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A CACCIA DI LUMIERE

11 NOVEMBRE 2023
Bozza tes

1^Parte – area golenale


• Le ura del mito di Prometeo (Michele sceglierà la versione che più gli
aggrada)
(Dopo l’accensione del fuoco il racconto della Lumiera)
• Caccia alle lumiere introduzione al nostro percorso:
Qualcuno grida forte….
Lumiere … lumiere … dove e troven??
E anime dei mor e passae el 31 o obre par visitar paren e amighi…
Qualcuna ae tornaa lassù, ma altre e ancora qua…
Ocio, ocio ae lumiere sconte in mezo ae erbe
Voeo farne paura?
Anca el paron el ne a manda via
a San Mar n ne toca traslocar
e ‘naltra casa trovar
par poder lvorar!
Pron ‘na lumiera paron e nden a storneon

2^ parte – oratorio
• Il giorno di San Mar no segna l’inizio del nuovo anno agrario e ricorda i
traslochi dei contadini avoli da una casa all’altra proprio il giorno della sua
festa la svinatura del vino nuovo, il clima mite nei giorni prossimi alla festa,
de “estate di San Mar no”. Ma a preoccupare i mezzadri era proprio il
rinnovo del contra o di lavoro: se questo avveniva potevano restare a lavorare
in quell’appezzamento per un altro anno, altrimen ques dovevano
traslocare e andare a cercare un altro padrone e un’altra casa; ricostruire un
altro focolare.; il fuoco della famiglia che garan sce calore e cibo. Da qui un
altro proverbio veneto: “San Mar n viene ‘na volta a l’ano, s’el vegnesse ogni
mese el saria a’ rovina del paese”.

• A ciamar “ Pan e vin”…. Scolten scolten a so’ storia an ca (mentre si accende il


fuoco)
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• Le ura… Il pan e vin era la principale tradizione del mondo agricolo; una
cerimonia che coinvolgeva tu a la comunità che si riuniva a orno al fuoco per
recitare formule propiziatorie alla prosperità necessarie per esorcizzare il
terrore della miseria, della fame, della mala a, che minacciavano l’esistenza
di ogni famiglia e di ogni comunità.
Il falò era preparato con molta cura: vi era a enzione nello scegliere il palo
che doveva essere parte viva della pianta pena il malocchio sulla casa;
scegliere il luogo, generalmente ai margini di un campo non arato o sull’argine
del canale in modo da poter essere visto da mol ; piantarlo saldamente nel
terreno e poi a orniarlo di sterpaglie e canne di granoturco.
Alla sommità non poteva mancare un fantoccio, generalmente ra gurato da
una vecchia, che rappresentava tu e le paure dell’uomo e che vengono
allontanate ridendo e cantando a orno al falò. E poi a enzione: il palo del
pan e vin non doveva essere tolto dal suolo prima di San Benede o so o pena
di incorrere in gravi mala e.
Il pan e vin veniva bruciato al vigilia dell’Epifania all’ul mo tocco dell’Ave
Maria della sera dopo la solenne benedizione dell’acqua. Vi era la corsa per
arrivare il più presto possibile a portare l’acqua santa per benedire il falò
acceso dal più anziano del gruppo con in braccio il più piccolo presente… la
con nuità della vita.

E ora tocca a noi a ciamar el pan e vin: (in cerchio a orno al fuoco- uno recita
il primo verso e i partecipan li ripetono)-
El pan e vin
la poenta sul camin
i fasioi par i pori oi
i fasioe par i poare
e patate par e
femenate
el tabaco par i
tabaconi
i bastoni par i paroni
evviva el pan e vin
E ancora…
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ti
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Pan e vin,
la pinsa so o il camin.
Faive a ponente
panoce gnente,
faive a levante
panoce tante».

Can popolari e musiche da ballare


E se vuoi inserire i pronos ci sono ques :
se e faive va al Garbin
ciol el sac e va al muin
se e va al mar
taca i bò e va col car
se e faive e va a montagna
chi che ghi ‘na magna
se e va a ma na
ciol el sac e va a farina
ti
tt
ti
ti
ti

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