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Princeps;
Βασιλεὺς
τῶν Ῥωμαίων
(Basilèus tòn
Romàion);
Imperator
Augustus
Principe/Imperatore; Fondo di bicchiere Coppa Trivulzio, fu anche un periodo molto fertile per una
Imperatore dei Romani; con Cristo, Sant’Ippolito
e San Timoteo,
IV secolo. Milano,
Civico Museo
scienza tipicamente romana, la scienza giu-
Imperatore Augusto IV secolo. Londra, Archeologico. ridica. Furono attivi alla corte dei Severi i
British Museum. maggiori giuristi dell’età imperiale: Papi-
Oggetti d’arte
Da Augusto in poi, nessun imperatore sfug- niano, Paolo e Ulpiano, originari tutti della
gì al giudizio negativo di storici e lettera- Siria. I giuristi raccolsero tutte le sentenze e
ti, ma con Nerva (96-98) e Traiano (98-117) i pareri giuridici del passato, li discussero e
sembrò, di fatto, avere inizio un periodo lu- li organizzarono a seconda delle situazioni,
minoso, che faceva sembrare oscuro il seco- creando delle casistiche utili per chi doveva
lo precedente. E infatti il senato proclamò giudicare. Il loro lavoro confluì, nel VI seco-
Traiano òptimus princeps (ottimo principe) ria nella guerra civile contro Antonio: impe- lo, nella grande raccolta del diritto romano
per aver fatto del bene allo Stato e governa- rator (cioè titolare dell’imperium, il coman- (il Corpus juris civilis) che l’imperatore Giu-
to in accordo con l’assemblea, che ormai do supremo), princeps senatus (primo fra i stiniano commissionò ai suoi esperti e che
aveva più prestigio che potere. senatori) e Augustus (cioè dotato dell’auto- divenne una delle basi dell’ordinamento giu-
E fu ancora con Traiano, di origine spa- rità più alta, carismatica e sacra). Impera- ridico moderno. A Ulpiano si deve anche la
gnola, che per la prima volta un provinciale tor Augustus divenne quindi parte del nome formulazione del potere assoluto dell’impe-
divenne imperatore. Ma questo era solo l’a- ufficiale degli imperatori. Ma nei secoli di ratore: «ciò che il principe ha deciso ha valo-
pice di quel processo di integrazione delle vita dell’impero la figura del princeps cam- re di legge»: l’autorità imperiale diventava
élite provinciali nella classe dirigente romana biò, così come le basi del potere, che si spo- così la fonte indiscutibile del diritto.
che era iniziato da decenni e che era destina- starono sempre più dal senato (cioè dai tra- Durante il III secolo l’impero – trop-
to ad accentuarsi nel secolo successivo con dizionali rapporti di forza tra famiglie e po grande, difficile e costoso da difende-
l’accesso alle magistrature e al senato di no- clan) all’esercito. Dal III secolo, con la di- re, preda delle disuguaglianze economi-
bili famiglie di origine africana e orientale. nastia dei Severi, l’impero si trasformò in che e sociali – rischiò di implodere per una
Ormai l’impero non era più soltanto l’insie- una «monarchia militare»: Settimio Severo drammatica crisi militare, per le epidemie
me dei domini di Roma e dell’Italia, ma un (193-211) in punto di morte, secondo lo sto- e per l’inflazione devastante. Fu una crisi
grande stato territoriale nel quale tutte le re- rico Cassio Dione, avrebbe detto, rivolto ai totale, che venne superata quando un altro
gioni si avviavano ad avere la stessa dignità. figli: «Non siate in disaccordo fra voi, arric- imperatore soldato, Diocleziano (284-305),
I titoli che definivano il potere dell’im- chite l’esercito, disprezzate tutti gli altri». riorganizzò l’amministrazione con un or-
peratore derivavano da quelli che il senato L’impero dei Severi, tuttavia, non fu sol- dinamento tetrarchico, dividendo cioè
aveva attribuito a Ottaviano dopo la vitto- tanto caratterizzato dagli aspetti militari; l’impero in quattro aree, e rese illimitato
457
nascita delle lingue moderne. Nelle regio- Icona dell’Arcangelo Rilegatura con la propria influenza fino alla Spagna e al-
ni più profondamente romanizzate, come Michele, X secolo. Crocifissione, parte la Sicilia.
Venezia, Tesoro della centrale, fine IX-inizio
l’Italia, la Gallia e la penisola iberica, l’ori- Basilica di San Marco. X secolo, oreficeria XIII Dal 569 al 744 furono i Longobardi i pa-
ginale base linguistica latina si mantenne secolo. Parigi, Museo droni della penisola italiana. A essi è dovuta
di Cluny.
e diede origine alle lingue neolatine. Altre l’organizzazione del territorio; le loro gesta
regioni, come il Nord Europa e il versan- furono narrate da Paolo Diacono, un mo-
Antependio della
te settentrionale delle Alpi, furono ampia- Cattedrale di Basilea, naco benedettino di origine longobarda.
mente germanizzate e tuttora in quei Paesi inizio dell’XI secolo. L’idea imperiale rinacque in Occiden-
Parigi, Museo di Cluny.
si parlano lingue germaniche. Anche in In- te con il re dei Franchi, Carlo Magno, che
ghilterra la componente celtica e romana
9
9■1
Nasce il Sacro Romano
Impero
PARTE PRIMA
9.2 9.3
Schema planimetrico Heliopolis (Baalbek), Tempio
del complesso sacro di Bacco, 150-200 d.C.
di Heliopolis (Baalbek),
I-III secolo d.C. (rielab.
da Ward-Perkins, Stierlin).
4 3 2 1
6
1. Portico d’accesso 4. Tempio di Giove
(propilei) Eliopolitàno
2. Vestibolo esagonale 5. Tempio di Bacco
3. Recinto sacro a tre bracci 6. Tempio di Venere
(temenos)
9.4 9.5
Pianta, sezione trasversale e Tempio di Bacco. Veduta
sezione longitudinale parziale dell’interno.
del Tempio di Bacco (rielab.
da Picard).
1. Cella
2. Adyton
1 2
5 1
3
4
2 2
11
12
10
1 1
6
9 9
5
8 4 8
7 3 7
9.15
Roma, Terme di Caracalla,
212-225. Veduta aerea.
9.16
Schema planimetrico delle
Terme di Caracalla.
1. Esedra
2. Ingresso
3. Natatio
4. Frigidarium
5. Tepidarium
6. Caldarium
7. Apodyterium
8. Palestra
9. Laconicum
10. Giardino
11. Biblioteca
12. Semi-stadio
9.17
Terme di Caracalla.
Veduta dei resti del
frigidarium.
9.18
Terme di Caracalla.
Veduta dei resti della natatio.
9.19
Terme di Caracalla.
Capitello figurato con Ercole,
dal frigidarium.
Terme di Caracalla a Roma Attorno al 212 Ca- peratori Severi, Elagàbalo (218-222) e Severo Ales- ■ Caracalla Soprannome di
racàlla (211-217), il figlio e successore dell’impera- sandro (222-235), tanto che furono definitivamente Marco Aurelio Antonino Bassia-
no, così chiamato per il
tore Settimio Severo, dette inizio alla costruzione, ultimate solo nel 225. vezzo di indossare un
a Roma, delle terme che ancora oggi portano il suo Edificati sulle ultime propaggini dell’Aventino, mantello, molto diffu-
so nell’esercito, con
nome Fig. 9.15 . una zona periferica della capitale, in un quartiere cappuccio ferma-
Probabilmente già concepite dal padre, le Ter- residenziale a bassa densità abitativa, i grandiosi to alla gola da una
spilla secondo la
me di Caracalla furono inaugurate nel 216, ma vi bagni ripetevano lo schema del precedente, ana- moda gallica detto,
si lavorò ancora durante i regni degli altri due im- logo complesso di Traiano ❯ Fig. 8.36 . Un gran- appunto, caracalla.
de muro di cinta di 337×328 metri circondava un 467
blocco compatto di ambienti che si snodavano
entro un perimetro rettangolare di 220×114 me-
tri Fig. 9.16 . Contrariamente alle Terme di Traia-
no, quelle di Caracalla prevedevano il vasto vo-
lume architettonico principale completamente
svincolato dal muro di confine. Questo, nei lati
Nord-Ovest e Sud-Est, si apriva in due esedre 1 e,
in quello Sud-Ovest, era dilatato da uno spazio a
semi-stadio gradonato 12 (nelle Terme di Traiano,
invece, si aveva una grande esedra a pianta semi-
circolare › Fig. 8.36, 7 ), al quale si addossava l’edi-
ficio della biblioteca 11 . Come nel complesso ter-
male progettato da Apollodoro di Damasco, anche
qui gli ambienti si disponevano simmetricamente
attorno all’asse centrale costituito dalla successio-
ne di natatio 3 , frigidarium 4 , tepidarium 5 e cal- 9.20 1
8
darium 6 . Roma, Terme di Diocleziano,
298-305/306. Veduta aerea.
La grande sala circolare del caldarium, del dia- 9
metro di 36 metri, unica significativa sporgenza del 9.21
Schema planimetrico delle 2
compatto complesso interno, era coperta da una Terme di Diocleziano. 6 6
cupola in opus caementicium – oggi non più esisten- 1. Ingresso
te – che poggiava su possenti pilastri in muratura 2. Natatio 7 3 7
3. Frigidarium
ad andamento curvilineo. Tuttavia le strutture di 4. Tepidarium 4
sostegno, che non erano costituite da un cilindro 5. Caldarium
6. Apodyterium
ininterrotto (come avviene nel Pantheon), avreb- 7. Palestra
5
3 6
1 2 4 6 9
9.27 9.29
Spalato. Veduta aerea Spalato, Mausoleo
del centro storico. di Diocleziano (ora Duomo),
300-306. Veduta esterna.
9.28
Sezione e pianta del
Mausoleo di Diocleziano.
de principali porticate che si intersecano 6 . Le forti- 9.30 La metà settentrionale del palazzo era occupa-
Mausoleo di Diocleziano.
ficazioni lo circondano completamente, tranne che Veduta dell’interno.
ta, molto verosimilmente, da caserme. Nella metà
sul lato verso il mare 1 dove, essendo naturalmente meridionale, destinata a residenza, un cortile, or-
difeso dall’acqua, poteva liberamente aprirsi verso nato di portici Fig. 9.24, 4 , immetteva da una parte
l’esterno Fig. 9.25 . La facciata, infatti, pur stretta fra in un’area sacra 3 , con il Tempio di Giove, dall’al-
due massicce torri angolari, era caratterizzata dalla tra al mausoleo ottagonale dell’imperatore 5 . In
successione di aperture ad arco su pilastri Fig. 9.26, 1 questo settore del palazzo si veniva così a creare
poggianti sul robusto, alto basamento di pietra 2 . ■ Serliana Motivo architettoni- una concentrazione di luoghi e di edifici significa-
Contro ciascun pilastro si addossavano semicolon- co – canonicamente definito da tivi, dall’elevato valore simbolico. Essi, infatti, ma-
quattro sostegni verticali che
ne trabeate del tipo «pensile» 3 . Le loro basi, infatti, sorreggono la trabeazione e un nifestavano chiaramente le caratteristiche sacre
erano sostenute da mensole sporgenti dallo spessore arco impostato solo sui due so- dell’imperatore, la cui divinizzazione e il cui culto,
stegni centrali – che avrà gran-
murario 4 . Arcate di maggior dimensione, soste- de diffusione nell’edilizia monu- di origine e modello orientali, erano ormai affer-
nute direttamente dalle semicolonne, rompevano, mentale sino all’età moderna. mati valori della cultura romana.
a intervalli regolari, il monotono susseguirsi delle Il palazzo aveva dimensioni talmente grandiose
aperture 5 . Questo cambiamento di ritmo c deter- che nel Medioevo divenne il nucleo centrale della
minava una sosta per l’occhio dell’osservatore, che, cittadina di Spalato Fig. 9.27 e il Mausoleo fu tra-
invece, correva veloce dall’una all’altra delle arcate sformato nell’attuale Cattedrale di San Doimo.
di identica luce b . Lo sguardo, infine, si arrestava di A pianta ottagonale Fig. 9.28 , quest’ultimo è
fronte alla serliana 6 , il motivo della triplice finestra- circondato esternamente da un colonnato trabea-
tura centrale, dove due colonne e due pilastri affian- to Fig. 9.29 . Una cupola in muratura copre l’edificio
cati sostenevano una trabeazione, con fregio pulvi- che, all’estradosso, rivela invece una forma pirami-
nato che, piegandosi, dava luogo a un arco, proprio ■ Pulvinato Dal latino pulvìnus, dale. All’interno la struttura è cilindrica e si presen-
al di sopra delle colonne, riproponendo un tema pre- guanciale, cuscino. Il fregio si ta scavata da nicchie, alternativamente a pianta ret-
dice pulvinato quando, invece
sente anche nel peristilio del palazzo a ❯ Fig. 9.31 . che piatto, è convesso. tangolare e semicircolare. Per l’intera sua altezza il
470
tamburo è diviso orizzontalmente in due registri da 9.31 Basilica di Massenzio a Roma Con Massenzio
Peristilio del Palazzo
un doppio ordine di sovrapposte colonne corinzie di Diocleziano, fine III-inizio
(306-312) inizia la costruzione della Basilica romana
libere, importate dall’Egitto Fig. 9.30 . Di maggiori IV secolo. Veduta del peristilio che ancora oggi porta il suo nome Fig. 9.32 , anche
dimensioni le inferiori –, di granito rosso con basi verso il lato meridionale. se venne ultimata da Costantino (312-337).
e capitelli di marmo – più esili e basse le superiori, Nelle basiliche – tradizionalmente edificate in
ove a fusti di granito grigio si alternano quelli di prossimità della piazza del Foro – si amministra-
porfido. I due ordini sono conclusi da alte e prezio- va la giustizia e si trattavano gli affari. Solitamente
se trabeazioni che sporgono in corrispondenza del- esse erano composte da un grande ambiente ret-
le colonne. Un fregio con putti, maschere e festoni tangolare, spesso diviso in tre o più navate da due
corre al di sotto dell’architrave dell’ordine superio- o più file di colonne, con ingresso posto su uno dei
re, mentre i colori dei diversi materiali impiegati lati maggiori o anche, ma più raramente, su uno
per le membrature architettoniche (colonne e tra- di quelli minori o su ambedue, indifferentemen-
beazioni) sottolineano il puro valore ornamentale te. Al centro di uno dei lati maggiori o di uno di
dell’insieme. Gli ordini architettonici, infatti, non quelli minori (o su entrambi), opposti all’ingresso,
hanno qui nessuna funzione di sostegno, compito si apriva un’àbside ❯ par. 9.2.1 , a pianta rettangola-
che è affidato, invece, alla spessa massa muraria. re o semicircolare, al cui interno era situato il seg-
Di grandissimo effetto scenografico è il peristilio gio del magistrato che amministrava la giustizia.
(o corte) ❯ Figg. 9.24, 4 e Fig. 9.31 , i cui portici sono La copertura dell’ambiente poteva essere costitui-
formati da colonne corinzie che, contrariamente ■ Capriata Travi inclinate b rin- ta da capriàte lignee. L’illuminazione proveniva da
forzate da un elemento longitu-
alla regola, sorreggono direttamente gli archi. Al di dinale a che sostenevano il tet- grandi finestre che si aprivano in alto nelle pareti
sopra di questi corre la trabeazione, secondo un to o, più raramente, una volta a della navata centrale, che solitamente superava in
crociera in muratura o in calce-
uso costruttivo diffuso nelle province romane del struzzo. altezza quelle laterali. La basilica si presentava so-
Vicino Oriente e dell’Africa settentrionale. D’altra a. Catena bria esternamente e sfarzosa all’interno, con soffit-
b. Puntone
parte è stato riconosciuto che le maestranze che la- c. Monaco ti e capitelli dorati, marmi preziosi che rivestivano
vorarono all’impresa della costruzione del grande d. Saetta o saettone pavimenti e pareti, colonne di marmi rari.
Palazzo di Diocleziano provenivano proprio dall’A- b b
La Basilica di Massenzio Fig. 9.33 , edificata
sia Minore. sull’altura della Vèlia, di fronte alla Via Sacra che
Nella porzione centrale del lato minore meridio- attraversava il Foro Romano, era internamente di-
a
nale, infine, la trabeazione si incurva, dando luogo visa in tre navate Fig. 9.34 .
a una serliana. Il portico Sud è concluso da un fron- b b Quella centrale, che in pianta ha le dimensioni
tone decorato a mensole, la cui parte inferiore si d d di 80×25 metri, era alta circa 35 metri e aveva una
c
modella, al centro, sull’arco sottostante. a
copertura costituita da volte a crociera. Otto altis-
471
2 2
1 1 1 1
1 1 1 1 3
2 2
sime colonne di marmo la ornavano, collocate in 9.32 terale settentrionale, venne forata per permettere
Roma, Basilica
corrispondenza dei quattro angoli e di fronte alle di Massenzio, 307-313.
l’aggiunta di una nuova abside 6 . Grandi finestre,
teste dei muri trasversali 1 . Veduta delle rovine. infine, probabilmente a mezzaluna, si aprivano in
Le due navate laterali, formate ognuna da tre alto sui muri della navata centrale, mentre apertu-
9.33
grandi vani fra loro comunicanti per mezzo di Ricostruzione prospettica re ad arco illuminavano direttamente le due navate
aperture realizzate nelle pareti divisorie 2 , erano della Basilica di Massenzio. laterali.
coperte da volte a botte. Tali volte, costruite in opus 9.34 La tecnica dell’opus caementicium ❯ par. 8.2.3 , usa-
caementicium, erano ornate da cassettoni il cui di- Pianta della Basilica ta per la costruzione dei grandi edifici cupolati o
di Massenzio. In giallo
segno era basato sull’alternanza di ottagoni e qua- la porzione di Fig. 9.32 . voltati, era quella che, evolvendo e perfezionando-
drati. All’origine l’accesso (preceduto da un lun- 1. Colonne
si, consentiva i cambiamenti e le sperimentazioni
go vestibolo) avveniva dal lato orientale 3 , mentre 2. Aperture di collegamento più ardite.
3. Ingresso orientale
all’estremità opposta si apriva un’abside semicirco- 4. Abside
Purtroppo della Basilica di Massenzio non resta-
lare 4 . In età costantiniana venne aperto un ulte- 5. Ingresso meridionale no che i tre ciclopici vani della navata laterale set-
riore accesso (preceduto da un piccolo portico) sul 6. Nuova abside tentrionale Fig. 9.32 , essendo crollati più di due ter-
lato meridionale 5 e, conseguentemente, la parete zi della fabbrica, forse già durante il pontificato di
di fronte, quella del vano di mezzo della navata la- papa Leone IV (847-855) a causa di un terremoto.
472 9.35 a
Roma, Ninfeo degli Horti
Liciniani (Tempio
di Minerva Medica),
ca 300-320.
1 1
9.36
Pianta del Ninfeo degli
Horti Liciniani. Situazione
intorno al 300 a e intorno
al 320 b .
2 2
1. Nicchia
2. Esedra
3
3. Atrio
4. Contrafforte
4 4
9.41
Statua equestre di Marco
Aurelio, ca 176-180. Bronzo
dorato, altezza 424 cm,
lunghezza 387 cm. Roma,
Musei Capitolini, Palazzo
c d e dei Conservatori, Esedra di
Marco Aurelio (già in piazza
del Campidoglio).
9 ■1■2
9.42
La scultura Statua equestre di Marco
Aurelio. Vedute laterali.
Dal realismo allo stereotipo
e allÕascesa dellÕarte plebea
È però la scultura che mostra più chiaramente del-
le architetture il mutare dei tempi.
Nel campo della ritrattistica ufficiale, ad esem-
pio, si assiste a un progressivo abbandono della for-
ma plastica ellenistica e dei canoni classici, a van-
taggio di nuovi valori simbolici ed espressivi che si
diffondono prima attraverso il tipo del «filosofo» e
dell’«imperatore filosofo» Fig. 9.40 a, b – dal volto
pensoso, severo e malinconico, quasi dolente – e, in
seguito, attraverso lo sguardo ispirato, con gli oc-
chi volti in alto, di certi ritratti di metà del III seco-
lo c ❯ Itin., p. 588 . Infine il ritratto si trasforma in una
sorta di formula ricorrente in cui le caratteristiche
fisionomiche specifiche di colui che viene raffigu-
rato sono alterate e diventano secondarie rispetto a
quanto il volto, solenne, stereotipato, imperturbabi- dell’imperatore sulle popolazioni germaniche, o
le, in contatto diretto con il divino, deve esprimere nel 180, subito dopo la sua scomparsa, il grup-
e significare d, e . po equestre è stato restaurato nel 1988 e trasferi-
Anche il rilievo onorario vede trasformazioni si- to all’interno dei rinnovati Musei Capitolini nel
gnificative, sia per l’ingresso dell’irrazionale nella 1990. Una copia è oggi in piazza del Campido-
narrazione, sia per il modo in cui i soggetti presen- glio, dove il cavallo e il suo cavaliere erano stati
tati registrano i mutamenti in atto nella mentalità collocati nel gennaio 1538. L’opera – in origine
romana, in anni sempre più gravidi di pericoli ef- interamente ricoperta da una lamina d’oro, ma
fettivi per l’impero, sia anche per il mutare dello che ancora presenta ampi brani di doratura – è
stile, con le luci che si accendono sul progressivo tra i pochissimi monumenti equestri di bronzo
affermarsi dell’arte plebea. giunti sino a noi dall’antichità e salvatisi dalla di-
struzione (le statue bronzee romane sono state
Statua equestre di Marco Aurelio Di tradizione 9.43 per lo più fuse e il metallo reimpiegato per altri
aulica è la grandiosa Statua equestre di Marco Au- Schema dei movimenti e scopi). Tale eccezionalità è dovuta al fatto che si
delle posture di cavallo e
relio Figg. 9.41 e 9.42 . Eseguito probabilmente nel cavaliere nel Monumento
credeva che il cavaliere raffigurato fosse Costan-
176, in occasione della celebrazione del trionfo equestre di Marco Aurelio. tino, il primo imperatore ritenuto cristiano, e nel
474
c d
suo gesto di comando si leggeva una sorta di be- 9.44 pari della bocca, e i capelli ricciuti e la barba ser-
Monumenti equestri.
nedizione. pentinata – divisa nel mezzo – che circondano la
a. Bambino a cavallo,
La tipologia del monumento equestre, cioè un 200-150 a.C. Atene,
testa dell’imperatore definiscono un volto pacato
gruppo statuario composto da un cavallo e da un Museo Archeologico e solenne Fig. 9.45 . Il ritratto ben rispecchia l’animo
cavaliere, ha origini greche e dalla Grecia è stata Nazionale. di un uomo abituato, come attestano i suoi scritti,
b. Statua equestre,
importata a Roma sin dalla fine dell’età repubbli- ca 100 a.C. Atene, Museo a riflettere su se stesso, sulla vita, sulla condizione
cana. Mentre in Grecia, però, tale tipologia pote- Archeologico Nazionale. umana.
c. Bronzi da Cartoceto
va essere impiegata per ricordare la vittoria a una di Pergola, I secolo
corsa Fig. 9.44, a , segnalare una sepoltura, o poteva a.C.-I secolo d.C. Pergola, Busto di Commodo Il ritratto che Commodo si fe-
Museo dei Bronzi dorati.
costituire un dono votivo a un santuario o, infine, d. Statua equestre
ce eseguire attorno al 191-192 è tra i meglio conser-
celebrare un personaggio importante b , a Roma di Domiziano-Nerva, vati dell’antichità Fig. 9.46 . L’imperatore, raffigurato
94-95 d.C. Napoli, Museo
la quasi totalità di opere di questo genere è dedica- Archeologico Nazionale.
in veste di Ercole, indossa la pelle di leone, solleva la
ta a onorare un servitore dello Stato c o un impe- clava al di sopra della spalla destra e tiene nella mano
ratore d . 9.45 sinistra i pomi delle Esperidi. La testa, dalla barba e
Statua equestre di Marco
Nel Marco Aurelio capitolino il cavallo è mostrato Aurelio. Particolare del volto
dai capelli ben acconciati, la delicatezza delle ma-
mentre avanza con la zampa anteriore destra solle- dell’imperatore. ni e il corpo certamente poco muscoloso sono tut-
vata e la testa piegata leggermente verso il basso e te caratteristiche che vengono esaltate dall’estrema
volta alla sua destra Fig. 9.43 . La bocca socchiusa, raffinatezza della lavorazione del marmo, rifinito in
le pieghe del collo possente, le arterie sottocutanee modo da essere lucidissimo. Tutto ciò genera un for-
che rigano la testa e il ventre, l’anatomia precisa te contrasto con la rude violenza degli attributi di
rivelano una grande attenzione realistica da parte Ercole dei quali Commodo si fregia.
dell’artista anonimo. Marco Aurelio, che indossa L’essersi fatto ritrarre come Ercole, l’avere sot-
una tunica e un mantello, solleva il braccio destro to di sé (nell’elaborato basamento) le cornucopie,
nell’atto di parlare alle truppe (adloc•tio), mentre come si addice a un dispensatore di beni e a un pa-
tiene il braccio sinistro stretto al busto e piegato, drone dell’abbondanza, così come il globo con lo
con le dita della mano in atto di stringere le briglie zodiaco, simbolo di una sovranità sul cosmo, con-
(ora scomparse) per controllare il cavallo al passo. ■ Apoteosi Dal greco apo- figurano la volontà dell’imperatore di presentarsi
La testa volge alla sua destra, accompagnando il th•osis, innalzare tra gli dei,
deificare. In senso figurato, ce-
come una divinità. Tale significato era ancor più
gesto del braccio alzato. Gli occhi non grandi, al rimonia o atto di glorificazione. chiaro per la presenza di due statue di tritoni (dei
9.46 475
Busto di Commodo
a mo’ di Ercole, ca 191-192.
Marmo, altezza 118 cm.
Roma, Musei Capitolini,
Palazzo dei Conservatori.
Sale degli Horti Lamiani.
9.47
Testa colossale
di Costantino,
ca 313-324. Marmo,
altezza 260 cm. Roma,
Musei Capitolini, Palazzo
dei Conservatori, Cortile.
9.49
Ritratti colossali di Costantino Nel IV secolo non Testa colossale
c’è più bisogno di speciali attributi per qualificare il di Costantino, ca 335
o dopo il 337. Bronzo,
distacco sacrale dell’imperatore dal mondo dei co- altezza 177 cm. Roma,
muni mortali. Lo testimoniano due teste colossali Musei Capitolini, Palazzo
dei Conservatori, Esedra FL: mia proposta se
di Costantino. La prima, di marmo Figg. 9.47 e 9.48 , di Marco Aurelio. ci sta si potrebbe far
è quel che rimane – assieme ai piedi, alle mani e a ridisegnare…
9.50
parte delle braccia – della grande statua dell’im- Testa colossale
Due versioni
peratore in trono collocata nell’abside occidentale di Costantino.
della Basilica di Massenzio. Si trattava, in realtà, di Veduta laterale.
a b c d e
3
1
2
dello spazio, però, è occupata dalla grande figura 9.55 Se le proporzioni sono credibili, il modo della
Giovan Battista e Francesco
di Aion. Il suo corpo si dispone secondo una diago- Piranesi, Prospetto Ovest rappresentazione lo è meno. La prospettiva, del ti-
nale che suggerisce la direzione di volo – da sinistra del basamento della Colonna po detto «a volo d’uccello» – quello, cioè, che mo-
di Antonino Pio, 1800-1809.
in basso a destra in alto –, direzione seguita anche Incisione, 61,5×80 cm. stra le cose come viste da un uccello in volo – è resa
dalle possenti aquile, dalle gambe piegate di Cam- in maniera simbolica. La profondità è abbandonata
po Marzio e dalla dea Roma Fig. 9.53 . Le grandi e ciascun cavaliere, o gruppo di cavalieri, e ciascun
ali spiegate, invece, attraversano la lastra quasi da pretoriano, o gruppo di pretoriani, poggiano su una
una parte all’altra. Il loro morbido chiaroscuro e le lingua di terreno c (come nel rilievo funebre da
ombre più forti del drappo, che la divinità trattiene Amiternum, di più di due secoli prima › Fig. 8.176 ).
con la mano destra, contrastano con la luminosità La decursio è costituita da un primo gruppo di
del corpo nudo. Il Tempo è un’agile figura, pre- cavalieri al galoppo (in alto) che procede verso si-
sentata per lo più frontalmente, dalle proporzioni nistra lungo una lieve curva discendente e da un
perfette, le stesse che caratterizzano tutti gli altri secondo (in basso) rivolto a destra in direzione
personaggi, senza eccezione. retta d . Il raccordo fra i due e, quindi, la circola-
Tutt’altro mostrano le facce Est e Ovest Figg. rità dell’andatura, è determinato dall’improvvi-
9.54 e 9.55 del piedistallo, ambedue con scene raf- so ribaltamento di direzione del cavaliere di sini-
figuranti una Cerimonia di decùrsio, cioè una «gio- stra e, 1 – situato in una posizione intermedia fra
stra» militare, consistente nella rituale e tradiziona- i due gruppi –, dal disporsi secondo una diagona-
le corsa a cavallo attorno alla pira dell’imperatore. le della terna di cavalieri all’estremità destra 2 , in
Alcuni cavalieri al galoppo, in senso antiorario, in- basso, nonché dalla posizione scalata dei primi tre
fatti, sono disposti in circolo Fig. 9.54, a , mentre un cavalieri del gruppo superiore 3 . Modi sintetici e
gruppo di pretoriani (le guardie imperiali), al cen- simbolici, quindi, di trattare un soggetto, secondo
tro, innalza armi e stendardi b . caratteristiche proprie dell’arte plebea.
478 9.56
Roma, Colonna di Marco
Aurelio, 180-193. Marmo,
altezza 40,50 m, diametro
3,80 m.
9.57
Colonna di Marco
Aurelio. Particolare con
Marco Aurelio che parla
alle truppe (adlocutio).
9.58
Schema della
rappresentazione frontale di
Marco Aurelio in una scena
con adlocutio della Colonna
di Marco Aurelio.
9.59
Roma, Colonna Traiana,
ca 110-113 d.C. Marmo,
altezza 39,86 m, diametro
3,83 m. Particolare con
Traiano che parla alle truppe
(adlocutio).
9.60
Schema della figura di profilo
di Traiano in una scena con
adlocutio della Colonna
Traiana.
allungare
Colonna di Marco Aurelio Per celebrare adeguata- 479
mente le grandi campagne militari dell’imperatore
Marco Aurelio contro le popolazioni germaniche
dei Marcomànni, dei Sàrmati e dei Quadi dal 171
al 176, durante il regno del suo successore, l’impe-
ratore Commodo (180-192), venne eretta una co-
lonna simile a quella Traiana Fig. 9.56 .
Il fusto si compone di 19 rocchi ed è alto 29,60
metri, cioè 100 piedi romani. Tutta la costruzione
si eleva per circa 40,50 metri. Rispetto alla Colonna
Traiana le bande del nastro spiraliforme si riduco-
no di numero, le figure che compongono le sce-
ne sono più alte e meno numerose, il rilievo è più
marcato e più profondo, in modo da generare forti
contrasti chiaroscurali.
A causa dei rilievi sporgenti l’aspetto della colon-
na cilindrica (quindi priva dell’entasi) appare defor-
mato e ondeggiante. La rappresentazione, per lo
più frontale, di Marco Aurelio che parla alle trup-
pe Figg. 9.57 e 9.58 o che compie azioni di elevato
valore simbolico determina una sosta nella narra-
zione e nello stesso fluire continuo delle scene. In
quelle analoghe della Colonna Traiana, invece, la
figura di profilo dell’imperatore Figg. 9.59 e 9.60 in-
vita a proseguire nella lettura delle immagini da
sinistra verso destra.
La storia non è narrata seguendo lo svolgersi de-
gli eventi, ma in maniera che gli avvenimenti più
famosi e significativi si trovino in basso, in una po-
sizione tale da poter essere ben visti da chiunque.
Non è possibile riconoscere nella Colonna di
Marco Aurelio l’intervento dirigente di un’unica
personalità artistica: più d’uno furono i maestri che
vi operarono e tutti sembrano molto vicini o mol-
to legati all’arte che viene definita plebea.
Ma soprattutto cambiano i contenuti della nar-
razione. Infatti non v’è più, come nella Colonna
Traiana, rispetto per la dignità dei vinti ❯ Fig. 8.217 .
Qui lo sconfitto è sempre trattato con durezza, è
fatto oggetto di scherno ed è ogni volta rappresen-
tato come perdente. È quanto si nota, ad esempio,
nella porzione con l’arrivo dell’imperatore in un
villaggio barbaro che viene saccheggiato, mentre
uomini, donne e bambini sono miseramente mas-
sacrati Fig. 9.61 . La grandezza del bellicoso solda-
to romano è accentuata e accresciuta, ma la verità 9.61 mana viene quindi rappresentato un evento quasi
Colonna di Marco Aurelio.
storica viene addirittura alterata. Particolare con scena di
miracoloso e pertanto irrazionale. Tale fatto è ri-
Ci sono, però, due scene che colpiscono per la massacro e saccheggio. velatore perché mostra come la mentalità romana
novità dei soggetti rappresentati: quelle del Mira- 9.62
stia via via cambiando e si trovi pronta ad acco-
colo del fulmine e del Miracolo della pioggia. Colonna di Marco Aurelio. gliere, oltre che a rappresentare, fatti irrazionali,
Nella seconda, Giove Pluvio interviene con un Particolare con Il miracolo inspiegabili e soprannaturali. Si tratta di un nuo-
della pioggia.
prodigio per cambiare il corso degli eventi Fig. 9.62 vo atteggiamento, del tutto inedito nel panorama
ed è raffigurato come un vecchio alato dalla cui ■ Giov e Pluv io Dal latino della civiltà romana, conseguenza dei riti orientali
plùere, piovere. Pluvio è uno
persona gronda una pioggia ristoratrice per le le- dei molti attributi del padre degli e delle religioni a carattere salvifico (quali il cristia-
gioni romane e nefasta per i nemici che ne sono dei e indica la sua signoria sugli nesimo) introdotti in quegli anni a Roma o in essa
elementi atmosferici (soprattut-
travolti. Per la prima volta nella storia artistica ro- to pioggia e fulmini). già diffusi.
480
a c d
sarebbe stata trasformata per l’occasione con l’in- 9.66 opera isodoma di marmo, mentre l’attico è in mu-
Confronto fra i prospetti,
serimento dei rilievi, la sostituzione delle semico- i fianchi e le piante dell’Arco
ratura di mattoni, riempimento in conglomerato
lonne addossate con colonne libere, l’aumento di di Adriano e di quello cementizio e rivestimento in lastre marmoree.
spessore dei piedistalli, l’abbattimento dell’attico e di Costantino (rielab. Il rilievo storico della decorazione scultorea fu
da Conforto, Melucco
la sua ricostruzione con una differente tecnica mu- Vaccaro, Cicerchia, Calcani, eseguito appositamente in età costantiniana. Fra
raria Fig. 9.66 . Per l’appunto, la parte inferiore del Ferroni, 2001). le sue parti più significative si colloca senza dubbio
monumento onorario è interamente costruita in quella con l’episodio della liberˆlitas (in latino libera-
482
9.67
Arco di Costantino. Rilievo
storico con la liberalitas
dell’imperatore.
9.68
Arco di Costantino. Rilievo
storico con la liberalitas
dell’imperatore. Particolare
della porzione centrale.
e
a a
b b
4 4 2 2 4 4
1
5 3 3 5
d c c d
e
lità, generosità, qui con il senso di «distribuzione dei 9.69 alto b , ai piedi dell’imperatore c e al suo fianco a )
Schema compositivo
sussidi») dell’imperatore, dove è possibile verifica- del rilievo storico con la
e, da ultimo, quella della troneggiante persona di
re tutti i caratteri specifici dell’arte plebea Fig. 9.67 . liberalitas dell’imperatore. Costantino e . È scomparso anche ogni riferimen-
L’imperatore Fig. 9.69, 1 è al centro di una com- 1. Imperatore Costantino to prospettico, poiché tutti i numerosi personaggi
posizione simmetrica, seduto in trono, in posizione 2-4. Dignitari di corte sono raffigurati alla destra e alla sinistra dell’impe-
5. Sudditi
perfettamente frontale e immobile, attorniato dai a-c. Dimensioni dei dignitari ratore, anche quelli (il popolo) che verosimilmen-
sudditi 5 e dai dignitari di corte 2-4 . Egli è l’unico d. Dimensione del popolo te gli erano di fronte. Si dice, in questo caso, che la
e. Dimensione di Costantino
personaggio a essere rappresentato in questo mo- prospettiva è ribaltata Fig. 9.70 .
do Fig. 9.68 , il che lo rende simile a una divinità. 9.70
Lo schema proposto dall’anonimo scultore di
Nella raffigurazione non v’è nulla che possa rin- Disposizione schematica età costantiniana avrà largo seguito, sia in età tar-
viare ai canoni proporzionali greci; le figure sono dei personaggi di fronte do-antica (è il caso delle raffigurazioni di Cristo con
all’imperatore e loro
trattate in maniera gerarchica: le loro dimensioni “ribaltamento”. gli Apostoli) sia, soprattutto, nel Medioevo (si veda,
aumentano in relazione alla loro importanza. È per esempio, la Maestˆ di Duccio per il Duomo di
Animazione
possibile, infatti, individuare cinque differenti di- Siena › par. 12.7.2 ).
mensioni: quella più piccola riservata al popo- Con l’adozione di questo tipo di rilievo storico
lo Fig. 9.69, d che riceve benefici (in basso a destra si può dire che la strada per l’arte medievale è or-
e a sinistra), le tre distinte dei dignitari (collocati in mai preparata.
483
9■2
L’arte paleocristiana
Il nuovo nella continuità
Il cristianesimo, all’inizio religione semplicemente
tollerata, alla stregua di tante altre, ebbe una dif-
fusione così capillare da diventare, dopo il Conci-
lio di Nicèa (325), religione ufficiale dell’impero e,
nel 380, addirittura unica religione ammessa nel-
lo Stato. Questo, però, non vuol dire che il paga-
nesimo cessasse in quel momento di esistere; anzi
continuò a sopravvivere a lungo, soprattutto nel-
le campagne, almeno fino a circa il VI-VII secolo.
Conviene ricordare a tal proposito che, non a caso,
il termine pagano deriva dal latino pàgus, villaggio, 9.71 9.72 9.73
Roma, Catacombe di Catacombe di Domitilla. Roma, Villa romana sotto la
i cui abitanti (i contadini, appunto), sempre restii a Domitilla. Particolare delle Decorazione murale, ca 230. Basilica di San Sebastiano.
ogni mutamento, lo furono anche nell’ambito del- decorazioni di un soffitto. Affresco, ca 235.
la religione tradizionale e dei suoi riti.
I cristiani, peraltro, furono gli unici eredi della l’autorità imperiale avesse sempre un’investitura
vera mentalità romana. Il cristianesimo, quindi, discendente direttamente dal potere divino. Il lin-
poté divenire potente anche perché da religione ri- ■ I secolo Svetonio (Vita Clau-
guaggio artistico si adattava perfettamente a tale
voluzionaria (ritenuta addirittura, e sin dalla metà dii, 23, 4) ricorda che l’impera- concezione e non riesce difficile capire come anche
tore Claudio (41-54 d.C.) «Iuda-
del I secolo, sovversiva e fonte di problemi per la si- eos impulsore Chresto assidue il cristianesimo si sia poi potuto inserire in questa
curezza dell’impero, dal momento che, conforme- tumultuantes Roma expulit» cultura figurativa facendola lentamente propria.
(Espulse da Roma i Giudei che
mente alla fede, rifiutava di riconoscere la natura per istigazione di Cresto erano D’altra parte, gli artisti e gli artigiani che lavo-
divina dell’imperatore) aveva pian piano accettato causa continua di disordine). ravano per i cristiani e per i pagani erano gli stessi
Inizialmente i Romani confon-
la concezione romana dello Stato. Nel IV secolo, devano i cristiani con gli ebrei. (e non avrebbe potuto essere diversamente). Non
grazie alla sua organizzazione e alla sua ricchezza, c’è, quindi, discontinuità fra arte romana e arte cri-
■ Catacombe Luoghi sotterra-
si presentava come l’unica forza capace di ridare nei usati dai cristiani dei primi stiana. Possono essere emblematici, in tal senso, gli
vitalità all’impero e di ereditarne le funzioni. La secoli per le sepolture. Il termi- affreschi di alcuni ambienti delle Catacombe di Do-
ne viene dall’espressione greca
storia del cristianesimo, dunque, finisce per con- katˆ k•mbas, «presso l’avvalla- mitilla Figg. 9.71 e 9.72 , a Roma, messi a confronto
fondersi con quella stessa di Roma divenendone, mento», con cui anticamente si con altri della villa romana sotto la Basilica di San
indicavano solo le catacombe
di fatto, parte integrante. romane di San Sebastiano, che Sebastiano Fig. 9.73 . In tutti gli esempi considera-
erano appunto collocate in una ti, coevi e della prima metà del III secolo, le pareti
Nel corso dei primi secoli dell’impero, l’idea conca del terreno usata come
di Stato si era evoluta accettando il principio che cava di pozzolana. sono solcate da nastri che le ripartiscono in riqua-
484 9.74 del III secolo. Roma,
Decorazioni pagane Catacombe di Priscilla.
e simboli cristiani. e. Pavone tra foglie
d’acanto, IV secolo.
a. Fauna marina, II secolo a.C. Tunisi, Museo del Bardo.
Napoli, Museo Archeologico f. Pavone, seconda metà
sezione V ■ L’alto Medioevo