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SIGMUND FREUD

FREUD E IL MOVIMENTO PSICOANALITICO


Con Freud nacque la psicoanalisi, l’analisi dell’anima o della psiche. Prima di questo
momento, si pensava che la psiche si iden casse con la coscienza.
Freud scoprì che oltre alla parte cosciente nella psiche è presente l’inconscio.
La nascita della psicoanalisi coincide con la pubblicazione di L’interpretazione dei
sogni, opera di usa nel 1899 ma sul volume la data era 1900, l’inizio di una nuova
era! L’opera parla dell’inconscio, al quale si accede a raverso parole che, associate,
consentono di far emergere i traumi del passato all’origine di disturbi psichici come
le nevrosi. La scoperta della psicoanalisi ebbe inizio da un caso concreto, quello di
Anna O., paziente del do or Breuer.

Freud raccontò il caso di Anna O. nella prima conferenza sulla psicoanalisi che tenne
negli Sta Uni . La donna era a e a da gravi disturbi isterici. Breuer aveva
so oposto la donna all’ipnosi ed era riuscito a comprendere la causa dell’incapacità
di AnnaO. di bere, mangiare e di parlare. La causa andava ricercata in un episodio
che a livello cosciente Anna non ricordava più, ma che era presente nel suo
inconscio: aveva visto l’odioso cagnolino della sua governante che beveva da un
bicchiere.
Non vi erano di erenze tra il cervello di una persona sana e quello di una nevro ca e
non era vero che fosse impossibile risalire alle cause delle nevrosi, come si
sosteneva da secoli. La causa andava ricercata in un trauma infan le di natura
sessuale, in quanto la sessualità è sempre presente nella vita umana.
Freud venne accusato di pansessualismo, cioè di voler spiegare tu e le dinamiche
psichiche dell’uomo con la sessualità, accusa sempre respinta da Freud.

Freud nacque il 6 maggio 1856 in Moravia, da famiglia ebraica. Si laureò in medicina


e iniziò a lavorare all’ospedale di Vienna per guadagnare qualcosa. Grazie ad una
borsa di studio si trasferì a Parigi per seguire le lezioni di Charcot. Promosse la
di usione della psicoanalisi a par re dalla fondazione della “Società psicoanali ca di
Vienna” e nel 1910 nacque l’associazione psicoanali ca internazionale. Nel 1933 a
Berlino i nazis bruciarono le sue opere e nel 1938 dopo l’occupazione nazista di
Vienna, Freud decise di trasferirsi a Londra dove morì nel 1939.

Freud ha sempre saputo che la psicoanalisi avrebbe cambiato il mondo


contemporaneo, perciò in margine al tolo L’Interpretazione dei sogni aveva inserito
una frase tra a dall’Eneide di Virgilio, il cui senso era “sconvolgerò l’Acheronte”, il
ume che simboleggia gli inferi (simbolo dell’oscuro mondo dell’inconscio).
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LA STRUTTURA DELLA PSICHE
All’origine della psicoanalisi c’è il caso di Anna O. Dopo questo caso Freud convinse
Breuer a studiare altri casi simili e collaborare alla stesura degli Studi sull’isteria.

Misero a punto il metodo catar co: Freud e Breuer si convinsero che la psiche
contenga una parte inconscia cos tuita da ricordi trauma ci e ipo zzarono che dopo
aver ipno zzato il paziente la scarica emo va provocata dal ricordo potesse
innescare un processo catar co (puri cazione) in grado di liberare il malato.
Freud però decise di abbandonare l’ipnosi perché creava dipendenza nel paziente e
poteva essere applicata solo agli individui facilmente sugges onabili.
Sos tuì l’ipnosi con il metodo della pressione che consisteva nel provocare il
ricordo mediante la pressione della sua mano sulla fronte del paziente.
Nel 1903 abbandona anche questo sistema per ado are il metodo delle libere
associazioni con il quale cercava di rilassare il paziente in modo che associasse
liberamente le parole tra loro no a risalire agli even trauma ci. Con questo
metodo capì anche che bisognava analizzare tu a la personalità del paziente e non
solo l’evento trauma co.

Secondo Freud la coscienza si occupa solo di una piccola parte dell’a vità psichica.
Fino al 1920 Freud dis ngue tre luoghi della mente: conscio, preconscio e inconscio.
Esso è il primo modello mentale, denominato PRIMA TOPICA PSICOLOGICA:

• Il conscio corrisponde a ciò che si conosce di sé;

• Il preconscio corrisponde a quanto con uno sforzo di memoria si riesce a


ricordare del vissuto censurato (causa dolore);

• L’inconscio comprende momen che la nostra psiche considera così spiacevoli


da non voler più ricordare.

La censura svolge un ruolo decisivo, cioè controlla il passaggio dei contenu psichici
dalla fase cosciente a quella preconscia o inconscia. Essa agisce per mezzo di un
meccanismo de o “rimozione”: la psiche censura desideri e ricordi di cara ere
sessuale ritenu vergognosi e causa di so erenza: li allontana e li colloca nel
preconscio o nell’inconscio.
Ques episodi però non scompaiono dalla nostra psiche, ma solo non li ricordiamo a
livello cosciente. Nell’inconscio il problema rimosso con nua ad esistere e origina i
disturbi psichici. Dimen care, quindi, signi ca spostare un ricordo dal conscio
all’inconscio o al preconscio.
Dopo il 1920 Freud elabora il secondo modello mentale, chiamato SECONDA TOPICA
PSICOLOGICA: la psiche si ar cola in tre par : l’Es, l’Io e il Super-io.
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• L’Es è una dimensione senza tempo e al suo interno si agitano le pulsioni,


delle spinte psichiche che obbediscono al “principio del piacere”;

• Il Super-io è la “coscienza morale” di un individuo ed è cos tuito dalle regole


e dalle aspe a ve che lo accompagnano nella vita;

• L’Io è la parte organizzata della psiche. “E’ servo di tre padroni”:

- L’Es lo spinge a soddisfare le pulsioni irrazionali;


- Il mondo esterno lo richiama alle regole della convivenza;
- Il Super-io lo punisce in quanto giudice e censore.

La di erenza tra normalità e nevrosi è che nell’individuo normale l’Io riesce a


trovare un equilibrio tra le esigenze dei tre padroni; quando l’Io non raggiunge
questo equilibrio l’individuo viene assalito da una triplice angoscia:

• Angoscia reale nei confron del mondo esterno;

• Angoscia morale nei confron del Super-io;

• Angoscia irrazionale nei confron delle pulsioni dell’Es.

I sintomi nevro ci sono il tenta vo di contenere questa triplice angoscia e non sono
sempre nega vi. Nel momento in cui non sono tollerabili, il nevro co ha bisogno di
cure.
La mente umana è simile ad un iceberg: la parte emersa è quella più piccola.
I con ni tra l’Io, l’Es e il Super-io non sono mai ssi: come l’acqua che sos ene
l’iceberg è in con nuo movimento e lo stesso iceberg è in evoluzione, così tra l’Io,
l’Es e il Super-io i rappor sono dinamici.

LA TECNICA PSICOANALITICA
Le manifestazioni oniriche sono fondamentali: i sogni proteggono il sonno e proprio
nei sogni l’inconscio può scaricare le pressioni dell’inconscio aggirando l’azione della
censura onirica (meccanismo che camu a nei sogni i desideri inconsci inacce abili).
Il sogno non è pura fantasia, ma il camu amento di un desiderio rimosso, cioè il suo
appagamento allucinatorio. Freud dis ngue tra:

• Contenuto manifesto: cioè il sogno così come lo ricordiamo;



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• Contenuto latente: cioè il vero signi cato del sogno, che è nascosto.

Freud dà molta importanza al contenuto latente in quanto ri ene ingannevole


quello manifesto.

I sogni hanno due protagonis , la censura onirica e il desiderio proibito che si


accordano sulla base di un compromesso: la censura onirica soddisfa il desiderio
proibito a pa o che quest’ul mo venga camu ato.
L’inconscio opera per mezzo di immagini visive prive di una trama logica e di cili da
comprendere. Per interpretare i sogni occorre a darsi alla tecnica psicoanali ca in
modo a rifare il percorso compiuto dal lavoro onirico (individuare da parte
dell’inconscio l’accordo tra censura e desiderio così da soddisfare in modo camu ato
i desideri dell’inconscio).

L’Io impiega tanta energia per tenere a bada le pulsioni dell’Es, ma anche quelle del
Super-io possono diventare così pesan da generare le nevrosi. L’analista interviene
dopo il seguente pa o:

• Il paziente prome e di me ere a disposizione tu i pensieri presen nel suo


Io cosciente;

• L’analista gli assicura discrezione e me e a suo servizio la propria esperienza.

Il paziente dovrà comunicare tu o ciò che pensa, per quanto possa essere irrilevante
o assurdo. L’analista fa uso di un divano per far rilassare il paziente, in modo che si
instaurino libere associazioni tra le parole pronunciate no a raggiungere i ricordi
rimossi (metodo delle libere associazioni).
Molto u li per scoprire i desideri profondi dell’individuo sono gli a manca , cioè
manifestazioni dell’inconscio come lapsus, distrazioni, ba ute. Sono come una
specie di compromesso tra ciò che pensa il conscio e ciò che c’è nell’inconscio. Si
tra a di un altro modo con cui l’inconscio camu a i suoi desideri.
Può succedere anche che il paziente blocchi (non riesca cioè produrre associazioni) e
perciò è d’aiuto ricorrere a dei simboli onirici, come ad esempio l’imperatore e
l’imperatrice (genitori di chi sogna), scale a pioli e scalinate, ecc..
Nel corso dell’analisi, il paziente vede l’analista come una persona signi ca va della
sua infanzia, ad esempio la madre o il padre; di conseguenza tende a trasferire
sull’analista i sen men che prova nei loro confron . Si parla di transfert:

• Se il transfert è posi vo (cara erizzato da a e uosità), cos tuisce un aiuto al


tra amento in quanto il paziente prova piacere a collaborare con l’analista;
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• Se il transfert è nega vo (cara erizzato da os lità), l’analista diventa un
ostacolo alla guarigione.

Il transfer venne scoperto da Freud partendo da un caso clinico. Freud si prese cura
di Dora, una ragazza a e a da nevrosi isterica. Dopo tre mesi di sedute la ragazza
interruppe il tra amento. Si era innamorata di Freud, per cui andava alle sedute solo
per incontrarlo e così decise di non vederlo più. Il transfer poteva trasformarsi in una
trappola mortale per la terapia. Per evitare questo rischio, l’analista deve so oporsi a
un’analisi personale e poi preparare il paziente, spiegandogli che ciò che può
avvenire nei suoi confron è solo il ri esso di even passa .
Freud scoprì poi che le nevrosi sono causate da un trauma infan le (immaginario o
reale) di natura sessuale. La sessualità diventò il tema della sua ri essione.

LA TEORIA DELLA SESSUALITÀ


In passato si riteneva che la sessualità coincidesse con la genitalità; che la vita
sessuale iniziasse con la pubertà; che avesse come nalità la procreazione e che i
bambini fossero “asessua ”.
Ri e endo su ques aspe , Freud giunse alla conclusione che sessualità e genitalità
non coincidono a a o: l’aspe o genitale è solo una parte di quello sessuale. Capì
anche che la sessualità cara erizza la vita, n dalla nascita.

La vita sessuale è dominata dalla libido, usso di energia connessa al desiderio


sessuale, che si localizza nelle par erogene del corpo, a seconda delle fasi della vita:

• Fase orale: il primo organo che si presenta come zona erogena è la bocca. Il
bambino ricava il nutrimento dal seno della madre e prova piacere nel
poppare. La fase orale cara erizza il primo anno di vita.

• Fase anale: fase pica del secondo e terzo anno di vita. Il bambino prova
piacere a tra enere e rilasciare le feci. La zona erogena è cos tuita dall’ano.

• Fase fallica: pica del quarto e quinto anno di vita, quando vi è la scoperta dei
genitali. Il bambino scopre il pene come zona erogena e prova piacere nel
toccarsi.

“Il bambino è un essere perverso e polimorfo.” Il termine perversione indica il


proseguimento di un ne, il piacere ero co, diverso da quello procrea vo.
Il termine polimorfo indica che il piacere viene perseguito con varie par del corpo.
Nella fase fallica il bambino mostra a enzione verso la madre. Fino a quel momento
il bambino aveva avuto come modello il padre, ma ques ora diventa un rivale che il
bambino vuole sos tuire al anco della madre.
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Questo è il contenuto del complesso di Edipo, così chiamato perché coincide con ciò
che accade nell’Edipo re, tragedia di Sofocle: come il re Edipo uccide suo padre e
sposa sua madre, il bambino vorrebbe uccidere il padre per unirsi alla madre. Ques
desideri ovviamente suscitano la condanna morale del Super-io. Inoltre il bambino
avendo scoperto la di erenza anatomica tra i due sessi, sa che le bambine non
hanno il pene. Ma è stato tagliato a causa del desiderio di congiungersi alla madre?
L’angoscia che suscita il complesso di evirazione, fa sì che il bambino valu ogni
azione prima di a uarla. Da quel momento in poi, la madre è ogge o di tenerezza.
La bambina invece, nella fase fallica, prova l’invidia del pene, nel senso che sente di
essere inferiore nei confron dei maschi. La bambina non perdona alla madre di
averla messa al mondo priva del pene. Di conseguenza se ne distacca e la sos tuisce
con il padre. Il complesso di Edipo della bambina si con gura in modo analogo a
quello maschile: vorrebbe uccidere la madre e unirsi al padre. Ma anche qui ci sarà
la condanna del Super-io e si supererà la fase edipica.
Freud ri e e sul ruolo dei genitori e conclude che i genitori risvegliano
l’a eggiamento edipico del bambino, abbandonandosi anch’essi all’a razione
sessuale.
Dal quinto e sesto anno di vita no alla pubertà si assiste a un arresto dell’interesse
sessuale. In questo periodo di latenza, i bambini rimuovono i desideri edipici e
compaiono la riservatezza e il pudore.

IL RUOLO DELL’ARTE
Per Freud le opere d’arte sono come i sogni: rappresentano il soddisfacimento
allucinatorio di un desiderio represso. L’arte consente di soddisfare i desideri repressi
tramite la sublimazione: essa consiste nello spostamento di una pulsione sessuale
verso un obie vo non sessuale.
L’ar sta è colui che sogna ad occhi aper tras gurando in forme ar s che acce abili
le sue pulsioni sessuali insoddisfa e. L’arte è quindi una terapia anali ca: obbliga
l’ar sta e lo spe atore a fare i con con le emozioni più profonde. Analizzando una
novella di Jensen, Freud individua alcune coincidenze fra poeta e psicoanalista, i
quali lavorano sullo stesso ogge o. Il poeta si comporta come il bambino quando
gioca, crea un mondo fantas co per soddisfare i suoi desideri e lo prende molto sul
serio, dis nguendolo dalla realtà.
L’irrealtà del mondo poe co perme e di trarre un godimento da situazioni che nella
realtà sarebbero penose. Gli adul , inoltre, anche se hanno smesso di giocare,
con nuano a fantas care; vergognandosi delle proprie fantasie. Il poeta, invece,
me e gli adul in condizione di gustare le proprie fantasie senza vergogna.
Vi è una catena di analogie (gioco, fantasia, romanzo) che mostra come sia nella
natura dell’uomo non rinunciare a nulla.
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L’arte perme e una riconciliazione fra il principio del piacere e quello della realtà:

• L’ar sta traspone sul piano della fantasia i propri desideri ero ci allontanandosi
dalla realtà;

• Poi, trova una via per ritornare al mondo della realtà creando l’opera d’arte, che è
una nuova realtà di cui diventa l’eroe.

L’arte non sos tuisce la saggezza, ma conduce ad essa: perme e agli uomini di
rifugiarsi in una regione fra l’illusione e la realtà in cui si può tollerare la durezza
della vita.

IL SUPER-IO COLLETTIVO
La psicoanalisi poteva essere u lizzata anche per interpretare la storia dell’umanità.
In Totem e tabù Freud sos ene che all’origine della civiltà (cultura totemica) vi erano
due tabù: il divieto dell’incesto e il divieto di uccidere il padre.
In Al di là del principio di piacere Freud divide le pulsioni in due specie che chiama
Eros (dio dell’amore) e Thanatos (dio della morte):

• Eros corrisponde alle tendenze sessuali che sono pulsioni di vita e si esprime
nell’amore;

• Thanatos corrisponde alle tendenze distru ve che sono pulsioni di morte e si


esprime nell’odio.

Introduce la contrapposizione tra pulsioni di vita e di morte.


Il con i o è di natura interiore e sociale, cioè presente nella storia di tu a l’umanità.

In un’altra opera, Freud sos ene che il rapporto con il padre si proie erebbe nella
gura di Dio, nel senso che il padre celeste sarebbe la proiezione del padre terreno.
La religione è quindi un appagamento illusorio di desideri infan li. Essa è des nata a
scomparire con il progredire della civiltà.
Pertanto, il Super-io colle vo (nato per proteggere gli uomini) può diventare la
causa dell’infelicità e del malessere.
La civiltà è il male minore rispe o a un modello estremo di umanità senza società, in
cui l’uomo potrebbe diventare pericoloso.
Freud sos ene che l’aggressività sia una dote dell’uomo, che si ricollega alle pulsioni
di morte.
Freud in ne si dichiara pessimista: pur eliminando gli strumen in cui si manifestano
le pulsioni aggressive, gli individui ne troverebbero altri da u lizzare.
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