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Il
 
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CREMASCO
FARMACIE COMUNALI: VENDIAMOLE
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ANNO III • NUMERO 15 • SABATO 12 APRILE 2014
di Renato Ancorotti 
rancorotti@gmail.it
di Enrico Tupone
tuponee@alice.it
Ricavi irrisori. Che non permettono investimenti. Il confronto con le strutture private, più remunerative. Perché? 
di Laura Zanibelli 
lazanibelli@gmail.com
l provvedimento di economia e finanza varato pochi giorni fa dal governo Renzi ha riservato una sorpresa poco piacevole alle banche, in particolare a quelle che detengono le quote azionarie di Banca d’Italia in quanto ha stabilito che la tassazione da ap- plicare alla rivalutazione di tali partecipazione  passi dal 12%, previsto dalle legge di stabilità dello scorso anno, al 24-26 %, con un aggravio di imposta, stando alle quote attualmente dete-nute, per Intesa Sanpaolo di 360 milioni di euro e per Unicredit di altri 160 milioni. Secondo il presidente dell’ABI, Antonio Pa-tuelli, «si tratta di una scelta inaccettabile, an-che dal punto di vista giuridico, perché retroat-tiva, visto che va a modificare l’aliquota del 12% inserita come norma generale per tutte le  plusvalenze nella legge di stabilità del 2013. Sembra che il nuovo governo si sia dimenticato di quello che ha fatto quello precedente».  Il provvedimento risulta particolarmente odioso dopo che le banche avevano già dovuto subire lo scorso anno l’aumento dell’aliquota  Ires al 36% (27,5% per tutte le altre persone giuridiche), così come l’acconto per l’esercizio 2014, rivisto al rialzo dal 120% al 128,5%. Provvedimento ancora odioso perché le ban-che stavano incominciando a riassestare i con-ti, stavano facendo pulizia in quella grossa massa di crediti in contenzioso, stavano timida-mente iniziando ad allargare i cordoni della borsa, e odioso perché ancora una volta il fisco interveniva retroattivamente modificando le re-gole del gioco. Patuelli afferma inoltre che «serve una tre-gua fiscale perché non si possono cambiare le regole mentre la partita è già in corso. Tanto più che le banche in gran parte chiudono in perdita. Per cui non si può nemmeno dire "è un settore ricco, andiamo a prendere soldi lì. Perché i sol-di non ci sono!"». I sacrifici li abbiamo fatti tutti, o quasi, e Renzi ora
chiede un sacrificio straordinario alle banche che dovranno adeguarsi, ma questo tipo di imposizione fiscale deve cessare in futuro se vogliamo che l’Italia torni ad essere un Paese credibile, un paese in cui si sa oggi quali tasse si pagano e quando si pagano.
Sulla questione della moschea a Crema, voluta dal centrosinistra, il consiglie-re del Sel, Coti Zelati, ci ha accusato di essere degli oscurantisti. Solo perché noi abbiamo proposto ai musulmani, in cambio della costruzione della moschea, la sottoscrizione di un «patto d’onore» da rispettare anche nei Paesi islamici perché vogliamo un Islam moderno e non un oscurantismo islamico: quindi, sì alla libertà religiosa, si all’uguaglianza tra uomo e donna, sì alla democrazia, no all’infibulazione, cioè alla mutilazione genitale femminile. Ci sembrano, questi, diritti universali. Se invece Coti Zelati pensa che i principi quali l’uguaglianza, la democrazia e la libertà di reli-gione siano degli optional, ne risponderà innanzitutto alla sua coscienza. Ma non ci venga a far la morale, proprio lui. Se fosse intelligente quanto è presuntuoso e sprezzante nei confronti delle idee altrui, sarebbe da Nobel. Ma per lui non vedo premi all’orizzonte.
I
La stangata sulle bancheCoti Zelati Non è da Nobel
i ricordate quante volte è stata predicata la trasparenza dal ben noto vecchio Pci?  Ma i nipotini del partito che fu comunista e che oggi si chiama Pd, almeno quelli di Crema, sembrano essersi dimenticati la lezione, tant'è che gliel’ha ricordata SEL in un recente con-siglio comunale, raccogliendo il voto unanime di maggioranza e minoranza.Ci riferiamo in modo particolare, ma non solo, alla manifestazione «I Manifesti di Crema», «mes-sa in campo dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con l’Associazione Culturale Le  Muse», come si legge nella news del Sindaco. Sot-to questa denominazione, da giugno a settembre 2013, sono stati prodotti spettacoli, convegni e di-battiti con personaggi che in città erano già stati in altre occasioni. Non si è trattato, insomma, di  primizie o di novità in esclusiva. Ma il problema è un altro. Va, infatti, sottolineato, che questo “car-tellone” ha assorbito importanti sponsorizzazioni richieste dall’amministrazione stessa, che, inoltre, ha scelto di indirizzare finanziamenti dall’Associa- zione Banco Popolare direttamente alla manifesta- zione, anziché ad iniziative comunali. Parliamo di 17.000 euro, non di noccioline.  Da novembre ad oggi - e sono trascorsi ormai sei mesi - per questa manifestazione il Comune non ha ancora fornito le cifre ai consiglieri comunali, i quali hanno chiesto per ciascun evento quanto sia stato il rendiconto di spesa, anche rispetto alle pre-visioni, e quante sponsorizzazioni siano state rac-colte. Perché questo silenzio prolungato? A questo  punto, ognuno è libero di trarre tutte le conclusio-ni che vuole.
 E restando sempre sul tema dell’essere ada-mantini, dopo l’approvazione unanime in consi-glio comunale della mozione SEL “sulla traspa-renza”, e grazie alla minoranza consigliare, ri-sulta che l’amministrazione comunale abbia al-meno preso atto che mancavano gli atti formali amministrativi per la presenza del Chiringhito ai giardini di Porta Serio. Regolato il 2013, il Chi-ringuito è sempre lì. Normato come? Convenzio-ne? Delibera? Ci piacerebbe vederne gli atti.
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Pd, ma qualetrasparenza?
IL PUNTO DI VISTA/2IL PUNTO DI VISTA/1
 
 A PAGINA 8
 VIA MULINI
(
S.MARIA 
)
: TORNATI I PARCHEGGI
Contrordine compagni 
 
di Laura Bosio
on un'importante decisione dello scorso 3 marzo, la Cor-te d'Appello di Milano ha sancito l'ammissibilità della class action dei pendolari lombardi contro Trenord, promossa con la collaborazione di Altroconsumo.«Grazie all'azione promossa da Al-troconsumo i pendolari potranno chie-dere di essere risarciti per i disservizi gravissimi subiti per oltre quindici gior-ni nel dicembre 2012, quando il siste-ma di trasporto sui rotaie andò in tilt, con treni cancellati, sovraffollati, corse dirottate, ritardi, mancanza di informa-zioni a effetto valanga su utenti inermi»: così Altroconsumo dichiara la propria soddisfazione. La questione interessa migliaia di pendolari delle tratte cremo-nesi: quella tra Cremona e Brescia, la Milano-Treviglio-Cremona, la Milano-Codogno-Cremona-Mantova.Sono circa 700mila i pendolari lom-bardi coinvolti in quelle giornate di ca-os: Altroconsumo ha già raccolto 10mi-la preadesioni all’azione risarcitoria.Sedici utenti lombardi, nell’interesse di tutti i pendolari coinvolti, hanno pro-mosso l’azione risarcitoria attraverso  Altroconsumo. Le loro sono storie di abbonamenti mensili comprati e non utilizzati per cancellazione corse, ritardi sul posto di lavoro, utilizzo dell’auto imposto da mancanza di alternative da parte del trasporto regionale ferrovia-rio. «Storie come migliaia di altre, esemplari per ripetitività del danno e sfinimento dell’utente, diventate a di-cembre una valanga; pendolari lasciati a piedi, nonostante abbonamenti e bi-glietti fossero ancora in vendita, come se niente fosse» spiegano dall'associa-zione.Secondo i dati raccolti, i disservizi ferroviari avvengono anche fuori dalla
Lombardia, segnalando la cronica ina-deguatezza del servizio in diverse par-ti del Paese: a Napoli, Roma e Milano, tre pendolari su quattro – il 74% su 1532 intervistati - si dichiarano insod-disfatti del servizio di trasporto ferro-viario, secondo l’inchiesta di Altrocon-sumo nelle tre città. «Tuttavia quanto successo a dicembre con Trenord ha riassunto in sé diverse criticità para-digmatiche del collasso del settore: dalla gestione confusionaria della so-cietà, all’assenza di comunicazione tempestiva e trasparente verso i con-sumatori, all’insipienza dell’istituzione regionale, assente quei giorni - spiega ancora Altroconsumo. Anche quando i treni viaggiano, Trenord raccoglie criti-che: sull’affollamento (75% di insoddi-sfatti), sulla pulizia e l'igiene dei con-vogli (71%)».
«La Corte d’Appello ha ritenuto che il mancato funzionamento del software di gestione ed organizzazione del servi-zio adottato da Trenord abbia causato disservizi analoghi e comuni a tutti gli utenti colpiti, che dovranno essere va-lutati e risarciti in un unico processo, secondo quanto previsto dall’art.140 bis del Codice del consumo» spiega ancora l'associazione.La richiesta di Altroconsumo è che a tutti i pendolari coinvolti che aderiranno alla class action sia riconosciuto un ri-sarcimento pari a quattro mensilità dell’abbonamento alla tratta utilizzata.Ora il giudice del Tribunale dovrà definire chi tra gli utenti potrà effettiva-mente adire all’azione risarcitoria.Nel 2013 il Tribunale di Milano aveva dichiarato inammissibile l’azione pro-mossa da Altroconsumo contro Tre-nord; per aver diritto al risarcimento, gli utenti avrebbero dovuto viaggiare sullo stesso binario, aver subito lo stesso ri-tardo e aver viaggiato sullo stesso con-voglio, per una settimana. Altroconsu-mo ha presentato ricorso in appello, questa volta con esito favorevole.Una vittoria importante e che costi-tuisce un prezioso precedente, soprat-tutto a fronte di tutti i disservizi che quotidianamente i pendolari devono subire: ritardi infiniti, treni sovraffollati, sporcizia, carrozze troppo calde o trop-po fredde, scarsità di informazioni.
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 Ritardi, mancati rimborsi, treni sopressi, sporcizia: richiesta di risarcimento da parte di Altroconsumo a tutela dei pendolari 
Ammessa class action contro Trenord
La crisi economica ha avu-to effetti un po' su tutto il si-stema sociale, a svariati livelli. Parliamo con lo psichiatra
Roberto Poli
 degli effetti so-cio-psicologici della crisi eco-nomica, in relazione alle modi-fiche del nostro modo di per-cepire e pensare in tempo di difficoltà economiche.
Che tipo di influenze può avere la crisi sui nostri modi di pensare?
«E’ naturale che vivere in tempi di crisi può modificare l’atteggiamento nei confronti del mondo. Negli Stati Uniti alcuni centri di ricerca hanno monitorato i cambiamenti del-le convinzioni della popolazio-ne in riferimento alle fluttua-zioni macroeconomiche. E’ emerso che le recessioni han-no un impatto significativo sulle opinioni degli individui, specialmente sulle fasce gio-vani di età. Le persone che hanno vissuto durante una grave recessione tendono per esempio a credere che il caso conti più dell’impegno perso-nale nello spiegare il successo nella vita».
E credere più nel caso che nell’impegno a cosa può portare?
«Può portare a una riduzio-ne della motivazione e ad un rifugio nella casualità e nella fortuna. Il dilagare del feno-meno della dipendenza da gioco nelle giovani generazio-ni è per esempio un evidente fenomeno legato a questi cambiamenti culturali».
E più in generale nella so-cietà che cosa può accade-re?
«Si può determinare un di-sinvestimento progressivo si-no ad un rifiuto delle regole della società, con sentimenti di rabbia e comportamenti di protesta anti-sistema. I giova-ni in particolare, con i tassi di disoccupazione elevata che ci sono in Italia, hanno due pos-sibilità: quella della reazione creativa e della disponibilità a spostarsi all’estero oppure quella dello scoraggiamento, del rifugio e del ripiegamento nel microambiente locale».
Questo può spiegare in parte i fenomeni di locali-smo, di antieuropeismo sino alle istanze separatiste re-gionali, come in Veneto?
«Come la persona singola che vive un periodo personale di difficoltà tende di norma a rifugiarsi negli affetti personali e intimi ed è più diffidente ver-so gli altri, così una società in crisi tende a chiudersi, ad avere paura e diffidenza degli altri popoli, ad avvertirli come una minaccia. La stessa Euro-pa, al di là delle considerazioni politico-economiche, viene vi-sta come un’entità estranea ed ostile, non come uno spa-zio aperto che allarga gli oriz-zonti. La società tende al con-trario a restringersi, ad espri-mere istanze identitarie locali-stiche sino all’individualismo, tratti che contraddistinguono la società attuale».
 L’associazione: «Storie di disservizi che si ripetono: viaggiatori lasciati a piedi come se niente fosse»
Ultimo episodio, in ordine di data, che ha scatenato le prote-ste dei pendolari, è stata la man-cata partenza del nuovo treno Vivalto, pochi giorni dopo l'inau-gurazione. Il treno Vivalto non si era mosso da Mantova, causan-do una serie di ritardi a catena. I pendolari cremonesi erano giun-ti a Milano con quasi un'ora di ritardo, e altrettanti problemi avevano avuto coloro che da Milano viaggiavano verso Man-tova. Una vicenda che aveva suscitato reazioni indignate an-che dal mondo politico. Sulla vi-cenda l'azienda produttrice, An-saldoBreda, ha avviato un'in-chiesta tecnica per accertare eventuali cause esterne: c'è chi sospetta un sabotaggio.
Quel nuovo treno Vivalto non partito da Mantova
CREMONA
Ultimata l’installazione delle rastrellie-re porta biciclette, sono utilizzabili le 30 bi-ciclette servo assistite dislocate presso il Comando di Polizia Municipale, nel corti-le interno di Palazzo Comunale e nel cor-tile interno del comparto di via Aselli 13/a. Le biciclette saranno utilizzate dagli ammi-nistratori e dai dipendenti comunali.
L’INIZIATIVA
30 bici a pedalata assistita per i dipendenti comunali
Gli effetti della crisi sul modo di pensare, lo psichiatra Poli: «Si rischia un disinvestimento progressivo»
Roberto Poli
 
di Laura Bosio
giovani scelgono la bici-cletta. Se fino a qualche anno fa lo scooter era uno sorta di status symbol irrinunciabile da parte delle giovani generazio-ni, oggi è la bicicletta a ricopri-re quel ruolo. Un dato che emerge anche da un'indagine della Fiab. "Nel corso dell'ultima ricerca che abbiamo condotto emerge che il traffico di mezzi motorizzati è sensibilmente diminuito nelle città più a misura d'uomo, co-me Cremona - evidenzia Pier-carlo Bertolotti (presidente Fiab). Mentre in metropoli co-me Milano le moto e gli scooter tengo-no ancora molto, visti gli ampi spazi di spostamento, in città più piccole si può notare un calo di presenza fino al 70-80% (e -20% per le auto)».La crisi senza dubbio ha giocato un ruolo importante in questo cambio di tendenza: «I costi sono cresciuti molto e i soldi sono sempre meno - continua Bertolotti. Senza contare che oggi per guidare lo scooter bisogna avere il pa-tentino, un altro costo da af-frontare che per le famiglie non è più sostenibile, così come non lo è il costo di un motori-no. La bici è più alla portata di tutti. Basti pensare che a livello nazionale, se fino a qualche anno fa le immatricolazioni di motorini erano 500mila ogni anno, oggi sono scese a poco più di 100mila».Ma cosa ne pensano i ra-gazzi? Sono molti i giovanissi-mi che vedono la bici come un mezzo di trasporto al passo con i tempi. «La bicicletta? Sempre! - dice Paola, 17 anni -. Non ho mai voluto il motori-no, a Cremona non avrebbe senso. Tanto i miei sposta-menti sono scuola, oratorio, casa, centro... i miei amici abi-tano tutti in città e non avrebbe senso girare con un mezzo a motore».Nei giovani d'oggi la perce-zione delle difficoltà economi-che inizia a farsi strada, così come torna la propensione al risparmio. «Con quello che co-stano i carburanti oggi, ben venga lo spostamento in bici - commenta Claudio, 16 anni. I soldi che girano non sono molti e oggi si preferisce spendere in altro modo, soprattutto nella tecnologia. Se ai tempi dei miei genitori era il motorino a fare stato sociale, oggi la cosa più importante è essere sempre "online". Se un giovane vuole essere davvero "cool" deve avere un bel cellulare ed essere sempre online».Un tempo, spesso, bastava chiedere ai genitori per ottene-re pressoche'qualsiasi cosa.. Ora che le famiglie faticano a far quadrare i bilanci, invece, anche i giovani imparano a fa-re delle scelte per definire cosa vogliono davvero. «Qualche anno fa avevo il chiodo fisso dello scooter, ma i miei diceva-no che era troppo costoso - racconta Paolo, 19 anni. Con il tempo mi sono reso conto che tutti i miei amici usavano la bi-cicletta e che in effetti in una città come Cremona il motori-no non ha senso. Ho una bel-lissima bici con tanto di cambi e ne sono orgogliosissimo».Ormai si muovono a gruppi, anche nutriti, che possiamo vedere in centro, vocianti e colorati: i gruppi di adolescenti hanno fatto della bicicletta il loro mezzo principale. «Arrivia-mo dal Cambonino - mi rac-conta Andrea, parte di un gruppetto di 16enni intento a pedalare verso piazza Roma. Ci troviamo con altri amici. La bici? E' il nostro mezzo di tra-sporto preferito! La usiamo an-che per uscire la sera».Inoltre, tra molti giovani si sta diffondendo la coscienza ecologica, anche grazie alle continue campagne di sensibi-lizzazione sulla mobilità soste-nibile di questi anni. «Preferi-sco muovermi a piedi o in bici-cletta, anche se abito in perife-ria - racconta Lisa, 17 anni. I mezzi motorizzati non mi piac-ciono, non mi permettono di godere la bellezza della natu-ra».«Viviamo in un territorio che soffre terribilmente il problema dell'inquinamento - aggiunge Carlo. Perché mai dovremmo contribuire ad aggravare il pro-blema? Credo che sia una pre-cisa responsabilità di noi gio-vani metterci in gioco in prima persona per la mobilità soste-nibile».Dello stesso parere Cecilia. «Il il motorino lo avrei anche: quello di mia sorella, che ormai usa l'auto. Però preferisco non utilizzarlo. Mi sposto più vo-lentieri con i pedali: correre a perdifiato sulle strade, con il vento che ti sferza i capelli, è una sensazione impagabile».
Cronaca
Sabato 12 Aprile 2014
3
I
 Poco costosa, adatta a città a misura d’uomo - come Cremona -, ecologicamente sostenibile, la bici è il mezzo di trasporto che va per la maggiore
Cremona è la città lombarda con la  maggiore presenza di ciclisti. Il dato emerge dal rilevamento di Fiab e Regione Lombardia, effettuato in un  giorno feriale di settembre in tutte le città della Regione. Nella nostra città  i ciclisti totali rilevati (tra le 7.30 e le 13.30) sono stati 9.023 (-3% rispetto  al 2012). Al secondo posto troviamo Milano, con 6.290 passaggi. Terza Monza (5.587), quarta Lodi (5.637), quinta Pavia (4.098), sesta Manto-va (3.074), settima Brescia (2.834), ottava Como (2.388), nona Bergamo (1.638), decima Lecco (938), undice- sima Sondrio (936) e dodicesima Varese (631). La rilevazione è stata programmata in tutte le dodici città lombarde capoluogo di provin-cia, durante un giorno feriale della Settimana Europea della Mobilità (dal 16 al 22 settembre). Solo nella città di Mantova la rilevazione è stata  rinviata al 2 ottobre. L’attività si è svolta nelle sei ore mattutine 7.30-13.30.Per ogni città capoluogo, nelle quattro posta- zioni di rilevamento (identiche al 2012), collo-cate idealmente lungo le direttrici di accesso  al centro cittadino, gruppi di volontari hanno conteggiato i flussi dei ciclisti, sia  in entrata che in uscita dal centro.Complessivamente i ciclisti rile-vati sono stati 44.591, in diminu- zione rispetto ai 46.911 rilevati nel corso del primo rilevamento (2012): un decremento pari al 4,9%. Ma considerando per Bergamo e Vare- se i soli passaggi in fascia oraria  ridotta e confrontabile con i dati  2012, i passaggi totali sono stati  43.109, in calo dell’8% rispetto al  2012.«Due anni sono comunque trop- po pochi per identificare un anda- mento, che potrà essere meglio delineato grazie  al confronto pluriennale che sarà reso possibile  nel corso dei prossimi anni, quando sarà acqui- sita una serie storica del rilevamento», dichiara  la Fiab. «La diminuzione di passaggi che è stata  registrata, è inquadrabile nel generale calo della  mobilità, testimoniata dai dati congiunturali a  livello nazionale sulla mobilità che evidenziano  il perdurare di una lunga e profonda fase reces- siva del settore del trasporto, sia pubblico che  privato, accentuata dalla crisi economica che  l’Italia sta attraversando».
Cremona città di ciclisti: prima in Lombardia
Giovani e bicicletta, una passione che cresce
«Il carburante costa troppo, meglio  spostarsi in bici»
Cambia la moda: complice anche la crisi economica si assiste ad un graduale abbandono dello scooter da parte dei giovanissimi 
Piercarlo Bertolotti

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