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Alessandro di Vanni di Filippepi Sandro Bo celli

La Vita
Alessandro Di Vanni Di Filippepi, de o Sandro Bo celli, nasce a Firenze nel 1445. “Bo celli”
deriva da uno strumento u lizzato in ore ceria. La sua formazione inizia nella Bo ega del
Verrocchio, conosciuta a livello europeo, lì si formò anche Da Vinci. Muore nel 1510, a Firenze.

Le Opere
Di Bo celli vediamo due opere: La primavera e La nascita di Venere. Entrambe sono ricche di
mitologia, e la Venere si può collegare anche ad un ambito religioso. In entrambe le opere vediamo
la cura del de aglio, che è maniacale: piante, ori e fru esisten sono rappresentan in modo
scien co. Le due opere vengono realizzate per i Medici e spesso i modelli u lizza per
rappresentare gure umane sono statue di epoca classica, conservate nei giardini de I Medici.
Spesso veniva rappresentata la stessa donna, il suo amore, Simone a Vespucci, già sposata.

• La Primavera: La Primavera, agli U zi a


Firenze è un’opera iconica. La realizza
all’età di 35 anni (1480). L’a enzione al
par colare arriva a livelli al ssimi, ogni
de aglio o par colare di qualunque
animale, fru o o ore sono tu
scien camente veri, de aglia . Nelle
opere di Bo celli vi è un ritorno alla
mitologia, non più san , ma divinità pagane. Inoltre la cosa straordinaria è che queste divinità
vengono rappresentate a scala 1:1, grandezza naturale. L’opera si legge da destra verso sinistra, e
il primo personaggio che vediamo è Ze ro, il Dio del vento. Agguanta Clori, che dopo la loro
unione, si trasforma in Flora, quindi la donna accanto a Clori è sempre lei, ma trasformata. Flora
ha sul grembo dei ori (amore carnale). Al centro troviamo Venere, rappresentata in una sorta di
nicchia, un arco naturale, per farla spiccare di più. È molto raro trovare una Venere ves ta, anche
perché il ves to fa riferimento un amore casto, matrimoniale. In alto c’è cupido, glio di Venere,
e a raverso suo glio, rappresenta anche l’amore, che scaglia due frecce: con la freccia d’oro ci si
innamora, se è di piombo le due persone non si innamoreranno mai. Subito dopo troviamo le tre
grazie che ballano, conferma che siamo in un giardino, Giardino delle Esperidi, giardino delle
divinità. L’ul ma gura sulla sinistra è un uomo con dei sandali con le ali, un cappello a tre punte,
classico cappello dei viaggiatori, e in mano un’as cella, chiamata caduceo. Possiamo iden carlo
in Mercurio, il messaggero, a metà tra il mondo delle divinità e il mondo degli uomini, va avan e
indietro per portare no zie. I piedi non sono poggia bene a terra proprio per trasme ere l’idea
di essere in un luogo fantas co, ideale. Nei dipin di Bo celli c’è una certa malinconia nel viso
delle persone, sopra u o nelle donne.

• La Nascita della Venere: La costa che ha dietro non è


quella della leggenda, cioè quella di Cipro, ma è quella di
Firenze, dove Bo celli vide per la prima volta Simone a
Vespucci. A sinistra c’è Ze ro che ene Aura, poi la
Venere è nuda, si vergogna e si copre con la mano il seno
e con i capelli il ventre. Anche Venere pudica è molto
rara. Nella casa Medici c’erano statue di epoca classica, e
c‘erano statue di Venere pudica, e da lì prende spunto.
Questa opera, come l’altra, sono fa e per Lorenzo
Medici, cugino di Lorenzo il Magni co. La Venere nasce a
largo del Mediterraneo.
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