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Letteratura barocca

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Edizione seicentesca delle Rime di Giovan Battista Marino, il massimo esponente italiano della letteratura barocca

Con letteratura barocca si intende quell'insieme di scrittori e correnti letterarie comprese


tra la seconda metà del '500 e il '600, caratterizzato da estrosità, fantasia, esagerazione,
gusto del bizzarro.

Indice

 1Storia
 2Artisti e correnti
 3Caratteri generali
 4Critica
 5La commedia dell'arte
 6Opere letterarie esemplari
 7Note
 8Bibliografia
 9Voci correlate
 10Collegamenti esterni

Storia[modifica | modifica wikitesto]


Il movimento barocco sorse alla fine del XVI secolo e finì intorno alla metà del XVII.
Benché legato sin dall'inizio alla Controriforma, il movimento letterario barocco ebbe una
sfera d'influenza più ampia, che si estese anche alla cultura protestante. Tra i
rappresentanti protestanti della letteratura barocca si distinguono autori come Théodore
Agrippa d'Aubigné, Jean de Sponde e Théophile de Viau. In Spagna, la corrente barocca
è rappresentata, tra gli altri, da Pedro Calderón de la Barca e Lope de Vega. Andreas
Gryphius e Martin Opitz furono i più celebri rappresentanti del barocco in Germania,
mentre in Italia godette di enorme fama il poeta Giovan Battista Marino (che dette avvio
alla corrente del marinismo). In Inghilterra, si trova un'importante impronta barocca
nell'eufuismo ma anche in alcune opere di William Shakespeare, sia sul piano tematico
che formale. Tra gli scrittori barocchi ispano-americani spiccano Suor Juana Inés de la
Cruz, Carlos de Sigüenza y Góngora e Juan Ruiz de Alarcón.
Lo stile barocco fu molto rinomato nel periodo della sua fioritura, ma cadde nel discredito a
partire dal settecento e venne riscoperto solo verso la fine della seconda guerra
mondiale per quanto riguarda le arti figurative, e negli anni '30 per quanto riguarda
la letteratura, grazie a opere come Lo barroco di Eugeni d'Ors[1], e successivamente,
seguendo la linea tracciata da d'Ors, con le opere di molti storici della letteratura [2] come
quelle di Jean Rousset negli anni '50.[3]
Il barocco emerse in un periodo di crisi (caratterizzato dalle guerre di religione) e si svolse
in un'epoca trasformata da grandi scoperte geografiche (le Americhe) e dal progresso
tecnico. Quest'epoca fu anche sconvolta dalle nuove scoperte scientifiche, a partire da
quelle di Niccolò Copernico e Galileo, che dimostrano che la terra non è al centro
dell'universo. Il movimento barocco si oppone al classicismo. Per utilizzare concetti
nicciani, il barocco potrebbe essere paragonato ad un moto "dionisiaco" (legato
all'instabilità, all'eccesso, ai sensi e alla follia), opposto al movimento "apollineo" (legato
alla razionalità, all'intelletto, all'ordine e alla misura) del classicismo.

Artisti e correnti[modifica | modifica wikitesto]


Lo stesso argomento in dettaglio: Marinisti.

Per quanto riguarda la produzione lirica, la maggior corrente barocca,


chiamata concettismo, è certamente rappresentata in Italia e in Europa dal marinismo,
corrente guidata da Giovan Battista Marino, che in Spagna assume la definizione
di gongorismo, capeggiato da Luis de Argote y Góngora,
in Francia di preziosismo con Vincent Voiture tra i massimi esponenti,
in Inghilterra di eufuismo grazie alle opere di John Lyly e alla metafisica di John Donne.
Sul piano estetico la lirica del barocco tenta di superare, grazie ad una sintesi, la
dicotomia rinascimentale tra i sostenitori di un'arte pedagogica, rappresentati
da Alessandro Piccolomini e Giulio Cesare Scaligero, e quelli a favore di un'arte
edonistica, appoggiati da Antonio Riccoboni e Battista Guarini.[4]

Caratteri generali[modifica | modifica wikitesto]


Nel Barocco l'intellettuale non può affrontare i temi a lui preferiti poiché con l'avvento della
Controriforma i temi adoperati si erano ridotti notevolmente. Data la riduzione dei temi il
maggior intento degli intellettuali è quello di far recepire al lettore il vero significato dei loro
testi. I letterati di questo periodo si esprimono con un linguaggio così raffinato da fare di
questo il loro maggior pregio artistico. Questa letteratura si distingue dal
precedente manierismo perché è una letteratura sperimentale: grazie ad essa si
sperimentano nuove forme di letteratura, che apriranno la strada all'illuminismo.
La letteratura barocca si oppone alla tradizione rinascimentale basata su regole codificate,
come la regolarità, la misura, l'equilibrio, proponendo invece la ricerca del meraviglioso, la
libera invenzione, il gusto del fantastico. Viene meno il pensiero umanistico-
rinascimentale che si fondava sul riconoscimento della dignità dell'uomo e sulla fiducia
nella corrispondenza armoniosa tra uomo (microcosmo) e universo (macrocosmo). Le
forme pastorali e mitologiche utilizzate a tal scopo, indicano da una parte il tentativo di
approfondire il mondo fantastico come specchio del reale ma anche dell'inverosimile, e
dall'altra invece la formazione di una nuova realtà mondana incapace di penetrare
autenticamente nel tessuto di costume.[4] In conseguenza delle
scoperte scientifiche, geografiche che alterano la dimensione del mondo e del cosmo
noto, viene alterato l'equilibrio presente nel Rinascimento tra uomo e universo. Di
conseguenza la letteratura barocca tende a manifestare il senso di precarietà e
di relativismo delle cose note e dei loro rapporti. Non è un caso che la meraviglia, posta
come canone estetico dalla poesia, e la metafora esprimano le perdite di certezze e di una
natura fissa degli oggetti del mondo, sostituite da apparenze ingannevoli. Scrive infatti il
poeta Giambattista Marino: "È del poeta il fin la meraviglia (Parlo de l'eccellente, non del
goffo): Chi non sa far stupir, vada a la striglia"[5]. Quindi le due facce della letteratura
barocca sono sia la ricerca di una realtà sempre più sfuggente ed imprecisa, sia la
manifestazione di una chiara delusione per il mondo concreto, e di una necessità di
evadere verso un mondo illusorio. Vi è un'abolizione della gerarchia dei generi letterari,
infatti c'è una contaminazione fra loro (es: Aminta di Tasso). Si allargano gli spazi delle arti
a figure, temi e contenuti tradizionalmente considerati non affrontabili nella letteratura (per
la bassezza dei contenuti).
La nuova realtà è dunque, come già detto, caratterizzata dalle nuove
scoperte geografiche, scientifiche (microscopio, circolazione del sangue studiata
da William Harvey), astronomiche (Niccolò Copernico, Giordano Bruno, Galileo
Galilei, Isaac Newton, Keplero). A questo proposito il critico Giovanni Getto scrive che
"mentre il mondo dilata i suoi confini geografici ed astronomici e la natura modifica i suoi
princìpi biologici e meccanici, mentre ritorna ad essere una presenza preoccupante Dio, o
severamente custodito nella complicata analogia dei sistemi teologici
dell'ortodossia cattolica e protestante o ineffabilmente allontanato negli abissi delle grandi
e complesse esperienze mistiche, l'uomo lotta per il possesso di questo mondo e di
questo Dio raffinando la sua filologia, suscitando e perfezionando una tecnica per ogni
settore del sapere". Il critico aggiunge che a differenza del Medioevo e
del Rinascimento "la civiltà barocca al contrario non ha una sua fede e una sua certezza
[...]. La sua unica certezza è nella coscienza dell'incertezza di tutte le cose, dell'instabilità
del reale, delle ingannevoli parvenze, della relatività dei rapporti tra le cose".[6] Un
celeberrimo esempio di questa nuova temperie culturale è dato
dal monologo di Amleto nell'omonima tragedia di William Shakespeare ("Essere o non
essere, questo è il dilemma"). Amleto dimostra di essere l'eroe del dubbio, un antieroe
lacerato dall'incertezza, in un mondo che ha perduto ogni fiducia nelle capacità conoscitive
della ragione.
Nel Barocco vi è anche una componente ludica: l'opera viene scritta con l'intento di stupire
il lettore. Nel genere lirico vi è un'ironia di fondo, si dissolvono i canoni petrarchisti della
donna come modello di bellezza semidivina. Inoltre viene enfatizzata l'idea del doppio: le
cose non si mostrano mai per quello che sono, a dimostrazione dell'artificiosità della
natura umana. La finzione è il tratto fondamentale del genere letterario ed artistico: l'uomo
è un insieme di maschere diverse che usa a seconda delle occasioni. L'idea del doppio è
presente per esempio in modo evidente nelle vicende del Don Chisciotte di Miguel de
Cervantes. Realtà ed illusione si intrecciano, i due piani si confondono l'uno con l'altro
tanto che il rapporto fra le due dimensioni è ribaltato. E nella seconda parte del don
Chischiotte il protagonista legge il racconto delle proprie avventure (la prima parte del
romanzo) ed è quindi sia protagonista sia lettore del libro. Si possono poi citare illustri
esempi nel teatro. Calderón de la Barca nel suo dramma La vita è sogno mostra una
vicenda che è un continuo scambio tra realtà e finzione, senza che il protagonista riesca a
distinguerle ed il messaggio del capolavoro del drammaturgo spagnolo è proprio che la
realtà è sogno. La vita, come tutti i sogni, è caratterizzata da illusorietà, fugacità del
tempo, vanità delle cose. L'esistenza è quindi illusoria e inconsistente.
Nell'Amleto di William Shakespeare giungono a corte degli attori girovaghi a cui il
principe danese chiede di mettere in scena una vicenda che è quella dell'Amleto stesso:
gli spettatori vedono così i personaggi della tragedia che diventano a loro volta spettatori
della stessa tragedia di cui sono protagonisti.

Critica[modifica | modifica wikitesto]


Nonostante il grande successo ottenuto tra i contemporanei, la critica successiva (a partire
dagli arcadici) ha solitamente svalutato la letteratura barocca, accusandola di eccessi
stilistici e retorici, nonché di eccessiva lascivia e definendola decadente. L'800 e buona
parte del '900 hanno proseguito lungo questa scia critica, mentre nella seconda metà del
Novecento si è assistito a un progressivo recupero della letteratura barocca, ad opera di
alcuni importanti critici come Giovanni Getto, Marzio Pieri e Giovanni Pozzi.

La commedia dell'arte[modifica | modifica wikitesto]


Lo stesso argomento in dettaglio: Commedia dell'arte.

La commedia dell'arte, nata in Italia nel XVI secolo e rimasta popolare sino al XVIII secolo,
era una modalità di produzione degli spettacoli in cui la rappresentazione era basata su
un canovaccio (che forniva una narrazione di massima indicativa di ciò che sarebbe
successo sul palco). Spesso le rappresentazioni erano tenute all'aperto con una
scenografia fatta di pochi oggetti.
Questo tipo di teatro era sostanzialmente improvvisato e prevedeva l'uso di maschere e
quindi di personaggi fissi (Pulcinella, Pantalone, Balanzone ecc.).
Inoltre, all'interno di questo tipo di commedia erano previsti scontri linguistici, dati dalla
mescolanza di parlate regionali di ciascun personaggio, dando così origine ad un vero e
proprio plurilinguismo. La commedia dell'arte trovò una vera e propria nemica nella chiesa
riformata, la quale osteggiò un tipo di rappresentazione che si riteneva blasfema, dove gli
interpreti erano animati da forze diaboliche, pericolosi turbatori della vita di tutti i giorni.

Opere letterarie esemplari[modifica | modifica wikitesto]


 Amleto di William Shakespeare
 La Tempesta di William Shakespeare
 Lo schiavo del Demonio di Antonio Mira de Amescua
 La secchia rapita di Alessandro Tassoni
 Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes Saavedra
 Persiles e Sigismonda di Miguel de Cervantes Saavedra
 L'ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra di Tirso de Molina
 La Centaura di Giovan Battista Andreini
 L'Adone di Giambattista Marino
 La vita è sogno di Pedro Calderón de la Barca
 Il Gran Teatro del Mondo di Pedro Calderón de la Barca
 Il mago dei prodigi di Pedro Calderón de la Barca
 Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo di Galileo Galilei
 Il cannocchiale aristotelico di Emanuele Tesauro

Note

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