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ALLA FINE DEL GIOCO

Introduzione allascolto della musica progressiva inglese (1965 - 1974)

Introduzione

Polvere

nidi di rondine

e arbusti

strappati

sta soffiando un gelido vento dal nord


questa notte
copre le grida disperate
di bocche impastate
di terra
scalfisce le guance
entra dal collo

e dagli occhi

e non esce pi

per Nick Drake (19.6.1948 / 25.11.1974)

AT

LAST IM FREE

Ad un certo punto pensavo di non riuscire pi a finirlo.


Quello che allinizio sembrava un gioco divertente, un passatempo inebriante, giorno dopo
giorno diventava sempre pi unossessione, un lavoro, un obbligo (verso me stesso). Tanto da
non riuscire a capire il perch, in quel preciso momento, di dover ascoltare due o tre volte di
fila In the court of the Crimson King o Third dei Soft Machine quando il pensiero e la voglia
correvano frenetici sui Doors o, che so, su La mela di Odessa degli Area.
E mia figlia a supplicare di ascoltare la Tina, Edoardo e Foxy lady con sul piatto Sysyphus da
Ummagumma.
Alla fine l'ho fatto. Dopo oltre un anno di errori e ripensamenti, dopo una ricerca infinita (e
ancora incompleta) una cosa mi parsa chiara : impossibile scrivere di musica, o meglio,
tremendamente difficile spiegare con il ruvido materialismo dei vocaboli le mille sensazioni,
le emozioni a 360 gradi che la musica capace di generare.

Mi tornano in mente le considerazioni di Glen Sweeney incluse nelle note di copertina di


Alchemy, il primo album della Third Ear Band, che ammoniscono sullinadeguatezza delle
parole nel descrivere gli elementi portanti della musica del gruppo.
Comunque, scrivere di musica necessario, comunicare agli altri la propria esperienza
d'ascoltatore (attivo ?), e se solo fossi riuscito a riversare nelle mie considerazioni il 10 % di
ci che provo quando ascolto, allora potrei considerare riuscito il lavoro svolto. E il bello che
nessuno lo pu dimostrare, perch la musica non solo vibra nelle ossa ed entra nella pelle
ma s'insinua, spesso in modo subdolo, nei reconditi e impenetrabili ingranaggi che regolano il
funzionamento del sentimento e dellemozione.
Non certo un capolavoro questo libro, ma mi piacerebbe fosse considerato un lavoro onesto,
come lopera della media dei musicisti che vi sono citati e dal momento che sono testardo
credo che ci riprover, ancora tenter di dar forma a qualche progetto che mi passa in zucca
perch la musica vita e la vita, tutto sommato, bella.
Un grazie di cuore, per la sopportazione, a Maura e Alice.

Nota introduttiva
Intanto utile trovarsi daccordo sul significato del termine musica progressiva, oppure
pu anche non verificarsi conformit di opinioni ma una definizione a rigor di termine
musicale appare necessaria.
Di norma si tende a considerare progressivi complessi o singoli musicisti (e le loro
proposte sonore) appartenenti al fenomeno del rock romantico e sinfonico, quello che prende
le mosse dal neoclassicismo dei Beatles per giungere (attraverso una precisa fase evolutiva) a
formazioni quali Genesis, Yes, E L & P e simili.
Larte non uno specchio - un martello, il principio generale sentenziato da John
Grierson sulla copertina di In praise of learning degli Henry Cow. Facendo interagire queste
parole con il concetto di musica progressiva, potremmo considerare lo specchio come
edonistica e immobile riflessione di unimmagine sonora prestabilita mentre il martello, in
quanto umile strumento di lavoro, risulterebbe utile per lesecuzione di piccole modifiche
strutturali, necessario al divenire faticoso delle note sul pentagramma.
Se il significato del termine progressivo sta per qualcosa che tende a progredire, che
procede lentamente e continuamente in senso evolutivo, allora qualcuno deve spiegare perch
(a puro e semplice esempio) vanno considerati progressivi i Genesis e non gruppi quali Who o
Led Zeppelin, sicuramente pi importanti e decisivi sotto questo aspetto.
Si tratta, chiaramente, di uno dei tanti luoghi comuni del rock, dellesigenza di etichettare,
catalogare, di rendere commerciabile un prodotto musicale.

Credo che gli artisti che hanno contribuito allo sviluppo della musica inglese, che hanno
lavorato in progressione, rappresentino una ben pi vasta platea dinteresse. Non tutti
(anzi, quasi nessuno) hanno sviluppato interamente la carriera alla continua ricerca di un
accrescimento creativo della forma musicale (e lesempio eclatante viene proprio dallambito
romantico-sinfonico) ; lattitudine progressiva di molti va rintracciata in una parte
dellattivit, a volte in un singolo episodio.
E quindi obbligatorio calarsi nella complessit della musica rock inglese (o meglio britannica,
perch di questa si disquisisce) e non tragga in inganno la grande quantit di nomi citati :
questa non vuole essere, e non , una storia del rock inglese, ma solo il resoconto del suo
aspetto progressivo.
Non c tutto, non unenciclopedia. Nemmeno mi piace chiamarla guida, sa troppo di
itinerari predisposti e comandati.
Una traccia introduttiva allascolto della musica progressiva inglese mi pare possa cogliere
il senso di queste righe, sufficientemente articolata, strumento utile a stimolare lapproccio (o
un sempre vantaggioso ricordo) verso un mondo musicale estinto ma ancora in grado di
trasmettere emozioni, di offrire input basilari alle nuove generazioni di appassionati.
Come gi accennato, qui si parla di musica britannica e non mancano le inevitabili
eccezioni.
Lo sappiamo tutti, ad esempio, che Jimi Hendrix nato a Seattle e ha girato gli Stati Uniti in
lungo e in largo per anni prima di essere casualmente scoperto da Chas Chandler. Non si
pu per dissentire sul fatto che lExperience vada considerata una formazione inglese, non
tanto per la presenza di Redding e Mitchell (che da soli...), quanto per la precisa collocazione
storico - musicale e geografica che interessa il complesso nella parte iniziale della carriera.
Chi pu ragionevolmente affermare che Hendrix sarebbe divenuto lo stesso musicista di
successo mondiale, punto di riferimento essenziale per lo sviluppo della chitarra rock, che
avrebbe suonato la stessa musica e pubblicato un disco come Are you experienced ? se non
avesse seguito il consiglio di Chandler di recarsi in quella Londra piena di fermento, nel
settembre del 1966 ?
Si tratta di un preciso periodo storico : 1965 / 1974.
Ovviamente tale lasso di tempo non deve essere considerato come una sorta di esercizio
provvisorio del rock, che inizia al primo di gennaio del 65 e termina il 31 dicembre 1974. Pi
semplicemente si intende il 1965 come lanno nel quale si vengono a concretizzare in modo
compiuto le prime forme complesse di musica rock e il 1974 rappresenta una possibile, ideale
chiusura di un decennio musicale irripetibile, la fine di un movimento che arranca in preda
ad una irreversibile decadenza creativa, del quale lavvento del punk rock far sommaria
giustizia.
Allordine alfabetico dei nomi ho preferito una trattazione per capitoli e (per quanto
possibile) per categorie omogenee, con la presenza di un sommario discografico che non
vuole arrogarsi la pretesa dellinfallibilit ma certamente costituisce una corposa base di
partenza (con gli oltre 300 titoli consigliati) per chi vuole entrare in contatto con la parte
migliore del rock britannico.

Molti degli album citati sono oggi delle vere e proprie rarit reperibili, nelloriginale versione
in vinile, esclusivamente nei vari mercatini dellusato e dei dischi da collezione, a prezzi spesso
proibitivi.
E in ogni caso possibile, con un po di ricerca (e di fortuna, elemento sempre necessario per
fruire di musica in Italia), riuscire ad ascoltare il prezioso contenuto di questi lavori
rivolgendosi al settore delle ristampe.
Tra le principali etichette specializzate in riedizioni di vecchio e, a volte, dimenticato
materiale si possono segnalare Edsel, B.G.O., See for Miles, Repertoire che da qualche anno a
questa parte pubblicano quasi esclusivamente nel formato CD.
Certo, gli originali odorano (o puzzano) di storia ma ci che veramente importa, alla fine,
lapproccio alla bellezza, alla poesia, alla vitalit, alle emozioni che questa musica ancora
capace di comunicare.

A New Day Rising


dal beat alla musica progressiva

Nella storia della musica, in realt, una nuova alba non mai esistita. Il concetto di
invenzione, di creazione dal nulla in questa materia appare fuori luogo ; dopo tanti eventi a
sensazione dobbiamo allenarci a ragionare nellottica del divenire, ad esaminare i piccoli e
grandi cambiamenti progressivi che traggono il loro valore aggiunto dal preesistente con
lausilio di figure di rilievo e di oscuri praticanti, di luminari e di imbonitori, tra grandi gioie e
sconfinate delusioni. E non pu essere altrimenti se esatto, come sosteneva Jacques Attali,
che il mondo non si guarda, si ode - non si legge, si ascolta, se vero che la musica non la
colonna sonora della nostra vita ma il fluire dellesistenza stessa.
A maggior ragione lopinione pare valida per la musica rock, tipica espressione di sintesi
sonora, di fusione tra stili diversi riannodati su nuove metriche : a volte si tratta di prospettive
inedite, in altri casi di sfumature.

Verso la met degli anni Cinquanta i maggiori musicisti americani di rocknroll (Elvis
Presley, Bill Haley, Buddy Holly, Jerry Lee Lewis, Little Richard, Chuck Berry ...) iniziano ad
ottenere grande successo nelle classifiche di vendita inglesi e di riflesso nascono i primi
cantanti indigeni del genere. I vari Cliff Richard, che si fa accompagnare da un gruppo
chiamato Shadows, Lonnie Donegan e simili non fanno comunque molto per tentare di
mascherare quella che si configura come una fase di chiara importazione culturale per la
musica inglese. Il loro successo commerciale risulta oltremodo importante per convincere una
moltitudine di aspiranti giovani musicisti a prendere in mano gli strumenti e confrontarsi con
i suoni che provengono da oltre oceano.
Lo sviluppo dal rocknroll alle prime forme compiute di linguaggio rock avviene nella
parte iniziale degli anni Sessanta seguendo due principali direttrici : il beat melodico e il blues
revival.

-1Il beat una forma musicale direttamente derivata dal rocknroll degli anni 50, con
una forte componente ritmico - melodica e un approccio piuttosto commerciale, anche come
genere da ballo. Nei primi tempi, il fulcro della musica beat si localizza nella zona del
Lancashire, in particolare nelle citt di Liverpool e di Manchester, dove assume la
denominazione di Mersey Sound.
Da Manchester provengono gli Hollies di Graham Nash, dalla rigogliosa scena di Liverpool
gruppi quali Searchers, Gerry and the Peacemakers, Merseybeats, Big Three. In questo
contesto lunica formazione che nel tempo riesce a sviluppare in modo significativo, e con
clamore irripetibile, le coordinate sonore di base della propria musica quella dei Beatles.

John Lennon, Paul McCartney e George Harrison iniziano nel 1956 in una formazione
denominata Quarrymen e agli albori del nuovo decennio sono ancora insieme nei Silver
Beatles, che comprendono anche Stuart Suttcliffe (morir nellaprile 62 a causa di
unemorragia cerebrale) e il batterista Pete Best.
Nellautunno 1961 incontrano Brian Epstein, che si propone come manager e riesce a
procurare al gruppo loccasione di un provino per la Decca, effettuato il primo gennaio del
1962. I responsabili della casa discografica commettono il grave errore di non credere alle
potenzialit del quartetto di Liverpool, che riscuote maggior fortuna presso letichetta
Parlophone (del gruppo Emi) : qui lavora George Martin che diventa il produttore dei
Beatles.
Lultimo avvicendamento in formazione riguarda il ruolo di batterista coperto da Ringo
Starr, a seguito dellallontanamento di Best.
Il 5 ottobre 1962 viene pubblicato il primo 45 giri Love me do che ottiene un buon successo
entrando nei top 20 e i singoli del 1963 impongono i Beatles ai vertici delle classifiche inglesi.
In questa fase, la loro musica si basa su un serrato incrocio ritmico di rocknroll e twist, con
arrangiamenti semplici ed esaltanti armonie vocali tesi a generare un impatto estremamente
coinvolgente. Fondamentale laffermazione come compositori della coppia Lennon /
McCartney, che sin dalle prime uscite impone pezzi di propria produzione in un periodo nel
quale prassi diffusa affidarsi alla rielaborazione di brani importati dagli Stati Uniti.
Canzoni come She loves you e I want to hold your hand marchiano indelebilmente lo stile dei
Beatles, che allinizio del 1964 conquistano anche il mercato americano piazzando la bellezza
di cinque singoli e due album ai primi posti delle relative classifiche. Questo straordinario
risultato commerciale rappresenta il primo passo verso una decisa inversione di tendenza nel
rapporto tra musica rock inglese e americana : ora lInghilterra, sullo stimolo del fenomeno
Beatles, esporta la propria musica negli States (e nel resto del mondo) e di conseguenza i
musicisti americani devono iniziare a tenere conto di ci che accade in terra inglese.
Nonostante tutto non si pu certo affermare che i Beatles, fino a questo momento, abbiano
inventato chiss quali sconvolgenti novit in ambito musicale ; il loro sconfinato successo in
gran parte determinato dallabilit nel sapersi proporre ed atteggiare in modo nuovo e
anticonformista nei confronti dellindustria discografica e del music business.

Questo il periodo delle grandi tourne in giro per il mondo che contribuiscono a rafforzare
ulteriormente la loro popolarit (nel giugno del 1965 visitano anche lItalia, tenendo una serie
di concerti a Milano, Genova e Roma).
Nellottobre 1964 i Beatles registrano I feel fine, il singolo natalizio di quellanno, che presenta
alcune novit rispetto alla precedente produzione. Si tratta ancora di particolari, in ogni caso
nellintroduzione del brano viene volutamente inserito un feedback di chitarra (prendendo
spunto dagli Yardbirds che per primi sperimentano questa possibilit) e la canzone possiede
un incedere caracollante che ricorda certe cose dei rivali Rolling Stones, con un lavoro di
chitarra un po pi complesso del solito.
Anche sul fronte degli album si assiste ad un'evoluzione che offre i primi frutti importanti con
il sesto disco a 33 giri Rubber soul (Parlophone), pubblicato alla fine del 1965. Nella ballata di
Norwegian wood George Harrison introduce il sitar per la prima volta in un pezzo pop,
relegandolo per ad un ruolo di caratterizzazione timbrica (meglio sapranno fare gli Stones
con Paint it, black lanno successivo). The word appare come uno dei brani pi originali
prodotti dai Beatles fino a questo momento, con superbe armonie vocali che presentano vaghi
accenti jazz e gospel, mentre In my life una raffinata ballata che sorprende per un inatteso
intermezzo neoclassico di George Martin al piano.
In contemporanea con la pubblicazione di Rubber soul viene immesso sul mercato un singolo
con Day tripper, un ordinato rhythm & blues avvalorato da un classico riff di chitarra, e con
We can work it out, dalla bella linea melodica decadente.
Con il nuovo anno inizia per i Beatles una seconda fase della propria carriera ; il gruppo
avverte lesigenza di proporsi in modo pi ambizioso rispetto ai contenuti musicali e
preferisce dedicarsi esclusivamente alla composizione e alla ricerca sulle tecniche di
registrazione, abbandonando definitivamente lincessante attivit concertistica nellagosto
66.
Nonostante lo sforzo profuso e la pubblicazione tra il 66 e il 67 dei loro lavori maggiormente
significativi Lennon, McCartney e compagni perdono gradualmente lunit dintenti e
paradossalmente si vedono sfuggire di mano la leadership della scena rock, oramai in grado di
evolvere autonomamente verso obiettivi di notevole creativit.

BEATLES - REVOLVER (Parlophone - 1966)


Nel giugno 1966 viene commercializzato il 45 giri Paperback writer, e ancor pi dellottimo
rock scorrevole ed immediato del lato A colpisce il retro Rain che anticipa le atmosfere del
successivo album Revolver, facendo largo uso di nastri manipolati.
Revolver, pubblicato nellagosto 66, il disco pi innovativo dellintera produzione dei
Beatles ; lalbum rappresenta una decisa svolta verso un approccio creativo radicale e
lacquisita confidenza con le tecniche di registrazione permette, in particolare a Lennon, di
sperimentare sonorit originali ed in parte inedite.
Lapertura riservata ad una sequenza di tre brani disposti in netto contrasto stilistico, quasi
a voler affermare in modo provocatorio le capacit dei musicisti nellaffrontare generi
musicali allapparenza antitetici tra loro. Cos Taxman un rock spigoloso che evidenzia dure

linee di chitarra, Eleanor rigby propone unatmosfera di musica da camera (per ottetto
darchi e voce solista di McCartney), Love you to possiede un intenso sapore orientale con
Harrison che al sitar mostra progressi rispetto allesperienza di Norwegian wood.
Molto coinvolgente il rock melodico di She said - she said, sostenuto da un mix di chitarre
multicolori; interessanti anche latipica ballata di For no one e I want to tell you, condotta
dalla nitida e suadente sei corde di Harrison in contrasto con un obliquo trattamento
pianistico.
Il resto del disco si conferma su buoni livelli, e persino una canzoncina come Yellow submarine
viene contornata di rumori ed effetti di ogni tipo.
Il capolavoro dellalbum la conclusiva Tomorrow never knows, primo convinto tributo di
Lennon e McCartney alla montante cultura psichedelica. Dopo una breve introduzione di
sitar il brano decolla improvvisamente pervaso da strane sensazioni, con suoni che schizzano
in ogni direzione sospinti da unoscura forza centrifuga, aggrappati al ritmo martellante ed
ipnotico della batteria, allindifferenza della litania intonata da John Lennon, il tutto a creare
uno stordente effetto di stratificazione sonora.
Tomorrow never knows rappresenta uno dei vertici della creativit dei Beatles e prepara il
terreno per la realizzazione, nei mesi successivi, della notevole Strawberry fields forever e del
celebrato Sgt. Pepper.

-2Se il genere del beat melodico trova i principali punti di riferimento geografici
nellambito della provincia inglese, il fenomeno del blues revival si sviluppa essenzialmente a
Londra. Tra i personaggi pi influenti, vero promotore della diffusione del blues e del rhythm
& blues in Inghilterra, va annoverato Alexis Korner che gi a met degli anni 50 apre il
London Blues and Barrelhouse Club e allinizio dei Sessanta lEaling Club, aiutato da Cyril
Davies, altra significativa figura dellepoca.
Nel 1961 Korner crea la sua prima formazione, Blues Incorporated, una sorta di nucleo
aperto alla generazione di giovani musicisti inglesi, vogliosi di confrontarsi con il suono
proveniente dallAmerica. In questa formazione muovono i primi passi personaggi del calibro
di Mick Jagger, Brian Jones, Keith Richard, Charlie Watts (i Rolling Stones !), ma anche
importanti esponenti del jazz inglese quali John Surman, Dave Holland e Mike Westbrook.
I Blues Incorporated continuano nella loro meritoria opera divulgatrice fino al 1967, quindi
Korner prosegue una rigorosa e poco remunerativa carriera con altre creature come Free at
Last, New Church, Collective Consciousness Society, Snape, collaborando spesso con musicisti
di prestigio fino alla morte nel 1985.

Allinizio degli anni Sessanta Mick Jagger e Keith Richard muovono i primi passi
nellambiente musicale suonando in un gruppetto studentesco chiamato Little Boy Blue & the
Blue Boys nel quale presente anche Dick Taylor, futuro fondatore dei Pretty Things. I Blue
Boys entrano nel giro dellEaling Club di Alexis Korner dove conoscono il chitarrista Brian
Jones e il pianista Ian Stewart ; dal luglio 1962 il gruppo inizia ad esibirsi con regolarit e nel
gennaio successivo cambia nome in Rolling Stones, dopo lingresso in organico di Charlie
Watts (dai Blues Incorporated) e di Bill Wyman (dai Cliftons).
Il primo ad accorgersi del potenziale della nuova formazione Giorgio Gomelsky, ma dopo
pochi mesi gli subentra come manager Andrew Loog-Oldham che decide di orientare la
carriera dei Rolling Stones ad un antagonismo musicale e dimmagine nei confronti dei
Beatles. A farne le spese Ian Stewart, ritenuto non consono allaspetto trasandato ed
aggressivo del complesso, che viene estromesso dalla formazione pur rimanendo in qualit di
collaboratore esterno.
Nel giugno del 63 i Rolling Stones pubblicano il primo singolo Come on, un brano scritto da
Chuck Berry, e proprio lutilizzo sistematico di canzoni rocknroll e blues importate dagli
U.S.A. caratterizza tutte le uscite discografiche iniziali. Cos per Not fade away (un brano di
Buddy Holly), per Its all over now (di Bobby Womack, che nel giugno 1964 li porta per la
prima volta in testa alla classifica di vendita inglese), per Little red rooster (di Willie Dixon),
per la quasi totalit dei brani inclusi nei tre album di inizio carriera.
Nonostante lassenza di materiale originale, a differenza dei Beatles che da subito
interpretano prevalentemente canzoni proprie, il successo notevole e i Rolling Stones
simpongono rapidamente come il gruppo inglese di maggior fortuna tra quelli dediti ad una
musica che trae le radici dal rocknroll e dal blues pi robusto ed immediato.
Con i successivi singoli, la bella The last time e soprattutto la potente Get off of my cloud, la
coppia Jagger / Richard inizia a comporre canzoni originali e sempre pi personali. Nel 1965,

con (I cant get no) Satisfaction gli Stones simpongono anche sul mercato americano :
Satisfaction sostanzialmente un R & B ritmato e ossessivo, caratterizzato da un memorabile
riff ipnotico di chitarra, che tormenta per tutta la durata del brano, e da un Mick Jagger pi
ruffiano e arrogante che mai.
Nellaprile 1966 Paint it, black fa ancora meglio : pur non essendo in grado di tentare un
approccio tradizionale allo strumento, Brian Jones riesce a disegnare con il sitar unoriginale
cadenza di danza orientale, sostenuta da una ritmica serrata e contrapposta ripetutamente al
rocknroll del ritornello. La voce di Jagger appare tenebrosa e contribuisce ad accrescere il
senso di mistero che aleggia sul brano.
La pubblicazione di Paint it, black contemporanea a quella del quarto LP Aftermath, ma la
canzone non viene compresa nelledizione inglese dellalbum, bens in quella americana del
giugno dello stesso anno.

ROLLING STONES - AFTERMATH (Decca - 1966)


Quando nella primavera del 1966 viene edito Aftermath i Rolling Stones sono ai vertici della
popolarit e il disco rappresenta un importante punto di arrivo. Il materiale interamente
composto da Jagger e Richard e la musica fissa in modo irreversibile le coordinate del suono
del complesso.
Il momento di maggior emozione del disco la sequenza Lady Jane - Under my thumb. La
dolce Lady Jane si mostra con una delicata melodia, impreziosita dalle rifiniture barocche
operate da Brian Jones che inserisce dulcimer e clavicembalo. Under my thumb appare come
la logica evoluzione di Satisfaction proponendo un moderno rhythm & blues, pi moderato
sotto laspetto ritmico, con un azzeccato contrasto tra la spigolosa chitarra di Richard e le
marimbas di Jones che formano un sinuoso tappeto sonoro, ideale per le evoluzioni di Jagger.
Tutto lalbum si conferma ad alto livello con una bella variet di temi che spaziano
dalliniziale, scarna e sarcastica, ballata di Mothers little helper alle aggressive ed accattivanti
Stupid girl e Think, dalla celebre Out of time (nello stesso anno grande successo per Chris
Farlowe) ai tipici esempi di Stones sound nelle sguaiate Flight 505 e Its not easy. Non
mancano brani dimpostazione blues quali Doncha bother me, la stuzzicante High and dry e
lestenuante Goin home, che con i suoi undici minuti di improvvisazione blues ha il merito di
uscire dai collaudati e oramai costringenti schemi del classico pezzo da classifica.

Gli Animals presentano notevoli affinit con i Rolling Stones ; anche loro si riferiscono
sostanzialmente alle stesse matrici RnR e blues e, come nei primi tempi per Jagger e
compagni, fanno largo uso di cover di autori americani, evidenziando una modesta attivit di
scrittura originale.
Riescono ad emergere grazie alle doti vocali di Eric Burdon e alla presenza dellorgano di
Alan Price che personalizza brillantemente i loro brani.
Il gruppo, nato nel 1962 a Newcastle come Alan Price Combo e poi trasformatosi in Animals,
guidato da Eric Burdon (v.) e, oltre a Price (ts.), comprende Hilton Valentine (ch.), Chas

Chandler (bs.) e John Steele (bt.) ; lesordio discografico, sotto la produzione di Mickie Most,
avviene con la pubblicazione del singolo Baby let me take you home nel maggio 1964. Il disco
riscuote discreto successo ma con il successivo 45 giri che gli Animals raggiungono la vetta
delle classifiche sia in Inghilterra che negli Stati Uniti.
House of the rising sun (giugno 64) un brano tradizionale che Bob Dylan aveva inciso per il
suo album desordio un paio di anni prima e gli Animals ne ricavano un arrangiamento
classico, denso di drammaticit, al quale contribuiscono in modo decisivo il lirico organo di
Price, lefficace arpeggio di chitarra di Valentine e il tono grave della voce di Burdon,
realizzando di fatto uno dei primissimi esempi di folk rock.
La produzione degli Animals intensa: entro la fine dellanno il gruppo pubblica altri due
singoli, il primo dei quali (la dinamica Im crying) porta la firma di Burdon e Price, e nel 1965
infila una serie di brani di successo improntati al rhythm & blues. Dont let me be
misunderstood ( un brano di Nina Simone) e Bring it on home to me (di Sam Cooke) sono due
buone versioni, mentre le successive Weve gotta get out of this place (luglio 65) e Its my life
(ottobre 65) vanno annoverate tra le pi belle canzoni del periodo, esaltate da un superlativo
Eric Burdon che esprime performance vocali originali e coinvolgenti, dimostrando di essere
uno dei migliori cantanti dellepoca.
Gli album Animals (Columbia-1964) e Animals tracks (Columbia-1965) si basano
principalmente sui brani gi editi a 45 giri e presentano, in ossequio ad una deprecabile moda
in auge a quei tempi, selezioni diverse tra le edizioni inglesi e americane.
I primi segni di cedimento del gruppo si avvertono quando Alan Price abbandona per
intraprendere la carriera solista, seguito a breve distanza da John Steele : i sostituti sono
Dave Rowberry, proveniente dai Mike Cotton Sound, e Barry Jenkins che aveva suonato con i
Nashville Teens.
Dopo la pubblicazione dellalbum Animalisms (Decca-1966) Eric Burdon decide di lasciare gli
Animals, decretandone, di fatto, lo scioglimento nellestate 1966. Torner alla fine dellanno
con una nuova versione del gruppo su basi sonore decisamente diverse.
Per quanto riguarda gli altri componenti curioso il destino di Chas Chandler che nel luglio
66, in occasione dellultimo tour americano degli Animals, scopre Jimi Hendrix e ne
diventa manager e produttore : in seguito sar anche il produttore dei controversi Slade.

Nonostante il buon riscontro di vendite e lindiscutibile qualit delle loro canzoni, i Them
risultano meno decisivi per levoluzione del blues revival inglese rispetto a gruppi come
Rolling Stones, Animals e Yardbirds.
Lirlandese Van Morrison agli albori dei Sessanta canta e suona il sassofono nei Monarchs, un
piccolo complesso di Belfast che riesce a pubblicare un solo 45 giri. Verso la fine del 1963 il
cantante decide di approntare un gruppo pi ambizioso che comprende alcuni strumentisti
locali ; in realt la formazione si mostra estremamente instabile e subisce nel tempo un
continuo ricambio di musicisti, tra i quali vanno ricordati i fratelli Jackie (ts.) e Patrick (bt.)
McAuley, Alan Henderson (bs.), Jim Armstrong (ch.), Ray Elliott (ts.), David Harvey (bt.) e
Peter Bardens (ts. - nel 1965 solo per breve tempo).

Inoltre, il fatto che in molte registrazioni i musicisti ufficiali sono sostituiti da vari sessionmen
contribuisce a rendere maggiore la confusione e a rischio lesistenza stessa del complesso.
Lesordio su vinile avviene nel settembre 64 con Dont start crying now, ma solo alla fine dello
stesso anno i Them s'impongono allattenzione del grande pubblico con un notevole singolo
che presenta sul lato principale una focosa versione del blues di Joe Williams Baby please
dont go. Sul retro viene inserita Gloria, una composizione di Morrison costruita su
uninsistente trama ritmica (in teoria senza inizio n fine) pilotata dalla voce grintosa del
cantante, che con il procedere dellesecuzione determina una sorta di trance ipnotica. La
canzone diventer un classico del rock e sar reinterpretata in innumerevoli versioni, tra le
quali vanno ricordate quelle di Jimi Hendrix, dei Doors e di Patti Smith.
Lottimo risultato di vendite porta il gruppo allinevitabile trasferimento a Londra e alla
collaborazione con il produttore americano Bert Berns (famoso per essere il compositore della
celeberrima Twist and shout, portata alla notoriet dagli Isley Brothers e ripresa anche dai
Beatles) ; proprio una composizione di Berns (Here comes the night) procura un nuovo
successo ai Them.
In questo singolo e nei due LP incisi dal gruppo sono presenti numerosi sessionmen tra i quali
spiccano i nomi dei futuri Led Zeppelin, Jimmy Page e John Paul Jones. Nonostante
lavversione di Morrison verso questa situazione gli album risultano interessanti. Sul primo,
The angry young Them (Decca-1965), oltre a Gloria meritano di essere segnalati un altro
grintoso originale di Van Morrison, Mystic eyes, e lottima versione di Bright lights, big city
che evidenzia le peculiarit del suono essenziale e pungente del complesso.
Nel successivo Them again (Decca-1966) spiccano le buone cover di I put a spell on you e di I
got a woman, leccellente resa del R & B con accenti gospel di Turn on your love light (in
U.S.A. un classico per i Grateful Dead) e soprattutto una magica rilettura di Its all over now,
baby blue di Bob Dylan, arrangiata alla maniera dei migliori Rolling Stones e valorizzata da
una sofferta interpretazione di Van Morrison.
Ad ogni modo la fine dei Them prossima e viene sancita nel maggio del 1966, al termine di
una sfortunata serie di concerti negli Stati Uniti. Morrison segue Berns a New York dove
intraprende una proficua carriera da solista.
I restanti componenti del gruppo, con il cantante Ken McDowell, si trasferiscono a loro volta
in Texas dove, tra il 68 e il 71, pubblicano quattro album sotto la sigla Them II.
Una menzione anche per i fratelli McAuley che nel 1966 formano i Belfast Gypsies, capaci di
realizzare un paio di singoli e un LP prima di un rapido scioglimento. In seguito Jackie
McAuley si unisce a Judy Dyble, la prima cantante dei Fairport Convention, per costituire il
duo folk dei Trader Horne (discreto lunico album Morning way, Dawn-1970).

Eric Clapton un chitarrista diciottenne innamorato del blues elettrico di Chicago quando,
nel marzo 1963, inizia la sua fortunata carriera in un piccolo complesso rhythm & blues
chiamato Roosters. Dopo una fugace apparizione in unaltra formazione di poche pretese
(Casey Jones & the Engineers), nellottobre dello stesso anno Clapton entra a far parte degli
emergenti Yardbirds, in sostituzione di Top Topham.

Il gruppo si era costituito pochi mesi prima, per via della fusione tra Chris Dreja (ch.), Jim
McCarty (bt.) e Top Topham (ch.) (provenienti dai Suburbiton R&B) con Keith Relf (v.ar.) e
Paul Samwell Smith (bs.) dei Metropolis Blues Quartet.
Gli Yardbirds si esibiscono regolarmente al Crawdaddy e il gestore del locale Giorgio
Gomelsky diventa loro manager e produttore. Nei primi tempi la musica del gruppo
fortemente influenzata dal blues elettrico e dal RnR di Chuck Berry e di Bo Diddley, con la
peculiarit della brillante tecnica alla chitarra di Clapton, gi allepoca considerato uno dei
migliori strumentisti della scena rock. Un interessante resoconto di questo periodo
documentato dallalbum Five live (Columbia-1965), registrato (in modo non proprio
impeccabile) dal vivo al Marquee nel marzo 1964. Nello stesso anno vengono editi un paio di
singoli, I wish you would e Goodmorning little school girl, che rimangono distanti dalle
infuocate esibizioni live e vendono poco.
La svolta decisiva del marzo 1965 : gli Yardbirds sono in studio per la realizzazione del
nuovo 45 giri For your love, una canzone di Graham Gouldman, un giovane compositore
proveniente da Manchester (negli anni settanta sar membro fondatore dei 10 CC).
Lintroduzione affidata al clavicembalo suonato da Brian Auger e il brano possiede un
originale gioco vocale, abilmente incastrato su un tappeto di liquide percussioni, con il
rocknroll della parte centrale che si staglia prepotentemente su tutto il resto. Non c traccia
di chitarra solista o di blues, Clapton giudica il brano troppo commerciale e addirittura
preferisce abbandonare il gruppo per raggiungere i Bluesbreakers di John Mayall. In realt
For your love, oltre ad essere il primo grande successo della formazione, rappresenta un abile
tentativo di ricorso alle nuove tecniche di registrazione, con lutilizzo di strumenti e sonorit
estranei alla tradizione del blues e del RnR ; in questo modo, gli Yardbirds si pongono in
linea con i primordiali tentativi di musica progressiva che nel 1965 incominciano a
manifestarsi.
Eric Clapton viene ben sostituito da Jeff Beck, proveniente dai Tridents, e il gruppo insiste
nella direzione intrapresa con altri due singoli composti da Gouldman, Heart full of soul e Evil
hearted you, che confermano il successo di vendita anche se risultano inferiori allillustre
predecessore.
Un nuovo balzo in avanti costituito dalla bellissima Shapes of things (marzo 1966) dove il
lavoro di Beck risalta in modo deciso ; lincedere ritmico della canzone paga un evidente
tributo al Bolero di Ravel e il pezzo apre la strada ad una nuova forma di blues, svincolata
dalla tradizione e aperta a contaminazioni con altri stili e a soluzioni melodiche pi marcate.
Altri gustosi frutti della creativit del gruppo si possono rintracciare nel blues sepolcrale di
Still Im sad e nella bizzarra Over under sideways down, un rocknroll anfetaminico
dallatipica struttura.
Nel giugno 1966 Paul Samwell Smith lascia vacante il posto di bassista che viene rilevato da
Jimmy Page, un chitarrista conosciuto per il lavoro di turnista in dischi di svariati artisti. Per
qualche tempo gli Yardbirds provano la formula con due chitarre soliste, ma alla fine
dellanno Beck decide di formare un proprio gruppo ; ridotti a quartetto, e con il nuovo
produttore Mickie Most, affrontano la parte terminale della loro storia senza riuscire a
rinverdire i fasti passati.

Di fatto, nellestate del 68 gli Yardbirds non esistono pi e, dopo un breve tour in
Scandinavia con una nuova formazione denominata New Yardbirds, Jimmy Page decide
decisamente di cambiare rotta mutando sigla in Led Zeppelin.
Keith Relf e Jim McCarty proseguono come Together per poi fondare, nel giugno 1969, i
Renaissance.

Se esiste una formazione che nella parte centrale degli anni Sessanta serve da punto di
riferimento per il movimento del blues revival e da trampolino di lancio per numerosi giovani
musicisti, destinati ad ottenere grande fama nel firmamento del rock, questa identificabile
nei Bluesbreakers di John Mayall.
E Alexis Korner a notare Mayall in unoscura formazione di Manchester e a convincerlo al
trasferimento a Londra. Mayall non perde tempo e allinizio del 1963 progetta i
Bluesbreakers con i quali pubblica un singolo (aprile 64) e un LP registrato dal vivo al
Klooks Kleek, Plays John Mayall (Decca-1965). Nella primavera del 1965 Mayall si pu
permettere il lusso di presentare una formazione comprendente lormai celebre Eric Clapton,
appena uscito dagli Yardbirds, e completata da John McVie (bs.) e da Hughie Flint (bt.). Il
quartetto resiste fino al luglio 1966, quando Clapton lascia per fondare i Cream con Jack
Bruce e Ginger Baker, facendo in tempo a registrare lalbum Bluesbreakers, John Mayall with
Eric Clapton (Decca) con lausilio di una sezione fiati composta da Alan Skidmore, Johnny
Almond e Dennis Healy.
Si tratta di un lavoro piuttosto ortodosso, con versioni di classici blues tirati a lucido che
mettono in risalto la chitarra di Clapton, lirica e potente al tempo stesso ; particolarmente
brillanti risultano All your love e Steppin out ed da sottolineare la presenza di alcuni pezzi di
discreta fattura composti da Mayall.
Alla partenza di Clapton si somma quella di Hughie Flint, che prima suona con i Free At Last
di Alexis Korner e poi, alla fine del 69, forma con Tom McGuinness i McGuinness - Flint.
Mayall rifonda il gruppo con linserimento dellemergente Peter Green (ch.), proveniente
dagli Shotgun Express, e dellottimo batterista Aynsley Dunbar, ex componente dei Mojos,
mentre al basso resta il fido McVie. Alla fine del 1966 i Bluesbreakers registrano A hard road,
che propone un suono pi moderno e grintoso : Peter Green si lascia trasportare dal fervore
di The stumble ed eccitante nella rilettura di Dust my blues, ma soprattutto offre un
fondamentale contributo creativo con le notevoli The same way e The supernatural, un brano
strumentale giocato sulla riuscita fusione tra la sezione ritmica piuttosto informale e la
chitarra che disegna linee profonde e suggestive. Tra le composizioni di Mayall, pi numerose
e qualitative del solito, spiccano la title track e Another kinda love.
Anche questa edizione del complesso dura pochi mesi in quanto Green, nellestate 1967, forma
i Fleetwood Mac ; Mayall ne approfitta per realizzare lalbum Blues alone (Ace of Clubs1967), registrato quasi in solitudine con lo sporadico apporto di Keef Hartley (bt.). Hartley,
gi membro degli Artwoods, entra nei Bluesbreakers al posto del defezionario Dunbar (che
nel 68 costituisce la Retaliation) e Mayall ripone la propria fiducia nel diciottenne Mick
Taylor per il ruolo di chitarrista.

I brani che compongono Crusade (Decca-1967) segnano il ritorno ad un convinto rigore


stilistico, dopo le sperimentazioni di A hard road. Taylor si dimostra musicista tecnicamente
dotato, stilisticamente privo di sbavature e le versioni di Oh, pretty woman, My time after
awhile, I can quit you baby sono di grande livello ; Crusade pu essere considerato il momento
di maggior fulgore del John Mayall legato alla tradizione blues.

Gruppo di modesto successo ma di notevole importanza per loriginalit delle soluzioni


sonore adottate, la Graham Bond Organization nasce alla fine del 1963 sulle ceneri del
Graham Bond Quartet.
Il leader inizia la carriera suonando il sassofono nel quintetto jazz di Don Rendell e passa
allorgano nel novembre del 62, quando entra a far parte dei Blues Incorporated. Nel 1963
Bond crea un trio con altri musicisti provenienti dal gruppo di Korner, Jack Bruce (bs.ar.v.) e
Ginger Baker (bt.), che poi diventa un quartetto con il chitarrista John McLaughlin. Con
lingresso in organico del sassofonista Dick Heckstall Smith (al posto di McLaughlin) la
Graham Bond Organization sinserisce tra i complessi pi creativi ed innovativi della met
degli anni Sessanta. Il sax di Heckstall Smith, che sostituisce la chitarra elettrica
nelleconomia del suono, rende il blues dellOrganization diverso da quello dei gruppi
maggiormente in voga allepoca, mentre Graham Bond si afferma come uno dei capiscuola
dellorgano Hammond ed il primo ad introdurre il mellotron in ambito rock ; tra i musicisti
che attingono in qualche misura al suo stile vanno ricordati Brian Auger, Keith Emerson,
Vincent Crane e Dave Greenslade.
A supporto dei due solisti la sezione ritmica di Bruce e Baker si propone brillante e poliedrica,
nell'attesa di spiccare il volo con lavventura Cream.
Il gruppo registra in un solo giorno lalbum The sound of 65 che, pur presentando qualche
inevitabile imperfezione, poggia su solide basi blues e rhythm & blues con evidenti influenze
jazz ed una miniera di spunti per il nascente suono progressivo inglese. Nel 33 giri trovano
spazio belle riletture (Hoochie Coochie di Willie Dixon e Got my mojo working di Muddy
Waters), raffinati arrangiamenti (Baby make love to me e Spanish blues), uno scintillante
esercizio per armonica (Train time che Bruce riproporr nel repertorio dei Cream) e una
notevole prestazione ai tamburi di Ginger Baker (Oh baby), da sempre affascinato dai ritmi
africani e da Elvin Jones. Il brano pi interessante dellalbum Wade in the water dove per la
prima volta si mostra un suono dorgano in bilico tra jazz e classica che nel tempo far non
pochi proseliti, a cominciare dai Colosseum che terranno ben presenti le cadenze della musica
dellOrganization.
Sempre nel 1965 la Graham Bond Organization pubblica il secondo Theres a Bond between
us (Columbia), disco che conferma gli elementi del suono del gruppo senza aggiungere novit
significative. Da segnalare le belle versioni di Whos afraid of Virginia Woolf ?, di Dont let go
e di Whatd I say (Ray Charles), le valide Hear me calling your name di Bruce e Camels and
elephants di Baker oltre a Walkin in the park, un pezzo di Bond che sar ripreso dai
Colosseum in apertura del loro disco desordio.
Dopo la registrazione del secondo long playing Bruce e Baker abbandonano la formazione.
Bruce suona con Manfred Mann e con John Mayall prima di formare i Cream (assieme a
Baker e Eric Clapton), nellestate 1966.

Heckstall Smith rimane nella seconda edizione dellOrganization dove incontra il batterista
Jon Hiseman ; entrambi finiscono nei Bluesbreakers di John Mayall con i quali incidono
lalbum Bare wires e in seguito fondano i Colosseum.
Dopo il definitivo scioglimento dellOrganization, Graham Bond si trasferisce negli Stati Uniti
dove collabora con musicisti come Jefferson Airplane, Buddy Miles, Dr. John e pubblica due
LP nel 1968. Tornato a Londra suona con gli Airforce di Ginger Baker e progetta nuove
formazioni (Initiation / Holy Magick / Magus) con altre uscite discografiche, tra cui lalbum
Two heads are better than one (Chapter One-1972) realizzato insieme a Pete Brown, uno dei
personaggi pi importanti della scena underground londinese.
La parabola artistica di Bond si esaurisce tragicamente lotto maggio 1974 alla stazione di
Finsbury Park, travolto da un treno della metropolitana.

Lo Spencer Davis Group una delle tante formazioni inglesi che nei primi anni Sessanta si
dedicano alla proposta di una musica fortemente derivata dal R & B ; se il gruppo riesce ad
emergere dalla media il merito va attribuito in modo sostanziale alla presenza di un talento
del calibro di Stevie Winwood.
Il complesso nasce nellagosto 1963 con Spencer Davis (ch.v.), Stevie Winwood (al tempo
quindicenne, ts.ch.v.), suo fratello Muff (bs.), Pete York (bt.) e nei primi mesi non ottiene
riscontri particolarmente favorevoli. La situazione cambia radicalmente nel novembre 65
quando il gruppo registra Keep on running, un brano composto dal giamaicano Jackie
Edwards, basato su un rhythm & blues ossessivo e maniacale, che li proietta al primo posto in
classifica.
Il successo viene bissato nel marzo del 66 con unaltra composizione di Edwards (Somebody
help me) costruita sulla falsariga della precedente. La musica del gruppo, in questo periodo,
risulta piacevole, curata e di buon impatto, ma manca d'originalit. Ben presto Winwood
comincia a dimostrare il proprio talento come strumentista, cantante e compositore, con la
realizzazione di due classici del calibro di Gimme some lovin (novembre 1966) e Im a man
(gennaio 67, ripresa con fortuna oltreoceano dai Chicago, sul loro LP desordio). Si tratta di
R & B con echi gospel, dinamici ed appassionanti, che tengono conto delle nuove istanze
progressive e possiedono segni distintivi in un suono dorgano particolarmente brillante e
fluido e nel timbro vocale, stentoreo ma suggestivo, di Winwood.
Degni di menzione anche due strumentali meno noti, quali il divertente Trampoline, con piano
ed organo in evidenza, e il sorprendente Waltz for Lumumba, costruito su un folto tappeto
percussivo a sostegno delle improvvisazioni allorgano di Winwood.
Il gruppo pubblica tre album per letichetta Fontana, ma nonostante il successo e il seguito
acquisiti Winwood matura lesigenza di un salto di qualit ed abbandona nella primavera del
1967, alla ricerca di nuove, stimolanti esperienze con i Traffic. Privato della sua colonna
portante lo Spencer Davis Group si disgrega : Muff Winwood diventa produttore per
letichetta Island, mentre Davis e York reclutano lorganista Eddie Hardin e il chitarrista Ray
Fenwick, proseguendo senza ottenere grandi consensi fino allottobre 68 quando anche
Hardin e York decidono di unire le forze in un sodalizio che frutter alcuni interessanti
lavori, tra il 69 e il 71. Nel 1969 Spencer Davis decreta il definitivo scioglimento della
formazione.

-3La met degli anni Sessanta vede emergere i primi complessi che fanno della durezza
espressiva la loro bandiera ; si tratta di formazioni che hanno caratteristiche differenti ma
possiedono una comune urgenza espositiva, resa nei termini di un suono asciutto ed essenziale
che in parte precorre le tematiche dellhard rock.
Kinks, Who, Pretty Things, Small Faces sono i nomi capaci dimporsi allattenzione di una
crescente frangia di pubblico che non si accontenta pi dei suoni puliti e educati del beat. La
lezione dei Rolling Stones, degli Animals viene radicalizzata, il rocknroll e il rhythm & blues
delle radici sono interiorizzati ed espulsi allesterno, sotto forma di sintesi povera, scheletrica
ed originale, dalla quale partire per nuove, imprevedibili e appassionanti avventure.

I Kinks nascono alla fine del 1963, con i fratelli Ray e Dave Davies (ch.v.), Pete Quaife (bs.)
e Mick Avory (bt.) e s'avvalgono della produzione di Shel Talmy, un personaggio molto noto
allepoca che lavorer anche con Who e Creation.
I primi due singoli, allinizio del 64, riscuotono vendite fallimentari ma nellagosto dello
stesso anno You really got me (con la presenza di Jimmy Page alla chitarra) proietta il gruppo
al primo posto in Inghilterra e nella top ten U.S.A. : il suono esplode dal nulla con un
durissimo riff di chitarra, ripetuto senza soluzione di continuit in un crescendo
estremamente coinvolgente.
In autunno, in contemporanea dell'uscita del primo LP Kinks (Pye-1964, vi partecipano Page,
Jon Lord e Nicky Hopkins, in qualit di sessionmen), All day and all of the night consolida i
risultati di vendita e la formula stilistica, mostrando un pizzico dattenzione in pi
allarrangiamento.
Sin dallinizio appare chiara la leadership di Ray Davies che compone tutto il materiale e
rappresenta limmagine pubblica del gruppo. Il musicista decide di allentare la tensione con
Tired of waiting for you (inizio 65), senza rinunciare ad un suono asciutto e privo di fronzoli ;
anche quest'aspetto melodico della musica dei Kinks piace al pubblico e cos per altri singoli
di buon successo, tra i quali va segnalato See my friends (agosto 65), una bella composizione
che tenta un timido approccio con la psichedelia pi morbida.
Nel confuso dedalo di pubblicazioni discografiche (singoli, EP, album originali inglesi,
compilazioni per il mercato americano) spicca nellautunno 65 lEP Kwyet Kinks che contiene
il brano A well respected man, una ballata disincantata che introduce nel repertorio del
gruppo temi ironici sui luoghi comuni e sul perbenismo della societ inglese, soggetti che
saranno alla base di molta della futura produzione di Ray Davies.
Sul finire dellanno il 45 giri Till the end of the day / Where have all the good times gone segna
un ritorno al rock degli inizi e in particolare convince il retro, una corposa canzone dalle
piacevoli linee melodiche che influenzer certa musica glamour dei primi anni settanta
(David Bowie).

Dal vivo i Kinks si costruiscono una fama poco rassicurante, dando vita ad esibizioni
infuocate che a volte sfociano in vere e proprie risse, come nel concerto al Tivoli Garden di
Copenaghen. Verso la fine del 65, Davies e compagni effettuano due tourne americane e
durante la registrazione di una trasmissione televisiva causano una rissa ; per questo motivo
vengono banditi dagli Stati Uniti per un periodo di quattro anni. Lepisodio complica
parecchio le strategie commerciali del complesso, che in ogni caso prosegue imperterrito a
sfornare singoli di successo e di buon livello qualitativo. Tra i migliori 45 giri del 1966
risultano canzoni atipiche come Dedicated follower of fashion, Dead end street e Sunny
afternoon, senza dimenticare lottimo album Face to face (Pye-1966).
La musica dei Kinks evolve verso soluzioni ricercate e Ray Davies comincia a lavorare su
forme complesse ed ambiziose, che troveranno realizzazione nellultima parte del decennio.

Il nucleo dei Who inizia a configurarsi nel 1962, quando Pete Townshend e John Entwistle
costituiscono i Detours ; a loro si uniscono Roger Daltrey e pi avanti Keith Moon, al posto
del batterista originario Doug Sanden. Nel 1964 il gruppo permuta nome in High Numbers e
riesce ad incidere un singolo che non ottiene alcun riscontro. Le cose cambiano al termine
dellanno, per via dellinteressamento dei manager Kit Lambert e Chris Stamp ; la
formazione si ribattezza come Who e i primi singoli, I cant explain (gennaio 65) e Anyway
anyhow anywhere (marzo 65, entrambi prodotti da Shel Talmy), muovono le acque anche se
occorre attendere la pubblicazione di My generation, nel novembre dello stesso anno, per
apprezzare in pieno lo stile esuberante e selvaggio di Townshend e compagni.

WHO - MY GENERATION (Brunswick - 1965)


My generation, che sale fino al secondo posto della classifica di vendita inglese, una canzone
di straordinario impatto ; mai, prima di allora, sera ascoltato un brano cos sfrontato nel suo
furore strumentale. Pete Townshend esegue una rielaborazione di un pezzo di Jimmy Reed
dove la chitarra tagliente, il basso martellante di Entwistle e la batteria disordinata di Moon
forniscono una base ritmica ossessiva, sulla quale Daltrey espone i suoi problemi
generazionali producendosi in una performance classica, imprecando e simulando una
rabbiosa balbuzie. Nella parte centrale il gruppo sorprende, riservando labituale spazio
dellassolo di chitarra ad una vorticosa ed eccitante evoluzione del basso, mentre il convulso
finale richiama il caos tipico delle esibizioni dal vivo, con gli strumenti che prendono la mano,
muri di feedback e svisate tumultuose, fino allinevitabile distruzione al termine della folle
corsa.
In My generation si possono riscontrare tutte le principali caratteristiche del suono dei primi
Who : una sezione ritmica travolgente con la potenza e la precisione di Entwistle, con la
rabbia di Keith Moon che sovverte i tradizionali canoni sulluso della batteria nel rock - fino a
quel momento anonimo strumento ritmico - scatenando sui tamburi veri e propri temporali
percussivi che rendono il fraseggio immediatamente riconoscibile, e ancora labilit di
Townshend nellapprontare un originale stile alla chitarra, sperimentando un uso sistematico
del feedback. Solo un cantante dotato e sfacciato come Daltrey pu riuscire a confrontarsi con
siffatti compagni senza essere travolto dal suono.

Lalbum desordio, che eredita il titolo dallo storico 45 giri, non certo la classica compilation
di singoli (come spesso accade allepoca), bens un lavoro ricco di episodi brillanti in perfetta
coesione di stile, che anticipa di qualche mese i primi LP di rilievo dei Beatles (Revolver) e dei
Rolling Stones (Aftermath).
Registrato in poche ore di studio con laiuto di Nicky Hopkins al piano, il long playing
comprende brani per la maggior parte composti da Townshend, oltre ad alcune cover e alla
strumentale The ox, firmata a pi mani. Il suono compatto e grintoso, mantiene un
compromesso tra il R & B delle origini e i canoni delle belle armonie beat (La la la lies, Much
too much, A legal matter) attingendo ad alcuni classici quali I dont mind, Please, please, please
(entrambi di James Brown) e Im a man (Bo Diddley). I frutti migliori (a parte la celebrata
title track) sono il ruvido rhythm & blues iniziale di Out in the street con un deciso Daltrey, la
tipica e variegata The goods gone costruita su uninteressante struttura a sezioni, la classica
armonia di The kids are alright e la conclusiva The ox, un vortice ritmico costituito da una
micidiale sequenza di rullate (eseguita da Moon), sulla quale si contorce il piano di un
tarantolato Hopkins e imperversa la tuonante chitarra di Townshend.
Il 1966 un anno di transizione per i Who, che terminano la collaborazione con il produttore
Shel Talmy subito dopo la pubblicazione del buon singolo di Substitute. Il gruppo appare
irresistibile dal vivo, con spettacoli infuocati che culminano nella parossistica distruzione degli
strumenti, ma in studio non riesce a produrre canzoni memorabili, indeciso sulla direzione da
intraprendere. Cos, il secondo album A quick one (Reaction-1966) suona deludente,
palesando una notevole frammentariet dintenti : il disco porta le novit di alcune
composizioni di John Entwistle (la truce Boris the spider e Whiskey man), di Keith Moon (la
bizzarra Cobwebs and strange e la graziosa I need you, che pi daltro evidenzia lo stile del
batterista) e di Roger Daltrey (unanonima See my way). Anche i brani di Townshend
risultano meno brillanti del solito ; le eccezioni sono la potente Run run run, che riporta alle
atmosfere del precedente album (come Heat wave, unica cover presente) e, solo in parte, A
quick one while hes away, embrionale tentativo del chitarrista nellambito dei soggetti a tema
che saranno alla base dei lavori successivi.

Il chitarrista Dick Taylor suona in una formazione studentesca dei primi anni sessanta
chiamata Little Boy Blue & the Blue Boys : i suoi compagni sono il cantante Mick Jagger e il
chitarrista Keith Richard. I Blue Boys, poco pi avanti, cambiano sigla in Rolling Stones ma
Taylor gi uscito e nel 1963 idea un proprio complesso, i Pretty Things, prendendo a prestito
il nome da un brano di Bo Diddley. Con lui sono Phil May (v.), Brian Pendleton (ch.), John
Stax (bs.), Viv Prince (bt.) e il gruppo si pone in diretto antagonismo con gli Stones,
interpretando una musica ancora pi sporca ed aggressiva su basi R & B e RnR.
La struttura magra ed ossessiva delle canzoni ricorda certi aspetti delle primissime
composizioni dei Kinks, ma mentre il gruppo di Ray Davies vira ben presto verso formule
sonore maggiormente ricercate i Pretty Things trovano nellimmediatezza e nella semplicit
espositiva la loro tipicit.
Il luglio 1964 vede la pubblicazione del primo singolo Rosalyn, un pezzo grezzo e tirato che
rimanda direttamente allo stile di Bo Diddley e sulla stessa impronta si assestano il successivo
Dont bring me down (ottobre 64) e il materiale del primo album omonimo, edito alla fine
dellanno (Pretty Things, Fontana-1964). Tra le canzoni inserite sul long playing spiccano la
versione di Road runner (Diddley), i blues & roll ispidi ed incalzanti di Judgement day e 13

Chester street, oltre ai rocknroll minimali di Big city e Pretty Things (composta da Willie
Dixon e portata al successo da Bo Diddley).
Meno riusciti sono i 45 giri del 1965, Honey I need e Cry to me, e nello stesso anno Viv Prince
lascia il gruppo (nel 1968 suoner con i Vamp, assieme a Mick Hutchinson e Andy Clark). Tra
i batteristi che provano per ottenere il posto spicca il nome di Mitch Mitchell e per le sessions
del secondo album i Pretty Things scelgono Skip Alan.
Alla fine del 65 esce Get the picture ? (Fontana) che contiene You dont believe me, firmata da
Jimmy Page, e le graffianti Buzz the jerk e Gonna find a substitute. In contemporanea con
lalbum viene edito uno dei loro migliori singoli, Midnight to six man, un dinamico R & B
guidato da una bella melodia, brano che vede la probabile partecipazione di Nicky Hopkins al
piano. Di rilievo anche il retro del singolo, Cant stand the pain, in bilico tra il classico suono
del gruppo e pacate atmosfere che accusano i primi sintomi psichedelici.
Il gruppo si ripete nella primavera del 1966 con un altro 45 giri di notevole spessore : la
prepotente sezione ritmica di Come see me ricorda da vicino i migliori Who e il titolo del
secondo lato, L.S.D., tra i pezzi pi scarni e pungenti dellintero repertorio.
La formazione si dimostra alquanto instabile : prima della realizzazione del terzo LP
Emotions (Fontana-1966) Brian Pendleton viene avvicendato da John Povey (ts.) e in seguito
abbandona anche John Stax, sostituito da Wally Allen (bs.). A complicare ulteriormente la
situazione arriva lo scioglimento del contratto da parte della Fontana, delusa dalla qualit
non esaltante di Emotions che introduce nella musica del gruppo alcune novit poco
convincenti.
I Pretty Things torneranno sulla scena alla fine del 1967, con una nuova, smagliante veste di
stampo psichedelico, per produrre un paio di lavori di notevole rilievo.

Gli Small Faces nascono nel 1965, anno nel quale la scena musicale inglese attraversa un
momento d'importante crescita che determina una sempre pi convinta autonomia creativa.
Il gruppo sinserisce in questo panorama senza apportare un contributo particolarmente
innovativo, cercando anzi di sfruttare formule musicali gi abbondantemente affermate per
ottenere importanti risultati commerciali.
Quando viene pubblicato il primo singolo Watcha gonna do about it la formazione composta
da Steve Marriott (ch.v.), gi con Frantics e Moments, Jimmy Winston (or., anchegli ex
Moments), Ronnie Lane (bs.v.) e Kenny Jones (bt.) ; il brano, un rhythm & blues
metronomico che presenta un interessante inserto di chitarra satura di distorsione e feedback,
ottiene buon successo e consente agli Small Faces di acquisire credibilit come gruppo
alternativo ai Who nella scena mod londinese.
Winston gi sul piede di partenza e il complesso si assesta definitivamente con il tastierista
dei Boz & the Boz People, Ian McLagan. A questo punto inizia la scalata verso il successo con
una lunga serie di singoli che conseguono notevoli consensi di vendita : le divertenti, ma certo
non straordinarie, Sha la la la lee e Hey girl preludono ai grandi risultati commerciali di All or
nothing, che mostra qualche indizio di originalit e vola in testa alla classifica di vendita.

La coppia Marriott / Lane, responsabile delle composizioni, comincia ad affinare le proprie


capacit ed ottiene buoni risultati con la bella melodia di Here comes the nice e soprattutto
con la splendida ballata di Itchycoo park (1967), avvolta da un morbido afflato psichedelico e
caratterizzata dalla sperimentazione delleffetto phasing sulla batteria (poi ripreso da Jimi
Hendrix nellottobre dello stesso anno per la spettacolare Bold as love).
Con Tin soldier Marriott sposta laccento su un hard melodico che sar alla base della sua
futura avventura con gli Humble Pie ; bisogna attendere sino allestate 68 per la
realizzazione di un lavoro organico e complesso sulla distanza del long playing (Ogdens nut
gone flake), dopo che i primi album si rivelano semplici raccolte di brani di successo, ad
ulteriore conferma che gli Small Faces vanno considerati gruppo di buone qualit ma
irrimediabilmente post datato, con la luminosa eccezione di Itchycoo park.

-4Il 1965 lanno zero per la musica progressiva inglese.


In quellanno si assiste ai primi decisi tentativi di superamento dellessenza del suono beat
grazie alla pubblicazione di canzoni come (I cant get no) Satisfaction, Weve gotta get out of
this place, Its my life, For your love, My generation e un importante contributo alla
maturazione della musica rock inglese dato della neonata cultura psichedelica, in via di
rapido sviluppo sullimpulso di un analogo fenomeno proveniente da San Francisco,
California.
In particolare, dal 1966 sassiste al fiorire di numerose formazioni che si esibiscono in piccoli
locali fumosi della Londra sotterranea, proponendo una musica dai toni sgargianti, con
soluzioni armoniche a volte sorprendenti, assolutamente al di fuori della logica di un facile
successo commerciale.
I Beatles istituzionalizzano il fenomeno con quel colpo di genio che Tomorrow never knows,
mentre fra i pi intriganti pionieri del nuovo verbo vanno annoverati
i Creation e i
Misunderstood.

I Creation esordiscono nel giugno 1966, autori di una musica velata di psichedelia ed
estremamente policroma, tanto che il chitarrista Eddie Phillips ha modo di affermare che il
loro suono rosso con bagliori porpora.
Tutto inizia nel 1964 quando Kenny Pickett (v.), Eddie Phillips (ch.v.), Mike Thompson (ch.),
John Dalton (bs.) e Jack Jones (bt.) formano i Mark Four : il gruppo produce quattro singoli,
il terzo dei quali (Hurt me if you will, agosto 65) inaugura il lavoro di composizione della
coppia Pickett / Phillips. Dopo la dipartita di Thompson anche Dalton lascia il gruppo (per
sostituire Pete Quaife nei Kinks) e le sorti del complesso passano nelle mani del manager Tony
Stratton-Smith, che reperisce il nuovo bassista nella persona di Bob Garner e procura un
produttore affermato come Shel Talmy (Kinks, Who).
I tempi sono maturi per un deciso cambiamento di rotta : il gruppo modifica la sigla in
Creation e nellestate 1966 esce con il primo 45 giri, Making time / Try and stop me, per la
Planet, letichetta personale di Talmy. Making time un esordio importante, marcato da un
riff aggressivo di chitarra e con una linea melodica post beat ripetutamente disturbata dalle
sperimentazioni di Phillips, che ricava sonorit convulse suonando il suo strumento con
larchetto del violino (ben prima di Jimmy Page). Il retro un brano pi convenzionale, in
qualche misura influenzato dallo stile dei Who.
Le vendite del disco non sono eccezionali (n. 49 in classifica) ma ugualmente sufficienti a
garantire unapparizione al programma Ready Steady Go e linteresse per i Creation
aumenta, anche per merito di concerti ben congegnati, basati sullutilizzo di spettacolari
trucchi scenici.
Lottobre 66 vede la pubblicazione di Painter man, il loro singolo pi celebre, che in sostanza
ricalca lo stile di Making time proponendo armonie vocali maggiormente curate ed
orecchiabili, in grado di conferire alla canzone una forma meglio commerciabile nonostante la

chitarra di Phillips che suona come un violoncello scordato. Sul retro trova posto Biff bang
pow (con il piano di Nicky Hopkins), un brano accattivante, curiosamente situato a met
strada tra My generation e Run run run dei Who, senza possedere larrembante urgenza delle
composizioni di Townshend.
Eddie Phillips allapice della notoriet nel circuito rock, tanto che lo stesso Townshend gli
offre un posto da secondo chitarrista nei Who. Incredibilmente Phillips rifiuta, forse
illudendosi di poter emergere con il suo gruppo ma per i Creation, che sfiorano il successo
senza raggiungerlo pienamente (Painter man si ferma al n. 36 della classifica), il periodo
migliore gi terminato.
Il complesso perde il cantante Kenny Pickett, che viene sostituito come front man da Bob
Garner, e recluta il nuovo bassista Kim Gardner, proveniente dai Birds, un buon gruppo
autore di quattro singoli tra il 64 e il 66. La rinnovata formazione pubblica, nel giugno 1967,
il terzo singolo If I stay too long, una ballata piuttosto scialba, accompagnato da Nightmares
che, pur essendo distante dai pezzi migliori dei Creation, risulta quantomeno gradevole.
Neppure giova lincisione di una canzone valida come How does it feel to feel, caratterizzata
da un gravido e distorto suono di chitarra, e i Creation sono sempre pi ignorati dal grande
pubblico, ottenendo buoni riscontri esclusivamente in continente (in particolare in Germania
dove vengono pubblicati due album) ; Garner lascia e anche Phillips decide di porre fine alla
sua brillante e, purtroppo, anonima carriera.
A ben poco valgono il ritorno di Pickett e larrivo alla chitarra di Ron Wood, ex compagno di
Gardner nei Birds : il gruppo si scioglie definitivamente dopo un concerto londinese nel
giugno 1968.
Gli unici musicisti ad avere unimportante prosecuzione di carriera sono Gardner e Wood.
Entrambi partecipano alleffimera formazione dei Santa Barbara Machine Head (con Jon
Lord e Twink) ; quindi Gardner nel 1969 forma un trio con il tastierista Tony Ashton e il
batterista Roy Dyke, mentre Wood diventa bassista nel gruppo di Jeff Beck.

Se i Creation non possono essere considerati gruppo fondamentale per levoluzione del
rock inglese, limitandosi a colorare con tinte psichedeliche concetti sonori gi espressi da altri
prima di loro, i Misunderstood entrano nel merito della questione, superando distinto i
canoni consolidati del blues revival, allargando gli orizzonti ritmici e melodici delle canzoni,
acrobaticamente proiettate verso inediti scenari creativi.
I Misunderstood giungono a Londra nel giugno 1966, provenienti non dalla provincia inglese
ma da Riverside, una piccola cittadina californiana ; curiosamente il gruppo anticipa quello
che accade a Jimi Hendrix pochi mesi pi tardi (con ben diverso impatto sulla scena
musicale).
Allinizio del 1966 il complesso viene notato da John Ravenscroft, un disc jockey inglese di
passaggio da quelle parti, in occasione di unesibizione resa per linaugurazione di un centro
commerciale. La loro musica un rhythm & blues duro e selvaggio, influenzato dai gruppi
inglesi in voga a quei tempi e Ravenscroft, convinto dalle potenzialit dei musicisti, si offre
come manager. Allepoca i Misunderstood hanno gi allattivo alcuni provini di studio e un
singolo costituito da due brani blues, You dont have to go out (Reed) e Whos been talking

(Howlin Wolf), per una formazione comprendente Greg Treadway (ch.), Rick Brown (v.ar.),
Steve Whiting (bs.), Rick Moe (bt.) e Glenn Ross Campbell (un abile strumentista di steel
guitar con precedenti esperienze in un gruppo surf).
Ravenscroft riporta il gruppo in studio di registrazione e le sedute fruttano un acetato, nel
quale spicca unoriginale versione di Im not talking (gi nel repertorio degli Yardbirds) che
lascia trasparire alcune importanti novit nello stile. Comprendendo che a Riverside il
complesso non ha possibilit demergere, Ravenscroft riesce a convincere i musicisti a varcare
loceano per cercare unadeguata collocazione nellambito dei nuovi fermenti underground
londinesi.
Treadway preferisce arruolarsi in marina e viene sostituito dal giovane chitarrista inglese
Tony Hill, che apporta un decisivo contributo strumentale e creativo. Fra mille difficolt i
Misunderstood riescono a registrare, per letichetta Fontana, sei brani (allepoca
sconvolgenti) che costituiscono lessenza della loro concezione musicale.
Children of the sun rappresenta bene limpianto sonoro del gruppo, dominato dalle chitarre
distorte, taglienti, ammalate di feedback di Hill e Campbell che producono sonorit
fiammeggianti, scatti convulsi, sospensioni emozionanti. My mind presenta un incedere
ritmico tribale e possente, alternato a momenti pi rilassati, con le chitarre che solcano lo
spazio come meteore impazzite. Una sezione ritmica senza respiro alla base di Find a hidden
door, spezzata da interventi vocali di grand'effetto, mentre I unseen un bel blues rock ben
poco ortodosso, segnato dalla steel guitar di Campbell e dallarmonica di Brown.
Due brani vedono la luce sotto forma di singolo, nel dicembre 1966 : unatipica, notevole
versione della Who do you love di Bo Diddley, caratterizzata da unoriginale introduzione e
sostenuta da chitarre deraglianti che magicamente si stemperano in atmosfere fluttuanti ed
impalpabili, e la bellissima I can take you to the sun, uneterea canzone psichedelica che a
sorpresa si chiude con il passo della ballata folk.
Le cronache del tempo raccontano di poche ma memorabili esibizioni nelle quali i
Misunderstood sperimentano una sorta di musica per il corpo e per la mente, basata su un
approccio spaziale e qualcosa di quei coraggiosi propositi rimane nelle idee di giovani
formazioni emergenti dallunderground (Pink Floyd ?).
Nonostante un crescente, seppur modesto, interesse il gruppo allo sbando : Rick Brown
costretto a rientrare negli Stati Uniti mentre agli altri viene revocato il permesso di soggiorno,
e cos termina la breve avventura di uno dei complessi pi importanti per linfluenza
esercitata sulla nascente scena psichedelica e progressiva inglese.
Campbell torna in Inghilterra nel 1969 per portare la sua steel guitar al servizio dei discreti
Juicy Lucy ; nello stesso anno, Tony Hill forma gli High Tide, una delle migliori formazioni
della musica progressiva inglese.
John Ravenscroft, dopo lesperienza come manager dei Misunderstood, si ribattezza con il
nome di John Peel e diviene il pi apprezzato ed influente D.J. inglese, prima con trasmissioni
dalle frequenze della pirata Radio London, poi come affermato conduttore a Radio One dove
lancia il programma Top Gear, passaggio obbligato per i gruppi emergenti della scena
progressiva. Sar anche produttore, discografico (con letichetta Dandelion, dalla durata
piuttosto breve) e giornalista per International Times e Sounds, proponendosi a modo suo
come personaggio centrale della vita musicale inglese, ancora fino ai nostri giorni.

The Turning Point


diario fantastico dell'esperienza interstellare di Pepper il sergente

Lo sviluppo dellalbero genealogico della musica progressiva inglese attraversa tre


principali fasi evolutive. Nella prima fase assistiamo alla presa di coscienza delle proprie
capacit creative da parte dei musicisti del beat e del blues revival, fino al raggiungimento, nel
biennio 65 - 66, di un originale linguaggio espressivo che possiamo definire compiutamente
rock.
Una seconda fase, storicamente collocabile tra il 1967 e il 1970 - 71, vede una massiccia
proliferazione di musicisti e complessi con la conseguente ramificazione degli stili che, pur
derivando per la maggior parte dalle medesime radici, si allontanano sempre pi tra loro
come sospinti da uninvisibile forza centrifuga.
Nei Settanta, la terza fase crea lordine costituito della musica progressiva che lentamente, ma
inesorabilmente, perde buona parte dei contenuti innovativi, propugnati negli anni precedenti
da minoranze creative di musicisti. Restano il commercio fine a se stesso, gli spettacoli ricchi
ed opulenti sovraccarichi di retorica, suoni pesantemente arrangiati che trovano nelleccesso
dellelaborazione e della ricercatezza la loro povert tematica. Restano sino a quando una
nuova minoranza creativa, facendo leva su una ritrovata semplicit espressiva, ne determina
bruscamente la fine nel tardo 1976, con lesplosione del fenomeno punk.
Lindustria discografica, ovviamente, si adegua a queste fasi evolutive, creando al suo interno
gli strumenti per esercitare il controllo delle mutevoli esigenze espresse dal mercato.
Negli anni Cinquanta il mercato era sostanzialmente dominato da poche grandi case
discografiche, preponderanti anche all'inizio dei Sessanta. Decca, Pye, Emi e Philips (le ultime
due attive ai tempi del beat con le etichette Parlophone e Fontana) si spartivano senza troppa
fatica la ricchezza esistente, in un regime di solo apparente concorrenza. La crescente
diffusione di musicisti pronti ad intraprendere nuove direzioni musicali mette in difficolt la
pachidermica organizzazione delle grandi case discografiche, e cos nascono le prime etichette
indipendenti (la Island nel 1962, la Immediate nel 1965, la Blue Horizon nel 1967) pronte ad
appropriarsi di piccole o grandi fette di mercato.
Lo sviluppo di un fenomeno sociale e culturale di stampo underground determina, poi, la
creazione di ulteriori strumenti alternativi per la diffusione delle proposte musicali pi
lontane dal concetto di normalit. Numerose sono le etichette che vedono la luce verso la
fine degli anni Sessanta, per la maggior parte ideate da manager e produttori, spesso destinate
a precoci fallimenti ; tra queste vanno ricordate la Marmalade di Giorgio Gomelsky, la
Dandelion di John Peel, la Young Blood di Miki Dallon, la Nephenta di Larry Page, la
minuscola e quasi mitica Stable.
La reazione delle grandi compagnie non si fa attendere e si materializza nella fondazione di
etichette specializzate che adottano una struttura elastica, capace di sfruttare
commercialmente anche il mercato della musica progressiva. Cos nascono la Harvest (Emi),
la Deram (Decca), la Vertigo (Philips - Polydor), la Dawn (Pye), la Neon (della filiale inglese

RCA), marchi che ben presto riportano le major alla supremazia totale, ma che quanto meno
hanno il pregio di consentire a sconosciuti musicisti privi di successo lapprodo allincisione
discografica.

Il 1967 lanno dei grandi rivolgimenti del rock inglese, marcato a fuoco dalluragano
psychoblues di Jimi Hendrix, dai ricercati equilibrismi stilistici dei Beatles, dalle vertigini
allucinate dei Pink Floyd, dalla soffice e raffinata psichedelia soul folk dei Traffic.
Gran parte della musica prodotta in Inghilterra negli anni successivi dovr inevitabilmente
confrontarsi con questi fondamentali insegnamenti.

-5E il luglio 1966 quando gli Animals iniziano una serie di concerti negli Stati Uniti.
Appena arrivato a New York il bassista del gruppo Chas Chandler ha modo dassistere al
Caf Wha ?, un piccolo locale del Greenwich Village, allesibizione di una sconosciuta
formazione chiamata Jimmy James and the Blue Flames. Sul palco sincrociano le chitarre
del giovanissimo Randy California (poi fondatore degli Spirit) e del leader del gruppo, tale
James Marshall Hendrix da Seattle che, suonando il proprio strumento in modo inconsueto ed
utilizzando alcuni strani trucchi scenici, colpisce immediatamente lattenzione di Chandler, il
quale si convince che nel panorama del dopo beat inglese un siffatto personaggio pu avere
qualche possibilit demergere. Sicuramente, nemmeno lo stesso Chandler immagina quale
sconvolgente impatto Hendrix sar in grado di produrre nellambito della musica rock.
In quel volo del 23 settembre che lo porta in Inghilterra, convinto da Chandler che si propone
come manager e produttore, Hendrix porta con s la chitarra e la speranza di successo, fino
allora sempre vanificata nei tanti complessi giovanili e nelle castranti collaborazioni con i vari
Little Richard, Jackie Wilson, Sam Cooke, Isley Brothers.
Il primo di ottobre gi sul palco del Polytechnic di Londra, ospite dei Cream di Eric
Clapton, e nel giro di pochi giorni gli vengono presentati Noel Redding (un oscuro chitarrista
reduce da piccole formazioni, che pur di suonare con Hendrix sadatta al ruolo di bassista) e
Mitch Mitchell (batterista di buone qualit, gi con Screaming Lord Sutch, Johnny Kidd &
the Pirates, Georgie Fame & Blue Flames e, per brevissimo tempo, con i Pretty Things).
La Jimi Hendrix Experience pronta per le prime esibizioni francesi e tedesche : il musicista
inizia a suscitare interesse dal vivo affidandosi ad una musica che deriva in linea retta dal
blues, rivisto in chiave psichedelica tramite uno stile chitarristico innovativo, e grazie alla
selvaggia presenza scenica che riflette lemozione del suono.
Lesordio discografico avviene il 16 dicembre con Hey Joe, un brano molto eseguito negli Stati
Uniti (tra gli altri linterpretano i Byrds, i Love, i Leaves e Frank Zappa - lironica
controcover di Flower punk). La versione dellExperience, introdotta da una semplice ma
memorabile frase di chitarra che cattura lattenzione dellascoltatore, acquista un aspetto
drammatico a causa dellutilizzo di un tempo fortemente rallentato, scandito da una lirica e
controllata parte strumentale e dalla severa voce narratrice di Hendrix. Al pezzo viene
associata Stone free, prima composizione originale di Jimi (almeno per quanto riguarda la
nuova carriera inglese), una bella canzone con chiari accenti soul, dallo stile sufficientemente
definito.
Ben pi impressionante il secondo singolo Purple haze (marzo 67), una sorta di precoce
hard blues carico di tensione visionaria, che entra di diritto nel novero delle migliori
produzioni hendrixiane, con la chitarra che soffre, geme, simpenna in un concentrato di riff
micidiali. Il disco arriva fino al terzo posto in classifica e lExperience consolida rapidamente
una notevole popolarit in Inghilterra grazie allintensa attivit live (nellaprile 67 Hendrix
compie la prima organica tourne inglese).
Un ulteriore 45 giri, con leterea The wind cries Mary, precede di pochi giorni la pubblicazione
del primo album che avviene il 12 maggio 1967.

JIMI HENDRIX EXPERIENCE - ARE YOU EXPERIENCED ?

(Track - 1967)

Are you experienced ? scuote dalle fondamenta il panorama musicale inglese, proponendo uno
strepitoso rock blues psichedelico ; i tempi del beat, delle ordinate linee melodiche, delle
pulite armonie vocali, degli strumenti ben controllati ed allineati sembrano lontani un secolo.
Qui la musica eccita, punta diritta allo sballo fisico e psichico, trasmette elettricit allo stato
puro, assimila la tradizione del blues per ridisegnarne la forma. LExperience si rivela il
gruppo perfetto per le esigenze di Hendrix : Mitchell, con il suo stile in apparenza
disordinato, offre un ottimale contributo poliritmico e Redding suona il basso con
unoriginale tecnica, direttamente derivata dalla sei corde, che rende ancor pi movimentata
e imprevedibile la base ritmica.
Da parte sua, il leader definisce nuovi parametri di confronto e non esagerato parlare di
tecnica della chitarra rock prima e dopo Hendrix, mentre lo stile vocale declamatorio di Jimi
sadatta molto bene a una musica di gran peso specifico.
Alcune canzoni stordiscono per il furore ritmico e creativo : la danza tribale di I dont live
today, guidata da un secco riff sospeso su un mare di feedback (qui appare per la prima volta
leffetto wah-wah , del quale Hendrix resta insuperato maestro), le affascinanti sezioni
sovrapposte di Love or confusion, con le chitarre impalpabili, liquide, che improvvisamente
raggrumano per dettare il ritmo sostenuto da un Mitchell libero di qualsiasi preoccupazione
formale, la dimenticata Manic depression, basata su un insolito tempo di valzer, dove ancora
Mitch fornisce una propulsione ritmica circolare, ideale rampa di lancio per uno degli assolo
di chitarra pi selvaggi di tutto il rock.
I brani pi sperimentali sono 3rd stone from the sun, unallucinata jam spaziale caratterizzata
da una melodia senza tempo e dalluso di nastri manipolati a diverse velocit per i dialoghi
delle voci, che risultano fortemente rallentati, e la conclusiva Are you experienced ?, che
presenta parti con tutti gli strumenti registrati alla rovescia, in un coinvolgente e fascinoso
rituale asimmetrico.
Foxy lady, Fire, Can you see me, graffianti e dinamici, sono classici del repertorio hendrixiano,
particolarmente adatti allatmosfera dei concerti, cos come il nitido blues di Red house, n si
possono dimenticare le linee fluttuanti di May this be love. Il roccioso rhythm & blues di
Remember appare lunico episodio leggermente sotto tono, ma forse la sua colpa solo quella
di venire inserito in uno dei grandi capolavori della storia del rock.
Dopo la pubblicazione dellalbum desordio Hendrix gi personaggio denorme fama e
successo ; i dischi navigano nelle posizioni alte delle classifiche inglese e americana e
lExperience, per tutto il 1967, si dimostra uninstancabile macchina da concerti (nella sua
breve esistenza, prima dello scioglimento nel giugno 1969, il gruppo effettua ben 480 esibizioni
ufficiali !).
In maggio lExperience fa un giro di concerti nel vecchio continente e quindi vola negli Stati
Uniti dove, il 18 giugno, esordisce in occasione del Monterey International Pop Festival, uno
dei pi importanti avvenimenti dellestate californiana. Nella scaletta del concerto, Hendrix

propone versioni solide e precise di alcuni brani di successo e, a sorpresa, inserisce una
brillante, personale rilettura del classico di Bob Dylan Like a rolling stone. La performance
di altissimo livello, ma ci che la rende unica il gran finale dedicato a Wild thing, un brano
scritto da Chip Taylor e portato alla notoriet dai Troggs, nellaprile 1966. Qualcosa di
veramente selvaggio sabbatte sullo sbigottito pubblico californiano.
Gli altoparlanti al
massimo del volume sembrano sul punto di scoppiare sotto la spasmodica azione della
chitarra di Jimi, che si fionda in devastanti sequenze dissonanti, al limite del caos e del
rumore puro. Anche lingenuo trucco scenico finale, con il rito della chitarra arsa viva,
assume contorni inquietanti, con lo strumento abbandonato, agonizzante, che continua a
gemere impietosamente.
LExperience resta negli States fino ad agosto per una serie di concerti, alcuni dei quali
inseriti di supporto ad un tour dei Monkees ; lesperienza dura poco in quanto, dopo
unesibizione nello stadio di Forest Hills a New York, il gruppo viene ripudiato per
incompatibilit stilistica. Tra le incessanti tourne e le sessioni di studio, la Jimi Hendrix
Experience trova il tempo per realizzare alcune eccellenti registrazioni per le trasmissioni
radiofoniche Saturday Club, Top Gear e Alexis Korners R & B Show (prodotte dalla BBC),
nastri che per anni costituiscono la base di numerose pubblicazioni discografiche illegali e nel
1988 vengono raccolti nellottimo doppio Radio One.
Verso la fine dellanno Hendrix nuovamente on the road con il secondo tour inglese che si
svolge in contemporanea della pubblicazione (il primo di dicembre) del nuovo LP, Axis : bold
as love. E lultimo lavoro prodotto da Chandler che poco dopo si defila dal management di
Hendrix e il disco, pur accusando inevitabilmente lassenza del fattore novit, conferma
leccellente momento del chitarrista. I brani memorabili sono la granitica Spanish Castle
magic, dotata di un impatto poderoso, le delicate e poetiche Little wing e Castles made of sand,
lavvolgente Bold as love (basata sul largo uso delleffetto phasing) e la concisa If six was nine,
con le dure contrazioni della scorza blues.
... cadete montagne, ma non su di me ..., purtroppo non sar cos.

-6Il 1967 inizia per i Beatles con la pubblicazione (in febbraio) del singolo Penny Lane /
Strawberry fields forever. Se Penny Lane presenta un incedere classico, valorizzato da
arrangiamenti raffinati, Strawberry fields forever prosegue il lavoro iniziato con lalbum
Revolver, alla ricerca di una viva sperimentazione sonora. Il brano, caratterizzato da
unintroduzione pastorale che sfocia in un dolce capogiro psichedelico, uno dei capolavori
dei Beatles, sia per quanto concerne le imprevedibili soluzioni timbriche adottate che per ci
che riguarda la tecnica di produzione, basata sulla manipolazione di nastri ottenuti da due
diverse registrazioni che convergono miracolosamente sulla stessa tonalit e si fondono
perfettamente tra loro.

BEATLES - SGT. PEPPERS LONELY HEARTS CLUB BAND (Parlophone - 1967)

Il primo giugno 1967 viene commercializzato, in unica versione mondiale e senza estratti a 45
giri, Sgt. Peppers lonely hearts club band, un album considerato come lo storico momento di
trapasso dalla cultura beat alle nuove proposte progressive della musica giovanile.
Se da un punto di vista formale, dimmagine e dimpatto sulla scena musicale dellepoca,
laffermazione condivisibile, sotto laspetto dei contenuti appare doveroso riconoscere che
altri, e pi radicali innovatori, negli stessi giorni definiscono le linee portanti del suono
progressivo, ottenendo risultati formidabili.
Lennon e McCartney (autori di tutti i brani ad eccezione di Within you without you, composta
da Harrison) scelgono di produrre un flusso musicale senza soluzione di continuit,
determinando, di fatto, linizio della moda degli album a tema specifico (concept) ; inoltre, il
puntiglioso lavoro dingegneria sonora gi sperimentato con eccellenti risultati viene
perfezionato e posto alla base di ogni creazione. Ugualmente, il gruppo indotto a seguire
tracce melodiche raffinate ed arrangiate in modo invidiabile, ma anche troppo usuali e
costringenti : il caso della bella ma innocua marcetta di A little help from my friends (Joe
Cocker riuscir a cavar fuori da queste stesse note ben altre suggestioni), delle graziose
Getting better e Lovely Rita, delliniziale title track (che non va oltre ad un pulito RnR di
base), persino dellottima Fixing a hole, il cui lirico contenuto meriterebbe un arrangiamento
con un pizzico di coraggio in pi.
Le intuizioni migliori sono sparse in Lucy in the Sky with Diamonds, una nenia allucinata da
carillon psichedelico, e nello stralunato valzer di Being for the benefit of mr. Kite !.
Convincono pure le abituali movenze orientali di Within you without you e diverte il bestiario
di Good morning, good morning, un R & B decisamente inconsueto.
A day in the life chiude simbolicamente lera psichedelica dei Beatles, formando con Tomorrow
never knows e Strawberry fields forever un indimenticabile trittico denso di emozioni ;
lintroduttiva, tremante melodia viene risucchiata in una spaventevole spirale da incubo che
porta allimmaginario risveglio, forse solo unillusione di poter fuggire dal tormento dei
propri sogni, definitivamente inghiottiti dalla voragine orchestrale che chiude il brano con
unaffermazione drammatica.

La morte improvvisa del manager Brian Epstein mette in crisi i complessi equilibri dei
Beatles, che da questo momento cominciano a perdere la propria unit dintenti e
simbarcano in progetti disastrosi, come nel caso dellinaugurazione della Apple,
unambiziosa etichetta discografica (ma anche una stravagante boutique, una divisione
cinematografica e una foundation for arts rimasta sulla carta delle buone intenzioni) che
finir con il fallire dopo aver inghiottito notevoli risorse finanziarie.
La successiva mossa del complesso la realizzazione, alla fine del 1967, del film per la BBC
Magical Mystery Tour, supportato da un doppio extended play che convince solo a tratti (la
valida orchestrazione di I am the walrus e la frizzante sigletta della title track). Negli U.S.A. i
sei brani sono raccolti su un album che, in aggiunta, comprende alcune canzoni tratte da
singoli, tra cui Strawberry fields forever.
Nellestate 1968 il gruppo coglie un nuovo, grande successo con il 45 giri Hey Jude,
caratterizzato dalla celebre coda corale, canzone che paga un evidente e forse volontario
tributo a Dear mr. Fantasy dei Traffic (istruttiva in tal senso la bella versione in medley
fornita da Al Kooper e Mike Bloomfield nel loro Live adventures - Columbia 1969 - dove i due
brani si compenetrano alla perfezione, apparendo come ununica entit).
Il doppio album omonimo, pubblicato nel novembre successivo, lultimo disco importante
dei Beatles, in netto contrasto con i colori e le atmosfere del Sgt. Pepper sin dalla copertina
completamente bianca. Il white album saffida ad un duro realismo sonoro, ben
rappresentato dai rocknroll scarni ed essenziali di Back in the U.S.S.R.. e di Birthday, dal
blues rock tirato ed urlato di Yer blues e soprattutto dalla stravolta Helter Skelter, costruita su
un muro di chitarre informi e strazianti. In generale, il lavoro presenta unampia molteplicit
di stili, passando con disinvoltura dal rock duro e graffiante a raffinate e suadenti ballate
(Dear prudence, While my guitar gently weeps con Eric Clapton), dallironica e neoclassica
Piggies (con tanto di grugniti finali) al country western di Rocky Raccoon, dal blues
impertinente di Why dont we do it in the road ? allenfatica tessitura ritmica di Everybodys
got something to hide except me and my monkey, per finire con le caotiche ed inquietanti
sperimentazioni di Revolution 9.
Le spinte disgreganti allinterno del gruppo aumentano, laccordo tra Lennon e McCartney
sincrina sempre pi, Harrison chiede una maggiore considerazione come compositore e i
Beatles si avviano al termine della loro colossale carriera, con la residua forza per realizzare
altri due album onesti quali Abbey road (Apple - 1969) e Let it be (Apple - 1970), a tratti molto
belli ma inesorabilmente avulsi dal contenuto musicale pi avanzato della fine del decennio.
Dopo lo scioglimento ufficiale, avvenuto nellaprile 1970, i quattro intraprendono separate
carriere, commercialmente molto produttive (in particolare McCartney) ma spesso eccepibili
sotto laspetto qualitativo.
John Lennon viene tragicamente ucciso da uno squilibrato alla fine del 1980.

-7Tra le decine di piccoli locali che hanno costituito la rete di sviluppo delle tendenze
underground e progressive nella zona di Londra (Middle Earth, Marquee, Pink Flamingo,
Roundhouse, Speakeasy ecc.), uno dei pi mitici sicuramente lUfo Club, con base a
Tottenham Court Road. Il ritrovo viene allestito da John Hopkins alla fine del 1966, allo
scopo di raccogliere fondi per la neonata rivista underground I.T. - International Times. In
breve tempo, lUfo diventa il rifugio dei musicisti alternativi, dediti a pratiche sperimentali e
alla ricerca di sintesi innovative ; qui vengono sperimentati i primi light show psichedelici,
sottolineati dalla musica di complessi agli esordi quali Soft Machine, Tomorrow, Crazy World
of Arthur Brown, Giant Sun Trolley (poi Third Ear Band) e, tra i pi assidui frequentatori,
Pink Floyd.
Originario di Cambridge, Syd Barrett un bizzarro chitarrista in perenne ed affannosa
ricerca, che sperimenta rumori assurdi fino alle prime ore del mattino rischiando il linciaggio
da parte dei vicini di casa. Le prime esperienze del musicista sono consumate allinizio degli
anni Sessanta, in formazioni casalinghe dedite al RnR di Cliff Richard, degli Shadows, di
Chuck Berry.
Nel settembre 1964 Barrett si trasferisce a Londra dove incontra Roger Waters che linvita ad
unirsi al suo gruppo, gli Abdabs, nel quale suonano pure Richard Wright e Nick Mason ;
prima della fine dellanno nascono i Pink Floyd (la sigla deriva da unidea di Barrett, che
accosta i nomi di due bluesmen della Georgia, Pink Anderson e Floyd Council). Allinizio la
formazione composta da sei elementi, ma ben presto il chitarrista Bob Close e il cantante
Chris Dennis abbandonano e i Pink Floyd sassestano con Barrett, Waters, Wright e Mason.
Il complesso cerca di darsi uno stile originale e di crearsi un piccolo seguito, a partire dal
febbraio 1966 quando ottiene la possibilit desibirsi con regolarit al Marquee. In estate i
quattro conoscono Peter Jenner e Andrew King, che diventano i loro manager ; gli ultimi
mesi del 66 sono decisivi per lo sviluppo della scena underground londinese e i Floyd non
perdono occasione per partecipare a tutti gli appuntamenti importanti, dagli spettacoli alla
Roundhouse del 15 ottobre (per il lancio di I.T.) e del 3 dicembre (per il primo grande ritrovo
psichedelico, Psycodelphia versus Ian Smith), fino allinaugurazione dellUfo Club (23
dicembre).
Linizio del nuovo anno vede il gruppo in studio di registrazione, sotto la produzione di Joe
Boyd, per la realizzazione di alcune sessioni che fruttano quattro brani ; due di questi sono
scelti per il singolo desordio, Arnold Layne e Candy and a current bun, edito lundici marzo.
Arnold Layne presenta un testo audace ed ambiguo, che procura difficolt per la
radiodiffusione ma, al tempo stesso, permette ai Pink Floyd di diventare una delle formazioni
pi rispettate nellambiente underground. La canzone, costruita su un impianto di ballata
folk, lascia trasparire solo a tratti alcuni degli elementi timbrici che renderanno tipica la
musica del gruppo, soprattutto per ci che riguarda luso dellorgano da parte di Wright.
Di maggior efficacia appare il secondo singolo See Emily play, registrato in maggio con il
nuovo produttore Norman Smith (un ex tecnico dei Beatles) e originariamente intitolato
Games for May, che pubblicato il 16 giugno ed ottiene un lusinghiero piazzamento in
classifica (n. 5). La musica calata alla perfezione nella fervida scena psichedelica, con la
proposta di soluzioni fantasiose ed un gustoso assaggio della chitarra siderale di Syd Barrett.

Nel bel mezzo della pubblicazione dei due dischi, il complesso partecipa al 14th Hour
Technicolour Dream - Free Speech Benefit, una manifestazione organizzata dal solito John
Hopkins allAlexandra Palace di Londra, tra la notte del 29 e il mattino del 30 aprile 1967, per
finanziare International Times. Il grande concerto si trasforma nellevento pi ricordato di
tutta la psichedelia inglese, al quale assistono diverse migliaia di persone ; tra le numerose
formazioni che vi prendono parte, spiccano i nomi dei primi Soft Machine, di Arthur Brown,
Pretty Things, Social Deviants, Tomorrow, Sam Gopal e Mick Hutchinson. I Pink Floyd
suonano poco prima dellalba, in unatmosfera surreale, e lesibizione li consacra ai vertici
della scena underground.

PINK FLOYD - THE PIPER AT THE GATES OF DAWN (Columbia - 1967)

Le sedute di registrazione del primo LP, agli studi di Abbey Road della Emi, si protraggono
per circa sei mesi e sono rese difficili dal comportamento imprevedibile di Barrett, che a quei
tempi il leader e il maggior compositore del gruppo. Finalmente, il 5 agosto 1967 vede la luce
The piper at the gates of dawn che rapidamente ottiene ottimi risultati di vendita.
Il disco lancia i Pink Floyd in orbita stellare e conferma le qualit come autore di Barrett ; il
suono spiazza lascoltatore, ancora abituato a confrontarsi con stili derivati dal blues e dal
rocknroll, presentando una latente matrice folk, oltre a tematiche ereditate dalla cultura
musicale europea (in particolare classica), introdotte per la prima volta in un contesto rock
dai Beatles. Anche laspetto psichedelico della loro musica e la propensione alla ricerca sulle
tecniche di registrazione hanno un debito da saldare nei confronti del quartetto di Liverpool
(che, per uno strano gioco del destino, in quei giorni completa la produzione del Sgt. Pepper
proprio a Abbey Road, in uno studio attiguo a quello dei Floyd).
Lapproccio dei Pink Floyd comunque irriverente e proiettato verso ardite soluzioni
psichedeliche, ben lontano da quanto proposto nello stesso periodo da altri gruppi neoclassici,
quali i Procol Harum di A whiter shade of pale. Alla pulizia formale il complesso preferisce un
impegno in bilico fra sperimentazione e semplici melodie di base.
Barrett non insegue virtuosismi solistici ma si concentra sul rumore e sul fascino del timbro
del suono, confermandosi uno tra i pi decisi innovatori dello stile del proprio strumento.
Canzoni come Lucifer Sam e Take up thy stethoscope and walk (con un memorabile
trattamento nevrotico della sei corde) sono deviate dalle originarie linee melodiche ; da parte
sua, Wright disegna allorgano inconsueti arabeschi nelle ballate psichedeliche di Matilda
mother e The scarecrow, emoziona nelle atmosfere classiche di Flaming, nella rumorista e
suggestiva Pow R. Toc. H. e nellenigmatica Chapter 24.
I brani pi significativi e futuribili sono le magistrali Astronomy domine, sospinta in volo dalle
pulsazioni vitali della chitarra di Barrett e delle percussioni di Mason, e linarrivabile
Interstellar overdrive, valvola di sfogo delle ulcere sonore barrettiane risucchiate dai gorghi
cosmici dellorgano di Wright.
Bike pazzesca, con quella voce sfuggente e con lorgiastico caos finale, quasi un prematuro
epitaffio di Barrett che poco dopo perde la misura, manifesta segni di squilibrio mentale ed

entra in una sorta di trance impenetrabile, costringendo i suoi compagni di viaggio a


scaricarlo, per non smarrire la strada del successo.
Syd alterna momenti di lucidit ad altri nei quali risulta assente, incapace di suonare in
gruppo ; ad acuire le sue preoccupazioni arriva linsuccesso del nuovo singolo Apples and
oranges.
Verso la fine del 67 i Pink Floyd partecipano al Jimi Hendrix Package Tour (con Experience,
Move, Amen Corner, Nice e Eire Apparent) che vede un Barrett ulteriormente peggiorato,
spesso sul palco con lo sguardo perso nel vuoto e, a volte, addirittura sostituito per
irreperibilit dal chitarrista dei Nice, David OList.
Ben presto si arriva al punto in cui la comunicazione tra Barrett e il resto del gruppo diviene
impossibile, con il chitarrista proteso verso qualcosa di troppo nuovo, di troppo diverso, e con
i compagni incapaci di seguirlo convenientemente. Viene contattato David Gilmour, amico di
vecchia data dello stesso Barrett, e per breve tempo i Floyd tentano di tenere a galla una
formazione a cinque, ma nel marzo 1968 Syd Barrett esce dal gruppo.
Il secondo album, A saucerful of secrets (giugno 1968), segna il trapasso dalla dolce, allucinata
follia dei primi lavori alle regole che fissano il classico stile dei Pink Floyd. Se The piper at the
gates of dawn il capolavoro dellera psichedelica inglese, il nuovo disco acquista in peso
strumentale, scandagliando immani profondit astrali in brani di gran fascino, come
lipnotico Set the controls for the heart of the sun (dove, probabilmente, suona ancora Barrett)
e Let there be more light, due composizioni di Roger Waters che diventa il nuovo punto di
riferimento creativo della formazione.
Il vertice del disco la lunga ed ambiziosa title track, unardita mini suite in tre movimenti
quasi a carattere sinfonico, che riveste notevole importanza nellevoluzione futura della
musica dei Pink Floyd.
Barrett presente in due registrazioni del 1967, Remember a day e la deliziosa Jugband blues,
che significativamente chiude in modo sarcastico la collaborazione del musicista con il suo
gruppo.

-8Limpatto dei Traffic sulla scena musicale del 1967 meno sconvolgente rispetto a
quello generato da Jimi Hendrix e dai Pink Floyd, n la formazione in grado di fare
affidamento, come nel caso dei Beatles, su unautorevolezza conseguita negli anni del beat.
Eppure, la loro musica (forse proprio per il fatto che evita clamori sperimentali, preferendo
attingere a svariate e tradizionali fonti dispirazione) un importante momento propositivo
destinato a far scuola, e va considerata come la prima riuscita sintesi nel campo del rock
progressivo.
Dopo il successo commerciale con lo Spencer Davis Group ed esaurita la breve parentesi di
studio con i Powerhouse di Eric Clapton (1966), Stevie Winwood organizza un nuovo nucleo
di musicisti nella primavera del 1967, con lintento di dedicarsi ad una musica ambiziosa.
I componenti dei Traffic provengono da due formazioni della zona di Birmingham : Dave
Mason e Jim Capaldi hanno fatto gavetta nei Deep Feeling, mentre Chris Wood reduce dai
Locomotive. Il nuovo gruppo mette a punto la propria formula musicale provando per alcuni
mesi in una fattoria del Berkshire e i singoli Paper sun (giugno 67) e Hole in my shoe
(settembre 67) raggiungono le zone alte della classifica di vendita.

TRAFFIC

MR. FANTASY

(Island - 1967)

Nel dicembre 1967 Mr. Fantasy d forma ad una brillante fusione di folk, blues, jazz e soul,
venata da una morbida psichedelia. Il disco si apre con lemozionante Heaven is in your mind,
una ballata folk sorretta dallanima soul del piano di Winwood e della scarna batteria di
Capaldi. Chris Wood colora la musica con i fiati in modo naturale e discreto, senza forzature,
raggiungendo vertici assoluti in No face no name no number, una struggente canzone
autunnale di cristallina bellezza, accarezzata dalla melodia del flauto che evoca ricordi densi
di nostalgia ; con la sua impostazione classica (organo, mellotron e clavicembalo) il brano un
vero e proprio preludio al rock romantico degli anni Settanta.
Coloured rain, marcata dallincalzante organo di Winwood e nobilitata dallelegante lavoro al
sax di Wood, e Dear mr. Fantasy (brano dal quale trae ispirazione Hey Jude dei Beatles), che
si fonda su una felice intuizione melodica risolta da uninfuocata jam chitarristica, sono i
manifesti psichedelici dei Traffic.
Mason responsabile dellorientaleggiante Utterly simple, valida, ma troppo legata ad
analoghe esperienze dei Beatles, e della discreta Hope I never find me there ; degne dinteresse
anche Dealer (un brano di Capaldi) e il conclusivo strumentale blues jazz di Giving to you.
Dopo appena pochi mesi, il gruppo diviene instabile a causa delle divergenze sulla conduzione
artistica, esistenti tra Winwood e Mason ; questultimo abbandona per dedicarsi ad alcune
collaborazioni con grossi nomi del circuito rock (Rolling Stones, Jimi Hendrix) e alla
produzione degli emergenti Family. Da parte loro, nella primavera 68 Winwood e Wood
partecipano alle registrazioni di Electric Ladyland di Jimi Hendrix, apportando un importante
contributo al lavoro del chitarrista di Seattle.

I Traffic si riuniscono per le sessioni che danno vita al secondo album omonimo, pubblicato
nellottobre 1968 ; nonostante contenga materiale di ottima qualit, il disco risente della
difficile situazione interna e mostra i musicisti divisi sugli obiettivi da raggiungere.
Da un lato Mason progetta una musica lineare e tradizionalmente rock, come dimostrano il
country di You can all join in e le belle ballate di Feelin alright ? e Dont be sad, dallaltro
Winwood e Capaldi recuperano sonorit tipiche dei primi Traffic nelle ottime Forty thousand
headmen e No time to live. Notevoli sono Pearly queen, dallaccattivante cadenza rock blues, e
Cryin to be heard, un brano di Mason che Winwood fa suo con un poderoso suono dorgano.
Il gruppo trova la forza per incidere un terzo album, Last exit (Island - maggio 1969), discreto
anche se inferiore ai lavori precedenti. Il disco suddiviso in una parte registrata in studio,
nella quale risaltano la raffinata Shanghai noodle factory, il cadenzato valzer di Withering tree,
la spigliata Medicated goo, e in una ricavata da unesibizione al Fillmore West di San
Francisco, che comprende una buona Feelin good.
Quando il lavoro viene pubblicato Mason ha di nuovo abbandonato e Winwood, nel febbraio
del 69, decide di sciogliere il gruppo per entrare nelleffimero nucleo dei Blind Faith, con
Eric Clapton, Ginger Baker e Ric Grech.
Capaldi e Wood recuperano Mason e, con laiuto di Mick Weaver, simpegnano nei Wooden
Frog, una formazione dalla vita breve. Mason si trasferisce poi negli Stati Uniti dove
collabora con Gram Parsons, con Delaney & Bonnie e pubblica svariati album come solista.

Il Fuoco e l'Acqua
un ricordo di British blues

-9Sin dai primi mesi del 1966 nella scena del blues revival inglese inizia ad affermarsi
un nuovo atteggiamento, teso alla ricerca di una sistemazione delloriginario linguaggio di
recupero delle matrici blues allinterno di un contesto espressivo progressivo.
Tra i pionieri del genere, un posto di rilievo spetta agli Yardbirds che per primi escono dagli
schemi consolidati del blues revival e del rocknroll, introducendo (gi nel 1965) decisivi
elementi di novit e giungendo ad un'ottimale sintesi nella seminale Shapes of things, primo
compiuto esempio di rock blues.
Neppure va dimenticata lappartenenza a questa formazione di tre chitarristi di primaria
importanza, quali Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page, che con i rispettivi gruppi saranno
tra i pi significativi esponenti del blues duro e progressivo

Dopo le esperienze con Yardbirds e John Mayalls Bluesbreakers, nel 1966 Eric Clapton
raccoglie sotto la sigla Powerhouse alcuni noti musicisti dellepoca, tra i quali Stevie Winwood
e Pete York (entrambi dello Spencer Davis Group) e il cantante Paul Jones (gi con Manfred
Mann) ; leffimera associazione incide solo tre brani che sono raccolti sullantologia Whats
shakin (Elektra-1966). Proprio nei Powerhouse (e altrettanto brevemente nei Bluesbreakers)
Clapton ha modo di suonare con Jack Bruce, con il quale matura lidea di costituire una
formazione che mostri un atteggiamento originale nei confronti del blues elettrico.
Nel luglio del 66 il produttore Robert Stigwood a realizzare operativamente il progetto di
un vero e proprio supergruppo con Clapton, Bruce e il batterista Ginger Baker (la sezione
ritmica si conosce sin dai tempi della Blues Incorporated di Korner e della Graham Bond
Organization).
I Cream sono, di fatto, il primo complesso triangolare della storia del rock, configurazione che
sottintende una diversa organizzazione del suono e dei compiti, nella quale ogni strumento
acquisisce (in particolare dal vivo) una valenza ritmica e solistica di reciproco stimolo.
Il gruppo esordisce in occasione del festival di Windsor ed effettua una serie di concerti al
Marquee, prima di pubblicare il singolo Wrapping paper, nellottobre 66. Il successivo I feel
free segna lingresso nelle classifiche di vendita e i Cream si affermano con una fitta serie di
spettacoli dal vivo.
E lepoca dellimmigrazione londinese di Jimi Hendrix, che il primo di ottobre ospite del
trio sul palco del Polytechnic ; Hendrix diventa grande ammiratore ed amico di Clapton e

tiene in debita considerazione linsegnamento dei Cream, la potenza e la tensione emotiva del
loro blues, la propensione per una musica liberata dagli schemi del successo di classifica e
spinta verso modalit dimprovvisazione ancora sconosciute in ambito rock. Come accade a
mille altri gruppi, anche Hendrix crea la propria formazione sullesempio triangolare dei
Cream e, di certo, trae giovamento dalla crescente popolarit di Clapton e soci e
dallaffermazione dei principi della loro musica. Appena un attimo dopo la situazione si
ribalta : saranno i Cream, e tutti gli altri musicisti inglesi del periodo, ad inseguire le teorie
evolutive hendrixiane.
Nel dicembre 1966 viene dato alle stampe il primo album Fresh Cream che, pur non essendo
esente da pecche, ha il merito di mostrare gli elementi portanti dello stile del gruppo. Il disco
contiene numerose versioni di classici blues, reinterpretati con grande potenza e dinamismo :
nelle varie Spoonful (Dixon), Rollin and tumblin (Waters) e Cats squirrel la chitarra di
Clapton, pur mantenendo una lirica classicit, indurisce notevolmente il suono, sostenuta da
uneccellente sezione ritmica capace di andare ben oltre ad un mero ruolo
daccompagnamento. La produzione originale dei Cream appare ancora piuttosto incerta,
anche se i timidi frammenti di N.S.U. e Sweet wine diventano dal vivo solide basi per lunghe,
incandescenti improvvisazioni strumentali, e il micidiale riff di Toad introduce un gustoso
saggio dello sciolto ed originale stile percussivo di Ginger Baker, che si conferma uno tra i pi
preparati e qualitativi batteristi rock.
Come altre importanti formazioni del tempo (Beatles, Rolling Stones, Animals), i Cream nel
1967 aderiscono all'imperante cultura psichedelica con la realizzazione del secondo album
Disraeli gears, che in parte ripropone il caratteristico power blues e in parte si espone al
contagio del morbo lisergico. Il disco segna il passaggio della produzione da Robert Stigwood
a Felix Pappalardi (futuro bassista dei Mountain), capace doffrire anche un valido contributo
come sessionman, e determina il consolidamento della proficua collaborazione tra Jack Bruce
e il paroliere Pete Brown, che proseguir nei successivi lavori dei Cream e dello stesso
bassista. Tra i brani spicca prepotente la sagoma di Sunshine of your love, un rock blues
scolpito nella roccia con un riff epocale di chitarra ; il pezzo pi ricordato dellintero
repertorio (si dice, dedicato a Hendrix) e fissa definitivamente i tratti salienti della musica del
gruppo. Lottima Tales of Brave Ulysses si ricollega al suono tradizionale del complesso, come
pure laggressiva Swlabr e le meno appariscenti Outside woman blues e Take it back. Al
versante flower power appartiene liniziale Strange brew, che propone cadenze meno ruvide e
un suono pi colorito ; in questo contesto sono da segnalare le melodiche e sognanti World of
pain (un bel brano di Pappalardi) dove appare leffetto wah-wah alla chitarra, Dance the
night away con graziose soluzioni armoniche e la rarefatta Were going wrong.
Disraeli gears va, in ogni caso, considerato un lavoro di transizione, con il gruppo ancora alla
ricerca di una piena maturit espressiva che, in parte, giunge con il seguente Wheels of fire.

CREAM - WHEELS OF FIRE

(2 LP Polydor - 1968)

Il doppio album si compone di un disco registrato in studio, con laiuto del produttore
Pappalardi in qualit di musicista aggiunto, e di una parte dedicata al resoconto di un
concerto tenuto nel marzo 1968 al Fillmore West.
I brani pi significativi del disco di studio sono due composizioni di Jack Bruce (sempre
coadiuvato dal fido Pete Brown), la stupenda White room, caratterizzata dalla lirica frase

introduttiva, vero miracolo dequilibrio tra il ruvido rock blues di base e la formidabile linea
melodica vocale, e la cadenzata Deserted cities of the heart, che savvale di ricercati
arrangiamenti per viola e violoncello.
Il blues emerge prepotente nelle notevoli interpretazioni di Sitting on top of the world (Howlin
Wolf), Born under a bad sign e Politician, un originale brano composto da Bruce / Brown.
La sognante Passing the time, la bella Those were the days e latipica Pressed rat and warthog,
tutte di Ginger Baker, sono valorizzate dagli interventi con viola, tromba e percussioni di
Pappalardi, e ancora va ricordata lobliqua melodia di As you said, che anticipa atmosfere
care alla futura produzione solistica di Jack Bruce.
In sintesi, le registrazioni di studio di Wheels of fire appaiono tanto brillanti ed originali,
quanto espressione di tre musicisti divisi sulla direzione artistica da intraprendere e con
Clapton totalmente escluso in fase compositiva.
Il disco dal vivo si apre con lenergica versione del blues di Robert Johnson Crossroads,
completamente riscritta per loccasione ; la seguente Spoonful (Dixon) mostra il virtuosismo
dei musicisti e risulta un po prolissa, pur appassionando a tratti per la volont di tirare al
massimo gli strumenti, in perenne rincorsa tra loro. Traintime (un brano di Bruce, gi nel
repertorio della Graham Bond Organization) una performance per armonica che sfocia
nella durissima Toad, introduzione ad un ottimo ma interminabile assolo di Baker.
Dopo appena due anni dalla nascita, la popolarit e il successo dei Cream sono diffusi in tutto
il mondo, ma il gruppo risente di forti tensioni interne determinate dalla spiccata personalit
dei musicisti, che decidono di porre termine allavventura con uno spettacolare concerto
daddio (che diventa anche un film musicale) tenuto il 26 novembre 1968 alla Royal Albert
Hall di Londra.
Ci che resta viene pubblicato lanno successivo, nel postumo Goodbye (Polydor-1969) che
contiene buone versioni dal vivo di Im so glad, Politician, Sitting on top of the world, e una
manciata di brani di studio tra i quali emerge la bella melodia di Badge, una canzone di
chiaro stampo beatlesiano, composta da Clapton assieme a George Harrison, che vede la
presenza dellex Beatles alla seconda chitarra e del solito Pappalardi alle tastiere.
Nei primi anni settanta vengono pubblicati altri due dischi quasi interamente registrati dal
vivo, Live Cream (Polydor-1970) e Live Cream vol. II (Polydor-1972), di discreto valore, ma
rimane il rammarico dellassenza di un lavoro organico che rappresenti degnamente lattivit
concertistica del gruppo.

Allo scioglimento dei Cream, Jack Bruce decide di percorrere la strada solistica, ottenendo
interessanti risultati artistici ; Clapton e Baker, invece, restano insieme per la controversa ed
effimera esperienza dei Blind Faith. La nuova formazione si atteggia, ancor pi dei Cream, a
supergruppo, per via della presenza dellaffermato Stevie Winwood (v.ts.ch., reduce dai
Traffic) e del bassista / violinista Ric Grech (proveniente dai Family). Sulloperazione aleggia
il sospetto di precisi calcoli commerciali e la musica del gruppo non risulta cos incisiva come
avrebbe dovuto, viste le capacit dei musicisti coinvolti nel progetto.

I Blind Faith nascono nel febbraio 1969 e il debutto ufficiale avviene il 7 di giugno, in
occasione di un concerto tenuto a Hyde Park di fronte a 100.000 persone.
Il materiale del loro unico disco pubblicato (Blind Faith, Polydor-1969) valido, ma il gruppo
non osa, il suono estremamente misurato resta ancorato a reminiscenze Cream e Traffic,
privo di sbavature ma anche di particolari sussulti, con un'equa divisione dei ruoli tra i
musicisti. Liniziale Had to cry today un perfetto esempio del loro stile, con la chitarra di
Clapton a sciorinare un piacevole hard blues senza uscire dalle righe e la stentorea voce di
Winwood (autore del brano) che non certo la pi adatta alle atmosfere forti del rock blues.
Nonostante il buon assolo centrale e quello finale (notevole, con due chitarre soliste
sovraincise) Clapton non riesce a ripristinare il tipico clima da jam dei Cream e, alla lunga, il
brano suona ripetitivo.
Cant find my way home e, soprattutto, Sea of joy, una canzone vicina ai Family pi intimisti
valorizzata dal violino di Grech, godono della scrittura e dellinterpretazione di Winwood
risultando tra gli episodi migliori, cos come lunico brano di Clapton, il classico Presence of
the Lord, giocato sul contrasto tra il sofferto preludio dai toni gospel e limprovvisa eruzione
centrale della chitarra. Well all right piacevole e serve ad evidenziare le capacit di
Winwood alle tastiere, mentre la conclusiva Do what you like pensata da Baker come
indolente base di partenza per lennesima, eccellente, esibizione ai tamburi.
A promozione dellalbum il gruppo simbarca in una tourne americana, al termine della
quale (nel gennaio 1970) Clapton e compagni decidono di separarsi, lasciandosi alle spalle il
dubbio di una grande occasione persa.
Ginger Baker organizza gli Airforce, unampia formazione dove, allinizio del 70, si
ritrovano Winwood e Grech, oltre a Chris Wood, Graham Bond e Harold McNair. Il gruppo,
che predilige una matrice musicale essenzialmente ritmica (con la presenza di ben tre
batteristi !), pubblica due album nel 1970, il primo (Airforce -2 LP, Polydor) registrato dal
vivo alla Royal Albert Hall e il secondo (Airforce 2 - 2 LP, Polydor) realizzato in studio. Il
batterista forma poi i Salt, senza ottenere particolari riscontri, quindi si trasferisce in Nigeria
dove per tre anni suona con musicisti locali e studia le radici africane del ritmo. Nel 1974 di
nuovo in Inghilterra con la Baker Gurvitz Army, assieme ai fratelli Adrian e Paul Gurvitz
(titolari, alla fine dei sessanta, di due LP con i Gun e in seguito di tre dischi con i Three Man
Army) ; con questo complesso incide tre lavori, tra i quali il migliore appare il primo
omonimo (Vertigo-1974) che presenta un discreto hard variegato da frequenti aperture
melodiche.
Subito dopo la collaborazione con gli Airforce, Stevie Winwood riunisce i Traffic dove finisce
anche Ric Grech.
Clapton insiste con la teoria dei supergruppi (questa volta negli Stati Uniti) con Derek & the
Dominos, al fianco di Duane Allman nel doppio Layla e contemporaneamente inizia la
carriera da solista, prolifica dal punto di vista commerciale ma non sempre allaltezza del suo
nome.

- 10 Il 1968 per Jimi Hendrix lanno della consacrazione ai vertici della scena rock
mondiale. Il baricentro della sua attivit si sposta decisamente negli U.S.A., dove tiene la
maggior parte dei concerti (sempre affiancato dallExperience) ed effettua, agli studi Record
Plant di New York, la quasi totalit delle registrazioni che formano lossatura del nuovo
ambizioso album.

JIMI HENDRIX EXPERIENCE - ELECTRIC LADYLAND (2LP Track - 1968)

Electric Ladyland, pubblicato nellottobre 1968 (n. 1 nella classifica americana dei long
playing), nonostante sia accreditato alla Jimi Hendrix Experience pu essere considerato
come un disco solista del chitarrista, che per la prima volta si avvale di numerosi collaboratori
esterni ; in particolare lapporto di Noel Redding molto ridotto ( titolare della decorosa
Little miss strange ma in circa met dei brani viene sostituito al basso da Jimi) mentre
Mitchell, batterista ideale per Hendrix, saldamente al suo posto, a parte un paio di pezzi nei
quali dietro ai tamburi siede Buddy Miles.
Hendrix produce autonomamente quasi tutto il materiale e il suono risulta pi curato, senza
perdere in aggressivit ed espressivit. C un ampio uso di ricercate tecniche di registrazione
e molte canzoni sono realizzate attraverso fasi di lavorazione pi lunghe e complesse del solito.
I nastri manipolati di ...and the gods made love, la raffinata melodia di Have you ever been (to
electric ladyland) e la ritmata Crosstown traffic (con Dave Mason ai cori) servono da
introduzione al primo capolavoro dellalbum, Voodoo chile. Il brano un lungo blues
originale che vede la presenza del bassista Jack Casady (Jefferson Airplane / Hot Tuna) al
posto di Redding e con Stevie Winwood allorgano. Hendrix disegna linee di chitarra nitide e
profonde, creando unatmosfera impregnata di tensione che rende unico lincedere del pezzo,
valorizzato da una sezione ritmica potente e dallottimo lavoro di Winwood.
Come on - Let the good times roll, un ottimo blues & roll senza peli sulla lingua (opera di Earl
King) e Gypsy eyes, un soul rock dominato da chitarre graffianti, riportano ad un rock
immediato e serrato.
Burning of the midnight lamp, registrata nel luglio 67 e prodotta da Chandler come singolo
nel settembre dello stesso anno, una delle pi elaborate canzoni di Jimi, dotata di una bella
melodia epica e decadente e caratterizzata dalluso di clavicembalo e mellotron (per le
armonie vocali). Rainy day, dream away, che ha una singolare reprise in Still raining, still
dreaming, un raffinato blues jazz dove Hendrix esibisce magistralmente leffetto wah-wah
della chitarra ; nelloccasione sono presenti Freddie Smith al sassofono, Mark Finnigan
allorgano e Buddy Miles alla batteria, coadiuvato da Larry Faucette alle congas. Il brano
sfocia nella stupenda 1983...(a merman I should turn to be), un affresco sonoro maestoso e di
grande suggestione. Nel viaggio Hendrix accompagnato da un Mitchell ispirato e dal flauto
di Chris Wood ; la sua produzione a tratti eccessivamente deffetto ma il lirismo poetico
della canzone inebria il suono, che ondeggia fino a sprofondare in gelidi abissi marini e si
dissolve nella coda rumorista di Moon, turn the tides... House burning down, con la

fiammeggiante chitarra trattata dalleffetto phasing, crea la giusta tensione per il travolgente
finale del disco.
All along the watchtower (una canzone di Dylan, dallalbum John Wesley Harding)
completamente riscritta da Hendrix che ne modifica il significato sostanziale ; tanto
loriginale di Dylan un timido folk rock scarno ed essenziale, quanto ledizione di Jimi si
fregia di soluzioni fantasiose, affidandosi ad una ritmica serrata e alla magia delle chitarre
che si librano in volo verso orizzonti di straordinaria bellezza.
Il contrasto con la conclusiva Voodoo child aspro, torna a trionfare il magnifico marasma
sonoro dellExperience in un rituale selvaggio, sconvolto da chitarre che sputano fulmini, che
provocano scosse telluriche, che graffiano come artigli la corteccia stagionata del blues.
Electric Ladyland lapice della creativit hendrixiana ed anche linizio della fine
dellExperience, con il leader desideroso di provare nuove esperienze e con Redding che si
sente trascurato, smanioso di affermare le proprie capacit come propulsore del suo gruppo, i
Fat Mattress. Dal vivo il trio si conferma convincente, come dimostrano i concerti
dellottobre 1968 al Winterland di San Francisco, quelli europei dinizio 1969 (in particolare
Stoccolma) e il famoso spettacolo del 24 febbraio tenuto alla Royal Albert Hall di Londra con
la partecipazione di Dave Mason, Chris Wood e del percussionista Rocky Dzidzournu.
In aprile lExperience nuovamente negli U.S.A. per unulteriore serie di spettacoli che si
conclude il 29 giugno quando, al termine del concerto del Denver Pop Festival, Noel Redding
abbandona il gruppo per dedicarsi come chitarrista ai Fat Mattress. Questa formazione,
completata da Eric Dillon (bt.), Jimmy Leverton (bs.ts.) e Neil Landon (v.), riesce a
pubblicare due discreti LP prima di terminare la propria breve esistenza.
Sciolta lExperience, Hendrix sospende la stressante attivit live per predisporre unampia
formazione che gli permetta di esprimere una musica pi articolata. Lesperimento dei Gypsy
Sun and Rainbows (con Billy Cox - bs. -, Mitch Mitchell - bt. -, Larry Lee - ch. -, Juma Sultan
e Jerry Velez - pr.) dura soltanto il tempo dellimportante esibizione che segna la chiusura del
festival di Woodstock, la mattina del 18 agosto 1969.
In seguito Hendrix matura lidea di un nuovo ristretto nucleo composto da soli musicisti di
colore, che si concretizza in ottobre con la fondazione della Band of Gypsys ; lo
accompagnano nella breve avventura, che culmina con i concerti di capodanno al Fillmore
East di New York, il metronomico batterista Buddy Miles e il vecchio amico Billy Cox al
basso. Il suono della formazione meno fantasioso ed aggressivo rispetto alla gloriosa
Experience, imperniato su un accattivante soul blues che solo a tratti (Machine gun) permette
a Jimi di esprimersi liberamente allinterno di una struttura troppo rigida e calcolata.
Il chitarrista ben presto richiama Mitchell e con il confermato Cox inizia, nellaprile 70, una
nuova tourne americana, che si protrae fino al primo di agosto e culmina nelle esibizioni di
fine luglio tenute allisola di Maui (Hawaii). Qui Hendrix presenta lambizioso progetto del
Rainbow Bridge Vibratory Color Sound Experiment, risoltosi con esito deludente.
Dopo aver inaugurato a New York lo studio privato di registrazione Electric Lady, Hendrix
torna in Inghilterra per partecipare al festival dellisola di Wight dove suona (allalba del 30
agosto) una controversa e sofferta esibizione, mai giustamente apprezzata per il suo effettivo
valore musicale e storico.

Hendrix allo stremo delle forze ; nei giorni successivi effettua alcune date nel nord Europa
(in Danimarca abbandona il palco dopo due soli brani) e il 6 settembre tiene il suo ultimo
concerto nellallucinante atmosfera del Love and Peace Festival, tenuto in Germania nellisola
di Fehmarn.
Il 18 settembre 1970 muore a Londra, in circostanze mai definitivamente chiarite ; con Jimi
Hendrix scompare il pi importante ed influente chitarrista di tutto il rock.
...e allora i castelli di sabbia scivolano nel mare, alla fine.

- 11 La splendida trilogia blues elaborata da John Mayall tra il 1966 e il 1967


(Bluesbreakers - John Mayall with Eric Clapton, A hard road e Crusade) vanta lindiscutibile
merito di lanciare diversi giovani musicisti che affermano, negli anni immediatamente
successivi, le loro doti in proprie formazioni di blues progressivo.
Da quelle edizioni dei Bluesbreakers provengono Eric Clapton, fondatore dei Cream, Peter
Green e John McVie, poi nei Fleetwood Mac, il chitarrista Mick Taylor (che nel luglio 69
sostituisce Brian Jones nei Rolling Stones) e i batteristi Aynsley Dunbar e Keef Hartley, in
seguito titolari di complessi di buon valore.

JOHN MAYALLS BLUESBREAKERS - BARE WIRES (Decca - 1968)


A seguito della pubblicazione di Crusade John Mayall realizza due album dal vivo (Diary of a
band vol. 1 e 2, Decca-1968), registrati in occasione dei concerti europei e inglesi di fine 1967.
John McVie ha gi abbandonato per raggiungere i Fleetwood Mac e poco dopo se ne va pure
Keef Hartley, in cerca di gloria solista.
Cos Mayall deve riorganizzare i Bluesbreakers per lennesima volta e la scelta si rivolge ad
un gruppo orientato verso un blues meno canonico, con accenti jazzati e uno stile progressivo.
Ne esce unambiziosa formazione a sette che, oltre al leader e a Mick Taylor, presenta Dick
Heckstall Smith e Jon Hiseman (provenienti dalla Graham Bond Organization), lottimo
bassista Tony Reeves e una corposa sezione fiati con Chris Mercer e Henry Lowther (che si
esibisce anche al violino).
Bare wires idealmente suddiviso tra una prima sezione costituita da una singolare suite blues
che titola lintero lavoro e una seconda parte pi in linea con la precedente produzione di
Mayall.
Gli aspetti moderatamente innovativi e sperimentali della suite di Bare wires, interamente
composta da Mayall, creano un affascinante contrasto con il blues sempre rigoroso della
struttura complessiva dellopera, sostenuta da una sezione ritmica che si affida alla colorita
poliritmia di Hiseman e alle capacit tecniche di Reeves, e valorizzata dallinserimento dei
fiati che dettano gli arrangiamenti con originalit. La litania di Bare wires introduce Where
did I belong, un quieto brano sottolineato dal violino di Lowther. La successiva Start walking
accende improvvisamente il ritmo, con belle cadenze blues jazz e la brillante chitarra di
Taylor, notevolmente irrobustita rispetto a Crusade. Open a new door offre interessanti
arrangiamenti dei fiati che modellano il dinamico blues di base ; in Fire il suono del complesso
presenta parti improvvisate che allontanano dal classico approccio stilistico dei
Bluesbreakers, riproposto su I know you, un sofferto blues con inserti di clavicembalo. Chiude
la suite lincalzante Look in the mirror, con gli strumenti che sincrociano in unelastica jam e
la prestazione di Heckstall Smith ai sax tenore e soprano, soffiati allunisono.
Nella seconda parte del disco spiccano i fiati blues di Im a stranger, il moderato gusto soul di
No reply, il brioso strumentale Hartley quits (un brano di Taylor) e il magro folk blues di
Sandy.

Come al solito il gruppo dura lo spazio di un LP in quanto Hiseman, Reeves e Heckstall Smith
nello stesso anno elaborano il progetto Colosseum.
Nel 1969 Mayall abbandona la gloriosa sigla dei Bluesbreakers e torna alla vecchia formula
del quartetto ; con lui sono il solito Taylor e una nuova sezione ritmica costituita dal bassista
Stephen Thompson e dal batterista Colin Allen. Blues from Laurel Canyon un disco
estremamente godibile, che saffida allalternanza di pezzi soffusi (First time alone) con brani
quasi hard (Vacation, 2401) condotti a chitarra sguainata da Mick Taylor. Ottima The bear
(dedicata a Bob Hite dei Canned Heat), con unintroduzione coinvolgente dominata dal suono
metallico della chitarra. La musica risulta pi roccata del solito, il gruppo appare solido ed
affiatato ma, di nuovo, destinato ad un precoce scioglimento.
Taylor entra nei Rolling Stones, Allen nel 1970 uno dei membri fondatori degli Stone the
Crows, gruppo nel quale sar raggiunto (nel 71) anche da Thompson.
Sempre nel 1969, Mayall dimostra un notevole eclettismo approntando un nuovo quartetto
con il confermato Thompson al basso, il chitarrista Jon Mark e il fiatista Johnny Almond,
che aveva gi avuto un approccio nel 1966 per il disco dei Bluesbreakers con Clapton. La
novit risiede in una proposta completamente acustica di un folk blues jazz divertente e
raffinato, che trova buona espressione nella dimensione live dellalbum The turning point
(Polydor-1969), registrato nel luglio 69 al Fillmore East di New York ; da queste basi
acustiche Mark e Almond traggono lo spunto per la costituzione di una propria formazione
attiva nei primi anni Settanta.
Da questo momento la produzione discografica di John Mayall prosegue copiosa ma spesso
priva dellelevata qualit che contraddistingue gli album degli anni Sessanta. Una piacevole
eccezione il doppio Back to the roots (Polydor-1970) che registra la partecipazione di
Clapton, Green e Taylor, momentaneamente tornati a dare una mano al loro vecchio datore
di lavoro.

Le origini dei Fleetwood Mac risalgono al 1966 quando il batterista Mick Fleetwood, dopo
le prime esperienze con i Cheynes e i Bo Street Runners, entra nei Peter Bardens Looners. Il
complesso dura appena pochi mesi (dal febbraio al maggio 66) e comprende, oltre a Bardens
e Fleetwood, il bassista Dave Ambrose (poi con Brian Auger) e il giovane chitarrista Peter
Green. La formazione pubblica un solo 45 giri e quindi si amplia con linserimento dei
cantanti Rod Stewart e Beryl Marsden, modificando nome in Shotgun Express.
Contemporaneamente Green partecipa, con i Bluesbreakers, alle sedute di registrazione
(ottobre/novembre 66) dalle quali viene ricavato il classico A hard road, e qui il musicista ha
occasione di conoscere John McVie, sin dal 1964 fido bassista di John Mayall.
A discapito di un organico dal notevole potenziale gli Shotgun Express hanno vita breve (due
singoli allattivo) ed esaurita la parentesi con Mayall, nel luglio 67 Green decide di riunire
assieme a Fleetwood un nuovo gruppo, i Fleetwood Mac.
Il primo nucleo del complesso completato dal chitarrista Jeremy Spencer (proveniente dai
Levi Set) e dal bassista Bob Brunning, che poco dopo lesordio del gruppo (nellagosto 67, in
occasione del Windsor Jazz & Blues Festival) abbandona per dedicarsi alla propria Sunflower
Band ; al suo posto entra McVie che pone termine alla collaborazione con Mayall.

E il produttore Mike Vernon ad offrire al complesso un contratto con la sua etichetta appena
costituita, la Blue Horizon. Sono cos pubblicati il primo album omonimo (Blue Horizon-1967)
e il secondo Mr. Wonderful (Blue Horizon-1968), con i quali i Fleetwood Mac si affermano in
modo autorevole nel panorama del blues inglese, facendo leva su uno stile piuttosto classico.
La presenza di un talento del calibro di Green, naturalmente portato ad affrontare la materia
blues con spirito innovativo, spinge il gruppo ad elaborare la musica in senso progressivo e
lingresso in organico di un terzo chitarrista (Danny Kirwan) accentua ancor pi questo
processo evolutivo.
Nel novembre 68 esce il singolo Albatross, un brano melodico che differisce in modo evidente
dalla produzione precedente ma la mossa successiva appare ancora saldamente legata alla
tradizione e vede i Fleetwood Mac registrare, nel gennaio 1969, i nastri per un doppio LP nei
mitici studi Chess di Chicago, a diretto confronto con musicisti quali Shakey Horton, Willie
Dixon e Otis Spann. La musica contenuta in Blues jam at Chess (1969) sanguigna ed
appassionante, ma i tempi sono pronti per un deciso cambiamento di rotta ; purtroppo questo
avviene solamente per il materiale inserito nellalbum Then play on (1969), un disco di valore
anche se non privo di sbavature.
Lalbum viene commercializzato in modo caotico, con svariate differenti versioni sia per il
mercato inglese sia per quello americano. Tra i brani sparsi sono da sottolineare i notevoli
contributi di Green in Show-biz blues, che calca la mano sul folk blues pi coinvolgente, in
Underway, dotata di una melodia avvolgente che si collega a certo suono acquatico alla
Hendrix, nella pacata Before the beginning, che mostra il suo fluido stile caldo e passionale.
Due composizioni si collocano ai vertici dellalbum : la mutevole Oh well, che passa dal
torrido clima hard blues dellouverture agli sprazzi classicheggianti della lunga e suggestiva
coda acustica, e lelettrizzante Rattlesnake shake, caratteristica nellincedere pesante e
caracollante, poggiata su una serie di marmorei riff delle chitarre che rendono il brano un
vero manuale del rock blues. Buone anche Coming your way (di Kirwan) e Searching for
Madge (di McVie), questultima strutturata a livello di jam informale, a tratti spezzata da
inserti forzati e non del tutto convincenti.
Gli ultimi frutti del lavoro di Peter Green sono raccolti nei 45 giri di Man of the world e Green
Manalishi, subito prima dellimprovviso abbandono da parte del chitarrista allinizio del
1970.
I Fleetwood Mac accusano il colpo, con la dipartita di Green il gruppo perde buona parte
della fantasia creativa e strumentale, e luscita di scena, nel 1971, dellaltro membro
fondatore Jeremy Spencer provoca un ulteriore, deciso allontanamento dallo stile della
decade precedente. Numerosi musicisti si alternano allinterno del complesso e dopo una serie
di dischi interlocutori, nel 1975, i Fleetwood Mac scelgono la strada delleasy listening,
ottenendo un successo di portata mondiale con la produzione di musica commerciale che nulla
ha da spartire con i fasti blues degli anni Sessanta.

Tra i musicisti che entrano a far parte dei Fleetwood Mac negli anni Settanta da
sottolineare la presenza della moglie di John McVie, Christine Perfect, cantante e tastierista
con alle spalle uninteressante avventura nei Chicken Shack. Ideatore e animatore della
formazione il chitarrista Stan Webb ; originario di Birmingham, nel 1966 si trasferisce a
Londra dove incontra la Perfect e il bassista Andy Sylvester (che sin dal 64 suonano assieme

nei Sounds of Blue, lo stesso complesso del futuro Traffic Chris Wood). Il gruppo viene
completato con linserimento del batterista Dave Bidwell e, come accade ai Fleetwood Mac,
guadagna un contratto discografico con la Blue Horizon.
Nel 1968 i Chicken Shack pubblicano lalbum d'esordio, 40 blue fingers freshly packed & ready
to serve (prodotto da Mike Vernon), al quale collaborano Dick Heckstall Smith e Johnny
Almond ai sassofoni. La musica ha dei solidi punti di riferimento nel blues revival dei primi
anni Sessanta e nei Bluesbreakers di Mayall, accostando alla matrice tradizionale lattitudine
ad un suono non eccessivamente curato ed elaborato, che fa della semplicit espressiva il suo
punto di forza. Lo stile alla chitarra di Webb non formalmente perfetto n particolarmente
innovativo, ma risulta tirato e godibile, la Perfect svolge un prezioso lavoro allorgano e
soprattutto al piano, mentre la sezione ritmica solida e precisa.
Numerose le cover presenti, tra le quali risalta King of the world di John Lee Hooker, discreti
sono i brani scritti da Webb, la strumentale Webbed feet e What you did last night che esibisce
una buona prestazione del chitarrista, ottime loriginale You aint no good con il piano in
evidenza e When the train comes back, entrambe composte dalla Perfect che si disimpegna
anche come cantante solista.
Sempre sotto la produzione di Vernon, nello stesso anno vengono effettuate le brevi sessions
che generano il secondo LP O.K. Ken ?, lavoro che non aggiunge novit alla loro proposta
musicale ed appare leggermente inferiore al precedente.
Nel 1969 i Chicken Shack ottengono un buon successo con il singolo Id rather go blind, una
canzone del repertorio di Etta James che raggiunge le parti alte della classifica di vendita,
poco prima che la Perfect abbandoni per entrare nei Fleetwood Mac. Al suo posto entra il
tastierista Paul Raymond con il quale il gruppo realizza altri due album, 100 ton chicken
(Blue Horizon-1969) e Accept (Blue Horizon-1970). Subito dopo i Chicken Shack si sfaldano :
allinizio del 1971 Sylvester, Bidwell e Raymond emigrano nei Savoy Brown e il solo Webb
tenta di ripristinare la vecchia sigla, riuscendovi nel 72 con laiuto tra gli altri dellex bassista
dei Gods e dei Toe Fat, John Glascock.
Esce ancora un disco accettabile (Imagination lady, Deram-1972), quindi la vicenda si trascina
senza particolari sussulti, fra scioglimenti ed estemporanee riunioni.

Quando allinizio del 1970 Peter Green decide di lasciare i Fleetwood Mac il musicista
allapice della popolarit, leader di uno dei pi rispettati gruppi dellepoca e chitarrista tra i
migliori della scena rock. In realt limprevedibile dipartita di Green evidenzia una grave
crisi esistenziale, acuita da problemi legati allassunzione di notevoli quantit di alcool e
droghe. Da qui la necessit di chiudere il conto con lassillante stile di vita proprio dello star
system, senza ripensamenti, con il musicista che arriva addirittura a devolvere in beneficenza
i diritti e i guadagni derivanti dalla vendita dei suoi dischi, quasi a volersi spogliare di ogni
superfluo fardello di notoriet.

PETER GREEN - THE END OF THE GAME

(Reprise - 1970)

In una situazione di cos profonda instabilit psichica, Green riesce a trovare la lucidit per
registrare un disco solistico di straordinaria bellezza, che con amara ironia viene intitolato
The end of the game.
Registrato nel maggio 1970 con laiuto di musicisti di notevoli capacit quali il pianista Zoot
Money e il bassista Alex Dmochowsky (membro della Retaliation di Aynsley Dunbar), senza
lausilio di produzioni esterne, il disco vede la luce in settembre generando costernazione tra
gli appassionati, che si aspettano qualcosa di simile a Bluesbreakers e Fleetwood Mac, e
spiazzando gli stessi addetti ai lavori, portati a reagire per lo pi negativamente di fronte ad
una musica senza inizio n fine, ben lontana dal consolidato concetto di canzone blues e
rocknroll.
In effetti, pi che un disco tradizionalmente rock The end of the game appare come un
estremo tentativo, privo di compromessi, di rendere comprensibile la grande passionalit
dellanima di Green, di cogliere lattimo fuggente della propria arte tramite una musica in
libert, disinibita, aperta a contaminazioni di ogni genere, dotata di estatiche vibrazioni e
d'improvvisi cambi dumore.
La materia trattata completamente strumentale e le parti liriche spettano di diritto alla
chitarra che canta d'amore e sofferenza, di splendori e di disillusione. Naturalmente unopera
siffatta non vende, ma questa di certo lultima preoccupazione di Peter Green, ormai
destinato ad una dolorosa, autonoma emarginazione dal music business.
Lapertura spetta al vortice senza vie duscita di Bottoms up, uninformale jam funky blues
dove Green mette a frutto la lezione hendrixiana, cavalcando con autorit le potenti ondate
ritmiche (notevole il lavoro al basso di Dmochowsky) e insinuandosi tra le pieghe del suono,
quando la cadenza rallenta e prende respiro.
Lintroduzione di Descending scale mette in luce il piano di Zoot Money, fino allimpatto con
la chitarra che geme disperatamente trasformando il brano in unostica improvvisazione a
forma libera. Burnt foot si affida a modi jazzati che evolvono in unenfasi ritmica liberatoria ;
Hidden depth rarefatta e rilassata (come pure il breve frammento di Timeless time),
illuminata dalla chitarra languida ed espressiva. La conclusiva The end of the game esplode
nel turbine impetuoso dello strumento di Green, per poi navigare verso lignoto in una
sensazione di pace irreale.
Nel 1971 Green prova a tornare sulla scena, aiutando i Fleetwood Mac a completare un tour
americano (quando Jeremy Spencer lascia la formazione in preda ad una crisi religiosa), ma il
tentativo si rivela infruttuoso. Lanno successivo la cantante Maggie Bell degli Stone the
Crows a tentare di portarlo nel suo gruppo, in sostituzione del chitarrista Les Harvey
(rimasto folgorato da un corto circuito durante un concerto).
La leggenda vuole che Green, negli anni Settanta, entri un paio di volte in manicomio e, per
sopravvivere, si dedichi ad umili attivit (becchino, infermiere ecc.) : la dura realt ci
riconsegna, nel 1979, un musicista ben diverso, impegnato con uno stuolo di onesti mestieranti
(si confondono nel mucchio anche il vecchio amico Peter Bardens e, in un solo brano, il
batterista Godfrey Maclean) nella realizzazione dellalbum In the skies, lavoro stanco e di
modesti contenuti.

Una storia finita male, ma non troppo, con la passione e lamore per la musica, con fasti e
disgrazie, e perci ancor pi vera. In ogni caso, alla fine del gioco, restano la musica e lo stile
di grande strumentista di Peter Green, tra i maggiori innovatori del rock progressivo inglese.

Tra i gruppi derivati in linea retta dai Bluesbreakers, meritano di essere ricordate almeno
altre tre formazioni in grado di proporre una musica di buon livello nel panorama del British
blues, sia pure partendo da presupposti e con stili diversi. Si parla di Aynsley Dunbar
Retaliation, di Keef Hartley Band, di Mark-Almond.

Prima dentrare a far parte dei Bluesbreakers, il batterista Aynsley Dunbar suona con i
Mojos, una piccola formazione di Liverpool che riesce a pubblicare un paio di 45 giri.
Nellestate 1966 Dunbar entra in una delle pi importanti edizioni del gruppo di John Mayall,
quella con Peter Green e John McVie che alla fine dello stesso anno registra A hard road. La
decisione di costituire un proprio gruppo matura dopo una breve permanenza nellappena
nato Jeff Beck Group, con il quale il batterista non ha occasione dincidere.
Per la sua Aynsley Dunbar Retaliation, nel 1968, il neo leader savvale della collaborazione
del cantante Victor Brox (gi con Alexis Korner), del chitarrista John Moorshead e del
bassista Keith Tillman, presto sostituito da Alex Dmochowsky.
Cos sistemato, il gruppo registra i primi due album, Aynsley Dunbar Retaliation (Liberty1968) e Dr. Dunbar prescription (Liberty-1969), validi anche se legati ai collaudati schemi del
blues revival e privi di riscontro commerciale.

AYNSLEY DUNBAR RETALIATION - TO MUM, FROM AYNSLEY AND THE BOYS

Lavvento in organico di Tommy Eyre, tastierista della Grease Band (il gruppo di Joe Cocker,
suo lindimenticabile organo di With a little help from my friends), apporta sostanziali novit
nella musica del complesso. Pur mantenendo una chiara impostazione blues (c la produzione
di John Mayall) il suono acquisisce un approccio decisamente moderno, con una tendenza
vagamente jazz sotto laspetto timbrico ; lequilibrio e il buon gusto dei musicisti fanno il
resto, rendendo la proposta raffinata e, al tempo stesso, dotata di notevole dinamismo.
Lapertura del terzo album riservata alla sepolcrale Dont take the power away, seguita dalle
movimentate Run you off the hill e Let it ride che esibiscono le indubbie capacit tecniche dei
Retaliation : il drumming variegato e preciso del leader confortato dalle linee di basso del
buon Dmochowsky, il timbro caldo dellorgano di Eyre, la chitarra mai invadente di
Moorshead e il burbero canto melodico di Victor Brox.

Journeys end introdotta da un imprevedibile, classico, organo da chiesa, preludio ad un


lento blues strumentale. Down, down, down e Sugar on the line saffidano ad interessanti
soluzioni ritmiche, Unheard esplicita le doti percussive di Dunbar e quelle al piano di Eyre, in
un insolito duetto (almeno in territori rock), mentre Leaving right away chiude degnamente un
lavoro di qualit, lontano dai facili entusiasmi del disco da classifica.
La mancanza di successo rende difficile la vita della Retaliation che, nel 1970, attraversa una
crisi piuttosto profonda, con lo stesso Dunbar che si defila momentaneamente. Il gruppo,
guidato da Brox, pubblica un disco raffazzonato anche se non del tutto deludente (Remains to
be heard, Liberty-1970), al quale Dunbar partecipa solo in alcuni brani. Poco dopo il
batterista rifonda il complesso e registra Blue whale (Warner Bros.-1970), un buon lavoro che
presenta uno stile atipico rispetto al resto della produzione.
Dmochowsky nel maggio 1970 partecipa alle registrazioni del capolavoro di Peter Green The
end of the game, Eyre raccoglie il posto di tastierista nei Mark-Almond e Dunbar trova il
modo di collaborare a diverse registrazioni di Frank Zappa (tra il 70 e il 72), nel 74
presente su Diamond dogs di David Bowie, quindi raccoglie i frutti di una gloriosa carriera
partecipando alle fortune commerciali dei Journey e degli stracotti Jefferson Starship.

Certamente meno rigorosa ed interessante risulta la proposta della band di Keef Hartley. Il
musicista inizia ai tamburi degli Artwoods, un gruppo R & B formato nel 1964 dal cantante
Art Wood (gi con i Blues Incorporated e fratello del noto chitarrista Ron Wood) che vede la
presenza del tastierista Jon Lord, poi fondatore dei Deep Purple. Hartley rimane negli
Artwoods fino allaprile 1967, quando entra a far parte dei Bluesbreakers con i quali incide il
notevole Crusade.
Nel 1968 nasce la Keef Hartley Band che inizialmente comprende i chitarristi Miller
Anderson e Spit James, il tastierista Peter Dines e il bassista Gary Thain ; il suono parte,
ovviamente, da presupposti blues ma la proposta manca del rigore stilistico della Retaliation,
n riesce a colmare le lacune con un impatto forte degli strumenti. Laspetto pi originale va
ricercato nellafflato melodico di gran parte del materiale presente sul primo album,
registrato sul finire del 1968.
Halfbreed (Decca-1969) vede la partecipazione del solito Mayall e di una corposa sezione fiati
dove spiccano i nomi di alcune vecchie conoscenze del giro Bluesbreakers, quali Henry
Lowther (tr.vi.) e Chris Mercer (sax.). Il disco un lavoro di buon livello, il migliore della
produzione di Hartley e presenta i momenti pi convincenti nella sequenza iniziale di The
halfbreed, nel lungo blues melodico Born to die, nelle agili soluzioni ritmiche di Sinnin for
you, impreziosita da una buona prestazione dei fiati.
Le chitarre accennano a qualche rudezza nella solida Leavin trunk, che in alcune parti
savvale di unandatura alla Free, e nella cover di Think it over che imposta il riff alla maniera
soul rock della Band of Gypsys.
I successivi The battle of north west 6 (Deram-1969), che vede la partecipazione di Mick
Taylor, e The time is near (Deram-1970) sono dischi dignitosi che non aggiungono granch a
quanto espresso nellalbum desordio.

Nella prima met dei Settanta Hartley continua ad incidere come solista, collabora con
Mayall allalbum Back to the roots del 1970, suona come accompagnatore di Michael
Chapman, quindi ritrova Miller Anderson (reduce da un disco sotto proprio nome e
dallesperienza Hemlock, nel 1973 con due ex Fat Mattress) nei Dog Soldier che pubblicano
un album nel 1975.

Il chitarrista Jon Mark e il sassofonista Johnny Almond costituiscono lossatura del


complesso di John Mayall che nel 1969 registra il long playing di The turning point. In
precedenza, Mark partecipa alleffimero progetto dei Sweet Thursday, dove tra gli altri sono
presenti Nicky Hopkins e Alun Davies (stretto collaboratore di Cat Stevens, nel periodo doro
del cantante), mentre Almond vanta esperienze con i gruppi di Zoot Money, di Alan Price e
collabora con i Bluesbreakers allepoca di Eric Clapton. Ai due si uniscono Tommy Eyre (ts.),
al termine dellavventura con i Retaliation, e Roger Sutton (v.ch.bs.pr.vc.) proveniente dai
Jody Grind.
I Mark-Almond rappresentano lespressione soft della scena del blues progressivo inglese, con
la particolarit di una musica completamente acustica che associa rarefatte atmosfere folk
blues a raffinati toni di derivazione jazzistica. Il limite della loro proposta risiede nella natura
stessa dello stile, indolente ed esasperatamente ricercato, che affascina ma, pure, congela le
emozioni in fragili cristalli sonori.
Lomonimo album desordio del 1971 sintetizza al meglio i concetti creativi del gruppo, ad
iniziare dallestatica pace gospel di The ghetto che funge da suggestiva introduzione al lavoro.
La delicata chitarra di Mark ricama movenze eleganti nella calda The city, prima di un
repentino ritorno al minimalismo timbrico, quasi cameristico, di Tramp and the young girl,
caratterizzata da vibrafono (Almond), flauti e violoncello.
La minisuite di Love il brano pi ambizioso del disco, dove il ritmo saccende
allimprovviso creando un concreto punto di riferimento per gli spunti solistici di una
moltitudine di strumenti ; la chiusura riservata ai bagliori rifratti delle sensazioni jazz di
Song for you.
Il secondo LP Mark-Almond II (Blue Thumb-1972) prosegue sulla stessa via, mostrando una
maggiore propensione ritmica a causa della presenza di Danny Richmond (batterista con
Charles Mingus), ma anche una minore variet di temi, affidandosi in prevalenza ad una
forma canzone classica e risultando meno brillante nelle sonorit. Poi la formazione si allarga
a nuovi musicisti, Eyre e Sutton vengono sostituiti e le opere seguenti sono di qualit inferiore.

- 12 Jeff Beck entra negli Yardbirds in sostituzione del dimissionario Eric Clapton nel
marzo 1965, dopo una breve gavetta con i Tridents, e vi resta sino al novembre 1966, quando
abbozza lidea di una propria formazione che s'inserisca con autorit nella nascente era del
rock blues, inaugurata dai bollenti eccessi sonori di Jimi Hendrix e dal power blues dei
Cream.
La prima versione del complesso si concretizza nel 1967 e savvale dellapporto di Rod
Stewart, di Ron Wood e di Aynsley Dunbar ; il batterista, appena uscito dai Bluesbreakers di
A hard road, preferisce continuare per la sua strada formando nel 68 la Retaliation e il posto
ai tamburi viene rilevato da Mick Waller, ex membro degli Steampacket.
Stewart nei primi anni sessanta canta e suona larmonica in oscure formazioni e arriva
allincisione discografica con gli Hoochie Coochie Men di Long John Baldry (il 45 giri Good
morning little schoolgirl). Tra la fine del 65 e lautunno 66 nel supergruppo degli
Steampacket (forse il primo della storia del rock), una formazione ideata dal produttore
Giorgio Gomelsky comprendente Baldry, lorganista Brian Auger, la cantante Julie Driscoll e
Mick Waller alla batteria. Nella breve e travagliata esistenza il nucleo riesce a registrare solo
alcuni nastri di prova che vedono la luce qualche anno pi tardi.
Subito prima dentrare nel Jeff Beck Group, Stewart suona con i Shotgun Express, altra
formazione sulla carta molto promettente che annovera la cantante Beryl Marsden, Peter
Bardens (ts., poi nei Camel), Dave Ambrose (bs.) e i futuri Fleetwood Mac, Peter Green e
Mick Fleetwood ; dopo due soli singoli, nel febbraio 1967, il gruppo cessa desistere.
Ron Wood esordisce alla chitarra nel complesso dei Birds e giunge alla corte di Beck dopo due
brevi parentesi con i Santa Barbara Machine Head, al fianco di musicisti quali Jon Lord,
Twink e Kim Gardner, e con gli ultimi Creation (marzo - giugno 68). Pur essendo un
chitarrista gi sufficientemente considerato, Wood entra nel Jeff Beck Group come bassista
per mettere in condizione il leader dusufruire del massimo spazio possibile per le sue
evoluzioni.

JEFF BECK

TRUTH

(Columbia - 1968)

Attribuito al solo Jeff Beck, Truth fissa con determinazione i punti fermi di un rock blues
conciso e muscoloso, che mostra chiaramente la via da seguire per giungere allhard pi
creativo.
Se i Cream dirigono la loro musica verso limprovvisazione radicale, espandendo
allinverosimile la struttura delle canzoni in particolare nelle esibizioni dal vivo, Jeff Beck
preferisce seguire linsegnamento del primo Hendrix, proponendo creazioni stringate, mirate
ad un diretto coinvolgimento fisico dellascoltatore. E fuori di dubbio che da queste solide
basi attingono a piene mani gruppi come Free e, soprattutto, Led Zeppelin, per la messa a
punto di uno stile hard blues di grande impatto emotivo e commerciale.
Certo non casuale la scelta daprire il disco con Shapes of things (dal repertorio degli
Yardbirds), brano che segna un fondamentale momento evolutivo del British blues che si
rivolge verso nuovi orizzonti. Beck riscrive la canzone sotto laspetto ritmico e melodico, con

lapporto decisivo del fraseggio agile ed insistente del basso di Wood e del caldo timbro vocale
di Stewart, tra i cantanti pi adatti al genere. Il suono indurito da un eccellente lavoro di
Beck, che sovrappone diverse parti di chitarra riuscendo a donare al brano una consistenza
inedita.
Rod Stewart si propone come compositore di alcune ottime canzoni, tra le quali risalta la
possente Let me love you, dominata da un pregevole assolo di chitarra che conferma Beck
grande strumentista ed innovatore ; valide anche Rock my plimsoul, che segue le medesime
coordinate sonore, e Blues de luxe, un blues ordinato che permette di apprezzare loperato al
piano di Nicky Hopkins, in una finta atmosfera live.
Tra le versioni di classici del blues spiccano due composizioni di Willie Dixon, You shook me,
della quale terranno debito conto i Led Zeppelin sul loro album desordio, e I aint
superstitious, con Beck che si supera alleffetto wah-wah.
Becks bolero un breve e gustoso omaggio ai modi di Ravel, con le chitarre che ondeggiano
sfuggenti sul ritmo ossessivo spezzato, nella parte centrale, da una poderosa esplosione hard.
La session, che risale al 1966, realizzata da una formazione di gran prestigio, con Beck e
Jimmy Page (autore del brano) alle chitarre, Nicky Hopkins al piano, John Paul Jones al
basso e Keith Moon alla batteria ; proprio in questoccasione inizia a circolare il nome Led
Zeppelin, suggerito da Moon per uneventuale collaborazione con Page.
Non tutto lalbum su livelli cos elevati, ma qualche piccola caduta di tono non toglie a Truth
il rilievo storico che merita nellambito della nascente scena rock blues.
Dello stesso anno sono alcune valide registrazioni di Stewart con i Python Lee Jackson, tra le
quali va ricordata In a broken dream, pubblicata come singolo di buon successo solo nel 1972.
Nel 1969 il Jeff Beck Group si ripropone con lingresso a pieno titolo di Nicky Hopkins,
mentre Waller viene sostituito dallottimo Tony Newman, proveniente dai Sounds
Incorporated. Sempre sotto la produzione di Most, il gruppo concede il bis con lalbum BeckOla (Columbia-1969) che conferma le qualit della musica senza aggiungere grandi novit,
risultando disco compatto e privo di sbavature. Anche in Beck-Ola trovano posto belle
versioni di classici quali All shook up e Jailhouse rock, ma lapporto creativo dei membri del
gruppo accresciuto come dimostrano Plynth (water down the drain) e Hangmans knee. Di
rilievo la conclusiva Rice pudding, una ruvida jam caratterizzata da una delicata parentesi
centrale, dove Beck e Hopkins tolgono il respiro approntando un fraseggio dincantata
bellezza che anticipa le atmosfere esportate in California dallo stesso Hopkins, sullalbum
Volunteers dei Jefferson Airplane.
Limprovviso scioglimento della formazione, nel luglio 1969, porta Stewart e Wood (tornato
alla sei corde) allunione con gli ex Small Faces Ronnie Lane, Ian McLagan e Kenny Jones per
la nascita dei Faces, onesto gruppo rock blues di buon successo con diversi album allattivo.
Ben presto i Faces sono oscurati dalla maggiore consistenza di vendite dei dischi solisti di
Stewart, tra i quali sevidenzia lottimo Gasoline Alley (Vertigo-1970). Nelloccasione il
cantante accompagnato dai Faces quasi al completo e produce una sorta di manuale pratico
della ballata rock blues, proponendo materiale equilibrato ed uniforme, senza particolari
picchi o scadimenti creativi. La sua musica ha ormai abbandonato ogni velleit progressiva,
risultando legata a canoni tradizionali di fare rock e la qualit delle uscite discografiche,
inizialmente buona, appare inversamente proporzionale al successo ottenuto, gi dai primi
anni Settanta.

Sciolta la congrega dei Faces nel 1975, in seguito allabbandono di Stewart, Ron Wood pesca il
jolly dellintera carriera rilevando il posto di Mick Taylor nei Rolling Stones.
Da parte sua, Beck progetta una formazione triangolare con la sezione ritmica degli
americani Vanilla Fudge (Tim Bogert - bs. - e Carmine Appice - bt.) quando un serio
incidente dauto lo costringe lontano dalla scena musicale per diversi mesi ; il trio ha modo di
unirsi qualche anno pi avanti, nel 1973, per lincisione di due album di non eccelsa qualit.
Una nuova edizione del Jeff Beck Group nasce nel 1971, con Bob Tench (v.), Clive Chaman
(bs.), Max Middleton (ts.) e Cozy Powell (bt.), e nellarco di un paio d'anni pubblica Rough
and ready (Epic-1971) e Jeff Beck Group (Epic-1972), due dischi di simile livello qualitativo
caratterizzati da un hard melodico con venature soul e qualche vaga sfumatura jazz.
Si tratta degli ultimi fuochi creativi di Jeff Beck, che dal 75 prosegue la carriera con
pubblicazioni di valore alterno.

I Black Cat Bones sono unoscura formazione del primo rock blues inglese, nella quale
militano il chitarrista Paul Kossoff e il batterista Simon Kirke. I due non riescono ad incidere
con il gruppo e allinizio del 1968 provano a cercare maggior fortuna nei Free, assieme al
cantante Paul Rodgers (ex membro dei Roadrunners e dei Brown Sugar) e al bassista
sedicenne Andy Fraser (al suo attivo un breve stage di due mesi con John Mayall).
Nello stesso anno il gruppo esordisce brillantemente con lalbum Tons of sobs, che mette
subito in chiaro gli elementi basilari del loro rock blues, tirato e sudato, in brani di notevole
spessore quali Worry, Goin down slow, Moonshine, Im a mover.
Rodgers simpone come uno dei migliori interpreti del genere, dotato di un timbro vocale
caratteristico e di un approccio personale, bilanciando sapientemente una trasandata
aggressivit con lottima predisposizione melodica. Kossoff un chitarrista piuttosto
originale, in grado di fornire un buon impatto ritmico e un apporto solistico asciutto ed
essenziale, sostenuto dal basso irrefrenabile di Fraser e dalla metronomica batteria di Kirke.

FREE

FREE

(Island - 1969)

Il secondo long playing, pubblicato nellautunno del 1969 e prodotto da Chris Blackwell
(fondatore della Island Records), raggiunge lapice delle possibilit espressive dei Free. Cos
come Tons of sobs mostra, sin dallapertura, la potenza e la vitale aggressivit del suono con il
blues roccato e urlato di Worry, Free propone subito, con Ill be creepin, arrangiamenti curati
ed eleganti mediante luso di tempi rallentati e di frequenti aperture melodiche. Rodgers
domina la situazione con eccellenti prestazioni vocali, che lo confermano tra i cantanti di
maggior interesse del tempo, spalleggiato da un Kossoff ispirato e teso a soppesare
attentamente le note che scaturiscono dal suo strumento, evitando di prodursi in inutili
sproloqui solistici.
Fraser e Rodgers, autori di quasi tutte le composizioni, propongono unalternanza tra brani
lenti, melodici e canzoni di maggior spessore ritmico, senza mai scadere in sonorit scontate o
banali. Songs of yesterday marca il tempo in modo deciso, con il sostegno fantasioso del basso

di Fraser e della possente batteria di Kirke. Se la raffinata Lying in the sunshine non convince
del tutto, notevoli sono invece la rarefatta Mouthfull of grass (uno strumentale illuminato
dalla lirica chitarra di Kossoff, che accarezza le note con disarmante semplicit) e la sofferta
ballata blues di Free me. Trouble on double time saffida ad un accattivante rhythm & blues
dotato di unoriginale coda finale a tempo di valzer, mentre Woman mostra il gruppo
compatto ed aggressivo. Broad daylight e Mourning sad morning sono belle ballate, elettrica ed
indolente la prima, acustica e malinconica laltra, a conclusione di un disco originale e ricco di
fascino.
La serie di concerti negli Stati Uniti come gruppo di spalla ai Blind Faith contribuisce ad
accrescere ulteriormente la popolarit dei Free che poco dopo ottengono grande successo con
il singolo All right now, un hardnroll che si piazza ai primi posti delle classifiche inglese ed
americana.
I Free sono allapice della notoriet quando, nel 1970, incidono il terzo LP Fire and water, che
li conferma ancora ad alto livello. Il disco contiene una long version di All right now,
sicuramente ben costruita anche se non troppo fantasiosa e alcune canzoni mostrano un suono
piuttosto rilassato, in qualche caso convincente (Oh I wept, Heavy load), in altri momenti con
evidenti segni di stanchezza (Remember, Dont say you love me). Ad elevare notevolmente la
media qualitativa dellalbum contribuisce la stupenda Fire and water, un rock blues tra i pi
classici del repertorio dei Free che presenta unepica e concisa introduzione, cadenze dure e
un memorabile, ficcante assolo minimale di Paul Kossoff. La vitalit residua viene spesa
nellentusiasta jam di Mr. Big che si apre sofferta e strascicata, nella migliore tradizione del
gruppo, per poi evolvere in un concentrico ed ipnotico effetto armonico realizzato dalla
chitarra di Kossoff, a sostegno dellincontenibile basso solista di Fraser.
Sullonda del successo i Free si esibiscono nellagosto 1970 al festival dellisola di Wight e
pubblicano un nuovo microsolco, che segna linizio della decadenza creativa del complesso.
Highway (Island-1970) non possiede la forza propulsiva dei primi tempi, n le raffinate
intuizioni e lequilibrio stilistico del secondo album e nella musica dei Free si fa strada un
manierismo che provoca alcune nette cadute di tono, intaccando la qualit delle pur discrete
The highway song, The stealer, Be my friend, che in ogni caso sascoltano pi volentieri di
decine di modesti epigoni.
Ancora esce il discreto Free live (Island-1971), quasi interamente registrato dal vivo, e il
gruppo si scioglie nel maggio del 71. Kossoff e Kirke registrano un disco con il giapponese
Tetsu Yamauchi (bs.) e il texano John rabbit Bundrick (ts.), Fraser suona con i Toby senza
ottenere alcun riscontro e Rodgers costituisce i Peace, un trio teoricamente interessante che
annovera Stuart McDonald (bs., ex Killing Floor) e Mick Underwood (bt., dai Quatermass). I
Peace falliscono miseramente dopo aver effettuato una manciata di registrazioni in studio e
alcuni concerti di spalla ai Mott the Hoople.
Visto linsuccesso dei vari progetti, i Free tornano insieme allinizio del 1972 per dare alle
stampe il non esaltante Free at last (Island-1972). Alla fine dellanno Fraser abbandona
definitivamente i compagni ed entra negli Sharks, la nuova band del chitarrista Chris
Spedding (Battered Ornaments, Nucleus), con i quali incide lalbum First water (1973) ; in
seguito forma la Andy Fraser Band.
Per lultimo, deludente, Heartbreaker (Island-1973) i Free savvalgono della collaborazione di
Yamauchi e Bundrick ; durante le registrazioni del disco Kossoff entra in crisi a causa di

gravi problemi di droga e il suo abbandono il colpo di grazia alle residue velleit del
complesso, che si disgrega per sempre alla fine del 1973.
Poi viene la Bad Company, gran successo commerciale per Rodgers e Kirke con Mike Ralphs
(ch., Mott the Hoople) e Boz Burrell (bs., King Crimson), sotto il patrocinio del manager dei
Led Zeppelin, Peter Grant, e ancora si ascolta lonesto rock blues dei Back Street Crawler, la
nuova formazione di Kossoff che quando sembra aver superato i momenti critici della
tossicodipendenza muore improvvisamente, colpito da un attacco cardiaco nel marzo 1976.

Sin dal 1963 Jimmy Page un apprezzato sessionman della scena rock (la sua chitarra
appare in registrazioni di Them, Kinks, Donovan, Chris Farlowe, Jeff Beck, Joe Cocker e
mille altri) e nel giugno 1966 trova un posto fisso (come bassista) negli Yardbirds, in
sostituzione del dimissionario Paul Samwell Smith. Pochi mesi pi tardi, quando abbandona
anche Jeff Beck, Page torna ad esibirsi alla chitarra solista e gestisce lultima fase della
carriera del complesso ; nel settembre del 68 senza gruppo, con il problema di dover
ottemperare ad impegni presi per un tour in Scandinavia e, per far fronte alla situazione,
decide di allestire una formazione provvisoria chiamata New Yardbirds. Il chitarrista si
ricorda di John Paul Jones (bs.or.), un sessionman con il quale ha ripetutamente avuto modo
di lavorare, e per i ruoli di cantante e batterista contatta il gi famoso Terry Reid e B. J.
Wilson dei Procol Harum. I due, per, non si rendono disponibili e Page costretto a
ripiegare su sconosciuti musicisti che tra il 67 e il 68 suonano con la Band of Joy, Robert
Plant e John Bonham.
Stanco di suonare in dischi di altri, Page insiste nellipotesi di un suo gruppo e in ottobre i
New Yardbirds cambiano sigla in Led Zeppelin, prendendo spunto da un vecchio
suggerimento di Keith Moon allo stesso Page. In quel mese il gruppo si reca negli studi
Olympic dove registra, in una trentina di ore, i pezzi da includere in un eventuale album ed
inizia ad esibirsi in piccoli club e nel circuito dei college e delle universit.

LED ZEPPELIN

LED ZEPPELIN

(Atlantic - 1969)

Le potenzialit dei Led Zeppelin sono eccezionali e le poche ore di lavoro in studio risultano
sufficienti a partorire un album eccellente e travolgente, che si colloca al vertice
dellespressione pi dura ed intransigente del blues inglese.
Le intuizioni della loro proposta derivano in linea retta da Truth di Jeff Beck ma il gruppo di
Page va ben oltre, sintetizzando al massimo lispirazione blues delle canzoni in una musica
ruvida e coinvolgente che rappresenta lanticamera dellhard rock. Page sfrutta la notevole
esperienza maturata in anni di sessioni di registrazione dimostrando una padronanza tecnica
invidiabile, sempre puntuale nella propulsione ritmica, incontenibile e al tempo stesso
misurato nel solismo, arricchendo nel corso degli anni uno stile che rimane costante punto di
riferimento per i chitarristi del genere. Robert Plant non dispone degli straordinari mezzi
vocali di un Rod Stewart ma grazie ad una grande personalit, nel tentativo di adattarlo
perfettamente alla musica del gruppo, modella il canto rendendolo immediatamente
riconoscibile. La sezione ritmica solida e precisa come poche, non solo per merito di Page
ma anche per il suono profondo e spettrale del basso di Jones e per i poderosi colpi inferti ai
tamburi da Bonham.

Good times bad times mette subito le cose in chiaro : mai si era ascoltato un approccio cos
duro e schematico, se si eccettuano alcune invenzioni del primo Hendrix (Fire, If six was nine,
Spanish Castle magic). Qui per il suono puro metallo fuso, privo dimplicazioni
psichedeliche, crudo e diretto ad un impatto fisico meno selvaggio ma ancor pi pesante e
senza vie di fuga.
Babe Im gonna leave you, un traditional arrangiato da Page, giocata sul continuo contrasto
tra un clima acustico stemperato e improvvise accelerazioni ritmiche, con una sofferta
interpretazione di Plant.
Due sono gli omaggi a Willie Dixon, sicuramente uno dei compositori pi apprezzati dai
musicisti inglesi nellambito del blues di Chicago : You shook me, gi proposta da Jeff Beck su
Truth, resa con un arrangiamento originale che annovera interventi di organo, armonica e
un pirotecnico assolo di chitarra con eco, mentre I cant quit you baby appare classica e
controllata ma non per questo meno brillante, a dimostrazione che gli Zeppelin sanno calarsi
nel blues anche a stretto confronto con la tradizione.
Dazed and confused un blues da girone infernale, condotto dalla sicura voce di Plant e da un
inquietante giro di chitarra ; il suono si placa e Page accarezza le corde con larchetto del
violino (seguendo lesempio di Eddie Phillips dei Creation) sino alla micidiale ripresa che
spezza bruscamente lirreale atmosfera del brano.
La ballata di Your time is gonna come si apre con lorgano di Jones che allenta la tensione,
mentre la seguente Black mountain side, uno strumentale acustico di Page con il sapore della
canzone folk, si avvale dellaccompagnamento di Viram Jasani alle tabla. Il brano interrotto
dallimprovvisa eruzione della chitarra elettrica che con un riff mozzafiato spiana la strada a
Communication breakdown, il primo grande pezzo hard del gruppo, dove Plant riesce a
dominare lalta tensione generata con una prestazione estremamente aggressiva. Chiude il
disco la spigliata How many more times che prende spunto da un giro di blues velocizzato,
rendendo quasi limpressione della prova da sound check nel suo incedere privo di precisi
punti di riferimento (una citazione di The hunter, classico soul ripreso anche dai Free sul loro
primo LP), con frequenti stacchi solistici e repentini cambi dumore.
Il dirigibile s levato in volo e non precipiter tanto presto.

- 13 Lespressione pi calda e creativa del rock blues inglese si afferma nel biennio 1969 /
1970, nel quale si assiste ad unampia proliferazione di gruppi e musicisti dediti, con diversi
approcci e caratteristiche, allo sviluppo di questo genere musicale.
In tale momento storico molti iniziano (e a volte terminano pure) la loro carriera, altri
raggiungono la piena maturit ; alcuni conquistano un consistente successo commerciale, i pi
si devono accontentare della gloria e a volte nemmeno di quella.
Tra le formazioni longeve va segnalata quella dei Ten Years After del chitarrista Alvin Lee,
attiva sin dal 1966 ; oltre a Lee, il quartetto comprende lorganista Chick Churchill, il bassista
Leo Lyons e il batterista Ric Lee. I Ten Years After si mettono in mostra con una serie di
esibizioni al Marquee e riscuotono gran successo nelledizione 1967 del festival di Windsor.
Sotto la produzione del solito Mike Vernon, nellottobre 67 esce il primo omonimo LP che
evidenzia un gruppo alle prese con una musica piuttosto rigorosa ed illustra lo stile virtuoso di
Alvin Lee. I risultati sono buoni nel bluesnroll di I want to know, nel lento datmosfera I
cant keep from crying, sometimes valorizzato da un'accattivante chitarra a tinte jazz, in Love
until I die che (pur con un arrangiamento diverso) presenta curiose assonanze con la versione
di Crossroads dei Cream. Anche le immancabili versioni di brani composti da Willie Dixon
sono riuscite : Spoonful, meno potente rispetto allinterpretazione dei Cream, e Help me si
basano essenzialmente sullo stile veloce e tecnico di Alvin Lee, che a volte esagera tirando le
esecuzioni troppo per le lunghe con il rischio dannoiare.
La dimensione live quella maggiormente congeniale al complesso che nel 1968 effettua la
prima di una lunga serie di tourne in U.S.A., suonando in jam addirittura con Janis Joplin e
Jimi Hendrix. Nellagosto dello stesso anno esce il secondo album Undead, registrato dal vivo
al Klooks Kleek di Londra, che presenta un effervescente blues jazz elettrico e roccato di
buona fattura e contiene uno dei classici del repertorio del gruppo, Im going home.

TEN YEARS AFTER

STONEDHENGE

(Deram - 1969)

Album di transizione nella discografia dei Ten Years After, Stonedhenge stato fin troppo
sottovalutato dalla critica che lo ha sempre posto in secondo piano rispetto ad altri lavori del
gruppo.
Registrato nel settembre 68 e pubblicato allinizio del 1969 ancora con la produzione di
Vernon, lalbum, in effetti, risulta vario e poliedrico, apprezzabile tentativo da parte di Alvin
Lee e compagni di confrontarsi con materiale pi elaborato e, in parte, distante dalla classica
matrice blues che contraddistingue i primi due dischi. Emblematico lesempio della
complessa (e un poco frammentaria) Going to try, che passa con gran disinvoltura dal
rocknroll a certo Oriental space rock dimpostazione floydiana.
Churchill responsabile del breve frammento pianistico (...Monk ?...) di I cant live without
Lydia, che anticipa la godibile Woman trouble, un blues jazz dallimpronta simile alle
atmosfere di Undead.
Skoobly-oobly-doobob un divertente scioglilingua chitarristico, introduzione al trascinante
boogie di Hear me calling. I due blues sepolcrali A sad song e No title sono collegati tra loro

dalla sarabanda percussiva di Three blind mice ; in particolare piace No title, che si dipana
sonnecchiante per rivolgersi allimprovviso verso profili rock blues, grazie alle contorsioni
della graffiante chitarra di Lee.
C spazio anche per un intervento solistico del bassista Lyons (Faro) e per la buona chiusura
del blues velocizzato di Speed kills.
I Ten Years After ottengono un crescente successo commerciale e Alvin Lee uno degli
strumentisti pi apprezzati quando partecipano al festival di Woodstock, nellagosto 1969. In
quelloccasione il gruppo fornisce una brillante prestazione che culmina nellesecuzione al
fulmicotone di Im going home. Sono lontani i tempi delle raffinatezze di Undead e la musica,
nella sua coinvolgente enfasi, appare decisamente orientata verso sonorit hard che trovano
puntuale riscontro su Ssssh., il nuovo album pubblicato in settembre. Lo stile del complesso
sostanzialmente lo stesso ma lapproccio appare convenzionale, legato alle esigenze del
successo di classifica : da un lato il suono indurisce, conservando qualche appiglio con le
origini blues (Good morning little schoolgirl e I woke up this morning), dallaltro si perde in
mollezze insipide, come dimostra la debole e leggera If you should love me che non si sa bene
se vuol fare il verso a Hey Jude dei Beatles, o che altro. Ssssh. non certo un brutto disco ma,
di fatto, rappresenta lavvio verso un lento ed inesorabile declino della fantasia creativa di
Alvin Lee.
Il successivo Cricklewood green (Deram-1970) conferma la tendenza ad un progressivo
alleggerimento del suono. La resa definitiva avviene con Love like a man (ma nel disco c di
peggio), uno dei maggiori successi commerciali della formazione, dove laccento rock blues
suona a semplice giustificazione per una musica esile, aggraziata ed innocua, che neppure
riesce ad aggrapparsi a qualche sana sferzata hard.
Ancora le solite ovazioni a Wight, nellagosto 70, ma per i Ten Years After lavventura si fa
sempre pi deludente, sino allo scioglimento nella primavera del 1974.

Pi duratura, rispetto ai Ten Years After, ma meno produttiva ai fini del successo
conseguito la storia dei Groundhogs, un gruppo le cui origini risalgono addirittura al 1962.
In pieno fenomeno blues revival il chitarrista Tony McPhee allestisce una formazione che
spesso funge da sostegno per i bluesmen americani in tour nel vecchio continente ; tra questi il
grande John Lee Hooker, con il quale i Groundhogs incidono un LP (And seven nights - 1966).
Nel 1966 McPhee scioglie il gruppo e si dedica a svariate collaborazioni, suonando tra laltro
con gli Hapshash & Coloured Coat e con la John Dummer Blues Band, ma lesigenza
desprimere autonomamente la propria creativit porta il chitarrista a rispolverare il vecchio
marchio. I Groundhogs del 1968, oltre a McPhee, comprendono Pete Cruickshank (bs., gi
presente nella primissima formazione), Ken Pustelnik (bt.), Steve Rye (v.ar.) e in ottobre sono
autori dellalbum Scratching the surface (Liberty-1968), disco dai toni ancora legati al blues
revival.

GROUNDHOGS - BLUES OBITUARY

(Liberty - 1969)

Perso per strada Rye, il gruppo sassesta in unasciutta configurazione triangolare che evolve
la propria musica verso unespressione moderna, tenendo in debito conto la lezione della Jimi
Hendrix Experience.
Con alla base un suono scarno ed essenziale, dalle profonde convinzioni blues, si fa largo
limpetuoso ed originale stile alla chitarra di McPhee che sicuramente deve molto a Hendrix,
soprattutto per la predisposizione a saltare a piedi pari i vincoli precostituiti. Tra i tanti
campioni della chitarra elettrica, McPhee penalizzato dalla mancanza di un adeguato
riscontro commerciale che gli consenta di elevarsi alla notoriet dei grandi dello strumento,
come meriterebbe ; per contro, lo status di musicista underground ci che gli consente di
rimanere per lungo tempo rigoroso nelle proposte, estraneo alle tentazioni di facili
accomodamenti e compromessi. Come lo stile del chitarrista, anche la musica dei Groundhogs
trova loriginalit della propria essenza non tanto in ambiti innovativi o sperimentali, quanto
nel singolare contrasto tra una scrupolosa, e quasi testarda, ricerca timbrico - melodica e la
propensione a liberare il suono in modo spregiudicato. Da parte loro, Cruickshank e Pustelnik
forniscono un adeguato sostegno ritmico, allapparenza disordinato ma pure solido ed
efficace.
Nel giugno 1969 i Groundhogs registrano il materiale (composto ed arrangiato da McPhee)
che viene incluso nel secondo LP Blues obituary, lavoro dove si concretizzano i notevoli
progressi conseguiti dal trio (impegnato in un eccellente blues progressivo dai caratteri molto
informali), realizzato senza bisogno di complicati accorgimenti tecnici e privo di qualsiasi
concessione alla canzone di facile consumo.
Accanto a brani che mantengono una fisionomia tradizionale, come le ottime Express man e
Natchez burning, trovano posto composizioni personali quali B.D.D., in grado di passare da un
clima pacato a sfuriate al limite dellhard rock, Times e Mistreated, blues ad alta velocit che
adottano interessanti ed atipiche soluzioni timbriche.
La creativit cruda e disorientante di McPhee si esplica nella stupenda Daze of the weak,
introdotta da movenze hendrixiane e sviluppata attorno ad un'altalenante sequenza di suoni
deraglianti, sostenuti dallinformale sezione ritmica. Altro vertice del disco la conclusiva
Light was the day, una cupa e frenetica cavalcata strumentale condotta da una chitarra da
incubo, che modifica continuamente la cadenza in una sorta di rituale ossessivo di gran presa.
Blues obituary chiude il lungo periodo marcatamente blues dei Groundhogs, risultando tra le
migliori espressioni del genere in ambito progressivo. Il successivo Thank Christ for the bomb,
registrato nel febbraio 1970 con lassistenza di Martin Birch (poi fedele ingegnere del suono
dei Deep Purple Mark II e di altri gruppi hard), stabilisce in modo irreversibile le basi dello
stile dei Groundhogs per i dischi degli anni Settanta. Il suono ora orientato verso un rock
pi schematizzato, che mantiene connotati blues privilegiando aspetti vicini allhard, mitigato
da improvvise aperture melodiche.
Strange town uno degli esempi pi vividi del nuovo corso, un ostinato e stridente hard blues
capace di ritagliarsi impensabili spazi melodici di notevole fascino. Molto belle sono Garden,
giocata sul contrasto tra larmonia precisa e curata e il riff predatore della chitarra, la title
track, che parte da sostenute linee folk blues per approdare allennesima anfetaminica e
incontenibile jam, le spedite ballate di Soldier e di Ship on the ocean e la tirata Eccentric man.
I Groundhogs si esibiscono al festival di Wight, ma il successo resta scarso e McPhee non
scende a compromessi nemmeno nel seguente LP Split, realizzato nel novembre del 70

sempre con la presenza di Birch. La suite suddivisa in quattro parti che titola lalbum la
migliore sintesi delloriginale hard rock del complesso ; in alternativa, McPhee propone la
bellissima ballata decadente di A year in the life, con una chitarra glaciale, e il gradito ritorno
al blues della brillante Groundhog.
Nel 1971 viene dato alle stampe un disco dal vivo a tiratura limitata, Live at Leeds (Liberty), e
nel gennaio del 72 il trio si ritrova in studio per le registrazioni del nuovo Who will save the
world ? The mighty Groundhogs ! (United Artists-1972), che introduce sostanziali innovazioni
nella loro musica. McPhee inserisce alcuni strumenti a tastiera (in particolare il mellotron)
che donano al suono un aspetto pi ricercato ; viene a mancare lardore tipico dei lavori
precedenti ed affiora qualche mollezza di troppo, ma in fin dei conti loperazione regge e d
buoni frutti, almeno nella sostanziosa The grey maze e nelle pi formali Earth is not room
enough e Wages of peace.
Ken Pustelnik lascia il gruppo per tentare una carriera solistica che mai si concretizzer,
sostituito dallex batterista degli Egg, Clive Brooks. Il nuovo triangolo responsabile di due
album, Hogwash (United Artists-1972) e Solid (WWA-1974), che possiedono il merito di
mantenere a livelli accettabili la produzione dei Groundhogs. In particolare Hogwash
recupera parte delloriginaria aggressivit, e anche se le novit sono oramai esaurite il suono
appare vivo e pulsante : 3744 James road, il gioco funziona ancora ed davvero difficile
chiedere di pi ad un personaggio semplice ed onesto come Tony McPhee.
Di minor interesse appaiono le successive riedizioni del complesso, con le quali il chitarrista
cerca di tenersi attivo sulla scena rock.

Non meno intrigante ed ugualmente di scarso successo commerciale la musica proposta


dai Patto. Mike Patto (v.), Ollie Halsall (ch.), Clive Griffiths (bs.), John Halsey (bt.) e Chris
Holmes (ts.) sono i Timebox, un complesso che tra il 67 e il 69 incide una numerosa serie di
45 giri ; con luscita dal gruppo di Holmes (che finir nei Babe Ruth) i quattro rimasti
cambiano nome in Patto ed iniziano a farsi conoscere per merito di alcuni riusciti spettacoli
dal vivo, nei quali i musicisti dimostrano di possedere notevoli capacit tecniche.

PATTO

PATTO

(Vertigo - 1970)

Con il sostegno di Muff Winwood (produttore della Island), verso la met del 1970 i Patto
firmano un contratto per letichetta progressiva Vertigo e realizzano un primo album
omonimo che ottiene giudizi lusinghieri da parte degli addetti ai lavori, ma vende decisamente
poco.
Certo, la proposta del gruppo non tra le pi immediatamente digeribili ma, lo stesso, si
fatica a capire come musicisti tanto preparati, autori di una musica originale, non facile ma
pure di buon impatto fisico, vadano incontro ad un cos netto insuccesso commerciale.
Halsall, un chitarrista molto considerato nellambiente, titolare di uno stile atipico, che
scorre velocemente da entusiasmi hard a sfumature jazz, eppure resta in sostanza un emerito
sconosciuto dovendosi accontentare in carriera di ruoli interessanti ma, in ogni caso,
marginali. Griffiths e Halsey rendono la base ritmica imprevedibile ed imprendibile, eccellenti

strumentisti che finiscono ben presto nel dimenticatoio. Lunico ad ottenere una meritata (e
non esagerata) notoriet Mike Patto, capace desprimere una delle pi belle voci rock dei
primi anni Settanta.
I Patto dimostrano una buona dose di coraggio aprendo lalbum con un brano quale The man
che punta su fascinose e raffinate sonorit, in unideale sintesi di rock, blues e jazz. E una
musica dai toni pacati, ben caratterizzata sotto laspetto timbrico (eccellente il tocco di
vibrafono di Halsall), dove il blues presente a livello di citazione embrionale nelle cellule che
compongono i tessuti di unespressione complessa, autonomamente svincolata dai modi
classici del British blues.
Gli stessi elementi sono alla base della bella Government man, gestita con una maggiore
attenzione verso la forma canzone tipicamente rock, mentre limpervia introduzione
strumentale di Money bag riflette uninsolita predisposizione ad un approccio vicino al free
jazz, mascherando qualche giustificabile incertezza con il brillante solismo di Halsall.
Hold me back evolve in efficaci scansioni contrapposte, schizzi rocknroll, minimali riff hard
blues e, come le pi tradizionali Time to die e San Antone, mantiene unelevata libert
espressiva. La rocciosa Red glow e il moto circolare dellhendrixiana Sittin back easy
completano lampio spettro sonoro dellalbum, fissando i momenti di maggior solidit,
affidandosi ad impetuose ondate chitarristiche imparentate con il grintoso rock blues del
tempo, senza perdere un grammo delloriginale propensione creativa.
Dal vivo i Patto ottengono buoni consensi, ma le vendite discografiche sono modeste anche in
occasione del secondo LP Hold your fire (1971) che propone un suono levigato ed equilibrato,
smussando gli estremismi presenti sul lavoro precedente. I riferimenti stilistici restano gli
stessi ma la loro moderna sintesi strumentale si fa pi complessa e personale, priva di definiti
punti di riferimento e, forse proprio per questo motivo, difficile da collocare sul mercato. In
ogni caso il disco di ottima qualit, anche se inferiore al Patto desordio, e tra i brani vanno
ricordati la bella Hold your fire, che si riallaccia a schemi gi sperimentati, lottima polemica
ballata di You, you point your finger, il rocknroll dai mille sviluppi di See you at the dance
tonight e la rilassata Magic door.
Mike Patto, sempre nel 1971, partecipa ai Centipede, ambiziosa creatura del jazzista Keith
Tippett, apparendo sullalbum Septober energy ; poco pi avanti (inizio 72) Halsall a
mettere in cantiere un progetto solista, che prevede linteressamento di Robert Fripp, senza
riuscire mai a renderlo definitivo.
La Vertigo non rinnova il contratto al gruppo e unulteriore possibilit offerta dalla Island
per la quale esce un terzo album, lancora valido Rollem smokeem put another line out
(Island-1972), ma tutti i tentativi per emergere sono vani. Dopo un concerto di addio tenuto a
Sheffield nellaprile del 1973, i Patto si sciolgono e la quarta fatica a 33 giri (Monkeys bum)
resta inedita per lunghi anni.
Griffiths esce completamente dalla scena musicale, mentre Halsey suona con i Decameron.
Halsall, fino al giugno 74, si sistema con i Tempest di Jon Hiseman, con i quali registra
lalbum Living in fear, quindi collabora con Kevin Ayers ed parte del cast del celebrato
concerto evento al Rainbow del primo giugno 1974. Nel 75 ritrova Mike Patto (che nel
frattempo ha avuto un breve flirt con gli ultimi Spooky Tooth per lalbum The mirror) nei
Boxer, una formazione completata da altri due musicisti desperienza quali Keith Ellis (bs.,
Van Der Graaf Generator e Juicy Lucy) e Tony Newman (bt., Jeff Beck Group e May Blitz).

Lepilogo della storia, purtroppo, triste : Patto muore nel marzo del 79 per un tumore alla
gola e recentemente scompare anche Halsall.

I Taste vivono unimportante, quanto breve, stagione tra il 1969 e il 1970, durante la quale
il complesso guidato da Rory Gallagher sfiora il grande successo e viene additato da molti
critici del tempo come la possibile reincarnazione del mito dei Cream.
Il chitarrista irlandese forma il primo nucleo del gruppo nel 1966, con due membri
provenienti dalloscura band degli Axels, Eric Kitteringham (bs.) e Norman Damery (bt.). La
svolta che porta alla nascita della formazione pi nota avviene nel maggio del 68, quando
entrano nel gruppo due ottimi strumentisti quali il bassista Charlie McCracken e il batterista
John Wilson, anche loro irlandesi.
Le prime uscite discografiche, lalbum Taste (Polydor-1969) e il singolo Born on the wrong side
of time, propongono un triangolo compatto ed aggressivo che recupera la tradizione del blues
elettrico con piglio duro e sfrontato, senza curarsi troppo della forma estetica dei brani.
Il paragone con i Cream giustificabile, ma pure forzato ed ingrato per i Taste che non
possiedono leccelsa levatura tecnica del gruppo di Clapton, n la facilit di scrittura della
coppia Bruce / Brown ; dal vivo poi Gallagher e compagni appaiono un poco velleitari,
impostando il repertorio su lunghe improvvisazioni impetuose, coinvolgenti ma prive di
quellinterscambio solistico che caratterizza le migliori rappresentazioni live dei Cream.
Ovviamente questo non impedisce ai Taste di guadagnare la posizione di gruppo onesto e
preparato, che convince per la grinta e lesuberanza dello stile in pezzi quali Sugar mama (una
delle esercitazioni preferite da Gallagher), Dual carriageway pain, Blister on the moon, Leaving
blues.
Il gruppo partecipa a supporto (cos come i Free) del tour americano dei Blind Faith,
nellagosto del 70 suona al festival di Wight e Gallagher viene votato miglior chitarrista dai
lettori del Melody Maker.
Il secondo LP On the boards (Polydor-1970) riscuote buon successo e lascia trasparire sprazzi
di sonorit insolitamente eleganti, anche se il rock duro e spigoloso subito dietro langolo
come dimostra Whats going on (edita pure come singolo).
Nel momento in cui i Taste sono sul punto di acquisire un ruolo di primo piano nellambito
della scena rock inglese Gallagher, spinto da ambizioni solistiche, decide dabbandonare i
compagni, decretando la fine del gruppo allinizio del 1971. Dopo lo scioglimento viene dato
alle stampe il postumo Live Taste (Polydor-1971), con inserti del concerto al festival di
Montreaux e successivamente esce Live at Isle of Wight (Polydor-1972).
McCracken e Wilson proseguono in trio con il chitarrista Jim Cregan (proveniente dai
Blossom Toes) sotto la sigla Stud, pubblicando tre onesti LP ; McCracken diventa in seguito
un richiesto sessionman, mentre Wilson abbandona la scena musicale.
Gallagher si getta a capofitto in una lunga serie dincisioni sotto proprio nome, confermando
il ruvido rock blues degli esordi ma, alla lunga, perdendo lo smalto dei tempi migliori. Del
resto, la testarda perseveranza del chitarrista nel proporre la stessa formula (incurante delle

mode e dei cambiamenti) la virt che lo rende immacolato agli occhi dei fedeli fans di
sempre, fino alla morte nel 1995.

Tra i numerosi complessi minori dediti ad una proposta saldamente legata alla tradizione
meritano una citazione la Climax Chicago Blues Band, titolare di una lunga e non sempre
felice serie dincisioni, i Jellybread del tastierista Pete Wingfield (poi con la Keef Hartley
Band), che sotto limpulso di Mike Vernon pubblicano tre LP per la Blue Horizon, e i Love
Sculpture. Guidato dal chitarrista Dave Edmunds, il gruppo capace doffrire un lavoro
desordio pi che dignitoso (Blues helping, Parlophone-1968) prima di optare, nel febbraio del
70, per uno stile compromesso da tendenze neoclassiche, espresso nel secondo album Forms
and feelings (presente perfino una controversa rilettura - Sabre dance - della Danza delle
sciabole del compositore sovietico Aram Khaciaturian).
Tutte formazioni che, per varie ragioni, risultano inferiori a quella dei Savoy Brown.

La Savoy Brown Blues Band nasce nel 1966 da unidea del chitarrista Kim Simmonds, che
savvale della collaborazione del bravo pianista Bob Hall, del cantante Bruce Portius, della
sezione ritmica composta da Ray Chappell (bs.) e Leo Mannings (bt.), oltre che del secondo
chitarrista Martin Stone. Il gruppo, accorciato il nome in Savoy Brown, entra nellorbita del
produttore Mike Vernon e nel settembre 67 realizza lalbum Shakedown (Decca-1967),
strettamente legato a canoni blues.
Subito dopo i Savoy Brown subiscono una profonda trasformazione : rimangono i soli
Simmonds e Hall, Mannings va con la Sunflower Blues Band, Stone entra negli ottimi Mighty
Baby, mentre arrivano il cantante Chris Youlden e tre nuovi strumentisti dallo stile robusto,
Dave Peverett (ch.), Rivers Jobe (bs.) e Roger Earl (bt.). Il primo frutto della nuova
compagine Getting to the point (Decca), che nellestate del 68 conferma la musica dei Savoy
Brown molto vicina al blues revival di scuola Bluesbreakers. Il repertorio diviso tra un buon
numero di pezzi originali e alcune belle versioni di brani di Muddy Waters (Honey bee) e di
Willie Dixon (You need love).

SAVOY BROWN

BLUE MATTER

(Decca - 1969)

Nel maggio 1969 Blue Matter raggiunge lapice delle possibilit dei Savoy Brown, mediando il
rigoroso idioma tradizionale dei primi tempi con un suono forte e deciso, convincente e ancora
lontano da superflui esibizionismi. Il lavoro si compone di una parte registrata in studio ed
una che fissa lesibizione dal vivo del dicembre 68 al Leicester College of Education.
In studio il gruppo appare elegante e creativo nel sostenere originali forme di blues
progressivo, come nelliniziale Train to nowhere che savvale del decisivo apporto di
uninconsueta sezione di cinque tromboni. Nel brano ancora presente il bassista Rivers Jobe,
come pure nella seguente Tolling bells, un raffinato blues datmosfera caratterizzato dalla
presenza del piano ritmico suonato da Simmonds che accompagna quello solista di Hall.

Ancora il piano di Hall protagonista assoluto in Vicksburg blues, a sostegno della potente e
personale voce di Youlden. Shes got a ring in his nose and a ring on her hand mossa e
gradevole, mentre la cover di Dont turn me from your door (John Lee Hooker) scuote alla
base la musica dei Savoy Brown, affidandosi ad un inedito clima torrido.
Dal vivo lorganico presenta la defezione di Youlden, con un assetto a cinque dal quale
emergono le qualit di Peverett come chitarrista e cantante ; May be wrong (composta dallo
stesso musicista) illustra il suo tagliente stile alla chitarra, mentre la voce appare meno
convincente rispetto a quella di Youlden. Lenergica e coinvolgente versione di Louisiana
blues (Waters) e la classica It hurts me too concludono lalbum nel migliore dei modi.
La produzione discografica si conferma di valore pi che discreto con A step further (Decca1969), ultimo disco al quale partecipa il brillante pianista Bob Hall, poi i toni della musica dei
Savoy Brown si fanno tesi e meno interessanti. Dopo Raw Sienna (Decca-1970) lascia anche
Youlden, che tenta una poco proficua carriera solista, e in seguito a Looking in (Decca-1970)
il gruppo si sfalda per via dellabbandono di Peverett, Stevens e Earl. I tre si uniscono a Rod
Price (ex chitarrista dei Black Cat Bones) per dar vita ai Foghat, formazione che conseguir
notevole successo soprattutto in U.S.A. proponendo un hard rock che muta progressivamente
da un apprezzabile hard blues iniziale (Foghat, Bearsville-1972, con una potente versione
della I just want to make love to you di Willie Dixon) verso forme sempre meno fantasiose.
Allinizio del 1971 Simmonds riorganizza i Savoy Brown facendo leva sugli ex Chicken Shack
Paul Raymond (ts.), Andy Sylvester (bs.), Dave Bidwell (bt.) e sul cantante Dave Walker. Con
quest'assetto il gruppo pubblica i discreti Street corner talking (Decca-1971) e Hellbound train
(Decca-1972) ; pi avanti entrano altri musicisti di notevole esperienza quali Andy Pyle (bs.,
Blodwyn Pig), Stan Webb (ch., Chicken Shack) e Miller Anderson (ch., Keef Hartley Band),
ma nulla permette ai Savoy Brown di rinverdire la qualit e lautorevolezza delle prime
opere.

Personaggio di notevole fama (anche ai giorni nostri), Joe Cocker non pu essere
considerato figura fondamentale del British blues, in virt dellassenza da buona parte della
sua produzione di connotati particolarmente originali e di unattitudine realmente
progressiva.
Dopo alcune esperienze marginali in campo musicale, Cocker decide di abbandonare il lavoro
fisso da benzinaio per costituire un proprio gruppo, la Grease Band. Il nucleo si compone di
Chris Stainton (bs.), Tommy Eyre (ts.), Henry McCullough e Alan Spenner (ch.), Kenny Slade
(bt.) e lo stile fissa il raggio dazione su rhythm & blues e soul.
Lanno decisivo per il cantante di Sheffield il 1968, quando pubblica a 45 giri la discreta
Marjorine, effettua un'applaudita esibizione al festival di Windsor e giunge al successo con il
secondo singolo, la versione di With a little help from my friends dei Beatles, che raggiunge la
prima posizione della classifica inglese e vende bene anche negli States. Per lincisione del
brano Cocker si avvale di una formazione prestigiosa, con Jimmy Page (ch., poco dopo
fondatore dei Led Zeppelin), Chris Stainton (bs.), Tommy Eyre (or., poi con Aynsley Dunbar
Retaliation e Mark-Almond) e B.J. Wilson (batterista dei Procol Harum) ; il pezzo
completamente ridisegnato su schemi R & B e gospel, con la calda e grintosa voce del
cantante, la fulminante chitarra di Page e il fluido, drammatico timbro dellorgano di Eyre.

Allinizio del 1969 il primo LP With a little help from my friends sfrutta sin dal titolo lenorme
popolarit del pezzo guida e risulta un lavoro valido, anche se non del tutto convincente.
Accompagnato da un favoloso cast di musicisti, Cocker si dimostra ottimo interprete quanto
poco prolifico ed efficace compositore. Tre soli i brani originali (di discreta qualit) che
portano la sua firma, associata a quella del fido Stainton, e le cose migliori sono (oltre alla
celebre title track) una bella e annerita versione di Feelin alright ?, dal repertorio dei Traffic,
lazzeccato arrangiamento romantico della Just like a woman di Bob Dylan e la bella Do I still
figure in your life ? con lorgano di Stevie Winwood. Di minor rilievo appaiono le riletture di I
shall be released (ancora Dylan) e di Dont let me be misunderstood, che fa rimpiangere il clima
infuocato delloriginale di Eric Burdon con gli Animals.
Nel 69 il cantante compie un primo giro di concerti negli Stati Uniti dove conosce il pianista,
chitarrista e compositore Leon Russell, che scrive per lui il successo di Delta lady, ed
organizza le basi per lampia formazione del Mad Dogs & Englishmen con la quale lanno
seguente sostiene un secondo importante tour americano.
La gloria definitiva arriva nellagosto 1969, quando Cocker consegna alla storia del rock una
esaltante performance di fronte allinfinito pubblico del festival di Woodstock. Il cantante si
supera in una memorabile interpretazione di With a little help from my friends, resa con
eccezionale trasporto emotivo in unelettrizzante condizione di trance epilettica (caldamente
consigliata la visione del film di Michael Wadleigh sul famoso avvenimento).
Woodstock rimane per Cocker il momento pi fulgido di una parabola artistica che tende ad
un rapido deterioramento, anche se il secondo LP Joe Cocker ! (Regal Zonophone-1970) una
dignitosa conferma dei pregi e dei difetti del suo stile, con alcune frizzanti cover (Lawdy miss
clawdy, She came in through the bathroom window, Hitchcock railway) e la fortunata Delta
lady.
Gli ultimi fuochi veramente interessanti bruciano nella passione live del doppio Mad dogs &
englishmen (A&M-1970), registrato nel marzo 70 in occasione dei concerti al Fillmore East di
New York, album denso di classici del rocknroll, del soul e del rhythm & blues proposti con
unattitudine ancora coinvolgente. Nel momento di maggior successo Cocker costretto ad un
forzato ritiro dalle scene per via di gravi problemi di droga ; il ritorno avviene nel 1972 ma il
cantante appare stanco e privo dispirazione, accusando la scarsa propensione creativa che lo
rende oltremodo vulnerabile, per cui i dischi successivi mostrano una qualit modesta. Che
poi il vecchio leone colga qualche corroborante risultato commerciale negli anni Ottanta fa
sicuramente piacere, ma al tempo stesso intristisce lanimo al pensiero dellantica grinta.

- 14 Un importante contributo creativo alla scena del British blues offerto da complessi
che agiscono essenzialmente in ambito underground, privi di grande notoriet (a volte quasi
sconosciuti), che proprio per la mancanza di un rapporto diretto con le classifiche
discografiche riescono a mantenere unidentit immune da compromessi sulle scelte
stilistiche.
Tra i nomi relativamente pi noti emerge quello dei Blodwyn Pig, valvola di sfogo per le
evoluzioni del chitarrista Mick Abrahams costretto, alla fine del 68, ad abbandonare i Jethro
Tull, a causa dei notevoli contrasti con Ian Anderson riguardo alla direzione musicale da
seguire.

BLODWYN PIG

AHEAD RINGS OUT

(Island - 1969)

Sulla carta Blodwyn Pig una buona occasione per lex Jethro Tull, potendo liberamente
attingere a matrici blues e jazz che confluiscono in una sorta di hard progressivo, buon punto
di mediazione tra la pregevole chitarra di Abrahams (tecnicamente ineccepibile, limpida e
pure impetuosa) e le interessanti soluzioni ai fiati di marca jazz adottate da Jack Lancaster,
che rendono il suono prezioso ed elegante, il tutto sostenuto dalla solida sezione ritmica dotata
di una sufficiente variet di schemi.
Si passa da R & B dinamici e grintosi quali Its only love e Summer day ad orientamenti jazz,
come nella strumentale The modern alchemist, e a blues di squisita fattura acustica in Dear Jill
e in The change song (con il violino di Lancaster). Tra i pezzi migliori sono da annoverare
anche le robuste Walk on the water, Aint ya coming home ? e See my way, che prediligono una
vigoria metallica non strettamente in linea con lorientamento generale del lavoro. In
particolare See my way lesercizio pi diretto, un brano dal piglio fiero e di facile
assimilazione, che fa leva su una felice combinazione armonica caratterizzata nella parte
centrale da chiari riferimenti a Ravel (anche se Abrahams afferm di non aver ascoltato
prima di allora le opere del compositore francese).
Ahead rings out non ottiene gran riscontro di vendite ma il gruppo insiste ed incide un
secondo album, Getting to this (Island-1970), che non presenta grandi novit e perde qualcosa
in equilibrio e freschezza. Nel disco risalta la mini suite San Francisco sketches, forse troppo
pretenziosa, e trova posto uninspiegabile ripresa di See my way.
Visti gli scarsi risultati commerciali Abrahams abbandona il gruppo, che per breve tempo
prosegue con Peter Banks (dagli Yes) prima di giungere allo scioglimento. La sezione ritmica
(Andy Pyle e Ron Berg) si sposta nei Juicy Lucy e poi nei Savoy Brown, mentre Lancaster
prova a lanciare gli Aviator (con il batterista Clive Bunker, pure lui proveniente dai Jethro
Tull), senza risultati apprezzabili.
Nel frattempo Abrahams fonda i Womat, che in seguito diventano pi semplicemente la Mick
Abrahams Band : con lui sono Bob Sargeant (ts.), Walt Monaghan (bs.), Ritchie Dharma (bt.)
e il primo album omonimo, pubblicato nel 1971 su etichetta Chrysalis, appare pi che discreto
(ottima la lunga Seasons), facendo perno su un rock progressivo distante dalle originarie
matrici blues ma lo stesso ben organizzato e piacevole. Ancora un disco nel 72 (At last,
Chrysalis), al quale partecipa Lancaster, e il gruppo gi non esiste pi.

Abrahams effettua un paio di velleitari tentativi per resuscitare i suoi complessi, nel 74 con i
Blodwyn Pig (presenti Lancaster, Pyle e Bunker) e nel 78 con la Mick Abrahams Band, ma la
fortuna non lassiste ; la scelta finale consiste nel definitivo abbandono della scena musicale
da parte di un chitarrista di grandi potenzialit, che avrebbe meritato una carriera pi densa
di risultati concreti.

In assoluto tra le migliori formazioni del blues progressivo inglese, gli Steamhammer
nascono alla fine del 1968 appoggiandosi sulle solite basi tradizionali, senza nascondere per
fin dai primi momenti una moderna impostazione destinata a sviluppare un discorso originale
ed ambizioso.
Dal circuito folk provengono Martin Quittenton (ch.) e Kieran White (v.ch.ar.), ai quali
suniscono Martin Pugh (ch.), Steve Davy (bs.) e Michael Rushton (bt.), tutti musicisti con alle
spalle esperienze in gruppi rhythm & blues.
Il complesso gira in Inghilterra, spesso come formazione d'accompagnamento del bluesman
Freddie King, e nella primavera del 69 ottiene un contratto discografico con la CBS. Il
risultato la pubblicazione dellomonimo album desordio (Reflection-1969) al quale
partecipa, in qualit di ospite, il flautista Harold McNair ; il disco pone in risalto un rock
blues spedito e piacevole, caratterizzato da soluzioni melodiche e timbriche piuttosto
personali, con largo uso di brani di propria composizione (Quittenton, White, Pugh). Tra i pi
significativi vanno ricordati Juniors wailing (pubblicata anche a 45 giri), She is the fire, When
all your friends are gone e la buona e potente rilettura di Youll never know (B.B. King).
Dal vivo gli Steamhammer si mettono in luce partecipando ai maggiori festival europei, con
concerti che spesso superano le due ore di durata e con una musica che trae ispirazione da
ampie parti improvvisate. Nellestate del 69 il gruppo subisce unimportante ristrutturazione
interna causata dallabbandono di Michael Rushton e soprattutto di Martin Quittenton, a
quei tempi uno dei maggiori responsabili dellorientamento musicale. Il chitarrista diventa
collaboratore di Rod Stewart, regalando al cantante il successo di Maggie May (71), ed in
seguito entra nei Pilot con cui incide un album nel 1972.

STEAMHAMMER

M K II

(Reflection - 1969)

Al posto della chitarra di Quittenton arrivano i fiati del pluristrumentista Steve Jollife,
avvenimento che modifica sostanzialmente gli equilibri creativi del complesso ; M K II un
deciso salto in avanti che pone gli Steamhammer tra i migliori esponenti della ricerca
progressiva, e non solo in ambito blues.
Sin dalliniziale, stupenda, Supposed to be free si fa strada un nuovo metodo, completamente
svincolato dagli aspetti tradizionali del genere, uno stile lirico, raffinato, aperto ad importanti
contaminazioni jazz introdotte con gusto e moderazione dai fiati di Jollife. La chitarra di
Pugh esprime una sorprendente libert melodica e il nuovo Mick Bradley si dimostra
percussionista poliedrico ed elegante.

Il peso creativo, dopo la dipartita di Quittenton, passa essenzialmente sulle spalle di Kieran
White, con contributi di Jollife e Pugh che in molti arrangiamenti svolgono una duplice
funzione propositiva e di rifinitura strumentale.
Loriginale Johnny Carl Morton introduce il clavicembalo suonato da Jollife, Pugh sposta a
sorpresa laccento sullambientazione folk della breve ed intensa Sunset chase, Contemporary
chick con song si riallaccia al blues pi roccato e moderno ed lunico brano a portare la
firma di tutti i membri del complesso.
Turn around un altro parto di Jollife, composizione di sobria bellezza con clavicembalo,
flauto e un suono che mirabilmente resta in equilibrio tra il neoclassicismo di marca
beatlesiana e tenui sfumature jazz.
6/8 for Amiran sceglie la strada dei ritmi complessi con profonde convinzioni blues, mentre
White preferisce affidarsi a soluzioni (a lui care) da lirica e trasognata ballata folk nella bella
Passing through, valorizzata da un ottimo lavoro alla chitarra di Pugh.
Il brano pi ambizioso Another travelling tune che nella lunghissima stesura mai perde in
lucidit, evolvendo con passione in calde e premurose atmosfere blues jazz, esempio
insuperato di un concetto di fare musica romantico e libero da costringenti punti di
riferimento, sulla falsariga di ci che nello stesso periodo viene proposto oltreoceano dai
Grateful Dead, sentimento condiviso dalla strumentale e sfuggente coda finale di Fran and
Dee take a ride.
Come sovente accade, a tanto impegno ed amore non corrisponde necessariamente un ritorno
concreto in termini dinteresse e gli Steamhammer si devono accontentare della buona
popolarit ottenuta in alcuni paesi europei (Scandinavia, Olanda, Germania) che certo non
sufficiente alla CBS per rinnovare il contratto.
Jollife preferisce lasciare (pi avanti sar, brevemente, con i Tangerine Dream e pubblicher
un LP solista) e il gruppo prosegue come quartetto, ripiegando in Germania per riuscire a
trovare nella Brain una nuova controparte discografica.
Nellestate del 70 gli Steamhammer registrano il terzo album Mountains ; lassenza
dellapporto creativo e strumentale di Jollife rende la musica meno varia e priva delloriginale
impronta jazz, ma quest'aspetto non pregiudica la qualit sempre elevata del disco. La prima
facciata muove in territori vicini a certo hard progressivo con la bellissima I wouldnt have
thought, dominata da un Pugh ispirato alla chitarra solista, e con lottima performance dal
vivo fissata su nastro in occasione di un concerto al Lyceum di Londra (Riding on the L&M /
Hold that train), sempre con i Dead ben fissi in mente anche se il tenore pi duro ed esplicito.
La seconda parte del disco, interamente composta da White, imperniata su alcune buone
canzoni dallo stile dolce ed estatico, tipico del cantante, quali Levinia e Mountains.
Nulla riesce a scalfire lindifferenza del grande pubblico e White, nellautunno 1970, decide di
abbandonare il progetto (pubblicher un disco da solo nel 75), seguito da Davy ; Pugh e
Bradley mantengono in vita il complesso ingaggiando il bassista Louis Cennamo (gi con i
Jody Grind e i primi Renaissance) e a distanza di un anno registrano lultimo LP Speech
(Brain-1972), che vede la luce quando gli Steamhammer non esistono pi.

Pugh e Cennamo restano insieme negli Axis e quindi negli Armageddon, con la partecipazione
del cantante Keith Relf (Yardbirds, Renaissance). Per Bradley il destino amaro : il
batterista muore di leucemia nel 1972.

I Bakerloo, formazione underground originaria di Birmingham inizialmente denominata


Bakerloo Blues Line, cominciano a farsi conoscere verso la fine del 1968 quando hanno
loccasione d'esibirsi al Marquee come spalla dei Led Zeppelin, in uno dei primi concerti del
gruppo di Jimmy Page. Sono notati dalla Harvest che li mette sotto contratto e nel luglio 69
pubblicano a sorpresa un atipico singolo, Drivin Bachwards, che recupera Bach per gruppo
rock, clavicembalo, tromba (Jerry Salisbury), proponendo soluzioni lontane dalla naturale
ispirazione del trio. Curiosa la sovrapposizione temporale con la ben pi celebre Boure dei
Jethro Tull, pubblicata sullalbum Stand up proprio in quei giorni.

BAKERLOO

BAKERLOO

(Harvest - 1969)

Ben diversa limpressione generata dallascolto del loro unico album pubblicato alla fine del
1969 ; il gruppo suona forte, vicino allapproccio dei primi Led Zeppelin, anche se manca
lesuberante personalit della formazione di Page e Plant e le composizioni appaiono pi
orientate verso una sensibilit di stampo underground. I Bakerloo sopperiscono alle lacune
grazie ad una notevole forza durto e alle indubbie capacit strumentali dei singoli musicisti.
Apre il disco la divertente Big bear ffolly che, per trovare un raffronto a tutti i costi, si
avvicina ai primi Ten Years After ; Bring it on home un buon rifacimento del classico di
Willie Dixon (utilizzato anche dai Led Zeppelin sul loro secondo album), e in stretto ambito
blues si calano pure lottima This worried feeling e Last blues, dal passo lento e cupo che lascia
spazio, nella parte centrale, ad una torrida improvvisazione di Clempson. E il chitarrista a
guidare le danze nellimmediata Gang bang, veloce e sicuro, prima di lasciare la scena a Keith
Baker, autore di un pregevole spunto solistico.
La grande opportunit per confrontarsi con una musica libera da impegni formali e satura di
grinta ed elettricit viene impegnata nel quarto dora della devastante Son of moonshine, ma
si rivela unoccasione perduta in quanto Bakerloo gi alluscita dellalbum non esiste pi.
In ottobre Clempson accetta lofferta di entrare nei Colosseum, in sostituzione di James
Litherland, e cos i Bakerloo chiudono la loro breve avventura. Clempson rimane nei
Colosseum sino allo scioglimento del gruppo (autunno 71) per poi entrare lanno successivo
negli Humble Pie, al posto del dimissionario Peter Frampton. Tra le altre sue esperienze sono
da ricordare una breve collaborazione con i Greenslade e i complessi dei Strange Brew e
Rough Diamond (con lex cantante degli Uriah Heep, David Byron).
Baker e Poole simpegnano nellideazione dei May Blitz (con i quali non riescono ad incidere)
e in seguito Baker accetta il ruolo temporaneo di batterista per le registrazioni del secondo LP
degli Uriah Heep (Salisbury), mentre Poole va a suonare con Graham Bond.

Gruppo conosciuto esclusivamente per aver annoverato nei primi tempi musicisti destinati
alla notoriet, quali Paul Kossoff, Simon Kirke (entrambi nei Free) e Rod Price (con i
Foghat), i Black Cat Bones meritano qualcosa di pi di una fredda citazione.
Sin dalle prime sessioni di studio, dove accompagnano Champion Jack Dupree, il gruppo
saffida allesperienza del produttore Mike Vernon. Nel 68 Kossoff e Kirke cambiano aria,
unendosi al cantante dei Brown Sugar, Paul Rodgers, per la costituzione dei Free ; ai
superstiti (i fratelli Derek e Stuart Brooks - ch. e bs. - e il cantante Brian Short) si uniscono
lottimo chitarrista Rod Price e il batterista Phil Lenoir, e con questo assetto i Black Cat
Bones registrano il materiale che, nel novembre 1969, viene inserito nel loro unico album
Barbed wire sandwich (Nova-1969), prodotto da David Hitchcock. La musica onesta, priva di
fronzoli, diretta ed aggressiva, con lo stile basato su un blues duro e sfrontato che presenta pi
di qualche punto di contatto con i Free dellesordio. Cos per la grintosa Chauffeur e per i
trascinanti hard blues di Save my love e Good lookin woman, mentre Death valley blues un
ottimo blues nobilitato da un bellassolo di chitarra di Rod Price.
Il disco passa pressoch inosservato e la formazione si avvia ben presto al fallimento con
labbandono di Price, destinato ai Foghat assieme a tre ex Savoy Brown. Rimangono solo i
fratelli Brooks, che tentano di sostenere la causa invitando nel gruppo due musicisti
provenienti dalla Brunning Sunflower Blues Band, il cantante Pete French e il chitarrista
Mike Halls : con un nuovo batterista, i Black Cat Bones si trasformano in Leaf Hound
dedicandosi ad un vigoroso hard rock, di pregevole fattura ma purtroppo di nessun successo.

Di esito poco diverso la carriera dei Killing Floor, formazione di base nel South London
verso la fine del 1968, composta da Michael Clarke (ch.), Bill Thorndycraft (v.ar.), Stuart
McDonald (bs.), Bas Smith (bt.) e Lou Martin (pn.). I Killing Floor sinseriscono nellormai
affermato panorama del rock blues inglese di fine decennio e, grazie ad un contratto
discografico con letichetta Spark, nel 1970 pubblicano il primo LP omonimo, registrato di
getto con lausilio della produzione di John Edward, un ex D.J. di Radio Caroline.
La musica proposta un frizzante rock blues di ottima qualit strumentale, che non prevede
importanti novit concettuali ma si distingue per la scioltezza delle esecuzioni e per lenergico
divertimento profuso. Il disco mostra un livello molto omogeneo, anche se vale la pena
sottolineare la bella cover di Woman you need love (Willie Dixon, ma guarda...ancora lui) e le
dure sciabolate di Forget it ! e People change your mind.
Nonostante le doti espresse sullalbum e la buona reputazione conseguita nei concerti dal vivo,
i Killing Floor non riescono a sfondare sul piano commerciale e il pianista Lou Martin
preferisce trasferirsi, dal 1972, alla corte dellex leader dei Taste, Rory Gallagher. I quattro
rimasti firmano un nuovo contratto con letichetta Penny Farthing, preludio alla realizzazione
del secondo LP Out of Uranus (1971), ancora prodotto da Edward con la supervisione di
Larry Page (manager dei Troggs). Il suono diviene schematico e vicino allhard rock, manca il
brillante contrasto tra la chitarra di Clarke e il piano di Martin, resta in ogni caso una
sufficiente freschezza esecutiva e, pur con qualche caduta di tono, il materiale appare pi che
dignitoso ; degne di menzione sono la scattante Acid bean (edita anche a 45 giri), la
convinzione blues di Where nobody ever goes, le ruvide contrazioni di Fido Castrol (non
distante da certe cose dei Groundhogs) e di Lost alone.

La breve parabola dei Killing Floor giunge al termine, nonostante lingresso negli ultimi
tempi del cantante Ray Owen (dai Juicy Lucy), del bassista Mick Hawksworth (gi con Five
Day Week Straw People, Andromeda e Fuzzy Duck) e del batterista Rod DeAth
(successivamente con Rory Gallagher) : il gruppo cessa desistere a met del 1972.
Stuart McDonald viene coinvolto da Paul Rodgers nei Peace, un'effimera formazione
triangolare priva di fortuna (alla batteria Mick Underwood dei Quatermass). Il solo Michael
Clarke trova la forza per continuare con la sua band personale, pubblicando alcuni dischi
negli anni Ottanta.

Gruppo di notoriet leggermente superiore e di maggior durata nel tempo i Juicy Lucy
perdono progressivamente lucidit ed urgenza espressiva, risultando nel complesso meno
efficaci rispetto ad altre formazioni del sottobosco rock blues.
Il chitarrista americano Glenn Campbell, reduce dalla gloriosa ma povera avventura dei
Misunderstood, tra i principali promotori della nascita del gruppo ; al suo fianco sono il
cantante Ray Owen, laltro chitarrista Neil Hubbard (proveniente dai Bluesology, dove milita
anche un imberbe Elton John), il sassofonista Chris Mercer (con alle spalle importanti
collaborazioni a dischi storici quali Crusade e Bare wires di John Mayall), il bassista Keith
Ellis (presente nei primi Van Der Graaf Generator) e il batterista Pete Dobson.
Questorganico responsabile di Juicy Lucy (Vertigo-1969), buon album dal quale tratto un
45 giri di discreto successo contenente una versione di Who do you love (Diddley) che si piazza
nei top twenty.
I Juicy Lucy mostrano da subito unestrema instabilit dorganico : Ray Owen preferisce
dedicarsi ad una propria band (Ray Owens Moon, un LP nel 1971) e se ne vanno pure
Hubbard e Dobson, sostituiti dal cantante Paul Williams (che vanta esperienze con Zoot
Money, Alan Price e John Mayall), dal chitarrista Mick Moody (ex Tramline) e dal batterista
Rod Coombes.
Alla fine del 1970 esce il secondo album Lie back and enjoy it (Vertigo), aperto dal rhythm &
blues disinvolto di Thinking of my life e con le discrete cover di Built for comfort (Dixon,
naturalmente !) e dellinattesa Willie the pimp di Frank Zappa.
Subito dopo abbandona anche Keith Ellis (nel 75 con i Boxer di Mike Patto e Ollie Halsall),
rimpiazzato dallex Fat Mattress Jim Leverton e il gruppo pubblica il nuovo Get a whiff at this
(Bronze-1971), forse senza gran convinzione. La breve parentesi di Leverton (nel 73 suona
con gli Hemlock di Miller Anderson) e la partenza di Coombes (destinato agli Stealers Wheel
e agli Strawbs) porta nei Juicy Lucy la vecchia sezione ritmica dei Blodwyn Pig (Andy Pyle e
Ron Berg). Assente anche Campbell, Pieces (Polydor-1972) lultima fatica del gruppo che
giunge inesorabilmente allo scioglimento. Moody riscuote buon successo in formazioni heavy
quali Snafu e Whitesnake, mentre Williams nel giugno 72 raggiunge i Tempest di Jon
Hiseman e lanno successivo realizza un disco solista dedicato alla memoria di Robert
Johnson.

Come per i Juicy Lucy, anche la carriera dei Freedom si sviluppa nello stesso periodo
temporale e nellarco di quattro pubblicazioni a 33 giri ; la musica proposta improntata ad

un blues roccato con stimoli hard, realizzato con buona cura strumentale, privo di sbavature
ma pure di impennate geniali. Non manca qualche valido spunto ritmico e melodico, anche se
prevale una certa linearit esecutiva che lega il suono ai luoghi comuni del genere.
Ideatore del gruppo il batterista Bobby Harrison, un elemento della formazione originaria
dei Procol Harum uscito da quel complesso allepoca del grande successo di A whiter shade of
pale (forse irritato dal fatto che per la registrazione del brano gli viene preferito un
sessionman) ; con lui sono Roger Saunders (ch.ts.), Peter Dennis (bs.) e, nei primi tempi, Steve
Jolly (ch.). Nellambito della selezione discografica dei Freedom, il terzo LP Through the years
(Vertigo-1971) costituisce un buon rendiconto dei pregi e dei difetti della loro musica.

Fra le tante formazioni delle quali con il passare del tempo s persa ogni memoria, gli
N.S.U. meritano di essere ricordati se non altro per lonest di fondo che permea la loro
proposta musicale. Impostati a quartetto con Ernest Rea (ch.), John Pettigrew (v.), Peter
Nagle (bs.) e William Brown (bt.) gli N.S.U. giungono alla prova discografica grazie alla
Stable, piccola e mitica etichetta underground che annovera tra le sue fila anche Deviants e
Sam Gopal, tra gli altri. In soli tre giorni del febbraio 1969 il gruppo registra (agli studi De
Lane Lea) il materiale utile al loro unico album Turn on, or turn me down, prima di essere
travolto dal fallimento della stessa casa discografica.
Il disco presenta evidenti difetti dovuti, presumibilmente, al poco tempo a disposizione per le
registrazioni e mostra gli N.S.U. un poco indecisi sulla via da seguire, ma ugualmente
godibile per lutilizzo insistito di linee melodiche abbastanza insolite (come nel brano che
titola il long playing) e buone intenzioni sono sparse nei pezzi pi densi e tirati (His Town, You
cant take it from my heart, The game). Originali, anche se deboli, le parti vocali.

Una delle cose pi difficili nel trattare dei May Blitz riuscire ad inquadrare il gruppo di
Tony Newman in un genere ben definito. Questa, probabilmente, la forza relativa del
complesso, relativa perch se la promiscuit tra blues, hard rock e suono progressivo rende la
musica dei May Blitz appassionante e moderna, la sua stessa natura poco incline a facili
accomodamenti commerciali relega Newman e compagni ai margini del mercato,
costringendoli ad una rapida ritirata. Purtroppo, proprio lingarbugliata relazione fra
creativit e music business uno degli elementi deboli dellespressione rock, sia che ci si
rifletta in grandi tragedie umane o pi semplicemente nellincapacit di realizzare i propri
sogni e progetti.
Ancor pi insolita la vicenda che porta alla costituzione della band. Lidea originale risale
alla fine del 1969 quando, dopo la dipartita di Clem Clempson (destinazione Colosseum),
Keith Baker e Terry Poole dei Bakerloo decidono di proseguire insieme progettando una
nuova formazione triangolare chiamata May Blitz. In realt il gruppo non decolla perch
Baker collabora con gli Uriah Heep per le registrazioni del loro secondo album Salisbury (e
solo per quelloccasione), mentre Poole, di conseguenza, va a suonare con Graham Bond.

MAY BLITZ

MAY BLITZ

(Vertigo - 1970)

Tony Newman un veterano della scena beat con i Sounds Incorporated, quindi suona (agli
albori del blues progressivo) con il Jeff Beck Group dellalbum Beck-Ola. Il batterista rifonda
completamente il complesso, chiamando due ottimi strumentisti quali James Black e Reid
Hudson, e il nuovo gruppo ottiene un contratto discografico per la Vertigo.
Lomonimo esordio su vinile convince per la ricercata elaborazione di una sintesi hard blues
permeata da una spiccata attitudine progressiva. Smoking the day away enuncia le coordinate
della musica del trio : padronanza strumentale, equilibrio formale, agili strutture in continua
evoluzione. Tra i tanti gruppi del dopo Cream, i May Blitz sono tra i meno indiziati di plagio e
forse tra i pi limpidi estensori del verbo rock blues. Newman si trova benissimo in tale
contesto e mette in mostra le sue migliori qualit poliritmiche, Black e Hudson suonano
convinti e concisi, evitando di perdere il fiato dietro ad evanescenti elucubrazioni solistiche. I
dont know ? parte da climi contenuti per aprirsi in una stringata jam memore di free festival
e concerti in piccoli club. Dreaming attenua notevolmente il ritmo, preferendo atmosfere
soffuse, suoni rilassati che deragliano allimprovviso nella parte centrale della canzone. La
frastagliata Squeet e soprattutto la pirotecnica Fire queen affrontano il suono sul lato di
maggior tensione, divise dalla bellissima e raffinata Tomorrow May come, cullata dagli asciutti
colori del vibrafono di Newman. Lepica Virgin waters chiude il disco, a met tra il sogno e la
consapevolezza, con parti di grande fascino.
La Vertigo concede al gruppo una seconda possibilit, con la pubblicazione (il due di maggio
1971) di un nuovo lavoro, appunto The 2nd of May. La via si fa pi stretta, forse per trovare
una maggiore concretezza commerciale ; For mad men only hard al fulmicotone, aggressivo,
coinvolgente, ma perde in variet tematica, e Snakes and ladders presenta frammenti di chiara
derivazione Black Sabbath. C qualche contraddizione di troppo, come nel caso del pur
ottimo solo percussivo di Newman su In part (impensabile sullalbum precedente). Siamo
comunque su livelli qualitativi di rilievo, in presenza di musica esente da clamorosi
compromessi che trova nella ballata di High beech, nella quasi psichedelica Just thinking e
nellesposizione tesa e sincera ragioni sufficienti a giustificare la propria esistenza.
Le vendite, naturalmente, sono scarse e il gruppo (privo di contratto discografico) non ha pi
motivi per continuare. Lunico a rimanere nella scena musicale Newman, che partecipa ai
Three Man Army dei fratelli Adrian e Paul Gurvitz e vanta collaborazioni con Marc Bolan,
David Bowie, Chris Spedding e David Coverdale (Whitesnake).

Due brevi citazioni, infine, per Sharks e Back Door, formazioni molto diverse tra loro ma
entrambe appartenenti agli anni del riflusso del British blues, ormai in fase creativa
decisamente calante.
Gli Sharks si formano nellautunno del 1972 su impulso del chitarrista Chris Spedding,
desideroso dallestire un complesso stabile nel bel mezzo di una lunga carriera densa di
soddisfazioni sul piano della qualit della musica proposta (Battered Ornaments, Nucleus e un
paio di dischi come solista), ma priva dimportanti riscontri commerciali. Lo accompagnano il
prestigioso bassista Andy Fraser, appena uscito dai Free, il batterista Marty Simon e il
cantante Snips. Cos sistemato il gruppo pubblica nel 1973 lalbum First water, essenzialmente
basato su un rock blues classico e datato, anche se piacevole, caratterizzato da una bella vena
melodica, da un impatto abbastanza grintoso e da buone virt tecnico strumentali.

Il disco per non vende, un mezzo fiasco e Fraser lascia subito i compagni, sostituito da
Busta Cherry Jones ; si aggrega inoltre il tastierista Nick Judd e il gruppo registra un secondo
33 giri, Jab it in yore eye (Island-1974), che non apporta novit ed appare leggermente
inferiore al precedente.
Gli Sharks svaniscono nel nulla quando Simon e Judd abbandonano, alla fine del 74. Judd va
a suonare con la Andy Fraser Band, Snips entra nella Baker Gurvitz Army, Spedding
prosegue la carriera alternando lattivit solistica a collaborazioni con artisti del calibro di
John Cale, Brian Eno, Donovan, Roy Harper, fino allincredibile rinuncia al bonus da
miliardario per la mancata sostituzione di Mick Taylor nei Rolling Stones. Un personaggio
vero, meritevole di rispetto.

Di poco antecedente la nascita dei Back Door, allinizio degli anni Settanta. Il bassista
Colin Hodgkinson proviene dallesperienza dei New Church, una delle tante creature blues di
Alexis Korner, dei quali avrebbe dovuto far parte addirittura Brian Jones, di fatto in uscita
dagli Stones, se non fosse che il 3 luglio del 1969 il chitarrista viene trovato annegato nella sua
piscina. Per ironia della sorte i New Church esordiscono il 5 luglio successivo, proprio in
occasione del free concert di Hyde Park organizzato dai Rolling Stones per commemorare il
compagno scomparso.
Hodgkinson sassocia a Ron Aspery (sf.) e a Tony Hicks (bt.), in uninsolita formazione
triangolare che non prevede la presenza della chitarra elettrica n delle tastiere. Le parti
solistiche sono riservate ai fiati di Aspery e soprattutto al basso di Hodgkinson, titolare di una
tecnica strumentale dindubbio interesse. Allepoca qualcuno arriva a sostenere che
Hodgkinson tanto importante per il suo strumento quanto Hendrix per la chitarra ;
decisamente troppo. Altri, dimostrando notevole fantasia, sentenziano che i Back Door si
avviano a diventare i nuovi Cream. La loro musica viene definita un incontro tra Ornette
Coleman e Robert Johnson, e il gruppo propagandato come la rivelazione inglese dellanno.
Paradossalmente, il primo album Back Door, registrato in due soli giorni nel giugno 1972,
un buon disco, semplice, diretto, portatore di un frizzante jazz blues che contrasta non poco
con lesagerata azione pubblicitaria profusa.
Per il secondo 8th street nites (Warner Bros.-1974) viene chiamato alla produzione Felix
Pappalardi (guarda caso !) ma il gruppo soffre di una certa carenza a livello creativo, la
sorpresa dellesordio lascia il posto ad una rapida decadenza dinteresse nei confronti dei
Back Door, che riescono a pubblicare altri due dischi trascurabili prima di sciogliere le fila
nel 1976.

A Rock'n'Roll Damnation
...ovvero il diavolo, probabilmente

- 15 Pu apparire argomento strano, addirittura presuntuoso e fuori luogo, trattare di


musica progressiva riferendosi ai Rolling Stones, il gruppo che pi di ogni altro ha definito in
modo netto ed immediatamente riconoscibile il proprio stile musicale.
La pi grande band di rocknroll al mondo, tutto vero, ma almeno fino a quando nei Rolling
Stones stata presente la creativit sregolata di Brian Jones, la musica del gruppo ha subito
una costante evoluzione, se non nella sostanza quantomeno nella forma. Basta ricordare
singoli epocali quali (I cant get no) Satisfaction, Paint it, black e un album dal valore assoluto
come Aftermath.
Alla fine del 1967 anche gli Stones, al pari di tanti altri, si fanno coinvolgere nellondata
psichedelica producendo lalbum Their satanic majesties request, un lavoro complesso, reso in
modo piuttosto frammentario, che appare pretenzioso e di molto inferiore ai grandi parti
discografici di quel magico anno.
In ogni caso, non si pu far finta di nulla di fronte alla cialtroneria di Sing this all together, che
sfocia nella stupenda Citadel, un corposo brano psichedelico sospinto da pesanti chitarre e
impregnato di variopinti arcobaleni lisergici. In another land sfodera il clavicembalo di Jones
e un incedere tra sogno e realt, mentre Gomper fa il verso ai Beatles doriente perdendosi in
qualche sproloquio di troppo. 2000 man e la bella Shes a rainbow (con loriginale
arrangiamento darchi di John Paul Jones e il piano di Nicky Hopkins) scelgono la strada del
suono Stones pi riconoscibile.

ROLLING STONES

BEGGARS BANQUET

(Decca - 1968)

Licenziato il vecchio manager Loog-Oldham e visti gli scarsi risultati ottenuti con la breve
svolta psichedelica, i Rolling Stones decidono di virare verso schemi a loro pi congeniali. Gi
il singolo di Jumping Jack Flash, con quel riff assassino, preferisce climi sporchi e grintosi. La
conferma, eclatante, arriva nel dicembre 1968, giusto un anno dopo il satanic, con la
pubblicazione di Beggars banquet.
La musica pare sorgere dal nulla nella grandiosa Sympathy for the devil, cresce in
progressione, sorretta da un fitto tappeto percussivo e dal prezioso lavoro al piano di Hopkins
(perfetto su tutto il long playing). Strani fremiti pervadono il brano, chitarre taglienti, e
Jagger esibisce una delle performance pi calde ed incisive del suo ricco repertorio.
Nel disco trovano posto diversi brani direttamente collegati alla tradizione country blues
rivista con spirito moderno : No expectations si crogiola nel tiepido torpore della chitarra
slide, Dear doctor muove con passo di valzer zoppicante, Prodigal son spigliata e priva di

remore. Parachute woman rivitalizza dure cadenze blues, sintetizzando al massimo il ritmo.
Piacciono pure Jig-saw puzzle, che recupera il movimento ritmico di Sympathy for the devil
preferendo climi pi rilassati, e la contenuta Factory girl.
Street fighting man dura, monolitica, incisiva pi per la forma e le maniere che per il suono ;
la graffiante, torrida Stray cat blues immersa in un quattro quarti tipicamente rock blues, un
grimaldello capace di forzare il coperchio della coscienza pulita del pop psichedelico in
declino, negazione convinta del satanic, trionfo del rock tirato per i capelli. Salt of the earth
una ballatona dalle sfumature decadenti e accento gospel, che chiude il cerchio di un lavoro
irripetibile per il gruppo di Jagger e Richard.
Rocknroll un termine nobile ma riduttivo per musica di questo livello. Che il diavolo ci
abbia davvero messo lo zampino ? Ai tanti esorcisti del rock lardua sentenza...
Jones forse non era un gran compositore, come a pi riprese hanno rilevato gli stessi Jagger e
Richard, ma di sicuro era un ottimo inventore di suoni, donava colori imprevedibili alla
musica degli Stones mediante il frequente utilizzo di strumenti estranei alla tradizione rock,
era il guastatore che contribuiva in modo decisivo a rendere straordinario ci che a volte
appariva solo consueto. Nel giugno 1969 Brian Jones esce dal gruppo e il 3 di luglio viene
trovato morto nella sua piscina. Due giorni dopo i Rolling Stones celebrano la tragica
scomparsa del vecchio compagno con un free concert a Hyde Park, davanti ad una folla di
300.000 persone. Nelloccasione presentano il nuovo chitarrista, lottimo Mick Taylor
proveniente dai Bluesbreakers di John Mayall. Con Taylor gli Stones acquisiscono in tecnica e
potenza, divenendo una perfetta macchina da rocknroll come dimostrano gli LP successivi :
Let it bleed (Decca - dicembre 1969), il live Get yer ya-yas out ! (Decca-1970, registrato nel
novembre 69 al Madison Square Garden di New York), Sticky fingers (Rolling Stones Rec. aprile 1971) e il doppio Exile on main street (Rolling Stones Rec. - maggio 1972), tutti dischi di
notevole livello che confermano la statura di Jagger e Richard come autori ed esecutori.
Nel momento in cui (dicembre 1974) uno sfiancato Taylor lascia il posto a Ron Wood, il
gruppo ha da tempo focalizzato il proprio stile. Rimane il rammarico (o forse lonore ?) che
sia il loro nome a chiudere definitivamente lepoca dei sogni, del flower power, degli ideali di
libert, pace, amore della Woodstock nation, il 6 dicembre 1969 ad Altamont, California,
quando davanti a 400.000 persone gli Hells Angels del servizio di sicurezza uccidono nei pressi
del palco un giovane di colore, durante lesibizione dei Rolling Stones. E solo rocknroll ?

Dopo essere diventato uno dei cantanti pi rappresentativi del blues revival inglese, Eric
Burdon pone termine allavventura degli Animals nellestate del 1966 quando sinfatua del
movimento flower power di cui, dalla lontana California, giungono notizie inebrianti anche
nel cuore della riservata Inghilterra.
Burdon segue una rotta inversa rispetto a quella intrapresa al tempo da Jimi Hendrix,
trasferendosi a San Francisco per toccare con mano i fermenti della scena musicale locale. L
decide di dar vita ad una nuova formazione sotto il nome di Eric Burdon & the Animals,
conosciuta anche come New Animals, con la quale approntare progetti inediti e sfogare le
proprie capacit come compositore, sempre represse nelleconomia creativa del vecchio
complesso. Con lui resta il batterista Barry Jenkins, gi presente negli ultimi dischi degli
Animals, e si aggiungono il chitarrista / violinista John Weider, il chitarrista Vic Briggs e il
bassista Danny McCulloch.

Nel giugno del 1967 la formazione partecipa al Monterey International Pop Festival,
avvenimento fondamentale e momento di maggior fulgore della California musicale dei
Sessanta, o forse solo evento che sancisce la prematura fine di un breve ma splendido ciclo
creativo, a puro scopo commemorativo.
Burdon comunque gioca al rialzo. Il sitar che introduce Winds of change, il suo nuovo album
del 1967, mette in chiaro la nuova impostazione stilistica del cantante ; la musica rarefatta,
colorata, intrisa di psichedelia, le chitarre pi che aggredire accarezzano il suono e il violino
di Weider scompagina ulteriormente ci che resta del rhythm & blues originario. Poem by the
sea soffre di una strana tensione occulta, che solo a tratti affiora dalle linee lievi e melodiche
del brano; la canzone si spegne con il violino di Weider, che sottolinea anche lottima versione
psichedelica della classica Paint it, black. Le atmosfere enigmatiche di The black plague
sostengono la recitazione di Burdon in uno statico sentimento dai toni drammatici, rotto dalla
hendrixiana risposta a Hendrix di Yes I am experienced.
San Franciscan nights linno del nuovo corso dove Burdon esprime, con sconfinata dolcezza
e qualche tratto nostalgico, tutto lamore per quei giorni unici. Man - Woman torna alle
origini del ritmo, con un insistente rituale in crescendo che trova sfogo solo nella sua antica
essenza. Hotel hell struggente ed ipotizza la nostalgia selvaggia di scenari da vecchio west,
Good times e la romantica Anything recuperano la forma canzone tradizionale, utilizzando
arrangiamenti melodici di notevole pregio. Il finale con Its all meat propone lunico pezzo con
caratteri duri e tirati, quasi ai confini dellhard pi creativo.
La proposta di Burdon , in ogni caso, lontana dalla spensieratezza di certo flower power e
sullopera persiste unimpressione dangoscia, di drammaticit, di pesante inquietudine, quasi
a contraddire lo spirito apparente di quei tempi.

ERIC BURDON & THE ANIMALS

THE TWAIN SHALL MEET

(MGM - 1968)

The twain shall meet inaugura un 1968 di grande intensit per Burdon (tre album, di cui uno
doppio, in quellanno) e rappresenta un ulteriore salto in avanti. Se Winds of change annusava
i sintomi del cambiamento e si predisponeva a seguirne le coordinate, Monterey gi
celebrazione per il mito californiano. Non c molto altro da aggiungere, si pu solo
confermare la tesi, decadere lentamente, con gioia meravigliata che presto si trasforma in
nostalgia.
Just the thought sinsinua improvvisa nei meandri della psichedelia soffice, cullata dai violini
di Weider. Closer to the truth pare scaturire dai residui della memoria di Burdon e si
rammenta degli entusiasmi giovanili per il blues. No self pity vive sul contrasto tra un timido
clavicembalo e lossessione percussiva di Jenkins, con il sitar a guidare la melodia. La
decadente e trasognata Orange and red beams riassume gli elementi armonici della musica del
gruppo, avvalendosi di pregevoli arrangiamenti.
Burdon introduce solitario la stupenda Sky pilot che, dietro allincedere accattivante e
allinnocente ritornello, nasconde meraviglie inenarrabili, chitarre siderali in partenza per lo
spazio, vecchie cornamuse scozzesi e scenari di battaglie campali, docili quartetti darchi,

orchestrazioni di largo respiro e la voce del cantante, strumento concreto, palpabile, vero. E
il vertice creativo dei New Animals. Nulla pu andare oltre.
Ci prova We love you Lil, e quasi ci riesce, con quel suo epico incedere alla Quicksilver, carico
di tensione non completamente liberata ; le cornamuse sincrociano al sitar per illuminare la
nenia di All is one che si apre su placidi orizzonti di speranza, alla fine.
Al disco collabora Zoot Money, un ottimo ma poco conosciuto musicista reduce dellepoca del
blues revival con la sua Big Roll Band. Nel luglio 1967 quel gruppo si scioglie e George Bruno
(suo vero nome) con due compagni davventura, Andy Summers (ch.) e Colin Allen (bt.),
recluta il bassista Pat Donaldson per dar vita ad una nuova, effimera formazione che si dedica
ad argomenti psichedelici. I Dantalians Chariot pubblicano un solo, mitico singolo (Madman
running through the fields, ottobre 67) e tengono qualche esibizione al Middle Earth. Dopo il
precoce scioglimento Money entra in pianta stabile nei New Animals, Allen suona con Mayall
(nellottimo Blues from Laurel Canyon) e poi con gli Stone the Crows, mentre Donaldson
incide nel 69 con i Poet & One Man Band e partecipa al progetto Fotheringay di Sandy
Denny.
Il nuovo album Every one of us, con una formazione a sei (Money alle tastiere), resta in cielo
almeno nella risoluta ed accattivante White house e nella potente Year of the guru, entrambe
composte dal solo Burdon. Serenade to a sweet lady, un valido strumentale scritto da Weider,
si accontenta di girare attorno al sentimento del suono senza penetrare in profondit. La
tanto decantata New York 1963 - America 1968 si perde in qualche lungaggine di troppo,
anche se non mancano attimi di grande intensit emotiva e strumentale.
Verso la fine del 68 i New Animals subiscono un rimpasto d'organico per via dellabbandono
di Briggs e McCulloch. Per lultimo, ambizioso doppio LP Love is, registrato in ottobre, le
parti di basso sono assorbite da Money ed entra in formazione il chitarrista Andy Summers,
suo collaboratore di vecchia data.
Laspetto visionario della musica di Burdon ormai irrimediabilmente perduto. Rimangono
per le qualit di un suono spigliato, vitale, privo di sofisticazioni ; da segnalare le belle ed
originali versioni di River deep mountain high (un successo per Ike and Tina Turner), di
Coloured rain (Traffic), di Madman running through the fields (in eredit dai Dantalians
Chariot), di To love somebody (Bee Gees) e ancora le trame progressive di Gemini e il buon
originale di Burdon Im dying (or am I).
Con il cambiare delle stagioni il gruppo si dissolve : Weider va a suonare il basso con i Family,
mentre Summers collabora con Kevin Coyne e con Kevin Ayers prima di diventare uno dei
Police. Al termine dellesperienza con i New Animals, Burdon si unisce ai War, una
formazione funk di colore, con i quali incide due album tra il 70 e il 71 ; collabora poi con il
bluesman Jimmy Whiterspoon e nel 72 allestisce una propria band. Il miglior disco degli anni
Settanta il Sun secrets pubblicato nel 1974, dove il cantante mette in opera un grintoso e
pirotecnico recupero di grandi classici quali Its my life, Dont let me be misunderstood, When I
was young, Ring of fire, affiancati da qualche buona nuova composizione. Il suono secco e
tagliente, caratterizzato dalla chitarra del giovane Aalon, da una dinamica e potente sezione
ritmica di colore e con Burdon incontenibile, in forma smagliante.
Il successo quasi non lo degna pi duno sguardo, ma Eric continua per la sua strada ed
annega la nostalgia per i bei tempi andati nelle varie reunion degli Animals.

- 16 E con la pubblicazione del Sgt. Pepper dei Beatles che sinaugura la moda dellalbum
concept, con canzoni realizzate sulla base di un tema dominante che funge da ispirazione per
lo sviluppo del lavoro di composizione.
Tra coloro che per primi aderiscono al nuovo metodo sono da annoverare i Who, con lalbum
The Who Sell out, gli Small Faces e, poco dopo, altre due formazioni, Pretty Things e Kinks,
che (ancora con il gruppo di Pete Townshend) producono alcuni dischi imperniati su una
concezione sempre pi complessa, mirata allelaborazione di vere e proprie storie in musica,
le cosiddette opere rock.
Il fenomeno degli album a soggetto si diffonde abbondantemente nellambito della musica
progressiva dei primi anni Settanta, divenendo per numerosi musicisti una tappa obbligata
della carriera. In questo paragrafo si vuole evidenziare il primordiale approccio alla materia
da parte di gruppi legati a doppio filo con la classica tradizione del rocknroll e del rhythm &
blues.

SMALL FACES

OGDENS NUT GONE FLAKE

(Immediate - 1968)

Nellestate 1968 il nuovo album degli Small Faces, Ogdens nut gone flake, suscita buon
interesse non solo per loriginale copertina rotonda (la prima nel rock) ma soprattutto per il
contenuto musicale, che si riallaccia alla psichedelia pi dura in voga allepoca. Si tratta del
primo ed unico 33 giri organico della formazione, abituata a produrre compilazioni di
successi ottenuti su singolo, e il tentativo acquisisce un importante rilievo sia per
lapprezzabile (anche se non rivoluzionaria) qualit della musica proposta, sia per un
approccio vagamente a concetto con diverse canzoni proposte in medley.
Il brano che titola il disco si presta ad introduzione strumentale, stabilendo un convincente
feeling di base mediante luso di orchestrazioni articolate. Afterglow appare indecisa, tra
delicati arpeggi intrisi di melodia e una propensione per rudezze quasi hard, seguita in rapida
successione da Long agos and worlds apart e dalla facile cadenza di Rene, nobilitata da una
solida coda con chitarre distorte, armonica e tastiere in evidenza.
Song of a baker hard, senza mezzi termini, melodica come nella migliore tradizione di
Marriott, inesorabile e bella. Lazy Sunday riporta a pigre atmosfere da psichedelia soffice, con
particolare attenzione allequilibrio formale e un azzeccato utilizzo di effetti speciali.
La seconda parte del disco costituita da una sorta di suite intitolata Happiness Stan. Nel
brano omonimo il clavicembalo e le tastiere di McLagan simpegnano in ariose aperture a
carattere sinfonico ; Rollin over riconduce ad un rock semplice, diretto e fisico, soluzioni e
umori si alternano in canzoni di buon livello quali The hungry intruder e The journey. Mad
John sceglie la chitarra acustica senza nascondere toni aspri ed epici, subito contraddetti
dalla stoltezza della conclusiva Happydaystoytown.

Nonostante il notevole successo di classifica ottenuto dallalbum e il tentativo, sia pur tardivo,
di rinnovamento stilistico, il gruppo perde rapidamente colpi e allinizio del nuovo anno gli
Small Faces si sciolgono, lasciando in eredit (nel novembre 69) la buona antologia di The
autumn stone, ricca di classici brani da 45 giri, inediti ed incisioni dal vivo.
Gi in aprile Marriott impegnato con Peter Frampton nella fondazione degli Humble Pie
mentre, poco pi tardi, Lane, McLagan e Jones si uniscono a Ron Wood e Rod Stewart
(entrambi dal Jeff Beck Group) ribattezzandosi come Faces. Tra il 76 e il 78 c tempo per
la consueta, poco opportuna reunion e Jones sale agli onori delle cronache quando, al termine
del 78, prende il posto di Keith Moon nei Who.

Di peso ben superiore il contributo offerto, sempre nel 1968, dai Pretty Things. Dopo il
periodo 64 - 66, dedicato ad una musica grintosa ed incisiva direttamente derivata dal blues
e dal rocknroll, il gruppo di Dick Taylor e di Phil May si appresta ad affrontare con
rinnovato entusiasmo i tempi della musica psichedelica e progressiva. Con loro sono John
Povey (ts.), Wally Allen (bs.), Skip Alan (bt.) e il complesso trova asilo discografico alla
Columbia, per la produzione di Norman Smith (collaboratore dei primi Pink Floyd).
Nel novembre 1967 lottimo singolo di Deflecting grey mostra gi il nuovo volto dei Pretty
Things, ma con lalbum S.F. Sorrow che Taylor e compagni realizzano il massimo sforzo
creativo dellintera carriera.

PRETTY THINGS

S. F. SORROW

(Columbia - 1968)

I Pretty Things inaugurano, di fatto, lepoca delle opere rock senza la minima indecisione e
contraddizione, con un esempio sobrio sotto laspetto concettuale e risoluto dal punto di vista
espressivo.
Le chitarre efficaci e taglienti di Taylor, la voce di May capace di passare con disinvoltura da
climi infuocati a momenti delicati e melodici, le percussioni surreali di Twink (dai Tomorrow,
per loccasione subentrato a Skip Alan) e il prezioso apporto strumentale di Povey e Allen
rendono il suono molto vario e sfuggente a sterili classificazioni.
S.F. Sorrow is born apre con le chitarre di Taylor in grande spolvero, armonie vocali ben
congegnate e ariosi inserti di organo quasi floydiano. Bracelets of fingers un carillon
psichedelico dagli scenari in continuo mutamento, ricco di soluzioni armoniche e ritmiche
veramente originali. She says good morning prende la strada della consapevolezza e stabilisce
un ottimale punto dincontro tra Beatles e Pink Floyd. La ballata folk, stravolta e ridisegnata,
di Private Sorrow termina sui colpi inesorabili di Twink e solidifica nel ritmo della sostenuta
Balloon burning, guidata dalla ficcante chitarra di Taylor.
Death, e pare che il mondo safflosci sulle proprie miserie, sul dolore di una processione
funebre che sgombra il campo, con perfido realismo, dellinnocuo agitarsi di tanti stregoni
dark di seconda mano. Le chitarre tremano, il sitar intona la litania, le voci spettrali e i
tamburi di Twink, come pietre che rotolano negli abissi delloblio.

Baron Saturday riporta in auge il ritmo di uno sbilenco R & B, con il gruppo camuffato da
Beatles psichedelici ; lapertura acustica di The journey conduce ad una spontanea jam
elettrica dal sapore sotterraneo, mentre I see you fonda la sua essenza su trame sognanti e
passionali, contrapposte ad incubi chitarristici che trovano ulteriore sfogo nel frammento
strumentale di Well of destiny.
Trust quasi normale nella sua stupenda melodia e prepara il campo allesplosione metallica
di Old man going, con le chitarre che avvolgono la canzone in una spirale di drammatica
costrizione, contorcendosi e sibilando, supportate da un implacabile Twink che pare divertirsi
ad evitare sistematicamente i luoghi comuni della batteria rock. Lepilogo malinconico di
Loneliest person chiude degnamente un gran disco, capace (in teoria) delevare i Pretty Things
ai vertici espressivi del rocknroll progressivo.
Purtroppo, come spesso accade alle cose belle ma scomode, lalbum viene ingiustificatamente
ignorato. Non da Pete Townshend, che pi volte ha riconosciuto linfluenza di S.F. Sorrow
sullispirazione che lo ha portato alla stesura del celebrato Tommy. Per ironia della sorte,
quando il capolavoro dei Pretty Things viene dato alle stampe negli Stati Uniti, con quindici
mesi di colpevole ritardo, il disco finisce alla gogna per aver copiato Tommy dei Who ! ! !
Subito dopo la pubblicazione del long playing Twink si dilegua nei sotterranei londinesi per
preparare nuove avventure, lasciando il posto al ritorno di Skip Alan. Ancora pi pesante
risulta la perdita del fondatore Dick Taylor che va a collaborare con gli Hawkwind (lo
ritroveremo nei Pretty Things della seconda met dei Settanta).
May, Povey, Allen e Alan trovano un temporaneo sostituto nel chitarrista della Edgar
Broughton Band, Victor Unitt, e cos sistemato il gruppo registra Parachute (1970), ancora
prodotto da Norman Smith. Il disco alterna brani melodici quali In the square, The letter,
Grass a tempi medi come Sickle clowns e Shes a lover ; il brano di maggior interesse la dura
e sofferta Cries from the midnight circus e la qualit media del materiale molto buona.
Parachute opera degnissima ed onesta, addirittura la prestigiosa rivista Rolling Stone
investe il lavoro del titolo di miglior album dellanno, anche se alla base c solo un rock
diretto, essenziale, convincente, privo degli aspetti sperimentali e psichedelici del disco
precedente.
Anche in questoccasione il successo cosa che non riguarda il gruppo, che sbanda e
preferisce sciogliersi nel 1971. Lanno seguente i Pretty Things ci riprovano grazie alla
perseveranza di Phil May (unico membro della band originaria) che si porta appresso Povey e
Alan, oltre a reclutare i nuovi Peter Tolson (ch. - una breve esperienza con gli Eire Apparent)
e Stuart Brooks (bs. - ex Black Cat Bones e Leaf Hound). Esce Freeway madness (Warner
Bros.-1972) e seguono altri due LP, ma il gruppo ha smarrito loriginalit creativa del
decennio precedente e sopravvive senza particolare convinzione, tra separazioni ufficiose e
riunioni dettate dalla nostalgia.

I tempi della maturit artistica per Ray Davies e i suoi Kinks si materializzano nel 1967,
con la realizzazione di due 45 giri di notevole qualit. In maggio esce Waterloo sunset, un
bellissimo brano melodico, con armonie vocali impostate alla Beatles, che sogna di estatici
tramonti ; nel luglio seguente la volta della ballata di Death of a clown che conferma i Kinks
sempre pi lontani dalle dure matrici RnR degli inizi, con Ray Davies proteso verso

creazioni armoniche e melodiche di grande respiro, ricche di trasporto emotivo, spesso intrise
dironia e accompagnate da testi polemici.
Lalbum Something else by the Kinks (ottobre 1967) comprende i due singoli citati e riassume
lorientamento musicale, dando sfoggio d'equilibrio e sobria eleganza stilistica. Il disco
anche lultima produzione di Shel Talmy per ci che riguarda i Kinks.
Le ambizioni del gruppo (in particolare di Ray Davies) si orientano insistentemente verso
progetti a concetto, come nel caso di Four more respected gentlemen, un lavoro che non viene
completato ma offre diversi spunti al successivo album The Kinks are the village green
preservation society (Pye-1968). Preceduto, in giugno, dallottimo singolo Days, una
composizione di squisito stampo melodico non inserita nella scaletta dellalbum, Are the
village green... il primo LP a tema dei Kinks e appare lavoro di transizione, non privo
comunque di canzoni degne di menzione quali The last of the steam powered trains, dalle
reminiscenze blues, Big sky e la bellissima Animal farm, che unisce cadenze in vago stile Stones
a fascinose aperture melodiche e orchestrali.
I 33 giri faticano a conservare il successo riscosso dai singoli, anche perch la Pye considera i
Kinks gruppo essenzialmente da 45 giri e non promuove adeguatamente gli album.

KINKS

ARTHUR OR THE DECLINE AND FALL OF THE BRITISH EMPIRE (Pye


- 1969)

Sul finire del 1968 Davies inizia a lavorare ad unopera commissionatagli da Granada TV sul
tema della caduta dellimpero britannico. La stessa emittente rifiuta le composizioni di
Davies, che decide di utilizzare il materiale per la produzione del nuovo album dei Kinks. Il
disco viene definito opera rock e, allinizio del 69, si colloca tra S.F. Sorrow dei Pretty Things
e Tommy dei Who, non possedendo il coraggioso vigore sperimentale del primo, n la
razionale lucidit narrativa del secondo.
Arthur, con il bassista John Dalton (ex Mark Four) in sostituzione di Pete Quaife, gode di un
approccio diretto ed essenziale evitando, come costume di Ray Davies, soluzioni sperimentali e
proponendo belle canzoni intrise di amara ironia. La divertita, beffarda nostalgia di Victoria
contrasta con la rudezza tematica di Yes sir, no sir, con la triste elegia di Some mothers son e
con il duro monito dellesplicita Brainwashed.
Australia torna allironia pungente e si risolve in un magistrale arrangiamento che trae spunto
da citazioni rocknroll, romanticismo classico e fiati rhythm & blues. Altrove il suono fatica
ad emergere a causa di qualche timidezza di troppo, anche se vanno ricordate lagrodolce
Shangri-la e lasciutta Mr. Churchill says.
Ray Davies da tempo il leader indiscusso, compositore, produttore e immagine dei Kinks,
ma al suo interno il gruppo soffre di forti contrasti che, in ogni caso, non ne mettono a
repentaglio lesistenza. Nel 1969 i Kinks tornano ad esibirsi negli Stati Uniti dopo il lungo,
forzato esilio, esordendo con un concerto al Fillmore East, di spalla agli Spirit.

Nonostante il limitato successo dei 33 giri di recente pubblicazione, Davies insiste con gli
album concept ideando nel 1970 lottimo Lola versus the powerman and the moneygoround, di
certo uno dei migliori LP dei Kinks che, sfruttando le potenzialit della bella e passionale
Lola, li spinge fino al secondo posto in classifica. Lola viene censurata, non per il testo
scabroso che narra di unambigua avventura sessuale ma in quanto contiene unallusione alla
Coca Cola, che chiede ed ottiene la modifica del verso incriminato.
Lalbum presenta contenuti molto polemici ; Davies se la prende con i manager precedenti,
con il sindacato musicisti americano (che aveva bandito il gruppo dagli States), con il business
musicale in genere. Stilisticamente si nota un deciso ritorno allantico con modi rock semplici
ed incisivi, di notevole impatto come nelle spigliate The contender, Rats, Powerman. La
sarcastica Top of the pops si avvale di un riff granitico e di una parte centrale che cita Wilson
Pickett. Ovviamente non mancano ballate di valore, tra le quali sono da ricordare Strangers e
lamara Get back in the line. Al disco collabora il tastierista John Gosling che a maggio
diventa il quinto Kinks.
Lola tocca lapice qualitativo della produzione dei Kinks e al tempo stesso determina la fine
del loro momento doro. Nel 71 Percy lultimo disco inciso per la Pye e un nuovo lavoro a
tema, ma la vena non quella solita. Il contratto con la RCA permette ai Kinks un approccio
pi marcato alle classifiche americane, pur in assenza di risultati creativi di particolare
rilievo.

Dopo la pubblicazione del non eccelso A quick one (1966), allinizio del 67 i Who vanno in
tour negli Stati Uniti e in giugno forniscono una memorabile esibizione in occasione del
festival di Monterey, mantenendo elevato linteresse nei loro confronti soprattutto per merito
delle tumultuose performance dal vivo. Nello stesso anno il gruppo registra il terzo LP The
Who sell out, che si propone come uno dei primi esempi di album concept. Il disco, quasi
interamente firmato da Pete Townshend, presenta il complesso in ottima forma e savvale di
un atteggiamento ambizioso a livello creativo ; il tema affrontato quello della pubblicit, con
le canzoni collegate tra loro dai jingles delle radio pirata inglesi, dichiarate fuorilegge proprio
in quei giorni. Tra i brani migliori figurano la psichedelica Armenia city in the sky, la melodica
Tattoo, I can see for miles, percorsa dai fremiti di una micidiale progressione ritmica, e Rael
1+2, che permette dascoltare alcune embrionali idee poi utilizzate da Townshend per la
stesura del fortunato Tommy.
Townshend lavora ossessionato dalla volont di realizzare una rock opera a carattere teatrale,
che possa rappresentare un contributo definitivo alla storia del rock, e pensa la figura di
Tommy, un ragazzo cieco sordo muto, la cui novella parabola del successo, con la crescente
esaltazione, lonnipotenza e la rapida decadenza. La pubblicazione del doppio disco, nel 1969,
giunge in ritardo rispetto a S.F. Sorrow dei Pretty Things (dal quale Townshend si dichiara
fortemente impressionato) e a Arthur dei Kinks, ma il lavoro dei Who supera di gran lunga il
successo dei predecessori, a livello di critica e soprattutto per limpatto sul pubblico.
Dedicato al guru Meher Baba, influenza di Townshend sin dal 68, Tommy valorizzato da
una stesura raffinata e godibile, strutturato quasi a forma di musical, dotato di un solido
impianto narrativo che porter lopera ad essere adattata per numerose versioni teatrali e a
diventare nel 1974 un film per la regia di Ken Russell. Overture e Underture fungono da
necessari collegamenti fra le sezioni del lavoro, a proposta e recupero dei temi salienti. Il
brillante strumentale di Sparks, il focoso soul rock di Acid queen, il divertente rocknroll di

Pinball wizard (anche su singolo), con la celebre introduzione alla chitarra acustica di
Townshend, sono i brani pi significativi. La progressione epica di Were not gonna take it
chiude il disco in un crescendo emotivo, ma alla fine resta la sensazione di una grande
occasione persa.
In Tommy manca il coraggio dosare, di incrinare e mettere in discussione le certezze
strutturali e con questo dare un valore aggiunto al perfezionismo formale che permea lintero
lavoro. Solo di rado affiora la rude forza espressiva che rende irresistibili i concerti dei Who e
una dimostrazione pratica viene dal magnifico Live at Leeds, dove possibile toccare con
mano la consistenza dal vivo di parte del materiale ereditato da Tommy.
Rimane un successo di larga portata, a netto rilancio delle quotazioni del gruppo che
partecipa da protagonista ai grandi raduni di Woodstock e dellisola di Wight. Il gi citato
Live at Leeds (1970) uno dei pi importanti ed esaltanti dischi dal vivo di tutto il rock,
presentando i Who cos come sempre avrebbero meritato, nella veste d'irrequieti folletti
capaci di scatenare uragani sonori dinaudita energia. Oltre che nelle interpretazioni di alcuni
classici del repertorio (My generation a forma di medley con alcuni frammenti prelevati da
Tommy, The magic bus e Substitute), il gruppo si esprime ai massimi livelli nella devastante
versione di Young man blues, che mette in luce tutte le migliori prerogative delle quali i
musicisti dispongono : il magistero ritmico di Townshend, il basso incontenibile di Entwistle,
la batteria disordinata ma tremendamente efficace di Moon, la voce sfrontata e potente di
Daltrey. Notevoli anche le proposte di Summertime blues (Eddie Cochran) e di Shakin all over
(Johnny Kidd and the Pirates).

WHO

WHOS NEXT

(Track - 1971)

Non pago del gran successo di Tommy, Townshend inizia a lavorare ad unopera rock ancor
pi complessa ed ambiziosa, dal titolo provvisorio di Lifehouse. Il progetto, strutturato in
circa quaranta canzoni, naufraga miseramente ma per fortuna alcuni brani di eccezionale
qualit vanno a costituire lossatura del nuovo album Whos next, senza dubbio il miglior
disco di studio dei Who, capace di condensare in una manciata di canzoni gli elementi
essenziali delle capacit creative di Townshend e in grado di recuperare quellurgenza
espressiva, semplice e diretta, che dopo il primo album si era un poco persa per strada.
Le tastiere suonate da Townshend introducono sonorit derivate dal minimalismo di Terry
Riley, sia su Baba oRiley che su Wont get fooled again, parti estreme del lavoro accomunate
da un senso di fiera rassegnazione e disillusione riguardo agli ideali rivoluzionari degli anni
Sessanta. Liniziale si stempera in uno stupendo scenario in equilibrio tra Riley e il violino di
Dave Arbus, ad est dellEden, mentre la conclusiva trova nella durissima ed amara scorza la
propria attrazione fatale.
Altro vertice del disco la splendida Behind blue eyes, il cui disagio interiore attraversa con
inaudita disinvoltura climi dolcissimi ed improvvisi sfoghi rabbiosi. Bargain secca e
tagliente, nella quieta e melodica Song is over e nella solida Getting in tune si pu ascoltare
lottimo contributo strumentale di Nicky Hopkins, mentre leggermente inferiori appaiono le
rilassate Love aint for keeping e Going mobile, oltre allunica composizione di Entwistle, My
wife.

La tensione interna al gruppo elevata : Townshend si conferma il compositore pressoch


esclusivo della musica dei Who e Daltrey non disposto ad accettare un ruolo di secondaria
importanza. Entrambi, come pure Entwistle, tra il 71 e il 73 iniziano a dedicarsi a progetti
individuali, nei quali sfogare liberamente le proprie convinzioni creative.
Townshend continua nella ricerca esasperata della perfetta opera rock e nel 73 ci riprova con
Quadrophenia (anche in questo caso si arriver alla trasposizione cinematografica), un doppio
LP incentrato sulle vicissitudini e sulle incomprensioni di un giovane mod. Il rock asciutto e
vibrante di The real me, la spigliata 5 :15 e la drammatica Love, reign oer me sono gli attimi
salienti di un lavoro compatto e ben assemblato, che mostra qualche piccolo segno di
stanchezza e, in ogni caso, non raggiunge il livello del disco precedente.
Da questo momento le prove dei Who si fanno sporadiche e piuttosto stanche. Le ultime cose
degne dinteresse si ascoltano nel The Who by numbers (Polydor) del 1975, ancora con la
presenza del piano di Hopkins (bella How many friends). Un altro album nel 78 (Who are you)
e la morte di Keith Moon, il 7 settembre, mette seriamente a rischio lesistenza del gruppo.
La voglia di continuare da parte di Townshend e compagni scarsa, ma ugualmente si
provvede alla sostituzione di Moon con la poco convincente assunzione di Kenny Jones, ex
Small Faces e Faces. Non pi la stessa cosa, lentusiasmo perso per sempre. Ancora un
paio di dischi e poi la fine nel 1982, con successive occasionali reunion che fruttano qualche
tour.

Nellambito dei lavori a tema, su basi chiaramente di stampo rocknroll, un pensiero va


dedicato agli sconosciuti Fire che nel 1970 pubblicano il loro unico album The magic
shoemaker.
Il nucleo del gruppo prende consistenza nellinverno del 66 su iniziativa del chitarrista David
Lambert, affiancato da Dick Dufall (bs.) e da Bob Voice (bt.), ed inizia ad esibirsi nel circuito
londinese dei club sotterranei (Middle Earth, Marquee, Pink Flamingo). Dopo la realizzazione
nel 1968 di due singoli che passano inosservati, i Fire (nel gennaio 70) giocano la carta del
disco concept, di gran moda a quei tempi, e registrano per la Pye i nastri di The magic
shoemaker. Lalbum accusa qualche ingenuit e caduta di tono e si colloca a debita distanza
dai pi importanti esempi del genere, ma non privo di belle composizioni e di spunti
pregevoli. Tutte le canzoni, come del resto la parte narrativa, sono opera di Lambert e tra le
migliori vanno segnalate le grintose Tell you a story, Flies like a bird e lottima ballata di
Reason for everything.
Per le registrazioni del long playing i Fire savvalgono dellaiuto di Dave Cousins (degli
Strawbs) e di Paul Brett (degli Elmer Gantrys Velvet Opera). Questultimo entra per breve
tempo, come secondo chitarrista, nellorganico del gruppo per poi costituire una propria
formazione (Paul Brett Sage) nella quale finiscono Voice e Dufall.
Lambert mantiene in vita il marchio Fire assumendo una nuova sezione ritmica, ma
lillusione di poter emergere con la propria musica svanisce rapidamente e nel 1972 il
chitarrista entra negli Strawbs del vecchio amico Cousins, al posto del dimissionario Tony
Hooper. Con gli Strawbs Lambert registra ben sette album, prima di realizzare nel 79 un
disco come solista (Framed).

- 17 In ordine sparso, uno scarno ed eterogeneo manipolo di musicisti che vantano al


denominatore una comune origine dalle solide radici del rocknroll pi disinvolto ed
intelligente.
Terry Reid, ad esempio, pur avendo sviluppato la parte decisiva della carriera negli Stati
Uniti personaggio tuttaltro che marginale per la scena inglese. A soli 15 anni cantante e
chitarrista nei Redrig e nel 1964 entra nei Peter Jay & the Jaywalkers, che hanno
lopportunit di partecipare al tour dei Rolling Stones e di Ike & Tina Turner del 66. Poco
prima di sfaldarsi (nellaprile del 67) il gruppo diventa Terry Reid & the Jaywalkers e
registra un primo singolo.
La mossa successiva di Reid quella di allestire un trio con Eric Leese (ts.) e Keith Webb
(bt.), con il quale si esibisce come spalla di formazioni di notevole notoriet (Hollies, Small
Faces, Yardbirds, Beach Boys, Jefferson Airplane), costruendosi una buona reputazione.
Allinizio del 1968 entra nellorbita del produttore Mickie Most (Jeff Beck, Donovan...)
pubblicando in aprile il singolo Better by far. Leese viene sostituito alle tastiere da Pete Solley
e il gruppo se ne va in America al seguito dei Cream, conseguendo discreto successo.
Per capitalizzare linteresse creatosi sul posto, Reid incide un album negli Stati Uniti con il
quale ottiene una buona risposta a livello commerciale.
Bang, bang youre Terry Reid mette in mostra le inequivocabili doti vocali di Reid, assieme ad
un suono privo di fronzoli imperniato sul lavoro di chitarra e tastiere. Molti brani si risolvono
nella forma di ballata, con Reid sempre puntuale nellinterpretazione vocale ; belle sono le
versioni di Bang, bang (my baby shot me down) di Sonny Bono, pervasa da improvvise
mutazioni di ritmo, e del robusto soul rock di Somethings gotten hold of my heart. La lunga
Season of the witch perde il respiro psichedelico delloriginale di Donovan, acquisendo sincere
cadenze rock che vivono di luce propria, come accade per laltrettanto lungo e convincente
medley che comprende lottima Writing on the wall (forse la miglior composizione di Reid) e
loriginale rilettura di Summertime blues. Tra le canzoni a firma di Reid convincono Tinker
Taylor (un rhythm & blues progressivo) e Loving time, dove un lucido suono dorgano si
mescola allefficacia ritmica della chitarra.
Per assurdo lalbum viene pubblicato solo negli Stati Uniti, mentre in Inghilterra reperibile
esclusivamente sul mercato dimportazione.
Nellestate del 68 Jimmy Page alle prese con la fondazione di un nuovo gruppo che deve
nascere dalle ceneri degli ultimi Yardbirds ; gi deciso per il bassista (John Paul Jones) Page
cerca di convincere il batterista B.J. Wilson dei Procol Harum e, come cantante, lo stesso
Reid. Terry commette un grave errore declinando lofferta, nella speranza di un fulgido
futuro come solista, ed proprio lui a consigliare lassunzione dei due Band of Joy, Robert
Plant e John Bonham : saranno i Led Zeppelin.
La leggenda vuole che, tornato in tour in Inghilterra con Jethro Tull e Savoy Brown, a met
del 69 Reid perda una seconda grossa occasione per sostituire il cantante Rod Evans nei Deep
Purple. Toccher a Ian Gillan.

La carriera di Terry Reid non riesce a decollare, nonostante la pubblicazione del secondo LP
omonimo (Epic-1969) che contiene valide cover di Stay with me baby (Jerry Ragavoy), di
Highway 61 revisited (Bob Dylan) e di Superlungs my supergirl (ancora Donovan). A questo
punto il cantante si stabilisce definitivamente in USA dove, negli anni Settanta, pubblica altri
tre dischi discreti, ma il solo River (Atlantic-1973) ottiene unaccettabile risposta di pubblico.

Gli Spooky Tooth, formazione dallesistenza tribolata e di buon impatto alla fine degli anni
Sessanta, hanno le loro radici nei V.I.P., un complesso del 1966 dove si conoscono il cantante /
pianista Mike Harrison, il chitarrista Luther Grosvenor, il bassista Greg Ridley e il batterista
Mike Kellie. I V.I.P., con i quali suona brevemente anche Keith Emerson prima
dellesperienza Nice, pubblicano due singoli e nel 1967 cambiano nome in Art, dedicandosi ad
una proposta in linea con la psichedelia dellepoca. Dopo un album (Supernatural fairy tales,
Island-1967) e la partecipazione al primo LP degli Hapshash & the Coloured Coat,
nellottobre del 67 i quattro simbattono nellorganista americano Gary Wright e danno
luogo ad un'ennesima metamorfosi, diventando Spooky Tooth.
Con la produzione di Jimmy Miller (Traffic, Rolling Stones) lesordio di Its all about (Island1968, con una dura cover di Tobacco road) confortante, cos come il successivo Spooky two
che nel 1969 fissa lo stile del gruppo su una fusione tra R & B e RnR progressivo, con
qualche influenza Traffic e una sostanza riconducibile pi ai toni duri dellhard che alla
raffinata psichedelia e alla variet stilistica del gruppo di Winwood. Buono lo schematismo
del 4/4 di Waitin for the wind, Feelin bad (quasi una risposta ai Traffic) una tipica ballata
con riflessi armonici gospel, perfetta per un Joe Cocker ; la versione hard di Evil woman
risulta appassionante, guidata dalla pesante chitarra di Grosvenor e sostenuta dallorgano di
Wright. Interessanti pure Lost in my dream e la dura Better by you, better than me.
Nellaprile dello stesso anno Ridley lascia il gruppo per raggiungere i neonati Humble Pie e il
suo posto viene rilevato da Andy Leigh. Il terzo album Ceremony (Island-1970) sperimenta a
sorpresa lidea di una messa rock progressiva, con la collaborazione del francese Pierre
Henry, riscuotendo buon successo ; gli Spooky Tooth sono per allo sbando per la decisione
assunta da Gary Wright di abbandonare il complesso e Harrison, Kellie, Grosvenor, con
laiuto di alcuni musicisti esterni tra i quali spicca lorganista Chris Stainton, incidono un
ultimo The last puff (Island-1970).
Si riparla di Spooky Tooth solo nel settembre del 72 quando Wright e Harrison rifondano il
gruppo su basi completamente nuove, con lausilio di Mick Jones (ch.), Chris Stewart (bs.) e
Bryson Graham (bt.). Questa formazione incide il valido You broke my heart so...I busted your
jaw (Island-1973) che lultimo disco di rilievo degli Spooky Tooth, almeno nelle belle Old as I
was born, This time around, Moriah mirate ad un riuscito compromesso tra le esigenze
commerciali e il residuo fuoco progressivo che ancora arde.
Pi avanti torna il vecchio batterista Mike Kellie e dispiace veder coinvolto il bravo Mike
Patto in un disco poco ispirato come The mirror, che nel 1974 chiude definitivamente la storia
degli Spooky Tooth.
Wright prosegue come solista, con una musica facile e di notevole successo. Kellie resiste alle
intemperie punk e nel 1977 si ritrova negli Only Ones. Mick Jones, ultimo chitarrista della
formazione, forma con Ian McDonald (King Crimson) i Foreigner, con i quali propone un
vendutissimo hard dalle poche pretese artistiche.

Thunderclap Newman, un gruppo del giro Who prodotto da Pete Townshend, vive un
attimo di fuggevole gloria nel 1969 quando imbrocca un brano come Something in the air, che
sorprendentemente si piazza al primo posto della classifica inglese. Si tratta di una bella
canzone dallampio respiro melodico, valorizzata da un misurato arrangiamento orchestrale
che non nasconde loriginalit dello stile del gruppo.
Il trio composto da Andy Newman alle tastiere, un ex impiegato postale di quarantanni che
si diletta a suonare il piano jazz e ragtime, dal giovanissimo chitarrista scozzese Jimmy
McCulloch, scoperto da Townshend mentre suona al Middle Earth con il suo complesso One
In A Million, e dal batterista / cantante John Speedy Keen, con allattivo una collaborazione
con John Mayall e autore della bella Armenia city in the sky inclusa dai Who nellalbum Sell
out.
Il secondo 45 giri Accidents interessante, ma poco adatto al ruolo di singolo e non ripete il
successo di Something in the air.
Lunico album Hollywood dream (Track-1969) risulta valido, ma non vende. Il divertimento
ragtime di Hollywood 1 e lesotismo percussivo di Hollywood 2, Wild country, con Newman che
simpegna ad oboe e flauto, e la discreta cover di Open the door, homer (con il consueto inserto
ragtime - Dylan, dal bootleg di Great white wonder) dimostrano che i Thunderclap Newman
sono in grado desprimere qualcosa di pi rispetto al rocknroll di base.
Ancora, The reason decisamente bella con quellincedere risoluto, tipico delle ballate in stile
Townshend, impreziosita dal pregevole lavoro alle chitarre di McCulloch. Viene pubblicata
anche su singolo ma nessuno se ne accorge e al gruppo non resta che la scelta di un rapido
scioglimento, nel 1970.
Keen e Newman producono alcuni dischi come solisti, mentre McCulloch suona, tra gli altri,
con Stone the Crows e i Wings di Paul McCartney.

Un pensiero per David Bowie non fuori luogo, in questo contesto. Per il Bowie del primo
periodo, quando il musicista ancora si agita nei meandri dellunderground alla ricerca di
unidentit definita, che del resto mai riuscir (e vorr) trovare. Proprio il disinvolto
trasformismo alla base del suo immane successo commerciale, essenza fondamentale per un
artista sempre in grado di riproporsi a seconda (o incurante) delle mode di passaggio.
David Robert Jones, in arte Bowie, tra il 63 e il 65 fa esperienza in gruppetti beat e rhythm
& blues come i King Bees, i Manish Boys (un singolo prodotto dal noto Shel Talmy, nel quale
suona il giovanissimo sessionman Jimmy Page), i Lower Third (suonano spesso al Marquee
con gli High Numbers, poi diventati Who). Nel 1966 escono i primi due 45 giri a nome David
Bowie, entrambi pubblicati dalla Pye, e nel 67 altri singoli per la Deram, oltre allomonimo
album desordio che passa del tutto inosservato. Bowie entra come mimo nella compagnia di
Lindsay Kemp e vi rimane per tutto il 1968 ; unesperienza molto importante, messa a frutto
dal cantante negli anni Settanta quando affina le proprie capacit sceniche, dando vita ad una
serie di fantasiosi personaggi di gran presa sulla scena rock.

La svolta della carriera di Bowie avviene nel luglio 69 con la pubblicazione del singolo Space
oddity, un brano melodico ed accattivante ispirato al film 2001 Odissea nello Spazio di
Stanley Kubrick. Il successo della canzone permette la pubblicazione di un secondo LP,
anchesso omonimo (Philips-1969), ma solo nel 1970 inizia a prendere consistenza una precisa
linea artistica.
Tony Visconti diventa il manager del cantante e nascono gli Hype, con lo stesso Visconti (bs.),
John Cambridge (bt.) e soprattutto Mick Ronson (ch.) ; per il nuovo album The man who sold
the world entra nel gruppo il batterista Mick Woodmansey, che successivamente con Ronson
sar negli Spiders From Mars.
The man who sold the world non certo lalbum migliore di Bowie, nemmeno il pi bello e
piacevole, ma lunico dellintero catalogo ad ostentare con convinzione la sua natura
sotterranea, disponendo ritmo ed elettricit senza curarsi troppo di subdoli calcoli
commerciali. Musica ingenua, se si vuole, soluzioni semplici, una voce innamorata di Dylan e
le chitarre di Ronson dispiegate al vento come nelle crude Running gun blues e She shook me
cold, come nel vortice di Saviour machine. The width of a circle il brano pi ambizioso, con
linsinuante melodia che raccoglie per strada tutti gli scampoli delettricit disponibili e si
chiude con la citazione del Zarathustra di Richard Strauss (curiosamente la stessa
conclusione poi riservata alla celebre Life on Mars ?, sullellep di Hunky dory). C spazio per
momenti meno convulsi, anche se le sinistre trame di After All e il sapore decadente della title
track contribuiscono ulteriormente ad elevare la tensione sonora.
Nel 1971 Hunky dory vede per la prima volta insieme Ronson, Woodmansey e il bassista
Trevor Bolder, che poco dopo diventano i Ragni di Marte. Al disco partecipa Rick Wakeman
(al piano) che in quei giorni sta passando dagli Strawbs agli Yes. Hunky dory stabilisce
definitivamente i connotati del timbro vocale di Bowie e musicalmente ammorbidisce i toni,
attingendo da certo folk melodico ; il bersaglio centrato in pieno, visti i successi di Changes e
della ballata di Life on Mars ?, ma non si tratta dello stesso musicista del disco precedente.
Lultimo contributo al mondo musicale alternativo avviene nel 1971, con lesibizione alla festa
del Glastonbury Fayre; Bowie concede ai compilatori del triplo album che celebra levento la
discreta The supermen, in una versione di studio diversa da quella compresa su The man who
sold the world.
Poi il trasformismo prende la mano, Bowie diventa Ziggy Stardust con la pubblicazione di
The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (Rca-1972) e di Aladdin sane
(Rca-1973), non privi di spunti validi nellambito di un rock facile e edulcorato.
Il 7 luglio del 73, in occasione di un concerto londinese, con abile mossa pubblicitaria Bowie
pone fine alla breve ma redditizia epopea di Ziggy Stardust, riciclandosi come Duca Bianco su
territori soul rock. Arriver alle pregevoli sintesi elettroniche di Low e Heroes (1977, con
Fripp e Eno), per dedicarsi in seguito a discutibili soluzioni dance.

I Mott The Hoople, infine. Nella parte conclusiva degli anni Sessanta Mick Ralphs (ch.v.),
Overend Watts (bs.), Verden Allen (or.), Dale Griffin (bt.), con il cantante Sean Tippens, si
propongono come Silence. Allinizio del 1969 il gruppo si trasforma in Mott The Hoople e
cambia cantante, con lavvento di Ian Hunter.

Il primo album omonimo, registrato nel luglio 69 con la produzione di Guy Stevens, risulta il
pi fresco e creativo, svariando da Dylan ad un rock molto vicino allhard. You really got me
dei Kinks resa in una dura versione strumentale, che si stempera nel classico stile dylaniano
(tradito sin dallimpostazione vocale di Hunter) dellottima At the Crossroads, un brano del
texano Doug Sahm. Backsliding fearlessly e Laugh at me (altra cover, questa volta di Sonny
Bono) presentano un incedere simile, ma in aggiunta la seconda possiede un finale
elettrizzante. Lo stile del gruppo ampiamente interessato da connotati hard, come dimostra
la piacevole Rock and roll queen ; punto focale dellalbum appare la bellissima Half moon bay,
solcata da placide ed ammalianti onde melodiche controllate da un Hunter ispirato.
Mott The Hoople riceve una buona accoglienza da parte della critica, ma le vendite non sono
esaltanti ; la stessa cosa capita ai successivi album Mad shadows (1970), Wild life (1971) e
Brain capers (1971), tutti incisi per la Island.
Il gruppo entra in crisi ma un illustre fan, David Bowie, li aiuta in modo decisivo scrivendo
per loro All the young dudes, una canzone che raggiunge il terzo posto in classifica nel 1972. Il
brano, una bella melodia tipica dello Ziggy Stardust di quei tempi, diventa il pezzo guida del
nuovo LP che porta lo stesso titolo (Cbs-1972), nel quale Bowie suona il sax, arrangia parte
del materiale e si occupa della produzione. Tra le canzoni spiccano la versione di Sweet Jane
(Velvet Underground) e numerosi episodi che spostano la musica del gruppo su lidi
chiaramente hard, con qualche strizzatina docchio ai Rolling Stones (Sucker, One of the boys,
Ready for love).
Verden Allen abbandona per formare i Cheeks e la formazione prosegue come quartetto,
registrando allinizio del 73 il long playing Mott (Cbs - luglio 73), il miglior album del nuovo
corso. Al disco, che presenta una buona variet di temi, partecipano Paul Buckmaster (vc.),
Graham Preskitt (vi.) e Andy Mackay dei Roxy Music (sax.), e tra le canzoni emergono
durissimi hard rock (All the way from Memphis e Drivin sister), ballate dai toni contenuti e
decadenti (Hymn for the dudes e Ballad of Mott The Hoople), loriginale ed intraprendente
Violence e la composita Im a cadillac / El camino Dolo Roso.
Il successo assicurato ma a sorpresa Ralphs lascia il gruppo per raggiungere Paul Rodgers
nella Bad Company, con Boz Burrell e Simon Kirke. Il suo posto viene ereditato da Luther
Grosvenor (ex Spooky Tooth, sotto lo pseudonimo di Ariel Bender) ed entra anche lorganista
Morgan Fisher (dai Love Affair).
Ancora due album, The Hoople (Cbs-1974) e lottimo Live (Cbs-1974), ricavato da due
concerti tenuti a Londra e New York, e alla fine del 74, con lingresso del chitarrista Mick
Ronson (gi con Bowie), il gruppo sembra pronto per nuove imprese, quando Hunter decide
di porre fine allavventura dei Mott The Hoople per intraprendere una buona carriera solista.

Pi Duro di tuo Marito


i miti e le illusioni dell'hard rock inglese

Quante volte, ascoltando un brano di musica hard, abbiamo rischiato di cadere in una crisi
di euforica epilessia, presi dalla potenza liberatoria del suono ; quante volte, con
atteggiamento freddo e distaccato, ci siamo accorti di presenziare a strutture sonore banali e
risapute, dassistere a fenomeni iconografici pi pacchiani che oltraggiosi.
In fin dei conti, proprio a questo vizio originario, a questo dubbio storico, che paga il
pedaggio gran parte della critica di settore, spesso incapace di (o forse non interessata a)
separare il buono dal cattivo, di attribuire al fenomeno una valutazione serena e al di sopra
delle parti. Da un lato i sostenitori a tutti i costi del verbo metallico, capaci daccettare le
esasperazioni pi allucinanti, dallaltro il gruppo dei colti, convinto che dietro alla facciata di
sudore e rumore si celi il nulla intellettuale.
A ben guardare, sono entrambi atteggiamenti che nascondono una lunga teoria di luoghi
comuni.
Nonostante tutto, lhard rock inglese vanta nobili radici, riconducibili al fenomeno del British
blues, allHendrix quadrato e vigoroso, agli alfieri della musica post beat pi ispida che mal
digerivano il neoclassicismo inaugurato dai Beatles (Rolling Stones, Who, Pretty Things). Lo
stile si consolida definitivamente con il blues roccato alla massima potenza dei triangoli
classici dei Cream e dellExperience, esplicitandosi in toni oramai prossimi al suono pi duro
in occasione dei primi lavori del gruppo di Jeff Beck e dellesordio dei Led Zeppelin. Un
crescendo di soluzioni, sempre pi tese ed ossessive, porta alla coniazione di un linguaggio
caratterizzato da un suono violentemente fisico e possente, fortemente coinvolgente e
altrettanto costringente, destinato a canalizzarsi in aridi rivoli di musica ripetitiva, che a
lungo andare paga lessenza della propria natura con la perdita di quella freschezza dinamica
che appare come la componente originaria di maggior attrazione.
In questo panorama non mancano situazioni tristi ed incresciose, esecutori di musica priva di
fantasia e di qualit trascurabile, ma neppure ci si deve dimenticare di coloro, grandi e
piccini, che hanno avuto il merito doffrire una versione credibile e, perch no, progressiva del
suono pi duro della roccia.

- 18 -

Innanzi a tutti, i Led Zeppelin.


Se il primo album della formazione fornisce uninterpretazione estrema del rock blues pi
duro in voga allepoca, restando in ogni caso saldamente ancorato allidioma originario, il
seguente lavoro Led Zeppelin II (pubblicato nellottobre 1969) non conosce compromessi e
stabilisce, in via definitiva, le modalit del loro personale e godibile hard rock.

LED ZEPPELIN

LED ZEPPELIN II

(Atlantic - 1969)

Whole lotta love si apre con il riff tagliente della chitarra di Page, una sorta di tema blues
sviluppato a velocit supersonica ; limmediato raddoppio del basso di Jones, lenfatico
fraseggio di Plant e il dirompente ingresso dei tamburi di Bonham producono una tensione
crescente ed avvolgente. Incubi, lacerazioni, selvaggi vocalizzi orgasmici, stacchi mozzafiato,
assoli lancinanti. E la sigla di un modo imperioso, estremo ed implacabile di concepire,
plasmare ed esternare gli ultimi residui della cultura blues.
Lunico brano che si avvicina allo stile dellalbum desordio The lemon song, uno spesso
power blues dominato dalla chitarra di Page. Heartbreaker sospinge gli Zeppelin verso lhard
pi arcigno, pompato dal basso e dalla perentoria batteria, con la chitarra che produce riff
poderosi e un iperbolico solismo ; la tremenda forza durto si placa nellorecchiabile Living
loving maid (shes just a woman), carina ma nulla pi. What is and what should never be
giocata sul contrasto tra un raffinato blues da night club e violente frasi hard, cos come
Ramble on, un brano molto importante per levoluzione futura della musica dei Led Zeppelin,
muove in territori a mezza strada tra il folk acustico e lesuberanza elettrica tipica del gruppo.
Discreta Thank you, ballata di vaga ispirazione folk segnata dallorgano di John Paul Jones,
mentre Moby Dick offre loccasione a Bonham per scuotere le pelli della batteria a mani nude.
La conclusiva Bring it on home, introdotta da un noto blues di Willie Dixon (stranamente non
citato tra gli autori della canzone), si scatena nel solito turbinio ritmico selvaggio ed
assordante.
Il successo dellalbum eccezionale, con il primo posto di classifica in Inghilterra e Stati
Uniti ; la strada da seguire, facile e priva di rischi, quella di ripetere gli schemi e bissare i
risultati di vendita. Invece no ; laddove altre formazioni longeve dellhard inglese (Deep
Purple, Uriah Heep, Black Sabbath) puntano ad una standardizzazione del suono i Led
Zeppelin, pur senza mutare le caratteristiche di uno stile di base gi ben definito, cercano di
divincolarsi da questa facile ma creativamente penalizzante equazione, attingendo di volta in
volta a matrici tra le pi disparate.
Lesempio eclatante arriva con il notevole Led Zeppelin III, pubblicato nellottobre del 1970.
Nel primo lato del disco il gruppo d dimostrazione di notevole eclettismo, mettendo a
confronto con disinvoltura i diversi aspetti della propria musica : liniziale Immigrant song,
uno dei brani classici del repertorio, dal ritmo sincopato, incessante, che pare travolgere ogni
ostacolo, sorvolato dagli agghiaccianti vocalizzi di Plant - lacustica Friends, costruita su
strane armonie ed intriganti arrangiamenti darchi - il robusto rocknroll di Celebration day,
con il consueto gran lavoro di Page alle chitarre.

Since Ive been loving you, magnifica e inattesa, un lungo blues dominato da una chitarra
brillante e incisiva, sottolineato dallorgano e sostenuto dalla poderosa batteria, con una
sofferta interpretazione di Plant che conferma le sue indiscutibili doti vocali. E un