila euro. Si tratta quindi di un progetto sempre più insostenibile, oltre che fermo da troppi anni. Come al solito ci troviamo di fronte a una programmazione di opere pubbli-che priva di utilità per il territorio e che di fatto vanno a favore della criminalità organizzata. Senza contare che anche in Regione si sta riflettendo sull'utilità della infrastruttura. A questo proposito chiediamo alla Regione di non scegliere la strada del pagamento di una penalità a Stradivaria nell'ipotesi di chiusura del progetto, ma di sfruttare l'articolo 36, ossia quello della decadenza per il venir meno della capacità economica della so-cietà concessionaria».
Non solo si è scelto di privilegiare il modello di trasporto su gomma, ma, per quanto riguarda le ferrovie, il vero problema può essere indivi-duato nell'errato utilizzo delle risor-se economiche, che hanno portato ad un progressivo incremento dei disservizi: «Negli ultimi dieci anni la spesa sulle linee ferroviarie è cre-sciuta del 60%,, a fronte di una pro-duzione di nuovi treni solo del 30% - evidenzia Dario Balotta (Legam-biente). L'inefficienza è quindi sulla spesa. Basti pensare che le Ferrovie dello Stato sono state responsabili del 14% del debito pubblico italiano negli ultimi dieci anni. Si è investito sull'alta velocità, trascurando com-pletamente il trasporto pendolare, che interessa un numero molto maggiore di utenti». Anche la nascita di Trenord non ha giovato, secondo Legambiente: «Da quando è nata l'azienda, ab-biamo assistito ad un aumento dei ritardi pari al 70% e ad un notevole incremento anche delle soppres-sioni di treni. Una performance che è negativa in tutta la Lombardia e specie nelle tratte cremonesi. Basti pensare che ogni anno l'azienda ri-ceve 470 milioni dalla Regione: dun-que non si può millantare una ca-renza di fondi. Il problema è come li si spende. Questa concessione mo-nopolistica del sistema di trasporto ferroviario che la Regione ha fatto a se stessa è la causa di tutti i mali. L'inefficienza del trasporto ferrovia-rio ricade prima di tutto sul cittadino che vorrebbe lasciare l'auto a casa, un po' per risparmiare, un po' per un'attenzione all'ambiente». Legambiente stigmatizza anche la chiusura della linea tra Cremona e Piacenza: «Aveva costi di gestione molto bassi e collegava due capo-luoghi di provincia. E' stato un'as-surdità chiuderla, anche a fronte del fatto che neppure dieci anni fa si era spesa una grossa cifra per il rifaci-mento del ponte ferroviario sul Po», conclude Balotta.
Treni: in dieci anni 70% di ritardi in più
Trenord: ritardi e inefficienze. «Questa concessione monopolistica del sistema di trasporto ferroviario che la Regione ha fatto a se stessa è la causa di tutti i mali»
 Legambiente all’attacco: «L’inefficienza del trasporto ferroviario ricade prima di tutto sul cittadino che vorrebbe lasciare l’auto a casa»
In risposta alla realizzazione della Ti-Bre, che ai comitati ambientalisti non  piace, il Coordinamento dei Comitati contro le autostrade Cr-Mn e Ti-Bre  propone la realizzazione del Ti-Bre ferroviario. Si tratterebbe di un collega- mento diretto con l'Europa che, partendo dalla Spezia e arrivando a Verona,  attraverso Berlino e poi Malta si inserirebbe direttamente nel corridoio 1. «La prima parte è già praticamente fatta, anche se va terminata, ed è quella che va da La Spezia a Parma - spiega il presidente Cesare Vacchelli. Per  la seconda parte, invece, si vorrebbe realizzare un collegamento dal costo di 700milioni di euro. La nostra proposta è cambiare il tracciato, arrivando  a Verona passando da Casalmaggiore, Piadena e poi Mantova: in questo  modo si spenderebbero solo 80 milioni, potenziando una linea statale già esistente, con un tempo di realizzazione decisamente più rapido e una tratta decisamente più breve. Sarebbe una infrastruttura fondamentale anche per  la realtà di Casalmaggiore, che risente il problema di un traffico eccessivo di mezzi pesanti direttamente in città».
TI-BRE FERROVIARIO: UNA OPPORTUNITA’
Doveva essere la soluzione ai problemi del traffico ferroviario locale, invece si sta rivelando una vera delusione: stiamo par-lando del nuovo treno Vivalto, che la Re-gione ha messo lungo la linea Mantova-Cremona-Milano.Numerose sono le critiche arrivate fin da subito al nuovo convoglio: carrozze con un numero di posti insufficienti («Chi sale a Pizzighettone è costretto a viaggiare in piedi perché non c'è più posto», dice un pendolare), ma soprattutto poco conforte-voli e senza neppure uno spazio per collo-care una piccola valigia, cosa che sarebbe invece utile per tutti coloro che partono a inizio settimana per fermarsi a dormire a Milano. «E' un treno costato oltre sette milioni, ma si rivela assolutamente inadatto per una tratta lunga 130 chilometri (Mantova-Milano) - spiega Balotta. Si tratta di un convoglio ideale per le aree metropolitane e per le brevi percorrenze». Che le cose non andassero bene si era visto fin dai primissimi giorni di attività: il treno, infatti, a pochi giorni dalla sua inau-gurazione si è guastato, restando fermo alla stazione di Mantova e provocando una serie di ritardi e di disservizi a catena.«Il tempo della pazienza è finito, occor-rono risposte serie e immediate”, avevano commentato i consiglieri regionali Agostino  Alloni (Pd), Marco Carra (Pd) e Carlo Mal-vezzi (Ncd). Ma per ora di risposte concre-te non ne sono arrivate.
 Vivalto: peròadesso piovonosolo critiche

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