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N° 318/319 | BIMESTRALE - LUGLIO/AGOSTO 2018 | PRIMA IMMISSIONE 28/06/2018 | EURO 8,50

JOHNNY MARR ANCIENT LIGHTS DEAFHEAVEN ZU93 A$AP ROCKY FATUR


KANYE WEST THE CELIBATE RIFLES THE BEACH BOYS SPECIALE CANNES 71

IL LUNGO ADDIO
RIVIERA
MALINCONICA

RETROPOLIS
THIN WHITE ROPE

OLTRE 320 RECENSIONI


TRA DISCHI, LIBRI
FILM E FUMETTI

KAMASI
WASHINGTON
BLACK AMERICA TRA PASSATO E FUTURO

TUTTA LA MUSICA DI CUI HAI BISOGNO

POSTE ITALIANE SPA - SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1, COMM A 1, NO / TORINO - ISSN 1591-4062 - N.7 ANNO 2018
SIREN
FESTIVAL
2 6 • 2 9 J U LY | VA S TO • I TA LY

PUBLIC IMAGE LTD (P.i.L.)


COSMO • SLOWDIVE
2MANYDJS (DJ SET) • dEUS
LALI PUNA • MOUSE ON MARS
BUD SPENCER BLUES EXPLOSION
COLAPESCE • RYLEY WALKER • TOY
RODRIGO AMARANTE • NEIL HALSTEAD
IVREATRONIC • AMARI • M¥SS KETA
THE RAINBAND • ANNABEL ALLUM
SPIELBERGS • MÈSA
GERMANÒ • VANARIN

B. • BIANCO • BLACK SNAKE MOAN


DADAMATTO • FRANCESCO DE LEO
DORSO • LAAGO • LORENZO BTW
FITNESS FOREVER • SACRAMENTO
MARGHERITA VICARIO • VERANO
THE ZEPHYR BONES

I N FO & T I C K E T S : W W W . S I R E N F E S T . C O M
MADLIB dj ∙ FLOATING POINTS dj [4h set] ∙ BEN UFO ∙ EGYPTIAN LOVER ∙ MARCELLUS PITTMAN
DEGO & KAIDI live ∙ SADAR BAHAR & LEE COLLINS: SOUL IN THE HOLE ∙ GE-OLOGY
VOLCOV presents FROM THE ARCHIVE [4h set] ∙ BRADLEY ZERO ∙ LTJ XPERIENCE
NU GUINEA live/dj ∙ JOLLY MARE dj [4h set] ∙ PATRICK GIBIN ∙ BABY G ∙ NATIVE ∙ MOLINARO
JAXX MADICINE ∙ JAREN live ∙ FAT FAT FAT SOUNDSYSTEM
EDI TOR I ALE

LA RAGAZZA CON LA CASSETTA


DI ROSSANO LO MELE

Nel 1993 Elizabeth Clark Phair ha 26 anni. Lunghi delle star, ma si tratta di temi che si applicano a
capelli color miele, figlia (adottiva) di un ceto qualsiasi epoca. La scena cittadina da cui venivo era
statunitense colto e benestante. Cresce a Chicago, ancora ingenua, agli inizi. Stavano venendo fuori
ma va a studiare a San Francisco: lì incontra gli Smashing Pumpkins, gli Urge Overkill. Tutti
l’artista visuale Nancy Spero, una delle donne che suonavano in attesa che arrivassero dei riscontri.
più ha rivendicato nel ‘900 americano il peso del Io invece ero semplicemente infastidita e stanca di
femminismo nell’arte contemporanea. Dopo gli essere la ragazza di uno in una band”. Così nacque
studi, Liz torna a Chicago. Siamo nei primissimi ’90, Exile In Guyville, esilio neo (tardo?) femminista
riprende possesso della sua camera e impara da sola con chiaro riferimento al disco degli Stones. Album
a suonare la chitarra. Comincia a scrivere canzoni doppio, quello di Liz, esattamente come quello di
che sono come un diario aperto. Brani che finiscono Jagger & Richards. Titoli esplicativi (Fuck And Run) e
dentro una serie di audiocassette che Liz chiama versi ancora meglio (“Le tue labbra hanno una taglia
Girly-Sound. Il passaparola cittadino la rende perfetta che dice succhiamelo / ti comporti come un
presto la “più odiata giovane donna di Chicago”. La quattordicenne / qualsiasi cosa tu dica è così odiosa,
definizione è di Brad Wood, suo partner musicale divertente, vera, cattiva / Voglio essere la tua regina
sin dall’inizio. Liz all’epoca esce con un amico di del pompino / Forse sei un tipo timido e introspettivo
Chris Brokaw (che ha suonato in band tipo Come / Per questo sei fuori dal mio obbiettivo). I maschi
e Codeine, fra le altre). Tramite amicizie comuni raccontati da Liz sono diversi da quelli autoaffermati
conosce Wood, che diventa il suo mentore. Perché Liz nella musica esistente. Sempre l’autrice: “Scrivevo
diventa la ragazza più odiata della “città ventosa”? come reazione all’arena rock degli anni 80, l’hair
Perché quella sua autobiografia privata sotto forma metal, il grunge dominato dagli uomini nei ’90,
di canzoni, in quelle prime cassette clandestine, esattamente come l’indie rock. Le donne neanche
contiene versi come: “La prossima volta che facciamo esistevano, come durante le elezioni”.
l’amore / risparmia le parole, fai quello che devi fare
/ sii gentile e usa quel bastone”. Il brano Open Season In queste settimane Exile In Guyville compie un
parla di uno stupro ripreso da un canale televisivo e quarto di secolo. E viene celebrato a dovere con la
ritrasmesso, per il semplice piacere di chi, seduto sul ristampa in tre dischi chiamata Girly-Sound To
divano, segue da casa. Titillata dal successo cittadino Guyville: The 25th Anniversary Box-Set. Senza
di quei nastri, Liz chiede a Wood cosa fare. Quale questo disco probabilmente non avremmo avuto
sarebbe l’etichetta migliore a cui girare il nuovo Courtney Barnett, Julien Baker, Cat Power, Agnes
materiale in lavorazione? Brad risponde la Matador Obel, Chelsea Wolfe, Regina Spektor, Lily Allen,
Records. E così fanno i due, inviando le bozze del Torres, Sharon Van Etten, Natalie Prass, Angel Olsen
primo album ufficiale di Liz alla label newyorkese. etc. Il mondo è lo spioncino da cui lo si osserva. Forse
Che ben presto si accorge di avere per le mani quello la definizione di narrativa femminile farà ancora
che sarebbe diventato quell’esordio. Liz ha ben sorridere qualcuno, ma per dirla con “Uncut”: “Questo
chiaro di vivere in un contesto sociale disfunzionale, album non solo si allinea in anticipo al movimento
soprattutto nella relazione uomo/donna. Allora #MeToo e contro la cultura predatoria americana.
cosa fa? Prende un ingombrante classico di una Ma offre una possibile strategia attraverso la quale le
band all’apice della sua creatività e popolarità per donne possono combattere queste iniquità con l’arte
rielaborarlo dal suo punto di vista. Exile On Main e la musica”. Racconta Liz: “Oggi non mi sembra che
St., infinito, bianco e soprattutto nero, doppio album sia cambiato molto, ma quello che mi rende ottimista
dei Rolling Stones uscito una ventina di anni prima è il fatto che un sacco di ragazze si siano buttate nella
(1972). A quel modello decide di applicare un’altra musica. Da quel punto di vista la differenza è enorme,
forma di narrazione. Liz dichiara a se stessa, ma un sacco di giovani donne che pubblicano dischi,
anche al mensile inglese “Uncut”, numero 253: fanno concerti affollati. Ma dall’altro lato è cambiato
“Hey, Stones, la ragazza dentro quelle canzoni potrei qualcosa? È facile per loro fare tutto ciò? Manco per
essere io. Volevo raccontare cosa significava essere idea, infatti si lamentano delle stesse identiche cose di
una ragazza vicina a delle rockstar. I ragazzi che cui mi lamentavo io all’epoca. La cultura non si è poi
suonavano a Chicago non erano necessariamente evoluta così tanto quanto pensiamo”.

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318/319 CO N T E N U T I

26

COV E R S TO R Y

A M ER ICA ( N E R A ) O G G I

26 America (nera) oggi DI MAURO FENOGLIO


E LUCA GRICINELLA

38 Johnny Marr DI NICHOLAS DAVID ALTEA

44 Italian Riviera DI MAURIZIO BLATTO


E FRANCESCO FARABEGOLI

50 Distorsioni: Ancient Lights DI CLAUDIO SORGE

96 Retropolis: Thin White Rope


DI ALESSANDRO BESSELVA
AVERAME
NUMER O: 318/319
ANNO 2 7
LUG LI O/AG OSTO 2 018

DI R ET TOR E R ESPONS ABI LE


Marco De Crescenzo
DI R ET TOR E EDI TOR I ALE
Rossano Lo Mele

COOR DI NAMENTO R EDAZI ONAL E


Alessandro Besselva Averame

CONSULENTI ALL A R EDAZI ONE


Maurizio Blatto, Giona A. Nazzaro,
Andrea Pomini, Claudio Sorge, Giorgio Valletta
J OHN N Y M A R R R UBR I CH E Alessandro Baronciani, Carlo
P. 3 8 Bordone, Luca Doldi, Francesco Farabegoli,
Sergio Messina, Marco Pecorari, Barbara Santi

COLL ABOR ATOR I


Elia Alovisi, Davide Agazzi, Diego Ballani,
Antonio Belmonte, Paolo Bogo, Claudia
Bonadonna, Daniele Cianfriglia, Arturo
Compagnoni, Stefano Fanti, Mauro Fenoglio,
Paolo Ferrari, Daniele Ferriero, Manuel
Graziani, Luca Gricinella, Stefano Morelli,
Luca Minutolo, Luigi Mutarelli, Andrea
Prevignano, Mario Ruggeri, Gianluca Runza,
Emanuele Sacchi, Fabio Striani, Andrea
Valentini, Francesco Vignani

DI R EZI ONE AR TI STI CA


E PR OG ET TO G R AF I CO
Stefano Manzi

F OTOG R AF I Luca Pagetti, Francesca Sara


RE TROP OL I S Cauli, Stefano “Star Fooker” Brambilla,
Luigi De Palma

TH IN WHIT E R O P E WE B Nicholas David Altea, Letizia Bognanni


P. 9 6
MAR KETI NG E PUBBLI CI TÀ
Francesco Sassi - promorumore@gmail.com

AMMI NI S TR AZI ONE


RUMOREMAG.COM DI F F US I ONE E COR R I S PONDEN Z A
HOMEWORK EDIZIONI
Corso Einaudi 53, 10129 - Torino
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rumo remag r u mo remag az i ne ru m o re m a ga z i n e
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA
MEPE Distribuzione Editoriale
Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano (MI)

S TAMPA Reggiani S.p.A. - Brezzo di Dedero (VA)

4 Editoriale 92 Flashback Pubblicità a carattere musicale


8 News 93 Retropolis direttamente presso l’editore

1 4 Il gusto della musica 95 Campioni Autorizzazione del tribunale di Torino n. 21


1 6 Privè 102 Che fine hai fatto? del 25/07/2013
ISCRIZIONE AL ROC N° 23733
1 8 My Tunes 103 Identità di genere
2 0 Futura Finito di stampare nel mese di Giugno 2018
104 Visioni
CONTEN ITOR I 61 Recensioni 108 Letture
6 2 Disco Del Mese 110 Fumetti
82 Treecolore 111 Poster-i
84 Radici 112 Dal Vivo
86 In Italia 114 Banda Larga
9 0 Singolare
ISIS BROCKAMPTON SPIRITUALIZED BELLE AND SEBASTIAN

A CU RA DELL A RE DA Z I ONE ESTATE 2018 @ ru m o re m a ga z i n e

PRINCE DEERHUNTER BEASTIE BOYS CHEMICAL BROTHERS

I N D I C E : N E W S p . 0 8 — F A C C I A M O I C O N T I p . 0 9 — S O C I A L p . 1 0 — I N A R R I V O p . 1 0 — R . I . P. p . 1 2

ISIS RE DIVIVI

Si riformano gli ISIS, a otto


anni dallo scioglimento. Ma
con un altro nome, e solo per
una serata, al Wilters di Los
Angeles il prossimo 13 ottobre.
La sigla scelta da Aaron
Turner, Jeff Caxide, Aaron
Harris, Michael Gallagher e
Bryant Clifford Meyers per
tornare sul palco è Celestial, e
l'occasione la offre un concerto
di beneficenza organizzato
in ricordo di Caleb Scofield
dei Cave In, scomparso
alcuni mesi fa in un incidente
automobilistico. Al concerto
prenderanno parte gli stessi
Cave In, oltre a Old Man
Gloom (altra band in cui aveva
militato Scofield) e i Pelican.

P RINC E INE DITO

LA BBC SMANTELLA GLI STUDI?


Annunciato in occasione di
quello che sarebbe stato il
sessantesimo compleanno
a BBC ha rivelato registrata gran parte delle leggendarie John
del musicista di Minneapolis,
l'intenzione di voler Peel Sessions trasmesse dal 1967 al 1994. La
Piano & A Microphone 1983 è
il didascalico titolo dato a un L smantellare i suoi notizia ha provocato comprensibilmente una
album “unplugged” inedito, storici studi londinesi presa di posizione da parte di molti artisti,
registrato nel proprio studio di Maida Vale. che hanno diffuso via Twitter l'hashtag
casalingo da Prince nei primi L'edificio, costruito #BBCSaveMaidaVale. Tra i nomi che
anni 80. In scaletta, oltre nel 1909 come sala per il pattinaggio e hanno aderito all'appello, Geoff Barrow dei
a una versione dell'allora acquisito definitivamente dall'emittente Portishead, Andy Bell dei Ride, Cedric Bixler-
ancora inedita Purple Rain, Zavala degli At The Drive-In. E pure Nigel
di stato britannico nell'immediato
una cover di A Case Of You Godrich, che ha scritto: “Non distruggete una
dopoguerra, ha ospitato, tra l'altro, la
di Joni Mitchell e lo spiritual parte così importante del nostro patrimonio
ottocentesco Mary Don't You sede del BBC Radiophonic Workshop,
unità sperimentale di sonorizzazione culturale – importante tanto quanto gli studi
Weep. Intanto Damon Albarn,
che sviluppò l'avveniristica sigla di Dr. di Abbey Road”.
nel corso di una intervista
rilasciata alla britannica Who. Ed è anche il luogo in cui è stata

8 | RUMOREMAG.COM
Radio X, ha rivelato di aver
rifiutato di partecipare a una
FACCIAMO I CONTI session con il musicista negli

10
studi di Paisley Park perché
gli era stato comunicato che
Prince non permetteva di
fumare in studio.

10 O FORSE 11, NON RICORDA NEANCHE LUI, I TATUAGGI IN C R O C IE R A CO N

18
SPARSI SUL CORPO DI JOHNNY MARR B E LLE A ND S E B A STIA N

I Belle And Sebastian hanno


annunciato ufficialmente The
Boaty Weekender: un festival
18 ANNI: L'ETÀ IN CUI ROSY JONES ENTRÒ NELLE GOAT di quattro giorni su una nave

90
GIRL: CONOBBE IL RESTO DELLA BAND A UN CONCERTO da crociera nel Mediterraneo,
D E I FAT W H I T E FA M I LY comprendente vari concerti
della band (inclusa
l'esecuzione per intero di
Fold Your Hands Child, You
Walk Like a Peasant, album

17
90%: L A PERCENTUALE DI E-MAIL POSITIVE E AMOREVOLI che gli scozzesi pubblicavano
CHE FRANK TURNER RICEVE DAI FAN (INDIRIZZO nel 2000) e di vari ospiti
PUBBLICO SUL SUO SITO). che ancora non sono stati
IL RESTANTE 10% È SGRADEVOLE annunciati, oltre a feste a
tema, Q&A sessions e molto
altro. La crociera salperà l'8
agosto del prossimo anno

3
da Barcellona e farà tappa a
17 VOLTE IN UN GIORNO: IL RECORD DI FUGHE IN BAGNO Cagliari, per tornare infine in
PER VOMITARE DI CHARLIE STEEN DEGLI SHAME Spagna il 12 agosto.
DOPO TRE ANNI DI TOUR
FUZZ OUT

50
Glenn Snoddy, l'ingegnere
3 I SOLD OUT DI FILA ALLA O2 ACADEMY DI BRIXTON, del suono originario del
LONDRA, PER THE STREETS, CHE CELEBRA IL SUO Tennessee che nel 1960
RITORNO E LE RISTAMPE DEI PRIMI ALBUM inventò casualmente il fuzz, è
scomparso all'età di 96 anni.
Dopo aver lavorato in radio

1787
ed essere diventato uno dei
50 ANNI CHE ROGER DALTREY DEGLI WHO NON COMPRA tecnici di studio più richiesti a
UN DISCO. OGGI TUTTI RUBANO L A LORO MUSICA E LUI Nashville a partire dagli anni
LO FA CON QUELL A DEGLI ALTRI, DICE 40 (fu lui a registrare l'ultima
session di Hank Williams,
nel 1952), Snoddy aveva
scoperto l'effetto per caso

21
durante una registrazione,
1787: L'ANNO IN CUI FU COSTRUITA L A FAT TORIA nel corso della quale il
DI PROPRIETÀ DI NEKO CASE NEL VERMONT basso aveva incominciato ad
emettere un suono distorto
dopo che il trasformatore
dell'amplificatore si era fuso,
inventando l'apposito pedale
21 O + ANNI: L'ETÀ MINIMA D'ACCESSO PER QUASI TUT TO per replicare l'effetto.
IL TOUR AMERICANO DEI WOLF ALICE NEI CLUB. GRANDE
FRUSTRAZIONE DELLA BAND PER LA FASCIA DI FAN 18/21 D E E R H U NT E R A L L AVO R O

Lo scorso giugno Deerhunter


e Animal Collective hanno
improvvisato una jam sul
RUMORE È DISPONIBLE OGNI MESE ANCHE IN VERSIONE DIGITALE
palco di Le Poisson Rouge di
SCARICA SUBITO LA NOSTRA APP! New York. La formazione di
DISPONIBILE PER SMARTPHONE E TABLET APPLE E ANDROID Brendon Cox sta portando in
tour una line up rinnovata,

RUMOREMAG.COM | 9
N E W S! E S TAT E 2 0 18

e vendendo ai concerti una


cassetta in edizione limitata RUMORE PER IL SOCIAL
intitolata The Double Dream
Of Spring. Ma la vera novità SF O G H I, CO N FE S S IO N I E CA Z Z EGGI CAT TUR ATI IN RE TE
è che, a quanto pare, c'è un
nuovo album in lavorazione.
Il titolo, ancora provvisorio,
ED SHEERAN IS FOR BOYS,
è Why Hasn't Everything
SLEAFORD MODS IS FOR MEN
Already Disappeared?, e a SLEAFORD
produrlo sarà Cate Le Bon.
Royal Wedding is for Disney cunts with fuck
M O D S all else in their lives.
L A SCOM PARSA DI
@SLEAFORDMODSOFFICIAL
S TEWART LU PTON (Il Royal Wedding è una roba da stronzi Disney che non
hanno un cazzo da fare nelle loro vite)

Stewart Lupton, cantante


dei newyorchesi Jonathan
Fire*Eater, è scomparso lo
scorso giugno all'età di 43 DATEMI UN MARTELLO
anni. Nessuna dichiarazione Look at your phone as tool not an obligation. Would
ufficiale sulla causa della you walk around with a hammer in your pocket?
morte, anche se la famiglia, You would pick up a hammer when you needed it you
parlando al “New York K A N Y E would never be addicted or obligated to it. Use your
Times”, ha menzionato phone like a hammer only pick it up when you need it.
un “disperato tentativo di W E S T
sfuggire alle voci che lo (Considerate il vostro telefono uno strumento e non
tormentavano”. La band
@ K A N Y E W E S T un obbligo. Camminereste con un martello in tasca?
newyorchese, considerata da Afferrereste in mano il martello solo quando ne avreste
bisogno, non vi sentireste mai costretti a farlo o dipendenti.
molti precorritrice di quella
Usate il vostro telefono come un martello, prendetelo in
scena cittadina di inizio mano solo quando ne avete bisogno).
millennio che ha prodotto
band come Strokes e Yeah
Yeah Yeahs, si era formata
nel 1993 e si era sciolta
cinque anni dopo, poco dopo
la pubblicazione del primo
e unico lavoro, Wolf Songs IN ARRIVO
For Lambs, senza riuscire,
a causa anche di contrasti
interni, a ottenere il successo
che in molti pronosticavano.
Gli altri componenti del
gruppo, dopo lo scioglimento,
avevano fondato i Walkmen
con Hamilton Leithauser e
Peter Bauer, mentre Lupton SPIRITUALIZED
aveva completato gli studi
alla George Washington AND NOTHING HURT
University, dedicandosi BELLA UNION
sporadicamente alla musica
con progetti come Child
Ballads e Beatin's.
Sei anni dopo Sweet Heart Sweet Light, Jason Pierce pubblica un nuovo album degli
IL LIB RO SUI Spiritualized, facendo sapere, tramite un lungo e articolato comunicato apparso sul sito della
BE ASTIE B OYS Bella Union, che potrebbe davvero trattarsi, come dichiarato lo scorso anno, dell'ultimo
lavoro della band: “Sono stato piuttosto sincero a riguardo e penso tuttora che possa essere
così. Mi sono sentito impazzire così a lungo. Non intendo dire che si tratta di un viaggio
Lo aveva annunciato alcuni senza ritorno, adesso sto bene... Solo che è una cosa talmente dura, realizzare un disco
mesi fa Michael “Mike D” come questo da soli”. Il disco è stato registrato infatti da Pierce al piano superiore della sua
Diamond che il libro sui casa londinese in completa solitudine, utilizzando un laptop. Al momento l'uscita è stata
Beastie Boys a cui lavorava anticipata da un paio di canzoni, I'm Your Man e A Perfect Miracle.
insieme ad Adam “Ad.Rock”
Horovitz fin dal 2013 – anno SP I R I TUAL I ZED.CO M - BE LL AU NIO N.C O M
successivo alla prematura
scomparsa di Adam “MCA”
Yauch - sarebbe uscito entro
l'anno. Ora c'è una data: FUORI IL 7 SET TEMBRE 2018
Beastie Boys Book uscirà

10 | RUMOREMAG.COM
il prossimo 30 ottobre per
Spiegel & Grau e sarà un
tomo imponente di quasi 600
pagine, con contributi, tra gli
altri, di Colson Whitehead,
SITUATIONISM BEGINS Spike Jonze e Wes Anderson.
AT HOME
JOHNNY C H E M IC A L D R EA M
M A R R Art Action against
politics.
B R OT H E R S
@JOHNNYMARRGRAM

(l'Azione dell'Arte contro la


politica) Capita di registrare una
cover di Tim Buckley e
lasciarla in un cassetto per
una ventina d'anni, no? Di
sicuro è capitato ai Chemical
Brothers e a Beth Orton,
ed è quest'ultima che ha
recuperato il pezzo, una
r u mo remag r u m o re m a ga z i n e cover di I Never Asked To
Be You Mountain registrata
presumibilmente intorno al
1998, all'epoca di Central
Reservation e poco dopo

ASCOLTA
QUESTO
NUMERO SU
SPOTIFY

L'ESPERIENZA
DI RUMORE
BATTUTA D'ARRESTO PER I BROCKAMPTON SI AMPLIFICA
OGNI MESE UNA NUOVA
uai in casa prima”. I Brockhampton hanno anche PLAYLIST DEDICATA
Brockhampton. Ameer cancellato alcune date, e annunciato di essere AL NUMERO IN USCITA

G Vann, componente del “tornati a casa per riorganizzarci”. Quasi


PER VIVERE IL MAGAZINE
collettivo texano, è contemporaneamente il leader del collettivo,
IN MANIERA TUTTA NUOVA
stato accusato lo scorso Kevin Abstract, aveva comunicato che l'uscita
giugno di molestie del nuovo album, PUPPY, originariamente
sessuali da parte di alcune donne. prevista per il mese scorso su RCA, sarebbe
Successivamente il gruppo ha annunciato stata rimandata, aggiungendo: “Non mi sento
di averlo cacciato, dichiarando in a mio agio con l'idea di andare in tour senza
un comunicato ufficiale: “vogliamo prima affrontare la faccenda, perché so che
sinceramente chiedere scusa alle vittime il concerto dei Brockhampton è un luogo in
colpite dalle azioni di Ameer. Ci sono cui si sente accolta la gente che non riesce ad
state raccontate delle bugie e siamo esserlo a casa e in famiglia”. ru m o re m a ga z ine
dispiaciuti di non avere preso posizione

RUMOREMAG.COM | 11
N E W S! E S TAT E 2 0 18

l'uscita di Dig Your Own

GLENN
Hole, album dei due fratelli
chimici a cui aveva preso

BRANCA
parte la folksinger britannica.
La Orton ha diffuso la
cover annunciando di avere Nativo di Harrisburg in Pennsylvania, diplomato in
approntato una propria teatro all'Emerson College di Boston (dove fonda una
etichetta, Lost Leaves, con cui compagnia teatrale sperimentale, occupandosi anche
si ripromette di pubblicare
delle musiche), Glenn Branca si trasferisce a New York
una serie di inediti accumulati
alla fine degli anni 70 diventando uno dei protagonisti
nel corso degli anni.
della No wave cittadina, fondando i seminali Theoretical
RI CO RDIAM O ANC H E. . . Girls insieme a Jeffrey Lohn (un solo singolo all'attivo a
dispetto dell'enorme influenza sull'intera scena) e rea-
lizzando musica per rumorose orchestre di sole chitarre,
Tra i lutti recenti, segnaliamo
formato grazie al quale può utilizzare accordature al-
anche Nick Knox, storico ternative, timbriche inusuali, ripetitività e drone music
batterista dei Cramps, in combinazioni mai sperimentate in precedenza, e che
Danny Kirwan, chitarrista si rivelerà fondamentale per la nascita di band come i
dei Fleetwood Mac dal Sonic Youth, i quali esordiranno su Neutral Records, eti-
1968 al 1972, Clarence chetta fondata dallo stesso Branca, mentre Lee Ranaldo
Fountain dei Blind Boys e Thurston Moore presteranno in varie occasioni le loro
Of Alabama, Reggie Lucas, chitarre alle partiture del compositore. The Ascension,
collaboratore di Miles Davis album uscito nel 1981 e ispirato a Olivier Messiaen e
(Dark Magus, Get Up With
John Coltrane, rappresenta probabilmente l'apice visi-
It) e primo produttore di
Madonna (il debutto dell'83),
bile del suo approccio avant-garde, che nel corso degli
l'ex chitarrista degli Anal (19 48-201 8) anni, oltre a influenzare in maniera decisiva il noise
Cunt Josh Martin, e Scott rock, gli varrà anche riconoscimenti accademici.
Hutchingson, 36 anni,
frontman della band indie
scozzese Frightened Rabbit,
scomparso lo scorso maggio
e ritrovato dopo pochi giorni
senza vita dalla polizia.
JON HISEMAN
Fondatore dei Colosseum, nati nel 1968 con il coinvol-
ERRATA CORRIGE gimento del sassofonista Dick Heckstall-Smith, con
N° 316/317 cui aveva suonato sia nei Graham Bond Organization
che negli Heartbreakers di John Mayall, Hiseman,
batterista raffinato e potente, creò con quella band –
N. 316: Nella recensione attiva nella sua prima incarnazione fino al 1971 - una
della ristampa di Camarão originalissima miscela di jazz, rock, blues e progressi-
in Retropolis, autore Andrea ve. A quella idea di musica tornerà a più riprese, con
Pomini, compare all'inizio tanto di reunion e spin off (i Colosseum II, più orien-
una frase di troppo. La
tati alla fusion). Lo scorso anno era uscito il primo
recensione inizia in realtà da
“In una delle sue incursioni...”
album dei JCM, trio con l'ex collega Clem Clempson e
N. 317: Il nome Kyuss
(19 44-2018) il bassista Mark Clarke.
compare per errore due volte
in copertina.

JALAL MANSUR
IN USCITA

Anna Calvi Hunter (31


agosto) Wild Nothing
NURIDDIN
Indigo (31 agosto) Chilly Componente dei Last Poets, da molti considerati in tutto
Gonzales Solo Piano III (7 e per tutto i padrini del rap, Nuriddin (anche noto come
settembre) Clutch Book Of Alafia Pudim e Lightnin' Rod), a proposito di quella pro-
Bad Decisions (7 settembre) genitura, aveva detto in un'intervista che “i Last Poets non
Low Double Negative (14 avevano inventato il rap pensando di farlo diventare una
settembre) Orbital Monsters forma d'arte commerciale, ma come necessità politica,
Exist (14 settembre) Mutual per poter articolare il nostro programma politico, rivo-
Benefit Thunder Follows
luzionario ed evolutivo”. Nuriddin si era unito al gruppo
The Heart (21 settembre)
Suede The Blue Hour (21
nei tardi anni 60, contribuendo in maniera decisiva a una
settembre) Villagers The Art (19 44-2018) musica che mescolava spoken word e percussioni, a parti-
Of Pretending To Swim (21 re dall'omonimo, classico album di debutto del 1970.
settembre)

12 | RUMOREMAG.COM
IL GUSTO DELLA MUSICA

R IC E T TA: 06 S ER VI TO DA: ALESSANDRO BESSELVA AVER A M E

RICONOSCERE IMMEDIATAMENTE UN SUONO O UN GUSTO È UN RIFLESSO AUTOMATICO E QUOTIDIANO.


“RUMORE”, IN COLL ABORAZIONE CON JAMESON, VI PORTA A SCOPRIRE CIÒ CHE LI RENDE RICONOSCIBILI.

Jean-Claude Vannier, Il '68


e l'assassino delle mosche
el maggio di culto L'Enfant Assassin Des – che l'amico Gainsbourg aveva

“N
1968 Parigi Mouches, originalissimo album contribuito, ideando i titoli dei
era in fiamme. strumentale pubblicato nel 1972 brani strumentali e un breve,
Dalla rivolta in 100 copie a lungo ammantato surrealmente macabro script che
studentesca di mistero, riscoperto e riportato li univa, a trasformare in concept
scaturì una a nuova vita una decina di anni fa album – portava alle estreme
nuova ondata di musica francese dalla Finders Keepers, etichetta del conseguenze, se possibile, quelle
che si identificava con il mood DJ, producer e crate digger Andy intuizioni. Infiltrando tra le trame
del paese – più cupa, e più Votel. Musicista, compositore cinematiche degli arrangiamenti
introspettiva dello yé-yé, la e arrangiatore autodidatta dai schegge di musique concrète,
rivoluzione culturale francese metodi poco ortodossi, Vannier allucinazioni prog rock, carillon
consentiva ai mondi della canzone, è stato uno dei protagonisti felliniani, miraggi mediorientali
del jazz, del pop e delle colonne della rivoluzione musicale di cui (il meraviglioso, roteante e
sonore, precedentemente separati, sopra, instillando il germe della caleidoscopico bazar tra India e
di fondersi l'uno nell'altro. Carico sperimentazione nel pop francese Maghreb di Le Roi Des Mouches
di archi e tracce ritmiche pronte dell'epoca. Probabilmente il Et La Confiture De Rouse, con
per essere campionate, questo più originale e spericolato nel chitarre come sitar e archi dervisci
nuovo suono era incarnato da compiere l'operazione, il partner immersi in una nube di riverberi),
Histoire De Melody Nelson di artistico che aiutò Gainsbourg cori alla Atom Heart Mother e
Serge Gainsbourg, che tuttavia non – con il quale aveva già lavorato idilli pastorali. Vannier contribuirà
è un classico isolato – quella fu alla colonna sonora del film con gli arrangiamenti e le musiche
un'età dell'oro per il pop francese”. Cannabis - a mettere in pratica le di un paio di brani a Di Doo Dah
Così la press release di Paris In visioni d'assenzio e di amour fou di Jane Birkin (1973), prima di
The Spring, compilation a tema di Melody Nelson, trasformando reinventarsi, con buon successo,
che celebra il cinquantennale del il mix di chitarre elettriche cantautore e interprete, senza mai
Maggio Francese curata da Pete smozzicate, groove febbrili, abbandonare del tutto l'attività
Wiggs e Bob Stanley dei Saint bassi dinamici e orchestrazioni di arrangiatore e orchestratore
Etienne per Ace Records, fresca che si producevano in orientali poco ortodosso. Ma la la magia
di stampa e recensita su questo fioriture d'archi, su cui il Serge anticonformista del bambino
numero. Tra le tracce in scaletta, nazionale si produceva in un assassino di mosche resterà il
un brano di Jean-Claude Vannier, caratteristico ibrido di cantato e simbolo perfetto di una irripetibile
Les Gardes Volent Au Secours Du parlato, nell'apice di una carriera rivoluzione musicale.
Roi, versione alternativa del brano già straordinaria. L'anno dopo
omonimo apparso sul suo classico L'Assassin Enfant Des Mouches

INGREDIENTI:

musique concrète, archi roteanti, batterie da campionare, groovedelia.

IL DISCO: DOVE:

L'ENFANT ASSASSIN DES MOUCHES jeanclaudevannier.fr


SUZELLE, 1972 / FINDERS KEEPERS, 2006

ASCOLTA IL GUSTO DELLA MUSICA SU SPOTIFY

14 | RUMOREMAG.COM
CAMBIANDO L'ORDINE DEI FAT TORI IL PRODOT TO TESTO DI
PRIVÈ / #OALD - A VOLTE - CAMBIA F RANCES CO FARAB EG O LI

CAMBIANDO L'ORDINE
DEI FAT TORI IL PRODOT TO

Cambiando l'ordine
- A VOLTE - CAMBIA

dei fattori il prodotto


- a volte - cambia
#OALD

è capitato a me, e di cui vado a il numero è in stampa, tra poco


raccontare qui di seguito: otto mesi sarà nelle edicole. L'ufficio stampa
fa su queste pagine ho recensito abbozza e passiamo oltre. Poi,
un gruppo che non esiste. Be', ero qualche mese dopo la pagina del
in buona fede. Vi racconto come è gruppo su Facebook cambia nome.
andata. Qualcuno mostra anche di essere
allarmato: perché? Si sono sciolti?
L'11 settembre del 2017 arriva il Hanno cambiato genere? No, è
comunicato stampa di un disco in solo un cambio di ragione sociale.
uscita a ottobre. È il nuovo album Un particolare succoso: il nuovo
di un gruppo che ha deciso di nome non è quello che stava nel
cambiare ragione sociale, con tanto comunicato stampa. E il disco in
di spiegazione dei motivi allegata uscita? Be', uscirà. Però uscirà
al comunicato (uno dei motivi: il in un'altra versione, con un altro
Tendenzialmente chi scrive nome vecchio era troppo incasinato titolo, e a firma di un altro gruppo.
di musica preferisce la carta o da cercare su google) (giuro). In
Internet: raramente riesce a questi casi tocca decidere quando Cos'è successo? Non lo so. La mia
relazionarsi a entrambe senza uscire: per andare su ottobre ipotesi è che la band abbia mandato
problemi. Questa cosa ha favorito il tocca fare in fretta, a novembre ci dei demo del disco all'etichetta,
crearsi di un certo sistema di classi, sarebbero tempi più rilassati - ma ipotizzando un cambio nome.
in cui quelli di Internet e quelli la rece esce dopo che tutti ne hanno Qualcuno non s'è spiegato bene, o
della carta si accusano a vicenda di già parlato online. Così Rossano qualcuno non s'è coordinato con
cose diverse. Quelli della carta, per mi tiene uno slot per ottobre, qualcun altro. Qualche ora dopo
dire, vengono spesso accusati di a patto di consegnare entro la è uscito un comunicato stampa.
eccessiva seriosità e di non piegarsi notte successiva. Un giorno per Poi, una volta venuto a galla il
a un mondo che sta andando avanti recensire un disco è pochino, ma malinteso, si è dovuti correre ai
a una velocità diversa. In realtà vabbè. Se sei un ufficio stampa, e ripari. Alle riviste web basta dire
scrivere per una rivista di carta mi mandi il 10 settembre un disco di non uscire, o di mettere offline i
ti porta a conoscere tempistiche scrivendo che uscirà ad ottobre, la pezzi usciti. Per la stampa cartacea
molto più vorticose: streaming tua potrebbe essere una strategia: invece bisogna fare il segno della
blindati a ridosso della consegna, mi costringi ad ascolti frettolosi croce, e tutto sommato è andata
dischi messi online dagli artisti e pareri a caldo. Non so. Nel caso bene: credo che siano riusciti a
senza preavviso, e via di queste. Di de quo la strategia non funziona bloccare tutte le recensioni tranne
tanto in tanto questa foga belluina molto: il giorno dopo consegno una una. Che continua a fare capolino
nei lanci dà luogo a situazioni mezza stroncatura. Una settimana sul numero di ottobre di “Rumore”:
paradossali in cui il buon senso dopo, il 20 settembre, l'ufficio la stroncatura di un disco che per
tende a ripiegarsi su se stesso, e stampa mi chiede di bloccare la nome autore, titolo album e musica
le persone coinvolte si trovano a recensione: il disco uscirà più contenuta non è mai uscito.
pestare certe merde di proporzioni avanti in una versione diversa. Boh, si fa quel che si può.
epiche. L'ultimo episodio che COSA?, rispondo. A questo punto

16 | RUMOREMAG.COM
TESTO DI
PRIVÈ / BLOG'N'ROLL GIMME HEAD CARLO B O RD ON E

Gimme Head
BLOG'N'ROLL

Julian-Cope-l’artista (concerti, mostruosa e trogloditica efficacia.


dischi, pubblicazioni ecc.), e Chi ha letto Krautrocksampler
sempre meno critica. Ebbene sì: e Japrocksampler, o conosce un
critica. Perché se Head Heritage minimo i gusti di Cope, sa di che
è stato a lungo il mio sito - genere di musica si parla. È roba
termine singolarmente adatto che quando hai finito di leggere
a Cope - preferito non era certo o ti trasformi in uno dei Blue
per la sezione merchandising, Cheer o vorresti scendere per
piuttosto dozzinale, né per quella strada vestito con una pelle d’orso
denominata U-Know!, vale a dire e prendere a mazzate chiunque
il coté politico-movimentista incontri. Hard rock tamarrissimo,
del musicista (e della moglie giapponesi con i capelli lunghi
Dorian), ammirevole per la sua fino ai piedi, noise makers senza
militanza ma le cui tirate psico- nessuna speranza, tedeschi
Dopo quasi due anni di rubrica socio-filosofiche hanno il grado assurdi dimenticati da Odino.
in cui parlo di blog, i miei piccoli di sobrietà e chiarezza (zero) di Ma poi tra un Tetragrammaton
lettori vorranno sapere qual è il 131, il suo folle romanzo sugli e un Vibracathedral Orchestra,
blog a cui sono più affezionato hooligan ambientato in Sardegna. tra un Sir Lord Baltimore e un
in assoluto (lo so che non ve ne E neanche per le disquisizioni sui Cadaverous Condition ti spuntava
frega niente, ma appunto dopo vari resti megalitici sparsi per il un Franco Battiato (Fetus) o un Le
quasi due anni di rubrica non so mondo, argomento tipicamente Stelle Di Mario Schifano, sui quali
più come attaccare un pezzo). cope-iano che mi ha interessato Cope diceva cose intelligentissime
Orsù, celebriamo allora IL blog. per un tempo record di credo (e ovviamente verbosissime). Il
L’Archetipo. O, per dirla con la quattro minuti. No, la vera ragion Druido non ci scrive più, da anni,
terminologia del suo tenutario: d’essere di Head Heritage sono le ma se non l’avete ancora fatto
l’UR-blog. Avrete capito: stiamo recensioni dei “dischi del mese” tuffatevi in quell’archivio di deliri
parlando di quel meraviglioso (niente attualità: il mondo di a ruota libera. Rivaluterete il
rintronato di Julian Cope. Credo Cope è ossessivamente anni 70, concetto di tunnel vision.
sia più o meno dal 2000 C.E. con rare eccezioni). Stanno tutte
(ovvero “current era”, secondo in una sezione chiamata Unsung
il calendario Juliano) che ho e lì rimarranno in eterno, come
tra i preferiti Head Heritage, i dolmen di Stonehenge, anche
il quartier generale on line del quando Julian e tutti noi avremo
vecchio Arci-Druido. Fino a traslocato in altre dimensioni.
qualche anno fa ci passavo almeno Testimonianza di una mente
un’oretta a settimana, ma negli contorta eppure lucidissima, ma
ultimi tempi il refresh sulla soprattutto di una passione per
pagina è diventato un’esperienza la musica che nessuno riesce a
frustrante. Pochi aggiornamenti, trasmettere ai suoi simili - “head
quasi tutti relativi al business di to head”, appunto - con la stessa

RUMOREMAG.COM | 17
MY TUNES
THE BEACH BOYS
CAROLINE, NO

ESTATE 2018 DI MAURIZIO BL AT TO ONLINE: thebeachboys.com

Non credo di poter spiegare Pet Sounds in tre righe. Quindi ascoltate questa. Andy Lippincott è un personaggio di
Doonesbury, la saga a fumetti firmata da Gary Trudeau. Quando è ormai irrimediabilmente ammalato, riceve nel suo letto
Pet Sounds in CD. È raggiante e orgoglioso di aver vissuto a sufficienza per averlo visto ristampare. Quando gli dicono
che ci sono due extra track pensa di essere già morto e in paradiso. Ma invece se ne va non molto dopo, mentre risuona
Wouldn’t It Be Nice, serenamente. Direi che ci siamo capiti.

18 | RUMOREMAG.COM
TESTO DI
MY TUNES THE BEACH BOYS CAROLINE, NO MAU RIZIO B L AT TO

uando le cose vanno “IL PROFESSORE ROBERTO PANI, DOCENTE DI PSICOLOGIA


malissimo o, al
CLINICA ALL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, RACCONTA:
Q contrario, realizzi
di essere felice, NELLA MIA ESPERIENZA DI PSICOANALISTA HO POTUTO
vorresti cristallizzare
CONSTATARE CHE LE EMOZIONI CHE OSCILLANO TRA
il mondo, bloccarlo.
Per ragioni opposte, ovviamente. Senti ASPETTI DEPRESSIVI E ASPETTI EUFORICI CORRISPONDONO
che tanto non potrai che peggiorare, SPESSO A MODIFICAZIONI DEL TAGLIO E
desideri che una meraviglia simile
duri per sempre. Controllare il mondo DELL’ACCONCIATURA FEMMINILE”.
è una fantasia comune, certe volte ( D O N N A M O D E R N A .CO M )
trattieni il respiro e pensi: “stiamo tutti
così, il più lungo possibile, immobili”.
Non succede mai e a ricordartelo
sono piccoli dettagli, incrinature che no”. Brian ha 24 anni, ma è già in piena per enfatizzare l’effetto “giovanile”.
all’improvviso ti appaiano enormi. Dei mitologia dell’adolescenza e forse non Tutto è di una bellezza insostenibile e,
tradimenti. Perché l’hai fatto? Chi si è ne uscirà mai. Tony Asher, che aveva infatti, dura pochissimo. Per salvare se
mosso? Non ti andava bene? Essere un già collaborato per God Only Knows, stesso e noi che l’ascoltiamo. Come se
genio deve comportare una condanna, scrive le parole e pensa alla sua ex non bastasse, appena finiscono le note,
insieme al dono credo ti recapitino fidanzata, Carol, a quando lo aveva parte la registrazione di un treno che
delle fatiche impossibili da gestire. lasciato per andare a New York e lui se ne va, in lontananza. Brian Wilson
Vedi ciò che è ignoto agli altri, senti l’aveva raggiunta giusto in tempo per disse di aver sognato di essere lui su
note che ti chiedono l’obbligo di essere capire quanto fosse diversa e ormai quel treno, al fondo, rivolto verso noi
glorificate. Com’erano due minuti lontana. Aveva una nuova pettinatura. che lo guardiamo. Come a dirci “ce
passati nella mente di Brian Wilson nel All’epoca Brian è sposato con Marylin, l’ho fatta, è uscito tutto dalla mia testa,
1966? Cosa ti appariva? In quali forme ma sono troppo giovani per sopportare avete il disco e io ora impazzirò alla
Pet Sounds chiedeva di essere portato tutto quanto e allora lui si ricorda di ricerca della canzone perfetta, suonerò
al mondo? La sua genesi è il nostro una compagna di classe che adorava il pianoforte in casa, dentro a una vasca
catechismo. Ci siamo formati studiando in silenzio. Lei era una cheerleader e di sabbia, fumerò l’LSD in una tenda
la sua sofferenza, l’ostilità del padre Brian ogni tanto suonava qualche nota piazzata nel mio salone, pubblicherò
(qual è l’eco di un ceffone partito dalla al pianoforte in sua presenza, tutto lì. Good Vibrations e poi rimarrò per tre
sua mano talmente forte da causarti Lei si chiama Carol e il suo ricordo di anni dentro al letto, a rimpinzarmi
il 96% di sordità all’orecchio?), Brian è “qualcuno che avresti voluto di cocktail di gamberi e bistecche al
la certezza che fossi segnato dalla proteggere”. La rintraccia, anche lei sangue, mi perderò e attenderò la
perfezione melodica, l’indifferenza e è sposata, la chiama alle tre di notte resurrezione, ma non sorriderò mai
la derisione dei fratelli. Tutto quasi unicamente per parlarle di musica. più”. Nella sua apparente semplicità, il
(attenzione, quasi) compreso dentro la Chi può condividere il peso con lui? suono del treno trabocca di malinconia.
tua testa. Ma fuori? Come lo stoppavi Nessuno dei Beach Boys partecipa alle Ogni tanto scatto e alzo la puntina, non
quel mondo interiore? Brian Wilson registrazioni di Caroline, No. Tant’è sono sicuro di essere forte abbastanza
diceva a tutti che cosa dovevano fare che uscirà un paio di mesi prima di per sopportarlo. Spesso lo lascio
con ossessione maniacale, comandava Pet Sounds come singolo, a nome andare, come se lo vedessi davvero, e
in studio un plotone formato dai Brian Wilson. È stato detto che la aspetto l’abbaiare di Banana e Louie,
migliori musicisti americani, e loro lo magia della canzone sta nel fatto che i due cani di Brian, portati e registrati
seguivano. Lo confortavano persino. è composta di note che non sembrano in studio. Quindi Pet Sounds finisce
Perché, nonostante nessuno gli essere raggruppate insieme. Sembrano e il mondo non si ferma. Lo so. Ma io
credesse, Brian diceva a tutti di essere fluire insieme. E migliore è il flusso, ci provo lo stesso e rimetto Caroline,
“spaventato”. Atterrito dall’idea di migliore è la melodia. Ma in questi No dall’inizio. Lì, tra quelle note, tutto
avere in testa il più grande album della nemmeno tre minuti di voce, batteria, è sì sempre perfetto e uguale, nessun
Storia del pop, fatto di archi, ruote di percussioni, basso, chitarra, ukulele, tradimento o cambiamento inatteso.
biciclette, armonie vocali, bottiglie clavicembalo, flauto, sax e bottiglia È la piccola magia delle canzoni.
vuote e clavicembali. Ma sono i dettagli vuota percossa, c’è il segreto ultimo del E questo lo sappiamo tutti.
che ti tradiscono, puoi spezzarti le vivere e soccombere per l’arte. Le cose
vene a sostenere quel mondo perfetto, che mi hanno fatto innamorare così
ma poi? Poi la tua ragazza si taglia i tanto allora, potremmo mai riportarle
capelli e, semplicemente, non è più la indietro quando se ne saranno
stessa. Nulla è più lo stesso. Caroline, andate? E la risposta è Oh Caroline,
No è questo. “Dove sono finiti i tuoi No. L’adolescenza e l’innocenza vanno,
lunghi capelli, dov'è la ragazza che e i fiati le sostengono per quanto
conoscevo, come hai potuto perdere possono. Brian Wilson registra la sua
quella luce splendente. Oh Caroline, parte vocale leggermente più lenta,

RUMOREMAG.COM | 19
RUMOREMAGAZINE ES TATE 20 1 8

20 | RUMOREMAG.COM
DOVE: QUANDO:

Londra, UK
SONS OF KEMET dal 2011

COSA:

Jazz dalle strade della Londra di oggi.

IL DISCO: ONLINE:

YOUR QUEEN IS A REPTILE sonsofkemet.com


IMPULSE!, 2018

orna il jazz, e londinesi contemporanee, e comunque essere militante.


prepotente. un’intenzione politica fattasi “La musica non è a se stante,
T Un jazz che
improvvisamente
chiara con il recente Your Queen
Is A Reptile, terzo album uscito
ma parte di qualcosa insieme al
pensiero e alle idee che le girano
pare nuovo, pochi mesi fa per la storica intorno, di uno schema più
slegato da vecchie Impulse! e lanciato contro la ampio. Incoraggiare il pubblico
zavorre e percepito come uno dei monarchia britannica. Alla ad associarla nelle loro teste, è lì
suoni più freschi e giovani del quale contrappone una serie di è la chiave. La musica può aprire
presente. Il merito è di tanti, ma regine alternative, nere, forti. Da uno spazio per riconsiderare idee
uno soprattutto emerge come queste regine è partita la nostra diverse a cui non si aveva pensato
simbolo di questo rinascimento: conversazione. prima, uno spazio di confronto.
Shabaka Hutchings. Sassofonista, O dare alla gente l'energia
compositore e bandleader. Nasce “L’idea ha a che fare,” dice psicologica per considerare in
a Londra nel 1984, si trasferisce Hutchings, “con un discorso di maniera attiva questioni difficili”.
a Barbados a sei anni e comincia Sun Ra sulle comunità e sulle
a studiare clarinetto, torna a loro strutture mitologiche, sulla Storia del jazz da un lato,
Londra a 16 ed è una crescita loro capacità di determinare influenze da carnevale caraibico
continua fino alle molte facce che o ricreare i propri miti. Mi ha e da gioventù black british
la sua musica ha attualmente. fatto pensare a quali siano i dall’altro: come si sta in mezzo?
Membro di band avventurose miti che ci circondano, e il più “Il jazz per me è questo, musica
al confine con post punk, grande almeno qui è quello della che riflette le esperienze di chi lo
psichedelia ed elettronica (Melt nostra monarchia ereditaria. Chi pratica. La storia del jazz non è
Yourself Down, The Comet Is metterei al suo posto? Ho pensato la storia di un tipo codificato di
Coming), esploratore delle radici a quali fossero le donne che mi musica, ma di artisti che cercano
jazz sudafricane con un ensemble hanno ispirato o influenzato, e ho il proprio modo di esprimersi.
di musicisti locali (Shabaka & realizzato quanto il patriarcato Quando ascolti gente come Alice
The Ancestors), curatore per sia un paraocchi sul modo in Coltrane, Ornette Coleman o
Brownswood della compilation- cui vediamo la storia, perché Henry Threadgill non ascolti
manifesto della nuova scena non è che me ne venissero in un genere, ma un artista che sta
jazz britannica (We Out Here), mente molte. Ho fatto un po' di scoprendo se stesso. Bisogna
collaboratore o ospite di molti ricerche, e contemporaneamente tenere a mente da dove arriva
(Heliocentrics, Polar Bear, stavo scrivendo dei brani. Non la musica, un filo unisce Louis
Anthony Joseph, Zara McFarlane, specifici su questo tema, scrivevo Armstrong a Miles Davis a Albert
Yazz Ahmed, fino al nuovissimo e basta. Riascoltando le tracce, Ayler a chi vuoi tu, ma questo filo
album del nostro Khalab). ognuna ho suggerito la donna è un riconoscimento della storia,
Restano i Sons Of Kemet, la a cui dedicarla”. Suggerimenti non un freno”.
sua occupazione principale. Un azzeccati: quasi tutti i nove brani
quartetto con formazione atipica sembrino cuciti sulla personalità
(lui, due batterie e una tuba) e e sulla storia di ciascuna. Il che
dalla potenza in scala rock, con stimola riflessioni su quanto
influenze caraibiche storiche la musica strumentale possa

TESTO DI Andrea Pomini

RUMOREMAG.COM | 21
THE MOONSHINE
DOVE: QUANDO:

Bielefeld, dal 2012


Germania
BRAND
COSA:

Blues psychedelic rock.

IL DISCO: ONLINE:

ON THE WAVES OF TIME facebook.com/


BURNING WAX, 2018 TheMoonshineBrand

“Abbiamo iniziato che eravamo modo che a noi sembra statico. ama Nebula, Siena Root, Radio
in cinque, con Tim al basso, Gli artisti sembrano trovare Moscow, io adoro Grateful Dead,
Martin alla chitarra e Ian al una loro identità attraverso Allman Brothers, Humble Pie”.
canto. A causa di continui una definizione sonica di quello Sembra difficile oggi emergere
cambiamenti nella formazione, che sono, mentre noi amiamo in un mare magnum di heavy
siamo rimasti in tre: adesso i l’idea di definire il nostro stile psych bands. “Sì, è difficile venir
ruoli sono: Tim alla batteria, attraverso ogni singola canzone fuori con qualcosa di veramente
Martin sempre alla chitarra e che scriviamo... Le nostre canzoni originale, ma fortunatamente
io (Ian) al basso e alla voce”. sono parte di una discussione che non è questo il nostro approccio.
Ian Andrew mette ordine abbiamo con noi stessi, i nostri Noi cerchiamo una riflessione,
nella storia di questo nuovo amici, la gente ai nostri concerti”. un commento sulla società e sulla
interessante combo heavy psych vita per come la sperimentiamo. È
in arrivo dalla Terra Promessa Quali sono le vostre influenze un punto di vista indubbiamente
della heavy psychedelia, la musicali? “Ascoltiamo molta soggettivo, ma riflette ciò che
Germania. “Musicalmente l’idea musica di ogni area. Più siamo e le nostre opinioni,
non è di avere uno stile definito, specificatamente, ciascuno di humour e idee”.
ma di avere un approccio al noi ha un background diverso:
songwriting e al live. Oggi è Tim è per Jack White, White
facile trovare uno stile, in un Stripes, Black Keys. Martin

TESTO DI Claudio Sorge

22 | RUMOREMAG.COM
DOVE: QUANDO:

Baltimora,
USA SNAIL MAIL dal 2015

COSA:

Indie rock.

IL DISCO: ONLINE:
LUSH snailmail.band
MATADOR, 2018

Se l’album Lush di Snail Mail Tutto finemente edulcorato, ma che potrò poi cantare ogni sera
non è uno dei debutti migliori con una punta di amaro in bocca. con convinzione”. Rispetto al
di quest’anno, poco ci manca, Liz Phair è il primo nome che precedente disco, l’EP Habit
visto che siamo già al giro viene in mente una volta ascoltata (2016), a livello di sonorità ci
di boa del 2018. E non è una Snail Mail – con tutte le dovute sono stati molti cambiamenti:
sparata giusto per fare un po’ trasposizioni generazionali. “Ci “Il lavoro della chitarra è molto
di clamore e trovare il nome da chiamavamo Lizard Phair” dice la più evidente. Ho trascorso molto
incensare un giorno sì e l’altro giovane artista, in un’intervista tempo tra i dischi, rintanata
pure. Lindsey Jordan ha nelle doppia proprio con la Phair, nella mia stanza, ascoltando solo
proprie dita e nella propria raccontando appunto di quando musica per chitarra. Per un anno
voce una capacità compositiva suonava in una cover band ho solo ascoltato e immaginato
e sonora impressionante. Ed è dell’artista americana. intensamente i chitarristi che
impressionante come nessuna ammiravo”. Lush è fluidità
delle due qualità prevalga Tutta la sua vulnerabilità la amorosa e sincera vitalità che
sull’altra: il fine ultimo è scrivere mette sul palco, senza remore, scorrono lentamente.
di amori sbagliati, sfortunati, come raccontò qualche mese
tristezze varie e inserirci musica fa: “Non penso a come viene
e parole fedeli agli anni 90, ma percepita la mia musica. Mi
con una sensibilità superiore. preoccupo di più di fare qualcosa

TESTO DI Nicholas David Altea

RUMOREMAG.COM | 23
AMBER MARK DELMORO
DOVE: QUANDO: DOVE: QUANDO:

New York, USA dal 2016 UK/Italia dal 2017

ONLINE: soundcloud.com/ambermark ONLINE: facebook.com/delmoromusica

COSA: COSA:
L'alternative r&b meno Retro pop anni 80 d’autore.
prevedibile.

IL DISCO: IL DISCO:

CONEXÃO EP IL PRIMO VIAGGIO


VIRGIN EMI, 2018 AUTOPRODUZIONE, 2018

Con appena due EP all'attivo, l'artista newyorkese si Mattia Del Moro ha viaggiato molto, e parte dei suoi
sta imponendo fra i talenti più significativi dell'ultima progetti musicali nasce soprattutto all’estero. Ma ora c'è
generazione r&b. Ma la fase iniziale è stata problematica: una idea di musica e parole nuova: “Fino a questo disco
dopo aver tentato per tre anni con diversi produttori la voce è sempre stata uno degli strumenti all'interno
(“nessuno di loro capiva il suono che desideravo”), della mia produzione musicale. Questa volta mi sono
Amber Mark ha preso il proprio destino in mano. reso conto che l'italiano mi offriva una tavolozza molto
Cimentatasi con GarageBand e Logic Pro X, nel febbraio più ampia, più specifica e immaginifica”. Un album
2016 ha pubblicato su Soundcloud S P A C E, il suo primo d’esordio che parla di viaggi e di famiglia: “Avevo bisogno
brano. di crearmi una storia che mi facesse da filtro e che mi
aiutasse contemporaneamente a sviluppare il lavoro.
Da allora le cose si sono evolute velocemente. Il primo EP Un viaggio dove i personaggi, lontani dalla loro routine,
3:33am era segnato dal dolore per la perdita della madre: fossero più liberi e aperti al confronto. Mi sembrava
“mi manca sempre, ma ho smesso di piangere e ascoltare l'espediente perfetto”.
Sufjan Stevens tutti i giorni”. Mentre il recente Conexão
esplora diversi aspetti delle relazioni sentimentali e Lucio Dalla e Paolo Conte emergono attraverso varie
mette in mostra varietà e maturità sonora invidiabili per sfaccettature: “Ascolto Conte da quando ero bambino,
una 24enne. mentre mi sono innamorato di Dalla molto tardi.
Entrambi sono musicisti prima che cantautori, e questo
La scelta di riprendere Sade (Love Is Stronger Than si sente molto anche nella concezione linguistica e
Pride), al di là delle affinità vocali, è spia di un'attitudine fonetica del loro lavoro”. C’è il Brasile dei '70 ma anche
distante dai soliti tracciati in un ambito sempre più un po’ di Francia, tra le sonorità: “Amo la cura maniacale,
affollato. Lontana dalle ossessioni ipertecnologiche e la raffinatezza e l'eleganza di molta produzione francese.
capace di ammaliante calore sonoro, come anche nel Dal capolavoro disco-funk-jazz Troupeau Bleu di Cortex
sensuale incedere samba-house di All The Work. “Ora fino al french touch più recente”. Il viaggio di Delmoro è
sono a Los Angeles per scrivere l'album, al più tardi appena iniziato.
uscirà a inizio 2019”.

TESTO DI Giorgio Valletta TESTO DI Nicholas David Altea

24 | RUMOREMAG.COM
KAPUT BLUE LITHICS
DOVE: QUANDO: DOVE: QUANDO:

Corato, Italia dal 2018 Portland, Oregon, USA dal 2015

ONLINE: facebook.com/kaputbluemusic ONLINE: lithics.bandcamp.com

COSA: COSA:
Neo soul. Post punk angolare e minimalista.

IL DISCO: IL DISCO:

FAR MATHING SURFACES


ANGAPP MUSIC, 2018 KILL ROCK STARS, 2018

Una passione, quella per la musica, che accompagna Di lei dicono che fissi il pubblico con uno “sguardo
Kaput Blue fin dai suoi primi anni di vita: “Da piccolo mi della morte”. “La prima volta che me lo hanno detto –
divertivo a usare i giocattoli musicali che i miei genitori racconta Aubrey Hornor – stavamo suonando di fronte
mi regalavano, mi sapevo destreggiare davvero bene! ad una grande folla. Guardavo lontano per capire cosa
Questa cosa si è sviluppata al punto che scrivere testi e stava succedendo e la cosa mi ha aiutato”. Timidezza o
melodie non mi annoia mai, potrei passarci ore intere”. meno, la maschera impenetrabile e la voce neutra della
ragazza portano l’attitudine sconnessa e imperturbabile
Far è il primo lavoro pubblicato dall’artista pugliese, del post punk a nuovi livelli. Anche per questo i Lithics
un EP a cui collaborano gli Uponcue, duo conterraneo rappresentano uno dei nomi di punta del rock di
che lo ha notato ascoltandone alcuni pezzi: “'Ti abbiamo Portland.
sentito in giro, raggiungici in studio e vediamo cosa
riusciamo a combinare insieme', mi hanno detto”. Un Il gruppo nasce come progetto collaterale da parte di
amore al primo ascolto: ”Una settimana dopo eravamo in musicisti trasferitisi in città lo scorso decennio. Aubrey,
studio a cercare di focalizzare il sound più intimo che ci 33 anni, e il compagno Bob Desaulniers sono due nerd
potesse accomunare; la mia fame di scrittura e di voglia tutti concerti e record store, che a forza di discutere di
di comporre è stata premiata”. Far è una commistione di Fall e Captain Beefheart sono passati dalle parole ai
più generi, dal neo soul alla trap: “Ascolto e sperimento fatti. La loro musica (un groviglio isterico di dissonanze,
con tutto ciò che ho a disposizione, e amo moltissime geometrie spericolate e groove fratturati) non poteva
sfaccettature musicali. In questo caso abbiamo deciso di trovare sbocco che presso la Kill Rock Stars: “È stata una
mettere insieme i generi urban che più ci rappresentano, decisione naturale, negli anni ha prodotto gruppi come le
strizzando anche l’occhio agli attuali trend”. Un disco che Erase Errata, che ci hanno influenzato molto”. La prova
ha un sapore moderno ma che ripesca suoni più retrò, in del nove arriverà con il tour di spalla a Stephen Malkmus.
perfetta sintonia con il presente. Ai Lithics l’arduo compito di dimostrare ai fan dell’ex
Pavement che l’indie rock è vivo e vegeto.

TESTO DI Matteo Pasini TESTO DI Diego Ballani

RUMOREMAG.COM | 25
AMERICA
(NERA)
OGGI
T E S T I D I M AU R O F E N O G L I O E LU C A G R I C I N E L L A

DAL SOGNO UCCISO DI MARTIN LUTHER KING AI CONTINUI ABUSI

DI POLIZIA E PREGIUDIZIO. LA SPERANZA (INESPRESSA) DI OBAMA,

L’INCUBO DI TRUMP E DEL RIGURGITO SUPREMATISTA BIANCO.

UN’INTERA COMUNITÀ CERCA FATICOSAMENTE DI USCIRE DALLE

COSTRIZIONI CULTURALI CHE NE HANNO DETERMINATO STORIA

E LETTURA. LA CUI MUSICA NE FOTOGRAFA IL CAMBIAMENTO,

FRA NUOVE VOCI AUTOREVOLI E LEADER IN PREDA A CRISI DI

NERVI. L’EVOLUZIONE DELL’HIP HOP, I NUOVI SPUNTI DEL JAZZ

E LA RILETTURA CONTEMPORANEA DELLE RADICI. UN VIAGGIO

AFFASCINANTE, FRA LE MILLE PIEGHE DELL’AMERICA (NERA) OGGI.


AMERICA (NERA) OGGI VITE CHE CONTANO E PANTERE NERE T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

VITE CHE CONTANO


E PANTERE NERE
T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

“Il sistema americano è basato sull’oppressione,


dall’educazione nelle scuole al sistema sanitario.
Franklin collega la natura stessa del sistema di DOPO L’INSEDIAMENTO DELL A
polizia attuale alla schiavitù. A un concerto, in P R E S I D E N Z A P I Ù CO N S E R VAT R I C E
Germania, qualcuno ci incitava a parlare di lotta di
E BIANCA CHE STORIA RECENTE
classe. Quando noi citiamo l’oppressione razziale in
un certo contesto stiamo parlando indirettamente RICORDI, BL ACK LIVES MAT TER, IL
di lotta di classe. Le uniche politiche militanti e MOVIMENTO AFROAMERICANO
progressiste che abbiamo conosciuto nel nostro
FORTEMENTE AT TIVO SUL
paese sono quelle della comunità nera”. Queste le
parole di Bryan Mahan, bassista degli Algiers, su FRONTE DELLA GUERRA AL
“Rumore”, primavera 2016, a sancire l’equivalenza RAZZISMO BIANCO, AFFERMA
fra le istanze della comunità nera statunitense e il
CHE L A BAT TAGLIA FINALE È LO
sogno dell’internazionale socialista. Diritti civili
di un popolo arrivato in catene nella terra delle SRADICAMENTO DEL SEME DEL
opportunità, accomunati all’utopia di un mondo SUPREMATISMO CHE HA GENERATO
migliore per tutti. La storia americana ci insegna che
T R U M P, P I U T T O S T O C H E A F F I D A R S I
l’unica comunità che si sia veramente spesa (parole,
azioni e, soprattutto, sangue), per scardinare alcuni A UN SUO OPPOSITORE CREDIBILE
dei capisaldi di un sistema politico basato sul bene FRA I BIANCHI. BLM È STATA L’UNICA
del singolo e sulla competizione sia sempre stata
ORGANIZZAZIONE VERAMENTE
quella afroamericana. Una battaglia combattuta
per più di duecento anni, e non ancora finita. Nella IN PRIMA LINEA DURANTE I
memoria, il messaggio d’integrazione predicato DISORDINI DI CHARLOTTESVILLE,
da Martin Luther King e la rabbia immediata delle
NELL’AGOSTO DELLO SCORSO
Pantere Nere. Fra la miseria dei ghetti ai bordi dei
centri di consumo, e le ambizioni per la vita dorata ANNO, FRONTEGGIANDO MEMBRI
di chi ce l’ha fatta. Ma quanto rimane oggi di quella D E L L’ U LT R A D E S T R A E D E L K L A N
comunità che è sempre stata il propellente della
SECONDO UN PRECISO CODICE
consapevolezza nera e della sua musica?
Di sicuro, dopo gli otto anni di presidenza Obama NON VIOLENTO PRIMA CHE LA
(e delle sue promesse non sempre compiute), quella MANIFESTAZIONE L ASCIASSE SPAZIO
stessa comunità che lo aveva spinto per ben due
ALLA TRAGEDIA.
volte alla Casa Bianca è rimasta a guardare Hillary
Clinton perdere incredibilmente la corsa contro il
campione del suprematismo bianco Donald Trump
senza quasi muovere un dito. Dopo l’insediamento guerra al razzismo bianco, afferma che la battaglia
della presidenza più conservatrice e bianca che storia finale è lo sradicamento del seme del suprematismo
recente ricordi, Black Lives Matter, il movimento che ha generato Trump, piuttosto che affidarsi a
afroamericano fortemente attivo sul fronte della un suo oppositore credibile fra i bianchi. BLM è

TAG: #algiers, #blacklivesmatter, #manthiadiawara, #kendricklamar, #blackpanther #BlackLivesMatter


AMERICA (NERA) OGGI VITE CHE CONTANO E PANTERE NERE T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

stata l’unica organizzazione veramente in prima linea shotgun houses (le semplici abitazioni nate dopo la
durante i disordini di Charlottesville, nell’agosto dello liberazione dalla schiavitù a fine '800 e ancora luogo
scorso anno, fronteggiando membri dell’ultradestra e di quotidianità nei quartieri afroamericani), spesa fra
del Klan secondo un preciso codice non violento prima il desiderio di scalata sociale ed economica e la paura
che la manifestazione lasciasse spazio alla tragedia. di non tornare a casa la sera se s’incontra il poliziotto
Continua a essere un avamposto di resistenza nel sbagliato non sono più materia esclusiva dell’hip hop
difendere gli afroamericani dalla violenza della polizia, militante. La lettura documentaristica e filologica
richiedendo, invano, riforme del sistema poliziesco di Matana Roberts, la poesia fra i generi musicali di
a un establishment più che mai rappresentativo solo Akua Naru, il panafricanismo cosmico di Hieroglyphic
di una parte della società. Tuttavia, nonostante il Being sono solo alcuni esempi di voci laterali che
terreno di guerra reclami uno schieramento forte abbracciano in qualche modo il dolore delle comunità
anche da parte della comunità di artisti neri, i tempi afroamericane senza chiamare necessariamente alla
sono cambiati. Sin dall’agosto 1973, quando DJ Kool rivolta organizzata. Anche la visione evolve. Childish
miscelò per la prima volta due vinili nel Bronx, l’hip Gambino si ritaglia il ruolo di nuovo maître à penser.
hop è sempre stato l’altoparlante del disagio afro Trasformando le dinamiche razziali in materia da sit
americano. Il blackout della Grande Mela durante com, con la serie TV Atlanta; o tentando la scalata
l’Estate di Sam, nel 1977, permise a quell’altoparlante al trono di nuovo leader, con il messaggio esplicito
di amplificarsi lungo le strade di tutto il paese. Da del video di This Is America. In realtà è Hollywood a
lì, il verbo che viene sputato con rabbia, misoginia e rivelare l’evoluzione della specie. Il film supereoristico
violenza dalle gang, la Golden Age di inizio anni 90, Black Panther è il sogno panafricano elevato a
quando il rap salva le classifiche di vendita, e la resa dei ingegneristica epopea hi tech. L’ultimo passo nella
conti fra costa Est e Ovest, con i corpi di Tupac Shakur trasformazione della cultura nera in fenomeno pop.
e Notorious B.I.G. in sudari diventati vessilli. Manthia Non più narrative classiche di riscatto nero (le catene
Diawara, nel suo libro In Search Of Africa, afferma di 12 Anni Schiavo o le tensioni razziali anni 60 dello
che l’hip hop si mostra, all’origine, come la voce di splendido Detroit, esempi recenti), ma temi universali
un popolo marginalizzato, ma il successo della sua che coprono tutto l’arco del sentire umano, cosi come
rivoluzione commerciale trasforma negli anni quella è sempre stato per i bianchi. L’omosessualità in chiave
voce nel desiderio di vita agiata. Non più solamente autoriale di Moonlight (vincitore dell'Oscar per il
richiesta di cittadinanza e appartenenza a una nazione, miglior film nel 2017), l’affermazione femminile del
ma celebrazione dell’identità del singolo, attraverso la video album Lemonade di Beyoncé, il fantasy di Nelle
riscoperta individuale della tradizione. Le istanze di Pieghe Del Tempo, con la benedizione della portavoce
una comunità si polverizzano in mille voci individuali, culturale ufficiale, Oprah Winfrey. Insomma, una
che esprimono desideri e disagi ma da prospettive comunità che rivendica il proprio destino non più
più private. Se Kendrick Lamar vince il Pulitzer come monolitico e rabbioso quarto (o quinto) stato,
non lo fa con il suo album più politico (To Pimp A declinandolo in un arcobaleno di voci che esprimono
Butterfly), ma con il suo diario più pop e privato gioia, disagio, rabbia, desiderio di rivalsa secondo
(DAMN). E per ogni Kendrick, voce e osservatore prospettive individuali. Tanto poi basta andare al
di un mondo, c’è un Kanye West che diventa pecora Lorraine Motel di Memphis (dove fu ucciso il reverendo
nera a colpi di tweet schizofrenici e strette di mano King, oggi sede del meraviglioso Museo dei Diritti Civili)
a Trump, mettendo in dubbio le certezze secolari di o ascoltare l’odio vomitato dalla destra bianca sulla Fox
una comunità intera, ricevendone astio. La vita nelle per ricordarsi che la guerra non è ancora finita.

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AMERICA (NERA) OGGI KAMASI WASHINGTON T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

KAMASI
WASHINGTON
IL PARADISO VISTO
DALLA TERRA
T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O - F O T O D I N I C K WA L K E R

Sembrava impensabile fino a cinque anni fa. Un strumento di attualizzazione di una storia musicale
sassofonista jazz in abito tradizionale dashiki (tunica nera altrimenti destinata a musei ed enciclopedie.
utilizzata nell’Africa occidentale) che riceve plauso Approdato alla britannica Young Turks con l’EP
unanime di critica e pubblico per il suo mastodonte Harmony Of Difference, si affaccia all’estate 2018
spiritual jazz The Epic. Fornisce il collante fra con il nuovo, imponente (tre dischi) Heaven And
tradizione e hip hop nel romanzo politico in rime Earth.
To Pimp A Butterfly di Kendrick Lamar. Finisce sui
palchi dei principali festival alternativi del globo, “Non volevo riferirmi col titolo letteralmente
dividendo la scena con pezzi da novanta come al paradiso e la terra. Sono le due visioni che
Beyoncé per far scoprire a eserciti di millennials il ho della vita: una interna e l’altra rivolta verso
gusto di sax tenore e banda d’accompagnamento. l’esterno. Abbiamo cominciato a lavorarci nel
Insomma, quasi un miracolo. Se, da una parte, i 2016, durante il tour per The Epic. Eravamo in
puristi tendono a derubricarlo ad abile aggiornatore una città diversa ogni giorno, in un paese diverso
di un verbo jazz poco originale, che pesca da un ogni settimana. Come vedere il mondo in una
glorioso passato lastricato da altri, l’ex sassofonista collezione di fotografie. Discutevamo un sacco sul
del dipartimento di etnomusicologia dell’UCLA di bus con i ragazzi della band, di come le persone
Los Angeles ha il pregio di sintetizzare, a uso delle vivano in modi diversi. Come se il mondo fosse
nuove generazioni, le mille pulsioni di una musica tagliato a pezzetti ed ognuno di noi avesse il suo
altrimenti destinata a una nicchia di irriducibili personale pezzettino. Le nostre realtà individuali,
nostalgici. Accettando col sorriso la contaminazione basate su come immaginiamo il mondo. Credo
multicolore della fusion dei ’70, guardando con che quest'ultimo, alla fine, diventi quello che noi
reverenza alla lezione astrale di Sun Ra e aprendosi a immaginiamo debba essere. In questo album
comunità che ascoltano altro, il gigante di LA diventa c’è l’idea di come immaginiamo il mondo e di

TAG: #sassofono, #jazz, #stelle, #futuro, #connessioni ONLINE: kamasiwashington.com

RUMOREMAG.COM | 29
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come finiamo per viverlo quotidianamente nella davanti al mondo piuttosto che il dire. Nel ricupero
realtà. Le due cose sono interconnesse. La Terra rispettoso della tradizione, in uno sguardo che
è il mondo come lo viviamo, il paradiso come accarezza le cose. “Heaven And Heart esprime in
lo immaginiamo”. La dicotomia fra una realtà pieno la mia identità musicale. È venuto fuori
spaventata dal progresso (sociale, tecnologico, naturalmente, in una situazione in cui si hanno
razziale), che per reazione terrorizza, e l’idea tutti i mezzi a disposizione. Ho centinaia di canzoni
di un mondo migliore, che non si piega mai al in giardino, che hanno bisogno solo di acqua per
rancore. “Fists Of Fury (che cita la colonna sonora crescere. Quando andiamo in studio è come se
dell’omonimo film di Bruce Lee, nda) rappresenta dessimo loro improvvisamente vita. È il momento”.
l’idea che la vita sia una eterna lotta. Se tu devi Mezzi finalmente a disposizione per guardare il
lottare contro qualcosa, tutte le cose viventi lottano mondo con dolcezza. “Dopo un concerto in Brasile,
con te. Il suo contraltare è la pace di Space Travelers ero in giro con Stanley Clarke (leggendario bassista
Lullaby. L’ho scritta quando ero in tour in Europa. fusion, nda) e ci viene incontro questa specie di
Il bus si era fermato in un luogo remoto. Sono uscito Radio Raheem (personaggio di Fa’ La Cosa Giusta
fuori nella notte e c’erano migliaia di stelle nel di Spike Lee, nda) con uno stereo che suona. Tutti
cielo. Vivo a Los Angeles e sono abituato a vederne ballano, sembra quasi un after party. Nessuno
non più di quattro; quello spettacolo mi ha ispirato parla inglese e io non parlo portoghese. Incontro
enormemente. Ho pensato che un giorno lassù ci una ragazza che dice qualcosa che non capisco,
andremo; le vedremo tutte da vicino. Quando ho guardando la luna. Credo parli con sé stessa.
riascoltato la composizione in studio ho capito che Uno, vicino a me, mi smentisce: sta parlando alla
la ragione per cui vedo la vita come una lotta è che luna, dice. Memorizzo il ritmo e, tornato a casa, ci
ci trovo infinite possibilità. scrivo sopra Vi Lua Vi Sol. Un esempio del nostro
Mi soffermo sulle mie difficoltà, perché so di avere potenziale infinito. Se possiamo parlare alla luna, al
il potenziale per superarle. Il viaggio mi porterà sole, alle stelle siamo anche responsabili di ciò che
dove potrò realizzare Ie mie idee, e il mondo la realtà è. La mia solita dualità. Il tipo che guarda
sarà quello che ognuno di noi vorrà che sia. dalla finestra vuole essere connesso con l’universo.
Non c’è nessuno che verrà a salvarci, a fare il Quello che legge il giornale vuole conoscere Dio”.
lavoro per noi. Il mondo cambia con la massa, L’infinito dello spazio e delle possibilità dell’animo
ma il cambiamento inizia dalla mente della umano che non escludono mai l’urgenza di ricordare
massa. Quando la mente cambia le azioni delle da dove si viene. “Ne parlo in Street Fighter Mas.
persone anche il mondo cambia. Questo è il seme Il periodo fra i videogiochi da bar e quelli da casa.
dell’album”. Una fiducia irriducibile nell’umanità Quando ero ragazzo c’era questo posto, Rexall,
che si concretizza nella coscienza del mondo con i suoi videogiochi. Street Fighter e Samurai
attorno, la quale non si piega rabbiosamente su se Showdown. Ragazzi di quartieri diversi andavano
stessa ma piuttosto ambisce a elevare lo spirito. lì per giocare agli stessi giochi. Altrove avresti
“Sono molto connesso a e preoccupato e conscio di avuto paura di molti di quei tipi, ma lì ti mettevi
quello che succede nel mondo. Leggo i giornali tutti i davanti allo schermo ed eri quello che eri. Street
giorni e so come vanno le cose. Un’altra parte di me Fighter, quasi un equalizzatore sociale. Nel contesto
guarda fuori dalla finestra e immagina di volare o dell’album è la mia connessione coi ragazzi del mio
altre cose folli. La mia musica arriva da uno dei due quartiere. Quelli più vecchi, i nostri riferimenti, li
luoghi e può essere molto polarizzata”. chiamavamo gli originali (OGs, in inglese, nda).
I videogiochi erano il mio modo di venire a contatto
Una nuova coscienza, quindi, che sceglie il porsi con loro, visto che le gang non erano cosa mia.

DIECI TITOLI PER ARRIVARE ALL’AMERICA (NERA ) OGGI

NINA SIMONE MARVIN GAYE GIL SCOTT- N.W.A. PUBLIC ENEMY


IN CONCERT WHAT’S GOING ON HERON STRAIGHT OUTTA FEAR OF A BLACK
(PHILIPS, 1965) (TAMLA, 1971) PIECES OF A MAN COMPTON PLANET
(FLYING DUTCHMAN, (RUTHLESS, 1988) (DEF JAM, 1990)
1971)

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AMERICA (NERA) OGGI KAMASI WASHINGTON T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

Davanti allo schermo eravamo solo dei ragazzini.


Quando sono cresciuto ho pensato spesso a come
sarebbe stato meglio se, invece di uccidersi per
strada, avessero potuto sfidarsi ai videogiochi
risolvendo cosi i loro problemi. I videogiochi sono
il modo che ho di ricollegarmi al mio passato, agli
OGs. Da afroamericani, molti di noi non conoscono
il loro paese d’origine. Ecco perché poi si rivolgono
al panafricanismo. Io, ad esempio, ho cercato le
mie radici nei ritmi di una canzone di Freddie
Hubbard. È importante stabilire la connessione
con il tuo passato. Attraverso l’Africa e le radici, o
con un videogioco che ti consenta di farti rispettare
da quei ragazzi più grandi di te quando li batti,
mentre in qualche modo ti spiegano come sia la vita
fuori dalla sala giochi”. Radici che Kamasi affronta
apertamente in The Psalmist. “L’ha scritta Ryan sembra ci siano solo pochi eletti che fanno cose, non
Porter. Parla di George Bohannan. Un trombonista è una questione individuale. Non è mai l’individuo,
cresciuto con Alice e John Coltrane, che ci ha aiutato sono sempre le masse. Il potere parte dalla base
molto quando eravamo giovani. Ci ha insegnato della montagna, non dalla punta. Il potere è la
come presentarci in tempo a un concerto, quali pezzi realizzazione che mette in discussione ciò che ci
conoscere, il valore della professionalità. Il pezzo farai. La ragione per cui le persone sono inattive
è un tributo a tutti i mentori. Nel nostro quartiere è perché pensano che le loro azioni non abbiano
non ce n’erano molti e George era uno dei pochi. effetto. Credono di dover influenzare il mondo
Come Martin Luther King, Malcolm X, e tutti i Gesù intero. Ma non è cosi. Basta che abbiano il loro
Cristi, Maometti e Siddartha di questo mondo. Tutti peso nel piccolo mondo in cui vivono. Quella è la
quelli che, nella loro vita, hanno condiviso la loro realtà”. Con un sassofono tenore come unica arma
saggezza per illuminare il nostro cammino”. fra le mani, l’orgoglio di un continente nei colori
dell’abito e lo sguardo rivolto verso un futuro di
Un idealismo quasi testardo, che comunque deve stelle, un nuovo mentore per un esercito di potenziali
confrontarsi con la realtà contemporanea. “Penso sognatori. “Ho scritto Invincible Youth perché credo
alla storia di Nat Turner, nel film The Birth Of A al cambiamento che parte dalla massa ma avviene
Nation. Un visionario che non ebbe la peggio, ma nel futuro. Spesso investiamo tutte le nostre energie
porto la sua esistenza oltre. Negli Stati Uniti oggi per marciare e protestare, per provare a cambiare
siamo mentalmente agiati. Anche se non siamo del la testa di una persona di 60 o 70 anni. La realtà è
tutto felici di quel che succede, abbiamo comunque che il mondo cambia da una generazione all’altra.
la responsabilità di rendere il mondo ciò che Finiamo per ignorare i ragazzi. Se vogliamo che
dovrebbe essere, anche se per noi, individualmente, qualcosa cambi, dobbiamo rivolgerci alle loro
non è cosi male, perché’ non va bene per altri. La menti, sono le uniche che ci ascolteranno. Non
canzone Show Us The Way e il suo coro parlano di importa quanto roviniamo tutto, la gioventù
questo”. Una nuova visione, che spinge dal basso, ha sempre il potere di mettere le cose a posto.
ma non ribolle solo di rancore. “È la somma delle Ecco perché’ la chiamo invincibile. Mentre noi ci
nostre azioni che equivale a qualcosa. Anche se buttiamo giù, loro ce la fanno”.

A TRIBE CALLED ARRESTED NAS KENDRICK ALGIERS


QUEST DEVELOPMENT ILLMATIC LAMAR THE UNDERSIDE
THE LOW END THEORY 3 YEARS, 5 MONTHS AND (COLUMBIA, 1994) GOOD KID, OF POWER
(JIVE, 1991) 2 DAYS IN THE LIFE OF... M.A.A.D CITY (MATADOR, 2017)
(CHRYSALIS, 1992) (AFTERMATH, 2012)

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AMERICA (NERA) OGGI U.NET T E S T O D I LU C A G R I C I N E L L A

U.NET
IL RINNOVAMENTO
DEI MOVIMENTI
AFROAMERICANI
T E S T O D I LU C A G R I C I N E L L A

U.net è il più importante studioso italiano di hip hop a Londra. Quel lavoro ha generato molto interesse
hop statunitense e, in ogni suo saggio, ha sempre nell'ottica di uno sviluppo internazionale dell'archivio
un occhio di riguardo per la storia sociale e politica stesso. Ecco perché mi è stato proposto di inviare
degli afroamericani. Il suo ultimo libro, Stand 4 un progetto e concorrere alla selezione per la NAS
What (Agenzia X), parte dal film Black Panther come Fellowship, che ho ottenuto”.
emblema di un afrofuturism che diventa tentativo
nobile di fuga dalla realtà, messo in atto con intelletto Su quali caratteristiche ti soffermeresti
e coscienza. Poi passa alla delusione per l'operato di per focalizzare lo stato attuale dell'hip hop
Obama, alla nascita di Black Lives Matter e di tutto il statunitense?
Movimento contemporaneo affrontando, anche tramite “Ci sono segni evidenti di un rinascimento nero che si
le esperienze e le iniziative dei musicisti, temi come intravede nella musica, nel cinema, nella letteratura
razzismo, soprusi e violenza poliziesca, gentrification e nell'arte in generale. La realtà contemporanea,
e tanti altri risvolti sociopolitici dell'attualità. Lo la speranza rivelatasi illusione di un'America post
abbiamo incontrato poco dopo l'ottenimento della NAS razziale, il livello di marginalizzazione e repressione
Fellowship ad Harvard. attuato nei confronti della popolazione di colore non
possono più esser nascosti né ignorati. Da qui c'è la
Come è andata con Harvard? Andrai lì come riscoperta di temi e valori 'impegnati' che ritroviamo
ricercatore... nell'underground come nel mainstream. Non voglio
“Tra il 2009 e il 2015 ho partecipato ad alcune dire che il bling, la violenza, i soldi e il machismo non
conferenze sponsorizzate dal loro Hip Hop Archive. siano più temi dominanti: la novità sta nel fatto che
Nell’ultima ho fatto una master class su hip per ogni Lil Wayne troviamo ora un ‘nuovo’ T.I, per
hop e attivismo e ho proiettato Unstoppable, un ogni Rick Ross un ‘nuovo’ David Banner. Questi artisti
documentario che racconta la nascita della scena hip stanno portando all'attenzione di milioni di persone la

TAG: #blacklivesmatter, #afrofuturism, #harvard, #thisisamerica, #wakanda ONLINE: facebook.com/hiphopreader.it

32 | RUMOREMAG.COM
in America in catene'. Nel profondo di Wakanda
“CI SONO SEGNI EVIDENTI DI
UN RINASCIMENTO NERO CHE SI giace la domanda esistenziale più importante: 'Se
I N T R AV E D E N E L L A M U S I C A , N E L
C I N E M A , N E L L A L E T T E R AT U R A E non ci avessero ridotti in schiavitù, cosa sarebbe
N E L L'A R T E I N G E N E R A L E . L A R E A LTÀ
CONTEMPORANEA, LA SPERANZA successo?'. L’afrofuturismo è una risposta a queste
R I V E L ATA S I I L LU S I O N E D I U N'A M E R I C A
POST RAZZIALE, IL LIVELLO DI domande e chi lo studia ha già narrato le modalità
MARGINALIZZAZIONE E REPRESSIONE
AT T UATO N E I C O N F R O N T I D E L L A in cui la popolazione di colore ha vissuto la propria
POPOLAZIONE DI COLORE NON
POSSONO PIÙ ESSER NASCOSTI NÉ invasione aliena, il rapimento, ed è sopravvissuta
I G N O R AT I. D A Q U I C 'È L A R I S C O P E R TA
D I T E M I E VA LO R I 'I M P E G N AT I' C H E come estranea in una terra straniera. Per gli africani
R I T R OV I A M O N E L L'U N D E R G R O U N D
C O M E N E L M A I N S T R E A M ".
U.NET
e coloro i cui antenati furono allontanati con la forza

'vera' realtà dell’America nera. A conferma di questo c’è STAND 4 WHAT


'le navi aliene sono sbarcate molto tempo fa', come
un video come This Is America: potentissimo!” AGENZIA X

ha detto il critico Greg Tate.


Nella parte finale del tuo nuovo saggio parli Sesto libro per U.net, studioso
proprio di questo video: come ti spieghi la sua di cultura hip hop, storia black
popolarità (anche in Italia)? e Movimenti americani. Stand
4 What è “una panoramica
“Donald Glover aka Childish Gambino ha fatto uscire il sulle dinamiche in atto nella
video di This Is America il giorno dopo la sua esibizione comunità nera in America”,
al Saturday Night Live. E il videoclip è un capolavoro scrive l’autore milanese ormai
conosciuto anche negli Stati
in cui produzione musicale e danza, portatrici di Uniti. La descrizione di nuove
spensieratezza e allegria, si scontrano frontalmente con pratiche di lotta e vecchi vizi
immagini di scontri, violenza e devastazione. La musica come razzismo, supremazia
bianca e marginalità coinvolge
è più un collage che una canzone e la sua orecchiabilità sia le azioni collettive di
è più un mezzo che un fine. Inoltre, This Is America Black Lives Matter sia
si pone come canzone di protesta sui generis perché quelle di singole persone, da
artisti musicali mainstream
non critica un problema sociale, non si scaglia contro come Beyoncé, T.I., Jay-Z
un capro espiatorio, non fornisce soluzioni ma è un o Childish Gambino, che
tripudio di dubbi e domande. Quale modo migliore per usano soprattutto i video
per mettere in evidenza i lati
scatenare un ampio dibattito in Rete?” oscuri del loro Paese, fino a
quelli più militanti come Talib Kweli, M1 (Dead Prez) o Jasiri X. Il
Un altro video su cui ti soffermi è Formation di passaggio da Obama, che ha deluso molti, alla drammatica farsa
di Trump ha riacceso l’esigenza di farsi sentire e stare uniti di una
Beyoncé.... gran parte della comunità afroamericana. U.net seleziona fatti,
“Formation è una celebrazione dell’esperienza nera opere e opinioni per raccontare "una nuova rinascita nera", "una
attraverso l’elencazione dei piaceri, delle identità e nuova fase di coscienza individuale e collettiva". Capitolo dopo
capitolo, la descrizione di una realtà preoccupante convive con la
delle intersezioni – di classe, genere e sessualità – che presa di coscienza che oltreoceano si stia vivendo “un momento di
caratterizzano la comunità. In poco più di tre minuti definizione di nuovi valori personali e politici” che, attualmente,
Beyoncé afferma che la rivoluzione può essere sexy corrisponde a una speranza concreta di cambiamento. Questo
perché alle iniziative partite dal basso fanno eco quelle di
e intrigante, che protesta e performance, ribellione e personaggi quanto mai popolari: “Prima ancora di avere cantato
piacere non sono in contraddizione tra loro quando una sola parola, con la sua presenza Beyoncé ha portato in scena la
si immagina un futuro che non parli solo di dolore e maestosità degli antichi sovrani africani, lo stile dei funerali bayou
jazz, il funk afrofuturista anni settanta, la trap dei giorni nostri
morte. Inoltre, la presenza quasi esclusiva di donne e e il gospel”, scrive U.net descrivendo l’incipit della chiacchierata
queer è un ulteriore tentativo di sottolineare l’iniquità esibizione al Coachella. Stand 4 What è un documento che ferma
di genere nella maggior parte degli ambiti sociali e un momento storico ma anche un libro destinato a proseguire
nell’attualità afroamericana.
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al contrario, prendono le distanze da quei leader


che sono stati complici della distruzione sistematica
“NEL PROFONDO DI WAKANDA GIACE delle pratiche di supporto alla desegregazione (Jesse
L A DOMANDA ESISTENZIALE PIÙ Jackson, Al Sharpton ecc.). Benché Black Lives
Matter per certi versi sia una continuazione del Black
IMPORTANTE: 'SE NON CI AVESSERO
Liberation Movement, rappresenta anche l’espressione
RIDOT TI IN SCHIAVITÙ, COSA SAREBBE contemporanea della protesta e ha caratteristiche
SUCCESSO?'. L’AFROFUTURISMO È UNA specifiche che quei leader non sembrano comprendere.
Per esempio il fulcro nevralgico è costituito da queer,
RISPOSTA A QUESTE DOMANDE E CHI LO
gay, lesbiche e trans, cioè da soggetti solitamente
STUDIA HA GIÀ NARRATO LE MODALITÀ ai margini della comunità nera. In questo senso il
IN CUI L A POPOL AZIONE DI COLORE HA nuovo Movimento si propone come un soggetto che
mira a trasformare sia la comunità nera sia la società
VISSUTO L A PROPRIA INVASIONE ALIENA,
statunitense. I suoi militanti condividono la prospettiva
IL RAPIMENTO, ED È SOPRAVVISSUTA secondo cui le diverse identità sociali e i relativi sistemi
COME ESTRANEA IN UNA TERRA di oppressione, dominio o discriminazione – di classe,
genere, razza – sono in relazione. Questa teoria tende
STRANIERA. PER GLI AFRICANI E COLORO
a una visione dell’ingiustizia e della disuguaglianza
I CUI ANTENATI FURONO ALLONTANATI sociale lontana dalle idee classiche sull’oppressione
CON L A FORZA 'LE NAVI ALIENE SONO sociale. Anche la teoria politica che sta alla base risulta
quindi distante dalle esperienze precedenti, proprio
SBARCATE MOLTO TEMPO FA', COME HA
come i metodi e gli strumenti di lotta”.
DET TO IL CRITICO GREG TATE".
In questo scenario, qual è il ruolo
dell’afrofuturism?
politici statunitensi”. “Il film Black Panther è, attualmente, l’esempio
più accessibile di afrofuturismo e il suo legame con
Nel libro sottolinei che i moderni movimenti l’universo Marvel collega l’avventura del supereroe
di protesta afroamericani non hanno leader, a a un’estetica che mette in mostra la cultura africana,
differenza di quelli degli anni 60 e '70. Tra gli le dinamiche del potere internazionale, la tecnologia
artisti musicali ci sono portavoci autorevoli e la fantascienza. Per secoli, infatti, la popolazione
delle rivendicazioni in atto? afroamericana ha cercato o tentato di creare una
“Perché un Movimento sia efficace servono attivisti. terra promessa, lontana dagli orrori criminali e dal
Perché un Movimento sia capillare servono artisti razzismo. Dai tentativi di Paul Cuffee di ritornare
capaci di articolarne le idee. Nel corso degli ultimi in Sierra Leone nel 1811 alla Black Star di Marcus
anni alcuni artisti hanno parlato, manifestato, cantato Garvey, dai movimenti nazionalisti culturali degli
a sostegno del Movimento: Killer Mike e Talib Kweli anni 60 al To The East, Blackwards degli X Clan
sono considerati a ragione portavoce di Black Lives nei primi anni 90, gli afroamericani hanno sempre
Matter. La novità sta nel fatto che nomi considerati sognato un’Africa immaginaria dove tornare a vivere
'non conscious' come David Banner e T. I. stanno diversamente. L’afrofuturismo non rappresenta solo
invece propagando le idee di BLM, proprio come l’idea di una nazione in cui i neri saranno liberi ma
stanno facendo Joey Badass e Vic Mensa, tra i pochi anche il tentativo di capire come potrebbe essere quella
rappresentanti della nuova scena. D'altronde il politico nazione. 'Wakanda è di per sé uno stato immaginario',
e l’artistico sono due istanze di uno stesso Movimento dice Ava DuVernay, regista di Selma e 13th, 'un
e operano al meglio quando si integrano a vicenda. Gli posto che è nei cuori, nella mente e nello spirito dei
attivisti ispirano i testi degli artisti che, a loro volta, ne neri da quando sono stati trascinati in America in
diffondono le idee”. catene'. Nel profondo di Wakanda giace la domanda
esistenziale più importante: 'Se non ci avessero ridotti
Descrivi questi attivisti mentre cantano il in schiavitù, cosa sarebbe successo?'. L’afrofuturismo
ritornello di Alright di Kendrick Lamar di è una risposta a queste domande e chi lo studia ha già
fronte alla polizia e magari sono gli stessi che narrato le modalità in cui la popolazione di colore ha
citano James Baldwin: c’è un legame tra i vissuto la propria invasione aliena, il rapimento, ed è
movimenti degli anni 60 e ’70 e quelli di oggi? sopravvissuta come estranea in una terra straniera. Per
“Il Movimento per i Diritti Civili/Black Power è preso gli africani e coloro i cui antenati furono allontanati con
sicuramente a esempio perché rappresenta l’ultima la forza 'le navi aliene sono sbarcate molto tempo fa',
espressione di una radicalità nera ma i nuovi attivisti, come ha detto il critico Greg Tate.

34 | RUMOREMAG.COM
AMERICA (NERA) OGGI TUTTE LE STELLE SONO PIU’ VICINE T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

TUTTE LE STELLE
SONO PIÙ VICINE
10 NOMI PER L’AMERICA NERA OGGI
(E SOPRATTUTTO DOMANI)
T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

Con lo sguardo in alto, dove stanno gli astri dell’Olimpo che guidano i destini della comunità (Kendrick, Beyoncè,
Jay Z, Kanye, forse, il geniale Frank Ocean, il nuovo principe Childish Gambino, D’Angelo, Drake e Run The Jewels).
In corsa per affiancare le supernove che incalzano, (Travis Scott, Chance The Rapper, Vince Staples, Anderson.
Paak, Solange, SZA e Future, fra gli altri). 10 nomi da segnarsi per non perdere la bussola, fra le mille tensioni e
velleità della nuova coscienza nera americana, nel futuro che verrà.

KEVIN ABSTRACT
Il leader della Internet boy band Brockhampton, sul trampolino di lancio
per diventare il nuovo artista totale dell’hip hop USA. Rapper e regista,
cantautore e curatore. Dalle strade meticce di Corpus Christi, Texas,
passando per Los Angeles. Con in serbo il nuovo album del suo collettivo.
Un Justin Timberlake dei sobborghi.

CHINO AMOBI
La mente del collettivo internazionale resistente NON. Un po’ etichetta
discografica, un po’ social network. Resistenza cosmopolita all’oscuramento
della cultura africana. Elettronica radicale e un approccio estremo al
dancefloor, le armi scelte. Il suo PARADISO del 2016 un viaggio dantesco fra
le (attese) rovine del capitale.

MILO AKA SCALLOPS HOTEL


Un flusso indolente, che guarda più a gallerie d’arte e letteratura che alla
strada. E che nel nuovo Sovereign Nose Of (Y)our Arrogant Face trova il
suo senso musicale. Tappeti di jazz urbano per leggere la realtà circostante,
da una prospettiva amaramente ironica ed evoluta.

STEVE LACY
Un nuovo Pharrell Williams per l’era digitale? Le recenti collaborazioni
con Kali Uchis e Syd svelano potenziale produttivo. Il suo Demo del 2017
un breve assaggio di capacità di scrittura, fra morbidezze neo soul e funk
di velluto. Ex membro di The Internet, suona tutto e registra sull’Iphone.
Genio in erba, fra Abletone e Apple.

RUMOREMAG.COM | 35
AMERICA (NERA) OGGI TUTTE LE STELLE SONO PIU’ VICINE T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

MHYSA
Emersa dalla scena queer di Filadelfia. Il suo Fantasii del 2016 è un viaggio
verso il paradiso. L’estetica da club come strumento di fluidità sessuale,
fra radici da non dimenticare e futuro. Poesia sintetica, che resiste al
suprematismo bianco a colpi di elettronica evoluta. Per gioire perché siamo
ancora vivi, anche se la guerra è tutt’altro che vinta.

KELSEY LU
Chiamatela solo Lu. I nomi sono importanti quando vieni da una storia che te
li ha sempre imposti. La violoncellista di Brooklyn afferma la sua orgogliosa
bisessualità come vessillo di libertà. Il suo strumento plana su tele post
apocalittiche e la sua voce s’impone quasi a cappella nell’intenso Church
(2016). Spiritualità laica.

CUPCAKKE
La boccaccesca rapper di Chicago sceglie la sfrontatezza sessuale per
rivendicare la propria libertà di scelta come donna nera. Video oltre il limite
del lecito, fra vibratori ostentati come vessilli e gemiti come chiamate alle
armi. Un album (Ephorize, 2018), sintesi di gran produzione e introspezione
matura, al di là dell’oltraggio.

PRINCESS NOKIA
Destiny Frasqueri da New York. Adottata (e abusata) a 10 anni, dopo aver
perso la madre, morta di AIDS, non si è mai tirata indietro nel rivendicare
la propria identità. Nera e latina, queer e combattente. Nella metropolitana
o sul palco, ogniqualvolta razzismo e misoginismo ci provino. A Girl Cried
Red (2018) il suo nuovo manifesto.

NONAME
Fatimah Warner inizia con la poesia, per un programma alla Harold
Washington Library di Chicago. Parole di dolore e redenzione che
racchiudono tutto il periplo della comunità femminile di colore. Versi
declinati con amore, nel pregevole Telefone. Gioia e devastazione su eleganti
tappeti minimali. Un rifugio dalla violenza dell'hood.

SABA
Austin, sobborgo di Chicago, è terreno di resistenza quotidiana. La violenza
delle gang ha lasciato sul campo il corpo del cugino di Tahij Malik Chandler
(in arte SABA). CARE FOR ME, il nuovo album, dedicato a lui, e Prom/
King il racconto su punta di pianoforte del percorso fino alla morte. Triste
documentazione delle tribolazioni nell'hood. Fotografie di parole che
guardano alla lezione di dolcezza di Kendrick Lamar.

36 | RUMOREMAG.COM
NINE INCH NAILS
BAD WITCH
IL NUOVO ALBUM

TT
LOVELAWS
IL DEBUTTO SOLISTICO DI
THERESA WAYMAN DELLE WARPAINT

CD - LP - DIGITALE

“…sotto la patina di luci soffuse di


questo disco c’è tanta sostanza” - Rolling Stone

“un disco permeato di fascino” - Buscadero

“affascinante… un lavoro intimo, stilisticamente


vicino al trip hop, con un andamento sensuale
ed etereo” - Rockerilla

“TT attinge dalla propria esperienza


gli ingredienti artistici più familiari
per poterli lavorare con più personalità
e un pizzico di libertà” - Il Mucchio Selvaggio
LA SOCIETÀ ALTERNATIVA DI

JOHNNY
MARR T E S T O D I N I C H O L A S D AV I D A LT E A

Rileggendo l’autobiografia di Johnny il proprio nome dopo la fine degli


Marr, Set The Boy Free (SUR, 2017), uscita Smiths. Invece hai collaborato
poco meno di un anno fa, ci si trova davanti tantissimo con altri e solo nel 2013
a una narrazione abbastanza scolastica, hai deciso di pubblicare il primo
semplice e immediata. Nulla di sconvolgente, lavoro solista in tutto e per tutto, The
a dirla tutta. Il racconto di vita – persino Messenger. Perché hai scelto questa
troppo pacato visti tutti i retroscena strada?
successivi alla fine degli Smiths – di una “In primo luogo perché sono un musicista.
popstar influente come poche altre grazie Essere una pop star è divertente, essere un
al proprio inconfondibile suono di chitarra. personaggio pubblico è piacevole, ma io
Quando si dialoga con Johnny Marr, però, voglio fare grandi dischi con grandi persone.
questo minimalismo svanisce, lui diventa Da quando avevo 14, 15 anni ho sempre
un fiume in piena, ha molto più l'aria di un imparato qualcosa da tutti quelli con cui ho
pensatore di quanto quello scritto potrebbe suonato e scritto canzoni. Nel mio quartiere
far pensare, tanto che nel suo nuovo album c’erano un sacco di band e di artisti più
Call The Comet cerca di immaginare una dotati di me e ho fatto del mio meglio per
società alternativa. Politicamente gli Smiths sperimentare e suonare con il maggior
sono stati più invadenti e scomodi del numero possibile di musicisti. Quando ho
Johnny Marr solista, ma l’occhio critico del lasciato gli Smiths non sapevo davvero cosa
chitarrista non si placa e anzi emerge vivido avrei fatto, non sapevo nulla della mia futura
dalle parole che pronuncia sullo stato attuale carriera; l'unica cosa che sapevo era che stavo
delle cose in Inghilterra e nel mondo intero, cercando di diventare un chitarrista migliore.
quello reale e quello digitale, ragionando Volevo lavorare in ambienti musicali diversi,
su un confine tra tangibilità e proiezione di con più persone possibili. Poi ho riscoperto
noi stessi nella Rete ormai quasi scomparso. me stesso suonando con due dei miei
Marr ci ha raccontato il disco, l'amicizia con musicisti preferiti, Matt Johnson nei The The
il compositore Hans Zimmer, la sua visione e Bernard Sumner nei New Order”.
di una ipotetica società alternativa, più
mitizzata che concreta. Faccio fatica a immaginarmi Johnny
Marr che non fa nulla. C’è stato un
Chiunque altro avrebbe capitalizzato momento in cui ti sei fermato o in

TAG: #johnnymarr, #thesmiths, #callthecomet, #brexit, #societaalternativa ONLINE: johnnymarr.com


JOHNNY MARR T E S T O D I N I C H O L A S D AV I D A LT E A

cui hai pensato fosse il caso prenderti una


pausa?
"SONO CRESCIUTO ALL'INTERNO “(Ride, nda) No, l'ho fatto solo per poco a 15 anni.
Questa è la mia vita. Pensa a un pittore: non si
DELLA CLASSE OPERAIA ED È PER prende una pausa di due anni. Ho un paio di
amici, uno fa lo scultore e l'altro l'attore: loro non
QUESTO CHE QUANDO L AVORO concepiscono l'idea che un musicista si prenda una
pausa tra la realizzazione di un disco e il successivo.
NON DICO DI ESSERE UN ARTISTA. Sono cresciuto all'interno della classe operaia ed
è per questo che quando lavoro non dico di essere
PROPRIO COME FANNO TUT TI GLI
un artista. Proprio come fanno tutti gli artisti che
ARTISTI CHE L AVORANO SODO. lavorano sodo. Questa è la mia vita, non mi serve
prendere una pausa”.
QUESTA È L A MIA VITA, NON MI
In merito a Call The Comet dici che
S E R V E P R E N D E R E U N A P A U S A ". rappresenta la tua idea di società
alternativa. Quali sono le caratteristiche che
la definiscono?

10 DISCHI CON JOHNNY MARR

THE SMITHS THE SMITHS THE THE ELECTRONIC 7 WORLDS


THE SMITHS THE QUEEN IS DEAD MIND BOMB ELECTRONIC COLLIDE
ROUGH TRADE, 1984 ROUGH TRADE, 1986 SOME BIZZARE/EPIC, FACTORY/VIRGIN, 1991 7 WORLDS COLLIDE
1989 PARLOPHONE, 2001

40 | RUMOREMAG.COM
JOHNNY MARR T E S T O D I N I C H O L A S D AV I D A LT E A

“Io mi immagino che si possa ancora ripartire


da zero. L'attuale situazione politica mondiale
è qualcosa da cui vorrei scappare. Non voglio "IO MI IMMAGINO CHE SI POSSA
trattare quell’argomento nelle mie canzoni, ANCORA RIPARTIRE DA ZERO.
preferisco raccontare la società, il mondo che c’è
là fuori, le città, cose del genere. In alcuni brani ho
L'AT TUALE SITUAZIONE POLITICA
immaginato una società fittizia. New Dominions MONDIALE È QUALCOSA DA CUI
è ispirata da un libro che si intitola Only Lovers
VORREI SCAPPARE. NON VOGLIO
Left Alive, l'autore è Dave Wallis, che racconta la
presa di potere dei teenager a livello mondiale. TRAT TARE QUELL’ARGOMENTO
Rise, la traccia che apre il disco, inizia con due
NELLE MIE CANZONI, PREFERISCO
personaggi che si ritrovano e si rifanno una nuova
vita. The Tracers è una canzone di fantascienza RACCONTARE L A SOCIETÀ, IL MONDO
su una richiesta di aiuto da parte dei terrestri CHE C’È L À FUORI, LE CIT TÀ, COSE
rivolta a forze esterne, non necessariamente i
classici alieni... un po' come in Straniero In Terra D E L G E N E R E ".
Straniera di Robert Heinlein. Voglio cantare del
mio mondo e della società, ma non necessariamente
la società in cui viviamo”.
modo hanno influenzato una certa coloritura
Le atmosfere di questo disco sono più cupe cinematografica presente in questo album?
rispetto a quelle degli altri due album. Gli “Ho lavorato con lui per Amazing Spider-Man
argomenti trattati hanno influenzato il 2 (2014), in un film con Julianne Moore che si
suono? intitola Freeheld (2015) e ho suonato in Rango
“Quando sono in procinto di registrare un disco - The Cartoon (2011). Hans è un amico intimo,
non so esattamente cosa andrò a fare: seguo uno di famiglia. Quando ho iniziato a lavorare
completamente le mie sensazioni, mi lascio a Call The Comet avevo passato molto tempo in
guidare dalla mia mente. Avevo davvero bisogno di studio con lui in precedenza e ovviamente qualche
scrivere nuova musica e credo che si senta – molto influenza si percepisce in un brano come Walking
semplicemente – una lieve cupezza in alcuni punti, To The Sea. Quando scrivevo i miei primi due
nonostante siano poche le canzoni con un suono dischi solisti volevo che suonassero come i Wire
ruvido. I miei primi due LP erano musicalmente o i Buzzcocks. E ora penso a questo disco un po’
molto più new wave, e pure un po' hard rock, come se fosse un film, probabilmente c'è una
c’erano un paio di canzoni che si avvicinavano ai componente di drammaticità nel suono, in pezzi
Franz Ferdinand o ai Magazine. In quest’ultimo come New Dominions, Actor Tractor, The Tracers
ho voluto rappresentare musicalmente il fatto che e Walking to the See. Questo rende il tutto ancora
il rock non possa venire inscatolato. È sensuale, più emozionante quando canto”.
scuro, e anche un po' inquietante, come in The
Tracers”. Per un artista come te che ha scritto una
canzone carica di orgoglio come European
Che importanza hanno avuto le tue Me, che osa ha significato la Brexit?
collaborazioni con il compositore Hans “La Brexit è stata una enorme delusione per
Zimmer – ad esempio per la colonna sonora me, mi si è davvero spezzato il cuore pensando
di Inception di Christopher Nolan – e in che

JOHNNY MARR MODEST THE CRIBS JOHNNY MARR JOHNNY MARR


AND THE MOUSE IGNORE THE MESSENGER CALL THE COMET
HEALERS WE WERE DEAD THE IGNORANT WARNER, 2013 NEW VOODOO/WAR-
BEFORE THE SHIP WICHITA, 2009 NER, 2018
BOOMSLANG
ARTISTDIRECT/IMUSIC, EVEN SANK
2003 EPIC, 2007

RUMOREMAG.COM | 41
JOHNNY MARR T E S T O D I N I C H O L A S D AV I D A LT E A

alla generazione con cui ero cresciuto e avevo punto di vista e sono contento di vederlo così
combattuto. In poche parole molti inglesi hanno stimolato dal lavoro con la sua band negli ultimi tre
pagato per la stupidità altrui, ma non voglio anni. Quando abbiamo lavorato assieme a Chasing
giudicarli, so quanta fatica facciano molti per Yesterday (2015) e Who Built the Moon? (2017)
pagare le bollette mentre qualcun altro ne alimenta era molto entusiasta. L’argomento reunion non lo
le paure: gli stranieri, la mancanza di ospedali, la affronta mai con me, siamo persone che guardano
disoccupazione. Questa è ideologia razzista, fa finta avanti e la nostra amicizia è molto più forte adesso,
che le cose siano molto più semplici di quel che visto che siamo nella stessa situazione: lui è davvero
sono in realtà. Controllano le forze armate in modo contento della sua band, dei testi che scrive, di ciò
molto intelligente, come negli anni 60. Hanno che produce e di ciò che può arrivare a ottenere.
imparato a mettere a tacere i media quando ci sono Siamo entrambi molto felici di quello che stiamo
state delle rivolte, lo stesso avviene negli Stati facendo nella nostra vita, così non ci preoccupiamo
Uniti. Ho scritto la canzone European Me perché degli Oasis o degli Smiths. Non abbiamo intenzione
nell’aria avevo avvertito la sensazione che ci fosse di guardare indietro, ma sempre avanti”.
qualcosa di brutto, già 3 anni prima della Brexit.
Oggi sono molto orgoglioso dell'Unione Europea”. Il tuo rapporto con la tecnologia, e
soprattutto con i social, è cambiato dopo
Non ti faccio la domanda sulla reunion degli quel tweet che scrivesti nel 2010 contro
Smiths perché non ha senso. Però te ne l’allora primo ministro britannico David
vorrei fare un’altra: che cosa hai pensato Cameron, nel quale dicevi “David Cameron,
quando hai letto di Mike, Andy e Craig, smettila di dire che ti piacciono gli Smiths,
del loro progetto di risuonare i brani degli non puoi. Ti proibisco di farteli piacere”?
Smiths con l'orchestra?Ti sei arrabbiato? “Sì, lo è a essere onesti. Ci stiamo tutti adattando
“Sono rimasto molto sorpreso perché non sono a vivere con i social network. Si tratta di una
stato consultato, e tutte le persone a cui ho chiesto questione molto importante, così grande che, un
non ne sapevano nulla. Solitamente quando giorno, ripenseremo a questo periodo di rivoluzioni
qualcuno intende suonare la musica di qualcuno lo come a uno dei passi evolutivi più importanti della
contatta. È stato tutto molto strano: ho pensato che nostra storia, forse pure di più della rivoluzione
fosse uno scherzo. In un certo senso è come essere industriale: i suoi effetti sono molteplici e ricadono
derubati da qualcuno che conosci. Come se i tuoi sulle nostre menti e sui nostri comportamenti.
vecchi amici irrompessero in casa tua... è quella Molte conseguenze sono positive, come quelle
sensazione lì”. legate alla globalizzazione, ad esempio nel campo
della medicina, mentre i risvolti negativi sono
E infatti poi il tour è stato cancellato. ovviamente riconducibili alla natura dell’uomo.
“È stata una barzelletta. Hanno distrutto la band Penso che non siamo ancora in grado di sfruttare
senza neppure suonare un concerto insieme (ride, al meglio i social network e la Rete in generale.
nda)”. È molto facile dimenticarsi che Internet non è la
vita reale. Non lo è davvero. Non è ossigeno. La
Leggevo che da giovane hai fatto un provino strada è ancora molto lunga per arrivare a questa
per la squadra di calcio del Manchester City. consapevolezza”.
In che ruolo giocavi?
“Giocavo come ala destra. Ero piuttosto piccolo ed E David Cameron?
era l’unico ruolo in cui avrei potuto giocare perché “Cameron è stato davvero divertente; in realtà ne è
ero veloce e non riuscivano a darmi i calci”. uscito bene, non credo che ci siano molti politici che
fingono di amare le band rock. I politici dovrebbero
Oltre e condividere la passione per il City, fare attenzione quando parlano di musica, e
sei molto amico di Noel Gallagher. Gli hai tenersi lontani dai musicisti. Cerco davvero di
mai dato qualche consiglio sulla possibile non prendere i social network troppo sul serio in
reunion degli Oasis? questo momento, ma l'abuso che ne è stato fatto
“Gli Oasis sono stati insieme circa 17 anni, più o durante la Brexit mi ha indotto a comprendere
meno, se volessero riunirsi ci metterebbero un quanto le persone siano davvero stupide. Non
attimo. Quando sono insieme a Noel parliamo di penso che il mondo sia pieno di gente così, guidata
ciò che lo rende felice adesso. È una persona molto dai commenti lasciati sotto un articolo on line. È
ispirata, ha sempre tante idee e la testa sempre in davvero un'arena per gli stupidi (ride, nda)”.
movimento, è sempre sul prossimo progetto che
vuole sviluppare. Siamo molto simili da questo

42 | RUMOREMAG.COM
ITALIAN
NEW
VOGLIO
RIVIERA
ITALIAN
VEDERTI
DANZARE
GROOVE
SENTO L A NOSTALGIA DI UN PASSATO. IL BOOM ECONOMICO,
L A CANZONE POPOL ARE,SOLO)
(E NON ECCO CHE ARRIVANO
IT ETEDESCHI.
S T O D I M AU R O F E N O GNON
L I O , G I A NTI
LU C POTRO’ SCORDAR.
A RUNZA E GIOR G I O VA L L E T TA

CI SIAMO STATI TUTTI, È ESTATE, FORSE SIAMO LÌ.


Nuovi approcci al dancefloor prendono forma nell’Italia del 2018. Spinti da una
L A RIVIERA NELLE MALINCONIE POP DE IL LUNGO ADDIO
E TRAcontinua ricerca, dalla
LE PAROLE DIvolontà
UNO di definire
CHEpercorsi che guardino oltreIN
È. BENVENUTI i confini
ROMAGNA.
PERCHÉ
dello Stivale, LONTAN
senza dimenticare DA TE
il bagaglio NON
di una SI PUÒ
tradizione STAR.
non prescindibile.

Fra ipotesi IDM, attualizzazione del funk e dolci retaggi italo disco. Geografia che

abbraccia tutta la penisola. Dalla Milano in club di Myss Keta, passando per il Nord

Est romantico e sintetico di Bottin, fino alla Napoli centrale e mediterranea di Nu


T E S T O D I M A U R I Z I O B L AT TO E F R A N C E S C O FA R A B E G O L I
Guinea. Pensieri e danze sotto le luci strobo.
IL LUNGO ADDIO
ULTIMA FILA NEL LIDO SOLITARIO
T E S T O D I M AU R I Z I O B L AT TO

Il Lungo Addio, progetto “romagnolo” di Fabrizio Testa, è ben più di una serie di dischi pop a tema. Sembra forse il
tentativo di esorcizzare se stesso abbandonandosi a un pezzo di terra. Cercarsi nei perimetri bui dei luoghi, altrimenti,
comuni. Le spiagge, ma a novembre. I locali, però svuotati. Gli hotel, sempre fuori stagione. Questa è la sua Romagna. Ma la
nostra? Tette, culi, racchettoni, ricoperti e Festivalbar (anche quando non li fanno più). Se pensiamo – pronti via - all’estate
diciamo Romagna e ci spalmiamo la crema solare come fossimo dolci da vetrina del Belpaese. Lì va bene tutto, lì sanno fare
bene tutto. Ma certo cinema e certa letteratura ci hanno insegnato che esiste una mareggiata scura, un tutti in pista rifiutato
con cattiveria. Ora abbiamo anche un certo pop a cantarcelo e il suo autore è uno di quegli osservatori defilati e attenti che
magari hai incontrato, ma non sei sicuro. Forse era quello che stava da solo e faceva fare clack con la suola della scarpa al
cartellone di lamiera dei gelati. Non ne sei sicuro perché eri impegnato a ridere e scattare all’indietro per non sporcarti le
New Balance con il crescione caldo. In vacanza uno sta meno attento, fortuna che c’è qualcuno a non dimenticarsi di nulla.

Autoritratto di Fabrizio Testa come artista. Come nasce Il Lungo Addio?


“Ho iniziato a comporre e suonare molto tardi, intorno “Il Lungo Addio nasce a Parigi, una manciata di
al 2010, quando vivevo a Parigi. La fissazione per la canzoni che avevo scritto nel 2010 mentre girovagavo
Romagna mi ha portato a scrivere i primi pezzi, che per una città che ancora non conoscevo bene. E
registrai in uno studio cittadino. Realizzai qualche comunque, pur a 1000 chilometri di distanza, parlavo
copia in CD-R per gli amici. Volevo principalmente ancora una volta di Romagna. Un luogo reale che sfocia
trasformare le mie ossessioni e le mie visioni in musica. nell'immaginario, nel sogno. Forse inconsapevolmente
Poi la cosa ha preso una brutta piega e nel 2012 ho la stessa visione che aveva avuto Fellini: la Romagna
avevo già realizzato tre dischi a nome Lungo Addio, come stato mentale, una porta che ti traghetta verso
due dischi a nome Fabrizio Testa e aperto l'etichetta la malinconia permanente. Dietro queste visioni
vinilica Tarzan Records dedita alle produzioni di si celano i segreti della mia vita, che forse ancora
musiche sperimentali in vinile”. non sono riuscito bene a scoprire o a definire. Dopo
qualche CD-R (Io Non Sarò Qui, La Fine Del Mondo A
Come ti sei formato? Milano Marittima, Disperate Abitudini) ho proposto
“Ascolto e ho ascoltato tantissima musica. Dai a Mirko della Wallace Pinarella Blues (il disco più
completo fino a quel momento), uscito nel 2014.
Madredeus ai R.E.M., passando attraverso jazz,
Canzoni come Hotel Karim o L'Ultima Fotografia
classica, new wave e scampoli di musica italiana.
sono esempi, almeno per il sottoscritto, di pop anni 50.
Ma i miei riferimenti artistici sono forse più letterari
La malinconia del boom economico, gli hotel a buon
(Hemingway, Conrad) e cinematografici (i film di
mercato, l'agosto delle vacanze per tutti. E in mezzo
Zurlini, Fellini, Brusati, ma anche i cult movie di Sergio
amore, morte, solitudine, malinconia. Ricordo di aver
Martino o Corbucci come Rimini Rimini e Attenti
scritto tutti i testi in un bar di Cesenatico nel luglio
A Noi Due). La letteratura rimane però la mia più
del 2013 senza nemmeno avere le musiche pronte.
grande passione. Eh già, ho scritto un romanzo, La
Nel 2016, con Fuori Stagione, ho tentato una svolta
Fine Del Mondo, ambientato in Romagna, sulla costa.
pop. Meno punk, più controllata. I dischi sino a quel
Personaggi al confino verso la fine di tutto. Per ora non
momento erano stati registrati in presa diretta. Con
sono interessato a pubblicarlo”.

TAG: #fabriziotesta #gitesolitarie #allegromalinconico #cosmogoniarivierasca ONLINE: facebook.com/illungoaddioofficial


ITALIAN RIVIERA IL LUNGO ADDIO T E S T O D I M AU R I Z I O B L AT TO

Fuori Stagione ho lavorato in due studi diversi. Bruno Pilia, Miro Snejdr e molti altri ancora. La Romagna
Dorella ha registrato la batteria a Ravenna, mentre torna anche nei pochi dischi usciti a mio nome. Uno
io e altri musicisti il resto delle cose qui a Milano. in particolare, strumentale, racconta il lato oscuro
Ne è uscito un disco più raffinato, ma anche meno delle colonie abbandonate sulla costa. È un disco per
spontaneo secondo me. Comunque sono soddisfatto pianoforte, si intitola Music For Adriatic Colonies ed è
del risultato. Le liriche si sono ampliate, come per In molto intimo, un poco triste. Come lo sono le spiagge
Tre Su Una Uno, e raccontano anche di cronaca nera e d'inverno. Sono felice invece di quest'ultimo Tutti
piccole ossessioni che non avevano mai trovato spazio Nuotammo A Stento. Ci sono 14 pezzi, ed è il mio disco
prima su un mio disco. È il lavoro più breve ed è stato più completo e forse più malinconico e segreto. C'è un
registrato in un periodo davvero strano della mia vita”. blues di "protesta" come Vu Cumprà, pezzi anni 50
come Astrid, Hotel Baltic e Fa Freddo Anche D'Estate.
Sembri uno volutamente appartato. Prolifico, Canzoni per sola voce e chitarra che mi riportano agli
ma mai sotto i riflettori. esordi (Boxe e Cartoline Da Gabicce hanno la stessa
“Vivo una vita lontano dalla scena musicale. Un struttura dei miei primissimi pezzi). Non uscirà a
lavoro in azienda, il nuoto, le gite solitarie in terra malincuore su Wallace ma va bene comunque”.
romagnola. Mi piace entrarci per caso, lasciare un
post it e poi ritirarmi nuovamente. Ho avuto la fortuna E allora arriviamoci, alla Romagna. Dove nasce
in pochissimi anni di suonare, nei miei dischi e dal il tuo legame, cosa la rende ai tuoi occhi la
vivo, con tutta una serie di musicisti che ascoltavo Terra d’arrivo e perché l’accogli tra le tue note?
e che stimo quali Bruno Dorella, Dany Greggio, “La Romagna è uno stato mentale. L'ho scoperta da
Xabier Iriondo, Luca Ciffo, Paolo Mongardi, Roberto piccolissimo. Io sono milanese al 100%, parenti e nonni
Bertacchini, Chet Martino, Cesare Malfatti, Stefano compresi, ma i miei mi ci hanno sempre portato. Poi

46 | RUMOREMAG.COM
ITALIAN RIVIERA IL LUNGO ADDIO T E S T O D I M AU R I Z I O B L AT TO

l'adolescenza con i primi amori e le sicure disillusioni.


Ho questa immagine di me a 14, 15 anni che girovago
perduto per Cervia o Lido di Savio dopo un secco NO di SONO SEMPRE STATO UN ALLEGRO
una tedesca in vacanza con i genitori. Cammino senza
MALINCONICO. DA SEMPRE,
meta e finisco in un hotel, non il mio, con il pianobar
e la canzone Champagne. Era il 15 d'agosto e forse SIN DA PICCOLO. E L A ROMAGNA
sono stato l'unico ad aver sentito freddo quella sera. METTE GIOIA, ALLEGRIA, MA ANCHE
Ora il mio ritorno alla Romagna è più controllato. Ci
M O LTA T R I S T E Z Z A . E C C O P E R C H É M I
vado per un concerto, per trovare qualche amico, per
un anniversario. Il periodo più tosto ma anche quello AFFASCINA IN MODO PARTICOL ARE.
più importante, 'di ricerca', è stato tra il 2002 e il NON SONO LE CIT TADINE O
2006 quando girovagavo spesso d'inverno, tra i posti
addormentati e quasi sperduti, in mezzo alla nebbia e
L'ENTROTERRA, IL DIVERTIMENTO
al silenzio. Mi muovevo con alcuni amici. Uno su tutti O IL CIBO. SONO I VIALI VUOTI, LE
era un tizio strano che noi chiamavamo Il Presidente, MAREGGIATE D'INVERNO, LE CABINE
che compare spesso nei miei pezzi. Lui era la perfetta
incarnazione della solitudine rivierasca”. SCOLORITE CHE RACCONTANO UN
MONDO INFELICE DI ANTIEROI O DI
Il Presidente, già su Fuori Stagione. TRAGEDIE NASCOSTE
Parliamone.
“Il Presidente è (o era?) un caro amico di cui persi
le tracce nel lontano 2009. Da allora, nonostante gli
sforzi, non sono più riuscito a trovarlo o a sentirlo.
Pazienza. Era un personaggio pazzesco, quasi trash, la morbosità e l'inquietudine nascosta dietro
romanzato. Vestiva in tuta, fumava cento sigarette una cittadina così semplice come Rimini. Penso che
al giorno, andava a puttane, guidava una Jaguar non troverò mai la soluzione definitiva. Continuo a
scassata, ascoltava solo Bob Dylan e si cibava quasi esorcizzare la mia allegra malinconia scrivendo testi,
esclusivamente di pizza americana. Raccontato così racconti, cantando delle miserie umane che non ho mai
sembra un personaggio di qualche film dei fratelli vissuto, ma alle quali ho sempre sentito di appartenere.
Coen, ma invece è esistito davvero. Era un caro amico, A volte, quando raggiungo le spiagge vuote d'inverno,
filosofo e cazzone al tempo stesso, senza lavoro. Viveva mi sento come la Berté quando cantava: mare, mare...
a Cesenatico e nonostante l'età (eravamo coetanei qui non viene mai nessuno a trascinarmi via... Ecco,
e si girava insieme quando si avevano 20, 22 anni) mi sento proprio così”.
sembrava già anziano. Posso segnalarti qualche
ricordo indelebile. Il 5 marzo del 2007 attraversammo Queste sensazioni le esprimi anche dal vivo?
con l'auto, eravamo completamente soli, tutta la “Suono molto raramente dal vivo. Una data ad aprile
costa, da Valverde a Lido di Spina. Ci fermammo a scorso, la prossima a settembre, al mare. In Italia
bere ovunque, con cena sul porto canale di Cervia, funziona che se vuoi suonare devi andare nei locali,
ascoltando Tom Waits, Dylan e parlando di religione, farti vedere in giro, uscire con i musicisti. Io preferisco
morte, vita, donne... Quando arrivammo a Lido di la pizza e la coca cola in un ristorante di periferia. Lo
Spina, verso le tre del mattino, ci addormentammo in faccio per davvero e un po’ mi autoescludo. Pazienza.
auto fuori dall'ultimo locale”. 'Alla lunga una verità che ferisce è meglio di una bugia
di comodo', diceva Thomas Mann”.
Molto Tom Waits, nighthawks at the piadina.
È la Romagna che, inevitabilmente, dopo la Questione di carattere o ti infastidisce il mondo
carnalità diurna si appresta alla malinconia musicale attuale?
delle ore piccole? “Diciamo che non amo la scena 'milanese'. Nei locali
“Sono sempre stato un allegro malinconico. Da trovi sempre quei quattro o cinque musicisti che non
sempre, sin da piccolo. E la Romagna mette gioia, ce l'hanno fatta e sono lì a darsi gran pacche sulle
allegria, ma anche molta tristezza. Ecco perché mi spalle o a organizzare le solite serate paracule tipo
affascina in modo particolare. Non sono le cittadine 'cantiamo Lou Reed al barettino'. Ecco, penso sia
o l'entroterra, il divertimento o il cibo. Sono i viali davvero inutile. Preferisco Young Signorino, almeno è
vuoti, le mareggiate d'inverno, le cabine scolorite molto più punk e sincero di loro. Così mi ritiro in una
che raccontano un mondo infelice di antieroi o di vita da non musicista. La trovo più confortante. Nelle
tragedie nascoste. C’è un film, Graffiante Desiderio di mie canzoni sono spesso citati gli hotel, fonte massima
Sergio Martino, che racconta, nonostante sia un cult d'ispirazione. L'Hotel Silver, L'Hotel Karim, l'Hotel

RUMOREMAG.COM | 47
ITALIAN RIVIERA IL LUNGO ADDIO T E S T O D I M AU R I Z I O B L AT TO

Baltic. Tutti posti dove ho alloggiato e in qualche modo quegli anni spensierati dove non si ipotizzava la fine
vissuto. A Milano frequento una pizzeria minuscola, da di tutto, come accade ora, quanto piuttosto l’arrivo
Biagio, quattro tavoli e la pizza più buona del mondo. un radioso avvenire. All'Hotel Baltic di Riccione è
Ma non è citata da nessuna parte! AhAh”. ambientato il film L'Ombrellone di Dino Risi con
Enrico Maria Salerno. Il mio modo di cantare forse è
Sbaglio o il presente non ti affascina un straniante rispetto al mio modo di parlare perché sono
granché? Modern life is rubbish? convinto che un musicista, come un teatrante o un
“Il presente attuale non mi affascina perché trattasi attore, debba calarsi in un personaggio e in un qualche
esattamente di 'quel futuro che ci inquietava un modo recitare. Con sincerità, però recitare. Sono
tempo' oggi trasformatosi in presente. C'è un senso sempre rimasto colpito dal lavoro che fece Carmelo
di spaesamento, soprattutto nei giovani, davvero Bene sulla voce, quella specie di estensione del parlato
tremendo. Figlio non solo della situazione politica che amplificava con l'utilizzo del microfono. Ecco, ho
raccapricciante ma anche dell'inadeguatezza verso cercato di fare la stessa cosa. I riferimenti sono Death
il 'nuovo' futuro che oggi si fatica a intravedere. Un In June, Smog, Leonard Cohen. Ho sempre amato
tempo le persone, tra i '50 e i '60, erano affascinate dal molto le loro voci catacombali”.
futuro. Lo vedevano come qualche cosa di superbo,
elegante, avvincente. Poi la società si è evoluta nel C’è una canzone dedicata alla Marina di
peggio (gli anni di piombo, la leggerezza frivola Ravenna dove le parli come fosse una donna
degli anni 80, il disagio dei '90), trasformando quel reale. E citi con dovizia di particolari l’Hana-Bi,
futuro incantato nel qualcosa inquietante che è il locale e persone. Il tuo rapporto con il luogo?
nostro presente. L'uso dei social, del telefonino come “La prima volta che capitai a Marina fu nel 2006.
Io avevo sempre frequentato Cesenatico, Pinarella,
Cervia, Lido di Classe, Misano. Non mi ero mai spinto
oltre. Poi trovai un volantino che segnalava una serata
musicale alternativa allo stabilimento balneare Hana-
"IL PRESENTE AT TUALE NON MI
Bi e così decisi di fare un salto. Ricordo che sbagliai
AFFASCINA PERCHÉ TRAT TASI strada più volte, ma alla fine riuscii a trovarlo. Da
ESAT TAMENTE DI 'QUEL FUTURO quel giorno mi innamorai dell'Hana-Bi e del luogo.
Infatti ho immaginato Marina (di Ravenna) come una
CHE CI INQUIETAVA UN TEMPO'
bellezza locale che giunge all'Hana-Bi per bere una
OGGI TRASFORMATOSI IN bibita durante la calura di agosto. Ci sono tutti gli
P R E S E N T E ". elementi del caso. La cittadina missata con il nome
di persona (che significa appartenente al mare), il
mio stabilimento balenare preferito, ecc... La voce
femminile è di Francesca Amati dei Comaneci e degli
Amycanbe, una delle voci italiane più belle degli ultimi
appendice del nostro braccio e della nostra mente,
anni”.
il voler apparire sempre e comunque e il dover
dimostrare di essere 'qualcosa o qualcuno' a ogni costo,
E il flusso di (in)coscienza al termine di
mi infastidisce e incupisce molto. Pazienza, siamo figli
Graffiante Desiderio? Vengono citati Foppa
di questi tempi moderni”.
e Pedretti, Cofferati, Corrado Tedeschi,
Calipari e Mirko Setaro dei Trettrè!! Che cos’è
Veniamo al disco nuovo. Tutti Nuotammo A
esattamente? Giuseppe Genna in vacanza o
Stento è un titolo geniale quanto emblematico.
I bellissimi di Rete 4 in versione nightmare?
E il De André evocato in battigia risuona
“Ahahah, quello è Alessandro Gori (aka Lo
anche nella presenza della tromba in molte
Sgargabonzi, nda), uno dei comici più bravi in Italia,
canzoni, con quella epicità uggiosa degna degli
il nuovo Lenny Bruce secondo me. Dovresti vederlo
arrangiamenti di Gian Piero Reverberi. Anche
dal vivo per capirlo al meglio. Siamo amici e ci siamo
se devo dirti che il tono della tua voce e una
conosciuti a Lido di Savio, perché anche lui è un fan
certa precarietà pop mi hanno ricordato Calvin
della Riviera, e così gli ho chiesto un suo tributo come
Johnson e la K Records.
ghost track. In realtà non ha nulla a che vedere con
“Il titolo è nato per caso. Stavo ascoltando il disco di
l'ultima canzone. L'ho agganciata solo nel finale”.
De André è mi è venuto in mente questo! La tromba,
con il suo suono triste e rarefatto, mi riporta a certe
Sbaglio o anche Astrid, cui dedichi la canzone
freschezze anni 50. Nell'ultimo disco c'è una canzone,
omonima, si era già affacciata nella tua
Hotel Baltic, che è forse la più adatta per raccontare
cosmogonia rivierasca?

48 | RUMOREMAG.COM
"IL MIO MODO DI CANTARE FORSE
È STRANIANTE RISPETTO AL MIO
MODO DI PARL ARE PERCHÉ SONO
CONVINTO CHE UN MUSICISTA,
COME UN TEATRANTE O UN
AT TORE, DEBBA CAL ARSI IN UN
PERSONAGGIO E IN UN QUALCHE
M O D O R E C I T A R E ".

“Giusto. Era la ragazza che beveva la Pepsi alle terme


in Fuori Stagione. Mentre lì era solo accennata, qui
invece è la protagonista assoluta. Forse nel prossimo
disco parlerò ancora di lei. È una ragazza immaginaria
perché immaginata. In realtà io non conosco nessuna
Astrid”.
IL LUNGO ADDIO
Cosa mi dici dei Lidi Ferraresi? Non mi sembra
emergano nelle tue canzoni. Sarà perché io ho
passato parte della mia adolescenza al Lido
degli Scacchi, ma penso che lì ci siano dei TUTTI NUOTAMMO A STENTO
TROPICO
paesaggi “terminali”, tra orizzonti senza la
minima increspatura, zanzare ovunque
e La Casa Dalle Finestre Che Ridono. “Nulla dice addio come
“Adoro i Lidi Ferraresi. Nelle mie canzoni sono poco una pallottola” sentenziava
Philip Marlowe ne (appunto)
presenti, ma nel mio libro La Fine Del Mondo sono Il Lungo Addio, ma nulla
ampiamente spolpati. Ho attraversato in un febbraio dice godi come la Romagna.
carico di nebbia Lido degli Scacchi, Lido degli Estensi Fabrizio Testa aka Il Lungo
Addio torna sulla sua
e Lido delle Nazioni. Paesaggi che sembrano i set di magnifica ossessione per
film western o parafuturisti. Posti incredibili, assurdi. la terra dei pedalò e delle
Pupi Avati ha girato molto da quelle parti: Le Strelle risacche malinconiche. Atto
terzo di un concept che ha
Nel Fosso ambientato a Comacchio, La Casa Dalle in partenza un blues secco e
Finestre Che Ridono a Ferrara e dintorni, Zeder a potente, con una ritmica da
Milano Marittima. Logicamente è uno dei miei cineasti Nightclubbing tribalizzata
e un testo che chiama subito in causa piscine abbandonate
preferiti. Ricordo poi quando andai a mangiare e una raccolta di lacrime differenziata. Ha il coraggio di
l'anguilla a Porto Garibaldi in un piccolo ristorante in intitolarsi (come quell’altra) Il Mare D’Inverno e di introdurci
zona Canalino. Esperienza mistica cui ripenso ancora al dark side of the spiaggia che sfocia nel pop con controcanto
femminile e precarietà pop di Astrid. Rimini a gennaio e per
con affetto. In generale molti aneddoti sono raccontati giunta di lunedì, su un’architettura calvinista alla K Records.
nel romanzo La Fine Del Mondo, e comunque tutti Fino a quando spunta la tromba di Sergio Montemagno a
portano sempre e solo a una conclusione, triste o ricordarci che il calembour del titolo ha una sua ragion d’essere
nel deandreismo più maudit e per nulla santificabile. Tutti
allegra che sia: la visione del luogo, il viaggio, l'amicizia nuotammo a stento, forse sì in direzione ostinata e contraria,
e l'attraversamento come metafora della solitudine. ma giusto per raggiungere sdraio e straniere non proteggibili
In fondo si fa di tutto per scacciarla, anche se spesso da creme solari. La title track è una ballata da licantropi
in infradito, che si ritrae davanti a Marina Di Ravenna,
ci ritroviamo sempre soli. E, come diceva Pasolini, bellissima cartolina dall’Hana-Bi, sensualmente triste grazie al
bisogna essere molto forti per amarla davvero”. controcanto di Francesca Amati. Fa Freddo Anche D’Estate è il
boom (economico) ormai silenziato che, nel suo minimalismo
evocativo, è la piccola storia di un impiegato balneare che
Nella canzone d’apertura, Il Mare D’Inverno, ascolta i primi Baustelle da una radio lontana. E assicuratevi la
canti: “Il mare d’inverno è la copertina di un prima edizione, con bonus track fatte di voce, chitarra e fiati.
disco new wave”. Ma quale disco? Cartoline Da Gabicce, il Mississippi Adriatico di Vu Cumprà e
un monologo “visionario” in coda. È tutto cinema e letteratura,
“Nella fattispecie Heaven Up Here di Echo & The sceneggiature acustiche vissute mentalmente e sulla pelle,
Bunnymen, uno dei miei gruppi preferiti”. sapore di mare cui si offrono le spalle, sapore di sale che brucia
sulle ferite.
MAURIZIO BLATTO
80/100

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SCAVIDARE*
LA CRISI
“NON REGALATE TERRE PROMESSE
A CHI NON LE MANTIENE”
(FA B R IZ I O D E A N D R É , R IM IN I)

T E S T O D I F R A N C E S C O FA R A B E G O L I - F O T O D I A D R I A N O Z A N N I

È l’idea alla base ad essere sbagliata. L’idea di ferie stremato, in tempo per timbrare il cartellino. Le persone
che avevano le persone che venivano qui una volta ad che ci vivono devono imparare l'arte in una maniera più
animare queste città, presente? Ecco, quell’idea lì non sottile: sospendere il giudizio, entrare nell'ecosistema
va bene, è sbagliata. Il progetto. Prenotare l’albergo e e sopravvivere all'onda di riflusso che arriva a fine
l’ombrellone in seconda fila, uscire dal lavoro un venerdì estate. Le persone che ci vivono devono imparare due
sera, macinare le ore d’auto che servono e iniziare la vita ritmi circadiani. Le città dell'entroterra garantiscono
in vacanza – pranzo leggero, cena di pesce, shortini, un cuscinetto emotivo fatto di sagre autunnali e feste
discoteca, tresca amorosa. Il giorno dopo si ricomincia, dello street food; nei mesi estivi continuano a provare a
stessa spiaggia stesso mare, altro ristorante, altro bar, fornire un'alternativa surrogata per i local che cercano lo
altra discoteca, altra tresca. Tutte le sere ne accompagna sciallo estivo e non riescono più ad accettare la vista del
a casa una diversa. Dopo due settimane torni a casa: mare. Nel conto dei miei privilegi: sono nato a Cesena,
partenza alle sei del pomeriggio la domenica con code in l'unica città romagnola di terra che tra luglio e agosto
A14 di prammatica, così si sfrutta appieno anche l’ultimo continua ad avere una qualche ragion d'essere. Forlì
giorno. Henry Rollins a rovescio: sottoporre il corpo a sembra invasa dagli zombi, i ravennati frammentano
uno stress insostenibile aiuta a calmare la mente. I lati democraticamente la loro invasione lungo i chilometri di
negativi: costa soldi, e a dire il vero non funziona. La costa tra Casalborsetti e Lido di Savio. Le città della costa,
verità vera è che il corpo umano, semplicemente, non è invece, ognuno ha la sua preferita.
costruito per tollerare quella quantità di cocktail fruttati,
e quel monte di ore non dormite, e quell’esposizione Noi siamo sempre qui. È un ergastolo autoinflitto che ha
massiccia e repentina ai raggi solari. Un paradosso: lati positivi: puoi farti un’ora di spiaggia in pausa pranzo,
i più agguerriti villeggiatori della Riviera migliorano la puoi mangiare il pesce sul canale in tutte le stagioni,
performance preparandosi durante l’inverno – aperitivo da qualche anno a questa parte puoi perfino vedere un
cubano a febbraio, ticket Groupon per tre sedute al bel concerto coi piedi nella sabbia. La riviera ha una
solarium con depilazione caviglie omaggio. La chiamano certa onestà di fondo, non discrimina tra chi è qui e chi
prova costume, ma se ci pensate è una pratica religiosa arriva qui. Se vi capita di girare Venezia assieme a un
– ci priviamo del cibo in inverno e primavera per essere veneziano, siete costretti a conoscere una realtà semi-
degni dell'estate. invisibile di posti che danno da mangiare e da bere ai
local – certi bacari incredibili, certi bar tossici che fanno
Le città della riviera sono costruite a fisarmonica. La loro lo spritz buono a pochi soldi, quelle cose lì. In riviera
capacità produttiva garantisce vitto e alloggio al decuplo è diverso. In riviera, fino a poco tempo fa, le orchestre
delle persone che le abitano nel resto dell'anno. Chi arriva da ballo suonavano musica che fuori dai confini della
da fuori ha tutte le possibilità di inventarsi da principio, Romagna non è mai stata suonata con continuità. Il liscio
vivere il proprio sogno middle class e tornare a casa nasce perché qui la gente non aveva un soldo e nel fine

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ITALIAN RIVIERA SCAVIDARE* L A CRISI T E S T O D I F R A N C E S C O FA R A B E G O L I

fuori non lo capiscono bene, a loro basta tornare a casa


e presentarsi al lavoro con la pelle scottata. Le città
IL TURISMO BALNEARE balneari si contraggono di colpo e tornano in letargo.
ROMAGNOLO È DEMOCRATICO: Nessuno ci bada poi tanto. Siamo abituati a vivere nello
scheletro invernale di quelle città sventrate, tagliando
NON ESISTONO VERE E PROPRIE
fuori dal campo visivo dei chilometri quadrati di niente
ROCCAFORTI DEL CAPITALISMO e concentrandoci su certe piazzette nascoste alla vista
IN CUI I MILIARDARI POSSONO dell’acqua, che d’inverno sembrano funzionare meglio.
Certi animali prosperano in certi ecosistemi. Un tale di
PASCOL ARE LIBERI SENZA VENIR
nome Francesco Senni ha scritto la canzone definitiva
DISTURBATI DAI COMUNI MORTALI, su questa cosa, si chiama Cesenatico, il gruppo che la
A PARTE FORSE CERTE ZONE DI suona si chiama Caffè Sport Orchestra. È un pezzo cheesy
MILANO MARITTIMA. I SINGLE di quel cheesy romantico/poetico/triste alla Capossela,
a riprova che niente è davvero orribile se lo metti nel
BAZZICANO LE STESSE SPIAGGE giusto contesto. Francesco Senni di lavoro manda avanti
DELLE FAMIGLIE, TUTTE LE un eccezionale ristorantino self-service a strapiombo sul
NAZIONALITÀ SONO BENVENUTE. molo di Cesenatico.

Negli anni passati credo fosse più traumatico. La riviera


romagnola è stata un concetto forte che ha determinato
l’immaginario italiano fino alla fine degli anni 80: c’è
settimana voleva ballare. Tutto quel che è arrivato dopo Fellini, c’è un disco di De André che ha quel titolo lì, ci
l’abbiamo accettato sorridendo. Dice che il romagnolo sono i Rimini Rimini. Nell’immaginario cecchettiano
si sente obbligato a farsi in quattro per i propri ospiti: la del primo Jovanotti si fa esplicitamente riferimento a
presenza più o meno massiccia di turisti o autoctoni in Riccione come a un paradiso estivo della gioventù italica
un certo bar o ristorante di Rimini ha più a che fare con (Scappa Con Me, su La Mia Moto). Poi qualcosa s’è
il caso che con le scelte di marketing. Che poi, in riviera, interrotto. Altre zone d’Italia hanno provato a surrogare
si dice ancora “ha il senso del marketing” di qualunque in vitro un certo tipo di turismo estatico che era proprio
gestore metta due belle donne dietro al banco del bar. della riviera, magari facendo leva su condizioni oggettive
Il turismo balneare romagnolo è democratico: non più interessanti – il Salento è l’esperimento più riuscito,
esistono vere e proprie roccaforti del capitalismo in cui i direi. Dopo i ’90 la riviera ha conosciuto la sua brava
miliardari possono pascolare liberi senza venir disturbati parte di crisi, forse anche più di altre zone. Il turismo
dai comuni mortali, a parte forse certe zone di Milano rivierasco si costruiva per gran parte sull’assunto che
Marittima. I single bazzicano le stesse spiagge delle con abbastanza vino bianco in circolo le persone non
famiglie, tutte le nazionalità sono benvenute. si rendessero conto di quanto facesse schifo il mare in
Romagna, specie se confrontato con qualsiasi altro punto
La principale differenza è che noi la riviera la vediamo della costa italiana. L’idea che si potesse lavorare a rotta
nascere e morire ogni anno, un dubbio privilegio che agli di collo per tre mesi l’anno e incassare abbastanza da
alloctoni è precluso. Il primo sole di aprile sembra quasi potersene stare in panciolle per tutto l’inverno è stata
di vederli uscire dal letargo: le arterie di scorrimento sradicata a calci in culo. Gli stabilimenti balneari hanno
tra le città dell’entroterra e il mare s’intasano, i cesenati smesso di essere oasi di benessere con un baretto in cui i
invadono il porto canale di Cesenatico e Cervia. Gli contanti mulinavano a rotta di collo: per tirare a campare
stabilimenti balneari mettono fuori le sedie e spianano hanno dovuto introdurre concetti precedentemente
le dune di sabbia. A maggio arrivano i primi tedeschi sconosciuti –ristorazione vegan, aperitivo & DJ set, festa
e poi si comincia a bere. Quando iniziai a frequentare over 30 una volta a settimana. Questo ha imposto una
Ravenna, quasi 20 anni fa, nei mesi invernali sembrava flessione a ristoranti, baretti e discoteche che operano
che in città ci fosse la legge marziale – coprifuoco alle sull’altro lato del lungomare. La statale Adriatica da
23, discoteche inesistenti, pochissimi pub. L’inizio della Rimini a Ravenna è un viaggio nel tempo che fa paura:
stagione riversava ravennati sul lungomare di marine a sul ciglio della strada è ancora possibile vedere i ruderi di
decine di migliaia, una sera dietro l’altra, con esplosioni parchi acquatici di seconda e terza importanza costruiti
infernali nei fine settimana. L’apice è sempre la vigilia di nei tardi anni 80 sull’onda del successo di Acquafan, i
ferragosto, la festa più grossa, quella che va avanti per condomini-alveare della cintura esterna incrostati dal
più tempo e in cui ci si ubriaca di più. Dal 16 la riviera tempo e quasi del tutto sfitti, gli scheletri di complessi
diventa improvvisamente un deserto. Smaltito il bulirone commerciali in crisi ormai perenne. I local si sono dovuti
dei turisti si indugia per una settimana per coprire il inventare un nuovo ritmo circadiano. I gestori dei bagni
culo a qualche ritardatario, ma è finita. Le persone da fanno le macumbe perché non piova il fine settimana,

52 | RUMOREMAG.COM
ITALIAN RIVIERA SCAVIDARE* L A CRISI T E S T O D I F R A N C E S C O FA R A B E G O L I

che la gente viene tutta da qui attorno; la gente smette


d’affannarsi per affittare l’appartamento del nonno a
L A STATALE ADRIATICA DA RIMINI Pinarella a prezzi esosi; le orchestre di liscio hanno da
A RAVENNA È UN VIAGGIO NEL tempo ceduto alle cover band anni 80 lo slot principale
alle sagre di paese. Ravenna ha messo le ordinanze per
TEMPO CHE FA PAURA: SUL
far sì che la gente smettesse di morire per strada dopo
CIGLIO DELLA STRADA È ANCORA gli happy hour del fine settimana. Le persone qui si
POSSIBILE VEDERE I RUDERI DI lamentano sempre, ma hanno una capacità sovraumana
di godersi tutto quel che arriva. Così si è venuto a creare
PARCHI ACQUATICI DI SECONDA
un nuovo ecosistema che fa un po’ i conti col passato
E TERZA IMPORTANZA COSTRUITI in quel modo pecoreccio che piace alla gente di qui. È
NEI TARDI ANNI 80 SULL’ONDA un ecosistema che cerca di trasformare lo spleen della
decadenza di un universo in un prodotto di marketing,
DEL SUCCESSO DI ACQUAFAN,
magari con una bella donna dietro al bancone. Di questo
I C O N D O M I N I - A LV E A R E D E L L A ecosistema fanno parte tanto le orchestrine di liscio
CINTURA ESTERNA INCROSTATI DAL ricicciate in salsa più o meno indie quanto le trattorie
romagnole vintage chic da 40 euro a coperto; l’esegesi
TEMPO E QUASI DEL TUTTO SFITTI,
slow food della romagnolità, gli sciucarèn coi costumi
GLI SCHELETRI DI COMPLESSI tipici che coesistono con gli insegnanti di valzer ormai
COMMERCIALI IN CRISI ORMAI reinventatisi insegnanti di salsa e merengue, un po’ per la
pagnotta e un po’ per via di un atteggiamento mondialista
PERENNE. I LOCAL SI SONO DOVUTI
che non ci scorre nel sangue da sempre. Sopravviveremo
INVENTARE UN NUOVO RITMO a tutto.
CIRCADIANO.
(*Scavidare = in italiano-di-Romagna qualcosa che sta tra
“evitare”, “superare con l'inganno” e “sfangare”, nda)

RUMOREMAG.COM | 53
DISTORSIONI

ANCIENT LIGHTS
OPIATE SONIC BOOM
TESTO DICL AUDIO SORGE
DISTORSIONI ANCIENT LIGHTS T E S T O D I C L AU D I O S O R G E

Adam Richardson è una delle figure più “Mi piace molto come nome, mi ci sono sentito
sfuggenti e allo stesso tempo interessanti di quello subito a mio agio. Penso sia stato Ben a venirsene
che potremmo ancora chiamare underground fuori con questa idea. Può avere molteplici
inglese. Qualunque cosa questo voglia dire. Ma significati - dalla vecchia legge inglese che impedisce
sappiamo che qualcosa vuol dire. Un luogo dove la costruzione di nuovi edifici che oscurino
la storia carsica della psichedelia non si è mai l'illuminazione di quelli preesistenti, alla qualità
interrotta; si è intrecciata ad altri percorsi di ricerca della luce che riceviamo dalle stelle e dai pianeti che
musicale e - cosa forse disdicevole per alcuni - si è si muovono intorno a noi... In più, ha a che fare con
progressivamente contaminata con la bestia metal. una serie di immagini che hanno a che fare con il
Certo disdicevole non lo fu per il giovane Adam, nostro sound – delle immagini mortalmente cool”.
che iniziò i suoi primi passi da musicista sotto l’ala
cavernosa del primo movimento grindcore, verso Quali sono le principali differenze tra gli 11
la fine degli anni 80. Passato via via dal primo Paranoias e gli Ancient Lights? Voglio dire,
progetto dei Lord Of Putrefaction con Jus Oborn lavorate in modo diverso, seguite ispirazioni
- dai quali sarebbero nati gli Electric Wizard – poi differenti?
con gli Hexed e i Ramesses (uno dei gruppi preferiti “Si, Ancient Lights e 11 Paranoias sono due
di tale Julian Cope) Richardson è oggi pienamente bestie differenti, ritagliate dal nostro Canovaccio
coinvolto negli 11 Paranoias e soprattutto Omniversale, ma i risultati sono di tipo diverso.
concentrato sul suo nuovo progetto, gli Ancient Entrambe le band si basano sull’improvvisazione,
Lights. Il cui album d’esordio pubblicato in questi ma la direzione delle jam va in sfere differenti. Gli
giorni dalla Ritual Productions rivela una strada - Ancient Lights sono più dreamy e dub, mentre i
tortuosa direbbe lo stesso Adam – che porta a nuove Paranoias sono più selvaggi e heavy - generi diversi
illuminanti mete sonore. dalla stessa scatola spettrale di belle e terrificanti
meraviglie...”
“Gli Ancient Lights sono un progetto di esplorazione
sonica a lunga gittata, che parte da molto lontano; Un flashback da 30 anni fa. Quando hai
tra me, Ben Carr degli INTRCPTR/5ive (USA) e formato il tuo primo gruppo, la tua passione
Tim Bertilsson degli Switchblade (Svezia). Ci venne per i mondi e le arti occulte era parallela al
quest’idea 13 anni fa, quando per la prima volta i tuo interesse per la musica? Mi chiedo se
5ive fecero un tour con i Ramesses. La nostra prima una cosa influenzi l’altra e viceversa, fin da
jam risale a un anno fa. È la prova che quando dico allora.
che farò una cosa, questa cosa accade. C’è voluto un “Staccarsi da quel tipo di persone che odiavo - ed
decennio o due...” erano molte - è stato un importante catalizzatore
per la mia esplorazione dell’altro: trovare la tua
Per quanto riguarda l’altro tuo gruppo, gli 11 personale gioia - e miseria - non con una mentalità
Paranoias, che cosa fanno, continuano? Ho da nerd. Se hai scelto una passione, per quanto a
visto che avete in programma dei concerti a lungo tu la percorra i mondi irreali che hai sognato
giugno e luglio. appariranno...All’inizio è più facile con una gang o
“Certo, gli 11 Paranoias continueranno. Abbiamo una band di sperimentatori artistici o esploratori
appena finito di registrare il nostro quinto album, sonici simili a te, ma man mano che il tempo passa
che verrà pubblicato più in là quest’anno dalla mi rendo conto che le migliori creazioni sono
Ritual Productions. Siamo nel momento più solido arrivate solo dalla mia mente”.
della nostra esistenza; abbiamo in programma
diversi concerti fino alla fine dell’anno. Siamo molto Quali erano le tue principali ispirazioni
soddisfatti dei risultati del nuovo album e di come si e influenze quando hai cominciato a fare
stanno muovendo le cose”. musica? Ho letto che, tra gli altri, hai
espresso una ammirazione sconfinata per gli
Come vi è capitato di scegliere questo nome, Attack di John Du Cann, gruppo freakbeat, in
Ancient Lights, c’è un significato particolare? un certo senso pre hard, di fine 60’s.

TAG: #ramesses #juliancope #11paranoias #ritualproductions #adamrichardson ONLINE: facebook.com/ancientlightsband


DISTORSIONI ANCIENT LIGHTS T E S T O D I C L AU D I O S O R G E

ma anche dai Melvins e dai Winter - come


"ANCIENT LIGHTS E 11 PARANOIAS scrive Lee Dorrian nelle note di copertina
dell’album retrospettivo della Rise Above
SONO DUE BESTIE DIFFERENTI, (1989 – 1994).
RITAGLIATE DAL NOSTRO “È così. Eravamo ossessionati da Winter, Carcass,
CANOVACCIO OMNIVERSALE, MA I Melvins, Bolt Thrower, Nihilist, così come da
Sabbath, Hawkwind, Cream. La definizione che
RISULTATI SONO DI TIPO DIVERSO. ricordo allora ci davano era hippy death metal -
ENTRAMBE LE BAND SI BASANO selvaggi riff doom, t-shirt paisley luminescenti e
SULL’IMPROVVISAZIONE, MA L A furiosi blast beats!”

DIREZIONE DELLE JAM VA IN SFERE Perchè te ne andasti?


DIFFERENTI. GLI ANCIENT LIGHTS “Volevo espandere i miei orizzonti musicali e a
SONO PIÙ DREAMY E DUB, MENTRE Justin piacevano band che fossero solo sue. Io mi
vedevo a collaborare anche con altri gruppi e questo
I P A R A N O I A S S O N O P I Ù S E LVA G G I è stato causa di frizione, così ho lasciato. Quasi
E HEAV Y - GENERI DIVERSI DALL A subito lui ha dato vita agli Eternal con Gereth e
STESSA SCATOL A SPET TRALE Gavin e quella era la sua nuova direzione”.

DI BELLE E TERRIFICANTI Che cosa hai fatto tra lo scioglimento dei


MERAVIGLIE...” Lord Of Putrefaction nel 1992 e la nascita dei
Ramesses nel 2003? A che tipo di musica hai
lavorato in quel periodo?
“Gli Hexed! Dal ‘92 al 2002. Hexed erano una
“Le mie prime ispirazioni, arrivate quando a 15 formazione a due, con me alla chitarra, un muro
anni ho incominciato a suonare la chitarra, sono di amplificatori e vokills, e Gareth Brunsdon, ex
state Black Sabbath, David Bowie, Iron Maiden, dei LOP, alla batteria. Era una sorta di crushing
Adam and The Ants, Slayer, Carpenters, Hawkwind, funeral doom con elementi psichedelici. Abbiamo
Killing Joke, Bathory, molta psichedelia random dei registrato un sacco di roba negli anni, ma mai
70’s e easy listening. Ho scoperto gli Attack molto pubblicato niente – era realmente una cosa per
tempo dopo, ma che scoperta! Pazzi com’erano, noi. Riflettendoci era un suono perfettamente
erano più grandi dei Rolling Stones! Strange House compiuto, lo era in modo impressionante, a tratti
degli Attack è un classico”. terrificante. Abbiamo fatto un demo autoprodotto,
The Torture Of The Fiery Rain, che non abbiamo
Com’era la prima band che hai formato mai pubblicato. Interrompemmo gli Hexed solo
insieme a Justin Oborn, i Lord Of quando si formarono i Ramesses. In realtà non ci
Putrefaction? siamo mai sciolti – più meno siamo sempre esistiti,
“Qui andiamo veramente indietro! Justin aveva un contemporaneamente agli altri progetti – e quello è
gruppo chiamato Morbicus, quando l’ho incontrato stato uno dei nostril progetti più a fuoco. Provavamo
e abbiamo deciso di dar vita a un’altra band, che ogni settimana, accanto a un coro gospel di cui poi
abbiamo chiamato Putrefaction. Ma c’erano altri tre siamo diventati fan”.
gruppi con lo stesso nome. Allora abbiamo cercato
di cambiare il sound e la direzione e darci il pieno Come giudichi retrospettivamente
titolo di Lord Of Putrefaction – che è un riferimento l’esperienza dei Ramesses? So che Julian
a un tipo di insetto, un piccolo, sgradevole verme Cope era un vostro grande fan.
portatore della peste animale. C’erano Dave Gedge “Be', sono anch’io un grande fan di Julian Cope
al basso (non quello dei Wedding Present!) - che e scoprire che lui è un grande fan dei Ramesses è
di lì a poco fondò un’etichetta che si chiamava stato un momento di grande emozione. Leggemmo
Nuclear Gore, ed era anche una fanzine, con cui la sua recensione di The Tomb sul suo sito Head
ha pubblicato il nostro split con I Mortal Remains Heritage (una recensione di sette pagine!), ai tempi
- e Gareth Brundson alla batteria. Questa è stata eravamo su Invada, la label di Geoff Barrow dei
la migliore formazione del gruppo. Poi si sono Portishead e dei Beak, e loro ci misero in contatto
succeduti diversi batteristi, in modalità Spinal con Julian. Lui ci invitò a fare da supporto in una
Tap...” delle date del suo tour inglese. È stato, e ancora lo
è, un grande onore. Ti dico, quel concerto generò
I Lord Of Putrefaction erano una band una specie di pazzia! Quello che più o meno
innovativa, influenzata dal grindcore, succedeva sempre nei Ramesses, un mobile lunatico

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DISTORSIONI ANCIENT LIGHTS T E S T O D I C L AU D I O S O R G E

manicomio dell’occulto, riff killer e abiette formule


e incantesimi, la nostra lista di prescrizioni che
poteva uccidere un corpo o una mente debole. Un
"LEGGEMMO LA RECENSIONE DI
dannata grandissima band. Sono un grande fan dei JULIAN COPE DI THE TOMB SUL
Ramesses”. SUO SITO HEAD HERITAGE (UNA

La tua estetica ha sempre avuto una grande


RECENSIONE DI SET TE PAGINE!),
controparte visuale, penso ad esempio alle AI TEMPI ERAVAMO SU INVADA,
cover dei tuoi album. Puoi dirmi di questa LA LABEL DI GEOFF BARROW DEI
tua sperienza come artista visivo? Hai mai
fatto delle mostre?
PORTISHEAD E DEI BEAK, E LORO CI
“Bella domanda. La mia esperienza come artista MISERO IN CONTAT TO CON JULIAN.
visivo è simile a quella di musicista – una seduta LUI CI INVITÒ A FARE DA SUPPORTO
spiritica outré/esterna/divina/istantanea/
automatica. Una seduta, o stati di trance. È un
IN UNA DELLE DATE DEL SUO TOUR
viaggio multiplo obbligato, e naturalmente è il INGLESE. È STATO, E ANCORA LO È,
trip il vero punto – il risultato di un’intuizione e UN GRANDE ONORE. TI DICO, QUEL
nessuna indecisione; bellezza brutale, tortuosità
mentale...Ho usato molte mie composizioni visuali
CONCERTO GENERÒ UNA SPECIE DI
per gli show dei gruppi, negli anni, ma non ho PAZZIA! QUELLO CHE PIÙ O MENO
mai fatto una mostra dei miei lavori. Di solito SUCCEDEVA SEMPRE NEI RAMESSES,
sono troppo occupato con l’artwork di una mia
prossima realizzazione sonora. Come risultato
UN MOBILE LUNATICO MANICOMIO
questo ha portato la mia casa a essere una sorta di D E L L’ O C C U LTO, R I F F KI L L E R E
spazio-mostra permanente di buona parte dei miei ABIETTE FORMULE E INCANTESIMI,
quadri”.
L A NOSTRA LISTA DI PRESCRIZIONI
Mi incuriosisce conoscere la tua personale CHE POTEVA UCCIDERE UN CORPO
concezione di psichedelia. Penso a brani O UNA MENTE DEBOLE. UN DANNATA
come Reliquary For A Dreamed Of World
degli 11 Paranoias, o Decaying Lotus degli
GRANDISSIMA BAND. SONO UN
Ancient Lights. G R A N D E F A N D E I R A M E S S E S ".
“Penso che qualsiasi cosa sia psichedelia. È una
visione, un punto di vista, una way of life che
ho mantenuto dal mio primo iniziatico viaggio
lisergico da teenager. Quando avevo un’età tra i tre (a prescindere dal gruppo). Potrebbe essere una
e i sette anni avevo vivide esperienze cosmiche ogni spaventosa, diffusa, prismatica fioritura parassitaria
notte, ma non erano sogni e nemmeno sogni a occhi che si nutre direttamente delle tue fibre e del tuo
aperti, erano quello che gli antichi sufi definiscono cervello...un destino del quale non avere paura
‘scopi meditazionali’: essere capaci di visualizzare perchè rivela visioni sublimi di quello che il tuo
perfettamente in un senso reale, ridurre il sè alla stesso in-sè potrebbe essere diventato...Mi fermo
misura di particella subatomica, e poi procedere qui perché potrei continuare a rispondere a questa
fino a passare attraverso la materia oscura e negli domanda per un allarmante lasso di tempo...”
infiniti spazi oscuri di cui ancora nessun scienzato
ha supposto l’esistenza...Il modo in cui ho vissuto Possiamo dire che gli Ancient Lights sono
la mia vita è una sorta di caos magico, peripheral l’esperienza psichedelica più astratta,
metamorphosis e esperienza psichedelica, se sei tra le band con cui sei stato? Per come la
sintonizzato su questi elementi, che poi portano percepisco, questa musica sembra condurre
ad altri, allora puoi vivere mentalmente la tua vita verso una sorta di oblio...
da uomo libero e folle. Sono sicuro che i contenuti “Penso che gli Ancient Lights siano un perfetto
della mia mente annienterebbero molte persone. esempio della mia ultima risposta, diciamo
Titoli come Reliquary For A Dreamed Of World un’incarnazione, nella fattispecie gli ultimi capitoli
e Decaying Lotus sono piccoli quadri di questo della mia mente sono i primi capitoli degli Ancient
fiorire di pensieri e delle mie esperienze di sogno Lights, l’ultimo report dal bordo della coscienza,
omniversale...Tu puoi, se vuoi, in qualche modo un bombastico tormentato e statico silenzio, che
tracciare il percorso variopinto della mia mente pullula di vita arbitraria accecata dalla luce del peso
leggendo cronologicamente i testi delle mie canzoni di dover vivere....e sì, verso una sorta di oblio”.

RUMOREMAG.COM | 57
DISTORSIONI ANCIENT LIGHTS T E S T O D I C L AU D I O S O R G E

noi è ciò con cui faremo jam nell’immediato futuro,


in qualunque modo abbiamo la gioia di poter
"PENSO CHE QUALSIASI COSA SIA diventare qualunque cosa vogliamo, dovunque
PSICHEDELIA. È UNA VISIONE, vogliamo, e non preoccuparti, sarà così”.
UN PUNTO DI VISTA, UNA WAY OF
L’album termina con questa canzone, Slow
LIFE CHE HO MANTENUTO DAL Breath. Un pezzo grandioso. Mi fa pensare a
MIO PRIMO INIZIATICO VIAGGIO dei Bong oscuri. Che cosa lo ha ispirato?
“Non i Bong! Amo moltissimo i Bong, ma non
LISERGICO DA TEENAGER. QUANDO
hanno ispirato Slow Breath. È una canzone che
AVEVO UN’ETÀ TRA I TRE E I SET TE significa questo: non voglio alterare l’avventura
ANNI AVEVO VIVIDE ESPERIENZE di nessuno! Tutti gli indizi e i segnali di cui hai
bisogno sono i titoli delle canzoni e i testi – tutto il
COSMICHE OGNI NOTTE, MA NON
resto lo devi fare da solo... nelle immortali parole
ERANO SOGNI E NEMMENO SOGNI A degli Hawkwind: 'if you want to get into it you’ve
OCCHI APERTI, ERANO QUELLO CHE got to get out of it if you want to get into it you’ve
got to get out of it if you want to get into it you’ve
GLI ANTICHI SUFI DEFINISCONO
got to get out of it if you want to get into it you’ve
‘ S C O P I M E D I T A Z I O N A L I ' ". got to get out of it if you want to get into it you’ve
got to get out of it if you want to get into it you’ve
got to get out of it if you want to get into it you’ve
got to get out of it if you want to get into it you’ve
got to get out of it if you want to get into it you’ve
Puoi immaginare quale direzione possano got to get out of it if you want to get into it you’ve
prendere gli Ancient Lights nell'immediato got to get out of it if you want to get into it you’ve
futuro? got to get out of it'”.
“Penso che quello che puoi ascoltare e percepire da

ANCIENT LIGHTS
RITUAL PRODUCTIONS
ANCIENT LIGHTS
Echi di arcaici rituali tibetani si riverberano sulle onde soniche riconvoglia ancora una nuova marea fuzz alla Dark Buddha Rising.
fluttuanti di Decaying Lotus: il passaggio di entrata nel mondo Chiude l’interminabile rituale degli AL Slow Breath, che convoca
degli Ancient Lights, che apre il loro primo monumentale album. tutti gli echi dei morti, i fantasmi urlanti, le preghiere pagane, in
Gli Ancient Lights suonano in un mondo di ovatta. Liberano forze una gigantesca fornace che brucia e purifica ogni cosa: il brano
inconsce partendo da una superficie rock psichedelica senza più incredibile e suggestivo dell’intero album. Gli Ancient Lights
porsi limiti. In Temple Ghost auscultano le voci fantasmatiche stanno uscendo dall’orbita doom ed entrando in una nebulosa
dei morti che risalgono da un fondo che non si può misurare. La dark ancora poco conosciuta; dove una narcotizzante spinta
condensazione sale di calore fuzz in Orichalcum Eater, che sembra psichedelica attraversa spettralmente un mondo oltretombale. La
agitare lo spettro dei Joy Division in un tempio asiatico. Su un loro musica passa in questa nuova dimensione come un oppiaceo
versante più heavy, Asakai Kasa è un riferimento ai Boris più sonico, verso l’oblio. Dovendo fare dei riferimenti concreti,
oscuri. Così come Against Nature pompa il cuore nero e il respiro pensate a un lento narcoviaggio dagli Electric Wizard ai Loop agli
dei Dark Buddha Rising. Proseguendo nelle tenebre, Fallow Year Om, trascinandosi dietro riti e detriti. Un’astratta forma di doom/
vive di rifrazioni psichedeliche, che appaiono e scompaiono, psichedelia.
mentre si manifesta una malinconia da Cure in dub. E come una CLAUDIO SORGE
sorta di contrasto aspro e contundente, Vessel Of Inevitabily 82/100

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P U S H A T K A N Y E W E S T B L A C K S P I R I T U A L S K R Y S TA L K L E A R Z U 9 3 A N Y W H E R E

D EAF HE AVE N
62

BATU LUCIANO CHESSA THE CELIBATE RIFLES BUFFALO SPRINGFIELD

R E C E N S I O N I
26 0 DISCH I TRAT TATI ESTATE 2018 ru m o re m a ga z i n e

R O SS FR O M FR IEND S A$AP ROCK Y

71 69

ALIEN ARMY TUYO JORJA SMITH GNOD DOS SANTOS YOB KHALAB
DISCO DEL MESE ESTATE 2018

DEA FHEAVEN

TI URLO IL MIO AMORE


poesia di Tom McElravey, autore di nella chitarra wah wah all’inizio di
Oakland. I piccoli momenti della vita Canary Yellow, un attimo prima di
come istantanee di qualcosa che non una cavalcata in accelerazione alla Kirk
si riesce a trattenere. Gli Smashing Hammett (Metallica). Lo screamo di
Pumpkins avrebbero bombardato Clarke (con parole che sono puro atto di
una luna sentimentale su queste note, fede) s’interroga sul linguaggio dei fiori,
che aprono il quarto disco della band mentre il cuore esplode. Come se l’ansia
californiana. Da sempre enigma mai di sintesi dei cinque di San Francisco
completamente risolto. L’infezione avesse consciamente lasciato ogni
shoegaze del verbo doom come abile sponda, raggiungendo le vette d’epica
trucco di sdoganamento, per i puristi del di Billy Corgan e Robert Smith. Che
rumore. Il rantolo di George Clarke e le dire di Honeycomb, che brucia il film di
chitarre apocalittiche di Kerry McCoy un’estate californiana, in una sinfonia
come salvacondotto per il metallo, d’ardori anni 90. Come non ripensare ai
per eserciti di appassionati indie kids. Red House Painters, nell’incipit dolente
La teoria della contaminazione dolce, di Glint, che collassa fra le braccia dei
deflagrata con Sunbather, e perfezionata God Machine. La riflessione vampiresca
DEAFHEAVEN fra i vuoti/pieni tossici del successivo di Night People, affidata alle voci di
ORDINARY CORRUPT HUMAN LOVE New Bermuda, porta dritti fino a qui, Chelsea Wolfe e Ben Chisolm, introduce
ANTI-
senza sancire verdetti. Affidato ancora l’esorcismo finale di Worthless Animal.
una volta alla produzione fidata di Rantoli di disperazione, annegati in un
“Non sono più in pace. Voglio lui come
Jack Shirley e alla cura grafica del mare di chitarre, che non nascondono
ai vecchi tempi. Sono stanca e non
solito Nick Steinhardt, il nuovo album più ambizioni di malinconia corale.
voglio più dolore. Voglio un ordinario
prende spunto dal libro di Greene, per Quando l’abbandonarsi all’ossessione
corrotto amore umano”. Fine Di Una
rivendicare dolcezza dalla rabbia. Se trova ancora un affascinante senso
Storia di Graham Greene è un romanzo
nei dischi precedenti era una carezza morboso. Con un disco di chitarre e urla,
sull’ossessione, e sul malsano piacere
cartavetrata ai toni elusivi dell’indie nel 2018, in piena estate.
d’assaporarla. Attraverso tutti quei
rock (post rock e shoegaze) ad allargare 85/100
piccoli momenti che renderebbero un
lo sguardo, qui si scala l’Olimpo del
amore, appunto, ordinariamente umano.
romanticismo malato. Strutture
You Without End, con le sue cascate di
e ritmiche che sfidano il barocco,
pianoforte gonfio di sentimento, apre
uscendone vincitrici. Impossibile
alla voce di Nadia Kury che recita una
non pensare al fantasma dei Cure,

DI MAURO FENOGLIO

62 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM ESTATE 2018

1968 CHANTAL ACDA THE ADVISORY CIRCLE AGE OF TAURUS


BALLADS OF THE GODLESS & BILL FRISELL WAYS OF SEEING THE COLONY SLAIN
HEVISIKE LIVE AT JAZZ MIDDELHEIM GHOST BOX RISE ABOVE
GLITTERHOUSE
A dispetto del monicker, i 1968 Il tema di Ways Of Seeing è Non è un caso che gli Age Of
non hanno influenze musicali La cantautrice belga e l’eclettico quello dell’ingannevole rapporto Taurus abbiano legato la loro
che riconducono direttamente luminare della chitarra jazz ave- tra fotografia e realtà, che scorre storia e la loro piccola fortuna
al 1968. Che rimane però un vano già collaborato in occasio- parallelo a una musica, quella alla Rise Above di Lee Dorian.
riferimento ideale nei testi, che ne dell’ultimo lavoro della Acda, dell’universo Ghost Box, sempre Perché per chi ha inclusa
parlano dello spirito di rivolta Bounce Back, ma in questa più affascinata dalla library dentro di sé la tradizione del
e cambiamento di quegli anni, mezz’ora registrata dal vivo lo music degli anni 80 e dai suoi concetto di heavy metal non c’è
ma anche del suo lato dark (le scorso anno al Jazz Middelheim contorni asettici e geometrici. migliore casa (discografica) che
vicende della Manson Family). l’integrazione tra i due mondi ol- Jon Brooks porta avanti le sugge- l’etichetta del maestro del metal
Gli inglesi 1968 incarnano tutto trepassa di gran lunga, se parlia- stioni già assimilate nel progetto moderno. Dal 2009 a oggi non è
questo in un suono rock classico, mo di risultati, quella pur felice collettivo Pattern Forms (qui cambiato nulla nella loro archi-
vorremmo dire grunge, ma aperto incursione in studio. Le rifinitu- intervengono, ciascuno in un tettura fatta (e figlia) di progetti
a nuove intuizioni. Ad esempio re mai invadenti della sei corde brano, Ed Macfarlane e Edd Gib- come Trouble, Candlemass e
l’opening track Devilswine ha di Frisell si mettono al servizio son); asciugandole ulteriormente Judas Priest. Solo, la formula si
qualcosa del feeling sinistro degli della scrittura crepuscolare della e disinnescando la fama ambigua è perfezionata. Questo è il credo
Alice In Chains, ma si allarga in Acda, avvolgendo ulteriormente di una musica apparentemente di The Colony Slain: heavy
un groove più lento e ipnotico. la sua voce tentata da rarefazioni monolitica, senz’anima, patinata metal nelle sue armoniche più
Così come Screaming Sun collide dream pop e il passo slowcore e inscalfibile. Le pastorali me- profonde. Un heavy metal cupo,
con certi Soundgarden psichedeli- dei brani con una un’atmosferica lodie del musicista britannico e roccioso, subdolamente maligno
ci, ma esibendo uno stile origina- densità emotiva, generando una la sua capacità di lavorare sulle e trascinato da alcuni passaggi
le, maledettamente ossessivo. Su carrellata di traslucidi miraggi e sfumature timbriche infondono chitarristici veramente preziosi.
tutto stanno brani come Temple sottili rifrazioni, in un equilibrio ai circuiti sintetici un soffio vitale Gli Age Of Taurus sono una
Of The Acidwolf e Chemitrail giocato sul filo della sottrazione, e un’emotività che, come insegna band in crescita verticale.
Blues, proto grunge psichedelici, e di una tensione verso l’essen- Blade Runner, contempla malin- MARIO RUGGERI
ma non heavy psych. ziale ricchissima di accenti. conie e riflessioni sulla mortalità. 75/100
CLAUDIO SORGE ALESSANDRO BESSELVA AVERAME ALESSANDRO BESSELVA AVERAME

75/100 75/100 76/100

ALBAITIL ASHWAI LILY ALLEN ANYWHERE ARCHIE AND


NUUN NO SHAME ANYWHERE II THE BUNKERS
MOSTAKELL PARLOPHONE ORG MUSIC SONGS FROM THE LODGE
DIRTY WATER
Da una delle etichette indi- C’è sempre un po’ di diffidenza Christian Eric Beaulieu (fonda-
pendenti più interessanti della attorno alla londinese, quasi non tore dei Triclops!) e Cedric Bixler Che i fratelli(ni) O’Connor siano
ribollente scena cairota, arriva le si perdoni lo status di popstar Zavala (At The Drive-In ed ex dei fenomeni se ne sono accorti
il debutto di un sorprendente fra le più paparazzate di sempre. Mars Volta) nel 2012 decidono Jack White, che ha pubblicato loro
quintetto giordano. Con impian- Non che No Shame dribbli le di fondare questo collettivo mu- un 7” su Third Man, la gloriosa
to rock standard integrato da rotative dei tabloid: Come On sicale. Non una semplice summa Norton Records e la In The Red
percussioni, fisarmonica e synth, Then vale da sfogo per una che di nomi, non un semplice super che ha appena dato alle stampe
gli Albaitil Ashwai suonano come si racconta come pessima madre gruppo, ma un vero e proprio l’EP Archie And The Bunkers Play
una versione moderna del pop e pessima moglie. Ma il quarto Frankestein di sperimentazione The Damned. La ricetta dei ragaz-
mediorientale classico: da un disco della Allen riesce laddove il extrasensoriale, drogata e cosmi- zi di Cleveland non è cambiata.
lato le mitragliate di percussioni suo secondo lavoro (It’s Not Me, ca. Cedric (batteria), Christian Sempre mid-fi organ punk nudo e
e le melodie epiche del cantato, It’s You del 2009) falliva, ovvero (chitarra, organo e quant’altro). crudo, viscerale e profondamente
dall’altro uno sferragliare di portare la ragazzaccia caustica e Si aggiungono Mike Watt (minu- urbano. Bandite le minchiate
chitarre che sa di psichedelia tagliente di Myspace a linguag- temen, fIREHOSE etc.) e poi Dale roots, al massimo sono rivisitate
turca anni 60/70 e di varie cose gi più ponderati. Così che per Crover (batterista dei Melvins), attraverso la lente distorta dei
venute dopo, dal punk al suo post ogni Trigger Bang (ancora con l’ex Nirvana Krist Novoselic e altri Suicide, degli Screamers e del post
e oltre, fino al reggae. Prevalgono one foot in the rave, canta lei) ancora. Una totale pazzia lisergica punk britannico che i due ricor-
ritmi sostenuti ed energia, ma c’è ci sono spaccati di un divorzio mette assieme hard/desert rock e dano soprattutto nelle linee vocali
anche spazio per momenti più troppo pubblico, fra Lorde (What folk ipnotico: dove i Led Zeppelin (Lost In Today). Cullen, il più
spirituali e legati alla tradizione Are You Waiting For?), Adele di metà carriera incontrano i Fleet giovane, con l’organo ci fa proprio
araba. Il tutto è filtrato con gusto (Family Man) e una schiettezza Foxes sotto effetto di mescalina. all’amore: lo maltratta (Riot City) e
e originalità, anche se qualche brutale per questi livelli (Apples). Sciamaniche paure, chitarre fla- lo accarezza (Fire Walk With Me);
passaggio molto scolastico stona, Un po’ come azzeccare il disco menco (Flamenco Youth) e deliri Emmett sbatte la batteria e ringhia
pur senza intaccare la buona im- della maturità quando nessuno te prog (Delta Of Venus) a chiudere con la mascella di un bulldog. Un
pressione generale. lo chiede. il viaggio. disco dalla maturità sbalorditiva.
ANDREA POMINI FRANCESCO VIGNANI NICHOLAS DAVID ALTEA MANUEL GRAZIANI
75/100 70/100 73/100 75/100
RUMOREMAG.COM | 63
RECENSIONI GLI ALBUM ESTATE 2018

ARP ASG ASH RAYLAND BAXTER


“ / - “ (PRONOUNCED ZEBRA) SURVIVE SUNRISE ISLANDS WIDE AWAKE
MEXICAN SUMMER RELAPSE INFECTIOUS ATO/PIAS

Nella produzione di Alex Geor- A volte le cartelle stampa la di- Vale un paio di brividi gratis Baxter è un cognome che potreb-
gopoulos si trova di tutto, dagli cono giusta: Survive Sunrise è lungo la schiena scoprire che Tim be farvi venire in mente un musi-
omaggi al Brian Eno pop alla clas- un dichiarato album hard rock Wheeler ha 41 anni, un’attacca- cista dotato, soprattutto nell’uso
sica contemporanea, dal minima- estivo e la definizione non po- tura dei capelli in retromarcia e del pedal steel: William “Bucky”
lismo alla dance. Il nuovo lavoro trebbe essere più calzante. Stoner una vita trascorsa per ben più di Baxter, attualmente di casa a
del compositore greco trapiantato dal sapore southern, sparato in metà sui palchi. A inscenare sera Nashville, che è apparso in dischi
a Brooklyn costruisce intorno alle faccia con melodie cristalline da dopo sera la propria adolescenza di R.E.M., Bob Dylan, Steve Earle
elementari linee melodiche di un cantare tramonto in faccia, un senza mai poterla problema- e Ryan Adams. Il figlio Rayland
sintetizzatore vintage una pigra po’ una versione meno robusta tizzare: patto chiaro, quello fra sta facendo il suo percorso alt
e luminescente library music (e anche molto meno riuscita, pubblico e gli Ash, guai a cam- country/folk da qualche anno. In
in salsa exotica, intrecciando diciamolo pure) degli ultimi, biare. Tanto che lo stesso settimo Wide Wake si trova a fare delle
percussioni quartomondiste e strepitosi Torche. Il meglio lo LP della band va in affanno solo scelte prettamente d’inclinazione
muzak gentile, gamelan e folklori danno quando lasciano da parte quando alla band scappa la mano sonora: più vicine all’alt folk con-
immaginari, spiritual jazz e prati le asperità e danno libero sfogo al come nel blues rock di Did Your temporaneo, passando per una
bagnati del Monte Analogo. Atti- cazzeggio: Up From My Dreams Love Burn Out o l’electropop di ruralità di fondo e una capacità
tudine che culmina nell’irresisti- è il brano simbolo di questo con- Confessions In The Pool. Per- melodica strutturata come in
bile viaggio verso l’oblio e la beati- cetto: le parti urlate e più sludgy ché il resto, preso con lo spirito Angelina e nelle aperture di Hey
tudine di Reading A Wave, cerchi sembrano fuori luogo e posticce, giusto, regge ancora: Buzzkill è Larocco. Capace d’intense ballate
concentrici che s’irradiano dallo la coda strumentale e il ritornello ovviamente puro Buzzcoks e c’è desert folk (Amelia Baker) o leg-
sciabordio di un piano elettrico. hanno invece un groove con- una grazia innegabile in ballate geri arpeggi da tramonto da Casa
Una danza cerebrale e sincretica vincente e più naturale. Scorre festivaliere come It’s A Trap o Nella Prateria (Without Me).
che scorre con sorprendente flui- come acqua fresca e probabil- All That I Have Left. Mai stato Predisposizione al ritornello faci-
dità, dipingendo un mondo fittizio mente non lo ricorderemo più di un Albarn e neppure un Cocker, le, qualche incursione nell’indie
da cui si sfugge a fatica. uno schiocco di dita, ma come Wheeler. Ma il diritto di non cre- folk moderno catchy e da sing-a-
Bello, e ci vivrei. sottofondo della bella stagione scere se l’è guadagnato eccome. long. Furbo.
ALESSANDRO BESSELVA AVERAME funziona. FRANCESCO VIGNANI NICHOLAS DAVID ALTEA
80/100 STEFANO FANTI 71/100 67/100
69/100

BC CAMPLIGHT BEECHWOOD BELLINI BELLY


DEPORTATION BLUES IN THE FLESH HOTEL BEFORE THE DAY HAS HAS GONE DOVE
BELLA UNION ALIVE NATURALSOUND TEMPORARY RESIDENCE LTD. PLEDGE MUSIC

Avventurarsi nei cunicoli della Forse i Beechwood si sono fatti Dapprima un interpunto tra le Facile fino a un certo punto,
psiche di Brian Christinzio non tradire dalla voglia di bruciare ultime uscite degli Uzeda, l’en- essere Tanya Donelly nei ‘90. Ov-
è semplice. Il nostro è un loser i tempi (Too Much Too Soon tità Bellini è diventata e rimane vero: che succede quando scrivi
coi fiocchi, con una situazione dicevano i New York Dolls). attualmente la più viva e contem- solo grandi canzoni indie pop
aggravata da depressione, disagi Quindi, dopo il sorprendente poranea incarnazione di Giovan- nel periodo di maggior gloria del
mentali e dipendenze. Clamoroso successo di critica del primo na Cacciola e Agostino Tilotta. genere? Che dopo un gran disco
come tutto questo disagio si tra- album Songs From The Land Of Ormai stabilizzati dalla presenza (e mezzo) implodi, passi 23 anni
sformi in un cantautorato deli- Nod, uscito appena sei mesi fa, di Matthew Taylor (basso; Mono- a trovare i tuoi CD a prezzi strac-
cato e ironico, ma assolutamente hanno deciso di battere il ferro trope, Paramount Styles) e Alexis ciati sulle bancarelle e a un certo
scomposto nel sovrapporre finché era caldo: subito un tour Fleisig (batteria; Girls Against punto ritorni con un album eccel-
elementi che sulla carta fareb- europeo, nei posti più prestigiosi, Boys), i Bellini si muovono con lente oltre le più rosee previsioni.
bero a pugni. La title track, ad e subito anche un altro disco. In maestria tra muscolari brani Perché, se sempre ariosissima è la
esempio, mescola Alan Parsons, The Flesh Hotel è certo permeato “jesuslizardiani” (Clementine scrittura dell’ex Throwing Muses,
Beach Boys e Leningrad Cowboys del fascino glam rock decadente Peels), ostinate figure modulari Dove ha quello che spesso manca
in un montare di epicità che non del formidabile debutto, ma (la pressoché perfetta Whales In a ritorni del genere. Il senso del
ne intacca l’appeal melodico. In pare scritto un po’ di furia, poco Space) e ribollenti flussi sonori tempo passato: immacolata la
un certo senso è proprio questo approfondito in alcune canzoni, di coscienza (i sette minuti di melodia vocale di Suffer The
a distinguerlo dal cantautorato anche un po’ sbadato. Però non è Il Maestro/If I Could Say). Per Fools, ma a restare è la storia
freak di Ariel Pink. Nei suoi brani un brutto album. Probabilmente chi ha vissuto “quella” Chicago e della separazione alle spalle, così
la melodia vince sempre. Poco reclama ascolti più attenti, per- “quella” Catania Before The Day come sa di rabbia trattenuta lo
importa che la nuova veste sin- ché è più raffinato ed etereo, in Has Gone - in realtà nato nel sfogarsi del coro di Shiny One.
tetica accentui il senso della crisi molti momenti. E con gioielli na- 2012 e parcheggiato agli Electri- Con l’acustica Earthstrings a
al punto da fare di ballate come scosti come la title track, la ange- cal Audio di Steve Albini in attesa spiegare dal titolo il senso del
Until You Kiss Me intriganti lica e zuccherosa Amy o la super di tempi migliori - è un capitolo disco: un ritorno per e con amore,
esemplari di pop apocalittico. glam Bigot In My Bedroom. irrinunciabile. una volta tanto.
DIEGO BALLANI CLAUDIO SORGE ANDREA PREVIGNANO FRANCESCO VIGNANI
80/100 64/100 80/100 81/100
64 | RUMOREMAG.COM
PSYCH
PSYCH

THE BETHS BIFFY CLYRO


FUTURE ME HATES ME MTV UNPLUGGED
CARPARK (LIVE AT ROUNDHOUSE, LONDON)
WARNER SATORI JUNK
È assodato che l’indie rock da THE GOLDEN DWARF
chitarre sghembe, quello di figlia- Il format MTV Unplugged è ENDLESS WINTER
zione Pavement per intenderci, ormai un punto fermo dal 1991 e
Spettrali, selvaggi, decadenti, pieni di una grazia
sia un po’ in difficolta nel pro- ha visto decine di artisti reinter-
malata. Suonano blues, ma diverso da qualunque
porre immaginari freschi, in un pretarsi in questa versione. The altro in giro. Dove un fuoco esplosivo fuzz unito
mondo assediato dai superlativi Roundhouse, ex edificio indu- a una derelitta lamentazione sono convogliati
del mainstream e dall’immedia- striale londinese diventato sala in un angosciato estenuato martellamento.
tezza verbale dell’hip hop. I mezzi da concerti, è la sede del live degli All Gods Live è il pezzo che ci introduce al
toni e lo sguardo rivolto alle pro- scozzesi Biffy Clyro. L’unplugged sophomore dei Satori Junk: un blues noir, dove sembra di sentire
prie ordinarie ferite non sono più sfrutta al meglio la spiccata incli- lo Screamin’ Jay Hawkins di I Put A Spell On You. Così anche
argomento da prima pagina. Alla nazione folk pop della band, che nell’headbanging Cosmic Prison. In più, i Satori hanno dalla loro
neozelandese Elizabeth Stokes trova equilibri e dinamiche soste- una tastiera vintage, simile a un Farfisa, che dà un tocco speciale
non sembra fregare molto. nute. Re-arrange, estratta da El- a questo fuzz/doom/blues da tregenda. Terminano con il funerale
L’esordio della sua band è una lipsis (2016) funziona benissimo, di Light My Fire dei Doors, come avrebbero potuto celebrarla
collezione dolcemente obliqua in molto meno la cover di God Only degli EyeHateGod con una minima cognizione blues. Ipnotici,
agrodolce, che pesca nello stesso Knows dei Beach Boys. Il punto fulminanti.
terreno fertile di Sunflower Bean più alto – e anche più ruvido – è 83/100
e Alvvays (per citare gli ultimi ca- Bubbles, brano di transizione
piscuola del genere). E poi quan- della loro carriera che ancora A CURA DI CLAUDIO SORGE
do arriva una perla da primavere riesce a unire l’anima alternativa
a piedi nudi sull’erba come Little e quella pop in egual misura. Una
Death, o una River Run Lvl 1, session che farà gola ai fan più FRIENDSHIP RUFF MAJIK
piccolo miracolo fra Flying Nun e accaniti, ma che non avvicinerà AIN’T NO SHAME SEASONS
rock femminile ‘90, non frega più certo nuovi ascoltatori al gruppo KOZMIK ARTIFACTZ PLUG MUSIC
nulla neppure a noi. dell’Ayrshire. Canzoni briose Da Pretoria,
MAURO FENOGLIO NICHOLAS DAVID ALTEA e dinamiche Sud Africa,
74/100 58/100 cariche di arriva questo
funk blues e gruppo che
heavy groove merita una certa
spesso scanditi attenzione. Un
da percussioni afro, che trio dallo stile stoner eclettico.
sembrano venire dalla Le basi sono in un classico
prima parte degli anni 70. I combinato Sabbath/Zeppelin,
Friendship sono una band potenziato e convogliato in una
norvegese che s’ispira ai dimensione stoner psichedelica
Grand Funk e fabbrica un grandiosa. Inframmezzato a
sound a tratti così sincopato e tratti da un percussionismo
BLACK SPIRITUALS BODY/HEAD funk da assomigliare a un mix afro/funky/psych e da spunti
BLACK ACCESS/BLACK AXES THE SWITCH di Spin Doctors e Little Feat. blues, molto più spesso il
SIGE MATADOR
C’è anche qualche momento suono è concentrato su un
troppo easy, diciamolo, e fuzz invasivo allucinato e post
La prima cosa che mi viene L’effetto è quello di una versione poca verve psichedelica, ma la sabbathiano. Notevoli.
in mente all’ascolto dei Black di Frankie Teardrop estesa a 39 musica è cool.
Spirituals è la Star Spangled minuti. E probabilmente Kim 73/100
Banner di Jimi Hendrix. Da cui Gordon e Bill Nace – le due metà 67/100
può idealmente partire il viaggio di Body/Head, decidete voi il LANDING
dei Black Spirituals ai confini del corpo e la testa – non avrebbero THE AGE OF TRUTH BELLS IN NEW TOWNS
rumore. Zachary James Watkins nulla da ridire in merito all’acco- TRESHOLD EL PARAISO
e Marshall Trammell sono due stamento con i Suicide. D’altron- KOZMIK ARTIFACTZ I bardi
musicisti neri che Aaron Turner de i Sonic Youth, che furono di
Originalmente psichedelici
ha prodotto per la sua nuova eti- Kim, recavano in sé quell’eredità
uscito nel (del
chetta Sige. Un duo che improvvi- ingombrante e newyorchese, Connecticut)
sa free music con uso di chitarre, depositari di una tradizione di 2017 e ora
pubblicato in Landing sono
effetti di iperamplificazione e rumore, ribellione e rivoluzione. in pista da una
percussioni. Modellano una sorta Sulla via del noise Body/Head vinile, Treshold
degli Age Of ventina d’anni. Tutti spesi
di free jazz elettrico, bombastico e sembra quindi l’approdo natura- sulla via lattea del krautrock
straziato, dove la chitarra trascen- le, il punto d’arrivo nichilista di Truth esplora le zone più
inaccessibili del grunge. Dove (aggiungiamo: analogico).
de se stessa in campi rumoristici un percorso di destrutturazione Nel loro secondo album per
e ambient, mai completamente iniziato con Coming Apart e il suono si colora di un blues
denso e scuro, in una forma la El Paraiso allargano ancora
disgiunta da un’astratta idea di proseguito con il live No Waves, di più i loro orizzonti, che
psichedelia. Un disco pazzesco. esplosione contagiosa di improv- heavy stoner. Il cantante ha
una sua dolorosa espressività, oscillano da un motorik sound
Sentite Reconciliation, impasto visazione free form. The Switch a esplorazioni tra ambient
lecerante di fuzz e feedback, dove estremizza il concetto, si separa pur scadendo a tratti in una
certa melodrammaticità. Ma e dream/drone. Taluno li
semicancellate tracce “frippiane” dal mondo in una monade riot- accosta anche alla psichedelia
fluttuano in uno scuro fondo di tosa, rifiuta ogni compromesso. direi che complessivamente ci
sanno fare. dei Bardo Pond. Con oasi
tribalità afro. Fino a rifugiarsi nell’ermetismo. dream pop (Fallen Name).
CLAUDIO SORGE EMANUELE SACCHI
63/100 Molto interessanti.
83/100 68/100 75/100
RUMOREMAG.COM | 65
RECENSIONI GLI ALBUM ESTATE 2018

THE BRIAN JONESTOWN JENNIFER CASTLE CHANCHA VIA CIRCUITO CHURCH OF THE
MASSACRE ANGELS OF DEATH BIENAVENTURANZA COSMIC SKULL
SOMETHING ELSE PARADISE OF BACHELORS WONDERWHEEL SCIENCE FICTION
A RECORDINGS KOZMIK ARTIFACTZ
Il lessico utilizzato dalla cantau- Se si parla di cumbia digitale,
Negli ultimi tempi la produzione trice di Toronto per affrontare pochi vantano il curriculum di I COTCS rivitalizzano un certo
dei Brian Jonestown Massacre ha in questo terzo album lutti fami- Pedro Canale: sono lui e i com- post “beatlesianismo” anni 70,
trovato una certa regolarità, dal gliari, fantasmi e riflessioni sulla pagni di strada del collettivo/eti- con particolare riferimento alla
punto di vista quantitativo e qua- mortalità è un country folk dalle chetta ZZK ad avere l’intuizione baroquerie luccicante degli ELO.
litativo. Non che la qualità abbia aperture gospel (i cori di Texas, e a seguirla, nella Buenos Aires E con tratti cosmic rock un po’,
mai difettato a Mr. Newcombe, dolcissima e rassicurante contro- di una dozzina d’anni fa; sono come dire, da operetta. Quella
ma va detto che una certa sre- parte a un testo di rara efficacia: loro i primi a ripendere folklore patina di freschezza che ancora
golatezza è emersa a più riprese “Scendo in Texas per dare a mia delle Ande, cumbia colombiana sembra preservarli dalle incipien-
nel corso della sua carriera, nonna il bacio dell’addio /Lei (e Giamaica, via reggaeton) per ti insidie dell’involuzione si sta
ormai quasi trentennale. Il nuovo dimentica le cose / Ma quando sistemarli su beat elettronici, però assottigliando album dopo
album si apre con un numero di la guardo negli occhi / Vedo rendendoli il suono più fresco e album. La loro potenza heavy si
alta scuola che assolve in pieno il mio padre”) e dagli ampi oriz- dominante del Sudamerica da sublima in un qualcosa di trionfa-
compito di spalancare le finestre zonti stilistici. Rose Waterfall, quel momento in poi. Ciò detto, le, che non ha molto a che vedere
e dare aria a un suono vecchio immersa in un bagno di cosmic Bienaventuranza non vive di con lo spirito del r’n’r. Il pezzo
quanto noi, per poi chiudersi american music, la cameristica rendita e non cerca scorciatoie forte del nuovo album, Evil In
– otto canzoni dopo – con una The Grim Reaper che riconduce per capitalizzare sul boom globa- Your Eye, ha un inizio alla Abba
psichedelica poesia narcolettica a radici profonde dall’altro lato le del genere, ma conferma il ta- e tutto il resto è francamente un
che somiglia molto a un tributo dell’Atlantico, il crescendo or- lento del suo autore con 12 tracce trionfo della pacchianeria, tra
ai Velvet altezza All Tomorrow’s chestrale travolgente di Tonight tanto acessibili e ballabili quanto cori angelici e stucchevolezze
Parties. In mezzo c’è tutto quello The Evening: tutto contribuisce profonde. In cui la miscela di pop retro. D’altra parte se hanno
che dovrebbe esserci in un album a irrobustire un disco ispirato e strumenti acustici e computer successo i Ghost, anche i COTCS
che riassume quanto la musica denso. Uno di quegli oggetti che è perfezionata ad alti livelli, e possono avere la via spianata per
rock è stata e ancora oggi è: dagli Paradise Of Bachelors si ostina a prevale un clima di serenità quasi le grandi masse. Con quali risul-
Stones ai 13th Floor Elevators non sbagliare neppure volendo. mistica che avvolge e conquista. tati artistici, però, sarà tutto da
fino ai giorni nostri. ALESSANDRO BESSELVA AVERAME ANDREA POMINI vedere...
ARTURO COMPAGNONI 77/100 81/100 CLAUDIO SORGE
69/100 59/100

CONFUSION MASTER SHIRLEY DAVIS DICK STUSSO DIRTY PROJECTORS


AWAKEN & THE SILVERBACKS IN HEAVEN LAMP LIT PROSE
EXILE ON MAINSTREAM WISHES & WANTS HARDLY ART DOMINO
TUCXONE
Dalla violenta città tedesca di Ro- Personaggio surreale, Nick Lamp Lit Prose, senza i testi,
stock arriva questa crew di deva- Giamaicana d’origine, londinese Russo: originario della Bay Area sarebbe un ottimo album. Da
stati freak. Il cui immane sound di nascita e australiana d’adozio- californiana (Oakland), faccia da quando si è messo a fare il
può apparentemente ricordare ne, Shirley Davis ha alle spalle attore caratterista e un passato rocker del futuro, applicando
gli Electric Wizard. Ma è qualco- collaborazioni e gavetta fra soul con un po’ di dipendenze (alcol). autotune ed elettronicate varie
sa di irriducibilmente magico e (i giapponesi Osaka Monaurail) e L’esordio idealizzava Nashville, all’indie da strambone che ha
grandioso. Crust doom? Wizard- house, prima della notte del 2016 il country e il blues in Nashville definito la sua carriera, Dave
sleep alla teutonica? Una grumo- che cambia la sua carriera. Sha- Dreams/Sings The Blues (2016) Longstreth è più accessibile
sa pulsazione lenta/estenuante ron Jones suona a Madrid, la tira su Vacant Stare. Basterebbe que- che mai. La chitarra di That’s
che alimenta rituali para “wizar- su dal pubblico e canta un paio di sto per crearci una serie TV, ma A Lifestyle e Break-Thru sono
diani” sfregiati di acido. Witch pezzi con lei: il giro della Tucxone l’animo da bluesman alternativo prog-evoluto-in-AOR per i no-
Pollution e Northern Midnight è in sala e la ingaggia immediata- e malconcio calza a pennello stri tempi, Zombie Conqueror
Ghost Dance sono due brani di mente, aggregandola ai già rodati senza dover fingere. Per non è hard rock epicheggiante da
oltre 20 minuti di asfittica marcia Silverbacks. Black Rose è il de- farsi mancare nulla, poco prima filodiffusione in caffetterie a
infernale tra rovine doom. L’ini- buttto che esce poco dopo, Wishes di registrare In Heaven, gli viene catena. Tra svisate e arpeggioni
zio di uno straziato percorso che & Wants un seguito fatto di dieci rubato tutto (o quasi) il mate- tanto intricati quanto melodiosi,
sfocia nell’ipno/gigantesca, dub tracce originali scritte bene e suo- riale, ma ciò non lo intimorisce. quest’album è una gioia per le
industrial doom, Goner Colony, nate benissimo, leggere nel tocco Tra ballate acustiche, blues orecchie. Peccato che da quelle
focus dell’intero album. E cul- ma profonde nei contenuti, con minimali (Addendum), sottile atmosfere Dave riprenda anche
mina con la title track Awaken, una vena di riscatto femminile e lezioso quando serve (Terror la pomposità testuale: a tratti
definitiva dissoluzione spaziale di come filo conduttore. Certo, spic- Management), Dick Stusso è un sembra il profeta dell’apocalisse,
un mantra black, dove vibra una care in un genere fatto sostanzial- Mac DeMarco dell’alt blues che ad altri l’innamorato da panchi-
sorta di disperata finale solitudi- mente di fotocopie in serie è dura, flirta coi T. Rex senza accorger- na tra sole e uccellini, il tutto
ne, in mezzo a un acre odore di ma l’intensità di Shirley e il valore sene. Spavaldo, autoironico, ma con riferimenti pop e complica-
ampli bruciati. Una rivelazione. del materiale meritano. capace di un intimismo estremo zioni gratuite. Il che rende LLP
CLAUDIO SORGE ANDREA POMINI inaspettato. solo bello, non bellissimo.
83/100 70/100 NICHOLAS DAVID ALTEA ELIA ALOVISI
73/100 72/100
66 | RUMOREMAG.COM
DOPETHRONE DOS SANTOS DAVID EUGENE EDWARDS ESSEX GREEN
TRANSCANADIAN ANGER LOGOS & ALEXANDER HACKE HARDLY ELECTRONIC
TOTEM CAT INTERNATIONAL ANTHEM RISHA MERGE
GLITTERHOUSE
Di cosa parla Transcanadian Già si apprezza International A volte i percorsi si dividono per-
Anger? Di violenza, droghe, Anthem come il più ricco snodo Si sono annusati a lungo David ché le vite reclamano attenzioni
miseria, gente tossica, cattive jazz attuale, per la capacità di Eugene Edwards e Alexander e alimentano nuovi sogni. Poi
decisioni. Questo è quanto dicono portare avanti l’essenza del Hecke, reciproci fan e in tempi magari ci si ritrova e si rinco-
i Dopethrone. Una band che esi- genere ibridandolo e catapultan- più recenti entrambi coinvolti mincia esattamente dal punto
steva ancora prima che gli Electric dolo nel presente, ma Logos alza nella reunion dei Crime & The in cui ci si era lasciati. È il caso
Wizard chiamassero Dopethrone ulteriormente il tiro. In super- City Solution, prima di scrivere di Jeff Baron, Sasha Bell e Chris
il loro album (2000). Influenzati ficie, il debutto del quintetto di e registrare musica insieme. Ora Ziter, che riattivano la sigla Essex
agli inizi dai Darkthrone e da Chicago è un eccellente esercizio esce il primo frutto del sodalizio, Green a 12 anni da Cannibal Sea
massicce dosi di marijuana, pur di neo cumbia psichedelica. Ma Risha, album in cui i compiti sono e a tre dalla decisione di far ri-
non essendo diversi per molti basta un briciolo di attenzione equamente ripartiti: a Edwards partire un meccanismo pop che,
versi dagli Electric Wizard, nel per ritrovarsi in qualcosa di voci, parole e strumenti a corda, scopriamo, in tutto questo tempo
loro nuovo album i canadesi di molto meno definibile, e più al fondatore degli Einstürzende non si è minimamente arruggini-
Montréal esplorano una loro via. raro. L’unione di puntini sparsi Neubauten tastiere, basso, bat- to. Il trio di songwriter continua
Questo groove soffocante, questo per la città, dal post rock illumi- teria ed elettronica. Il risultato a sembrare cugino di Belle And
suono irredimibilmente sporco nato dei Tortoise a un pop di ta- si avvicina con nuovi mezzi alla Sebastian e New Pornographers e
e fuzz, questa vertigine ipnotica, glio vintage, dal jazz al soul funk spoglia espressività dei primi Wo- nipote dei Left Banke, escogitan-
questo atteggiamento sarcastico, alle varie scene latinoamericane. venhand, tra incursioni medio- do canzoni che sanno essere al
portano ai limiti uno stile che loro Con testi in spagnolo, e ospiti rientali (Helios, la drone music di contempo barocche e minimali,
chiamano slutch metal, che fa come il poeta Roger Reeves, la Akhal) e ricorrenti ossessioni rit- ritagliandosi spazio per qualche
largo uso di nastri preregistrati e sezione fiati degli Antibalas, lo miche (All In The Palm, The Tell, svisata power pop (Catatonic
groove larghi e tossici; dove la ri- stesso Gay. 11 tracce che aprono lo shuffle di scuola Suicide che e i suoi impeccabili riff) e per
petizione è uno scavare instanca- strade nuove con controllo inau- conduce Parish Chief): se il ma- una In The Key Of Me avvolta in
bile in una primitiva idea di black dito, arrangiamenti e scrittura gnetismo sciamanico di Edwards lussureggianti arrangiamenti per
metal americano. pazzeschi, visione nitidissima. funziona a pieno regime, Hecke è piano e oboe. Bentornati!
CLAUDIO SORGE ANDREA POMINI un complice perfetto. ALESSANDRO BESSELVA AVERAME

79/100 88/100 ALESSANDRO BESSELVA AVERAME 78/100


75/100

SIMONE FELICE GIRLS NAMES GNOD GORILLAZ


THE PROJECTOR STAINS ON SILENCE CHAPEL PERILOUS THE NOW NOW
NEW YORK PRO TOUGH LOVE ROCKET PARLOPHONE

A sentire i fan, l’ex Felice Disco dalla gestazione non sem- La comune (di questo si tratta) di Non c’è dubbio che Damon Al-
Brothers è a volte un Kozelek con plice, il quarto dei Girls Names. Salford (Manchester), bastione barn si diverta a mescolare le
un po’ di rispetto per la propria Pronto già un anno fa, poi na- eretto a difesa di quanto rimane carte. Per anni mette a tacere
vena artistica, altre uno scrittore scosto in un cassetto mentre del noise. Attraverso opere un progetto, poi lo rianima e lo
all’altezza di certe cose di Dylan attorno a loro si dipanava la vita vibranti di spunti creativi, che trasforma, fino a renderlo irri-
e altre ancora uno dei più grandi quotidiana fatta di impegni di sono vita per la psichedelia, conoscibile. Registrato in tutta
misteri (in)felici dell’ultimo famiglia e lavoro (extra musi- quando accetta la sfida del fretta, The Now Now è il sesto
ventennio. Vero quasi tutto, cali, perché con la musica sola rumore. Il nuovo album è stato album della band virtuale e in
probabilmente. Di sicuro poco in pochi campano, ça va sans registrato in Olanda, sommando buona sostanza un album solista
in giro suona plumbeo come The dire), ripescato e rivisto in toto l’urgenza d’attacco del prece- di Albarn sotto mentite spoglie.
Projectors: “Ho visto troppo per prima di finire alla stampa. Il dente e le ansie ambientali del Dove il precedente era tutto ospiti
credere all’aldilà”, canta a un risultato finale non pare risentir- mastodonte Infinity Machines. e duetti, qui la sola Hollywood è
certo punto in The Fawn. Frase ne, a partire dal pattern ritmico Cinque tracce, in cui la fogna dub una passerella per Snoop e Jamie
che fa un effetto diverso in bocca che fa da canovaccio e tratto d’u- di Raikes Parade immerge l’in- Principle, mentre George Benson
a uno passato per un aneurisma nione: affidato prevalentemente vettiva vocale del rientrante Neil regala all’apertura di Humility
e un infarto, però. E, se tocca alla drum machine che scandi- Francis. Donovan’s Dughters e un tocco inconfondibile di soul
aspettare la coda per vedere un sce tempi secchi e tendenti alla Uncle Frank Says Turn It Down jazz. Per il resto è questione di
briciolo di luce (la compassione- trance. Un amalgama d’insieme già maestosamente rodate dal Damon e una drum machine, con
vole To Be You, To Be Me o la te- che funziona, regalando coesio- vivo, Voice From Nowhere fra i Simian Mobile Disco dietro il
nerezza di War Movie), arrivarci ne, ma facendo anche mancare tribalismi e industria, Europa e mixer. Quasi un sequel di Every-
significa scollinare minuti dolo- quello scarto in avanti che di- A Body spiragli nel buco nero dei day Robots, in cui la pregnanza
rosamente eccellenti. Ospiti Four stingue un disco piacevole da Wolf Eyes. Per orfani del turpi- da pietra miliare è sostituita dalla
Tet, Bat For Lashes e Lumineers: uno buono sul serio. loquio dei Fall, della sperimenta- (tipica) effimera effervescenza
che quasi non si notino spiega ARTURO COMPAGNONI zione fredda dei This Heat o del Gorillaz: una sequela di suoni
molto del valore del disco. 67/100 cascame dei Sightings. Insomma, perfetti, scritti sulla sabbia.
FRANCESCO VIGNANI una garanzia. EMANUELE SACCHI
78/100 MAURO FENOGLIO 74/100
83/100
RUMOREMAG.COM | 67
HIP HOP

HIP HOP

FRODE HALTLI HOLY ESQUE


AVANT FOLK TELEVISION/SWEET
HUBRO BEYOND THE FREQUENCY
MOHA LA SQUALE
BENDERO Accattivante esercizio d’ibrida- Certo, provenire dallo stesso
ELEKTRA zione, Avant Folk mantiene fede quartiere periferico di Glasgow
Ecco il disco della grande promessa del rap alle promesse del titolo e pro- dove sono cresciuti i J&MC
francese, venuta alla ribalta improvvisamente pone una serie di composizioni rappresenta già di per sé una ro-
grazie a una serie di freestyle. Moha La Squale, in felice equilibrio tra improvvi- gnosa responsabilità. Eppure gli
parigino di origine algerina, magari non conserva sazione, folk, free jazz e musica Holy Esque riescono a non tradi-
tutta l’urgenza delle prime rime pubbliche, ma da camera. L’accento va natu- re il loro pedigree territoriale, af-
l’entusiasmo sì; d’altronde è stato arruolato in una ralmente sulla componente folk, finando quanto di buono avevano
major in meno di sei mesi dagli esordi. Poco più che ventenne, il che qui va intesa in senso molto già realizzato nel 2016 con At Ho-
rapper qui si dà a racconti personali anche introspettivi. A fronte di largo ma tradizionale, con chiari pe’s Ravine. La band scozzese si
un’immagine molto forte (il Nostro è attore teatrale e conteso dalla riferimenti all’Est Europa klez- affranca in parte dai tanto amati
moda) la proposta musicale potrebbe venire affossata; ma il flow, mer e gitana, ma anche all’Africa riferimenti epico-curiani per as-
anche se un po’ monocorde, regge grazie all’energia di un ventenne sahariana (si ascolti la chitarra secondare più altalenanti umori
dal passato difficile. E le produzioni musicali dall’ampio respiro desertica di Kingo). A garantire elettronici soft industriali, figli di
(come spesso accade in Francia) rendono le 24 tracce varie. un’identità di suono all’interno quel cortocircuito generazionale
70/100 delle tante suggestioni evocate che nella voce claudicante di Pat
ci pensa la fisarmonica di Frode, Hynes trova ideale incarnazione
vero e proprio filo rosso che lega (Image Of Man). Le dicotomie
A CURA DI LUCA GRICINELLA i cinque lunghi brani dell’album. bagliori/oscurità e synth/chitar-
Gli assoli di violino, chitarra e la re rimangono dorsale stilistica
CABALLERO & stessa fisarmonica fanno sfoggio di un post punk tanto familiare
MC PAUL BARMAN JEANJASS di un virtuosismo a volte ecces- quanto visceralmente aggrappa-
(((ECHO CHAMBER))) DOUBLE HÉLICE 3 sivo, ma nel complesso si tratta to alla contemporaneità, senza
MELLO MUSIC GROUP MELLO MUSIC GROUP di un lavoro anticonvenzionale paraculate radiofoniche e sterili
Superati i 40, Caballero e riuscito. citazionismi.
Barman torna è di origine LUIGI MUTARELLI ANTONIO BELMONTE
dopo quasi catalana, 72/100
dieci anni dal Jeanjass
70/100
precedente marocchina,
album e rappa ma la loro base
su produzioni di ?uestlove, è Bruxelles (e tra i produttori
MF Doom e Mark Ronson, tra di questo disco spicca il
gli altri. Penna e microfono concittadino Stromae).
per il newyorchese sono Formatisi su classici del rap
sempre un modo per giocare underground, i due se la
con il dizionario, ma il tono cavano anche con le nuove
scanzonato non gli impedisce tendenze ritmiche/sonore
di affrontare temi come il urban (trap e affini) e il terzo HORSE FEATHERS BEN HOWARD
razzismo e di tirare in ballo capitolo della saga Double APPRECIATION NOONDAY DREAM
la religione. Il mercato però è Hélice lo dimostra. L’approccio KILL ROCK STARS ISLAND
spietato e fa suonare tutto un semiserio porta a perdonargli
po’ anacronistico. qualche passaggio a vuoto. Justin Ringle non sarà mai Il percorso di Ben Howard verso
un fuoriclasse dell’indie folk. un cantautorato raccolto ed emo-
60/100 65/100 tivo si arricchisce del capitolo arti-
La storia del suo gruppo si è
sviluppata in cinque album, un sticamente più rilevante. Howard
piccolo segreto per pochi. Una è sempre stato abile a sviluppare
MNDSGN YAGI quiete epiche su gigantesche di-
SNAX HAVE A NICE MONDAY
carrellata sempre in bilico, fra
RINGGO ACORN TAPES tradizione, disperazione lirica stese di silenzio, soprattutto per
e ambizioni orchestrali. Senza merito di produzioni che apriva-
Mixtape in Beat tape no ampi spazi fra gli strumenti
mai il guizzo definitivo. Col sesto
digitale e vinile pubblicato e davano risalto al suo intimo
capitolo, il cantautore di Port-
per il DJ e in digitale e
land, dà continuità ai concetti melodismo. Oggi abbandona gli
produttore cassetta da
introdotti con So It Is With Us, ultimi residui di stadium rock
cresciuto nel Yagi tramite
del 2014. Un approccio più da per abbracciare un terso minima-
New Jersey, la piccola
band, che privilegi coralità e lismo elettroacustico che suona
ma di stanza a Los Angeles. etichetta inglese Acorn Tapes.
passo più dinamico. Ai fidi Na- come una versione aggiornata dei
Rap, soul e jazz rimaneggiati 13 tracce che si muovono
da Ringgo Ancheta (suo tra hip hop e soul e in cui than Crockett (violino) e Dustin deliqui ambientali di Mark Hollis.
vero nome) con verve e il producer giapponese Dybvig (tastiere), si uniscono Il risultato è un pop lunare, addi-
un’attitudine da genietto che dimostra sia di avere gusto nuovi strumentisti e la cantante rittura spettrale quando Howard
forse gli rimarrà appiccicata e idee sia di conoscere non r&b Joslyn Hampton. Without altera la sua voce con un vocoder
per sempre. In confronto al solo la musica urban. Tra i Applause e Don’t Mean To Pry appena percettibile, distribuendo
bel disco che ha prodotto di tanti campionamenti vocali gli avamposti country pop anni sparsi disturbi digitali ed esili
recente per Prophet (Wanna immersi in una dimensione 70. Best To Leave ed Evictions le orchestrazioni. Come segni di
Be Your Man), qui si avverte jazz, infatti, ci sono sprazzi di delizie quasi northern soul. Born mondo esterno che filtrano a
chiaramente la dimensione pop e, addirittura, di folk. Ora In Love, l’aggancio d’archi col malapena nella sua bolla di umori
ludica, ma è piacevole. un vero album, però! passato. Resilienza alt country. “nickdrakeiani”.
64/100 78/100 MAURO FENOGLIO DIEGO BALLANI
69/100 79/100
68 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM ESTATE 2018

THE INNOCENCE THE JACK CADES


MISSION THE JACK CADES
SUN ON THE SQUARE DIRTY WATER
BELLA UNION
Una sera del 1963, in un angusto
In giro da 30 anni, con una dozzi- club di Soho, Londra, sentii un
na di dischi a loro nome, i coniugi gruppo che potevano essere i
Peris continuano a non essere Jack Cades. Un’aspra, angolosa
proprio delle celebrità. Anche per versione di It’s All Over Now, alla
forza, se Simon Raymonde rac- maniera degli esordienti Rolling
conta di aver faticato come poche Stones. Cover come Fortune
volte per averli in Bella Union. E Teller. Uno stile che imitava
malgrado ad adorarli sia Sufjan Chuck Berry e bastonava crudo
Stevens, e facile è capirne il moti- r&b... Be’, in realtà i Jack Cades
vo davanti a Sun On The Square. sono qui e ora. Arrivano da una
Ovvero la stessa ricerca di purezza costola degli Embrooks (Mole,
sonora, in un disco di folk bucolico il batterista), e dall’incontro di
talmente spartano da parere regi- Mike dei Baron Four ed Elsa dei
strato in presa diretta, eppure tal- Galileo 7. Un nuovo esperimento

A$AP ROCKY
mente incontaminato da sembra- 60’s punk. Tutte canzoni loro.
re uscito da uno scaffale rimasto Let Them Being You Down è un
chiuso per mezzo secolo. Poco o condensato di Goo Goo Muck e
nulla, dentro: una voce femminile Fortune Teller: Cramps, Allen
quasi trasparente, una chitarra Toussaint e Leiber And Stoller, in
acustica e degli archi. Nessun altro uno stile secco ed elettrizzante.
artifizio, solo la sempre più rara Head In Sand, Identity Crisis,
sensazione di stare invadendo l’al- Big Fish sono veri gioielli garage TESTING
trui sfera privata: disco toccante, primi Stones. Che vi devo dire, ASAP WORLDWIDE/POLO GROUNDS/RCA
tutt’altro che facile. grazie di esistere Jack Cades.
FRANCESCO VIGNANI CLAUDIO SORGE
74/100 80/100 Testing è, per Rocky, quello
che Blonde è stato per Frank
Ocean. Cioè un’opera totale
le cui canzoni sono come
pecorelle che trovano un
modo per saltare dal recinto
che di solito circonda
gli album di genere e si
disperdono, obbligando il
povero pastore/ascoltatore
a costruire un recinto un po’
KRYSTAL KLEAR LA LUZ più grande e dai confini più
THE DIVISION FLOATING FEATURES irregolari del precedente.
RUNNING BACK HARDLY ART
Purity, si chiama il pezzo
con Ocean. Su un arpeggio eterno, le loro voci - effortless nel
“Resident Advisor” ha parlato di Verissimo, un disco come FF in
dipingere vorticose strofe in cui l’autobiografia si confonde
The Division come di un lavoro un periodo denso come quello
con puro gusto per la ricerca sonora - si intrecciano e
che perfeziona l’arte del goofy estivo rischia la fine del gatto confondono a cori disperati e lontani e vocalizzi di Lauryn
banger, a mia interpretazione sull’A4. E il finale sarebbe maga- Hill tagliuzzati. Come riapplicando in chiave minimalista le
rendibile in italiano come “il pez- ri simile anche in altri frangenti, tecniche del Chopped & Screwed di Houston che ha formato
zone in maggiore che spacca, ma se – interrogati su uno dei mix il rap di Rocky tanto quanto quello della sua New York. Il
si fa anche prendere un po’ dalla più improbabili e spassosi in primo sta nella fanga di Gunz N Butter, nel parquet affumicato
stupidera”. Non so fare meglio di giro – lo stesso quartetto al fem- del suggerimento lounge che è Brotha Man. Il secondo
così. Un solo riferimento: il Todd minile di LA racconta di show nell’anfetaminica Buck Shots, punteggiata dai gioiosi vocalizzi
Terje di It’s Album Time! Neu- in cui la gente non sa se ballare nonsense di Playboi Carti; e si rende conto di non essere così
tron Dance e Moonshake Miner il limbo o fare crowdsurfing. Se lontano dalla black music onnivora di Dev Hynes, che produce
si prendono davvero poco sul non altro il terzo album prova e spennella di voce Hun43rd. Ma una volta saltato il recinto,
serio nella loro allegria melodica almeno a rendere l’enigma più non ci sono più regole: e allora si va oltreoceano con Praise
da cinque (perfette) note in croce, decifrabile: in un angolo il solito The Lord, filastrocca andino/londinese con Skepta. Si va nel
Divison Ave è musica da passeg- twang di chitarre surf accordate passato con A$AP Forever, che si approccia a Porcelain di
giata all’alba, perfetta per mon- dal fantasma di Dick Dale e le Moby come un cane rabbioso pronto ad ammazzarla e invece
taggi motivazionali, Shockzoid un solite badilate di melodie alla la ricopre di leccate salivose. Ogni singolo pezzo di Testing
trip disco alla Moroder con tanto Ronettes. E in quello opposto gocciola riferimenti, significato e geografie. E ogni singolo
di cowbell. Per Krystal Klear gli una vena di romanticismo ruvida testo di Rocky sprizza confessioni, giochi di parole e immagini
‘80 sono il decennio migliore di come l’asfalto e non lontana da che non raccontano nulla, se non la loro stessa bellezza. Ha
sempre, le colonne sonore dei quella degli X: solo che, per non perso un mentore per la codeina, Rocky, ma non ha mai perso
film d’azione americani sono me- smentirsi e appena trovato un la forza di dimostrare la sua fondamentalità per la storia
glio di Morricone e l’unico scopo equilibrio, l’album imbarca ritmi dell’hip hop e della musica tutta.
della serata è svoltare il broncio latini e garage alla Vivian Girls. ELIA ALOVISI
che hai sul viso. Appuntatevelo, per l’estate. 95/100
ELIA ALOVISI FRANCESCO VIGNANI
90/100 73/100
RUMOREMAG.COM | 69
INDIE
INDIE

THE LAST POETS LET’S EAT GRANDMA


UNDERSTAND WHAT BLACK IS I’M ALL EARS
STUDIO ROCKERS TRANSGRESSIVE
BODEGA
ENDLESS SCROLL Nei giorni della morte di Jalal Per una mezz’ora buona alle due
WHAT’S YOUR RUPTURE? Mansur Nuriddin, che ne fu fon- ragazzine inglesi verrebbe da
Che i Fall siano un punto di riferimento per datore qualcosa come 50 anni condonare di tutto, incluso un
un’area di nuove band americane uscite negli fa, e a ben 21 anni di distanza debutto inspiegabilmente ben
ultimi anni è un dato di fatto incontrovertibile. dall’ultima uscita discografica, considerato due anni fa e un
Sulla scia di Parquet Courts e Protomartyr torna lo storico gruppo newyor- nome che col tempo non miglio-
arrivano ora da New York - sponda Williamsburg - kese. Gli inventori del rap, la ra. Finalmente a regime, le due
i Bodega. Voce di lui che scandisce proclami, voce storia è nota. I soli Umar Bin amiche d’infanzia. O a stecchetto,
di lei che doppia le parole costruendo un effetto dialogo molto Hassan e Abiodun Ayewole in almeno. Ganci melodici uno via
post punk, risultato di genere che risulta peraltro amplificato questo caso, Jalal nel disco non l’altro, cori a presa immediata e
quando i ruoli vocali si invertono (Margot). Il suono viaggia in c’è, ma c’è invece una direzione soprattutto nulla dell’irritante in-
orizzontale, chiudendosi a cappio tra chitarra e batteria, creando musicale inedita. Per la prima fantilismo degli esordi: qualcosa
così un effetto del tutto familiare (Wire?), per poi aprirsi su ritmi volta, infatti, i testi dei Last Poets di simile persino a dei Chvrches
improvvisamente accattivanti, stipati di ganci a dir poco attraenti poggiano su ritmi reggae, varian- prodotti da Fever Ray, in brani
(il singolo Jack In Titanic è una delle cose migliori ascoltate negli te roots profonda e militante, come It’s Just Me. Ottimismo
ultimi tempi). con tocchi dub e jazz, e densità che crolla nel finale, però. I nove
86/100 di percussioni. Un’idea dei pro- minuti di Cool & Collected, bal-
duttori britannici Ben Lamdin lata ipnotica solo nell’incollare
A CURA DI ARTURO COMPAGNONI (Nostalgia 77) e Prince Fatty, che lo sguardo ai secondi che (non)
stendono ritmi di prim’ordine sui passano. O peggio ancora i 12’ di
quali le voci dei due si trovano a Donnie Darko, pletorici come le
RVG THE LOVE LANGUAGE meraviglia, come se il levare e gli discussioni online sul film omo-
A QUALITY OF MERCY BABY GRAND echi fossero il loro territorio da nimo. Ci sono dischi ambiziosi e
FAT POSSUM MERGE sempre. Inalterato il messaggio, ci sono dischi arroganti: I’m All
Gli australiani A un lustro di più attuale che mai. Ears riesce a essere entrambi.
RVG, spalla distanza dal suo ANDREA POMINI FRANCESCO VIGNANI
agli Shame in predecessore, 80/100
apertura della il quarto
64/100
loro unica album dei
data italiana lo Love Language
scorso maggio, pubblicano un conferma la formazione di
disco dove governano senza Raleigh (North Carolina),
colpo ferire una materia non come uno dei migliori esempi
semplicissima: il suono rock di bedroom pop esportabile
degli anni 80. Da Patti Smith – almeno in teoria – dalla
ai Simple Minds, passando cameretta lo-fi all’arena di uno
per Waterboys e Cure. Curioso stadio. Che è come dire i Pains
lo facciano mantenendo Of Being Pure At Heart che LIMB ROBERT LIPPOK
una cadenza che pare provano a fare gli Arcade Fire SABOTEURS OF THE SUN APPLIED AUTONOMY
costantemente sintonizzata per un giorno. Le canzoni ci DNHS RASTER-MEDIA
sulle metriche di See No Evil sono, l’entusiasmo anche.
dei Television. Non si direbbe, 67/100 “Per questo terzo disco, abbiamo Dalle velleità dada industriali
ma funzionano. voluto allargare lo spettro delle degli Ornament Und Verbrechen,
68/100 nostre influenze; ricercare una e dal post rock ipnotico e geome-
più vasta varietà di temi”. Rob trico dei To Rococo Rot insieme a
SPIDER BAGS
CHASTITY SOMEDAY EVERYTHING
Hoey parla a nome dei Limb Stefan Schneider, Robert Lippok
DEATH LUST WILL BE FINE che, insieme ai Black Moth, sono è giunto a una carriera solista
CAPTURED TRACKS MERGE (stati, nel caso dei BM, passati tetragona, inattaccabile, solida-
alla Spinefarm) la punta di dia- mente ancorata a un’idea ada-
Dopo un paio Gli Spider Bags
mante dell’etichetta dei Nuovi mantina e binaria di elettronica,
di singoli ar- - band di casa,
Suoni Heavy (NHS). L’idea di un che non a caso ha trovato rifugio
riva l’album dimorando a
di debutto Chapel Hill nuovo metal, che esplora le risul- presso la Raster di Alva Noto. As-
per i Chastity, come tutta la tanze di un post punk che a sua sente in proprio da sette anni, ri-
in realtà one famiglia Merge volta metabolizza le più feroci torna con Applied Autonomy, un
man project facente capo a - pubblicano l’ennesimo disco istanze di certo punk. Potremmo lavoro che è una combinazione
Brandon Williams, ragazzo di con cui danno fondo al proprio parlare anche dei Mammoth d’idee approntate da Lippok per
base a Whitby (sobborgo di repertorio rock and roll, con Weed Wizard Bastard. Al cui live set e poi assemblate più or-
Toronto). Ad ascoltarlo pare il un ispirazione che viaggia a modello punk/prog, per questo ganicamente, secondo una logica
disco di una band bella piena corrente alternata tra arte e terzo lavoro, i Limb sembrano di autonomia applicata a vari pa-
di musicisti di scuola punk con mestiere. Quando spingono guardare. Potrei anche esagerare, rametri. Beat rettilinei, ritardi di
derivazioni grunge. Una fac- sull’acceleratore virando verso ma provate a pensare a un mix fase, screziature glitch, frammen-
cenda che a prima vista pare garage e punk funzionano di Pantera, Killing Joke e Ozric ti ambientali, nel caleidoscopio
avere molto a che fare con un bene, dove prevale il classi- Tentacles. Il corpo brutale; la sonoro di Lippok c’è spazio anche
periodo ben preciso dei 90’s. cismo da manuale si perde in meccanicità e marzialità del per una collaborazione “telepa-
Niente di particolarmente gusto e incisività. suono; l’estemporanea fuga spa- tica” con Klara Lewis, figlia di
ispirato, purtroppo. 61/100 ziale. Meno profondi dei MWWB, Graham Lewis (Wire).
57/100 ma più immediati. ANDREA PREVIGNANO
CLAUDIO SORGE 65/100
68/100
70 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM ESTATE 2018

LITHICS LOJII
MATHING SURFACES LOFEYE
KILL ROCK STARS YOUNGBLOODS

C’è qualcosa nella musica dei Non cercate gli abbellimenti e


Lithics, nei groove spastici e nella i trucchi della trap nelle tracce
ricerca disperata della atonalità del rapper di Filadelfia. Il primo
che disturba e affascina. Sono album ufficiale, dopo la dichiara-
una delle band più chiacchierate zione di precariato di Due Rent,
di Portland, autori di un post continua la missione. Lavorare
punk pieno di spigoli che paga con risorse limitate, producen-
pegno a decine di band minori, do qualità col cazzo di poco che
per lo più britanniche, come Fire hai, come dice lui. Tradizione
Engines o Ludus (per via della attualizzata, in battuta lenta e
smaccata vena artsy). Mathing narcotica e flusso stradaiolo, con
Surface è un album arso da un la crew che appoggia e sostiene.
fuoco glaciale. Si espande in ogni
direzione sulle traiettorie di un
sound dinamico e anaffettivo, se-
Qualcosa fra la prima Anticon
e la colonna sonora di Ghost
Dog. Pochi fidi produttori (Nice-
ROSS
gnato dall’intonazione ostentata-
mente piatta di Aubrey Hornor:
cantante, chitarrista e immagine
guyxwinny, Heaprice e Thook) a
elaborare la pece e i vapori. No
Ebola è trip hop scuro, lo In The
FROM FRIENDS
spiritata della band, al cui con- Jungle fumosa giungla in dub e
fronto la voce di Siri assomiglia Cause & Effect sfiora l’astrazione
a quella di una chat erotica. Il degli Antipop Consortium. Una
consiglio è di superare l’impatto colomba che vola via dagli agi
iniziale e lasciarsi trasportare dell’autotune. Tasche vuote e FAMILY PORTRAIT
dalla loro violenza chirurgica e ispirazione a mille, fra le mura BRAINFEEDER
impassibile. scrostate di Filadelfia.
DIEGO BALLANI MAURO FENOGLIO
78/100 75/100 Solo un paio di mesi fa
si celebrava su queste
pagine l’arrivo in scuderia
Brainfeeder del giovane e
versatile produttore inglese
con l’EP Aphelion, dal quale
qui viene ripresa Don’t Wake
Dad. Prima c’erano stati altri
quattro EP attraverso i quali
il 24enne di South London
si era fatto notare - oltre che
LUCIFER THE MAGIC NUMBERS per il ridicolo nome d’arte -
LUCIFER II OUTSIDERS per un’attitudine peculiare
CENTURY MEDIA BLACK CANDY
nell’attingere all’arte del
La bellezza dei Magic Numbers campionamento hip hop come all’elettronica sperimentale,
Avendo iniziato con gli Oath alla
sta tutta in una frase delle note all’estetica lo-fi come ai ritmi in quattro quarti. La melodia
corte di Lee Dorrian, Johanna
di questo Outsiders: “Non siamo bizzarra e tratteggiata di Project Cybersin, che poggia su una
Sadonis ha poi trasformato struttura densa e rifinita nei dettagli, ha invece accompagnato
la band in Lucifer, incidendo mai stati davvero all’altezza”. Altri
di recente l’annuncio dell’album di debutto, frutto di quasi
un bel disco per la Rise Above incolperebbero la discografia, il
due anni di lavoro in studio. Lo stesso titolo, Family Portrait,
di Lee nel 2015. In seguito è pubblico, il mondo tutto. I quattro
fa riferimento all’analoga - ma meno fortunate - carriera del
entrato Nicke Anderson e da londinesi invece sanno di non
padre, che fu DJ di stile hi-nrg e proto techno tre decenni fa.
una dimensione heavy doom i avere mai dato un vero seguito
Wear Me Down è esemplare della capacità di Felix Clary
Lucifer sono passati a una sorta all’omonimo debutto del 2005, Weatherall nello stratificare suoni e influenze, fra ambient,
di hard rock moderno con larghe probabilmente. Anche se quello house, beat astratti e field recordings. È solo uno degli episodi
influenze 70’s. La qualità delle che più vi si avvicina – malgrado di spicco in un disco capace di offrire frequenti invenzioni:
nuove canzoni è salita di livello non se ne sia accorto nessuno – è come nel groove prima metallico e poi sempre più caldo di
rispetto al passato, e in questo questo Outsiders. Titolo emble- Thank God I’m A Lizard; oppure in una R.A.T.S. che reinventa
l’apporto di Nicke è stato de- matico, se l’album corre dall’ur- l’immaginario rave in chiave morbida quanto surreale.
cisivo. Diciamo che la Sadonis genza di chi sa di essere all’ultima Colpisce la naturalezza nell’immaginare strutture instabili
non possiede molte varianti nel chance (il glam di Shotgun Wed- e in movimento, vedi quella Parallel Sequence affine a certe
suo stile vocale, ma rimane pur ding o di The Keeper) alla rilassa- cose del primo Aphex Twin; e la magia melodica di The Knife,
sempre una buona cantante, tezza appena rassegnata di ballate a riecheggiare John Cage, traccia di punta del precedente
dalle ieratiche sfumature dark. sixties come Dreamer, toccante EP qui colpevolmente non inclusa. A chiudere la sequenza è
Dancing With Mr D e Reeper On come l’epica tutto meno che trat- ovviamente The Beginning, che riassume nei suoi sei minuti di
Your Heels stanno tra lirismo tenuta di Sing Me A Rebel Song. continua evoluzione un suggestivo e marziano campionario di
pop metal alla Heart e potenti E, se mai come ora certa fragilità invenzioni vocali e sonore. Forse toccherà prenderlo sul serio
strutture rock blues alla Cream; sembra fuori moda, quanto a GIORGIO VALLETTA
mentre in Aton i Lucifer paiono cause perse poche paiono più sen- 85/100
dei Mountain al loro picco lirico. sate della loro.
CLAUDIO SORGE FRANCESCO VIGNANI
73/100 76/100
RUMOREMAG.COM | 71
GOTICA

GOTICA

MATTIEL AIDAN MOFFAT


MATTIEL & RM HUBBERT
HEAVENLY/BURGER HERE LIES THE BODY
KONTINUUM ROCK ACTION
NO NEED TO REASON Contrasti. Come il giorno e la
SEASON OF MIST notte. Il vento freddo in una La poesia umbratile e alcolica
La fascinazione dark di No Need To Reason spicca giornata di sole. Il deserto e le dell’ex (?) cantante degli Arab
all’indomani del fuoco di Earth Blood Magic e onde del mare. Screamin ‘Jay Strap si unisce ai ricami di chi-
dell’espressionismo wave di Kyrr, suggellando Hawkins e Stelvio Cipriani. Cher tarra post rock dell’amico RM
idealmente una triade sorta dall’incontro tra il e PJ Harvey. Mattiel Brown è Hubbert (El Hombre Trajeado).
radicalismo scandinavo e l’eleganza crepuscolare una disegnatrice pubblicitaria e Con l’ausilio delle punteggiature
albionico/teutonica. Il tratto non a caso è algido, illustratrice di MailChimp. Una al pianoforte di Rachel Grimes
celeste: e rimarca il laccio col crepuscolare “katatoniano” (forza nuova professione che contrasta (Rachel’s), i fiati discreti di John
in bilico tra Tonight’s Decision e Brave Murder Day) e la visione con le origini rurali che l’hanno Burgess e minimi abbellimenti
gotica “lovelikebloodiana”, amalgamando al meglio le folgori post vista crescere in una fattoria della percussivi, un agrodolce diario
punk (il gioco ritmico di Lifelust o la calata dai refrain alla Billy Georgia. La stura a fare la “can- sentimentale di mezza età. Per-
Idol di Warm Blood). Persiste negli islandesi un afflato roman- tantessa” gliel’ha data l’incontro ché “ora ci vuole di più, persino
tico che li rende incredibilmente originali, un sentimento che con l’esperto Randy Michael e con a sentirsi bene”, bofonchia
nasce dalla purezza e dalla spontaneità del solco emotivo. Jonah Swilley (fratello di Jared Moffat, dialogando con la dolce
90/100 dei Black Lips). È venuto fuori un Siobhan Wilson, nell’intima
album di r&b polveroso, riverbe- Cockcrow. Due amanti di lungo
rato, sensuale, marklaneganiano. corso, fra addii al celibato a
A CURA DI STEFANO MORELLI Pubblicato in origine dalla Burger, Blackpool. Declinazioni dell’a-
ora vede nuova luce su Heavenly more (corrisposto o meno), fra
che di talenti femminili se ne in- i misteri del multiverso (Quan-
ISENORDAL KHÔRADA tende (dai Saint Etienne a Bettina tum Theory Love Song), elegie
SPECTRAL EMBRACE SALT Orton) e non poteva star lì a rimi- dolenti (Keeing For A Dead
ETERNAL WARFARE PROPHECY rare da lontano questo miracolino Love), carnevali improvvisati
L’esordio su Del progetto della Swinging Atlanta. sull’abisso (Party On).
album modi- madre, tre MANUEL GRAZIANI MAURO FENOGLIO
fica i colori quarti dell’act 79/100
dell’ensemble, provengono
76/100
esaltandone dagli Agalloch,
gli aspetti più colgono i
intimisti/cameristici e neo riflessi espressionistici e
folk medievali. Peccato solo avant black mutuandoli a
per la matrice black espressio- ridosso di un quadro bizzarro
nista mirabilmente disegnata che abbraccia il post punk, il
nell’EP antecedente, ora cir- doom, la neopsichedelia e una
coscritta al piano vocale. Ciò formula rock alla Tool. Un
però non svilisce la classe del eclettismo verificabile in brani
progetto, capace di cogliere come Water Rights o Wave MONTERO MOURN
temi da Ordo Equitum Solis, State, abilissimi nel ricondursi PERFORMER SORPRESA FAMILIA
Ataraxia, Arcana e dal folk psi- all’occorrenza verso Killing CHAPTER MUSIC CAPTURED TRACKS
chedelico albionico dei ‘70. Joke, Bad Seeds e Gun Club.
80/100 80/100 Sul suo sito bjennymontero.com Arrivate ancora giovanissime
ci sono due opzioni fra cui sceglie- al traguardo del terzo album,
re: art o music. Ben Montero le dopo una sanguinosa querelle
affronta tutte e due con la natura- – secondo quanto riferiscono le
SIEBEN VOID OF SILENCE lezza disincantata di un bambino cronache – con la label che le ha
CRUMBS THE SKY OVER pronto a esplorare con tanta viste nascere in patria, le Mourn
REDROOM AVANTGARDE curiosità e una buona dose d’inge- non arretrano di nulla il proprio
nuità. Senza freni, senza il rischio raggio d’azione. Il taglio delle
Estro e genialità Per Conforti il
di dover compiacere. Vi ricordate canzoni, 12 in poco meno di
di Howden non doom è veicolo
la copertina dell’album dei Pond, mezz’ora, evidenzia una matrice
si smentiscono del viaggio,
anche in di confini che Man, It Feels Like Space Again post punk ancora più accentuata
quest’occasione, non risultano (2015)? Opera sua. Nel 2013 che in passato. Chitarre spedite
luogo in cui solo armonici esordì con un troppo leggerino a New York, direzione Sonic
la procedura Sieben si fa ma espletano un senso e volatile The Loving Gaze. Jay Youth, voce che accentua voluta-
più spigolosa e futuristica. attitudinale. L’opera, Watson aka GUM (Pond e Tame mente la sua cadenza stentorea
Crumbs fotografa una sorta sostenuta dal lirismo vocale Impala) gli ha prodotto quest’ul- e mono tono, sezione ritmica
d’immaginario steampunk di Luca Soi degli Arcana timo. Tutto in famiglia, come av- appuntita e a tratti virata all’e-
wildeiano, con le inevitabili Coelestia, riconduce a esempi viene da un po’ di tempo in questa pico (Strange Ones). Il coraggio
distanze ironiche sull’odierno, storici di tali avanguardie australian invasion. L’attitudine alle ragazze di certo non manca
distinto in atipiche trame e trascende oltremodo il coglie dai Tame Impala, ma con e la strada che le allontana da
sonore electro dark e noir suo acume psichedelico un’inflessione synth pop, fino a qualunque tentazione ruffiana
cabaret. Paesaggio surrealista progressivo, affiancandosi con scorribande beatlesiane figlie di pare ormai imboccata con de-
e claustrofobico, neo Suicide, più rigore al cinematico: My Sgt. Pepper’s e derive sinfoniche cisione: a trovare la quadratura
dove permane il retaggio pop Dying Bride e primi Paradise da Electric Light Orchestra (De- del cerchio manca solo qualche
di Bowie e Soft Cell. Lost incontrano Vangelis. stiny). Estroso. dettaglio.
85/100 85/100 NICHOLAS DAVID ALTEA ARTURO COMPAGNONI
73/100 67/100
72 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM ESTATE 2018

ALI SHAHEED MUHAM- DANA MURRAY ONYX COLLECTIVE ORB


MAD & ADRIAN YOUNGE NEGRO MANIFESTO LOWER EAST SUITE PART THREE NO SOUNDS ARE OUT OF BOUNDS
THE MIDNIGHT HOUR ROPEADOPE BIG DADA COOKING VINYL
LINEAR LABS
“Non c’è ‘tu’, ma c’è solo quello Un concept album di jazz con- Due punti per inquadrare il
Due pesi massimi del suono che io voglio tu sia”. La voce temporaneo, che utilizza le po- nuovo Orb. Un disco adulto e, nel
americano degli ultimi decenni: robot di The System introduce tenzialità realiste del linguaggio bene e nel male, è quanto dice il
Muhammad è stato elemento un rap incendiario, trafitto da un per calarsi nella realtà sociale e titolo. Dietro non vi sono teenager
fondamentale degli A Tribe Cal- sax dissonante e una voce quasi politica. Una riflessione sulla vita e mostra una solidità sonora qua-
led Quest, mentre Younge è fra i spiritual. Il Pop Group, fra le in una metropoli come New York si neoclassica (gli Orb esistono
produttori chiave di questi ultimi strade dell’hood. Dana Murray, e sulle sfide continue a cui si è dalla fine degli ’80, quando inven-
anni, grazie a un’attitudine soul percussionista jazz, mette assie- sottoposti, fra sfratti e gentrifica- tarono l’ambient house, un suono
psichedelica che ha conquistato me un ensemble di voci e fiati zione, potere economico e sacche che mostrava nella sua astrattezza
DJ Shadow come Ghostface Kil- per un documento sullo stato di resistenza. Atto finale di una il lato psichedelico della superno-
lah. I due si erano già incontrati delle cose. Hip hop, gospel, jazz e trilogia aperta da due EP digitali, va acid house). Ospiti (non solo
per lavorare sul Kendrick Lamar controcultura per riflettere. Col- il primo album dell’ensemble Fehlmann, anche Roger Eno, il
di Untitled 06 con ospite Cee Lo pisce la suite in tre parti dedicata guidato dal sax alto e tenore di basso pneumatico di Jah Wobble,
Green. Quest’ultimo qui offre a Colin Kaepernick. Giocatore Isaiah Barr (e completato da Youth dei Killing Joke, Andy Cai-
un giocoso cameo a tempo di di football americano che, un batteria, contrabbasso e basso ne), bass oriented, più inglese che
bossanova in Questions, simbo- anno fa, diede il via alla protesta elettrico) è denso di riferimenti tedesco. In cui girano ambient
lica dell’atmosfera vintage del contro gli abusi di polizia, ingi- al tema nei titoli, e ruvido e non house, dub, post punk, Manuel
disco. Tempi dispari e sincopati nocchiandosi all’inno americano pacificato nel trasformarli in Göttsching, i Massive Attack e
(la magnifica Do It Together con suonato prima di ogni sua partita suoni, spesso con precisione. Per Bristol, reggae, Basic Channel/
Bilal), orchestrazioni degne di nella NFL. Oggi Kaepernick è la prima volta quasi tutto compo- Chain Reaction, Corrieri Cosmici.
Isaac Hayes, elegantissimo soul - ancora senza lavoro, e la compo- sto e non improvvisato, guarda al Grande classe, ma risultato altale-
sottolineato da voci come quelle sizione finisce cosmica e amara, fertile periodo di passaggio fra be nante, poco centrato, più vicino a
di Marsha Ambrosius e Laetitia sulle note virate free di Welcome bop e free jazz, e non dispiacerà ciò che sarebbe un bellissimo live
Sadier – e jazz funk sono gli in- To The Machine dei Pink Floyd. a chi segue la International che alla misura di un disco.
gredienti principali. Messaggio forte e chiaro. Anthem. GIANLUCA RUNZA
GIORGIO VALLETTA MAURO FENOGLIO ANDREA POMINI 60/100
78/100 70/100 77/100

ORCHESTRE TOUT PUIS- JUDITH OWEN PAPA M PETYR


SANT MARCEL DUCHAMP REDISCOVERED A BROKE MOON RISES (MUSIC SMOLYK
SAUVAGE FORMES TWANKY FOR FOUR ACOUSTIC GUITARS) OUTER BATTERY
BONGO JOE/RED WIG DRAG CITY
Per una da 20 anni nelle grazie Ritorno a tambur battente del
Quando questa schermata sarà della critica, la gallese non ha mai Si riconosce tra mille una qualsiasi gruppo del chitarrista/skater di
carta potrebbe essere tutto un fatto molto per superare i confini progenie musicale di David Pajo: San Diego Riley Hawk con il se-
ricordo, o potrebbe invece anda- della scena jazz. Un matrimonio cambiano gli assetti attorno a lui, condo album. Tutto gira attorno
re ancora peggio. Ma scriviamo con Harry Shearer, suo collabora- cambiano i musicisti, cambiano al pezzo Smolyk, una mini suite
queste righe mentre il governo tore ma ben più celebre di lei come strumenti e timbri, cambia la hard/surf/psichedelica che, da
antepone la sua truce campagna doppiatore dei Simpsons o qual- dimensione, elettrica o acustica, come parte, sembra abbracciare
elettorale permanente ai diritti che disco con Richard Thompson, eppure quella traccia tensiva, ma- la monoliticità degli Sleep, ma
umani, ed è come se non ci fosse magari. Non una storia alla Norah linconica, in tonalità minore, che la infrange ben presto in mille
disco migliore per dare corpo Jones, insomma. Ma sicuramente sale impetuosa e non esplode, non direzioni heavy psych. Il modello
ai nostri stati d’animo. Rabbia, più interessante di un disco di si esaurisce. La musica degli Slint è quello di band strumentali
agitazione, comunione, energia, cover altalenanti prima ancora è memorabile perché ha rischiara- 60’s come Davie Allan And The
determinazione. Un’orchestra di che illogiche. Una Hotline Bling to i cuori neri di una generazione Arrows, ibridato con una furia
14 elementi – base elettrica, due di Drake ridotta a una manciata di di post rocker, con un bagliore hard psych blues com’era quella
batterie, due marimba, archi, note prima di una Black Hole Sun struggente. Non si sottrae a questo dei Flower Travelling Band. Chi-
fiati – che fa sua la lezione degli da pianobar aziendale. O una sen- disegno neppure A Break Moon tarre fuzz che s’imbizzarriscono
Ex più espansivi e ritmici, e la tita Ladies’ Man di Joni Mitchell Rises, quarto lavoro dei suoi Papa in corse a perdifiato, supportate
moltiplica. Rendendola al con- (questa sì, scelta da appassionata M (senza contare l’alias Aerial M), da percussioni mobili e veloci, in
tempo più accessibile, intreccian- vera) sopra una Blackbird prolissa anche se forse l’intensità, complice continui cambiamenti di climax e
do i groove ipnotici di partenza e fiacca. Scontato che la Owen si il tempo, è diminuita. Ma quel atmosfere. Il pezzo più lungo, Di-
con melodie fra folk e indie pop, sia divertita a registrarlo, molto sentimento è intatto, che sia smos- stant Shores, riverbera scintille
frasi incalzanti di ottoni, funk meno che capiti altrettanto all’a- so dalla saggezza alt country dal di Ozric Tentacles. Ma il più bello
corale, crescendo potentissimi. scoltatore alle prese con l’ennesi- passo lento e dagli arpeggi di Walt è Zero Time Dark, freakbeat
Forme selvagge, benvenute. ma cover di Smoke On The Water. o dalla ghost lullaby di Spiegel Im selvaggio e visionario, come degli
Nous avançons, nous avançons, FRANCESCO VIGNANI Spiegel. Open Mind fuori di testa.
le front comme un delta. 62/100 ANDREA PREVIGNANO CLAUDIO SORGE
ANDREA POMINI 65/100 76/100
89/100
RUMOREMAG.COM | 73
OUTERCORE

OUTERCORE

PHANTASTIC FERNITURE PINKSHINYULTRABLAST


PHANTASTIC FERNITURE MISERABLE MIRACLES
TRANSGRESSIVE/PIAS CLUB AC30
KALI MALONE
CAST OF MIND Si narra sia nato tutto in un se- Per gli shoegazer russi la formula
HALLOW GROUND minterrato di una pizzeria di Sid- è ancora quella di un dreampop
Giovane americana di base in Svezia e già al fianco ney dopo aver alzato troppo il go- boreale, pervaso da una luce
di Caterina Barbieri nel progetto Upper Glossa, mito ed essersi fatti una promes- accecante, basato sull’intensa
Kali Malone ha già fatto parlare di sé grazie a un sa al compleanno di Julia Jacklin. vocalità di Lyubov Soloveva e
approccio alla composizione che si espone con pari Chi se ne è ricordato dal 2014 fa sull’alto tasso di finimenti elet-
padronanza in territorio elettronico e classico. Il parte dei Phantastic Ferniture: tronici. Rispetto ad Everything
nuovo Cast Of Mind mette in fila quattro lunghi per l’esattezza, oltre a Julia ci Else Matters, però, in cui le can-
brani eseguiti su sintetizzatore (Buchla 200, per i cultori della sono Elizabeth Hughes, Ryan K zoni sembravano abbozzate per
materia) e strumenti a fiato tra cui si riconosce il trombone, il Brennan and Tom Stephens, già lasciare spazio a una psichedelia
clarinetto e il sassofono. L’interpretazione di nuove forme classi- artisti solisti. Solo a distanza di più free form, tutto in Miserable
co contemporanee è declinata qui in chiave minimalista, attraver- quattro anni si materializza un Miracles appare più rifinito, a
so un suono statico e dilatato che procede a ondate: che rivelano disco a nome di una band che partire dalle corpose melodie
tutta la loro intensità emotiva nel momento in cui si ritirano. Un sembra una stortura di “fantastic che fanno di Taleidoscope una
altro nome da appuntare nell’eccellente gruppo della composizio- furniture”. Suona tutt’altro che canzone electro pop ad alta defi-
ne al femminile. un esordio. Un suono già formato nizione. La voce della Soloveva,
80/100 che si delinea in nove tracce tra rifratta prismaticamente da loop
garage pop e psych, con melodie e campionamenti, si stratifica
A CURA DI LUIGI MUTARELLI solide (Gap Year) e una voce so- sull’elettronica “kraftwerkiana”,
gnante. Fuckin ’N’ Rollin potreb- architrave su cui si regge il sound
MARK VAN HOEN KATE NV be ricordarvi le Those Dancing del gruppo. Gli elementi più
CAST OF MIND для FOR Days più dilatate. Dark Corner sperimentali, confinati per lo più
TOUCH RVNG INTL. Dance Floor è il coronamento di in miniature ambient, servono a
Capitano di Va dato atto una promessa fattasi ora realtà. dare profondità a un album dalle
lungo corso all’etichetta di Phantastic. alte aspirazioni pop.
nell’ambiente New York della NICHOLAS DAVID ALTEA DIEGO BALLANI
della pervicacia con 74/100 75/100
composizione cui scovano
elettronica, il produttori
produttore britannico con in ogni parte del globo.
questo ultimo lavoro ha voluto Soprattutto se come Kate NV
pagare tributo ai musicisti portano avanti un’estetica del
con cui ha suonato insieme suono affine alla loro: new
nel tour degli ultimi anni. age futuristica, ricca di spunti
Sono quei legami invisibili neoclassici e minimalismo
a cui si riferisce nel titolo e analogico/digitale. Kate
che qui vogliono riconoscere è di Mosca e ha messo in
l’influenza sotterranea di musica il suon contesto PLAYBOI CARTI PLAZA FRANCIA
autori quali Pye Corner Audio, urbano lasciandone da DIE LIT ORCHESTRA
Kara Lis-Coverdale e Philip parte la retorica celebrativa. AWGE PLAZA FRANCIA ORCHESTRA
BECAUSE
Jeck tra gli altri. Affascinante.
Inutile pretendere profondità e
73/100 75/100 coscienza quando si entra nella Progetto e disco post Gotan
stanza dei giochi di Jordan Ter- Project, con i due capi Makaroff
rell Carter. Il rapper cresciuto e Müller a dirigere le operazio-
fra quella banda di guasconi ni e a mettere in pista un’idea
THEM ARE US TOO HILDE MARIE HOLSEN complessa: rinnovare il tango
AMENDS LAZULI della Awful Records, è uno degli
DAIS HUBRO esempi del lato più ironico e fre- nuovo. Trucco vincente: conse-
sco del southern rap di Atlanta. gnare il microfono a Catherine
Album postumo Trombettista
Rime che badano più all’im- Ringer, una vita con la fanta-
per la coppia norvegese all’e-
mediatezza verbale del flusso, stica esperienza wave Les Rita
californiana sordio, Hilde
piuttosto che alla sostanza degli Mitsouko, per una massacrante
dopo la tragica Marie Holsen
argomenti. Il suo primo album Barbara Monica. Prendiamo
scomparsa di applica una
ufficiale (lasciando stare i mix- intanto spunto: chi si fosse perso
Cash Askew, rigorosa ricerca
rimasto vittima nell’incendio sul suono del proprio stru- tape precedenti) pulsa di beat Les Rita corra a sentirli, geniali
della Ghost Ship di Oakland mento. Tra improvvisazione minimali, plasmati ancora da synth french primi ‘80. Poi, nel
nel 2016. Idee e abbozzi di e rielaborazione digitale in Pi’erre Bourne in regia, e ricchi complesso, un po’ di confusione
registrazione vengono qui tempo reale, i brani sembrano ospiti. Love Hurts s’infiamma emerge. Il funk latino di La Plaza
ripresi dalla sola Kennedy prendere forma in maniera in- col prodigio Travis Scott, Lean Francia medesima piacerebbe a
Ashlyn con la collaborazione decifrabile, passando dal caos 4 Real vira grime con Skepta, Grandmaster Flash come a Mara-
di parenti di Cash e l’amico alla struttura con una natura- Poke It Out trova le gommosità dona, ma di Cabala si poteva fare
Joshua Eustis di Telefon Tel lezza che ha dell’ineluttabile. di Nicki Minaj e Choppa Won’t a meno; bellissima e ben gestita
Aviv. Album tributo sentito Tra avanguardia elettronica Miss le birichinate del compa- l’idea di coinvolgere Lura in due
e ricco di spunti notevoli, tra e free jazz futuristico, Lazuli gno di merende Young Thug. tracce, lei rappresenta l’Africa
Cocteau Twins e Julee Cruise. lascia intendere interessanti Parole come calembour, per un con un portamento cosmopolita
72/100 sviluppi divertimento energetico, senza esemplare e dona a Un Lugar e
70/100 particolari ambizioni. Arrebato un portamento dub di
MAURO FENOGLIO luce nera vera.
68/100 PAOLO FERRARI
74 | RUMOREMAG.COM 72/100
RECENSIONI GLI ALBUM ESTATE 2018

BEATS
BEATS

PRAM PUSHA T
ACROSS THE MERIDIAN DAYTONA
DOMINO G.O.O.D. MUSIC
RP BOO
È dal 2007 che il gruppo di Bir- Se uno arriva a 40 anni rappando I’LL TELL YOU WHAT!
mingham manca dalle scene, ancora quasi solo della coca che PLANET MU
ma è difficile leggere Across The ha spacciato da ragazzo deve farlo Per Kavain Space è il primo album di inediti, dopo
Meridian come molto di più di davvero bene per non rompere i la raccolta Legacy, che ne aveva introdotto il ta-
un modo per celebrare i 30 anni coglioni. Si è evoluto assieme al lento a molti dopo oltre 20 anni di percorso sotter-
della band. Ritorno da non far suo mentore, Pusha, e Daytona li raneo, e il disco ibrido Fingers, Bank Pads & Shoe
sentire a chi ha sempre visto i vede entrambi al massimo delle Prints. Il torrido incedere dei suoi beat si alterna
Pram come degli Stereolab di loro capacità. Kanye, ispirato alle sincopi di episodi come la scurissima Bounty e
seconda fascia e più kraut, so- alla produzione, lavora materiale la minacciosa atmosfera hardcore di Cloudy Back Yard. Oppure vi
prattutto. Shimmer And Disap- chitarristico e pianistico con una si sovrappongono di volta in volta i toni gospel di No Body, lo Ste-
pear ha più false partenze che semplicità che ricorda i suoi esor- vie Wonder in loop di U-Don’t No, il solare funky soul di Deep Sole.
vero groove exotico e, visti gli di. Pusha affastella skill testuali Flight 1235 è un’inconsueta celebrazione delle sue recenti avven-
interpreti, fin troppo ordinaria è e spacconeria vecchio stile, cul- ture intercontinentali, ora che la fama di RP Boo pare essere uscita
la virata swing di The Midnight minando in un attacco diretto a definitivamente dai ghetti di Chicago. C’è da scommettere che non
Room. Qualcosa della vecchia Drake - Infrared, guantata che ha sarà un fuoco di paglia.
grazia rimane, come la voce fem- poi prodotto uno dei migliori dis- 87/100
minile che finalmente riporta un sing del nuovo millennio. Il con-
po’ di sangue in Electra o in una cetto è semplice: “Io sono come
Mayfly a cui almeno viene dato Kendrick e Cole, tu ti fai scrivere A CURA DI GIORGIO VALLETTA
margine per svilupparsi. Non i pezzi. La mia roba è seria, la tua
per nulla due fra gli episodi più è artificiale”. Anche a voler bene a
intimisti del disco: la sensazione Drizzy, questo album rende diffi- AA.VV. ÂME
è quella di una band ancora alla cile non dare un po’ di credito alle PATINA ECHOES DREAM HOUSE
ricerca di fiato dopo la sosta. parole di Push. TIMEDANCE INNERVISIONS
Disco (fin troppo) interlocutorio. ELIA ALOVISI Dopo una Non potrebbe
FRANCESCO VIGNANI 88/100 dozzina di EP, A 14 anni dal
64/100 l’etichetta fon- loro primo
data da Batu album (passato
assembla una pressoché
collezione di inosservato)
inediti firmati da altrettanti e dopo i fasti che la loro tech
produttori nuovi o emergenti, house emotiva raggiunse
capaci di spingere verso fron- nello scorso decennio grazie
tiere sempre più imprevedibili a brani come Rej, Frank
l’evoluzione dei ritmi origina- Wiedemann e Kristian Beyer
tisi dalle rivoluzioni techno, appaiono scarichi e privi di
jungle e dubstep. Dal francese una qualsiasi energia creativa.
REX ORANGE COUNTY SHADOWPARTY rRoxymore al messicano Nico A poco servono i contributi di
APRICOT PRINCESS SHADOWPARTY
MUTE
fino alla surreale ghetto house Herbert o Roedelius quando
AWAL
di Metrist, inventiva e varietà per aggirare la carenza di idee
Alexander O’Connor è di un altro Barare bassamente sul proprio stilistica abbondano. si abbozzano esperimenti poco
pianeta. Lo stesso di pochissimi curriculum è diventata faccenda 83/100 ispirati.
altri dotati di quella musicalità popolare in questi giorni. Ma 41/100
vocale calda e rassicurante, forse annunciarsi come membri TOSHIO
messa a dialogare con una flui- di New Order e Devo, quando in MATSUURA GROUP
effetti ti sei unito a loro solo in
JAZZANOVA
dità compositiva estremamente THE POOL LOVEPLAYDANCE: 8 SCENES
raffinata e carica di groove – questo secolo, non pare una gran- SONAR KOLLEKTIV FROM THE FLOOR
quando serve – di chi ha amato de idea. Josh Hager, Tom Chap- BROWNSWOOD
man, Jeff Friedl e Phil Cunnin- Il collettivo te-
Channel Orange di Frank Ocean. Co-fondatore
gham sono nomi che dicono poco desco mancava
A lui potremmo affiancare per degli United
persino ai fan dei gruppi suddetti. da un decennio
intenzioni Yellow Days, ma con esatto all’ap- Future Orga-
attitudine più chitarristica. L’e- Le sonorità new wave apparten- nisation nei
puntamento
sordio Bcos U Will Never B Free gono all’omonimo debutto del lontani anni 90,
con l’album e
(2016) si muoveva in una rein- quartetto, ma nella più becera Toshio Matsuu-
si ripresenta qui in versione
terpretazione evoluta di un Just espressione anni 80, del tipo pre- ra rilegge in chiave jazz classi-
discretamente aggiornata. Ad
Jack modernizzato. In questo se- diletto da terroristi del sintetizza- ci da dancefloor “alternativo”
esempio grazie al divertente
condo disco (che arriva in Italia tore neo prog come gli Asia (Even hip hop di No. 9, complice di quel decennio, e non solo.
con mesi di ritardo) subentra il So). L’operazione nostalgia brit si KPTN, oppure nell’originale Il risultato è avvincente, ad
lounge/jazz dei BadBadNotGo- spinge fino al recupero della voce contributo della cantante esempio quando lo spirito di
od, accelerazioni alt pop (Televi- di Denise Johnson: la gioia di scozzese Rachel Sermanni nel improvvisazione tocca il Carl
sion/So Far So Good), il nu soul risentirla e di ripensare alle notti nervoso singolo Rain Makes Craig di At Les o addirittura
contemporaneo (Waiting Room) screamadeliche in sua compagnia The River. Per il resto, la clas- Flying Lotus. Fra gli ospiti,
e la versatilità di chi è abituato però si scontra con la malinconia se nell’attraversare r&b, pop e Tom Skinner (Sons Of Kemet,
a fare tutto da solo. Rex Orange per il contesto in cui questo avvie- jazz resta inalterata. Owiny Sigoma Band) e la can-
County è già certezza. ne (Present Tense). tante Daymé Arocena.
71/100
NICHOLAS DAVID ALTEA EMANUELE SACCHI 81/100
78/100 44/100
RUMOREMAG.COM | 75
AVA N T

AVA N T

SHANNON SHAW SKEE MASK


SHANNON IN NASHVILLE COMPRO
NONESUCH ILIAN TAPE
CONTROLLED DEATH
SYMPHONY FOR THE BLACK MURDER Non serve tirare in ballo nuova- Due anni fa il debutto Shred si
URASHIMA mente Simon Reynolds per rac- era fatto notare per l’abilità nel
Yamazaki Takushi, noto al mondo del japanoizu contare il paradosso retromaniaco plasmare la materia breakbeat a
come Masonna, manca con quest’ultimo moniker in cui siamo immersi. Il fenomeno suo piacimento. Ora Bryan Müller
da più di 15 anni, da 13 con la sua creatura cosmica ci circonda in un abbraccio mor- approfondisce il discorso allar-
Space Machine, da una decina con i South Saturn tale, in cui le ristampe superano gando la visuale ad atmosfere più
Delta: a testimonianza di una non impellente le nuove uscite per quantità oltre dilatate, trattate con analoga per-
necessità di presenziare sempre e comunque. che per qualità. È in questo con- sonalità. Le riflessive tracce am-
Quando cala l’asso però Takushi prende tutto. Controlled Death testo che quella vecchia volpe di bient VLI e Cerroverb alludono a
è la sigla con la quale fonde le intemperanze acrobatiche e le col- Dan Auerbach confeziona un’im- modo loro all’energia che altrove
tellate vibrate negli anni 90 a suon di feedback con Mademoiselle peccabile operazione vintage sul è in totale evidenza.
Anne Sanglante..., e la sua propensione psichedelica e acida già corpo generoso di Shannon Shaw, La sintesi fra i due elementi
liberata nel 2011 con Acid Maso Temple (Masonna e componenti ex frontwoman di Shannon And raggiunge un equilibrio perfetto
di Acid Mother Temple). Perfetto per chi ama a un tempo ultra- The Clams. Shannon In Nashville in Via Sub Mids e nella trasci-
violenza e trascendenza. è la celebrazione di un’America nante trama di Soundboy Ext,
80/100 presente solo nei nostri sogni, in- con synth corali e dilatati a fare
trappolata in un diner in cui l’epo- da contrappunto alla tessitura
ca di Dusty Springfield e Tammy jungle, mentre Flyby VFR vol-
A CURA DI ANDREA PREVIGNANO Wynette non è mai tramontata teggia con eleganza su affini ritmi
e il nome Adele non è immedia- spezzati. In Compro il musicista
PETER EVANS AND CRISTIANO tamente associato a una famosa bavarese - attivo anche con l’alias
WEASEL WALTER CALCAGNILE cantante. Tutto cesellato, al posto SCNTST - affronta queste forme
POISONOUS ST()MA giusto. Ma dopo Amy e le sue senza ricorrere a facili nostalgie,
UG EXPLODES WE INSIST! ma proponendone una profonda
emule di belle speranze si tratta
Il trombettista Cristiano solo di purissimo artigianato. reinvenzione di forte impatto.
e polistru- Calcagnile, EMANUELE SACCHI GIORGIO VALLETTA
mentista Peter compositore, 82/100
Evans (Evan notevole
61/100
Parker, Mats interprete
Gustafsson) e free impro,
il fiammeggiante batterista torna con la suite in sei
Weasel Walters (Flying movimenti st()ma, per batteria,
Luttenbachers, Lydia Lunch percussioni, drumtable guitar,
Retrovirus) hanno creato effetti, glockenspiel, aerofoni e
un mercuriale album neo lastra elettrificata. Un approccio
free jazz che ricorda la gioia panico alle percussioni, un
timbrica dell’A.E.O.C. e la no dosaggio sapiente di rumore
wave più sfrontata. Un lavoro e silenzio che suona come JORJA SMITH SOPHIE
divertente, pieno di trovate “la sublimazione in un atto LOST & FOUND OIL OF EVERY PEARL’S UN-INSIDES
percussive, di impennate catartico di un’esperienza di FAMM TRANSGRESSIVE
dinamiche, di discese negli perdita”. DVD curato da Bruno
inferi più rumorosi. Pulici. Era dai tempi di Amy Winehouse Dopo la compilation Product,
80/100 80/100 che non capitava di ascoltare il primo album vero e proprio
dall’Inghilterra un debutto così dell’artista transgender ne ce-
convincente e risplendente. Con lebra le peculiarità musicali,
RED BRUT TUNNELS OF ĀH la sua vocalità incredibilmente peraltro ribadite nei più recenti
RED BRUT CHARNEL TRANSMISSIONS appassionata e moderna, Jorja singoli pubblicati, come i qui
(K-RAA-K)³ COLD SPRING Smith attraversa con disinvoltura inclusi It’s OK To Cry, Ponyboy
l’r&b classico e contemporaneo, e Faceshopping. È quest’ultimo,
Più vicina, Stephen
come lei stessa Reuben ritmi dancehall, raffinatezze jazz, con il suo stridente rumorismo
ammette, Burroughs, riferimenti trip hop, il rap del digitale d’ultima generazione, a
alla ricerca cantante degli freestyle Lifeboats come la magia rappresentare l’aspetto maggior-
in campo industrial/ acustica di Goodbyes o il gospel mente di rottura in un linguaggio
elettronico technometal di Tomorrow. Nonostante l’età che attinge talvolta a forme pop
di Daphne Oram e Delia inglesi Head Of David (Justin (è da poche settimane 21enne), kitsch, come nell’avventura PC
Derbishire che non alla recente Broadrick nella prima line la consistenza e maturità compo- Music che talvolta ha coinvolto
nuova onda dell’elettronica up), si muove per la quarta sitiva dei 12 brani qui in mostra la stessa Sophie. Ma qui l’enfasi è
femminile, Marijn Verbiesen volta come solista con un è superlativa. Non solo canzoni piuttosto sulla concezione speri-
(Sweat Tongue, JSCA) ha lavoro che si rifà alla seconda d’amore o introspettive: ad esem- mentale di un modello futuristico
composto una piccola sinfonia generazione industriale dei pio la monumentale Blue Lights di “canzone” elettronica, surreale
in sette movimenti di musica Controlled Bleeding: sheet e è un toccante manifesto contro e provocatoria, anche quando
concreta elaborata su field droni di rumore minaccioso. le brutalità poliziesche. Dopo la prende la forma di ballata (vedi il
recordings, tape loop, cheap Ispirato al fenomeno recente collaborazione con Kali crescendo di Infatuation). Ope-
electronics assemblati in un inquietante dei messaggi Uchis, una conferma che supera razione riuscita, ma la sensazione
collage sonoro astratto, ma numerici delle stazioni radio a le attese in scioltezza. Il mondo è è che da qui sia difficile immagi-
profondamente descrittivo. onde corte durante la Guerra suo, questione di mesi. nare nuovi sbocchi.
65/100 Fredda. GIORGIO VALLETTA GIORGIO VALLETTA
60/100 90/100 75/100
76 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM ESTATE 2018

STRAFE F.R. TV HAZE


THE BIRD WAS STOLEN CIRCLE THE SUN
TOUCH POISON CITY

Attivi come Strafe Für Rebellion


fin dai primi anni 80, la coppia
formata dai tedeschi Bernd
Partiamo dalla fine. Circle The
Sun è stato registrato e mis-
sato da Matt Chow, al lavoro
KANYE WEST /
Kastner e S. M. Syniuga non si
è mai ufficialmente ritirata, ma
ha continuato a manifestarsi con
anche coi promettenti Rolling
Blackouts Coastal Fever, e ma-
sterizzato dal sommo Mikey
KIDS SEE GHOST
regolari, per quanto rare, uscite.
Rimane intatta la voglia di spe-
Young. Un bel tuffo nei ’90
dell’indie storto, ma neanche (KANYE WEST
& KID CUDI)
rimentare con strumentazione troppo. Il trio di Melbourne è la
tradizionale (piano, chitarra, cosa più vicina ai Buffalo Tom
percussioni e voce) elaborandone vi sia mai capitato di ascoltare.
la fonte sonora e introducendo Nove fotografie con quei tipici
elementi di casualità nella com- colorini accesi degli anni 70,
posizione; così come rimane intrise di melodie che dondolano
ugualmente intatta la voglia di nella malinconia, chitarre 12
graffiare, di colpire l’ascoltatore corde, riff uggiosi (Sunny Side
attraverso un suono spesso che si
lascia andare a subitanee esplo-
Up), una voce alla J Mascis che
ha preso la pasticca della sera
YE
BRAINFEEDER
sioni, e che turba anche quando in compagnia di Eddie Vedder,
si presenta attraverso le ricono- tagli e rattoppi di country, col-
scibili sembianze del kraut o del lege e classic rock. Peccato solo KIDS SEE GHOST
dub. Avanguardia contempora-
nea che profuma di reminiscenze
per l’eccessiva mestizia, ma in
fondo ci sta. Di recente hanno (KANYE WEST & KID CUDI)
BRAINFEEDER
vintage, ma senza indulgere in aperto per i Lemonheads e il cer-
tentazioni nostalgiche. chio si chiude. Nostalgici della
LUIGI MUTARELLI flanella, gioite.
Il principale punto di forza
72/100 MANUEL GRAZIANI
del blacktivism odierno è
69/100 essere riuscito ad appoggiarsi
su un’idea narrativa, propria
di tutta la black music ma
dell’hip hop in particolare,
che tende ad autogiustificarsi
a prescindere dalle singole
interpretazioni. In altre
parole l’esistenza di un
contenitore di tensioni
TY SEGALL μ-ZIQ individualiste, e l’accordo
& WHITE FENCE CHALLENGE ME FOOLISH sull’utilizzo dello stesso,
JOY PLANET MU crea una dinamica in cui
DRAG CITY ogni solidarietà interna
μ-Ziq è uno degli alias di Mike diventa antagonismo verso
Che Ty Segall sia uno che fermo Paradinas (come Jake Slazenger, l’esterno e viceversa. Ma
proprio non riesce a stare è fac- Kid Spatula, Gary Moscheles; cosa succede se una delle
cenda nota. Per mantenersi vivo e Mike & Rich, con Aphex Twin, e (se non la) popstar più in vista della black music statunitense
sul pezzo utilizza da sempre ogni Slag Boom Van Loon, con Speedy decide di uscire dal contenitore e/o testarne i limiti cognitivi?
mezzo a sua disposizione. Uno J). Figura centrale di un’elettro- Lo scopriremo, immagino. L’endorsement a Trump ha generato
di questi è l’appoggio degli amici nica che dalla metà dei ’90 a oggi il più violento backlash anti-Kanye West di sempre, ma Ye e
con cui si diletta a spartire dischi. non ha smesso di stimolare, come Kids See Ghost sono due dischi eccezionali: concepiti su un
In questa occasione torna a far artista e discografico – con Planet archetipo simile a quello di Endless/Blonde (Ye è la cosa più
ballotta col compare Tim Presley, Mu, solo negli ultimi anni, ha scheletrica a cui West abbia mai messo mano, KSG abbastanza
aka White Fence, con cui già pubblicato Jlin e Bangs & Works, chiassoso e barocco da richiamare certe cose di Watch The
aveva collaborato un abbondante la compilation con cui presentò il Throne), raccontano soprattutto un’idea di coscienza del sé
quinquennio addietro. In coppia footwork. Challenge Me Foolish al di fuori della coscienza narrativa. Lo fanno indirettamente:
esplorano il lato più psichedeli- assembla in modo coerente e or- messaggi contraddittori, quasi sempre fuori misura, spesso
co e a tratti sperimentale delle ganico tracce del periodo ‘98/’99, di dubbia veridicità – confessioni intime, richieste d’aiuto,
rispettive personalità, infilando il medesimo dell’acclamato Royal smargiassate fastidiosissime. Uno stato d’animazione sospesa
stralunate filastrocche lo fi (Tom- Astronomy, di cui rappresenta del pop contemporaneo, un’escrescenza della black music di
my’s Place), intermezzi di gioioso l’altra faccia della medaglia, quel- oggi. Nemmeno l’impalcatura generale è ancora intuibile: entro
rumore, ma anche brillanti nu- la meno inquieta e più bucolica. fine giugno dovrebbero arrivare altri due dischi (Nas e Teyana
meri proto pop 60’s (A Nod e Do Vignette elettroniche, familiari Taylor) prodotti da West. Forse allora sarà possibile fare una
Your Hair) e ballate “dylaniane” quanto eversive, in cui le galop- biopsia culturale di questo scorcio della vita di Kanye West, forse
(My Friend). Canzoni, queste, pate drill’n’bass sono un ricordo no. In un caso o nell’altro, alla fine di Ye e KSG, ogni altra musica
che da sole giustificano in ogni oppiaceo servito su melodie pa- odierna sembra suonare piatta, insincera, calcolata, fredda. Se
caso l’ascolto dell’opera, se non storali e hi-hat ipercinetici, archi e uno cerca musica da ascoltare, questa è l’unica cosa importante.
proprio il suo acquisto. ritmi spezzati. FRANCESCO FARABEGOLI
ARTURO COMPAGNONI GIANLUCA RUNZA 87/100
63/100 70/100 89/100

RUMOREMAG.COM | 77
WEIRD RNR

WEIRD RNR

WARM THOUGHTS WARMDUSCHER


I WENT SWIMMING ALONE WHALE CITY
ASIAN MAN LEAF
GEE TEE
GEE TEE Non è un caso se i Touché Amoré Al primo ascolto Whale City fa
GOODBYE BOOZY sono la band post HC più im- venire in mente i Pere Ubu di
portante di questi anni, perché Dub Housing catapultati in un
Dopo due potentissimi EP torna lo strambo ragaz-
quando il batterista Elliot Babin film di Tarantino. Oppure dei TV
zo australiano di Gold Coast con un album vero,
ancora su vinile. Gee Tee è Kel Mason, folletto (nel riesce a tirare fuori un gioiellino On The Radio più sensibili alle
senso di aspirapolvere) del weird garage odierno di pop punk come I Went Swim- lusinghe del vintage, ma contem-
che, per non saper né leggere né scrivere, ha fatto ming Alone, suonandolo tutto poraneamente più brutti, sporchi
sua la lezione di Brian Eno per poi imbastardirla da solo, significa che l’apporto di e cattivi. E tuttavia il DNA che
con l’ultimo, oscuro gruppo delle compilation Killed By Death. ogni singolo elemento è di altissi- salta fuori in I Got Friends è
Pensate anche a un Jay Reatard retro futurista, ma ancora più ma qualità. Ci troviamo di fronte inequivocabilmente post punk: ci
lo-fi e più melodico. Synth coagulanti (Cops N’ Robbers), chi- a un disco solare, con linee vocali troviamo, in quel caso, dalle parti
tarre robotiche e anaffettive (Glam Dagger), slackerismo di cristalline e ritornelli da cantare dei Fall. La band di Londra Sud,
riporto (Hot Rod Juice), voci frullate (Studs & Leather), riverberi col finestrino abbassato. Il pro- frutto di un patto inizialmente
electropunk (Muscle World), hit andate a male e via di questo getto è spesso accostato ai Joyce estemporaneo tra componenti
passo. Di Hangin At Caltex c’è un video in rete. Cercatelo e capi- Manor per capirci, ma lo spettro di Fat White Family, Paranoid
rete. va dal pop malinconico di Intan- London e Insecure Men, arriva al
82/100 gible al quasi hc melodico Your secondo disco con le idee chiaris-
Haircut Man. Niente di nuovo sime: una formula compatta che
A CURA DI MANUEL GRAZIANI sul piatto: si torna dritti dritti inghiotte riferimenti risputandoli
KINGS OF THE BEACH ai primi anni ‘00, ma è molto propri, insaporendo il tutto con
DIRTY TRAINLOAD SUPER AWKWARD, difficile oggi ascoltare pezzi del spezie elettroniche, hard boiled,
REVOLUTION AND CRIME FUCKING AWESOME genere con delle buone idee. Se funk e soul e producendo 27
SIDE 4 CIUDAD OASIS stavate cercando il vostro disco minuti in cui non si spreca una
Il trio barese I galiziani per l’estate fermatevi qui, perché nota. Fermate le rotative, come si
guidato da Bob ci sparano l’avete trovato. dice in questi casi.
Cillo sporca il in faccia 10 LUCA DOLDI ALESSANDRO BESSELVA AVERAME
blues di garage, bombette di 71/100 78/100
punk, angoscia weird garage
e anarchia. Non gonfio di
per niente in copertina c’è un testosterone pop (Goats,
disegno che ritrae Gaetano Wasted/Young, Surfin’) come
Bresci. Vanno a segno le navigati cecchini. Saranno
scintille di psichedelia rotante, le correnti dell’Atlantico a
il theremin in lontananza e renderli così dannatamente
la voce di Livia Monteleone, East Coast, chissà. Incipit
un po’ PJ Harvey e un po’ indie da Weezer smembrati
hardcore (End Of The Welfare (Creisi Or What), un passo
State), che allontana dalle psych punk simile ai nostri
THE WAVE PICTURES THE WHIFFS
BRUSHES WITH HAPPYNESS TAKE A WHIFF!
inevitabili derive roots. Un Bee Bee Sea (Empty Bodies). MOSHI MOSHI DRUNKEN SAILOR
disco di blues degenere. Tanta roba, e pure buona, su
70/100 cassetta e vinile splatter color. Basterebbe The Little Window Il nome della band sparato a
75/100 per spiegare perché da anni qua tutta copertina ricalca paro paro
ci si spenda per i Wave Pictu- il logo della Stiff Records. Il che
res: un testo che cita Jerry Lee è più di un indizio. Il power pop
Lewis, uno di quei cori adorabili fatto come cristo comanda è il
PEACH KELLI POP THE SUEVES proprio perché laconici e alle
WHICH WITCH R.I.P. CLEARANCE EVENT miglior antidoto per affrontare
MINT HOZAC
spalle il più fotocopiato dei giri giornate di merda. È il raggio di
di chitarra di Jonathan Rich- sole che scalda l’anima e dopa
Peach Kelli I Big Black for- man. E tocca farsela bastare, es- l’umore. I Whiffs suonano robe
Pop è il titolo mato rhythm sendo praticamente l’unica cosa sentite e risentite, dai Rubinoos
di un pezzo dei and blues. La da segnalare del diciassettesimo
Redd Kross che Touch & Go di- ai Teenage Fanclub, ma lo fanno
disco degli inglesi. Non brillan- da paura: allo stesso livello degli
la losangelina rimpettaia del
tissima l’idea di partenza, anche irlandesi The #1s. Che si tratti di
d’adozione CBGB’s. I Tar
per degli amici di Billy Childish: pigiare l’acceleratore come degli
Allie Hanlon ha scelto come lacerati dal r’n’r. I Functio-
chiudersi ubriachi in studio per Undertones discoli (She Lies),
monicker per mostrarsi in nal Blackouts: chi li ricorda?
una notte intera, suonare (alla rockeroleggiare in melodiosa
tutta la sua grazia garage pop. Nervi tesi, soul oscuro (Slam-
lontana) blues senza alcun ca- bassa fedeltà (Baby Tonight) o
È tornata nella sua cameretta mer), groove contorto, nichi-
di Ottawa per registrare sei lismo, mosche da bar (What novaccio e vedere cosa ne viene titillare le corde della malinco-
canzoni intime di un minuto They Did), fratture del garage fuori. Ovvero pezzi che appena nia (Never Be Free) gli spavaldi
scarso, tra overdrive, fuzz punk scomposto della Chicago iniziano a promettere s’incarta- giovani di Kansas City ne escono
delicato, voci e cori sognanti. di ieri e di oggi. Questo sono no in infinite (e intercambiabili) sempre alla grande. Un plauso
C’è una sensazione di i Sueves. Un gruppo enorme code strumentali, in un insieme all’inglese Drunken Sailor che si
vulnerabilità che spande amore, nella sua completa perifericità via via più raffazzonato. E, cosa è presa la briga di ristampare in
con lei che fa l’ape e noi il fiore. rispetto a ciò che gira oggi. più grave, per la prima volta con vinile la cassetta uscita su High
i Wave Pictures ci si annoia. Dive Records.
72/100 78/100
FRANCESCO VIGNANI MANUEL GRAZIANI
56/100 73/100
78 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM ESTATE 2018

PAUL WHITE WHITE RING WILKO JOHNSON WITCH MOUNTAIN


REJUVENATE GATE OF GRIEF BLOW YOUR MIND WITCH MOUNTAIN
R&S ROCKET GIRL CHESS SVART

A quattro anni dall’ultimo album I generi musicali dagli stilemi Difficile non essere retorici quan- Non è stato semplice sostituire la
e dopo aver firmato la scura pro- molto rigidi e codificati fanno do si parla di Wilko Johnson, cantante Uta Plotkin. A tre anni
duzione per il Danny Brown di più fatica a sopravvivere alla mo- uno che ha sconfitto la morte a dalla sua uscita dai Witch Moun-
Atrocity Exhibition, il musicista mentanea popolarità. L’assioma suon di rock. Già il fatto di tro- tain, Nate Carson, batterista e
londinese torna con un approccio è discutibile, ma esce in qualche varcelo qui, con il primo mate- capo del gruppo, dichiara che
rigenerato - come suggerisce il modo rafforzato nel momento in riale inedito dopo 30 anni e dopo con Kayla Dixon non potevano
titolo di questo lavoro - e che trae cui ci si approccia a Gate Of Grief essersi lasciato un cancro in fase trovare una sostituta miglio-
linfa vitale dai contributi vocali in di White Ring. I più attenti li ricor- terminale alle spalle è una no- re. Il nuovo album ha queste
stile r&b e non solo. Ad esempio deranno al fianco degli altrettanto tizia che andrebbe celebrata. Ci ieratiche, stravolte ballate blues
Denai Moore e soprattutto Shun- temibili oOoOO come esponenti di saremmo accontentati di sentirlo che sembrano risucchiate in una
gudzo, artista zimbawese già al punta del fenomeno witch house. riciclare qualcuno dei riff killer dimensione trance metal onirica,
fianco di Santigold, le cui rime L’album cominciato nel 2010 (mo- dei Dr. Feelgood, ma lui ci serve dove Kayla spicca per la sua po-
illuminano l’onirica Ice Cream mento di esplosione e massima un portentoso e anfetaminico tenza e duttilità vocale. Tra voli
Man. White fa anche tesoro della auge del genere) è stato ultimato album rock blues. Blow Your lirici e sprofondamenti infernali,
sua esperienza sampledelica per solo recentemente. Fosse uscito Mind stupisce innanzitutto per la il nuovo disco dei WM vive di
approdare a un suono organico al tempo avrebbe avuto forse un freschezza della produzione che una grande varietà di temi e
e dall’estetica psichedelica an- altro sapore, ma ascoltare adesso fa risaltare la perniciosità di ogni atmosfere. Certo, doom. Ci sono
ziché banalmente chillwave, sia quei synth taglienti con le casse accordo. C’è poi il songwriting oasi di pura pace dark come Hel-
nella forma pop di See Through dritte e le voci spettrali suscita più fiero e divertito con cui Johnson lfire. Ci sono heavy dark blues
che nei riferimenti al blues del nostalgia che inquietudine. Pecca- ha saputo elaborare i momenti post Zeppelin, come Mechani-
deserto nell’emozionante Retur- to, perché non mancano dei buoni più difficili. Alle sue spalle, infi- cal World. Ma c’è soprattutto
ning. Il risultato è un disco che episodi e un lavoro che voleva ne, due numeri uno come Nor- Nighthawk, che nella sua lunga,
trae il meglio dalle sue numerose magari rilanciare il genere rischia man Watt-Roy e Dylan Howe: ne lenta declamazione si avvicina
influenze, riuscendo a suonare di scriverne l’epitaffio. assecondano il frenetico staccato alla più nostalgica e inaccessibile
decisamente personale. LUIGI MUTARELLI con potenza e creatività. Jex Thoth. Convincente ritorno.
GIORGIO VALLETTA 60/100 DIEGO BALLANI CLAUDIO SORGE
76/100 73/100 78/100

YOB YUNO MALENA ZAVALA ZU93


OUR RAW HEART MOODIE ALISO MIRROR EMPEROR
RELAPSE SUB POP YUCATAN HOUSE OF MYTHOLOGY

Annata di grandi ritorni questo Yuno è un musicista di stanza a Malena Zavala ha la delicatezza Perché Zu93? Perché è la somma
2018 - pensiamo a Sleep o Ear- Jacksonville (Florida) già attivo incantata di Hope Sandoval di due elementi. Gli Zu, una delle
thless - anche se non sempre da alcuni anni e arrivato al con- (Broken By Two) che si va a me- migliori espressioni mondiali di
entusiasmanti; il trio dell’Oregon tratto con Sub Pop grazie all’in- scolare con la psichedelia fluida e heavy traslato e futuribile. E poi i
saprà dopo quattro anni bissare tercessione di Ish Butler degli sognante, pizzicata e armoniz- Current 93 di David Tibet, che ha
l’ottimo Clearing The Path To Shabazz Palaces. Con le sue solari zata. Nata in Argentina, ma scritto Mirror Emperor proprio
Ascend, uscito per Neurot? Certo suggestioni esotiche, questo suo trasferitasi successivamente in volendo fortemente gli Zu. Massi-
che sì, confermandosi una delle primo EP di sei pezzi rappresenta Inghilterra con la famiglia, man- mo Pupillo e David Tibet insieme
band più concrete e continue del un curioso punto d’incontro fra tiene quella radice sudamericana dipingono uno dei più sorpren-
panorama doom, decisamente alcune delle tendenze che si sono presente come una sorta di filtro denti viaggi musicali nell’incon-
affollato. L’intensa drammati- alternate nel corso del decennio. dal quale permea la composizio- scio dell’uomo. Impegnativo,
cità di Pallbearer e Neurosis si Immerse in una produzione ne sinuosa (Aliso). Ci si avvolge particolare, molto più vicino a
sposa al terrore degli Electric carica di riverberi ci sono infatti nel calore dissipato lentamente un romanzo narrato in musica, a
Wizard (di qualche disco fa in le melodie agrodolci degli Shins, dai fremiti pop (Could You Stay). una colonna sonora, con grande
particolare) e al viaggio cosmico un’hip hop romantico declinato Il titolo dell’album è stato ispi- apertura alla scuola sperimentale
dei già citati Sleep, creando un su basi chillwave, originali ibridi rato da un viaggio in California contemporanea, teatrale, oscuro,
unicum granitico che mette figli e fra synth pop e dub, e antemiche – ad Aliso Viejo – per incontra- immaginario. Mirror Emperor,
figliastri al loro posto sui banchi canzoni fuzz pop alla maniera dei re il fratello. Ma non è l’unica avulso dal tempo e dalle mode, è
di scuola. È un disco oscuro, ma mai dimenticati WU LYF. A con- figura familiare presente: buona una piccola opera d’arte di pro-
pieno di speranza, sentimenti che quistare è soprattutto l’attitudine parte dell’album è uno spaccato fondità umana, prima che sonica.
emergono dal recente passato del inveteratamente indie e l’otti- personale dove emergono le Un disco nel quale immergersi,
leader Mike Scheidt, caratteriz- mismo contagioso del progetto. figure femminili a lei care, come da immaginare, un mondo da
zato da gravi problemi di salute. Difficile intuirne l’evoluzione, ma la nonna e la madre. Esordio poter vivere con un’esperienza
Una delle poche certezze ancora per il momento la promozione è lucente, spontaneo e caloroso per che diventa a volte quasi fisica.
in circolazione. piena. annullare le distanze. Meraviglioso.
STEFANO FANTI DIEGO BALLANI NICHOLAS DAVID ALTEA MARIO RUGGERI
80/100 77/100 81/100 85/100
RUMOREMAG.COM | 79
RECENSIONI IN BREVE ESTATE 2018

77:78 ALMS EARTHEATER GIANT SAND


JELLIES ACT ONE IRISIRI RETURNS TO VALLEY OF RAIN
HEAVENLY SHADOW KINGDOM PAN FIRE

Si scrive Gli Alms Newyorkese Vero, senti-


77:78 ma si potrebbero di Queens, re Gelb suo-
legge The diventare Alexandra nare queste
Bees. Per una band Drewchin canzoni con
l’anagrafe, importante. esplora un ampli
trattandosi Descrit- l’elettro- valvolare
di un duo ti come nica più e non con
formato da continua- visionaria, un Roland
Aaron Fletcher e Tim Parkin tori della tradizione doom del romantica e instabile fino alle a transistor non è male. Anche
della band dell’isola di Wight. Maryland - si citano gli Obsessed sue conseguenze più provoca- il registrare nuovamente in un
E per immaginario, se Jellies - nel loro debutto assomiglia- torie (Inhale Baby o il balbettio giorno e mezzo con i membri
nuota sempre in zona: qualcosa no, come dire, a una sorta di digitale di MTTM), avvalendosi originali è un bel gesto, e l’e-
degli Alt-J meno eliofobici, un versione economica dei Blood di una voce che tocca tre ottave. sperienza accumulata nel frat-
po’ dei Beach Boys epoca Sun- Ceremony: doom rock prog, ma È tale visceralità a rendere inte- tempo si sente. Ma c’era proprio
flower e la solita psichedelia neanche tanto prog, vista la sem- ressante buona parte di questo bisogno di rifare da capo il pro-
brit a mantecare il tutto. Estivo, plicità e potenza grezza del loro suo terzo album, un manifesto di prio debutto, 33 anni dopo? E
ma sufficientemente imprevedi- suono. Che potrà crescere e arti- liberazione femminile non privo fareste cambio con l’adrenalina,
bile da sopravvivere alla data di colarsi ulteriormente. La buona di una salutare dose d’ironia. l’urgenza, la disperazione da
scadenza. ispirazione e il talento ci sono. GIORGIO VALLETTA qui-e-ora di un tale capolavoro
FRANCESCO VIGNANI CLAUDIO SORGE 72/100 di roots rock tagliato punk?
71/100 70/100 ANDREA POMINI
70/100

ISAAC GRACIE INFINITE MUSIC JIM JAMES JAMIE SAFT QUARTET


ISAAC GRACIE A TRIBUTE TO LA MONTE YOUNG UNIFORM DISTORTION BLUE DREAM
VIRGIN/EMI FIRE ATO RARENOISE

Chiac- I paesaggi Sempre Agguerrito


chierata elettronici uguali le quartetto
promessa costruiti riserve con guidato dal
cantautora- con sinte- il frontman piano di
le inglese, tizzatori dei My Jamie Saft,
il 23enne di analogici Morning l’ensemble
Ealing arri- e manipo- Jacket, newyor-
va al primo lazioni da terzo disco chese esor-
album con una produzione un Sonic Boom (Spacemen 3) ed incluso. Che gli abbia fatto male disce con un lavoro che alterna
po’ troppo leccata e prudente Etienne Jaumet (Zombie Zom- l’inclusione fra i 20 guitar gods momenti intensi ad altri più
(ad opera di Marcus Dravs, bie), il sax e la voce dello stesso dei Duemila di “Rolling Stone”, di maniera. Contrabbasso, sax
già con Coldplay e Mumford & Jaumet, il liuto tanpura e il magari, se questo disco scappa e batteria dialogano col piano
Sons) che finisce col togliere canto dhrupad di Celinn Wa- di nuovo da tutte le parti e la secondo stilemi jazz consolidati,
intensità ed emozione alle sue dier, maestra di musica classica qualità con lui. Una prima parte che raramente osano avventu-
belle canzoni, persino a quella indiana. Tre tracce e 48 minuti di puro qualunquismo blues, e a rarsi fuori dai sentieri battuti. La
Last Words che aveva conqui- registrati dal vivo, per omag- salvarsi giusto qualche momen- tecnica sopraffina, ma mai fine a
stato molti. Peccato, ma la cara- giare a dovere il padre di tutti i to soft rock o le routinarie bal- se stessa, come alcune aperture
tura artistica non si discute e si droni infiniti. Che apprezzerà, late alla Neil Young. Urgerebbe melodiche di commovente bellez-
spera in un riscatto. ne siamo certi. ordine. za i punti forti dell’album.
GIORGIO VALLETTA ANDREA POMINI FRANCESCO VIGNANI LUIGI MUTARELLI
64/100 70/100 57/100 68/100

KRRUM LANA DEL RABIES LICE ALBIN LEE MELDAU


HONEYMOON SHADOW WORLD IT ALL WORKED OUT GREAT ABOUT YOU
37 ADVENTURES DEATHBOMB ARC VOL. I & II CAROLINE
BALLEY
Le nervatu- Il curioso Forte di
re elettroni- nome nato Raccolta dei un’espressi-
che che at- dalle cove- primi EP va vocalità
traversano rizzazioni (con l’ag- blueseg-
le canzoni della Del giunta di al- giante, il
dell’ingle- Rey in cuni bonus cantautore
se Alex ambiente da versioni di Göteborg
Carrie ne industrial. demo) del tenta la
sottolineano il posizionamento Oggi la terrorista digitale di quartetto scalata al mainstream con un
discretamente insolito nel pa- Phoenix mette in scena tutto il bristoliano Lice, It All Worked album di debutto che strizza ri-
norama di quel che oggi sta fra disagio per un’America ottu- Out Great suona come una petutamente l’occhio ai modelli
r&b e pop. Honeymoon sconta samente conservatrice. E lo fa versione brit di Jesus Lizard e radiofonici dominanti (come
però una forte monotonia nelle immergendo la sua femminilità Butthole Surfers. Il range sonoro nella leggera patina elettronica
strutture ritmiche, oltre ai limiti in un oceano di droni abrasivi e corre dal post punk al noise rock di The Weight Is Gone e I Need
vocali del suo interprete: e arri- rumore, appena sfiorati dall’i- inglese, in un ideale percorso Your Love). Il tentativo è con-
vare alla sua dodicesima canzo- dea di melodia. Affascinante che va dai Fall ai McClusky, pas- dotto con sufficiente astuzia,
ne senza andare sullo skip può manifesto femminista nell’era sando per Terminal Cheesecake ma il fatto è che dei Rag’n’Bone
risultare abbastanza difficoltoso. Trump. Produce la Deathbomb e Milk. Se l’intenzione era quel- Man e Sam Smith la scena pop è
GIORGIO VALLETTA Arc (clipping., JPEGMAFIA). la, “tutto ha funzionato bene”. ormai satura.
57/100 MAURO FENOGLIO ANDREA PREVIGNANO GIORGIO VALLETTA
70/100 60/100 48/100
80 | RUMOREMAG.COM
SUONA ANCORA
IL MEGLIO
DEI MESI PASSATI

MICK’S JAGUAR MOS GENERATOR OBSCURA


FAME AND FORTUNE SHADOWLANDS DILUVIUM
RIDING EASY LISTENABLE RELAPSE

Chi li ama Vita nuova Non sono


dice che sem- per una mai stati
brano una delle band noti per
cover band storiche l’innova-
dei Rolling dello stoner zione o la
Stones che rock. Che fantasia,
cerca(va) poi sono quanto per
un’audizione da sem- la tecnica
al Max Kansas’ City nel 1972. pre Tony Reed, mastermind e superba e l’atmosfera epica dei
Be’, può essere. Mi vengono in autore di tutte le canzoni del loro dischi. Diluvium non si di- AUTECHRE
mente i Dictators e depravati gruppo. Ora con lui ci sono Jon scosta da queste direttive, man- NTS SESSIONS 1-4
come i Brats. Ma, se devo essere Garrett (batteria) e Sean Booth tenendo i tedeschi al top nel WARP
più “moderno”, dico Apache, e (basso) a far da cuore pulsante death progressivo, ma tenendo
certo uno come Luca Frazzi mi ritmico; e contribuiscono a ben alla larga tutti i non amanti L’elettronica al limiti
capirà. Apache, cioè rock‘n’roll dare più equilibrio ai Mos, il cui del sottogenere. È infatti ai dell’universo dei due ex
vizioso proto glam punk. Un stile è ora più variegato, forse limiti dell’estenuante stare die- graffitari di Manchester
pezzo come Pay To Pay i Mick’s anche più prog e più 70’s hard tro alle trame eterne dei brani, è un quadro monocolore
Jaguar gliel’hanno proprio ru- rock; ma in una veste moderna. spesso troppo cervellotiche e di Rothko. L’ascoltatore è
bato dal repertorio. (Quasi) 20 anni e non sentirli. poco coinvolgenti. chiamato a trovarne il senso
CLAUDIO SORGE CLAUDIO SORGE STEFANO FANTI
da sé.
75/100 75/100 55/100

J. PETER SCHWALM SHY LAYERS SONS OF ALPHA


HOW WE FALL MIDNIGHT MARKER CENTAURI
RARENOISE BEATS IN SPACE CONTINUUM
H42
How We Leggerezza
Fall - com- che si ac- Alt rock at-
mentario in compagna mosferico e
musica di alla sostan- strumentale
una vicenda za. Così si dal forte
privata, potrebbe impatto
quella di riassumere progressivo
Schwalm, in breve il per questo
e della storia cronaca di questi punto di forza di JD Walsh, che secondo
anni disagevoli - è un album anche in questo secondo lavora disco dei britannici, ben suonato SLEEP
strumentale complesso, che conferma il gusto e l’ispirazione e rifinito, ma privo di slanci e THE SCIENCES
interpola post rock, elettronica dell’esordio. Strizza l’occhio al identificabile prettamente come THIRD MAN
di ricerca, gli esperimenti più dancefloor, guarda ai tropici, mero sottofondo, più che altro.
rischiosi di certi Radiohead, un gioca con la library music e si I brani scorrono e non mancano C’è quel senso profondo del
approccio obliquo in stile Eno lascia andare a inaspettati mo- passaggi più roboanti stile Peli- battere sempre sulla stessa
(non è un caso che Schwalm e menti soul. Tutti elementi che can, il tutto però senza identità. nota, come il Martello degli
Eno abbiano a lungo collabora- il produttore americano riesce Alla produzione, invero fin Dei. Un suono convogliato
to). La tensione drammatica a a tenere insieme con grazia ed troppo pulita, Aaron Harris, ex verso un OM che si espande
tratti cattura. eleganza. batterista degli Isis. e non finisce mai.
ANDREA PREVIGNANO LUIGI MUTARELLI STEFANO FANTI
65/100 75/100 55/100

VICKTOR TAIWÒ CHIP WICKHAM WITCHSKULL


JOY COMES IN SPIRIT SHAMAL WIND COVEN’S WILL
INNOVATIVE LEISURE LOVEMONK RISE ABOVE

Londinese Bella, bel- Viaggia-


d’origine lissima mu- no sulle
nigeriana, sica. Nulla ali della
nel suo di nuovo, pazzia, i
album di ma un go- Witchskull.
debutto dibilissimo Con un
Taiwò viaggio sound che
esprime strumen- riverbera
emozioni intense e viscerali at- tale fra jazz spirituale e funk da echi di antico metal alla Dio,
traverso un soul dal sapore con- colonna sonora. A condurre le ma nella forma di un poderoso SERPENTWITHFEET
temporaneo, tinto di hip hop danze c’è Wickham, flautista (e wall of sound alla High On Fire. SOIL
(Shovel Moonlight), funk digi- sassofonista) che sul comodino La band è l’ultimo progetto SECRETLY CANADIAN
tale (la splendida Supernatural dovrebbe avere la foto di Yusef dell’esperto chitarrista Marcus
Women) o misticismo (Sub- Lateef, per dirne uno. Con quin- De Pasquale, che qualcuno Josiah Wise riprende
ducta/Psalm 69). Frank Ocean tetto fatto da vibrafono, batteria, ricorderà a lungo leader degli ed espande il suo gospel
e il Bon Iver più sperimentale contrabbasso, piano e percussio- australiani Looking Glass, un pagano e viscerale attraverso
sono fra i riferimenti più vicini, ni che gira a mille, sia nelle trac- buon gruppo stoner psych. 11 brani che aiutano ad
ma qui ci sono canzoni superla- ce più meditative, sia in gioielli CLAUDIO SORGE
addentrarsi nel suo mondo
tive e personalità notevole. da ballo come Barrio 71. melodrammatico e occulto.
65/100
GIORGIO VALLETTA ANDREA POMINI
83/100 78/100
RUMOREMAG.COM | 81
TREECOLORE DISCO DEL MESE

LUCIANO CHESSA

LA SOTTRAZIONE POETICA
DEL CANTAUTORATO LO-FI
in ambito accademico. Ha collaborato Panella che gli rispose per lettera: “Si
con Vinicio Capossela per il suo tour figuri: canti felice”. Da qui il titolo
in California, ha diretto la New World dell’album che del poeta bianco ha molto.
Symphony insieme a Lee Ranaldo, ha Sue le parole dell’ottovolante urban
fondato l’Orchestra Of Futurist Noise freak, Certe Volte, dedicato proprio a
Intoners (un doppio LP nel 2013 su Sub Chessa. Suoi i testi di Gabbianone scritta
Rosa) tirando dentro Blixa Bargeld, per Battisti e Vocazione per Enzo Carella:
Mike Patton, Ellen Fullman, Teho due delle cinque cover che occupano il
Teardo e altri. “Compositore, direttore lato B della cassetta. Sì, musicassetta,
d’orchestra, pianista, saggista, solista avete letto bene. Anche se, fatevelo
di musical saw e di dan bau vietnamita, dire, ad alzare la pelle sono la cover de
chitarrista e suonatore di banjo”, dicono Il Tuffatore di Flavio Giurato, che pare
le note biografiche. Aggiungiamo registrata nelle cascate di Lequarci, e
che è docente al conservatorio di San il tropicalismo inappetente di Fiori Di
Francisco, che mamma Rai e che la TV di Plastica scritta con Marco Pinna, a cui
Stato vietnamita gli hanno dedicato dei si deve anche l’intensa trasposizione in
sassarese di La Spendula di D’Annunzio.
LUCIANO CHESSA documentari.
CANTI FELICE
SKANK BLOC Chessa è un artista colto, multiforme, “La scommessa era registrare Canti
che non ha mai fatto mistero della Felice utilizzando lo stesso identico setup
Non è semplice raccontare in passione per la canzone d’autore italiana, che negli anni 90 usai per registrare
poche righe Luciano Chessa. L’ellepì fin dagli anni indie quando rileggeva il mio primo disco, Humus. Stesso
d’esordio del ’97 su Destination X, Ulisse Coperto Di Sale di Lucio Dalla. registratore 4 piste a cassetta, stessa
la partecipazione alla compilation Oggi torna sui luoghi della gioventù, chitarra, stesso microfono. È facile
manifesto marchiata Gamma Pop, riprendendo il filo del cantautorato lo-fi nascondersi dietro effetti e produzioni.
Metal Machine Muzak, nell’estate del ridotto all’osso, fatto di rumore bianco, Ora come allora ho pensato: se questi
’98 il distacco da Bologna, sua città fruscii, mare lunare, una voce fragile, brani valgono qualcosa, lo si potrà
d’adozione, destinazione California una chitarra altrettanto fragile, sonagli verificare soltanto se si azzerano i valori
per un dottorato di ricerca. Da quel titillanti e un sintetizzatore Aardvark che voluttuari di disturbo”. Scommessa vinta.
gioca a fare il disturbatore con un garbo Questi brani valgono ben più di qualcosa.
dì l’artista sardo si dedica alla musica
classico/contemporanea e sperimentale d’altri tempi: lo stesso garbo di Pasquale 78/100

TESTO DI MANUEL GRAZIANI - FOTO DI MELESIO NUÑEZ

82 | RUMOREMAG.COM
TREECOLORE GLI ALBUM ESTATE 2018

ALIEN ARMY BELIZE BLACK ELEPHANT BONETTI


GOODMORNING WORLDWIDE GRAFFITI COSMIC BLUES DOPO LA GUERRA
THIS PLAY MUSIC! GHOST SMALL STONE COSTELLO’S/LABELLASCHEGGIA

Grazie per l’attenzione, e buon Partire dal pianerottolo di casa Incendiario psychedelic blues Lo sfondo è cambiato, rispetto
volo. Gli acrobati del giradischi per declinare l’universale e riu- per questa band savonese che, all’esordio: aleggia la presenza
scelgono le istruzioni da pista di scirci. Con discrezione, sobrietà al terzo disco, approda alla pre- di Battisti questa volta. Se ne
decollo per introdurre un viag- e delicatezza. Quella dei Belize stigiosa e storica Small Stone. può comunque percepire la cre-
gio in dieci tracce carico d’or- è una scrittura visionaria, pun- Muovendosi su una linea ideale scita, di Bonetti, specialmente
goglio e di consapevolezza del tuale, efficace. In effetti l’EP che va da Hendrix ai Radio Mo- per quanto riguarda arran-
loro esser unici nel panorama di cui si parlò qualche mese fa scow, l’Elefante Nero bombarda giamenti e intonazione. È una
dell’hip hop europeo. Il primo meritava un approfondimento con un carico di riff ipnotici guerra privata la sua, è quella
passeggero è Davide Shorty, ta- e ben hanno fatto a integrare i e spossanti, wah wah e fuzz a della vita che ultimamente non
gliente nel saluto che dà il titolo nove inediti con le precedenti manetta. Si concede pezzi stru- gli ha risparmiato traumi. An-
all’album. Le cinture di sicurez- Pianosequenza, Iride e Super- mentali come Chase, quasi afro cora una volta autobiografico,
za emotive si allacciano sul soul man. Valeva la pena ampliare psych. E si rilassa, si fa per dire, dunque, ma con lo sguardo
senza spazio – tempo di Moving il cammino intrapreso: intriso in un bagno di heavy blues sini- aperto a una visione più ampia,
On, portata in cielo dalla voce di anni 90, che siano quelli del stro come Baby Eroina, lungo, universale. Alcune ingenuità
di Nasia Alzahnova, cui segue, pop sintetico nazionale di nic- trascinato excursus cantato in hanno lasciato spazio a una
inatteso, l’atterraggio dancehall chia di allora, dell’elettronica italiano, immagino, su vizi e scrittura più puntuale, profon-
reggae di Come Fi Murder; o del trip hop, si diceva. Il loro virtù di ciò cui il titolo del brano da ma al tempo stesso efficace,
sarà il sangue salentino ormai comunque è un suono che non allude. Bè, poi Cosmic Blues analitica ma insieme leggera,
acquisito dal maestro sardo DJ guarda a ciò che oggi va per la For Solitary Moose mi ricorda sottile e mai seriosa. Non si è
Gruff. Il beat più grasso cola in maggiore, ma solo a se stesso e i gloriosi Roachpowder - roba persa una certa ariosità del pop
Tempo, che gronda la cultura al messaggio che reca. L’identi- tipo Vejo Diablo - blues psiche- (sintetico o meno), ma si scava
sonora accumulata, sommata, tà è consolidata, ma lo sguardo delico devastante, e solo per più a fondo, caratterizzandola,
moltiplicata in 22 anni di lavoro è aperto a ogni prospettiva, tra questo sono loro grato. Chiude aggiungendo valore. All’album
dalla squadra di fuoriclasse ca- pruriti strumentali e collabo- Inno, brutale e scassatutto. Sì, il cantautore torinese ha lavo-
pitanata da Dj Skizo. Traccia 8: razioni; ospiti Mecna e Generic l’Elefante Nero è davvero un rato con Fabio Grande, che lo
Promossi. Animal. bell’animale. ha pure prodotto, registrato e
PAOLO FERRARI BARBARA SANTI CLAUDIO SORGE missato.
75/100 75/100 74/100 BARBARA SANTI
68/100

BUGO FRANCESCO CAMIN CANADIANS DEGRINPIPOL


ROCKBUGO PALINDROMI MITCH ELEPHANTS
1DAY LADY LOVELY LABEL BELLO AUTOPRODUZIONE

Esausto di certi meccanismi C’è un buon lavoro dietro ai testi A un certo punto sembrava che i La storia è quantomeno impres-
discografici e reduce da un accu- dell’esordio in lungo di France- Canadians dovessero diventare sionante. Nonostante il nome
mulo di pensieri, Bugo ha deciso sco Camin. Otto tracce in giusto grossi – facevano dischi e con- di certo non conosciutissimo in
di liberarsi e tornare alle origini, equilibrio tra fruibilità e profon- certi, se ne parlava in giro, mi patria, nella loro vita i Degrin-
spogliandosi e spogliando le dità. È un linguaggio ricercata- pare che qualcuno si fosse mosso pipol hanno diviso il palco con
sue canzoni degli orpelli. E se si mente semplice, diretto, pop, cu- per farli registrare a modo. Poi Marc Almond, Giant Sand, Julian
pensa ai classici del nostro, Io Mi rato in ogni dettaglio, nonostante le cose non hanno quagliato, per Cope. Non solo: apprezzamento
Rompo I Coglioni, Casalingo, Me qualche ingenuità. Quello del un motivo o per l’altro. Hanno particolare ricevuto da Paolo
La Godo, Ggeell, non si fatica a cantautore trentino laureato in smesso, qualcuno ha portato Fresu che li ha voluti sul palco
immaginarseli in abito rock. Del Scienze Forestali e Ambientali è avanti altre cose – ricordo un del Time In Jazz Festival. Cosa
resto, cosa c’è di più immediato e un linguaggio che sa essere anche disco di Lava Lava Love con due non da poco, per una band che
diretto del rock? E di quei pezzi? poetico. Comunque sobrio. Al ex membri. Ora hanno ripreso, ha nell’architettura musicale
Riarrangiati per l’occasione dallo centro ci sono la natura e la sua in maniera un po’ informale – la il suo vero scopo. Progressive?
stralunato cantautore novarese, passione per gli alberi. Il suono vita va avanti, ci sono lavori più Hard? Indie? Forse un insieme
ai quali si aggiunge la versione si direbbe trarre ispirazione tra seri e famiglie da tirar su e città di tutto questo. Il pensiero torna
in concerto di Vado Ma Non So, gli altri da Sinigallia e sodali diverse. A che pro registrare un alla fine degli anni 90, quando
quella acustica di Comunque Io capitolini, ma pure dai loro pre- disco nuovo? Ipotesi: la passione l’indie americano diventava im-
Voglio Te e una cover di Bolli- decessori e non solo. C’è anche per certa musica, certi accordi a provvisamente colto, elaborato,
cine. Caratteristiche del nostro quel pop sottile e intelligente à volume altissimo, certe canzonci- imprevedibile. E i Degrinpipol lo
sono sempre state l’energia con- la Cremonini, per dire. Un pop ne pop con le melodie zucchero- sono. Costruiscono la loro musica
tagiosa e la capacità di scrivere colto arricchito di fiati, sinte- sissime e i cori intonati, il santino per immagini, e la fortificano con
canzoni surreali ma immediate, tizzatori, archi, orchestrazioni di Rivers Cuomo sul comò. Roba un’impalcatura rock veramente
pop, che centrano l’obiettivo: interessanti e soluzioni affatto semplice, orgogliosamente fuori molto fine, potente e pensata. Un
alcune di queste tradotte qui in semplici. La voce ha personalità. moda, che funziona sempre e disco di grande maturità artistica.
chiave rock. Discreta prima. continua ad avere un senso. MARIO RUGGERI
BARBARA SANTI BARBARA SANTI FRANCESCO FARABEGOLI 75/100
70/100 68/100 70/100
RUMOREMAG.COM | 83
RADICI ESTATE 2018 / PEPPE SERVILLO

10 CANZONI PER
PEPPE SERVILLO
A tre lustri dall’ultimo in studio, tornano gli Avion Travel con il nuovo disco. “Privé è il
risultato di una piccola dispensa in cui abbiamo conservato le canzoni scritte in questi anni,
quelle di Fausto, Mario, Ferro, Peppe, alcune di Pacifico, e il tempo le ha fatte crescere come
il pane prima del forno”, racconta Servillo. “I brani intonano e invocano una speranza,
quella che le parole, con il valore aggiunto della musica, siano ancora un modo preciso e
affidabile di narrare noi e il mondo. Spesso le vicende di un’umanità minore riflettono una
storia che è di tutti, e la canzone popolare, per quanto sofisticata, distrutta e ricomposta,
fa ancora questo mestiere. Tra di noi la complicità, radicata nel modo di fare musica ed
eseguirla, è riemersa subito dando vita a un album che è un privilegio. Il privilegio di
chiedere ascolto, di prestarlo, rimandando a ciò che le canzoni suggeriscono a prescindere
da noi, con la loro natura di piccoli oggetti da sentire e ritrovare”.

TAG S: #AV IO NT RAV EL, #PRIV E ONLINE: FACEBOOK.COM/AVION-TRAVEL-PAGINA-UFFICIALE

GEORGE DON MC LEAN DOMENICO FABRIZIO RUSSO-COSTA


HARRISON VINCENT MODUGNO DE ANDRÉ SCETATE
MY SWEET LORD DIO COME TI AMO LA BALLATA DEL MICHÉ (versione di SERGIO BRUNI)

“Sigla di uno sceneggia-


“È il mio giardino to, dopo la narrazione il “È un mito fondante. “Il De André francese “Napoli araba canta il
d’infanzia, il paradiso ritorno alla quotidianità. La virilità del suo can- che coniuga una storia tradimento d’amore con
perduto, il richia- Scorre come la vita, con tare l’amore con parole tragica con una musica sentimento struggente,
mo delle giostre nei un tono che include semplici e difficili è la lieve, assecondando la perché chiuso nel segreto
pomeriggi d’estate, ricordo e speranza. Un pietra angolare della legge del teatro, il e senza futuro. Le finestre
l’attraversamento di un film TV che raccontava nostra canzone popo- contrasto. Un brano non si apriranno, recita il
campo polveroso verso una vicenda dolorosa lare. Facile banalizzare che cantava di un sui- brano che ho avuto la for-
e inquietante, mitigata dicendo ‘ti amo’, difficile cidio con una distanza
PLAYLIST

un ritornello suadente e tuna di ascoltare durante


sognatore”. nel finale dalla soavità dirlo in maniera poeti- che rendeva il dramma le incisioni per un film
di un brano dolce ed camente convincente”. sopportabile”. interpretato da una stre-
DA ALL THINGS evocativo”. pitosa Sofia Loren”.
MUST PASS DA AMERICAN PIE 7” DA VOLUME III 7”

PINO DANIELE DAVID BOWIE LED ZEPPELIN ANTÔNIO CARLOS BEATLES


E CERCA ‘E ME CAPÌ LIFE ON MARS? IMMIGRANT SONG JOBIM GOOD NIGHT
LUIZA

“Ho pianto riascoltan- “Un brano che coincide “Energia pura, forza “Grande orchestrazione
dolo alla radio molti con la cronaca in manie- giovane tradotta in “Un trattato di armonia, di George Martin. La
anni dopo, ripensando ra epica, come la grande musica con una perfor- pezzo che ognuno vor- ninna nanna è un ge-
a un amico: l’amicizia poesia, con un inciso mance straordinaria rebbe cantare all’amata, nere, una sfida con cui
cantata in modo tenero che più liberatorio non annunciata dalla scrit- tra le prime nella galleria misurarsi, qui i Beatles
e mitico. Esistono brani si può, nel canto e nel tura. Uno dei più grandi delle canzoni femmine; è vincono come sempre
che ti sorprendono senso. Un brano gioioso, gruppi del rock a mio rivolto a una donna nella alla grande e l’interpre-
mentre stai guidando e ti felice nonché potente, parere che posso ancora forma e nella sostanza, tazione di Ringo è quella
costringono ad accostare che trasformava la mia ascoltare senza forzatu- immaginando che anche di un giovane padre che
e ad alzare il volume. E stanza di ragazzo in una re in compagnia di mio la musica sia nella natura a tratti passa per il figlio
Cerca ‘E Me Capì è uno piccola astronave”. figlio”. di femmina una nostra a cui la sta cantando”.
di questi”. amante”
DA PINO DANIELE DA HUNKY DORY DA LED ZEPPELIN III DA JOBIM DA THE BEATLES
(WHITE ALBUM)

A CURA DI BARBARA SANTI - FOTO DI GIOVANNI CANITANO

84 | RUMOREMAG.COM
TREECOLORE GLI ALBUM ESTATE 2018

DSORDNE EMPTY SET FANGO FRANCESS


GRAFIO RICERCA 010 EMPTY SET GEA SUBMERGE
ASBESTOS DIGIT TUNA DEGUSTIBUS SONIC FACTORY

Attivo fin dagli ‘80, Marco Mila- Dietro il progetto Empty Set Avevamo lasciato il produttore Papà giamaicano, mamma ita-
nesio con la sua sigla DsorDNE si celano Alessandro Vagnoni veneziano fra la techno tribale e liana (di Vercelli), una nonna
è divenuto un nome storico (batterista di Bologna Violenta) incalzante del monolitico Tuono, che “mi cantava le ninna nanne
dell’industrial italiano. Pur non ed Enrico Tiberi (The Shell Col- uno dei migliori album del 2015. gospel”. A tre anni il grande
essendo mai sparito del tutto, lector), i quali, traendo spunto Lo ritroviamo in forma altret- viaggio da New York a Torino,
le sue uscite si son fatte molto dalle stranianti suggestioni cine- tanto smagliante nelle dieci poi l’Accademia di Belle Arti
rade dopo la fine dei ‘90. Si matografiche della storica serie tracce di GEA, prova di forza an- a studiare scultura e infine la
saluta dunque con gioia il suo Ai Confini Della Realtà, provano cora più significativa che lo vede vocazione vera: la musica. Fran-
ritorno con un album di lunga a rimodulare i canonici registri applicare la stessa inventiva cesca English, in arte Francess,
durata dopo oltre 20 anni. In- del progressive rock su ben più superiore alla media, e le stesse ha una voce soul calda come
teressante l’approccio sinfonico visionarie frequenze post grun- capacità produttive, a un suono cioccolato fuso e un piglio tra
al suono, che tende a virare il ge/psichedeliche. Tra i sei atti assai più vario e sfaccettato. Che lo sfacciato e il remissivo che
freddo clangore industriale in senza titolo è V a deflagrare al poggia sulle solide fondamenta molto ricorda Lauryn Hill, “il
risonanze dai timbri caldi che meglio la carica allucinatoria in 4/4 di cui sopra, ma che vira mio idolo in assoluto”. Divisa
non disdegnano la melodia. Ef- che impregna l’intero lavoro, tra verso una sorta di disco psiche- nel sangue fra italiano e inglese,
fetto ottenuto con un sapiente “orde di parassiti mordaci, aridi delica molto originale, in cui eppure la prova migliore la dà
equilibrio tra input analogico oceani di argilla e spirali rotanti atmosfere tese e cupe convivono quando mischia i due idiomi.
ed elaborazione digitale. Si di dragoni”, in un tripudio di con aperture solari, passaggi Follow Me Nel Vento recita il
direbbe che è proprio il gioco accelerazioni scalene e rilasci ambient, elastici groove balea- singolo che ha fatto da apripista
tra l’elemento sintetico e quello decongestionanti (non da meno rici, echi rock. E in cui non suc- a Submerge: bell’incrocio di lin-
umano (abbondante il ricorso a il quarto d’ora schizofrenico del cede mai né quello che ti aspetti, gue, ritmi caraibici e sporcature
strumentazione tradizionale) a dittico III/IV). Tra Tool e A Per- né quello che ti aspetti come electro. Ironico, lieve, liberato
consentire quell’alternanza tra fect Circle, ma più improvvisa- seconda possibilità, ma invece di come non lo sono le più stan-
forti contrasti emotivi, indub- tivi e meno chirurgici sulle parti trovarti spiazzato ti senti a casa, dardizzate intersezioni (fra trip
biamente punto forte dell’al- strumentali. in ottima compagnia. hop, blues e funk) dei rimanenti
bum. Ottimo ritorno. ANTONIO BELMONTE ANDREA POMINI brani del disco.
LUIGI MUTARELLI 71/100 84/100 CLAUDIA BONADONNA
75/100 69/100

HDADD KETAMA126 KHALAB KILLER KLOWN


BLACK MOTHER REHAB BLACK NOISE 2084 CRAPPY CIRCUS
QUEEN SPECTRA ASIAN FAKE ON THE CORNER AREA PIRATA

C’è il rischio di ripetersi, ma dav- Un anno fa Oh Madonna mostra- Adottato dalla londinese On The Quando il r’n’r è la tua vita puoi
vero il percorso di un’etichetta va un’alternativa al nuovo rap ita- Corner, Khalab firma il primo temporeggiare, deviare, finanche
come la nostra Queen Spectra liano; l’influenza della trap statu- album in proprio tre anni dopo cadere, ma poi ti rialzi e torni sul
è raro in quanto a visione d’in- nitense veniva sostituita dal cloud quello con Baba Sissoko, e fissa luogo del delitto. A sette anni dal
sieme, qualità, perseveranza. rap di Yung Lean, i testi piatti à gerarchie nette. Se parliamo di precedente album, guarda caso
E lo stesso si può dire della la DPG diventavano più cupi e materia folk esotica e sua riela- intitolato Born To Rock!!!, si
discografia di Marco Acquaviva sinceri. Ora Ketama126 è torna- borazione in un contesto elet- rifanno vivi i nostri Lux Interior
in arte HDADD, titolare e forza to con la prima parte di Rehab tronico, infatti, l’uomo svetta. e Poison Ivy, Fausto e Piera: la
motrice del marchio, giunto con (la seconda esce in autunno), Tutto pare pensato e costruito a coppia più bella del punk’n’roll
Black Mother all’ottavo album che rispetto al precedente è un un livello superiore di consape- italiano, altro che circo schifoso.
e sempre più immerso nel suo album più compatto e con un’idea volezza, e sfocia in musica ricca, Gente affine a Dwarves, Nashville
viaggio psichedelico/elettronico. sonora ancora più chiara: tutte stimolante, spiritata. Ballabile, Pussy, Lazy Cowgirls che col r’n’r
Rispetto alle sue ultime uscite, le tracce sono scritte e prodotte ma con strutture non scontate. ci palleggia di tacco senza bisogno
però, l’aria si è fatta molto più dallo stesso rapper con giusto l’a- Fatta di voci antiche e ricami di scomodare la punta (Do The
tesa. Dove c’erano distese solari e iuto di Generic Animal (Rehab e poliritmici, bassi poderosi e Scooby-Do). Crappy Circus è un
pacifiche c’è ora un terreno acci- Lucciole), Pretty Solero (S.Q.C.S.) squarci sintetici, con attitudine disco circolare, di una melodia
dentato, irrequieto, fatto di beat e Franco126 (Sporco). Gli am- da jazzista più che da produtto- straziante, che ruota tutto intorno
afro obliqui e funk jazz sintetico miccamenti all’emo e al grunge re dance. Si parte dagli archivi all’organo ipnotico di Piera e alla
spezzettato, sinistre arie mediter- hanno reso ancora più crudo l’im- di field recordings dell’Africa voce da crooner vizioso di Fausto.
ranee e arpeggi al limite della dis- maginario della sua musica, sia Museum di Bruxelles; collabo- Garage freak punk col chiodo
sonanza. Quello che era astratto nei momenti più ignoranti sia in rano la poetessa Tenesha The fisso dei b-movies, dei primi
si è fatto più narrativo, meditato. quelli più melodici, confermando Wordsmith e l’asso Shabaka Rolling Stones, della coolness
Con il piglio cinematografico e quanto sospettato lo scorso anno: Hutchings, Clap! Clap! e Gabin perdente di zio Tom Waits vs
la cura sonora a cui siamo felice- Ketama126 è il rapper più interes- Dabiré dei Futuro Antico fra gli Beasts Of Bourbon (Hungry Dog
mente abituati. sante del nostro paese. altri. Perfetto. Drama).
ANDREA POMINI TOMMASO TECCHI ANDREA POMINI MANUEL GRAZIANI
78/100 83/100 84/100 73/100
RUMOREMAG.COM | 85
IN ITALIA

CERCO UN PO’ DI SCONTI DI CIVILITÀ -


NON LUOGHI A PROCEDERE TRA
L’OLEANDRO E IL KEBAB
n questo eterno presente (o Botch)-Breach-Refused che in Italia
che capire non sappiamo ha fatto proseliti ma con numeri ed
I è più facile cogliere
lo zeitgaids (quindi
esposizione sempre limitati al culto dei
figli di un d(i)o minore, rendendo sempre
un retrovirus) che lo disgrazie a Licio Agnelli e alla gioventù
zeitgeist aiutandosi sonica così come è stata declinata dai suoi
con l’abuso di Jägermeister. E non a figliastri treecolori. Fedele allo stigma
caso ho citato un amaro nel cui nome c’è del genere i nove brani di Wastelands (in
una dieresi/umlaut come in Hüsker Dü. copertina una rarissima foto di repertorio
E non a caso la dieresi/umlaut indica, concessa dall’archivio della NASA) sono
nella metrica e nella metafonia, una l’espressione in musica di uno sguardo
separazione che allo Stato attuale ha perso inevitabilmente nichilista che, come in un
totalmente di significato e di significante. eterno presente che capire non sappiamo,
In attesa quindi di trasformare esplora da est (gli incubi radioattivi
questa pagina inizialmente nata come sovietici di City 40) a ovest (il nome
avanguardia in una rubrica retroguardista stesso del gruppo fa riferimento ad una
di segnalazioni di ristampe di dischi operazione di propaganda sulla pubblica
mai segnalati nella loro prima stampa opinione statunitense del 1962, anni e
puntiamo la rotta astrale verso l’infinito anni prima che l’aggettivo “distopico”
ed oltre entrando in rotta di collisione fosse cool) i desolati e desolanti luoghi
coi Meteor (meteortheband. e scenari “post” del declino della civiltà.
bandcamp.com). Dopo un 7” e un Abbandoniamo il campo del realismo
12” registrato solo su un lato il duo fa reale per tornare nei luoghi immaginati
finalmente uscire un disco sulla “lunga e immaginari di Marco Bernacchia
distanza”. Virgolette d’obbligo: dei dieci (con Johnny Mox anche nel progetto
brani di Magic Pandemonio nessuno Stregoni) e il progetto Virtual Forest
raggiunge i due minuti di durata (per un (yerevantapes.bandcamp.com):
ARABIA SAUDADE
AMERIC totale di 13). Esaurito l’effetto blitzkrieg Telling The Bones sposta il grandangolo
LEPERS PRODUCTION i Meteor decidono di combattere la loro sonoro “etnico” fatto di campionamenti
guerra lampo (marxianamente intesa, tribali e aspirazioni world music post-
Che sia vero che è solo l’antropofagia con buona pace per il riferimento ai post-moderne per avvicinarsi ad altri
di andradeiana teorizzazione che può fields più vicini e affini alla musica
Lighting Bolt) costruendo canzoni invece
unire le civiltà? L’attualizzazione sonora concreta, con uno sguardo volutamente
di questa attitudine altromondista che destrutturarle. Pur rimanendo
nei confini di un genere “estremo” più sfocato, nel senso positivo del
è racchiusa dentro una scatola
della pizzeria Americ di Milano. (sempre che “genere” ed “estremo” termine, dei precedenti lavori.
L’immaginario musicale degli Arabia abbiano ancora un significato nel 2017,
Saudade vede come rimedio alla ho scritto intenzionalmente 2017 e
perdita dell’edge sollevata da James non 2018) riescono a con-fonderlo
Murphy cantare sguaiatamente You’re con un’anima progressive, arrivando
Livingstone all over me. Post punk a delineare un Hell Of Patchinko
ritmico di matrice Last night I dreamt
bresciano immaginando dei luoghi in
of San Pedro, trance mediorientale,
linee vocali figlie di SM (nel senso di cui, per citare il duo, siamo arrivati
Santa Monica e S. Malkmus) e testi in cercando di razionalizzare l’umore e
portoghese tradotti con Google Translate: il rumore generato. Atterraggio nei
gli A.S vanno nell’Ovest più umido boschi perugini (ma ci saranno dei
rimpiangendo quasi immediatamente di boschi a Perugia? Sicuramente c’è un
non aver scelto il più secco e ventoso Est. paese chiamato Bosco) coi Northwoods
Una miscela talmente improbabile che (northwoods1.bandcamp.com),
funziona perfettamente. che per samplificare il discorso sono un
73/100 trio devoto alla triade-trinità Converge

A CURA DI MARCO PECORARI

86 | RUMOREMAG.COM
TREECOLORE GLI ALBUM ESTATE 2018

KINT LABRADORS LECHUCK LOSFUOCOS


STONED.IMMACULATE FUTURE GHOSTS DOVRESTI FARLO ADESSO FUOCOMATIC
SMALL POND/TO LOSE LA TRACK TO LOSE LA TRACK/FATTY LIVER DOTTO/SCATTI VORTICOSI/ BLACK DINGO
DREAMINGORILLA
Concepiti per via di una feconda- Con quasi dieci anni di attività Li ho visti dal vivo, prima dei
zione tra Death Of Anna Karina e sulle spalle e un’imperturbabile Al solo nome Lechuck, un mil- Lords Of Altamont e devo dire
RedlineSeason, i modenesi Kint e coerente continuità qualitativa, lennial pensa immediatamente che hanno conquistato tutti. I
(Raffaele Marchetti; chitarra, band come i lombardi Labradors al “pirata non-morto“ della Losfuocos non sono parvenu
voce; Andrea Ghiacci, basso; meriterebbero qualche attenzio- fortunata saga di videogiochi del rock and roll. Hanno le loro
Adriano Pratissoli, batteria) sono ne in più. Riprendendo in mano Monkey Island e alle ore spese a radici nella fine dei ‘90, il pe-
l’ennesima scheggia impazzita di i primi lavori si sentiva già il giocarci in adolescenza. La band riodo dell’esplosione dei Green
un panorama noise rock italiano percorso intrapreso, col tempo torinese (ex Sdeghede) cambia Day, con i quali sono cresciuti.
che non si è mai arreso e che affinatosi, arrivando fino a oggi. appunto nome e riprende tutti Oggi, al loro terzo album, di-
continua a produrre spettri ter- Future Ghosts ridisegna in modo gli stilemi dell’alternative/post mostrano di avere uno spettro
rificanti e rumorosissimi. I Kint diverso il college rock tardo anni qualcosa italiano degli ultimi variegato di ispirazioni. Loro si
scelgono di coniugare l’indubi- 90 del gruppo. Dancing In The anni che passano dai Gazebo definiscono hi energy rock and
tabile matrice noise rock con un Street sembra preso da un disco Penguins e assorbe il meglio roll; un’attitudine che guarda a
approccio più maturo, meditato, dei Face To Face, dove la voce dei primi Ministri – ogni tanto Detroit, agli MC5, ma pure ri-
psichedelico, ossessivo (chi si ri- sfiora Trever Keith del gruppo troppo evidenti (Stilema). La evoca certi Hellacopters. Brani
corda i primi fumiganti Monster emo originario della Victor scrittura, soprattutto delle come My Lord e My Way sono
Magnet, quelli del primo singolo Valley californiana. E ancora: il parti strumentali, segue spunti l’evoluzione dei Green Day e
Murder, immagini quel suono college rock emozionale (A Ton d’oltreoceano con incastri post/ What The love Is degli Hella-
rinnovato e potenziato), coniu- of Friends) e la devozione a un math e riff affilati. L’esperimen- copters. Ma non è solo questo.
gando stoner e post core, odio e altro super trio come i Nada Surf to riverberato in Mattonella Si viaggia su un power pop
ampli sotto stress. Come nella (Dirty). Tentano anche – con riesce a meraviglia. L’equilibrio duro, e non di rado vengono in
traccia di apertura Snakeboot- buoni risultati – la deflagrazione dell’album sta nella capacità di mente i migliori Foo Fighters.
skin, o come nella “unsaneana” riverberata (Meet Me At The alzare i ritmi, rallentare drasti- Un album di classe internazio-
Blonde, passo lento e ferocia, uno Ermitage). L’importante è prose- camente (Truffa Semantica), nale, con una cover di Kick Out
degli episodi migliori dell’album. guire con onestà. dando fiato a canzoni corredate The Jams strepitosa. Certo,
ANDREA PREVIGNANO NICHOLAS DAVID ALTEA da testi viscerali (Tubo) o viaggi puro hi energy rock and roll.
75/100 76/100 introspettivi. Solidi. CLAUDIO SORGE
NICHOLAS DAVID ALTEA 80/100
69/100

MUON LEO PARI SANTII SKRIMA


GOBI DOMOG HOTEL CALIFANO S01 TAPES
KARMA CONSPIRACY FOOLICA SUGAR DISASTER BY CHOICE

Un immane, spettrale lamento Leo Pari va inquadrato nel corto- Gli M+A dimostrarono che si po- La copertina in resina bianca
doom, quello dei Muon. Insieme circuito Itpop, le cui radici invo- teva fare musica pop convincen- mischiata a vero lapillo lavico
dal 2016, le loro origini datano lontarie sono in quel momento te e un po’ fuori dai giochi anche anticipa graficamente l’attrazione
ben più indietro, ma solo ora è dei ’90 in cui ragazzi cresciuti a partendo dalle nostre coste. di Skrima verso i vagiti di madre
venuta a maturazione la chimica Cave, Velvet ed Einstürzende, nel Santii, loro nuova incarnazione, Terra e le frequenze più o meno
che li lega. Gobi Domog è qualco- disprezzo della musica leggera, fa la stessa cosa con l’r&b e l’hip disturbanti della quotidianità
sa d’indicibilmente poderoso, di scoprirono Tenco e Ciampi. Ta- hop super orecchiabile d’oltreo- in genere. Il musicista siciliano,
quasi incontenibile. Una massa stierista per Thegiornalisti, autore ceano. Il che ha senso, dato che in un impeto di nostalgia, dis-
doom che scivola lentamente e per altri, il Pari cantante ha nel S01 è foderato di gente che quel sotterra dall’oblio alcuni field
sradica tutto, mentre un canto mestiere la sua migliore qualità e suono l’ha definito: da Supah recordings dei primi ‘80 che si
rabbioso e trascinato si divincola. il suo limite. La cifra della scrit- Mario, producer di Young Thug cibavano di natura e vita reale
C’è da pensare agli Sleep, in un tura è nel pastiche, rimandi e e Drake fissato coi beat caraibici, per riconsegnarli alla contempo-
brano come The Second Great citazioni, da Battisti a Baglioni, De a Uli K, figura iper weird e ultra raneità, ripuliti e masterizzati ex
Flood, per quel suo salmodiare Gregori o Graziani. Qui Paradiso underground del SoundCloud novo. Gorgoglii vulcanici, ululati
psichedelico sulle rovine della si confonde con gli Stadio, Bat- Rap da sad boy fissato coi meme di vento, brusii urbani, ronzii di
Sacra Montagna sabbathica, tiato coi Baustelle e Califano con (su BODIES impegnato a mette- frigoriferi e lucine natalizie diven-
tra sventagliate di acido e prog gli Eagles. Il precedente Spazio, re la voce su un divertente pop tano suono grazie all’azione com-
occulto. I Muon mantengono che raccomandiamo, traghettava da giostraio). Ma S01 non è un binata di un quattro piste, una
un perfetto controllo di questa negli ’80 il folk pop ’70 di Rèsina buon disco per gli ospiti che ha tastierina Casio, un vecchio basso
materia così difficile da maneg- e Sirèna. Il synthpop di HC striz- sopra, anzi: la splendida OUTSI- Hofner e un Eko Multitone. Con
giare, portandoci a contatto con za l’occhio agli attuali standard DER non peggiorerebbe senza la un piglio kraut cinematografico a
visioni di pessimismo cosmico. pop italiani, dai Thegiornalisti a strofa di Rejjie Snow, featuring fungere da collante tra Eno, Cage
Un suono che arriva dalle viscere Cosmo, Carl Brave e Colapesce. di punta dell’album, da quanta è e Schaeffer che rende il tutto at-
più profonde, sludge in un certo Tutto preciso, tutto perfetto. la qualità del lavoro di Michele e mosfericamente intrigante (Diva,
senso, ma che vibra di un anelito GIANLUCA RUNZA Alessandro. Vorrà dire qualcosa. Eetna).
superiore. 50/100 ELIA ALOVISI ANTONIO BELMONTE
CLAUDIO SORGE 80/100 71/100
68/100
RUMOREMAG.COM | 87
TREECOLORE IN BREVE ESTATE 2018

EMOTU LA CHIAVE DI GIUGNO LA COLPA MAC AND THE BEE


MECCANISMI IMPERFETTI K MEA MAXIMA CULPA ONE OF THE TWO
MARTELABEL CIMICE TOTEN SCHWAN AUTOPRODUZIONE

Le Orme Giancarlo Incedere I fondatori


più melodi- Sabatti Fau- lento e im- dei Mac
che e vapo- sti, artista penetrabile And The
rose di metà poliedrico e quello dei Bee arri-
’80 fanno impegnato, La Colpa, vano da
capolino sforna un che con i esperienze
nel terzo disco pop tre lunghi diverse
album degli maturo e brani di (metal,
Emotu, per quanto stravolte da focalizzato, corredato da ar- questo MMC riescono a far grunge, elettronica, jazz, stoner,
turbolente tossine electro wave. rangiamenti curati e precisi. convergere black metal e noise, fusion e funky) e cercano di
La band parmense lavora di fino Un lavoro in controtendenza in sludge e brutal death, i suoni trovare un denominatore comu-
su dinamiche e atmosfere, per cui l’elettronica, quasi messa al estremi di ieri e quelli di do- ne. Bellezza e limite attuale del
incastrare le contemporanee bando, lascia, alle chitarre acu- mani. C’è una glaciale tensione gruppo. La gioia è ascoltare un
distorsioni sociali e individuali stiche, padrone indiscusse, il sotterranea che cristallizza la suono nascente che, dalla fusio-
dentro una cornice sonora pia- compito di ammorbidire accat- devastazione intorno, esaltando ne degli elementi, trova una for-
cevolmente disturbante e not- tivanti melodie. Piacevole nei un suono lacerante e minu- mula quasi inedita. Il limite sta
turna, all’insegna di una disto- suoni, nostalgico nello stile, alla ziosamente lavorato in fase di nel trovare il collante per creare
pica radiofonia (Eva Su Marte, riscoperta di un cantautorato produzione. Un disco di livello un corpo che al momento non
Senza Luce). targato ‘90. internazionale. è ancora collettivo. Nel mentre,
ANTONIO BELMONTE SIMONA VENTRELLA STEFANO FANTI bravi.
67/100 60/100 75/100 MARIO RUGGERI
65/100

MAKAI MANOVALANZA MED FREE ORKESTRA NOIR AND THE DIRTY


THE COMFORT ZONE LAST LIVE AT TERRAZZA SUL LAGO L’ISOLA DI GULLIVER CRAYONS
INRI IMPACTO GOODFELLAS PARATECHNICOLOR
AUTOPRODUZIONE
Quella di Della se- Nuovo ca-
Dario Tatoli conda gene- pitolo nella Giovani,
è un’elet- razione di lunga storia da poco
tronica gruppi ska delle big costituiti,
morbida, punk, i Ma- band mul- figli della
malinconica novalanza ticulturali loro gene-
e dal suono sono tra i nostrane, razione e
caldo - ide- più longevi il quarto del river-
almente fra Bonobo e Apparat e lucidi. 12 anni di attività e ora album dell’ensemble romano ha bero di ciò
- in sintonia con il tema dell’al- Last Live At Terrazza Sul Lago, pregi e difetti tipici del genere. I che è stato prima di loro, i
bum, che concerne la ricerca concerto di chiusura del locale primi stanno nel Mediterraneo bergamaschi Noir And The
di una stabilità emotiva e il aretino. Formula chiara, buon attuale come tema del disco, Dirty Crayons debuttano con
suo rifiuto. Per il produttore e equilibrio tra fiati e chitarre nella potenza dei fiati e dell’in- un buon disco di pop rock mo-
polistrumentista pugliese un punk, ottimi stacchi ska. Volen- sieme, nelle cover inattese di derno. Approccio punk, cuore
debutto sulla lunga distanza do tracciare un perimetro, tra Art Ensemble Of Chicago e Don indie e ballabilità/dance delle
promettente, anche per la sinte- Voodoo Glow Skull e Link 80. Cherry. I secondi nella troppa ritmiche sono la loro formula,
si fra suoni sintetici e acustici, Qualche piccolo cedimento vo- carne al fuoco e in qualche am- non nuova ma sicuramente
con chitarre “staccate” spesso in cale, ma fa parte dell’approccio miccamento pop eccessivo. Bi- piacevole.
primo piano. estremo e senza sosta del punk. lancio positivo, comunque. MARIO RUGGERI
GIORGIO VALLETTA MARIO RUGGERI ANDREA POMINI 70/100
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TOUCH LABELLA STUDIO REC DISCHI INDIPENDENTI

Dopo la Indie pop Francesco


collabora- romantica- Di Praino
zione con mente ma- racconta di
Christian linconico, sé e della
Fennesz in che affoga i generazione
AirEffect propri ma- di trentenni
e il più lesseri da con ironia
recente Li- cameretta e schiettez-
quid Times, il duo torinese in lunghi assoli di synth, tastie- za, attraverso brani originali e
approda al prestigioso marchio re, beat sintetici e una voce lan- ricchi di verve. Un cantautorato FATHER MURPHY
sperimentale londinese (vedi guida ricca di effetti. Un tuffo smaliziato, diretto e verace, che RISING. A REQUIEM
Biosphere o Mika Vainio) per senza tempo in un universo in- fa della spontaneità la chiave FOR FATHER MURPHY
un lavoro che esplora il concetto timo e contemporaneo colorato per essere fresco e divertente. I AVANT!
di equilibrio nella sua provvi- di blu: che tenta di esorcizzare ritmi energici, le chitarre acu-
sorietà. Fra tappeti ambient e timori e dolori filtrandoli attra- stiche, i testi sagaci supportati Voci che si fanno coro, ritmi
pungenti pulsazioni digitali, verso melodie candidamente da arrangiamenti leggeri, ricor- ridotti alla meccanicità,
episodi come Hum e Whisper zuccherose dal gusto retrò e dano il mondo scanzonato di fragore dei silenzi che si
sono fra i più riusciti e coerenti facili ritornelli potenzialmente autori come Rino Gaetano e il aprono tra field recordings
della sequenza. killer. primo Brunori Sas. e riverberi dissonanti.
GIORGIO VALLETTA SIMONA VENTRELLA SIMONA VENTRELLA
69/100 55/100 60/100

RADICI NEL CEMENTO RADIOLONDRA SABBIA


FUEGO Y CORAZÓN SLURP KALIJOMBRE
RNC/GOODFELLAS IMM2 KONO DISCHI/LA MANSARDA

Ottavo Esordio In presa di-


album in dal sapore retta nuda
studio della indie pop e cruda, fra
band roma- per i Ra- jam infinite
na, fedele diolondra, e sostanze
alla linea capitanati stupefa-
fatta di da France- centi, Kali-
suono roots sco Piccia- jombre è un
giamaicano e contenuti combat no. Lo stile è quello dettato dal tuffo nella psichedelia più pura,
stabilita ormai più di 20 anni fa. capolista Calcutta: suoni mor- dove il sax è assoluto protago- LAY LLAMAS
Da lì non si scappa, fra inni al bidi e ruffiani, che sviluppano nista. Ci si discosta dallo stoner THUBAN
lavoro e dichiarazioni d’amore melodie lineari e orecchiabili del precedente EP con la neces- ROCKET
al reggae, quadretti capitolini e che si arricchiscono di ritmate sità di allargare i confini, in una
puntate in Kurdistan e Donbass, sfumature elettroniche vaga- visione coraggiosa e consapevo- A quattro anni dall’eccellente
su musica che spazia fra le varie mente anni 80. Un set sonoro le della propria musica. Lunghe Østrø, i Lay Llamas firmano
declinazioni del genere e melo- che avvolge e sostiene racconti suite e viaggi lisergici che con- un altro album di rock
die che devono anche al soul e di vita quotidiana, che non si fermano la band come una delle cosmico senza tempo.
alla canzone italiana. Tutto un vergognano delle propria fragile migliori nel suo genere.
po’ banale e legnoso. e spontanea normalità. LUCA DOLDI
ANDREA POMINI SIMONA VENTRELLA 74/100
60/100 60/100

SIMONE SPIRITO WALKYRYA ZATARRA


EPPUR SIMONE THE INVISIBLE GUEST BAMBINO
POLOSUD TIME TO KILL L’UNTORE

Simone Inseriti nel Bambino,


è un can- filone post quinto
tautore thrash che album
partenopeo, ha dato dell’artista
con una origine a senese, è
formazione una parte una fenice:
musicale di nu metal la rinascita
ampia e nei ’90, i dopo la
variegata che si riflette in uno molisani Walkyrya dimostrano (non) morte. Dopo essersi visto
stile di scrittura classico e fami- ottima tecnica e pulizia nell’e- diagnosticare un malaccio di LAME
liare. Fortemente influenzato secuzione di un metal di chiara quelli brutti, il rapper toscano ALONE AND ALRIGHT
ALIEN SNATCH!
dagli anni 90, la tradizione e i ispirazione Machine Head. Tec- di nascita, ma marsigliese d’a-
suoni acustici s’incontrano con nica, riverberi e aperture arriva- dozione, sceglie di ripartire da Atmosfere noir e melodie
la verve e i ritmi più caldi della no dai Metallica e dai Megadeth. semplicità e intuito, quasi fosse
affusolate come gocce
musica popolare. La voce chia- La somma degli elementi è po- un pargolo della doppia h, inve-
sulla pietra che scavano in
ra e pulita unita alle melodie sitiva. Non proprio dei futuristi ce che un veterano della scena.
profondità, senza impeto,
lineari e delicate costruiscono del metal, ma di certo il loro Un disco onesto, sincero e tra-
lasciando scorrere il tempo
un disco gradevole e facile da approccio è concreto, duro e so- sparente come chi lo ha scritto.
al suo ritmo naturale.
ascoltare. prattutto preciso. Consistenti. DAVIDE AGAZZI
SIMONA VENTRELLA MARIO RUGGERI 65/100
55/100 72/100
RUMOREMAG.COM | 89
ALIEN NOSEJOB CONFUSIONAL QUAR-
PANEL BEAT TET/FEAT. ESSERELÀ
AUTOPRODUZIONE ALESSANDRIA/IL NOSTRO BATTE-
RISTA HA UN BUCO NELLA GAMBA
In ogni 7” SONDACLUB
c’è una foto
diversa stam- Per la Son-
pata su carta daclub esce
fotografica. il 7” tutto
Nella mia strumentale
copia, Jake in vinile
Robertson fa blu (per gli
le corna con le mani incrociate. Skiantos
Il nostro Frankenstein segali- un mese fa
gno è a dir poco prolifico: Au- dominava il rosso, stessa label)
smuteants, Hierophants, Lea- condiviso tra Confusional Quar-
ther Towel, etc. non gli bastano, tet - che riprendono un brano
così ha messo su un progetto già presente nel loro disco di
solista a buon mercato, auto- reunion Play Demetrio Stratos
producendosi un EP con quattro - e i bolognesi feat. Esserelà: ar-

BATU
schegge di post punk synthetico tefici di una partitura dal taglio
che vanno dritte al punto. Tutto progressive che scala in veloci-
qui, e non è poco. tà, denotando una tecnica sugli
MANUEL GRAZIANI strumenti niente affatto banale.
73/100 ARTURO COMPAGNONI
60/100

REBUILT DIR EN GREY DISCLOSURE FEAT.


XL
NINGEN WO KABURU FATOUMATA DIAWARA
GAN-SHIN ULTIMATUM
ISLAND
Da cinque anni agitatore della scena Il rialli-
elettronica sotterranea d’Oltremanica, sia neamento Un cam-
con le numerose uscite per Hessle Audio, è chiaro, pione vo-
Mistry e Livity Sound sia in quanto fon- l’antipasto cale della
datore dell’etichetta Timedance (della cui dell’im- cantante
compilation Patina Echoes si parla nel minente maliana
box Beats in questo stesso numero), ora Vestige Of Fatoumata
il bristoliano Omar McCutcheon approda Scratches Diawara
alla XL per quattro tracce che ne ribadi- rintraccia nei suoi tre atti quel offre ai
scono l’approccio innovativo. Batu coglie l’occasione nel migliore parossismo crossover nu metal fratelli Lawrence lo spunto
dei modi, innanzitutto aprendo la sequenza con il groove spezza- dai contorni gotici che tanto ha per tornare a farsi vivi dopo
to, futuristico e inclassificabile del brano che intitola l’EP, a cui reso centrale la seconda stagio- due anni di silenzio assoluto.
segue il liquido e furtivo dub di Pillars. Ai due rarefatti episodi ne dei nipponici, quella inter- Ultimatum sovrappone un sofi-
succede una Flash React che reinventa letteralmente la jungle, ri- corsa tra Vulgar e Withering sticato beat house dei loro, una
vedendone l’architettura ritmica, prima che i beat raddoppiati di To Death. L’unica eccezione è trama di synth funkeggiante e
Tuff Cookie spingano in direzioni ancora più avventurose. Musica data dall’incedere progressivo l’estemporanea apparizione di
per i club del prossimo decennio. e HC punk di Ash, capace di una chitarra jazzy. Il risultato
GIORGIO VALLETTA ripristinare nei suoi frammenti è ancora una volta superiore ai
91/100 coloriture visual kei. singoli fattori, ma per l’album
STEFANO MORELLI bisognerà attendere il 2019.
80/100 GIORGIO VALLETTA
77/100

DJ SEINFELD NILS FRAHM FURTHERSET GOAT


SAKURA ENCORES 1 TO ALTER AND AFFECT LET IT BURN
DEEP SEA FREQUENCY ERASED TAPES -OUS ROCKET

Reduce È sempre Oggi Davanti, sei


dall’incerto bello sen- 23enne, minuti di
album Time tire i tasti da qualche ritmo triba-
Spent Away del piano di anno Tom- le rotolante
From U, Nils Frahm maso Pan- e distorto,
lo svedese stoccare e dolfi è un con voce
Armand sfrusciare sempre più da sacer-
Jakobsson contro su- acclamato dotessa
torna al formato EP che ne aveva perfici legnose, esporsi ai fiati “ragazzo prodigio” dell’elettro- in acido e ruggiti di wah wah,
fatto uno dei nomi più chiac- sintetici in cui sembra buttare nica italiana. Questo EP pubbli- break sognanti di flauto e finale
chierati nell’ambito della house dentro l’aria di un enorme pol- cato in cassetta testimonia della sostenuto dagli archi. Forse non
lo-fi. Ma qui la title track apre mone. Encores 1 questo fa - to- sua progressiva maturazione, la migliore canzone dei Goat
sorprendentemente in chiave glie gli innovativi ammennicoli oggi caratterizzata da un suono fino a qui, come dichiara l’eti-
electro vecchia scuola, prima che che avevano definito All Melody visionario, fra deraglianti me- chetta, ma siamo nelle zone alte
Seinfeld si cimenti nelle forme e, con una collezione di piace- lodie a cascata e consapevoli della classifica. Dietro, quattro
wonky, trance fino a toccare i voli outtake, ci riporta in modo echi shoegaze. Come nella sug- minuti molto delicati che non ti
confini della techno con la con- tanto piacevole quanto trascu- gestiva The Arc Of Imaginary o aspetti, estrapolati da una jam
clusiva Battery. Un’uscita di rabile alle sonorità del suo pic- nell’inno rumoristico Ask Your di studio fra jazz spirituale e
transizione. colo capolavoro Wintermusik. Existential Core. minimalismo.
GIORGIO VALLETTA ELIA ALOVISI GIORGIO VALLETTA ANDREA POMINI
61/100 72/100 80/100 78/100
90 | RUMOREMAG.COM
SINGOL ARE L A LUNGHEZZA NON È TUTTO ESTATE 2018

J HUS MORON’S MORONS THE NEGATIVE BIAS / PERFUME GENIUS


BIG SPANG EP INDECENT EXPOSURE GOLDEN DAWN RESHAPED
BLACK BUTTER/SONY SLOVENLY SPLIT EP MATADOR
SEANCE
J Hus non Sono polac- Rielabora-
ha sfondato chi e non si Da queste zioni per
oltre i con- capisce nulla parti si re- il pluri-
fini inglesi, di quello che spira astral celebrato
tradendo la cantano in atmosphe- No Shape.
promessa inglese, ma ric black Le cime
dell’ec- si va a naso e metal. O, tempestose
citante ci si fida dei declinata in di Mike
grime mondialista di The 15th titoli Vibrator Violator, Devils altro modo, Hadreas in trattamento digitale
Day. Ma a casa sua Hus è di- Sucks My Cock And Swallows, black psychedelia. Avventure d’ordinanza. Il tango per an-
ventato espressione del lato SS Girls. Il primo è un rullo tra gli sconfinati spazi oscuri droidi, che i Jam City mettono
più colorato e spensierato delle punk alla New Bomb Turks astrali. I due gruppi coinvolti in scena per Just Like Love, e
comunità afrocaraibiche; e Big affogato nel trash distorto, il nello split fanno parte dello il madrigale sintetico con cui
Spang per due terzi non fa che resto pure. Fa un po’ eccezione stesso ceppo originario, ricon- Blake Mills riveste Every Night,
rafforzare l’impressione. Pec- la pericardica melodia di Rate ducibili entrambi al nome di le note di pregio. Più di routine
cato che Scene indulga in un Your Teacher: fa pensare al Stefan Traunmüller, un tempo la cesellatura da techno cubista
“faccio-brutto” sonoro che non giovane elettricista Lech Wałęsa con i temibili blackrocker occul- di Laurel Halo per Die 4 You.
rende onore alla capacità fu- buttato fuori dal sindacato per ti Alastor. Rabbrividenti fibril- Una collezione che omaggia
nambolica di Hus al microfono. alcolismo. lazioni prog, nei Golden Dawn. senza troppo aggiungere.
ELIA ALOVISI MANUEL GRAZIANI Più atmosferici i Negative Bias. MAURO FENOGLIO
66/100 74/100 CLAUDIO SORGE 64/100
76/100

PUSHA-T DANIEL ROSSEN THE SHOWBIZ SUBDUER


THE STORY OF ADIDON DEERSLAYER / DO THE ROCK’N’ROLL DEATH MONOLITH EP
AUTOPRODUZIONE YOU ARE CROSSING A RIVER TONGUE DUNKELHEIT PRODUCTIONS
WARP
Fai il rapper. Lo vado Shem-
Un tuo colle- Un brano dicendo da Hamforash
ga si fa scri- originale e un po’ che (batteria)
vere i testi. una cover a Salerno e Az-Zaba-
Tu gli fai di Golden col r’n’r ci niyya (chi-
notare che Suits già pazziano tarra e un
la cosa non suo com- bene. Per incredibile
è ok e che tu plice nei dire, i Wild gamma di
sei più bravo a scrivere rime. Lui Department Weekend sono una macchina rumori) sono i due fuori di testa
risponde. E allora tu prendi The Of Eagles. Tanto basta a Daniel da guerra. Gian Paolo dei WW è che compongono questi auten-
Story Of O.J. di JAY-Z e ci rappi Rossen per riaffermare le sue anche la chitarra molesta degli tici terroristi noise, i Subduer.
sopra le “barre” più violente che indubbie qualità di musicista Showbiz che, senza andare trop- Sopra blast furiosi di batteria
la memoria collettiva recente e soprattutto arrangiatore po per il sottile, riportano al si abbatte una tempesta di
possa ricordare, tirando fuori sopraffino. La leggerezza pop centro il r’n’r (t)umido di Chuck suoni distorti e voci gutturali/
figli nascosti con attrici porno e dal profumo vagamente retro, Berry in chiave punk (All The oltretombali in prossimità con il
malattie degenerative. Il tuo col- l’equilibrio sottile tra folk e Girls), il pub rock dei Dr. Feel- black metal più estremo. Ma c’è
lega non risponde. Fine. rock, conferiscono alle canzoni good (Do The RnR) e roba così. molto di più. Deve passare un
ELIA ALOVISI del chitarrista di Grizzly Bear il Questo 7” EP in edizione limita- po’ di tempo prima che uno si
89/100 tono e il movimento dei classici. ta è un oggetto salvifico. riprenda dall’ascolto di questa
Ottimo. MANUEL GRAZIANI roba.
LUIGI MUTARELLI 72/100 CLAUDIO SORGE
78/100 70/100

LUCA TARANTINO THE TRIP TAKERS TUYO WORSHIPPER


NO FIGHT JUMPER BLUES PRA DOER EP MIRAGE DAZE
AUTOPRODUZIONE AREA PIRATA/RETRONOUVEAU AUTOPRODUZIONE TEE PEE

Arriva Attraverso Lio, Lay e I Wor-


l’estate e il crow- Machado shipper
le spiagge dfunding sono un trio reinterpre-
iniziano a il quintetto brasiliano tano quattro
popolarsi siciliano ha che riattua- canzoni
di persone pubblicato lizza il folk dei 70’s, a
in vena di un 45 giri pop locale e loro modo
fare festa, col buco lo evolve in importanti.
quale periodo migliore per Luca grande da juke box, con dentro nuove forme. Conselho Do Bom Easy Livin degli Uriah Heep è
Tarantino, DJ salentino, per due pezzi di delicato e tentaco- Senso gioca su equilibri fluidi e praticamente uguale all’origina-
uscire con il suo No Fight? Un lare 60’s folk fatto di organi, ar- crea trame vocali sovrapposte le. Nigh Child degli Oak è così e
disco ritmato, veloce, a tratti moniche, armonie cristalline e e traslate tra di loro, per poi così. Julia Dream dei Pink Floyd
magnetico; la sua natura pop tutto l’ambaradan del caso. Una rituffarsi nel pathos sonoro. Ri- ha poco di psichedelico e sembra
è accompagnata da una forte roba completamente fuori dal attualizzazione e tradizione folk suonata dagli... Uriah Heep.
componente black che si intrec- tempo e dallo spazio, che farà che passa da Caetano Veloso Infine, Heaven And Hell degli
cia con quella elettronica, un venire l’acquolina in bocca a (Candura) e amplifica le pulsa- Who non è male. Onestamente
richiamo forte ad artisti come vecchi e nuovi beatnik di mezza zioni avant pop (Amadurece e non si vedeva l’utilità di un disco
Skrillex e Daft Punk. Europa. Via di qua se siete at- Apodrece). Pura maravilha. del genere.
MATTEO PASINI tratti dall’attualità. NICHOLAS DAVID ALTEA CLAUDIO SORGE
70/100 MANUEL GRAZIANI 85/100 60/100
70/100
RUMOREMAG.COM | 91
FL ASHBACK THE CELIBATE RIFLES

THE CELIBATE RIFLES

CANGURI A TORVAIANICA,
SENZA TASTIERE
più degli altri - e questa è solo la prima TV, pezzo sugli ingannevoli predicatori
analogia con Rob Tyner e gli MC5 - catodici, alla psichedelia al fosforo di
ciononostante l’intesa con il lungocrinito Ocean Shore: una lunga litania nata
chitarrista Kent Steedman e compagni durante i primi, roventi giorni del tour del
sarà tanto immediata quanto efficace. 1987.
Una combinazione perfetta di fregole
adolescenziali, punk r’n’r urbano a volumi A 31 anni dalla sua pubblicazione il long
esplosivi e testi più maturi della media, playing viene ristampato per la prima volta
finanche politici, come ha fatto notare su vinile (180 grammi) in una strepitosa
David Fricke di Rolling Stone. Un esempio edizione gatefold che contiene le note e
su tutti è Thank You America, dal secondo una doppia intervista a Kent e Damien di
album del 1984, che riprende il testo di Roberto Calabrò, uno dei massimi esperti
una poesia pacifista di Ferlinghetti. italiani di Oz Rock. Damien racconta
che quello fu un anno straordinario con
Nel 1986 i Rifles hanno già dato alle il gruppo sempre in tour tra Australia,
stampe tre album apprezzati da critica USA, Regno Unito, Europa e che Roman
THE CELIBATE RIFLES e pubblico, che vedono in loro la Beach Party rappresentò l’inizio di una
ROMAN BEACH PARTY continuazione dell’aussie rock furibondo nuova fase della band. Kent, co-produttore
AREA PIRATA di Saints e Radio Birdman. Nella dell’album, ricorda invece quanto fosse
primavera del 1987, in una pausa del tour grande, professionale e attrezzato lo studio
I Celibate Rifles si sono formati a Sydney mondiale, entrano in studio per registrare di registrazione in Olanda dove, tra le altre
nel 1979, durante le scuole superiori, ma le il quarto album con una nuova sezione cose, erano stati registrati tutti gli album
cose hanno iniziato a prendere una piega ritmica. Memori del travolgente concerto de I Puffi. Per la cronaca il party romano
seria un paio d’anni dopo con l’ingresso del 14 luglio sulla spiaggia di Torvaianica, avrà un seguito. È del 1989 il primo 12”
del chitarrista Dave Morris e soprattutto decidono di intitolarlo Roman Beach degli Yage, il piccolo gruppo di culto che
del cantante Damien Lovelock, l’unico Party. Nel retrocopertina campeggia la Kent Steedman ha messo su assieme ai
a rispondere all’annuncio della band. scritta no keyboards used on this record romanissimi fratelli Pasquini degli A-10.
Damo era un rugbista professionista, che la dice lunga su come la pensano gli Ma questa è un’altra storia..
surfista e calciatore: non a caso poi si è australiani. L’album è una delle vette più 83/100 DISCO
dedicato a insegnare yoga e a commentare alte raggiunte dalla band che passa come ZERO EXTRA
lo sport in TV. Aveva una decina d’anni nulla fosse dal punk sonico di Jesus On

TESTO DI MANUEL GRAZIANI

92 | RUMOREMAG.COM
RETROPOLIS ESTATE 2018

THE 4TH MOVEMENT AA.VV. AA.VV. AA.VV.


THE 4TH MOVEMENT C89 GUMBA FIRE NAPOLI SEGRETA VOLUME 1
DRAG CITY CHERRY RED SOUNDWAY EARLY SOUNDS/NG

La storia dei Death, proto punk Nell’89, in Gran Bretagna, il guitar Gli anni 80 furono un decennio Ancora Nu Guinea, questa volta in
band di Detroit dei ‘70, l’abbiamo pop indipendente si era frantu- difficilissimo per l’allora Repub- veste di curatori insieme a DNA-
raccontata su “Rumore” n. 267. mato in una varietà multicolore blica Sudafricana, sotto le pre- poli e Famiglia Discocristiana
Quel che accadde dopo ebbe il di stili, e per ogni band come gli sidenze dei boeri Marais Viljoen di una compilation incredibile.
nome di The 4th Movement. Era House Of Love, ancora votata a e Pieter Willem Botha. La fine Come osservatori incantati di una
un trio e sempre con i fratelli un romanticismo post Smiths, ce dell’Apartheid è un sogno lon- delle loro spedizioni di digging,
Hackney. Dal crudo soul punk n’erano altre come Telescopes e tano e le disuguaglianze interne ci ritroviamo in pieno sottobosco
detroitiano si passava a una forma Wonder Stuff che avresti potuto sono a livelli inumani. La raccolta disco/funk partenopeo anni 70
evolutiva dello stesso - possiamo scambiare per rumorosissime for- curata da Miles Cleret e DJ Okapi e 80, e recuperiamo nove Hid-
chiamarlo hard rock - influenzato mazioni alternative americane. Gli fa il paio con Doing it In Lagos: den Gems From The Bowels Of
da Jimi Hendrix e Who. I 4th Mo- Stone Roses guidavano la scalata Boogie, Pop & Disco in 1980s Vesuvius. Roba mai sentita fuori
vement avevano superato la visio- della generazione indie alle clas- Nigeria (2016). Si posiziona Napoli e forse pure dentro, vista
ne politica ribellistica dei Death sifiche e le major saccheggiavano cronologicamente tra la fine della l’abbondanza storica della pro-
per approdare alla religione cri- l’underground, lasciando a eti- disco 70’s e prima dell’avvento duzione locale. Roba spesso mai
stiana. Il primo esempio di metal chette come la Sarah il predominio house dei ‘90. La scena musicale nemmeno arrivata su Discogs, e
cristiano della storia. Incisero sugli outsider e sui colori pastello. bubblegum è un pop africano che quando c’è raggiunge prezzi
due album. Il primo, nel 1980, Questa, in sintesi, la trama dell’en- mid-80’s che incontra la post folli. Roba caldissima: groove
pubblicato per la propria etichetta nesima scorribanda nell’indie rock disco piena di synth, tastiere e puri, echi di melodia autoctona e
Tryangle; un fulgido esempio di targata Cherry Red. Per chi scrive, batterie elettroniche. Brani che dance internazionale coeva, lezio-
afro heavy rock, molto più raffi- la più varia e stimolante delle rac- risentono di un certo funk/Mo- ne black penetrata nel DNA. Il rap
nato e complicato dei precedenti colte inaugurate dalla ristampa di town (Selallane dei Black Five) di Donn’Anna, Giancarlo D’Auria
come Death, e comunque pieno C86. Non fosse altro perché è quel- o inclini all’afro synth pop come come uno Zero sul Golfo, bombe
di soul e distorsioni. Qualcuno ha la con il più alto numero di oscure Survivals e Ashiko. Contamina- afro/cosmic come Stop The War
scritto: una punk/christian opera. e imperdibili pepite. zioni preziose per una compila- degli Oro. La sensazione è di aver
CLAUDIO SORGE DIEGO BALLANI tion incredibile. solo grattato la superficie.
83/100 DISCO 80/100 DISCO NICHOLAS DAVID ALTEA ANDREA POMINI

ZERO EXTRA ZERO EXTRA 88/100 DISCO 83/100 DISCO


ZERO EXTRA ZERO EXTRA

WHAT’S THAT
BUFFALO SPRINGFIELD SOUND?
RHINO

Se c’è una canzone che rappresenta il disagio e i prodromi del stereo, ricavate dai nastri analogici originali. A cura di Neil Young.
cambiamento in America negli anni 60, in piena guerra del Provenienti dal retroterra del folk americano, Steve Stills e Richie
Vietnam, questa è For What’s Worth dei Buffalo Springfield. Furay s’incontrano con l’arcigno Neil Young e mettono mano a un
Scritta da Stephen Stills dopo i riot sul Sunset Strip di Los Angeles progetto di band che insieme ai Byrds riscriverà le regole del rock,
e diventata inno pacifista che ha segnato un’epoca, è una delle più coniugando rock and roll, r&b, pop, folk e country con la stessa
belle canzoni in assoluto mai scritte nei ’60. I Buffalo Springfield genialità che, mutatis mutandis, in Inghilterra avevano avuto i
(Stills, Palmer, Martin, Young, Furay) avevano un incredibile Beatles. Dal primo album, pura eccitazione 60’s pop, a Buffalo
talento, che impiegavano più a lottare l’uno contro l’altro che a Springfield Again, più psichedelico, gli Springfield, sapendo già che
scrivere musica assieme. Le due personalità di Steve Stills e Neil sarebbe stato il passo d’addio, nel 1968 concludono la loro parabola
Young si attraevano, ma non si integravano. Ciononostante, nei tre con Last Time Around, in cui si già intravedono chiaramente le
album pubblicati per la ATCO tra il 1966 e il 1968, ci hanno regalato strade che ciascuno di loro prenderà da solista o con altri progetti.
alcune tra le più belle canzoni che il rock abbia mai espresso. Per La fine di un qualcosa che avrebbe potuto essere molto di più.
commemorare l’ultimo concerto della band nell’anno in cui si CLAUDIO SORGE
sciolse, il 1968, ecco arrivare un altro omaggio alla memoria degli 88/100 DISCO
Springfield. Un box con i tre dischi in entrambe le versioni mono e 96/100 EXTRA
RUMOREMAG.COM | 93
SUONA ANCORA
IL MEGLIO
DEI MESI PASSATI

AA.VV. AA.VV. JULEE CRUISE


PARIS IN THE SPRING TECHNICOLOR PARADISE THREE DEMOS
ACE NUMERO SACRED BONES

Bob Stanley e Pete Wiggs ap- Un’immersione completa, di Qualche mese prima che
plicano la loro collaudatissima quelle che solo Numero sa orga- divenissero Twin Peaks e
CANZONIERE segnassero la storia della TV, tre
DEL LAZIO scienza di curatori al Maggio nizzare, nell’ammaliante e pecca-
Francese di 50 anni fa e alle minoso mondo exotica. Ovvero, versioni embrionali di Floating,
LASSA STA’ LA ME CREATURA
FONÈ sue ripercussioni sul pop d’Ol- in uno dei suoni che più hanno Falling e The World Spins. Un
tralpe post yé-yé. Soliti noti segnato la generazione del boom inestricabile groviglio di ricordi,
Il linguaggio è nuovo, in- (Gainsbourg interprete - lo stru- postbellico negli USA, battezzato sogni, sensazioni e illusioni,
fluenzato dall’aria inebrian- mentale Evelyne - e autore per da un album di Martin Denny alimentate dall’esperienza recente
te che si respira, e quindi da Mireille Darc e Jane Birkin, in del ‘57 e fatto su misura per un della terza stagione della serie. E
jazz, rock progressivo, psi- quest’ultimo caso in combutta pubblico con voglia di viaggiare se lì si racconta di riscrittura della
chedelia, improvvisazione, con Jean-Claude Vannier, altra stando in poltrona. Una rappre- storia e di un nuovo inizio (e se
spinte etniche. presenza ricorrente in scaletta), sentazione un po’ mitologica e Laura Palmer non fosse morta?) è
chicche, propaggini folk e prog, massimalista di mondi altri, dal inevitabile pensare a cosa sarebbe
library music, postgainsbour- Pacifico all’Africa, dall’Oriente al avvenuto se David Lynch avesse
ghiani di talento (Bernard La- Sud-est Asiatico. Un surrogato a ottenuto i diritti di Song To The
villiers), icone (Hardy, Dutronc, base di immaginazione e luoghi Siren di This Mortal Coil (senza
Polnareff), eretici (Brigitte Fon- comuni, isole misteriose e danze fare la conoscenza di Julee).
taine), outsider immeritatamente voodoo, ma tremendamente ecci- Quante vite sarebbero differenti?
tali (Nino Ferrer): tralasciando tante nel suo cocktail (ops!) feb- Quanti generi musicali, segnati
il livello eccellente delle tracce, brile di jazz e easy listening, surf indelebilmente dal binomio voce
il talento dei curatori risiede rock strumentale e percussioni, eterea/synth? Passa tutto da qui,
nella capacità di fare emergere cori senza parole e citazioni geo- da tre grezze demo. Una voce
la ricerca condivisa, variamente grafiche sparse. 48 brani su triplo esile come un giunco, un pattern
psichedelica, di una proverbiale vinile, 54 su triplo CD, pochi big di tastiere che può durare per
spiaggia sotto i sampietrini. e moltissimi sconosciuti. sempre. E una cascata.
ALESSANDRO BESSELVA AVERAME ANDREA POMINI EMANUELE SACCHI
85/100 DISCO 80/100 DISCO 90/100 DISCO
ZERO EXTRA ZERO EXTRA ZERO EXTRA
WIRE
PINK FLAG / CHAIRS MISSING
/ 154
PINKFLAG

Dischi vertiginosi per la loro


alterità rispetto alle norme,
per la quantità mostruosa di
idee e di spunti, per il rigore DAVE EVANS GOLDFRAPP GOMEZ
logico delle intuizioni. THE WORDS IN BETWEEN SILVER EYE – DELUXE EDITION BRING IT ON
EARTH MUTE 20th ANNIVERSARY EDITION
UNIVERSAL
Le parole nel mezzo del titolo Silver Eye sembrava l’album
sono quelle che il gallese Dave riepilogativo di una carriera, O Bring It The F**k On, sugge-
Evans incastona tra gli intarsi quello destinato a riaffermare, risce Guy Garvey degli Elbow
acustici delle sue canzoni. Opera non a entusiasmare o dividere. nel sottolinearne la natura di
di un fingerpicker dotatissimo e Due gemme electro come spartiacque dei ‘90 inglesi. Basta
originale, la cui tecnica emerge Anymore e Supermagic, interpretare l’elenco degli scon-
tersa e nitida dai nastri del molto mestiere e, su tutto, la fitti al Mercury Prize del 1998,
registratore Revox piazzato in rivendicazione di uno stile che ha in fondo: la tradizione (Urban
un appartamento del Greenwich influenzato nomi insospettabili. Hymns dei Verve) come il futu-
Village nel 1971, a catturarne L’uscita di una Deluxe Edition ribile (Mezzanine dei Massive
la primissima produzione. a così rapida distanza lascia Attack). I ragazzi di Southport
Tecnica che va a braccetto con qualche perplessità, a parte lo vinsero standovi esattamente
la maturità e la propensione il chiaro intento di cavalcare a cavallo, quasi accompagnando
melodica di songwriter e l’ospitata di Dave Gahan, la scena inglese dal Britpop ai
interprete, incontro tra l’ispida presente in voce nella nuova 2000: del blues ripassato dalla
e scabra vocalità di Bert Jansch, versione di Ocean. Il disco psichedelia da un lato e lo spleen
BRIAN ENO l’errante magnetismo di Mike supplementare aggiunge di quelli che oggi paiono timidi
MUSIC FOR INSTALLATIONS Heron e i ritrosi mondi interiori essenzialmente remix di brani innesti elettronici dall’altro.
OPAL di Nick Drake. The Words In dell’album (di tre brani, per la Disco denso come spontaneo,
Between è il piccolo gioiello non precisione), con prevalenza di due aggettivi che di loro valgono
Sei CD (e un booklet di 64 troppo acerbo di un autore che, derive deep e nomi come Ralphi vita lunga. Resta da vedere quan-
pagine) con brani inediti e nonostante recenti endorsement, Rosario o Joe Goddard. Nessun ti acquirenti di quella del decen-
di difficile reperibilità che come quello di Steve Gunn, è inedito vero. Insomma un’uscita nale passeranno anche di qua, se
Eno ha usato in parte delle ancora considerato un minore. riservata ai completisti o a chi ha 276 minuti la rendono definitiva
sue installazioni dal 1986 Questa ristampa potrebbe mancato il primo giro. (fra live, demo e lati b) ma anche
a oggi. invertire la tendenza. EMANUELE SACCHI altrettanto piena di doppioni.
ALESSANDRO BESSELVA AVERAME
78/100 DISCO FRANCESCO VIGNANI
78/100 DISCHI 58/100 EXTRA 75/100 DISCO
ZERO EXTRA 70/100 EXTRA
94 | RUMOREMAG.COM
CAMPIONI
RETROPOLIS ESTATE 2018 LA MUSICA
AL MICROSCOPIO

A CURA DI ANDREA POMINI

RADICAL DANCE
FACTION
BABYLON (1991)
DA: 0’43” – 1’07”

THE NATIONAL JOHN RENBOURN Già il nome, se ci pensate, dice


PROZAC+ di altri tempi e sentimenti:
BOXER (LIVE IN BRUSSELS) ACIDO ACIDA LIVE IN KYOTO 1978
4AD UNIVERSAL DRAG CITY Radical Dance Faction, o RDF.
Sigla da guerriglia virata in
Matt Berninger pensava ad Tutti rinnegano la nostalgia, ep- C’era anche Masaki Batoh dei musica, aria da Crass in giro
altro nello scrivere per Brainy pure il revival va eccome e con lui Ghost nel pubblico di quel gior- per free festival da mesi, i
un verso come “potresti avere le ristampe, poche storie. Certo no, a Kyoto, nel 1978. E le sue Chumbawamba non ancora in
più bisogno di me di quanto non poteva sfuggire l’occasione note di copertina sono una delle classifica e Glastonbury ancora
credi”. Solo che 11 anni dopo la del ventennale di un disco crucia- ragioni sufficienti per accaparrar- alternativa, un ritmo steppers
tentazione di trascinare le parole le per i fine ‘90 italiani di ambito si l’uscita di un prezioso tassello come viatico per la rivoluzio-
su Boxer c’è tutta. Perché, se è pop. Colla, Piove, Acida, quanti mancante e inedito nella disco- ne. Tutto dalla piccolissima
facilotto fare le pulci ai National tormentoni in un solo album. Le grafia di John Renbourn. Un live Hungerford, 6000 abitanti a
di oggi, fra concerti frequentati loro erano intramuscolo, brani registrato con ottima fedeltà da metà fra Londra e Bristol, dove
pure da Nanni Moretti e dischi brevi e incisivi, che sapevano co- Satoro Fujii, che restituisce il fe- nel 1986 si formano i Military
non sempre spumeggianti, ri- niugare discretamente profondità eling della mostruosa abilità nel
Surplus. Il cuore e il suono
tornare da dove tutto è partito e leggerezza. Oggi i nostri hanno fingerpicking di Renbourn e la
sono tanto anarco punk quanto
ha del salutare. Tutto Boxer, di deciso di ristamparlo in vinile magica atmosfera creatasi quella
fila, per una sera sola: Fake Em- sera. E se suona strana l’idea di reggae, il passaggio al nuovo
e CD, corredando quest’ultimo
pire ritorna timida nel suo farsi ascoltare laggiù un folk profon- nome del 1989 porta con sé
delle versioni in inglese di Acida,
intro, con gli anni di esperienze damente britannico (anche quan- un poderoso upgrade sonoro.
Ics, GM e Colla, del praticamente
trasversali dei gemelli Dessner a inedito Sognare e della cover di do rielabora il blues di Missis- Sono gli anni d’oro della On-U
ribaltarsi in molti arrangiamenti, What Do I Get dei Buzzcocks. Sca- sippi Fred McDowell o Reverend Sound, e il gruppo muove verso
dal gigantismo di Guest Room letta originale per un lavoro di cui Gary Davis), basta poco all’ex quella combinazione di profon-
alle interlinee via via aggiunte a Gian Maria Accusani, Elisabetta Pentangle per convertire ogni dità dub e tensione post-punk
Slow Show. Un capolavoro rilet- Imelio ed Eva Poles hanno deciso cosa in un mondo di menestrelli senza indugio, con impeto crust
to da una band che nel mentre si di condensare i festeggiamenti e poveri Yorick. E se ancora la e lampi di poesia sociale. Lo
è fatta macchina da guerra live: live in due date: al Miami di Mila- sigla “Bert and John” non vi dice caratterizza l’intreccio delle due
pur con i limiti di queste opera- no e all’Home Festival di Treviso. nulla, cominciate pure da qui. voci, il cantato malinconico dai
zioni, può bastare. BARBARA SANTI Purché cominciate. toni folk di Linda Goodman, e il
FRANCESCO VIGNANI
80/100 DISCO EMANUELE SACCHI toasting con accento pesante di
73/100 DISCO 60/100 EXTRA 79/100 DISCO Chris Bowsher, bianchissimo e
ZERO EXTRA ZERO EXTRA allampanato, dreadlock e faccia
di chi non ha molta voglia di
scherzare. Babylon, che apre il
lato B del secondo album Wa-
steland, è l’apice. Coinvolgente
nella forma, cupa e dimessa
nella sostanza. “Mi trascino fino
a un altro bar / Vorrei che i miei
sogni non fossero così distanti /
SHADOWS OF KNIGHT ALAN SORRENTI THE VISITORS Le luci della città schizzano da
ALIVE IN ‘65 THE PROG YEARS THE VISITORS una parte all’altra della piazza
SUNDAZED UNIVERSAL WILD HONEY / Mi trovano ovunque io vada”,
canta lei mentre il pezzo parte
Gli Shadows Of Knight si C’era una volta il progressive Colpo della bergamasca Wild lento e sospeso. L’entrata di
formarono nel 1964 per iniziativa italiano. E un capellone che non Honey, che ristampa in vinile lui conferma la tristezza dello
di Warren Rogers. Joe Kelley aveva paura di rappresentare tutto il Deniz Tek post-Radio scenario, con quel thiiiiiiiis
e Jim Sohns sarebbero venuti la versione nostrana di Peter Birdman, e inaugura la serie con allungato che introduce una
dopo e in quest’album registrato Hammill, con un pizzico di Tim l’unico LP della band che per strofa da brividi, su riddim
al Cellar di Chicago nel 1965 non Buckley e Greg Lake. Quel ca- prima raccolse quell’eredità. Per perfetto nella sua propulsione
ci sono ancora. Oltre al blues di pellone era Alan Sorrenti, Aria il ragioni di formazione (in ballo militante. “Questa vita a Babi-
Chicago, che vivevano sul campo, suo capolavoro del 1972, impre- anche il tastierista Pip Hoyle e il
lonia / Provare così a lungo / A
essendo originari di quella città, ziosito dal violino di Jean-Luc batterista Ron Keeley, a cantare
tenersi a galla nella corrente /
gli Shadows erano, come gli Ponty. Ma prima di diventare un il roadie Mark Sisto), ma soprat-
Stones, soprattutto influenzati fenomeno disco music con Figli tutto di suono. Perché il grosso Momenti di ansia, seduti / Ci
da Chuck Berry; poi ovviamente Delle Stelle, Alan regala altri tre del repertorio era comunque hanno trovati / Arriva! Cosa
furono travolti dalla british dischi in area prog, in cui emerge sempre stato firmato Tek, e non arriva? Il colpo alla porta”. È un
invasion: Stones, Kinks, Them, la sua origine partenopea – Di- basta un quoziente doorsiano incubo squatter, uno sgombero
ed esplosero con quel primo citencello Vuje nell’omonimo più alto del solito per non pensa- in diretta, il Criminal Justice
leggendario album del 1966, pieno album del 1974 – prima e la sua re a questo come al virtuale terzo Act letto nel futuro. “Babilonia
di cover di Muddy Waters, Willie inclinazione verso i groove della album della band originaria. Più è un posto / Dove perdere il
Dixon e Them. Questo inedito live disco che verranno – Sienteme lirico e meno legato ai numi tu- proprio volto / Dove diventare
preannuncia la loro futura gloria. – poi. Rispetto alle ristampe se- telari di Detroit, senza la doppia nessuno / Non so nulla / Su
Tra le canzoni migliori: Its’ All parate The Prog Years offre una chitarra ma con il medesimo, nulla / Non sono l’uomo che
Right, un selvaggio mersey beat versione in box quintuplo, con i inconfondibile assalto. Al livello state cercando”, continua Bow-
alla Do You Love Me, e I’m A King quattro album e un bonus disc di stellare dei suoi predecessori sher. Il sogno escapista è finito,
Bee, pura arroganza punk blues. rarità e inediti: perlopiù versioni anche senza l’inedita Skimp The non c’è reazione, la ritirata è
Peggio - ed è un complimento - di in inglese dei cavalli di battaglia Pimp, frenetico bonus di questa furtiva. Babilonia ha vinto, e
quella degli Stones. sorrentiani. ristampa indispensabile. quando nella strofa finale arriva
CLAUDIO SORGE EMANUELE SACCHI ANDREA POMINI un immotivato “Babilonia sta
80/100 DISCO 80/100 DISCO 88/100 DISCO bruciando / Babilonia cadrà”,
ZERO EXTRA 64/100 EXTRA 75/100 EXTRA non ci crede più nessuno.
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IL CHIARO DI LUNA È SOLO UN FILTRO BLU
APPLICATO ALLA LUCE DEL GIORNO
T E S T O D I A L E S S A N D R O B E S S E LVA AV E R A M E

I Thi n Wh i t e Rop e d a Da v is , Ca lifo rnia, si sc i og li e vano ne l 1 992, sal utando i f an c o n


un i n c an de sc ente d o p p io liv e, The One Th a t Go t Awa y. 8 anni di atti vi tà, 5 al bum
( Exp l o r i n g Th e Axis, Moonhead, In The Sp a n i s h Ca ve, Sa ck Fu l l Of Si l ver, Th e Ru b y Se a) ,
3 EP ( Bo t t o m Feeders, Red Sun, Squatt er s' Ri g h t s ), e un c ul to sotte r r ane o atte c c hi to
c o n v e e me n z a i n Eu ro p a e nel no s tro pae se i n par ti c olare . In oc c asi one de l la r i stam p a
de i primi d u e a lb u m a b b ia mo f atto una lung a c hi ac c hi e r ata c on
Gu y Kyse r e Rog e r Kunke l
RETROPOLIS THIN WHITE ROPE T E S T O D I A L E S S A N D R O B E S S E LVA AV E R A M E

Il germe dei Television trapiantato in un metafisico


e lunare deserto attraversato da suggestioni
"N E L L E VA R I E C A S E D I S S E M I N AT E I N
psichedeliche e scheletri country e blues. La voce
magnetica di Guy Kyser, chitarre in feedback come C I T TÀ V E D E M M O I R E P L A C E M E N T S
colate laviche. Un immaginario evocativo e sfuggente E A LT R E B A N D. E J E F F R E Y D E I G U N
difficile da ricondurre a schemi preesistenti. Una C LU B, P U R E LO R O V E N I VA N O S P E S S O
discografia senza crepe, che ora la Frontier ha deciso
di ristampare rimasterizzata in CD e vinile, con i
A D AV I S E F I N I VA N O P E R S U O N A R E
primi due titoli già disponibili e gli altri in arrivo tra NEL SOGGIORNO DI QUALCUNO.
l'autunno e inverno prossimi. Nessun rimpianto, in G R A Z I E A Q U E S TA S I T UA Z I O N E
questa vicenda: Kyser, di formazione geologo, ha
RIUSCIMMO FIN DA SUBITO A
proseguito la carriera universitaria dedicandosi alla
botanica, i suoi compari hanno percorso altre strade. OTTENERE DEGLI INGAGGI. POI
Nessuna reunion in vista, ma la soddisfazione di C'ERANO ANCHE ALCUNI POSTI UN
aver lasciato il segno prima di ripetersi e di aver fatto
PO' BIZZARRI DOVE SUONAMMO A
tutto ciò che andava fatto è palpabile nella nostra
chiacchierata, nove ore di fuso orario annullate nello SACRAMENTO, IN PARTICOL ARE UN
spazio neutro di una videoconferenza. FA S T F O O D ( R I S ATA , N D A ) . U N A D E L L E
P R I M E V O LT E A P R I M M O P E R I L O R D S
Roger, in una intervista anni fa hai detto che
il vostro esordio, Exploring The Axis, non è O F T H E N E W C H U R C H. E R AVA M O I N
uno dei migliori album dei Thin White Rope, QUALCHE MODO AI MARGINI DELLA
ma è raro trovare un gruppo esordiente con SCENA PUNK DI SACRAMENTO. L A
un universo sonoro già così ben delineato.
Nei dischi successivi la formula verrà
G E N T E P E N S AVA F O S S I M O T R O P P O
perfezionata, ma, appunto, lì avevate le idee L E N T I ( R I S A T A , N D A ) ".
già piuttosto chiare. Prima di formare la
band avete entrambi avuto varie esperienze
musicali, ma sembra quasi che sapeste R.: “E a Davis, pure essendo una piccola città, c'era
cosa fare ancor prima di imbracciare gli moltissimo fermento, c'era una comunità musicale
strumenti... molto attiva. Il college aveva una sua radio, la KDVS,
Guy: “Be', direi che siamo finiti nella stessa band ed per un certo periodo Guy ebbe una sua trasmissione se
entrambi volevamo suonare un sacco la chitarra, per non ricordo male, e pure Steve Wynn. Inoltre c'erano
cui dovevamo trovare un modo per riuscirci”. moltissimi house concerts. Da qui passavano un sacco
Roger: “Prima del gruppo Guy scriveva già canzoni di band, e all'interno del campus c'era un piccolo
e suonava, in un'altra band. Io incontrai Joe Becker spazio per i concerti dove si esibirono Iggy Pop, i Gang
e Kevin Staydohar, il nostro bassista prima che Of Four, i Ramones”.
registrassimo Exploring The Axis. In seguito lui entrò G.: “Nelle varie case disseminate in città vedemmo i
nei True West, mentre Joe aveva già suonato con Guy. Replacements e altre band. E Jeffrey dei Gun Club,
Ci trovammo e iniziammo immediatamente a provare pure loro venivano spesso a Davis e finivano per
alcuni pezzi che Guy aveva scritto in precedenza. Ci suonare nel soggiorno di qualcuno. Grazie a questa
volle un po' per mettere insieme il suono della band”. situazione riuscimmo fin da subito a ottenere degli
G.: “Inizialmente non ero il cantante, ma ero l'unico.... ingaggi. Poi c'erano anche alcuni posti un po' bizzarri
be' insomma, qualcuno doveva farlo, e così mi misi a dove suonammo a Sacramento, in particolare un fast
cantare”. food (risata, nda). Una delle prime volte aprimmo
R.: “Ho frequentato le scuole superiori qui vicino, a per i Lords Of The New Church. Eravamo in qualche
Vacaville, poi sono andato al college a Sacramento. modo ai margini della scena punk di Sacramento. La
Joe non era al college all'epoca, mi pare...” gente pensava fossimo troppo lenti (risata, nda)”.
G.: “... però registrava musica fin dal liceo, con Scott
Miller dei Game Theory. Incontrai Joe a un concerto La vostra intenzione iniziale mi pare fosse di
di Iggy Pop, durante il quale si azzuffò con Iggy, la andare al di là della classica suddivisione dei
cosa mi impressionò moltissimo (risata, nda)”. compiti: la chitarra ritmica da una parte e

TAG: #exploringtheaxis #moonhead #downinthedesert ONLINE: frontierrecords-thinwhiterope.bandcamp.com

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quella solista dall'altra. Era più interessante E ora l'inevitabile domanda sul deserto! Che
mescolare le carte. è protagonista della prima traccia del vostro
G.: “Be', se avessimo utilizzato altri strumenti la primo album, Down In The Desert, e tornerà a
nostra avrebbe potuto essere musica da camera”. più riprese come suggestione. Immagino che
R.: “Credo che, come diceva Guy, entrambi fossimo ad un certo punto non ne poteste più di sentirvi
particolarmente interessati a suonare la chitarra far domande sull'argomento, ma l'aspetto
solista, cosa che facemmo (risata, nda)”. più interessante è che non si trattava di uno
G.: “Però alla fine saltò fuori che Roger suonava in spazio geografico in senso letterale. Era un
maniera più precisa le parti ritmiche, mentre io mi luogo metafisico, anche interiore, esistenziale,
occupavo soprattutto delle note lunghe in feedback, una metafora. Quella dell'uomo circondato
dunque c'era spazio per entrambi”. da una natura, più che maligna, totalmente
R.: “C'era comunque una buona percentuale di indifferente.
chitarre ritmiche e soliste suonate in maniera G.: “Credo che sia diventata una metafora
tradizionale. Però lavoravamo molto sul suono. dell'isolamento, ma non era iniziata affatto così!
Usavamo molto il fuzz. Guy usava un Big Muff, e a un Scrissi semplicemente una canzone sul deserto, e
certo punto mi sembra che mi avesse regalato un fuzz altri in seguito ne diedero una loro interpretazione.
della Maestro per il mio compleanno, non ricordo Alla fine direi comunque che funziona come chiave
bene...” di lettura. Come dici tu, quella associazione col
G.: “Credo fosse un più banale Uni-Fuzz”. tempo diventò un po' un fardello. C'erano sempre
R.: “Ed entrambi trovammo il modo di produrre domande sul deserto nelle interviste, negli ultimi tour
feedback. Mi sa che finimmo per abusarne (risata, incominciammo a scansarle, 'oh no, ancora, parliamo
nda)”. piuttosto degli amplificatori!'”

In un primissimo momento siete stati Mi incuriosiva il fatto che tra le tue influenze
associati al Paisley Underground, anche per tu abbia sempre citato lo spaghetti western,
ragioni strettamente geografiche. Ma il vostro Morricone, Leone. Sergio Leone è uno che ha
approccio era diverso, meno vintage, più costruito un West “immaginario”, toccando
asciutto, aspro, scheletrico. Pure nel vostro tuttavia corde profonde nell'immaginario
caso, però, in qualche modo si finiva per americano. La sua è per certi versi una
mescolare radici sixties e new wave. ricostruzione fantastica, onirica. Un po' come
G.: “Penso tu abbia ragione, io ascoltavo un sacco di la tua del deserto californiano...
musica sixties, ma più il versante punk e garage di G.: “Be', sì, è vero, ci piacevano quei film, e anche altri
quello 'pulito' a cui si rifacevano molte band Paisley. lavori di Morricone, che è un grande compositore...”
Noi facevamo riferimento a un filone più grungey,
loro a uno più pop”. C'era qualcosa della tua formazione scientifica
R.: “Inoltre ci mettevamo dentro pure degli ascolti nelle canzoni che scrivevi?
antecedenti, country e blues. Avevamo un parco G.: “Non so, non credo di aver mai affrontato
di influenze molto ampio, ma credo di poter dire la scrittura con l'attitudine fredda di uno
che all'epoca la scena musicale fosse nel complesso scienziato. Tendenzialmente scrivevo testi basati
piuttosto sorprendente. Andavi a un concerto e ti sull'osservazione. Magari osservavo le formiche e ci
trovavi davanti un gruppo hardcore, poi una band scrivevo su una canzone. Spero però di non aver scritto
psichedelica, poi qualcuno che suonava come i Black pezzi che sembrassero freddi, credo di averci sempre
Sabbath, tutto nella stessa serata e nello stesso club! messo un elemento umano”.
Sembrava che la cosa più importante fosse cercare R.: “A me piacevano molto i riferimenti geografici, li
di essere originali, non conformi, e poco importava usavi in molti brani, aiutavano a visualizzare i testi
quali fossero le influenze. Quel che importava era durante l'ascolto, a creare uno stato emotivo, una
ritrovarsi in uno spazio mentale che ti spingesse a immagine mentale”.
fare qualcosa di interessante, di underground, di G.: “Ho sempre pensato che non avesse senso scrivere
anti mainstream. Di nuovo e di diverso. C'era molto canzoni dove si dice 'ti amo, mi ami, mi manchi' e cose
questa componente, a volte era quasi una forma del genere. Meglio parlare della luna, delle stelle, dei
di performance art, non sapevi mai a che tipo di posti, è più interessante. A volte poi parlavo di malattie
spettacolo avresti assistito”. e di varie faccende biologiche (risata, nda), ma sempre
G.: “C'erano anche band che si formavano per un solo in maniera simpatetica per così dire”.
show, poi si scioglievano dopo un altro paio di date.
E magari avevano una sola buona idea, che però Ciò che ti impediva di scrivere canzoni
piaceva a tutti. La gente aveva una mente molto “fredde” era anche una certa propensione per
aperta, era quello il punto”. il mistero, il vago, il non detto. Ci dobbiamo

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mettere del nostro per immaginare che pelle di musicisti”.


cosa accada al protagonista di Down In G.: “E anche il tipo di canzoni era diverso. In Exploring
The Desert, “qualcosa lo afflisse laggiù nel The Axis c'erano pezzi che suonavamo fin dagli inizi.
deserto”, “una influenza messicana lo seguì Moonhead è una collezione più compatta, canzoni
a casa nell'autunno”, “se lo guardi da vicino elaborate da tutti i componenti della band nel corso
c'è ancora uno sguardo spaventato nei suoi dei due anni precedenti. E finalmente stavo riuscendo
occhi”... Più Picnic A Hanging Rock che John a ottenere il suono di chitarra che avevo in mente, cosa
Ford, insomma... che non mi era riuscito di fare su Axis”
G.: “Sì, lasciare molte cose aperte all'interpretazione.
Magari tu, ascoltatore, incominci a vederci delle cose, Forse sul primo album lavoravate con
nelle canzoni, che io non ci avevo messo. Ma siccome qualcuno che non capiva fino in fondo le vostre
le vedi allora probabilmente ci sono davvero!” esigenze, cosa che non accadde su Moonhead.
G.: “Paul McCanner, non so se è ancora attivo, era un
In Moonhead il vostro sound diventa più ingegnere del suono molto professionale ed esperto,
compatto, un blocco unico, stratificato, se lavorava per la A&M. Prese il nostro secondo album
mi concedete la metafora geologica. Avevate come una sorta di side project perché gli piaceva la
trovato una formula ancora più stabile, con nostra musica. E registrammo in quello che era il
meno spazio per le digressioni... suo studio personale, molto piccolo ma molto bello,
G.: “Questo in parte è perché nel nostro primo album attrezzatissimo. Lui era super tranquillo. Sul primo
non sapevamo nulla, non avevamo idea di quello che disco c'erano Jeff Eyrich e Dennis Dragon, che
stavamo facendo. Eravamo completamente alla mercé volevano davvero produrre il disco in senso stretto,
dell'ingegnere del suono, del produttore, non sapevamo modellarlo con la loro impronta. Ma li avevamo voluti
davvero bene in che direzione spingere e quali punti noi, non potevamo lamentarci più di tanto”.
discutere. Infatti il primo mix dell'album era un disastro. R.: “Paul probabilmente intendeva soprattutto aiutarci
Incominciavamo a imparare”. a trovare il suono che volevamo, ad avvicinarci a quella
R.: “All'inizio hai detto che non mi piaceva Exploring idea. Con lui ci siamo riusciti”.
The Axis, ma non è esatto, il punto è che tutto il processo G.: “Mi ricordo che ad un certo punto ero seduto dietro
di registrazione fu particolarmente faticoso. Io inoltre al mixer e gli dicevo, 'sai, la mia chitarra non suona
ero molto acerbo e non sapevo proprio come stare in uno come vorrei, non riesco a capire quale sia il problema'.
studio. Non potevo fare quel che volevo e mi sentivo... Lui allora spostò un cursore di mezzo pollice e la
insomma non mi trovavo a mio agio. In quel primo mix risolse. Ci aiutò a ottenere il suono che volevamo, non
c'era troppo riverbero, c'era troppo chorus. Per farla si mise troppo in mezzo”.
breve, riascoltandoci non sembravamo noi, la nostra
reazione fu pessima. Retrospettivamente mi piace, ha Forse il vostro disco a cui sono più affezionato
una qualità molto distinta, una sua personalità. Arrivati è una compilation postuma, When The Worlds
al secondo disco però la band era più matura, eravamo Collides, perché copre tutto lo spettro della
andati in tour, eravamo più a nostro agio nella nostra vostra produzione, cover incluse. Avete avuto

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sempre un rapporto molto particolare con pieno, ma io la vedo così”.


le cover, ne avete incise parecchie. Un indice G.: “Aggiungi il fatto che avevamo anche altri
dell'ampiezza dei vostri ascolti, dai Can a interessi, altre potenzialità. Era evidente a quel punto
Roky Erickson, ma anche una palestra per che la band non sarebbe esplosa, che non sarebbe
sperimentare, immagino, per testare nuove decollata da un giorno all'altro, e che non avremmo
idee. Sono versioni spesso radicalmente potuto camparci. Ed eravamo ancora abbastanza
diverse dagli originali, tracce da seguire per giovani da intraprendere nuove carriere, la tempistica
arrivare da qualche altra parte. era perfetta in questo senso”.
G.: “Penso tu abbia ragione. Non saper suonare un R.: “Io volevo continuare a fare musica ma avevo
pezzo blues, né scriverlo, ma poterne fare una cover la sensazione che avrei voluto farla solo alle mie
per vedere che cosa saltava fuori. Abbiamo attraversato condizioni. Quando firmi un contratto, incidi un disco
diverse fasi, ma in fondo era così che era nata la band: e poi vai in tour la parte migliore resta la possibilità
suonavamo un sacco di canzoni dei Troggs e pure degli di viaggiare, ma uno dei maggiori inconvenienti è
Stones, che poi man mano che scrivevamo le nostre che non hai alcun controllo sula tua vita o sulle tua
le toglievamo dalla scaletta. In seguito abbiamo fatto attività, aspetti costantemente e qualcuno ti dica che
delle cover perché era divertente farle (risata, nda)". cosa devi fare. Ho formato una band negli anni 90,
R.: “Molte delle cover che abbiamo fatto sono tra le totalmente DIY, facevamo tutto da noi, comprai un
mie registrazioni preferite dei TWR, soprattutto le registratore otto tracce e registrai tutto io, abbiamo
session con Tom Mallon (gli EP Red Sun e Squatter's fatto dei CD ma non abbiamo suonato in giro perché
Rights, nda), hanno un gran suono, They're Hanging non ci interessava, però è stata una gran cosa, ci siamo
Me Tonight è una delle mie preferite. Anche se mi divertiti davvero moltissimo senza essere costretti a
piacciono moltissimo le canzoni di Guy, le cover sono essere professionali, professionali in quel senso. Al
tra le nostre migliori cose di sempre”. momento non suono tantissimo, ma i miei ragazzi
G.: “Qualcuno potrebbe pensare che una band hanno ormai quasi l'età per andarsene al college e
cresciuta, matura, non abbia bisogno di fare cover, ma credo che potrò trascorrere più tempo con la chitarra.
pensa a gruppi come gli Stones o i Led Zeppelin, questi L'industria musicale, però, continua a rimanere un
ultimi arrivavano a suonare un secondo set in cui totale mistero per me”.
facevano solo pezzi altrui”
Forse è una vita per la quale occorre essere
Per poco non partecipaste alla rivoluzione portati. O essere Mick Jagger.
musicale dei primi anni 90. Non eravate G.: “Be', ho sentito una storia quando eravamo in tour.
un gruppo grunge, ma forse avreste potuto I Pixies, che si trovavano in Europa quando c'eravamo
avere più successo se non vi foste sciolti. anche noi, avevano comprato questo fantastico tour
Eravate troppo in anticipo sui tempi, anche bus che però ad un certo punto si ruppe, lasciandoli
se proprio come i gruppi di Seattle avevate a piedi, e qualcuno della band disse, 'non doveva più
trovato un modo originale di coniugare capitare una cosa del genere!' (risata, nda)”.
passato e presente. Però suonavate da otto
anni, e immagino fosse difficile, a quel punto, Ora avete altre vite, e non credo che abbiate
continuare a restare a metà del guado. Non alcuna intenzione di tornare insieme. Vi chiedo
credo sia stata una decisione facile, anche se lo stesso se vi è mai passato per la mente di
mi pare di capire che non abbiate rimpianti... farlo, se non siete mai stati neppure tentati...
R.: “Qualcuno negli anni ci ha detto, be', se aveste G.: “Personalmente cerco di non rivivere le cose, penso
insistito, forse... Credo che il successo dei Nirvana che se uno cerca di duplicare una esperienza non potrà
abbia aperto molte porte, un paio di anni dopo il che restare deluso. Sono andato a vedere Iggy Pop solo
nostro scioglimento sentii i Butthole Surfers su una volta, perché quella volta fu così immenso che non
qualche radio commerciale e per me fu uno shock, volevo restare deluso le volte successive. Io la penso
anche se non penso che a noi sarebbe mai potuto così”.
accadere. Ma credo che la nostra esperienza sul campo R.: “Sì, preferisco l'idea di avere sempre qualcosa di
ci abbia fatto capire una cosa: abbiamo fatto amicizia nuovo da fare, non voglio metterla giù troppo pesante
con gente incredibilmente talentuosa scoprendo che ma credo che mi sentirei come se fingessi di essere
faceva fatica tanto quanto noi, parlo di alcune delle qualcuno che non sono più. I Pixies sono un esempio
migliori band dell'epoca tipo gli American Music Club. un po' anomalo, sono stati per gran parte del tempo
Mi sembrò chiaro che il music business non solo fosse un gruppo underground, e il loro tour della reunion è
ingiusto ma era pure incredibilmente arbitrario. Non stato un grandissimo successo. Hanno suonato anche
basta lavorare duro per essere ricompensati. Magari qui a Davis all'epoca, qualcuno mi disse che i biglietti
la mia attitudine non è proprio la più salutare, di certo andarono esauriti in 40 secondi. Insomma, se fosse
non ti aiuta se vuoi diventare un musicista a tempo qualcosa di così esplosivo sarebbe anche divertente,

100 | RUMOREMAG.COM
ma avrebbe senso per un periodo limitato di tempo.
Però non sono sicuro che per me rappresenterebbe una
crescita personale, un progresso”.

Credo che sia stata una idea magnifica,


commovente, celebrare l'addio con un doppio
live che documenta il vostro ultimo concerto.
Un finale col botto.
G.: “The One That Goes Away è una delle cose migliori
che abbiamo mai fatto, un doppio album, una roba così
anni 70 (risate, nda)”.
R.: “Sono molto felice di quel disco, cattura alla
perfezione la band, rende perfettamente l'idea di come
fossimo dal vivo in quel momento. Ogni gruppo cerca
di catturare l'energia dei concerti, e pure noi, come
molti altri, avevamo sempre avuto grossi problemi nel
farlo. Quell'album invece è un documento perfetto!”
G.: “Due ore di pura energia, e senza neanche troppi
errori (risata, nda)”.

THIN WHITE ROPE


R.: “Sono molto contento anche di queste ristampe,
soprattutto del vinile di alta qualità, è sorprendente,
ora dovrò recuperare un piatto! I dettagli sono
più chiari. Alcune registrazioni possono essere
sconvolgenti, e non credo sia il nostro caso, non ci
sono suoni rimasti sepolti nel mix all'epoca, ma è bello
sentire i dettagli così nitidi. A quanto pare le persone EXPLORING THE AXIS
che oggi ascoltano la musica con equipaggiamenti MOONHEAD
FRONTIER
adeguati sono pochissime, magari ascoltano le cose
sul laptop, o sul cellulare, e anche io confesso di essere
rimasto un po' intrappolato in queste dinamiche. Non In un primissimo momento
ho più l'impianto che avevo anni fa”. rubricati alla voce Paisley
Underground per mere
ragioni temporali e geografi-
Vi siete mai chiesti il perché del vostro successo che (Davis, California, il cen-
in Italia, e in Europa? Forse eravate lievemente tro della deflagrazione, come
per i Dream Syndicate), i
più esotici di molti gruppi della vostra epoca... Thin White Rope sono stati
R.: “È vero, il nostro primo viaggio in Europa fu il classico esempio di gruppo
una settimana in Italia, il vostro fu il primo paese a fuor di sesto, per questo mo-
tivo destinati ad alimentare
esprimere apprezzamento e a contattarci per venire a un circoscritto culto – ma
suonare. Eravamo sorpresi che Moonhead passasse in tenacissimo e adorante –
radio. Ho davvero dei bei ricordi, abbiamo suonato in senza mai raggiungere vasti
consensi. Troppo classici
posti bellissimi, il cibo era meraviglioso. È buffo, prima per suscitare l'entusiasmo
hai citato Morricone, e all'epoca pensavo, fantastico, generazionale che avrebbe
20 anni dopo lo spaghetti western gli italiani originato di lì a poco l'onda grunge, troppo alieni per essere
accolti a braccia aperte dall'underground indie degli '80. Ma
continuano a subire il fascino del Sudovest americano, anche troppo moderni per solleticare le retromanie neopsiche-
il deserto, quel genere ci cose... per cui deve esserci deliche della loro epoca, e precursori inconsapevoli di durezze
per forza un qualche genere di connessione, qualche e ipnosi stoner. Forse, soprattutto, troppo poco assimilabili
ad alcunché. I Thin White Rope sono stati un gruppo che ha
risonanza. Difficile capirlo, immagino ci avranno mantenuto un livello sempre elevato nelle uscite, esprimendo il
anche fatto delle tesi di laurea. Ma anche un sacco di proprio universo (visione, suono, voce) con chiarezza cristallina
band che per noi rappresentavano una forte influenza, fin dal primo istante. Ora la Frontier ristampa – rimasterizzan-
doli, finalmente - i primi due album del quartetto californiano,
come i Velvet Underground o gli Stooges, sembravano Exploring The Axis del 1985 e Moonhead del 1987, e chiunque
essere particolarmente amati dalle vostre sottoculture abbia scolpita nel cuore un'idea mesmerica e visionaria di rock
musicali, chissà perché. Anche se c'erano dei focolai di dovrebbe metterseli in casa. Il modo in cui il carisma ispido
della voce di Guy Kyser visualizza un deserto metafisico gene-
interesse in Inghilterra, ci impiegammo un ulteriore ratore di suggestioni, e il modo in cui la sua chitarra e quella
anno per essere accettati lì, nonostante la buona di Roger Kunkel imbastiscono duelli à la Television sempre
stampa. In Francia, ad esempio, non siamo mai riusciti sull'orlo del feedback appoggiandoli su geometrie di asciuttezza
new wave e su desertiche, scheletriche intelaiature country,
a conquistare il pubblico. In Francia ci odiavano, una resta un mistero. Di quelli che, più che svelare, è probabilmen-
reazione opposta a quella italiana”. te il caso di abbracciare, lasciandosi risucchiare dal vortice
magnetico che l'ha generato.
87/100 DISCHI
ZERO EXTRA

RUMOREMAG.COM | 101
CHE FINE HAI FATTO? FATUR

FATUR
IERI (1984 – 1990) OGGI (DAL 1990)

“Giovanni e Massimo si conobbero a “Le cose son cambiate dall’incontro coi


Berlino. Poi, tornati a Reggio, fondarono Litfiba. Ci siamo conosciuti nell’89 durante il
i CCCP con Umberto, nell’82. Io entrai tour in Russia, e lì si sono mischiate le carte,
nell’84. Andò così: loro frequentavano e tant’è che in Etica Epica suonano anche loro.
suonavano al Tuwat, un club di Carpi in cui Durante la lavorazione era chiaro che la parte
tra l’altro lavoravo. Io ballavo nei locali da musicale aveva preso il sopravvento. Avevo
quando avevo 14 anni e mi ero inventato uno NEL 1984 ENTRA preparato i miei costumi e tutto, ma sentivo
striptease maschile nel giro punk anarchico NEI CCCP COME che l’esperienza teatrale era esaurita, ché la
nazionale, a nome Josè Lopez Macho PERFORMER E musica non era più in stile CCCP, quasi fosse
CON LORO CON-
Frasquelo. I tre mi notarono e mi chiamarono il primo dei CSI. Svolta totale di atmosfere
DIVIDE SEI ANNI
a performare durante i loro concerti. Sono DI CARRIERA, e suono. Ci siamo allontanati perché non
cresciuto in un istituto religioso con mio QUATTRO ALBUM c’era più sintonia artistica ma anche per
fratello maggiore, ché siamo sette figli e mia (AFFINITÀ-DIV- stanchezza. Dall’85 all’89 abbiamo lavorato
madre da sola non ha avuto le possibilità di ERGENZE..., tanto e sul palco l’attività fisica è pesante: la
mantenerci tutti. Mi sono diplomato, poi SOCIALISMO performance è dura, devi essere concentrato,
ho fatto l’operaio e il benzinaio. Quando E BARBARIE, veritiero. La società CCCP Fedeli Alla Linea
CANZONI PRE-
incontrai i CCCP facevo il facchino e il è finita bene, ma son rimasto senza lavoro.
GHIERE..., EPICA
traslocatore. Convivevo con Sandrina, una ETICA ETNICA Intanto mi son trasferito sull’Appennino,
punk di Carpi. Entrai in estate, quando PATHOS) E DUE ho sposato Anna, avuto un figlio e lavorato
Ortodossia I spopolava. Poi Annarella. EP (ORTODOSSIA come boscaiolo, non abbandonando la
Lei interpretava la parte della modella e II E COMPAGNI, musica. Del ’93 è il mio primo Fatur & Fax.
soubrette, seguendo l’abbigliamento del CITTADINI...). DA Nel ’97, continuando a fare il manovale
gruppo, soprattutto quello di Giovanni. C’è un SOLO, DAL ‘93 A edile, il boscaiolo, il bracciante agricolo, ho
OGGI, PUBBLICA incontrato Enrico Degli Esposti e con lui è
forte legame tra i CCCP e la moda. Uno stile
CINQUE DISCHI.
tra l’abbigliamento dei militari sovietici della L’ULTIMO È STRA-
nata la collaborazione che ci ha portato al
DDR e la tendenza partigiana, filoislamica, FATUR, DEL 2017. disco L’Amour. Poi, nel 2001, Faturismo, e
che contagiava anche il pubblico. Fashion nel 2012 Cesso 2012. Intanto Zamboni mi
punk. Curavamo ogni dettaglio, studiavamo chiama per Ortodossia, progetto che porta
ogni mossa. Era un bel duello artistico, tra in tour, durante il quale conosco Cristiano
Annarella e me. Poi uscirono Ortodossia II Roversi ed Eric Montanari, con cui partorisco
e Affinità-Divergenze. Fu un turbine e in tre Strafatur. Questa estate dovremmo girare con
anni passammo da una notorietà circoscritta a I Soviet + L’Elettricità, l’ultima proposta di
veder crescere il pubblico esponenzialmente, Massimo. Intanto faccio il giardiniere, ma non
e così le date e le vendite. Tant’è che dall’87 al ho un lavoro fisso. Ogni tanto faccio qualche
’90 sono riuscito a vivere solo di CCCP”. scultura e qualche quadro”.
TESTO DI BARBARA SANTI

102 | RUMOREMAG.COM
IDENTITÀ DI GENERE VIAGGIO TRA I GENERI SCOMPARSI

CA S O : 010 PR ES O I N CARICO DA :
NOM E D E L S O G G E T TO : MAURIZIO B L AT TO

FOLK
PERUVIANO
PE RI O D O : in questa accezione “street”, dalla fine degli anni 80 R APPR ES ENTANTI: Leo Rojas, Taki Wayra

PARO L E C H I AVE : Eh Ande, eh oye Ande, eh oye Ande eh eh oh ER EDI: Los Infatigables Grillers del Domingo

Tanto per chiarirci: non sto parlando del recupero un’aquila andina nel suo tinello dove purtroppo,
della cumbia e di tutto quanto abbiamo raccontato ogni santa volta, deve ammettere che “là, in strada,
nel numero di maggio (1). Chiarito questo, andiamo era meglio” (8). Una volta, mentre stava perdendo
avanti. Ogni Paese ha il suo folk, ci mancherebbe (2). i sensi, si è persuaso di aver bisogno di acquistare
Ma la musica popolare ha questo problema: uno va anche un poncho caratteristico (9), pagato come
al mercato che magari si è svegliato con una voglia un impermeabile Burberry e dimenticato poche ore
pazzesca di broccoli (3) e chi ti trova? dopo (e per sempre) su una cyclette (a sua volta
I peruviani che suonano (4). O, come accade spesso abbandonata da tempo) nello sgabuzzino. Com’è
ultimamente, i peruviani che fanno girare un loro possibile? Cosa può convincere noi che tracciamo
CD (5). Io non so come ci riescano, ma tu sei lì con durissimi distinguo sulla produzione solista di
le tue buste piene di broccoli e, comunque, ti fermi John Cale a vagheggiare su musica andina declinata
almeno venti secondi ad ascoltarli. A casa senti in chiave new age con profili del Machu Picchu a
abitualmente Alva Noto o i Pissed Jeans, ma lì, colori vivaci sulla copertina? E come mai Simon &
misteriosamente, ti blocchi. Ci sono queste leggere Garfunkel reinterpretarono El Condor Pasa?
svisate di flauto di pan o di siku (6) che, niente da E perché ricorda Il Dono Del Cervo di Branduardi?
fare, ti ipnotizzano. Io ho un parente che ogni volta E di già che scendo a comprare i broccoli, qualcuno
rimane mesmerizzato e compra immancabilmente ne vuole mezzo chilo? (10).
CD o cassetta (7) immaginando di veleggiare come

NOT E :

(1) Perché io lo so che poi arriva uno e dice “bravo stronzo, ti piace fare famiglia flauti diritti. Citofonare forte, ogni tanto è difettoso.
lo snob, non leggi la tua stessa rivista, ma guardati che hai la faccia (7) I peruviani sono dei veri hipster. Hanno sempre creduto nella
di un Gonghi Bagonghi”. E allora metto le mani avanti. Sono un tipo cassetta, prima ancora degli Heroin In Tahiti di Canicola.
coraggioso io, si sarà capito. (8) Non è tanto un problema di street culture, quanto che quel tipo
(2) Tanto per non scontentare nessuno, mi preme dire che a me non ne di ipnosi tra le mura domestiche svanisce. Questo mio parente non se
piace manco uno. ne fa una ragione. Vederlo su una sedia di fòrmica verde chiaro con la
(3) Non sono certissimo che accada. Forse brioche con la marmellata testa tra le mani, credetemi, è uno spettacolo angosciante. [e magari
sarebbe stato più consono, ma l’idea che ci si desti con questo sullo sfondo c’è pure uno schermo televisivo con Travaglio che ride.
voluttuoso desiderio di broccoli mi sembrava più calzante. Scrivete in Fate un po’ voi...]
redazione se vi è successo realmente, mi gratificherebbe sapere che è (9) Sappiatelo, spesso sono di una lana cartonata che, se sfregata
capitato davvero a qualcuno di voi. con altro tessuto, può provocare scintille a catena e bruciarvi l’intero
(4) Spiace dirlo, ma non sembrano contentissimi di essere lì. Sorridono appartamento.
poco. Forse condividere il proprio spazio con uno che ha un banco di (10) Tre domande di fila sono troppe anche per me. Io vado, mandate
pigiami acrilici non aiuta. una mail per i broccoli, che magari, se mettiamo su un gruppo di
(5) I peruviani stanno diventando pigri. Può essere. acquisto solidale, finisce che ci fanno lo sconto.
(6) È uno strumento musicale appartenente agli aerofoni labiali,

RUMOREMAG.COM | 103
VISIONI SPECIALE CANNES 71 FILM DEL MESE

Libro di immagini
LE LIVRE D’IMAGE andare oltre i tre libri monoteisti. Pensare con/oltre le immagini.
REGIA DI REGIA JEAN-LUC GODARD Perché pur essendo gli arabi (i palestinesi...) “condannati al
FRANCIA, SVIZZERA, LIBANO, 2018 documentario”, “non li abbiamo visti”. Ecco il vuoto intorno al
quale JLG pensa la sua tela. E non è un caso che la prima parte
Altro che film testamentario, come pure hanno detto e scritto. del suo film sia attraversata da treni, treni di cui Godard chiedeva
Con Le Livre D’Image Godard riformula il suo Ici Et Ailleurs. ragione a Truffaut (che compare fulmineamente in una magnifica
JLG ha chiaro in testa che il cinema appartiene al secolo scorso; foto in bianco e nero) dove fossero diretti prima della loro rottura.
che il cinema, così come lo abbiamo conosciuto, è una faccenda I treni della storia e dello sterminio. E oggi JLG si chiede: “Gli
che pur appartenendo al passato non è ancora... passato. La arabi possono parlare?” E una voce femminile risponde, nel
domanda che ha occupato tutto il lavoro del cineasta a partire magnifico mix audio, “A mezza voce”. Le Livre D’Image è il film
da Week-End, ossia come è stato possibile che il cinema non che interroga come le immagini abbiano negato l’immagine
abbia visto, o, meglio, saputo vedere la morte di sei milioni di degli arabi e di conseguenza il cinema – così come lo abbiamo
persone ad Auschwitz, ha trovato la sua formulazione più radicale conosciuto – sia solo una parte del cinema.
nelle Histoire(s) Du Cinéma. Le Livre D’Image arriva dopo. 100/100
Quando il cinema è “finito” e bisogna iniziare a pensare “con
le proprie mani”. Non meravigli dunque che tutte le immagini
che compongono il mosaico mobile godardiano siano ridotte
al minimo visibile ipotizzabile. Il discorso di Godard è oltre le
immagini stesse. Si tratta di pensare un nuovo contratto sociale. E

A CURA DI GIONA A. NAZZARO @GIONANAZZARO

UN COUTEAU DANS LE DOGMAN


COEUR (KNIFE + HEART) REGIA DI MATTEO GARRONE
REGIA DI YANN GONZALEZ ITALIA, FRANCIA, 2018
FRANCIA, MESSICO, SVIZZERA, 2018
Matteo Garrone, dopo Il Racconto
Il film più gioiosamente anarchico, Dei Racconti, ritorna ai suoi territori
folle, insurrezionale di tutto il familiari come in un perfetto run for
concorso. Ovviamente non è piaciuto cover hitchcockiano (mentre sullo
quasi a nessuno, ma fa niente. sfondo continua la preparazione del
Yann Gonzalez, dopo il magnifico suo Pinocchio...). Dogman, però,
e ancora inedito Les Rencontres non è semplice riproposizione. Il
D'Après Minuit, si conferma mondo messo in scena dal regista è
cineasta di razza. Il suo film va al di un luogo che ormai si può iniziare a
là delle innumerevoli citazioni che definire “garroniano” senza timore
lo compongono (Deliria, Vestito di smentita, dove la Grazia è persa
Per Uccidere, Joe D’Amato, Jean-Daniel Cadinot, Dario per sempre: la discarica degli angeli
Argento, Cruising e via elencando...). Un Couteau Dans caduti del mondo. Garrone organizza il suo racconto con
Le Coeur è il sogno di un mondo – il tempo che precede i uno spirito arcaico, come se la storia della vendetta del
cosiddetti années sida – quando le sale porno erano dei mite uomo-cane fosse stata rivenuta in un brogliaccio
vestiboli del piacere e del possibile, quando il godimento di Boccaccio. Il fatto di cronaca resta sullo sfondo. È il
e la seduzione esaltavano la circolazione libera dei corpi e mondo l’elemento portante del film. Un mondo giunto alla
dei sogni. Gonzalez non ricrea un mondo, lo evoca come fine dei suoi giorni. Un attimo prima del nulla. È questa
in un rituale di Kenneth Anger o di Jean Cocteau. Nel film la grande intuizione del film. Garrone ha collocato i suoi
circola una felicità addirittura tangibile, fisica. L’invenzione corpi in un orizzonte nel quale la politica è completamente
rutilante, inarrestabile del regista, rifiuta di cedere anche assente. Uno scenario da terra desolata, dove i lampi
ai titoli di coda, dove il film continua a svilupparsi fra dell’illusione del benessere illuminano torvi ciò che
una partouze e sguardi incantati. Un film imprendibile, resta della speranza degli Ultimi. Dogman è un film
generoso e immenso. Proprio come dovrebbe essere impressionante. Che osa essere feroce perché alimentato
tutto il cinema al di là di calcoli e opportunismi. Un vero da un amore potente. Un film che probabilmente farà da
capolavoro. Di quelli che dividono, per fortuna. spartiacque nel cinema italiano.
97/100 86/100

104 | RUMOREMAG.COM
LAZZARO FELICE BLACKKKLANSMAN
REGIA DI ALICE ROHRWACHER REGIA DI SPIKE LEE
ITALIA, SVIZZERA, FRANCIA, GERMANIA, 2018 USA, 2018

Una favola gentile, eppure aspra. Spike Lee è sempre più


Come colta dall’albero delle fole di interessante quando affronta
Ermanno Olmi. Con uno sguardo che a testa bassa la sua comunità:
ritrova le ragioni di un realismo non la dialettica scoppia e le
banale, acutamente cittiano. Rispetto contraddizioni vengono
al precedente Le Meraviglie, Alice portate a fior di pelle. Chi-
Rohrwacher compie un vero e proprio Raq, per quanto squinternato
salto quantico in avanti. Il tocco si è e slabbrato, aveva l'energia
fatto più lieve e sfumato. Lo sguardo incontrollabile di chi decide
colloca con grande precisione i corpi di prendere di petto la
nello spazio che li circonda creando propria gente e cantargliele.
una coerenza favolistica senza mai Blackkklansman, invece, è
sbagliare nel bilanciare gli elementi dello stupore e del un film più tranquillo e prevedibile nonostante si ispiri a
racconto. Il rimosso di un mondo contadino che riemerge fra una cosiddetta storia vera che ha davvero dell’incredibile.
le pieghe del tessuto urbano come la proverbiale erba cattiva, E francamente presenta anche elementi poco risolti (il
la “santità” come scandalo e segno di un “sacro” dimenticato. protagonista che accetta di infiltrare senza battere ciglio un
Fra resurrezioni e arte dell’arrangiarsi, la regista celebra comizio delle Pantere Nere per spiare Stokely Carmichael...).
ciò che resta di un mondo troppo facilmente dimenticato, Tutto il film riflette l’animo più massimalista di Spike, che
tentando di scorgere nei corpi di oggi un possibile riscatto ha perso un po’ la problematicità dei suoi film più noti. Tutto
nel quale persino la realtà – a volte – si rifiuta di cedere il è presentato in maniera grossolana, manichea (chissà che
passo all’ingiustizia. Lazzaro Felice è l’opera di una regista fine hanno fatto le contraddizioni che facevano saltare il
in crescita esponenziale, che crea le possibilità di ulteriori banco di Fa’ La Cosa Giusta e che nelle scene nella centrale
fughe in avanti. E offre il piacere di vedere il farsi di una di polizia sarebbero state interessanti...). Certo i tempi sono
poetica in movimento. Uno dei film italiani più sorprendenti preoccupanti e inquietanti. L’urgenza avrà convinto Spike
degli ultimi anni. a gettare il cuore oltre l’ostacolo e andare allo scontro. Se
89/100 ne apprezza la generosità, la furia e la rabbia. Ma è come se
mancasse qualcosa.
65/100

Extravisioni FUORI CONCORSO

THE HOUSE THAT THE MAN WHO


SOLO: A STAR KILLED DON
JACK BUILT WARS STORY
REGIA DI LARS VON TRIER QUIXOTE
REGIA DI RON HOWARD REGIA DI TERRY GILLIAM
DANIMARCA, FRANCIA,
USA, 2018
GERMANIA, SVEZIA, 2018 SPAGNA, BELGIO, PORTOGALLO,
UK, 2018

BURNING UNDER THE


REGIA DI LEE CHANG-DONG SILVER LAKE
COREA DEL SUD, 2018 REGIA DI DAVID ROBERT
MITCHELL
Un film portentoso portato da un USA, 2018
maestro del cinema contemporaneo.
Un film con soli tre attori in scena Osannato eccessivamente
dall’inizio alla fine ma calati in per il pur interessante It
un quadro ampio che riesce a Follows, il suo precedente
conferire all’immagine un carattere horror, David Robert Mitchell
vertiginoso. Lee Chang-dong riesce a si trova nella condizione
derealizzare l’immagine della Corea di essere legnato da una
del Sud contemporanea per farne critica che non ne tollera il
emergere il precipitato dei fantasmi tentativo di laurearsi autore
e delle ossessioni. Adattando un con tutti i crismi. In realtà, se
racconto breve di Murakami, il si accetta che Mitchell è un
regista crea un improbabile triangolo sentimentale nel cineasta “piccolo”, “minore”, si riesce a godere di quel che
quale il principio di realtà e di percezione dell’allucinato ha da offrire, anche se da parte sua tirare in gioco pezzi da
protagonista viene progressivamente meno. Di ritorno novanta come Chinatown o Velluto Blu è autolesionistico.
a Cannes a otto anni dal suo film precedente, il regista Ciò detto, restando nella prospettiva del film piccolo e
coreano dimostra non solo di non avere perso il suo tocco derivativo, l’opera terza del regista è un oggetto divertente
ma di avere conquistato una ancora più impressionante nonostante la coolness esibita senza troppa modestia.
densità formale. E anche se il finale cede un po’ nei Inno alla flanerie losangelina, variazione hitchcockiana
confronti delle tentazioni del genere, il regista riesce e rielaborazione su ossessioni mansoniane, Under The
pur sempre a conservare il film in una zona di purissima Silver Lake è in realtà un divertissement che si illude di
indecidibilità, restando in una sospensione assoluta. Nulla essere una Weltanschauung. Niente di grave, capita, anche
si spiega, niente si risolve. Il mondo resta opaco e ostile. perché il film si vede senza troppi problemi e diverte il
Soli sulla terra, in attesa di qualcosa che non ci sarà. giusto. Se c’è da essere severi, non è certo da Mitchell che
Burning è Lee Chang-dong al suo meglio. Un cineasta si inizia a legnare. Resta un film che avrebbe potuto essere
ancora troppo poco conosciuto dalle nostre parti. un disastro e che invece, come si diceva una volta, è solo
84/100 “di transizione”. Si resta dunque in attesa del suo prossimo
film, anche se senza troppi fremiti.
62/100
RUMOREMAG.COM | 105
VISIONI SPECIALE CANNES 71 QUINZAINE DES REALISATEURS

Atto d'accusa
TERET – THE LOAD un atto di accusa senza pari e senza alcuna retorica portato nei
REGIA DI OGNJEN GLAVONIĆ confronti della generazione che si è macchiata di crimini contro
SERBIA, FRANCIA, CROAZIA, IRAN, QATAR, 2018 l’umanità dei quali Srebrenica è il simbolo più atroce. Teret –
The Load è un film non solo superbamente composto e diretto,
Ognjen Glavonić e il suo produttore e complice Stefan Ivancic magistrale nell’uso dello spazio e del tempo, ma soprattutto un
erano poco più che adolescenti quando la comunità europea, atto di accusa indiscutibile nei confronti della generazione dei
la Nato e il mondo decisero, dopo non avere fatto nulla per padri serbi; un rifiuto totale e radicale. E non è un caso che il
impedire l’assedio di Sarajevo, che era giunto il momento regista sia stato accusato dai reazionari nazionalisti (gli stessi
di bombardare Belgrado per costringere Milošević alla resa. che hanno contribuito a nascondere i responsabili delle stragi...)
Mentre gli aerei passavano sopra i cieli italiani (senza chiedere di “tradimento” e altre amenità. Il film di Ognjen Glavonić è
a nessuno che osa ne pensassero gli italiani...), e mentre notte un atto di potenza filmica inusitata, un chiamare in causa i
dopo notte un crimine tentava di passare un colpo di spugna responsabili e inchiodarli alle loro responsabilità. Teret – The
sull’ignavia della comunità internazionale incapace di salvare Load è un film di commozione trattenuta e di indignazione
Sarajevo e i bosniaci, una generazione di serbi che nulla aveva altissima che evita qualsiasi retorica. Asciutto e rivolto al futuro.
a che spartire con la dirigenza nazionalista ha rischiato di non Un’autentica rivelazione.
vedere la luce. Il primo film di finzione di Glavonić, senz’altro 93/100
una delle esperienze più forti di tutto il festival di Cannes, è

CLIMAX MANDY
REGIA DI GASPAR NOÉ REGIA DI PANOS COSMATOS
FRANCIA, 2018 USA, 2018

Gaspar Noé non si aspettava certo di Otto anni dopo il sorprendente


essere accolto dalla critica con tutti gli Beyond The Black Rainbow, Panos
onori del caso dopo i massacri subiti Cosmatos ritorna con Mandy, un altro
in passato. Non a caso il situazionisti- film psichedelico e allucinato al cui
co poster del film è un guanto di sfida confronto il suo esordio sembra il film
lanciato alla critica di ogni latitudine di un ragazzino ben educato. Se c’è mai
(la migliore trovata pubblicitaria stato un caso in cui un film doves-
del festival...). E paradossalmente se essere ascoltato a tutto volume,
– nonostante Climax sia il film più questo è senz’altro il caso di Mandy.
“noéiano” immaginabile – la critica Letteralmente immerso nelle musiche
ci ha letto una radiografia dello stato di Jóhann Jóhannsson, maestosamen-
dell’unione francese post-Bataclan. Noé procede come uno te doom e vintage, con sintetizzatori
schiacciasassi. Piani sequenza infiniti e ultraviolenza. Il settanteschi spinti oltre la soglia della tolleranza auditiva
tutto messo in scena con uno sguardo attento al minimo e inserti di drone metal folli tali da evocare i Sunn O))),
dettaglio e un’energia da maratoneta. Immaginate un’au- Mandy è uno slasher movie sui generis che mette insieme
dizione al fulmicotone dalla De Filippi portata ai limiti satanismo, fantascienza, action, biker movie e chissà cos’al-
della sostenibilità fisica da Moroder e dai Daft Punk che tro. Saturato da colori vividi e da una grana dell’immagine
sprofonda in un maëlström psichedelico senza fondo. Noé volutamente porosa e in bassa definizione, il film delira
filma la sua fine del mondo – in un film “francese e fiero di come se un folle avesse affidato a Kenneth Anger uno dei
esserlo” – chiamando a raccolta tutti i suoi feticci: Argento, remake di Non Aprite Quella Porta, pensando inoltre che
Cioran, Zulawski, Fassbinder e via discorrendo. Climax fosse una buona idea convocare Nicolas Cage. Inutile dire
è una dichiarazione di cinema assoluta e totale. E se poi che il film è una delle cose visivamente più sorprendenti
si pensa che le riprese del film sono durate solo 15 giorni, degli ultimi anni. Una riuscita totale e devastante. Di quelle
allora sorge davvero il sospetto che Noé sia un supereroe che non ti aspetti e che in fondo nel cinema di oggi sono
prestato al cinema. totalmente impensabili. C’è di che essere felici.
74/100 76/100

106 | RUMOREMAG.COM
Cannes
VISIONI SPECIALE CANNES 71 SEMAINE DE LA CRITIQUE

un bilancio

Ultra Pulpe
Era partita sotto i peggiori auspici
l’edizione numero 71 del festival di
Dopo il trionfo di Les Garçons Sauvages, Bertrand Mandico diventa anche profeta in Cannes. Lo scontro con Netflix, il
patria e presenta alla Semaine De La Critique un mediometraggio di una quarantina di minuti cambiamento della griglia oraria
che infiamma immediatamente la retina dei cinefili. Ultra Pulpe è la storia d’amore fra una presentato come una “punizione”
regista, Joy D’Amato (la magnifica Elina Löwensohn), e la sua attrice Apocalypse. Anche se nei confronti dei giornalisti che
il riferimento a Joe D’Amato (con citazioni letterali di suoi film) e addirittura a Necron sono decretavano la “morte” di un film
evidenti, Mandico, in realtà, sembra avere compreso la lezione di Carmelo Bene e si muove prima della presentazione di gala,
in un regno di pure sottrazioni che si manifestano per eccesso. Non a caso sono convocati la guerra ai selfie, la battaglia legale
nel film anche Jean Cocteau e Max Ophüls. Le falloforie del regista francese sono il segno di fra Terry Gilliam e il suo produttore
un continuo rovesciamento di fronte del desiderio, sospeso fra sogno e seduzione. Girato in Paulo Branco... Insomma: come
35mm, il film è probabilmente l’apice della poesia visionaria di Mandico, il quale progetta di se la grandeur di Cannes avesse
lanciarsi nella commedia (!) e nel film d’azione (!!). Ultra Pulpe per il momento è la conferma preso il sopravvento su tutto.
più generosa di un talento imprendibile che pensa e respira cinema a 360°. Chi non ha Alla resa dei conti, invece, giunti
ancora capito non capirà nemmeno questa volta. Ma noi Bertrand Mandico ce lo teniamo alla fine di un’edizione lunga e
strettissimo. complessa, stremati ma contenti
97/100 per la globale tenuta qualitativa del
cinema italiano (al di là dei premi
pur meritati la Rohrwacher doveva
prendere qualcosa di più...), ci si
ritrova con un’edizione dignitosa e
con molti buoni film da custodire
nella memoria. Certo, le sciocche
puntualizzazioni di Owen Gleiberman
di “Variety” nei confronti del festival
confermano quanto il mondo
anglosassone nelle sue articolazioni
maggioritarie continui a essere
distante dall’idea che il cinema
non si limiti ai soli Stati Uniti. Lo
scontro con Netflix se non altro ha
avuto l’effetto positivo di aprire il
concorso a nomi nuovi e a opere
prime provenienti da paesi di solito

Sauvage
relegati nelle sezioni collaterali.
Una scelta inconsueta che se non
altro ha avuto il merito di scrollare
dalla selezione l’idea che il concorso
fosse affidato saldamente ai soliti
noti. In questo senso, nonostante le
Un’immersione nella vita della strada affidata al corpo straordinario di Felix Maritaud. (in)evitabili (?) cadute, il festival si
Un melò potente e rigoroso che forse cede solo nel finale alle tentazioni di una conclusione presentato combattivo e interessante,
scritta. Esordio di Camille Vidal-Naquet, Sauvage è un film potente e oscuro attraversato da e anche lo spostamento della griglia
una fisicità non artefatta che il regista coglie in forme immediate e sconcertanti. Il sesso nel oraria è stato assorbito senza traumi
film non è mai occultato e anche le derive più hard sono messe in scena con una frontalità eccessivi (mentre gli accreditati più
documentaria davvero sorprendente. In fondo fra il corpo e il mondo resta il ponte del desi- svantaggiati ne hanno tratto un vero
derio e dello sguardo. Tutto il film è costruito tenendo in equilibrio ciò che può essere toccato e proprio miglioramento della vita
e quanto invece non si riesce a raggiungere. Pur muovendosi in un territorio ampiamente festivaliera). Un anno di transizione,
esplorato, il film di Vidal-Naquet riesce a trovare accenti di verità e bagliori di commozione come si diceva una volta, e che offre
davvero sorprendenti. Muovendosi in simbiosi con il protagonista – un agnello sacrificale molta materia sulla quale riflettere
che potrebbe essere emerso dalle pagine di Jean Genet – il film trova una sua grazia che a per correre ai ripari e affrontare
tratti tocchi momenti addirittura trascendentali. Si resta in fiduciosa attesa del secondo film riflessioni che ormai non sono più
Camille Vidal-Naquet, da cui, a fronte di questo Sauvage, è legittimo aspettarsi molto. procrastinabili.
74/100 GIONA A. NAZZARO

RUMOREMAG.COM | 107
LETTURE ESTATE 2018

AARON COMETBUS
ADD TONER - A COMETBUS COLLECTION
NO FUN CITY

Pensare che una volta si mandavano dei soldi in busta e


dopo alcune settimane si sarebbe ricevuta una fanzine, è
qualcosa di surreale ora. Eppure non parliamo di secoli
fa. Siamo ancora tra gli anni 80 e i primissimi 2000:
un resistente filo di fiducia tra lettore e imperterriti
appassionati che ciclostilavano e fotocopiavano la propria
passione da tramandare e divulgare. Aaron Cometbus
è uno di questi: ha dato il nome alla zine dell’East Bay
californiano: “Cometbus”. Il suo era (ed è) un modo per
raccontare il punk tramite la gente, utilizzare le storie delle persone che
conosceva, mescolare normalità e problemi comuni: “Il punk era folclore,
mito, tradizione orale”. Lui che nel giro di Berkeley ci ha sguazzato, suonando
anche per tre concerti alla batteria dei Green Day nel lontano 1990 dopo
l’abbandono di Al Sobrante aka John Kiffmeyer. La giovane casa editrice
italiana No Fun City ha fatto un lavoro importante raccogliendo, traducendo
e re-impaginando racconti, concerti, storie, interviste e aneddoti di questa
fanzine nata prima di “Maximum Rock’n’Roll” da un 13enne intraprendente.
Antropologia punk allo stato puro.
NICHOLAS DAVID ALTEA
84/100

GREIL MARCUS EPISCH PORZIONI


LIPSTICK TRACES – STORIA SEGRETA DEL XX SECOLO
IL SAGGIATORE
CHRIS CORNELL
LA VITA E LA MUSICA DELL’ULTIMO MARTIRE DEL GRUNGE
CHINASKI
Tracce di rossetto. Nell’aria tetra le bombe
dadaiste e le molotov descrivono con le loro
Episch Porzioni è un nickname che chi bazzica i reparti
scie un arco luminoso. Lo schianto impresso
musicali delle librerie ha sicuramente presente. Dietro
sul ‘900 fa esplodere la norma e le schegge
questo nom de plum si cela un autore sicuramente
volano fino a noi. I coltelli surrealisti si
prolifico, con la tendenza a un eclettismo esasperato
accaniscono contro gli occhi, le orecchie e
(ha scritto di tutto, da Amy Winehouse a GG Allin,
le abitudini: le urla echeggiano ancora oggi
Dalla, Cobain, Fabri Fibra, Kiss...) e una passione per
mentre le lame continuano imperterrite il
i lati più noir e torbidi delle storie legate alla musica.
loro eccidio. Sid Vicious blatera blasfemie
Con questo volume non si smentisce, assemblando una
nell’eternità con Guy Debord, incespicando
biografia di Cornell grazie a un lavoro di ricerca e patchwork su varie fonti
sbavante con gli occhi fissi nel nulla.
– principalmente in Rete – che traccia un ritratto della vita, della carriera e
Tra i Grandi Antichi della critica rock
della prematura morte dell’artista. Il tutto punteggiato dalle considerazioni
annoveriamo invece Greil Marcus, la cui
personali di Porzioni, a tratti taglienti e senza peli sulla lingua, ma che poco
penna è altrettanto immortale. I suoi scritti
aggiungono a un onesto lavoro di raccolta e organizzazione di materiali
hanno avuto l’enorme merito di sintetizzare e
esistenti (per intenderci: non ci sono interventi originali raccolti dall’autore).
rimescolare l’accademia, il letterario spicciolo
È un libro, questo, più adatto a chi ha una conoscenza superficiale del
e il fanatismo musicale. In particolare, con
personaggio, visto che fornisce una fotografia dettagliata musicale e umana. I
Lipstick Traces, di cui esce un’agognata ri-
fan di vecchia data, senza dubbio, già sapranno tutto.
edizione ad opera de Il Saggiatore, cerca di
ANDREA VALENTINI
ritrovare le redini di quel fil rouge che lega il
punk all’avanguardia artistica del ‘900. E nel 65/100
processo, di fatto, si ritrova tra le mani uno
studio a tutto tondo dell’esistente.
Il sociale si rispecchia qui nella produzione
culturale, il gesto puramente artistico trova il BRIAN “HEAD” WELCH
suo senso nelle prese di posizione politiche e SALVAMI DA ME STESSO
ideologiche. Marcus opera così un’analisi che CHINASKI
mette in luce la sensualità di quella negazione,
la parodia vivente, la preziosa caricatura I Korn, che piacciano o no, sono una delle colonne
sonica che ebbe il nome di punk. Lo fa in un di un genere che ha cambiato il corso del metal
libro al contempo coeso e frammentato, a contemporaneo, insieme a gente tipo Deftones: quello
sottolineare il portato filosofico ed esistenziale che viene comunemente chiamato groove metal o nu
di quelle musiche. Quasi che si trattasse di metal. Questo volume edito dai genovesi Chinaski è la
un correlativo oggettivo di centinaia d’anni traduzione dell’autobiografia di Welch, che è nella band
di eresie e tentativi mirati a scardinare fin dal principio – fatto salvo un periodo di otto anni
la banalità, per far divampare di vitalità di pausa in cui si è dedicato a trovare Dio. Ed è qui che
l’esistenza. L’autore si spinge fino allo spunto arriviamo all’argomento centrale della faccenda, perché
biografico, eppure si dimostra sempre in tutto il volume è più che altro una cronaca – chissà quanto romanzata – del
grado di allargare l’orizzonte sino alla Storia percorso di Welch verso la fede: dal successo e gli eccessi al dialogo diretto
o alla fulminante riflessione antropologica. con il Padreterno. Già, perché lui ci parla, riceve ordini direttamente dal
Un tripudio di leggibilità e di stimoli, nonché CEO del Paradiso e li esegue. C’è chi è finito in psichiatria per cose simili, ma
uno dei capisaldi della critica musicale di ogni evidentemente non Welch, che ci sguazza e – anzi – scrive libri, dischi (anche
tempo. solisti), ha un’etichetta e sembra passarsela benone. Se non v’infastidisce
DANIELE FERRIERO una dose di santità che manco nella discografia degli Stryper, e siete fan della
band, potrebbe essere una buona lettura. Interessante, se non altro, a livello
84/100
antropologico.
ANDREA VALENTINI
60/100

108 | RUMOREMAG.COM
LETTURE EXTRA ESTATE 2018

SILVIO BERNELLI
IL BIOGRAFO DI BOTTO & BRUNO
EFFIGIE

"A Botto & Bruno per l’uso raffinato delle tecnologie


d’ambito fotografico che evoca in chiave lirica una visione
critica della città industriale”, recita la motivazione di
uno dei premi conseguiti dal duo artistico torinese, il
Suzzara. A parlare in prima persona e stilarne la biografia
romanzata, in bilico tra realtà e fantasia, è il narratore,
Max Attardi. Anch’esso torinese, racconta la storia di
un’amicizia a tre, del “sodalizio asimmetrico” tra lui,
Roberta Bruno e Gianfranco Botto, nato tra i banchi
dell’Accademia delle Belle Arti. Duo in arte e coppia nella
vita; di cui la voce narrante ripercorre le fasi salienti, tra le fatiche quotidiane
nella bottega di restauro, una casa/laboratorio da inventarsi, la passione che
li induce a continuare a produrre arte, fino a unirli sotto un’unica ragione
sociale. Poi le personali, i successi, sino alla partecipazione alla Biennale di
Venezia. I ricordi di Attardi s’intrecciano ai loro in una danza, tra riferimenti
musicali, pittorici, cinematografici e artistici in genere, come in un flusso di
coscienza che lascia con il fiato sospeso.
BARBARA SANTI
70/100

JAMES GLEICK
VIAGGI NEL TEMPO
JESMYN WARD CODICE
SALVARE LE OSSA
NN EDITORE
L’autore è tra i principali divulgatori scientifici del
contemporaneo. Con il suo Caos ha dato in pasto al
Wetlands. Terre Bagnate. O Terre Fradice.
grande pubblico la nozione di “effetto farfalla”, offrendo
Il grande estuario del Mississippi è un
nel frattempo un utile bigino di fisica relativa ai sistemi
gigantesco intrico di canali, paludi, foreste
complessi. Ne L’Informazione ha approfondito il concetto
di palme e alligatori che s’insinua fino in
in sé, ragionando sulle premesse ed esplicitando gli esiti
Louisiana. Bayou, il nome creolo delle
dell’overdose informativa che tutti oggi sperimentiamo,
Wetlands, vuol dire appunto “tortuoso”.
tra i media vari e nel quotidiano. Ha persino scritto una
Jesmyn Ward – 40 anni appena, una cattedra
biografia dedicata a R. Feynman. Ora, con Viaggi Nel
di scrittura creativa alla Tulane University
Tempo, rilancia la sfida occupandosi di... quello che bene immaginate. La
e due National Book Award all'attivo, prima
prospettiva, questa volta, è ancora più popolare del solito. Anzi, puramente
donna a raggiungere il traguardo che già
pop. Partendo infatti dai libri di H.G. Wells, l’autore parla di crononauti
fu di Faulkner, Cheever, Bellow e Updike -
intervallando il discorso con riferimenti di ogni tipo, si tratti di Terminator,
viene da lì. Da un Sud deprivato, umido e
R.Heinlein, Proust, Joyce, William Gibson con Inverso, La Jetée di C. Marker,
rurale, dove "la vita stessa è un uragano".
Interstellar, Martin Amis e via di questo passo. Ne risulta un libro che tratta
E lì era nell'agosto del 2005 quando arrivò
spesso e volentieri di letteratura e fantascienza prima di arrivare ai consueti,
la devastazione di Katrina: "Per i due anni
bellissimi, tratti di divulgazione scientifica.
successivi non sono riuscita a scrivere - dice
DANIELE FERRIERO
-, quel trauma mi aveva tolto ogni voce. Poi,
la superficialità con cui sono stati trattati i 71/100
sopravvissuti ha incendiato una nuova furia
in me. Sono tornata a raccontare storie,
le loro storie. Da allora non mi sono più
fermata". Primo capitolo della Trilogia di
Bois Sauvage, Salvare Le Ossa mette in scena PIERPAOLO VETTORI
proprio il tempo carico e sospeso dell'attesa LANTERNA PER ILLUSIONISTI
dell'uragano. Nell'avvallamento del bayou BOMPIANI
chiamato la Fossa, un quartiere per poveri
fatto di baracche, rottami e vegetazione Per il suo quarto romanzo lo scrittore torinese accantona
marcescente, Esch Batiste, i suoi tre fratelli, il per un attimo le cornici gotiche di opere come Le Sorelle
padre alcolizzato e il pitbull da combattimento Soffici. Inevitabilmente forse, visto lo scenario di fondo:
China aspettano il disastro armati di ramen poco o nessuno spazio alla fantasia lasciavano gli anni
e brocche d'acqua sporca. Esch ha solo 15 30 di una Germania dove i busti di Hitler lentamente
anni, un figlio in arrivo e la vaga conoscenza rimpiazzavano quelli di Goethe nelle scuole. Quelle
del mondo appresa dalla lettura del mito di frequentate da Hans, giovane adolescente tedesco che
Medea e dal sesso occasionale con gli amici in un solo pomeriggio incontra i tre cardini della sua
dei fratelli. Ma il suo racconto è lucido, lo adolescenza. Max, ragazzo figlio di un'agiata famiglia
sguardo inesorabile, le parole cariche di carne, ebrea che lo prenderà sotto la sua ala, la sorella Kitty oggetto del più classico
desiderio, dolore. Jesmyn Ward è bravissima dei primi amori e soprattutto il jazz. Elemento di connessione di un racconto
a creare una lingua che gronda sangue, ma che, dalla dolcezza, precipita nei toni crudi della tragedia di vite straziate
tende sempre alla rarefazione lirica. Ad abitare dai passi in avanti di un nazismo che ribalterà per sempre ruoli, gerarchie
l'ombra "fra l'idea e la realtà, fra il movimento e abitudini. Con la scelta eccellente di narrarle attraverso le parole di
e l'atto" che tanto piaceva a Eliot. A darle una Hans, ancora troppo giovane per capire le contraddizioni fra il frequentare
nuova vischiosa consistenza. manifestazioni naziste e amicizia e amore per i due, quasi proiettando su di
CLAUDIA BONADONNA
lui la scelta di una nazione di guardare dall'altra parte.
FRANCESCO VIGNANI
84/100
78/100

RUMOREMAG.COM | 109
FUMETTI ESTATE 2018

COLVILLE
DI STEVEN GILBERT
COCONINO PRESS

Opera iconica di un maestro del fumetto contemporaneo,


Le storie nere dalla provincia hanno sempre un fascino
particolare: quotidianità e abitudine che si lacerano tra
delinquenza annoiata e sfogo illegale, una tradizione
dura a morire che mostra quanto il male sia a portata di
sguardo. Negli ultimi tempi siamo passati dal Canada di
Jeff Lemire con Niente Da Perdere all’Alabama di Jason
Aaron con Southern Bastards, per ritornare in Canada
con questo Colville: tre opere diverse ma comuni per
spirito ed efficacia, in cui le piccole cose diventano troppo grandi per essere
contenute. I personaggi di Gilbert, che cesella un bianco e nero profondo
e feroce, sono sull’orlo dell’oblio, annientati tra perversioni e mancanza di
stimoli, incapaci di redenzione o semplicemente non abbastanza fortunati per
farcela. C’è molto Charles Burns – oltre a una buona dose di Twin Peaks – in
questa storia, dove la sconfitta è perenne e la vita troppo stretta per fluire
senza implodere, lasciando a terra giovani inerti e sogni infranti.
STEFANO FANTI
LOOP 75/100
DI SIMON STǺLENHAG
MONDADORI INK

Il lavoro dello svedesissimo autore sembra


provenire dalle stesse sfere celesti da
cui muoveva Syd Mead. Entrambi sono THE WICKED + THE DIVINE VOL.3
visionari, concept artists, progettisti di DI K. GILLEN, J. McKELVIE, M. WILSON
mondi che procedono per immagini ed BAO PUBLISHING
estetica, affrancandosi dalla realtà con un
agile balzo dell’immaginazione. Simon, in Se finora abbiamo promosso con riserva questa serie
particolare, la nutre a partire dai residuati Image, aspettando di capire quale strada avrebbe preso,
della cultura pop. Come altri prima di lui, arrivati al terzo volume – praticamente immobile in
in questo eterno presente fantasmatico quanto a trama ma con una focalizzazione maggiore sui
che viviamo, si è abbeverato alle fonti personaggi – possiamo dire che l’attesa sta diventando
dell’hauntology per creare la sua opera. uno spreco di tempo. Sia chiaro: artisticamente
Che è bizzarramente malinconica, ricolma l’opera è di alto livello con gli ammirevoli disegni di
di assenza e fantasmi, spesso incline a McKelvie (e di altri validi artisti in questo volume) e
descrivere un mondo inquietante che traduce una caratterizzazione riuscita, inoltre lo scontro tra
i panorami metamorfici de L’Europa Dopo contemporaneità estrema (i social e tutto ciò che gli gira
La Pioggia di Max Ernst con l’iperrealismo di intorno) e mitologia (Dei sulla Terra in battaglia tra loro) è potenzialmente
Norman Rockwell. Infradiciando però il tutto un bomba (anche se Terry Moore fece di meglio con Rachel Rising), ma
a forza di dinosauri, fantascienza vintage e il risultato è talvolta frustrante per vacuità. Probabilmente ci attende
macchine decrepite abbandonate tra i campi. un’accelerata della trama e una definizione maggiore della narrazione, ma
Spesso si tratta infatti di testimoniare scene abbiamo voglia di aspettare ancora? Riusciremo a vedere il tutto come puro
di campagna o avamposti urbani dispersi divertissement e basta? Il prossimo volume sarà senza dubbio quello del
all’orizzonte, dove sopravvivono elementi dentro o fuori.
perturbanti e provenienti da una dimensione STEFANO FANTI
alternativa, spostata solo un poco più in là 60/100
dalla norma. Quanto è nato come illustrazione
spicciola, per quanto elaborata a furia di un
digitale che assomiglia ad acquerello e pittura
ad olio, è poi diventato in un secondo tempo
la base concettuale dal quale germinare un
vero e proprio universo narrativo: un’opera
MOTOR GIRL
DI TERRY MOORE
anomala di speculative fiction. È a questo BAO PUBLISHING
punto che l’autore ha creato un nucleo di
storie che popola i suoi quadri: racconti L’arte di Terry Moore ha un’aura di incantesimo fiabesco
sparsi, personaggi, compagnie; in pratica, un qualsiasi sia il tema della storia: che sia più in salsa
universo condiviso. In questa maniera Loop fantascientifica come questo Motor Girl o Echo o a tinte
è diventato un’opera inedita, che rasenta a horror come Rachel Rising (Strangers In Paradise è un
tratti i lidi del racconto coming-of-age (tra discorso a sé stante), incantesimo che però non intacca la
Stephen King e Stranger Things), l’artbook natura profondamente umana delle sue opere. La vicenda
puro e l’ipotesi ucronica e fantascientifica qui narra un frammento della vita di Samantha, reduce
fatta e finita. Il revenant nella macchina, un da un trauma parecchio pesante avvenuto in guerra, tra
retrofuturo da gustare. In attesa del seguito. l’isolamento dello sfasciacarrozze in mezzo al deserto
Una meraviglia. dove vive e le complesse dinamiche interiori che la animano. Mike il gorilla
DANIELE FERRIERO e due fanciulleschi extraterrestri si scontrano con una realtà fatta di soldi e
81/100 secondi fini, in un quadro su più livelli che porterà la bella Sam al punto di
svolta. Leggera ma profonda, fantasiosa ma toccante, questa nuova opera
di Moore ha tutto del suo autore e non fa retrocedere di un passo la sua arte
così magicamente personale e allo stesso tempo universale.
Una vera e propria certezza.
STEFANO FANTI
75/100

110 | RUMOREMAG.COM
FUMETTI POSTER-I DI ALESSANDRO BARONCIANI
DAL VIVO BEACHES BREW

Beaches Brew
Partiamo da un assunto semplice: La ricerca di nuove strade che
il Beaches Brew - un evento prima incrociano generi e suoni, facendo
ancora che un festival - non può essere assumere alla gente del Beaches
raccontato. È una di quelle situazioni in Brew il ruolo di educatori oltre che
cui vale solo esserci. Non perché conti il di intrattenitori, secondo la dottrina
presenzialismo fine a se stesso e la tacca mcluhaniana dell’edutainment, da
virtuale sul proprio curriculum, anzi, queste parti fatta propria più che in
tutto il contrario, considerato il contesto ogni altro luogo. E così se le conferme
dove si mescolano – metaforicamente arrivano dal funk bianco di marca
e non – costumi da bagno e abiti A Certain Ratio degli Omni, dalla
in lungo, infradito e tacchi alti. La wave scura degli Havah, dalla deriva
bellezza dell’insieme sta soprattutto hardcore chicana degli irresistibili
in quel flusso di energia positiva che Downtown Boys e da uno scatenato
la musica crea e che lo spazio tra ancorché tenerissimo Ezra Furman,
dune, sabbia e mare fa rimbalzare le sorprese non mancano a cercarle
in circolo senza alcuna soluzione di soprattutto là dove latita il suono delle
continuità, originando dieci, cento, HANA-BI, MARINA DI RAVENNA chitarre. Che detto da uno che ha la
mille particolari che ognuno vede e 4-7 GIUGNO 2018 chitarra avvinghiata al cervello non è
sente come vuol vedere e sentire. Cose roba di poco conto. Accanto ai Comet
che vanno vissute per essere comprese, Is Coming (tastiere, batteria e sax), su
situazioni che sbucano fuori da ogni un immaginario podio a quattro posti
angolo e che ancora oggi, a sette anni di salgono l’anglonigeriana Flohio che
distanza dalla prima volta, sorprendono traduce in metriche e linguaggio hip
i veterani e sbalordiscono i neofiti. hop il medesimo entusiasmo hardcore
Come quel palco ammirato da dietro, generato dai Downtown Boys la sera
in piedi sopra la duna di sabbia, che si prima, il r&b ispirato da voce e violino di
specchia dritto nell’acqua dove i ragazzi Sudan Archives e il funk psichedelico dei
si tuffano mentre i Comet Is Coming texani Khruangbin, un bizzarro flusso
tirano letteralmente giù tutto. Un set di immaginario, sonoro e ritmico prossimo
strepitosa funkadelia cosmica il loro, che al porno newyorchese dei 70’s (non so
azzera le distanze tra passato, presente e bene cosa significhi ma questo mi viene
futuro e dà un senso di vittoria tangibile in mente) in cui una volta entrati non si
alla scommessa con cui quest’anno la esce più.
macchina del festival si è messa in gioco.

TESTO DI ARTURO COMPAGNONI – FOTO DI FRANCESCA SARA CAULI

112 | RUMOREMAG.COM
DAL VIVO IN ARRIVO

Se avete comprato “Rumore” di giugno vi sarete studiati lo speciale festival per organizzare la vostra estate. Ma l’estate non
è fatta solo di festival, la nostra penisola è disseminata di piccoli eventi e concerti che troverete in questa pagina, poiché
spesso valgono tanto quanto i grandi eventi, se non di più. Soprattutto se si svolgono in luoghi unici come il Castello
De’ Monti a Corigliano D’Otranto o la Corte Degli Agostiniani a Rimini. Luoghi (non solo questi due nello specifico) che
andrebbero sfruttati maggiormente in tutta Italia e che valorizzerebbero l’offerta turistica e culturale.

A CURA DI LUCA DOLDI

3/4 LUGLIO 4/5 LUGLIO


CURTIS HARDING GODSPEED YOU! BLACK EMPEROR
BOLOGNA / CORIGLIANO D’OTRANTO (LE) MAGNOLIA (MILANO) / VILLA ADA (ROMA)
Se si parla di soul nel 2018 è perché ci sono artisti come Già da soli i GY!BE sono una band da non perdere, ma
Curtis Harding. Vederlo in un luogo come il Castello de’ quando insieme a loro ci sono anche i This Will Destroy
Monti, poi, sarà un’esperienza indimenticabile. You, come a Villa Ada, l'evento diventa imprescindibile.

10 LUGLIO 11 LUGLIO
PREOCCUPATIONS ALBERT HAMMOND JR
HANA-BI (RAVENNA) MAGNOLIA (MILANO)
I Preoccupations in spiaggia sono un ossimoro vivente, "I just wanted to be one of the Strokes", dice Alex Turner
perché in spiaggia ci si va per dimenticarsi delle in apertura dell’ultimo Artic Monkeys: vi consiglio di non
preoccupazioni. Ma fossi in voi non li perderei gratis. perdervi una colonna della band di New York.

16 LUGLIO 17 LUGLIO
SON LUX JUSTICE + MGMT
EREMO CLUB (MOLFETTA - BA) MILANO SUMMER FESTIVAL
Son Lux vuol dire performance live di altissimo livello, dove Due pesi massimi nei loro rispettivi generi e due live set
elettronica e strumenti convivono alla perfezione e creano da fuoriclasse. Justice e MGMT nella stessa serata faranno
insieme qualcosa di unico. saltare in aria l’ippodromo di Milano.

18 LUGLIO 18/19 LUGLIO


ANDERSON .PAAK & THE FREE NATIONALS BENJAMIN CLEMENTINE
CARROPONTE (MILANO) ARENA SANTA GIULIANA (PERUGIA) / MAGNOLIA (MILANO)
Sì è parlato tanto di Childish Gambino negli ultimi tempi, La magia del piano e della voce di Clementine, la sua
ma anche Anderson .Paak non è da meno, questo è uno di personalità strabordante sul palco. Fra teatralità e
quei concerti che capitano una volta nella vita. vocalizzi, Benjamin vi accompagnerà nel suo mondo.

23 LUGLIO 30/31 LUGLIO


FATOUMATA DIAWARA ANNA CALVI
CARROPONTE (MILANO) GARDONE RIVIERA (BS) / CORTE DEGLI AGOSTINIANI (RIMINI)
Per una sera sarete trasportati in Africa, precisamente in Ad Anna Calvi sono riservati due luoghi unici che saprà
Mali. Fatoumata vi trascinerà con la sua musica e con la sua valorizzare con il suo indie rock cantautorale, regalando al
presenza, non riuscirete a stare fermi. pubblico due serate davvero speciali.

13/14/15 AGOSTO 22 AGOSTO


UNSANE NICK MURPHY
PISA / CARAMAGNA (CN) / BOLOGNA MAGNOLIA (MILANO)
Una band che sul palco scarica una potenza impressionan- Il fu Chet Faker in Italia per un’unica data in piena
te, pur essendo “solo” un trio. Approfittate di queste date estate. Per chi rimarrà in città è un regalo che non si può
fuori dai soliti giri per farvi investire dagli Unsane. rifiutare: vi rinfrescherà come una bagno nel mare.

RUMOREMAG.COM | 113
A CURA DI
BANDALARGA A COSA SERVE LA MUSICA? S ERG IO MES S IN A
letto ri@sergio m essina . c om

A cosa serve
la musica?
Della buona musica ho sempre Quando ero guaglione pure c'era segno evidente che perfino nel 2018,
apprezzato due aspetti, separati e della musica pesante: In The Court da qualche parte nel mondo, il punk
distinti ma ugualmente importanti. Of The Crimson King non è un album sta facendo egregiamente il suo lavoro.
Innanzitutto come suona, cosa dice, ascoltabile a volume basso. Già quel
come mi fa stare, quanta voglia ho di suono diceva molto di un teenager che Si potrebbe pensare che oramai in
riascoltarla. E poi a cosa serve, che l'ascoltava: non è un caso che la prima Italia questo meccanismo non funzioni
funzione ha, quali sono i suoi effetti volta che mia madre si lamentò per la più tanto bene. Specialmente per i
sul mondo. Che non è un aspetto qualità della musica fu con quel disco. genitori che ci sono passati a loro
secondario, a meno che tu non sia un Per me quindicenne fu un'enorme volta. Come ci si regola con un padre
fan di Jamiroquai (che purtroppo sono soddisfazione: non solo i King che era punk? Con una professoressa
tra noi). Ma perfino per quelli di Taylor Crimson erano fantastici, ma il loro che andava ai rave? E con la mamma
Swift questo lato è rilevante. Figurarsi suono agli adulti sembrava rumore. cool che ha visto dal vivo sia i Clash
per chi ama generi più estremi: uno Io avevo già altri strumenti coi quali che i Nirvana? Semplicissimo: basta
dei (nobilissimi) motivi per cui il irritarli. I capelli, che mi hanno Young Signorino. Da quando è
metal, in tutte le sue forme, è stato creato problemi con gli insegnanti a emerso, ha catalizzato l'attenzione
così importante nelle province meno scuola, e poi anche con mia madre, di moltissimi miei coetanei, con un
battute d'Europa, è perché svolgeva la quale li giudicava prima troppo risultato esilarante: gente perfino
bene la sua funzione: mandare un lunghi, e poi troppo strani. Il vestiario, sensata che scrive lunghi post per
messaggio chiaro a tutti. Alla scuola, che compero usato dall'inizio del argomentare puntigliosamente quanto
la famiglia, gli amici d'infanzia, il liceo, con profondo orrore della mia faccia schifo, sia irritante, brutto,
vicinato, la polizia locale: io sono famiglia. Intorno ai 18 incontro il tatuato male, vestito peggio, drogato,
diverso da voi. In questa dinamica punk. Del quale la musica mi piaceva strafottente, forse perfino illecito.
c'è un risvolto importante, quello ma l'attitudine, lo stile, il messaggio Madri che chiedono disperatamente
generazionale. I nuovi generi servono e l'effetto sul mondo mi sembravano aiuto su Facebook: "Oddio, mio figlio
da spartiacque: se ti piacciono, li meravigliosi. Le mie prime sortite ascolta la trap". Dotti articoli della
capisci e ne capisci il senso, allora punk ottennero un effetto strabiliante: serie "Dove andremo a finire". Tutto
appartieni a una generazione; grida per la strada, scompiglio tra gli perfetto, tutto proprio esattamente
altrimenti no. È stato così per il amici, perplessità della polizia. Quello come allora: insofferenza, miopia,
jazz, il rock'n'roll, il punk, il grunge, stile irritava assai, proprio come i senilità. E di botto un pezzo di una
house & techno, ecc. E chi non coglie, "capelloni" disturbavano la quiete generazione, la mia e quelle intorno, si
talvolta per motivi di età, ha sempre delle città italiane negli anni 60. Oggi trasforma nel clone della loro mamma,
le stesse reazioni: sufficienza, ridicolo, lo sappiamo: mentre la moda domani nella voce di mia nonna: "Questa è
irritazione, riduzione di fenomeni passa, gli stili si accumulano. Essere immondizia: vuoi mettere ai miei
culturali a "mode", insofferenza verso punk oggi naturalmente ha un senso tempi?" Delizioso e davvero perfetto:
l'aspetto, il linguaggio, il suono della completamente diverso. In Italia. In bravo Signorino. La tua musica non mi
musica, i temi trattati. Sempre uguale, Thailandia i punk li rastrellano, li interessa, ma di tutto il resto sono un
da quando esiste la Cultura Pop. tosano a zero e gli fanno la predica, grande fan.

114 | RUMOREMAG.COM
V edizione
1-12 agosto 2018
melpignano (LE)

29 luglio @ kum beach club - roca (le) start 21.00 FREE ENTRY

official preview with go dugong


1 - 5 AGOSTO @ Parco della Pace start 21.30 FREE ENTRY

mondovisioni i documentari di
AN INSIGNIFICANT MAN - India 1/8 BOUNDLESS SKA PROJECT
BOILING POINT - Finlandia 2/8 LE SCIMMIE SULLA LUNA
JAHA’S PROMISE - Gambia 3/8 CRISTIANA VERARDO
ENTRE OS HOMENS DE BEM - Brasile 4/8 FLOAT A FLOW
STRANGER IN PARADISE - Paesi Bassi 5/8 NO FINGER NAILS
Installazioni di PRAVDA ART COLLECTIVE Esposizione di ROBERTO GENTILI
Inaugurazione opera murale a cura di CHEKOS ART

8 AGOSTO @ Piazza S. Giorgio start 22.00

THE ZEN CIRCUS + i botanici


9 AGOSTO @ Ex Convento degli Agostiniani start 22.00
WU MING CONTINGENT +
In “LA TERAPIA DEL FULMINE”
(Reading-concerto su elettroshock e follia
a quarant'anni dalla Legge Basaglia)

11 AGOSTO @ Ex Convento degli Agostiniani start 22.00


NINOS DU BRAsIL + yAKAMOTO KOTZUGA + INUDE dj set

12 AGOSTO @ Ex Convento degli Agostiniani start 22.00


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GAGLIARDI E DOMKE
DIEGO BALLANI

.
I TA L I A
S OT T E R R A N E A
C L A S S I C I DA S CO P R I R E
PRIMA PARTE: ANNI 60 E 70

SUPPLEMENTO AL NUMERO 318 / 319


(LUGLIO / AGOSTO 2018)
DEL MENSILE RUMORE
Volume 4
50 + 50 ITALIA SOTTERRANEA - PRIMA PARTE
LE GUIDE PRATICHE DI RUMORE

6 P REFAZ I ONE

9 50 + 50: I DI SCHI

6 3 EX T R A: GLI A LT RI 50

77 B IB LI OGRA FI A

50 + 50 ITALIA SOTTERRANEA - PRIMA PARTE


è un supplemento al numero 318/319 (Luglio/Agosto 2018) del mensile RUMORE
Autorizzazione del tribunale di Torino n. 21 del 25/07/2013

PER RUMORE:
Direttore responsabile: Marco De Crescenzo
Direttore editoriale: Rossano Lo Mele
Coordinamento redazionale: Alessandro Besselva Averame
Direttore artistico: Stefano Manzi

PER LA GUIDA:
Concept: Rossano Lo Mele
Progetto grafico: Stefano Manzi
Prestampa: Michela Marcelli
Editing: Alessandro Besselva Averame
Copertina: Steuso, 2018

DIEGO BALLANI (La Spezia, 1973) è stato redattore e collaboratore di numerosi magazine musicali
come “Freak Out”, “Zero”, “MusicBoom”, “SentireAscoltare”, “Sottoterra”. Da circa 12 anni scrive per
“Rumore”, per il quale ha curato tre guide (Guida Pratica Agli Smiths, 50x00 e 50x50 Dischi Live).
Nel 2013 Arcana ha pubblicato il suo libro The Smiths. A Murderous Desire.
“Per dire come eravamo messi in quanto a musica”, scrive Cesare
Rizzi nell’appendice del libro La Nascita Del Nuovo Rock, “il singolo
più venduto del 1965 fu Il Silenzio, con la tromba di Nini Rosso”.
Sono passati oltre 50 anni e la tentazione di pensare alla musica
P R EFAZ IO NE
italiana come a una realtà liminare, che vivacchia con logiche
autoctone nell’indifferenza del resto del globo, è sempre forte.
Tranquillizziamoci, non era così un tempo e probabilmente non lo è
oggi. Oggi come allora le cose accadono. Che poi le migliori e le più
originali scaturiscano dalle interpretazioni “sbagliate” di intuizioni
altrui non fa che rendere il tutto ancora più interessante.

Provate a pensare cosa sarebbe stata la scuola genovese senza i chansonnier francesi o i
cantautori barbuti con l’acustica senza Dylan e Cohen. E ancora, i nostri “urlatori”, in forme più
o meno rassicuranti, sarebbero esistiti senza i rocker americani? Questo solo per dire che, anche
prima dell’arrivo del “bitt” (secondo una celebre definizione di Bertoncelli), c’era chi si ribellava ai
codici consunti della canzonetta, al retaggio operistico di melismi e alla dittatura del bel canto.
Poi, però, arrivarono “i complessi” e iniziò tutta un’altra storia. Quella di giovani che sull’onda dei
successi di Equipe 84 e Nomadi, del mito del Piper e degli inarrivabili idoli inglesi, maturava la
consapevolezza di far parte di una cultura differente da quella dei propri genitori. Un nuovo sistema
valoriale improntato al “qui e ora”, per la prima volta al centro di riviste e trasmissioni radiofoniche
e televisive che ne celebravano la solare stravaganza.

Fu un fenomeno pervasivo, per quanto ruspante. La tendenza di noi Italiani a concentrarci sugli
aspetti più folkloristici di Merseybeat e garage rock generò una pletora di band dal look e nomi
suggestivi, che pur armeggiando in modo più o meno impacciato con chitarre ed effetti non
avrebbero visto di cattivo occhio il palco dell’Ariston. In mezzo al ribellismo di maniera e alle
decine di cover raffazzonate iniziava tuttavia a serpeggiare subdolamente l’idea che quello a cui si
stava assistendo non fosse solo intrattenimento, ma la manifestazione di un comune sentire che
legava persone della stessa generazione, indipendentemente da luogo di nascita ed estrazione
sociale. Una sensibilità che se correttamente canalizzata avrebbe potuto condurre a qualcosa
di più grande, a un futuro meno grigio di quello toccato ai rispettivi padri. Stava nascendo quel
circuito alternativo che avrebbe svolto un ruolo cruciale negli anni della Controcultura. Già verso
la fine del decennio, parallelamente all’abbattimento delle rigide strutture dei brani, i ragazzi dello
Stivale fantasticavano di pace e amore, con l’ottimismo di chi si sentiva pronto a entrare nell’Era
dell’Acquario. Ciò che sarebbe stato difficile prevedere, almeno fino alla strage di Piazza Fontana,
era come quello italiano fosse destinato a diventare uno degli scenari politici più complessi dello
scacchiere occidentale.

La specificità degli anni 70 italiani in larga parte sta proprio qui. Nel modo in cui la politica ha
saputo insinuarsi negli anfratti più insospettabili della cultura pop. L’acuirsi del conflitto sociale e
la successiva scissione fra i gruppi politici e un movimento giovanile consapevole e creativo creò il
contesto ideale per lo sviluppo del rock progressivo. Un genere che per la prima parte del decennio
avrebbe monopolizzato il panorama musicale della penisola. Il “Pop italiano” (come allora veniva
comunemente chiamato) prendeva le mosse dal rock sinfonico inglese, dalla scuola di Canterbury e
dal jazz rock, ma a differenza dei cugini anglosassoni, attecchiti per lo più nelle scuole d’arte e negli
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strati borghesi, si diffuse in modo molto più capillare, spinto da singolari condizioni politico sociali.
A questo si aggiunga la situazione di relativo isolamento vissuta dal nostro paese a causa del
clima politico incendiario, da cui gli artisti stranieri si tennero lontani per buona parte degli
anni 70. Dovremmo così avere un’idea di come l’ecosistema musicale italiano fosse ideale per
la proliferazione di specie del tutto peculiari. “Pop italiano” divenne un termine passe-partout
per definire una musica dalle velleità artistiche, che poteva contaminarsi con la tradizione
folkloristiche più antiche e con le forme più estreme di rock, con l’avanguardia neoclassica e
il minimalismo più radicale, producendo stili sempre nuovi in cui l’anima mediterranea restava
comunque ben impressa in superficie. Sono gli anni della Controcultura e dei festival itineranti,
un periodo straordinario da punto di vista della ricerca musicale e di quella umana che avrà come
output la nascita di spazi di ricreazione e confronto senza precedenti. Culturalmente furono anni
di grande fermento e sperimentazione, in cui si pensava, forse ingenuamente, che anche da parte
degli strati popolari fosse necessario confrontarsi con linguaggi “complessi”. Un periodo destinato
tuttavia a lasciare spazio a forme espressive sempre più intransigenti, in concomitanza con la
radicalizzazione del confronto politico e la conseguente fine delle utopie comunitarie della prima
parte del decennio.

Nel ’76, parallelamente alla “crisi della militanza”, la fine del movimento era già in fase conclamata.
C’è una data simbolica a tal proposito: il 29 giugno 1976, l’ultimo giorno della sesta festa del
Proletariato Giovanile al Parco Lambro di Milano. In quell’occasione
il movimento appariva lacerato e incapace di ricomporre le proprie contraddizioni interne. Fu un
traumatico risveglio, al termine del quale l’idea dei grandi raduni collettivi, dei dibattiti e della
musica prog che ne aveva rappresentato la colonna sonora, apparve improvvisamente obsoleta.
Lo slogan “il personale è politico” sanciva il rompete le righe all’interno della galassia alternativa,
fra le maglie della quale si stava già imponendo una nuova sensibilità: una specie di cinica e
disperata ironia, che non avrebbe risparmiato sberleffi alle gerarchie che avevano dominato fino a
quel momento l’arco rivoluzionario. Sono gli ultimi fuochi di un’avanguardia sempre più impegnata
nella destrutturazione dei linguaggi espressivi, e di una nuova generazione smarrita che guarderà
con simpatia a forme musicali più dirette, come la disco, o provocatorie, come il punk.

Una storia così intensa non poteva che lasciare in eredità un patrimonio vastissimo di oscuri
capolavori, progetti visionari e amene curiosità che meritava di essere scandagliato con le modalità
ormai note ai lettori di “Rumore”. Ovvero privilegiando album di culto talvolta dimenticati che oggi
vengono riscoperti da appassionati di tutto il mondo, attratti da quella che il tempo ha trasformato
in una patina affascinante ed esoterica.

Buona Lettura!
Diego Ballani

PS: Ancora una volta il mio ringraziamento va a Rossano Lo Mele per avermi coinvolto in questo
progetto e ad Alessandro Besselva Averame per l’attento lavoro di editing. Fondamentale è stato
poi il confronto e il consiglio di amici come Carlo Bordone, Salvatore “Ursus” D’Urso, Gian Paolo
Ragnoli, Diego Sanlazzaro e Claudio Sorge. A tutti loro va il mio grazie sincero.

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I CINQUANTA DISCHI
AA.VV. 60’s Beat Italiano Vol. 1 1989

AA.VV.
60’s Beat Italiano Vol. 1
DIRECT HITS, 1989 / GET HIP, 1997

F
ra il ’66 e il ‘68 il beat raggiunge le province più remote dello Stivale. I gruppi che lo
suonano hanno nomi fantasiosi e look bizzarri, i residui regionalisti si confondono con
il vagheggiamento di un background angloamericano che spesso si limita ai Beatles e
agli Stones. Per l’Italia si tratta del primo fenomeno giovanile di massa, documentato in
una infinita scia di 45 giri tramandati fin qui da raccolte che, sulle orme di Nuggets e Pebbles, vanno
alla ricerca delle gemme nascoste del “bitt”. Paradossalmente è l’americana Direct Hits a dare inizio
alla riscoperta del nostro patrimonio nazionale, con questa storica raccolta che, grattando appena
la superficie, lascia affiorare il lato più selvaggio e sovversivo del movimento. Emergono così piccoli
oggetti di culto locali come i fiorentini Chewing Gum, straordinari autori di uno dei rari esempi di
freakbeat nostrano (Senti Questa Chitarra) o i sardi Barrittas, che con Dusu Amigusu portavano a
segno il più riuscito esperimento di garage dialettale. Dal Merseybeat angolare dei Noi Tre, all’acida
rilettura di Evil Hearted You operata dai Jaguars, passando per la Somebody To Love dei Jefferson
Airplane trasformata dai baresi Hugu Tugu nell’ululato proto punk Fino A Ieri, è tutto un trionfo di
fuzz arcigni e pastiche psichedelici. Il pregio maggiore della raccolta però consiste nel recupero di
due delle più grandi cult songs che il bitt abbia prodotto. La prima è La Quindicesima Frustata dei
milanesi New Dada: un rhythm’n’blues sadomaso, dall’acre odore di pelle e vinile. Con Atto Di Forza
N.10 dei torinesi I Ragazzi Del Sole, invece, si sconfina nel mito. Non tanto per l’aggressività del
pezzo (che ai tempi si guadagnò la censura di Mamma RAI), ma perché in quella cinica descrizione
di scontri fra gang rivali c’è una lucidità nel raccontare lo scontro generazionale che non ha nulla
da invidiare ai cugini anglofoni.

Un brano: I Ragazzi Del Sole – Atto Di Forza n.10

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1973 AKTUALA Aktuala

AKTUALA
AKTUALA
BLA BLA, 1973/2015

P
iù che un gruppo musicale, gli Aktuala sono stati il simbolo di un’idea di libertà e
autodeterminazione che nella prima metà degli anni 70 trovava ancora spazio fra le frange
più utopiste del movimento giovanile. Un’esperienza che ebbe inizio come semplice trio
jazz (gli Aktuala Trio) composto dall’armonicista Walter Maioli, dal percussionista Lino
“Capra” Vaccina e dal chitarrista Antonio Cerantola. Dalle rispettive ricerche in campo etnomusicale
prese piede un progetto che professava l’unione delle culture attraverso un suono in grado di fondere
espressioni africane, indiane e mediorientali con uno stile di vita comunitario ed eticamente rigoroso.
Nel ’72 gli Aktuala erano una comune stanziata in via Ripamonti a Milano, solita esibirsi al di fuori dei
circuiti pop. Per lo più stendevano i loro tappeti nelle vie o nelle piazze cittadine, dove, fra una session
improvvisata e un tè offerto ai passanti, venivano abbattute le barriere che separavano i musicisti dal
pubblico. Allo stesso modo, il primo album del collettivo non mostrava tracce di virtuosismo. Aktuala
usciva nel ’73 per la Bla Bla di Pino Massara, e subito apparve come un’opera con cui era impossibile
non confrontarsi; anche a costo di denigrare la musica del gruppo, come fece Demetrio Stratos quando
definì i suoi membri “suonatori di pifferi”, interpretando così il pensiero di una parte del Movimento. In
realtà furono in molti a restare affascinati da quelle meditazioni che recuperavano le radici misteriche
della musica folklorica. Un insieme di mantra dilatati, raga ipnotici, echeggiare di legni e ottoni che,
fondendosi con i suoni della natura e con violenti sprazzi free, assumevano la forma di qualcosa che
stava fra la jam e il rito divinatorio. Un’esperienza vicina a quella della Third Ear Band, cui gli Aktuala
furono sempre accostati. Ma anche un album che azzardava una idea di world music destinata a
trasformarsi velocemente in parodia.

Un brano: When The Light Began

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ALBERGO INTERGALATTICO SPAZIALE Albergo Intergalattico Spaziale 1978

ALBERGO INTERGALATTICO SPAZIALE


Albergo Intergalattico Spaziale
LUGLIO, 1978 / MARKUEE, 2011

S
e intorno alla metà degli anni 70 aveste fatto un giro per Trastevere alla ricerca
di stimoli ludico culturali vi sareste imbattuti nell’Albergo Intergalattico Spaziale,
il locale dell’ex componente dei Giganti Mino Di Martino e di sua moglie Terra Di
Benedetto. Dall’inizio del decennio i due costituivano un’affiatata coppia artistica,
veicolo ideale per le sperimentazioni in odor di kosmische musik di Di Martino, che da tempo
si era addentrato in ascolti minimalisti e appassionato alle composizioni di Steve Reich, La
Monte Young e dell’avanguardia tedesca. Nel ’75, dopo aver preso parte alla tournée del Telaio
Magnetico (il supergruppo formato insieme a Franco Battiato e Juri Camisasca, impegnato in
esibizioni dal vivo costruite su materiale largamente improvvisato) i due mettevano a punto i brani
che una lungimirante EMI avrebbero dovuto pubblicare l’anno successivo. Difficile immaginare
cosa si aspettassero ai piani alti dell’etichetta dall’ex alfiere del “bitt”. Di certo non quei cupi
bordoni elettronici privi di ritmo, su cui la Di Benedetto si lanciava in ieratici esperimenti vocali
soppesando il colore di ogni sillaba e di ogni allitterazione. Oltretutto il disco verteva su esplicite
tematiche ecologiste che metteva in scena con un sound fantascientifico ma tutt’altro che
ottimista, fatto di lividi scenari postatomici e momenti di escapismo cosmico. Alla fine l’album
dell’Albergo Intergalattico Spaziale venne pubblicato privatamente, nel ’78, in un numero limitato
di copie e con note interne in cui Di Martino e Di Benedetto si schieravano contro il Piano
Energetico Nazionale e il previsto potenziamento del comparto nucleare. Musicalmente in quei
due anni era successo di tutto, ma la musica del duo manteneva ancora la sua attualità, forte di
una componente futuristica e distopica che trovava assonanze con il plumbeo clima del post punk
europeo più che col pop italiano di fine ’70.

Un brano: Live Pistoia


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1974 AREA Caution Radiation Area

AREA
Caution Radiation Area
CRAMPS, 1974 / SONY, 2015

I
l disco che fece pronunciare a Franco Maimone, braccio destro di Gianni Sassi alla Cramps,
le immortali parole: “Ragazzi, sono cazzi vostri”. In effetti una band con appena meno
carattere di Stratos e compagni avrebbe rischiato di rimanere travolta da quell’intransigenza
indisponente. L’anno precedente Arbeit Macht Frei aveva fatto degli Area il gruppo del
Movimento, in virtù di un’alchimia unica, del carisma di Demetrio Stratos e della supervisione
artistica di Sassi, sempre attento a fornire ai musicisti il supporto ideologico necessario a spingersi
costantemente oltre. L’entrata in organico di Ares Tavolazzi completava, infine, la formazione storica
della band. A quel punto gli Area erano un ensemble di virtuosi che poteva permettersi di chiudere
l’album con tre minuti e mezzo di sibili elettronici, sbuffi industriali e rumori statici. Lobotomia era
il punto di non ritorno del gruppo in territori noise. Un gesto che segnava il definitivo abbandono
dei lidi del prog. Non che ciò che lo precedeva fosse meno radicale. Ad aprire le danze ci pensava
Cometa Rossa, una versione infuocata del loro jazz etnico che, fra scale orientali e acrobazie di
tastiera, lasciava spazio agli esperimenti vocali di Stratos, lanciato nella versione trasfigurata di un
canto popolare cretese. Subito dopo, introdotto da un rumorismo elettronico sci-fi, ZYG catapultava
l’ascoltatore in un inferno di tempi dispari e improvvisazione free, sparati a velocità vertiginosa e con
precisione struggente. Brujo introduceva qualche elemento fusion, ma poi frustrava l’ascoltatore con
un finale alienante. MIRage? Mirage! spingeva ancora di più sul versante delle elucubrazioni avant-
garde, fra urla e spasmi di musica concreta, cacofonie elettroniche e oasi jazz rock. Infine, Lobotomia
misurava la distanza degli Area dalle band italiane di allora, grazie a un mix di situazionismo,
guerriglia culturale e ostinato rifiuto dei cliché del rock.

Un brano: Cometa Rossa

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AUTOMAT Automat 1978

AUTOMAT
Automat
EMI, 1978/2009

I
‘70 volgevano al termine e, in un’Italia ancora immersa negli anni di piombo, la passione
per la fantascienza e un certo tipo di escapismo futuribile trovavano fertile terreno. In
ambito musicale si immaginava il ventunesimo secolo con un mix kubrikiano di ansia
e mistero, sulle note della disco e del prog più electro oriented, ma anche su quelle di
certa sperimentazione sintetica, praticata negli studi di Milano e Roma. Non stupisce che uno
dei progetti d’ispirazione fantascientifica più curiosi nasca come campagna pubblicitaria per il
sequencer monofonico MCS70, il primo sintetizzatore completamente programmabile ideato
dall’ingegnere Mario Maggi. Maggi chiese all’amico Romano Musumarra, già sotto contratto per
la EMI, di realizzare un album suonato interamente con il suo strumento. Presentato il progetto
all’etichetta, quest’ultima accettò a patto che al lavoro prendesse parte anche Claudio Gizzi.
Automat veniva così diviso fra i due musicisti. Da una parte c’era Gizzi, impegnato con la title
track: una monumentale suite in tre movimenti le cui sonorità spaziali guardavano a Jean Michel
Jarre e ai Kraftwerk con la leggerezza dell’italo disco. Dall’altra Musumarra, il quale diversificava
ritmi e atmosfere con tre brani che passavano dalle fanfare alla Vangelis di Droid (brano che
finirà a sonorizzare decine di spot e sigle dell’epoca) all’ambient cosmica dei Tangerine Dream
(Ultraviolet). Protagonista assoluto era però il sound dell’MCS70, i cui timbri avveniristici ne
avrebbero fatto un successo planetario se dall’altra parte dell’oceano non fosse stato costruito,
quasi in contemporanea, il Prophet 5. Quest’ultimo finì per oscurare completamente il synth
italiano, al punto da convincere Maggi ad abbandonare il progetto. Quello suonato su Automat
rimarrà così l’unico esemplare di MCS70 prodotto, destinato a finire nelle mani di Patrizio Fariselli,
il quale lo utilizzerà su Tic&Tac degli Area.

Un brano: Droid
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1979 BAFFO BANFI Ma, Dolce Vita

BAFFO BANFI
Ma, Dolce Vita
INNOVATIVE COMMUNICATION, 1979/1982

L
a via italiana alla kosmische musik, se mai è esistita, passava dalle parti di personaggi
della galassia progressive come Giuseppe “Baffo” Banfi, che alla metà degli anni 70,
parallelamente all’attività di tastierista per i Biglietto Per L’Inferno, sperimentava con
i primi sintetizzatori programmabili, sempre attento a quello che stava accadendo dalle
parti di Berlino. Nel ’75, durante una tournée in Belgio, Banfi conobbe l’ex Tangerine Dream Klaus
Schulze, il quale avrebbe dovuto produrre il secondo album del Biglietto, Il Tempo Della Semina.
Il fallimento della Trident fece naufragare il progetto, aprendo però alla collaborazione fra i due
musicisti, che portò Banfi alla pubblicazione di tre album per la Innovative Communication, la label
di Schulze. Se sul primo, Galaxy My Dear (1978), a dominare era una ambient fantascientifica e
una narrativa spacey fatta di scenari cosmici minimali, pulsazioni elettroniche e modulazioni di
frequenze che suggerivano l’attraversamento di nebulose lontanissime, sul secondo Ma, Dolce
Vita il discorso si faceva più personale. In brani come Oye Cosmos Va Banfi tratteggiava seducenti
scenari futuribili in cui loop ed effetti si stratificavano su melodie mediterranee di accecante nitore.
Astralunato era cocktail music per aperitivi su Venere; Vino, Donne E Una Tastiera suonava come
Vangelis alle prese con uno spaghetti western e aveva il calore del tramonto osservato da qualche
luna lontana. Un orizzonte ottimista e affascinante il suo, che virava improvvisamente su immaginari
carpenteriani con i 17 minuti di Fantasia Di Un Pianeta Sconosciuto, magniloquente tour de force che
occupava il secondo lato in un crescendo ritmico di assoluta suggestione. Banfi fece ancora in tempo
a pubblicare il successivo Heart (1981) prima dedicarsi interamente alla produzione video. Tornando
sporadicamente sulle scene in veste di musicista, a rivendicare il proprio ruolo di visionario pioniere.

Un brano: Oye Cosmos Va

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GUIDO BOLZONI Happening 1969

GUIDO BOLZONI
Happening
LUV, 1969

A
lla fine degli anni 60 Guido Bolzoni fu fra i pochi in grado di percorrere un sentiero
artistico del tutto personale che non fosse compreso nei circuiti del tardo beat e del
cantautorato tout court. Nativo di Lecco, si era trasferito a Pavia per intraprendere
gli studi di medicina, e all’attività di medico ritornerà una volta abbandonato il
mondo dello spettacolo. L’intelligenza onnivora e la naturale predisposizione alla socialità lo
spinsero a trasformare la propria casa in un laboratorio culturale frequentato da artisti e poeti e
a intraprendere una carriera di musicista che, fra le altre cose, lo avrebbe portato a una tournée
svedese con Dario Fo e a comporre brani per Mina. Nel ’69, prima di diventare il leader del gruppo
pop pavese I Numi, ebbe il tempo di incidere un album diventato negli anni oggetto di culto carbonaro.
Happening usciva per la Luv, l’etichetta personale di Bruno Lauzi, ed era un lavoro diviso fra elegante
musica d’autore e visionarie deviazioni lisergiche. Guidato da una continua tensione poetica e dal
gusto raffinato di Bolzoni, per il quale fare poesia significava mettere in musica scenette pastorali e
vignette allegramente nonsense, l’album nascondeva un asciutto pessimismo interpretato attraverso
gli occhi trasognati dell’artista. Musicalmente consapevole di quello che accadeva fuori dai confini
italiani, in particolare nel mondo anglosassone, Bolzoni affrontava le canzoni come un Dylan
mediterraneo, affastellando citazioni colte con uno stile colloquiale e farsesco che conferiva ai brani
un tocco popolare e naif. Gli arrangiamenti, minimali e spigliati, andavano dal R&B euforicamente
screziato di lounge (quello della canzone che dava il titolo all’album) alle ballate folk ipnotiche e
stralunate (come nel caso della dolcissima Girotondo), a cui organo e flauto donavano un tocco di
caldo esotismo psichedelico.

Un brano: Il Solitario Ritorno Di Valentino

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1970 SANDRO BRUGNOLINI Underground

SANDRO BRUGNOLINI
Underground
RECORD TV DISCOGRAFICA, 1970 / SONOR MUSIC EDITIONS, 2014

Q
uello delle sonorizzazioni (la musica di accompagnamento per documentari,
servizi giornalistici e sceneggiati) è un universo di suoni e colori solo parzialmente
esplorato. A quei dischi, realizzati in pochissime copie e non destinati al mercato
tradizionale, per molto tempo non fu attribuita neppure dignità artistica. La loro
riscoperta ebbe inizio nei primi anni 2000 ad opera di etichette come Ghost Box, che incorporavano
alcuni di quei frammenti all’interno di un contesto retrofuturista. Per i musicisti coinvolti il compito
di creare musica applicata poteva essere svolto come mera commissione, assemblando in fretta
e furia qualche banalità jazz o qualche generica suggestione etnica, oppure in modo creativo,
realizzando musica che difficilmente avrebbe potuto trovare sbocco sul mercato ordinario. È il caso
di Brugnolini, jazzista e compositore che aveva esordito con la Modern Jazz Gang e che sin dal ’63
si dedicava con successo alle colonne sonore. Verso la fine del decennio aveva iniziato a incorporare
all’interno della sua musica le sonorità metropolitane del prog e della psichedelia, per un sound
sempre più complesso e stratificato che raggiunse la sua massima definizione nella doppietta di
album Overground/Underground. Quest’ultimo si articola in 13 frammenti dai titoli curiosi e, a
partire dall’iniziale Psichefreelico, rappresenta uno dei più innovativi contributi dell’Italia alla causa
psichedelica. Un entusiasmante viaggio in cui deliri etno jazz (con wah wah voraci, sfarfallii di organo
e fuzz) si alternano ad atmosfere misteriosamente sci-fi costruite su sonorità protoelettroniche e
sui ritmi sudati del funk, in un sofisticato mix di violenza e sensualità. L’album, diventato negli anni
oggetto di culto, è stato recentemente ristampato, dando così il giusto risalto a brani che sarebbe
stato criminale relegare a mero commento sonoro.

Un brano: Reiteratòico

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ALBERTO CAMERINI Cenerentola E Il Pane Quotidiano 1976

ALBERTO CAMERINI
Cenerentola E Il Pane Quotidiano
CRAMPS, 1976 / CBS, 1990

L
asciamo da parte per un momento l’Arlecchino elettronico che ad un certo punto si
è impossessato di Alberto Camerini e concentriamoci sul cantautore italobrasiliano
degli anni 70. Ad appena 25 anni, Camerini poteva già vantare un pedigree di tutto
rispetto. Un artista cresciuto nell’alveo del movimento e un habitué dei festival di Re
Nudo che aveva condiviso esperienze con tutta la Milano alternativa. Da chitarrista, poi, brillante
e fantasioso qual era, era finito perfino a calcare il palco di Sanremo. Come cantautore, infine,
pubblicava nel ’76 il suo esordio per la Cramps, prodotto dall’amico Eugenio Finardi (già con lui nel
gruppo Il Pacco) che con l’etichetta di Gianni Sassi aveva esordito l’anno precedente. Con Finardi,
Camerini condivideva l’estraneità al prog rock e un cantautorato sanguigno e informale, ma finiva
per differenziarsi per via delle ritmiche inarrestabili e delle nuances latine con cui rivendicava le
radici sudamericane. Ad accompagnarlo una specie di dream team del pop milanese (da Fariselli
a Tofani, passando per Lucio Fabbri e Pepè Gagliardi) che dava vita a un suono ricchissimo;
una contaminazione fra rock, funk e musica popolare dominata dalla personalità febbricitante
dell’autore. Nell’anno in cui il Parco Lambro metteva in luce le crepe del movimento giovanile,
Camerini cercava un modo nuovo per descrivere la metropoli e le sue contraddizioni. La difficoltà
dei giovani a rapportarsi ad una realtà alienante trovava dignità poetica nello stupore fiabesco
con cui venivano trattati i temi della dipendenza, delle tribù metropolitane e dell’invasività del
mezzo televisivo. Il tutto culminava con il brano Cenerentola: un tour de force musical-narrativo
che seguiva le vicende di una ragazza qualunque fra le spire di un sabato sera metropolitano,
dove Camerini, come un Lewis Carroll sotto Mandrax, riusciva a mescolare Area e Lou Reed e ad
anticipare la vena dissacrante degli Skiantos.

Un brano: Cenerentola
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1974 JURI CAMISASCA La finestra dentro

JURI CAMISASCA
La finestra dentro
BLA BLA, 1974 / GDR, 2011

S
e il nome di Juri Camisasca è indissolubilmente legato a quello di Franco Battiato
i motivi sono molteplici. Tanto per cominciare è il maestro siciliano a scoprirlo nei
primi anni 70. All’epoca, poco più che ventenne, Camisasca è una persona schiva, non
riconducibile ad alcuna formazione politica e sociale della galassia giovanile. Battiato
lo introduce alla Bla Bla, ne produce il primo album e lo coinvolge nei suoi progetti. Dopodiché
Camisasca scompare dalle scene per farsi monaco benedettino e tornare alla musica solo nell’88
con un album (Te Deum) ispirato ai canti gregoriani. Questo solo per inquadrare un lavoro come
La Finestra Dentro, album attraversato da un estremo senso di disagio umano e spirituale che si
risolve in liriche esistenzialiste e pervase da un senso del grottesco, ai limiti della crudeltà. Un
excursus visionario su incubi kafkiani (Metamorfosi) e inferni boschiani (Scavando Col Badile)
che avrebbero fornito materiale di prim’ordine a schiere di psicologi, ma che, in tempi in cui lo
slogan “il privato è politico” furoreggiava, costituivano l’analisi spietata e pessimistica di una
realtà che tendeva a schiacciare l’individuo. Oltretutto quei brani Camisasca non si limitava a
cantarli, ma li interpretava con un uso spregiudicato della voce, passando da una certa fierezza
tardo beat ai barbagli agonizzanti di Un Galantuomo. Su tutto dominava una specie di tensione
primigenia a cui contribuiva un comparto musicale (costituito dalle percussioni ancestrali di Lino
Capra Vaccina e dall’elettronica organica del VCS3 suonato da Battiato) impegnato in un folk
esoterico e minimale, brutalizzato da improvvise impennate di violenza. I vibrati misticheggianti
de Il Regno Dell’Eden chiudevano l’album con un ottimismo posticcio che, se possibile, suonava
ancora più disturbante nel suo lasciar presagire un percorso spirituale di cui il disco rappresentava
solo il primo e necessario passo.

Un brano: Un Galantuomo
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CANZONIERE DEL LAZIO Miradas 1977

CANZONIERE DEL LAZIO


Miradas
CRAMPS, 1977 / MERCURY, 1994

L
a ricerca di una canzone politica che esulasse dai cliché della musica commerciale
passò anche in Italia dalla riscoperta del patrimonio popolare e rurale. Studi
etnomusicali ed ensemble folk come la Nuova Compagnia Di Canto Popolare di
Eugenio Bennato e Roberto De Simone e il Gruppo Folk Internazionale di Moni
Ovadia furono protagonisti della stagione dei festival itineranti, in un clima di contestazione della
massificazione dei linguaggi angloamericani. A interpretare questa tendenza in modo originale
c’erano anche i romani Canzoniere Del Lazio, che alla militanza politica avevano regalato l’inno
Su Comunisti Della Capitale, ma che ben presto avevano contaminato il loro repertorio di stornelli e
tarantelle dell’Italia centromeridionale con i suoni del jazz e del rock. In questo senso il loro album
del ’74, Lassa Stà La Me Creatura, rompeva gli schemi della canzone tradizionale per dar vita a una
psichedelia etnica ed esoterica che testimoniava la trasformazione in atto nella cultura contadina.
Negli anni seguenti il collettivo si rendeva protagonista di scorribande sempre più profonde nei
territori dell’avanguardia e di importanti esperienze artistiche che culminarono in una tournée
africana sponsorizzata dal Ministero degli Esteri. A quel punto il gruppo si era plasmato attorno
al polistrumentista Carlo Siliotto, unico superstite della formazione originaria, ed era approdato
dalle parti di un sound panetnico in cui flauti e mandolini flirtavano con strumenti della tradizione
africana e mediorientale. Le voci contadine si erano trasformate in un frenetico e chiassoso vociare
metropolitano e il folk di tutti gli angoli del globo si mescolava a colori gitani, aperture free jazz
e oasi minimaliste. Era la musica di Miradas, capolavoro prodotto da Paolo Tofani degli Area e
uscito per la Cramps nel ’77. Il punto di arrivo di una ricerca che rispondeva alle contraddizioni
della modernità con l’idea di un’unione delle periferie del mondo.

Un brano: Nu Gatto Come Nu Lione


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1977 ENZO CARELLA Vocazione

ENZO CARELLA
Vocazione
IT, 1977

V
ocazione rappresenta in realtà un doppio esordio. Da una parte quello di Enzo
Carella, cantautore originale e raffinato, vissuto ai margini del successo salvo
la breve incursione ottenuta con il brano Barbara, che gli valse il secondo posto
al festival di Sanremo del ’79. L’esordio, però, in questo caso è anche quello di
Pasquale Panella, poeta e paroliere controverso, affabulatore di vignette ermetiche fino alla
pedanteria che legherà il proprio nome a quello di Lucio Battisti. I due si conobbero alla metà
degli anni 70 grazie al produttore Alfonso Bettini e scoprirono di intendersi subito alla grande,
anche se, ammetterà il musicista, “dei testi di Panella non si capiva un granché”. Eppure quel
modo elegante di scrivere, di giocare in maniera irriverente con metafore a calembour lessicali
si sposava perfettamente con gli arrangiamenti di Carella, leggeri e giocosi come la sua voce.
Ricchissimi di spunti ritmici e melodici che pure faticavano a ritagliarsi uno spazio nella scena
progressive. Si arrivò così a Vocazione: un album che guardava al futuro quasi inconsapevolmente.
Nel ’76 in Italia si sapeva poco di new wave, ma le contaminazioni fra rock, jazz e funk, i suoni puliti
e gli arrangiamenti inusuali parlavano esattamente quel linguaggio, seppur privi di prosopopea
artistica. Carella guidava una formazione stellare (di cui facevano parte il tastierista Paolo
Rustichelli e Fabio Pignatelli dei Goblin) e la conduceva in una sequenza irripetibile di gemme pop
in cui gli arrangiamenti morbidi scorrevano via con una fluidità che nascondeva la complessità
delle trame musicali. Poco più di 30 minuti di puro surrealismo in cui i vagheggiamenti panelliani
trovavano posto fra le architetture asimmetriche; in cui dominavano i colori pastello, ma non
mancavano le oasi di sensualità e di languida acidità psichedelica. Un album di incredibile
modernità che proiettava il pop italiano già negli anni 80.

Un brano: Malamore
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CHRISMA Chinese Restaurant 1977

CHRISMA
Chinese Restaurant
POLYDOR, 1977 / SPITTLE, 2014

F
orse sono stati davvero la cosa più vicina al punk accaduta allo Stivale. Di certo, del
punk hanno saputo interpretare lo spirito teatrale e decadente, il focus sul presente
e la propensione al gesto eclatante. Come nel caso della famosa automutilazione di
Maurizio Arcieri di fronte a un pubblico ostile e ancora fortemente ideologizzato.
E pensare che il bel Maurizio, con i New Dada, era stato uno dei protagonisti della gloriosa
stagione del “bitt”. Poi era arrivata lei: Christina Moser, sua giovane fan di origini svizzere,
a fungere da detonatore artistico e sentimentale, al punto che era difficile distinguere l’uno
dall’altro. Negli anni 70 i due si erano trasferiti a Londra, restando così esposti ai suoni di una
generazione che non era più la loro ma che avevano abbracciato con entusiasmo critico. Rispetto
a quello che avveniva in Italia nel ’77 i Chrisma si muovevano a un’altra velocità. Il primo album,
registrato a Londra nei Nemo Studios di Vangelis, superava il punk a sinistra, puntando piuttosto
al glam fantascientifico degli Ultravox!, al krautrock più meccanico e alla fascinazione per il Bowie
berlinese. Un lavoro che si apriva fra sbuffi protoelettronici che sarebbero potuti uscire da qualche
cantina di Sheffield e sviluppava la propri poetica fra cabaret sintetici di decadenza weimariana,
tappeti di ritmiche motorik e anticipazioni di quell’electropop che li avrebbe resi famosi al volgere
del nuovo decennio. Tanto vale dirlo: poche volte, almeno fino a quel momento, il pop italiano
era stato proiettato così consapevolmente verso il futuro. Spiritualmente ed esteticamente. In
quell’appropriarsi dei modelli anglofoni e mitteleuropei fino a fonderli con una maliziosa sensibilità
mediterranea. Ma anche in quella messinscena, così misurata nel suscitare un accettabile livello
di oltraggio, che li proponeva come nuovo e credibile modello di rockstar.

Un brano: Black Silk Stocking

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1963 PIERO CIAMPI Piero Litaliano

PIERO CIAMPI
Piero Litaliano
CGD, 1963/1990

N
el documento d’identità, alla voce professione, Piero Ciampi aveva scritto
“poeta”. È stato l’unico vezzo di un artista votato alla contestazione dei formalismi
sociali, del conformismo piccolo borghese e della riverenza nei confronti degli
intellettuali. Aveva sempre preferito farsi voce di quelle vite ai margini della
società, assecondando un’ispirazione che lo avrebbe portato a frequentare i luoghi più oscuri
dell’animo umano. Alla fine degli anni 50 Ciampi tiene il suo praticantato esistenzialista proprio in
Francia, dove per un po’ vive di espedienti, beve molto, frequenta scrittori, poeti e musicisti. Alla
fine torna con il titolo dell’album già pronto: Litaliano, com’era conosciuto per le bettole di Parigi,
ma senza l’apostrofo. Con la sua Livorno nel cuore si trasferisce a Milano, dove l’amico Gianfranco
Reverberi lo introduce in CGD e inizia a musicarne i testi. Nel ’63 esce così il suo primo album.
Passeranno otto anni prima di avere un seguito e non è difficile capire il perché. Le 12 canzoni che
lo compongono parlano d’amore, ma piuttosto che cantarne l’ebrezza si soffermano su dolore e
sofferenza. Va da sé, lo fanno con versi di sommessa e assoluta disperazione, immersi in un trionfo
di archi che per contrasto ne esalta misura ed eleganza. In realtà le parole di Ciampi di musica non
avrebbero neppure bisogno. I suoi sono versi che celebrano il ricordo di amori sfioriti o relazioni in
procinto di esalare l’ultimo respiro; parlano di congedi, abbandoni, solitudini e, inesorabilmente,
morte. Senza recriminazioni ma con la consapevolezza che aggrapparsi a un sentimento può
essere un rimedio alla caducità delle cose preziose. Non ci sono e non ci saranno brani tanto
fantasticamente dolorosi come L’Ultimo Minuto, ma l’Italia ottimista del boom economico non è
pronta a tributare successo a quel giovane uomo che sembra già pronto a congedarsi, dopo aver
conosciuto tutto il male che l’amore può fare.

Un brano: L’Ultimo Minuto


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LUCIANO CILIO Dialoghi Del Presente 1977

LUCIANO CILIO
Dialoghi Del Presente
EMI, 1977 / DIE SCHACHTEL, 2013

D
ura appena mezz’ora il testamento musicale di Luciano Cilio. Mezz’ora in cui
bellezza e stupore si fondono a una sommessa malinconia che risalta per
contrasto rispetto ai progetti più colorati e vitali del pop partenopeo di cui è stato
protagonista. Singolare figura di intellettuale multidisciplinare, Cilio ha saputo
coniugare la sua intensa attività musicale con gli studi di architettura, la passione per cinema e
teatro e in generale con l’esplorazione del rapporto fra musica e immagine. La sua preparazione
musicale aveva radici classiche ma si era contaminata con il nuovo pop, portandolo a collaborare
con una famiglia allargata di musicisti che di cui facevano parte Alan Sorrenti e la sorella Jenny,
Tony Esposito e Armando Piazza. Come compositore aveva abbracciato gli studi di John Cage ma
se n’era distaccato per andare alla ricerca di una musica che non fosse ancora stata ascoltata.
È così che nascono questi frammenti, scandagliando nient’altro che l’universo interiore del loro
autore. Una parabola di solitudine divisa fra pragmatismo neoclassico e misticismo etnico. Ma
anche un affresco minimalista di tersa bellezza, fatto di soliloqui per chitarra acustica, droni di
voci femminili e rarefatte meditazioni pianistiche che si coagulano quasi per necessità in melodie
umbratili. L’anima partenopea dell’autore fa capolino con immagini di un subconscio agreste: un
precipitato spirituale che riaffiora avvicinando le atmosfere dell’album a quelle degli Aktuala.
Composti nel ’69, questi quattro movimenti (più un interludio) vennero pubblicati solo nel ’77.
Per Cilio, morto suicida nel 1983, resteranno l’unica testimonianza di un talento innato. Almeno
fino alla riscoperta di sei frammenti inediti, inclusi nelle ultime ristampe. In quella del 2004 a
scrivere le note di copertina sarà Jim O’Rourke, che paragonerà il “testamento emotivo” di Cilio
a quelli di Bill Fay e Nick Drake.

Un brano: Primo Quadro “Della Conoscenza”


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1977 ALFREDO COHEN Come Barchette Dentro Un Tram

ALFREDO COHEN
Come Barchette Dentro Un Tram
IT, 1977 / M. P., 1998

F
ernanda Pivano, che di quest’album curò la presentazione, scriveva che era stato un
fatto di cronaca (“due omosessuali ammanettati dalla polizia in un cinema”) a scatenare
nell’autore il desiderio di comporre canzoni. Fino a quel momento Alfredo D’Aloisio (questo
il nome all’anagrafe) era stato attore teatrale, poeta, attivista LGBT. A guidarlo in ogni sua
veste era il desiderio di combattere l’ipocrisia raccontando l’universo omosessuale senza filtri e senza
clamori. Allo stesso modo, come cantautore, metteva in scena il suo mondo con la sola concessione di una
composta ironia e di un virtuosismo recitativo che lo avvicinava alla forma del “teatro canzone”. Un caso
unico nel panorama della canzone italiana, che pure in quegli anni portava allo scoperto sacche di società
civile di cui si era sempre pensato fosse poco opportuno parlare. Il suo unico album Cohen lo pubblicò
nel ’77, grazie a un Franco Battiato che ne riconobbe il talento e che per lui curò arrangiamenti sospesi
fra compite orchestrazioni e fiero minimalismo. Il resto era frutto dell’istrionico Cohen che, in appena 12
pezzi, riusciva a fornire un quadro multidimensionale di che cosa significasse amare una persona dello
stesso sesso nell’Italia di quegli anni. Nessuna rivendicazione orgogliosa, solo un bisogno cronachistico
di raccontare situazioni di emarginazione e violenza, di denunciare bigottismo e ignoranza con un disco
carico di compassione ma tutt’altro che contrito. Non mancano infatti gli spunti ironici (Il Signor Pudore),
gli sberleffi satirici (Signor Tenente) e gli scampoli di poesia surreale (Dolce Ragazzo Vai Componi Prati)
nei quali era ancora più evidente come il Cohen cantante fosse diretta emanazione dell’attore. Appena
due anni più tardi la sua carriera musicale giungeva all’epilogo con il singolo Valery, brano ispirato a un
transessuale bolognese che Battiato riadattò per Milva poco tempo dopo con il titolo di Alexander Platz.

Un brano: Tremila Lire

• | 26 | •
FRANCESCO CURRÀ Rapsodia Meccanica 1977

FRANCESCO CURRÀ
Rapsodia Meccanica
ULTIMA SPIAGGIA, 1977 / GIALLO, 2015

I
l clima di conflitto e vivacità culturale instaurato nel corso delle lotte operaie susseguitesi
in Italia dalla fine degli anni 60 aveva permesso la nascita di figure come Francesco
Currà, il ventinovenne poeta, musicista e sperimentatore che nel ’77 incise uno dei primi
album “industriali” mai prodotti in Italia. E attenzione, per “industriale” si intende un
disco costruito davvero con i suoni della fabbrica. Tutti rumori che Currà, in qualità di fresatore
all’Ansaldo di Genova, conosceva bene. Nasceva così uno degli album più incredibili fra quelli
pubblicati dall’Ultima Spiaggia di Ricky Gianco e Nanni Ricordi, etichetta che in quanto a stranezze
non temeva confronti. Nell’intento di superarsi la label metteva a disposizione dell’artista una
schiera di musicisti alle prese con veri arnesi da lavoro, guidati da Roberto Colombo che per
l’occasione allestiva una musica d’ambiente ferocemente atonale, un flusso continuo di pattern
metallici e carillon siderurgici. A dirla tutta l’operazione non era del tutto nuova. L’intento di Currà
era infatti quello di trasmettere il senso di spersonalizzazione e di allucinata ripetitività del luogo
in cui lavorava. Il mezzo scelto, la violenza espressiva e la poetica nichilista fotografavano il senso
di spaesamento in modo documentaristico. In quel rapporto velenoso fra l’uomo e la macchina
al primo non restava che restarne sopraffatto e rinunciare alle proprie virtù. Ecco perché in testi
come Non Mi Parlare Di Rivoluzione e Quanto Dura Il Mio Minuto (che Currà intonava in modo
scomposto, animato da autentico risentimento) c’era ben poco della fiducia e del fiero senso di
appartenenza alla classe operaia. Ad emergere era piuttosto un ritratto amaro, in cui la fabbrica
appariva come il luogo in cui si infrangono i sogni di unità e l’unico orizzonte realistico è quello
della busta paga, esibita come un feticcio sulla copertina del disco.

Un brano: Non Mi Parlare Di Rivoluzione

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1974 DEDALUS Materiale Per Tre Esecutori E Nastro Magnetico

DEDALUS
Materiale Per Tre Esecutori E Nastro Magnetico
TRIDENT, 1974 / AMS, 2014

I
Dedalus furono fra i protagonisti della terza edizione del Festival di Musica d’Avanguardia
e di Nuove Tendenze tenutasi a Napoli nel ’73. Il collettivo di Pinerolo, costituito dai fratelli
Di Castri, Marco e Furio, Fiorenzo Bonansone ed Enrico Grotto, si era formato agli albori
della sbornia jazz rock nel tentativo di fondere ricerca musicale e militanza, ma aveva
incontrato difficoltà a rapportarsi con le case discografiche, che consideravano il progetto troppo
concettuale. Dal contratto con la Trident, arrivato grazie al clamore del Festival, scaturirono due
album che tentavano di smarcarsi dai canoni anglosassoni. Prima un lavoro omonimo che seguiva
in modo funambolico la strada tracciata dal Miles di Bitches Brew ma poi virava verso un sound
sperimentale fatto di incursioni elettroniche e microinnesti di materiale alieno. Quindi un secondo
album in cui questo “materiale” viveva di vita propria, naturale output dell’impegno politico in
occasione del referendum sul divorzio e della radicalizzazione intrapresa dal progetto tramite
l’assimilazione dei linguaggi d’avanguardia dell’epoca. In questo senso i Dedalus cercavano
davvero di creare musica mai sentita e per farlo bisognava necessariamente ridurre le forme
conosciute in poltiglia, destrutturarle ed estrapolarne gli elementi primari per costruire qualcosa
di nuovo. Tutto questo portava ad un album ferocemente antimusicale, programmaticamente
diverso anche da ciò che circolava in ambito underground. Un campionario di acquerelli dadaisti,
free jazz in caduta libera, assemblaggi aleatori di sonorità concrete e recitati che affondavano
in drones d’archi ed elettronica spastica. Per come lavorava apertamente su formati conosciuti
(e riconoscibili) della canzone popolare, l’album non aveva nulla di freddo e museale. Tanto che,
ancora oggi, in occasione delle ultime ristampe, continua ad offrire spunti a nuove generazioni
di sperimentatori sonori.

Un brano: Spazio Di Sei Note


• | 28 | •
EASY GOING Easy Going 1978

EASY GOING
Easy Going
BANANA, 1978

C’
è un filo rosso che lega l’horror gotico di Dario Argento alla spensieratezza
ipersessualizzata dell’italo disco. Un filo che passa dalle dita di Claudio
Simonetti e da quel funk che il musicista aveva già sperimentato con i Goblin.
Nel ’78 l’Italia era letteralmente invasa dai ritmi della disco music che Roma
celebrava al Mais e all’Easy Going, i club storici regolarmente frequentati da vip come Bianca
Jagger e Gerard Depardieu e da produttori discografici come Giancarlo Meo. Fu quest’ultimo
a reclutare Simonetti (che aveva appena messo in soffitta i Goblin) per un progetto dance dal
respiro internazionale. Individuato l’uomo immagine nel DJ dell’Easy Going, Paolo Micioni, non
restava che dare al gruppo il nome del locale di Via della Purificazione. Fra il ’78 e l’82 gli Easy
Going produssero quattro dischi in cui il funk “suonato” veniva progressivamente sostituito da
un’elettronica moroderiana, ma fu il primo album a determinare la profondità storica del progetto.
Con una copertina che cavalcava senza troppi tabù l’estetica LGBT del club, Easy Going conteneva
solo quattro lunghe tracce. Quattro brani che avrebbero fatto scuola nel loro modo esemplare di
far flirtare solarità soul funk e percussioni esotiche, visioni futuribili e falsetti isterici. Una ricetta
ad alto tasso kitsch rappresentata in purezza dalla traccia Baby I Love You, che con il suo incedere
implacabile, i fiati sintetici e la voce di Simonetti resa irriconoscibile dall’uso del vocoder finì
per irrompere prepotentemente nelle discoteche di mezzo mondo. Grazie alle oltre 100mila copie
vendute ed endorsement pesanti come quello del DJ newyorkese David Mancuso, Easy Going
mostrava a tutti che una via italiana alla dance non solo era possibile, ma era anche vincente.
A perseguirla con successo peraltro fu lo stesso Simonetti, che negli anni 80 (è il caso di Gioca
Jouer) continuò sulla strada di una dance meno coraggiosa ma altrettanto redditizia.

Un brano: Baby I Love You


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1973 FABIO CELI E GLI INFERMIERI Follia

FABIO CELI E GLI INFERMIERI


Follia
STUDIO 7, 1973 / MELLOW, 1996

N
el ’68, con la sbornia bitt ormai al lumicino, il napoletano Antonio Cavallaro e la
sua band (Fabio Celi E Il Pop) registravano il singolo T’Ho Vista Piangere che, vuoi
per il timbro potente del cantante, vuoi per gli arrangiamenti soft, si situava più nel
territorio degli urlatori che in quello dei giovani capelloni. Passato appena un anno il
progetto prendeva tutt’altra direzione. Non solo Cavallaro ribattezzava il gruppo, ma lo trasformava
in un quintetto dotato di ben due organi: un Hammond e un Farfisa modificato in modo da suonare
come un Moog. Era solo il ’69, ma la musica della band preconizzava già la stagione del prog italiano,
oltretutto con il tiro hard dei Deep Purple e una maturità da far invidia ai maestri britannici. Peccato
che l’album, registrato per una piccola etichetta locale e snobbato dalla RAI, non trovò distribuzione
fino al ’73, rendendone di fatto dubbia la reale datazione. Davvero Follia è stato inciso nel ’69? Ci
sono indizi che farebbero pensare agli Infermieri come a un seme maligno dei tardi 60s. Le trovate
teatrali e la violenza psicotica, ad esempio, più che rimandare al beat, sembravano anticipare il
disagio del punk. A conti fatti, se davvero la RAI si fosse rifiutata di programmare l’album, qualche
ragione l’avrebbe pur avuta. Sulla title track, ad esempio, Fabio si scagliava contro la corruzione
e il degrado della società inveendo in modo disturbante: “Aumenta il pane, aumenta la benzina,
aumentano le armi... questa è follia”, e giù una risata isterica. Una roba che agli smaliziati ascoltatori
d’oggi strapperebbe un sorriso, ma che ai burocrati delle radio nazionale avrebbe fatto accapponare
la pelle. Il tutto poi è nulla se paragonato alla crudeltà esibita nel testo de L’Artista Sadico, al termine
della quale, durante i concerti, Cavallaro usciva di scena chiuso in un sarcofago, una trovata che, per
quanto inconsapevolmente, bruciava sul tempo Alice Cooper e il suo shock rock.

Un brano: Capestro

• | 30 | •
FRANCO FANIGLIULO Io E Me 1979

FRANCO FANIGLIULO
Io E Me
ASCOLTO, 1979

Q
uando lo spezzino Franco Fanigliulo fece la sua apparizione sul palco dell’Ariston,
nel Sanremo del ’79, sembrò davvero un alieno. Quel tipo dall’aria spiritata
che cantava di “voler vivere alla grande” con mimica e gestualità appariscenti
rimase l’immagine simbolo del Festival di quell’anno. Fu il momento di massima
esposizione per Fanigliulo che, in quel momento, stava perfezionando il suo particolare connubio
fra cantautorato e teatro canzone. Uno stile che aveva entusiasmato la critica al tempo del
primo album (Mi Ero Scordato Di Me), la cui poetica intimista, spesso giocata sui sentimenti di
inadeguatezza e nostalgia, era cantata con una verve istrionica costantemente sopra le righe.
Se ne accorse anche una parte del pubblico che in quel ’79 aveva adottato la sua A Me Mi Piace
Vivere Alla Grande come ironico commentario alla fine degli anni 70 e di uno dei periodi più
travagliati della storia italiana. Il singolo avrebbe dovuto fungere da traino all’album Io E Me,
pubblicato quello stesso anno. Peccato che all’interno ci fossero poche di quelle estroverse trovate
circensi. C’era piuttosto un’umanità messa a nudo con angoscia sommessa (Con Te), bonarie
istantanee di vite ordinarie (La Giovanna) e riflessioni sconsolate alle tre del mattino, con il fumo
di sigaretta che anneriva il soffitto (Marco E Giuditta). L’ironia più dissacrante, però, Fanigliulo
la riservava a sé stesso e ai suoi colleghi quando, in brani come Buffone e L’Artista, li dipingeva
come giullari costretti a guardare gli altri dietro a una maschera, destinati a spacciare al mondo
le sue tristissime verità. Una poetica che, all’alba del nuovo decennio, non avrebbe aiutato a
vendere dischi. Non è un caso che ancora oggi ci sia chi, esaltandone la semplicità, lo ricorda
come “il poeta contadino”. Il portavoce di una sensibilità popolare che faceva a pugni con l’ansia
di modernità propria degli imminenti anni 80.

Un brano: Marco E Giuditta


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1978 FAUST’O Suicidio

FAUST’O
Suicidio
CGD, 1978/2013

N
el ’78 il ventitreenne Fausto Rossi pubblicava Suicidio, un lavoro con cui marcava
subito la sua estraneità da ciò che si poteva ascoltare nell’Italia di quegli anni.
Rossi, cresciuto in una famiglia dell’alta borghesia friulana ricollocata a Milano,
guardava con insofferenza alla generazione del progressive e dei cantautori, avendo
affinato la propria educazione musicale sui dischi di Velvet Underground e Roxy Music piuttosto
che su quelli di Dylan e dei Pink Floyd. Il suo primo album, prodotto da Alberto Radius, provocò
un certo scompiglio fra chi cercava termini di paragone per misurarne la statura. Provarono ad
accostarlo a Renato Zero. Ma Faust’O era quello che Zero avrebbe potuto essere se sotto la scorza
glam non ci fosse stata, in filigrana, la canzonetta. Un provocatore bello e buono, insomma. Uno
che giocava con Eros e Thanatos servendosi di versi velenosi e di arrangiamenti che rimandavano
al vaudeville isterico degli Sparks. C’era, poi, l’ombra di Bowie. La copertina di Suicidio rimandava
direttamente a quella di “Heroes”, ma con quell’atteggiamento scollegato e sopra le righe Faust’O
era portatore di una nuova sensibilità, più vicina al punk d’Oltremanica che all’intellettualismo art
rock. Ogni brano sembrava scritto apposta per infrangere un tabù. Si parlava di sesso (Godi), morte
(Suicidio) e famiglia (Piccolo Lord) fustigando moralismo e inibizioni; esibendo un linguaggio duro,
che assestava stoccate al sistema di valori borghesi senza scadere mai nel turpiloquio. Sull’album
aleggiava un umore sinistro e decadente, figlio di rock mitteleuropeo e dell’algido futurismo degli
Ultravox!, ma anche del funk squadrato dei Talking Heads. Era solo il primo capitolo di una delle
discografie più originali e riverite dell’underground italiano, ma già capace di settare lo standard
con cui avrebbero dovuto confrontarsi i futuri alfieri della new wave tricolore.

Un brano: Godi

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THE FEED-BACK The Feed-Back 1970

THE FEED-BACK
The Feed-Back
RCA ITALIANA, 1970 / SCHEMA, 2014

C
om’è che un gruppo di colti musicisti di mezza età, con la testa ancora occupata da
teorie dodecafoniche e musica seriale, arrivò a concepire uno dei più conturbanti
album psichedelici pubblicati nel nostro paese? È il mistero che si cela dietro a
quelle trame sotterranee che univano avanguardia, musica applicata e cultura
pop, e che in molti casi finivano per condurre al maestro Ennio Morricone. Dietro alla sigla The
Feed-Back si cela infatti il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, il collettivo fondato nel
’64 da Franco Evangelisti, pioniere della musica elettronica in Italia, il quale, invaghitosi delle
teorie di Cage e Stockhausen, tentò di approfondire lo studio di una musica improvvisata in cui
l’esecutore fosse anche compositore. Ai tempi delle prime registrazioni il gruppo vantava musicisti
come Frederic Rzewski (già con il collettivo Musica Elettronica Viva), il pianista Mario Bertoncini
e, naturalmente, Morricone, che con il GINC tornava a cimentarsi in un contesto più sperimentale
dopo i successi ottenuti nel mondo delle sonorizzazioni e del pop. Nel clima estremamente
ricettivo di fine ‘60, gli studi del gruppo finirono per contaminarsi con i semi di quella generazione
psichedelica che a sua volta aveva fatto tesoro dei concetti di improvvisazione e aleatorietà.
Nel 1970, dopo vari cambi d’organico, fu lo stesso Evangelisti a scegliere di introdurre chitarra
e batteria per sviluppare un sound che potesse far proseliti fra i giovani. A quel punto il peso
specifico di Morricone era aumentato tanto da influenzare le composizioni, sempre più in linea con
i sui lavori per il cinema. Il risultato è un album singolare che ingloba grumi di musica concreta e
brani tesi come thriller dall’alto tasso lisergico. Tre lunghe tracce che si muovono fra frammenti
di jazz visionario, tardo beat d’avanguardia ed esotismi spastici, fino a divagazioni kraut condotte
su ritmiche motorik che non avrebbero sfigurato sugli album di Can e Neu!

Un brano: Kumalo
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1972 GARYBALDI Nuda

GARYBALDI
Nuda
CGD, 1972 / VINYL MAGIC, 2017

P
er Pier Niccolò Fossati, detto “Bambi”, la vita rimase segnata il 23 maggio 1968,
la sera in cui Jimi Hendrix si esibì al Piper. Poco prima della morte, avvenuta nel
2014 a 65 anni, vantava ancora di possedere la sigaretta che si era scambiato in
quell’occasione con il chitarrista di Seattle. Ma, a parte questo, l’eredità di Hendrix
fu molto più pesante. La suggestione di quella scienza istintiva plasmò la visione del giovane
genovese al punto da farne uno dei veri geni italiani dello strumento. All’epoca, nei tardi 60, Bambi
Fossati suonava ancora con i Gleemen, con i quali avrebbe traghettato il “bitt” dalle parti della
psichedelia. Con loro incise un album in cui, fra organi floydiani e frammenti di beat lisergico, a
passare in secondo piano era proprio la sua chitarra. Poco dopo la band cambiava nome, iniziava a
comporre pezzi che assecondavano il suo estro funambolico e realizzava uno dei capolavori del nostro
prog apocrifo. Nuda (per cui Guido Crepax disegnò una delle copertine più belle del rock italiano)
è infatti una magniloquente scorribanda hard blues, inevitabilmente scossa da fremiti hendrixiani,
a cui però Fossati donava un tocco personale, dovuto al particolare feeling con lo strumento.
Ad accomunare lo stile di entrambi i guitar heroes era il fatto che nessuno dei due fosse un musicista
troppo tecnico. Nei frammenti strumentali, Fossati (come Hendrix) faceva gemere la chitarra con
suoni mai sentiti. La sua ritmica era feroce e debordante, spezzata da scale e assoli che fluivano in
mille rivoli luminosi senza mai intaccare il groove. A suonare moderno era persino quel suo crooning
“black”, che nell’iniziale Maya Desnuda lo faceva sembrare un James Brown alle prese con una
cavalcata dei Deep Purple. Sul secondo lato faceva capolino il rock sinfonico tout court, riscattato
però da quel chitarrismo istintivo e selvaggio, che faceva di Nuda un diamante grezzo da contrapporre
all’accademia fiabesca del prog.

Un brano: Maya Desnuda


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GAZNEVADA Gaznevada 1979

GAZNEVADA
Gaznevada
HARPO’S MUSIC, 1979 / SHAKE EDIZIONI, 2009

G
li anni 70 italiani vennero archiviati idealmente dai bolognesi Gaznevada. Un gruppo
nato in seno al movimento, ma che con quest’ultimo era destinato a chiudere i conti.
Nel ’77, quando per la prima volta salivano sul palco per suonare Mamma Dammi
La Benza, si chiamavano ancora Centro D’Urlo Metropolitano. Un nome così calato
nella realtà della controcultura di metà decennio da richiedere un cambio repentino non appena la
questione del punk aveva iniziato a farsi seria. Appena un anno dopo, infatti, il gruppo si esibiva in tre
serate intitolate programmaticamente Gaznevada Play Ramones. In quell’occasione venivano eseguiti
anche i primi brani originali, che del punk avevano lo spirito e il tiro diretto come una martellata sulle
dita ma già risentivano degli ascolti bulimici con cui i membri del gruppo si nutrivano, attingendo
alle ultime novità angloamericane. Quando arrivò il momento di mettere su nastro il frutto di quei
primi e intensissimi mesi i Gaznevada realizzarono il manifesto più entusiasmante del nuovo rock
italiano. Già, perché in quel preciso istante, il sound del gruppo non era punk, non era No wave e
neppure electro. O meglio, era tutto questo insieme, ma in una forma più violenta e radicale. E non
tanto per la brutale abrasività di pezzi come Bestiola e Criminale. A spiazzare maggiormente erano i
frammenti in cui il tiro misurato mascherava un’alienazione psicotica. Le claustrofobiche Nevadagaz
e Donna Di Gomma erano istantanee di un mondo in frantumi, pervase da una demenzialità spastica
che molti, sbagliando, paragonarono agli Skiantos, ma che si ricollegava alla Akron dei Devo o alla
New York dei Contortions. La cassetta usciva per la Harpo’s Music di Oderso Rubini, dopodiché
sarebbe arrivato l’LP Sick Soundtrack e il lento fluttuare verso un sound più commestibile. Ma a quel
punto gli anni 80 erano già iniziati e le ossessioni distopiche di Mamma Dammi La Benza avevano
già prodotto agguerriti proseliti.

Un brano: Donna Di Gomma


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1971 I GIGANTI Terra In Bocca

I GIGANTI
Terra In Bocca
RIFI, 1971/2015

C
he sia il frutto di un titanico atto di coraggio o di un maldestro slancio di presunzione,
l’ultimo capitolo della carriera dei Giganti resta uno degli album più incompresi dei
primi anni 70. Al momento della sua pubblicazione, infatti, Terra In Bocca viene
deliberatamente ignorato da radio e TV. Il panorama pop in quel momento era diverso
da quello spensierato degli anni 60, nel quale la band di Mino Di Martino imperversava fra Festival
di Sanremo e Cantagiro come portavoce della spensierata generazione “bitt”. Gli Anni di Piombo
erano iniziati, portandosi dietro una nuova consapevolezza e gruppi decisi a confrontarsi con
formati artistici diversi da quello della canzonetta. Pochi erano disposti a filarsi una band data già
per sciolta, che per stare al passo con il nascente evo prog allestiva uno sfarzoso concept album
facendosi aiutare da artisti del calibro di Vince Tempera, Ellade Bandini, Ares Tavolazzi e Marcello
Della Casa. Eppure il disco rappresentava il più evidente missing link fra gli intrecci vocali del beat
(reparto in cui i Giganti erano maestri indiscussi), la profondità del cantautorato e l’ambizione lirica
della nuova generazione del ’68. Una vera e propria opera rock che racconta la storia di un giovane
contadino siciliano ucciso dopo essersi ribellato al racket dell’acqua. Si parla di mafia dunque, senza
metafore ma con un impianto drammatico dal prepotente impatto visivo, che più che alle coeve opere
prog rimanda a musical come Jesus Christ Superstar. La storia prosegue con la vendetta del padre
del ragazzo ucciso e un finale dal romantico slancio utopista che oggi può sembrare inopinatamente
ingenuo. Eppure l’opera andò incontro a un sistematico boicottaggio dei media, che ne decretava
l’insuccesso e sanciva la fine del gruppo. Verrà riscoperta solo molti anni dopo e apprezzata come
una delle più sincere storie di ribellione giovanile partorite nell’Italia di quegli anni.

Un brano: Largo Iniziale

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IL BALLETTO DI BRONZO Sirio 2222 1970

IL BALLETTO DI BRONZO
Sirio 2222
RCA 1970 / SONY, 2011

N
on ce ne voglia Gianni Leone, leader della seconda formazione del Balletto Di Bronzo,
nonché autore del visionario capolavoro prog Ys, ma qui c’è da celebrare la band
che più di ogni altra raccolse i frutti del “bitt” e lo traghettò dalle parti del nuovo
Pop. La prima line up del Balletto, quella marchiata dalla voce sferzante di Marco
Cecioni, nasceva dalle ceneri dei Battitori Selvaggi, complesso che nella Napoli degli anni 60
era cresciuto suonando di fronte ad un pubblico esigente costituito dai militari delle basi NATO.
Al termine del decennio, tracce beat permeavano ancora gli impasti vocali del gruppo. A rendere il
tutto più eccitante c’era però il chitarrismo selvaggio di Lino Ajello, una sezione ritmica che fungeva
da propellente e un songwriting heavy blues capace di improvvise zampate melodiche. Con queste
premesse il Balletto esordiva pubblicando un singolo che suonava come una versione appena più
grezza e manesca di Communication Breakdown degli Zeppelin: in quanto a violenza Neve Calda
aveva ben pochi termini di paragone nell’Italia del ’69. Così come Sirio 2222, l’album d’esordio
pubblicato appena pochi mesi dopo. Un’opera dalle suggestive atmosfere sci-fi e circondata da
un alone di mistero circa la reale composizione della band, visti i nomi fittizi riportati nei credits in
copertina. Negli anni l’album si è guadagnato la fama di lavoro più importante che bello, forse per
via della scarsa coesione che intercorreva fra le evoluzioni space rock di Missione Sirio e gli slanci
orchestrali con cui, in Meditazione, si tentavano i primi esperimenti di rock sinfonico. Resta un’opera
cruciale per il modo in cui dilatava le strutture del beat arrivando a produrre sonorità più dense e
cerebrali, aprendo di fatto la stagione del prog. Ma è anche un lavoro di grande modernità, che in
brani come Eh Eh Ah Ah e Girotondo celebrava la fusione fra l’heavy rock britannico e un modo tutto
partenopeo di intendere il blues.

Un brano: Neve Calda


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1972 JACULA Tardo Pede In Magiam Versus

JACULA
Tardo Pede In Magiam Versus
THE ROGERS, 1972 / BLACK WIDOW, 2007

I
Il polistrumentista Antonio Bartoccetti, anche noto come Anthonius Rex, ha solcato con la sua
figura pittoresca 50 anni di musica underground, restando fedele alla passione per l’occulto
coltivata sin dall’incontro, giovanissimo, con tale Franz Parthenzy, mistico. Con queste
premesse gli esordi della sua prima band, gli Jacula, si tingono di leggenda. Un album dal
titolo In Cauda Semper Stat Venenum, sarebbe stato registrato nel ’69 in Inghilterra, in una chiesa
sconsacrata, e stampato in appena 300 copie, distribuite fra i membri di una fantomatica setta
religiosa. Assai più probabile è che il vero esordio sia questo lavoro del ’72, allegato inizialmente
all’omonimo fumetto erotico e circondato da una mitologia altrettanto curiosa. Bartoccetti avrebbe
allestito la band intorno all’anziano Charles Tiring, un organista settantenne consigliatogli da Alvin
Lee dei Ten Years After(!). Completavano la line up la tastierista Fiamma Dallo Spirito (aka Doris
Norton, sua compagna e collaboratrice fino al 2009) e Franz Parthenzy, che avrebbe preso parte alle
registrazioni in qualità di medium (!!). Da una simile formazione non poteva che scaturire una musica
dalla disturbante aura esoterica. Gli accordi monolitici di Tiring guidavano il gruppo in un viaggio
nelle tenebre costituito da solenni invocazioni in latino, agghiaccianti rumorismi protosintetici e
morbose elucubrazioni horror, che qualcuno considera un esempio di doom ante litteram. Per dire, i
Black Sabbath avevano esordito appena due anni prima con canzoni che, rispetto al sound soffocante
degli Jacula, suonavano come fresca brezza primaverile. La band si sciolse poco dopo a causa delle
scarse vendite, lasciando spazio al progetto solista di Anthonius Rex. Bartoccetti sarebbe tornato agli
Jacula solo con l’arrivo del nuovo millennio (questa volta, ahinoi, senza il buon Tiring), concedendosi
ad un culto germogliato nel frattempo da una parte all’altra del globo.

Il brano: Jacula Walzer

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LE STELLE DI MARIO SCHIFANO Dedicato A... 1967

LE STELLE DI MARIO SCHIFANO


Dedicato A...
BDS, 1967 / AKARMA, 1999

A
utentica bizzarria all’interno di un panorama italico che stava mutando il proprio
approccio al rock, Dedicato A... è uno di quegli album fatti per dividere critica e
pubblico. A fronte di una tiratura originaria di appena 500 copie sono molti quelli
che dagli anni 90 (a seguito di ristampe semiufficiali) hanno ceduto alla sua aura
di mistero. D’altra parte, Le Stelle avrebbero dovuto essere tutto tranne che un progetto per le
masse. Piuttosto l’emanazione di una esuberante scena capitolina che non accettava di perdere
terreno rispetto a Londra e New York. Il gruppo nasceva dal sodalizio fra il chitarrista Giandomenico
Crescentini e il bassista Urbano Orlandi, ma non c’è dubbio che fu Schifano (il quale per mondanità
era la cosa più vicina a una rockstar che ci fosse in Italia) a fornire la visione e la libertà artistica nel
quale si sarebbero sviluppate le loro canzoni. Le Stelle, per come le conosciamo, nascono per animare
Grande Angolo, Sogni Stelle, equivalente “piperino” dell’Exploding Plastic Inevitable warholiano.
Da qui la musica (visionaria e caleidoscopica) e un album che non ebbe un seguito, visto che la band
non seppe riprendersi dal repentino disinteresse del suo mecenate. Negli anni Dedicato A... è stato
spesso oggetto di giudizi ingenerosi dovuti per lo più alla lunga suite free form, Le Ultime Parole Di
Brandimarte..., che occupa il primo lato, dove il gruppo dilata all’estremo il minutaggio al pari di
tante band angloamericane dell’epoca. Il resto del disco rappresenta, tuttavia, quanto di meglio il
rock italiano di fine 60 potesse offrire. Partendo dai fuzz che irroravano l’ipnotico tappeto ritmico in
Molto Alto, fino al folk lisergico di Susan Song, i cui droni di organo e le melodie felpate ricordavano
davvero una versione nostrana dei Velvet Underground. In Molto Lontano, infine, si intravedevano le
prime avvisaglie di quel romanticismo che avrebbe condotto i gruppi della penisola, di lì a breve, sui
sentieri del rock sinfonico.

Un brano: Susan Song


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1977 GIORGIO LO CASCIO Cent’Anni Ancora

GIORGIO LO CASCIO
Cent’Anni Ancora
DIVERGO, 1977

A
Roma, alle pendici del Gianicolo, c’era il Folkstudio, leggendaria fucina di aneddoti
e di cantautori capitolini, in cui si dice che ad un certo punto avesse fatto la sua
timida comparsa persino un Dylan ancora sconosciuto. È qui che a cavallo fra
‘60 e ‘70 iniziarono ad esibirsi giovani artisti come Antonello Venditti, Ernesto
Bassignano, Francesco De Gregori e Giorgio Lo Cascio (i “quattro ragazzi con la chitarra e un
pianoforte sulla spalla” mitizzati anni dopo dall’Antonello nazionale). Gli ultimi due, in particolare,
avevano esordito come duo alla maniera di Simon & Garfunkel, con il nome Giorgio e Francesco.
Ma nel ‘71, appena firmato un contratto con la It, avevano interrotto bruscamente il sodalizio
per un presunto tradimento artistico di De Gregori, che finì a condividere l’esordio discografico,
Theorius Campus, con Venditti. La carriera solista di Lo Cascio partì dunque in sordina, e da
quell’universo sommerso, legato indissolubilmente all’immaginario del Folkstudio, dei cantautori
impegnati e tristanzuoli, non ebbe modo di emanciparsi. Questo nonostante almeno due dei cinque
album registrati fino all’89 andrebbero assolutamente recuperati. Il primo è Il Poeta Urbano, disco
con cui Lo Cascio abbracciava la canzone politica, forte di una poetica personale e forbita. Poco
tempo dopo, nel ’77, quando il movimento giovanile si erano ormai frantumato in mille rivoli,
arrivava questo Cent’Anni Ancora, album che grazie ai numerosi collaboratori (fra cui vale la
pena citare almeno i fiati esotici di Pablo Romero e Roberto Colombo a piano e Hammond) godeva
di un impianto sonoro più ricco e melodioso. Una sorta di dolcissimo folk pastorale, pervaso da
un’amarezza impenetrabile appena stemperata da quadretti classicheggianti come Marco E Luisa
e inni consolatori come Saremo Liberi. Manifesto di una generazione che malgrado le sconfitte
non poteva fare a meno di sperare in un mondo più giusto.

Un brano: Saremo Liberi


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MAMMA NON PIANGERE N.1 (Musica Bestiame E Benessere) 1979

MAMMA NON PIANGERE


N.1 (Musica Bestiame E Benessere)
L’ORCHESTRA, 1979

A
un certo punto, intorno al ’78, il termine RIO smise di evocare mete esotiche e
iniziò a essere letto come acronimo di Rock In Opposition, movimento fondato
dagli inglesi Henry Cow per promuovere un tipo di musica deliberatamente
anticommerciale. Di quella specie di Europa League dell’avant prog l’Italia fu
protagonista grazie ai milanesi Stormy Six, punta dell’iceberg di una galassia artistica più
complessa che già dal ’73 si era radunata attorno alla cooperativa L’Orchestra. È da quell’humus
artistico milanese e dal connubio inscindibile fra militanza e anticonformismo che i Mamma Non
Piangere iniziarono a mettere in scena il loro cabaret patafisico. Se dal vivo il loro era una sorta
di esilarante spettacolo nonsense a base di sketch, musica e rumori assortiti, il primo album del
’79 ne era una fedele trasposizione. Musica Bestiame E Benessere era il frutto dell’attitudine
goliardica di un collettivo di colti polistrumentisti guidato da Lorenzo Leddi (fratello minore di
Tommaso degli Stormy Six). Un album folle suonato da un’orchestra sgangherata che prendeva
spunti da Zappa, Kurt Weill e dagli stessi Henry Cow e li applicava alle forme della musica
tradizionale e dei canti popolari. Il risultato era decisamente più accessibile (e forse anche più
divertente) di ciò che normalmente si definisce RIO. Un susseguirsi di marcette ubriache, walzer
claudicanti e assurde filastrocche folkloristiche inframezzate da siparietti isterici, sprazzi di
rumorismo acustico e teatrini dadaisti. Forse era troppo per pensare che una formula del genere
potesse avere successo nell’Italia del ’79, ma questo non impedì a Leddi di dare un seguito al
disco. Un anno più tardi, infatti, una formazione totalmente rimaneggiata registrava un album dal
vivo in Sardegna. Un canto del cigno prima dello scioglimento e un incredibile ritorno nel 2016 con
N.3, in cui la vena surreale e geniale del progetto pare non essere stata intaccata.

Un brano: Catarro Cosmico


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1978 ENZO MAOLUCCI Barbari E Bar

ENZO MAOLUCCI
Barbari E Bar
I DISCHI DELLO ZODIACO, 1978

P
er ogni ’68 c’è un Enzo Maolucci. Una voce fuori dal coro che tasta il polso alla
protesta e mostra, a chi ha voglia di ascoltarla, come sia stata in larga parte tradita.
Nel ’78 Maolucci, insegnante trentaduenne con la passione per il rock, la rivoluzione
l’aveva vista sfumare da un pezzo. Dai bar di Torino vedeva le cariche della polizia e
la gente incazzata, quella che si faceva ammazzare e quella che si ammazzava a colpi di eroina.
E scriveva canzoni ferocemente sarcastiche come Chi Ha Interrotto Stockhausen, che fra savoir
fair jazz e frenesia rock’n’roll raccontava un aneddoto realmente accaduto. Era stato lui stesso,
irritato dall’ossequioso codazzo di intellettuali ortodossi che affollavano la platea, a farsi cacciare
dal concerto del maestro tedesco. Sta tutto lì, fra sberleffi e spurghi di bile, con una scrittura di un
realismo spietato e una voce che reclama attenzione. Quella poetica Maolucci l’aveva coltivata
col tempo. Le prime composizioni risalivano al periodo beat, dopodiché aveva sempre gravitato
nell’ambiente musicale, fra scrittura di saggi e conduzioni radiofoniche. Nel ’76 era arrivato il
primo album, L’Industria Dell’Obbligo, cinico affresco su una realtà scolastica che produceva
“catene di ubbidienti che intasano il mercato”. Con Barbari E Bar alzava il tiro. L’obbiettivo questa
volta era la Torino di quegli anni: una metropoli violenta e abbruttita dal grigiore di polveri e
smog, ma non priva di slanci poetici e manifestazioni d’amore; una realtà affollata di personaggi
pittoreschi, artisti decaduti, attivisti disillusi e derelitti di varia natura. Erano i “barbari” del Bar
Elena, disposti a uccidere per una dose, o gli avventori che Al Bar Di Vasco conducevano vite tristi
e banali dopo aver abiurato le utopie giovanili. Era la cronaca di una “Torino che non è New York”
ma che ugualmente aveva le sue odissee quotidiane meritevoli di essere raccontate.

Un brano: Torino Che Non È New York

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MARGOT Canzoni Di Una Coppia 1963

MARGOT
Canzoni Di Una Coppia
RICORDI, 1963

Q
uando Margot ci ha lasciati, nel 2017, aveva già pronto il suo epitaffio racchiuso
nel brano Per Cosa Dovrei Esser Ricordata. Una canzonetta struggente e leggera,
come tante ne aveva scritte, che ad un certo punto recita: “per qualche amore
senza conclusione / per qualche conclusione senza amore”. Che poi è un po’
il tema dell’album in questione. Intendiamoci, sono molti i motivi per ricordare Margherita
Galante Garrone. Su tutti quello di aver fatto parte di quei Cantacronache che rappresentano
un’esperienza cruciale per l’evoluzione della canzone italiana. Di lei Italo Calvino, autore delle
note di copertina di questo Canzoni Di Una Coppia, diceva avesse due anime. Quella barricadera,
esibita sin dagli esordi a fianco di Sergio Liberovici e Michele L. Straniero, e quella più romantica
e intimista, esplorata nel suo esordio solista. Un lavoro importante sotto vari aspetti: il primo
album pubblicato da una cantautrice (l’esordio di Giovanna Marini arriverà solo qualche mese
più tardi), nonché uno dei primi concept italiani. Al centro di questi otto brani c’è infatti la storia
di una relazione sentimentale, dalla luna di miele all’incerto prosieguo. Nessuna concessione
alle stucchevolezze da canzonetta, né voli pindarici di passionale poesia, solo un rigore estetico
toccante. Da ammiratrice di Brassens, Margot descriveva scenette pittoriche, concentrandosi sui
dettagli ordinari della vita quotidiana (“i sentimenti degli affetti semplici”), entrando in profondità
nell’analisi della “psicologia coniugale” e cogliendo gli istanti di malinconia che costellano una
relazione amorosa. Il tutto con la grazia surreale degli arrangiamenti di Liberovici e una voce tenera
e pungente. Specie quando, su Le Nostre Domande, scritta insieme a Franco Fortini, chiudeva il
disco con un’accesa nota polemica (“Forse una donna vuol sapere troppo, ma anche tu vuoi sapere
e non lo chiedi”) che ne avrebbe fatto uno dei primi casi di canzone femminista.

Un brano: Le Nostre Domande


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1974 MARIA MONTI Il Bestiario

MARIA MONTI
Il Bestiario
RIFI, 1974 / UNSEEN WORLDS 2018

A
scoltate l’incanto che provoca Il Pavone, brano che apre questo incredibile album
e dite se la voce della Monti, così elegante e mesmerica, dilatata in una sorta di
drone ellittico, non rimanda alla Nico di Desertshore. L’accostamento alla musa
warholiana però finisce qui. Sarebbe poco generoso nei confronti della complessa
personalità artistica di Maria Monticelli. Classe ’35, sempre in bilico fra cinema, teatro e musica,
la Monti comincia la propria carriera negli anni 50 andando alla riscoperta del patrimonio dialettale
milanese e collaborando con Gaber (di cui all’epoca è anche compagna e con cui si presenta perfino
al Sanremo del ‘61). Fra i ‘60 e i ‘70 veste senza sosta i panni di attrice e quelli di musicista. Recita
al cinema per Bertolucci e Sergio Leone, si esibisce in teatro con Carmelo Bene e sviluppa uno
stile canoro sempre più sperimentale, naturale evoluzione della sua maestria recitativa. Quando
ricomincia a pubblicare album gli arrangiamenti si fanno più coraggiosi e nelle canzoni introduce
tematiche politiche e femministe. Arriviamo così a Il Bestiario, album che la Monti incide con due
pezzi da novanta come Alvin Curran (sperimentatore statunitense già attivo con il collettivo Musica
Elettronica Viva) e Steve Lacy (sassofonista per Thelonius Monk e Cecil Taylor tra i tanti), costituito
da un peculiare ecosistema sonoro. Su un sottofondo fatto di minimalismo acustico, ciottoli di
musica concreta, disturbi elettronici ed eleganti siparietti jazzy, l’artista interpreta testi composti per
l’occasione dal poeta libertario Aldo Braibanti. Parabole radicali sotto forma di allegorie zoologiche,
cantate con uno stile che mescola crooning struggente e scarti recitativi, per un risultato che va
dalla concitazione colloquiale alla declamazione elegiaca. Il tutto suona spiazzante ma talmente
misurato ed elegante da rappresentare, nel panorama musicale di quegli anni, uno dei più fortunati
connubi fra avanguardia e gusto pop.

Un brano: Dove
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N.A.D.M.A. Uno Zingaro In Atlante Con Un Fiore A New York 1973

N.A.D.M.A.
Uno Zingaro In Atlante Con Un Fiore A New York
RCA, 1973

Q
uella dei N.A.D.M.A. fu una incursione fulminea nell’arcipelago italo pop di
metà 70s: appena una manciata di mesi trascorsero fra la formazione, l’incisione
dell’unico album per la RCA e una breve ma intensa attività live. Alla fine ognuno
per la sua strada, che peraltro passava solo tangenzialmente da sentieri musicali.
Le cacofonie etniche di Uno Zingaro... erano opera di un gruppo di intellettuali affermati nel campo
delle arti figurative. Il fotografo milanese Davide Mosconi, ideatore del progetto, era stato allievo
di Richard Avedon e vantava frequentazioni come John Coltrane e Salvador Dalì, Bruno Munari e
Cecil Taylor. Nel ’60 si era diplomato al conservatorio e da pianista aveva dato vita all’ensemble
free jazz Il Quartetto. I N.A.D.M.A. erano la naturale evoluzione di quel progetto. Un gruppo di
otto elementi ancora centrato sull’asse piano/tromba, le cui trame improvvisate si tingevano delle
musiche del mondo grazie all’utilizzo di strumenti esotici e al canto arcano e senza parole di Mino
Ceretti. Il tutto era calato nella fase di passaggio fra la fine del sogno comunitario e la nascita
di una controcultura militante, motivo per cui all’etno jazz naturalista degli Aktuala i N.A.D.M.A.
rispondevano con la brutale esplosione rumorista di Homage To Amilcar Cabral ed Energia: violente
improvvisazioni che univano il Coltrane di Ascension e il Don Cherry etnico di Mu ad un’attitudine
spontaneista e primitivista da fine della civiltà. Un sound al tempo stesso catartico e concettuale
che dava il meglio di sé quando lasciava depositare il pulviscolo dell’assalto sonoro, facendo
intravedere un paesaggio di macerie millenarie nel quale gli strumenti sembravano galleggiare alla
maniera del Miles di Bitches Brew. Un musica tesa e trascendentale, percorsa longitudinalmente
da drones di archi e scosse di tromba, che indugiava con fare voyeuristico nella contemplazione
dei resti delle civiltà conosciute.

Un brano: Homage To Amilcar Cabral


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1978 NASCITA DELLA SFERA Per Una Scultura Di Ceschia

NASCITA DELLA SFERA


Per Una Scultura Di Ceschia
AUTOPRODUZIONE, 1978 / AMS, 2008

D
ietro a questo moniker altisonante si cela in realtà l’opera del compositore veneto
Carlo Barbiera, il quale nel ’78, invaghitosi delle prime sperimentazioni con i
sintetizzatori, allestì un progetto ispirato alla vita dello scultore Luciano Ceschia.
Una scelta dettata probabilmente dal fatto che entrambi venivano dalla zona di
Udine, ma assolutamente curiosa, non solo perché l’album (che pure contiene lamenti vocali e
brevi frammenti recitati) può considerarsi un’opera strumentale, ma anche perché Ceschia era uno
scultore votato alle radici ancestrali della propria terra, apparentemente lontano dalla tensione
cosmica e futuribile che risuona in questi solchi. Ad ogni modo l’artista scrisse anche una breve
introduzione all’album, che venne stampato solo in poche copie distribuite privatamente, e che
per questo motivo a lungo ebbe fama di opera leggendaria. Un lavoro spesso impropriamente
inserito nell’alveo del progressive, talvolta in quello della library music. In realtà quello di
Barbiera era un lavoro sfaccettato, caratterizzato da un diffuso utilizzo dell’elettronica con cui
disegnava arie drammatiche e solenni, punteggiate da disturbi digitali, interpolazioni acustiche
ed effetti di varia natura che conferivano al disco una patina di retrofuturismo ingiallito, arcano
e crepitante. Fra i 19 brevi frammenti trovavano spazio curiose divagazioni cosmiche (che non
si dilungavano mai in autoindulgenza meditativa) e miniature che ricordavano la psichedelia
sinfonica di Ummagumma e Atom Heart Mother. Ma la verità è che, col senno di poi, l’album
possiede una patina hauntologica che non lo farebbe sfigurare all’interno del catalogo Ghost Box.
Nel 2007 il disco veniva finalmente stampato ufficialmente (ne esiste persino una versione con
ben 13 bonus tracks, che a dirla tutta ne incrinano l’armonico svolgimento) facendone, al cospetto
degli appassionati, un classico istantaneo.

Ascolta anche: Stelle Cadenti


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GIANNI NEBBIOSI E Ti Chiamaron Matta 1971

GIANNI NEBBIOSI
E Ti Chiamaron Matta
I DISCHI DEL SOLE, 1971

U
n disco perduto, mai ristampato, dimenticato. Un’eresia di cui la memoria collettiva
ha preferito fare a meno, fino a quando nel 2008, il cantautore Alessio Lega non
sceglieva di celebrare i 30 anni della legge Basaglia reincidendolo integralmente.
In qualche occasione, dal vivo, ad accompagnarlo c’era anche Gianni Nebbiosi,
psichiatra di fama internazionale. Negli anni 70, quand’era ancora studente di medicina, il suo
interesse per la psichiatria e il suo impegno politico facevano tutt’uno con l’attività di musicista
(tra le fila, fra gli atri, del Canzoniere Del Lazio) e di cantautore. Una produzione esigua la sua: una
quindicina di canzoni in tutto suddivise in due dischi. L’album Mentre La Gente Se Crede Che Vola
(del ’74), cantato in romanesco mettendo in scena una serie di vignette naturalistiche cariche di
nostalgia, e questo EP di sei pezzi, prodotto da Giovanna Marini, con cui esordiva nel ‘71. La scelta
tematica non era casuale. Negli anni successivi Nebbiosi sarà impegnato nelle battaglie per una
psichiatria democratica che condurranno all’approvazione della legge Basaglia. Sembra però che
l’ispirazione per questi sei brani sul disagio mentale venisse da un’esperienza vissuta in prima
persona, che Nebbiosi seppe tradurre in testi di crudi e dolorosi. Va da sé, si tratta di un disco che
trasuda sommessa disperazione da qualunque parte lo si guardi. Quella che viene messa in scena
è una storia di anime perdute, destinate all’oblio; consapevoli del dramma in cui si dibattono come
animali nelle sabbie mobili, affondando ogni giorno di più. Eppure, a fronte di frammenti difficilmente
digeribili, in cui le pratiche terapeutiche vengono descritte in tutta la loro crudeltà, il disco ripaga
con momenti di tersa poesia. Nei quali la follia è descritta come manifestazione di una sensibilità
incomprensibile ai più e la malattia è la reazione a una società che condanna gli elementi più deboli
all’emarginazione.

Un brano: E Qualcuno Poi Disse


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1973 OSANNA Palepoli

OSANNA
Palepoli
FONIT CETRA, 1973 / BTF 2010

L
a Napoli degli Osanna è una città ricca di contrasti. Uno dei luoghi che in Italia ha
vissuto per primo l’avvento del rock’n’roll (importato in tempo reale dai militari della
base NATO), ma che ancora nel ’73 deve fare i conti con una epidemia di colera.
È in questo contesto che nasce uno degli album più compiuti del nuovo pop italiano.
All’interno di quel composito panorama la band di Elio d’Anna e Danilo Rustici era conosciuta
come entità sui generis. Fra i primi gruppi in Italia ad adottare una dimensione teatrale, grazie
all’utilizzo di un look ricco di suggestioni (volto dipinto e sai colorati), gli Osanna avevano già
pubblicato un album, L’Uomo, che interpretava in modo originale le sonorità del progressive inglese.
Nel ’73, al vertice dello slancio creativo, inscrivono il proprio nome fra i grandi del prog grazie a
un concept in cui il romanticismo dei King Crimson e il folk blues dei Jethro Tull fanno tutt’uno
con tammurriate e stornelli, fino ad impregnarsi di esuberante melodismo partenopeo. Palepoli
(“città antica” che si oppone a Neapoli, la “città nuova”) è una metropoli metafisica il cui profilo
avveniristico (rappresentato dalle forme più avanguardistiche di rock sinfonico) convive con un
passato vivace e colorato, forse mai realmente esistito, ma che risuona nei colori e nei ritmi della
musica popolare. L’affresco di una società arcaica non ancora corrotta dai disvalori contemporanei,
la cui straordinarietà risiede proprio nella sua modernità: nell’utilizzo del Mellotron e delle tecniche
da studio, nonché nella straordinaria fusione fra passaggi hard e delicatezze acustiche. Un tour de
force di etno rock futuristico che culmina nei 21 minuti di Animale Senza Respiro, laddove l’“animale”
è l’uomo nuovo, dedito al culto dell’ego e destinato alla dissoluzione, che la band disegna con cupi
umori alla Van Der Graaf Generator e una musica carica di misticismo e mistero.

Un brano: Animale Senza Respiro

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MAURO PELOSI Mauro Pelosi 1977

MAURO PELOSI
Mauro Pelosi
POLYDOR, 1977

P
remesso che tutti gli album del cantautore romano meriterebbero di essere riscoperti,
scegliamo il terzo per via del livido nichilismo di Ho Fatto La Cacca, invettiva
scatologica figlia del ’77 italiano. Ma come era arrivato Pelosi a quel punto? Nei primi
anni 70 si era affacciato sulla scena romana esordendo con un singolo (Vent’Anni Di
Galera/Suicidio) che ne dichiarava la vena profondamente pessimistica, ancorché temprata striduli
slanci di ironia. Gli arrangiamenti tutt’altro che minimali (sul primo album lo accompagnavano Stinga
e Leone del Balletto Di Bronzo) contribuirono all’equivoco che lo voleva legato alla scena progressive.
In realtà il suo era un cantautorato di razza che nel corso degli anni era stato accostato a quello
di Gino Paoli (per il romanticismo contrito e poetico) e di Battisti (per le generose melodie e una
tendenza ad evitare accuratamente l’impegno politico e le frequentazioni romane del Folkstudio).
Nel ’77, dopo due album e quattro anni di silenzio, Pelosi tornava con un lavoro senza titolo in cui
le tematiche esistenzialiste venivano sostituite da una dialettica più profonda e moderna. Più che
canzoni, La Bottiglia e Luna Park sembravano sedute di psicoanalisi collettiva da cui trasparivano
la nostalgia e la solitudine dell’autore. La tiepida fiducia nell’amore veniva affidata a brani che
avevano come protagonisti omosessuali (Claudio E Francesco) e terroristi (Alle 4 Di Mattina).
Ad accompagnarlo ancora una volta personaggi sui generis come Edoardo Bennato, Bambi Fossati
e un Pinuccio Pirazzoli che gli ricamava su misura arrangiamenti fra il pop barocco e il cabaret
dell’assurdo. Un disco, insomma, che dissacrava senza deridere e che si concludeva con quel brano
controverso, il cui titolo avrebbe fatto pensare a una robaccia demenziale e sbracata. In realtà si
trattava di un doloroso spurgo di bile che gli arrangiamenti avant-garde di Pirazzoli facevano suonare
come un requiem per la fine delle utopie.

Un brano: Ho Fatto La Cacca


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1976 PICCHIO DAL POZZO Picchio Dal Pozzo

PICCHIO DAL POZZO


Picchio Dal Pozzo
GROG, 1976 / GOODFELLAS, 2011

N
ella seconda metà degli anni 70 Genova diventava una succursale di Canterbury. I
Picchio Dal Pozzo (con un nome che avrebbe dovuto suggerire quello di un nobile
cavaliere) piombavano nel frastagliato ecosistema del tardo progressive senza
affiliazioni, se non quella che si deduceva dalla copertina del loro straordinario
esordio. La dedica al fantomatico Roberto Viatti rivelava la devozione a Robert Wyatt che, con
la sua musica, aveva fissato le coordinate estetiche del gruppo. Costituitosi nel ’73 intorno ad
Andrea Beccari, Paolo Griguolo, Giorgio Karaghiosoff e Aldo De Scalzi (fratello di Vittorio dei New
Trolls), il gruppo aveva poco in comune con gli eccessi tecnici e narrativi in cui si era avviluppato
il prog italiano. Il loro primo album, pubblicato nel ’76 dall’etichetta Grog (di proprietà dello
stesso De Scalzi) presentava composizioni relativamente brevi, con titoli curiosi come Merta
e Cocomelastico: sketch colorati che conferivano l’idea di qualcosa di antico e surreale, e che
suonavano come versioni mediterranee delle favole patafisiche dei Gong. Mandando a memoria
i dischi di Hatfield And The North e Henry Cow, e utilizzando metodi di composizione aleatori, il
gruppo aveva elaborato una musica fatta di sbilenche miniature jazz, scampoli di minimalismo
acustico e interludi cosmici, avvolta in un nonsense fanciullesco di futurismi protoelettronici,
folk polveroso e filastrocche infantili che corroboravano il clima misterioso e giocoso. Resterà un
momento di lucida follia, non solo all’interno del panorama nazionale ma perfino nella discografia
del gruppo. Passeranno quattro anni (e una breve incursione dalle parti di Rock In Opposition)
prima che i Picchio Dal Pozzo si decidano a tornare con un album (Abbiamo Tutti I Suoi Problemi)
che ne esalterà l’anima jazz rock e l’estro zappiano; gestito con medesima classe ed ironia, ma
privo di quella malinconica naïveté che ne aveva caratterizzato l’esordio.

Un brano: Cocomelastico
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PIERROT LUNAIRE Gudrun 1977

PIERROT LUNAIRE
Gudrun
IT, 1977 / RCA, 2017

N
el ’74, ai tempi dell’esordio dei Pierrot Lunaire, l’abbuffata prog era ormai alle
battute finali, arroccata in un manierismo autoindulgente fatto di concept sempre
più magniloquenti ed esasperati virtuosismi. In questo senso l’omonimo album
della band di Arturo Stalteri e Gaio Chiocchio rappresentava un punto di non
ritorno, in virtù di un suono elettroacustico su cui spirava una misteriosa brezza barocca, nel quale
clavicembali e spinette facevano la loro bella figura accanto a Moog e Mellotron. Paradossalmente
quegli stessi elementi stavano alla base del loro secondo lavoro, ma a quel punto la visione era
cambiata, nel tentativo di adeguarsi allo spirito sperimentale di quell’Arnold Schönberg che
aveva ispirato il nome del gruppo. Nel frattempo, anche la formazione era stata rimaneggiata.
Con il soprano gallese Jaqueline Darby stabilmente in organico, Stalteri e Chiocchio erano pronti a
sferrare il loro attacco alla tradizione progressive. Sul seguente Gudrun, infatti, i canoni venivano
stravolti, frantumati in un puzzle postmoderno che posizionava i singoli e riconoscibili frammenti
in una dimensione avant-garde. La band premeva sull’acceleratore della sperimentazione
elettronica allestendo un complesso ecosistema di field recordings, loop e distorsioni brutali da
cui affioravano quadretti rinascimentali e inserti neoclassici. L’effetto era straniante e, col senno
di poi, vagamente hauntologico. Soprattutto nell’interpretazione della celebre romanza Plaisir
D’Amour, in cui i vocalizzi trasfigurati della Darby sdrucciolavano fra ronzii di elettronica statica,
chiazze di rumori sintetici e recitazioni astratte. Ancor meglio riusciva a fare la radicale title track,
un affresco steampunk di 11 minuti in cui la band faceva flirtare Vivaldi con il krautrock, indicando
strade che pochi sarebbero stati in grado di percorrere.

Un brano: Gudrun

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1978 RANCID X Voices

RANCID X
Voices
POLYDOR, 1978 / SPITTLE, 2014

Q
uando i primi servizi televisivi sul punk mostravano agli italiani che c’era un modo
creativo di manifestare la insofferenza e inadeguatezza, l’ondata di entusiasmo
che ne scaturì finì per trascinare con sé sonorità e suggestioni unite solo da nemici
comuni quali il prog e la canzonetta. Il punk italiano tentò di colmare il gap con i
cugini anglosassoni senza curarsi troppo di distinguere fra movenze bowiane, suggestioni berlinesi,
prodromi sintetici e tamarraggine hard rock. Spesso tutto confluiva in un’attitudine goliardica, cinica
e nichilista, con risultati ai limiti del parodistico. Ma naturalmente esistevano eccezioni. Su tutti i
Rancid X, autori di uno degli album più intimamente punk, quanto meno per attitudine, uscito nel
biennio ’78-79. Difficile dire se fossero l’unica band della penisola a fondere il rock stonesiano
all’immaginario newyorkese dei mid-70s. Con canzoni che avevano il passo glam dei New York Dolls,
il tiro degli Stooges e le aspirazioni artsy dei Voidoids. Di certo furono i soli ad arrivere al traguardo
dell’LP (l’unico prima dello scioglimento), facendo del loro Voices un caso isolato all’interno del
panorama italo rock del tempo. La band nasceva a Torino, ma si era ricollocata a Milano in tempo
per suscitare l’interesse di una major (la Polydor) ed entrare in studio con il fratello di Vangelis,
Nico Papathanassiou, come produttore. Voices veniva anticipato dal singolo Intoxication, assalto
stoogesiano di incontaminata purezza che surclassava per urgenza e carica innodica quasi tutto
quello che circolava al tempo nel Bel Paese. L’album recuperava solo in parte la violenza del singolo,
più spesso procedeva sinuoso per i vicoli del vizio e del degrado metropolitano con brani dalla poetica
delinquenziale e un rifferama che pareva rubato a Johnny Thunder. Anche per questo, seppur non
privo di qualche ingenuità, resta uno dei lavori più apprezzati ed esportati del nostro primo punk.

Un brano: Old Sex Queen

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CLAUDIO ROCCHI Volo Magico N.1 1971

CLAUDIO ROCCHI
Volo Magico N.1
ARISTON, 1971 / SONY, 2017

I
I più grande torto che si possa fare a Claudio Rocchi è quello di accostare il suo capolavoro
del ’71 al progressive rock. Rocchi è stato molte cose (agitatore culturale, artista
cosmopolita, menestrello psichedelico e mistico) ma non un musicista prog, genere per il
quale aveva spesso confessato insofferenza. Certo, c’era quel minutaggio imponente dei
brani che arrivava a sfiorare le vette del rock sinfonico, ma questo perché il manifesto italiano
dell’Era dell’Acquario richiedeva un oceano di sonorità elettroacustiche positive in cui sciogliere le
individualità e innalzare preghiere laiche. Questo è Volo Magico N.1. Un punto d’arrivo per Rocchi,
che a 20 anni poteva già vantare esperienze importanti come quella con gli Stormy Six, dai quali
si era separato al momento della svolta politica. E poi i continui viaggi all’estero a intercettare le
tendenze culturali da riproporre nell’ambito dell’underground milanese e di una realtà che stava
introiettando le istanze più violente dello scontro sociale. Chi lo ha conosciuto ne parla come di
un talento naturale, che per il secondo album aveva radunato un ricco ensemble di musicisti, fra
cui spiccava un giovane Camerini e il fraterno amico Mauro Pagani. Miracolosamente i 18 minuti
di Volo Magico non si esaurivano in un misticismo kraut di seconda mano, ma intessevano una
poesia folk che univa la West Coast alle sponde del Gange, passando per le acque del Lambro.
Un gentile tour de force costruito su un songwriting ferreo e ispirato, che si rifletteva nei ritmi
di tablas e tamburi, nei cori visionari, negli arzigogoli di sitar e negli assoli acidi, come in un
continuo rimando fra Oriente e Occidente. A dare un senso al tutto c’era un’irresistibile melodia
e un messaggio perentorio, quello per cui l’amore è destinato a vincere, che lo si voglia o meno.
Cantato con una tale convinzione che per una volta non si poteva fare a meno di crederci.

Un brano: Volo Magico

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1977 STEFANO ROSSO Una Storia Disonesta

STEFANO ROSSO
Una Storia Disonesta
RCA, 1977 / BMG, 2002

U
na decina di album all’attivo, una partecipazione al Festival di Sanremo e omaggi
da tutto l’arco costituzionale del cantautorato italiano, ma per tutti Stefano Rosso
rimaneva quello dei “due amici una chitarra e uno spinello”. Complice il brano che
lo aveva reso famoso, Una Storia Disonesta: ritratto di gioventù post sessantottina
scambiato per un inno alla liberalizzazione delle droghe leggere. D’altronde era facile perdersi
nell’ironia malinconica dei suoi testi. Così quando Stefano Rosso (Rossi, all’anagrafe) è scomparso,
nel 2008, sono stati in molti ad accorgersi di avergli voluto bene, a dispetto di un carattere poco
addomesticabile che dagli anni 80 lo aveva spinto ai margini della scena musicale, e a scorgere
nella semplicità di quelle canzoni le tracce di una romanità colta e libertaria. Quella qualità Rosso
l’aveva coltivata con nonchalance, la faceva vibrare con gentile raffinatezza e la metteva in note
facendo appello alla tradizione degli stornelli popolari e a quella del folk d’oltreoceano, con uno
stile che collegava Nashville alla Tiburtina. Nel ’77, quando pubblicava il suo primo album, fuori
volavano pallottole e lacrimogeni, ma la rabbia delle frange popolari non abitava la sua musica,
dove la gioventù alternativa faceva capolino solo negli aspetti più folkloristici (quelli della title
track e del gruppo di vagabondi de La Banda Degli Zulù). Ok la contestazione, ma Rosso era più
interessato a raccontare la sua Roma vista dalla parte dei poveri e degli sconfitti; sia che dovesse
ricorrere ad una sorta di realismo magico (quando nella splendida Il Circo descriveva la variopinta
umanità che popolava Piazza Santa Maria in Trastevere), sia che ricordasse la sua umile infanzia
con fiero spirito anarchico (Pane E Latte) o con divertita malinconia (Letto 26). L’importante era
mostrare come, anche in tempi difficili, le radici popolari potessero essere rivendicate con poesia
e leggerezza.

Un brano: Letto 26
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CLEM SACCO Twisted!!! 2011

CLEM SACCO
Twisted!!!
CRYPT, 2011

S
e c’è un filo che unisce tutti i titoli di questo libro è possibile che cominci proprio
da qui. Da quella fisicità scalmanata e da canzoni come Baciami La Vena Varicosa,
simbolo di un’Italia istintivamente lungimirante, che colmava il gap nei confronti
dei modelli stranieri con audacia e fantasia. Ecco allora Clemente Sacco, uno che
avrebbe voluto fare il cantante lirico ma si era imbattuto nel rock. E che più che dalla musica rimase
affascinato da quei corpi in movimento. Magari vi intravide scampoli di una libertà espressiva
fin lì solo anelata e vi si buttò. Anima e corpo. Alla fine degli anni 50, in una Milano sedotta dei
miti di Elvis e di James Dean, Clem si inventava pioniere del rock tricolore. Poco importa che non
fosse più un teenager e che sfoggiasse uno dei ciuffi più improbabili della penisola. Esibirsi per
lui significava spostare ogni volta l’asticella del comune senso del pudore con autentiche follie
come L’Uovo Alla Coque o show deliranti come quello al Teatro Smeraldo costatogli un contratto
con la Durium, in cui Sacco (da culturista e appassionato di peplum) si era presentato sul palco
in mutande leopardate. Con gli anni 60 arrivava il momento di massima visibilità. Prima grazie
al Clan di Celentano, nel quale gli fu chiesto di sostituire il Molleggiato, al tempo in servizio di
leva. Poi con la formazione dei Califfi, la partecipazione a qualche musicarello e la composizione
di canzoni sempre più bizzarre e tarantolate, registrate con la consapevolezza che il tempo dei
passaggi in radio era ormai andato. Fu necessario attendere gli anni 2000 perché si tornasse a
parlare di Clem Sacco, grazie a video che ce lo mostravano nelle sue dirompenti vesti di performer
e che lo avrebbero portato a esibirsi a 70 anni suonati, con la solita divertita furia. Una fama
tardiva giunta anche Oltreoceano, con questa compilation pubblicata nel 2011 dalla Crypt, che
individuava in Sacco uno degli shouter più dotati e originali.

Un brano: L’Uovo Alla Coque


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1973 SAINT JUST Saint Just

SAINT JUST
Saint Just
HARVEST, 1973 / VINYL MAGIC, 2016

N
el panorama del nuovo pop partenopeo dei primi anni 70, i fratelli Jenny e Alan
Sorrenti portavano un tocco cosmopolita. I due, figli di madre gallese, erano
cresciuti coltivando i legami con la cultura anglosassone e una peculiare vocalità
tutta giocata su registri altissimi, dal timbro nitido e ricco di melismi. Assecondando
tale dote, Jenny aveva costituito i Saint Just nel ’73 assieme ai musicisti Toni Verde e Roberto Fix.
In una scena come quella napoletana, in cui si contavano già forme di rock teatrale come quelle
degli Osanna e del Balletto Di Bronzo, i Saint Just sembravano usciti da un diorama ottocentesco
o da un teatrino di bambole vittoriane. Più che prog tout court, il loro era uno sperimentalismo
barocco, per lo più acustico, che rimandava al folk acido di Pentangle e Fairport Convention. Una
musica mistica ed esoterica, che univa Londra e la West Coast alla Positano hippie dei primi ‘70.
Il primo album (cui presero parte il fratello Alan e amici come Tony Esposito e Luciano Cilio), ha
ben pochi termini di paragone con quello che musicalmente stava accadendo nello Stivale. In
brani come Il Fiume Inondò la vocalità della Sorrenti è come una presenza incorporea che guida
l’ascoltatore in un florilegio di soli chitarristici, sgangherati pianoforti fantasma, carillon medievali
e interludi free form. Il tutto si adagia sugli arpeggi fatati di un folk ancestrale, ponte ideale fra la
tradizione celtica e quella mediterranea. Dopo un secondo album con i Saint Just, decisamente
più virato verso il pop, la cantante inaugurava una carriera solista d’alto profilo, addentrandosi
sempre di più nello studio della musica medievale e della tradizione folklorica di tutti gli angoli del
globo. Solo per tornare, nei tempi più recenti, a sfoderare nuovamente il vecchio vecchio moniker
in compagnia del fratello, forte di una nuova e matura consapevolezza.

Un brano: Il Fiume Inondò

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ANTONIO VIRGILIO SAVONA È Lunga La Strada 1972

ANTONIO VIRGILIO SAVONA


È Lunga La Strada
I DISCHI DELLO ZODIACO, 1972

G
ià dalla seconda metà degli anni 60 Antonio Virgilio Savona, fondatore del Quartetto
Cetra, aveva inaugurato una produzione parallela a quella del gruppo, mosso da
passione civile e fiero attivismo politico. Per promuovere la sua musica aveva fondato
l’etichetta I Dischi Dello Zodiaco, con cui aveva pubblicato, insieme a Gaber, un
curioso adattamento di testi latini (Sexus Et Politica), e riscoperto un autentico patrimonio di canzoni
popolari a sfondo politico. Nel ’72, infine, incideva questo album dallo stile piuttosto vicino alle prime
produzioni di De André, fatto di testi colti, metrica inscalfibile e ironia corrosiva usata per mettere
alla berlina le storture su cui si regge da sempre la società degli uomini. Come il Faber si ispirava
alla tradizione della ballata popolare ma le sue canzoni, benché dotate di maggiore musicalità, si
risolvevano in violenti j’accuse cantati con il tono irriverente della filastrocca. È il caso di Qualcosa
In Cui Credere Ancora, in cui non esitava a parlare dei “nostri in catene e loro amnistiati”, oppure
della caustica La Merda, in cui esortava a non offendere le umane deiezioni paragonandole a politici
e potenti. Al centro dell’opera stava un profondo anticlericalismo che sfociava ne Il Testamento Del
Parroco Meslier. Per l’occasione Savona prendeva in prestito uno scritto del ‘700 con cui il prete
francese Jean Meslier accusava le gerarchie ecclesiastiche di giustificare le diseguaglianze a
danno dei più deboli. Insomma, quello che per molti rappresentava ancora il volto rassicurante della
tradizione era in realtà un artista poco incline ad accettare soprusi e prevaricazioni. A dimostrarlo, se
ancora ce ne fosse stato bisogno, c’era la canzone Sono Cose Delicate, scritta da Savona in seguito
alle minacce ricevute dopo che il Quartetto Cetra aveva eseguito in RAI la canzone Angela, dedicata
all’attivista afroamericana Angela Davis.

Un brano: Il Testamento Del Parroco Meslier

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1974 SENSATIONS’ FIX Portable Madness

SENSATIONS’ FIX
Portable Madness
POLYDOR, 1974 / SENSATIONS FIX, 2014

I
n 50 anni di attività Franco Falsini si è cimentato con più generi musicali di quanti questo
esiguo spazio ci permetta di elencare e ha vissuto da protagonista passaggi culturali che molti
dei suoi coetanei si sono rifiutati di accettare. Il tutto restando fedele solo alla sua originaria
ispirazione lisergica e a una naturale predisposizione per le tecnologie d’avanguardia. Un
amore che nasce alla fine degli anni 60 quando Falsini allestisce il suo primo studio casalingo
ad Arlington, in Virginia. È qui che entra in possesso di uno dei primi Minimoog e si avventura in
composizioni ispirate a pionieri dell’elettronica come Beaver & Krause e Mort Garson. Poco tempo
dopo rientra a Firenze, recupera gli amici Keith Edwards e Richard Ursillo e forma i Sensations’
Fix, con cui nel solo ’74 pubblica tre album per la Polydor. Se con i primi due lavori Falsini punta a
sviluppare un suono equidistante dal prog nostrano e dal krautrock, è con Portable Madness che
l’astronave prende letteralmente quota. Con un mix di sperimentazione DIY e fantasie psycho rock, il
gruppo perfeziona l’iterazione fra elementi elettrici, acustici ed elettronici aprendo strade che molti
si azzarderanno a battere solo nei decenni successivi. Nove tracce strumentali in cui gli arabeschi
floydiani e le escursioni elettriche degli Hawkwind convivono con rarefatti passaggi in odor di post
rock. La produzione asciutta e il basso strangleriano di Ursillo anticipavano la modernità della new
wave, ma altrove si preconizza, grazie all’innovativo utilizzo di fuzz ed Echoplex, anche il garage
isolazionista degli Spacemen 3 e l’ambient chitarristico dei Durutti Column. Non è un caso che,
a partire dalla fine dei ‘90, la produzione dei Sensations’ Fix sia stata riscoperta e omaggiata da
schiere di giovani musicisti e produttori che ancora oggi (ne è un esempio la recente collaborazione
tra Falsini e Ariel Pink) cercano di comprenderne la straordinaria modernità.

Ascolta anche: Leave My Chemistry Alone

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ULTIMA SPIAGGIA Il Disco Dell’Angoscia 1975

ULTIMA SPIAGGIA
Il Disco Dell’Angoscia
ULTIMA SPIAGGIA, 1975

I
l progetto Ultima Spiaggia era un parto della mente di Ricky Gianco, al secolo Riccardo
Sanna, lodigiano trentaduenne che nei primi ‘70 aveva già alle spalle una carriera di rocker
di tutto rispetto, prima come chitarrista dei Dik Dik e in seguito come membro del Clan
di Celentano. Nel ’74, dopo aver dato vita a una sua prima casa discografica (la Intingo),
iniziava ad interessarsi a “materiale di grande valenza sociale” che avrebbe pubblicato con l’altra
sua etichetta, Ultima Spiaggia, fondata insieme a Nanni Ricordi. Con quest’ultima avrebbero visto
la luce i primi lavori di Ivan Cattaneo e uno dei migliori dischi di Jannacci (Quelli Che...), ma anche
alcuni degli album più allucinati del decennio, fra cui quello attribuito, non a caso, al fantomatico
collettivo Ultima Spiaggia. A registrare l’album fu in realtà lo stesso Gianco, accompagnato dal
cantautore e scrittore Gianfranco Manfredi e da una formazione all star di cui facevano parte anche
Ricordi, Cattaneo e Tullio De Piscopo. Il Disco Dell’Angoscia si presentava come una sorta di concept
album: la storia di un uomo caduto in coma e intrappolato in un vortice di sogni e ricordi. Il tutto
aveva inizio con i rumori dell’incidente capitato al protagonista e si sviluppava come un flusso di
coscienza in cui confluivano rumori d’ambiente in distorsione onirica e mozziconi di ballate gotiche,
echi di samba e recitati luciferini, pozzanghere di musica concreta e finti comizi. Nel caos generale
si scorgevano persino canzoni da cui emergeva il genuino spirito rock di Gianco. Il tutto, poi, era
stipato con poco senso della misura in tracce dai titoli altisonanti (tipo Samba Della Tortura E Della
Guerra) tenute insieme da un’ironia grottesca e spiazzante. Un’attitudine che interpretava il cambio
di sensibilità che stava avvenendo in seno al movimento giovanile, un caustico nonsense che di lì a
breve sarebbe stato usato come arma di contestazione.

Ascolta anche: Canto Delle Streghe E Del Demonio

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1978 LINO “CAPRA” VACCINA Antico Adagio

LINO “CAPRA” VACCINA


Antico Adagio
NŌ, 1978 / DIE SCHACHTEL, 2017

D
opo aver lasciato gli Aktuala, un attimo prima che il loro etno folk esoterico si
trasformasse in maniera, Lino Capra Vaccina iniziava a sviluppare un percorso di
ricerca musicale personalissimo largamente influenzato dal minimalismo americano di
Steve Reich e Philip Glass, dai drones infiniti di Terry Riley e dagli esperimenti di John
Cage. Dopodiché collaborava al primo album di Juri Camisasca e, insieme a quest’ultimo, prendeva
parte al Telaio Magnetico: il progetto dal vivo organizzato da Battiato e a cui parteciparono anche
Mino Di Martino, Terra Di Benedetto e Roberto Mazza. Bisognerà attendere il 1978 perché il suo primo
album solista venga finalmente pubblicato. Peraltro Antico Adagio sarà autoprodotto e stampato a
tiratura limitata, ma riuscirà ugualmente a destare l’attenzione dalla stampa specializzata, la quale
ne sottolineerà la straordinaria modernità. I due anni che separano l’album dall’esperienza del Telaio
Magnetico sono serviti al musicista a sviscerare l’universo delle percussioni, lo studio dei timbri e
della loro iterazione con l’ambiente. Il suo arsenale di tamburi e sonagli, campane e metallofoni,
legni e ottoni si è esponenzialmente ampliato rispetto ai tempi degli Aktuala. Nell’economia della
sua musica ogni strumento viene slegato dal contesto originario, oppure (come in Canti Delle Sfere)
i suoni isolati per studiarne modulazioni e riverberi, concentrandosi sul differente impatto emotivo.
Altrove si lavora su stratificazioni e geometrie, secondo un concetto rigoroso di musica aleatoria in
cui i pattern ritmici si ripetono in modo simile ma mai identico. È la sinfonia di un suono che va dritto
all’origine della civiltà e cerca di definire le forme immutabili che hanno accompagnato l’uomo nel
corso delle sue espressioni sonore. Ma è anche un’opera di incredibile contemporaneità, fonte di
ispirazione quanto mai attuale per le avanguardie di ogni epoca.

Ascolta anche: Voce In XY

• | 60 | •
E X T RA: GL I ALT R I C INQUAN TA
EXTRA Gli altri 50

ALLUMINOGENI
Scolopendra
FONIT, 1972 / VINYL MAGIC, 2008

Ancora sospeso fra le melodie del tardo beat, oscuri groove d’organo e
sperimentalismi in chiave kraut, Scolopendra resta uno degli album più
anomali e meno compresi dell’intensa stagione del prog italiano.

ANNA ARAZZINI
Vola, Vola In Alto Amore Mio
VARIETY, 1970

Personalità complessa quella della Arazzini. Interprete ed attrice di rara


espressività, riuscì a incidere solo questo prezioso album prima di dedicarsi
al teatro e alla scrittura di pezzi per Iva Zanicchi e Ornella Vanoni.

MARIO BARBAJA
Megh
ARISTON PROGRESSIVE, 1972

Finardi, Camerini, Fabbri e De Piscopo sono solo alcuni degli ospiti del
secondo album di Mario Barbaja, cantautore spesso accostato a Rocchi
per le atmosfere sognanti e le suggestioni esotiche.

UMBERTO BINDI
Umberto Bindi
RICORDI, 1961

Il più classico dei cantautori genovesi, ma anche quello più ingiustamente


ostracizzato. Il suo secondo album conteneva il brano Il Nostro Concerto,
con cui si attestava fra i maggiori autori ed interpreti della canzone italiana.

ROBERTO CACCIAPAGLIA
Sei Note In Logica
PHILIPS, 1979 / MIRUMIR, 2013

A dispetto degli evidenti debiti con i lavori di Philip Glass e Steve Reich,
Cacciapaglia costruiva il suo capolavoro minimalista sulle spericolate
iterazioni fra elettronica e geometrie orchestrali.
• | 65 | •
EXTRA Gli altri 50

CARNASCIALIA
Carnascialia
MIRTO, 1979 / BTF.IT, 2014

Vivaldi e Minieri riprendevano il discorso laddove era stato interrotto dal


Canzoniere Del Lazio. Coinvolgendo membri degli Area e PFM e spingendo
ancora di più sul connubio fra folk e sperimentazione.

IVAN CATTANEO
UOAEI
ULTIMA SPIAGGIA, 1975

Folle e sperimentale. L’esordio di Cattaneo era un’opera inclassificabile


che, con eclettismo musicale e per mezzo dell’utilizzo spregiudicato della
voce, cercava di spingersi oltre i limiti del pop fino ad allora conosciuto.

ANDREA CENTAZZO
Ictus
PDU, 1974 / WAH WAH, 2015

Percussionista, collaboratore di Steve Lacy e Giorgio Gaslini, Centazzo


esordisce come solista con questo misterioso manufatto in cui il jazz
espressionista si impregna di sonorità elettroniche e suggestioni cosmiche.

CINCINNATO
Cincinnato
PDU, 1974 / AMS, 2012

Unico gruppo jazz rock a essere stato pubblicato su PDU (specializzata in


kosmiche musik), i Cinicinnato si sono congedati dopo appena un album di
freschissimo jazz elettrico, ricco di sonorità avant-garde e rimasto a lungo
un segreto per appassionati.

CIRCUS 2000
Circus 2000
RIFI, 1970 / BTF.IT, 2013

Quando il prog ancora non era all’orizzonte, i torinesi Circus 2000


davano lezioni di psichedelia. Con un’attitudine (e una cantante) che li
avrebbe fatti conoscere come i Jefferson Airplane dello Stivale.
• | 66 | •
EXTRA Gli altri 50

ROBERTO COLOMBO
Sfogatevi Bestie
ULTIMA SPIAGGIA, 1976 / SONY, 2014

Tastierista, arrangiatore (e collaboratore della PFM), Colombo esordiva


con un disco di jazz funk dinamico che per eclettismo e trovate surreali gli
sarebbe valso l’accostamento a Frank Zappa.

DECIBEL
Punk
SPAGHETTI, 1978

Per molti furono solo opportunisti o divulgatori del verbo punk, ma il primo
album di Ruggeri e co. poteva vantare un sound granitico e testi provocatori
(ma non demenziali) che non lesinavano sberleffi a destra e sinistra.

GINO D’ELISO
Ti Ricordi Vienna?
RCA, 1977

Pur essendo ancora legato alla tradizione cantautorale, il secondo album del
triestino, con le sue suggestioni mitteleuropee e l’asciutto tiro funk, è uno
dei segreti meglio custoditi della wave italiana.

ENZO DEL RE
Il Banditore
CP, 1974

Con Del Re musica, teatro e arte di strada si fondevano in un lamento popolare


e politico. In questo senso Il Banditore è un album unico, che avrebbe potuto
nascere dai circoli dell’avanguardia come da un mercato rionale.

ELECTRIC FRANKENSTEIN
What Me Worry?
CRAMPS, 1976 / 2006

Il moniker horrorifico nasconde le escursioni solitarie di Paolo Tofani


degli Area nei territori dell’acid rock e della sperimentazione elettronica,
nella terra di confine che separa i Moody Blues dai Tangerine Dream.
• | 67 | •
EXTRA Gli altri 50

ELEKTROSHOCK
Asylum
NUMERO UNO, 1979 / SONY, 2012

La testimonianza discografica della prima scena punk capitolina è in realtà


un album di malsane ballate metropolitane e sordide atmosfere velvetiane,
dal fascino oscuro e decadente.

FRANCO FALSINI
Cold Nose
POLYDOR, 1975 / SPECTRUM SPOOLS, 2012

Dopo i primi tre album dei Sensations’ Fix, Falsini si dedica alla colonna
sonora di un film sulla cocaina, per il quale compone questa elegia dark
a base di synth onirici e laceranti strati di chitarre.

FLASHMEN
Pensando
KANSAS, 1972 / MELLOW, 1994

Partito come gruppo beat e dopo aver rimodulato il proprio sound in chiave
pop, il quartetto cremonese trova il capolavoro al quarto album, virando
decisamente su sonorità più hard e gotiche.

GLEEMEN
Gleemen
CGD, 1970 / BTF.IT, 2008

Benché la chitarra di Bambi Fossati non fosse ancora protagonista


indiscussa, i genovesi Gleemen abbattevano le strutture del beat con
brani a base di prepotente rythm’n’blues lisergico.

GROSSO AUTUNNO
Almanacco
EMI, 1977

Indebitamente inseriti nel filone prog, i romani erano in realtà interpreti di


un romanticismo West Coast che personalizzavano con un tocco onirico e
un grande senso della melodia.
• | 68 | •
EXTRA Gli altri 50

GRUPPO FOLK INTERNAZIONALE


Daloy Politzei
L’ORCHESTRA, 1977

Nella riscoperta del patrimonio popolare in chiave politica, i gruppo


fondato da Moni Ovadia era quello con il repertorio più eclettico e pugnace.
In qualche modo antesignano della stagione del combat folk.

I GUFI
Non Spingete Scappiamo Anche Noi
COLUMBIA, 1968

Di quella Milano che negli anni 60 Milano riscopriva il cabaret, il dialetto


e le canzoni di Brassens, Nanni Svampa e Lino Patruno erano gli interpreti
più colti. Con il loro spettacolo del ’68 firmarono la loro opera più politica.

JUMBO
Vietato Ai Minori Di 18 Anni?
PHILIPS, 1973 / VINYL MAGIC, 2017

Dopo il capolavoro prog DNA, la band guidata dal carismatico Alvaro


Fella prendeva lidi sperimentali per un album che, trattando di sessualità,
religione ed emarginazione, si guadagnava il bando dalle radio.

FRANCO LEPRINO
Integrati... Disintegrati
ELEVEN, 1977 / WAH WAH, 2015

Nel suo unico album Leprino crea un’unica commistione di sonorità


acustiche ed elettroniche che richiamano quelle del Battiato minimalista,
con accentuate inflessioni neoclassiche.

LIVING MUSIC
To Allen Ginsberg
RCA, 1973 / BMG RICORDI, 2003

Il collettivo aperto guidato da Umberto Santucci e Gianfranca Montedoro


mescolava jazz, rock e musica orientale in un sound elettroacustico e
profondamente spirituale.
• | 69 | •
EXTRA Gli altri 50

MIMMO LOCASCIULLI
Non Rimanere Là
FOLKSTUDIO, 1975 / RCA, 1986

Il medico-cantautore abruzzese è uno dei prodotti più autentici del Folkstudio.


Il suo primo album esce per l’etichetta del locale romano e mescola folk dalle
radici americane con dolcissime melodie mediterranee.

EMILIO LOCURCIO
L’Eliogabalo
UNA SORS CONIUNXIT, 1977 / RCA, 2011

Più che prog, il primo e unico album di Locurcio è una specie di grande
opera metropolitana, impreziosita da ospiti illustri (Dalla, Ron, Claudio
Lolli, Teresa De Sio) e costruita sull’amore per il teatro e per la politica.

CLAUDIO LOLLI
Disoccupate Le Strade Dai Sogni
ULTIMA SPIAGGIA, 1977 / RCA, 1994

Nel suo quinto lavoro (ispirato alla morte di Francesco Lorusso) Lolli
interpreta le tensioni del ’77 con poetica amarezza e un impianto sonoro
che non è mai stato così fresco e moderno.

RAUL LOVISONI/FRANCESCO MESSINA


Prati Bagnati Del Monte Analogo
CRAMPS, 1979 / DIE SCHACHTEL, 2013

I due compositori, prodotti da Battiato, suggellano idealmente l’opera


incompiuta dello scrittore francese René Daumal, con un saggio di
minimalismo ambient proto new age a base di synth traslucidi, suoni
d’arpa e glasspiel.

LOY E ALTOMARE
Portobello
CBS, 1973 / CGD, 1988

Francesco Loy e Massimo Altomare si conoscono a Londra e costituiscono un


duo alla maniera di Simon & Garfunkel. Portobello (dal luogo del loro primo
incontro) è il primo e il più ispirato dei tre album che realizzeranno insieme.
• | 70 | •
EXTRA Gli altri 50

GIANFRANCO MANFREDI
Zombie Di Tutto Il Mondo Unitevi
ULTIMA SPIAGGIA, 1977 / BMG, 2004

Dal musical composto insieme a Ricky Gianco, nasce uno dei più rabbiosi
manifesti realizzati dall’ala creativa del Movimento. La fine di un’epoca per
chi aveva creduto nella rivoluzione e ora si sentiva smarrito.

PEPE MAINA
Canto Dell’Arpa E Del Flauto
ASCOLTO, 1977 / BFT.IT, 2011

La musica di Maina rappresentava una delle possibili evoluzioni del


discorso degli Aktuala. Una ambient dalle influenze etniche che,
contaminandosi con l’elettronica, si fermava a un passo dalla new age.

GIOVANNA MARINI
Vi Parlo Dell’America
I DISCHI DEL SOLE, 1967/1989

La tradizione popolare italiana incontra il folk e il talkin’ blues


nordamericano nelle parole e nella voce di Giovanna Marini: inimitabile
regina della nostra canzone politica.

MAURIZIO MONTI
L’amore
RCA, 1974 / BMG, 2004

Più conosciuto come autore per Patty Pravo e Gianni Morandi, Monti
esordiva con un lavoro decadente che ne metteva in risalto le doti di fine
conoscitore delle meccaniche sentimentali.

NAPOLI CENTRALE
Napoli Centrale
RICORDI, 1975 / SONY, 2016

Rappresentanti di quel “Napoli Power” che negli anni 70 stava rivoluzionando


la musica italiana, Senese e la sua band erano autori di un jazz elettrico
dalla complessa struttura ritmica e dallo spirito ruvidamente popolare.
• | 71 | •
EXTRA Gli altri 50

NUOVA COMPAGNIA DI CANTO POPOLARE


Cicerenella
RARE, 1972 / LUCKY PLANETS, 2008

In epoca di folk revival, la NCCP di Eugenio Bennato, Roberto De


Simone e Beppe Barra compie un recupero filologico della tradizione,
avventurandosi nello spirito pagano della musica popolare napoletana.

OPUS AVANTRA
Introspezione
TRIDENT, 1974 / CRAMPS 2011

Insieme ai Pierrot Lunaire hanno rappresentato l’avanguardia del prog


italiano. Soprattutto per merito di questo album che, pur con qualche
leggerezza, passa con ispirazione dalla musica concreta al pop orchestrale.

OSAGE TRIBE
Arrow Head
BLA BLA, 1972 / VINYL MAGIC, 2014

Creato ed abbandonato da Battiato prima dell’esordio su LP, il trio genovese


ebbe il tempo di incidere questo album a base di jazz rock dai suoni tribali e
destrutturati e intuizioni sui generis come quella di introdurre una sorta di
proto rap sul brano iniziale.

PHOLAS DACTYLUS
Concerto Delle Menti
MAGMA, 1973 / AMS, 2018

Considerato, insieme a Ys del Balletto Di Bronzo, uno dei dischi più


estremi del prog italiano, Concerto rappresenta in realtà un anomalo
manufatto di rock schizofrenico dalla spiccata vena teatrale.

ARMANDO PIAZZA
Suàn
B.B.B., 1972 / GDR, 2016

Il chitarrista Shawn Phillips (all’epoca di stanza a Positano) accompagna


il cantautore napoletano in questa raccolta di brani acid folk cantata in
inglese e rimasta per anni un oggetto misterioso.
• | 72 | •
EXTRA Gli altri 50

GIAN PIERETTI
Il Vestito Rosa Del Mio Amico Piero
RICORDI, 1973

Fra cantautorato e tentazioni progressive Gian Pieretti compone insieme


a Ricky Gianco il primo concept album a tema omosessuale. Un’eresia
pagata con l’ostracismo di radio e televisione.

PRIMA MATERIA
La Coda Della Tigre
ANANDA, 1977 / DIE SCHACHTEL, 2005

Nel tentativo di raggiungere il “suono primordiale” l’ensemble di Roberto


Laneri dava vita a un sound immersivo a base di cupi drones vocali, che si
inscriveva nell’ala più esoterica dell’esperienza minimalista.

PROCESSION
Frontiera
HELP, 1972 / VINYL MAGIC, 2007

Quello del gruppo torinese era un hard rock con venature prog e
socialmente consapevole. Nel disco d’esordio affrontavano il delicato tema
dell’immigrazione con spirito lirico e un groove incandescente.

REVOLVER
Revolver
PHILIPS, 1979 / SPITTLE, 2015

Punk più nell’attitudine che nei suoni, il disco della band triestina
(prodotto da Gino D’Eliso) era in realtà un album di rock asciutto dalle
geometrie wave e ricco di intuizioni melodiche.

TITO SCHIPA JR.


Orfeo 9
CETRA, 1973 / BTF.IT, 2013

Al figlio del tenore Tito Schipa si deve la prima opera rock italiana. Una
rilettura del mito di Orfeo ed Euridice sull’onda di Tommy e Hair, che
annoverava nel cast dei giovanissimi Renato Zero e Loredana Berté.
• | 73 | •
EXTRA Gli altri 50

SORELLA MALDESTRA
Cadavere
HARPO’S MUSIC, 1979 / FLOWERS OF GRAIN, 1997

Synth macilenti, chitarre abrasive, demenzialità e cinismo a profusione.


Con i vercellesi Sorella Maldestra la Harpo’s Bazar scriveva un’altra
pagina di storia del primo punk italiano.

ALAN SORRENTI
Aria
HARVEST, 1972 / EMI, 2009

Sperimentazioni vocali, atmosfere oniriche e folk etereo: l’esordio di Alan


Sorrenti resta uno dei misteri del pop italiano dei 70s. Un viaggio fra
tradizione celtica e mediterranea che ancora irradia stupore.

SPIRALE
Spirale
KING UNIVERSAL, 1974

Scoperti dal sassofonista Mario Schiano, i romani Spirale incisero un solo


album prima di sciogliersi. Resterà uno dei migliori esempi di jazz rock
romantico del biennio d’oro 74-75.

STORMY SIX
Le Idee Di Oggi Per La Musica Di Domani
FIRST, 1969 / VINYL MAGIC, 1994

Prima della svolta politica, e con Claudio Rocchi ancora in formazione,


i milanesi esordivano con un lavoro in cui cantautorato e (tardo) beat si
impregnavano di aromi psych e spezie orientali.

THE TRIP
The Trip
RCA, 1970/2011

Prima di comporre un classico del prog italiano (Caronte) il combo


angloitaliano esordiva con un album hard blues psichedelico, impreziosito
dall’organo lisergico del tastierista Joe Vescovi.
• | 74 | •
BI BL I O GRA F IA

Riccardo Bertoncelli
1965-1966: La Nascita Del Nuovo Rock
Giunti, 2011

Enrico Deregibus
Dizionario Completo Della Canzone Italiana
Giunti, 2006

Stefano Gilardino
La Storia Del Punk
Hoepli, 2017

Domenico Giordano
30 Dischi Italiani... Per Parlare Di Anni ‘70
Città Del Sole Edizioni, 2013

Matteo Guarnaccia
Re Nudo Pop & Altri Festival: Il Sogno Di Woodstock In Italia. 1968-1976
Vololibero, 2010

Valerio Mattioli
Superonda. Storia Segreta Della Musica Italiana
Baldini & Castoldi, 2016

Marco Philopat
Lumi Di Punk: La Scena Italiana Raccontata Dai Protagonisti
Agenzia X, 2006

Cesare Rizzi
Enciclopedia Del Rock Italiano (1964-1993)
Arcana, 1993

Cesare Rizzi
Progressive & Underground In Gran Bretagna Ed Europa: 1967-1976
Giunti, 2003
B IB LI OGRA F IA

Diego Sanlazzaro
Rock, Ribelli E Avanguardie. Musiche E Culture Giovanili Alla Spezia (1965-1990)
Giacché Edizioni, 2015

Tiziano Tarli
Beat Italiano. Dai Capelloni A Bandiera Gialla
Castelvecchi, 2005

Donato Zoppo
Caution Radiation Area. Alle Fonti Della Musica Radioattiva
Aereostella, 2016

RIVISTE:
Blow Up, Mucchio Selvaggio, Rockerilla, Rumore

WEB:
Anni Di Piombo, Anni Di Paillettes (laltritalia.wordpress.com)
Il Golpe E L’Uva (ilgolpeeluva.blogspot.com)
John’s Classic Rock (classikrock.blogspot.com)
Le Note Di Euterpe (ilnegoziodieuterpe.blogspot.com)
Musica E Memoria (musicaememoria.com)
Noisey (noisey.vice.com)
Ondarock (ondarock.it)
Orrore A 33 Giri (orrorea33giri.com)
Rockit (rockit.it)
Sentireascoltare (sentireascoltare.com)
Tony Face (tonyface.blogspot.com)
Verso La Stratosfera (verso-la-stratosfera.blogspot.com)
rumoremag.com
Classici minori, cantautori eretici,

sperimentazioni e mutazioni ai

C
margini del rock e del pop
M
nascosti tra le pieghe della
Y

CM musica italiana dal boom


MY

CY
economico agli anni di piombo
CMY

.
K

"50+50 ITALIA SOTTERRANEA - PRIMA PARTE"


è un supplemento al numero 318/319 (Luglio/Agosto 2018) del mensile
Autorizzazione del tribunale di Torino n. 506-00
Stampato nel mese di Giugno 2018

Copertina di Steuso

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