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SIMBOLISMO
La Grande depressione Nonostante il continuo aumento della produzione industriale e del traffico
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Imperialismo per inserire un
Politica
commerciale, tra il 1873 e la fine del secolo l’economia mondiale attraversò un periodo di crisi, noto
come “Grande depressione”, la cui causa principale fu il forte calo dei prezzi dei prodotti agricoli in finalizzata ad estendere
Europa il dominio di una
L’emigrazione verso le Americhe Una grande quantità di manodopera europea si riversò nelle
nazione su altri stati,
Americhe, in una delle più grandi emigrazioni di massa della storia tramite l’annessione
territoriale diretta o
Protezionismo e concentrazione industriale Dall’agricoltura la crisi si estese all’industria e al mediante il controllo
commercio, provocando la reazione protezionistica dei governi.
indiretto dell’economia.
Colonialismo e imperialismo Un’ulteriore via d’uscita dalle difficoltà economiche fu ricercata nelle Colonialismo
politiche imperialiste e colonialiste. Alcuni storici hanno evidenziato infatti la coincidenza cronologica Estensione della
fra il periodo di depressione economica e la fase di espansione coloniale sovranità di una nazione
su territori esterni ai
suoi confini, volta al
dominio economico
delle risorse e della
forza-lavoro
artisti 4.
ESISTENZIALE
PANISMO: IMMAGINI POETICHE CHE FONDONO LA
NATURA CON LA FIGURA UMANA
5. EVASIONE NEL SOGNO: RICERCA DELLA LIBERTA’ NEL
SOGNO O NEL SILENZIO DEL PROPRIO IO INTERIORE O
IN SOLUZIONI METAFISICHE
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1857: BAUDELAIRE pubblica iI fiori del male e segna una svolta di ispirazione romantica del
gusto e della poetica
Nasce il mito dei poeti maledetti: vita sregolata, droghe, anticonformismo
Il poeta veggente e la scoperta di una realtà altra, legata al sogno e al mistero
L’intuizionismo di Bergson
Linguaggio poetico nuovo, non più logico, ma analogico (metafora, analogia, sinestesia)
Prevale l’aspetto musicale delle parole che diventano simboli
La natura viene concepita come una rete di corrispondenze che il poeta è chiamato a
decodificare
Stèphane Mallarmè: evasione dalla vita reale, la magia evocativa della parola pura, lo spirito
interiore e misterioso delle cose
Paul Verlaine: gusto vago e malinconico, potere simbolico evocativo – musicale del linguaggio,
contrasto tra il bene e il male
Arthur Rimbaud: il poeta veggente che illumina l’ignoto, lingua poetica innovativa che esprime
profumi suoni colori in una suggestione evocativa
IL SIMBOLISMO FRANCESE
L’INNOVAZIONE DEL LINGUAGGIO POETICO E IL MITO DEL POETA MALEDETTO
I mostri sacri del Simbolismo francese
Esistono profumi freschi come l’amore Pei campi ove la linfa esulta immensamente.
carni di bimbo, dolci come gli òboi, e andrò come uno zingaro lontano assai
Poi procombo snervato di silvestri sentori,
e verdi come praterie; e degli altri lontano
per la Natura lieto come con una donna. E scavando al mio sogno una fossa col viso,
corrotti, ricchi e trionfanti, che hanno
l'espansione propria alle infinite Mordendo il suolo caldo dove, sbocciano i fiori,
cose, come l'incenso, l'ambra, il muschio, Attendo nell'abisso che il tedio s'alzi... Oh riso
il benzoino, e cantano dei sensi Intanto dell'Azzurro sulla siepe e sui voli
e dell'anima i lunghi rapimenti.
IL DECADENTISMO
Il termine “decadente”, coniato a Parigi verso il 1880, ha, originariamente, una valenza negativa. La critica letteraria di
fine Ottocento, ispirandosi alla morale borghese allora dominante, definì “decadenti” quei poeti che esprimevano lo
smarrimento della coscienza di fronte ad una civiltà considerata in declino, una civiltà che dimostrava, nonostante
l’ottimismo ipocrita, l’illusorietà dell’idea positivista di progresso continuo. Scrittori e pittori che si riconoscevano nelle
nuove idee si riunirono attorno ad una rivista letteraria “Le Décadent” fondata nel 1886.
Il Decadentismo sorge come reazione culturale che esprime la crisi del Positivismo e del pensiero scientifico, di cui erano
stati notati i limiti. La sfiducia nella ragione esaltata dal Positivismo determinò nel campo morale la crisi dei valori
tradizionali, generando insicurezza, scetticismo e quel senso di angoscia esistenziale. La nuova angoscia era dominata
dalla noia, dal senso del mistero e della solitudine dell’uomo, perfino dal desiderio dell’annientamento e
dell’autodistruzione
Oltre l’origine simbolista, il Decadentismo è legatissimo all’Estetismo e alla tendenza del Panismo
La poetica decadente
Il Decadentismo è un fenomeno complesso, non esiste, una poetica a cui
far riferimento. Abbiamo piuttosto una proliferazione di poetiche che
possiamo raccogliere in due distinti movimenti: il Simbolismo e
l’Estetismo.
The Picture of Dorian Gray (Il ritratto di Dorian Gray, 1891) di Oscar Wilde
Il protagonista è un giovane di eccezionale bellezza, che un amico pittore ritrae in un quadro. Pur ossessionato dall’idea
di perdere la sua avvenenza, Dorian, avido di piaceri e del tutto privo di inibizioni morali, non rinuncia a nessuna
nefandezza. Per una sorta di magia, il passare del tempo e le abiette esperienze della vita non degradano la sua perfetta
bellezza, bensì il ritratto, che si deturpa sempre più. Quando Dorian, colto da rimorsi e incapace di sopportare oltre
l’immagine di depravazione che il quadro gli riflette, colpisce il ritratto con una pugnalata, cade morto come se avesse
colpito se stesso; così, egli assume l’orrida fisionomia che il tempo e la sua vita sciagurata gli hanno procurato, mentre
il quadro torna allo splendore originario.
Il Decadentismo si diffuse in Italia con un certo ritardo rispetto al resto d’Europa. Esso si espresse in particolare
nell’opera di Giovanni Pascoli (la poetica del “fanciullino”) e in quella di Gabriele D’Annunzio (che
probabilmente rappresenta il maggior esponente della cultura decadente italiana). Il Decadentismo italiano
presenterà spesso fenomeni di decisa reazione e di rifiuto dei modelli europei. Tuttavia gli ambienti in cui tale
rifiuto nasce hanno in comune con il Decadentismo la cornice generale;
la sfiducia in qualunque certezza,
l’individualismo, l’isolamento dell’artista rispetto alla società. consapevolezza di quanto sia fragile la condizione
umana
il senso di solitudine e di alienazione che opprimono l’uomo moderno
l’impossibilità di entrare in reale contatto con gli altri
denuncia della disperazione, dell’inettitudine e dell’impotenza dell’individuo di fronte alle scelte imposte dalla
realtà
il decadentismo
in Italia
GABRIELE D’ANNUNZIO
Nato a Pescara nel 1863, Gabriele d'Annunzio è stato uno dei pochi scrittori italiani del
Novecento ad avere fama europea. Il suo raffinato estetismo lo rese uno dei più noti
esponenti del Decadentismo europeo. Per estetismo si intende l'atteggiamento che porta a
cercare gli aspetti artistici anche nella vita quotidiana; vivere dunque la propria esistenza
come un'opera d'arte, seguendo il culto della Bellezza come valore supremo, definizione
tratta dal suo romanzo più celebre, Il piacere. D'Annunzio si fece largo nella mondanità
romana con uno stile di vita calcolato con estrema precisione, dall'abbigliamento alle
avventure amorose fatte apposta per incuriosire la stampa. Le stesse poesie e opere che
pubblicava sembravano create apposta per far parlare di sé. Fu così il primo in Italia a
capire l'importanza delle nuove comunicazioni di massa. Già quando era molto giovane,
all'inizio del successo, sparse per esempio la notizia della propria morte per ottenere
qualche necrologio sui giornali.
Proveniente da un'agiata famiglia borghese, d'Annunzio si distinse sin dall'adolescenza
per le straordinarie capacità poetiche. Compiuti gli studi liceali a Prato, si trasferì a
Roma per iscriversi alla facoltà di Lettere, che frequenterà senza laurearsi. Intanto
viveva le sue prime esperienze amorose, contraddistinte dalla volontà di inserirsi in
ambienti nobili. Iniziò a collaborare con alcuni periodici come giornalista letterario e
cronista mondano, riuscendo ad entrare in contatto con l'aristocrazia della capitale. In
questi anni fece scandalo la fuga con la duchessa Maria di Gallese, che d'Annunzio
sposò nel 1883, dalla quale ebbe tre figli. Già nel 1887 visse però una nuova storia
d'amore con Elvira Fraternali Leoni, cantata con il nome di Barbara, cui seguiranno altre
donne e altri amori, come Maria Gravina Cruyllas, con cui ebbe una figlia nel 1893. In
questo periodo si accostò a nuove letture, soprattutto alla filosofia di Nietzsche. L'anno
successivo, a Venezia, incontrò la grande attrice Eleonora Duse, con la quale si legò per
un periodo abbastanza lungo anche per le affinità artistiche che li univano, andando a
vivere insieme a Settignano, nei pressi di Firenze, in una lussuosa villa detta
"Capponcina". Questi anni rappresentarono per d'Annunzio una delle stagioni
artisticamente più felici, componendo i primi tre libri delle Laudi (Maia, Elettra e Eleonora Dusè
Alcyone) e il romanzo Il fuoco del 1900. 1858-1924
Nel 1915, allo scoppio della guerra, d'Annunzio decise di
tornare in Italia per schierarsi con gli interventisti. Si arruolò
nell'esercito e partecipò a coraggiose imprese terrestri, navali e
aeree. Perse l'occhio destro durante un incidente aereo e nel
periodo di infermità compose le prose del Notturno.
Il suo nazionalismo, cioè quell'ideologia che esalta il concetto
di nazione, lo rese un precursore del fascismo e si espresse
concretamente, oltre che nell'intervento nella Prima guerra
mondiale, nell'impresa di Fiume. Essa consistette nella
ribellione da parte dell'esercito italiano al fine di occupare la
città di Fiume, situata in quella che è l'attuale Croazia, contesa
allora tra il Regno d'Italia e il Regno di Jugoslavia. Nel 1921 si
ritirò a Gardone Riviera, nella sua fastosa villa chiamata "Il
Vittoriale degli Italiani", un vero e proprio museo dedicato alla
propria vita e alla propria opera, dove trascorse in disparte gli
ultimi anni senza rinunciare a nuove avventure amorose. Si
spense la sera del primo giorno di marzo dell'anno 1938.
Le opere di
GABRIELE
D’ANNUNZIO
accompagnati dai
rispettivi modelli
letterari
Le costanti della poetica di D’Annunzio
Estetismo (poesia decadente): dandysmo, vita come opera d’arte, vivere inimitabile, maestro di buon gusto e protagonista della
mondanità. (In questo senso l’esito non è il rifugio in sé e l’isolamento [Huysmans], ma l’essere protagonista, guida, modello,
scelta di vita pubblica.)
Superomismo: è una componente derivata dall’estetismo (si manifesta in imprese spettacolari; atteggiamenti da principe
rinascimentale; vita inimitabile; amori; esibizioni clamorose, scandali)
Sensualità: privilegiare la sensazione al sentimento: il corpo e la fisicità all’istinto e all’interiorità
Panismo: è connesso con la sensualità: visione panica della natura equivale a ritenere che il dio Pan si manifesta ovunque in
natura, nella natura il divino è ovunque e possiamo coglierlo con i sensi: tatto, olfatto ecc. In questo senso “panismo” equivale a
“fusione” in e con la natura, attraverso i sensi. Dietro vi sono anche suggestioni Nietzscheane = dionisiaco, vitalismo
D’Annunzio ESTETA e SUPERUOMO
In quanto esteta, superuomo, maestro di gusto il poeta è “artefice supremo”
considera la poesia arte sapiente e raffinata, la forma è curatissima, c’è una notevole
musicalità. Il poeta è «creatore di immagini». In questo senso il fine dell’arte non è
educare, non sono importanti i contenuti, i messaggi, ma è fondamentale la capacità
di emozionare, suscitare emozioni, è fondamentale la “bellezza”, unico fine
dell’arte: «il verso è tutto», sostiene Andrea Sperelli. Prevale l’importanza della
forma sui contenuti. E’ interessante notare come D’Annunzio, proponendosi come
“esteta”, modello, artefice di una vita inimitabile è il primo intellettuale italiano a
proporsi come “letterato-poeta di massa”, sa offrire ad un pubblico di massa
(borghese) ideali e modelli a cui ispirarsi. Nelle sue opere, ma anche con la sua
stessa vita, propone azioni grandi, amori innumerevoli e raffinati, personaggi
eccezionali, ambientazioni e letture aristocratiche, lontane dai moralismi: nasce il
“dannunzianesimo”.
La vita come un’opera d’arte
➲ D'Annunzio visse un'esistenza ricca e varia e realizzò
l'estetismo che è un atteggiamento di fondo del Decadentismo
➲ La sua stessa vita divenne un’opera letteraria: vita e opere si
intrecciarono e si influenzarono vicendevolmente e in modo
inscindibile
➲ Fu al centro delle cronache mondane, ebbe relazioni amorose
con le donne più affascinanti e note dell'epoca (come
Eleonora Duse) e fu attivo sulla scena politica e sociale,
provocando una profonda fascinazione sui suoi contemporanei
e sui successori
La poetica
➲ Modelli iniziali: Carducci e Verga.
➲ L'autore si sofferma compiaciuto nella
descrizione della violenza, dell'efferatezza,
del primitivo; l'incedere oggettivo della
prosa sembra voler celare la volontà di
sensazionalismo che le sue opere
producono
➲ La sensualità e la vitalità si trasformano in
lussuria e nella ricerca dell'artificio e
all'appagamento del “piacere” segue una
fase malinconica e di vagheggiamento di
bontà: questi sono i motivi che sottostanno
D’ANNUNZIO E NIETZSCHE
D’ANNUNZIO coglie alcuni aspetti del pensiero di Nietzsche, banalizzandoli e forzandoli con un proprio
sistema di concezioni: innanzitutto rifiuta il conformismo borghese, quello dei principi egualitari,
l’esaltazione dello spirito “dionisiaco”, il rifiuto dell’etica della pietà, dell’altruismo, tipica della
tradizione cristiana che mascherano l’incapacità del godere la gioia ogni oltre limite del vivere,
l’esaltazione della volontà di potenza, dello spirito della lotta e dell’affermazione di sé, il mito del
superuomo.
D’Annunzio ha degli atteggiamenti antiborghesi e antidemocratici nei confronti della borghesia del nuovo
Stato unitario in cui lo spirito affaristico contaminava il valore della bellezza, il gusto dell’azione eroica e
del dominio, che erano propri delle passate élites dominati. Egli voleva perciò l’affermazione di una nuova
aristocrazia che sapesse elevarsi a superiori forme di vita attraverso il culto del bello e l’esercizio della
vita attiva ed eroica.
Il motivo nietzschiano del superuomo è quindi interpretato da d’Annunzio nel senso del diritto di pochi
esseri eccezionali ad affermare se stessi, sprezzando le leggi comuni del bene e del male. Il dominio di
questi esseri privilegiati al di sopra della massa deve tendere ad una nuova politica aggressiva dello Stato
italiano.
Il superuomo e l’esteta
IL SUPERUOMO E L’ESTETA
IL PERSONAGGIO DELL’ESTETA, CREATO DA D’ANNUNZIO, VIENE INGLOBATO IN QUELLO DEL
SUPERUOMO. IL CULTO DELLA BELLEZZA È FONDAMENTALE NEL PROCESSO DI ELEVAZIONE
DELLA STIRPE NELLE PERSONE DI POCHI ELETTI: L’ESTETISMO NON È PIÙ RIFIUTO SDEGNOSO
DELLA REALTÀ, MA STRUMENTO DI UNA VOLONTÀ DI DOMINIO SULLA REALTÀ.
IL MITO DEL SUPERUOMO È SEMPRE UN TENTATIVO DI REAZIONE ALLE TENDENZE
DELL’EPOCA IN CUI SI EMARGINAVA LA FIGURA DELL’INTELLETTUALE, MA È UN TENTATIVO
DI REAZIONE CHE AGISCE IN MODO DIFFERENTE RISPETTO AL MITO DELL’ESTETA, POICHÉ
AFFIDA ALL’ARTISTA-SUPERUOMO UNA FUNZIONE DI “VATE” E DI GUIDA. E MENTRE LA
FIGURA DELL’ESTETA ERA IN NETTA OPPOSIZIONE RISPETTO ALLA REALTÀ DOMINANTE, LA
FIGURA DEL SUPERUOMO OFFRE SOLUZIONI CHE POSSONO ACCORDARSI CON LE TENDENZE
PROFONDE DELL’ETÀ DELL’IMPERIALISMO E DEL COLONIALISMO. CONSAPEVOLE DEI
PROCESSI DI DECLASSAZIONE DELL’INTELLETTUALE, D’ANNUNZIO CERCA DI RIBALTARE LA
SORTE COMUNE E RITROVARE UN RUOLO SOCIALE E, POICHÉ LA SOCIETÀ NON È IN GRADO DI
OFFRIRGLI NULLA, SI AUTO ATTRIBUISCE IL COMPITO DI PROFETA DI ORDINE NUOVO (VATE).
Il piacere
L’ESTETICA TARDOROMANTICA