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Il libro intende essere un omaggio a Frank

Sinatra, personaggio che ha inciso profon-


damente per molti decenni nel mondo dello
spettacolo e nella realt sociale e culturale.
Le sue eccezionali doti musicali lo hanno
consegnato alla storia, facendone un vero e
proprio monumento della canzone america-
na. Il suo nome, la sua voce rimangono
unici, insostituibili. Figlio di emigranti
italiani, riuscito a fondere mirabilmente la
tradizione del bel canto, tipica del nostro
paese, con il ritmo dello swing e con le
cadenze sincopate del jazz, diventando il
massimo interprete della ranata cultura
musicale urbana.
Dallanonima Little Italy di Hoboken,
proprio di fronte a New York, a dispetto di
ogni possibile sogno, ha saputo talmente
imporre la sua presenza e il suo carisma che
da un aresco del XX secolo il suo nome
non pu essere escluso. Cruciale per meglio
comprendere la sua personalit e le vicende
che lo hanno posto al centro dellattenzione
il riconoscimento di quanto lAmerica ha
saputo orirgli, facendone una sorta di
Grande Gatsby, mai disgiunto per da quel
che Frank a sua volta ha dato al paese e al
mondo. Negli studi a lui dedicati, la sua
indubbia italianit troppo spesso ingiu-
stamente risultata a detrimento: in questo
saggio viene invece ribadita e valorizzata
senza reticenze o moralismi.
Sicuramente possiamo dire che Sinatra
molto pi di un cantante, di un attore, di un
uomo di spettacolo: una leggenda che
continua a vivere. Se la musica la cosa
migliore che ci sia, sentire una voce migliore
della sua impresa pressoch impossibile.
Le parole di Elton John, al momento della
sua scomparsa, il 14 maggio del 1998,
racchiudono un dato di assoluta verit:
Semplicemente era il migliore. Nessuno nem-
meno gli si avvicina.
Francesco Meli professore associato di
Studi Americani presso lUniversit IULM
di Milano. Visiting e Fulbright Scholar
presso la Columbia University di New York,
ha pubblicato saggi e articoli su alcuni classi-
ci autori della storia letteraria americana, in
particolare Melville, oreau e Steinbeck.
Ha introdotto in Italia i nomi pi signica-
tivi, quali Momaday, Ortiz, Silko e Welch,
della contemporanea letteratura nativa ame-
ricana, forse la pi viva tra quelle emerse
negli Stati Uniti negli ultimi decenni. In La
letteratura del luogo (2007) ha esaminato le
complessit e le trasformazioni del concetto
di wilderness che alla base della formazione
dellidentit americana, del suo rapporto
mistico e violento storicamente intrattenuto
con il territorio. Inne, oltre che alla storia
culturale e musicale della citt di New York,
ha rivolto lattenzione verso il cosiddetto
carattere nazionale americano e le proble-
maticit identitarie poste dalla presenza
degli italo-americani.
In copertina: Frank Sinatra Playing Piano
Bettmann/CORBIS
ARCIPELAGO EDIZIONI
16,00
[IVA ASSOLTA DALLEDITORE]
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Francesco Meli
IL MIO NOME
Frank Sinatra
Una leggenda italo-americana
954344 788876 9

ISBN 978-88-7695-434-4
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Foto di Paolo Russo
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cod 434 - sovracoperta Meli Sinatra.pdf 03/12/2010 13.43.00
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FRANK S!NATRA
Una leggenda italo-americana
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2011 Arcipclago dizioni
!S8N 9788876954344
Prima edizione: lcbbraio 2011
\ia Carlo Adda 21
20143 Milano
inloCarcipclagocdizioni.com
www.arcipclagocdizioni.com
Tutti i diritti riservati
\olumc pubblicato con il contributo dcllUnivcrsita !ULM di Milano
Ristampc:
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2017 2016 2015 2014 2013 2012 2011
victata la riproduzionc, anchc parzialc, con qualsiasi mczzo cllcttuata, comprcsa la
lotocopia, anchc ad uso intcrno o didattico, non autorizzata.
Lcditorc a disposizionc dcgli avcnti diritto con i quali non gli stato possibilc comunicarc,
pcr cvcntuali involontaric omissioni o incsattczzc nclla citazionc dcllc lonti c/o dcllc loto
ixbicv
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
i
Learning the Blues. Hobokcn c l idcntita italoamcricana . +
ii
New York, New York. a Littlc !taly alla lcggcnda . . . . . .
iii
I Got You Under My Skin. Passionc a Hollywood. . . . . . . . 8
iv
The Song Is You. La \occ dcl sccolo . . . . . . . . . . . . . . . . . +o
v
Thats Life. Rclazioni pcricolosc. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ++
vi
Ring-A-Ding Ding. olcc vita amcrican stylc . . . . . . . . +8
vii
As Time Goes By. La lcggcnda vivc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ::
viii
My Way. Una biogralia in musica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . :
Bibliograf ia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . :8
Introduzione
!l mio primo incontro con la vocc di Sinatra risalc alla li
nc dcgli anni 50, quando adolcsccntc ho scntito casualmcntc
alla radio Night and ay. Mi avcvano subito colpito il rit
mo insinuantc, in crcsccndo, lc sonorita corposc dcllorchc
stra c, soprattutto, la vocc dcl cantantc chc, non avcvo dubbi,
cra quclla di un luoriclassc. A qucl tcmpo sapcvo dcllcsi
stcnza di una bancarclla di dischi alla linc di \ia dcl Lauro,
angolo via 8rolctto a Milano, gcstita da un cordialc signorc
di mczza cta spccializzato in musica dimportazionc chc, al
lcpoca, stava a signilicarc musica amcricana. a lui avcvo
gia compcrato 45 giri dci Plattcrs c di Frankic Lanc.
Alla mia richicsta sc avcssc la canzonc scntita ncl pro
gramma radiolonico, mi ha risposto con un sorriso. Si, un
succcsso di Mistcr Sinatra. Ricordo csattamcntc la risposta
pcrch mi avcva sorprcso qucl Mistcr chc non avcvo scntito
usassc con altri. Forsc oggi posso capirc cosa intcndcssc dirc.
Sapcva csattamcntc dovc lossc c mi mostra un LP dclla Ca
pitol Rccords dal titolo impcrativo The Best Of Frank Sinatra.
Lalbum, oltrc a qucllo chc ccrcavo contcncva capolavori co
mc All Thc Vay, Thc Lady !s A Tramp, 8lucs !n Thc
Night, Chcck To Chcck c molti altri. Sono stato molto
lortunato: ora so chc lc rcgistrazioni con la Capitol c la Rc
prisc sono lc migliori in assoluto di Frank, appartcngono ai
suoi anni doro. Lcmissionc vocalc purissima, sicura di s c
licvcmcntc romantica, il lrascggio lluido, dinamico c solisti
cato, la dizionc impcccabilc.
Posso dirc da allora di non avcr mai praticamcntc smcsso
di ascoltarc la sua musica, ccrcando di approlondirc ogni
aspctto dclla sua vita c dclla sua carricra dartista. !l dcbito
nci suoi conlronti immcnso. ltrc ad un catalogo prcssoch
inlinito di cmozioni chc ha saputo trasmcttcrmi, scnza in
tcrruzionc lino ad oggi, lc suc incisioni mi hanno dischiuso
il mondo dcl jazz. !l suo swing, gli impasti sonori dcllc or
chcstrc c dcgli arrangiatori con i quali ha lavorato mi hanno
suscitato lintcrcssc pcr la grandc tradizionc musicalc pi au
tcnticamcntc amcricana. Lc suc rcgistrazioni con lc orchcstrc
di Count 8asic c ukc llington sono cscmplari a qucsto
proposito.
Ho pcnsato quindi chc lossc giunto il momcnto pcr un
omaggio c non avcvo altro modo pcr larlo sc non attravcrso
un libro a lui totalmcntc dcdicato. ra mia intcnzionc riu
scirc a complctarlo ncl 2008, ossia ncl dcccnnalc dclla sua
scomparsa, ma tutta una scric di circostanzc avvcrsc mc lo
hanno impcdito. Scomparso il rammarico, riconosco chc in
londo non la alcuna dillcrcnza, tutto sommato non ho mai
amato gli instant books pcr ricorrcnzc o cvcnti particolari.
il mio comunquc non volcva csscrc un libro di circostanza.
Pi scmpliccmcntc un riconoscimcnto, un ringraziamcnto,
un omaggio alla mcmoria dcttato non solo da una prclcrcnza
musicalc pcrsonalc ma anchc dalla consapcvolczza dcllcstrc
ma importanza dcl pcrsonaggio in rapporto allimmaginc
dcgli italoamcricani c dcllc loro storichc dillicolta di insc
rimcnto c acccttazionc nclla corrcntc principalc dclla socicta
c dclla cultura amcricana.
Non so dirc sc i mici gusti musicali abbiano contribuito
a larc di mc un amcricanista, lorsc si. i ccrto lcsscrlo di
vcntato mi ha lornito chiavi intcrprctativc chc non potcvo
8 Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
posscdcrc quando ho scntito la vocc di Sinatra pcr la prima
volta. Qucsto dato mi ha convinto ancor di pi chc la strada
potcva, anzi dovcva csscrc pcrcorsa. Non stato lacilc pcrch
il mio background lcttcrario. !n qucsto sono stato lacilitato
dallc grandi c ncccssaric traslormazioni chc il Corso di Lau
rca in Linguc c Lcttcraturc Stranicrc Modcrnc dcllUnivcr
sita !ULM ha subito ncl tcmpo. Lc csigcnzc dclla Facolta
cui appartcngo sono statc da mc accoltc scnza dillicolta: agli
studi lcttcrari ho dato unimpostazionc culturalc c tra lc di
vcrsc lormc dartc quclla chc mi pi allinc la musica.
Lomaggio a Sinatra non quindi quclla di un musicologo
ma di un amcricanista vicino agli intcndimcnti dcgli Studi
Culturali, con una prcparazionc musicalc acquisita ncl tcm
po c, soprattutto, con un intcrcssc particolarc vcrso il mondo
italoamcricano. Un punto lcrmo dcl libro il riconoscimcn
to di qucllo chc lAmcrica ha saputo darc a Frank mai di
sgiunto pcr da quanto Mistcr Sinatra ha dato a sua volta al
pacsc c al mondo. Mi scmprc parso chc la sua indubbia
italianita ncgli studi a lui dcdicati, soprattutto di matricc
anglosassonc, risultassc ingiustamcntc scmprc a dctrimcnto,
a slavorc di un pcrsonaggio di cui tutti daltra partc ricono
scono limmcnso talcnto.
LAmcrica gli ha lornito lc condizioni, lc possibilita pcr
allcrmarsi ma il talcnto, la pcrsonalita, il comportamcnto, il
carisma, lo stilc, la classc, lclcganza, lclcmcnto lortcmcntc sc
duttivo vcngono da lontano, in gran partc dal \ccchio Mon
do, ossia dal nostro pacsc lasciato allinizio dcl sccolo scorso
da quclli chc sarcbbcro divcntati i suoi gcnitori. a duc rc
gioni in apparcnza incompatibili c improbabili: dalla Sicilia
il padrc c dalla Liguria la madrc. La pcrlctta sintcsi di \ccchio
c Nuovo Mondo comunquc nclla sua musica chc dcvc mol
to alla tradizionc dcl bcl canto allitaliana rinvigorito pcr dal
ritmo dcllo swing c dallc cadcnzc sincopatc dcl jazz.
ix:vobuzioxv
!l scgnalc pi incquivocabilc dclla sua italianita nclla
dccisionc, non scmprc colta nclla sua cstrcma importanza, di
non ccdcrc allc prcssanti richicstc dcl mondo dcllo spcttacolo
di cambiarc nomc. Fincndo con una vocalc irrimcdiabil
mcntc ctnico, molto mcno spcndibilc sul mcrcato. uc
cscmpi pcr chiarirc quanto lossc c continua ad csscrc dillusa
qucsta pratica: can Martin, lamico di una vita di Frank, si
chiamava ino Crocctti c il citato Frankic Lanc pcr lana
gralc cra Franccsco Paolo Lo\ccchio. Sinatra non solo non
ha mai rinncgato il proprio nomc ma lo ha scmprc rivcndi
cato con orgoglio. mblcmatica la risposta data in proposito
a Harry Jamcs: Se vuoi la mia voce devi tenerti il mio nome.
ato chc la sua vocc procurava un marc di dcnaro sia lin
dustria musicalc chc Hollywood non insistono. La prcsa di
posizionc di Frank cosi carica di signilicati allintcrno dclla
storia culturalc amcricana da convinccrmi dcllcsigcnza di
rcndcrla csplicita ncl titolo dcl libro.
La qucstionc dcl nomc porta dircttamcntc allo spinoso
tcma dcllimmaginc stcrcotipata dcllitaloamcricano, so
prattutto quclla chc lo rclcga al mondo dcl criminc organiz
zato, in apparcnza incstirpabilc dai mcdia c dal cincma di
qucl pacsc. Gli strctti rapporti tra Frank c il clan dci Kcnnc
dy c in particolarc lc viccndc dcllclczionc di John alla prcsi
dcnza sono analizzati dcttagliatamcntc c scnza inlingimcnti
pcrch svclano lalsi moralismi c ipocrisic chc impcdiscono
allAmcrica di vcdcrc c acccttarc uno stato dcllc cosc chc
scardina radicatc prcsunzioni innoccntistc. !l mio back
ground lcttcrario stato molto utilc pcr dclincarc tratti cru
ciali dcllidcntita amcricana chc rivclano molti parallclismi,
c lc incvitabili divcrgcnzc, tra Sinatra c una dcllc pi potcnti
ligurc dcllimmaginario lcttcrario dcl XX sccolo, ossia Gat
sby, il protagonista dcl capolavoro di Francis Scott Fitzgc
rald.
+o Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
!n Sinatra vita c musica sono strcttamcntc intrccciatc c
lormano una lcggcnda tuttora molto viva chc n lAmcrica
n il nostro pacsc, spcsso disattcnto c privo di mcmoria, pos
sono lacilmcntc ignorarc. Una conlcrma, non scontata, mi
stata data dalla risposta particolarmcntc attcnta c lavorcvolc
dcgli studcnti. Anchc da loro Frank non considcrato ar
chcologia musicalc: i loro gusti possono c giustamcntc dc
vono andarc in altri dirczioni ma nc riconoscono grandczza
c unicita. \orrci ricordarc, in particolarc, anicla 8onclli chc
pcr prima anni la mi ha chicsto di scrivcrc la sua tcsi di laurca
su di lui. lconora Magri chc tcrmina cosi un suo scritto :
Questa penso sia la vera qualit della musica di Sinatra: viva
e non ci abbandona mai. Arianna Angaroni chc, pi rcccntc
mcntc, ha scritto una tcsi di laurca molto accurata c ricca di
apprczzamcnto pcr Sinatra uomo c artista. !nlinc Lucia
Schicroni c Marccllc Sartori chc hanno cllcttuato riccrchc
spccilichc su singoli capolavori sinatriani.
!l libro intcndc avcrc un carattcrc discorsivo c quindi non
appcsantito da notc. Sono invccc ovviamcntc indicati i ri
lcrimcnti bibliogralici chc poi trovano la loro collocazionc
nclla bibliogralia linalc. ! rilcrimcnti al matcrialc on linc so
no minimi pcrch immcnso c di lacilc consultazionc. \o
glio ringraziarc Franco Palazzi pcr lc prcziosc inlormazioni
in proposito c pcr il matcrialc musicalc c cincmatogralico
chc ha voluto gcntilmcntc procurarmi.
!ntcndo inlinc sottolincarc il mio dcciso apprczzamcnto
pcr trc autori, sia purc pcr ragioni divcrsc, con i quali mi sono
conlrontato continuamcntc ncl corso dclla trattazionc. o
nald Clarkc chc in All Or Nothing At All: A Life of Frank Si-
natra ricscc a coniugarc, alla lucc dcllc grandi traslormazioni
socioculturali, politichc c tccnologichc chc hanno invcstito
il XX sccolo, gli aspctti pi importanti dclla vita c dcllartc
di Frank. Scnza larc sconti, n al conlormismo amcricano
ix:vobuzioxv ++
n agli ccccssi carattcriali di Sinatra. Chris !ngham la cui
Guida Completa a Frank Sinatra cscmplarc pcr chiarczza,
impostazionc c ricchczza di inlormazioni c dati. La suddi
visionc dcllc parti di cui si componc risulta utilissima pcr la
consultazionc. Lc parti dcdicatc alla musica sono di notcvolc
valorc mcntrc qucllc rclativc al carattcrc dclluomo c ai suoi
comportamcnti sono a voltc supcrliciali. Francamcntc parc
volcrc limpossibilc, ossia un Sinatra idcalc c non qucllo in
carnc c ossa vcnuto al mondo ad Hobokcn. Why Sinatra
Matters di Pctc Hamill, inlinc, un agilc lavoro ricco di in
tuizioni c suggcstioni chc pongono Frank allintcrno dclla
cultura musicalc urbana alla qualc apparticnc c dclla qualc
il massimo intcrprctc. Lc considcrazioni sulluomo raggiun
gono una prolondita sconosciuta in gran partc dcgli studi si
natriani.
Concludo qucstc paginc introduttivc con lauspicio chc
la lcttura dcl libro possa suscitarc il dcsidcrio di ascoltarc o
riascoltarc la sua vocc: uncspcricnza unica chc pu arric
chirc notcvolmcntc. stato dctto inlinitc voltc c non posso
chc conlcrmarc: la musica la cosa migliorc chc ci sia c scn
tirc una vocc migliorc di quclla di Frank imprcsa prcssoch
impossibilc.
+: Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
!L M! NM FRANK S!NATRA
Una leggenda italo-americana

L B
HOBOKEN E L IDENTIT ITALO-AMERICANA
Il punto di partenza obbligato per comprendere Sinatra
uomo e artista la realt italo-americana di Hoboken nella
quale nasce e cresce: il tema dellimmigrazione italiana in
America non pu essere eluso. Verso la fine dellottocento-
inizio novecento si ha un cambio sostanziale nella prove-
nienza dellondata migratoria nel paese. In precedenza la
maggior parte degli immigrati proveniva dal nord e dallest
Europa ma in seguito il maggior afflusso venne dallarea me-
diterranea e in particolare dallItalia, a tal punto che negli
anni 20 gli italiani costituivano il pi numeroso gruppo di
stranieri, ossia di nati fuori dai confini degli Stati Uniti.
Portando con s tradizioni e legami familiari fortemente ra-
dicati, considerati estranei al mainstreamamericano, non
difficile immaginare come fossero soggetti a tutta una serie
di stereotipi negativi che ancor oggi, nonostante le mutate
condizioni di una parte considerevole dei loro diretti di-
scendenti, stentano a dissolversi.
La loro povert, cos come un livello distruzione mini-
mo, se non inesistente, erano un dato di fatto che non po-
teva essere ignorato, con le relative conseguenze molto ne-
gative. Ma in questo gli italiani non erano molto diversi da
ogni altro gruppo di immigrati. Quel che invece inizia a ca-
ratterizzarli in quanto gruppo etnico molto definito sono
una serie di sospetti: in particolare, una propensione al ra-
dicalismo politico e alla criminalit che nel tempo, come
noto, diverr sempre pi organizzata e radicata nel paese a
diversi livelli. Entrambe le propensioni vengono da subito
enfatizzate dai media e considerate eredit di un vecchio
mondo, particolarmente pericolosa per lintero assetto so-
ciale.
Donald Clarke nel suo particolarmente pregevole All Or
Nothing At All: A Life Of Frank Sinatra (1998) che verr
spesso parafrasato e commentato perch una preziosa sin-
tesi della vita e, nonostante il titolo, anche della carriera ar-
tistica di Sinatra con notevoli spunti di storia culturale ame-
ricana, nota una cosa molto interessante, troppo spesso
ignorata, sulla presunta pericolosit degli immigrati. Studi
approfonditi mettono infatti in evidenza come la crimina-
lit cresca notevolmente con la seconda generazione, cio
con i figli degli immigrati, nati quindi in America e, nel caso
preso in esame, definiti italo-americani. Il dato non riferi-
bile solo alla comunit italiana ma ad ogni altro gruppo et-
nico: viene cos demolito il radicato pregiudizio che di nor-
ma tende ad attribuire allo straniero ogni genere di illega-
lit e criminalit. Ad ogni modo, anche allinterno della ca-
tegoria criminalit appare doverosa una distinzione: unal-
ta percentuale di crimini attribuiti agli immigrati italiani
erano ascrivibili alla sfera delle passioni, in contrasto con
quelli commessi da immigrati del nord ed est Europa che
rientravano nelle categorie di malversazioni e furti, con o
meno impiego di violenza.
La stragrande maggioranza degli immigrati di origine ita-
liana proveniva dal sud, con tutte le sue note problematiche
di povert e arretratezza. Francesco Sinatra lascia Lercara,
in provincia di Palermo, seguito poi dalla moglie Rosa e dai
figli Antonio Martino ( Marty, padre di Frankie), Angela
e Dorotea. La famiglia di Natalina Garaventa (Dolly, ma-
dre di Frankie) proveniva da Lumarzo, nellentroterra geno-
vese: entrambe le famiglie si stabilirono ad Hoboken, sulla
riva sfortunata del fiume Hudson. La riva fortunata
quella che lambisce Manhattan, molto vicina quindi ma allo
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
stesso tempo lontanissima in termini di opportunit e di
prestigio sociale.
La gerarchia etnica di Hoboken era molto chiara e nota
a tutti gli abitanti: in ordine di potere e rispettabilit, cerano
tedeschi, irlandesi e italiani. Allinterno di ogni gruppo
cerano ulteriori gerarchie e distinzioni: il radicalismo poli-
tico del vecchio mondo la definiva in termini di classi so-
ciali, anatema che lAmerica non ha mai voluto ammettere
sul suo territorio, mentendo a se stessa. Di fatto, il padre di
Dolly svolgeva un lavoro relativamente specializzato era
litografo mentre il padre di Marty era operario in una fab-
brica di matite.
Se questo il contesto materiale che sta alle spalle di colui
che diventer il pi celebrato interprete della canzone ame-
ricana, non va dimenticato un elemento somatico non certo
di secondaria importanza, allora come oggi in America:
Dolly aveva capelli biondi e occhi azzurri, in aperto contra-
sto con limmagine ben radicata in quel paese dellitaliano
scuro, olivastro secondo la definizione pi diffusa. Come
noto Frank erediter dal padre bassa statura, carnagione e co-
lore dei capelli scuri ma dalla madre ricever occhi assoluta-
mente azzurri, luminosi, penetranti, vivissimi, ricordati sem-
pre con ammirazione e stupore da tutti coloro che lhanno
frequentato o anche solo conosciuto. Tra i vari soprannomi
che ricever nel corso della sua carriera dartista i due pi in-
dicativi ed amati dal pubblico sono The Voice e appunto
Old Blue Eyes che, per inciso, molto probabilmente sar
il titolo del film che Martin Scorsese intende dedicare a Si-
natra in quanto rappresenta lessenza del ventesimo secolo
in America.
I biografi di Sinatra si sono spesso posti la domanda, tut-
to sommato assurda e inutile, ossia cosa abbia indotto Dolly
a sposare Marty, che non aveva un lavoro stabile, era un me-
diocre pugile, analfabeta, e per di pi siciliano, di cultura e
. L B
di aspetto. La famiglia di Dolly proveniva dal nord Italia,
con tutti i preconcetti e le chiusure del caso, aveva una con-
dizione sociale migliore, avvalorata dal fatto che la figlia
avesse studiato fino alla quinta elementare.
Di fatto Marty e Dolly si sposano a Jersey City nel 1914,
incidentalmente o per scelta romantica, proprio il giorno di
S.Valentino e si stabiliscono al 415 di Monroe Street, ad Ho-
boken. La casa priva di acqua calda e il bagno allesterno
ed in questa realt, comunque migliore di quella conosciu-
ta da buona parte degli abitanti della zona, nel tempo desti-
nata a diventare ancor pi degradata, che il 12 dicembre
1915 viene al mondo Francis Albert, destinato ad essere
chiamato Frankie Boy. Il parto si rivela particolarmente lun-
go e difficoltoso e il medico costretto ad usare il forcipe:
il timpano del neonato risulter leso e tra guancia e collo ri-
marr il segno di una lunga cicatrice.
Il medico, dando per morto il piccolo, rivolge pi atten-
zione alle condizioni della madre: sul trauma della sua na-
scita Sinatra ritorner spesso, esorcizzandolo con ironia e
invincibile fiducia in se stesso sostenendo che nel momento
in cui veniva al mondo quasi moriva ma che ha trovato la
forza per sopravvivere. La versione che pi spesso viene pre-
sentata sostiene che sia stato rianimato dallo shock di un
getto di acqua fredda cui ha pensato di sottoporlo la nonna
paterna Rosa. In ogni caso la ventunenne madre non potr
pi avere figli. Essere figli unici allinterno della comunit
italiana di Hoboken era senzaltro unanomalia, non priva
di conseguenze per il bambino.
La madre Dolly senzaltro la figura familiare dominante
e decisiva per la formazione della personalit di Frankie. No-
ta a tutti per la sua grande abilit in cucina, soprattutto per
quando riguarda i dolci, assolutamente intenzionata a mi-
gliorare, con ogni mezzo possibile, la posizione sociale della
famiglia. Si d molto da fare come levatrice, praticando an-
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
che aborti, se richiesti, suscitando scandalo e mettendosi nei
guai pi volte, mostrando per una grande abilit nellaf-
frontarli e superarli. Dalla madre, Frankie eredita una forza
indomita, un carattere fiero, una decisa ostinazione e una
fascinazione del potere in quanto si rende ben presto conto
che possederlo comporta la possibilit di vivere secondo le
proprie regole.
Decisivo per la carriera del figlio soprattutto linteresse
presto coltivato da Dolly verso una macchina politica cor-
rotta, lunica in grado di offrire servizi agli immigrati in
cambio di voti. In questo contesto il galoppino o porta
borse di successo, attraverso la sua influenza politica, pu
ottenere benessere materiale e rispetto. Privata di ogni vi-
sione idealistica o valoriale, la politica semplicemente un
mezzo per migliorare le proprie condizioni di vita, per ot-
tenere un qualcosa altrimenti impossibile da raggiungere.
Dolly apprende subito la lezione questa rapidit di com-
prensione di come vanno effettivamente le cose sar una car-
ta vincente del figlio per affermarsi nel mondo dello show
business e diventa unattivista del Partito Democratico in
un distretto di Hoboken. Forse la prima donna in assoluto:
sicuramente la prima donna italiana in una realt dominata
dagli irlandesi.
Dolly si fa notare partecipando alle riunioni della sezione
locale del partito e impegnandosi concretamente per risol-
vere le tante difficolt che gli immigrati devono affrontare
quotidianamente. Diventa cos un punto di riferimento per
molti di loro e ne ottiene la fiducia. Come contropartita ot-
tiene il loro voto e quindi i boss politici locali non solo lac-
cettano ma la considerano una pedina importante per il
mantenimento del loro potere. Inevitabilmente viene anche
il momento in cui Dolly bussa alle porte giuste per passare
allincasso. Un tessuto sociale che si regge sullo scambio di
favori non una prerogativa delle Little Italies, come lAme-
rica vorrebbe far credere. Si tratta di una modalit elemen-
. L B
tare che non conosce barriere n di tempo n di spazio. Un
vecchio proverbio dellepoca di Confucio lo conferma: Se
qualcuno ti aiuta con una goccia dacqua, ripagalo scavando
per lui una sorgente.
Dopo una serie di incontri che gli procurano fratture ai
polsi, Marty costretto a lasciare la sua attivit sussidiaria,
ossia la boxe, perdendo i relativi introiti. A questo punto,
siamo nel 1927, Dolly richiede ed ottiene per lui un posto
come pompiere, facendogli raggiungere ben presto il grado
di capitano. Inoltre, per quanto fosse in vigore la legge anti-
proibizionista, le autorit locali chiudono un occhio sul-
lapertura di una piccola taverna, denominata Marty OBrie-
ns, nome irlandese che il marito aveva assunto per facilitare
il suo ingresso nel mondo della boxe, dominato dagli immi-
grati di origine irlandese.
Gli affari prosperano a tal punto da poter lasciare nel
1932 la casa di Monroe Street e trasferirsi a Garden Street,
in un quartiere migliore, abitato da irlandesi e quindi pi
direttamente connesso con linfluenza decisiva del potere
politico. Questa decisione si riveler determinante per il fi-
glio perch sar qui che conoscer i primi insulti su base et-
nica, rifiutati sempre furiosamente e ai quali reagir con
lunica legge in vigore nel duro scontro della strada, ossia
quella dell occhio per occhio. Ben presto capir anche che
fare gruppo, avere amici fedeli ai quali legarsi con forti vin-
coli di lealt la strategia migliore per affrontare al meglio
una realt ostile. In altre parole quel che va ricercata la
protezione e questo notoriamente un termine chiave per
comprendere lattrattiva del mondo del crimine organizzato
sulla comunit italo-americana. La prossimit di Sinatra a
questo mondo ricever analisi attenta e dettagliata, priva co-
munque di falsi moralismi e ingenue recriminazioni.
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
Va detto, inoltre, che anche nei momenti di massima fa-
ma e ricchezza, Sinatra si trovato in pi di unoccasione a
dover reagire duramente alla mancanza di rispetto esplici-
tata su base strettamente etnico-razziale: ragione questa, as-
sieme ad una serie di altre che verranno chiarite successiva-
mente, che mi ha indotto a non sottovalutare mai questo
dato ineliminabile, sia a livello personale che professionale:
dimenticarlo o metterlo poco in rilievo nega la cruda realt
dei fatti e non aiuta di certo a comprendere fino in fondo il
personaggio e il suo comportamento. Anche per questo ho
deciso di definirlo una leggenda italo-americana e non sem-
plicemente americana. Senza questa specificazione il paese
che lo ha reso famoso e che lui ha molto contribuito a far
amare nel mondo attraverso una musica di grande fascino
attua un esproprio socioculturale, autoassolutorio e auto-
celebrativo: la parte italiana di Sinatra non pu di certo es-
sere solo ricordata a detrimento ma anche, e soprattutto di-
rei, a merito di una figura unica e insuperabile del mondo
dello spettacolo.
Lautocelebrazione che lAmerica attua attraverso Sinatra
facilmente comprensibile. Il mito costitutivo della narra-
zione del paese quello di essere la terra dasilo per eccellen-
za dove possibile realizzare un sogno di riscatto e di libert
da strutture sociali e tradizioni statiche e limitanti. La storia
paradigmatica dello spirito americano quella che esalta
laffermazione di un individuo che, per quanto umili e non
apprezzate siano le sue origini, pur tra molte difficolt e
ostacoli riesce alla fine ad essere accettato e a raggiungere il
benessere materiale in quanto fortemente automotivato,
sicuro di s, indipendente. evidente quindi che il perso-
naggio Sinatra si presta come pochi altri per validare lim-
magine del paese quale terra di infinite opportunit.
Si tratta comunque di un uso strumentale che occulta il
complesso e contradditorio ruolo giocato dagli immigrati,
quasi sempre sinonimo di etnici, nella mitologia nazionale.
. L B
Come giustamente osserva Ali Behdad in A Forgetful Na-
tion (2005) da un lato, attraverso pratiche di esclusione, ri-
sultano particolarmente utili per la formazione e il raffor-
zamento dellidentit nazionale che poggia sul nativo qua-
le cittadino ideale, fedelmente americano contrapposto al-
limmigrato dipinto come minaccia politica, sociale e cul-
turale. Dallaltro, attraverso pratiche di inclusione e identi-
ficazione un certo numero di immigrati pu essere presen-
tato come esempio di assimilazione e quindi di avvenuta ri-
generazione. Il requisito essenziale per accedere alla piena
cittadinanza, in senso giuridico e culturale, sempre un pro-
cesso di addomesticamento che separa limmigrato dal suo
passato, dalle sue origini.
Particolare attenzione merita il recupero dellimmigrato
quale supercittadino perch lesempio di Sinatra del tutto
pertinente. Gli immigrati che raggiungono benessere eco-
nomico e successo sono presi ad esempio sia dai liberali che
dai conservatori per riaffermare gli esiti positivi dei principi
fondamentali del paese, ossia lindividualismo, letica del la-
voro, la meritocrazia. Limmigrato viene quindi recuperato
e trasformato in un agente privilegiato di trasformazione e
rigenerazione nazionale. In definitiva lAmerica ha un con-
tinuo bisogno del buon immigrato perch le permette di
rinvigorire la propria immagine di terra dasilo per chiunque
e di rafforzare lorgoglio individuale e collettivo. Infine, il
paradigma dellimmigrato di successo particolarmente
funzionale ai processi di colpevolizzazione e di controllo di
tutti coloro che rimangono ai margini. Le cause principali
delle loro deplorevoli condizioni vengono occultate e rimos-
se e interamente addebitate ai soggetti stessi.
Lesempio di Sinatra, come si detto, a prima vista sem-
bra rientrare perfettamente nella mitologia fin qui tratteg-
giata, ma se si prende in esame la sua vita ed anche i nume-
rosissimi studi critici che lo riguardano, la sua americanit
sempre dichiarata con riserva. A dispetto di fama e potere
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
in misura mai conosciuta prima da figli di immigrati italiani,
tutto sommato rimane un etnico per una serie di motivi
che in questo saggio si cercher di analizzare soprattutto alla
luce della decisiva questione della razzializzazione, ovvero
di come lAmerica costruisca lidea di razza, e dellambigua
posizione in cui sono collocati gli italo-americani.
Per affrontare questo tema cruciale le osservazioni del
premio Nobel Toni Morrison sono di grande rilievo. In Pla-
ying in the Dark (1993), raccolta di tre conferenze tenute
ad Harvard, la scrittrice ripercorre le origini dellAmerica ri-
cordando come esse siano fortemente legate allaspirazione,
senza precedenti, verso un futuro di libert e di dignit di
tutti gli esseri umani: la sua espressione pi comune nota
come sogno americano. Labbandono del Vecchio Mondo
per il Nuovo assume la valenza di fuga da secolari oppres-
sioni e limitazioni di libert e opportunit.
LAmerica diviene quindi sinonimo di terra di rigenera-
zione: per poter cogliere tutte le possibilit necessario lab-
bandono del vecchio io per rinascere con un io rinnovato e
adeguato alla nuova realt. Cos come lAmerica attende di
essere immaginata e costruita, il singolo individuo deve por-
si come una sorta di pagina bianca che attende solo di essere
scritta con disciplina, volont, duro lavoro e fortuna. Ma la
cultura alta del paese evidenzia quel che Melville ha perfet-
tamente definito power of blackness, ovvero la forza del-
loscurit, non dissimile dal conradiano cuore di tenebra.
In questo cuore sono assenti la promessa, la speranza, lotti-
mismo smisurato costitutivi della visione del Nuovo Mon-
do.
Alla radice, si tratta del terrore di essere a contatto con
una realt umana e naturale privata del rapporto con la ci-
vilt. Bisogna risalire alle origini, ossia allarrivo dei Padri
Pellegrini sulla costa atlantica perch a partire da quel mo-
mento che si cristallizzato un paradigma interpretativo
. L B
mai abbandonato o messo in discussione e che lo storico
G.S.Wood, citato da Franco Dragosei in Lo squalo e il grat-
tacielo, (2002) ha magistralmente riassunto cos: il male
divenne qualcosa di esterno e palpabile, al di fuori di se stessi.
Persero la capacit di vedere la loro complicit con ci che gli
accadeva: Satana era ovunque tranne che nei loro difetti. E
cos divennero americani.
Il lato oscuro del continente determina la razzializza-
zione dellaltro, ossia la costruzione dellamericano di ori-
gini europee quale uomo bianco: processo che poggia sulla
polarit creata dal colore della pelle, sulla proiezione dellal-
tro da s, il non-me. Grazie a tale costruzione lamericano ot-
tiene un controllo assoluto sulla vita degli altri, ottenendo
un potere, un senso di dominio, di libert e indipendenza
assolutamente sconosciuti nel Vecchio Mondo dorigine.
Lesaltazione dellindividuo, la sua autonomia, la sua auto-
rit, la sua forza non possono essere messi in discussione:
sono un a priori, sono i privilegi che spettano allimmigrato
di origini europee che americanizzandosi diventa bianco.
Si tratta di una costruzione che nei secoli successivi verr
a costituire lalfabetizzazione primaria di ogni gruppo etnico
sulla strada dellaccettazione e inserimento nella societ
americana. Lio americano, la sua identit, la sua america-
nit si crea in opposizione sia alla popolazione nativa che
a quella afro-americana: questa la prima lezione che ogni
bambino riceve in merito al suo essere distinto. In ultima
analisi, il termine americano strettamente associato ad
unidea di razza. Americano senza trattino significa bian-
co: in effetti, ad esclusione degli anglo-sassoni cui il termi-
ne spetta di diritto, per tutti gli altri gruppi etnici la con-
quista dell americanit avviene sul lungo periodo, con
concessioni progressive , e sempre con laggiunta di un trat-
tino, per lappunto italo-americani, che esplicita un ame-
ricanit debole, parziale.
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
A livello retorico, ovvero ideologico, lAmerica si costi-
tuita ripudiando molti elementi del Vecchio Mondo, rite-
nuto ingiusto e corrotto: non ha per rinunciato alleredita
di una lunga tradizione di significato del colore. Il Presi-
dente Obama tenta di porre le basi per il superamento di
quella che continua a rimanere la barriera pi insormonta-
bile. Ha sostenuto che non esiste unAmerica bianca,
unAmerica nera, unAmerica gialla, ecc. ma esistono gli Stati
Uniti dAmerica: un nobile auspicio che non pu per na-
scondere levidenza.
Al di l dei meri dati socio-economici che confermano
le enormi differenze su base razziale, di grande importanza
ricordare che il concetto di razza possiede potenti implica-
zioni ideologiche e metaforiche costitutive del carattere na-
zionale americano. Riassumendo, pone l europeo bianco
ai vertici di ogni valore, materiale e spirituale, e relega il co-
lorato in uno spazio assolutamente subalterno e irrilevante.
Nella sua incisiva analisi di Avere e non avere di Hemin-
gway, Toni Morrison trae una considerazione basilare. So-
stiene che Eddy un bianco, e questo si sa perch nessuno
lo dice. Tutti i non bianchi vengono invece sempre identi-
ficati in base al colore o ad epiteti di carattere etnico e tale
distinzione li rende immediatamente figure asservite, mar-
ginali, confinate entro perimetri prefissati. A questo destino
non potuto sfuggire nemmeno Sinatra, la cui italo-ameri-
canit sempre sottolineata nonostante si sia sempre battu-
to con ogni mezzo disponibile contro ogni discriminazione
su base etnica: battaglia che ha combattuto soprattutto con
il suo immenso talento musicale, raggiungendo traguardi
inimmaginabili e forse insuperabili da ogni altro italo-ame-
ricano ancora per molte generazioni a venire.
Affrontare il tema della costruzione della razza in Ame-
rica e del suo inscindibile legame con la formazione del-
lidentit del paese diventa essenziale per comprendere pa-
. L B
radossi, ambiguit e stereotipi che incombevano sulla co-
munit italo-americana nel periodo storico vissuto da Sina-
tra e che a tuttoggi sono prevalenti nellimmagine diffusa
dai mass-media e dallo show business. Le analisi presentate
da Jennifer Guglielmo e Salvatore Salerno in Are Italians
White? (2003) sono senzaltro molto pertinenti, direi anche
magistrali.
Riprendendo la lucida e profonda asserzione di James
Baldwin secondo la quale il prezzo del biglietto per la
completa accettazione nella societ americana di tutti i bian-
chi etnici sempre stato quello di mantenere e ribadire la li-
nea del colore, i due studiosi italo-americani sostengono che
gli immigrati europei non anglo-sassoni hanno potuto e
possono aspirare allintegrazione accettando e confermando
il razzismo del paese nei confronti di tutti i colorati. La
problematicit rappresentata dagli italo-americani data dal
fatto che il rispetto di questa legge non scritta ma tacita-
mente in vigore non da parte loro sempre ferreo, rigido,
inesorabile. Per lo meno, pu esserlo fino a che non venga
apertamente a collidere con valori ritenuti irrinunciabili,
profondamente radicati nellidentit condivisa.
Da qui il titolo del libro, solo in apparenza provocatorio,
posto come un interrogativo al quale si pu rispondere solo
in forma ambigua e contradditoria. Bianchi s ma non sem-
pre e comunque etnici, non totalmente bianchi quindi e co-
me tali trattati. Sinatra esemplifica tale contraddizione ai
massimi livelli possibili perch il suo modello di vita che in-
clude sempre un assenza di pregiudizi razziali hanno fatto
s che la percezione e la rappresentazione riservategli dal
paese sono sempre in bilico tra due mondi, tra italianit e
americanit. Per quanto nessuno meglio di lui abbia saputo
interpretare e rendere noto nel mondo intero il pi puro e
classico song americano negli scritti di autori anglo-sassoni
si avverte sempre un certo imbarazzo a riconoscerlo come
totalmente appartenente al main streamdel paese.
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
Il pregiudizio per i bianchi etnici, ossia per i bianchi
non anglo-sassoni, non scompare nel tempo. Su di loro in-
combe la minaccia, in ogni momento e per qualunque ra-
gione, di essere di nuovo associati ai peggiori stereotipi, ai
pi diffusi luoghi comuni impiegati per descrivere aspetti
fisici e comportamentali del gruppo di appartenenza. Gli
italo-americani sono tra i pi esposti a questo grave rischio
per tutta una serie di ragioni che vengono prese in conside-
razione attraverso lanalisi di quanto accaduto a Sinatra.
Alle consuete difficolt e asprezze conosciute dagli im-
migrati, per gli italo-americani si sovrappose un ulteriore
elemento, forse il pi distruttivo e, in definitiva, inelimina-
bile: lossessione anglo-americana per il colore della pelle e
la presunta inferiorit della pelle scura. Sbaglieremmo pro-
fondamente se pensassimo solo nei termini di bianco e di
nero. Come ci ricorda una famosa suite di Duke Ellington
nel mezzo esiste tutta una vasta gamma di sfumature deci-
sive per laccettazione o il rifiuto: black, brown, beige. Oltre
alla povert, alle differenze linguistiche e religiose, il colore
della pelle di unorigine mediterranea genericamente defi-
nita olivastra , nella migliore delle ipotesi, sospetta.
Lincipit tratto da una relazione del 1912 dellIspettorato
per l Immigrazione del Congresso americano non lascia
dubbi sulla visione degli immigrati di origine italiana che si
sedimentata nellimmaginario collettivo del paese e che
pu riemergere in qualunque momento: Generalmente so-
no di piccola statura e di pelle scura Tutti gli aspetti nega-
tivi elencati successivamente sono presentati come unine-
vitabile conseguenza. Ad una presunta inferiorit di aspetto
fisico, quindi su basi etnico-razziali, corrisponde unaltret-
tanto presunta inferiorit sul piano dei comportamenti e dei
modelli di vita.
. L B
Anche Sinatra non stato esente da radicati pregiudizi
di questo genere. Di fatto, tutte le fonti a disposizione ri-
cordano come linsulto pi frequente fosse legato al suo
aspetto fisico. A dispetto di un fascino assoluto esercitato
su entrambi i sessi, di un carisma eccezionale riconosciuto
unanimemente, perfino dai suoi peggiori nemici, non aveva
il tipo di fisico che lAmerica si attende dai suoi eroi leggen-
dari. Elemento decisivo a suo sfavore era laltezza: conside-
rata normale per il nostro paese allepoca, era invece sicura-
mente inferiore a quella ritenuta necessaria per sfondare ad
Hollywood e pi in generale nel business dellintrattenimen-
to. Piccoletto e mingherlino sono gli epiteti pi comuni
e non certo benevoli che Sinatra si sente rivolgere per gran
parte della sua vita da giornalisti, politici, biografi, perso-
naggi del mondo dello spettacolo a lui avversi. Tali defini-
zioni implicano che appunto data la sua bassa statura non
poteva pretendere di valere molto e avrebbe dovuto quindi
rimanere confinato negli ambiti ristretti e privi di prestigio
sociale assegnati di norma agli italo-americani.
Scuro di capelli, che ben presto tende a perdere, e di car-
nagione, per lo meno alla luce dei canoni imposti dagli an-
glo-sassoni, anche caratterialmente corrispondeva ai peg-
giori stereotipi associati ai popoli mediterranei: focoso, in-
guaribile seduttore, sempre elegante e quindi considerato
troppo attento alla bella figura, oggi diremmo allimmagi-
ne, preda di repentine euforie e altrettanto repentini abbat-
timenti, facile alla rissa. Insomma imprevedibile, non in gra-
do di controllare sentimenti e reazioni. Tra i suoi tratti de-
precabili vi era pure una manifesta e conclamata preferenza
per la cucina italiana, in un momento in cui non era ancora
considerata una scelta di tendenza ma una pericolosa pro-
pensione e attrazione verso abitudini nazionali. Non si ver-
gognava affatto anzi ostentava di essere un mangiaspaghet-
ti che di certo non era un complimento ma uno dei tanti
epiteti spregiativi coniati per definire gli italo-americani.
Come giustamente osserva Simone Cinotto in Una famiglia
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
che mangia insieme: cibo ed etnicit nella comunit italoame-
ricana di New York 1920-1940 il cibo e i riti ad esso connessi
occupano uno spazio centrale nellidentit collettiva degli
italo-americani.
Il confronto con un linguaggio insultante, che intende
sottolineare e ribadire uninferiorit etnica su queste basi
una costante della vita di Sinatra, anche nel momento del
suo massimo successo e quindi in apparenza protetto dalle
crudelt di tutte le Little Italies sparse nelle citt americane.
Pete Hamill, nel suo Why Sinatra Matters (1998), per molti
versi forse il miglior libro mai scritto su Sinatra, riporta una
dichiarazione di Frankie a riguardo: A volte mi capitava di
essere ad una festa, a Hollywood, a New York o da qualche al-
tra parte e cera molta eleganza, cravatte nere, il miglior cri-
stallo, quel tipo di cose. Poi mi accorgevo che da un punto della
stanza un tizio non smetteva di fissarmi. Sapevo quale parola
avesse in testa: la parola era guinea. Assieme a dago e wop,
guinea un termine denigratorio per riferirsi agli italo-ame-
ricani.
Si sempre supposto che la vera America dovesse essere
bianca, anglo-sassone e protestante, con le radici quindi nel
Nord-Europa. questo il vangelo primario del paese, al di
l di ogni retorica sulla democrazia, luguaglianza e il duro
lavoro come unico mezzo di riscatto. Il rude gioco nel quale
si trovavano coinvolti tutti gli immigrati aveva una regola
di fondo molto ferrea, fatta rispettare con ogni mezzo pos-
sibile. Non deve sorprendere quindi che i ghetti urbani in
cui gli italo-americani si ammassavano diventassero una sor-
ta di fortezza, dove pi di ogni altro legame lelemento so-
ciale veramente essenziale era la famiglia. Non si poteva con-
tare su nientaltro, non si poteva fidarsi di nientaltro.
Se la societ ti guardava con sospetto e disprezzo, se le as-
sociazioni dei lavoratori ti respingevano, se a scuola eri og-
getto di scherno non difficile comprendere come organiz-
. L B
zazioni di carattere malavitoso potessero facilmente con-
trollare il territorio e stabilire una sorta di autorit e rispetto
sociale, offrendo opportunit di lavoro e guadagni inim-
maginabili altrove. E i reali o supposti legami di Sinatra con
il crimine organizzato, affrontati dettagliatamente in segui-
to, sono stati sempre una spina nel suo fianco, alimentando
ogni sorta di congettura.
In effetti lo stereotipo che pi assedia la comunit italo-
americana lequazione italo-americano=malavitoso, per-
vicacemente presente nei mass-media e nel mondo dello
spettacolo, in particolare cinema e televisione. Storicamente,
quindi, nella rappresentazione cinematografica e televisiva,
litalo americano progredito dalla figura di marginalit del-
limmigrato ignorante che svolge lavori umili e malpagati
con qualche parentesi dedicata al passionale ed esotico latin
lover alla Rodolfo Valentino a quella di gangster. La ra-
gione principale, che per non spiega completamente il fe-
nomeno, ovviamente di natura commerciale, visto il fasci-
no che il genere ottiene su unaudience molto vasta e fedele.
Limmagine distorta e denigratoria talmente pervasiva da
poter sostenere che nessunaltra comunit di bianchi etni-
ci ha ottenuto un simile trattamento continuato nel tempo.
A dispetto delle pur combattive associazioni sorte stori-
camente a difesa dei diritti e quindi anche dellimmagine
degli italo-americani le due pi potenti sono Order Sons
Of Italy di cui Sinatra stato anche presidente onorario e
National Italian American Foundation praticamente
impossibile vedere film e serial televisivi senza rintracciare
triti luoghi comuni sorti allinizio del secolo scorso e che
quindi hanno ben poco a che fare con la realt odierna. E
non si tratta solo della rappresentazione dellitaliano mala-
vitoso, certamente la pi diffusa e di sicuro successo, ma di
un insieme di elementi associati al mondo italo-americano
che costituiscono senzaltro un profilo razziale, ossia un
profilo negativo costruito su basi etniche.
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
Escludendo per ora le controversie legate al successo sen-
za precedenti de Il padrino, doveroso ricordare che anche
la serie televisiva dei Sopranos, di circa un decennio fa, e
oggi Jersey Shore e Casalinghe disperate hanno ricevuto
pesanti ma purtroppo inutili critiche da parte delle storiche
associazioni in difesa dellimmagine degli italo-americani.
Queste serie ripresentano gli sterotipi tipici: i protagonisti
sono presentati come malavitosi, adulteri e portatori di una
sottocultura che ha come principali caratteristiche la vio-
lenza e la volgarit, espresse con un linguaggio rozzo e
sgrammaticato. Gli episodi si avventurano in territori nuovi
ma il ritratto degli italo-americani non per niente esaltan-
te. Sono in qualche modo entrati nel mainstreamamerica-
no, a volte praticano anche professioni liberali ma non rap-
presentano una forza positiva, moralmente non sono di cer-
to superiori al gangster di vecchia memoria. Spesso cercano
di rimanere fedeli ad un retaggio ancestrale che non per
mai definito.
Bianchi s, ma di categoria inferiore perch mantengo-
no molti dei tratti associati alle prime generazioni di italo-
americani: il loro inglese possiede un forte accento e que-
sto un delitto in un paese che ama dipingersi come multi-
razziale e multietnico ma che in realt si regge su di un fon-
damentalismo linguistico sono irosi, chiassosi, volgari,
mammoni, tengono in gran conto la bella figura, ossia le
apparenze: tutto sommato, anche se non sono proprio dei
criminali, appaiono come caricature, come buffoni. Mentre
si ubriacano e litigano proclamano logoglio del loro retag-
gio italiano, vittime quindi di un inferiorit morale, del
resto dimostrata dal fatto che sono quasi sempre legati ad
un mondo sotterraneo, un sottobosco dove prevalgono
omert e disonest.
La stereotipizzazione degli italoamericani una forma
dintolleranza inaccettabile. Il mondo dello show-business
e dei media allergico alle statistiche che parlano di una
. L B
buona presenza di italo-americani nelle professioni liberali:
quando mai si vede in un film o in una serie televisiva qual-
che italo-americano con un profilo positivo, ai posti di co-
mando in industrie, ospedali, universit, enti di ricerca? Il
non riconoscimento, linvisibilit sono enormemente favo-
riti dal semplice fatto che la cosiddetta madre patria, in re-
alt matrigna, non fa nulla per esigere cambi di direzione,
per respingere e stigmatizzare offensivi luoghi comuni e si
guarda bene dal boicottare film denigratori e le serie televise
in questione, mandate invece in onda senza che suscitino un
bench minimo dibattito nel paese.
Si pu amaramente concludere che se lItalia stata in
passato matrigna per milioni e milioni di suoi cittadini che
hanno dovuto lasciare il paese per cercare altrove migliori
condizioni di vita, continua ad esserlo oggi, ignorandoli,
non difendendoli e cos facendo non difende se stessa e la
propria immagine. Al contrario, Sinatra non ha mai piegato
la schiena, non ha mai permesso a nessuno di essere vitti-
mizzato perch figlio di emigranti italiani. Forse questa la
vera ragione per cui lItalia fa quasi nulla per ricordarlo e
onorarlo: troppo diverso, lontano dai tratti salienti del co-
siddetto carattere nazionale. Purtroppo non molto dif-
ficile immaginare cosa non farebbero altri paesi europei se
potessero includere nel novero dei loro figli un artista del
suo calibro. Non mancherebbero di certo fondi e sponso-
rizzazioni per musei, festival, convegni, celebrazioni per ri-
badirne limportananza e tenerne vivo il ricordo.
Di certo, il contesto familiare in cui Sinatra cresciuto
era fortemente influenzato dallaspro conflitto tra ci che
lAmerica prometteva e ci che in realt dava agli italo-ame-
ricani. Questo conflitto pu comportare un atteggiamento
difensivo, maschere di cinismo e sarcasmo oppure una strana
mescolanza di entrambi. Sinatra adotta entrambe le possi-
bilit con una certa propensione per una maschera di du-
rezza difensiva. Da giovane sviluppa una personalit intrisa
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
del mito delloutsider, solitario, dal comportamento rude e
arrogante: una forma di protezione dalle asprezze della stra-
da e allo stesso tempo asserzione della propria presenza in
quello stesso mondo. Molte saranno le sue strategie per sot-
tolineare o trovare una via duscita da questo stato danimo
improntato alla solitudine del singolo nella grande citt
americana: matrimoni, burrascose storie damore, camera-
tismo maschile anche allinsegna di alcool e gioco dazzardo.
Ma la strada che non abbandoner mai e che gli fornir una
liberazione, una fuga da un opprimente senso di solitudine
sar la musica.
Parte della singolarit di Sinatra pu essere anche ricon-
dotta ad un ambito famigliare piuttosto anomalo nella Ho-
boken degli anni 20. Figlio unico di una madre nota per le
sue maniere e il suo linguaggio molto sbrigativi ma con un
potere in ambito politico, si differenzia dai coetanei per una
certa disponibilit di denaro e uneleganza che non passano
inosservate. Notata anche la propensione alla solitudine,
mal interpretata come snobismo mentre tutto sommato si
tratta di un adeguamento alla realt familiare. Entrambi i
genitori sono molto assenti da casa, impegnati in svariate
attivit e quindi i momenti di solitudine sono molti. Un
fondo di solitudine e di melanconia sar in effetti rintrac-
ciabile in molti dei suoi capolavori pi intimi, sussurrati, te-
maticamente caratterizzati da abbandoni, attese, delusioni.
Allo stesso tempo, per, ha bisogno di circondarsi di amici
con i quali si mostra fedele e generoso ma ai quali richiede
assoluta lealt e obbedienza. Si manifesta quindi lattitudine
ad essere al centro dellattenzione e al posto di comando, con
una buona dose di arroganza e una certa tendenza a non di-
menticare e perdonare facilmente i torti subiti. Caratteristi-
che che raggiungeranno lapice nei primi anni 60, quando
diverr il riconosciuto Presidente del Rat Pack a Las Vegas,
emblema di potere, successo e voglia sfrenata di divertimento.
. L B
Con il tempo Dolly si preoccupa del futuro del figlio per-
ch non nutre particolare interesse verso la scuola, da lei giu-
stamente considerata la via maestra del riscatto e del presti-
gio sociale. Limpegno minimo e i risultati non sono esal-
tanti. Diverso latteggiamento verso le ragazze, che corteg-
gia con estrema facilit e con profusione di regali: tenendo
conto che dispone di mezzi, tra cui una macchina, che ele-
gante e che ha un modo di fare sicuramente affascinante,
facile comprendere come in questo ambito i risultati otte-
nuti siano molto migliori.
La sua vita ad Hoboken non consisteva quindi solo del
duro rapporto con la strada, ossia con lostilit della realt
esterna. Anzi, anche per compensare tutte le tensioni di una
tale condizione, gli immigrati tendevano a riprodurre molti
degli aspetti e dei ritmi della vita lasciata alle spalle. Frankie
in effetti cresciuto in un mondo di festeggiamenti e cele-
brazioni, di tradizioni insistite e mantenute: aspetti dal-
lAmerica dominante considerati, al meglio, pittoreschi.
Di fatto, in quanto figlio di immigrati, si trovato a un
bivio, di fronte ad una scelta tra un modello di vita ancorato
al Vecchio Mondo e una via nuova, ricca di libert e oppor-
tunit rappresentate dalla cultura e dalla mentalit della vita
urbana americana. Per molti aspetti, rimane fedele alla vec-
chia via: sospettoso, se non ostile, ad ogni forma di autorit,
bisognoso di appartenere e possedere una famiglia, posses-
sivo con le donne. Allo stesso tempo diventa un tipico pro-
dotto della nuova via: animato da un ottimismo incrollabile,
crea e coglie tutte le opportunit per la propria affermazione
nel mondo musicale. Sintomatico di una duplice apparte-
nenza stato il suo rapporto di odio-amore con lItalia.
Odio perch si trattato di una terra che ha costretto i ge-
nitori ad emigrare a causa della povert e amore perch le
radici non possono mai essere veramente dimenticate: di
fatto ha sempre frequentato un mondo popolato da italo-
americani.
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
Man mano che Frankie cresce la madre teme che il figlio
stia perdendo il proprio tempo ma proprio da lei, meno
con le parole e pi con i fatti, che riceve la pi importante
lezione che un americano possa apprendere: se si vuole ve-
ramente raggiungere qualcosa bisogna togliere di mezzo tut-
ti gli ostacoli che si possono trovare lungo la strada. Per
grande fortuna di entrambi, e anche nostra, Frankie sfugge
al probabile destino di bullo che una Little Italy di pro-
vincia pareva assegnargli. Si rende ben presto conto di volere
disperatamente una cosa e una cosa sola: diventare un can-
tante di successo. Nei primi, decisivi passi, Dolly, a differen-
za del padre, lo asseconda e aiuta senza riserve.
La nascita e la diffusione in America dellindustria del di-
vertimento di massa e della musica popolare nello specifico
strettamente correlata allinvenzione della radio. Non a ca-
so NBC e CBS stabiliscono il loro quartier generale nella
zona di Tin Pan Alley a New York dove erano sorti i primi
editori musicali. Da subito si stringe un ferreo legame tra
stazioni radio e molteplici interessi commerciali. Cos men-
tre Frankie cresce, le case di produzione radiofonica gesti-
scono uno degli affari pi lucrosi del momento, in grado di
raggiungere un pubblico sempre pi vasto e devoto. Si trat-
tava di divertimento gratuito, se solo si era in grado di ac-
quistare una radio. In casa Sinatra cera e Frankie la ascolta
moltissimo: ogni genere di musica, dallopera italiana, Puc-
cini in particolare, allo swing delle grandi orchestre jazz a
quello rilassato di Bing Crosby.
Per milioni di immigrati italiani e per i loro figli, la tec-
nologia svolge un ruolo determinate nel promuovere e ac-
celerare il processo di americanizzazione, cambiando la loro
vita in modo sostanziale. Va ricordato che veramente pochi
erano in grado di leggere e scrivere e quindi la quantit di
informazioni cui potevano accedere semplicemente attra-
verso lascolto, sia in inglese che nella lingua madre, aument
considerevolmente. Fin dalla prima adolescenza Frankie
. L B
ascolta moltissimo la radio e la musica di Bing Crosby lo af-
fascina subito. In piena maturit confesser: Bing ti faceva
credere che anche tu potevi farlo. Era cos rilassato, cos infor-
male Era cos bravo e non potevi immaginare gli sforzi, il
duro lavoro delle registrazioni.
Da Crosby trarr molte lezioni e soprattutto un tratto,
quello dellassoluta scioltezza, dellassenza di qualunque
sforzo a tal punto che lascoltatore ha la netta sensazione che
lorchestra tutta sia al servizio della sua voce. Bing Crosby
diviene a tal punto il suo modello che fa di tutto per andarlo
a sentire dal vivo. Ed proprio ad un suo concerto che gio-
vanissimo dice con assoluta seriet e convinzione alla ragaz-
za che era con lui: Domani sar io sul palcoscenico al suo po-
sto.
Da Crosby Frankie impara anche luso del microfono. Al
momento degli esordi non cerano microfoni portatili: il mi-
crofono era attaccato ad un sostegno fisso. La maggioranza
degli artisti cantava rimanendo immobile, usando unica-
mente le mani per creare unenfasi di qualche tipo. Come
risultato si aveva uninterpretazione pi rivolta verso il mi-
crofono che non verso il pubblico. Frankie decide di avere
un maggior controllo dello strumento, trasformando un ca-
none interpretativo rigido in una performance dotata di mo-
vimento. Per far questo afferrava il sostegno del microfono,
avvicinandolo o allontanandolo da lui in accordo a sfuma-
ture di tonalit e timbro che intendeva dare in punti precisi
della canzone. Cos facendo e muovendosi con ricercata abi-
lit sul palcoscenico, fu in grado di creare un rapporto pi
intimo e intenso con il pubblico.
Ma anche il modello di Bing Crosby non sarebbe stato
sufficiente se Sinatra non avesse cominciato a credere nelle
proprie capacit e nella possibilit di metterle a frutto. La
concomitanza di questi fattori ha fatto s che se fino ad al-
lora non cera stato nulla di particolare che avesse attirato la
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
sua attenzione, nulla che potesse indicare una qualche incli-
nazione specifica, a partire dalla scoperta del mondo della
musica latteggiamento cambia radicalmente. Percepisce su-
bito che la musica pu essere una cura molto adatta alla so-
litudine perch lo pone al centro dellattenzione, permet-
tendogli di manifestare la sua intimit pi profonda, da su-
bito costituita da unaffascinante commistione di arrogante
durezza e vulnerabilit.
Il classico esempio di duro dal cuore tenero che pare ri-
vesta un fascino irresistibile per gran parte delluniverso fem-
minile. Ogni scritto dedicato a Sinatra ha dovuto confron-
tarsi con questo punto, ossia le motivazioni del fascino che
riusciva ad esercitare sulle donne. Le risposte date sono mol-
teplici, alcune plausibili altre meno. In prima istanza, direi
che la sua arma seduttiva per eccellenza stata la voce, asso-
ciata per ad una enorme forza vitale, ad unirresistibile
combinazione di fierezza e risolutezza mitigata da un certo
grado di vulnerabilit.
Frankie prestissimo affascinato dal mondo dei musici-
sti, non solo ama cantare con loro, ma passare il tempo con
loro, condividere il prima e il dopo dello spettacolo, assu-
mere comportamenti, linguaggio e stili di vita anticonven-
zionali. La sua adesione al mondo della musica pu essere
interpretata anche come un tentativo di trasformare lisola-
mento e la ghettizzazione di Hoboken in qualcosa che po-
tesse delineare unidentit altra, che avesse una valenza di ri-
scatto e affermazione. In questi momenti iniziali si vede in
nuce quel che segner la sua parabola esistenziale e artistica:
il mondo di musicisti e cantanti, un cenacolo che crea ag-
gregazione e condivisione, sar la sua nuova famiglia, alla
quale rimarr sempre fedele e della quale diverr il Master
assoluto, idolatrato e temuto.
Frankie apprende molto facilmente e molto velocemen-
te: capisce limportanza di far sentire la propria voce alla ra-
. L B
dio ed disposto da subito a cantare gratis per una radio lo-
cale, la WAAT della vicina cittadina di Newark. Non perde
inoltre ogni occasione per farsi notare e fare esperienza, co-
me a matrimoni, feste scolastiche e di quartiere. Il supporto
di Dolly, a questo punto, si rivela cruciale perch finanzia il
figlio per acquistare tutto quel che gli serve per migliorare
le sue prestazioni: un microfono, un amplificatore con spea-
ker, oltre a spartiti musicali con testi e arrangiamenti. Gli
spartiti delle canzoni pi in voga lo aiutano molto nellin-
graziarsi i musicisti, rendendoli pi disposti a lasciarlo can-
tare con loro. Certa che la determinazione del figlio asso-
luta, Dolly si avvale di appoggi e conoscenze per fargli avere
una sorta di ingaggio presso lUnion Club locale: pochi spic-
cioli e qualche sandwich ma cantare quasi tutte le sere per
un paio di mesi procura un po di notoriet. Frankie ha solo
19 anni.
La sua voce rimaneva su tonalit troppo alte e, ovviamen-
te, non si pu dire che avesse gi trovato un proprio stile,
ma un quid di vellutato la voce lo possedeva gi, cos come
era in qualche modo manifesto il connubio di durezza e vul-
nerabilit. Evidente anche da subito il fascino esercitato
soprattutto sul pubblico femminile: se i ragazzi chiedevano
autografi ai musicisti, le ragazze si interessavano al cantante
che, di certo, non si lasciava sfuggire le occasioni. Ma questo
possiamo dire sia da sempre una sorta di requisito che ogni
uomo di spettacolo deve possedere. E sulleccezionale cari-
sma di Sinatra non ci sono mai stati dubbi. Si pu sintetiz-
zare cos: ovunque fosse, lattenzione generale si concentrava
su di lui, una sorta di forza magnetica che coinvolgeva sem-
pre tutti.
Le sue richieste presso musicisti, direttori di gruppi mu-
sicali, proprietari di clubs affinch gli permettessero, a qua-
lunque condizione, di cantare si fanno sempre pi pressanti.
Inoltre Frankie comincia a frequentare in modo assiduo an-
che lambiente degli editori musicali per poter essere infor-
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
mato sulle canzoni e gli arrangiamenti di maggior successo.
La sua insistenza, viene sempre ricordato, unita comunque
a gentilezza. In questo senso si pu dire che, a differenza di
Dolly, rozzamente invadente, impara ben presto a far uso di
un fascino e di uno stile che gli sono propri e che contrad-
distingueranno lintera sua carriera.
Dopo unesitazione iniziale perch non gradiva che il fi-
glio cantasse in un night club, Dolly interviene direttamente
affinch il Rustic Cabin, ad Englewood, nel New Jersey, lo
assuma per il posto vacante di cantante con mansioni anche
di cameriere e presentatore. Contatta il sindaco di una cit-
tadina del New Jersey, figura importante perch era anche
presidente del sindacato locale dei musicisti. A Frankie viene
data la possibilit di partecipare a unaudizione e contraria-
mente al parere del direttore dorchestra del club la supera,
venendo assunto a 15$ a settimana.
Questo episodio viene ripreso in una magistrale versione
romanzata da Alfio Caruso in Willy Melodia ( 2008), libro
che fa comprendere molto meglio di tanta saggistica lintima
essenza della comunit italo-americana della prima met del
secolo scorso. In un capitolo dal titolo Lesame a Sinatra
il protagonista, pianista che a Catania assiste a un omicidio
e che per evitare larresto viene spedito in America, si trova
a dover valutare un giovane aspirante cantante dagli occhi
di un azzurro liquido, dimesso, elegante ma con un abito da
svendita dei grandi magazzini. Willy ricorda la definizione
dello zio materno del ragazzo, la migliore mai data alla qua-
lit della sua voce: fa combaciare la felicit con la tristezza.
Lo accompagna quindi al piano mentre canta e gli bastano
pochi minuti per rendersi conto che il picciotteddu appar-
teneva ad un altro pianeta.
Siamo nel 1938 e questo ingaggio si riveler molto im-
portante sia per la localizzazione del club, molto vicino al
ponte che collega il New Jersey a Manhattan e quindi punto
. L B
ideale di sosta per gli abitanti di entrambe le sponde
dellHudson, e sia perch la musica del club veniva spesso
trasmessa dal vivo il sabato sera sulla WNEW di New York
e quindi poteva raggiungere un pubblico molto vasto. Il no-
me di Sinatra comincia cos ad essere conosciuto al di l delle
Little Italies sparse nel New Jersey.
Lapprezzamento della qualit della voce di Sinatra da
parte dei musicisti che suonano al Rustic Cabin non per
immediato: di tonalit troppo alta ed anche, sostengono,
eccessivamente tesa, trattenuta. Confidando nelle sue pos-
sibilit, Frankie corre subito ai ripari e si affida alle lezioni
di canto di John Quinlan che, ritenendo inoltre il suo im-
pegno tutte le sere al club molto logorante per la voce, gli
fornisce consigli preziosi per proteggerla. Ex cantante dope-
ra, Quinlan pu aver avuto una certa influenza sulladozione
da parte di Sinatra della tradizione italiana del bel canto,
da intendersi come stile che persegue bellezza di suono e in-
tensit lirica con una perfetta combinazione di parole e mu-
sica. Quinlan gli insegna anche lestrema importanza della
dizione che, come noto, in Sinatra raggiunger livelli di
assoluta purezza.
Fa molto bene Hamill a ricordare che il suo stile include
di certo il gusto melodico italiano arricchito per dalla le-
zione del jazz, acquisendo padronanza del ritmo, degli ac-
centi, un fraseggio dinamico, una sensibilit verso la nota e
non verso la potenza. In effetti, a differenza della tradizione
operistica, la sua emissione giocata sulla risonanza delle
parti alte del corpo, ossia della cavit della bocca e del naso,
riducendo al minimo il petto e la gola. Da qui lincredibile
sensazione di naturalezza, una modalit fluente e sofisticata
accompagnata da un emissione inimitabile, carezzevole, pu-
rissima.
Per tutto il corso della sua vita Sinatra stato incredibil-
mente e imprevedibilmente generoso: ha sempre invece avu-
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
to notevoli problemi nellesternare gratitudine per chiun-
que. Ad esempio, stato molto contradditorio anche nei
confronti del suo maestro di canto. In pi di una dichiara-
zione non ha riconosciuto meriti a nessuno, definendosi un
assoluto autodidatta, in altre invece ha dichiarato che se non
fosse stato per Quinlan probabilmente avrebbe avuto la voce
irreparabilmente rovinata dalla pressione cui era sottoposta
dagli impegni al Rustic Cabin. Quinlan non stato comun-
que lunico maestro di canto che gli abbia impartito lezioni:
in vari momenti della sua carriera vi sono stati altri consulti,
che per non hanno mai attenuato la spavalda sicurezza nei
propri mezzi.
Il suo carattere non gli permetteva di subire qualcosa sen-
za un suo intervento diretto, senza una sua attiva partecipa-
zione. Ricordando alcuni aspetti di Gatsby, il celebre perso-
naggio creato da Fitzgerald, scrittore molto amato da Fran-
kie, non pu stupire che nella costruzione dellidentit e del-
limmagine di cantante entri in gioco il suo apporto diretto.
Di fisico minuto, handicap non da poco in un paese che roz-
zamente celebra la quantit a discapito della qualit, pe-
r dotato di una robustezza e di un vigore, valorizzati da un
costante allenamento, che gli permetteranno di affrontare
in ottima forma un modello di vita in grado di logorare
chiunque. Corre, gioca a basket e soprattutto nuota, pratica,
questultima, che manterr per tutto il corso della sua vita.
Queste abitudini, dir pi volte, non lo tenevano solo ge-
nericamente in forma ma potenziavano il suo fiato e quindi
miglioravano la sua abilit nel trattenere a lungo il respiro,
decisiva per la sua magistrale alternanza di legato e staccato
nelle interpretazioni pi jazzistiche.
Il 1939 contrassegnato da eventi decisivi. Dopo anni di
corteggiamento, in febbraio sposa Nancy Barbato, una ra-
gazza molto bella, italiana non solo nellaspetto ma anche
nei valori e nelle tradizioni in cui crede: prima fra tutte,
quella della centralit della famiglia. Nancy apparteneva al
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milieu di Hoboken, lunico conosciuto e accettato. Anche
in questo evento Dolly gioca un ruolo non certo secondario.
Il rapporto con il Rustic Cabin stava concendendo a Frankie
opportunit e tentazioni sconosciute in precedenza. Tra
queste una certa Toni Francke, molto affascinante ma invisa
a Dolly, che porter in tribunale il figlio, accusandolo di una
gravidanza non riconosciuta. Laccusa verr ritirata, ma agli
occhi di Dolly era giunto il momento di proteggerlo da ogni
ulteriore pericolo per la sua moralit. Il matrimonio gli ap-
pare come lunica possibile soluzione e Frankie la acconten-
ta: quanto fosse ingenua la visione della madre il tempo non
tarder a dimostrarlo. Nancy rimarr comunque lunica don-
na che dar figli a Sinatra, Nancy Jr, Tina e Frank Jr, e alla
quale torner, sempre accettato, come ad un approdo sicuro,
per molto tempo anche dopo il divorzio.
Passeranno solo alcuni mesi dal matrimonio quando
Frankie ha un incontro decisivo per la sua carriera. Dopo il
suo debutto a Philadelphia con una nuova orchestra, il
trombettista Harry James fa tappa al Rustic Cabin. Su sug-
gerimento della moglie, Louise Tobin, aveva gi ascoltato la
voce di Sinatra sulle onde della WNEW di New York ma
in ogni caso non aveva afferrato bene il nome del cantante
che per, a parere di entrambi, aveva una vocalit molto in-
teressante. Era comunque alla ricerca di un cantante e Fran-
kie non attendeva altro che essere messo alla prova dal leader
di unorchestra swing perch quel genere di musica, anche
attraverso il grande successo di Benny Goodman, era al cen-
tro della scena musicale americana. Aveva capito benissimo
che la notoriet di un cantante, come nel caso di Bing Cro-
sby, era legata allappartenenza ad unorchestra. Sempre pi
deciso a considerare conclusa lesperienza del Rustic Cabin,
si sentiva pronto. Adorava le sfide: solo cos riusciva a dare
il meglio di se stesso.
Nancy era un po preoccupata per la quantit di denaro
che il marito spendeva per i vestiti: sapeva comunque che
Il mio nome Frank Sinatra: una leggenda italo-americana
ne aveva bisogno per fare buona impressione sul pubblico e
quindi non solo si faceva da parte rispetto alle esigenze della
sua carriera, ma lo incoraggiava e sosteneva. Sapeva che quel-
la era lunica possibilit per tenere in vita il rapporto. Anche
Harry James ha sempre ricordato la ricercatezza, lo stile nel
modo di vestire di Frankie e ha scherzato sui retroscena del
loro incontro. Chiedendo al proprietario del locale dove fos-
se il cantante si sarebbe sentito rispondere che non cera nes-
sun cantante ma semplicemente un presentatore che ogni
tanto tentava di canticchiare. Lincontro tra i due fu molto
cordiale in effetti rimarranno amici per tutta la vita e
linsistenza di Frankie fu tale che James lo assunse subito per
75$ a settimana. Una gloriosa carriera stava per iniziare.
. L B

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