Sei sulla pagina 1di 151

08/02/2021

LIBRI DA LEGGERE A SCELTA:


La guerra fredda – Joseph Smith = diverse tappe, scontro tra mondo comunista e looccidentale.
Tu i passaggi principali, dalla divisione della Germania alla creazione della NATO, relazioni
internazionali…

La decolonizzazione - Raymond = dinamiche culturali, sociali, poli che ed economiche alla base del
percorso di decolonizzazione e conseguenze ( ne imperi coloniali ecc)

Breve storia dello Stato sociale = sicurezza sociale, stato sociale e regimi totalitari, ul mo cap
dedicato ai nuovi aspe che lo stato sociale si è trovato ad assumere a causa dei cambiamen
odierni

Il secolo dei genocidi – Bruneteau = i grandi genocidi del XX secolo, armeni, ebrei, massacro in
Cambogia, Bosnia…

Novecento di con ne – Mile o = l’esodo Giuliano Dalmata (?), con ne orientale d’Italia

Storia e poli ca dell’Unione europea – Mammarella = ricostruisce i passaggi dell’UE, ampio

L’Unione Sovie ca – Graziosi = principali passaggi della storia

Storia degli Sta Uni dal 1945 a oggi – Mammarella = no a Obama

L’altra metà dell’Europa – Guida = i paesi satelli dell’Unione Sovie ca, vissu nell’ombra di Mosca
e poi con la distruzione dell’Unione Sovie ca sono arriva ad essere protagonis dell’UE

Medio Oriente – Emiliani = problema che, con i , arabo israeliano pales nese

Il prezzo della ricostruzione – De Clemen = fenomeno dell’emigrazione, ricostruisce una


mappatura dell’emigrazione italiana nel secondo dopoguerra (all’esterno e interna)

Italiane – Willson = biogra a del Novecento a raverso lo sguardo delle donne (comuniste,
poli che, fasciste, contadine) sull’Italia.

America La na – Trento = la storia

L’inquietudine dell’Europa – Gatrell = spostamen di popoli avvenu in Europa (mo vazioni


poli che, economiche o forza )

L’età delle migrazioni forzate – Ferrara = esodi, deportazioni

Storia contemporanea = associazione un po’ “contradditoria”, parole che sembrano non poter stare
insieme. La storia è un conce o che rimanda al passato, il termine “contemporaneo” indica
qualcosa che accade nel momento in cui si parla. De nizione allora occasionale, che si riferisce
sopra u o al contesto culturale italiano.
tti
ti
ti
tt

tt
ti
ti

ti
ti

fi

ti
tti
fi
tt

tt
ti

ti

ti
ti

tt
fi
fl
ti
tti
ti
fi
fi
ti

ti
fi
ti
ti

ti
ti
ti

fi
ti

ti

ti
È nota un’età contemporanea, che indica un tempo non concluso e ssare i limi è molto di cile.
La prima proposta fa iniziare la storia contemporanea con la Rivoluzione francese (, la seconda con
il Congresso di Vienna (1814)

Rivoluzione francese: evento che muta sul piano poli co l’organizzazione dello spazio poli co e che
di onde i suoi e e in tu a Europa a raverso l’età napoleonica. Fissare questa come data di ne
del mondo moderno e inizio dell’età contemporanea ha prodo o diverse cri che.

Congresso di Vienna: in quell’anno si ene, dopo la scon a di Napoleone a Waterloo, il Congresso


di Vienna, importante per de nire l’asse o di tu a Europa, che vede presto consolidato il processo
di cos tuzione degli sta nazionali, presto protagonis della poli ca Europea. Dopo si assiste a sta
che iniziano a ripensare la loro organizzazione burocra ca, a migliorare i propri sistemi nanzia e
militari, ado ando sistemi giuridici e codici più “ra na ”. Dopo il congresso si ha la seconda
rivoluzione industriale: trasformazione economica e sociale della società, con lo sviluppo delle
grandi aree urbane. Dopo il congresso si hanno anche una serie di miglioramen dei traspor ,
delle tecniche agricole, della vita privata (cultura con maggiore spazio alla sfera individuale); tu
fenomeni che impiegano decenni ad a ermarsi, ma che indicano un cambiamento che coinvolge
l’intera Europa. Proprio per questo si è più propensi ad indicare questa data come l’inizio dell’età
contemporanea. Ques fenomeni però non hanno alcun po di signi cato se riferi ad Africa, Asia
o con nente americano: questo modello è limitato, eurocentrico, Europa considerata come unico
centro poli co, intelle uale ed economico. Ecco perché anche questa data presenta perplessità.

Un altro problema dell’Età contemporanea è quello di cercare una sua periodizzazione: si può
individuare un possibile inizio, ma non si può fare la stessa cosa con una sua conclusione. Si può
provare a tracciare una periodizzazione tradizionale, riferita a even collocabili a quelli della
grande storia:
• 1815-1870 = congresso di Vienna, rivoluzione industriale ed emergere degli Sta nazione;
• 1870-1914 = imperialismo e nazionalismo;
• 1914-1945 = le due guerre mondiali;
• 1945-1991 = la guerra fredda;
• Post 1991 = tempi recen .

Buona parte di quella che è de nita “storia contemporanea” si snoda lungo l’asse del Novecento,
punto di osservazione privilegiato, secolo fondamentale.
Non esiste una de nizione univoca di “Novecento”, perché è di cile riuscire a trovare un’unica
de nizione che racchiuda le tante complessità che a raversano il secolo. È un secolo mobile, in
con nuo divenire, nel quale si intrecciano e coesistono cambiamen , trasformazioni e
contraddizioni, even che portano a un taglio ne o dal passato. Ciò fa sì che esso sia un secolo
frammentato, dal momento che è segnato da mol even .

È di cile dare una periodizzazione, poiché si hanno mol personaggi, mol da , mol even …
di cili da periodizzare precisamente. Nei secoli preceden c’è sempre stato un evento dominante,
che ha permesso di racchiudere il periodo in un’espressione sinte ca.
In questo secolo abbiamo un intrecciarsi di grandi cambiamen , trasformazioni sociali,
demogra che, che hanno impa o su milioni di persone provenien da tu o il mondo, sulla loro
vita e iden tà.
ff
ffi
fi
ti
ffi
ti
ti
fi
ti
ti
tt

ff
fi
tti
ti
tt
ti
ti
ti
tt

fi

fi
tt

ti
tt
ff
tt

tt
tt
ti
ffi
tt
ti
ti
ti
ti
ti
fi
ti
ti

tt
ti

ti
tt
ffi
ti
ti
ti
ti
ti
fi
fi

tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti

ti
ti
fi
ti

ffi
ti
ti
fi
ti
tti

ti
È molto più semplice individuare i passaggi cruciali che hanno rappresentato il Novecento:
1. Secolo delle guerre
2. Secolo delle ideologie
3. Secolo delle masse
4. Secolo dei totalitarismi
5. Secolo delle donne
6. Secolo dello sviluppo tecnologico
7. Secolo dei giovani
8. Secolo dei genocidi
9. Secolo delle migrazioni
10. Secolo dei diri

1) Secolo delle guerre


L’esperienza bellica a raversa l’intero Novecento, che vede svolgersi tre con i : due mondiali
(due guerre calde), nelle quali la mentalità e le strategie della prima incidono e determinano le
sor della seconda e poi una guerra fredda. Con i (sopra u o le due guerre mondiali) ai quali
partecipano l’intera popolazione e che portano in modo sistema co alla cancellazione della
dis nzione tra civili e comba en . Sono con i di eren rispe o ai preceden , ad esempio il
maggior potenziale e l’arsenale distru vo in mano ai belligeran (nuove tecniche militari), per il
teatro planetario nei quali i con i sono comba u e perché non amme ono la pace come
naturale conclusione. Inoltre, sono guerre assolute, perché vedono scontrarsi diverse concezioni
del mondo, diversi modelli di organizzazione sociale, che ambiscono ad imporre il proprio potere
a raverso la distruzione dell’avversario: al termine della I GM scompaiono imperi e si a ermano gli
Sta nazione, la II GM alla ne vede la scomparsa della Germania come Impero, la Guerra Fredda
termina con la caduta dell’Unione Sovie ca. In più sono con i con al ssima carica violenza. A
causa delle guerre nel solo Novecento sono state più del triplo di tu e le vi me dei secoli
preceden : il XX secolo ha generato un bilancio di 110 milioni di mor nelle due guerre mondiali +
i mor dei con i successivi. Nonostante non ci sia paragone tra la popolazione del XX secolo e
dei secoli preceden , il primo indica comunque 44 vi me per ogni 1.000 abitan vs 3 vi me ogni
1.000 abitan nel Cinquecento.
I con i del Novecento sono distru vi e impersonali, inoltre sono scontri tra vere e proprie
ideologie: fondamentalmente la guerra assume il cara ere di uno scontro tra sistemi poli ci
di eren mobilita gli uni contro gli altri, diventa uno scontro tra concezioni poli che e valore. La
posta in gioco non è solo la sos tuzione di un sistema di pensiero, ma anche di avere la meglio su
altre popolazioni.
Guerra totale: il teatro è stato per la prima volta mondiale, mobilitando l’intera popolazione
(anche per coinvolgimento forzato). Proprio per questo coinvolgimento viene coniata questa
espressione.

2) Secolo delle ideologie


Le ideologie diverse si mobilitano le une contro le altre, anche nei momen di pace.
Esse mobilitano l’intera società, non un gruppo elitario, cos tuiscono gli sta (sta fascis , sta
comunis ) che mobilitano le loro risorse in funzione a tu o ciò.
Come integrare le masse contadine e operaie nello stato, cioè come dare diri poli ci e sociali a
milioni di persone che ne sono prive e che premono per averli. Lo stato liberale non è in grado di
rispondere a ques problemi, perciò si presentano diversi modi per integrare le masse all’interno
dello stato, con sistemi che cercano in modo diverso di rispondere allo stesso problema.
tt
ff
ti
ti
ti
fl
ti
tti
ti
ti
ti
ti

tti
fl

tti

ti
ti

ti

tt

fi
tt
ti

fl
ti

tti
tti
tti
ti
fl
tti
fl
tt
tti
ff
ti
tti
tt
tt
ti
tt
ti
fl
tti
tt

tt
ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti
tti
ti
fl
tti
tti
ti
ti
ti
ti
ti

ff
tti
ti

ti

ti
3) Secolo delle masse
Irrompono in maniera decisa nella scena, già alla ne dell’O ocento, con la Rivoluzione Industriale
e il capitalismo. Si ha anche l’esplosione demogra ca. Le masse di cui si parla non sono una grande
quan tà di popolazione, ma una costruzione storica risultata da cinque fa ori: crescita
demogra ca, l’urbanizzazione, l’a ermazione del fordismo e taylorismo, la di usione dei consumi e
l’aumento del tenore di vita, l’alfabe zzazione di massa. Un altro aspe o è quello delle masse, che
entrano nel discorso poli co: esso avrà importanza fondamentale per il coinvolgimento delle
masse nel secolo.

4) Secolo dei totalitarismi


• Fascismo
• Nazismo
• Stalinismo

Cara eris che:


• presenza di un apparato ideologico forte, teso a dis nguere amici/nemici;
• presenza di un par to unico, guidato da un leader carisma co, detentore del potere
assoluto;
• presenza di un apparato propagandis co e repressivo in grado di azzerare ogni forma di
dissenso e di assicurare il pieno controllo;

5) Secolo dei genocidi


Veri e propri programmi sistema ci di eliminazione sica: deportazioni e stermini (armeni, shoa,
Cambogia, Bosnia). Milioni di vi me innocen .
Termine coniato nel 1944 da un giurista polacco e viene applicato per la prima volta nel 1946
durante il Processo di Norimberga. La parola indica un par colare crimine commesso a danno di
una par colare etnia mediante uccisione, dispersione di persone, di is tuzioni/beni/monumen
appartenen a quella popolazione. Un altro passaggio associato a questo termine è nel 1948 da
parte dell’ONU: coloro che si macchiano di questo deli o, sia organi di uno stato che ci adini,
debbano essere considera colpevoli e so opos a giudizi nei tribunali in cui è avvenuto il fa o o
tribunali internazionali.

6) Secolo dei razzismi


La presunta inferiorità biologica di una determinata etnia e operare discriminando rappresenta le
basi del razzismo.

7) Secolo delle migrazioni


Per mo vazioni di eren (cause economiche, guerre, calamità naturali), fenomeno mondiale che
non va confuso con le migrazioni dovute a cause forzate (invasioni, colonizzazioni). Per cara ere
economico sono le più consisten : tra la ne dell’O ocento e l’inizio del Novecento, europei che
partono verso l’America. Fenomeno mondiale che ha importan e e economici, demogra ci e
culturali. L’Italia tra il 1871 e il 1915 vede par re circa 13,5 milioni di persone, prima dal nord e poi
dal sud, migran verso il resto d’Europa e verso il con nente europeo. Migrazione che non si
arresta, con nua anche dopo la Seconda Guerra Mondiale.

8) Secolo dei profughi


tt
ti
ti
ti

fi

ti

ti
ti

ti

ff

ti

ti
ti

ti

tti
ti
ti
ff
ti
ti
fi

tt
ti
ti

ti
fi
fi
tt
ti
fi
ti
tt
ti
ti

tt
ti
ff
tti
tt
ti
tt

ff
tt
tt
fi
tt
ti
In fuga da guerre, con i , persecuzioni, espulsi dai propri paesi o impossibilita a farne ritorno.
Percorrono le strade di interi con nen .
9) Secolo dei diri
Resistenza, libertà ed economia = parole chiave, passaggio fondamentale con la dichiarazione dei
Diri dell’Uomo, che cos tuiscono i valori intorno ai quali bisogna costruire il mondo da
rispe are.

10) Secolo delle donne


Il loro ingresso nella scena pubblica: irrompono come sogge o autonomo, storia scri a da uomini
e donne. Nuova distribuzione di ruoli e poteri, passaggi che so olineano l’a ermazione delle
donne.

11) Secolo della tecnologia


Secolo del possibile: era dei grandi sviluppi tecnologici (la produzione in serie, le catene di
montaggio, l’acciaieria a usso con nuo, il modello fordista, modernità nei traspor quali l’aereo
per superare spazi e distanze). La tecnologia rende possibile ciò che prima era solo possibile
immaginare.

12) Secolo dei giovani


Resistenze, ri u , tensioni e ribellioni determinano e delineano il comportamento dei giovani,
sopra u o alla ne degli anni Cinquanta, quando conquistano lo spazio pubblico contribuendo
all’a ermazione di comportamen colle vi, culture, mode, dinamiche sociali diverse a quelle del
passato. Essere giovani diventa un valore, i giovani dimostrano di voler diventare protagonis .

15/02/2021
SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (1870-1900)
1870 = forte espansione dell’economia europea che tocca agricoltura e industria. Nascita di nuove
potenze economiche che soppiantano il ruolo dell’Inghilterra, grazie a nuove basi energe che e
nuove basi tecnologiche. In Europa emergerà la Germania e fuori gli Sta Uni .
L’economia europea conosce una grande spinta espansionis ca, cui si accompagnano processi di
po tecnologico e produ vo, coinvolgendo anche quei paesi che prima erano rimas ai margini.
Germania: forte nei se ori tecnologicamente avanza (chimica, acciaio, ele ricità). Si sviluppa
grazie a un apparato statale impegnato a favorire una crescita industriale.
Presenza nella Germania di un sistema bancario par colare: sistema delle banche miste, capaci di
unire le funzioni della banca industriale e inves re nell’industria.
Il sistema ferroviario rappresenta uno sviluppo impetuoso, sopra u o per nanza e industria. Per
la nanza, perché nei paesi dove i capitali erano scarsi (come l’Italia) era necessario fare appello al
capitale straniero, prevalentemente in Europa, di origine francese o britannica. Per l’industria,
perché l’espansione delle ferrovie produceva un indo o mul se oriale nel se ore tessile, del
legno, del vetro…

Francia = diede luogo a un po di industrializzazione molto di erente, disseminata, ancora


preminente il fa ore agricolo.

Gran Bretagna = a ronta l’inizio del proprio declino, perché incapace ad ada arsi alle novità messe
in campo.
ti
fi
tti
ff
tt
tt

tt

fi
ti
tt
fi
tti

ff

fl

tt

tti
tti
fl
ti
ti

ti
ti
ti
ti
tti

ti

ti
ti
tt
ti
tt
ti
ff
tt
tt
tt

tt
ti

fi
ff
tt
tt
ti
tt
ti

ti
ti
tt
ti
ti

Italia, Impero austro-ungarico e Russia = vedono svilupparsi, seppure in maniera diversa tra di loro,
degli importan processi di industrializzazione. Ciò che legava queste tre aree era intanto una
crescita economica piu osto lenta, poi il rilevante ruolo svolto dallo stato, la presenza di un
sistema bancario misto simile a quello tedesco e l’a usso di capitali. Tu e, inoltre, erano molto
diverse internamente. All’interno di ques territori le produzioni industriali si concentrano in aree
precise, limitate.
Impero austro-ungarico = Vienna, Boemia.
Italia = nord ovest.
Russia = vicino alle grandi ci à, sempre a nord.

Restano indietro gli sta che avevano problemi lega a una poli ca protezionista e legata alle
campagne ! Spagna, Portogallo, Serbia, Romania e Bulgaria.

Lo sviluppo industriale è reso possibile da sei fa ori:


• sempli cazione legisla va
• barriere commerciali
• sfru amento minerario
• sviluppo delle banche
• mezzi di trasporto
• mezzi di comunicazione

Fanno comparsa anche nuovi strumen des na a rivoluzionare la vita quo diana di molte
persone (la lampadina, il motore a scoppio, il telefono…).
Nessuno dei se ori produ vi resta estraneo al rinnovamento tecnologico, che interessa quelli che
però saranno i se ori trainan (l’acciaio, il chimico e l’ele rico).

ACCIAIO:
prima di questo periodo non era impiegato su vasta scala, era un materiale molto importante
perché resistente, ma la sua produzione costava molto. Il suo u lizzo era limitato a se ori speci ci.
Grazie a nuove tecniche di fabbricazione fu possibile capovolgere il discorso: fu possibile produrre
grandi quan tà di acciaio a cos abbordabili ! l’u lizzo dell’acciaio cresce a ritmi eleva e viene
u lizzato come soluzione a tan problemi (utensili domes ci, macchine industriali, ferrovie…). Con
l’acciaio vengono anche costruite infrastru ure (pon , edi ci) ! Twin Tower e Tour Ei el come
simboli.

Le esposizioni universali sono un’invenzione dell’O ocento, organizzate per celebrare quella che è
la modernità. La prima esposizione viene organizzata a Londra nel 1851, la seconda è quella di
Parigi nel 1889.

CHIMICA:
industria versa le, abbraccia una grande varietà di prodo (saponi, concimi, esplosivi).
1886 = scoperta della capacità di riuscire a creare l’alluminio dalla bauxite.
1875 = dinamite.
Invenzione degli pneuma ci.
Un passaggio importante è la creazione delle prime bre tessili ar ciali.
Ai processi chimici si lega tu a l’industria alimentare: vengono ado a nuovi metodi di
conservazione (sterilizzazione e conservazione in scatola).
ti
tt
fi

ti
ti
ti
tt

tt

ti
ti
tt

ti
tti

tt
tt
ti

ti
ti
ti
ti
tt

ti

tt
ti
ti
ffl
tt
ti
fi

ti
tt
tti

ti

fi

ti
ti

ti
tt
fi
ti
tt

ti
tt
ff
ti

fi

ELETTRICITÀ:
all’esposizione di Parigi, una delle scoperte più celebrata fu l’ele ricità. In questo contesto assume
anche un valore simbolico importante: rappresenta il trionfo della luce sul buio, del progresso.
Anche l’ele ricità si inserisce nella linea del progresso e della tecnica.
Poi applicata anche all’industria a raverso l’energia: la sua prima applicazione avviene grazie ai
mezzi di comunicazione senza li, poi u lizzandola per il riscaldamento, trasformarla in movimento
(energia ele rica). L’invenzione, nel 1779, di Edison della lampadina è la più importante: per la
prima volta l’ele ricità fornisce qualcosa di u le non solo all’industria e al commercio, ma anche a
ogni famiglia.
Forte richiesta ! non più macchine a vapore, ma si passa all’energia idrica: hanno nuovi impulsi la
costruzione di centrali idroele riche, sopra u o in paesi poveri di carbone, ma ricchi di bacini
idrici.
All’ele ricità sono legate delle invenzioni che, perfezionate, inizieranno a incidere davvero sulla
vita quo diana (Meucci con il telefono, la cinematogra a…).

NUOVE FONTI ENERGETICHE:


Negli anni Novanta dell’O ocento prendono piede i combus bili liquidi (petrolio), che bruciavano
molto bene e producevano molto, occupando molto meno spazio. Ma aveva cos eleva di
produzione: iniziano ad acquisire importanza le compagnie di estrazione di petrolio.

Si rendono indispensabili nuove forme di proprietà delle imprese: la società per azioni si sviluppa
in questo periodo.
Si rendono necessarie nuove forme di raccolta del capitale, a raverso un mercato sempre più
nanziato e controllato dalle banche.
Ciò vuol dire che gli is tu bancari e i nanziari catalizzano i propri capitali verso gli inves men
produ vi: si crea uno stre o rapporto fra industrie e banche.
La rivoluzione industriale è una fase del capitalismo nanziario.
In questo periodo le industrie che operano nello stesso se ore iniziano anche a unirsi, facendo
crescere le loro dimensioni e facendo nascere le HOLDING, TRUST e CARTELLI.

Anche quella che è l’organizzazione del lavoro e della produzione industriale viene innovata, per
facilitare la produzione (nastri trasportatori, montacarichi) e volta ad aumentare la produzione. Tra
i processi di quella che è una vera riorganizzazione produ va riguarda la grande fabbrica: si ha il
tenta vo di u lizzare in maniera più razionale e scien ca i lavoratori, per abbassare il costo dei
lavori e aumentare il guadagno. Novità che arriva dagli USA (organizzazione scien ca del lavoro,
inventata da Taylor). Si basa sulla scomposizione delle varie fasi del ciclo produ vo, scomposte in
operazioni elementari, misurate e programmate da una parte e dall’altra dando ai lavoratori
compi semplici, meccanici e ripe vi. Nasce così il taylorismo, un sistema basato sulla
parcellizzazione delle mansioni e su un serrato controllo sui tempi di lavoro. Il taylorismo coincide
con le innovazioni introdo e nel 1913 da Ford, che riorganizza l’intero stabilimento intorno a un
elemento nuovo: la catena di montaggio, che unisce le diverse fasi dell’assemblaggio di un veicolo.
Essa riduce dras camente i tempi e i cos di produzione.
Queste innovazioni si a ermeranno solo con la Prima Guerra Mondiale, perché no ad allora
cara erizzeranno solo Germania e USA (emergen ).
fi
tt
ti
tt
tti

ti
ti
tt
tt

ti

tt
ti

ti
ff
ti
tt
tt
tt
tt

fi
tt
ti
ti

fi
ti
ti
tt
ti
tt
ti

fi
ti
fi
fi

tti
tt
ti

tt

tt

tti
fi
ti
ti
fi

ti
ti
ti
1899 = un gruppo di inves tori, tra i quali spiccava Giovanni Agnelli, fonda la FIAT a Torino (capitale
italiana dell’automobile). Tra la ne dell’O ocento e l’inizio degli anni Ven a Torino operano ben
40 fabbriche automobilis che; la FIAT diventerà la più importante.
1923 = nuovo stabilimento del Lingo o, grazie all’aumento della produzione, primo stabilimento
italiano a u lizzare il sistema fordista (fru o del rapporto tra Agnelli e Ford).

La produzione in serie imme e sul mercato una nuova quan tà di prodo . Nei primi decenni del
Novecento si a erma una produzione di massa, non volta più solo ai beni di prima necessità, ma
anche estesa ad altri pi di beni (consumo di massa).

Urbanesimo: uno degli e e della Seconda Rivoluzione Industriale ! sviluppo delle ci à, dando
vita a questo fenomeno, che avrebbe portato la gran parte della popolazione a trasferirsi dalle
campagne alle ci à. Ciò ebbe ri essi anche dal punto di vista demogra co: le ci à crescono e si
popolano velocemente. Segno di come il fenomeno dell’urbanizzazione diven simbolo di un
grande cambiamento. Le ci à erano divise in due grosse par : il centro borghese e la periferia
operaia. Borghesia e proletariato urbano saranno i due principali a ori che calcheranno lo scenario
dell’ul mo trentennio dell’O ocento.
Borghesia = conosce una fase di crescita e di espansione presentandosi come la portatrice degli
elemen di novità e trasformazione. Riesce a consolidare la propria in uenza e a trasme ere
quelle che sono le sue linee guida: merito individuale, libera inizia va, concorrenza e innovazione
tecnica. All’interno del panorama ci adino appar ene alla borghesia una vasta gamma di gure
sociali (industriali, nanza, i ce emergen , i dirigen , gli imprenditori, i commercian , i banchieri).
Più in basso ci sono impiega , insegnan e piccoli commercian .
La borghesia si riconosce nell’austerità, moderazione e propensione al risparmio.
La famiglia borghese è molto patriarcale, basata sull’autoritarismo maschile e sulla subordinazione
della donna. Ideale della borghesia: fede nel progresso, credono ciecamente nella tecnologia.
O mismo che poggia sullo sviluppo economico e sulle conquiste della scienza.
La borghesia nelle grandi ci à sos tuisce gradualmente l’aristocrazia e le cor .
Londra = 1901 = 6 milioni di abitan ;
Parigi = 3 milioni di abitan , gran parte dei quali impiega , commercian , ar giani;
Vienna = ci à cosmopolita, vedeva nascere la psichiatrica, la musica (cultura);
Berlino = simbolo della borghesia tedesca, perché capitale nanziaria e commerciale della nuova
Germania: una capitale moderna;
Mosca = borghesia in ascesa e una nobiltà in declino.
Proletariato urbano = lo sviluppo di inizio secolo non consen va a tu gli stra della popolazione
di accedere ai nuovi consumi e alle migliori situazioni di lavoro; non riuscì ad assicurare a tu un
signi ca vo aumento delle condizioni di vita: ampi se ori di popolazione rimasero ai margini dello
sviluppo e videro aumentare il loro divario con le classi benestan . Benessere, distruzione, diri ,
progresso ! valori persegui dall’élite borghese, parametri estranei a larghe par di popolazione
costre e a vivere nelle campagne e nelle ci à in condizioni di miseria:
Londra = più di 100.000 poveri, mol di ques morivano per il colera, dovuta alla mancanza di
un’adeguata rete fognaria;
Vienna = solo l’1% delle famiglie possiede una casa nel 1910, il 7% aveva un bagno in casa;
Torino = 63% delle famiglie vive in alloggi di una/due stanze.
! situazione complicata.
tti
fi
ti
tt
ti
ti
tt
ti
ff
tt
fi
ti
ff
ti
ti

ti

tt
tt
tti
ti
ti
tt
tt
ti
fl
fi
ti

ti
tt
ti
tt

ti
tt
ti
tt
tt
ti
ti
ti

tt

ti
fi
ti

ti
ti
ti
ti

ti
tt

tti
fl
fi

ti
tti
ti
ti

ti
ti

ti

tt

ti

ti
tt
tt
fi

tti
tti
Il proletariato urbano lavora fondamentalmente nelle grandi fabbriche, ma non equivale a
raggiungere una maggiore esistenza in termini di qualità di vita: sopportano turni di lavoro molto
pesan , chiusi in edi ci, svolgono spesso mansioni fa cose e pericolose. Vivono in abitazioni
malsane, prive di servizi igienici, situate in quar eri periferici. Sono privi di tutela nel lavoro.
Minori: apprezza per la manodopera, perché u lizza nelle miniere, riuscivano a inserirsi meglio
nei cunicoli. Costavano meno (meno di 1/3 di quello dato a un adulto) e in alcuni contes familiari
era acce ato, perché incrementava il reddito, seppur in maniera minima.

Nascita del movimento operaio ! rivendicazioni, movimen poli ci e sindacali che si stavano
di ondendo sul territorio europeo a favore degli operai, per contrastare gli asse is tuzionali del
con nente. Fanno presa sulla classe operaia, ques movimen erano capaci ad organizzarsi (par
socialis , che riescono a guadagnarsi la ducia e il consenso di mol lavoratori, prima esclusi dalla
partecipazione alla vita pubblica).
I par socialis guidavano le proteste che vedevano impegna migliaia di lavoratori. Mediavano
con il padronato sui salari, sugli orari di lavoro, sulla disciplina e la produzione in fabbrica.
Rappresentanza che arriva in parlamento: il proletariato poteva avere una propria
rappresentazione.
I par socialis riuscirono ad o enere un ampio consenso ele orale, giovando dell’allargamento
del su ragio, che avviene in molte regioni d’Europa e che consen va anche alle classi popolari di
esprimere il proprio voto. Qui bisogna inserire il marxismo.
Organizzazione capitale in grado di assorbire un gran numero di lavoratori.

-SOCIALISTI IN EUROPA
Germania = SPD = Social Democrazia Tedesca = punto di riferimento. La forza è quella di avere una
grande organizzazione e di insistere su un determinato po di ideologia. Fu la prima ad assumere
una dimensione di massa vera e propria, sviluppando un modello organizza vo che assegnava al
par to il compito di elaborare gli indirizzi strategici e ideologici. Ruolo preminente rispe o al
sindacato. Dotato di un apparato che partecipava anche alle elezioni poli che nazionali e locali. Su
questo modello si rifanno anche gli altri par socialis , sia nel nord Europa che in Italia (par to
socialista guidato da Filippo Tura ).
I par socialis si riuniscono a par re dal 1889 nella Seconda Internazionale.
Par to socialista francese: segue un’altra direzione ! separare il par to dal sindacato.

-IGIENISMO
Movimento dell’igienismo: movimento scien co e culturale che, a raverso lo studio e la
sperimentazione di alcune teorie, si propone di migliorare l’igiene e la salute; nacque per
comba ere le mala e infe ve, il miglioramento delle condizioni, l’educazione a seguire le giuste
norme comportamentali. Gli igienis entrano nelle poli che delle ci à, sopra u o quelle inves te
da una rapida crescita demogra ca (abitazioni precarie e insalubri, sistema fognario carente). Gli
igienis proge ano sul punto di vista archite onico, ma recitano anche un ruolo primario per quel
che riguarda la salute.

-CAMPAGNE
Situazione complessa, condizioni di vita precarie. In mol paesi le condizioni di vita dei contadini
non superavano la soglia di sussistenza. Erano cara erizzate da sistemi di lavoro molto duri e
arretra (no impiego di macchinari e tecniche agronomiche aggiornate). Rapporto con i proprietari
terreni molto complicato.
ff
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ff
ti
ti
tt
ti
ti
tt

tt
ti
ti
ti
ti

tti
fi

tti
fi
tt
ti

ti
ti

fi
ti
tt
ti
ti
fi
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti

ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti

ti
tt

tti
tt
ti

tt
ti

ti
ti
ti
ti
1873 = ingresso di prodo che arrivano dagli USA, provocando una caduta dei prezzi ! e e :
• urbanesimo
• aumento dell’emigrazione contadina (sopra u o oltreoceano) sia italiani che inglesi.

16/02/2021
Patchwork = termine che, in gergo tessile, sta a indicare l’unione tramite cucitura di varie par
diverse di tessuto.
! patchwork di etnie diverse: 25 milioni di persone in Europa di origini diverse.
Al nord si trovano le oni, russi e bielorussi, al centro polacchi, al sud sloveni e italiani…
In Russia vi sono popolazioni diverse (polacchi, ucraini, uzbechi) …
Diverse sono anche le fedi religiose: protestan , ca oliche ed ebree le popolazioni germaniche,
musulmani i turchi…
Nasce qui un conce o chiave: quello di nazione, parola chiave cara erizzante lo scenario del primo
Novecento. Le classi dirigen cercano il sostegno della più ampia parte delle popolazioni, facendo
leva sul conce o di unità nazionale. L’intera popolazione doveva sen r coinvolta in essa.
Occorre creare una pedagogia nazionale: creare la nazione educando. Già alla ne dell’O ocento,
con l’obbie vo di cementare l’iden tà colle va, i governi iniziano a ricorrere a strumen
di eren : la pubblica istruzione (compito di insegnare da un lato la lingua, la storia, la le eratura –
discipline intorno alle quali la nazione doveva iden carsi – e dall’altro la geogra a, che de niva i
con ni del proprio stato dagli altri), l’esercito (inteso con una duplice funzione, ossia di difendere la
nazione, ma anche a raverso il mezzo della leva obbligatoria, come terreno di incontro tra i giovani
provenien da varie par del paese), la stampa, la topogra a, i monumen …
Il principio di base di mol sta europei era quello di creare un proge o volto a nazionalizzare le
masse, a far sì che un numero sempre maggiore di persone, di eren tra loro, si riconoscessero in
un passato, un presente e un futuro comune.
Parallelamente, si ha la nascita di una serie di movimen di po nazionalista, che si sviluppano a
cavallo tra i due secoli. In alcuni casi sostengono i governi in carica, in altri casi si pongono come
loro antagonis . Tra i principali movimen si ha il movimento del pangermanismo (celebrava il
mito del popolo tedesco), quello panslavista (nato in Russia, movimento funzionale alla poli ca
zarista). I movimen avevano la cara eris ca di essere lega avendo entrambi una visione
aggressiva della nazione, dal ripudio verso le radici democra che, sostenendo proge
espansionis ci o coloniali, cui legavano una visione dello stato molto autoritario.
Sul piano poli co si collocano in un’area della destra an liberale, cos tuendo in mol casi un
canale di comunicazione di idee razziste, fondate sul darwinismo sociale, che troveranno piena
applicazione nel colonialismo.

La concezione di una nazione forte, perché omogenea ! legi ma teorie nate già nella metà
dell’O ocento, volte a stabilire la supremazia di una razza superiore nei confron di una razza
inferiore ! so omissione.
I bersagli sono le popolazioni considerate inferiori, da colpire, discriminare, di eren dai bianchi
europei, che popolavano le colonie africane e asia che.
Ma il razzismo divideva anche popolazioni europee stesse: inferiorità delle popolazioni europee
orientali (an slavismo). Anche gli ebrei, ogge o di pregiudizi di usi in molte classi sociali,
sopra u o nei paesi dell’est, dove erano numerosi e non sempre integra nel contesto sociale:
diventano vi me di discriminazioni e aggressioni, sopra u o in Russia ! l’an semi smo sfocia in
aggressioni violente che portano anche a uccisioni (tu o con l’appoggio del governo).
ff
fi
tt
tt
ti
tt
ti
tti
ti

ti
tti
ti
tt
ti
tt

ti
tt
tt

tt
ti
tti
ti

ti
ti

ti
tt
ti
ti
tt
tti

tt
ti
tt
ti
ti
tt
fi
tt
ti
ti
tt

fi
tt
ti
ti
ti
tti
ff
ff

tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti

ff
ti
fi
ti

fi

ti
ti
tti
ti

tt
ti
tt

ff
fi
ti
tti
ti

In Europa ci sono tre grandi imperi:


• Impero austro-ungarico;
• Impero o omano;
• Impero russo.

-IMPERO AUSTRO-UNGARICO
Aveva una peculiarità rispe o agli altri paesi europei: si tra ava di una realtà mul etnica. In
un’epoca di forte nazionalismo, fece sì che esso fu con nuamente pervaso da dispute tra i diversi
gruppi nazionali che lo componevano. Qui coesisteva una pluralità di nazionalità, che spesso
ambivano all’indipendenza poli ca. Ciò ebbe e e devastan sulla tenuta dell’impero. Nel 1910
contava 52 milioni di abitan : molto esteso. Tra ques 52 milioni di abitan i tedeschi erano meno
di ¼ della popolazione. I più numerosi erano polacchi, cechi ! si impegnano per l’indipendenza
poli ca.
L’imperatore, consapevole dell’e e o devastante che questo risveglio nazionalista poteva avere sul
suo impero, cerca di risolvere a raverso una serie di norma ve, che concedono larghe autonomie
linguis che e culturali alle varie etnie, il su ragio universale, l’equiparazione di tu e le popolazioni
! volto a dare la massima autonomia alle varie nazionalità, fermo restando che amministrazione e
esercito rimangano personali all’Impero. Questo sarà uno dei grandi problemi durante la Prima
guerra Mondiale, che lo porterà allo sgretolamento.

-IMPERO RUSSO
Posizione diversa rispe o a quella austriaca: gli zar portano avan un processo di russi cazione,
aggressivo, ponendo l’obbligo della lingua russa a tu i suddi , malgrado i russi fossero la metà
della popolazione intera. La stabilità viene garan ta da un governo fortemente centralizzato e
autoritario e dall’arretratezza di una società indietro (analfabe smo e povertà).

-IMPERO OTTOMANO
Aveva perduto buona parte dei suoi possedimen , molte dei quali erano passa so o gli altri due
imperi.
1908 = sale al potere il movimento dei giovani turchi che depongono sovrano Abdul Hamid,
investendo sulla modernità, convin che solo la modernità avrebbe potuto salvare il paese dalla
rovina. Modernità voleva dire uno stato fortemente autoritario, economia di po capitalista,
legi mazione della nazione turca in contrapposizione con le altre popolazioni. La tolleranza
religiosa nisce, lasciando spazio a vere e proprie stragi. Gli armeni pagano più di tu questa fase.
Durante la Prima guerra mondiale si compie un vero e proprio genocidio degli armeni: primo
genocidio del XX secolo. I giovani turchi decidono di iniziare ad a uare lo sterminio degli armeni,
che erano in quel territorio dal VII secolo a.C. (iniziò nel 1915). Il comitato centrale del movimento
si avvalse di un apparato paramilitare (l’organizzazione speciale), che aveva una veste is tuzionale,
primo responsabile del genocidio, condo o con la collaborazione del ministero degli interni e della
gius zia. Organizzazione formata da criminali e ex detenu . Per la prima volta nella storia fu
applicata la pra ca della deportazione sistema ca, controllata dalla legge. Il governo si avvalse
anche dei nuovi mezzi di trasmissione di comunicazione e di trasporto. L’obbie vo del governo
turco era quello di risolvere alla radice la ques one armena: popolazione cris ana, accusata di
guardare troppo verso occidente (peccato capitale per il governo dei giovani turchi). Ideologia
fortemente nazionalista, intento a rimodellare lo stato su un’omogeneità etnica e religiosa
(proge o del movimento). La popolazione armena voleva autonomia, rappresentavano uno
tti
ti
ti
ti
tt

fi
tt

ti

tt

tt
ti

tt
ti
ff
tt
ti

tt
ff
ti
ti
ff
ti
ti
tti

tti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
tti
ti

ti
tt
tt
tti
fi
ti
ostacolo alla realizzazione del proge o, problema che andava risolto cancellando la comunità, non
solo sul piano sico, ma anche come sogge o storico, culturale e poli co (cancellazione
dell’iden tà di un popolo).
Il primo a o del genocidio (“il Grande Male”) inizia il 24 aprile del 1915, quando a Istanbul
vengono arrestate circa 2.000 persone: l’élite del popolo armeno, notai e intelle uali. L’operazione
con nua anche nei giorni successivi. Il risultato è che dopo circa un mese più di 1 migliaio di
intelle uali armeni vengono arresta e deporta verso l’interno dell’Anatolia. L’accusa era di alto
tradimento: conce o molto ampio, consen va alle autorità turche di operare con libertà,
allargando le maglie della repressione. L’ambasciatore statunitense nell’Impero o omano
denunciò il genocidio, il ministero dell’interno dei turchi rispose dicendo che era una difesa
preven va.
Gli armeni vengono arruola nell’esercito (impegnato nella Grande Guerra) ed elimina subito. Chi
non veniva ucciso moriva nelle cosidde e “marce della morte” a causa di ferite e mala e.
La ne dell’estate del 1915 l’Anatolia non c’era più.
Alcuni riuscirono a scappare in Russia, dove nacque poi l’Armenia Sovie ca.
Aleppo = teatro della seconda fase del genocidio armeno, ossia quella dei campi di
concentramento.
Gli archivi turchi sono inaccessibili: per fare luce su ciò che accadde bisogna darsi delle
tes monianze dei sopravvissu , diploma ci e adde tedeschi che lavoravano alla costruzione di
linee ferroviarie.
Gli armeni non venivano porta nei campi di concentramento per essere allontana , ma per
eliminarli più velocemente ! fame e sete, da Aleppo spostarli lungo il corso dell’Eufrate, dove li
a endeva la morte in un altro campo di concentramento.

Tre fasi:
• Fase 1 = eliminazione del “cervello” della nazione ! arres perpetra nel 1915, che
colpiscono gli esponen dell’élite culturale. Furono necessari oltre cinquant’anni agli
armeni per poter ricostruire una classe del genere.
• Fase 2 = eliminazione della forza ! chiama alle armi, poi disarma e uccisi.
• Fase 3 = deportazione, Aleppo ! nei diversi villaggi, il capo della polizia locale ordinava ai
maschi armeni di presentarsi in comune, dove venivano arresta e poi porta alla
deportazione. Donne e bambini facevano degli “spostamen di popolazione da zone
belliche” ! veniva reso e e vo con conseguenze immediate, senza preavviso, non
consentendo alle persone di prepararsi. I beni erano dichiara beni abbandona , sogge a
con sca e ricollocazione.

2/3 dell’intera popolazione armena eliminata.

La Turchia odierna, tanto nei suoi appara is tuzionali, quanto nelle voci degli storici, non ha mai
acce ato l’accezione di “genocidio”, sostenendo che le uccisioni avvenivano per difendere le
fron ere dagli a acchi degli armeni. Secondo loro vi sono state solo 300 mila vi me. Vi è un
ar colo del codice penale turco, approvato nel 2005, che punisce con il reato di o esa chi vuole
parlare di genocidio. Quel crimine fu commesso dai cosidde padri della patria: signi cherebbe
me ere in discussione non solo l’ideologia nazionale turca, ma anche la sua iden tà stessa.
tt
ti
fi
ti
tt
ti
fi
ti
tt
tt
ti

ti
tt

fi
tt

tt
ti

ff

ti
tti
ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
tt
ti
ti
ti

ti

tti
ti

ti
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti

ti
fi

ti
tti
tt
ti
tt
ff
ti
fi
ti
tti
tti

-COLONIALISMO
Con il nuovo secolo, la borghesia è istruita e inizia a legare la propria idea alla cosidde a “potenza
della nazione”, processo favorito dalla stampa e dalle tecniche della propaganda, che producono
un vero e proprio cambiamento delle idee nazionaliste in un’ideologia della forza e della razza,
fondata sul darwinismo sociale: la selezione naturale diventa il punto di vista borghese del più
forte, che ha la meglio sul più debole. Anche la scienza sembra gius care il colonialismo.
All’inizio del secolo non c’è potenza europea che non è impegnata in vere e proprie guerre
coloniali: in Cina, una colazione guidata dalla Gran Bretagna, comba e contro i Boxers. In estremo
oriente la Russia si contende con il Giappone il potere della Manciuria. L’Italia seguiva i suoi sogni
di grandezza guardando verso la Libia.
I maggiori imperi coloniali erano quello inglese, che tra il 1876 e il 1914, estendeva il suo dominio
su 32 milioni di km2, su una super cie pari a 100 volte quello inglese e poi quello francese.
Giappone e anche Sta Uni si uniscono (Cuba, Porto Rico e Filippine).
Passaggio fondamentale per le vicende coloniali = Berlino, 14 novembre 1984 = Conferenza di
Berlino, voluta da Bismarck, che aveva un proge o poli co: trasformare la Germania in un arbitro
delle contese dovute alle colonie, voleva regolare le inizia ve europee nell’area del bacino del
ume Congo. Consen alle potenze europee di proclamare possedimen all’interno delle zone
occupate, portandole a intraprendere la corsa per l’Africa. Partecipano 14 sta : Francia, Gran
Bretagna, Portogallo, Italia, Spagna… scontrandosi. Emerge un documento che approva:
• ogni potenza europea, presente sulla costa, può estendere il suo dominio verso l’interno,
no a dove incontra una sfera d’in uenza di un’altra potenza;
• non ci può essere annessione, se non per mezzo dell’occupazione e e va del territorio;
• libertà di navigazione dei umi Niger e Congo e di commercio nel bacino del Congo;
• risoluzione contro la schiavitù, diventa illegale, ma con nua ad essere applicata in tu a
l’Africa;
• presa d’a o dell’esistenza dello stato indipendente del Congo, che diventa proprietà
personale di re Leopoldo II di Belgio.

! la conferenza poneva ne agli e e destabilizzan sul piano diploma co che l’espansione


coloniale in Africa minacciava di avere nelle relazioni tra le varie potenze.
Spostamento dei con ni d’interesse tra le nazioni fuori dall’Europa e tenta vo di ristabilire gli
equilibri di potenza.
Conce o nuovo di colonialismo: non più sistema di egemonia solo commerciale, ora controllo
poli co dire o sulle colonie e sfru amento delle loro risorse.
Le regioni so oposte al controllo europeo diventano colonie, prote ora , con governi locali
sostenu dal paese dominante (madrepatria) ! la ricerca di nuovi merca non è più limitata
soltanto alle compagnie, ma diventa una poli ca nazionale, sostenuta e nanziata da fon pubblici,
ges ta da appara amministra vi apposi : inves mento di somme di denaro nel colonialismo,
ricavando materie prime e imponendo i loro modelli poli ci e is tuzionali, guidando la poli ca
economia e la vita interna dei paesi domina .
Molto spesso ques obbie vi sono maschera dalla missione civilizzatrice.
Un altro aspe o che si lega al colonialismo è che esso rappresentò coinvolgimento del pubblico,
sopra u o la parte più sensibile al messaggio nazionalista ! gius cazione morale, culturale e
intelle uale del colonialismo.
Discriminazione, repressione e violenza = tenta vo di estendere i diri e l’alfabe zzazione che
inves va tu a Europa. L’organizzazione coloniale rappresenta la negazione di tu o ciò: alle
popolazioni colonizzate, gli stessi colonizzatori non concedevano i più elementari diri di
fi
fi
ti
ti
ti
tt
tt
tt

ti
tt
tt
tt
tt
tt
tt

ti
ti

fi

ti
fi
fi
tti
ti

ti
tt
fi
fl
ff

tti

ti
ti
ti
ti

ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti

ti
ti
tt
ti
ff
fi
tt
fi
tti
tti

ti
ti
fi
ti
ti

ti

ti
tt
ti

tt
tti
tt

ti

ti

ci adinanza ! dis nzione tra bianchi e coloni. Vengono sperimentate pra che di controllo,
sterminio, repressione (primi campi di concentramento sperimenta dagli spagnoli a Cuba). Stragi
compiute dall’esercito italiano in Libia (1911). U lizzo di tecnologie militari e armi e caci.

-COLONIALISMO ITALIANO
Del nostro passato coloniale restano tracce nella toponomas ca, termini nel dizionario
(Ambaradan = luogo in cui l’esercito italiano fa ampio uso di gas). Di cile memoria nella
ricostruzione. L’Italia di cilmente fa i con con il suo passato: il suo passato coloniale con nua a
essere dimen cato.
Falso mito del buon colonialismo = minimizzazione, contadini che andavano a cercare terra… !
non è così.
Quello italiano fu un colonialismo peculiare: innanzitu o inizia in ritardo (dopo l’Unità), dura poco,
quando ormai le altre grandi potenze andavano verso la decolonizzazione, per lo più i
possedimen erano piccoli e poco vantaggiosi.
Il governo italiano incitava mol connazionali a trasferirsi nelle colonie, u lizzando la carta del
nazionalismo per contrastare l’enorme usso di emigrazione che vedeva gli italiani andarsene.
In linea generale segue gli stessi meccanismi di esportazione del modello di civiltà europea:
violenza, deportazione, massacri (E opia, Eritrea).
Tre fasi:
• 1882 = occupazione della ci à di Assab;
• 1896 = scon a di Adua, dove l’esercito italiano viene scon o dall’esercito abissino;
• 1911 = guerra di Libia, sostenuta da mol e ampi stra della popolazione italiana
(propaganda). Per piegare la resistenza libica gli italiani crearono campi di concentramento
e u lizzarono gas (vieta );
• Fascismo = Somalia, E opia, Eritrea;
• Seconda guerra mondiale = declino, le forze americane prendono le colonie.

Piano is tuzionale: il ministero delle colonie chiude i ba en .


Il ministero degli a ari esteri pubblica 40 volumi: “L’Italia in Africa”, elogiando le virtù della
colonizzazione italiana.
La rimozione arriva alla propria e vera censura: nel cinema (Il leone del deserto, che racconta la
storia dell’eroe della resistenza libica) e un documentario girato dalla BBC, che u lizza i documen
della commissione parlamentare, a rontando i crimini commessi dall’Italia nei Balcani, ma
sopra u o tra il ’30 e il ’35. Viene comprato dalla Rai, trado o in italiano, ma mai trasmesso.

STORIA D’ITALIA
Scenario poli co dopo il 1861: destra storica di liberali e conservatori ! dominò no al 1876.
Subentra a Cavour, ha un grande merito: completa l’unità nazionale, a raverso l’annessione del
Veneto e di Roma.
1871 = Roma diventa capitale dopo Torino e Firenze.
Dall’altra parte si ha la sinistra storica, che comprendeva l’ala più progressista dei liberali italiani,
ossia quella che aveva le maggior aperture democra che, la prima a parlare di allargamento del
diri o di voto a un numero maggiore di persone. Governò tra il 1876 e il 1976.
! destra storica no al 1876, dopo sinistra storica.
tt
ti
tt
tt
ti

tt

fi
ti
ti
tt
ti

fi

ff
ti

ti
ffi
ti

tt
ti
ff
ti

fl

ti
ti

ti

ti

ti
tt
tt
fi
ti
tt
tt
ti

ti
ffi
tt
ti
ti

ti
fi
ffi

ti

ti
-DESTRA STORICA
La linea poli ca è quella di sostenere un forte potere centrale. Nel corso del suo mandato si rese
arte ce di numerose riforme:
• riorganizzazione della pubblica amministrazione;
• leggi centralis che (ampliamento del potere centrale dello Stato);
• ampliamento della rete ferroviaria nazionale;
• pareggio di bilancio, raggiunto aumentando la pressione scale (nuove tasse, una su tu e
fu quella sul grano macinato, che portò a numerose proteste da parte della popolazione).

-SINISTRA STORICA
1876 = nuova fase della poli ca.
Guidata da Francesco Crispi e Agos no Depre s (Presidente del consiglio).
Realizza un programma di governo che prevede tre riforme:
• abolizione della tassa sul macinato;
• un allargamento del su ragio maschile;
• il decentramento amministra vo;
• una lo a all’analfabe smo (obbligo della scuola elementare, Legge Coppino). Cinque classi
nella scuola elementare, gratuita ed eleva l’obbligo no alla terza media. Introduce sanzioni
nei confron di chi disa endeva l’obbligo.
In poli ca estera si ha la rma nel 1882 della Triplice intesa (tra ato con impero tedesco e con
l’impero austro-ungarico). Ruppe l’isolamento dell’Italia.
A Depre s successe Crispi nel 1887.
17/02/2021
Crispi fu l’assoluto protagonista della poli ca italiana per quasi un decennio (1896). La sua azione
governa va fu cara erizzata da un forte autoritarismo, sia nella poli ca interna che in quella
estera: mantenne nelle sue mani tre cariche (Presidente del consiglio, ministro degli interni e
ministro degli a ari esteri ! voleva ra orzare la propria posizione all’interno del Parlamento).
Riuscì a far approvare tre grandi riforme che ristru urano la pubblica amministrazione:
1. Una legge sulla sanità pubblica (1888): is tuì per la prima volta la “Direzione della sanità
pubblica”, un organismo dipendente dal ministro degli interni. Tenta vo di riforma
sanitaria, il primo in Italia. Sistema basato sulle segnalazioni che arrivavano dai “medici di
base” a una direzione centrale, composta da accademici, ricercatori, che prendeva le
decisioni sulle poli che da a uare. Per la prima volta si ha un tenta vo di cos tuire un
servizio sanitario nazionale.
2. Ele vità dei sindaci nei maggiori comuni (so o il principio di alfabe zzazione come criterio
di accesso).
3. Il nuovo codice penale Zanardelli: abolisce la pena di morte e riconosce introduce la libertà
di sciopero.
4. Le leggi eccezionali per la pubblica sicurezza (1894) ! tre pi di leggi: colpire i rea
commessi con materiale esplosivo, punire i rea compiu a mezzo stampa (sopra u o
quelli che is gano alla diserzione e alla propaganda an militarista), colpire il movimento
socialista (limitata libertà di espressione e associazione) – domicilio coa o a coloro ritenu
pericolosi.

Per la poli ca estera, l’aumento delle tari e doganali, ossia sulle merci straniere importate
dall’Italia, porta Crispi a condurre una poli ca di po coloniale aggressiva ed espansiva.
Acquisizione dell’Eritrea e della Somalia, ma delle pesan scon e di po militare ad Adua.
tti
fi
tt
ti
ti
ti
ti

ti

ti
ti

ti
ff

ti
tt

ti
ff
tt
fi

ti
tt
ti

ti

ff

ti
ff
ti
ti

tt

ti
ti
ti

tt
fi
ti
ti
ti

fi
ti

fi
tt
tt

ti
ti
ti
ti
ti
tt

ti
tt
ti
tt
tt

ti

-COLONIALISMO ITALIANO
1882 = occupazione, da parte di una compagnia di assicurazioni genovesi senza successo del porto
di Zeila (Somalia).
1884 = la diplomazia italiana si accorda con la Gran Bretagna per occupare il porto di Massaua.
1889 = rma del Tra ato di Uccialli, che avrebbe dovuto garan re il prote orato italiano
sull’E opia ( rmato con il sovrano dell’E opia).
1890 = nasce u cialmente la colonia Eritrea, seguita dall’acquisizione della Somalia.
Lo stato italiano intraprende l’avventura coloniale perché convinto che a raverso la conquista di
nuove terre si sarebbero potu frenare e risolvere i problemi dell’emigrazione, che vedevano mol
italiani lasciare l’Italia per andare in altri paesi. Poli ca coloniale aggressiva, ma che costa una
perdita di mol militari italiani a Dogali. Fu un problema: la disfa a suscita una profonda ondata di
emozione in Italia e cri che ! Crispi è costre o a dime ersi: caduta del suo governo.

Sul piano poli co, cri cò apertamente il governo Antonio Starabba marchese di Rudinì. Sos tuì
Crispi no al 1982, quando subentra Giovanni Gioli , esponente della Sinistra storica,
fondamentale per la storia dell’Italia. Fu costre o però alle dimissioni presto per uno scandalo
(Scandalo Banca Romana) ! primo scandalo poli co della storia dell’Italia unita: si intrecciano
poli ca, economia e mondo delle banche. Scandalo dovuto allo scoppio di una vera e propria bolla
immobiliare, che aveva permesso di trasformare Roma, che me e in crisi la Banca Romana
(voragine di bilancio): a causa di un nanziamento per una massiccia espansione edilizia e per aver
acce ato le richieste economiche governa ve (emissione di una circolazione di moneta non
autorizzata). Il Parlamento is tuisce una commissione parlamentare, che pone so o giudizio
l’intero apparato governa vo, a iniziare proprio da Gioli . Tu gli imputa vengono assol , sarà
l’erario ad accollarsi il problema.
Da questo momento si impone una decisione: dare al paese un’unica banca centrale, tolare di
due facoltà: eme ere la moneta e decidere le poli che monetarie. Nasce così la Banca d’Italia nel
1893.

1893 = Crispi torna al potere, secondo governo. Riprende con forza la poli ca coloniale (collegata
alle gravi tensioni poli che e sociali interne e al tenta vo di o enere successi all’estero per
compensarle). Appena torna al potere infa fa sca are lo stato d’assedio in Lunigiana e in Sicilia
(dove vi erano rivolte alimentate dal movimento anarchico e mo promossi dai Fasci siciliani,
origina dalle condizioni disumane di lavoro, determina dalla miseria, fame e disoccupazione).

Tenta di conquistare l’E opia. Si ha un vero e proprio con i o (la Guerra d’Abissinia), che culmina
nella ba aglia di Adua ! scon gli italiani. Crispi si dime e e rinuncia a ogni carica no alla sua
morte.
Adua = la ba aglia rappresenta il momento culminante della guerra. Le perdite per gli italiani sono
molto pesan : circa 6.000 mor e 2.000 prigionieri ! sancire de ni vamente l’espansione
coloniale italiana.

Crispi viene di nuovo sos tuito da di Rudinì: si rende arte ce di due azioni importan ssime:
• rma la pace con l’E opia, dichiarando conclusa l’avventura coloniale;
• s pula nel 1898 un Tra ato commerciale con la Francia, importante perché rompe
l’isolamento tra Roma e Parigi. Nuovi rappor tra i due paesi.
fi
ti
ti
tt
ti

fi
ti

fi
tt
fi
tt
ti
ti
ti
ffi
tt

tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti

ti
ti
fi
ti
tti

fi
ti
ti
tti
ti
tt
tt

ti
ti
ti
tt
tti
ti
tt
tti
ti
fl
fi
tt
tt

tt
tti
ti
tt
tt
ti
fi
ti

tt
tt
ti
ti
tt
ti

fi
ti

ti
ti

ti
Poli ca interna: crisi economica-sociale che si veri cò nel 1898, quando improvvisamente aumenta
il prezzo del pane, provocando in tu o il paese proteste (Milano). La causa fu la grave cares a
dell’anno prima, che vide crollare la produzione nazionale di cereali.
A seguito di ripetu scontri tra la folla, il generale Beccaris da ordine di sparare sulla folla.
In molte ci à viene recuperato lo stato d’assedio e vengono arresta esponen ca olici, socialis ,
repubblicani.

1898 = a di Rudinì succede Pelloux, militare.


Poli ca interna: apparato legisla vo volto al contenimento dell’opposizione, in par colare quelle
socialiste, a raverso un controllo sulla stampa e sull’u lizzo di strumen repressivi nei confron
delle associazioni giudica sovversivi.
Gioli e Zanardelli ! si oppongono, sostenendo fosse un a acco alle libertà statutarie.

1900 = un anarchico, Gaetano Bresci, uccide a Monza il re Umberto I. Sale al trono Vi orio
Emanuele III, che guardava con favore a Gioli e Zanardelli. Egli a da nel 1901 a loro il compito di
formare un nuovo governo.
Inizia una fase importante: quella dell’Italia gioli ana, che dura no alla Grande guerra.

1896-1915 = l’Italia conosce una fase di espansione industriale: crescono il se ore siderurgico,
quello meccanico e quello chimico ed ele rico.
Si registrano progressi in campo agricolo: nel se ore dell’allevamento e in quello della col vazione
di cereali. Il processo di riorganizzazione e sviluppo rimase concentrato nelle aree della pianura del
nord.
L’agricoltura del sud resta cara erizzata da arretratezza ! spinge i contadini ad emigrare.

-L’EMIGRAZIONE ITALIANA
A par re dagli anni O anta dell’O ocento diventa un fenomeno di massa.
Dura generalmente dal 1876-1976 = 26 milioni di italiani che partono verso una des nazione
estera. Vi partecipa tu o il paese: nord e sud.
Le due regioni che fecero registrare il maggior numero di partenze sono Veneto e Sicilia.
Si parte per mo vi lega alla povertà (braccian agricoli, operai). Vedono nell’emigrazione
un’opportunità di migliorare le proprie condizioni di vita.
Prima fase: 1876-1930. I poli ci e sopra u o la classe liberale non riescono a frenare le partenze,
che assumono dimensioni sempre più consisten (sopra u o nei primi quindici anni del
Novecento). Sarà la Grande guerra a interrompere i ussi migratori.
Calo negli anni Ven : cambio poli che nei paesi d’arrivo e la grande crisi del ‘29, che comporta
diminuzione delle possibilità di lavoro.
Des nazioni: i paesi europei, segui dall’America.
Pianura Padana: vanno in Francia, Belgio, Germania e Svizzera.
Liguri e piemontesi: in Europa, ma anche verso l’America La na (anche meta predile a dei
contadini provenien da Veneto, Tren no e Friuli). Andavano lì a ra dalla possibilità di
acquistare e col vare grandi appezzamen di terreno.
Per coloro che provenivano dalla Pianura Padana l’emigrazione era una scelta temporanea:
realizzare i guadagni necessari per poi tornare in Italia e poter acquistare dei terreni da col vare.
Diverso era il proge o dei migran provenien dall’est: emigrazione de ni va, non volevano
tornare.
Dal meridione si andava negli Sta Uni .
ti
ti
ti
tti
ti

tt
tt

ti
ti
ti
ti
tt
ti
tt
tt
ti
ti

ti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tt
ti

ti
tt

tt
ti
tt

tti
ti

ti

tt
ti
tti

fi
fl
ti

tt

tt
tt
ti

tt
fi
ffi
ti
tti

ti
fi

ti
tt
ti
tt
ti
ti
tt
tt

ti

ti
ti
ti
ti
A questa emigrazione economica si legava anche un’emigrazione poli ca (socialis , anarchici che
lasciarono l’Italia per mo vi poli ci).

Perché andavano in Francia? 1893 = uno dei più cruen episodi contro gli immigra italiani !
Aigues Mortes, dove vi erano le saline. Alla ne dell’O ocento lavoravano lì lavoratori stagionali
(italiani), lavoro molto duro. Nell’agosto di quell’anno si scatena una caccia all’italiano: vede la
morte di circa 10 italiani e 96 feri . Cen naia di lavoratori italiani sono costre a scappare. Da
decenni in Francia vi erano campagne poli che e giornalis che volte a screditare gli italiani come
ladri di lavoro. Gli operai francesi consideravano l’emigrazione straniera come una delle cause della
loro crisi economica.

Perché in America? Una delle mete più ge onate (Italia se entrionale ! Brasile e Argen na). A
fame e miseria si aggiunsero mala e come la malaria. Giornalis , le era e corrisponden
scrivono di emigrazione (Edmondo de Amicis, 1884, si imbarca in un piroscafo a Genova facendo
una cronaca del viaggio). Inaugurazione di un nuovo modello le erario.
L’America rappresentava l’unica via percorribile, con diversi pos di lavoro.
Viaggio di speranza, angoscia, emozione ! inizio di ogni proge o migratorio.
I viaggi erano regola : viene is tuito nel 1901 il Commissariato generale dell’emigrazione !
regolamentare le condizioni per l’espatrio. Avvenne solo parzialmente: nei grandi por d’imbarco
si accalcano una grande quan tà di persone, provocando situazioni igieniche e sanitare tu ’altro
che risolvibili. Il viaggio avveniva in condizioni de citarie, si viaggiava in navi insicure ammassa ,
con na negli spazi più bassi (quelli per le merci, ada a a consen re una loro sistemazione). I
passeggeri stavano nella terza classe, divisi per sesso (parte anteriore della nave: uomini, centrale:
coppie, posteriore: donne sole). Non esistevano sale da pranzo, i pas erano distribui negli spazi
comuni a gruppi di sei persone, ognuna delle quali era incaricata a turno al ri ro delle vivande. Il
viaggio durava dalle due alle qua ro se mane, in base alle condizioni del mare. Mol giornalis
venivano colpi (ar coli dispregia vi, ripugnanza).
Sirio: piroscafo che parte da Genova, dire o in Argen na. A onda dopo due giorni di navigazione.

Argen na = due fasi dell’emigrazione:


• 1870-1930;
• post II GM.

Tra il 1880 e il 1929 arrivano circa 2.325.000 di italiani (picco 1905-1909).


Buenos Aires: più italiani che persone del luogo. La Boca: simbolo, mol liguri.
1905 = gli italiani fondano il Boca Junior (squadra di calcio).
La comunità italiana è radicata a Buenos Aires: ha un suo giornale, un suo teatro…
L’Argen na rappresenta un caso esemplare per l’emigrazione italiana, per tre mo vi:
1. con nuità del processo migratorio = a ridosso dell’Unità, no agli anni successivi alla II GM;
2. capillarità del processo = coinvolge tu a la penisola, inizia con liguri e piemontesi, ma poi si
riequilibra portando emigra da tu e le regioni;
3. prima comunità italiana in Argen na = incide nella storia della società argen na. Ciò non
avviene negli altri paesi di des nazione migratoria.
Lingua = gran parte analfabe e diale ofoni ! conta o tra i numerosi diale e i di eren processi
dello sviluppo dell’italiano + incontro con lo spagnolo locale = come esito si ha un registro
par colare, una sorta di italoargen no.
ti
ti
fi
ti
ti
ti

ti
ti
ti

ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tti
ti
tt

tt
tt

tti
ti

tt
tt
ti
fi

fi

tt
ti
tt
tt
ti
ti
fi
ti
tt
ff

tt
ti
tt
ti
ti
tt
ti
ti
ti

ti

tti
ti
ti
tti

ti
ti

ti
ff

ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti

ti
ti

Sta Uni = 4 milioni tra 1880-1915. Ripresa poi negli anni ’20, no agli anni ’30.
L’emigrazione viene favorita dalle poli che del governo degli USA: un governo incline ad aprire le
porte alla nuova manodopera necessaria all’industria, che ge ava le sue basi di sviluppo. Il primo
conta o è quello di Ellis Island, luogo che può aprire le porte al paradiso, ma anche respingere. Tra
il 1882 e il 1924 è stato il punto di accesso/respingimento di milioni di migran .
Le persone, arrivate lì, venivano so oposte al controllo della documentazione e alle visite
mediche: chi era costre o a ulteriori accertamen veniva contraddis nto con una le era (K per
ernia, PG per gravidanza…). Chi aveva problemi sici veniva respinto. Gli idonei potevano
procedere alla registrazione dei da personali, poi prendere il traghe o verso Manha an. Lì si
stabiliscono nei centri urbani (New York, 1/8 della popolazione ci adina nel Bronx, Queens…).
Piano emo vo/psicologico spiazzante. A renderlo meno trauma co contribuivano degli spazi
cara erizza da un’elevata concentrazione di italiani: le Li le Italies, sorta di guscio (cibo, lingua,
diale , culture), con nuavano a legare l’immigrato alla patria lasciata, grazie anche a ristoran ,
chiese… Alcuni studi hanno evidenziato l’importanza del boss: colui che rappresentava la
mediazione tra immigrato e società d’arrivo ! consen va lo svolgimento di alcune funzioni: ricerca
di lavoro, casa, scri ura…
Le mansioni: manodopera scarsamente quali cata (imprese di edilizia, per la costruzione di
abitazioni e infrastru ure). Dopo la Grande guerra iniziano a essere impiega anche negli
stabilimen industriali. A New York gli italiani sono impegna nella fabbricazione di ves . Anche
le donne erano inserite nel tessuto del lavoro a domicilio: potevano partecipare al bilancio
familiare senza intaccare la condizione morale (sopra u o al sud, che voleva la donna lontana dal
lavoro in fabbrica).
Anni ’20: il senato statunitense emana alcune leggi restri ve per gli immigra ! vi me di
discriminazione. I provvedimen sono:
• 1921
• 1924 = Immigra on Restric on Act, regola i ussi in base alla percentuale dei diversi gruppi
etnici rilevata nel censimento del 1890, anno in cui gli italiani erano pochissimi perché
appena iniziata. Quota annua bassissima all’anno.
• Fascismo = riduzione degli arrivi.

Wop = parola che disgrimina, Without Passport;


Dago = storpiatura di Diego.

Legge che vieta agli immigra non alfabe zza di entrare (discrimina gli italiani, perché poco
scolarizza ).
La discriminazione colpisce anche nella poli ca: vera e propria ondata repressiva, me e nel mirino
gli immigra sospe a di avere simpa e per la sinistra. I pochi rimas si rifugiano nella
Federazione Italiana nata nel ’19.
Episodio più noto: i due militan anarchici, Sacco e Vanze , arresta nel 1920 con l’accusa di aver
commesso un omicidio durante una rapina nei sobborghi di Boston. La loro origine italiana + il fa o
di essere militari condiziona molto la loro situazione. Condanna a morte nel 1927.
Quasi tu gli immigra parlavano il diale o regionale: la limitata esperienza linguis ca, sia in
italiano che in inglese, ma la necessità di comunicare da vita a un ada amento: nascita di un
idioma misto (italoamericano, lingue diverse venute a conta o per cercare di farsi capire nel nuovo
mondo).
ti
tt
tti

tt
tti

ti
ti
ti
ti
ti
ti

ti
tt
tt

tt
ti
ti
ti
tt

ti

ti
ti
ti

ti
tt
ti
ti

ti
tt
ti
fl
fi
ti
fi

ti

tt
ti
tt
tti
tti
tt
ti
tt
tt
fi
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti

tti
ti

tt
tt
tt
ti
ti
ti

tt
-ETÀ GIOLITTIANA
Periodo di grandi riforme poli che e sociali. L’obbie vo era quello di raggiungere un compromesso
tra borghesia liberale e sinistra riformista.
Periodo diviso in tre fasi:
• fase della nuova poli ca liberale (1901-1903);
• fase di stabilizzazione (1904-1911);
• crisi del sistema (1911-1914).
L’età gioli ana fu cara erizzata da grandi provvedimen , sopra u o tre:
• la riforma scale = viene eliminato il dazio sul consumo di farine, pane e pasta.
Contemporaneamente vengono introdo e nuove tasse;
• la neutralità dello stato nei con i di lavoro = il con i o sociale e l’u lizzo dello sciopero,
come strumento di protesta, riguardavano soltanto le due par coinvolte. Lo Stato era il
rappresentante di tu i ci adini, non solo di una delle due par , non doveva schierarsi a
favore di una parte o dell’altra ! nuova impostazione, i prefe non devono intervenire
nella forza pubblica, a pa o che ques non minacciassero le is tuzioni in maniera dire a.
Visione innova va, permise la di usione di leghe sindacali, associazioni di mes ere.
Premessa per la fondazione nel 1906 della CGL (Confederazione Generale del Lavoro);
• le riforme sociali = viene creato un Consiglio superiore del lavoro, composto da
rappresentan sindacali, rende possibile un controllo sulle condizioni di lavoro dei
lavoratori. Nel 1902 viene promulgata la legge che limita l’u lizzo del lavoro femminile e
minorile. Vengono is tuite le aziende municipalizzate: consentono ai ci adini di usufruire
dei servizi pubblici. Creazione della statalizzazione del servizio telefonico.

18/02/2021
-TRASFORMISMO
Periodo compreso tra il 1904 e il 1911, cara erizzato dal ricorso al trasformismo e da riforme sul
versante economico, infrastru urale e della legislazione sociale.
Gioli cercò di aggregare alla sua maggioranza anche il Par to socialista italiano, nato nel 1892 e
diviso tra la corrente rivoluzionaria e quella riformista, guidata da Filippo Tura , invitato, nel 1903,
a entrare a far parte della coalizione di governo. Prevalse la linea rivoluzionaria che non accolse la
proposta. Ciò non impedì però a Gioli di stabilire intese con i socialis riformis e con i ca olici
modera , ai quali nel fra empo si era avvicinato, ricorrendo largamente alla pra ca del
trasformismo che cara erizzò tu e le sue esperienze governa ve.
Infrastru ure:
• nazionalizzazione della rete ferroviaria italiana;
• costruzione dell’Acquedo o pugliese;
• traforo del Sempione;
• boni ca dell’area di Ferrara e Rovigo.

Economia:
• legge sulla conversione della rendita (1906), che prevedeva una riduzione degli interessi sul
debito pubblico.

Legislazione sociale: avvio della poli ca delle leggi speciali a raverso un piano di interven
pubblici a favore del Mezzogiorno. Si tra ava di provvedimen speci ci per singole aree i cui e e
furono piu osto limita , poiché disorganici e quindi incapaci di agire come reali motori di sviluppo.
tti
fi
ti
tt
tti
fi

tt

ti

ti

ti
ti
tti
tt
tt
ti

tt

tt
tt
tt

ti
tt
fl
ff
tt
tti

ti
ti
tti

tt
tt

tt

tti
fl
tt
ti

ti
ti
tt
ti
tti
ti
ti
ti
ti
tt

tt
fi
ti
ti
tt

ti
ti
ti
ti

tt
ti
tt
ff
tti
Nel 1904 furono promulgate la legge per la Basilicata e per Napoli (che portò, nel 1905, alla
creazione di un polo siderurgico) seguite, da quella per la Calabria e la Sardegna.

Crisi del sistema (1911-1914) = ul ma fase dell’età gioli ana. Nel 1911 Gioli formò il suo quarto
ministero cara erizzato da un’opera riformatrice e da una ripresa della poli ca coloniale.
Promulgò, nel 1912, la legge sul monopolio delle assicurazioni sulla vita, che permise ai lavoratori
di usufruire di coperture pensionis che grazie alle risorse messe a disposizione dalle assicurazioni
private.
Approvazione, nel 1912, della riforma ele orale con l’introduzione del su ragio universale
maschile: il diri o di voto venne così esteso a tu i ci adini maschi (anche analfabe ) che
avessero svolto il servizio militare e compiuto il trentesimo anno di età.

Gioli decise, nel 1911, di avallare le richieste degli ambien poli ci e imprenditoriali favorevoli a
una ripresa dell’espansione coloniale italiana. A se embre l’Italia dichiarò così guerra alla Turchia
per il possesso della Libia, iniziandone l’occupazione con il proprio esercito. Le os lità scoppiarono
a se embre e si conclusero nell’autunno del 1912 con la rma della Pace di Losanna (18 o obre),
che riconobbe l’assegnazione della Tripolitania e della Cirenaica all’Italia, insieme a Rodi e al
Dodecaneso, occupate dall’esercito italiano nel corso del con i o. Nella guerra di Libia morirono
circa 3.000 solda italiani. Le perdite piu osto limitate contribuirono in larghi stra dell’opinione
pubblica alla costruzione di un’immagine acce abile del con i o.

L’impianto gioli ano entrò in crisi anche a causa dell’opposizione presente in mol se ori del
paese. Le cri che non arrivavano soltanto dai proprietari terrieri e dagli industriali, che ritenevano
la poli ca governa va troppo favorevole agli interessi dei lavoratori, ma anche dai socialis , che
dopo la guerra di Libia ri utarono ogni dialogo con il governo, dagli ambien monarchici e dal
neonato movimento nazionalista (espressione della destra più estrema) impegnato a intraprendere
una ba aglia contro il sistema parlamentare e a reclamare per l’Italia una poli ca più aggressiva e
di espansione coloniale. In questo clima si arrivò alle elezioni dell’o obre 1913, le prime a su ragio
universale maschile, che Gioli a rontò grazie al sostegno del mondo ca olico, organizzato
nell’Unione ele orale presieduta dal conte Gen loni. Preoccupa da una possibile vi oria
socialista, i liberali s pularono con i ca olici il Pa o Gen loni. L’accordo prevedeva l’appoggio
ca olico ai candida gioli ani che si fossero impegna a sostenere una serie di provvedimen , tra
i quali l’istruzione religiosa nella scuola pubblica, l’opposizione all’introduzione del divorzio nella
legislazione italiana, la tutela della scuola privata e delle organizzazioni sociali ca oliche.
Il Pa o Gen loni, in virtù del quale venne sospeso il Non expedit pronunciato dal ponte ce Pio IX
nel 1874 che escludeva i ca olici dalla vita poli ca italiana, consen la formazione di una
maggioranza gioli ana di oltre 300 deputa . Duecento di ques furono ele grazie al voto
determinante dei ca olici, pron a recitare un ruolo di primo piano sulla scena poli ca italiana. Le
urne ra orzarono anche il Par to socialista che o enne 52 seggi (circa 80 deputa ).

ll voto ca olico comportò per Gioli non pochi problemi: l’ala radicale, di tendenze laiche, della
maggioranza liberale abbandonò il sostegno al governo non appena furono resi no gli e e del
pa o sulla rielezione dei deputa gioli ani. Di fronte a una situazione parlamentare di estrema
di coltà, fru o delle tendenze poli che e delle spinte ideologiche che iniziavano ad a orare nella
poli ca e nella società italiana, Gioli decise di dime ersi. Le elezioni del 1913 segnarono dunque
la ne del lungo sistema gioli ano. A Gioli successe Antonio Salandra, esponente della destra
ffi
tt
fi
tt
ti
tt
tt
tti
ti
tt
ff

tt
ti
ti
tt
tt
tt
tt
tti
ti
tti
ti
ti
ti
tt
fi
tti
tt
tti
tti
ti
ti
ti
ti
ff
ti
tti
ti
tti
tti
tt
tt
tt
tti
ti
tt
ti
ti
tti
tt
tt
tt
tt
tt
ti
tti
ti
fi
ti
fl
fl
tt
tt
ti
ti
ti


tt

tt
ff
ti
ti
tti
tti
ti
tt

ti
ti
ti
ti
ti
ti

ti
tt
ffi
tt
fi
ff

ti
tt
tti
ff
ti
liberale, che si trovò a ges re le crisi e le tensioni che avrebbero trascinato il paese nel vor ce della
Prima guerra mondiale.

PRIMA GUERRA MONDIALE


L’Europa conobbe un lunghissimo periodo di pace, dalla guerra franco-tedesca del 1870 al 1914.
Furono gli anni del trionfo dell’imperialismo europeo nel resto mondo, cara erizzato dal
colonialismo inglese, francese, belga e olandese in Africa e Asia, oltre che dall’egemonia
economica, culturale, poli ca dei grandi imperi: tedesco, austroungarico, russo, o omano.
Gli europei primeggiavano in quasi tu i se ori più importan – scienza, cultura, economia, moda.
Grazie agli imperi coloniali e alle compagnie commerciali dominavano il pianeta.
Ma la pace si reggeva su fragili equilibri, che il sorgere dei vari nazionalismi e la concorrenza tra le
diverse nazioni europee contribuì ad erodere portando le diplomazie ad arrendersi a una guerra
che alla ne fu ritenuta inevitabile.
L’Europa si presentava divisa in due grandi blocchi: la Triplice alleanza e la Triplice intesa che
saranno gli schieramen des na a fronteggiarsi nel corso della Grande guerra.

-TRIPLICE ALLEANZA
Cos tuita nel 1882 tra Germania, Impero austro-ungarico e Italia. Aveva una durata di cinque anni,
garan va aiuto reciproco in caso di aggressione e neutralità di fronte a una dichiarazione di guerra
da parte di uno dei tre contraen .
Nel 1887 l’accordo venne rinnovato con l’aggiunta di un pa o italo-austriaco che prevedeva
compensi territoriali nel caso di un mutamento della situazione nei Balcani e con un pa o italo-
tedesco che consen va all’Italia il mantenimento dei territori dell’Africa se entrionale.
L’Italia entra nella triplice alleanza, che ha cara ere pre amente difensivo, per due mo vi:
1. limitare – invano – l’occupazione della Tunisia da parte della Francia (1881)
2. avvicinarsi alla Germania, principale avversario della Francia.

L’alleanza con l’Austria signi cava l’accantonamento della ques one delle terre irredente (Trento e
Trieste), ques one che appariva secondaria rispe o alla necessità di contenere l’imperialismo
francese nel mediterraneo.
Nel 1902 Italia e Francia si accordarono per la spar zione del Nord Africa: in caso di occupazione
francese del Marocco (avvenuta nel 1911), l’Italia avrebbe potuto conquistare la Libia (1911-12).
Ciò rendeva quindi supera i mo vi an francesi che tenevano l’Italia nella Triplice Alleanza.

-TRIPLICE INTESA
Alleanza difensiva di accordi poli ci e militari s pulata tra il 1904 e il 1907 tra Francia, Gran
Bretagna e Russia per far fronte alla “minaccia tedesca”, ovvero alla poli ca navale e imperiale
della Germania.

-CAUSE GUERRA
Intreccio di diverse cause: poli che, economiche, militari e socioculturali.

Le cause poli che riguardavano i contras fra gli sta europei ed alcuni problemi presen al loro
interno, e precisamente: Gran Bretagna e Francia possedevano vas territori coloniali che
intendevano difendere e incrementare. La Germania era insoddisfa a dei propri possedimen
ti
ti
fi
ti
ti

ti

ti

ti
ti
ti

fi

ti
ti
ti
ti
ti
ti

tti
ti
ti
tt
ti
tt
tt
ti
ti
tt
tt
ti

ti
ti
tt
ti

tt

tt

tt

ti
tt
ti
ti

ti
ritenu non adegua al suo ruolo di potenza emergente. L’Impero russo intendeva estendere la
sua in uenza verso la penisola balcanica, alla quale guardava anche l’Austria-Ungheria decisa ad
accrescere la propria egemonia sui Balcani. Poi vi era il desiderio di rivincita dei francesi rispe o
alla precedente scon a subita dai tedeschi nel 1871 e alla perdita dell’Alsazia e della Lorena.
Il malcontento delle varie nazionalità presen all’interno dell’impero austro-ungarico ed in
par colare della componente slovena, serba e croata e della popolazione italiana del Tren no e
della Venezia Giulia (Trieste, Istria, Fiume, Dalmazia), tanto che l’Italia sperava nel fa o che se si
fosse veri cato un con i o su larga scala si sarebbero create le condizioni per arrivare a una
de ni va uni cazione.
La crisi dell’impero o omano, che aveva stre o saldi legami con l’Austria.

Tra le cause economiche, la rivalità, riguardante anche le colonie, fra la Gran Bretagna e la
Germania, provocata sopra u o dalla rapida crescita industriale di quest’ul ma. La Germania
aspirava n dai tempi di Bismark, al controllo dell’Europa centrale, preoccupando non solo gli
inglesi, ma anche i russi. Come tu e le potenze industrializzate e imperialis che, anche la
Germania aveva la necessità di espandere il proprio mercato e di garan rsi il rifornimento delle
materie prime. A questo scopo erano sta crea dei grandi imperi coloniali, che occorreva
difendere ed espandere. Nacquero mo vi di con i o là dove le zone d’in uenza non erano ben
de nite e dove si delineava la possibilità d’incremento delle a vità commerciali da parte di un
altro paese.

Tra le cause militari l’organizzazione dei moderni eserci di massa che prevedevano l’armamento e
la mobilitazione di grandi quan tà di uomini, causò un’accelerazione della “corsa agli armamen ”,
accompagnata dall’invenzione e dal perfezionamento di armi come mitragliatrici a ro rapido e
ar glieria pesante.
In questa situazione fu determinante nei paesi più industrializza la spinta dei for gruppi
industriali, sopra u o delle aziende produ rici di materiale bellico e delle industrie
metalmeccaniche.

Tra le cause culturali, sin dai primi anni del Novecento, in alcuni e in uen stra della popolazione
si di usero a eggiamen favorevoli alla guerra. La scelta dei governi di dichiarare guerra o di
entrare nel con i o già in a o fu facilitata da una serie di elemen :
- il ra orzamento del nazionalismo e delle tesi della necessità di salvaguardare l’iden tà Nazionale;
- l’applicazione del darwinismo sociale alle relazioni internazionali, cioè dalla convinzione che la
guerra tra gli sta fosse l’equivalente della lo a per la sopravvivenza in natura.
A ciò si aggiunse il fa o che mol giovani vedevano la guerra come una fonte di eroismo, della
disciplina e del camera smo sulla quale costruire un nuovo ordine poli co e sociale.

Nella situazione internazionale appena delineata, fu su ciente una “scin lla” per far esplodere il
con i o. La scin lla in ques one scoppiò il 28 giugno 1914 a Sarajevo quando uno studente serbo-
bosniaco di diciannove anni, Gavrilo Princip, uccise a colpi di pistola l’arciduca Francesco
Ferdinando d’Asburgo, erede al trono austro-ungarico e sua moglie in visita nella capitale della
Bosnia. Princip apparteneva alla “Giovane Bosnia”, gruppo nazionalista serbo. Perché il bersaglio?
Perché Francesco Ferdinando sosteneva l'idea di un proge o trialis co, con gli slavi del Sud (serbi e
croa ), stacca dall'Ungheria, a formare un terzo polo, ma si scontra contro gli ungheresi e contro i
nazionalis serbi e croa che vogliono con tu i mezzi la fondazione di un unico Stato slavo
indipendente (sono appoggia dalla Serbia, a sua volta prote dalla Russia).
ti
fi
fi
ti
fl
ff
ti
ff
tt
ti
fl
ti
fi
fi
ti

tt
fi
ti
fl
ti
ti
tt
tt

tt
ti
tt
fi
tt
tt
fl

ti
ti
ti
tt
tt
tt
ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti
tt
tt
tti
ti
fl
tt
ti
ffi
tt
tti
tti
ti
ti
ti

fl
ti
ti
ti
ti
fl

ti
ti

ti
ti
ti
tt

ti
ti
tt

ti

L’a entato era stato preparato a Belgrado e il governo serbo, secondo gli Austriaci, non aveva fa o
nulla per impedirlo. In realtà l’Austria appro ò del grave fa o di sangue per mo vare
un’aggressione militare alla Serbia e risolvere nalmente la ques one balcanica. Il 23 luglio inviò
alla Serbia un ul matum che richiedeva entro 48 ore: la soppressione delle organizzazioni
irreden s che slave, il divieto di ogni forma di propaganda an austriaca e, sopra u o, l’apertura
di una commissione di inchiesta sull’a entato, condo a da una commissione mista, serbo-
austriaca. Erano richieste, sopra u o l’ul mo punto che a de a di Belgrado limitavano fortemente
la sovranità nazionale, che il governo serbo, forte anche dell’appoggio della Russia, non poteva
acce are. E infa le respinse, perché acce andole avrebbe di fa o rinunciato alla piena sovranità
sul proprio territorio. Di conseguenza il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra alla Serbia.

Il con i o non si limitò però alla sola Europa, ma divenne mondiale. Infa , a anco dell’Intesa
(quindi Russia, Francia, Gran Bretagna e Serbia aggiunta) si schierano: Giappone ( n dal 1914, per
impadronirsi dei possedimen tedeschi in Estremo Oriente), Portogallo, Romania, Grecia e USA
(entrano nel con i o nel 1917, trascinandosi dietro numerosi paesi extraeuropei, come Cina,
Brasile e altre repubbliche la no-americane).
A anco degli Imperi centrali (Germania e Impero Austroungarico) si schierano invece l’Impero
turco e la Bulgaria.
1914 = mobilitazione russa, dimostrando la solidarietà verso Belgrado.
Il 1° agosto 1914 la Germania dichiara guerra alla Russia e il 3 agosto alla Francia. Successivamente
invade il Lussemburgo e il Belgio (paesi neutrali). L’invasione tedesca del Belgio porta la Gran
Bretagna a dichiarare guerra alla Germania.
Successivamente si ha la dichiarazione di guerra di Francia e Gran Bretagna ad Austria e Russia.
A sua volta il Giappone dichiarò guerra alla Germania, per acquisire il controllo dei possedimen
tedeschi nel Paci co.
La guerra assumeva così un cara ere generalizzato, diventando così una Grande Guerra,
espressione apparsa per la prima volta nel 1914, quando divenne subito evidente che l’estensione
delle operazioni militari, i milioni di solda sul campo e la sua durata ne avrebbero fa o un
con i o dalle dimensioni inedite e senza termine di paragone.

L’Italia si dichiara inizialmente neutrale, facendo valere il principio secondo il quale né l’Austria né
la Germania erano state inizialmente aggredite. Successivamente cambierà posizione.
Lo scoppio della guerra vide irrompere sulla scena coloro che erano favorevoli alla guerra
(interven s ) e coloro che invece si opponevano (neutralis ).

-INTERVENTISMO
Erano interven s i borghesi, i radicali e i giovani studen dei ce urbani. Alla dichiarazione di
guerra le piazze delle principali capitali europee entrarono in visibilio. A Berlino, il 31 luglio, una
folla festante di quasi 50.000 persone applaudì il Guglielmo II, l’ul mo imperatore tedesco (kaiser)
a acciato dal balcone del palazzo reale. Il giorno dopo furono più di 100.000 i berlinesi accorsi a
inneggiare alla mobilitazione delle forze armate. Cerimonie che si ripetono ovunque in Europa. A
Parigi le truppe francesi par rono dalla Gare de l’est, accompagnate dalle grida di una folla
entusiasta per la guerra nalmente arrivata.
L’inizio delle os lità convinse anche i più dubbiosi, sospin dall’azione portata avan dagli
intelle uali che cavalcavano l’onda della guerra, pos però al riparo e al chiuso nelle loro
confortevoli case. La guerra era interpretata come un con i o tra ideali e culture alterna ve e in
questa narrazione retorica non era lasciato spazio alla morte e al sangue: era così per Thomas
ff
fi
tt
fl
tt
fl
tt
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
fl
fi
ti

tt

fi
ti
ti
ti
tt
tt
tt
tt
ti
ti
tt
fi

tt

fi
ti
tt
ti
ti
fl
ti
tt
tt
tt

ti

ti
ti
tt
ti

tti
fi
ti
tt
fi
ti
tt

tt

ti
ti

tt
Mann e Sigmund Freud che vedevano la guerra come un con i o tra eroi pron a comba ere
contro i barbari venu dall’est (i russi) che minacciavano la Germania. Gli fecero eco i francesi, per i
quali la guerra signi cava la vi oria della ragione e delle legi me rivendicazioni nazionali di popoli
oppressi dall’imperialismo autocra co del kaiser. A subire il fascino della guerra, vi erano però
anche borghesi liberali, radicali, socialis ed ebrei russi, anche se l’appello a stringersi intorno allo
zar in guerra contro l’Austria-Ungheria e la Germania lasciava molto epide le popolazioni locali,
sopra u o in Ucraina e Polonia.
Se i ce urbani di gran parte delle ci à europee dimostrarono entusiasmo per l’adesione alla
guerra, lo stesso sen mento non pervase i contadini. Nelle campagne si alzò un vero e proprio
muro di silenzio, fondato sull’ignoranza, sui bassi livelli di istruzione che rendevano il proletariato
agricolo sordo ai richiami delle sirene intelle uali. Agli occhi dei contadini europei, il con i o
apparve come la solita e secolare contesa tra poten giocata sulla pelle di suddi costre a
indossare l’uniforme lasciando campi, bes ame, famiglie senza neppure comprendere le
mo vazioni per le quali erano chiama a par re. I più si rassegnarono, piegando la testa a quello
che veniva considerato come un des no crudele, non di erente dalle tante catastro naturali che
si abba evano di volta in volta sulla miserabile esistenza dei lavoratori delle campagne europee.
I contadini furono inquadra nella scala più bassa delle gerarchie militari e cioè la fanteria. Erano
abitua alle fa che della terra e quindi la fanteria sembrava la loro collocazione ideale. Strappa a
forza dai legami familiari e territoriali (il legame con la terra era molto forte), dalla società rurale e
dalla campagna e cioè dall’unico mondo che conoscevano, furono proie a di colpo in un mondo
sconosciuto nel quale vennero a conta o – per la prima volta – con elemen nuovi quali la
meccanica e la chimica (le armi, quindi), con una nuova alimentazione, con la lingua nazionale
(pensiamo ad esempio all’Italia dove il diale o cos tuiva l’unico strumento di dialogo), con la
scri ura e la carta stampata, con la riproduzione fotogra ca degli even , con l’ideologia patrio ca
(elemento assolutamente astra o nelle campagne italiane).

-NEUTRALISMO
Gran parte della classe operaia delle grandi ci à. Sopra u o tra i militan socialis che si
opponevano fermamente alla guerra. A Berlino, il 28 luglio 1914, la SPD organizzò una marcia
paci sta che coinvolse oltre 10.000 persone. Era l’intera Seconda internazionale a candidarsi come
baluardo della pace in Europa. Il 29 luglio al congresso della Seconda internazionale, a Bruxelles, si
toccò forse uno dei momen più signi ca vi.

-SECONDA INTERNAZIONALE
Nel 1889 venne convocata nella capitale francese un’assemblea di tu i par socialis ,
socialdemocra ci e laburis europei, che diedero vita appunto alla Seconda Internazionale.
L’intento dell’organizzazione era quello di coordinare l’a vità di tu i par nazionali collega con
il movimento operaio. In un primo momento non si fece ricorso a organi dire vi centralizza ,
introdo invece nel 1900 al Congresso di Parigi con l’is tuzione di un comitato esecu vo e di un
segretariato. Punto principale del programma dell’Internazionale era la creazione di par poli ci
operai che si muovessero all’interno della cornice parlamentare dello Stato al ne di migliorare le
condizioni dei lavoratori. Tra le azioni più famose della Seconda Internazionale c'era la
proclamazione del 1° maggio come giornata internazionale dei lavoratori. La data del 1° maggio
non fu individuata a caso. A ispirarla fu un episodio avvenuto a Chicago, nel 1886, quando in tu
gli Sta Uni fu inde o uno sciopero generale a raverso il quale gli operai rivendicavano migliori
condizioni di lavoro a iniziare dalla riduzione della giornata lavora va. Lo sciopero proseguì per
qua ro giorni, no a quando, il 4 maggio, proprio nella ci à dell’Illinois gli scontri tra manifestan
ti
tt
tt
fi
tt
ti
ti
ti
tt
tti
tt
ti
ti
ti
fi

fi
tt
ti
ti
ti
ti
ti

tt
tt

ti
tt
ti
ti
fi
tt
ti
ti
ti
tt
tt
ti
tt

tt
ti
ti
ti
tt
tti
ff
fi
tt
tt

tti
fl
tt
ti
tti
ti
tti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
ti
fi
ti
ti
ti
fi
ti
ti
ti
tti
fl
tt
ti
tt
ti
ti
tti
ti
tti
ti
ti

e forze dell’ordine si fecero violen , provocando la morte di undici persone. Tre anni più tardi, nel
1889, la Seconda Internazionale lanciò l'idea di una grande manifestazione per chiedere la
riduzione della giornata lavora va a o o ore. Nella scelta della data si tenne conto degli episodi di
Chicago e si decise di celebrare il lavoro e i lavoratori il 1° maggio.
La Seconda Internazionale stabilì inoltre l’indipendenza dei sindaca dai par : secondo la linea
emersa, i primi, seppur stre amente collega ai par socialis , avrebbero dovuto dedicarsi
esclusivamente alla conquista di vantaggi economici immedia per i lavoratori senza partecipare
a vamente al processo di trasformazione sociale e poli ca.
A me ere in crisi la Seconda Internazionale, decretandone di fa o la ne nel 1914, fu la ques one
della Grande guerra che divise il mondo socialista in due tendenze.
Precedentemente durante congressi di Stoccarda (1907) e Basilea (1912) vennero approvate
speci che mozioni di condanna di ogni forma di confronto bellico, ritenendo la guerra come un
“regolamento di con ” tra capitalismi nazionali. Uno degli obbie vi primari dell’Internazionale era
pertanto opporsi con tu i mezzi a ogni forma di con i o armato e i socialis di qualsiasi nazione
avrebbero dovuto mobilitarsi per far cessare immediatamente le os lità. Negli stessi anni però
all’interno del movimento socialista internazionale, e in par colare nel Sozialdemokra sche Partei
Deutschlands si era creato un diba to che vide emergere gure e gruppi minoritari modera che
proclamavano, in determinate situazioni, il sostegno alla causa nazionale del proprio paese in caso
di guerra.
Su versante opposto componen rivoluzionarie ritenevano invece che alcuni con i potessero
indebolire il sistema capitalis co e facilitare la rivoluzione socialista.
Però nell’estate del 1914 la maggioranza dei par socialis dei paesi che stavano per entrare nel
con i o scelsero a maggioranza di dar vita a quella che in Germania fu de nita Burgfrieden. Si
tra ava, fondamentalmente, di una tregua concordata in materia di poli ca interna ed economica
tra la SPD e i par borghesi, in base alla quale i sindaca evitarono di indire scioperi mentre il
par to socialdemocra co, impegnandosi a non cri care il governo e la sua decisione di entrare in
guerra, approvava al Parlamento tedesco (Reichstag) i pres di guerra. Lo stesso principio fu
ado ato dai socialis francesi, unitamente a quelli austriaci e inglesi anch’essi impegna a votare i
rispe vi credi di guerra, un passaggio che in pra ca signi cava l’adesione alla guerra e l’assenso
al nanziamento delle spese militari.
L’Internazionale socialista entrò quindi in crisi. La stru ura federale della Seconda Internazionale
rivelò in questo caso tu a la sua debolezza, in quanto mol esponen preferirono abbracciare la
causa nazionale piu osto che quella internazionalista del socialismo.

Dopo i primi anni di guerra la popolazione iniziò a essere satura del con i o, dando i primi, for ,
segnali di dissenso in molte ci à europee. La guerra stava accando le popolazioni civili portando
con sé una depressione generale che nel 1917 si trasformò nei primi, chiari ed eviden segnali di
malcontento sfocia in alcuni casi in veri e propri episodi di ribellione. Ovunque mo contro il
carovita, assal ai negozi e ai forni, per lo più innesca dalle proteste delle donne che non
riuscivano più a sfamare le loro famiglie.
Poi entravano in sciopero gli operai, malgrado fossero consapevoli di andare incontro a dure
sanzioni e cioè processi, arres e condanne. Rivolte e proteste si ebbero anche a Torino, dove
nell’agosto del 1917 numerose donne a ancate da operai assaltano i forni della ci à, rimasta
senza pane. Un episodio meglio noto come sciopero del pane. Fulcro delle agitazioni furono le
barriere operaie (quar eri periferici a forte concentrazione operaia). La forza pubblica le domò
dopo tre giorni di cruen scontri.
tti
fi
tt
ti
fl
tt
tti
fi
tt
tt

ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tti
tt
ti
tt
ti
ti
ti

ti
tti

tt
ffi

ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
fl
ti
tt
tt
ti
ti
ti
fi
fi
ti
fi
ti
ti

ti
ti
ti
tt
tti

ti
ti

ti
fi

fl
ti
tt
fi
ti
ti
ti
fl
tt
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
Fu una guerra so o cer aspe democra ca, poiché arrivò a toccare la vita di ogni europeo; fu
una guerra industriale nella quale la morte e la devastazione divennero gli scopi principali della
produzione economica; fu una guerra che distrusse milioni di vite umane, in gran parte giovani, e
consumò, anzi sprecò enormi risorse; e in ne fu un con i o che interruppe rappor diploma ci e
intese che avevano contribuito n dal 1815 a mantenere una certa stabilità ed equilibrio.

-GUERRA LAMPO
Gli sta europei andarono in guerra partendo dalla convinzione della giustezza della loro scelta e
convin che la vi oria fosse possibile, in breve tempo. Questa visione si tradusse nell’adozione di
strategie militari o ensive ra orzate dalle possibilità tecniche di trasferire rapidamente grandi
masse di uomini, concepite per scon ggere il nemico in grandi e decisive ba aglie. La realtà fu
però di erente: il con i o non fu infa una guerra lampo, poiché le rapide manovre si rivelarono
impossibili e i fron si assestarono.

-TRINCEA
Dopo l’iniziale penetrazione della Germania in territorio francese e della Russia verso occidente si
arrivò a una stabilizzazione delle linee di comba mento. Il con i o divenne una guerra di
posizione e si iniziarono così a scavare trincee che si estesero, su entrambi i fron , per circa 40.000
km. Erano necessarie mappe, guide e cartelli per orientarsi nelle linee di trincea.
Sormontata da re coli di lo spinato, la trincea cos tuiva una barriera for cata che fronteggiava
la simmetrica linea nemica posta a qualche cen naia - talvolta decine - di metri di distanza. Nella
guerra di trincea le truppe si fronteggiavano in un sostanziale stallo, senza che nessun esercito
riuscisse ad avere il sopravvento sull’altro. La strategia u lizzata era quella dell’a acco frontale:
chiama all’assalto tra lo sbarramento del lo spinato e il fuoco dell’ar glieria avversaria, i fan
uscivano allo scoperto per conquistare le trincee nemiche. Un copione che si ripeté per l’intero
arco del con i o, portando milioni di uomini a vivere sprofonda nella terra in compagnia del
freddo e del fango, so o la costante minaccia del fuoco nemico, in condizioni igieniche e sanitarie
disagevoli e precarie.
A ciò si aggiungevano la scarsa disponibilità di acqua potabile e un nutrimento di pessima qualità,
dovuto alla scelta – comune a diversi eserci – di cucinare i pas nelle retrovie e portarli, nella
no e, verso le linee avanzate. In questo modo la pasta e il riso contenu nelle grandi casseruole
arrivavano in trincea come blocchi collosi. Il cibo era quindi pra camente impossibile da mangiare.
Era dunque questa la vita in trincea, divenuta di fa o la casa dei solda , il luogo dove i militari
impegna al fronte vissero per lungo tempo tra una ba aglia e l’altra condividendo, come ci
res tuiscono le tes monianze, sta d'animo, emozioni, paure, ma, sopra u o, il desiderio di
scappare da quello che ai loro occhi era diventato un inferno. Le cronache della vita reale in trincea
arrivano anche dalla le eratura, e cioè dagli scri ori che in trincea hanno comba uto.

-PSICHIATRIA E TRINCEA
La guerra in trincea portò anche a veri e propri shock. Nasce la sindrome da stress post-trauma co
e cioè a acchi di panico, ansia, tendenze suicide, aggressività ingius cata, squilibrio e
depressione. E, ancora, palpitazioni, tremori, paralisi, incubi, insonnia.
Nel corso della Prima guerra mondiale, mol uomini vennero colpi da quello che gli inglesi
de niscono shellshock. Porta nei manicomi, incontravano psichiatri che non sapevano come
a rontare una patologia no a quel momento sconosciuta, e spesso applicavano terapie sbriga ve
(quasi sempre l’ele roshock) co un unico obbie vo: rimandare i solfa in fre a al fronte a
comba ere. Solo nei casi più gravi era previsto un ricovero. Alcuni solda persero il senno, altri
ff
fi
tt
ti
ti
ti
tt
ff
ti
tt
ti

fl
tt
tt
tt
ti

ff
ti
tt
ti

fl
tt
tt
ti
tt

fi
fi
ff
ti
tti
fi
ti

fi
tti
ti
fi
fi
ti
ti
ti
tti
tti
tt
tt
ti
tt
fl
ti
tt
fl
ti
ti
ti
tt
ti
ti
fi
ti
ti
ti

ti
ti
tt
ti
fi
tt
tt
tt
tt
ti

tt
ti

ti
ti
ti
ti

recuperarono dopo un periodo di riposo. Per la prima volta ci si rendeva conto che la guerra
poteva far ammalare e per no far impazzire. La guerra era una delle possibili cause della mala a.
Gli psichiatri iniziarono a occuparsi del disturbo, trovandosi a svolgere una funzione quasi
giudiziaria o militare, per curare le ferite psicologiche e nello stesso tempo limitarle. Furono is tui
ospedali vicino al fronte per accogliere non solo i feri nel corpo, ma anche quelli nella mente.
C’era però una preoccupazione da parte delle alte gerarchie militari, e cioè quella che venissero
sfol te troppo le le dei comba en . Prevalse così l’idea che il disturbo fosse in mol casi una
simulazione. Nacque una specie di ossessione per cercare di smascherare chi ngeva i sintomi. Si
tra ava, infa , di comportamen che cos tuivano un’evasione dal dovere del soldato, che era
quello di comba ere. Ecco perché per curare gli eventuali mala le gerarchie militari richiedevano
tra amen violen come l’ele roshock, cercando di tra enerli il meno possibile lontano dal
campo di ba aglia. Era necessario, per ristabilire l’ordine e cioè res tuire al fronte i comba en ,
reintegrarli nella normalità del con i o, in una condizione – quella della trincea – che con nuava a
essere insopportabile.
Il riconoscimento del “disturbo post-trauma co da stress” è avvenuto in psichiatria solo nel 1980,
in seguito allo studio dei reduci di guerra. Viene coniata l’e che a disturbo post-trauma co da
stress per de nire l’insieme di sintomi che colpiscono i comba en e le persone che hanno fa o
esperienza di even dramma ci o catastro naturali che hanno messo a rischio la loro vita.

-DISCIPLINA MILITARE
Gli eserci erano en tà gerarchiche, al cui interno vigeva una rigida disciplina spesso mantenuta
con la forza. Per spingere la truppa al comba mento veniva usato ogni mezzo, dalla distribuzione
di alcol al terrore della decimazione. I comandan avevano l’ordine di mantenere una disciplina
ferrea, così come avevano il dovere di estrarre a sorte tra gli indizia di rea colle vi alcuni militari
e punirli con la pena di morte. Allineate le truppe, uno ogni dieci solda , doveva uscire dalla la
per essere fucilato. Così, il giorno seguente, i sopravvissu sarebbero anda incontro alle
mitragliatrici nemiche.
Ogni esercito aveva al fronte una polizia responsabile dell’imposizione della disciplina. Dure
punizioni che arrivavano anche no alla pena di morte potevano essere assegnate, ad esempio,
per essersi addormenta durante il turno di guardia, per non essere avanza per a accare il
nemico o per essere scappa davan al pericolo. In qualche occasione erano, come de o, gli stessi
u ciali a fucilare sul posto i solda che non obbedivano agli ordini.

-PROPAGANDA
Assunse per la prima volta un ruolo cruciale. Azione che tende a in uire sull’opinione pubblica,
orientandola verso determina comportamen colle vi, e l’insieme dei mezzi con cui viene svolta.
Si rivolge alla popolazione civile e a quella militare.
L’obbie vo era l’organizzazione del consenso. Quindi il cara ere “di massa” assunto dalla Grande
Guerra ebbe fra le sue conseguenze anche il di ondersi come strumento bellico della propaganda,
volta a indebolire il morale nemico e a cementare la convinzione e la coesione dei propri solda e
della popolazione.
La parola d’ordine per gli sta impegna nel con i o era quella di mobilitare le rispe ve
popolazioni per costruire e mantenere il consenso verso la guerra. Un obie vo che doveva essere
raggiunto u lizzando tu e le tecnologie di comunicazione conosciute allora. In un contesto dove
studiosi ed esper di mass media non esistevano ancora, furono arruola giornalis e le era ,
ffi
tt
tt
ti
tti
ti
ti
ti
tt
tti
fi

tt
ti
fi
ti

ti
ti

ti
tt
fi
ti
ti
ti
ti
tt
tt
fi
ti
ti
fl
ti
ti
tt
ti
ti
fi
ti
tti
ti
ff
fl
ti
tt

tti
ti
tt
ti
ti
tt
tt
ti
tt
ti
fl
ti
ti

ti
ti
ti
ti
tti
ti
fi
tti
tt
ti
ti
tti
tt
tt
ti
ti
tt

fi
ti
ti
tt
tti
ti
ti
ti

abitua a lavorare con la carta stampata, insieme a pedagoghi e avvoca , addestra a parlare in
pubblico, e a storici, avvezzi ai meccanismi di invenzione e divulgazione delle tradizioni.
Comunicatori che non esitarono a me ere da parte il criterio dell’ogge vità, rinunciando così a
qualunque forma di cri ca nei confron dell’operato dei comandi militari e a qualunque
riferimento alle reali condizioni di vita nelle trincee. La propaganda aveva quindi una funzione
centrale nel garan re la compa ezza del fronte interno, dove con l’incedere del con i o gli umori
si facevano sempre più scuri. Giornali e giornalis con nuarono la loro opera patrio ca intrapresa
all’inizio della guerra con un bombardamento di no zie dal fronte tese a dipingere i solda come
eroi pron all’estremo sacri cio per il bene della patria. I corrisponden di guerra organizzavano il
consenso trasformandosi in autori di reportage al limite della realtà, che avevano come
protagonis solda entusias , impavidi e duciosi nella vi oria nale. In poche parole, nessun
governo disse ai propri ci adini la verità sulla guerra. E non lo fecero certo i mezzi di comunicazioni
(giornali su tu ), sui quali era lo stesso Stato a esercitare un controllo ferreo a raverso censori
militari e civili. I quo diani che si discostavano con i loro giudizi dai termini consen , rischiavano
la chiusura, gli ar coli, i libri e le riviste che cri cavano l’operato governa vo erano messi al bando.
Anche al fronte era a vo un sistema di censura militare che vietava la di usione in patria di no zie
e informazioni scoraggian .
La guerra non veniva dunque raccontata nella sua crudezza e oscenità, ma veniva in qualche modo
resa acce abile. Alla base del messaggio stava il patrio smo nazionale che ha quindi in uenzato il
modello comunica vo e di le ura. Abbiamo dunque uno stre o rapporto tra propaganda, ricerca
del consenso e trasformazione della società. L'impera vo è convincere, educare la colle vità
creando un clima martellante e frene co res tuito nei diversi linguaggi visivi e verbali di quegli
anni.
Principale fulcro della propaganda era il manifesto, moderno strumento di comunicazione per
coinvolgere e suscitare il consenso della popolazione chiamata, in nome dell'amor di patria e del
senso del dovere, a o rire supporto economico e aiu di vario genere alla macchina della guerra.
Furono ad esempio i manifes a ospitare gli appelli dei governi che, inten a oliare la propria
macchina bellica, invitano i ci adini a so oscrivere buoni del tesoro, raccogliere materiale u le alla
macchina bellica, ridurre i consumi.
La radio, rela vamente poco di usa, e il cinema, strumento ampiamente u lizzato che cos tuì la
più grande innovazione della Prima guerra mondiale nel campo della propaganda. Anch’esso si
dimostrò un mezzo par colarmente e cace per dissimulare la realtà.
La grande o erta di propaganda incontrò peraltro una domanda di informazioni senza preceden :
l’opinione pubblica di ciascuna nazione coinvolta nel con i o avver va infa la necessità di
a ribuire un senso a un evento che gli imponeva sacri ci enormi. Fu questa stessa necessità
psicologica a favorir lo sviluppo della propaganda, come abbiamo visto, nella sua duplice veste: alla
no zia manipolata si accompagnò sempre la no zia negata a raverso la censura.

-FRONTE INTERNO
L’espressione nacque con la Prima guerra mondiale, cioè con il primo con i o nel quale la
possibilità di vi oria fu determinata dalla capacità di mobilitare al massimo le risorse umane ed
economiche di tu o il paese. Il conce o implicava che a essere impegnata nello sforzo bellico non
fosse quindi soltanto la società militare, ma anche quella civile, che doveva essere mossa da uno
spirito comba vo a ne a quello che si ritrovava sul fronte di ba aglia. In tale contesto fu evidente
come non fosse ammesso il dissenso e neppure il disimpegno: lo sce co era un disfa sta, un
nemico interno percepito come una minaccia al pari di quello che si nascondeva nelle trincee oltre
tt
ti

ti
ti
tt
ti
ff
ti
tti
tti
tt
ti
tt
ti
ti
ti

ffi
ti
tti
ff
ti
ti
tt
ti
fi

ti
tt
ti
tt
ff
tt

ti
tt
tt
ffi
ti
tt
fi
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
fi
tti
fl
tt
tt
tt
tt
fi
tt
ti
tti

ti
tti
ti
ti
ff
ti
fl
ti
tt
tti
tt

ti
ti
tti
ti
fl
tti
tt

tti
fl
ti
ti
ti
ti
ti

la terra di nessuno. Verso chi dissen va o si sospe ava che potesse dissen re si presero
provvedimen estremi.

-GUERRA TOTALE
Una conseguenza fondamentale della nascita della nozione di fronte interno fu che i civili
divennero obie vi militari. Non fu quindi più possibile mantenere una chiara dis nzione tra
militari e popolazione civile, che iniziò così a portare sulle proprie spalle il peso della guerra. Con la
Grande guerra fu dunque abbandonata l’idea che gli obie vi civili fossero fuori dai limi
consen . E questo perché? Perché il nemico con un fronte interno improdu vo era più debole e
quindi si riteneva che colpire i civili accorciasse la durata del con i o. Quindi da entrambe le par
in lo a si registrarono a acchi periodici sulle ci à situate in territorio nemico. Vi me civili vi
furono anche quando so omarini tedeschi con l’obie vo di tagliare rifornimen e materie prime
alla Gran Bretagna a ondarono navi dire e nel Regno Unito, come accadde nel 1915 con
l’a ondamento del Lusitania, transatlan co orgoglio della marina inglese, provocando la morte di
circa 1.200 civili.
I limi tecnologici delle armi dell’epoca impedirono di perpetrare molte delle atrocità contro
le popolazioni che si commisero nei con i successivi; si teorizzò il ricorso al bombardamento
terroris co della popolazione civile come mezzo nalizzato a accare il fronte interno.

-MOBILITAZIONE DI MASSA
conce o che si a ermò durante la Prima guerra mondiale, de nendo una delle principali
cara eris che del con i o: la sua natura, come abbiamo visto, di “guerra totale”, comportava la
scomparsa di ogni dis nzione tra pubblico e privato, tra militare e civile, tra fronte e retrovie,
sancendo così l’arruolamento sico e morale dell’intera popolazione al servizio dell’economia di
guerra.

-MOBILITAZIONE INDUSTRIALE
Lo stato impegnava la nazione ad ado are un programma di organizzazione industriale del lavoro,
prima per il riarmo, poi successivamente per il mantenimento e, se possibile, l’accrescimento dei
rifornimen al fronte. Ecco che quindi il nuovo sforzo bellico necessitava della ges one di un
esercito che comba esse il nemico al fronte e dell’intero apparato produ vo su vasta scala,
dall’agricoltura no all’industria pesante.
Si parla quindi di produzione bellica che coinvolge l’intero sistema produ vo, posto so o il
controllo e la direzione dei comandi militari e degli appara burocra ci (lo Stato). In realtà, nel
1914, non vi era economia nazionale che fosse preparata ad a rontare la guerra. Occorreva
sostenere il con i o e quindi la produzione dove e riada arsi per poter rispondere, in breve
tempo, a una domanda di beni e servizi mai vista prima. La produzione del tempo di pace fu
dunque conver ta per soddisfare le necessità e le esigenze dell’apparato militare. Si parla di
produzione bellica: forza lavoro, capitali e materie prime furono così sposta , ad esempio, da
aziende che producevano carrozzine per bambini e bicicle e a quelle che potevano produrre
mitragliatrici e aeroplani.

-DONNE IN GUERRA
In virtù della mobilitazione totale dall’economia di guerra, gli anni compresi tra 1914 e 1918
comportarono un inedito protagonismo femminile. Tale protagonismo, che si tradusse nella dire a
partecipazione delle donne al con i o, si manifestò secondo due modalità fondamentali, diverse
tra loro ma al tempo stesso complementari. La prima modalità coincise con un rilancio
ff
tt
tt
ti
tt
ti

ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
fi
fl

ff

tt
tt
ff

ti
fl

tt
tt
tt

fi

fl
tt
ti
tt
ti
fl
tt

tti
tt
fi
tt
tt
tti
tti
tt
tt
ti
fi
fi
ff
fl
tt
ti
tti
tti
ti
ti
tti
ti
tti
ti
ti

tt
ti

tt
ti
dell’immagine tradizionale della donna, in funzione subalterna all’uomo. Molte furono infa le
donne impegnate in campo assistenziale nell’organizzazione di inizia ve in favore dei solda e delle
loro famiglie. Altre ante furono le crocerossine, infermiere professionali e volontarie che, al fronte
o nelle retrovie, prestarono soccorso medico e sanitario ai comba en feri . Signi ca va fu anche
l’a vità delle «madrine di guerra», giovani ragazze, spesso appartenen all’alta borghesia, che
intrapresero rappor epistolari con i solda per confortarli sul piano morale e materiale, inviando
quindi loro le ere, ma anche libri, cibo e indumen .
La seconda modalità coincise invece con il delinearsi di una nuova immagine della donna che,
anziché limitarsi ad assistere l’uomo, iniziò ad a ancarlo in ambi lavora vi che erano sta sino ad
allora di esclusiva per nenza maschile.
In tal senso, chiamate ad a ancare o a sos tuire gli uomini impegna al fronte, le donne diedero
un contributo signi ca vo allo sforzo industriale, tanto nelle campagne quanto nelle ci à.
Sos tuirono gli, mari e fratelli nei campi, nelle a vità commerciali e aziendali, confezionarono
indumen e divise per i solda e furono dire amente impiegate dall’industria bellica nella
fabbricazione di armi e munizioni.
In alcuni casi, la massiccia presenza di donne favorì una sorta di “femminilizzazione” di alcune
professioni: i casi più eviden furono i tram e i treni, dove furono impegnate come au ste o
biglie aie. Aumentò anche il numero delle impiegate negli u ci.
Con il con i o si assiste e così a un massiccio ingresso delle donne nel mondo del lavoro, che
modi cò le relazioni e i rappor tra i generi, me endo in discussione modelli comportamentali e
gerarchie rimaste no ad allora predominan .
La Prima guerra mondiale agì come fa ore di emancipazione sociale delle donne che, in linea con
le istanze emerse già nei primi anni del secolo in seno al movimento delle cosidde e su rage e,
non avrebbero tardato a rivendicare un ruolo paritario anche in ambito poli co.
-SUFFRAGETTE
Fu un movimento di emancipazione femminile sorto in Inghilterra per o enere il diri o di voto alle
donne. Nacque nel 1869 e o enne la prima conquista, seppure parziale, nel 1918, quando il
Parlamento inglese approvò la proposta del diri o di voto limitato alle mogli dei capifamiglia con
cer requisi di età (sopra i 30 anni) che furono ammesse al voto poli co. Solo più tardi, con la
legge del 2 luglio 1928, il su ragio fu esteso a tu e le donne del Regno Unito. Dal Regno Unito il
movimento si estese anche in altri paesi.

-AZIONE UMANITARIA
L’impa o della guerra sulla società civile portò alla maturazione di a vità umanitarie e di
assistenza svolte da una serie di organizzazioni, prima tra tu e la Croce Rossa.
Anche la società civile fu ogge o di poli che di soccorso. Prese così forma il conce o di assistenza
umanitaria, rivolta principalmente ai quei segmen di popolazione che, più di altri, avevano subito
i traumi del con i o, come ad esempio i profughi, costre a fuggire dalle zone del fronte e,
sopra u o, i bambini considera , per antonomasia, le vi me innocen delle guerre. Lenire i
bisogni primari (su tu l’alimentazione) e poli che di assistenza sanitaria, rappresentarono i
principali ambi di intervento delle poli che assistenziali. A me erle in a o furono organizzazioni
a raverso - elemento di novità - veri e propri professionis dell’assistenza che avevano maturato
importan esperienze professionali nell’ambito assistenziale. Quindi con la grande guerra si
a acciò per la prima alla ribalta la gura del professionista dell’assistenza (pensiamo ad esempio
all’assistente sociale nel senso moderno del termine). Tra le principali organizzazioni impegnate in
campo assistenziale vi fu certamente la Croce Rossa Internazionale, nata a Ginevra nel 1863. Il
personale così come i volontari era composto prevalentemente da donne, mobilitate sia in favore
tt
ff
tti
ti
ti
fi
tt
tt
tt
tt
ti
ti
fl
tt
ti
fi
tt
ti

fl
tt
fi
tt
fi
ti
tti
ti
ti
ti

tt
ffi
ff
ti
tt
ti
tt
ti
ti

fi
tt

ti
ti

ti
ti
ti
tt

ti
ffi
tt
tt
tt
ti
ti
tti

tti
tti
ti
tt
ffi
tt

ti
tt
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti

tt
fi
tt
tt
ti
ti
tt
ff
ti
ti
tti
tt
della popolazione civile sia, sopra u o, nell’assistenza ai solda al fronte. E ciò avvenne in tu a
Europa, dove si registrarono numerose inizia ve assistenziali in favore dei comba en che ebbero
come principali protagoniste le donne. Si tra ava di un vero e proprio assistenzialismo patrio co
che si sviluppò so o forma di a vità diverse (dalla raccolta di donazione alla fabbricazione di
indumen per i solda come lana, maglioni, calze, sciarpe, ecc.) impegnando mogli, madri e sorelle
dei comba en .
L’alta presenza femminile cara erizzò anche la Croce Rossa.
Pensiamo ad esempio all’Italia, dove durante la guerra si assiste e a una mol plicazione di scuole
infermieris che preposte alla formazione delle crocerossine e le donne pronte per andare a
svolgere il servizio al fronte passano dalle 4.000 del 1914 alle 10.000 del 1915. Potevano svolgere
servizio negli ospedali militari disloca nella penisola, in quelli da campo oppure dire amente
dietro la linea del fronte. Entrarono a stre o conta o con il personale medico dell’esercito, a cui la
Croce Rossa rimaneva comunque subordinata, che spesso si dimostrava os le o quanto meno
indi erente all’a vità delle crocerossine.

-ASSISTENZA POST BELLICA


La Grande guerra cos tuì uno spar acque nella storia dell’azione umanitaria internazionale, che da
questo momento in poi fu chiamata a confrontarsi con le conseguenze dramma che del con i o,
come ad esempio l’assistenza alimentare alla popolazione, il soccorso ai profughi e la tutela
dell’infanzia che rappresentarono i principali ambi di intervento. L’esempio più importante arriva,
ancora una volta, dagli Sta Uni , dove iniziò a operare l’American Relief Administra on (ARA),
guidata dal futuro presidente Herbert Hoover, che a raverso l’ARA realizzò un imponente piano
post-bellico des nato a sfamare i bambini dell’Europa Orientale. L’ARA – ed è questo l’aspe o più
rilevante che ritornerà anche dopo la Seconda guerra mondiale – contribuirà a determinare la
preminenza degli Sta Uni nel panorama dell’umanitarismo del primo dopoguerra e, a loro volta,
i programmi di aiuto furono una componente importante della poli ca internazionale americana.

-GUERRA E GIOVANI
Un altro elemento cara erizzante la Grande guerra fu il nesso tra guerra e giovinezza: per i giovani
volontari, la guerra intesa come mito e a o eroico, rappresentava una possibilità di costruire una
nuova epoca e una nuova società. Non si resero però conto di aver contribuito a segnare il punto
più dramma co del rapporto tra guerra e giovani, mol dei quali morirono al fronte senza aver
raggiunto la maturità. Si può dunque parlare di una vera e propria lost genera on, generazione
perduta, nelle ci à e nelle campagne sulla quale la guerra si abba é come una scure. La stessa
categoria di lost genera on (in realtà il riferimento è ai giovani chiama a comba ere e non più
torna dalla Seconda guerra mondiale) ispirerà Jack Kerouack, scri ore mito della gioventù post-
bellica, che parlerà di beat genera on e cioè generazione beata perché immune dalla sciagura
della guerra e desiderosa di restarlo.

-GUERRA DELLA TECNICA


La Prima guerra mondiale fu anche la guerra della tecnica. Infa , vennero perfeziona la
precisione di ro, il fuoco a ripe zione delle mitragliatrici, la mobilità dei carri arma , furono
impiega i primi aerei, aumentò notevolmente la costruzione di so omarini.
Contemporaneamente si assiste e a un notevole miglioramento dei sistemi di puntamento e
comunicazione.
In tal senso un contributo più importante fu o erto dal perfezionamento del telegrafo senza li –
così veniva chiamata la radio – che rivoluzionò sopra u o la tecnica di comba mento navale,
ff
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti

tt
tti

tt

ti
ti
ti
tt
ti

ti
ti

tt
tti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
tt

ti
tt

tt
tt
ti
ff
ti
tt
tt
tt
ti
tt

tti
ti
tt
tt
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
tti
ti
tt
tt
ti
ti
tt
ti
ti
tt
fl
fi
tti
tt
tt

giacché consen va di coordinare manovre prima a date alle segnalazioni o che. Inoltre, furono
sperimenta i prodo dell’industria chimica. E qui apriamo una parentesi. Gli eserci u lizzano e
sganciano i gas più vari. Ad esempio, il 22 aprile 1915, nella regione di Ypres in Belgio, i solda
francesi assedia da oltre o o ore in un bombardamento senza ne, alzano gli occhi al cielo e
vedono avanzare una nube giallo-verdastra che precede l’avanzata della fanteria tedesca. Morirono
oltre 10.000 solda e Ypres diede il nome a un gas, l’iprite che provoca cecità, irritazione e, se
usato ad alta concentrazione, anche la morte. Seguirono poi il bromuro, il cloruro di cianogeno,
l’acido cianidrico, il fosgene che causa tosse, poi cianosi e nel giro di pochi minu , la morte per
as ssia. Si videro solda comba ere con la maschera an gas, supplizio per lo più inu le: infa
dalle nubi di gas non ci si difende. Era su ciente applicare una combinazione calcolata di gas
lacrimogeno e di fosgene: il primo costringeva i fan a togliersi la maschera e quindi a respirare il
secondo causando così la morte.

L’ITALIA NELLA GRANDE GUERRA


Il 2 agosto 1914 l’Italia si dichiarava neutrale, facendo valere il cara ere difensivo della Triplice
Alleanza. La neutralità italiana si reggeva anche sul fa o che né l’Austria né la Germania avevano
avviato consultazioni con il governo di Roma prima delle rispe ve dichiarazioni di guerra. Un
vivace diba to tra neutralis e interven s si sviluppò nel paese.
Dei neutralis facevano parte:
• Liberali gioli ani = tra i principali sostenitori Giovanni Gioli che giudicava il paese non
su cientemente preparato per a rontare lo sforzo bellico. Egli, inoltre, elaborò una tesi (il
cosidde o neutralismo diploma co) secondo la quale la neutralità avrebbe consen to
all’Italia di trarre vantaggi in campo diploma co, avviando tra a ve con l’Austria per
o enere le terre irredente (Tren no, Venezia-Giulia, Dalmazia e Fiume).
• Socialis = al congresso di Bologna, nel 1915, venne coniato il mo o né aderire, né
sabotare che ben riassumeva la contrarietà e l’opposizione al con i o. Unici in Europa. Altri
socialis (ad esempio tedeschi e francesi, lo abbiamo visto, abbandonano
l’internazionalismo socialista e si schierano a favore dell’intervento dei propri sta in
guerra). All’interno del Par to socialista italiano vi erano però anche alcuni dirigen
favorevoli a un intervento dell’Italia. Tra ques spiccava Benito Mussolini, dire ore
dell’«Avan !», il quo diano del par to, passato da una posizione neutralista a una
interven sta. Espulso dal Psi e rimosso dall’incarico, fondò un nuovo giornale, «Il popolo
d’Italia», che divenne portavoce dell’opinione interven sta.
• Ca olici = si schierarono su posizioni neutraliste seguendo la linea del Papa Benede o XV,
che nel 1914 aveva de nito la guerra come una “gigantesca carne cina”. Nel movimento
ca olico non mancarono però divergenze tra l’ala sociale, contraria alla guerra, e quella
favorevole a un intervento dopo l'a acco tedesco al Belgio. L'Azione Ca olica non assunse
una posizione u ciale, ma assicurò che i ca olici, rime endosi alle decisioni del governo,
avrebbero, come ci adini, compiuto il loro dovere. Infa , poi con la dichiarazione di guerra
italiana acce ano la posizione del governo.

Degli interven s facevano parte:


• Studen e intelle uali = a sostegno dell’intervento si schierarono innanzitu o i giovani
studen borghesi, membri del ceto medio dei principali centri urbani del paese. Il loro
entusiasmo era nutrito da intelle uali, scri ori e poe (avviene così in tu a Europa) come
Gabriele D’Annunzio, il futurista Filippo Tommaso Marine , per il quale la guerra
tt
fi
tt
ffi
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tti
ti
tti
tt
ti
ti
ti
ffi
ti
ti
tt
ti
tt
tti
ti
fi
ti
ti
tt
ti

tt
ti
ti

tt
ff

tt
ti
ti
ffi
ti
tt

tt
ti
ti
ffi
ti
ti
tt
ti
tt
tti
ti
tti
tti

tt
tti
fi
ti
fl
tt
fi

tt
tt
tt

tt
tt
tti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
tti
rappresentava l’unica igiene del mondo, e Giovanni Papini, che esaltava la guerra come
momento di puri cazione e rigenerazione della società.
• Interven smo democra co = rappresentato da Leonida Bissola , Cesare Ba s e Gaetano
Salvemini, che auspicavano a raverso la guerra il compimento del Risorgimento nazionale,
con la riconquista delle regioni ancora so o il dominio austriaco. Inoltre, giudicavano il
con i o come uno scontro tra le democrazie parlamentari e gli sta militaris e autoritari
di Austria e Germania.
• Liberali conservatori e Destra nazionalista, che invocavano la guerra come un’occasione di
ra orzamento nazionale e di espansione coloniale, mirando, nel contempo, a rinsaldare
l’egemonia della destra liberale.
• Sindacalis rivoluzionari, che consideravano la guerra contro il militarismo e l’autoritarismo
degli imperi centrali l’inizio di una rivoluzione per accelerare l’emancipazione delle classi
lavoratrici.
• Sindacalismo rivoluzionario = movimento nato in seno al par to socialista come corrente di
sinistra. I suoi leader sono gli economis Arturo Labriola ed Enrico Leone. Nel congresso di
corrente del 1907 tenutosi a Ferrara, il sindacalismo rivoluzionario si scinde dal par to
socialista ed avvia un lavoro sindacale, dapprima nelle campagne emiliane (Parma e
Ferrara), poi nei centri industriali del Nord, nelle miniere della Toscana e in Puglia. Inizia a
tessere legami con il futurismo. Emerge una linea che pone in stre a connessione il
sindacalismo rivoluzionario con il nazionalismo, che a ora in tu a la sua chiarezza nella
guerra di Libia che vede i sindacalis rivoluzionari aderire con entusiasmo all’impresa libica.

Sidney Sonnino, ministro degli Esteri, avviò una tra a va segreta con l’Austria ricevendo la
disponibilità di quest’ul ma a cedere, dopo la ne della guerra, il Tren no all’Italia. Nessuna
apertura veniva invece comunicata per Trieste, ci à alla quale l’Austria non intendeva rinunciare,
vista l’importanza rives ta dal porto e dalle a vità economiche e commerciali a esso collegate. Il
ri uto austriaco portò a un indebolimento delle posizioni di Gioli , che vide quindi tramontare la
sua proposta di neutralismo diploma co come strumento in grado di consen re all’Italia il
possesso dei territori irreden .
Il governo presieduto da Antonio Salandra diede ordine ai prefe , per indebolire le posizioni di
Gioli e o enere il sostegno da parte della popolazione, di autorizzare le manifestazioni
interven ste e vietare quelle neutraliste. Il clima era dunque maturo per l’ingresso in guerra.

-PATTO DI LONDRA
Il 26 aprile 1915, il governo italiano siglò con la Francia e l’Inghilterra un accordo segreto, noto
come Pa o di Londra. In caso di vi oria all’Italia venivano riconosciu il Tren no, l’Alto Adige,
Trieste, l’Istria e buona parte della Dalmazia (Fiume restava invece esclusa), nonché il prote orato
sull’Albania e Valona (già occupata da truppe italiane), le isole del Dodecaneso (occupate dall’Italia
durante la guerra italo - turca) e le miniere di Adalia in Asia minore. Il pa o imponeva all’Italia
l’entrata in guerra entro trenta giorni dalla rma. Dopo la rma del Pa o di Londra, Gioli fece un
ulteriore tenta vo di aprire tra a ve diploma che con gli Imperi centrali, sollecita in tal senso
dalla stessa Austria, venuta a conoscenza dell’accordo. Il leader liberale incassò il sostegno di 320
deputa e 100 senatori, pron a seguire la sua linea neutralista. A fronte di tale volontà espressa
da buona parte del Parlamento, il governo presentò le sue dimissioni, che furono però respinte dal
re. Contemporaneamente nel paese si svolsero manifestazioni a favore dell’intervento in guerra e
contro Gioli : le radiose giornate di maggio videro quindi la popolazione, mobilitata dagli
interven s e da alcuni intelle uali (primo tra tu D’Annunzio che parlando al Teatro Costanzi di
fi
ff
fl
tti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tt

ti
tti
ti
fi

ti
ti
ti
ti
tt
ti
tt
tt

ti
tt
ti
ti
ti
tt
fi
tti
ti
fi
tti
tt
tt
ti
ffi

fi
ti
ti
tti
tt
tti
tt
ti
ti
tt
ti
tt
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
tt

Roma aveva de nito Gioli “un traditore della patria”), scendere in piazza per chiedere a gran
voce l’intervento dell’Italia nel con i o. Gioli si dimise e tra il 20 e il 21 maggio le Camere
a davano al governo poteri straordinari. Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria e il
giorno successivo le truppe italiane marciavano verso il fronte. Iniziava così per l’Italia un lungo,
sanguinoso e dramma co con i o.
Per riuscire a sostenere lo sforzo bellico, i governi ado arono programmi di organizzazione
industriale per il riarmo, il mantenimento e l’incremento dei rifornimen al fronte. Anche l’Italia. A
regolare la produzione di guerra è chiamato l’Is tuto della Mobilitazione Industriale. Sorto
nell’estate 1915 per coordinare e disciplinare il rifornimento dei materiali necessari all’esercito,
l’organismo assume il compito di determinare gli stabilimen ausiliari (cioè quelli des na alla
produzione bellica) e coordinarne le a vità, distribuendo le commesse, s pulando i contra e
facendosi carico del trasporto del materiale occorrente alle fabbriche, della consegna dei prodo
e del rifornimento di combus bile alle varie industrie. Al ne di o enere un coordinamento più
funzionale delle fasi produ ve, l’organismo centrale, con sede a Roma, è a ancato da Comita
regionali per la mobilitazione industriale che, interpretando le dire ve governa ve, provvedono a
mobilitare l’industria privata nella fabbricazione di armi e altri materiali bellici.
A trarre i maggiori vantaggi dalla mobilitazione industriale sono le grandi industrie
metalmeccaniche incaricate di produrre armamen . Dichiarate ausiliarie e so oposte a un
par colare regime di mobilitazione industriale, esse a uano un processo di riconversione
produ va che le porta ad abbandonare le tradizionali lavorazioni a vantaggio di mezzi e materiali
militari, a raversando così una fase di notevole espansione. Emblema co è il caso della FIAT,
capace di balzare dal trentesimo posto nella graduatoria delle industrie nazionali, al terzo per
dimensioni d’impresa e capitale sociale, a ancando colossi come l’Ilva e l’Ansaldo.
Durante il periodo bellico, anche il processo di concentrazione industriale e proprietaria subì
un‘accelerazione senza preceden . Le imprese maggiori appro ano della rimunera vità delle
commesse statali. Emblema co – ed ecco che ci ritorniamo - è il caso della Fiat che durante
l’ul mo periodo del con i o arriva a coprire l’80% della produzione nazionale di autoveicoli.
All’inizio del 1915 l’azienda occupa circa 4.000 operai, sali a 40.000 al termine della guerra. A
par re dal 1915 diminuisce la produzione di autove ure, sos tuita da quella di autocarri, al punto
che la Fiat fornisce all’esercito 35.000 automezzi militari di 25 pi diversi. Auto, ma non solo.
Infa , nel 1917 la Fiat dà vita alla SIA (Società italiana aviazione che diventerà poi Fiat
Aeronau ca), che nel 1918 produce 1.375 aeroplani. Sempre nel 1917 fu compiuto un decisivo
passo verso l’integrazione del ciclo produ vo con l’incorporazione delle Ferriere piemontesi
(azienda produ rice di acciaio parco dora) e l’assorbimento della Dia o, fabbrica ferroviaria, che
dall’anno seguente cos tuisce la sezione Materiale ferroviario della Fiat (la futura Fiat Materfer).
Nella guerra si impegna l’intero tessuto industriale nazionale. Vi faccio solo alcuni esempi: ad
esempio nel comparto chimico abbiamo la Michelin (che peraltro aveva il suo stabilimento italiano
proprio a Torino in via Livorno dove oggi sorge l’Iperccop di via Livorno, per intenderci si vede
ancora la ciminiera) che produce pneuma ci per autocarri militari, abbiamo fabbriche di
meccanica di precisione che riconvertono la produzione dedicandosi alla costruzione di proie li e
munizioni.
La richiesta di equipaggiamen militari non si limita solo alla produzione di indumen , dal
momento che i solda hanno necessità anche di calzature. Una domanda che trova dei validi
interlocutori nelle concerie e nelle fabbriche di pellame, impegnate a produrre migliaia di pezzi
dire amente commissiona dallo Stato, fornendo un apporto decisivo all’equipaggiamento
dell’esercito italiano (pensiamo ad esempio a calzature e s vali, cinghie per fucili e zaini). Da non
ffi
ti
ti
ti
tti
tt
tti
ti
tt

tt
fi
ti
ti
ti
fl
tti
tt
tti
ti
ti
ti
ti
fl
tt
ti
fl

tt
tti
tti
ti
ffi
tti
ti
ti
tt
tt
tt
fi
ti
ti
ti
ti
ti
fi
tt
tt
tti
tt
ti
ti
ti
ffi
tt

ti

ti
ti
ti
ti
tti
tti
ti
tti
so ovalutare anche il se ore del tessile, con la produzione di divise e materiale per l’esercito e
quello alimentare con la produzione di scatolame per l’esercito al fronte.
Alle lavorazioni belliche presero parte in maniera signi ca va anche le donne.
Le donne a ancarono e sos tuirono gli uomini in se ori e mansioni lavora ve no ad allora a
esclusiva per nenza maschile. A regolamentare l’assunzione di personale femminile è chiamato
l’Is tuto per la mobilitazione industriale che nel 1916 emana un decreto a raverso il quale
sancisce l’obbligatorietà di una graduale sos tuzione degli uomini con donne e ragazzi nelle
lavorazioni di meccanica leggera. L’anno successivo l’obbligo viene esteso alle lavorazioni
metallurgiche, in modo par colare ai proie li. L’Is tuto per la Mobilitazione industriale si occupa
anche di me ere a punto un collaudato sistema di reclutamento di operaie che, prima
dell’assunzione, sono sogge e a un periodo di istruzione e addestramento alle lavorazioni cui
saranno adibite. L’ascesa delle donne impiegate nell’industria di guerra si manifesta rapidamente:
esse passano dalle 23.000 del 1915 alle 89.000 del 1916, per arrivare successivamente alle 175.000
del 1917 e alle 198.000 del 1918. Numeri importan che si a estano su piani inferiori rispe o a
quanto avviene in altri paesi europei (Francia e Inghilterra), dove la partecipazione femminile alla
produzione bellica assume connota numerici superiori. Dopo l’industria ci sono le cucitrici. Sono
circa 600.000, cos tuiscono l’apporto principale in termini numerici del lavoro femminile per la
guerra. Sono impegnate in lavori a domicilio ineren la produzione di ves ario militare. Unendo la
tradizione carita va del mondo ca olico e quella lantropica di matrice laica, apposi organismi di
assistenza, risponden ai locali comita di mobilitazione, canalizzano la distribuzione delle
lavorazioni favorendone l’assegnazione a mogli, glie e vedove dei solda al fronte, impegnate a
cucire cappo , camicie, divise, pantaloni, guan , asciugamani e berre .
Oltre alle fabbriche, anche i servizi pubblici, gli u ci e i negozi sos tuiscono il personale maschile
impegnato a comba ere al fronte con le donne, innescando così una vera e propria rivoluzione dei
costumi nel mondo borghese e favorendo la femminilizzazione di alcune professioni: i casi più
eviden , anche in Italia, furono i tram e i treni, dove vennero impiegate au ste e biglie aie, ma
anche pos ne e segretarie fanno il loro ingresso sulla scena pubblica. Nel 1919 le donne sono tu e
e quasi ovunque sollevate dalla guida dei mezzi. Le aziende tranviarie ado ano solitamente
poli che di sos tuzione dire a dei propri dipenden richiama alle armi con familiari (mogli, glie)
anche come forma di assistenza a raverso il lavoro, evitando di pagare sussidi ai richiama .
Aumentò anche il numero delle impiegate negli u ci. un caso emblema co è rappresentato
dall’Ansaldo di Genova, colosso dell’industria navale e siderurgica: nel 1914 c’erano solo due
impiegate, nel 1918 al momento dell’armis zio di Villa Gius sono 753, pari al 21% sul totale degli
impiega . Un trend simile si veri ca nelle banche: prima della guerra vi lavora solo qualche
telefonista e un certo numero di adde e alla copiatura e alla classi cazione dei vaglia. Alla ne del
con i o erano oltre 800 le impiegate in servizio alla Banca commerciale italiana e oltre 400 alla
Banca d’Italia. Certo, questa presenza non riguarda che qualche migliaio di donne in tu a Italia. Il
censimento della popolazione del 1921 avrebbe rilevato 5.160 impiegate nel «credito e
assicurazione», pari al 12% degli impiega nella categoria. Si tra ava in realtà di una presenza assai
signi ca va, anche per l’elevato pres gio sociale rappresentato dall’impiego in banca.
Il dopoguerra non coincide con il momento del «ritorno a casa» delle donne lavoratrici mobilitate
durante la guerra. Quello del «ritorno a casa» è in e e un luogo comune della retorica e del
discorso pubblico postbellico, in una fase di smobilitazione dell’esercito e di grandi tensioni sociali
e poli che che, come vedremo, accompagneranno il dopoguerra italiano, segnato dalla crisi
economica internazionale del 1921 che però colpì prevalentemente il comparto metalmeccanico e
dell’edilizia (tra luglio e novembre 1921 l’occupazione nella metalmeccanica diminuì di oltre il
tt
ti
fl
ti
fi
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ffi
tt
tti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tt
ti
tt
ti
tt
fi
tt
tt
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tti
ti
ti
fi
ffi
ffi
fi
ti
ti
ti
ti
ff
tt
fi
tti
ti
ti
tt
ti
tt
ti
fi
tti
ti
ti

ti
tt
tt
ti
ti

fi
ti

tt
tt
ti
fi
tt

fi
tt
34%), dunque la manodopera maschile, mentre ci fu una sostanziale tenuta del tessile (-3%) e
dell’abbigliamento (-1,5%).
In tali condizioni generali, la polemica contro le donne che avevano «preso il posto degli uomini»
nelle fabbriche e contro «le signorine negli u ci» cos tuì un facile, quanto scontato, espediente
per riconciliare una società sconvolta che stava cercando di tornare a una qualche «normalità».
Tu avia, i da mostrano che, una volta ridimensionata l’occupazione di guerra, la presenza
femminile si rivela un dato stru urale negli u ci italiani, mentre nell’industria con nua a essere
concentrata nel comparto tessile, ma aumenta nella meccanica e in altre produzioni, dove la
guerra aveva cos tuto per molte donne una sorta di periodo di «apprendistato» e dove i progressi
della meccanizzazione accelera dal con i o consentono un maggiore ricorso al lavoro femminile
rispe o all’anteguerra. L’Ansaldo, ad esempio, dove prima della guerra non esisteva manodopera
femminile operaia, conta quasi 39.000 operai alla ne del con i o, di cui 4.395 donne. Dopo la
guerra, una volta uscita la manodopera in sovrappiù, l’occupazione operaia totale risulta dimezzata
(18.234): le donne rimaste cos tuivano il 7% dell’occupazione totale (1.282), più variamente
distribuita nelle varie o cine dell’azienda.
Da so olineare, in ne, come dire amente legate al con i o furono anche le gure delle
crocerossine, su cui ci siamo già so erma e quelle delle «madrine di guerra», giovani ragazze,
spesso appartenen all’alta borghesia, che ado avano un « glioccio», ovvero un soldato, iniziando
con lui un rapporto epistolare. Le ere, cartoline e pacchi avevano quindi il compito di confortare i
comba en , sia sul piano materiale che, sopra u o, su quello morale. A farsi promotori
dell’inizia va erano i giornali femminili che, insieme alle associazioni femminili, fornivano elenchi
dei comba en che avevano richiesto di essere «ado a » ricevendo così corrispondenza. Al
termine del con i o i rappor tessu per corrispondenza tra la madrina e il suo glioccio
con nuarono: alcuni si sposarono, altri restarono amici, altri invece non si conobbero mai.

-CAPORETTO
piccolo centro del Carso Sloveno. La no e del 24 o obre 1917, le truppe austriache sono
protagoniste di una pesante o ensiva su tu o il fronte italiano del ume Isonzo – che segna il
con ne tra regno d’Italia e impero austroungarico. Le truppe austriache sfondano le linee, aggirano
le difese italiane e colgono l’esercito italiano alle spalle. L’azione austriaca coglie di sorpresa gli
italiani, i cui ver ci avevano previsto un’altra strategia, e cioè l’a acco frontale per dare agli
austriaci una spallata decisiva, dimostrando in modo plateale la potenza raggiunta dall’esercito
italiano. L’Italia, nei piani della sua classe dirigente doveva contare. Ma era andata in un altro
modo:
ci erano volute undici ba aglie e migliaia di mor (165.000 nel solo comba mento di Bainsizza,
oggi in Slovenia, dove si comba é l’undicesima ba aglia dell’Isonzo) per non avanzare nemmeno
di un metro e scontrarsi con la resistenza austriaca. Tra il 24 e il 26 o obre, dopo l’a acco austriaco
i solda italiani ge ano le armi, abbandonano le linee e si ri rano, cogliendo di sorpresa anche i
ver ci dell’esercito. Le cronache e le immagini dell’epoca res tuiscono una fotogra a composta da
migliaia e migliaia di solda sbanda che, insieme alle popolazioni civili (profughe), a raversano il
Friuli. Cadono Udine, Tolmezzo, Cividale, Belluno e altre ci à.
Varcato il Tagliamento, le truppe si stabiliscono al di là della linea del Piave. Sono oltre 300.000 i
prigionieri italiani cadu in mano austriaca. Un crollo militare di grandi proporzioni, ma sopra u o
un crollo morale. Il nome di Capore o- la località simbolo del disastro, dove era avvenuto il primo
sfondamento - si aggiunge a quello di Custoza e Adua, diventando – ancora oggi nel linguaggio
quo diano – sinonimo di scon a e disastro.
tt
ti
ti
fi
ti
tt
tt
ti

tt
ti
tt
ti
ti

ti
ti
fl
ti
tt
tt
fi
ti
ti
ffi
tt
ti

ti
ff
fi
ti
tt
ti
tt
tt
tt
tt
ff
tt
ti
ti
tt
fl
ti
tt

tt
ffi
ffi

tt
tt
ti
tt
fi
tt
tt
tt
ti
fl
ti
tt
tt
fi
ti
ti

fl
tt
tt
fi
tt
tti
fi
fi
ti
fi
tt
tt

tt
tt
Il fa o che l’Italia avesse messo in campo, poco più di tardi di mezzo secolo dall’Unità del Paese,
oltre 4 milioni di uomini, 180.000 u ciali e un armamento moderno era da considerarsi un
successo, ma questo non era stato su ciente a fare del nostro paese la potenza che i governan
avevano sperato. E le folle di solda – per lo più contadini –che prendevano mes la via del ritorno,
incuran della disciplina militare, mostravano che molta era ancora la strada da percorrere. Come
reagiscono i ver ci militari? Semplicemente dando la colpa ai solda . In tal senso è esempli ca vo
il bolle no del 28 o obre, a rma del generale Luigi Cadorna, capo di stato maggiore dell’esercito,
per il quale le cause della disfa a sono da ascrivere – come si legge nel documento – «alla mancata
resistenza dei repar della seconda armata, vilmente ri ra si senza comba ere o
ignominiosamente arresisi al nemico». Un comunicato – censurato anche dal governo – con il
quale gli al comandi militari declinano ogni responsabilità, additando le colpe alla «viltà delle
truppe» contro le quali – prosegue il comunicato – «è dato ordine in virtù della disciplina militare –
“alle mitragliatrici di sparare sui fuggiaschi».
Dopo Capore o le cose cambiano. Cadorna è sos tuito da Armando Diaz, ma restano al loro posto
- anzi o engono una promozione a vicecomandan supremi – Pietro Badoglio (le cui gravi
responsabilità sulla disfa a sono messe a tacere) e Gateano Giardino. Sono richiama altri 700.000
uomini, che all’epoca avevano tra i diciasse e e i dicio o anni, i cosidde ragazzi del ’99. Ma
cambia anche l’a eggiamento verso i solda . Prima, infa , una visibile separatezza di tra amento
divideva solda e u ciali, negli alloggi, nel vi o e persino nei comba men , dai quali gli altri gradi
si tenevano a dovuta distanza. Non a caso una delle strofe di Gorizia, canzone sovversiva di usa tra
i fan manda a morire sul Carso, recita “malede signori u ciali che dormite sui le di lana”.
In Italia l’indi erenza (a volte vero e proprio disprezzo) degli u ciali nei confron delle truppe
a onda in un an co e di uso sen mento aristocra co di appartenenza a una casta militare cui
spe ava il compito del comando assoluto su una massa di coscri considera solo uno strumento
di guerra, o meglio carne da cannone. Uomini ai quali non erano dovute spiegazioni e informazioni,
ma solo ordini. Una vera e propria disumanizzazione del soldato. Soltanto dopo la catastrofe di
Capore o, come visto, si allentava la morsa ferrea della disciplina. I comandi si propongono di
prestare a enzione al rancio e all’abbigliamento, sono concessi esoneri agricoli ai fan contadini
nel periodo del raccolto (possono ritornare a casa ad aiutare la famiglia), sono is tuite polizze
assicura ve sulla vita, creato un apposito ente assistenziale (Opera nazionale comba en ),
approntate Case del soldato e cioè centri di accoglienza, sostegno e conforto per i comba en .
Di ispirazione ca olica, nacquero su inizia va di Giovanni Minozzi, già cappellano militare durante
la guerra in Libia, che durante il primo con i o mondiale decise di fondare una rete di accoglienza
per i solda di usasi, su vasta scala in tu a la zona del fronte. Fu lo stesso Minozzi a essere
incaricato dal ministero della guerra di dirigere l’U cio speciale Case del Soldato, la cui
cos tuzione risaliva al dicembre 1916.
All’interno delle stru ure, situate in zone prote e dai comba men , i solda potevano assistere
alla proiezione di lm, leggere i giornali e pra care sport. Tra ques anche il calcio che, come si
legge in un ar colo dell’«As co», giornale di trincea, raccoglieva «grandissimo favore e formava il
soldato [rendendolo] coraggioso, calmo e impavido». La par ta di calcio, o di foot-ball per usare il
linguaggio dell’epoca, rappresentava – si legge ancora nell’ar colo - «un momento di allegria e di
giubilo» che consen va anche, tanto per chi vi partecipava quanto per chi vi assisteva, di azzerare
le rigide gerarchie militari in vigore nell’esercito.
Inoltre, vengono stampa giornali di trincea e nomina u ciali adde alla propaganda (gli u ciali
P) nelle cui la operano intelle uali di rilievo inten a dialogare con le truppe, spiegando gli scopi
della guerra e facendola sen re parte integrante dello sforzo nazionale. In ne, viene creato un
ff
ti
tt
tt
ti
tti
tt
tt
ti
ti
tt
ti
ti
fi
ff
tt
ti
ti
ff
ti
ti
tt
ti
tt
fi
ffi
ti
ti
tt
tt
ff
tt
ti
ti
ti
fi
tt
tt
ti
ti
ffi
ffi

tt
ti
fl
tt
ti
tt

tt
ti
tt

tti
ti
ffi
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tti
ffi
ti
ti
ffi
ti
tti
ffi
tti
ti
ti
ti
tti
tti
tti
fi
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tti
ti
ti
tt
tt
ff
fi
ffi
ti
ti
ti

corpo scelto di truppe d’assalto, gli Ardi , appositamente addestra e dota di autonomia
opera va che crescono numericamente durante l’ul mo anno di guerra.
Dopo la ne della guerra, la modalità rappresenta va più frequentemente u lizzata fu quella di
elevare Capore o a gloriosa scon a, che servì alla nazione a trovare la forza per la vi oria nale.
Siamo quindi di fronte a una retorica del mito e del culto del sacri cio, che emergerà sopra u o
durante il fascismo che fece di Capore o uno dei capisaldi a raverso i quali plasmare una memoria
pubblica di regime. Nel novero più generale della narrazione fascista della Grande guerra,
Capore o ricopre dunque un ruolo signi ca vo, dal momento che occorreva individuare mar ri,
even e luoghi per portare a termine un’operazione di pedagogia patrio ca. Capore o, i comandi
militari, sopra u o Cadorna, trovano spazio anche (o per meglio dire rappresentano i bersagli) di
alcuni can di usi tra i solda in trincea. Si tra a di strofe di cili da datare con precisione, ma che
seguono la linea temporale (e militare) della guerra.

-PROFUGHI
Parlando di Capore o, abbiamo accennato a come insieme ai solda fuggirono anche un gran
numero di profughi. Si tra ava di un enorme massa di donne, anziani e bambini che scappavano
dalle terre passate so o il controllo dell’esercito austriaco. In realtà si tra ò di un fenomeno che
coinvolse quasi tu i fron di guerra che videro la popolazione civile, minacciata dalle ar glierie e
dall’avanzata degli eserci , abbandonare le proprie case per cercare riparo altrove. Secondo le
ul me ricerche, i profughi nella Prima guerra mondiale furono circa 16.680.000. Gli sta , lo
abbiamo già visto parlando della Croce Rosse e dell’Umanitarismo, si trovarono così, per la prima
volta, a dover ges re queste enormi masse di profughi, fornendo alloggio, sussidio, lavoro,
assistenza sanitaria, educazione scolas ca, e altro. In diverse par d’Europa sorsero grandi campi
profughi, luoghi che da quel momento cara erizzarono tu i con i successivi, no ad oggi. In
Italia i primi profughi iniziarono a comparire nel 1915, subito dopo la dichiarazione di guerra. Si
tra ava di quelli sfolla dal fronte (in prevalenza tren ni, vene e friulani). Il culmine venne però
raggiunto dopo Capore o ed ebbe come protagonis sopra u o profughi (vecchi, donne e
bambini) provenien da ci à come Udine, Treviso e Venezia. Complessivamente, dopo Capore o,
furono oltre 600.000 i civili costre ad abbandonare improvvisamente il territorio invaso o
minacciato da vicino dall'esercito austro-ungarico, dando vita alla più grande tragedia colle va che
interessò la popolazione civile durante la grande guerra. Anche l'Italia conobbe così, come gli altri
paesi coinvol nel con i o, il fenomeno dei profughi di guerra, divisi dal dilemma se fuggire di
fronte al nemico o subirne l'occupazione. La maggioranza decise di par re. Vennero smista in
varie province d’Italia e lo stato dove e così provvedere alla loro accoglienza e alla loro assistenza.
La presenza dei profughi assunse però anche un signi cato morale, dal momento che essi
rappresentavano la fotogra a della zona occupata, il segno più tangibile di una guerra vicina e
minacciosa, in cui alla dimensione militare si aggiungeva una dimensione civile cui di cilmente ci
si poteva so rarre.
L’arrivo dei profughi dalle zone di guerra nelle principali ci à italiane fu cara erizzato da una forte
ondata di solidarietà popolare che si manifestò, ad esempio, in distribuzione di generi alimentari,
indumento, ma anche nell’apertura di so oscrizioni per raccogliere denaro cui parteciparono
pra camente tu gli stra sociali della popolazione dagli operai agli impiega , dai socialis ai
ca olici, passando per gli imprenditori e i funzionari pubblici.
Le rilevan dimensioni numeriche e il territorio coinvolto rendono spesso di cile o impossibile
rispondere al nuovo gravoso problema. Se nei primi momen l’assistenza e l’accoglienza fu
spontanea e disorganizzata, in seguito le associazioni caritatevoli, le amministrazioni comunali, ma
anche la Croce Rossa e gli studen di diverse scuole come a Milano, contribuirono a dare un primo
ti
tt
tt
ti
ti
ti
tt
fi
ti
ti

tt
ti
tt
ff
tt
tti
tt
ti
tti

tt
ti
tt
ti
fl
tt
tt
ti
ti
tt
ti
tt
fi
ti
ti
fi
tti
tt
tt
tt
ti
ti
fi
tt
tt
ti
tt
ti
ti
ti

fi
ti
tt
tti
tt
tt
ti
ffi

tt
ti
ti
fl
fi
ti
ti
tti
ti
tti

tt
ti
tt
ffi
ti
ti
fi
tt
ffi
tt
ti
ti
ti
tt
tti
ti
fi
ti
tt
tt
aiuto ai profughi che vennero il più rapidamente possibile allontana dalle retrovie e dalle grandi
ci à.
Si possono individuare due categorie di profughi: quelli più agia e lega alla classe dirigente
trovarono una sistemazione acce abile, spesso in forza delle condizioni economiche, quelli meno
abbien dove ero ada arsi a situazioni più cri che e a tensioni con la popolazione locale. Per la
prima volta in maniera così massiccia due Italie s’incontrarono confrontando culture, lingue,
tradizioni molto diverse con il minimo comun denominatore determinato dalla guerra. A volte le
di erenze furono superate e acce ate, a volte generarono pregiudizi e os lità. Mo vo di tensione
fu il sussidio governa vo, la concorrenza per i generi alimentari e per il lavoro, di frequente la
popolazione locale indicava nei profughi uno dei mo vi di penuria degli uni e dell’altro,
inaugurando un modello che tornerà anche negli anni successivi.

-FINE GUERRA
Nel 1918 i tedeschi subirono una grave scon a sul fronte occidentale ad Amiens, iniziando a
evidenziare i primi segni di cedimento. Nel giugno 1918 l’esercito italiano riportò un’importante
vi oria (Ba aglia del Sols zio) bloccando de ni vamente le truppe austriache lungo la linea del
ume Piave e del Monte Grappa. Il 24 o obre 1918 l’o ensiva italiana sul fronte del Piave portò
alla de ni va scon a degli austriaci nella ba aglia di Vi orio Veneto. Il 3 novembre 1918 a Villa
Gius (Padova) l’Austria rmò l’armis zio con l’Italia sancendo la ne della Prima guerra mondiale.

RIVOLUZIONE RUSSA
Al ver ce dell’impero vi era la gura dello zar, appartenente alla dinas a dei Romanov, una sorta di
sovrano assoluto.
Cara eris che dell’Impero russo:
• Monarchia assoluta con tu o il potere concentrato nelle mani dello zar
• Cara ere confessionale dello Stato (l’Ortodossia era, infa , un elemento fondate della
Russia)
• Dominio duro sulle nazioni sogge e (polacchi, lituani, estoni, ucraini, ecc.)
• Economia agricola e arretrata: la Russia era un paese fondamentalmente agricolo, nel quale
la maggior parte delle terre apparteneva alla nobiltà e alla chiesa ortodossa. Soltanto 3.000
famiglie possedevano il 90% della terra, mentre il 90% della popolazione era contadina e
viveva in condizioni di estrema miseria, al punto che la servitù della gleba era stata abolita
da Alessandro II soltanto nel 1861, senza però essere accompagnata da provvedimen che
facilitassero il risca o delle terre da parte dei contadini libera . A trarre vantaggio dalla
situazione furono così i kulaki (cioè contadini che possedevano terreni e u lizzavano
mezzadri per col varli) e i grandi proprietari terrieri. Sul piano industriale soltanto a par re
dal 1870 si assiste e a un certo sviluppo, circoscri o però ad aree ben de nite e cioè San
Pietroburgo, Mosca e ad alcune zone della Polonia, allora nell’Impero russo. Quindi la
Russia era uno degli Sta più arretra dell’Europa.

In poli ca estera vi era una tendenza a espandersi verso l’Asia e il Mediterraneo (verso i “mari
caldi”) e verso la penisola balcanica (dimostrando solidarietà con le nazioni ortodosse oppresse dai
Turchi).

La poli ca interna era cara erizzata da dispo smo e dalla ricerca di consenso popolare a raverso
una poli ca di espansione territoriale rivolta verso la Manciuria, l’Armenia e il Turkestan e dall’altro
scagliandosi contro i cosidde nemici interni che gli zar, in par colar modo Nicola II, avevano
fi
tt
tt
ff
ti
tt
tt

ti
ti
ti
fi
ti

ti
ti
ti
tt
tt

ti

tt
fi
tt
tt
ti

tt
ti
fi
ti
tt
tt
tti
fi
tt
tt

tt
ti
ti
tt
fi
fi
ti
tt
tt
ti
ti
tt

ti
ff
tt
tti
ti
ti
ti

fi
ti
ti

ti
fi
ti
ti

ti
ti
ti
tt

individuato nella comunità ebraica, assai numerosa nel paese, contro la quale vennero avvia veri
e propri pogrom, fomenta dalle autorità poli che e dalla polizia segreta di cui gli zar avevano
iniziato ad avvalersi.

-DOMENICA DI SANGUE
Nel 1905 la poli ca espansiva zarista portò la Russia a entrare in guerra con il Giappone per il
possesso della Manciuria. Le armate nipponiche scon ssero pesantemente quelle russe. Nel paese
scoppiò una forte ondata di protesta da parte della popolazione costre a a vivere in condizioni di
assoluta miseria, se non di vera e propria fame. Il 22 gennaio 1905 (9 gennaio secondo il calendario
giuliano, cioè un calendario solare basato sul ciclo delle stagioni in vigore nell’impero russo) circa
150.000 persone si radunarono nella piazza principale di San Pietroburgo davan alla residenza
degli zar, il Palazzo d’Inverno, per consegnare al sovrano una pe zione contenente richieste di una
maggiore libertà poli ca e interven a a lenire i disagi delle classi popolari.
La reazione fu violen ssima: rispondendo a ordini dire amente giun dal palazzo, i cosacchi,
ovvero le truppe governa ve, spararono sulla folla. Il bilancio degli scontri fu gravissimo, al punto
da passare alle cronache come la domenica di sangue: circa 4.000 manifestan caddero so o il
fuoco delle truppe zariste. Era il punto di partenza di una ma anza che avrebbe insanguinato
l’intero impero.
La reazione popolare non si fece a endere. Nei por e nelle ci à industriali gli operai, guida dai
socialis , entrarono in sciopero organizzando i primi soviet, corrispe vo russo della parola
consiglio, che indica quegli organismi rivoluzionari espressi dire amente dai lavoratori.
Tra i vari episodi, quello più noto fu l’ammu namento dei marinai della Potemkin sul Mar Nero, (da
cui il famoso lm muto La corazzata Potemkin) che dopo aver ucciso gli u ciali di bordo e issato la
bandiera rossa sulla nave solidarizzarono con le maestranze del porto di Odessa. Il governo mandò
rinforzi per sedare le rivolte scoppiate oramai in tu o l’impero (Polonia, Bal co, Ucraina,
Bessarabia) con scioperi generali che a Varsavia e Riga superarono per dimensioni quelli di San
Pietroburgo. Ma le truppe ri utarono di sparare sulla folla.
Con fa ca lo zar riuscì a riprendere il controllo del proprio impero a un prezzo molto caro. I bilanci
parlano di 15.000 mor tra operai e contadini, 5.000 contadini condanna a morte, 38.000 ai
lavoratori forza e quasi 50.000 deporta dai loro territori. Pochi erano quelli che riuscivano a
sfuggire alla caccia contro i capi rivoluzionari. Tra loro vi fu il leader socialista Lenin, riparato in
Svizzera.
Lo zar emanò il Manifesto di o obre, con il quale garan libertà e formazione di un parlamento
ele vo (duma). Nel 1906 e nel 1907 vi fu l’apertura di due dume (assemblee legisla ve) nel
tenta vo di placare il furore proletario, l’inquietudine di gruppi nazionali e le richieste dei borghesi
nazionali. Ma si tra ò di un’apertura di breve durata, poiché le dume furono sciolte dopo poche
se mane di vita.
L’opposizione allo zar era portata avan dai par poli ci che operavano però in condizioni di pura
clandes nità. Le principali formazioni poli che a ve in Russia erano le seguen :
• Unione della Liberazione, par to la cui base sociale e la cui ideologia erano simili a quelli
dei par liberali di po occidentale. Pochi anni dopo divenne “par to cos tuzionale
democra co” (“Kade ” cioè par to cade o) e puntava alla realizzazione di una monarchia
cos tuzionale (doveva rappresentare la Russia della modernizzazione industriale e dei
nuovi ce che ne erano l’espressione)
• Par to socialista rivoluzionario favorevole alla promulgazione di una riforma agraria che
assegnasse le terre ai contadini e promuovesse la ges one sociale delle terre stesse. I suoi
esponen più estremis approvavano e pra cavano forme di sabotaggio e terrorismo
tti
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti

fi
ti
ti

tt
ti

ti
ti
tti
ti
ti

ti
ti
fi
ti
tt
ti
tt
ti

ti
tti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
tti
ti
tt
ti
fi
ti
ti
tt

tt
tt
tt
ti
ti
tti
ti
tt
ti
ffi
ti
ti

ti
ti
ti

ti

tt
ti
ti
• Par to socialdemocra co, fondato nel 1898 da Georgij Plechanov, il primo a tradurre in
russo le opere di Marx alle quali si ispirava. Il par to si ba eva per la creazione di uno stato
socialista e puntava alla distribuzione delle terre ai contadini teorizzando metodi d’azione
conformi alla realtà di un par to che era costre o dalla repressione zarista ad operare nella
clandes nità; una parte del par to, di orientamento marxista, proponeva una rivoluzione
che avrebbe portato al potere la classe operaia. Nel 1903 il par to socialdemocra co si
divise in due fazioni: i menscevichi (facevano proprio il modello della Socialdemocrazia
tedesca), che concepivano il par to come un’organizzazione poli ca del proletariato, aperta
a tu i lavoratori e improntata al miglioramento delle loro condizioni di vita, senza porsi
come obie vo immediato l’a uazione di una rivoluzione socialista che il paese, data la sua
arretratezza economica, non era ancora pronto a sostenere. Il leader menscevica era Julij
Martov. E i bolscevichi: concepivano il par to come un’avanguardia del proletariato,
chiamato a raccogliere tra le proprie la non tu i lavoratori ma solo quelli, scel tra operai
e contadini, favorevoli al marxismo rivoluzionario e quindi dispos a sostenere non soltanto
la realizzazione immediata del socialismo, ma anche a sopportare una rigida disciplina
necessaria per rendere e cace l’azione rivoluzionaria del par to. Il leader dei menscevichi
era Vladimir llic Uljanov, meglio noto come Lenin.

-LENIN
Nacque a Simbirsk nel 1870, da una famiglia borghese di origine ebraica. Abbracciò la causa
rivoluzionaria dopo l’esecuzione nel 1887 del fratello maggiore, coinvolto in un a entato contro lo
zar Alessandro III. Stabilitosi a Kazan per studiare giurisprudenza, venne espulso dalla locale
università per aver partecipato ad alcune proteste contro il regime zarista e l’impero russo. Negli
anni successivi conseguì la laurea in giurisprudenza, per poi trasferirsi nel 1893 a San Pietroburgo,
dove abbracciò il pensiero marxista diventando una gura di primo piano del Par to operaio
socialdemocra co russo, movimento di stampo marxista. Arrestato per sedizione nel 1895, venne
condannato ed inviato al con no in Siberia dal 1897 al 1900. Scontata la condanna, si trasferì in
Svizzera, dove scrisse numerose pubblicazioni tra le quali Che fare? Uno dei suoi saggi più no
pubblicato nel 1902, nel quale sostenne che la forza principale della rivoluzione avrebbe dovuto
essere un par to centralizzato formato da intelle uali e da rivoluzionari di professione, capace di
dirigere la classe operaia e le masse contadine e di portare loro dall’alto la coscienza socialista.
Incoraggiò l'insurrezione della fallita Rivoluzione russa del 1905, in seguito promosse una
campagna a nché la prima guerra mondiale fosse trasformata in una rivoluzione proletaria a
livello europeo che, come il marxismo riteneva, avrebbe comportato il rovesciamento del
capitalismo e la sua sos tuzione con il socialismo. Lenin parla di contadini, poiché la Russia era un
paese prevalentemente agricolo, e di operai. Su questo ul mo punto è bene so olineare come un
primo e limitato processo di industrializzazione avesse inves to il paese intorno alla ne
dell’O ocento (1880). Era nanziato in larga misura da capitali stranieri ed era concentrato, come
già so olineato, nelle aree di San Pietroburgo, Mosca e nei distre minerari degli Urali e di Baku
(Azerbaigian). Qui sorgevano complessi industriali di dimensioni notevoli. La presenza di ques
complessi, portò alla nascita, anche in Russia, di un proletariato so oposto a pesante
sfru amento, con modes salari e del tu o privo di diri sociali. Tra il 1906 e l’inizio della prima
guerra mondiale, l’industria del paese registrò una forte crescita (i valori sono vicini al 150%), si
ridusse l’apporto di capitale straniero (nel 1912 era appena il 12% sul totale dei nanziamen
complessivi) al punto da poter de nire questo periodo come miracolo economico russo. Allo
scoppio della Grande guerra la Russia stava quindi per diventare una vera e propria potenza
industriale. La Russia era cara erizzata da una marcata arretratezza sul piano poli co e sociale.
ti
tt
tti
tt
tt

ti
tti
ffi
ti
ti
ti
ti
ffi
ti
fi
fi
ti
tt
tt
ti
ti
fi
fi
tt
ti
tt
tti
ti
tt

fi
tti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
tt
tt
fi
ti
tt
ti
ti
ti
fi
ti
ti
ti

Ciononostante si tra ava di una paese che presentava sul piano ar s co e culturale una
produzione di spessore e di avanguardia, come tes moniano la musica di Igor Stravinsky, la
le eratura di Vladimiri Majakovskij, e la pi ura di Chagall, Kandinskij, Malevic.
Nel 1914 a Russia fece il proprio ingresso con la Triplice Intesa nel primo con i o mondiale. Il
paese era però assolutamente impreparato a sostenere uno sforzo di questo po. Le perdite
furono enormi: 2 milioni di cadu . Un dato impressionante. L’andamento disastroso della guerra,
insieme alle mancate riforme, a una povertà sempre più di usa che per molte sacche di
popolazione aveva i contorni della vera e propria fame, tolse allo zar il sostegno della chiesa
ortodossa, del par to dei cade e delle forze militari.

-RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO
Tale situazione determinò una vera e propria rivoluzione spontanea a Pietrogrado, l’a uale San
Pietroburgo. I gruppi poli ci furono “sorpresi” dalla rivoluzione, mentre le truppe mobilitate per
reprimere la rivolta fraternizzarono con la folla in rivolta. Si parla di rivoluzione di febbraio. Il 13
marzo 1917 (febbraio per il calendario giuliano), lo Zar Nicola II, resosi conto di non poter più
contare sull’esercito, abdicò e si formò un governo repubblicano. Terimnava così il potere zarista,
nacque la repubblica e iniziò la cosidde a rivoluzione di febbraio, ovvero la prima fase della
rivoluzione russa.
Dopo la caduta dello zar la situazione si fece però intricata. Infa da una parte si formò un
governo provvisorio di orientamento liberale presieduto dal principe Georgij L'vov [Livov], un
aristocra co aperto alle riforme e appoggiato dalla borghesia progressista, e dall’altra operai e
solda , formarono i Soviet (organismi di rappresentanza di base), dando vita a una sorta di potere
“alterna vo”.
Il governo provvisorio, composto sopra u o da membri del Par to cade o, non interruppe la
guerra con nuando a comba ere al anco dell’Intesa contro gli imperi centrali. Allo stesso tempo
mirava a promuovere un’occidentalizzazione del paese sul piano delle stru ure poli che e dello
sviluppo economico. Una prospe va condivisa, oltre che dal par to cade o, anche dai
menscevichi che si ispiravano al modello della socialdemocrazia europea e dai socialis
rivoluzionari, che avevano for legami con la società rurale e si facevano promotori delle
aspirazioni delle masse contadine che chiedevano a gran voce una riforma agraria. I socialis
rivoluzionari ritenevano inevitabile il passaggio verso un sistema poli co di stampo democra co-
borghese e per tale mo vo si resero disponibili a entrare a far parte, insieme ai menscevichi, del
governo provvisorio presieduto da L’vov.
Su posizioni diametralmente opposte si a estarono i bolscevichi, fermamente convin che solo la
classe operaia, alleate agli stra più poveri delle masse contadine, avrebbe potuto assumere la
guida del paese.
La decisione del governo di con nuare la guerra, unitamente alla mancata concessione della
riforma agraria da parte del governo provvisorio, portò nelle fabbriche, nei villaggi dei contadini e
nei repar dell’esercito alla formazione di soviet, compos da delega nomina dai lavoratori, dai
contadini o dai solda , le cui richieste erano proprio la pace e la riforma agraria. I soviet, di fa o, si
a ancarono, sovrapponendosi a esso, al poter legale: grande rilievo rives sopra u o il soviet di
Pietrogrado che agiva come una sorta di parlamento operaio emanando ordini e disposizioni che
spesso contrastavano quelle governa ve. In questa situazione assunse grande importanza la gura
di Lenin, leader bolscevico che comprese come sostenere le richieste popolari fosse una scelta
poli ca vincente, poiché avrebbe garan to ai bolscevichi l’appoggio della maggioranza della
popolazione. Di conseguenza i bolscevichi cominciarono a sostenere le richieste dei soviet e
ado arono lo slogan “tu o il potere ai soviet”.
ffi
tt
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti

ti
tt
ti
ti
tt
ti

tt
ti
ti
tti
ti
ti
tti
fi
ti
tt
tt
ti

tt
tt
tt

ti

ti
ff
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tt

tt
fl
ti
tt

ti
tt
ti
tt
tt
ti
ti
ti
ti
fi
tt
Lenin, dopo essere fuggito era riparato in esilio in Svizzera, dove restò no all’aprile del 1917. Nel
paese elve co scrisse il suo libre o Imperialismo fase suprema del capitalismo, nel quale,
ri e endo sulla guerra mondiale, sosteneva che il con i o rappresentava l’esito dell’imperialismo,
che a sua volta indicava come ul ma fase del capitalismo. Secondo il suo ragionamento erano
quindi matura i tempi per una rivoluzione di matrice socialista. L’obie vo non doveva essere la
pace, che secondo la sua concezione avrebbe salvato il capitalismo dall’autodistruzione, ma la
trasformazione della guerra in rivoluzione. Rientrato in Russia in aprile e di use le sue Tesi di
Aprile, un documento di dieci pun che divenne, di fa o, il programma poli co dei bolscevichi.
Nelle Tesi di aprile Lenin ri e eva sul problema della presa del potere, rovesciando la teoria
marxista secondo la quale la rivoluzione proletaria sarebbe scoppiata prima nei paesi più
sviluppa , come risultato delle contraddizioni del sistema capitalis co giunto al suo ul mo stadio.
Secondo la sua visione era invece la Russia, in quanto anello più debole della catena imperialista a
o rire le condizioni più favorevoli per la messa in crisi del sistema. L’obie vo immediato era
conquistare la maggioranza nei soviet a raverso il lancio di alcune parole d’ordine e cioè
distribuzione della terra ai contadini poveri e controllo soicale della produzione da parte degli
operai.
La piena realizzazione delle Tesi di aprile, cara erizzate dagli slogan “pace, pane e terra” e “tu o il
potere ai soviet”, passava a raverso alcuni passaggi e cioè concludere subito la pace con la
Germania, nazionalizzare le terre e distribuirle ai contadini poveri, eliminare il dualismo di potere
tra Governo provvisorio e Soviet conferendo appunto a ques ul mi tu o il potere. Alla base delle
tesi di Lenin (espresse nel suo saggio Stato e rivoluzione), stava la convinzione che la Russia
potesse imboccare subito la via della rivoluzione socialista che avrebbe dovuto cara erizzarsi
dall’abolizione della proprietà privata e dalla di atura del proletariato (passaggio obbligato in
Russia verso la società socialista, con metodi che non potevano essere quelli dei par socialis
occidentali).
Un punto di vista molto di erente rispe o a quello espresso dai menscevichi (più vicini alla visione
marxista), convin che il capitalismo in Russia fosse ancora “immaturo”, e che quindi il paese,
prima di giungere al socialismo, avesse dovuto a raversare una lunga fase di democrazia liberale e
di sviluppo del capitalismo. Per questo erano dispos a collaborare con la borghesia per
l’edi cazione di un sistema poli co liberal-democra co, e acce arono, come de o, di entrare nel
governo provvisorio (in maggio).
Tale visione si discosta da quella di Lenin, che invece, a livello mondiale, vedeva il capitalismo già
maturo e giunto alla sua ul ma fase (l’imperialismo). Per lui la Russia era l’anello debole del
capitalismo mondiale e quindi lo scoppio della rivoluzione avrebbe avuto terreno fer le in Russia e
da qui avrebbe dovuto propugnarsi in tu o il mondo. L’obie vo di Lenin era dunque quello di
avviare subito una rivoluzione di stampo socialista e per tale mo vo ri utò ogni collaborazione con
la borghesia e mirò a eliminare il governo provvisorio.
A questo stato di cose (cioè collaborazione con borghesia e partecipazione al governo provvisorio)
contrappose un’alleanza tra operai e contadini poveri (ecco spiegata la distribuzione delle terre ai
contadini propugnate nelle tesi di aprile).
Per raggiungere il suo scopo Lenin aveva infa bisogno di portare dalla sua parte i contadini: egli
sapeva benissimo che il proletariato in Russia era troppo esiguo per realizzare la rivoluzione da
solo e quindi necessitava di allea , e cioè i contadini. A guidare il movimento rivoluzionario
avrebbe dovuto essere il Par to bolscevico, visto da Lenin non solo come un’avanguardia del
proletariato, ma come unico sogge o rivoluzionario veramente determinato e consapevole.
Rivolgendosi ai contadini e prome endo loro assegnazione di terre, Lenin in realtà nì per
legi mare un fenomeno che nelle campagne russe era già in a o. Infa nel 1917 la rivoluzione
ff
fl
tti
tt
fi

ti
ti

ti
ti
ff
fl
ti
tt
ti
tt
ti
ti
tt

ti
tt
ti
tt
tt
tt
tt

tti
tt
tt
tt
ti
ti
tt

fl
tt
tti
ti
tt
tt
ti
ti
ti
fi
tti
fi
tti
tt
tti
ff
ti
tt
fi
tt
ti
ti
ti
ti

tt
ti
sociale tra i contadini russi si stava già compiendo in maniera spontanea: il governo provvisorio
non a rontò il nodo della riforma agraria, e quindi i contadini cominciarono ad appropriarsi delle
terre dei grandi la fondi; mol contadini-solda disertarono per ritornare ai loro poderi e
partecipare alla spar zione delle terre. Lenin insomma riconobbe e legi mò un fenomeno sociale
che era già in a o. Il coinvolgimento dei contadini, evidenziato nelle Tesi si Aprile, va inteso anche
in un’altra o ca e cioè la volontà del Par to bolscevico di guadagnare consensi popolari, dal
momento che si tra ava di un movimento che non godeva di grande seguito tra le masse.
Gli sforzi di Lenin non sembravano però portare a risulta immedia . Infa nel giugno 1917,
quando si tenne il Primo congresso dei Soviet, la posizione dei bolscevichi era ancora minoritaria (i
delega bolscevichi erano 105 sul totale dei 777 delega dei soviet) evidenziando così la fra ura
tra i bolscevichi stessi e gli altri gruppi socialis che avevano acce ato di partecipare al governo di
coalizione e di collaborare alla prosecuzione dello sforzo bellico.
A luglio, a Pietrogrado, si veri cò un primo episodio di esplicita ribellione al governo provvisorio:
ne furono protagonis operai e solda che, arma , scesero per le strade per impedire la partenza
di repar militari verso il fronte. I bolscevichi, inizialmente contrari all’inizia va, tentarono
successivamente di assumerne il controllo, ma la protesta fallì a seguito dell’intervento di truppe
fedeli al governo. I leader bolscevichi furono arresta , mentre altri, compreso Lenin, furono
costre a fuggire all’estero.
Dopo tali episodi, in agosto, il principe L’vov si dimise e fu sos tuito da Alekasandr Kerenskij,
socialista indipendente, che formò un nuovo governo del quale entrarono a far parte anche
menscevichi e socialis rivoluzionari.
Kerenskij pagò però le scon e russe sui campi di ba aglia, in par colare il fallimento della grande
o ensiva contro l’esercito austriaco che lui aveva fortemente voluto. Fu quindi abbandonato dal
suo stesso par to e perse l’appoggio dei modera che iniziarono a guardare con favore alla gura
di Lavr Kornilov, uomo forte e comandante dell’esercito generale.
A se embre Kornilov, lanciò un ul matum al governo chiedendo il passaggio dei pieni poteri
all’autorità militare, facendosi così promotore di un vero e proprio colpo di stato. Grazie alla
reazione della popolazione il tenta vo fallì. Nella resistenza al colpo di stato fu determinante la
propaganda e l’organizzazione dei bolscevichi. Il governo provvisorio di Kerenskij fu invece
incapace di porre resistenze, apparve impotente e quindi perse di credibilità. Dopo il fallito colpo di
stato di Kornilov i bolscevichi, che uscirono ra orza dalla vicende, riuscirono a o enere - siamo
nell’o obre 1917 - la maggioranza nei Soviet di Pietrogrado e Mosca, unitamente all’appoggio dei
marinai della base militare di Kronstadt. Lenin decise quindi che i tempi per la conquista del potere
erano maturi. La decisione di rovesciare con la forza il governo di Kerenskij fu presa dai bolscevichi
il 23 o obre in una riunione del Comitato centrale del Par to, durante la quale Lenin dove e
superare for opposizioni dei suoi stessi compagni, nnché quella di due autorevoli dirigen del
par to come Gregorij Zinov’ev e Lev Kamenev. Favoevole era invece l’atro leader di peso del
par to, il presidente del Soviet di Pietrogrado Lev Davidovic Bronestei, meglio noto come Trotzkij
che fu la mente militare dell’insurrezione.
Il 7 novembre 1917 – 25 o obre nel calendario russo – alla vigilia del Secondo congresso dei
Soviet, i bolscevichi presero il potere con un colpo di stato: le guardie rosse (nome usato per la
prima volta) e i marinai di Kronstadt conquistarono i centri di potere a Pietrogrado e Mosca e
occuparono il Palazzo d’Inverno, sede del governo provvisorio, che non riuscì a organizzare alcuna
azione di resistenza (Kerenskij fuggì). Iniziò così la “rivoluzione d’o obre”, che si svolse quasi senza
spargimento di sangue. I Bolscevichi presero il potere prima del Congresso dei Soviet per me ere i
delega dei Soviet di fronte al fa o compiuto. I Menscevichi e i Social Rivoluzionari non
approvarono il colpo di stato a uato dai Bolscevichi e abbandonarono il Congresso dei Soviet
ff
ti
ti
tt
tt
ff
tt
tti
ti
ti
ti
tti
ti
ti
tt
ti
tt
ti
ti
ti
tt
fi

tt
fi
ti
tt
tt
ti
ti

ti
ti

ff
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti

tt

tt
ti
ti
tti
tti
ti
tt
ti

tt
fi
tt
tt
pensando di poter riprendere il potere nell’Assemblea Cos tuente, dal momento che poco dopo (a
novembre) erano in programma le elezioni.
Quella bolscevica fu la prima rivoluzione nella storia che si proclamò socialista. I bolscevichi
is tuirono un Consiglio dei commissari del popolo con a capo Lenin, le cui prime decisioni furono:
• l’avvio di immediate tra a ve di pace con la Germania
• nazionalizzazione delle terre e loro distribuzione ai soviet dei contadini
• nazionalizzazione delle banche, del commercio estero e dei traspor
• controllo operaio sulle imprese esercitato dire amente dai soviet operai
• separazione tra stato e chiesa
• il riconoscimento dell’uguaglianza di tu i popoli della Russia e del loro diri o di diventare
indipenden

Il 12 novembre 1917 si svolsero le elezioni per la formazione dell'Assemblea cos tuente, ma a


sorpresa i bolscevichi o ennero solo il 25% dei vo e si trovarono così in minoranza. Le elezioni
delegi mavano così il governo bolscevico. Lenin non credeva nella democrazia parlamentare:
secondo lui, spe ava al proletariato e dunque ai bolscevichi guidare l'organizzazione dello Stato
socialista e quindi imprime al suo governo una svolta autoritaria. Iniziò così la guerra civile russa.
Fu preceduta da una serie di misure:
Gennaio 1918: formazione della CEKA (polizia poli ca) per comba ere la controrivoluzione
Is tuzione di un Tribunale rivoluzionario centrale: organo che aveva il compito di processare
chiunque disobbedisse al governo operaio e contadino. Si tra ava di una formulazione piu osto
ampia, tale da consen re di perseguire anche quegli oppositori, fu il caso dei menscevichi, ai quali
non era imputabile alcuna forma di contestazione violenza. Reintroduzione pena capitale: abolita
dopo la rivoluzione di o obre fu reintrodo a . Arres arbitrari ed esecuzioni sommarie dei
cosidde “nemici di classe” divennero quindi una realtà quo diana cara erizzante il nuovo potere
Scioglimento dell’Assemblea Cos tuente rea di opporsi al governo dei Commissari del Popolo
Scioglimento del Par to dei Kade e degli altri par di opposizione
Altri passaggi importan furono la rma, nel marzo 1918, della pace di Brest-Litovsk fra Russia e
Germania (la Russia perse Estonia, Le onia, Lituania, Ucraina, Polonia e Finlandia)
La trasformazione del Par to bolscevico in Par to comunista, così nominato per dis nguersi dai
socialis
Riorganizzazione dell’esercito ricos tuito u cialmente nel febbraio 1918 con la denominazione di
Armata rossa degli operai e dei contadini . Il principale arte ce dell’operazione fu Trozkij che
trasformò, grazie anche al supporto di alcuni u ciali del disciolto esercito zarista, quella che nei
piani bolscevichi avrebbe dovuto essere una milizia popolare in una macchina da guerra e ciente
e disciplinata. Ad assicurare la lealtà dei repar dell’Armata rossa al governo rivoluzionario
provvedevano delle apposite gure e cioè i commissari poli ci che erano dire amente distacca
dal par to nelle singole unità comba en .
Ques a precedono la guerra civile che scoppiò nella primavera del 1918 e che vide contrapporsi
da un lato le armate bianche cos tuite dalle forze restauratrici del potere zarista (generali, forze
poli che partecipan alla rivoluzione di febbraio). A sostegno delle armate bianche si schierarono
anche le forze dell’Intesa (inglesi, francesi, giapponesi e cechi) che occuparono vaste aree del
paese. Il loro coinvolgimento andava ricondo o alla rma della pace di Brest-Litovsk, considerata
dalle forze dell’Intesa come un vero e proprio tradimento. Proprio per tale mo vo appoggiarono le
forze an rivoluzionarie che avevano iniziato a organizzarsi so o la guida di ex u ciali dell’esercito
zarista già alla ne del 1917. Per cui tra la primavera e l’estate del 1918 si ebbero sbarchi di truppe
anglo-francesi prima nella Russia se entrionale e poi sulle coste del Mar Nero, mentre repar
ti
ti
ti
ti
tti
ti
ti
tti
ti
tti

ti

fi
tt
ti
ti
ti
ti
tt
tt
tt
ti
ti
fi

ti
ti
tti
ti
fi
tt

tt
tt
tti
ti
tt

ffi

tt
ti
tt
ti
ffi
ti
ti
ti
ti
ti
fi

ti
fi
ti
ti
tt
tt
tt
ti

tt
tt
tt
ti
ffi
ti

ti
ffi
tt

ti

ti

dell’esercito statunitense e di quello giapponese penetravano nella Siberia orientale. L’arrivo dei
con ngen stranieri servì quindi a ra orzare l’opposizione al governo bolscevico e ad alimentare la
guerra civile nelle diverse zone del paese.
Dall’altra parte a contrastare i controrivoluzionari vi era l’Armata Rossa, la cui organizzazione
consen ai bolscevichi di sopravvivere allo scontro contro nemici decisamente più numerosi e
meglio equipaggia , anche grazie ai rifornimen provenien dalle forze dell’Intesa. Le forze contro
rivoluzionarie erano però mal coordinate e inoltre non potevano godere dell’appoggio dei
contadini che vedevano in loro un possibile – e temuto – ritorno dei ricchi proprietari terrieri. Da
so olineare però che i controrivoluzionari, nel 1919, persero l’appoggio dei governi occidentali,
preoccupa da un lato per le proteste che i loro sostegno ai bianchi provocava nei propri paesi e
dall’altro per il more che tra i solda invia in Russia potessero di ondersi gli ideali rivoluzionari.
La guerra civile segnò la ne dei Romanov: infa nel luglio 1918 lo zar Nicola II e i suoi familiari,
che si erano ri ra a Ekaterinburg (Mon Urali), furono uccisi dai Bolscevichi.
Il 30 agosto 1918, in piena guerra civile, Lenin rimase ferito in un a entato. Contemporaneamente
i bolscevichi si trovarono costre a fronteggiare l’insoddisfazione dei contadini e un dissesto
nanziario dovuto al dras co calo della produzione agraria, industriale e mineraria. Sul piano
poli co questo periodo fu contraddis nto da due passaggi signi ca vi: il primo fu l’espulsione dai
soviet dei socialis rivoluzionari e dei menscevichi il secondo fu la cos tuzione, il 10 luglio1918,
della Repubblica Federale Socialista Sovie ca Russa, conosciuta anche come “Russia bolscevica”,
che sul piano formale a ribuiva il potere ai Soviet, a loro volta subordina al Par to Comunista,
che assunse così il pieno controllo degli appara statali e dei sindaca . In ne questo periodo fu
cara erizzato anche dalla repressione di ogni opposizione e da una stre a repressiva che
prevedeva l’abolizione della libertà di stampa, del diri o di sciopero e l’is tuzione dei primi campi
di internamento per gli oppositori.
Il 1918 fu però cara erizzato anche dall’applicazione del comunismo di guerra e cioè interven
statali sull’economia per far fronte al dissesto economico. Esso si tradusse nei seguen
provvedimen :
• requisizione forzata dei cereali
• nazionalizzazione di tu e le fabbriche, non più ges te da comita di operai, ma
dire amente dallo Stato
• controllo governa vo su tu o il commercio
• risultato: sparisce l’economia di mercato e si riduce la circolazione monetaria

Nel 1920 la guerra civile terminò con la vi oria dell’Armata Rossa. Le Armate bianche furono
ba ute perché erano divise e perché il loro prevalente orientamento lozarista e aristocra co
precludeva l’appoggio delle masse popolari (nonostante l’os lità dei contadini al governo
comunista).
Alla ne della guerra civile l’economia russa si trovava in una condizione di paralisi. Nell’inverno
1920-21 il paese fu colpito da un’ondata di cares e che provocarono circa 3 milioni di mor . A ciò
si aggiunse una di cile situazione interna cara erizzata da proteste contadine (che non vedevano
di buon occhio la poli ca di ammassi e requisizioni della produzione da parte dello stato), scioperi
operai a Pietrogrado (poi divenuta Leningrado e dopo San Pietroburgo) e ribellione dei marinai di
Kronstadt: chiedevano di ripris nare la democrazia nei Soviet, la libertà di stampa e di sciopero, la
liberazione dei prigionieri poli ci. Proteste stroncate con l’esercito.
fi
tt
tt
ti
ti
tt
tt
fi

ti
ti

ti
ti
ti

ti
ti
ti
ffi
ti
tt
ti
tt
tt
fi

ti
tt
ti

ti
tti

ti
ff
ti
ti
tt
ti

ti

tt
tti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
fi
ti
tt
ff

ti
ti
fi
ti
tt
ti
ti
fi

ti
ti
ti
ti
ti

-RIFUGIATI
In Russia, con la ne della guerra civile, si manifesta in maniera importante un’emergenza nuova,
des nata a cara erizzare i con i contemporanei, vale a dire quello dell’assistenza umanitaria ai
rifugia fuggi dal proprio paese (in questo caso la Russia) per ragioni connesse alla guerra. La
guerra civile e la cares a costrinsero infa almeno un milione di persone a lasciare la Russia
bolscevica. Alcuni raggiunsero i paesi con nan , altri proseguono verso occidente (Germania e
Francia su tu ). Nel 1921 il governo bolscevico revocò la ci adinanza ai fuggiaschi che divennero
così apolidi. Il loro usso si presentava non solo come un problema umanitario, ma anche poli co,
di cui doveva occuparsi la neo cos tuita Società delle Nazioni. Chi erano a fuggire? Erano i bianchi,
i sostenitori di una restaurazione della monarchia non dispos a so ostare al nuovo sistema
bolscevico instaurato da Lenin.
I profughi iniziano a cos tuire un problema internazionale di grande rilevanza. Ecco quindi che
all’interno della Società delle Nazioni occorreva una gura che si occupasse del problema dei russi
in fuga verso ovest. Venne così cos tuito l’Alto commissariato per i rifugia , la cui creazione
rappresenta il punto di inizio dell’impegno is tuzionale per i profughi sul piano internazionale. Alla
guida dell’organismo fu posto Fridtjof Nansen, premio nobel per la pace nel 1922. Fu lui a ideare il
rilascio di un documento per quan fuggivano dalla Russia, che avrebbe consen to ai profughi il
riconoscimento della loro condizione. Così nel 1922 la Società delle Nazioni approvò la creazione
del cosidde o Passaporto Nansen e cioè un cer cato di iden tà grazie al quale i profughi
potevano viaggiare. Nello speci co il documento consen va ai russi di entrare legalmente negli
sta che riconoscevano la validità del documento is tuito appositamente per i ci adini russi dalla
Società delle Nazioni.
Il passaporto Nansen rappresenta la prima e fondamentale tappa del percorso che ha portato alla
successiva de nizione dello status giuridico dei rifugia . Tale documento, pur rappresentando una
novità indiscu bile, non può però essere assimilato alla norma va a ualmente in vigore (lo status
di rifugiato oggi è infa stabilito dalla convenzione di Ginevra del 1951), perché il Passaporto
Nansen non aveva un valore universale e cioè non veniva concesso a ogni singolo individuo sulla
base del fa o che era stato costre o ad abbandonare il proprio paese, ma veniva concesso
soltanto a un insieme di persone individuate sulla base della propria nazionalità e in relazione a un
evento speci co. In sostanza, veniva riconosciuto a uomini e donne russi fuggi a causa della
rivoluzione e della guerra civile.
Successivamente la Società delle Nazioni decise di rilasciare il passaporto Nansen anche agli
armeni che, fuggi e sopravvissu al genocidio, si trovavano profughi fuori dai con ni dello stato
turco. Il rilascio del passaporto agli armeni non poteva però essere deciso senza il consenso dei
singoli sta , che vennero così chiama dalla stessa società delle nazioni a esprimersi sulla validità
del documento all’interno dei loro con ni. Questo per dire cosa? Per dire che la prima forma di
riconoscimento della condizione di rifugiato non fu generale, ma fu temporanea e des nata ad
essere applicata solo a determina casi. Essa restava quindi vincolata a precise misure provvisorie
per un’urgenza momentanea individuata come tale dalla Società delle Nazioni.
Inoltre, altro elemento importante, l’a estazione dello status di rifugiato prevista da Nansen, non
riguardava il singolo individuo, ma un insieme di persone, privilegiando quindi la protezione delle
comunità nazionali, anziché delle libertà individuali.
In ne, ul mo elemento da considerare, il passaporto Nansen consen va l’iden cazione dei
profughi alle fron ere o nei paesi in cui avevano trovato riparo, ma lasciava aperto il problema
rela vo al loro des no senza prevedere soluzioni in proposito.
Fin dal primo momento Nansen si convinse che il fenomeno dei profughi russi cos tuisse
un’emergenza momentanea da risolversi a raverso il rimpatrio. Le grandi potenza, su tu e Francia
fi
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt

tt
fi
tti
ti
fi
ti
tt
fi
ti
ti
ti
fl

tti
ti
ti
fl

fi

tti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
fi
tti
fi
tt
ti
ti
ti
fi
ti

fi
ti
ti
tt
ti
ti

ti
tt
tt
ti
ti
ti

ti
ti
fi
tt
ti
fi
ti
tt
ti
e Inghilterra, spingevano nella stessa direzione. Quindi il ricongiungimento con la madrepatria
cos tuiva la soluzione migliore sia sul piano economico (facendo risparmiare le risorse necessarie
alla loro sistemazione ai diversi paesi che li accoglievano), sia su quello poli co. C’era però un
problema, che venne sollevato subito dagli stessi profughi a raverso le loro associazioni, e cioè che
quan tornavano in Russia sarebbero sta perseguita una volta rientra . Ciononostante il
programma di rientro venne avviato ugualmente dopo le necessarie tra a ve con il governo di
Mosca. I primi rimpatri si ebbero dalla Bulgaria, ma le operazioni si interruppero molto presto a
causa dei di cili rappor tra il governo di Mosca e quelli degli sta che avevano accolto i profughi
russi. Il caso dei russi dimostrava quindi come il rimpatrio non cos tuisse una soluzione e cace al
problema dei profughi. Entrò allora in scena l’Alto commissariato della società delle Nazioni che
con l’obie vo di favorire l’integrazione dei profughi all’interno dei diversi sta dispos ad
accoglierli, varò dei percorsi di formazione professionale a da all’Organizzazione internazionale
del lavoro (OIL) che doveva indirizzare la formazione dei profughi verso quei se ori in cui i singoli
governi avevano individuato delle cri cità e quindi, conseguentemente, una disponibilità di
assorbimento professionale. Così i russi fuggi dalla guerra diventavano emigran capaci di
colmare le speci che richieste di manodopera di alcuni paesi. Si tra ava di un proge o pilota che
secondo la società delle nazioni e l’Oil, avrebbe potuto essere esteso anche per dare una risposta
alla crescente disoccupazione molto di usa nell’Europa post-bellica. Il programma in realtà non
giunse mai a questo secondo stadio, incontrando, a dire il vero, non poche di coltà anche
nell’a uazione del proge o originale, sopra u o perché negli anni del dopoguerra mol paesi
europei avevano posto dei vincoli all’immigrazione, ra orzando il controllo sulle proprie fron ere.
Ne consegue che fu quasi esclusivamente la Francia ad accogliere profughi migran . Le di coltà
riscontrate in Europa spinsero l’OIL a sondare il terreno con alcuni sta dell’America La na dove
esistevano maggiori possibilità di occupazione. In questo modo le due organizzazioni inaugurarono
una poli ca di insediamento a raverso il lavoro che, come vedremo, avrebbe trovato una vasta
applicazione sopra u o nel secondo dopoguerra (e cioè dopo la ne del secondo con i o
mondiale).

-NUOVA POLITICA ECONOMICA (NEP)


Ritorniamo a Lenin e alla Russia, Dall’ 8 al 16 marzo 1921 si tnene a Mosca il X congresso del
Par to comunista. In questa occasione Lenin lanciò la NEP (Nuova poli ca economica) con
l’obie vo di s molare la produzione agricola e favorire l’a usso di generi alimentari verso le ci à.
Essa, che sos tuì la poli ca del comunismo di guerra, prevedeva una serie di misure:
• La possibilità per i contadini di vendere le eccedenze del raccolto
• La libertà di inizia va privata a livello di piccole aziende
• La legalizzazione del commercio al de aglio
• La conservazione da parte dello stato della proprietà delle grandi fabbriche (e cioè quelle
con più di 20 dipenden ), creando un sistema di produzione misto e la conservazione della
proprietà di banche e traspor
• Nessuna concessione sul piano della libertà poli ca

Accolta con favore come una pausa necessaria alle durezze del comunismo di guerra, la Nep ebbe
indubbie conseguenze posi ve su un’economia che appariva stremata. Si registrò infa una
ripresa della produzione agricola unitamente a una crescita industriale. Dall’altro lato la Nep
aumentò però disar colazioni e di erenze sociali che in realtà non erano né previs né tantomeno
desidera dai suoi promotori. Nelle campagne, ad esempio, i nuovi spazi concessi all’inizia va
privata s molarono la ripresa produ va, ma favorirono il riemergere del ceto dei contadini ricchi
ti
ti
ti
tt
tti
ti
ti
ti
tti

ffi
ti
ti
fi
ti
tt
ti
tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tt

ff
tti
ti
tt

ff
ti
tt

ti
tt
ti

ti
ff

ffl
ffi
tt
ti

fi
ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ffi
ti
tt
ti
ti
ti
tt

ti
tti
fl
ti
ti
tt
ffi
ffi
ti
ti
tt

(kulaki) che giunsero in breve tempo a controllare il mercato agricolo in breve tempo. Nelle ci à
invece la disponibilità di bei di consumo dovuta alla liberalizzazione del commercio provocò la
comparsa di una nuova classe di tra can (nepmen) la cui ricchezza contrastava con il basso
tenore di vita della gran parte della popolazione urbana, nelle cui la cresceva in misura maggiore
il numero di disoccupa . Ma anche per i lavoratori occupa la vita quo diana non era semplice,
non solo a causa dei bassi salari, ma anche per la mancanza di ogni possibilità di contra azione,
data l’assenza di una vera organizzazione sindacale. Fu quindi proprio la classe operaia,
protagonista della rivoluzione e principale sostegno del regime comunista, a essere la maggiore
sacri cata dalle scelte della Nep.
Nel 1922 la Repubblica Federale Socialista Sovie ca Russa si trasformò in URSS (Unione delle
Repubbliche Socialiste Sovie che: Russia, Ucraina, Bielorussia, Transcaucasia,
Uzbekistan,Turkmenistan).
La nascita dell’Urss venne preceduta, nel marzo 1919, da quella della Terza Internazionale (la prima
era del 1864, la seconda del 1889), di matrice comunista, anzi leninista, chiamata Cominterm
(internazionale comunista).
Si tra ava di un proge o concepito dallo stesso Lenin n dall’inizio della Prima guerra mondiale: il
suo obie vo era quindi la sos tuzione della vecchia Internazionale socialista con una nuova
Internazionale comunista che coordinasse gli sforzi dei par rivoluzionari di tu o il mondo e
rappresentasse, anche nel nome (ecco il riferimento a internazionale comunista) una ro ura con la
socialdemocrazia europea accusata dallo stesso Lenin di aver tradito gli ideali internazionalis . Un
organismo che inoltre avrebbe dovuto sostenere la formazione di par comunis , portatori di un
proge o rivoluzionario di stre a osservanza sovie ca.
Nel disegno di Lenin, e degli stessi bolscevichi, la nascita del Cominterm andava inoltre fa a risalire
alla convinzione secondo la quale le sor del Comunismo in Russia fossero legate a una rivoluzione
comunista europea, ritenuta probabile come conseguenza della crisi sociale scatenata dalla Prima
guerra mondiale. Quindi occorreva dotarsi di un organismo internazionale, ovvero il Cominterm.
La riunione cos tu va della Terza internazionale si svolse a Mosca nei primi giorni del marzo 1919.
Vi presero parte una cinquan na di delega , buona parte dei quali provenien dalle province
dell’ex impero russo. La scarsa partecipazione non evitò però all’assemblea di decidere, su
proposta dei russi, la cos tuzione della nuova Internazionale comunista, la cui dizione abbreviata
era, come de o, Comintern.
Nel suo primo anno di vita l’organismo non si segnalò per lo svolgimento di alcuna a vità di
rilievo. Occorrerà a endere il seconod contresso, svoltosi a Mosca nel luglio 1920, per vedere
ssa la stru ura e i compi del Cominern. Alla riunione, contrariamente a quanto accaduto in
precedenza, parteciparono esponen di 69 par operai provenien da ogni parte del mondo. Fin
dalle prime ba ute emerse chiaramente un problema principale, ovvero le condizioni cui i singoli
par avrebbero dovuto so ostare per essere ammessi a far parte dell’Internazionale comunista.
Fu lo stesso Lenin a ssare le condizioni in un documento di ventuno pun nel quale si a ermava –
questo il passaggio cruciale – che i par aderen al Comintern avrebbero dovuto ispirarsi al
modello bolscevico, mutare le propria denominazione in par to comunista e difendere in tu e le
sedi possibili la causa rivoluzionaria della Russia sovie ca e, in ne, rompere con le corren
riformiste espellendone i principali esponen . Si tra ava di condizioni non semplici da acce are
che suscitarono nell’intero movimento operaio europeo discussioni e confron con conseguen
lacerazioni e scissioni. Tra le ne del 1920 e l’inizio del 1921 fu comunque raggiunto quello che era
lo scopo del II congresso, ovvero la creazione a livello mondiale di una rete di par radica sul
modello bolscevico e fedeli alle dire ve del par to guida, la trasformazione della Russia nel centro
fi
ti
ti
fi
ti
tt
tt
tti
tt
tt
tt
ti
ti
tt
fi
tt
ti
ti

ti

tt
ti

fi
ti
tt
ti

ffi
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti

fi
ti
ti
ti
ti
fi
fi
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tti
tt
tt
ff
tt
ti
ti
tt
tt
ti
tt
ti

propulsivo del comunismo mondiale e l’impiego dei movimen rivoluzionari di matrice comunista
di tu i paesi nella difesa della Russia, considerata dunque come la vera “patria del socialismo”.
Occorre in ne ricordare come oltre ai par comunis na in Europa nel 1918 sul modello
bolscevico, aderirono al Cominern e alcuni vecchi par socialis , tra cui quello italiano. Si
determinò quindi anche in Europa una scissione all’interno del movimento socialista tra
socialdemocra ci e lobolscevichi. La nascita del Cominterm va fa a risalire alla convinzione di
Lenin e dei bolscevichi secondo cui le sor del Comunismo in Russia erano legate a una rivoluzione
comunista europea, ritenuta probabile come conseguenza della crisi sociale scatenata dalla 1^
guerra mondiale. Quindi occorreva dotarsi di un organismo internazionale, ovvero il Cominterm.

Nel 1924 fu promulgata la cos tuzione della nuova Urss che a ribuiva il potere supremo al
Congresso dei Soviet. Il potere reale era però nelle mani del Par to comunista, l’unico consen to
dalla cos tuzione. Spe ava infa al par to fornire le dire ve ideologiche e poli che che
avrebbero dovuto ispirare l’azione di governo, così come era compito del par to scegliere i
candida alle elezioni dei soviet (su lista unica e con voto palese). Ed era sempre il par to a
esercitare il controllo dire o sulla poten ssima Polizia poli ca. A detenere il massimo potere
decisionale era il Segretario del Par to. Lo stesso par to che, organizzato secondo un rigido
schema centralista, dirigeva e controllava tu a la vita pubblica (esempi: commissari poli ci
nell’esercito, gioventù comunista ecc. ).
Lo stato che si proclamava fondato sulla democrazia sovie ca (e cioè consiliare), niva così per
essere governato, a raverso un apparato fortemente centralizzato, dal ristre o gruppo dirigente
del Par to bolscevico.
La trasformazione del paese imposta dai bolscevichi non si limitò al solo apparato economico e
poli co, ma ebbe come obie vo anche la società sovie ca, al centro di mutamen profondi che
sos tuivano comportamen e valori preceden con una nuova cultura modellata intorno alla
nuova realtà socialista che si voleva costruire.
Lo sforzo dei bolscevichi si indirizzò sopra u o verso due direzioni: l’educazione della gioventù e la
lo a contro la chiesa ortodossa in quanto rappresentante di una visione del mondo e della società
che il nuovo potere voleva es rpare ritenendola incompa bile con i fondamen della do rina
marxista.
Si assiste e così a una vera e propria scris anizzazione del paese che, condo a con estrema
durezza, si tradusse nella chiusura di chiese, nella requisizione e con sca dei beni ecclesias ci e
negli arres di alcune tra le principali gure religiose di riferimento. Un’operazione che raggiunse il
suo scopo dal momento che, seppure non eliminata del tu o, l’in uenza della chiesa fu
fortemente ridimensionata. La morsa si allentò soltanto a par re dal 1925 e vide la chiesa
ortodossa, che in passato aveva avuto un peso rilevante nella società russa, ada arsi a vivere nei
ristre margini di spazio che il regime comunista decise di concederle.
La ba aglia contro la religione e la morale tradizionale coinvolse anche la sfera della famiglia e dei
rappor tra i sessi. Il governo rivoluzionario stabilì ad esempio come l’unico matrimonio
riconosciuto fosse quello civile, sempli cò le procedure per il divorzio, proclamò la parità tra i sessi
e rese legale la pra ca abor va.
L’altro se ore nel quale il regime si impegnò in maniera importante, raggiungendo risulta
considerevoli, fu quello dell’istruzione, che fu resa obbligatoria no al quindicesimo anno di età. Fu
intrapresa una lo a all’analfabe smo accompagnata da innovazioni nei contenu e nei metodi di
insegnamento, cercando di collegare in misura sempre maggiore la scuola a mondo della
produzione, privilegiando così l’istruzione tecnica a quella umanis ca.
tt
ti
ti
tti
tti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
tt

fi
ti
ti
tt
ti
tt
fi

tt
tt
ti
ti
tti
ti
ti
tti
ti

ti
fi
fi

ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
tt

ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti
fi
ti
ti
fl
ti
tt
fi

tt
tt
ti
ti
tt
ti
ti
fi
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti

Contemporaneamente il regime si preoccupò anche di formare le nuove generazioni sul piano


ideologico sia incoraggiando l’iscrizione di massa al Komsomol e cioè l’organizzazione giovanile del
par to sia promuovendo a tu i livelli di istruzione l’insegnamento della do rina marxista.
Gli e e della rivoluzione non tardarono ad arrivare anche nel mondo dell’alta cultura. Mol
intelle uali di pres gio (fu il caso, ad esempio, del musicista Igor Stravinskij e del pi ore Marc
Chagall) lasciarono il paese andando a ingrossare le la dell’emigrazione poli ca. Gli ar s e gli
intelle uali più giovani guardarono invece, almeno inizialmente, con favore all’esperienza
rivoluzionaria mossi dalla convinzione che l’arte doveva porsi al servizio della poli ca di classe e
andare incontro ai bisogni culturali delle masse. Allo stesso tempo l’arte avrebbe dovuto rompere
con gli schemi del passato, cercando così nuove forme di espressione. Fu questo il periodo delle
avanguardie, inizialmente guardate con favore e incoraggiate dalle autorità del par to preposte al
controllo della cultura. Per tale mo vo gli anni immediatamente successivi alla rivoluzione furono
un periodo di grande oritura crea va e di sperimentazione. Fu questo il periodo, per citare alcuni
casi, della poesia di Majakowskij, del teatro di Mejerchold, della pi ura di Lisitzkij e dei primi lm
di Pudovkin. Fu però una stagione di breve durata, dal momento che a par re dalla prima metà
degli anni Ven la libertà di espressione ar s ca fu sempre più condizionata dalle preoccupazioni
di natura propagandis ca e dalla crescente interferenza del potere poli co che svelava con il
passare del tempo e in maniera sempre più aperta il suo volto autoritario.

Il 21 gennaio 1924, dopo una mala a morì Lenin. Si aprirà una vera e propria guerra per la sua
successione che contrappone Tosckji, comandante dell’Armata rossa e Stalin, segretario
organizza vo del par to.
Il primo teorizzava un modello di rivoluzione permanente e cioè l’esportazione della rivoluzione
russa in Europa, proponeva un’accelerazione dell’industrializzazione e, nel contempo, la ne della
NEP. Il secondo era invece fautore della teoria del socialismo in un solo paese che mirava a
consolidare il processo rivoluzionario socialista in Urss. Egli nel contempo intendeva normalizzare i
rappor internazionali e quindi rinunciava a promuovere rivoluzioni socialiste in altri paesi e
intendeva mantenere la NEP.
La guerra per la successione fu vinta da Stalin che nel 1924 divenne segretario del par to dal quale
nel 1927 estromise Trotzkij, Zinovev e Kamenev e cioè i suoi principali oppositori e avviò la
repressione di ogni forma di dissenso anche all’interno del par to. Iniziò così lo stalinismo.

TRATTATI DI VERSAILLES
La prima guerra mondiale, fu guerra di massa, anche e sopra u o nei numeri. Migliaia di mor e
masse di uomini mobilita c’erano già sta nel secolo precedente, ma con la Prima guerra
mondiale le cifre superano ogni confronto. Ad esempio Napoleone perde nella campagna di Russia
400.000 uomini. Ebbene nella lunga campagna di Verdun i tedeschi contano 430.000 mor , mentre
i francesi 520.000. Nel solo 1916 i tedeschi perdono 1.100.000 uomini, tra mor e feri .
Complessivamente durante il con i o le vi me oscillano tra i 15 e i 17 milioni (i militari di ogni
ordine e grado sono tra gli 8 e i 9 milioni): una catastrofe di portata senza preceden nella storia
dell’Occidente, nonché un numero maggiore rispe o a tu gli altri con i dei secoli preceden .
Sono almeno 65 milioni gli uomini ad aver indossato la divisa. I feri sono oltre 20 milioni. Dal
computo, eliminiamo da un lato i mor per epidemia (colera, fo, in uenza), dall’altro quelli per
cares a e denutrizione alimentare, sui quali tanto le sta s che u ciali, quanto gli appara di stato,
non si sono mai espressi.
Guardando ai singoli eserci , nella sola Francia, dal 3 agosto, anno dell’ingresso in guerra, al 9
se embre dello stesso anno, ne dello scontro sulla Marna, l'esercito francese perde 250.000
tt
ti
ff
ti
tt
tt
ti
tti
ti
ti
ti
ti
fi
ti

ti
ti

tti
fi
fl
ti
tti
ti
tt
ti
ti
ti
tti
ti
tt
fi
ti
tti
ti
tt
ti
ti
tt
ffi
tt
ti
fl
ti
fl
tti

ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
fi
ti
ti
ti

ti
fi
ti
ti
solda , vale a dire 7.000 al giorno. Al termine del con i o, la media giornaliera sarebbe stata di
900 uomini al giorno. Quello tedesco circa 1.300 uomini al giorno, quello inglese 600 uomini.
L’Italia – che come abbiamo visto entra in guerra nel 1915 – circa 200 uomini al giorno.
Complessivamente l’Italia perde circa 680.000 uomini. Va quasi da sé che a mancare all’appello
sarebbero sta quasi esclusivamente maschi in età giovanile, con ri essi signi ca vi sulla
popolazione futura. Un po’ di da : dei quasi 9 milioni di giovani uomini mobilita in Gran Bretagna,
le perdite ammontano al 36%. In Germania, 12 uomini su 100 di età compresa tra i 15 e i 50 anni
non tornano dal fronte; 14 su 100 è la proporzione per la Francia.
Alla ne della guerra i paesi vincitori (Francia, Inghilterra, Italia e Sta Uni ) si ritrovano a Versailles
per la conferenza di pace. I lavori iniziano il 18 gennaio 1919 e terminano un anno e mezzo più
tardi. Il compito era complesso, poiché si dovevano ridisegnare i con ni dell’intera Europa,
sconvolta dal contemporaneo crollo di qua ro imperi che ne avevano no ad allora ricoperto un
ruolo cruciale (tedesco, austro-ungarico, o omano e russo). Occorreva ricostruire un equilibrio
europeo. Alla ne della conferenza furono sigla vari tra a : quello di Versailles con la Germania,
quello di Sain-Germain con l’Austria, quello di Neiully-sur-Seine con la Bulgaria e, in ne, quello di
Sevres con l’Impero o omano.
Agli scon non fu concesso alcun margine di tra a va, dal momento che essi dove ero eseguire
la volontà dei vincitori.
I francesi furono quelli che, più di altri, si cara erizzano per l’applicazione della linea di una pace
puni va, sopra u o nei confron della Germania. Gli inglesi dimostrarono invece una posizione
più du le mentre gli italiani mirarono sopra u o a vedere realizza i propri interessi in termini di
acquisizioni territoriali. La Russia fu esclusa da ogni accordo, mentre gli Sta Uni , si a ennero allo
spirito dei qua ordici pun di Wilson, cercando di moderare lo spirito vendica vo e le pretese
territoriali dei loro allea , insistendo par colarmente sulla Società delle Nazioni.
I qua ordici pun furono s la dal presidente statunitense nel gennaio 1918, pochi mesi prima
della ne della guerra. Se alcuni vertevano su aspe territoriali, economici (libertà di navigazione
e reintroduzione di accordi commerciali liberis ci a cioè a favorire il libero scambio) e poli ci (ad
esempio la rinuncia alla diplomazia segreta e il disarmo generale), gli aspe più importan e
innova vi della linea wilsoniana erano rappresenta da un lato dalla prevenzione di nuovi con i
– e in questo schema si inseriva la creazione di una Lega delle Nazioni che avrebbe avuto il compito
di mediare i con i internazionali – dall’altro dal principio di autodeterminazione dei popoli
rivolto ai diversi gruppi che popolavono gli sta europei. Secondo Wilson le nuove fron ere
avrebbero quindi dovuto tenere conto del principio di nazionalità e della volontà espressa dalle
popolazioni interessate. Sia la creazione di un organismo internazionale capace di sovrintendere
all’applicazione dei qua ordici pun occupandosi di risolvere in modo paci co i contras
internazionali, sia il principio di autodeterminazione, traevano fondamento dal conce o di una
«pace senza vincitori», ovvero una pace che, scevra da ogni rivalsa da parte degli sta vincitori,
sarebbe stata in grado di assicurare un dopoguerra privo di contras e risen men .
Un programma certamente ambizioso che però non poté essere realizzato. Sebbene all’apertura
della conferenza di Versailles si pensasse che quella wilsionana potesse essere la linea da seguire,
ben presto i partecipan si resero conto di come la sua realizzaione fosse nella realtà decisamente
più complessa di come appariva.
Infa in un’Europa popolata da gruppi etnici di eren , non era semplice applicare i principi di
nazionalità e autodeterminazione senza rischiare di portare alla nascita di nuovi irreden smi.
Inoltre quei principi non sempre collimavano con l’esigenza dei vincitori di punire i responsabili
della guerra, cioè gli scon , che non erano rappresenta al tavolo di Versailles.
tti
fi
ti
tt
ti
fi
tti
ti
fi
tti
ti
fi
tt
tt
fl
ti
tt
tti
tt

ti
tt
ti
fi
ti
tti
ti
ti

ti
ti

ti
ti
tt
tt
tt
tt
ti
ti
tt
ti
ff
tt
tti
ti
tti
ti
ti
fl
tt
tt
ti
ti

ti
fl
ti
ti
fi
fi
ti
tti
fi
ti
ti
fi
ti
ti
ti

ti
ti
fi

ti
tt
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
fl
tti
Problemi che si presentano n dall’inizio dei lavori tra i capi delle potenze vincitrici sedu al tavolo
e cioè Clemencau per la Francia, Lloyd George per l’Inghilterra, Wilson per gli Sta Uni e Orlando
per l’Italia che giocò, a dire il vero un ruolo molto marginale. Il contrasto era quello tra pace
democra ca e pace puni va. Quest’ul ma, che trovò piena applicazione nel momento in cui
furono discusse le condizioni di pace da imporre alla Germania, ebbe, come già so olineato, la
principale sostenitrice nella Francia che per mano del proprio presidente Clemanceau rivendicava
l’applicazione dei cosidde «tre pun dell’onore». Ovvero la Germania portava interamente la
colpa della guerra e quindi delle perdite e dei danni subi dalle potenze alleate e dai loro ci adini
(punto primo); Gulgilemo II e l’intero apparato dirigente dell’impero tedesco andavano consegna
a una corte di gius zia alleata in quanto criminali di guerra (punto secondo); l’ingresso della
Germania nella Società delle Nazioni sarebbe potuto avvenire solo se lo stato tedesco avesse
acce ato e rispe ato le decisione assunte dai vincitori. Stante questo quadro, le condizioni
imposte alla Germania furono durissime.
Il tra ato viene rmato il 28 giugno 1919 e si tra ò di una vera e propria imposizione (un diktat),
subita so o minaccia di occupazione militare ed embargo economico. Sul piano territoriale il
tra ato prevede la res tuzione dell’Alsazia e della Lorena alla Francia, il passaggio alla ricos tuita
Polonia di alcune regioni orientali abitate solo in parte da tedeschi (Slesia, Posnania e Pomerania)
che interrompe la con nuità territoriale tra Prussia orientale e occidentale per consen re alla
Polonia l’a accio al mare (il mar Bal co), con la concessione della ci à di Danzica che, abitata in
prevalenza da tedeschi, veniva tolta alla Germania e trasformata in ci à libera. La Germania perse
inoltre le sue colonie spar te tra Francia, Giappone e Gran Bretagna.
Sul piano economico il diktat era ancora più pesante. Indicata come responsabile della guerra, la
Germania deve impegnarsi a rifondere ai vincitori, come riparazione, i danni subi in conseguenza
del con i o. Un’en tà tale da rendere impossibile per molto tempo una ripresa tedesca. Non
meno pesante era il piano militare. La Germania fu costre a all’abolizione del proprio esercito di
leva, alla rinuncia alla marina da guerra e a ridurre la consistenza del proprio esercito a 100.000
uomini muni solo di armamen leggeri e a lasciare smilitarizzata l’intera valle del Reno che
sarebbe stata presidiata da truppe inglesi, belghe e francesi. Erano condizioni umilian , tali da
ferire la Germania nel suo orgoglio nazionale e nei suoi interessi. Ma erano anche l’unico modo agli
occhi dei vincitori – sopra u o i francesi – per impedire alla Germania di riprendere la posizione di
grande potenza che naturalmente le competeva.
Anche per l’impero asburgico le clausole di pace furono piu osto severe. A sancirle fu il Tra ato di
Saint-Germain, rmato il 19 se embre 1919. Il primo problema era il riconoscimento delle nuove
realtà nazionali nate dalla sua dissoluzione. A fare le spese della nuova sistemazione furono i
gruppi etnici tedesco e ungherese che avevano avuto una posizione predominante nella monarchia
e che furono tra a come popoli vin .
La nuova repubblica d’Austria si trova rido a in un territorio di appena 85.000 chilometri quadra
(quella di oggi all’incirca) abitato da sei milioni e mezzo di abitan di lingua tedesca un quarto dei
quali risiedevano a Vienna. Il crollo dell’impero fu un vantaggio – oltre per l’Italia anche per i
popoli slavi.
Boemi e slovacchi con uiscono nella Repubblica di Cecoslovacchia (stato federale che comprende
anche circa tre milioni di tedeschi nella regione dei Sude ); gli slavi del sud – cioè Croazia, Slovenia
e Bosnia – si uniscono a Serbia e Montenegro dando vita al Regno dei Serbi, Croa e Sloveni (la
futura Jugoslavia).
E in ne vi erano i polacchi che nel 1921 uscivano vi oriosi da una guerra con la Russia, scoppiata
nel 1919 quando la Polonia, riconquistata l’indipendenza perduta a ne Se ecento, decise di
riunire in un unico stato i territori un tempo appartenu alla Grande Polonia. Insoddisfa a dai
tt
fi
tt
tt
fl
ti
tt
tt
ff

ti
fi
fi
tt
tt

ti
ti
ti
ti
fl
ti
ti
tti
tt
ti
fi
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti

tt
tt

tt
ti
ti
ti
tt
tt
ti
tt
fi

tt
tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
tt
ti
ti
con ni assegna a Versailles, che avevano visto i polacchi della Galizia unirsi a quelli della nuova
Repubblica di Polonia formata da territori già appartenu all’Impero russo e a quello tedesco, la
Polonia decise di puntare sulla debolezza russa, appena uscita dalla guerra civile, con l’obie vo di
recuperare i territori appartenu alla grande Polonia due secoli prima. Tra maggio e giungo
l’esercito polacco invase la Russia ma fu respinto al punto che, ai primi di agosto, l’Armata Rossa
era arrivata alle porte di Varsavia. Alla ne del mese, quando tu o lasciava presagire a una vi oria
russa, le armate polacche sferrarono una decisa contro ensiva che portò i russi a ri rarsi. Nel
dicembre 1920 si arrivò a un armis zio che an cipava la rma di un tra ato di pace tra i due paesi
in base al quale la Polonia incorporò ampie zone della Bielorussia e dell’Ucraina, de nendo così in
modo favorevole i propri con ni orientali. Nello stesso periodo si resero indipenden anche i paesi
bal ci (Estonia, Le onia e Lituania) unitamente alla Finlandia, mentre furono reingobla dalla
Russia l’Ucraina, l’Armenia, la Georgia e altri paesi dell’Asia centrale che nel 1922 andarono a far
parte, accanto alla Russia, dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovie che (Urss).
A completare il quadro vi furono, successivamente la rma, il 27 novembre 1919, del Tra ato di
Neuilly – sur Seine riguardante la Bulgaria che, dato il suo ruolo di alleato degli imperi centrali, fu
costre a a cedere alcune porzioni del proprio territorio nazionale, a ridurre il proprio esercito e a
pagare una somma come riparazioni di guerra. La Bulgaria cede e circa 2.500 chilometri quadra
del suo territorio occidentale al neonato Regno dei Serbi, Croa e Sloveni (SHS), le zone della Tracia
occidentale alla Grecia e dove e res tuire alla Romania, che ampliò così il proprio territorio, la
regione della Dobrugia, regione situata tra il Danubio e il Mar Nero.
Successivamente furono sigla i tra a di Trianon e di Sevres. Il primo, rmato il 4 giugno 1920 nel
Palazzo del Gran Trianon a Versailles, riguardò il Regno di Ungheria a seguito, come de o, della
dissoluzione dell’Impero austro-ungarico. Oltre a una riduzione della forza militare ungherese, il
Tra ato prevedeva la cessione della Slavonia (regione della Croazia orientale) e altri territori al
Regno dei SHS (perdendo così l’accesso al mare), della Transilvania alla Romania, della Slovacchia e
della Rutenia subcarpa ca (oggi situata nell’Ucraina occidentale) al nuovo stato cecoslovacco.
L’Ungheria vide così dras camente rido o sia il proprio territorio, passato dai circa 325.000 kmq a
93.000 kmq, sia la sua popolazione, passata da circa 20.880.000 abitan a circa 7,5 milioni.
L’ul mo a essere rmato fu il Tra ato di Sevres siglato tra i paesi dell’Intesa e la Turchia il 10 agosto
1920. Esso sanciva la pressoché totale estromissione dallo scenario europeo dell’Impero o omano
che, privato di tu i propri territori, si trasformava in Stato nazionale turco che, privato della
sovranità sugli stre dei Dardanelli e del Bosforo e sulla sovranità dei territori arabi, conservava la
sola penisola dell’Anatolia, tranne la regione di Smirne, assegnata, insieme ad Adrianopoli (a uale
Edirne, ci à della Tracia), alla Grecia.
A Versailles la delegazione italiana era rappresentata da Vi orio Emanuele Orlando, presidente del
Consiglio e Sidney Sonnino, ministro degli esteri. Entrambi si aspe avano l’applicazione del Pa o di
Londra ma si scontrarono invece con l’ostruzionismo di Wilson, contrario a riconoscere
l’applicazione del tra ato, sopra u o per quanto concerneva l’annessione della Dalmazia e di
Fiume, ci à a maggioranza italiana e proclamatasi italiana alla ne della guerra. Anche la Francia
non vedeva favorevolmente una Dalmazia italiana che avrebbe consen to all’Italia il controllo
pressoché totale dei tra ci commerciali provenien dal Danubio. Il risultato fu che le potenze
dell’Intesa opposero un ri uto alla piena applicazione del Pa o di Londra, ritra ando così quanto
promesso nel 1915.
Di fronte a questa posizione, i rappresentan italiani abbandonarono la conferenza, facendo nel
contempo emergere delle divergenze e la mancanza di una posizione comune. Infa , se Orlando
sembrava più incline a sposare la linea di Wilson sul riconoscimento delle nazionalità, la stessa
cosa non poteva dirsi per Sonnino, rivelatosi n da subito os le a tale proposta. Altri fa ori di
tt
ti
ti
fi
tt
tt
tt
ti
tti
fi
tt
tti

tt
ti
ffi
ti
fi
fi
ti
tt
ti
tt
tt
ti
tt
tt
ti

ti
fi
tt
ti
fi
ti
ti
fi
ff
ti
fi
tt
ti
tt
ti
fi
tt
tt
tt

ti
ti
tt
fi
ti
tt
tti
ti
fi
ti

tt
tt
ti
tt
tt

tti
tt
tt
tt
ti
contrasto tra i due riguardavano dire amente i territori in ogge o: Orlando sembrava disposto a
rinunciare alla Dalmazia ma richiedeva l’annessione di Fiume, mentre Sonnino non intendeva
cedere sulla Dalmazia.
Quindi Orlando decise di abbandonare la conferenza. Un gesto che ebbe conseguenze pesan
poiché, quando si tra ò di decidere le sor delle colonie tedesche, queste furono spar te tra le
altre potenze, ignorando l’Italia. In mancanza del presidente del consiglio italiano, le tra a ve però
con nuarono lo stesso, tanto che la delegazione italiana ritornò sui suoi passi. Il 10 se embre
1919, il nuovo presidente del consiglio Francesco Saverio Ni so oscrisse il tra ato di Saint-
Germain, che de niva i con ni italo-austriaci, ma non quelli orientali. Secondo il Tra ato di San
Germain en Laye rmato, come già so olineato, per stabilire la sorte dei territori del dissolto
impero austro-ungarico, l’Italia si vedeva riconoscere il Tren no, l’Alto Adige, l’Istria e Trieste, ma
non la Dalmazia e Fiume, che sarebbe stata occupata, nel 1919, con un colpo di mano, da una
spedizione guidata da D’Annunzio, alla testa dei suoi legionari. La mancata applicazione del pa o di
Londra e la conseguente non assegnazione dei territori creò nel paese già debilitato dalla crisi
economica post-bellica, un clima di grande frustrazione e irritazione, alimentando il conce o di
"vi oria mu lata" coniato da D’Annunzio per de nire l’inu le sacri cio degli oltre 700.000 mor
(se si considerano anche quelli peri per cause belliche dopo la ne della guerra) nel con i o,
vani cato dal tradimento delle altre potenze vincitrici. Su questo però torneremo in maniera più
approfondita nelle prossime lezioni.
Per meglio comprendere la vicenda umana e irreden sta occorre so olineare come l’ordine
poli co emerso alla ne della guerra con la dissoluzione dell’Impero austro-ungarico, portò alla
fondazione del Regno dei Serbi, Croa Sloveni (1918) che entrò in forte contrasto con l'Italia,
reclamando non solo i territori assegna dal pa o all'Italia (Trieste, Gorizia, Istria, Dalmazia
se entrionale), ma anche la Slavia veneta, appartenente al Regno d'Italia n dal 1866. Secondo la
delegazione jugoslava, tu e queste terre andavano assegnate al Regno SHS per mo vi etnici e
poli ci. La ci à di Trieste, pur riconosciuta di maggioranza italiana, doveva diventare jugoslava
secondo il principio per cui le ci à dovevano seguire le sor dell'entroterra circostante, a
maggioranza slava. Lo stesso criterio doveva essere seguito per la ci à di Fiume, la cui maggioranza
rela va di popolazione italiana era considerata in realtà cos tuita in massima parte di slavi
italianizza . L'irreden smo nazionalista italiano, ra orzatosi nel corso della guerra, si spostò su
posizioni di aperta e radicale contestazione dell'ordine cos tuito che saranno successivamente
approfondi .

-SOCIETÀ DELLE NAZIONI


L’Europa uscita dalla pace di Parigi (e dai successivi Tra a ) contava così ben o o nuovi sta sor
dalle rovine dei vecchi imperi ai quali si sarebbe aggiunta, nel 1921, anche lo Stato libero di Irlanda,
a quale la Gran Bretagna concesse un regime di semi-indipendenza, anche se con l’esclusione
dell’Ulster protestante.
Terminata la conferenza di pace, i vincitori avevano un problema e cioè mantenere la
sopravvivenza del nuovo asse o territoriale. Nelle intenzioni di Wilson – e nelle speranze di tu i
paci s – ad assicurare il rispe o e la salvaguardia dei tra a avrebbe dovuto essere la Società
delle Nazioni, la cui is tuzione – già proposta dai qua ordici pun wilsoniani – fu acce ata – so o
pressione degli Sta Uni – da tu gli sta partecipan alla conferenza di Versailles. Cos tuitosi
u cialmente a Versailles, il nuovo organismo iniziò la sua a vità il 10 gennaio 1920. Aveva sede a
Ginevra e si componeva di un’assembla di sta membri, di un consiglio e di un segretariato
permanente. Del Consiglio facevano parte qua ro membri permanen (Francia, Inghilterra,
ffi
tt
tt
ti
ti
ti
ti
fi
fi
ti
ti
ti
ti
tt

fi
fi
ti
fi
tt
ti
ti

ti
tt

fi
tt
tt
tt
tti
ti

fi
tt
ti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
tt
fi
ff
tt
ti
ti
tt
ti
tt
ti
ti
ti
tti
ti
ti
tti
ti
tt
fi
tt
ti
fi
tt
tt
ti
fi
tt
tt
ti
tt
tt
tt
ti
tt
ti
fl
tt
ti
tt
ti
ti
tt
tti
ti
tt
ti
Giappone e Italia) e qua ro temporanei ele dall'assemblea ogni tre anni (i primi membri
temporanei furono Brasile, Belgio, Spagna e Grecia).
Il suo statuto, che prevedeva la rinuncia degli sta membri alla guerra come strumento di
risoluzione di contras , il ricorso all’arbitrato e l’adozione di sanzioni economiche contro gli sta
aggressori, non aveva preceden nella storia delle relazioni internazionali.
La Società della Nazioni nasceva però minata da profonde contraddizioni, su tu e l’esclusione della
Russia (l’Urss fu ammessa soltanto nel 1934) e dei paesi scon (primi tra tu la Germania che vi
entrò nel 1926 per poi uscirne nel 1933), che non solo limitava la rappresenta vità dell’organismo
ma ne comprome eva anche la capacità opera va.
Il colpo più grave fu però inferto dagli Sta Uni , cioè dal paese che avrebbe dovuto cos tuire il
principale pilastro. Il senato, infa , respinse nel marzo 1920 l’adesione alla Società delle Nazioni.
Gravemente ammalato Wilson non si ripresentò alle elezioni presidenziali, lasciando ai
repubblicani – vi oriosi alle urne – la guida del paese che iniziava la propria stagione di
isolazionismo e cioè di ri uto delle responsabilità mondiali e un ritorno a una sfera di interessi
con nentali. Quanto alla Società delle Nazioni, essa nì per essere egemonizzate da Francia e Gran
Bretagna e non fu in grado di prevenire nessuna delle crisi internazionali che costellarono gli anni
compresi tra le due guerre mondiali. Ciò non toglie che essa abbia però rappresentato un
importante precedente per la nascita, nel secondo dopoguerra, dell’Organizzazione delle Nazioni
Unite (Onu).

02/03/2021
GRANDE CRISI DEL 1929
Il coinvolgimento degli Sta Uni nella Grande Guerra non fu minimamente paragonabile a quello
che si ebbe negli altri paesi europei. Il numero delle vi me fu ne amente inferiore (circa 100.000)
e il loro sforzo si concentra nell’arco di pochi mesi. Il loro coinvolgimento avviene anche lontano
dal loro territorio: non hanno quindi dopo bisogno di ricostruire e di riconversione industriale. Le
risorse degli Sta Uni potevano orientarsi verso l’innovazione e verso nuovi inves men . Erano
creditori di un gran numero di sta europei. Diventano centro del potere economico mondiale, che
gradatamente si sposta dall’Europa agli Sta Uni .

-ISOLAZIONISMO
Dopo la guerra, la nazione ritrova il proprio spirito isolazionista: volta le spalle a Wilson, non
re ca il Tra ato di Versailles e non aderisce alla Società delle Nazioni.
Nel 1921 Wilson viene sos tuito da un presidente repubblicano, Harding, no al 1923. Inizia un
periodo di chiusura, che si traduce so o tre aspe :
1. protezionismo industriale;
2. restrizione delle poli che migratorie;
3. discriminazione verso il movimento operaio, ma sopra u o verso le minoranze.

Non è un caso che proprio in questo periodo si assista alla nascita del Ku Klux Klan, movimento
razzista bianco, che pra ca violenza verso gli afroamericani.
Condanna di due anarchici italiani.
Entra in vigore la poli ca del proibizionismo: poli ca basata sul divieto della vendita e
fabbricazione di alcolici. Intorno agli alcolici nascerà un’industria parallela clandes na, che celebra
la nascita di fuorilegge (come Al Capone).
tti
ti
fi

tt
ti
tt

tt
ti
ti
ti
ti
ti
tt
fi

ti
ti

ti
ti
tti
ti

tt
ti

ti
tti
ti
ti
ti
ti
tti
ti

fi

tti
tt
tt

fi
tti
tt

fi

tti
ti
tt

ti
ti
ti
ti
ti
Gli Sta Uni avevano una vocazione democra ca, che si manifesta nella concessione del voto alle
donne (1920) e che diventa un caposaldo della poli ca americana, contrariamente a quanto
accadeva nella maggior parte dei paesi europei negli anni Ven /Trenta.
Il proibizionismo verrà abolito nel 1933.
Tra la seconda metà degli anni Ven e la prima metà degli anni Trenta iniziano a migliorare anche
le condizioni degli immigra ; ciò evidenzia che le posizioni discriminatorie diventano proprie di una
minoranza della società statunitense, buona parte della quale sembra aver preso a o della
capacità dei nuovi arriva e dei loro gli di americanizzarsi progressivamente, di integrarsi a pieno
tolo. Da con ni ristre a conquistare posizioni di pres gio nella poli ca, nell’imprenditoria.
Fiorello La Guardia = esempio, glio di un immigrato foggiano e di un’ebrea tries na; cresce in un
quar ere largamente popolato da immigra italoamericani e afroamericani. Si candida nelle la
del par to repubblicano diventando sindaco di New York dal 1933 al 1945.

-ROARING TWENTIES
Età del jezz, che inizia a di ondersi in larga musica (musica di matrice afroamericana). Si a erma in
maniera sempre più imponente come musica da ballo nei locali in cui si vende clandes namente il
liquore (speakeasy).
Anni di grande euforia, che ha alla base una grande crescita economica, come tes monia la
produzione industriale, cresciuta nel 1929 del 75% rispe o al 1913. Questa grande crescita
economica porta alla formazione di una vera e propria produzione di massa e a un consumo di
massa, des na a lasciare il segno anche nelle epoche successive. La produzione di massa richiede
un incremento produ vo: ogni lavoratore produce una maggiore quan tà di prodo o nello stesso
arco di tempo, portando i prezzi di vendita a una riduzione. Il risultato più immediato è il consumo
di massa, in base al quale accade che anche i membri delle classi meno abbien abbiano accesso a
merci più numerose, meno costose.
All’interno di quella che è la produzione di massa vi sono due aspe importan : taylorismo e
fordismo. L’aumento della produzione è dovuto sostanzialmente all’aumento della produ vità,
reso possibile grazie all’applicazione di nuovi metodi dell’organizzazione del lavoro. Il teorico è
Taylor, che riesce a dividere le singole operazioni di lavoro in una serie predeterminata di ges ,
sempli cando e velocizzando la produzione. Il suo principale interprete è Henry Ford, che diventa
importante perché con lui l’automobile diventa simbolo della rivoluzione produ va, il centro di un
sistema di vita proprio che cara erizzò gli Sta Uni . La crescita di Ford fu possibile grazie alla
catena di montaggio: grandi nastri trasportatori che portano agli operai il lavoro da eseguire in
tempi ben de ni . Vi sono anche aspe nega vi rispe o alla divisione del lavoro: il fordismo viene
proposto come unico modello di lavoro, senza pensare che trasportasse con sé una carica non
indi erente di alienazione e dispo smo. Il fordismo non amme eva alcuna presenza sindacale
all’interno della fabbrica, ma forniva agli operai abitazioni, spazi, discre salari. Per Ford, gli operai
erano anche futuri consumatori delle merci che si producevano.
L’auto sme e di essere un bene di lusso.
Quella degli anni Ven è un’epoca di grande prosperità, che vede anche la crescita dell’edilizia
abita va e residenziale accompagnata dalla comparsa e dall’u lizzo sempre più frequente di
macchinari ad uso quo diano (beni di uso durevole ! macchine da scrivere, da cucire, per fare il
bucato).
Inizia a svilupparsi in maniera sempre più consistente il sistema di vendita a rate. Si ha poi la
pubblicità, la vendita per corrispondenza (sistema ideato negli Sta Uni ).
ti
ff
ti
ti
ti
fi
ti

tt
ti
ti
fi
fi
ti
ti

ti
tti

tti
ti
ti
ff
ti
fi
tt
ti
ti

fi
tti

ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tt
ti
ti
tt

ti
tti
ti
ti
ti

ti

ti
ti
tti
ti
ti
tt
tt
ti
tti
ff
fi
ti

Mobilità professionale ascendente = miglioramento, mol ci adini americani avevano livelli di vita
migliori rispe o alle epoche preceden . Gli indicatori erano le generazioni: i gli stavano meglio
dei padri; mol gli di operai diventano impiega .
Di usione della stampa, della cinematogra a, dei primi dischi e di una pubblicità che iniziava a
di ondere modelli e s li di vita nuovi. Si ha l’inizio di una vera e propria cultura giovanile alla quale
si a anca un sempre maggiore emancipazionismo femminile, dovuto in parte dalla di usione degli
ele rodomes ci, che liberano la donna da cer pi di azioni familiari casalinghe.
American dream = insieme di uguaglianza, opportunità, ascesa sociale e professionale.

-CRESCITA E POLITICA
I governi repubblicani si fanno portatori di una precisa linea poli ca, quella della laissez faire, che
nutre ducia nell’inizia va dei singoli. Sos ene l’importazione, riduce le imposte e dei tassi di
interessi, alza i dazi doganali per i prodo provenien da fuori. Governo cara erizzato da un non
intervento pubblico nell’economia.
Periodo di oridità che porta il presidente Coolidge a dichiarare davan al congresso degli USA che
non era mai successo al paese di trovarsi davan a una situazione così posi va.

-VERSO LA CRISI
Estate 1929 = rallentamento dell’economia statunitense, dovuto al fa o che i beni di consumi
prodo erano superiori alle e e ve potenzialità di acquisto (sovrapproduzione), sopra u o il
mercato dei beni di consumo durevoli, sostenuto dalla felicità di un sistema rateale. Inoltre, si
assiste a una contrazione dei salari, che limita la capacità di acquisto di gran parte della
popolazione. Si aggiunge anche un sistema creato negli anni Ven dalla nanza americana, che
induceva gli inves tori a inves re in borsa per ampliare le loro ricchezze.
24 o obre 1929 (Black Tuesday): crollo di Wall Street, tu volevano vendere, ma nessuno
comprava azioni. Le quotazioni delle azioni sprofondano facendo crollare la borsa. Reazione a
catena: il crollo dalla borsa si trasme e alle banche e da qui alla produzione industriale. Gli
inves tori ebbero perdite pesan : chi aveva depositato denaro ri ra i risparmi per coprire le
perdite. Circa 9.000 is tu bancari falliscono.
Il blocco del credito colpisce i mutui immobiliari (crolla il prezzo delle abitazioni).
Crisi di de azione = caduta dei prezzi, crollo del commercio e della produzione interna, con il
conseguente ristagno dell’economia cui segue disoccupazione, crisi del mercato, povertà, crollo dei
reddi . Da questo momento si ha la grande depressione, investendo l’intera società statunitense.
La crisi dura tre anni, sconvolge la società e raggiunge anche l’Europa e il resto del mondo. Negli
Sta Uni crolla 1/3 del prodo o nazionale. La produzione si contrae per oltre la metà (viene
prodo a meno della metà dei prodo ). 5 milioni di disoccupa a 13 milioni nel 1932. 100.000
famiglie perdono la casa. La crisi colpisce tu ; chi non perde il lavoro si vede dimezzato il salario. I
colle bianchi, esponen della classe media, si riducono a vendere le mele a 5 centesimi per
strada. Spesso si acce a il bara o nei negozi.

1931 = il presidente Hoover, repubblicano, resta fermo all’assoluta concezione della poli ca della
laissez faire. A erma che ciò di cui ha bisogno il paese è di farsi una gran bella risata.

Si ebbe una svolta con le elezioni presidenziali del 1932.


Roosvelt era un rampollo di una famiglia dell’alta borghesia statunitense, che in passato aveva già
dato un presidente per la poli ca statunitense. Fu lui a uscire vincitore dalle urne ! cambio di
ro a, lui è democra co. Nel suo discorso di insediamento alla Casa Bianca propose al paese un
ff
ff
tt
tt
ti
ffi
tt
tti
ti
ti
tti
tt
fi
ti
fl
fl
tt
ti
ti
ff
fi

ti
ti
tt
ti
ti

ti
ti
ti
ti
ti
ff
tt
tt
ti
tti

tt
tti
ti
tti
ti
fi
tti

ti
ti
ti
ti

ti

tti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
fi

ti
fi
tt

ff

tt
ti
tt
New Deal, un nuovo pa o, una scommessa, chiedendo al congresso (e o enendolo) ampi poteri
esecu vi per comba ere una guerra contro l’emergenza. Cri ca e a acco agli interessi del grande
capitalismo. Dall’altro lato difesa dei ce popolari. Due tra salien del New Deal, che si pone in
ne o contrasto con l’amministrazione precedente, ma più in generale con l’intera consuetudine
della poli ca statunitense. Annuncia l’intervento dire o del governo a tutela dei grandi interessi
del capitalismo.

Situazione grave, richiedeva un intervento immediato. Nasce l’immagine dei cento giorni, nei quali
la sua presidenza doveva dimostrare ciò che era in grado di fare. Roosvelt imprime n da subito
una straordinaria energia alla sua azione di governo. Due giorni dopo chiude le banche per qua ro
giorni, promulgando una legge speciale che autorizza al governo a controllarne la riapertura, a
condizione che fossero garan i depositan .
Viene abbandonato il gold standard, sistema monetario basato su una quan tà ssata in oro.
vengono introdo e nuove disposizioni che impongono trasparenza sulle assicurazioni e sui deposi
e sui toli in borsa.
Vengono varate delle leggi per il sostegno dei reddi agricoli, mentre un apposito ministero
incoraggia la so oscrizione di accordi con imprese per regolare prezzi, produzione e occupazione.
Viene creato un ente, che ha il compito di creare pos di lavoro paga dal governo (le opere
pubbliche, le grandi opere infrastru urali, idriche, idrauliche, imboschimento della Valle del
Tennessee). Vengono costruite scuole, pon , strade, ospedali. Forte assorbimento di manodopera.
Crescita edilizia pubblica.
Il New Deal prevede interven anche sul piano sociale ! poli ca di sicurezza sociale, uno dei
momen più al sarà nel 1935, con l’introduzione del Social Security Act, che is tuisce la copertura
assicura va obbligatoria per invalidità e vecchiaia e un’indennità di disoccupazione.
Provvedimen che consen ranno agli Sta Uni di allinearsi ai nascen is tu di previdenza
sociale europei.
Passata l’emergenza il sistema non viene sviluppato ulteriormente, non fu mai esteso alla sanità,
che rimase a accato a sistemi di assicurazioni private, che ancora oggi è tema spinoso.

Relazioni industriali = decre che rendono possibile l’intervento di sindaca in fabbrica.


Assicurazioni pensionis che, fondi a favore delle categorie più bisognose, sostegno alla ricerca (sia
in campo umanis co che scien co), che favorisce il usso di intelle uali e scienzia (alcuni in fuga
dalla Germania nazista).
A raverso quella che era una poli ca mirante a riequilibrare le di erenze sociali inizia ad emergere
il conce o che nella seconda metà del Novecento sarebbe stato espresso dalla locuzione “welfare
state”.

Al New Deal si oppongono il mondo della grande impresa, il Par to Repubblicano e la Corte
Suprema. Roosvelt porta comunque a termine il suo disegno.
Ridisegna il sistema poli co, teso a favorire un intervento anche sul piano sociale e vede
potenziare anche la burocrazia federale, che porterà ad avere una presidenza più forte e
autorevole, circondata da uno “sta ” di tecnici e dirigen sempre più impegna nell’azione
legisla va.
Con il New Deal si arriva agli anni Trenta, segna da due elemen principali: da un lato la grande
crisi e dall’altro l’eclissi della democrazia. Con la grande crisi del ’29, i successi del nazismo in
Germania e la crescita dei movimen autoritari, si capì che la svolta autoritaria non avrebbe
risparmiato nemmeno i paesi economicamente più sviluppa . In larghi stra dell’opinione pubblica
tt
tt
ti
ti
ti

tt
ti
ti
ti

tt
ti
ti
tt

tt
ti

tt
ti
tt
ti

ti
ti
ti
ti
ti
ti
fi
ti
ff
tt
ti
ti
ti
ti
ti

ti
ti
ti
ti
fl
tt
ti
tti
ti
ti

ti
ti
ti
ff
ti
tt
tt
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
fi
fi
ti

tt
ti

inizia a di ondersi l’idea che i sistemi democra ci fossero troppo deboli per tutelare il benessere
dei ci adini e nazionale. Davan all’Europa si presentavano il comunismo sovie co e regimi
autoritari di destra, che conoscono proprio in ques anni il loro periodo di maggiore espansione,
sia che si presentassero so o forma di di ature, sia che si ispirassero al modello del fascismo
italiano.

GUERRA DI SPAGNA
La guerra che torna ! tolo di un ar colo che due an fascis italiani in esilio a Parigi (Carlo e
Nello Rosselli) pubblicano in una rivista nel 1933, poco dopo l’ascesa di Hitler. Ar colo di un’analisi
lucida della situazione europea. La guerra torna a essere un’ipotesi, anche se nessuno avrebbe più
voluto sen rne parlare. Il paci smo sul quale reggeva la Società delle Nazioni sembrava essere
messo in discussione, prima con l’invasione della Manciuria da parte del Giappone e poi con
l’uscita della Germania dalla società.

La Spagna era arretrata economicamente; vi era un’aristocrazia fondiaria e grandi proprietari


terrieri, che avevano un peso dominante (50% della terra nelle mani dell’1% della popolazione). La
metà dei contadini viveva a livelli vicini alla fame e più di 1/3 della popolazione era analfabeta.
Grande importanza nella società spagnola avevano i militari, vis come una vera e propria casta.
La Chiesa ca olica aveva un potere poli co ed economico senza paragoni: roccaforte spirituale,
culturale, fautrice del mantenimento del vecchio ordine.

La situazione poli ca precedente allo scoppio della guerra civile: nel 1930 si dime e Primo de
Rivera, di atore, che aveva sperato di diventare il Mussolini spagnolo. Fu nominato anche lui dal
re, aveva salvato la monarchia, minacciata dalle forze socialiste, comuniste, anarchiche e
separa s che basche e catalane. Le similitudini con la vicenda italiana si fermano qua. De Rivera
non si dotò mai di un proprio par to, non riuscì ad avere il carisma necessario che Mussolini ebbe
per conquistare il consenso di giovani, intelle uali e militari.
Vengono inde e nuove elezioni, vinte da componen poli che che auspicavano a un vero e
proprio cambiamento is tuzionale ! si instaurò la seconda Repubblica. Manuel Azaña dota il
paese di una nuova Cos tuzione, con un programma riformista ambizioso, che oltre alla riforma
agraria vuole il potenziamento della scuola pubblica, la nazionalizzazione delle banche, la riduzione
delle ore lavora ve… programma mai a uato.
Caduta del governo, nuove elezioni nel 1933, vinte da una coalizione di destra, che vuole
smantellare e depotenziare tu e le riforme varate e iniziate nel biennio precedente, creando
tensione sociale. Per contrastare il pericolo di deriva fascista, le forze di sinistra (socialis ,
comunis e anarcosindacalis ) si pongono alla guida di un’insurrezione, che dilaga in molte ci à ed
ebbe come epicentro le Asturie. L’insurrezione viene repressa con durezza, ma verso la ne del
1935, la coalizione di destra entra in crisi e le sinistre si coalizzano nel Fronte popolare, che andò
alle elezioni del 1936. Esso era una coalizione cos tuita da repubblicani, socialis , separa s
baschi e catalani e da comunis .

03/03/2021
Governo che ripropone, in maniera ancora più radicale, il modello del 1931. Periodo di grande
instabilità poli ca e sociale, cara erizzato da scioperi operai e occupazione delle terre da parte dei
contadini, che non a endono l’applicazione di nuove leggi e si appropriano dei la fondi con
metodi violen (scontri aper , bruciando e distruggendo le proprietà dei grandi agrari).
tt
ti

ti
ti
tt
ff
ti

tt
ti
tt
ti
ti
ti
tt

ti
ti
ti
tt
ti
ti
fi
tt
ti
ti
tt

ti

ti
tt
ti
tt
tt

ti
ti
ti
ti
ti

ti

ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
fi
ti

ti
ti
tt

La destra contra acca, appoggiando un colpo di stato che alcuni componen dell’esercito
archite avano in realtà da molto tempo. Nel luglio 1936 alcuni repar dell’esercito, guida da
generali e u ciali, prendono il controllo della Spagna se entrionale esclusi i Paesi Baschi. Il colpo
di stato o ene anche l’appoggio di un movimento fascista, la Falange, fondata nel ’33 da José
Antonio Primo de Rivera, glio del vecchio premier. Era un movimento che inizialmente non
o ene grandi risulta anche sul piano poli co (nel ’36 nelle elezioni non prende nemmeno l’1%).
Dopo il golpe o ene più seguaci. I golpis is tuiscono un nuovo governo, di matrice militare, che
prende il nome di Giunta di Difesa Nazionale. Uno dei primi passaggi e e ua fu la richiesta di
appoggio all’Italia e alla Germania, dove nel fra empo erano al potere fascismo e nazismo, per
trasportare in Spagna le truppe militari di stanze in Marocco, guidate da Francisco Franco.
Il governo democra camente ele o nel ’36 si trova in di coltà nel ges re questa situazione,
aggravata da una serie di ques oni anche sociali.
La Spagna si trova divisa in due: da una parte ci sono le zone controllate dal governo
democra camente ele o (zone repubblicane) e dall’altra quelle controllate dai golpis (zone
nazionaliste). Si ha una sorta di doppio potere. Da questo momento inizia la guerra civile.
All’interno del governo is tuzionale vi erano due corren :
• la corrente rappresentata dai par repubblicani, dal par to socialista e dal par to
comunista di osservanza sovie ca, vicina al Comintern e a Stalin = governo favorevole al
ritorno di una democrazia che riprendesse il programma portato avan nel ’31, nel ’35 e nel
’36;
• la corrente rappresentata da comunis an -staliniani e anarcosindacalis = mirava a creare
un sistema basato su un modello di autoges one.

Questa separazione pesò su quelle che saranno le sor della guerra, che inizia nel 1936. Il generale
Francisco Franco lascia l’Africa e arriva in territorio spagnolo. Molto importante fu l’appoggio che la
Chiesa diede ai franchis , così come da autorevoli della gerarchia ecclesias ca, sopra u o perché
erano favorevoli a una forma governa va che mantenesse il governo di Franco. La Chiesa, n da
subito, dichiara come legi mo il governo di Franco. Non vi era soltanto la Chiesa a schierarsi a
favore di Franco; si tra ava di un movimento che godeva di importan appoggi anche sul piano
internazionale: era appoggiato dal Portogallo di Salazar, da Italia e Germania, che riconoscono
come unico e legi mo potere in Spagna il governo franquista.
Il Fronte popolare era a ancato dall’Urss, che però diede inizialmente un contributo piu osto
limitato poiché mandò circa 2.000 uomini, sopra u o consiglieri poli ci e tecnici e materiale
bellico, che però arrivò con molto ritardo.
Francia e Inghilterra rimasero neutrali, non intervennero. Gli inglesi, al momento del golpe danno
vita a un comitato internazionale composto da 22 nazioni, comprese Italia, Germania e Urss, che
aveva come scopo quello di impedire l’invio di armi ai belligeran spagnoli, di qualsiasi fazione, con
l’obbie vo di circoscrivere il con i o alla sola area iberica: ques one che doveva risolversi
internamente. Accordo che venne violato immediatamente da tedeschi, italiani e sovie ci.

Sulla costa atlan ca ci sono i repubblicani, che difendono Asturie e Paesi Bianchi.
Il secondo fronte andava da Zaragoza a Madrid, per scendere verso Malaga, dopo che le truppe
franquiste conquistarono la Spagna del sud.
1937 = i nazionalis riescono a conquistare le Asturie e i Paesi Baschi.
tti

tti
tt
ti
tti
ffi
tti
tt
ti
tti
ti
ti
ti
tt
tt
ffi
ti
ti
tti
fi
ti
ti
fl
ti
tt
ti
tt
ti
ti
ti
ti

ti

ti
ti
tt
tt

tt
ti
ti
tt
ffi
ti

ti
ti
ti
ti
ti
ti

ff
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti

tt
ti
ti
tt
tt

ti
fi

Quello degli appoggi internazionali rappresenta una ques one fondamentale per comprendere le
dinamiche della guerra in Spagna; l’aiuto militare o erto da Germania e Italia fu decisivo per la
vi oria nale delle truppe nazionaliste. Questo nonostante le dichiarazioni di Franco, che
dichiarava che gli sarebbero sta su cien una dozzina di aerei per vincere la guerra, che invece
durò molto di più (tre anni) e viene vinta grazie all’impiego di un migliaio di aerei (invia in gran
parte dalla Germania nazista), materiale bellico e grazie a circa 40.000 solda italiani, arruola nel
corpo dei volontari italiani.
Nella guerra di Spagna inizia a palesarsi in maniera più marcata la guerra aerea: iniziano a essere
sganciate in maniera importante le prime bombe dall’aviazione italiana e da quella tedesca, che nel
1937 rade al suolo la ci à basca di Guernica, che non aveva un benché minimo valore strategico
sul piano militare. In tre ore la ci à viene distru a e ci fu un giornalista inglese che pubblica una
corrispondenza di guerra des nata ad avere grande eco all’interno dell’opinione pubblica
mondiale. Picasso dipinge una tela sul bombardamento.
Quello che stava accadendo in Spagna si di use in tu o il mondo, trasformando l’evento da evento
locale a una guerra internazionale, anche se si stava comba endo nel territorio iberico.
Arrivano però volontari da numerosi paesi, non solo europei, per sostenere la causa repubblicana.
Le prime organizzazioni che si occupano di raccogliere volontari sono par di sinistra e sindaca .
Autunno 1936 = nascono le Brigate Internazionali, controllate dal Comintern, fondate da militan
comunis , anche se l’appartenenza poli ca non fu una preroga va per far assumere alla stru ura
una valenza an fascista. I volontari furono circa 59.000 unità, che arrivarono da 53 paesi diversi.
L’apporto più importante fu dato dai francesi. I tedeschi volontari che arrivavano erano an fascis ,
che speravano in questo modo in una rivalsa.
Ci furono anche intelle uali che parteciparono alla guerra, raccontandone poi nelle loro opere
(Hemingway, Orwell).

Tra il ’37 e il ’38 i nazionalis riescono a isolare la Catalogna, conquistando Barcellona. I


comba en repubblicani fuggono verso il con ne, verranno arresta e imprigiona .
La guerra nisce nel 1939, quando nella primavera cade anche Madrid.
Guerra che coinvolge circa 2 milioni di uomini, provoca 150.000 mor e 400.000 esuli spagnoli,
fuggi dopo la vi oria dei franquis .

TOTALITARISMI DEL NOVECENTO


Il totalitarismo si presenta come parola chiave del Novecento. Fa riferimento a tu i regimi che nel
corso del secolo hanno a uato, a raverso organi di stato e a raverso un par to depositario di
un’ideologia u ciale, un controllo sull’intera società.
Il termine venne coniato per la prima volta negli anni ’20 da alcuni an fascis italiani,
successivamente ado ato anche dai fascis con accezione posi va, per collegare una piena
aderenza tra Stato e società.

Cara eris che dei totalitarismi:


1. la volontà, da parte dello Stato, di controllare ogni aspe o della società;
2. un regime totalitario deve avere un’ideologia u ciale e un par to unico, un organismo che
esercita un potere poli co assoluto su tu a la società;
3. la presenza di un leader carisma co, che a sua volta deve essere coadiuvato da un ristre o
apparato dirigente;
4. la concentrazione del potere economico nelle mani dello Stato;
tt
tt
ti
tt
fi
ti
ti
fi
ti
ffi
ti
tt

tt

ti
tt
tt
tt

ti

ti
ti

ti
tt
tt

ti
ffi

ti
tt
ti
ti
ff

fi
ffi
tt
ff
tt

tt

ti
tt
tt
ti
ti
ti

ti
ti
ti

ti
ti
ti
ti
ti
tti
ti

ti

tt
ti
tt
ti
ti
ti
ti

5. creazione di una polizia poli ca, un apparato repressivo, rappresentato dalla polizia poli ca
e dalla creazione di un nemico permanente e dall’uso del terrore di massa;
6. la volontà di trasformare radicalmente la società, al punto da creare un modello
ideologicamente e razzialmente (sopra u o nel campo del nazismo) puro;
7. la creazione di un gigantesco apparato burocra co, che renda possibile allo Stato
l’amministrazione di ogni aspe o della società (sport, guerra, scuola, repressione).

La scienza poli ca ha usato il conce o di totalitarismo anche per il governo di Mao Tse Tung (Cina),
per Pol Pot (Cambogia) e Kim Il Sung (Corea del Nord) oltre che ai tre grandi totalitarismi (fascismo,
nazismo e stalinismo).

Si ha una di erenza tra totalitarismi e regimi autoritari. Non sono considera tu totalitarismi i
sistemi autoritari che si ispirano all’ideologia fascista e comunista, che si di usero in Europa nel
secondo dopoguerra perché si tra a di regimi autoritari, talvolta anche duraturi sul piano
temporale, cara erizza dal predominio di un solo par to, dal culto del capo, ma senza riuscire ad
o enere un controllo totale sulla società. In ques paesi, il capo fu costre o a condividere la
propria autorità con altri centri di potere (l’élite economia, la Chiesa, con sta tutori).

Perché nascono i totalitarismi? Alla base di tu i sistemi totalitari c’è una crisi economica e la crisi
di valore, legata a un con i o o a una guerra civile (Russia dopo la guerra civile, Italia e Germania
dopo la Seconda Guerra, la Cina dopo anni di con i internazionali).
In un contesto di tale crisi si ha una progressiva disgregazione dello stato, che perde consenso da
parte dei poteri tradizionali che porta a un mutamento delle forme di governo in maniera più o
meno rivoluzionaria. Ogni regime totalitario si impone a raverso un processo che lo stesso regime
de nisce rivoluzionario, ma che ha cara eris che diverse.
Oltre ad avere il consenso delle classi tradizionali, la creazione dei regimi totalitari garan sce anche
l’appoggio delle masse, le classi medie, protagoniste del Novecento perché le più morose di
perdere il proprio status, desiderose più di altre di ristabilire l’ordine.

-NAZISMO
La forma più compiuta di totalitarismo perché, di erentemente a quanto avvenne con il fascismo,
in Germania il par to nazista non si trovò a condividere sfere di potere né con la Chiesa (anzi mol
rappresentan vengono perseguita ) né con l’esercito, so oposto al controllo del regime.
Germania postbellica = paese piegato dalla guerra, ritenuto l’unico responsabile, dure tra a ve
alle quali seguono crisi economiche. La repubblica di Weimar non riesce a far fronte alle di coltà.
Instabilità. Terreno dissestato che perme e al nazismo di ge are le basi del suo potere.
L’avvento al potere si realizza in tre fasi:
• le premesse (1919-1923) = a Monaco nasce un piccolo par to, il Par to dei lavoratori
tedeschi, fondato da un operaio presso una fabbrica di locomo ve di Berlino, Anton
Drexler. Durante la Prima Guerra Mondiale aderì a un par to interven sta, alla ne fa
nascere questo par to di idee nazionaliste. Il suo programma aveva for spinte nazionaliste
e an semite; voleva essere una formazione poli ca capace di stare a stre o conta o con le
masse, rivolgendosi ai nazionalis da una parte e alle masse più popolari dall’altra.
Inizialmente vi erano solo una quaran na di membri, tra ques Adolf Hitler, che diventa
ben presto guida poli ca. Egli nasce in Austria nel 1889, abbandona n da subito gli studi.
Con lo scoppio della Grande Guerra si arruola come volontario, resta sco ato dalla ne
della guerra, deluso dalle clausole. Questa delusione lo spinse a entrare in poli ca. Avvia un
tt
fi
ti

ff
ti
ti
tt
ti
ti
ti

ti
fl
tt
ti
tt
ti
tt
ti
tt
ti
tt
tt

tt
tt
ti
tti
ti
ti
ff
ti
fl
tti
ti
tt
ti
tt
ti

tt
ti
ti
ti
fi

ti
ti
tt
tt
tt
ff

ti
ti
ti
fi
tti
ti
tt

fi

ti
ti
tt

ffi
ti
ti
cambiamento nel par to. Cambia il nome in Par to nazional-socialista tedesco (NSDAP). La
nuova linea data da Hitler tra a una formazione an democra ca, an marxista, razzista e
an semita. Al par to Hitler a anca n da subito un apparato militare, cos tuito dalle
squadre di assalto (SA), cui si aggiungono nel ’25 le squadre di protezione (SS). Par to che
rimase decisamente marginale sul piano poli co tedesco, Germania governata da coalizioni
che videro alternarsi liberali, socialdemocra ci e ca olici. Da Monaco il par to si espande
in Baviera. Nel ’23 conta soltanto 50.000 iscri . In quell’anno la Germania a raversa una
situazione molto complicata, generando tensioni poli che e sociali. Terreno fer le per
Hitler, che tenta un colpo di stato (putsch di Monaco), con l’obbie vo di prendere potere e
organizzare la marcia su Berlino. Obbie vo che fallisce. Hitler viene arrestato, condannato
a cinque anni, il par to viene messo fuori legge. Durante la sua prigionia egli scrisse il Mein
Kampf, saggio nel quale delinea il proprio pensiero poli co e il futuro programma del
nazismo. Diventa il testo teorico e di riferimento dell’intero nazismo.
• lo sviluppo (1924-1930) = il fallito colpo di stato convinse Hitler a cambiare strategia,
u lizzando il sistema democra co per impadronirsi del potere. L’obbie vo era quello di
distruggere la democrazia avvalendosi dei suoi stessi strumen . Nel 1924 muore Friedrich
Ebert, primo presidente della Repubblica di Weimar. Le elezioni le vince von Hindenburg,
che resta in carica no al ’33, gura importante perché durante il suo secondo mandato
presidenziale non solo assiste, ma avvalla, tu gli even che condussero alla formazione
del Terzo Reich. Il par to nazionalsocialista fa ca a imporsi anche in quelle elezioni. Hitler
riforma le SA, che diventa un apparato paramilitare del par to stesso. Le SA sono
importan perché dopo la loro fondazione si ra orzano grazie all’arrivo di disoccupa e
emargina di ogni genere. Vengono guidate da rom e arrivano a contare no a 2 milioni di
aderen . Lo sviluppo si chiude nel 1929 con gli e e della grande crisi economica, che
ge a le principali condizioni per una rapida e ina esa ascesa del par to di Hitler. La crisi
ebbe conseguenze anche all’interno dei paesi europei, primo tra tu la Germania,
riportandola alle disastrose condizioni economiche del primo dopoguerra. Impoverimento
quasi di massa, che colpisce operai, contadini e piccola e media borghesia. Crisi poli ca che
si chiude con la caduta del governo e con l’a ermazione di una nuova coalizione, di
Bruning, che o ene la rateizzazione dei debi di guerra. Venne poi nominato nuovamente
von Hindenburg, che si avvale dell’Art. 48, che autorizza il presidente, in caso di emergenza,
a far approvare leggi al di fuori del parlamento. A questo punto si ha un ra orzamento del
nazismo, appoggiato dagli industriali, il cui denaro riesce ad alimentare la macchina della
propaganda.
• il potere (1931-1934) = nel 1930 ci sono le elezioni che fanno registrare un calo dei socialis
e un aumento dei vo a favore dei nazionalsocialis . Qui ha un grande ruolo la propaganda;
Hitler si pone come la gura capace di salvare il popolo tedesco, come colui che avrebbe
eliminato i principali nemici, individua negli ebrei, nei democra ci e nei bolscevichi. Hitler
si allea con la borghesia nanziaria e imprenditoriale, che gli consente di aver accesso ai
mass media, ra orzando il ruolo della propaganda per la sua campagna ele orale. Ad
appoggiarlo ci sono industriali, agrari, militari, classe dirigente, che vedono il movimento
come l’unico in grado di riportare ordine e fronteggiare i bolscevichi. La propaganda
diventa sempre più as ssiante, viene ra orzata u lizzando nuove tecnologie (schermi
cinematogra ci), sorta di poli ca spe acolo.
Nel 1932 ci sono le elezioni. Vi sono due candidature: von Hindenburg e Hitler. Vince il
primo, ma Hitler ha comunque successo. Hindenburg nomina Von Papen e così inizia la fase
nale della Repubblica di Weimar.
fi
ti
tt
ti
ti
ti
ti
fi

tti
ff
ti
fi
ti
ti
ti
ti
fi
fi
fi
ffi
tt
ti
fi
ti

fi
tt
ti
tti
ff
ti
ff

ti
tti
ti
tti
ti
ff
ti
ff
tt
ti
ti
tti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
tti
ti

ti
tti
fi
ff
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
Il 30 gennaio Hindenburg è costre o ad a dare la cancelleria a Hitler, che fonda insieme
alla destra nazionalista un governo di coalizione, all’interno del quale i ministri
nazionalsocialis sono solo tre. Hitler chiede e o ene nuove elezioni nel marzo del 1933.

08/03/2021
Prima delle elezioni Hitler si era premurato di ra orzare il potere del suo par to su tu e le altre
formazioni facendo approvare un par colare decreto presidenziale denominato “Decreto per la
protezione del popolo tedesco”, che consen va al governo il diri o di chiudere i giornali e vietare
manifestazioni pubbliche ritenute contrarie alla nazione. I principali bersagli furono sopra u o il
par to comunista e il par to socialdemocra co. A ciò si a ancava la violenza delle squadre
paramilitari del par to. A questo decreto ne seguirà un altro, sulla protezione dello Stato, dopo
l’incendio al Reichstag (Parlamento), fa o passare per un a o compiuto da un militante comunista.
Questo decreto mirava a impedire a di violenza dire a me ere in pericolo lo Stato.
Il par to di Hitler o ene il 43,9% dei vo e quindi non la maggioranza, ma con gli allea di
governo raggiunge il 52% e o ene il potere. L’unico a opporsi fu l’SPD, che infa venne sciolto
dallo stesso Hitler.

Hitler prese il potere con lo stesso sistema di Mussolini; come quest’ul mo sceglie un colore scuro
(le camicie brune), punta sulla doppia strategia (legalitaria ed eversiva), individua nemici interni
(comunis , socialis , ca olici, liberali ed ebrei) e si circonda di due corpi paramilitari (SS e SA),
unendo legalità e illegalità.
Dopo l’incendio inizia una “caccia alle streghe” rivolta ai nemici interni.

Riceve la nomina di cancelliere; nel corso del suo discorso di insediamento, che venne pronunciato
dal palco di un teatro a Berlino, dove si era riunito il Parlamento a seguito dell’incendio del
Reichstag, Hitler rivendicò di aver salvato il paese dalla corruzione, dal marxismo e dall’ebraismo.
Annuncia l’immediata promulgazione di una legge sui pieni poteri, necessari al governo per
compiere una sorta di riscossa nazionale. Concluse il discorso con un ul matum rivolto agli stessi
appartenen al Parlamento, dicendo che sarebbero sta loro a scegliere tra pace e guerra.
Riuscì a trasformare nel giro di pochissimo tempo la Repubblica di Weimar in un regime di atoriale
ado ando una serie di riforme is tuzionali che diedero al par to nazista il pieno controllo del
paese. Il primo passaggio fu la promulgazione nel 1933 delle Leggi Eccezionali (pesan limitazioni
sulla stampa, restrizioni delle libertà individuali e colle ve e messa al bando di tu e le forze
poli che a eccezione del par to nazionalsocialista). Il popolo tedesco avrebbe dovuto tornare a
vivere “un’esistenza non male e ordinata”; in questo contesto giocò un ruolo importante la
propaganda, cercò di allontanare il popolo dallo sviluppo (invece di ciò che aveva promesso).
In questo periodo inizia anche una dura repressione contro gli oppositori, che n da subito si rivelò
di grande durezza: il primo campo di concentramento nei pressi di Monaco venne is tuito già nel
1933. Fin dalla sua istaurazione, al ne di reprimere ogni forma di dissenso, il regime nazista si
impegna a me ere in piedi un ar colato sistema poliziesco e carcerario parallelo a quello u ciale,
amministrato dalle SS.
L’anno successivo vengono sciol tu i sindaca . Hitler si proclama Führer e decide di sciogliere le
SA, ormai divenute un’en tà incontrollabile. Lo scioglimento delle SA è considerato uno dei più
clamorosi episodi di resa dei con all’interno del nazismo e avvenne in una “no e dei lunghi
coltelli”. Le SA contavano almeno 4 milioni di aderen ed erano un apparato molto di cile da
controllare sopra u o a livello disciplinare. Erano un corpo sgradito anche ai militari conservatori
ti
ti
tt
ti
ti
ti

tt
ti
tt

ti
tti
ti
tt

tt
ti
ti

ti
tti
ti
ti
ti
ti
tt
fi
tti
tti
ti
tt
ti
ffi
ti
ti
ti
ff
tti
ti
tti
tti
ti
ffi
tt
tt
ti
tt
ti
ti

ti
fi
tti
tt
tt
ti
ti
ffi
tt

ti
tt
tt

ffi
tt

che avevano puntato su Hitler. Il Führer decide di liquidarli e in questo episodio le SS uccidono
oltre 150 SA, compreso il loro leader.

Hitler si circonda n da subito di quelli che sono e saranno i suoi collaboratori più da :
• Ribbentropp agli esteri
• Goering all’economia
• Himmler capo della polizia
• Goebbels alla propaganda
• Frick all’interno

Censura contro l’arte degenerata = il nazismo decide di applicare n da subito una forte censura
contro la cosidde a arte degenerata e n dal 1933 si hanno militan che bruciano oltre 20.000 libri
di autori ebrei, marxis e paci s . L’accusa è quella di rappresentare un po di arte degenerata
che, non solo gius ca il rogo, ma anche la persecuzione contro gli intelle uali os li al regime,
mol dei quali saranno costre da questo momento all’esilio.

Il nazismo propagandava anche un modello ideale di tedesco: il fondamento era l’arianità, un


ideale che diventerà un mito da seguire e che evidenzia l’importanza data dal nazismo all’elemento
raziale, al punto da de nirlo un vero e proprio totalitarismo raziale.

Igiene razziale = nel giugno 1933 viene promulgata la legislazione sull’igiene razziale, seguita da
altre norme per evitare mala e e …. ! castrazione di bambini e adul (rom, na tra rappor tra
donne tedesche e uomini delle colonie o di associali).
Con l’inizio della guerra si sarebbe passa alla sterilizzazione e all’eliminazione di massa.
Provvedimen basa sul razzismo ideologico, di indicibile crudeltà, che trovavano le proprie radici
nel razzismo biologico, che de niva l’iden tà della nazione tedesca. Nazione di pregiudizi razziali, il
più radicato dei quali era quello an semita. L’ideologia an semita con nerà il nazismo rispe o agli
altri totalitarismi, perché faceva perno su una precisa scala gerarchica, al quale ul mo gradino
stavano gli ebrei, da sterminare.

ANTISEMITISMO = cuore del razzismo nazista. Se le persecuzioni susseguitesi durante l’O ocento,
sopra u o nella Russia zarista, che facevano leva sull’ignoranza delle popolazioni contadine, sul
nire del XIX secolo a prevalere era il razzismo di uso tra gli sta borghesi col e medio col della
popolazione tedesca, basato su teorie pseudoscien che e alimentato da invidia sociale verso gli
ebrei, mol dei quali ricoprivano posizioni di grande rilievo all’interno della società.
All’origine dell’an semi smo nazista sta l’ebraismo/capitalismo per i piccoli borghesi. Gli ebrei
erano minaccia mortale, quindi, per la razza germanica.
Dopo aver preso il potere, Hitler inizia una persecuzione an ebraica accompagnata da
provvedimen legisla vi vol a emarginare i tedeschi di origine ebraiche. Nel 1935 vengono
proclamate le Leggi di Norimberga, che:
• riservano i pieni diri di ci adinanza ai soli ci adini di puro sangue tedesco
• allontanano i ci adini ebrei dagli impieghi statali
• proibiscono i matrimoni, le relazioni e i rappor extraconiugali tra ci adini tedeschi e
ci adini di origini ebraiche, de nendole contaminazioni raziali
• vietavano ai ci adini di origine ebraica di esporre la bandiera tedesca
fi
tt
ti
tt
tt
ti
ti
ti
tt
tt

tt
ti
fi
ti
fi
ti
tti

ti
ti
fi

ti

tt
ti
tti
tti
fi
fi
fi
ti

ti

fi

ti
ti
tt
ti

ff
ti
fi

ti
ti

ti
fi
ti

tt

ti
fi
ti
tt

ti
ti
ti
ti
fi

ti

tt
ti
tt
ti
• vietavano ai ci adini di origine ebraica di assumere alle proprie dipendenze donne
domes che non di origine ebraica che avesse mino di 45 anni, perché Hitler aveva paura di
una contaminazione nel caso di una relazione.

Legislazione raziale che indignava gli osservatori stranieri (il Times, riviste statunitensi). Le cri che
non scal rono a a o le autorità tedesche, ferme nel dichiarare come l’eliminazione degli ebrei
cos tuisse una delle priorità del Führer. Il signi cato delle leggi appariva chiaro: esse rovesciano il
processo di emancipazione con il quale la Germania aveva reso i tedeschi di origine ebraica
membri a pieno tolo della società e ci adini del paese con pieni ed eguali diri . Le leggi ge ano
le basi delle future misure an semite, dis nguendo dal punto di vista giuridico i tedeschi da quelli
di origine ebraica. Per la prima volta nella storia, gli ebrei dovevano a rontare una persecuzione
non per ciò in cui credevano (la religione), ma per le loro origini. Nessuna dichiarazione poteva
conver re un ebreo in un puro tedesco. Mol ebrei, che non avevano mai proclamato ri religiosi,
si trovano stre in questa persecuzione senza alcun valido mo vo.
Le leggi vennero applicate anche contro le persone di colore e i rom che vivevano in Germania.
Stante tale situazione, mol ebrei tedeschi intraprendono la via dell’emigrazione verso l’Inghilterra
e, in misura minore, verso gli USA, che avevano varato una legge molto restri va in materia di
emigrazione nel fra empo. Pochi furono coloro che raggiunsero la Pales na, posta so o il
prote orato della corona britannica e altre anto pochi verso la Francia e Italia.
1938 = no e dei cristalli, che vide migliaia di sinagoghe, esercizi commerciali e a vità
appartenen a ebrei tedeschi essere devastate. Il pretesto scatenante fu l’omicidio a Parigi di un
diploma co tedesco da parte di un ebreo. Vennero uccisi mol ebrei e circa 20.000 arresta e
deporta . Persino l’emigrazione era vista come una “generosa concessione” da parte dei nazis ,
che ancora dovevano organizzare la persecuzione.
Da tali presuppos , nel 1939 la comunità ebrea-tedesca si riduce a meno della metà. La via della
fuga era più semplice per gli appartenen all’alta e media borghesia (professionis , accademici,
scienzia ), per coloro che avevano la possibilità di pagarsi il viaggio e la sopravvivenza. Riuscivano a
volte a portare con sé preziose collezioni librarie. Fuga che porta allo svuotamento dell’Università
tedesca, dalle quali fuggono i migliori docen e ricercatori ebrei, che vengono accol negli atenei
degli USA.
Il ritardo nell’emigrazione spiega l’a accamento al paese degli ebrei, la loro incredulità nel vedere
che il nazismo era capace di uccidere i suoi gli, devo e orgogliosi della cultura.
Gli ebrei, nel disegno hitleriano, non potevano “semplicemente” essere so omessi perché il loro
potere era troppo forte, così come la loro in uenza. Hitler era arrivato alla conclusione già nel 1919
che occorreva sbarazzarsene, ma bisognava capire con quale mezzo.
La persecuzione contro gli ebrei subì una brusca accelerata e una trasformazione con lo scoppio
della Seconda Guerra Mondiale. La guerra creò, no ad esasperare, un clima di violenza e
agitazione che vide applicate con terribile normalità misure estreme inimmaginabili in tempi di
pace. Pra che che divennero prassi ordinaria, contemplando anche il vero e proprio sterminio,
noto come “olocausto” o “Shoah”. Il primo termine deriva dal greco, che indicava già nell’an chità
il sacri cio in cui una vi ma era bruciata in onore della divinità. Nel XX secolo viene u lizzato per
indicare lo sterminio degli ebrei. L’altra parola signi ca “desolazione, catastrofe, disastro”; u lizzato
nel 1940 per la prima volta dalla comunità ebraica in Pales na, in riferimento alla distruzione degli
ebrei polacchi.
I nazis strapparono dalle loro case, concentrarono e segregarono gli ebrei, che abitavano nei
territori occupa , rinchiudendoli nei campi di concentramento e nei ghe . Anche se n dall’inizio,
sopra u o nei giorni della campagna polacca, vi furono violenze e uccisioni, no al termine del
ti
ti
tt
tt
ti
fi
ti
ti
ti
ti
ti
fi
tt
ti
tt

ti
tt
tti

ti
ff
ti
tt
ti
tt
tti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
tt
fi
fl
ti
ti

fi
fi

fi
ti
ti
ti
ti

ff
ti
tti
tt
tti
fi
tti

tti

ti
ti
fi
tt
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti

1940 gli ebrei che persero la vita furono circa 100.000. Cifra enorme, ma comunque minore alle
cifre successive.
Dopo la scon a della Francia, il regime nazista non aveva ancora deciso come avrebbe posto ne
alla ques one ebraica in Europa. Fu presa in considerazione l’ipotesi di trasportarli in Madagascar,
ma il piano viene abbandonato quando la Gran Bretagna, che con nuava a mantenere il controllo
nei mari, rimase coinvolta nel con i o. Solo nella seconda metà del 1941 Hitler e i suoi
collaboratori elaborarono la “soluzione nale della ques one ebraica”: uccidere ogni ebreo sul
quale i nazis sarebbero riusci a me ere le mani.
La prima fase della soluzione nale venne a uata da speciali squadre di SS, operan nei territori
occupa . Circa metà delle vi me morì nelle loro mani.
Successivamente la scena del massacro si sposta verso i campi di concentramento, dove vennero
trasporta milioni di ebrei da tu a Europa. Alcuni venivano uccisi subito, altri venivano sfru a
lavorando no allo s nimento. La guerra raziale venne portata avan con la massima intensità. I
campi di concentramento importan in Italia sono tre (Bolzano, Fossoli e Trieste). L’unico che ebbe
un forno crematorio funzionante no alla ne fu a Trieste.
I campi di concentramento erano situa in Polonia (Birkenau, Auschwitz). Morirono, oltre agli ebrei
anche rom e sin .
La campagna omicida fu resa possibile anche grazie all’enorme quan tà di risorse messe in campo
dai nazis , che scaturirono dall’ideologia totalizzante. I nazis avevano necessità di aiuto e
collaborazione e la ebbero nei territori occupa , in Italia, in Francia, in Romania… Lo sterminio
degli ebrei fu un fenomeno europeo, nel quale fascis italiani, militari francesi e mol altri svolsero
il proprio ruolo di collaborazione.
La vicenda degli ebrei appare unica, cara ere totalizzante: il disegno nazista prevedeva
l’eliminazione totale, senza eccezione.

I campi di concentramento sono luoghi di deportazione, al ne di internamento carcerario,


sfru amento lavora vo o sterminio. Vi fecero ricorso i regimi totalitari o autoritari per opprimere
le opposizioni interne o per reprimere i nemici interni. Tu i paesi coinvol nei con i del
Novecento ne fecero ricorso per detenere i nemici ca ura .
Per la prima volta vengono u lizza dagli spagnoli, poi integra dagli inglesi, durante la Prima
Guerra Mondiale, in Russia già no al tempo dello zarismo e riu lizza come campi di rieducazione
da Lenin e poi da Stalin con i gulag…
Ad avere par colare rilievo nella storia del Novecento, per le dimensioni della tragedia che in essi
si consumò, furono i campi di concentramento nazis .
Fin dal 1933 Hitler iniziò a creare dei Lager di custodia prote va, all’interno dei quali fece
rinchiudere intelle uali avversi al regime e oppositori poli ci. Dal 1936 il controllo dei campi fu
a dato alle SS. Furono interna anche omosessuali, asociali, criminali comuni, zingari, tes moni di
Geova… Le deportazioni aumentano quando la Germania iniziò l’occupazione di paesi stranieri
(1938). Milioni di ebrei, nel corso della guerra, furono interna in oltre novecento campi
dissemina in tu o l’impero nazista.
Nei campi vi era un pazziale delle esecuzioni e delle punizioni, dove si esercitavano le radunate. Vi
erano edi ci di servizio e grandi baracche di legno, dove i prigionieri vivevano in condizioni
disumane. Le SS esercitavano uno spietato controllo che stroncava sul nascere ogni tenta vo di
ribellione. Le SS erano aiutate da alcuni ebrei, compensa da diver mento, prima di essere uccisi.
Decano = responsabile di tu i prigionieri del Lager
Capiblocco = responsabili ognuno di una baracca
Kapò = comandan delle squadre di lavoro, scel spesso tra i criminali più crudeli
ffi
tt
ti
ti
ti
ti
fi
ti
fi
ti
ti
fi
tt
ti

tt
ti
tt

ti
fi
tti
tti
ti
fi
ti
ti
tt

fi
ti
fl
ti
ti
tt

tt
ti

fi
tt
fi
tt
ti
ti

ti
ti
tt

ti
ti
tti
ti
ti

fi

tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti

ti
fl
ti
tti
ti
ti
tt
ti
fi

Gli interna , generalmente quelli di sesso maschile, erano costre a lavorare a ritmi insostenibili
per di e tedesche, che pagavano manodopera a prezzi bassissimi. Coloro che non potevano
lavorare e le donne erano elimina presto, perché inu li e costosi.
Lo sterminio avvenne in diverse forme: dire e e indire e. Mol morirono per le condizioni
disumane del lavoro, per la denutrizione, altri uccisi con iniezioni mortali o fucila . A un certo
punto per liquidarli fu ideato dopo svaria tenta vi il tra amento speciale delle camere a gas,
dove si procedeva all’eliminazione sica di grandi numeri di persone. I cadaveri, deruba dei capelli
(per calzature) erano uccisi nei forni crematori. La ges one di queste operazioni era a data da
Sonderkommando, squadre speciali, vi me che dopo qua ro mesi di tra amento privilegiato
erano uccisi e sos tui .
Sui prigionieri vennero anche condo sperimen scien ci. La morte era a esa come liberazione
da quelle torture.
Il numero complessivo degli interna nel corso della guerra è stato calcolato intorno ai 18 milioni.
Secondo i da emersi furono uccise circa 10 milioni persone, tra le quali 6 milioni erano ebrei.

10/03/2021
-LA RESISTENZA TEDESCA
! insieme di a vità e azioni condo e durante la Seconda Guerra Mondiale contro la Germania
nazista e i suoi allea . Fu un fenomeno europeo che in ogni paese assunse cara ere e forme
diverse. Per quanto concerne la Germania, la grande ampiezza del terrore nazista e il vasto
consenso che godeva all’interno della popolazione impedirono la formazione di movimen di
resistenza analoghi a quelli che si ebbero in altri paesi. Si ebbe però la di usione clandes na di
materiale a stampa di comunis e socialdemocra ci. Veri e propri gruppi si organizzarono a par re
dal 1938 sopra u o tra militari e conservatori, che riuscirono ad allacciare dei rappor con altri
paesi per la Germania del dopoguerra. Uno di ques gruppi organizzò un a entato nel luglio del
’44 a Hitler, ma fu represso duramente.

-LA FINE DEL NAZISMO


Il Terzo Reich ado ò una poli ca aggressiva di espansione territoriale, tesa a rivedere gli accordi
sanci dai tra a di Versailles dopo la Prima Guerra Mondiale. Dopo l’annessione dell’Austria, dei
Sude e la disgregazione della Cecoslovacchia si arrivò allo scoppio della Seconda Guerra
Mondiale. Dopo i primi successi che diedero alla Germania nazista un controllo dire o e indire o
di buona parte dei territori europei, nel 1942, a seguito dell’alleanza tra USA, Urss e Gran Bretagna
si ha un cambio delle sor del con i o: la Germania subisce un crollo del nazismo e Hitler si
suicida nel 1945.

-TOTALITARISMI E SPORT
I regimi totalitari si cara erizzarono per una mobilitazione giovanile, insistendo sul nesso tra
giovani e novità del sistema poli co. Ciò emerse in tu i sistemi totalitari, che crearono delle vere
e proprie stru ure giovanili, che servivano come trampolino di lancio per le carriere del par to e
per la propaganda. Le stesse organizzazioni furono so ra e dal controllo dei giovani.
Per il nazismo l’educazione e la formazione poli ca dei giovani dovevano essere preminen : ci fu la
creazione di una rete di associazioni e leghe giovanili che cara erizzava la società tedesca. Venne
fa a coinvolgere nella gioventù hitleriana, a raverso una norma va del 1936, per la quale l’intera
gioventù doveva essere organizzata dalla poli ca. L’ente acquistò un peso sempre maggiore
all’interno della società.
tt
ti
ti
tt
ti

ti
tt
tt
tt
tti
ti

tt
ti

tt
ti
ti

tt

ti

ti
ti
ti
ti
fl
fi
ti
tt
tt
tti
tti

ti
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
tt
ti
ti
tt
ti
tt
fi
tt
tt
tt
ti
ti
tti

ff
tt
tt
tt
tt
ti
tt
ffi

ti
ti
ti
ti
ti
ti

tt
ti
La pra ca spor va si rivelò una vera e propria a vità privilegiata da parte dei regimi totalitari. La
potenzialità di disciplinamento, di propaganda e aggregazione di massa era racchiusa nella pra ca
spor va e quindi l’a vità spor va viene posta so o il controllo del par to. Nella Germania
hitleriana, alla quale anche per consolidare i regimi, il Comitato Olimpico a da l’organizzazione dei
Giochi Olimpici, si me e in moto una macchina organizza va di proporzioni assolute: in meno di
due anni e mezzo Berlino vede sorgere una monumentale ci à dello sport senza preceden , così
come le cerimonie d’accompagnamento ai giochi. La Germania u lizza una macchina
propagandis ca di dimensioni rilevan , la cui regia è a data a Goebels, che alles sce uno
spe acolo indimen cabile per innovazioni tecnologiche tra le quali spicca la prima televisione
sperimentale, un circuito televisivo che consen va di vedere le immagini dei giochi a distanza. A
celebrare la grandezza della macchina hitleriana c’è anche un lm, Olimpia, tes monianza delle
scenogra e alles te negli stadi.

-STALINISMO
1924 = muore Lenin, colpito da una mala a cerebrale. Il suo corpo venne mummi cato ed esposto
in un mausoleo a Mosca. Si apre il problema interno della successione, che vede contrapporsi
Trockij (eroe della rivoluzione, favorevole al comunismo a livello internazionale e al superamento
della nuova poli ca economica, considerata come una soluzione temporanea per mi gare gli
e e economici nega vi genera dalla guerra civile) e Stalin (che uscì vincitore dallo scontro, che
si poneva su posizioni opposte perché favorevole alla con nuazione della NEP e teorizzava il
socialismo in un solo paese, dando forza all’Urss e reprimendo con fermezza ogni opposizione).

1927 = Stalin diventa segretario del Par to comunista. L’anno dopo inizia la sua era. Le eralmente
il suo nome signi ca “uomo di acciaio”; nacque in Georgia nel 1879, era di origini modeste, dopo
aver studiato all’interno di un seminario iniziò una carriera poli ca nella componente bolscevica
del par to operaio socialdemocra co russo. Partecipa alla Rivoluzione di o obre e dopo assunse
un ruolo importante nel Par to comunista. Lenin lo de niva un individuo rozzo, violento e incline
all’abuso di potere.
La persona di Stalin si iden ca con la storia dell’Unione Sovie ca, di cui fu arte ce onnipotente
no alla sua morte. Fu un uomo dal cara ere aggressivo, che credeva fermamente nella violenza e
se ne serviva per portare a compimento i suoi proge . Provocò e e devastan sulla società
sovie ca e di lunga durata. Come ogni di atore fu idolatrato e odiato allo stesso tempo. Iden cò
sé stesso con la sua idea.
Nel 1928 si da l’addio al primo piano quinquennale e alla NEP. Si ha una prima trasformazione in
senso totalitario dell’Urss gradatamente, a raverso qua ro passaggi:
1. le Purghe staliniane = l’eliminazione dei possibili concorren a raverso l’omicidio poli co e
i processi falsi. Poli ca di stampo repressivo, ado ata da Stalin per a ermare il suo potere.
Ad essere perseguita non sono solo gli oppositori poli ci, ma anche gli stessi dirigen del
par to che non condividevano la sua idea, condanna a morte o invia in Siberia nei Gulag
(de ni campi di rieducazione poli ca). Il caso più eclatante è l’omicidio di Trockij, ucciso
nel 1940 in Messico da un sicario di stato. Per Stalin, l’eliminazione sica dei suoi oppositori
interni rappresentava un elemento essenziale per il mantenimento del potere. Le purghe
conobbero tre frasi:
1. coinvolse i vecchi rivoluzionari, primi tra tu i sostenitori di Trockij (1928-1929)
2. coinvolse la nomenclatura del par to (1934)
3. restano vivi solo 171 dei 390 membri del Par to ! la nomenclatura del par to, intesa
come schiera di burocra e funzionari ! processi media ci (1936-1939), i deputa
fi
ff
fi
ti
tt
tti
ti
ti
ti
ti
ti
fi
ti

ti
ti
ti
fi
ti

ti
tti

ti
tt
ti
ti

ti
fi
ti
ti

ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tt
tti
tt
tti

ti
ti
tti
tt
tt
tti
ti
ffi
fi
ti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
fi
ti
tt
ti
ti
ff
fi
tti
ff

ti
ti
ffi
tt
ti
ti
fi
ti
ti
ti

fi
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
fi

amme evano dopo aver subito violenze le loro colpe e venivano condanna a morte, che
valeva anche per i minori di 18 anni e per i famigliari dei deputa ove fosse emersa una
responsabilità colle va;
2. l’industrializzazione forzata = Stalin intendeva trasformare la vecchia Russia in una vera e
propria potenza industriale. Dopo aver posto in maniera brusca termine alla NEP con la
colle vizzazione forzata, la meccanizzazione dell’agricoltura, arrivò il primo piano
quinquennale, che si snodò tra il 1928 e il 1932 e si cara erizzò per dare importanza
principalmente all’industria pesante; circa la metà del reddito nazionale fu dedicato
all’opera di un paese povero in una grande potenza industriale. Furono fa e massicce
importazioni di macchinari e vennero chiama decine di tecnici stranieri, al punto che
sorsero nuove ci à per ospitare nuovi operai, che in pochi anni passano dal 17% al 33%
della popolazione. Nel fra empo, molte scuole si occupavano della lo a contro
l’analfabe smo, per preparare gli operai. La ricchezza prodo a dall’agricoltura doveva
essere u lizzata per lo sviluppo industriale, che doveva essere il vero motore del paese.
Tu a l’agricoltura viene posta so o il controllo dello Stato. Tra il 1932 e il 1937 Stalin a uò
un secondo piano quinquennale a raverso il quale il governò stabilì la programmazione
industriale nei minimi de agli.
Per riuscire a dare maggior supporto all’industria vennero ampliate la rete ferroviaria e
quella stradale, alle quali si aggiunse la costruzione di canali navigabili. Stalin riuscì di fa o
a compiere il suo desiderio, cer cato dalla crescita della produzione, dalla nascita di
fabbriche con nuovi macchinari e dalla nascità di università in grado di formare intelle uali,
scienzia , in grado di competere a livello internazionale.
L’Urss entra nella modernità che venne però pagata a caro prezzo dalla popolazione: i salari
erano rido , era inesistente la possibilità di accedere ai beni di consumo;
3. colle vizzazione delle campagne = forzata, provoca la reazione dei kulaki, i proprietari di
aziende agricole di piccole dimensioni, categoria piu osto ristre a dell’intera popolazione.
Il proge o di Stalin aveva come obie vo principale l’Ucraina, granaio dell’Urss poiché
forniva oltre il 50% della farina di tu a l’Urss. Cerca di rilanciare la colle vizzazione
agricola procedendo all’espropriazione delle terre e alla trasformazione delle aziende
agricole contadine in grande proprietà colle ve di decine di migliaia di e ari o vere e
proprie aziende agricole di Stato (Kolchoz e Sovchoz) con la conseguente distruzione dei
villaggi, riconver in ci à rurali. Tu gli agricoltori erano costre a trovare un impiego
nelle fa orie colle ve, che avevano l’obbligo di consegnare i prodo al prezzo ssato dallo
Stato. I contadini si ribellano al punto che in due anni soltanto il 3% di loro abbandona la
propria terra per entrare nelle fa orie. Gli agricoltori nascondevano il grano per rivenderlo
al mercato nero, provocando disagi di approvvigionamento. Il malcontento degli abitan
viene sfru ato da Stalin, che dava loro in pasto i kulaki, che divennero il capro espiatorio.
Inizia la cosidde a dekulakizzazione, una vera e propria guerra contro i contadini che
coincise con una spaventosa cares a che inves l’Ucraina tra il 1932 e il 1933. I kulaki
vennero stermina : Stalin ordinò la requisizione totale di tu i generi alimentari e dei
prodo dell’agricoltura, tanto da non lasciare nemmeno da vivere ai contadini. Forzò la
colle vizzazione indebolendo i contadini. Le pra che della dekulakizzazione furono
l’isolamento (l’Ucraina venne isolata, le forniture di cibo e il bes ame vengono con scate),
azione repressiva svolta dagli agen interni alla poli ca, le esecuzioni (10.000 alla
se mana, non colpirono solo i contadini, ma anche gli intelle uali ucraini). Cares a che
Stalin studiò a tavolino e produsse ar cialmente: la fame di massa diventa una vera e
propria distruzione. Poli ca scale tesa a asciugare tu e le risorse monetarie. Fu vietato
tti
tt
tti
tti
tti
tti
tt
tt
tt
ti
ti
ti
tt
tti
tt
ti
tt
ti
ti
tti
tti
tt
ti

tt
tt
fi

ti
tt
fi
tt
tt
ti
ti
tt
tti
tti
ti
fi
tti
ti

ti
ti
tt
tt
tt

tti
tt
tt
ti
ti
tt
tti
tti
tt
tti
tt
tt

ti
fi
ti
fi
tt
tt
ti
tt
anche il sostegno da parte di altre regioni, viene anche ri rato il passaporto in modo che le
famiglie a amate non potessero cercare cibo altrove. Per la prima volta nella storia uno
stato u lizza a ni poli ci la con sca di beni alimentari come arma di distruzione di massa
del proprio popolo (Holodomor = fame di massa). Quello degli ucraini fu uno degli stermini
più ignora poiché Stalin ne in mò il silenzio. L’en tà dello sterminio fu molto alta (4/6
milioni di mor ). Nel 2006 il Parlamento europeo riconosce l’Holodomor come crimine
contro l’umanità. Anche nelle campagne dell’Urss morirono un sacco di persone (2/3
milioni);
4. creazione del sistema dei Gulag per reprimere l’opposizione = campi di prigionia in cui si
arriva dopo massacran viaggi in treno senza trovare nessuna stru ura di accoglienza,
ves e cibo. Mala e, gelo e fa ca del lavoro portano spesso alla morte (non solo di adul ,
ma anche di bambini costre a seguire i loro genitori). I Gulag sparsi su tu o il territorio
sovie co sono più di qua rocento. Vengono trasforma in imprese per reperire legnami e
materiali e manodopera per costruire strade e molto altro. Circa 18 milioni sono le persone
passate per i Gulag.
Dopo la ne della II GM non ci fu una ne alla deportazione in massa: il sistema dei Gulag,
al contrario, riprese al punto da raggiungere tra il 1945 e il 1953 il momento più alto.
Le categorie degli interna sono:
i solda = ex prigionieri tedeschi, tu coloro che avevano goduto di importanza nelle
regioni sovie che occupate dalla Germania nazista. Furono rinchiusi al ne di vagliare la
loro a dabilità. Il periodo passato al di fuori del controllo li rendeva sospe in quanto
potenziali spie per le autorità;
gli emargina = operazioni di pro lassi sociale, che pulirono le ci à da vagabondi; fu anche
colpita la devianza religiosa, con la deportazione di alcuni membri di se e di cris ani
ortodossi o i Tes moni di Geova;
gli ucraini = alla ne della guerra l’Urss si trova a dover paci care e sogge are i territori
occupa (Ucraina e Bielorussia occidentale, i Paesi Bal ci e la Moldavia). Nel caso
dell’Ucraina i sovie ci dove ero fare i con con un’organizzazione armata piu osto
potente, a va dal 1939. Nel luglio del 1944 si crea l’armata ucraina par giana e alcuni
membri si uniscono alle SS. Solo nel 1950 niscono di essere deporta nei gulag gli ucraini;
i bal ci = anche nei Paesi Bal ci la resistenza all’occupazione sovie ca fu forte. I membri
delle famiglie lituane di quelli che il regime de niva “bandi ” erano già circa 38.000 e
deporta . L’armata rossa dove e fare i con anche con la resistenza contro la
colle vizzazione delle campagne. L’operazione primavera coinvolse circa 37mila persone
tra uomini, donne e bambini. Nel 1948 furono circa 80.000 i lituani a essere deporta . Le
deportazioni con nuarono no al 1952, quando la resistenza venne completamente
spezzata;
la Moldavia/Bielorussia = nel 1949 si ha un assogge amento della Moldavia, da cui sono
trasferite più di 100mila persone. Piu di 6.000 contadini vengono trasporta dalla
Bielorussia nei campi (ul ma deportazione).
Le deportazioni a seguito della guerra coinvolgono più di 400.000 persone. Nel 1953 muore
Stalin, ponendo ne alla deportazione. Le restrizioni imposte ai milioni di deporta iniziano
ad allentarsi e nel novembre del 1955 ci furono le prime liberazioni.

Gulag = andava di pari passo con un sistema repressivo che prevedeva un totale controllo della
società ed era un sistema che necessitava di un’ampia manodopera composta da guardie, agen di
polizia…
ti
ti
ti
tti
ti
ffi
t
ti
ti
ti

fi

ff
ti
tti
t
ti
ti
fi
ti
fi
fi
ti
tti
ti

ti
ti
ti
tt
ti
tt
fi
tti
ti

tt
ti
fi
ti

fi
tti
fi
fi
ti
ti

fi
ti
tt
ti
ti
ti
ti
fi
tt
tt
ti

ti
fi
tt
ti
tt
tt
tti
ti
tt
ti
ti
ti

ti

ti
NKVD = polizia poli ca, antenata della KGB, esercita un controllo colle vo all’interno della società
sovie ca, mentre esecuzione e internamen di massa colpirono oppositori e stra della società
sovie ca.

Il regime totalitario instaurato da Stalin era in grado di controllare tu gli aspe della vita del
paese. Le sue idee erano di use dalla propaganda, che alimenta nel popolo una sorta di devozione
nei suoi confron (culto della personalità): era considerato una guida, un capo infallibile, celebrato
in ogni angolo del paese con ci à, fabbriche, scuole e is tuzioni a lui in tolate. Egli a ermò il suo
potere servendosi di un e cace sistema di propaganda: fu essenziale per a ermare il suo potere
perché il governo controllava completamente l’istruzione, la stampa, lo spe acolo, l’arte e lo sport.
Come nel sistema totalitario nazista, lo stalinismo si cara erizzò per il controllo totale e il terrore
di uso.
Alcuni tra salien dello stalinismo furono la prevalenza del potere centrale, l’iden cazione dello
Stato con il par to unico…
Negli anni Ven e Trenta l’ideale comunista si di use in Europa e l’Urss di Stalin diventa un modello
al quale ispirarsi: esportazione del modello stalinista. Grazie al successo nella II GM l’Urss ebbe
modo di esportare il proprio modello in altri paesi; in alcuni casi si tra ò di sta occupa
militarmente (paesi dell’Europa orientale) o in regimi comunis ispira al modello stalinista.
Il funerale di Stalin fu imponente: la sua morte fu accolta con dolore.
Il regime stalinista, esa amente come gli altri, si cara erizza per una forte mobilitazione giovanile:
si formano due stru ure giovanili. Il Komsomol, un’organizzazione di massa a raverso la quale
so oporre tu i giovani al par to e i Pionieri.
Anche l’Urss incoraggiò le pra che spor ve, che divennero una parte importante della poli ca,
nalizzata all’educazione dell’individuo e alla salute.

15/03/2021
-FASCISMO ITALIANO
Il dopoguerra fu molto di cile, cara erizzato dalla crisi economica e dalla delusione che pervase il
paese dopo le tra a ve di pace.
La crisi economica era dovuta alla dras ca diminuzione della produzione agricola e industriale, a
causa sopra u o della riduzione delle commesse vendite. Non tu e le aziende furono in caso di
riconver re la loro produzione. Si ha un’in azione che aumenta, così come aumenta il costo della
vita. Si aggiungeva anche una grande disoccupazione, che colpiva sopra u o i solda e gli u ciali
rientra dal fronte.
Sul piano diploma ca l’Italia vide ridimensionato di molto il suo ruolo internazionale e altre anto
dras camente ridimensionate le sue mire espansionis che. Nell’aprile del 1919 la delegazione
italiana aveva abbandonato Versailles in segno di protesta, per la mancata concessione della
Dalmazia e di Fiume, previste dal Pa o di Londra. In più rimaneva esclusa dalla spar zione delle ex
colonie tedesche. La mancata concessione della Dalmazia e di Fiume diede origine al cosidde o
mito della “vi oria mu lata”, espressione coniata da D’Annunzio, che fece presa all’interno di
determina par (nazionalis , reducis e intervenis – cos tuen la base del fascismo).
I nazionalis erano for dei consensi o enu e accusavano il governo di debolezza e reclamavano
uno stato forte, capace di far valere le ragioni dell’Italia sul piano internazionale. Trovano
l’appoggio della piccola e media borghesia, nonché dei solda che stavano incontrando grandi
di coltà nel ritorno alla vita civile.
Nel se embre 1919 Gabriele D’Annunzio, insieme a un gruppo di volontari (legionari) parte
dall’Italia e si dirige verso Fiume, entrando e proclamando (malgrado l’opposizione del governo)
fi
ff
ffi
tt
ti
ti
ti
tt
ti

ti

tti
ti
ti
tt

tti
tt
ti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti

tt
ti

ti
ti
tt
ffi
ffi

ff
ti
ti
ti
tt

tt
tt
tt
ti
ti
ti
fl
ti
ti

ff

tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
ti
tti

tt
ti
tti
ti
tt
tt
ff
tt
tt
ti
tti
ti
ti
ti
ti
ff
fi
ti

ti
tt

ffi
tt
l’annessione al Regno d’Italia. Nell’agosto il territorio viene trasformato in una sorta di stato
indipendente (Reggenza del Carnaro), dotandolo di una propria cos tuzione. Sperimentò rituali
colle vi e governa Fiume no al 1920.
Il 12 novembre 1920 l’Italia siglò con il Regno dei serbi, croa e sloveni il Tra ato di Rapallo, che
dichiara Fiume ci à libera, ossia territorio del tu o indipendente. I legionari non acce ano la
soluzione e oppongono una tenace resistenza alle truppe dell’esercito italiano. Si ebbero scontri
(Natale di sangue) che diedero vi me da entrambe le par . Dopo i comba men , D’Annunzio
annunciò la sua resa e nel gennaio 1921 i legionari abbandonano Fiume.
Nel 1924 viene rmato un nuovo tra ato, il Tra ato di Roma, decretando l’e e vo passaggio di
Fiume al Regno d’Italia.
La situazione poli ca italiana vedeva una vera e propria crisi del sistema liberale. Tra il 1919 e il
1920 vi furono con i sociali che coinvolsero operai e contadini. Gli operai fecero scioperi,
manifestazioni e occupazioni delle fabbriche per un aumento salariale e riduzione delle ore di
lavoro; i contadini occupano invece le terre incolte dei la fondi, rivendicandone la divisione
promessa durante la guerra. Nello stesso periodo l’Italia venne a raversata da un “biennio rosso”,
un periodo cara erizzato da manifestazioni e proteste, che ebbero come teatro le principali ci à
del nord Italia, i cui stabilimen furono occupa e autoges dagli operai, con nuando la
produzione e creando dei veri e propri corpi arma a difesa delle fabbriche (guardie rosse). Il
governo ri utò lo sgombero violento delle o cine e promosse invece una poli ca di mediazione
tra industriali e sindaca , che portò all’accoglimento delle richieste operaie, alla ne delle
agitazioni e all’abbandono degli stabilimen occupa . Le proteste però, allo stesso tempo,
in moriscono la grande imprenditoria industriale, preoccupata della possibilità che anche in Italia
potesse scoppiare una rivoluzione di stampo bolscevico. Un nuovo movimento poli co appro a
della situazione: il fascismo, fondato nel 1919 da Benito Mussolini e che poi avrebbe iniziato la sua
ascesa no a diventare una vera e propria di atura.
Mussolini fu fondatore e duce del fascismo, la gura che dominò la storia italiana tra le due guerre
mondiali. Nasce nel 1883 in provincia di Forlì. Si iscrisse al par to socialista e l’anno dopo conseguì
il diploma magistrale. Intraprende la carriera giornalis ca e dirige l’”Avan !”, espulso per le sue
posizioni interven ste. Dopo fonda “il Popolo d’Italia” e nel 1915 i Fasci di azione rivoluzionaria, la
base dei Fasci di comba mento. Nel 1925 si pose a capo di una di atura, che con nuò con alterne
vicende no al 1945, arrestato e morto fucilato mentre cercava di scappare in Svizzera.
I Fasci di comba mento nascono come movimento a Milano nel marzo 1919 in un salone di un
circolo milanese in Piazza San Sepolcro. È un movimento nutrito dall’esaltazione della guerra, dal
mito della vi oria mu lata, che appoggiava le richieste economiche degli ex comba en e di fa o
si faceva portavoce delle preoccupazioni della piccola e media borghesia; sosteneva anche le
rivendicazioni territoriali italiane alla conferenza di pace di Parigi. Al suo interno vi erano
interven s , ex comba en (gli ardi , repar di assalto della fanteria dell’esercito italiano na
durante la Grande Guerra) e intelle uali futuris (guida da Marine ). Se al momento della sua
nascita contavano su poche decine di aderen , in breve tempo i sostenitori aumentano in modo
rilevante. Si tra a di un movimento organizzato come formazione paramilitare (squadre d’azione,
che ricorrono a in midazione e violenze).
1921 = Mussolini decide di trasformare il movimento in un vero e proprio par to poli co. Nasce il
Par to nazionale fascista. Nello stesso anno a Livorno si svolge il XII° Congresso del Par to
socialista, diviso in due corren : da una parte la corrente rivoluzionaria e dall’altra la componente
riformista; due corren che si fronteggiavano tra loro sulla richiesta avanzata da parte
dell’Internazionale Comunista di espellere dai par a essa aderen la componente riformista.
ti
ti
tti
fi
fi
ti
fi
ti
tt
tt
fi
tt
tti
tt
ti
ti
ti
fl
tti
ti
ti
tt
ti

tti
fi
ti
ti
ti
tti
tt
ti
tt

ti
ffi
tt
ti
ti
fi
ti
tt
ti
tt
ti
ti
ti
ti

ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
tti

ti
tti
tt
ff
ti
ti
ti
tti
fi
ti
ti
ti
tt
ti
tt
ti

ti
fi
ti
tt
tt
tt
L’ala rivoluzionaria si stacca dal par to e nasce il Par to comunista d’Italia no al 1943, quando
cambia nome in Par to comunista italiano (Pci).
Durante le elezioni del 1921 il paese era molto scosso. I liberali me ono in a o una par colare
strategia: quella dei blocchi nazionali, che prevedevano un’alleanza dei liberali con nazionalis e
con il Par to nazionale fascista, nel tenta vo di contrastare l’avanzata del Par to socialista e di
quello nuovo comunista. L’esito delle votazioni fu favorevole ai liberali, che però riuscirono a
vincere grazie al decisivo appoggio fondamentale dei fascis e dei nazionalis : Gioli non godeva
più di una solida maggioranza e così decise di dare le dimissioni. Gli successe un governo di
coalizione, guidato da Bonomi, che rimase in carica no a febbraio del 1922. Si prospe ava una
crisi poli ca di cui avrebbe appro ato e che avrebbe portato all’ascesa del fascismo.
Il fascismo fondeva i mo vi nazionalis con la cri ca alla debolezza del governo liberale e
all’ine cienza parlamentare. Si presentava come una forza garante dell’ordine del paese. Oltre alle
categorie già citate, riscosse ampi consensi anche negli ambien della piccola e media borghesia,
nonché riceve e l’appoggio economico anche da parte del patronato industriale e dei proprietari
terrieri.
Sfru ando i mori del popolo, i fascis riuscì a conquistare il terreno senza nascondere la sua
volontà di guidare il paese verso una svolta autoritaria e an democra ca. Fu un movimento che n
da subito ebbe una forte carica di violenza, che aveva il suo braccio opera vo nelle squadre
d’azione (da cui il termine “squadrismo”), formate da gruppi di uomini arma (camice nere). A
par re dal 1920, con l’obie vo di scongiurare la minaccia bolscevica e di rispondere alle
rivendicazioni operaie, gli squadris iniziarono a colpire i loro bersagli principali: i sindaca , le
coopera ve e le società di mutuo soccorso, devastandone le sedi e aggredendo i militan .
Conquista il potere usando il suo apparato militare: il 24 o obre 1922 si radunano a Napoli migliaia
di fascis , pron ad accogliere l’appello del leader, che li invitava a marciare su Roma per esercitare
pressioni sul governo. Il presidente del consiglio (Facta) si dimise dall’incarico, ma il re Vi orio
Emanuele III si ri utò di rmare lo stato d’assedio (che avrebbe potuto frenare l’avanzata fascista).
Il 30 o obre 1922 squadris entrano a Roma senza incontrare resistenza. Mussolini riceve un
telegramma, con il quale il re lo invitava a recarsi nella capitale per dar vita a un nuovo governo. La
marcia su Roma va intesa come la prova di forza che spalancò al fascismo l’accesso al potere.
Il primo passaggio di Mussolini, salito al governo, è quello di tentare di ricondurre il fascismo nei
binari della legalità (senza successo); acce ò la formazione di un governo di coalizione,
dimostrando il rispe o del sistema parlamentare. Il secondo passo fu quello di rivolgere
l’a enzione verso i gruppi capitalis ci del paese, emanando nei loro confron una serie di
provvedimen scali ed economici a loro favore. Fin dal 1922, il fascismo iniziò a mostrare anche
quello che sarà il suo vero volto: un volto autoritario, creando strumen di controllo poli co e
militare, incompa bili con i principi dello stato liberale.
Nel dicembre 1922 viene is tuito il Gran consiglio del fascismo, un organismo di raccordo tra il
par to fascista e il governo.
Nel gennaio 1923 si ha l’inquadramento delle squadre d’azione nella Milizia Volontaria in un nuovo
organo nominato Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (braccio armato per il par to,
legalizzato a ancando esercito e carabinieri).
Nell’aprile 1923 si ha la riforma scolas ca Gen le, che introdusse l’insegnamento della religione
ca olica nella scuola primaria (segna ne alla scuola laica). Inoltre, fu innalzato l’obbligo scolas co
a 14 anni.
Nel novembre 1923 si ha la legge Acerbo, che prevedeva una riforma del sistema ele orale in base
alla quale venivano assegna i 2/3 dei seggi alla Camera alla lista di maggioranza rela va che
avesse raggiunto il 25% dei vo .
tt
tt
ti
ti
tt
ffi
tt

ti
ti
ti
ti

ffi
ti
ti
tt
ti
fi
fi
ti
ti
tt
ti
fi
tti
ti
ti
ti

ti

fi
tt
ti
ti
ti
ti
fi
ti
ti
ti
tt

ti

ti
fi
ti

tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
fi
ti
tt
ti
ti
ti
tti
tt
ti

tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti

ti
ti
fi
Il 6 aprile 1924, in un clima di tensione e violenza, si svolsero le elezioni poli che. Il blocco
governa vo era unito nelle liste nazionali, raggruppamen di coalizione domina dai fascis che
o ennero la vi oria. Il 30 maggio, un deputato socialista (Ma eo ) denuncia l’illegalità delle
elezioni e ne chiede l’annullamento. Pochi giorni dopo viene rapito e ucciso da un gruppo di sicari
fascis . La responsabilità poli ca e morale dell’omicidio ricadde sul fascismo. Il 27 giugno i deputa
delle opposizioni si ri rano e si riuniscono separatamente, no a quando non sarebbe stata ripresa
la legalità (secessione dell’Aven no). Speravano in un intervento del re, che invece con nuò a
sostenere Mussolini, che il 3 gennaio 1925 pronunciò alla Camera un violento discorso, nel quale si
assunse la piena responsabilità del deli o Ma eo . Nello stesso discorso rivendicò anche la
vocazione autoritaria del fascismo, concludendo l’intervento preannunciando l’abolizione di libertà
statutaria. Di fa o, si ebbe l’avvio della di atura.
Il fascismo assume il potere e:
• elimina l’opposizione;
• stabilisce un controllo capillare su ogni passaggio della vita poli ca, is tuzionale e sociale
del paese;
• autoritarismo, propaganda, polizia, burocrazia e organizzazioni di massa furono gli
strumen usa dal fascismo;
• liquidazione dello stato liberale = tra il 1925 e il 1926 Mussolini liquidava lo stato liberale
con la promulgazione delle leggi fascis ssime (ra orzamento della gura di Mussolini, che
diventa contemporaneamente duce del fascismo e capo del governo, gurava che godeva
di poteri eccezionali e assunse la carica di capo delle tre forze armate, creando il nuovo
ministero dell’Aeronau ca). Nelle leggi erano comprese anche la rma del Pa o di Palazzo
Vidoni, rmato tra il governo e la confederazione industriale (che si impegna a riconoscere
solo i sindaca fascis e abolì il diri o di sciopero), l’entrata in vigore della legge sulla
stampa, che restringeva la libertà di informazione, l’is tuzione del podestà, gura di
nomina governa va, che nell’o ca di una soppressione degli organi democra ci dei
comuni sos tuisce il sindaco (acquisendone poteri e funzioni), l’approvazione di un
regolamento interno al par to, con il quale Mussolini aveva la facoltà di nominare senza
elezioni interne i membri del par to stesso, l’assunzione del controllo della Milizia, lo
scioglimento di par , associazioni e organizzazioni che esercitavano un’azione contraria al
regime (quello fascista diventa l’unico par to ammesso).
Per quanto riguarda l’ordine pubblico viene is tuita una polizia poli ca, che assunse
successivamente la denominazione di Ovra (Opera vigilanza e repressione
dell’an fascismo), viene is tuito il con no di polizia per i dissiden poli ci e l’is tuzione del
Tribunale speciale per la difesa dello Stato, organo che aveva competenza su tu i rea
contro la sicurezza dello stato per i quali veniva reintrodo a la pena di morte (iniziò la sua
a vità nel 1927).
Con l’entrata in vigore delle leggi fascis ssime il parlamento risulta svuotato di qualsiasi
preroga va. Il 24 marzo 1929 furono inde e nuove elezioni, in realtà rido e a plebiscito, in
base al quale gli aven diri o al voto potevano approvare una lista unica di deputa
designa dal Gran consiglio. Il regime o eneva così il pieno di consensi.
• regime a par to unico = il par to fascista modella e organizza l’intera società italiana,
assumendo le cara eris che di un vero e proprio par to di massa. L’iscrizione tra le la del
par to divenne obbligatoria per o enere un impiego statale;
• dirigismo statale nell’economia = intervento massiccio del regime all’interno dell’economia;
nei primi anni di governo il fascismo favorì i grandi gruppi capitalis ci e industriali,
agevolandoli sul piano scale e garantendogli rivendicazioni salariali. Nel 1926 si ha la
tti
tt
ti
ti
ti
fi
ti
ti
ti
ti

ti
ti
ti
ti
tt
tt
ti

tt
ti
ti
ti
ti
ti

ti
fi
ti
ti
tt
ti

ti
ti

tti
ti
ti
tt
tt
fi
ti
ti
tt
tt
tt
tt
ti
ti
tt
ff

tti
ti
ti

ti
tt
fi

tt
ti
fi
tti
ti
ti
fi
ti
ti
fi
ti

tt
ti
fi
tt
ti
tti
ti
ti
ti
fi
ti
ti
ti
ti
promulgazione di un provvedimento di rivalutazione della moneta italiana (quota 90 ! 92
lire contro 1 sterlina, per stabilizzare il valore della moneta e proteggere dall’in azione le
classi medie). Nel 1927 viene approvata la Carta del lavoro, passaggio che is tuì il sistema
corpora vo, perfezionato poi con la creazione delle Corporazioni, formate da imprenditori
e lavoratori in sos tuzione degli organismi sindacali.
Nel 1929 il regime si trova a contrastare gli e e della grande crisi che aveva colpito anche
l’Italia, accentuando ancor di più l’intervento statale in economia, a raverso la
realizzazione di un programma di lavori pubblici, ricorso al protezionismo e creazione di
un’industria di stato e di una poli ca autarchica. Prese forma uno stato dirigista e
corpora vo, regolatore dell’economia (costruzione di edi ci pubblici, boni ca di aree
paludali, potenziamento della rete stradale e ferroviaria). Viene fondato l’Is tuto mobiliare
italiano (Imi), per fornire credito agevolato allo sviluppo industriale. Nascita dell’Iri (Is tuto
per la ricostruzione industriale) che, avvalendosi di fondi statali, rilevava imprese e is tu
bancari in di coltà costruendo così l’industria di stato.
Tra il ’31 e il ’33 il fascismo riduce la giornata lavora va a o o ore, approva una serie di
tutele norma ve per il lavoro minorile e femminile e introduce un sistema pensionis co e
assicura vo contro la vecchiaia, la mala a e gli infortuni (nascita dell’Is tuto Nazionale di
Previdenza Sociale – INPS).
Il regime intende lanciare la poli ca autarchica, per ridurre le importazioni e per rendere
autosu ciente l’Italia sul piano produ vo. A ciò si lega l’intensi cazione della ba aglia del
grano, iniziata nel 1925.
• culto del capo = il fascismo fece ampio ricorso alla propaganda con l’obie vo di uniformare
la cultura del paese a quella di un regime fondato sul culto del duce, indicato come guida e
capo carisma co e che rappresentò la gura centrale dell’ideologia fascista per un
ventennio. Grande a enzione venne riservata alla formazione dei giovani, educa
all’ideologia tra i banchi di scuola e nelle la di organizzazioni, des nate a inquadrare
ragazzi e ragazze dai 6 ai 21 anni.
Mussolini è guida indiscussa della gioventù e proprio di essa fece un interlocutore
privilegiato. Si pose a guida e a capo di una generazione, stando a ento a non accreditare
l’ascesa al potere del fascismo come una mera rivoluzione giovanile (mai si iden cò nelle
giovani generazioni). Propose un modello giovanile, che rappresentò il modello di cives
fascista (atle co, patrio co, rispe oso delle tradizioni e delle gerarchie, determinato).
Il regime rivendicò anche il merito della preparazione spirituale dei giovani che verteva su
tre parole chiave: credere, obbedire e comba ere.
Alcune organizzazioni giovanili furono:
-l’Opera Nazionale Dopolavoro = primo strumento in grado di o rire ai giovani stru ure
dotate di rela va autonomia in campo culturale, associa vo e spor vo, nata nel 1925
contando nel primo anno di formazione più di 280.000 iscri , sali a 5 milioni prima
dell’inizio della guerra)
-l’Opera Nazionale Balilla = il primo passo compiuto dal regime per incardinare le inizia ve
giovanili; ente creato nel 1923, che inizialmente doveva raggruppare i bambini dagli 8 ai 13
anni di età. Nel 1926 si fondono con gli Avanguardis , occupandosi dell’assistenza e
dell’educazione sica e morale della gioventù. Balilla in genovese signi cava “monello”,
termine scelto dal fascismo per indicare i piccoli patrio che nelle scuole cantavano inni al
fascismo. O rì anche esercitazioni paramilitari. L’iscrizione era volontaria, ma consigliata
caldamente dal ministro della pubblica istruzione. L’opera divenne per il regime un e cace
strumento di propaganda, sopra u o ideologica, a raverso il quale formare e omologare i
ffi
ti
ti
ti
ff
ffi
ti
ti
ti
ti
fi
ti
tt

tti

ti
tt
ti

tt
tt
tti

fi
tti
fi
ff
tt
tti

tt
ti
ti

ti

ti
fi
tt
tti
ff
fi
tt
ti
ti
ti
tt
fi
ti
tti
fi
ti
ti
fl
ti
ti
fi
tt
tt
ti
ffi
ti
ti
ti

ti
giovani so o i principi del fascismo. Accolse tra le sue le anche le ragazze (le piccole
italiane 8-13 anni e le giovani italiane), inculcando loro le virtù domes che della donna,
lasciando da parte per loro l’educazione sica a raverso lo sport. Approccio in linea con la
visione femminile del fascismo, volta a privilegiare e insiste sulla maternità, lasciando uno
spazio molto marginale al modello spor vo.
-i Gruppi Universitari Fascis (Guf).
-la Gioventù Italiana del Li orio = fondata nel 1937 e raccolse l’eredità dei fasci giovanili e
delle giovani fasciste. Il segretario del par to era a capo dell’organizzazione. Circa 60 milioni
odierni furono inves per questa organizzazione. Il compito era quello di organizzare le
abitazioni per i Balilla (le colonie, dove i bambini e le bambine trascorrevano lì un mese
d’estate).
I giovani furono ogge o di a enzioni costan , ma per obie vi poli ci, con manipolazione.
Il fulcro del reclutamento giovanile fu la scuola, dove si registrò una prevalenza di ceto
medio, per non parlare dell’università, che escludeva le classi meno abbien . 4/5 della
popolazione scolas ca risultava inquadrata. La Riforma Gen le strinse il controllo del
regime su libri di testo e a vità dida ca dei docen , arrivando nel 1930 a introdurre il
testo unico. Il regime passò dall’istruzione all’educazione: diventano pra che scolas che
l’istruzione militare, l’educazione sica e obbligatoria la partecipazione a manifestazioni
poli che. La scuola di ogni ordine e grado si ispirò agli ideali fascis e agli insegnan fu
chiesta una solida cultura poli ca.
Il ruolo delle giovani italiane fu fortemente discriminato, limitato alla formazione per
diventare madri sane e patriote. Alle studentesse universitarie venne proibito di
partecipare alle gare pra che spor ve no al 1939. Il fascismo organizzò vere e proprie
stru ure organizza ve, Fasci femminili e massaie rurali, organi che ebbero come principale
obie vo la valorizzazione delle virtù domes che della donna, fedele al suo abito di angelo
del focolare che il regime aveva cucito addosso alle donne italiane.
• colonialismo e razzismo = con il fascismo si ebbe un rilancio della poli ca coloniale italiana.
Questa volontà era basata sulla creazione di un grande impero coloniale, che rappresentò
un elemento centrale della propaganda fascista, impegnata a di ondere un’immagine
dell’Italia come paese potente e rispe ato, con la presunta superiorità della razza italiana
come gius cazione dell’espansionismo. Nel 1935 si ha l’invasione dell’E opia.
Nel se embre 1938 vengono proclamate le leggi raziali, provvedimen vol a colpire i
ci adini italiani di religione ebraica (apice del razzismo). Entra in vigore il divieto di
frequentare le scuole pubbliche e di sposarsi con gli altri ci adini non ebrei. Gli ebrei non
potevano lavorare alle dipendenze di en pubblici (emarginazione sociale, culturale e
professionale);
• totalitarismo imperfe o = per la necessità di scendere a compromessi con le forze
tradizionali della società: la Chiesa, l’esercito e la monarchia. Il fascismo dove e venire a
pa con la chiesa e lo fece rmando, l’11 febbraio 1929, i Pa lateranensi, che ebbero per
Mussolini un ritorno di immagine: egli si presentò come colui che riuscì a sancire la
conciliazione tra stato e chiesa, prima mai riuscita. Prevedevano il reciproco riconoscimento
della Ci à del Va cano e del Regno d’Italia; un versamento allo Stato del Va cano un
indennizzo economico per l’occupazione dello Stato Pon cio del 1870 e la validità civile
del matrimonio religioso, l’obbligo della do rina ca olica nelle scuole e il divieto di
organizzare per i ca olici par poli ci. A ciò si aggiungeva il riconoscimento, da parte dello
stato, dell’azione ca olica.
tt
tti
ti
tt
tti
tt
tt

tt
ti
fi

ti
ti
ti
tt
tt
ti
tt
tt
ti
ti
tti
tt

ti
fi
tt
ti
ti
ti
fi

ti

ti
tti
tt
fi
ti
ti
fi
ti
tt
ti

ti
tt
tt
ti
fi
ti
fi
tt
tti
ti
tti
ff
ti

ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt

ti
ti
Un altro aspe o fu quello dell’an fascismo, che n da subito perseguitò i suoi oppositori. Gli
an fascis furono migliaia, costre a lasciare il paese, altri morirono a causa delle severe pene
deten ve in i e dal Tribunale speciale, lo strumento più e cace per la repressione a uata
dalla di atura. Un altro mezzo fu il con no, che prevedeva l’invio presso un domicilio coa o,
so o la sorveglianza della polizia, di quan erano ritenu una minaccia per la pubblica
sicurezza.
16/03/2021
Tra o saliente del regime fu l’allargamento del consenso a vari stra della popolazione, a raverso
un gigantesco apparato di propaganda e reprimendo violentemente ogni forma di dissenso. Furono
promosse le nuove forme di comunicazione di massa e favorita l’assimilazione della cultura a
cultura di regime: il fascismo si basò al culto del capo, la cui parola era ampli cata grazie a una
propaganda che aveva diversi canali.
1927 = viene creato l’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (EIAR, progenitore della Rai). Il
compito era quello di controllare le trasmissioni radiofoniche. La radio ebbe una di usione
piu osto limitata inizialmente, diventa strumento di consumo di massa solo a par re dalla ne
degli anni ’30, quando inizia a entrare nelle case degli italiani. Oltre ai messaggi di propaganda,
iniziarono a passare le canzone e, gli sceneggia radiofonici e no ziari spor vi.
Dopo la nascita dell’Eiar, venne creato nel 1937 il MINCULTPOP (ministero della cultura popolare),
con il compito di controllare la stampa e la censura.
Il cinema fu ogge o di a enzione e generose sovvenzioni da parte del regime, con lo scopo di
favorire la produzione nazionale e limitare la penetrazione di pellicole da altri paesi. Sulla
produzione il regime esercitò una censura “morbida”, volta non tanto alla propaganda, quanto
piu osto a eliminare dalle pellicole argomen poli camente e socialmente comprome en .
Alla propaganda pensava l’Is tuto Luce, nato nel 1924. I cinegiornali duravano in media 3/5 minu
ed erano proie a nelle sale cinematogra che prima dei lm. Rappresentarono una delle maggiori
armi propagandis che messe in campo dal regime, da una parte perché riuscivano a raggiungere
un pubblico molto vasto e dall’altro perché di ondevano anche immagini visive in grado di a rare
l’a enzione popolare, sapientemente montate e scelte per mostrare i trion del fascismo e del suo
duce.
D’Annunzio ispirò mol dei comportamen cara erizzan il fascismo. Fu il primo a dare simboli e
riferimen alla Roma an ca e a lui si deve il saluto romano con il braccio destro teso in alto.
Nel 1938 venne ado ato il passo romano, mentre il moderno “lei” fu bandito a favore del più
italico “voi”. L’Italia sembrava aver trovato una fonte di ispirazione storica, popolare, mediterraneo
e imperiale.
All’interno del linguaggio messo in campo dal fascismo, un ruolo di primo piano fu rives to da
D’Annunzio, che fu il primo a me ere in pra ca alcuni rituali e riferimen simbolici cari al fascismo.

Ci fu un forte rapporto, come accaduto per gli altri totalitarismi, fra fascismo e sport. Il fascismo
rielaborò la poli ca educa va dei preceden governi liberali e conferì all’a vità spor va un ruolo
centrale, perché seppe cogliere le incredibili potenzialità della pra ca spor va (per quel che
riguarda educazione, socializzazione e formazione).
Lo sport doveva essere un mezzo di propaganda poli ca, uno strumento per forgiare uomini pron
ad accogliere la ba aglia del fascismo, ma anche un modo per socializzare, svagarsi e migliorare la
propria forma sica.
Secondo il fascismo gli sport più consoni erano quelli di squadra, che presupponevano la
collaborazione in campo, ruoli ben de ni e rispe o delle gerarchie. Un esempio viene dato dal
calcio, pra cato n dalla ne dell’O ocento (il primo club fu il Genoa). Inizialmente la poli ca del
tt
tt
ti
tt
tt
tt
ti

tt
ti
ti

ti
fl

tt
tt
fi
tt
ti
fi
tt
ti
ti
tt
tt

ti
ti
tt
fi
ti
ti
tt
tt
ti
tti
tt

fi
fi
ti
ti
ti
fi
ti
ti
ti
ff
ti
tt
fi
tt
ti

ti
ti
ti
fi
ffi
ti
ti
ti
ti
tti
ti
fi
ti
fi

ti
ff
ti
tt
tt
ti
tt
tt
ti
ti
fi

tti

ti
ti

fascismo non aveva una par colare a enzione ad inserire questo sport all’interno delle pra che:
preferiva la scherma, il nuoto. Però il crescente interesse popolare nei confron del calcio lo rese
appe bile per una strategia poli ca volta allo scopo di migliorare l’andamento del governo nel
panorama internazionale, infa si ebbero diverse vi orie a livello internazionale con la nazionale
di calcio italiana. Il calcio diventa, grazie anche alla popolarità sempre maggiore di questo sport e
ai successi, uno strumento di uni cazione per l’intera nazione. Inizia a trasformarsi in un vero e
proprio spe acolo, che aveva bisogno di un teatro adeguato: inizia la costruzione di impian
spor vi in varie ci à italiane (lo stadio Mussolini di Torino e mol altri, ancora oggi u lizza dalle
squadre di calcio professioniste). Il fa o di essere uno sport iden ca vo viene esplicitato nel
1927.
Un altro sport che assunse un ruolo importante fu il pugilato, racchiudendo l’ideale uomo fascista,
pronto alla lo a e al sacri cio. Fu u lizzato anch’esso a scopo propagandis co.
Altre discipline per le quali il regime manifestò interesse furono l’automobilismo e il ciclismo (con il
Giro d’Italia).
A raverso lo sport e gli atle la propaganda fascista intendeva trasme ere immagini di un’Italia
moderna, giovane, dinamica e vincente. Occorreva riuscire ad avere il controllo dei ver ci
dell’intero apparato spor vo: controllare le singole federazioni; obie vo raggiunto a raverso il
coinvolgimento sistema co di esponen fascis , pos ai ver ci delle federazioni. Il Coni (Comitato
Olimpico Nazionale) viene a dato a un segretario fascista. Da questo momento in poi fu posta
un’a enzione par colare anche alle compe zioni olimpiche.

-GUERRA D’ETIOPIA
Nel 1935, a o obre, le truppe italiane invadono l’E opia, unico stato autonomo dell’Africa.
L’impresa presentava cos umani ed economici al , ma aveva un importante valore simbolico per
spostare l’a enzione dalle problema che interne del paese.
L’invasione si ha senza preavviso, così viene sanzionata dalla Società delle Nazioni.
Paradossalmente fu un succe o per Mussolini, perché la società gli consen di avvisare una
campagna propagandis ca, volta a rappresentare l’Italia come vi ma delle grandi democrazie
occidentali, impedendogli un espansionismo italiano.
In questa situazione buona parte della popolazione italiana sos ene l’impresa. Le strade si
riempiono di folle di persone.
Giornata della fede = o erta della fede matrimoniale d’oro alla patria, per sostenere i cos della
guerra ! milioni di italiani parteciparono alla giornata o rendo la propria fede nuziale.
Gli e opi si arrendono all’esercito italiano, che u lizza anche l’aviazione per bombardare con gas
as ssian (vieta ). Nel maggio 1936 nasce l’impero.

Quella in Africa non fu l’unica guerra comba uta dall’Italia fascista, che partecipò anche alla guerra
civile spagnola prima della II GM. L’Italia inviò in Spagna circa 50.000 militari, 2.000 camion e armi.

-SECONDA GUERRA MONDIALE


L’Italia entra in guerra il 10 giugno 1940 (dichiarando guerra a Inghilterra e Francia) al anco della
Germania nazista, con il quale aveva rmato il Pa o d’Acciaio, un’alleanza militare difensiva e
o ensiva. Il pa o ebbe tra i rmatari anche il Giappone successivamente.
L’Italia era però impreparata a sostenere il peso di un con i o; le di coltà emersero n da subito,
portando a scon e in Grecia e in Africa, dove l’esercito italiano proseguì i comba men solo
grazie all’intervento delle truppe tedesche. Duro colpo per Mussolini, che nel tenta vo di
risollevare le sor del regime diede il proprio assenso alla partecipazione nell’estate del 1941 alla
ff
tt
fi
tt
ti
ti
ti

ti
tt
tt

tt
tt
tt
ti
fi
ti
tt
ti
tt

ff
ti
ti
ti
ti
fi
ti
ti
ffi
fi
tt

tti
ti

fi
ti
ti
fi
tt
tt
ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti

ff
fl
tt
ti

ti
ti
tti
ti
fi
ffi
tti
ti
tt

ti

ti

tti
ti
ti
tt
fi
fi
ti

ti
ti
ti
ti
ti

guerra di Russia, invasa dalla Germania. La decisione si rivelò fallimentare: le divisioni italiane,
scarsamente equipaggiate e malarmate furono travolte dai sovie ci e più della metà degli uomini
rimangono uccisi, fa prigionieri o dispersi.
La guerra si ripercuote anche sui civili: le scon e e la dura realtà della guerra portano il regime a
perdere di popolarità; le condizioni di vita diventano sempre più complesse.
Ai bombardamen si aggiungono la mancanza di materie prime e cibo, che il regime cercò di
contrastare con l’introduzione della tessera annonaria, che serviva a razionare giornalmente i
generi alimentari (1941). Cibi e alimen sparirono ben presto dal mercato u ciale per passare alla
borsa nera, un mercato parallelo che aveva suoi ritmi, regole e cos proibi vi per un salario di un
ci adino medio italiano.
I ci adini si dirigono verso le campagne, in cerca di olio e carni, scambia con oro e ogge di
valore.
Scoppiano le grandi agitazioni operaie del marzo 1943 negli stabilimen torinesi, propagandosi poi
nelle principali fabbriche del nord Italia.
Luglio 1943 = sbarco alleato in Sicilia e bombardamento a Roma. A fronte di ques due even , la
crisi del fascismo appariva de ni va; il re piani ca la des tuzione di Mussolini. Il 23 luglio si
riunisce il Gran Consiglio del fascismo e viene votata la proposta di deposizione di Mussolini e il
ritorno del re alla guida dello stato. Due giorni dopo il re esautora Mussolini, che viene arrestato e
trasferito in isolamento sul Gran Sasso. Al suo posto viene nominato Pietro Badoglio come capo del
governo. Cade il fascismo, provocando scene di entusiasmo tra la popolazione in molte ci à
italiane, dove vennero distru simboli e statue del fascismo italiano.
Preoccupazione di quella che sarebbe stata la reazione tedesca perché la Germania venne
abbandonata sul piano militare, quando a se embre Badoglio annuncia la rma di un armis zio
con gli allea . Il giorno dopo il maresciallo e i principali esponen del governo raggiungono
Brindisi, dando vita al Regno del sud. La fuga andava le a come un tenta vo di evitare la reazione
dei nazis , che iniziavano a occupare militarmente la penisola. L’altro problema riguardava
l’esercito, che resta privo di guida e dire ve, sfaldandosi. I solda tentano un di cile ritorno a
casa: mol cadono prigionieri dei tedeschi, che da questo momento in poi considerano l’Italia un
nemico. Nell’o obre l’Italia dichiara guerra alla Germania.
10 se embre 1943 = Mussolini viene liberato e torna in campo, fondando a Salò la Repubblica
sociale italiana (Rsi), che estese la sua giurisdizione sulla parte centro-se entrionale occupata dai
tedeschi. Assunse n da subito le cara eris che di uno stato collaborazionista, subordinato alla
Germania hitleriana, collaborando alla repressione dell’an fascismo e generando terrore nella
popolazione civile. Nacque il Par to fascista repubblicano. La Rsi si dotò di un proprio esercito
(Gnr), nel quale con uirono circa 100.000 volontari. Altri corpi furono le brigate nere, violente, e la
X Mas, che svolse a vità di rastrellamento contro le brigate par giane.
La guerra con nua a dilagare; a Salò, gli sforzi intrapresi per rilanciare il fascismo falliscono perché
le operazioni belliche con nuano: gli allea occupano Napoli, avanzano sfondando la linea
difensiva a Montecassino. Roma fu liberata e di seguito Firenze. La linea difensiva si sposta lungo la
Linea Go ca, dividendo il paese in due.
1944-1945 = lo a par giana.
Importan reazioni di resistenza si svolsero a par re dall’inizio del 1943, in seguito all’intensa
opera di propaganda comunista nelle zone industriali del nord, che avevano già portato agli
scioperi. Dopo la caduta di Mussolini e la creazione della Rsi, tu ques elemen tracciano lo
scenario nel quale si dispiega l’operato della resistenza, che reclutava par giani tra le forze
poli che e tu gli stra sociali della popolazione. Movimento di ribellione di uso in campagna e
ci à, coordinato dal Comitato di Liberazione Nazionale, clandes no, nato nel 1943, che riuniva i
tt
tt
tt
ti
tt

ti
ti
ti
ti
ti
tti
ti
tt
tt
ti
fi
tti
fl
tti
ti
ti

ti
tti

fi
ti
ti
tt
ti

tti

ti
ti

tt
fi
fi
tt
ti
tt
ti
ti

tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti

ti
ti

ti
tt
ti
ti
ti
fi
ffi

ff
ffi
ti
ti
tti
tt
ti
ti
par an fascis . L’apparato militare era cos tuito dal corpo dei volontari della libertà, al cui
interno si avevano le brigate “Garibaldi” comuniste, “Ma eo ” socialiste… L’azione par giana si
a anca all’o ensiva alleata, contribuendo alla scon a nazifascista. I par giani liberano Torino,
Milano e Genova.
I tedeschi lasciano l’Italia. Mussolini fu arrestato mentre tentava di fuggire in Svizzera, da una
formazione par giana e fucilato in provincia di Como. Il suo cadavere, insieme a quello della donna
con cui era legato, venne esposto a piazzale Loreto a Milano, come simbolo della ne del regime
fascista. Nell’aprile del ’45 l’Italia usciva dalla guerra.

17/03/2021
Seconda Guerra Mondiale
Cause del con i o:
• nuovo ordine uscito dai Tra a di Versailles
• le conseguenze della crisi economica mondiale
• aggressività degli sta re da regimi di atoriali, che rivendicano un ruolo egemone in
Europa centrale, nel Mediterraneo e….

-LA GERMANIA
La Germania, dopo la sua ascesa al potere, porta avan con successo il programma di revisione dei
tra a di Versailles. Hitler esce dalla Società delle Nazioni (1933), reintroduce la leva obbligatoria,
si ha la rimilitarizzazione della Renania e una ripresa della poli ca di espansione territoriale. Ques
sono gli elemen che preparano la Germania alla guerra.
1935 = annessione della Saar alla Germania, avvenuta con un plebiscito, territorio occupato dalla
Francia e Inghilterra negli anni Ven . L’occupazione anglo-francese era stata promossa inizialmente
dal Tra ato di Versailles, ma nel 1935 si ha lo scioglimento del prote orato con la con uenza dei
territori alla Germania nazista.
1938 = una prima richiesta dell’Austria fu quella di anne ere l’Austria tedesca alla Germania.
Quando nel 1933 Hitler prese il potere, il pressing sul governo si fece sempre più pesante. In
questo scenario il cancelliere austriaco Dollfuss, nel 1932, pose ne alla repubblica e instaurò un
governo autoritario. Pochi anni dopo venne assassinato e il paese cadde in una crisi di poli ca
interna. Il successore invitò i nazis a invadere militarmente l’Austria e indisse un plebiscito per
confermare l’annessione del suo paese alla Germania (l’Anschluss).
1938 = i Sude in Cecoslovacchia, abita maggiormente da popolazione di origine tedesca.
Durante tu o l’anno Hitler aveva con nuato a innalzare il livello della tensione contro lo stato
cecoslovacco, al punto di minacciare apertamente un’invasione militare con il pretesto di liberare
gli abitan di lingua tedesca, so opos a violenze. Il governo cecoslovacco era rimasto l’unico
democra co di tu a l’Europa centrale, siglando un’alleanza difensiva con i vincitori della Prima
Guerra Mondiale, ma sopra u o con Gran Bretagna e Francia, che però non avevano nessuna
intenzione di scatenare un con i o in nome della Cecoslovacchia. Viene riconvocata la Conferenza
di Monaco, alla quale partecipano (oltre a Hitler) il ministro inglese, quello francese e Mussolini (la
cui mediazione risultò decisiva). Gli esponen di Francia, Gran Bretagna e Italia cede ero
persuadendo la Cecoslovacchia ad acce are l’annessione dei Sude alla Germania. Francia e Gran
Bretagna erano convinte di aver salvato la pace, ma era tu a un’illusione. La conseguenza
dell’annessione fu la trasformazione profonda della Cecoslovacchia, priva delle sue fron ere

ffi
tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt

ff
ti
fl
ti

tt
ti
ti
tt

ti
tti
tt
tt
ti
tt

fl
tt
tt
ti

ti
ti
ti

tt
ti
tt

ti
ti

fi

tt
ti
tt
tt

tt
tti
ti
fi
ti

tt
ti
fi
tt
fl
ti
ti
ti
ti
naturali, senza più poter contare delle for cazioni costruite negli anni preceden e trasformata in
una Repubblica federale, era un territorio indifeso.
1939 = Hitler decise di terminare il lavoro iniziato a Monaco; non appena il clamore della
Conferenza si a enuò, assicurò il suo appoggio alla destra nazionalista e alla minoranza slovacca,
che rispose alle sue o erte, proclamando l’indipendenza dalla Cecoslovacchia. Hitler convoca a
Berlino il nuovo presidente della Repubblica federale ceca, una trappola, perché il presidente viene
sicamente chiuso dentro la cancelleria tedesca, senza alcuna possibilità di comunicare con
l’esterno mentre le truppe tedesche si ammassavano alla fron era con la Cecoslovacchia. All’alba
del 15 marzo le truppe tedesche varcano i con ni e occupano il paese, senza sparare un colpo.
Hitler salì a bordo di un treno verso Praga, dove annuncia la dissoluzione della Repubblica di
Cecoslovacchia, annunciando la nascita del Prote orato di Moravia e Boemia. Questa fu l’ul ma
vi oria incruenta del di atore nazista poiché con l’occupazione del paese anche i più ingenui
compresero qual era l’obie vo di Hitler, che non voleva semplicemente riunire so o un unico
paese gli europei di lingua tedesca, ma qualcosa di più grande. Quando sei mesi dopo aggredisce la
Polonia le potenze europee gli dichiarano guerra.
La Germania iniziava a stabilire un proprio sistema di alleanze, guardando all’Italia fascista:
vengono intensi ca i rappor , rmando nell’o obre 1936 l’Asse Roma-Berlino, un pa o di
amicizia che sanciva un avvicinamento tra i due paesi. Alla rma del tra ato venne seguita la rma
del Pa o d’acciaio (1939), un accordo che so olineava il legame poli co e militare e che prevedeva
l’aiuto reciproco in caso di pericolo per la sicurezza di uno dei due sta .
Dopo l’Italia fascista, la Germania trova un alleato anche nel Giappone, con il quale sigla il Pa o
An cominterm (1936), con l’obie vo di contrastare l’azione sovie ca. Successivamente aderirono
anche l’Italia, la Spagna franquista e l’Ungheria a questo pa o. A guerra già iniziata segue il Pa o
Tripar to, s pulato tra Italia, Giappone e Germania (1940).
La diplomazia tedesca rmò successivamente, con l’Unione sovie ca, il Pa o Molotov-Ribbentropp
(1939), che prevedeva l’impegno di entrambe in una non aggressione. Il documento includeva
anche dei protocolli segre , che prevedevano la divisione dell’Europa e lo smembramento della
Polonia: mutavano i rappor tra i due paesi e maturavano le condizioni decisive per lo scoppio del
con i o. L’accordo con Stalin fu importante e funzionale alla poli ca di Hitler poiché in questo
modo evitò, almeno inizialmente, una guerra su due fron ; fu importante anche per l’Urss, che
o enne compensi territoriali (le Repubbliche bal che e la Polonia) e guadagnò tempo in vista della
riorganizzazione dei ver ci militari e civili colpi dalle purghe staliniane.
1 se embre 1939 = la Germania invade la Polonia, iniziando la seconda guerra mondiale. Il
pretesto fu un’azione ampiamente piani cata: un presunto a acco sferrato dall’esercito polacco
alla stazione radio tedesca di Gleiwitz. In realtà gli autori furono dei partecipan delle squadre SS
traves .
Il proge o di Hitler prevedeva un con i o di breve durata, ma così non fu, prima di tu o per la
resistenza posta dalla Polonia e per il coinvolgimento dire o di Francia e Gran Bretagna, che
imposero a Hitler il ri ro delle truppe. Ai due sta non rimase che dichiarare guerra alla Germania,
iniziando un con i o che avrebbe superato di gran lunga le tragedie e gli orrori di quello
precedente e che ebbe come teatro non solo l’Europa, poiché si espanse in Africa, in Asia e no
alle acque del Paci co.
Hitler aveva u lizzato una precisa ta ca, ossia quella di portare sul tavolo due richieste precise:
l’annessione alla Germania di Danzica, una ci à libera un po’ come Fiume, amministrata dalla
Società delle Nazioni e popolata maggiormente da tedeschi e un collegamento ferroviario-stradale
verso la Russia orientale. Erano richieste limita ssime, da un lato perché accusavano la Polonia di
corresponsabilità nel con i o e perché scoraggiavano la volontà francese e inglese di correre in
fi
tt
tt
ti
fl
tt
tt
ti
tt
ti
ti
tt

ti
ti
tt
fi
fl
tt
fi
ti
ti
ff
fi

tt
ti
fl
ti
tti
tt
ti
ti
fi
tti
tti
fl
tt
fi
ti
fi
tt
tt
fi
ti
ti
tt
ti
ti
tt

ti
tt
fi

tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti

tt

tt
ti
ti
tt
tt
tt
fi
ti
tt
fi
tt
aiuto della Polonia, innescando un con i o di vaste proporzioni per un problema piu osto
limitato. La Polonia però, memore di quanto avvenuto nei mesi preceden in Cecoslovacchia,
oppose un’estrema resistenza. Commise degli errori di valutazione però, che si rivelarono fatali:
aveva contato sull’aiuto massiccio di Francia e Inghilterra, che in realtà si limitarono solo a
e e uare un paio di incursioni aree a obie vo militate tedesco e il fa o di non aver calcolato il
peso dell’alleanza tra Germania e Urss; inoltre, la Polonia aveva sopravvalutato quelle che erano le
sue capacità militari, so ovalutando quelle tedesche: l’esercito polacco imbas una strategia
difensiva, ma accerchiato dove e cedere alle truppe tedesche, quando insieme ai sovie ci
ssarono le linee di demarcazione lungo l’Europa centrorientale.
Dopo aver portato a termine l’invasione della Polonia, nell’aprile del ’40, appro ano
dell’immobilismo della Francia e dell’Inghilterra, la Germania ne appro a per marciare verso
l’invasione della Danimarca e della Norvegia. Un mese dopo, viene invasa anche la Francia, dove
venne cos tuito, a eccezione del territorio di Mentone, occupato dall’Italia, uno stato satellite del
Reich (Governo di Vichy). Anche la costa atlan ca francese era governata dalle autorità tedesche.
Il 1940 fu un anno cruciale: entra in guerra anche l’Italia, il cui ingresso contribuì ad aprire nuovi
fron nei Balcani e in Africa; mal equipaggiato, l’esercito italiano non riuscì a risolvere le operazioni
militari, inducendo Hitler a intervenire dire amente.
Successivamente, dopo aver bombardato Londra, Hitler decise di invadere i Balcani, scatenando
contro l’Urss una guerra, lanciando nel giugno 1941 l’operazione Barbarossa. Stalin ordina una
contro ensiva, malcondo a e poco preparata, che costa ai sovie ci mol ssime vite umane. I
tedeschi riescono a raggiungere Stalingrado, dove inizia una lo a corpo a corpo di estrema
durezza. Nel febbraio ’43, i solda dell’Armata Rossa furono costre alla resa.
L’Urss riuscì a reggere la forza d’urto, evitando il tracollo militare. Nel dicembre del ’42, infa , i
tedeschi subiscono la violenta contro ensiva sovie ca. L’elemento centrale del successo sovie co
fu di po militare: la straordinaria capacità dell’Armata Rossa di assorbire le scon e e di
recuperare. Pur essendo preoccupata dai tedeschi, l’Urss fu ancora in grado di produrre
abbastanza risorse per solda e popolazione. Gli ingegneri sovie ci riescono a smantellare alcune
fabbriche, trasferendole procedendo a ingrandirne altre, collocate nelle aree più periferiche del
paese e quindi fuori dalla portata nazista. La maggior parte del lavoro fu svolto dalle donne nella
produzione agricola; i civili lavorano tan ssimo, sopravvivendo con razioni alimentari esigue (sforzo
della popolazione civile). Il governo sovie co riesce a resiste così, mo vando la popolazione
facendo leva sulla fedeltà e sulla tenacia, sul tradizionale patrio smo russo, ricorrendo anche alla
devozione ortodossa religiosa. Tu o ciò costò tan ssimo all’Urss: pagò in termini di vi me un
tributo enorme (a Leningrado muoiono circa 650.000, più di tu e le vi me di Francia e Gran
Bretagna nell’intero con i o).
1941 = entrano in guerra anche gli USA, a causa dell’a acco giapponese alla base militare di Pearl
Harbor. Da questo momento in poi si forma, pur tra reciproche di denze e os lità, una grande
alleanza tra Urss, USA e Regno Unito, cimentata intorno alla comune opposizione al totalitarismo
nazista e all’imperialismo giapponese.
Il fronte poli co an fascista venne formalizzato nel 1942, quando tu e tre so oscrivono la
dichiarazione delle Nazioni Unite. I rmatari si impegnavano a sostenere la Carta Atlan ca, un
documento siglato nell’agosto 1941 da Roosevelt e Churchill, con il quale i due leader preparavano
il programma su cui raccogliere consensi internazionali nella guerra an fascista. I principali pun
dell’accordo erano:
• la rinuncia a guadagni territoriali
• modi ca dei con ni, che poteva venire solo dopo l’intesa tra tu i paesi
• diri o all’autodeterminazione di tu i popoli
fi
ff
tt
tt
ti
ti
fi
ff
ti
ti
fi
ti

tt
fl
tt
tt
ti

tt
ti

tt
tti
fi
ff
fl

ti
tt
ti
tti
tt

ti
ti
ti

tt
tt
tt
tti
tti
ti
ti

ffi
tti
tti
ti
tt
tti
ti
fi
ti
tt

ti
ti

tt
fi
tt
fi
tt
tt
tti
ti
ti
tti
ti
ti

• rinuncia alla forza per la regolazione dei rappor tra gli sta

Dopo aver scon o e messo in fuga le forze dell’Asse dall’Africa, nel luglio del ’43 gli anglo-
americani sbarcano in Italia e dopo in Normandia.
1945 = i sovie ci entrano in Germania, favorendo la resa dei nazis e portando verso la ne del
con i o.
Conferenze interalleate = incontri a cara ere diploma co/militare, con l’obie vo
dell’organizzazione dello sforzo bellico e la de nizione del nuovo ordine mondiale. Le conferenze
furono qua ro: Casablanca, Teheran, Yalta e Potsdam. Alla ne del ’41 il problema degli allea non
era vincere la guerra, ma quando e a che costo. Per organizzare la strategia generale, gli allea
organizzano una serie di conferenze, che videro spostare il discorso dell’asse militare verso la
futura de nizione dell’ordine poli co internazionale dopo la ne della guerra. Emergeva un dato
importante: il contrasto degli interessi e di vedute, tra le due principali potenze: gli USA e l’Urss.

-CASABLANCA
14-24 gennaio 1943. L’obie vo era quello di piani care la strategia nella conduzione delle
operazioni belliche in Europa. Partecipano Roosevelt, Churchill e De Gaule. Viene deciso che, dopo
aver concluso vi oriosamente la campagna in nord Africa, le forze alleate avrebbero a accato
l’Italia (obie vo facile).
Si concorda anche un piano congiunto angloamericano di bombardamento sistema co della
Germania per distruggere il potenziale bellico dell’industria tedesca e per scuotere il morale della
popolazione, in vista di un futuro sbarco oltre l’Atlan co, proge ato per il 1944.
Roosevelt e Churchill si accordano anche sul principio di resa incondizionata da imporre agli
avversari. La guerra sarebbe con nuata no alla vi oria totale, senza pa eggiamen con Italia,
Germania e loro allea .

-TEHERAN
28-29 novembre e 1° dicembre 1943. Partecipano Roosevelt, Churchill e Stalin.
Nel corso dei colloqui venne approvato il proge o degli USA di aprire un secondo fronte in Europa;
sarebbero sta gli USA a mantenere il mone delle operazioni belliche, in coordinamento con
l’Urss, che si impegnava a entrare in guerra contro il Giappone.
Fu anche discusso il futuro della Germania e del con ne sovie co-polacco. USA e Gran Bretagna
acconsen rono alle richieste sovie che di spostare il con ne polacco di circa 200 km, a favore
dell’Urss e a danno della Germania.
La Germania avrebbe dovuto essere posta so o l’in uenza della Gran Bretagna e dell’Urss perché
le truppe statunitensi si sarebbero ri rate.
Un ulteriore problema discusso fu quello rela vo al futuro asse o tedesco: se la Germania dovesse
restare so o una sola autorità poli ca o se dovesse prevedere una divisione. Si a accia, per la
prima volta, il conce o di “zone di divisione”.
Roosevelt delineò il conce o dei qua ro polizio : Sta Uni , Gran Bretagna, Cina e Urss.
avrebbero dovuto collaborare come garan della pace dopo la guerra. Furono mossi i primi passi
verso la cos tuzione dell’ONU.

-YALTA
4-11 febbraio 1945. Vi parteciparono Roosevelt, Stalin e Curchill. I tre presero importan e
fondamentali decisioni nell’imminenza della ne del con i o e della vi oria.
fl
tt

fi
ti

tt

tt
ti
tti
ti
ti

fi
tt
tt
tt
ti

tt
tti

ti
ti
ti
ti

ti
tt
ti
tt
fi
ti

fi
tt

ti
fi
tt
ti
tti
fi

tt
fl
fi
ti
ti
ti
fl
fi
tt
ti
fi
ti

fi
ti
tt

tt
ti
tt
tt

tti

ff
ti
ti
tt
ti
fi
ti
ti

Volevano dividere la Germania in 4 zone di occupazione, smilitarizzare e denazi care il paese,


obbligare la Germania a pagare le riparazioni di guerra, accordi tra governo e fron ere della
Polonia e intervento dell’Urss contro il Giappone e is tuzione di un consiglio di sicurezza,
comprendente USA, Francia, Inghilterra come organo dire vo di quello che sarà l’ONU.
Emerse l’impegno a garan re elezioni democra che nei paesi libera , anche se iniziava a pro larsi
(nella visione di Churchill e Stalin) un’inevitabile divisione in due zone. Pre gurarono la divisione
dell’Europa e del mondo in due grandi sfere di in uenza poste so o la stre a egemonia degli USA
e dell’Urss, divisione des nata a durare un cinquantennio nell’epoca del bipolarismo e della Guerra
Fredda.

-POTSDAM
17 luglio-2 agosto 1945. Vi partecipano i vincitori della guerra: USA, Gran Bretagna e Urss, che
dopo aver rmato un comune impegno ad avviare processi che perme essero ai popoli libera di
distruggere ogni traccia di nazismo e fascismo, creando nuovi governi democra ci.
Churchill si siede ai tavoli di Potsdam, ma viene poi scon o alle elezioni, cedendo il potere a
A lee.
Fin da subito apparve chiaro che nella spar zione del con nente avrebbe in uito l’estensione delle
rispe ve avanzate territoriali: Stalin voleva estendere l’in uenza sovie ca a tu i territori
occupa dall’Armata Rossa. Gli allea occidentali non avevano molte armi per impedirglielo: ne
risen rono i territori dalle Repubbliche Bal che, alla Polonia, alla Germania, Italia e Grecia. Ques
due ul mi paesi signi cò per l’Urss la rinuncia a sostenere i proge rivoluzionari dei par
comunis a vi in quei paesi, che avevano animato for movimen di resistenza an fascista.
Sono stabili i con ni tra Polonia e Germania e fu deciso che tu a la popolazione tedesca presente
nel territorio polacco, cecoslovacco e ungherese, dovesse essere espulsa e assorbita in Germania
(spostamen forza di popolazione).
La Germania a sua volta viene divisa in qua ro zone, amministrate dalle tre potenze vincitrici, cui si
sarebbe aggiunta anche la Francia.
Non fu trovato alcun po di accordo per l’ammontare dei risarcimen : le potenze occidentali
perseguivano una linea più morbida, dall’altra parte Stalin voleva risarcimen . Ogni potenza
avrebbe ges to i risarcimen in maniera autonoma.
Il presidente degli USA, Truman, lancia un ul matum al Giappone: deporre le armi o andare
incontro a una completa e immediata distruzione, che avvenne con il lancio delle due bombe
atomiche.

Guerra totale = assume la valenza di un trauma colle vo, che è capace di irrompere in ogni
aspe o della vita civile: irrompe nelle case, nelle strade, nei paesi. La popolazione civile si trovò ad
avere il con i o in casa e a viverne ogni istante sulla propria pelle. La linea di divisione tra
comba en e non comba en , già violata nel con i o precedente, venne cancellata sopra u o
con il bombardamento strategico di obie vi civili. Il tasso di distruzione senza preceden
trasformò il panorama sico e culturale europeo.
Guerra ai civili = massimo coinvolgimento, la popolazione diventa ostaggio di nemici contrappos e
obie vo di armi di distruzione di massa. Nella maggior parte delle guerre di logoramento il
vantaggio è dato dalla capacità di indebolire il nemico, azzerando la sua capacità comba va, non
facendo dis nzione tra chi fabbrica carri arma e chi li guida: le operazioni militari non hanno lo
scopo di uccidere solo solda , ma di colpire anche coscientemente i civili.
Bombardamen = mezzo più e cace per applicare il conce o di distruzione del nemico. La bomba
divenne l’arma più u lizzata, cos tuendo l’eredità lasciata ai con i successivi. La bomba, oltre
tt
tti
tt
ti
tti
ti
tt

ti

ti

fi
ti

fl
ti
tti
ti
ti
ti
tt
ti
fi
ti
ti
fi
ti
fi
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ffi
ti

ti

tti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
fl

fl

tt
tti
ti
ti
fi
ti
tt
fl
tti
tt
tt
fl
tt
tti
ti
tti
ti
ti
tt
ti

fi
tt
fl
ti
tti
ti
fi
ti

ti

tti
ti
ti
ti
tt

fi
ti
tt
ti
ti
alla valenza distru va, introdusse una componente psicologica, riferendosi non al morale delle
truppe, ma della popolazione (arma u lizzata per incutere terrore).

22/03/2021
Il con ne orientale d’Italia
Istria, Fiume e Dalmazia = terre nelle quali nel corso dei secoli si sono incrociate lingue, culture
diverse, con la presenza e conta tra le diverse popolazioni presen in ques territori, dove
vivono tre grandi mondi culturali e linguis ci: quello la no (italiani), quello slavo (sloveno e creato)
e quello germanico (austriaco/tedesco) ! territorio plurietnico, che aveva in queste popolazioni le
comunità più rappresenta ve, che si trovano a vivere in un territorio che fu colonia dell’Impero
romano n dal I secolo a.C. (presenza romana), parte poi della Repubblica di Venezia e degli
Asburgo, no al 1797, quando il Tra ato di Campoformio fa passare il territorio so o la sovranità
dell’Austria.
La componente italiana rappresenta sul piano demogra co un elemento piu osto signi ca vo:
ci à campagne e fascia cos era, che evidenzia la presenza italiana lungo la costa occidentale (da
Trieste a Pola). Presenza slovena nell’entroterra.
Nella Dalmazia l’elemento italiano è minoritario, cos tuendo un pezzo di élite urbana nell’area
cos era (Zara).
A par re dalla seconda unità dell’O ocento si assiste alla nascita, sopra u o a Trieste e Fiume, di
un ceto borghese urbano slavo in grado di crescere e consolidarsi al punto di creare di coltà al
ceto borghese urbano italiano e con i .
Appartenenze che diventano separazioni, sopra u o con l’avanzata del nazionalismo: un’idea
poli ca che prevede l’iden cazione tra territorio e popolazione, chiamata a riconoscersi in una
propria lingua e cultura. Questo passaggio inizia intorno alla seconda metà dell’O ocento. Il
confronto tra gli oppos nazionalis conosce scontri sempre più accesi, de a dalle a estazioni
delle rivendicazioni delle rispe ve iden tà. A fronte di questo processo, la monarchia asburgica
non fu in grado di contenere i contras , dimostrando la sua debolezza nella creazione di un sistema
poli co capace di concedere nelle stru ure dello stato i necessari spazi di rappresentazione alle
diverse culture di riferimento. Un altro elemento da tener presente è che lo spar acque decisivo fu
dato dalla Grande Guerra. A rendere ancora più marcata l’iden cazione nazionale dei rispe vi
popoli contribuì l’incrocio tra fascismo, comunismo e nazionalismo che aumentò la
contrapposizione nei territori, radicando gli scontri tra le varie nazionalità che divengono sempre
più separate.

3 novembre 1918 = l’Italia rma a Villa Gius il Tra ato di pace con l’Austria. L’esercito italiano
entra qualche giorno dopo a Trieste, per impossessarsi di Istria e Dalmazia (come da Pa o di
Londra). Creano il Governatorato militare della Venezia Giulia, no al 1919, quando la stru ura
viene sos tuita dal Governatorato civile. La Dalmazia l’amministrazione con nua a essere ges ta
da una stru ura di cara ere militare a data all’ammiraglio Enrico Millo.
A seguito della dissoluzione dell’impero austroungarico, dopo la ne della Grande Guerra, si
assiste e alla nascita del Regno dei Serbi, Croa e Sloveni, che nel 1929 assunse il nome di Regno
di Jugoslavia.
1920 = Tra ato di Rapallo, rmato tra Italia e Regno dei Serbi, Croa e Sloveni. Nel 1921 entra in
vigore e disegna un nuovo scenario su ques territori (de ni il con ne orientale dell’Italia). Istria
e Zara sono annesse all’Italia, che rinuncia a ulteriori pretese. La sorte di Fiume fu diversa: fu
dichiarata ci à libera e mantenne tale status no al 1924, quando un altro tra ato (Tra ato di
Roma) decretò il de ni vo passaggio all’Italia. In seguito a questa nuova sistemazione, quello che
tt
ti
ti
ti
ti
fi
tt
fi
ti
fi
tt
tt

tt

tti
fi
ti
ti
tt
ti
ti
fi
fi

ti
fi
tti
tti
ti
tt
tt
fl
ti
ti
tti
ffi
tt
ti

ti
ti
ti
fi
ti
tt

tt
tt
ti
ti
fi
fi
ti
ti
fi
fi
fi
ti
ti
fi

tt

tt
tt
ti
tt
ti
ti
tt
ti
tt
tt
tt
ffi
tt
tt
fi
tt
ti
tti
ti
era de nito il vecchio litorale austriaco, cioè i territori appartenu all’impero austroungarico e
a accia lungo le sponde dell’Isonzo, diventa parte integrante dell’Italia, che ne muta la
de nizione in Venezia Giulia, con l’obie vo di fornire visibilità a quest’area.
Questa nuova sistemazione del con ne orientale a seguito del Tra ato di Rapallo comporta
l’incorporazione di un grande numero di persone slave e croate all’interno della nazionalità
italiana, che con l’avvento della di atura fascista diventa una vera e propria imposizione. Regime
per il quale gli storici hanno coniato una de nizione: fascismo di con i o ! allogeni, appartenen
ad altre etnie e nazionalità. Regime che voleva realizzare la distruzione totale dell’iden tà slovena
e croata.
1920 = Spalato, Dalmazia = ci à che, pur contando una rilevante quota di popolazione italiana, era
rimasta esclusa dai compensi territoriali e si trovava al di fuori della giurisdizione del
governatorato. Vengono uccisi due militari italiani da alcuni nazionalis jugoslavi: a Trieste, il 13
luglio le forze nazionaliste convocano un comizio, invitando a rivendicare gli inciden . Francesco
Giunto, toscano, milita nel movimento interven sta, partecipa alla Grande Guerra, prende parte
all’impresa di Fiume e successivamente viene chiamato da Mussolini per guidare a Trieste i fasci di
comba mento. Crea le Squadre volontarie di difesa ci adina, che si connotarono ben presto come
un vero e proprio corpo armato organizzato. il fascio tries no fu di precoce a ermazione, grazie a
un intreccio di una serie di fa ori che si trovarono a coesistere nell’immediato contesto
postbellico: la pesante eredità lasciata dal con i o (vite umane e distruzioni materiali), il dissesto
economico e sociale a cui si unisce l’incertezza per il futuro asse o dell’area e l’aggressività del
nazionalismo. Il fascismo a Trieste trovò acce azione presto, rappresentava la terra per il fascismo
da dove sarebbe potuta sca are la scin lla per le idee di Mussolini.
1920 = a Pola Mussolini pronunciava un discorso nel quale si trovavano i fondamen per il fascismo
in quei territori: di fronte a una razza come la slava, inferiore, si deve seguire una poli ca dura.
Emerge il cara ere peculiare e la speci ca iden tà del fascio tries no, che n dai suoi primi passi
scelse la de nizione di fascismo di con ne proprio per connotare la sua esperienza. Il fascismo,
anche nel suo linguaggio, mira a diventare sen nella della patria, a baluardo di difesa dell’italianità
contro le pressioni esercitate da sloveni e croa . Fascismo che si nutre di un linguaggio
cara erizzato da ampi e con nui riferimen alla violenza. In questo contesto, il fascismo assunse i
contorni di un movimento che mira a raggiungere un duplice obie vo: da un lato individuare e
porre i margini dei nemici interni e dall’altro quelli esterni, creando una solida iden cazione tra
fascismo e italianità.
A raverso una propaganda capace di penetrare nelle diverse maglie della società italiana opera
per fare violenza.
13 luglio 1920 = a Trieste le Squadre volontarie dei ci adini assaltano la casa della cultura slovena,
un palazzo posto al centro della ci à, sede delle principali is tuzioni culturali slovene della ci à, la
cui presenza incrinava Trieste verso il centro dell’italianità: andava eliminato. L’incendio aveva un
obie vo chiaro: colpire, distruggendolo, il cuore pulsante della cultura slovena della ci à di
Trieste.
Il giorno seguente, la stessa sorte conobbe la Narodni Dom di Pola (Istria) e altri inciden a Fiume.
Ci furono devastazioni di centri culturali, camere di lavoro e violenze nelle campagne slovene e
croate.
Da questo momento per le popolazioni allogene della Venezia Giulia inizia un’assimilazione forzata:
un processo di omologazione nazionale, che viene portato avan tu o il ventennio. Furono
emanate delle leggi per portare a termine la strategia del fascismo, che mirano a ridurre al minimo
la partecipazione pubblica degli sloveni. Nella pubblica amministrazione il personale sloveno e
croato viene sos tuito da funzionari italiani.
ff
tt
fi
tt
tti
fi
tti

ti

fi
tt
ti

tt
ti
tt
tt
tt
tt
fi
fi
fi
tti
ti
ti
fi

tt
fl
ti
ti
ti
ti
tt
tt
tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
tti

tt
fl
ti
tt
fi

ff
ti
ti
ti
fi
ti
ti
tt
ti
tt
ti

Riforma Gen le (1923) = italiano come unica lingua d’uso e cultura italiana come modello per tu .
Gen le si fece promotore di una riforma scolas ca che prevedeva nelle scuole solo l’u lizzo
dell’italiano. Per sloveno e croato erano previste ore aggiun ve, concessione che viene meno nel
1925, quando un decreto consen solo l’u lizzo dell’italiano. Ciò comporta lo smantellamento
della rete delle scuole slovene e croate e l’allontanamento di una grande quan tà di insegnan .

Leggi toponomas che (1923) = mutamento della toponomas ca dei luoghi e stradale.
1925 = viene decretata la cessazione dell’uso pubblico della lingua slovena e croata, a raverso la
sua esclusione dai tribunali, dagli esercizi commerciali (con rimozione delle insegne) e dai cimiteri,
dove viene imposta l’eliminazione delle scri e slovene sulle lapidi.
1927 = viene approvato un decreto che prevedeva che si dovessero res tuire i cognomi in forma
italiana: i cognomi andavano italianizza . Sempre quell’anno viene soppresso tu o
l’associazionismo culturale sloveno e croato. Negli anni successivi il regime sferra l’ul mo a acco
all’altro grande punto di riferimento della popolazione slovena e croata: il clero; sos tuisce i
sacerdo e abolisce la lingua slava dalle prediche domenicali e dal catechismo.

1941 = le armate tedesche invadono la Jugoslavia, insieme all’esercito italiano. Il Regno di


Jugoslavia fu smembrato e i suoi territori spar fra gli invasori secondo un asse o deciso dai
tedeschi: l’Italia o enne un tra amento di favore e le fu assegnata la fascia che comprendeva
Macedonia, Kosovo e Montenegro e ampliamen nella provincia di Zara e Fiume. Fu inoltre
annessa al Regno d’Italia anche la Slovenia centromeridionale (provincia di Lubiana, a governarla
fu un generale).
Linea di estrema durezza che non risparmiò la popolazione civile: furono interna nei territori
italiani e in Jugoslavia. Nell’isola di Arbe gli indici di mortalità furono al ssimi. Vi furono anche
campi in Veneto, Toscana e quello di Gonars, il più grande all’interno della Venezia Giulia.

Armis zio 8 se embre 1943 = in base alle dire ve impar te da Hitler riguardan le sistemazioni
dei territori: viene inserita nella zona di Operazioni litorale Adria co (comprendente Udine,
Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana). Il programma tedesco si muoveva lungo tre direzioni:
cercare di sopperire all’emergenza di cara ere militare che si era venuta a creare, mantenere il
controllo sul piano strategico (crocevia tra fonte orientale e occidentale) e l’a uazione di un
proge o che nel segno della poli ca espansionis ca tedesca prevedeva la riuni cazione dei
territori dell’impero austriaco. Questo territorio non fu lasciato alla neocos tuita R.S.I., ma fu
scisso e so oposto a un’esclusiva giurisdizione tedesca (Friedrich Rainier). Nel litorale Adria co, la
Repubblica Sociale di Mussolini, pur con nuando a collaborare con Hitler non poté esercitare un
potere, dal momento che furono riconosciute solo le autorità nominate a Berlino.
L’armis zio dell’8 se embre provoca in tu a la penisola istriana il crollo totale delle stru ure
italiane: crea un vuoto di potere, colmato prima dalle forze par giane slovene e croate. Nel 1941
viene fondato il Fronte di liberazione sloveno, appoggiato dal Par to comunista sloveno (che ne
assunse la guida militare e poli ca) ed inserito nel più ampio quadro dell’esercito jugoslavo agli
ordini di Tito.
Anche la resistenza croata, che aveva nel Par to comunista il suo principale interprete, si mosse
nella stessa direzione. Il risultato fu la creazione del Consiglio di liberazione della Croazia, dove le
a vità par giane avevano già svolto e caci azioni di resistenza, trasformando il tu o in un teatro
di guerra par giana. Lo a che ha delle di erenze rispe o a quella che avviene in Italia: ha tempi di
maturazione decisamente precoci (l’Italia inizia nel ’43), il cara ere plurinazionale del movimento
(sloveni, croa e italiani residen lì) e le sue ar colazioni poli che (la resistenza italiana fu
tti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti

tt

ti
tt
tt
tt
ti
tt
ti
ti

ffi
ti
ti
ff
tt
tt
ti
tt
ti
ti
tti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti

ti
ti
ti
tt
ti

fi
tt
ti
tt
ti

tt
ti
ti
tt
ti

tt

tt
ti
ti

tti
poliedrica, quella jugoslava si con gurava come un movimento in mano al Par to comunista). Altri
due elemen ritenu di vitale importanza si saldarono con la liberazione dal nazi-fascismo: alla ne
del con i o si costruì una Jugoslavia socialista, alla quale viene annessa la Venezia-Giulia. Disegno
che contribuì a creare non poche tensioni con i par giani italiani in ques territori, che sebbene
dispos ad appoggiare la lo a, si trovano in imbarazzo ad appoggiare questa lo a nazionalista con
l’annessione della Venezia-Giulia.
Pisino, 1943 = il comitato popolare della liberazione dell’Istria elabora la Dichiarazione di Pisino,
con la quale proclamava la ne della sovranità italiana e l’unione dell’Istria alla Croazia. Passaggio
cruciale: viene esplicitata la volontà di annessione dell’Istria alla Jugoslavia. Da questo momento,
tu coloro che si opposero alla strategia annessionis ca furono considera nemici interni e le
autorità jugoslave misero a punto un sistema di repressione piani cata che raggiunse l’apice con le
Foibe: violenze di massa a danno di militari e civili, non esclusivamente italiani (autunno ’43-
primavera ’45).
Foibe = cavità naturali del suolo piche dei terreni carsici, u lizzate dalle popolazioni slovene e
croate per far sparire ciò che non si u lizzava più e di cui era di cile disfarsi. Nell’immediato
dopoguerra ques inghio tori naturali furono impiega per celare i corpi cadu nei
comba men .
Venezia-Giulia = scenario non dissimile da quello che cara erizzò gli altri dopoguerra europei. La
speci cità fu cos tuita dalla sostanza poli ca delle stragi. Quando ci fu il vuoto di potere, il
movimento par giano aveva provveduto a applicare un modello già a uato nelle altre zone
liberate, che prevedeva l’instaurazione di un nuovo ordine, l’azzeramento di quello precedente e
l’eliminazione dei nemici del popolo. In questo clima di insurrezioni popolari e resa dei con dei
rancori personali ordinano l’arrestano immediato delle gure incompa bili con il nuovo potere:
personalità di rilievo del fascismo, esponen locali (farmacis , proprietari terrieri, maestri) e tu
gli edi ci italiani vengono distru .
Le mo vazioni di ordine poli co si saldavano con contras e rancori personali. I comandi par giani
applicarono criteri di selezione ampi, con lo scopo di raggiungere due obie vi: da un lato colpire
dire amente quan fossero ritenu colpevoli di eventuali responsabilità per avere esercitato
violenze contro i croa e in morire dall’altro lato gli italiani, sgretolando la loro egemonia culturale
ed economica e riducendo la loro potenza. Dopo l’arresto, i prigionieri furono condo in alcune
località. A Pisino un castello viene trasformato in centro organizza vo poli co e di polizia, con un
tribunale del popolo. Le autorità par giana procedono con processi e fucilazioni colle ve, seguite
dall’occultamento dei corpi nelle foibe so ostan , metodo di eliminazione. Le vi me furono circa
500-700 persone.

Nella primavera del 1945 il con i o volgeva al termine. L’Armata jugoslava, che il 4 aprile aveva
lanciato la sua o ensiva, avanzava rapidamente con l’obie vo di liberare de ni vamente l’Istria
croata e il litorale sloveno. Tito rivolgeva grande interesse anche a Trieste (interesse de ato dal
valore simbolico assunto dalla ci à per la popolazione slovena, la sua importanza economica e
quella poli ca, convinto che rappresentasse la chiave di volta necessaria a compiere il proge o
dell’annessione della Venezia-Giulia alla Jugoslavia). Tito mirava al controllo della Trieste, doveva
arrivarci prima degli allea .
Alla ne di aprile si apre una vera e propria corsa per Trieste. Gli jugoslavi ebbero la meglio: Tito
annunciò il 1° maggio che le truppe avevano occupato Trieste, precedendo di un giorno gli altri.
Sostenu dalla componente slovena e dalla classe operaia comunista, gli jugoslavi iniziarono
un’occupazione che durò quaranta giorni. Con l’occupazione jugoslava inizia la repressione, a data
all’OZNA (polizia poli ca jugoslava). Agen e funzionari e e uano arres , agendo sulla base di liste
tti
tt
fi
fi
fi
ti
ti
tti
fl
ti
tt
ti
ti
ti

ti
ff
ti
ti

ti
ti
ti
ti
tti
ti
ti
fi
tt

ti
fl
tti
ti
tt
tt

fi
ti

ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
fi
ff
ti
tt
tti
ti
tt
ti
ffi
fi
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
tti
fi
ti
tt
ti
ti
tti
tti
tti
tt
ti
tt
ti
ffi
tti
fi
di proscrizione e seguendo disposizioni provenien dall’apparato comunista sloveno, operando su
scala ideologica piu osto che nazionale. Furono arresta dirigen del par to fascista, squadris ,
esponen del Regime, an comunis … so opos a interrogatori somma , uccisi e ge a nelle
foibe vicino a Trieste.
A essere arresta e a scomparire furono anche appartenen ai carabinieri e alla guardia di nanza,
che non parteciparono contro i par giani, ma anzi collaborarono alla resistenza ! voler
allontanare da Trieste gure in grado di costruire sacche di potere non controllabili dalle autorità
jugoslave.
Nelle sole province di Trieste e Gorizia, vengono arrestate circa 10.000 persone, gran parte delle
quali furono rilascia . Altri scomparvero del tu o. Nel ’45 le vi me furono circa 3/4.000.

23/03/2021
Spostamen forza di popolazione nel dopoguerra europeo
L’eredità della guerra fu molto pesante: mol centri europei si trovarono a dover fare i con con la
fame, le distruzioni, traspor e comunicazioni erano da ricostruire, le industrie dovevano ripar re
da capo. Paesi nei quali mancava tu o il necessario: case, scuole, ferrovie, mezzi di trasporto e
cibo. La guerra aveva portato con sé anche milioni di profughi, che da Danzica a Trieste
a raversavano le strade del con nente (circa 20 milioni di persone). Le ci à erano chiamate a
ospitare in campi di transito o rifugi i profughi. Circa 12 milioni erano solo i tedeschi espulsi
(Volksdeutschen) dei Sude dall’Europa orientale. Vi erano anche circa 7-8 milioni di Displaced
Persons: coloro che si trovavano al di fuori del loro paese di origine per ragioni connesse alla
guerra. Altri profughi erano i Refugees, termine inizialmente u lizzato negli anni preceden il
con i o in riferimento agli ebrei in fuga dall’Europa occupata e comprendeva gli impossibilita o
contrari a rientrare in patria, perché sarebbero sta vi me di violenze e a seguito del nuovo
asse o geopoli co del con nente il loro paese non esisteva più (ucraini, bal ci).
Gli spostamen forza di popolazione si intersecano con la poli ca internazionale, che sancì nuovi
con ni europei e imponendo a molte persone a lasciare i territori in cui vivevano da sempre per
riunirsi ai territori scon . Espulsioni selvagge e indiscriminate, che si svolsero in un clima di
violenza che porta circa 1 milione di vi me (a causa di prigionie, violenza, mala e).
Conferenza di Potsdam = nell’estate del ’45 vede sedersi intorno a un tavolo Usa, Urss e Gran
Bretagna, dando legi mità norma va agli spostamen forza di popolazione. Viene stabilito come
la popolazione tedesca rimasta in Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria dovesse essere trasferita in
Germania. Il protocollo nale so olineava come ques spostamen dovevano essere e e ua in
modo umano e ordinato; in realtà queste parole venivano de ate quando 1 milione e mezzo di
tedeschi era già stato espulso da Polonia e Cecoslovacchia in un periodo de o “espulsioni
selvagge”. Ai tedeschi non fu lasciata alcuna possibilità di scelta. Tanto in Polonia quanto in
Cecoslovacchia, le pra che espulsive furono de ate dall’avversione di massa per il nazismo e per
quanto esso avrebbe rappresentato. La popolazione di origine tedesca era iden cata con il
nazismo, seguendo una linea basata su un principio di colpa colle vo. Le persone venivano
rastrellate, individuate e avevano pochissime ore per raccogliere i minimi e e personali per
oltrepassare il con ne e dirigersi in territorio tedesco. Chi non par va a piedi par va in treno, su
vagoni non molto diversi da quelli u lizza dai nazis per condurre gli ebrei nei campi di sterminio.
Furono circa 8 milioni i tedeschi espulsi dalla Polonia e 3 milioni dalla Cecoslovacchia.
Tra 1945 e 1947 si ha l’espulsione dei tedeschi da mol altri sta (Ungheria, Romania, Jugoslavia).
Chi si occupava dei tedeschi che tornavano in Germania? In prima ba uta sono chiama gli eserci
allea (in par colar modo l’esercito statunitense). Is tuirono campi e centri di raccolto nei quali
tt
fl
fi
tt
ti
tt
ti

ti

ti
ti
ti
ti
fi
ti
tt
ti
tti
ti

ti
fi
fi
fi
tti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
ti
tti
tt
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
ti
ti
ti
tt

ti
tti
ti
ti
ti
tti
ti
ti
tt
ti
tt
ti
ff
tt
ti
tti
ti
tti

fi
ti

tt

ff
ti
ti

tt
ti
ti
fi
ti
ti
ti
ti

ti
provvedere all’assistenza, a cibo, salute e ves ario. A vità tu ’altro che semplice: nel giro di breve
termine si doveva provvedere alla necessità di persone il cui numero era di una nazione.
Nascono nuovi sogge che si occupano di queste persone: UNRRA, IRO, UNHCR.
U.N.R.R.A. = si assunse il campo di ges re i campi dei profughi, svolse un ruolo fondamentale nella
fase dell’emergenza dell’immediato dopoguerra. Ges mol ssimi campi in Germania, Francia e
Italia.
I.R.O. = entra in funzione nel ’47 e si rende conto di quanto fosse di coltoso rimpatriare le
persone accolte nei campi: vi erano persone che non volevano e non potevano rientrare in patria.
L’intenzione fu quella di cercare a queste persone una nuova patria: programmi di ricollocamento,
che portarono gli interessa in paesi occidentali (prima europei e poi oltre oceano) per essere
impiega in nuovi se ori lavora vi. Lavoratori e lavoratrici inseri in speci ci programmi.
Inizialmente l’I.R.O. trova l’assenso di paesi dell’Europa occidentale che necessitavano di
manodopera per rilanciare economia e sistema industriale (Belgio, Francia, Inghilterra). Erano
richies lavoratori robus e ragazze nubili (per lavorare come domes che). Anziane e donne con
bambini rimasero nei campi per anni, perché precluse al ricollocamento. Tra il ’47 e il ’50 nel
territorio americano arrivarono tan ssime persone (Canada, Argen na, Messico). La strategia era
ben de nita: seguiva un iter; venivano ricerca prima sbocchi convenien per la sistemazione, poi
venivano avviate tra a ve con i paesi di immigrazione, che inviavano al paese dove erano i rifugia
delle commissioni per selezionare le persone. I seleziona venivano raccol in alcuni centri, da cui
par vano. Il trasporto, quasi sempre in nave, era a carico dell’I.R.O., che seguiva l’iniziale
assistenza del popolo nella nuova patria.
U.N.H.C.R. = nasce nel 1950 e rivolge (ancora oggi) la propria a vità all’assistenza e al
ricollocamento di profughi e rifugia . Anch’essa si occupò di liberare i campi e trovare
sistemazione ai rifugia , avendo il peso di ges re tu e le varie crisi umanitarie che nasceranno nel
dopoguerra.

-Esodo giuliano dalmata


9 giugno 1945 = Accordo di Belgrado, vide le diplomazie di USA, Gran Bretagna e Jugoslavia siglare
un accordo, che divideva l’area del litorale adria co in due zone tracciate lungo una linea de a
Linea Morgan: la porzione orientale (zona B - comprendente Istria, Fiume, Zara e le isole ! a data
a un governo militare jugoslavo) e la parte occidentale (zona A, Trieste, Gorizia e Pola ! a data a
un’amministrazione militare alleata). L’accordo non rappresentava la conclusione delle tra a ve
diploma che, ma cos tuiva un punto di partenza per raggiungere future e de ni ve intese, che
conobbero un punto di svolta quando a Parigi, il 29 luglio 1946, si ebbe la Conferenza di Pace.
L’Italia era rappresentata da De Gasperi, chiamato a portare a termine un’impresa molto
complicata perché l’Italia si trovava stre a fra le richieste di annessione avanzate dalla Jugoslavia di
Tito sull’intera Venezia-Giulia, dalla necessità degli allea di mantenere il controllo di Trieste per
farne un baluardo da anteporre all’avanzata tedesca ! la diplomazia italiana si trovava in
condizioni di debolezza tale da non poter opporre argomen convincen a decisioni che le potenze
vincitrici avevano già preso. Nel febbraio ’47 avviene la rma. Gli accordi prevedono il pagamento
di ingen riparazioni di guerra, la cessione delle isole del Dodecaneso alla Grecia, la rinuncia ai
possedimen territoriali in Africa e il riconoscimento dell’E opia e dell’Albania. A queste clausole si
accompagnavano anche signi ca ve perdite territoriali sia sul con ne occidentale che orientale
(perdita di territorio più ampio: a Italia vengono assegnate Gorizia e Monfalcone, unitamente alle
estremità occidentali della Venezia-Giulia). Trieste rimase internazionalizzata a raverso la
creazione del Territorio Libero di Trieste, un’area suddivisa in zona A (che abbraccia tu o il
territorio compreso Trieste, a data a un governo militare alleato) e una zona B (parte
ti

ti
fi
ti
ti
ti
ti

tt
tt
tti
ti
ti
ti
ti

ti
fi
ffi
ti
ti
ti
ti
ti
tt

ti
ti
ti
ti
tt
tti

fi
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tti
ti
fi
ti
ffi
ti
ti
ti
fi
ti
fi
tt
ti

tt

tt
ffi
tt
ti
ffi
ti
nordorientale per l’amministrazione Jugoslavia, che si vede poi assegnare la restante parte
dell’Istria, Fiume e Zara).
Memorandum di Londra (o obre 1954) = rmato da USA, Gran Bretagna e Jugoslavia ! pone ne
alle due zone di Trieste, si stabilisce una nuova linea di demarcazione che assegna rispe vamente
la zona A all’Italia e la zona B alla Jugoslavia. Il memorandum fa sì che Trieste ritorni all’Italia.
Novembre 1975 = rma del Tra ato di Osimo, l’ul mo a o del dopoguerra. Sancisce il cara ere
conclusivo del con ne jugoslavo. La linea di demarcazione tra zona A e zona B divenne
u cialmente il con ne che divise da questo momento i due paesi.

1946-1954 = periodo di profonde lacerazioni e di traumi dolorosi per l’intera penisola istriana, che
viene abbandonata da quasi tu gli italiani: protagonista di un vero e proprio esodo.
Circa 300 mila persone (250.000 sono italiani). Gli italiani spezzano una linea di con nuità che
durava dai secoli preceden .
Processo di lungo periodo: dura oltre un decennio; inizia nel ’44 a Zara e termina nel ’56, anche se
alcune partenze sporadiche con nuano no agli anni Sessanta.
Si dis nguono tre grandi ondate:
1. 1944, Zara = quando la guerra è ancora in corso
2. 1945-1951, Fiume e Pola e tu quei territori annessi alla Jugoslavia
3. 1953-1956, zona B

Le partenze di massa si concentrano intorno al Tra ato di Pace di Parigi e del Memorandum di
Londra, che oltre ad assicurare la possibilità di esercitare il diri o di opzione (scegliere la
ci adinanza italiana e trasferirsi in Italia) suscitano un grande impa o emo vo sulla popolazione
italiana, che aveva a eso e sperato nell’assegnazione all’Italia di quei territori. Con la rma dei
tra a vede sparire le proprie speranze e si rende conto che i nuovi venu nella Jugoslavia non se
ne sarebbero mai anda . A fronte di questo elemento la scelta appare chiara: cambiare,
rinunciando alla propria iden tà, o abbandonare la propria terra. Quasi la totalità di essi sceglie la
seconda, che fa svuotare tu a l’Istria.
Per de nire l’esodo non può essere u lizzato il termine di “migrazione volontaria”: si tra a di una
separazione forzata che ha alla base un cara ere restri vo. Non furono mai emanate leggi da
autorità jugoslave contro gli italiani, ma le stesse autorità si resero responsabili di pressioni siche,
morali e ambientali protra e nel tempo e tali da determinare, per la componente italiana, una
situazione di invivibilità di fronte alla quale l’abbandono rappresenta l’unica via percorribile.
Sebbene l’esodo non fu un fenomeno is tuzionalmente e programma camente organizzato, si può
ipo zzare come fu proprio l’esercizio del potere a preparare il terreno.
Nuova società socialista, i cui ri essi colpiscono la comunità italiana favorendone l’allontanamento.
Processo che termina con la costruzione e il consolidamento dello Stato jugoslavo.
Nell’esodo c’è una scelta mul causale (poli che, sociali e culturali). Il ricordo delle violenze esercita
un forte potere (paura come causa), così come lo scorrere della vita quo diana della Jugoslavia di
Tito, una vita segnata dall’incertezza, dall’avvenire riservato ai propri gli, des na a essere
assorbi da un sistema che sos tuisce la scuola italiana con quella croata. Anche l’opposizione
poli ca spinge: l’esodo è un a o di contrarietà al nuovo corso poli co rappresentato dalla
Jugoslavia. Mutata situazione economica che si viene a creare dopo il passaggio dell’Istria alla
Jugoslavia, a provvedimen che colpiscono la comunità italiana. A orare di par colari meccanismi
psicologici in grado di far sca are una reazione a catena, una sorta di psicosi colle va.
Mol migrano verso Australia e con nente americano (alcuni riescono a rientrare nei programmi
dell’I.R.O.) e tan in Italia e non soltanto nelle zone adiacen , ma su tu o il territorio: 82% al nord,
ffi
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
fi
ti
ti
fi
fi
fi

tt
ti

tt
ti
ti
tt
tt
tt

ti
ti
tti
tt
ti
tti
fl
tt
ti

ti
ti

ti
fi
fi
ti
tt

ti
tt
tti
tt
ti
tt

ti
ffi

tt

fi
ti

tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti

ti

fi

tti
tt
tt
fi

fi
10% al centro e 8% al sud. Si trovano a vivere nella condizione di profughi: si rende necessario
l’accoglienza, sia dal punto di vista alloggia vo che esistenziale. Bisogna dare stru ure (campi e
centri di raccolta, 109 stru ure in tu o il territorio nazionale). Nel 1963 sono ancora circa 8.000 i
profughi ospita nei 15 centri ancora a vi (caserme in disuso, scuole, conven , ospedali, ex campi
di concentramento). La ges one dei campi è a data al Ministero degli interni, che si occupa non
solo di ges re le stru ure ma anche di dare generi alimentari, ves ario e un sussidio giornaliero in
denaro. Il trasferimento nei campi presuppone il compimento di una tra la ben collaudata: inizia a
Venezia o Ancona, dove sorgono dei centri di sosta. Il campo di assegnazione non viene assegnato
in base alle preferenze degli individui, ma dalla possibilità di posto (l’esodo spezzava legami
famigliari). I campi erano privi di acqua corrente e riscaldamento, vi erano servizi igienici in
comune e edi ci adibi a mensa.
Centro di raccolta = area di marginalità, che separa e non uni ca. Solo intorno al 1952 i centri di
raccolta iniziano a svuotarsi, grazie all’assistenza che l’Italia riservò a queste persone. L’assistenza
può essere divisa in due par : assistenza pubblica e assistenza privata.
U cio per le Zone di Con ne = nasce nel 1947, controllato da Giulio Andreo . Ricoprì un ruolo di
coordinamento tra il centro e le amministrazioni locali nella fase dell’assistenza, nello smistamento.
Opera per l’Assistenza Profughi Giuliano-Dalmata = altra organizzazione che si occupava sopra u o
dei bambini, a raverso la cura, la formazione, l’educazione e mediante scuole e colonie es ve.
Pon cia Commissione di Assistenza (PCA) = a va sul piano esistenziale (donazione di cibo e
ves ario), legata alla Chiesa.

1952 = viene approvata la Legge Scelba, che imprime una decisa accelerazione nell’inserimento dei
profughi nel mondo lavora vo. Le aziende e le imprese pubbliche erano obbligate ad assumere il
5% dei profughi.
Il 15% delle case popolari fu a dato ai profughi: nascono i borghi giuliani in 40 ci à italiane.
L’ubicazione era nelle aree suburbane, scarsamente popolate e non ancora urbanizzate. I profughi
in questo modo si inserirono in nuove realtà e accelerarono l’integrazione.

L’impa o dei profughi con le varie ci à italiane assunse sfumature di eren facendo emergere i
chiaroscuri dell’accoglienza, nella quale trovarono spazio dinamiche di esclusione che a ondarono
le loro radici nel pregiudizio (poli co), incolpa di rubare un pane già scarso (lavoro che già
scarseggiava nel dopoguerra).

24/03/2021
Italia repubblicana
Anche in Italia la guerra lasciò una pesante eredità: miseria, fame, di cile situazione economica,
calo della produzione industriale e agricola, le infrastru ure (danni gravissimi causa dai
bombardamen ), la rete dei traspor e le abitazioni. Le persone rimaste senza casa erano costre e
a cercare rifugio in scuole ed edi ci pubblici che vennero trasforma in molte ci à in dormitori.
Agli sfolla si aggiunse anche il consistente numero di profughi e rifugia che andarono a
ingrossare le la delle ci à italiane. Un’altra grande problema ca era quella legata all’in azione,
che crebbe in maniera repen na: i prezzi di consumo salivano spolverizzando i risparmi e i salari si
ridussero di oltre la metà (aumento della disoccupazione).

La partecipazione poli ca della popolazione crebbe in maniera ne a dopo la di atura:


aumentavano gli iscri ai par , organizza su una base di massa e che irruppero sulla scena
poli ca del paese.
ffi
ti
ti
ti
fi
tt
ti
ti

fi
fi
tt
ti
ti

tt
tti
ti
ti
tt
fi
tt
ti
ti
ti

ti
ti
ffi

ti
fi
ti

ti
tt
tt
tti
ti
ti
ti
ffi
tti
tt

fi
ti
ti
tt
ti
ffi
ff

ti
fi

ti
tti
ti
tt
tt
tt
tt
ti
ff
fl
ti
tt

tt
tt

Par di sinistra (entrambi con leadership molto forte dei loro due segretari):
• Par to socialista (Psi) = dotato di una grande storia e di una buona organizzazione, svolgeva
un ruolo di primo piano grazie alla popolarità del suo segretario (Pietro Nenni). Presentava
però alcuni elemen di debolezza: la divisione interna vedeva contrapposte una corrente
rivoluzionaria (che aveva for legami con il Pci) e una corrente riformista di posizioni più
moderate. L’avanzata del Pci tolse al Psi numerosi consensi ele orali, creando una sorta di
senso di inferiorità. Contrariamente a quello che avveniva nel Pci, il Psi non possedeva dei
riferimen esterni for che potessero legi marne l’azione: i blocchi socialis in Europa
erano ancora in piena fase di ricostruzione.
• Par to comunista (Pci) = con leader Toglia , traeva forza e credibilità dal contributo
importante o erto alla lo a an fascista, fondando su di esso il suo tolo di a ore
legi mato a presentarsi come forza nazionale di governo. Il Par to comunista del 1945 non
era più un par to di quadri e professionis della rivoluzione, piccolo e selezionato come
quello del 1921, ma era un vero e proprio par to nazionale di massa con 1 milione di iscri
circa. Tendeva ad allargare la propria base di riferimento, rivolgendosi non solo agli operai
ma anche ai contadini, ai ce medi e agli intelle uali. Par to che mostrava di volersi
inserire nelle is tuzioni democra che e repubblicane senza rinnegare il legame con l’Urss e
quindi senza cessare di incannare le aspe a ve rivoluzionarie della classe operaia italiana,
che con nuava a guardare all’Urss come modello. Cercò di muoversi verso due direzioni:
cercare di costruirsi come par to nazionale e come par to nuovo.

I due si opposero alla Democrazia cris ana (Dc), del centro, punto di riferimento dei conservatori,
centris e modera (leadership De Gasperi); nacque nel 1942 e si richiamò dire amente
all’esperienza del Par to popolare di Sturzo. Si ispirava alla do rina ca olica e godeva dell’esplicito
appoggio della Chiesa, al punto che furono molto stre i rappor con il Va cano (Papa Pio XII,
convinto sostenitore dell’u lità di poter contare su un par to ca olico forte, che avrebbe
appoggiato gli interessi della Chiesa). Rispe o al Pci aveva un’organizzazione meno planetaria e
doveva la sua popolarità all’azione ca olica e all’a vità nelle parrocchie.

• Par to repubblicano (an monarchico e laico) = ri uta ogni compromesso con la monarchia
e vantava, sopra u o in alcune zone del paese (la Romagna) su una solida organizzazione
di massa e una solida base ele orale.
• Par to liberale (par to lomonarchico) = raccolse gran parte di quella che era la classe
dirigente prefascista, illustri adesioni (intelle uali, poli ci) e sul sostegno di industriali e
proprietari terreni.
• Par to d’Azione = nonostante il contributo o erto nella lo a di liberazione non sarebbe
riuscito a dotarsi di una base di massa; aveva come obie vo quella di fondere la
democrazia con la libertà e la gius zia sociale. Non fu un vero par to, ma sopra u o un
gruppo di intelle uali autorevoli e di ampio pro lo morale, che proprio per questo mo vo
nel dopoguerra non riuscì a dotarsi della necessaria base ele orale.
• Movimento dell’Uomo Qualunque = raccoglieva gli stra più intransigen della destra
nostalgica del fascismo. La destra era marginata, ma ancora forte sopra u o in alcune aree
del paese (il Mezzogiorno). Non avendo un vero e proprio par to di riferimento, i gruppi di
destra andarono a ra orzare le la della Dm, altri si nascosero dietro il par to
lomonarchico e altri fondarono questo movimento (novembre 1945, a opera di Guglielmo
Giannini, secondo cui i par erano inu li e bastava un buon ragioniere). Si limitò ad
fi
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
ti
ti
ti
ti
ff
ti
ti
tt
tt
ti
tt
ti

ti
ff
ti
ti
fi
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
fi
ti
ti
tt

ti
ti
tt
ti
tti
tti
tt

ti
tt
ff
ti
tt
fi
fi
tti
tti
ti
ti
ti
tti
ti
tt
ti
tt
ti
tt
tt
ti
tt
ti
ti

ti

tt
tt
ti

tt
ti
ti
ti
tt

tt
tt
tt
ti
tti
assumere la difesa del ci adino medio (l’uomo qualunque), ora minacciato dalla di atura
dei nuovi par (sopra u o quello comunista, secondo Giannini).

L’altra grande forza che si a acciò alla ribalta della scena poli ca italiana: il sindacato. I lavoratori
ca olici, comunis e socialis erano riuni all’interno della Confederazione generale del Lavoro
(Cgil). Il sindacato ebbe un ruolo di primo piano perché o enne importan conquiste a livello
salariale e di diri (il riconoscimento delle Commissioni Interne, rappresentanze sindacali
all’interno delle aziende). Si ba é sopra u o per una maggior eguaglianza retribu va tra i
lavoratori delle diverse categorie.

Il primo grande passaggio che inves il paese fu la scelta che gli italiani dovevano e e uare per
quello che sarebbe stato il nuovo asse o: vengono chiama a decidere tra repubblica e monarchia.
Il 2 giugno 1946 sono chiama al voto per eleggere l’Assemblea cos tuente; prime elezioni libere a
su ragio maschile e femminile dopo ven cinque anni. Lo stesso giorno i ci adini dovevano
scegliere il nuovo asse o is tuzionale del paese (venne inde o un referendum tra repubblica e
monarchia). La partecipazione popolare fu grandissima. Vinse la Repubblica, che o enne circa il
54% delle preferenze. Alla cos tuente invece si a ermò come primo par to la Democrazia
Cris ana, seguita dalle forze della sinistra.
Il biennio compreso tra le elezioni e le elezioni poli che del 18 aprile 1948 rappresentò un periodo
decisivo per l’Italia: il paese de nì non solo il proprio asse o is tuzionale, con il varo della
Cos tuzione, ma riorganizzò l’economia secondo i modelli capitalis raggiungendo così un
equilibrio poli co des nato a durare nel tempo e a ri e ersi in campo internazionale.
Amnis a Toglia (1946) = entra in vigore a giugno. De Gasperi guida il governo. Il ministro della
gius zia fu Toglia , che concesse un’amnis a agli ex fascis e rallentò i processi di depurazione (i
prefe erano gli stessi del fascismo, così come gran parte dei funzionari). L’amnis a ridusse
fortemente le operazioni di condanna suscitando profonda delusione sopra u o tra coloro che
avevano comba uto per la libertà, che diedero vita a numerosi disordini e proteste. Mol fascis
furono riabilita e non pagarono per i loro rea .
Dopo le elezioni della cos tuente nasce un governo composto da Dc, Psi e Pci. Permasero i
contras tra Dc e par di sinistra (per le diverse ideologie, per la visione del futuro). La Dc si
presentava come garante dell’ordine sociale, spingeva per la collocazione dell’Italia verso
occidente. I comunis agivano in direzione opposta, allinea con l’Urss e speravano in un
inserimento nell’orbita orientale e appoggiavano apertamente le rivendicazioni operaie e
contadine.
Il par to socialista conobbe nel 1947 una scissione: la parte più riformista e moderata formò il
Par to socialista dei Lavoratori (Par to socialdemocra co, Psli). Portò a una crisi di governo: De
Gasperi si dime e, ma o ene poco dopo l’incarico di formare un nuovo esecu vo, con soli
esponen democris ani. Da questo momento si delineano gli asse poli ci des na a
cara erizzare quella che sarà la storia dell’Italia repubblicana, divisa tra ca olici e sinistra.

-Elezioni 1948
18 aprile = gli italiani sono chiama a eleggere il proprio parlamento.
Si hanno due compe tor: la Dc (forza governa va) e il Fronte popolare (le forze delle sinistre,
composte da socialis e comunis ).
Vinse la Dc, che riuscì a conquistare i favori dell’ele orato moderno. Le elezioni del ’48 furono un
passaggio cruciale, segnando la ne delle speranze dei par di sinistra di guidare la
trasformazione del paese e ra orzarono l’egemonia cris ana.
tt
ff
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tti
ti
ti
ti

ti
ti

ti
ti
tti
tt
tt
tti
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tt
tt
tti
ti
tt
ff
ti
ti
ti
ff
ti
fi
tt
fi
ti

ti
ti

tt
tt
ti
ti

tt
ti
ti
ti

ff
ti
tt
fl
ti
tt
ti
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti

ti
tti
ti

ti

ti
ti
ti
tt
tt
tt
tt
ti
ti
ti
tt
ti
tt
ff
ti
tt

ti

ti

Entrambi gli schieramen ricorsero a una campagna ele orale volta non solo a ra orzare il proprio
messaggio, quanto a demonizzare l’avversario, presentato come una minaccia per il futuro del
paese. Manifes , locandine e volan ni invitarono gli italiani non solo a scegliere, ma a schierarsi.
La Dc insisteva sul tema dell’an comunismo, potendo contare su due allea poten : la Chiesa e gli
Sta Uni , il cui sostegno consen va alla Dc di accreditarsi in Italia come la rappresentante della
massima potenza mondiale, agitando il pericolo, in caso di vi oria dei comunis , della sospensione
del Piano Marshall.
Il Fronte Popolare ado ò una campagna rivolta ai ce più deboli, appoggiando Urss e la poli ca
estera di Stalin e u lizzando un linguaggio rivoluzionario che chiamava all’importanza della lo a di
classe.
Il 1948 fu importante anche per la scissione sindacale: il 14 luglio ci fu un a entato a Palmiro
Toglia . A sparare fu uno studente di destra, che lo colpì dopo averlo aspe ato fuori dal
parlamento. Alla di usione della no zia, nelle principali ci à italiane operai e militan comunis
scesero in piazza, occupando molte fabbriche. I comunis , delusi dal risultato ele orale e dalle
scelte del Par to erano pron a imbracciare le armi e ba ersi per la rivoluzione. Furono gli stessi
dirigen del par to però a placare gli animi, assumendo un a eggiamento prudente. L’episodio
provocò per la scissione delle forze sindacali: i lavoratori di orientamento ca olico, comunista e
socialista erano riuni nella Cgl. Decisero di proclamare uno sciopero generale di protesta, ma l’ala
ca olica non acce a e fonda la UISL e i socialdemocra ci la UIL.

-Piano Marshall
Il piano svolse un ruolo fondamentale nella ricostruzione italiana. Fu approvato nell’aprile del 1948
dal congresso degli USA e consisteva nell’invio di aiu economici per far par re l’economia. Si
concluse nel 1951 stanziando per l’Italia circa 1 miliardo e mezzo di dollari. I fondi vengono
u lizza per la ricostruzione di infrastru ure, delle grandi industrie (la FIAT acquisì una cifra pari al
23% di tu o il totale), le derrate alimentari (che consen rono di lenire i fabbisogni alimentari e di
far ripar re la produzione).

-Primo governo De Gasperi


Durante il suo primo governo a uò due grandi passaggi:
• una riforma agraria (1950) = regola la divisione di proprietà terriere di ampissime aree
geogra che, andando incontro a richieste di contadini e braccian , che lo avano per la
conquista della terra da anni.
• la cos tuzione della Cassa per il Mezzogiorno (1950) = nanziamen statali per industrie,
per promuovere lo sviluppo, ma raggiunge deluden risulta in rapporto al denaro pubblico
di des no. Non riuscì ad avviare un processo di modernizzazione delle regioni del sud e a
colmare il loro divario con l’area se entrionale del paese.

1953 = nuove elezioni; De Gasperi tenta di rendere ina accabile la coalizione, a raverso una
modi ca delle elezioni: assegnare il 65% dei seggi della camera al gruppo di par apparenta ,
uni da un’alleanza preven va, che o enesse la metà + 1 dei vo . Né la destra né gli altri par
potevano riuscirci. La legge fu de nita dalle sinistre “legge tru a” e fu accompagnata da violenze.
La maggioranza o ene solo il 48,5% dei vo e il premio di maggioranza non sca a. De Gasperi
dove e a rontare la sua prima scon a. Il mancato premio di maggioranza vide De Gasperi
dime ersi e morire poco dopo. Si assiste all’ascesa di una nuova generazione di dirigen Dc. I
principali esponen furono Aldo Moro, Paolo Emilio Taviani, Mariano Rumor e Amintore Fanfani.
ti
tt
ti
ti
tt
tt
fi
ti
tti
ti

fi
ti
ti
ti
ti
tt
ff
ti
ti
ti

tti
tt
ti
ti
ff

ti
tt
ti
ti

ti

ti
tt
fi
ti
tt
ti
ti
fi
tt
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
tt
fi
ti
tt
tt
ti

tt
ti
tt
tt
ff
ti

ti
ti
tt
ti
tt
tt
ti
tt
ti
tt
ti
tt
ti
tt
ff
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti

Anni ’50 = periodo di grandi cambiamen . L’Italia completava la sua ricostruzione e iniziava una
crescita economica che la trasformava da paese agricolo a paese industriale (boom economico,
1953-1963). Il boom si basa su tre fasi:
1. la preparazione = dal ’53 al ’58, serie di elemen che rendono possibile lo sviluppo:
l’avvento di nuove tecnologie produ ve, inves men in campo industriale, crescita
dell’export, sviluppo del mercato interno e grande riserva di manodopera non specializzata
spesso a basso costo;
2. apice = ’58-’62;
3. declino = modi ca del mercato del lavoro, crescita dell’in azione, perdita del lavoro.

Esportazioni = crescono grazie alla poli ca di liberalizzazione del commercio con l’estero,
intrapresa e ra orzata con i Tra a di Roma del 1957. L’Italia divenne esportatore di
ele rodomes ci e automobili, che avevano prezzi più contenu rispe o a quelli prodo in altri
paesi europei (riuscivano a conquistare ampie fe e di mercato).

Infrastru ure = in questo periodo si svilupparono la motorizzazione privata, i traspor su strada


(grazie a una saldatura tra aziende pubbliche e private). Il paese si dota di un nuovo sistema
autostradale che favoriva i traspor , l’economia e la mobilità privata.
1958 = venne inaugurato il primo tra o dell’A1, la Milano-Napoli, costruita per rilanciare
l’economia nazionale. Prima della sua realizzazione i mezzi commerciali, per andare da Napoli a
Milano impiegavano circa due giorni di viaggio (accorcia i tempi di collegamento). Nel 1964 si
completa l’intera opera.

Manodopera = si assiste a un esodo agricolo, a un abbandono delle campagne che porta verso le
grandi ci à dell’opera una grande quan tà di manodopera (urbanizzazione). Diminuiscono gli
occupa in agricoltura e aumentano quelli dell’industria, se ore principale dell’economia italiana.

Nascono alcune aziende specializzate nella produzione di ele rodomes ci (lavatrici, frigoriferi)
sopra u o in Veneto, Marche e Emilia Romagna. Al contrario fallisce il tenta vo di
industrializzazione del sud.

1954-1964 = periodo che vede aumentare i consumi degli italiani e migliorare le condizioni di vita:
aumenta il reddito nazionale e si di ondono nuove abitudini (le vacanze, il weekend, il turismo).
Sopra u o la televisione, che iniziò le sue trasmissioni nel 1954, modi cò i comportamen di
massa e favorì l’alfabe zzazione del paese; intere famiglie si riuniscono nei bar, nei cinema e nei
teatri per assistere alla programmazione della Rai. Alla ne degli anni ’50 erano sempre più
numerosi gli italiani che acquistavano il proprio apparecchio televisivo per u lizzarlo privatamente
nella propria abitazione.
1960 = “Non è mai troppo tardi”, trasmissione di educazione popolare condo a da un maestro
elementare che svolgeva auten che lezioni di italiano. Programma realizzato con il Ministero della
pubblica istruzione.
Le automobili e gli scooter diventano elemen che fanno parte in maniera sempre maggiore delle
famiglie italiane. Lo Stato, con provvedimen scali, favorì l’acquisto alle automobili (700.000 nel
1954 vs. 4 milioni nel 1960). Fiat 600 e Fiat 500 come modelli. Mercato des nato agli adul .
Ai giovani si rivolgeva la vespa (Piaggio), che facilitava i traspor e mezzi u li e poco costosi,
acquistabili anche a rate.
tt
tt
tt
ti
tt
tt
tt
tt
ti
ff
fi

ti

tt
ti
ti
ti
ff
tti
tt
ti

ti
ti
ti
ti
fi
ti
ti
tt
ti
fi
fl
tt
tt
ti
ti

tt
fi
ti
ti
ti
ti
ti
tt

ti
tti
ti
ti

I giovani rappresentano uno dei principali protagonis di quest’epoca: iniziano ad assumere


a eggiamen di ro ura verso le regole morali e i modelli educa vi propos dalla società italiana
del tempo. In molte famiglie si avvertono scontri generazionali: il rapporto tra genitori e gli
cambia. I giovani iniziano ad acquisire una propria iden tà che ricalcava modelli, modi e
comportamen provenien dagli USA. Simboli: musica, blue jeans, ipper. Visibilità sociale che non
avevano mai avuto nelle epoche preceden ; rivendicano il proprio spazio e la propria
indipendenza.

-Le migrazioni interne


Uomini e donne partono sopra u o dalle regioni del sud verso il nord, alla ricerca di migliori
condizioni di vita. Genova, Torino e Milano diventano simbolo dell’emigrazione, alla quale si legano
di coltà di inserimento e integrazione. L’impa o con le nuove ci à non fu semplice: di erenze
culturali e iden tarie li misero al centro di dinamiche di esclusione e pregiudizio.
Milano = ci à molto industriale, ma nelle periferie vi erano abitazioni sovra ollate di immigra .
Torino = principale meta.
Le ci à non erano pronte ad accogliere un numero così alto di nuova popolazione: per mol il
proge o migratorio non si rivelò uguale a quello che era il desiderio.

30/03/2021
-Le migrazioni internazionali
Verso America La na e Australia e verso Belgio, Svizzera e Germania.
Belgio = principale a vità economica è l’estrazione del carbone. Il governo italiano e quello belga
rmano un accordo nel 1946 de o “uomini per carbone”; l’Italia si impegnava a inviare uomini,
mentre il Belgio spediva carbone nel nostro paese a prezzi agevola . Da varie zone depresse del
paese partono migliaia di uomini, arruola dai rappresentan della federazione belga
(Charbonnages). Sono so opos a visite mediche, in cui i gracili venivano ri uta . Gli acce a
venivano porta a Milano e poi cala nelle miniere, senza alcun po di preparazione, lavorando a
ritmi pesan e nel pericolo (al lavoro nella miniera in Belgio si collega una delle più grandi tragedie:
l’8 agosto 1956 si ha un incendio nella galleria di una miniera, dove muoiono 262 persone, 136
italiani). Un contra o obbligava a lavorare in miniera almeno cinque anni. Chi non resisteva veniva
accolto in centri di raccolto e poi rimpatria in Italia. Chi acce ava invece viveva in baracche,
spesso senza acqua e corrente, senza conta con la famiglia (che li raggiungeva dopo anni). Nel
1961 gli italiani erano il 44% sul totale degli stranieri residen nel paese.
Svizzera = disponeva di infrastru ure e cien e di un apparato produ vo inta o, non toccato
dalla guerra. Esercitava una forte capacità a ra va su migliaia di italiani. Anche in questo caso i
governi siglano un accordo. Inizialmente arrivano dal nord Italia (1946), da Friuli, Veneto e
Lombardia. Nella seconda metà degli anni ’50 la gran parte delle persone che arriva in Svizzera
sono del sud. La presenza italiana sale no al 1975 (picco). Lavoravano in alberghi, nelle industrie e
nell’edilizia. Avevano un permesso di soggiorno di 9 mesi che inizialmente non consen va il
ricongiungimento delle famiglie. Quando si perme e il ricongiungimento cresce la domanda di
infrastru ure, aumenta la popolazione del paese. Il trand cambia intorno al 1974: la Svizzera
a ronta una crisi, disoccupazione, gli italiani tornano. Riprenderà con vigore intorno alla ne degli
anni ’70, non con le quote imponen preceden . Il processo di inserimento degli italiani fu
fa coso: furono vi me di a eggiamen discriminatori (cartelli che impedivano l’ingresso a cani e
italiani). Gli italiani erano la principale fonte dell’Uberfremdung (contaminazione dei costumi).
Vennero create nelle scuole elementari delle classi speciali nelle quali inserire i bambini italiani che
manifestavano di coltà d’apprendimento. Nel 1970 un editore colto e ra nato, rampollo di una
fi
tt
ff
ffi
ti
tt
tt
tt
tt
ti

ti

ti
ti
ti
ffi
ti
tti
tt
tt
tti

tt

ti
tt

tt
ti
tt
tt
tt
ti
ti
fi
ffi
ti
ti
ti
ti
tti
tt
ti
tt
ti
tti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti
fl

tti

ffi
ti
ff
fi
tt
ti

ti
ff
fi
fi
tt
ti
ti
ti

delle famiglie svizzere più benestan , entra nel Parlamento e vuole espellere gli immigra
(sopra u o italiani). Nel referendum del giugno 1970 viene scon o.
Germania = rma di un pa o bilaterale tra reclutamento e collocamento nella Germania federale
tra Italia e governo tedesco. Il governo tedesco doveva comunicare al governo di Roma il numero
di manodopera che necessitava e per quale mansione. Venivano selezionate persone italiane, i
tedeschi facevano poi un esame dove bisognava dimostrare le capacità d’istruzione e lavora ve
(oltre che l’idoneità sica). Contra o di 9 mesi, rinnovato poi se il lavoratore dimostrava di aver
appreso la lingua tedesca. Il governo italiano crea dei centri di recluta a Milano, Verona, Roma,
Napoli e Messina. Il primo usso migratorio si ha nel 1956 (Veneto, Puglia e Campania
maggiormente). Gli italiani erano la terza comunità straniera (dopo turchi e jugoslavi). Wolfsburg,
ci à della Volkswagen, ebbe il più grande numero di italiani. Accoglienza inizialmente dura
(Gasterbeiter = parola per indicare la condizione di precarietà degli italiani nel paese).

-L’Italia e il proge o europeo


Obie vo = condividere le risorse industriali e minerarie dei paesi membri, tra i quali l’Italia.
Gli sta fondatori della Ceca decisero di cooperare anche nel se ore del mercato comune e
dell’energia atomica.
Tra a di Roma, rma il 25 marzo 1957 da Francia, Repubblica Federale di Germania, Italia,
Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo.
La CEE doveva garan re una crescita ai paesi rmatari, mediante l’eliminazione di dazi doganali e la
creazione di un mercato unico.
Euratom = coordinare i programmi di ricerca rela vi all’energia nucleare, garantendo l’u lizzo solo
per scopi paci ci.

-Il centro-sinistra
Si ha l’ingresso dei socialis al governo, che fa registrare il primo importante cambiamento a
par re dalle elezioni del ’48. Parte della DC e USA si opposero.
1960 = il presidente del consiglio dei ministri, Tambroni, forma un governo con MSI (formazione di
estrema destra).
Protesta da parte della sinistra della DC.
Genova, luglio 1960 = aveva una forte a enzione operaia an fascista. Rivoluzione popolare:
ci adini e operai si scontrano con la polizia, che cercava di garan re il congresso di Tambroni. Il suo
governo cade.
Fanfani apre un’alleanza con i socialis . Nel marzo 1962 si forma il primo governo di centro-
sinistra, che a ua importan riforme: la nazionalizzazione dell’energia ele rica e l’is tuzione della
scuola media unica (abolizione degli is tu professionali). Il governo fu breve. Già nel 1963 fu
abba uto. Democris ani e socialis videro accentuarsi divisioni interne all’interno dei loro par :
si forma un nuovo governo di centro-sinistra presieduto da Aldo Moro (segretario DC).
1964 = il par to socialista di unità proletaria pagò la partecipazione governa va con contras
interni che portarono a una scissione. La minoranza di sinistra, contraria all’alleanza con la Dc e
all’abbandono dei rappor con il Par to comunista, diede vita al Par to socialista di unità
proletaria (Psiup).
1964 = morte di Toglia , i cui funerali si svolsero a Roma con grande partecipazione popolare, a
dimostrazione del grande appoggio che il par to comunista poteva vantare.

GUERRA FREDDA
Fine II GM ! 68 milioni circa di mor , quasi la metà civili
tt
tt
tt
ti
tti
tt
ti
ti
tt
tt
fi
ti
tt
fi

fi

tt

fi
ti
ti

tti
ti
ti
tt
ti
fl
ti

tt

ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt

ti
fi
ti
ti

ti

tt
ti
fi
tt
ti

tt

ti
ti

ti
ti
ti
ti

ti
ti
Genocidio nei confron di ebrei e rom
Crimini nazifascis
Distruzione di molte ci à
Economie in crisi
Bomba atomica

Liquidazione del nazifascismo, crisi delle potenze europee, tramonto del sistema eurocentrico e
mul polare che aveva contraddis nto le relazioni internazionali tra O ocento e Novecento, nascita
di un desiderio di cambiamento basato sulla necessità di rifondare le relazioni internazionali,
ascesa di USA e Urss, con la conseguente creazione di un sistema bipolare che de nirà i decenni
successivi.

Uno dei primi problemi con i quali i vincitori furono chiama a confrontarsi fu la ges one della
pace, che apparve complicata.
Europa = processo di Norimberga (20 agosto 1945 – se embre 1946), che insieme a Berlino e
Monaco fu ci à simbolo del nazismo. Furono ca ura i nazis e a giudicarli fu un Tribunale
militare internazionale, rappresentato da USA, Francia, Gran Bretagna e Unione Sovie ca. Quella di
so oporli a un processo fu una decisione presa ancor prima della ne del con i o. Un secondo
processo di Norimberga venne riservato ai criminali di guerra. I capi di imputazione erano qua ro:
cospirazione (preparazione di un piano comune per l’esecuzione dei crimini successivi), crimini
contro la pace, accusa di crimini di guerra per aver compiuto violazioni di diri internazionali
(tra amen disumani nei confron di prigionieri di guerra) e crimini contro l’umanità (a di
estrema atrocità). Il processo non vide imputa i maggiori colpevoli: Hitler e il capo delle SS si
erano suicida , così come mol altri. Nel corso del processo venne passata al setaccio e studiata
minuziosamente l’intera poli ca della Germania nazista, grazie a documentazione raccolta dalle
potenze vincitrici durante la guerra. La sentenza si concluse con la condanna a morte di 12 imputa
per deli contro l’umanità e altri. Tra gli altri processi, secondari, ci fu quello ai do ori accusa di
aver preso parte a esperimen su esseri umani in nome della scienza. I medici tedeschi avevano
a uato e piani cato un programma di eutanasia denominato Ak on T4: l’uccisione sistema ca di
persone indegne alla vita. Avevano anche condo o esperimen nei campi di concentramento.
Processo di Tokyo = Tribunale Militare Internazionale per l’Estremo Oriente, is tuito per
condannare le personalità giapponesi accusate di aver commesso diversi crimini (3 maggio 1946 –
12 novembre 1948). Equivalente orientale del processo di Norimberga. Gli imputa furono circa 28
e oltre 5000 secondari. Le imputazioni erano le stesse del processo di Norimberga. Tu gli
imputa si dichiararono non colpevoli. Tre morirono durante il processo, se e furono condanna a
morte. Caso par colare fu quello di Hideki Tojo, generale, uno dei maggiori partecipi della
conduzione bellica, l’unico ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Altri furono accusa ,
ma rilascia senza essere mai chiama a deporre. Stessa cosa accadde agli scienzia che avevano
condo o esperimen su cavie umane, che sfuggirono al processo perché prote dalle autorità
statunitensi. I membri della famiglia imperiale, compreso l’imperatore stesso (Hirohito) non furono
processa né incrimina . Le misure straordinarie ado ate da MacArthur per salvare l’imperatore
ebbero un duraturo e profondo impa o distorsivo sulla comprensione della guerra da parte dei
giapponesi, in par colare sulle atrocità commesse dall’esercito imperiale nei paesi conquista
durante il con i o, come avvenne in Cina.
Il verde o del processo di Tokyo si basò sulla teoria secondo cui il Giappone prebellico era
dominato da un lato da gruppi militari e poli ci di destra e dall’altro da modera (l’imperatore,
tt
tt
tt
ti
tt
ti
tt
tti
ti

ti
ti
tt
ti
fl
fi
tt

ti

ti
ti

ti
ti
tt
ti

ti
ti
ti

ti
ti
tt
ti

ti
ti
tt
tt
ti
tt
tt
ti
ti
ti
ti
fi
tt
tt
tti
fl
ti
ti
tti
tt
fi
ti
tt
ti
ti
ti
tti
tti
ti
ti
tt
ti

ti
ti
ti
consiglia , diploma ci). Con l’ascesa del potere della destra estremista e dei militari iniziò la
poli ca di aggressione verso le altre nazioni dell’Asia. Questo salvò i modera , incluso l’imperatore.
Massacro di Nanchino ( ne ’37 – inizio ’38) = durante l’occupazione di Nanchino l’esercito
nipponico commise atrocità (stupri, saccheggi, distruzioni); nonostante le eliminazioni fossero
iniziate per eliminare solda cinesi traves da civili, il numero di civili uccisi fu di 200.000 +
20.000 donne stuprate e bambini e anziani. Le dimensioni del massacro sono tu ora ogge o di
discussione tra Giappone e Cina: molte volte si u lizza la neutra espressione di “incidente di
Nanchino”.
Processi per celebrare i crimini di guerra contro l’umanità di cui si erano macchia i nazis e i loro
allea giapponesi.

-Nascita ONU
Conferenza di San Francisco (Carta delle Nazioni Unite), 24 o obre 1945. Prendono parte i delega
di circa 50 nazioni alleate.
Necessaria la creazione di un’organizzazione internazionale, che doveva regolare e regolamentare i
rappor internazionali.
Salvaguardia delle future generazioni dal agello della guerra. Impiegare strumen internazionali
per promuovere il progresso economico e sociale.
ONU = si cos tuisce a New York, anche se già delineata antecedentemente. I mo vi alla base della
nascita dell’ONU stava la volontà di evitare con i , salvaguardia dei diri umani e promozione di
pace e progresso. Organizzazione intergoverna va, ma le tensioni tra USA e Urss nirono spesso
per in uenzare non solo l’a vità, ma anche le decisioni dell’organizzazione. L’ONU nel contempo
svolse inizia ve umanitarie di po economico, sociale e culturale, a dando la competenza ad
agenzie collegate (ancora oggi). Pace e sicurezza internazionale si abbinano a inizia ve umanitarie.
L’ONU consta di tre organi principali: un’assemblea generale, un consiglio di sicurezza e un
segretariato generale.
L’Assemblea generale è composta da rappresentan di tu gli sta membri, si riunisce
annualmente in sessioni di po straordinario e si occupa di ques oni amministra ve, mentre sul
piano poli co ha la facoltà di eme ere raccomandazioni. Ha delibera di maggioranza semplice o di
2/3.
Il Consiglio di sicurezza è cos tuto da 11 sta , 5 permanen (USA, Russia, Francia, Gran Bretagna,
Cina) detentori del diri o di guerra. Si riunisce per deliberare elemen come sanzioni economiche,
interven militari, diri o di veto che può essere esercitato autonomamente.
Il Segretariato generale è presieduto da un Segretario designato dal Consiglio di sicurezza ed ele o
ogni cinque anni dall’Assemblea, ha mansione di ordine diploma co e poli co.
Ha la sua sede centrale a New York e u ci decentra .
Oggi conta 193 membri (quasi totalità). L’Italia entra a farne parte nel 1955 e le nalità tra i paesi
aderen sono: mantenere la pace e la sicurezza internazionale, impegno a sviluppare relazioni
amichevoli tra le nazioni, impegno a cooperare alla soluzione dei problemi internazionali e
incoraggiare il rispe o dei diri dell’uomo, costruire un centro per il coordinamento delle a vità
volte al conseguimento di scopi comuni, ria ermare la fede nei diri fondamentali dell’uomo,
nella dignità e nel valore della persona, nell’uguaglianza dei diri di uomini e donne e delle nazioni
grande e piccole.

-La ne della grande alleanza


fi
ti

ti
fl
ti
ti
ti
ti
ti

ti
ti

ti
tt
tt

tt
fi

ti
tti
ti
ti

tti
ti
tt
ffi
ti
fl
ti
ff
ti
ti
fl
ti
tti

ti
ti

tti
ti
tt
tti
ti
ti
ti
tti
ffi
ti
tti
ti
ti

fi
tt
ti
ti
ti
fi
ti
ti
ti
tt
tti
tt
ti

Il comune impegno contro la Germania nazista limitò i con i tra USA e Urss, che però emergono
durante la ges one della pace (non appena la guerra nisce), che porta al sorgere di due diversi
modelli: una pax americana e una pax sovie ca.
Roosevelt morì nel 1945, favorevole a una cooperazione tra i due, a raverso l’instaurazione di un
nuovo ordine europeo, nel quale l’Urss avrebbe ricoperto un ruolo signi ca vo. Teoria delle zone
di in uenza. Le cose cambiano con l’insediamento del democra co Truman, con un conseguente
irrigidimento degli USA verso l’Urss.
A Postdam, quando si deve de nire il futuro asse o della Germania scon a e dell’Europa
orientale, iniziano i con i .
Pace di Parigi = ebbe per l’Italia conseguenze dire e. A Parigi maturarono ulteriori passaggi che
interessarono dire amente anche gli altri sta , primo tra tu l’Urss, che riuscì a incamerare le ex
Repubbliche bal che nei suoi territori, parte della Polonia dell’Est e la Prussia orientale. Qui le
potenze vincitrici non riuscirono a trovare un accordo su Germania, Austria e Giappone. Si applicò
a Parigi il principio delle zone di in uenza per il more di una ripresa del nazionalismo germanico.
Con l’avvento di Truman si avviano due strategie. Quella degli USA cercava di evitare il controllo
sovie co in Eurasia, conservare la preponderanza militare e convinzione del modello americano su
cui plasmare il mondo. Quella sovie ca era basata sul fa o di avere una sfera di in uenza
sull’Europa orientale, sull’u lizzo dei par comunis occidentali per contrastare gli USA, contraria
ricos tuzione della potenza tedesca, svolgere un ruolo centrale nella scena internazionale e
posizione subordinata alla sua ideologia.

-Conferenze
Yalta = venne deciso un ridimensionamento dell’Europa centrale, con l’Urss che era erede
dell’impero zarista con la trasformazione del vecchio sistema imperiale in sta cuscine o.
Potsdam = disarmo e smilitarizzazione della Germania, divisa in se ori di occupazione, ciascuno
dei quali a dato alle potenze vincitrici. Fu anche deciso di procedere alla denazi cazione del
paese. Sorsero delle for diversità di vedute tra Urss e USA, ques ul mi abbandonarono la
posizione di pace puni va, che con nuava a de nire il punto di vista sovie co, deciso a chiedere
alla Germania due riparazioni. Gli USA volevano stabilizzarsi su un a eggiamento più morbido che
poggiava le basi su tre elemen fondamentali: la Germania era ritenuta essenziale per qualsiasi
processo e proge o di ricostruzione economica, l’imposizione di condizioni di pace estremamente
dure poteva generare un rigurgito nazionalista e an USA, rischio di creare un vuoto di potere in
Europa.
Urss raggiungeva invece il suo proge o di stato, di veder assogge ato nell’est Europa tu quegli
sta già occupa dall’armata rossa.
Conseguenza di queste tensioni fu un’accelerazione del processo che portò la divisione e la
creazione della cor na di ferro (espressione coniata da Churchill, guadagnò presto popolarità in
riferimento alla divisione dell’Europa che si stava delineando).

-Guerra dei mondi


USA (capitalista) vs Urss (comunista).
Sistema che instaurò per decenni un ordine duraturo, ma non condiviso. I due contenden si
ritenevano entrambi impegna in una lo a che negava all’avversario ogni legi mità e ogni
prospe va di integrazione nel mondo comune no a quando uno dei due a prevalere: due binari
che procedevano paralleli senza mai incontrarsi e, al contrario, si trovano in una perenne
opposizione che raggiunge livelli tali da coinvolgere anche la vita sociale e civile.
ti
fl
ti
ti
tti

ffi

ti
ti
ti
tt
tt

ti
ti
fl
ti
tti
ti

ti
fi
ti
fl
ti

ti
tt

tt
ti

ti
ti
ti
fi
fi
ti

tt
tt
ti
ti
fi
tt
fl
tti
tti

ti
ti
tt
tt
tt
tt
ti
fi
fi
ti
tt
ti
ti
tti
fi

fl
tt
tti
ti

Capitalismo e comunismo = ideali che non intendevano conquistare un’area del mondo limitata,
ma che avevano la pretesa di espandersi su tu o il globo e su ogni aspe o della vita.
La Guerra Fredda non risparmiò nessun con nente, disegnando fron diversi, impossibile la pace,
ma al contrario improbabile una vera e propria guerra.
Mondo bipolare = un nuovo baricentro del potere internazionale, des nato a durare no al 1991.
Mondo spar to in sfere di in uenza, ciascuna delle quali vede contrapporsi un mondo libero e un
mondo socialista (due ideologie diverse, due propagande = strumen che consen rono a USA e
Urss di ra orzare le rispe ve iden tà e il consenso interno a ciascun paese).
La sovranità nazionale fu molto rido a nei territori egemonizza dall’Urss, che non consen va vie
nazionali al socialismo.
Nei paesi so opos all’in uenza statunitense, gli stessi USA sostennero inizia ve per abba ere
governi comunis (appoggio però a governi illiberali). Contrapposizione ideologica, poli ca,
economica e militare.

-Tappe
Avvio della do rina Truman, a uazione del piano Marshall, creazione della NATO = tappe degli
USA.
Formazione di regimi comunis dipenden dall’Urss in Europa orientale (sta satelli ), liquidando i
par non comunis , Pa o di Varsavia, integrazione economica tra Urss e gli sta dell’Europa
orientale = tappe dell’Urss.

L’espressione Guerra Fredda de nisce un con i o non guerreggiato, ma comba uto tra due poli
contrappos che vide susseguirsi provocazioni, scontri diploma ci, propaganda e accuse, sempre
al limite delle os lità calde. Il termine fu u lizzato per la prima volta dal consigliere presidenziale
Bernard Baruch in un discorso tenuto nel ’46, ma reso celebre dal giornalista Walter Lippmann,
autore di ar coli pubblica nel luglio del ’46, nei quali u lizzò l’espressione per descrivere la
tensione tra le due potenze. Prima di lui ne aveva già parlato George Orwell, nel 1945 in un saggio,
in cui esprimeva la preoccupazione per un mondo consapevole dell’esistenza di armi nucleari in
grado di distruggere il genere umano.

-Poli ca del containment


Enunciata da Truman in occasione della seduta del Congresso degli USA il 12 marzo 1947.
L’occasione che fornì la sua elaborazione fu il progressivo disimpegno dei governi laboris inglesi in
Grecia e in Turchia, molto esposta alle ques oni sovie che. Gli USA assunsero l’impegno a
sostenere militarmente e economicamente i governi minaccia dal comunismo: strategia del
containment, con la quale gli USA evitavano un intervento dire o. Poli ca che dominò la poli ca
estera statunitense, con la volontà di contenere l’espansione sovie ca, arginando così l’e e o
domino determinato dal progressivo e graduale spostamento di paesi verso l’orbita di Mosca
piu osto che in direzione del capitalismo e della liberaldemocrazia.

-Inizio della Guerra Fredda


Agosto 1946, Stre o dei Dardanelli scontro tra Urss e Turchia per il controllo dello Stre o. Nel
febbraio 1947 il governo degli USA o enne uno stanziamento straordinario per sostenere le forze
an comuniste in Grecia e Turchia. Truman stesso chiese di votare a favore di nanziamen da
inviare, minacciate di entrare nella sfera del comunismo. Stalin rispose con la creazione
nell’o obre del ’47 del Cominform, un U cio di informazione dei par comunis , una sorta di
riedizione della Terza internazionale.
ti
tt
ti
ti
ti

tt

ff
ti
ti
tt
ti
tt
ti
ti
tt
ti
ti

tt
tti
fl
ti

fl
ti
tt
fi
ti
tt
tt

ffi
ti
ti
ti
ti
fl
tt
tt
ti

ti
ti
tt
ti
ti
ti

ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
fi
ti

tt
ti
ti
ti
ti

fi
tt
ti
ti
ff
ti
tt
ti
tt
ti

Nel contempo accelera la sovie zzazione dell’Europa orientale, u lizzando Berlino come
strumento di pressione (blocco di Berlino) accelerando paradossalmente ciò che voleva evitare e
cioè la cos tuzione della Repubblica Federale tedesca e il ra orzamento della presenza USA in
Europa.

31/03/2021
I principali momen di tensione della guerra fredda furono:
• Blocco di Berlino (1948-1949)
• Guerra di Corea (1950-1953)
• Muro di Berlino (1961)
• Crisi di Cuba (1962)
• Guerra del Vietnam (1962-1975)
• Guerra in Afghanistan (1979-1989)

-Blocco di Berlino
La Germania viene divisa in qua ro zone (so o il controllo statunitense, sovie co, inglese e
francese). Si spar scono anche la capitale, unita alle zone di occupazione occidentali da tre corridoi
aerei e da una serie di collegamen terrieri (ferrovie). Gli accordi presi erano sta presi solo per le
vie aeree, tu i vincitori avrebbero potuto avere libero accesso alla ci à. In realtà ci fu una vera e
propria crisi, già all’inizio dell’estate del ’48 quando i treni dire a Berlino venivano blocca dai
sovie ci adducendo la necessità di controllare i bagagli dei passeggeri.
24 giugno = la radio sovie ca annuncia il blocco per mo vi tecnici della linea ferroviaria che
portava a Berlino. Con ques pretes furono chiuse non solo le re ferroviarie, ma anche tu e le
altre vie di comunicazione terrestri. Berlino rimase isolata. Le forze occidentali rimasero sorprese,
impreparate ad un avvenimento di questo genere; non era stato studiato nessun piano per
resistere ad un eventuale isolamento della ci à. Alcune ipotesi suggerivano di forzare il blocco. Alla
ne, si decise di rifornire provvisoriamente la ci à mediante un ponte aereo in a esa di tra a ve
diploma che. Nessuno pensava potesse essere possibile far giungere i viveri a raverso il ponte
aereo. L’organizzazione delle forze aeree angloamericane era des nata a passare come
avvenimento de ni vo, moderno e u le. Il ponte permise alla ci à di superare l’inverno tra ’48 e
’49 e sul piano diploma co iniziava una mediazione tra una commissione di esper nominata
dall’ONU. Malgrado lo stallo nelle tra a ve appariva chiaro che gli occidentali erano sta in grado
di resistere alla s da dei sovie ci, che cercavano di trovare un modo per uscire senza perdere la
faccia. Già dall’inizio del ’49 Stalin si era dimostrato disponibile a un accomodamento alla ne del
blocco, a pa o che gli occidentali acce assero la creazione di uno stato indipendente.
12 marzo = ne del blocco di Berlino.
L’isolamento nì, ma cadde anche la speranza di vedere una Germania unita, di un’unica patria. Il
giorno della ne del blocco i governatori militari di Francia, USA e Inghilterra approvarono la legge
fondamentale, la carta cos tuzionale per le due zone di occupazione occidentali. La stessa cosa
avvenne nella zona sovie ca: la nascita delle due Germanie era ormai un dato di fa o. Con la
divisione della Germania si chiudeva ogni speranza di organizzare il futuro dell’Europa in uno
spirito di collaborazione tra le potenze vincitrici della guerra.
Un altro scenario in cui si manifestò questa fra ura tra Oriente e Occidente fu l’Europa dell’est,
occupata dai sovie ci (Ungheria, Paesi Bal ci, Albania, Romania, Cecoslovacchia), paesi che
avevano una storia e des ni diversi tra loro, anche se accomuna da un livello di sviluppo
economico arretrato rispe o ai paesi occidentali e da una fragilità delle tradizioni democra che
(ques elemen furono fa ori determinan per l’impianto di sistemi di matrice comunista).
fi
ti
ti
ti

ti
fi
tt

fi
tti
fi
ti
fi
fi
ti

ti
ti
ti

ti
ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti

ti
ti
tt

ti

ti
tt

ti
tt
ti
ti
ti
tt
tt
tt
tt
ti

ff

tti
ti
tt
ti
ti
ti
tt

ti
tt
ti
tt
ti
tt

ti
fi
ti
ti
tt
tt

ti
-Germania Est (DDR)
A data a un’amministrazione militare sovie ca. A governarla fu un apparato formato da Mosca e
posto so o il controllo di Walter Ulbricht, già deputato comunista e ex comba ente della guerra di
Spagna. I sovie ci, per cercare di o enere il consenso popolare, permisero la ricostruzione di
par storici (socialis , cris anodemocra ci e liberaldemocra ci) e fu a uata una grande riforma
agraria capace di ridistribuire no a 3 milioni di e ari. Però i nuovi agricoltori, per lo più inesper ,
erano rimas senza a rezzi, scorte e macchinari perché contemporaneamente i sovie ci avevano
chiesto un’indennità di guerra sproporzionata, smantellando il sistema industriale.
Quando i socialdemocra ci acquistano un crescente appoggio popolare sono costre a fondersi
con il par to comunista, creando la DDR – Deutsche Demokra sche Republik (o obre 1949) con
capitale nella zona orientale di Berlino.

-Polonia
Forte radicato movimento an nazista, ma di matrice non comunista. Il par to comunista avrebbe
dovuto o enere alle elezioni un buon successo per poter salire al governo (par to che godeva
della protezione di Mosca).
1942 = creazione del Par to polacco dei lavoratori. Movimento che subì una sanguinosa scon a
nel corso dell’insurrezione di Varsavia del 1944; questo consen ai comunis polacchi di prendere
il sopravvento, obbligando il governo a sciogliersi. Cos tuitosi in comitato di liberazione, il par to
polacco diventa governo provvisorio.
1947 = elezioni, il par to prepara il terreno ed elimina gli avversari. I comunis o engono la
maggioranza e salgono al potere.

-Ungheria
Nazione alleata del nazismo, occupata dall’Armata Rossa e lasciata so o il controllo sovie co che
almeno inizialmente consen un pluralismo poli co.

-Cecoslovacchia
Paese vi ma del nazismo e simpa zzante dell’Urss. So o la guida di Edvard Benes si realizza una
collaborazione con i comunis portatori di una linea riformatrice non del tu o subordinata a
interessi sovie ci (equilibri fragili, travol nel ’47, quando anche in Cecoslovacchia iniziò a so are
il vento sovie co). La svolta coincise con l’applicazione del piano Marshall: aiu economici rivol a
tu e le economie europee, non accentato allo stesso modo nell’Occidente e in Oriente.
-Piano Marshall (1947-1951)
La sua a uazione fu annunciata dal segretario di Stato statunitense George Marshall, in un
discorso tenuto il 5 giugno 1947 in un’università. Piano poli co ed economico per la ricostruzione,
che prevedeva lo stanziamento di circa 12 miliardi di dollari e gli aiu economici ra orzarono
l’in uenza poli ca degli USA sull’Europa occidentale.
Gli obie vi del piano erano:
• fornire capitali e materie prime necessarie ad alimentare la ripresa dell’economia europea;
• accrescere produ vità, reddito e occupazione;
• integrare l’economia tedesca in un’area di scambi europei;
• determinare una stre a interdipendenza dei merca mondiali, in primo luogo tra quelli
europei e statunitensi.
ffi
tt
fl
ti
ti
tti
tt
tti

tt
tt
ti

ti
ti
ti
ti
ti

tti

tt
ti
tt
ti

ti
ti
ti


ti

ti
fi

ti
tt

ti
ti
ti

ti
tt
ti

ti
tt

ti
ti
ti

ti
tt
tt
ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti
tt
tt
ff

tti
ti

ti

ffi
fi
ti
tt
ti
ti
Gli obie vi erano concessi a tu i paesi europei, ma l’Urss respinse gli aiu . In mò di fare
altre anto ai paesi satelli , in par colare Cecoslovacchia e Polonia, che avevano aderito
all’erogazione dei fondi.
Stalin era convinto che il piano Marshall rappresentasse uno strumento di imitazione dell’in uenza
sovie ca e strumento che favorisse l’espansione statunitense. In Cecoslovacchia u lizzò il suo
apparato di controllo, costringendo il governo a respingere il piano.
Piano Marshall = piano economico e poli co. La scommessa fa a dall’amministrazione Truman era
che la crescita e il benessere s molato dagli aiu , dalla tecnologia, dai principi manageriali e dalle
pra che industriali di matrice statunitense, avrebbero contribuito alla stabilità poli ca e ra orzato
le poli che lostatunitensi (depotenziando la propaganda sovie ca).
I piani erano considera aggressivi per i sovie ci. Il piano Marshall contribuì alla divisione europea;
il successo del modello nordamericano cos tuì uno dei pun di maggior forza degli USA del
conforto bipolare della Guerra Fredda: il piano rappresentò per gli USA un pretesto per arrivare a
una maggiore penetrazione economica, sociale e poli ca nei diversi sta europei; i fondi venivano
eroga in base al grado di “a dabilità” degli sta rispe o agli USA: se sulla Gran Bretagna gli USA
non ebbero mai alcun dubbio sull’a dabilità poli ca, l’Italia riceve e invece meno perché le
sinistre avevano grandi forze (strumento di penetrazione).
Permise però la creazione di nuovi merca in Europa, che avrebbero potuto essere sfru a dagli
USA. Eliminazione del surplus produ vo presente negli USA stessi. Agevolazione della ripresa
industriale.
Occidente = piano Marshall ra orzava i legami dei paesi con gli USA.
Est = l’Urss impose agli sta delle aree alleanze e forme di integrazione economica e sociale che
introdussero uno sviluppo non molto di erente rispe o a quelli che avevano consen to all’Urss di
diventare una grande potenza. Due furono gli strumen di questa strategia:
1. Cominform (1947) = u cio di informazione dei par comunis , organismo che
raggruppava i par orientali unitamente a quello italiano e francese. Fu una sorta di
riedizione della Terza Internazionale, sciolta nel ’43 in virtù dell’alleanza an fascista. La
funzione principale del Cominform era quella di fornire supporto ai par comunis
nazionali nella scalata al potere, par ai quali era richiesto però un passaggio essenziale:
riconoscere il ruolo guida di Mosca, anteponendo la poli ca sovie ca alla via nazionale al
socialismo. Compito immediato fu quello di risolvere lo stallo nel quale si trovavano i par
comunis dell’Europa orientale. Il Cominform rappresentò anche la risposta di Stalin nel
dare un’organizzazione alla propria sfera di in uenza poli ca, a a a controba ere la
do rina Truman e il Piano Marshall. Il primo e e o derivante dalla creazione del
Cominform fu l’assorbimento dei vecchi par socialdemocra ci dell’est nei par
comunis ; in questo modo Stalin intendeva consolidare il potere, per facilitare il loro
ingresso so o l’ala di in uenza sovie ca. Il Cominform si sciolse nel 1956.
2. Comecom = consiglio per la mutua assistenza economica, creato nel 1949. Aveva il compito
di coordinare le varie economie dei paesi, so oponendole però a delle regole di
interscambio decise dire amente da Mosca. Il principio guida era che ogni paese avrebbe
dovuto commerciare in modo bilaterale con l’Urss, nei se ori che la stessa Urss considerava
determinan (Cecoslovacchia, Ungheria e DDR dovevano fornire prodo industriali,
Polonia prodo alimentari e Urss invece avrebbe fornito carburante). Con il Comecom
prese forma un sistema che fece parlare di impero sovie co e sta satelli , re o da una
dipendenza di po coloniale classico, ma in questo caso le colonie fornivano prodo ni
all’Urss. Imponeva un modello del tu o simile a quello sovie co che imponeva la
tt
ti
tt
ti
ti
ti
tti
ti
ti
tt

fi
ti
tti
ti
ti
ti
ffi
ti
fl

tt
ti
ti
ffi
ti
ff
tti
ti
ffi
ti
tti
ti
tt
ti
ff
ti
ti
ti
ti
tt
ti
fl
ti
ff
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt

ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti
ti
tt

tti
ti
ti
ti
ti

ti
ti

tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
tti
ti
ti
fi
tt
ti
ti
ti
ti
ff
fl
colle vizzazione agricola, l’industrializzazione forzata e un’accentuata statalizzazione
dell’economia.
I paesi conobbero crescite industriali. Furono create intere ci à e bacini industriali dal
nulla.

-Piano militare
Lo scontro tra USA e Urss ebbe sopra u o un cara ere militare, inteso nella preparazione di
entrambe le potenze a sostenere un con i o di po globale che in realtà non fu però mai
comba uto. Crescono esponenzialmente gli armamen e le spese militari. Lo scontro si gioca
anche con alleanze poli che e militari.
Nell’aprile del 1949 il blocco occidentale organizzò i propri appara militari intorno alla NATO,
un’alleanza formata da i con ngen militari degli sta membri (Sta Uni , Inghilterra, Canada,
Francia, Benelux, Danimarca, Islanda, Italia, Portogallo e Norvegia). Il pa o si fonda sulla
condivisione dei valori, della civiltà occidentale e della democrazia (nonostante il Portogallo di
Salazar vi aderisse) e prevedeva un disposi vo militare integrato composto dai singoli paesi, che
aumentarono negli anni successivi (nel ’51 aderiscono Grecia e Turchia, poi la Germania e il
Giappone, che riacquistò piena sovranità poli ca diventando uno dei più stabili allea degli USA).
L’Europa occidentale venne posta so o l’ombrello atopico degli USA. Tra gli obie vi non
u cialmente dichiarato vi era anche quello di impedire e contrastare l’ascesa al potere dei par
comunis nei paesi che facevano parte dell’organizzazione.
In risposta alla NATO, l’Urss strinse nel 1955 un’alleanza con gli sta satelli (Polonia,
Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria, Albania, Romania e Germania orientale): Pa o di Varsavia,
organizzazione militare integrata che portò a un ulteriore irrigidimento del controllo sovie co sugli
sta satelli . Ad elaborare il pa o fu Nikita Chruščëv segretario del Par to Comunista dell’Unione
Sovie ca. I fa ori che portarono alla creazione dell’alleanza furono la volontà di rispondere al
riarmo della Repubblica Federale Tedesca e al suo ingresso nella Nato e dall’altro dalla volontà
sovie ca di ra orzare l’egemonia sui paesi satelli dell’Europa orientale. I sovie ci ricoprirono le
cariche principali e sedarono con la forza ogni tenta vo di abbandono degli sta membri (come
avvenne a Budapest con la Rivoluzione Ungherese del 1956).
Una serie di nazioni decise di distanziarsi da ques blocchi: a occidente la Francia, che nel ’64 ri ra
le truppe dalla NATO, così come Austria, Svizzera, Finlandia e Svezia.
Alcuni paesi invece opposero alla rivalità tra est e ovest una collaborazione tra nord e sud per
raggiungere uno sviluppo economico e sociale (India, Egi o, Jugoslavia = i paesi non allinea ). Nel
corso della Conferenza dove nasce l’alleanza viene sancita l’eguaglianza di tu e le nazioni, il
sostegno ai movimen impegna nella lo a al colonialismo e il ri uto a prendere parte alle
alleanze delle potenze.

-La retorica delle armi


I due blocchi avevano un asso nella manica: la bomba atomica, però carta inu lizzabile, perché
capace di distruzioni totali.
1949 = prima bomba al plutonio. La preponderanza statunitense non sembrò però essere
intaccata, anche perché i sovie ci non disponevano ve ori tali da raggiungere gli USA, ma
potevano minacciare gli sta europei. Nel 1950 gli USA possedevano arsenali atomici in tu a
Europa, mentre l’Urss restava ferma a quaranta. Presto si dotarono di bomba atomica anche allea
e avversari: la Francia, la Cina e la Gran Bretagna. Nel 1961 l’Urss fece esplodere la più potente
bomba mai u lizzata (Bomba Zar). Le bombe rappresentavano l’arma retorica assoluta. La logica
ffi
ti
tti
ti
ti

tt
ti
ti
tt
ti
ff

ti

ti
ti

ti
ti
tt
ti
ti
tt
tt

tt
fl
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
tt

tt

fi
ti
ti
ti

ti
tt
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
tti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
era quindi quella di mostrare i muscoli a tu o il mondo, la propria capacità di prevalere
sull’avversario.
L’arma atomica cos tuì anche il sogge o principale di romanzi le erari di largo consumo e del
cinema, impegnato a girare pellicole dense di trame segrete, piani di distruzioni del mondo contro i
quali comba ono i 007.
In entrambi i blocchi si veri cano casi di spionaggio, collusioni, trame segrete. I processi staliniani
degli anni ’30 avevano convinto i capi dei par a recitare e confessare crimini. Si ha una caccia alle
streghe tesa a individuare capitalis , nemici del popolo e del par to; pra ca costante nella vita
poli ca di tu i paesi europei, capillare controllo sociale e poli co della popolazione. In Polonia il
40% della popolazione risulta schedata. L’apice fu raggiunto nella DDR, dove i collaboratori della
Sta (polizia segreta, ministero per la sicurezza dello stato) erano pra camente ovunque: la metà
della popolazione spiava l’altra metà. Le vite degli altri = lm simbolo di questo periodo.
Anche l’altro lato del blocco non stava a guardare: negli USA si temeva l’in ltrazione comunista.
Per i pochi aderen al par to statunitense si avevano persecuzioni: nel 1950 un uomo poli co di
provincia, il senatore Joseph McCarthy, lanciò una campagna contro gli in ltra sovie ci e poi in
tu o l’apparato pubblico). Il meccanismo delle delazioni e delle deposizioni, delle accuse e delle
discolpe inves il paese segnando a fuoco la vita di mol , che furono incarcera o allontana dal
posto di lavoro. La ventata nì nel 1954, ma il sinonimo di maccar smo ebbe vita più lunga nella
società statunitense.

-L’anomalia Jugoslava
Le tensioni interne a ciascun blocco dovevano essere a rontate senza interferenze da parte
dell’altro: l’Urss de e massimo sostegno, anche nanziario, ai par fratelli occidentale (Italia e
Francia) senza appoggiarne le prospe ve rivoluzionarie e a loro volta le democrazie occidentali
non intervennero mai a sostegno dei movimen che agitavano il campo comunista. Gli asse
interni e l’orientamento poli co di ogni paese e dei suoi rappor internazionali si modellarono
secondo la zona di appartenenza e i loro con i e a ri non ebbero mai e e rilevan all’interno
dell’altro schieramento.
Nel blocco sovie co la creazione del Cominform condannò ogni tenta vo di raggiungere
un’autonomia e ogni istanza culturale e nazionale: l’interesse sovie co doveva venire prima di
tu o. A eggiamento che provocò negli sta satelli tensioni, che raggiungono il punto più alto in
Jugoslavia. Tito (Josip Broz, di origine contadina, diventò comunista durante la Grande Guerra,
fondò nel 1920 il Par to comunista jugoslavo e alla ne della II GM riuscì a liberare il paese senza
aiuto dell’Armata Rossa, sostenne il sostegno inglese per la lo a al nazifascismo, unico capo delle
forze della resistenza del paese) si so rasse alla ques one sovie ca. Alla ne della guerra si hanno
le elezioni: il nuovo parlamento abolisce la monarchia e proclama la Repubblica Federa va di
Jugoslavia (novembre 1945). Cara ere mul etnico del par to e dell’esercito, che ostacolò i
possibili scontri etnici proseguendo verso un’a enta poli ca federale; accentrato autoritarismo del
par to, che seguì tu e le pra che di atoriali dei regimi comunis del tempo (processi farsa,
repressione, polizia poli ca UDBA so ocante) e interpretazione “jugoslava” al marxismo, senza
seguire i de agli sovie ci. L’accordo con Bulgaria e Albania per la creazione di una Federazione
Balcanica a guida jugoslava ! Stalin sospe a un’autonoma indipendenza sui Balcani da parte della
Jugoslavia. La Jugoslavia viene espulsa dal Cominform.
1948 = Bucarest, Conferenza del Cominform, la Jugoslavia non partecipa, accusata di tenere una
strategia di stato autonomo che non riconosceva la guida dell’Urss. La condanna rappresenta una
delle più laceran fra ure del movimento comunista su scala internazionale: la Jugoslavia è
costre a a orientare verso Occidente i propri scambi commerciali, o enendo pres dal fondo
tt
tt
ti
ti
ti
tt
tt
tt
tt
tti

ti
ti
ti
tt
ti
tt
ti

tt

ti

ti

ti
fi
fi
ti
ti
tt
ti
tt
ff
tt
tti
tt
tt
ti
tt
ti
fl
ti
tt
ti
tti
ti
fi
ti
fi
tt
ti
ff

ti
ti
ti
fi
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
fi
fi
fi
ff
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti

ti
tti
ti
monetario internazionale e aiu dagli USA. Tito diventò per l’Occidente un interlocutore
privilegiato: dal punto di vista poli co rappresentava l’ul mo baluardo prima del blocco comunista.
Gli oppositori interni della Jugoslavia, che con nuavano a schierarsi dalla parte di Stalin e del
Cominform ! repressione, campi di internamento (Goli Otok, Isola Calva) per riabilitazione, a vi
dal 1949 al 1956. Vide passare circa 32.000 persone, alcune delle quali ripeteva l’esperienza. Altre
55.000 persone furono incarcerate in luoghi di eren (la Jugoslavia negava l’esistenza di Goli Otok,
no agli anni O anta).

-Verso la coesistenza
05 marzo 1953 = morte di Stalin. La sua scomparsa lascia un vuoto: per oltre trent’anni era stato
dominus assoluto e indiscusso, un mito agli occhi di tan ssime persone, anche fuori dai con ni
sovie ci. La successione era complicata: dopo un intermezzo di ges one collegiale alla guida del
par to e dell’Urss venne posto Nikita Chruščëv. Inizia un nuovo corso, convinto che fosse
necessario allentare la pressione sui ci adini sovie ci. Svuotò l’universo concentrazionario:
un’amnis a liberò oltre un milione di prigionieri, i gulag si svuotarono. Fu concesso maggior respiro
al mondo culturale, no ad allora opere proibite.
Nel tenta vo di seppellire de ni vamente l’immagine e il culto di Stalin decise di organizzare una
vera e propria esecuzione pubblica del di atore, il 25 febbraio 1956, durante il XX Congresso del
Pcus. Quando il congresso stava per terminare i delega furono chiama per ascoltare un rapporto
su quelli che erano sta i crimini commessi da Stalin; tu o l’Occidente venne a conoscenza dei
documen e vennero pubblica . I risulta consegui da una commissione is tuita per indagare
sulla repressione interna furono pubblica . La distruzione del mito di Stalin avrebbe avuto e e
dirompen .
A vismo diploma co verso l’occidente, puntò a ra orzare i legami con i paesi socialis
extraeuropei (accordi con Cina, Egi o, India, Austria). Riconobbe la Germania federale e per la
prima volta dal 1945 un capo sovie co si incontrò a Ginevra con rappresentan statunitensi, inglesi
e francesi.
Venne ricevuto amichevolmente dagli USA nel 1959 e l’anno seguente in Francia.
! passaggio “grazie” al quale si tornò a parlare di coesistenza paci ca, espressione liquidata da
Stalin. Coesistere non voleva dire convivere su valori comuni, ma acce are una condizione di
equilibrio instabile tra diversità. Ques anni non rappresentano un congelamento del riarmo, ma
un periodo di nuclearizzazione accelerata (nuove tecnologie letali). Lo scopo non era allentare gli
arsenali nucleari, ma quello di sviluppare gli elemen con i quali colpire gli obie vi.
Sia da una parte che dall’altra veniva perseguita una reciproca volontà di distruzione totale
dell’avversario.

07/04/2021
-Guerra Calda
La guerra fredda conosce alcune fasi “calde”:
• la Guerra di Corea (1950-1953);
• la crisi di Cuba = nel 1962 gli USA intervengono nella poli ca interna, in mori
dall’avvicinamento di Fidel Castro all’Urss, dopo aver nazionalizzato le a vità produ ve
nordamericane. Dopo la scoperta di missili sovie ci gli USA a uarono un blocco navale. La
crisi si risolse solo dopo alcuni giorni, importante perché il mondo fu nuovamente posto
sull’orlo di una guerra;
fi
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti

tt

ti
fi

ti

fi
ti
ti

ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti
tt
ti

ti
ff
ti

ti
ff
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
fi
ti
tt
ti
ti
tti
ti
ti
ti
tti

tti
ti
fi
ff
tti
tti

• la guerra del Vietnam = con i o regionale, dal 1965 si inserirono anche gli USA. Il grande
numero di solda invia indicò l’inizio di una vera e propria guerra, dato che il Vietnam del
nord era appoggiato da Urss e Cina. I comunis vinsero. Con i o più lungo e dramma co
dell’intera storia statunitense, che nirà nel 1975.

-Il muro di Berlino


Agosto 1961 = la no e tra il 12 e il 13 il governo della DDR decise di erigere un muro per marcare la
separazione della ci à e per impedire le fughe verso la Germania ovest, sempre più consisten . I
solda dell’est riceve ero l’ordine di sparare a vista su chiunque tentasse di oltrepassare il muro.
Con le sue vi me e le sue migliaia di fughe (a volte riuscite e spesso no) il muro divenne il simbolo
e punto focale dello scontro tra occidente e comunismo.
Nel 1963 John Kennedy dichiarò che ogni uomo libero poteva a ermare “ich bin ein berliner” !
guanto di s da lanciato contro i comunis .

1949 = Berlino venne divisa in qua ro zone. Berlino ovest in tre so o Francia, USA e Gran
Bretagna. Ai ci adini berlinesi era consen ta una libera circolazione tra tu i se ori, ma con
l’avvento della guerra fredda i movimen vennero limita no a quando nel 1952 il con ne tra
Germania est e ovest viene chiuso.
1949 al 1961 = più di 2 milioni di persone avevano abbandonato la Germania dell’est, vedendo
come dall’altra parte ci fossero condizioni di vita migliori. Il fa o che a scappare fossero sopra u o
giovani creava un problema alla classe dirigente, anche perché la Germania dell’est stava per avere
un collasso economico: a fuggire erano sopra u o professionis e tecnici, competenze necessarie
all’economia del paese.
Inizialmente gli sbarramen erano cos tui da lo spinato, contemporaneamente vennero tol
tra di pavimentazione sulle strade di collegamento per interromperle.
Nelle se mane seguen al lo spinato fu sos tuito un vero e proprio muro di blocchi di cemento,
costruito dai laboratori edili a Berlino est, controlla dalle sen nelle.
Le nuove for cazioni non risparmiavano nemmeno edi ci priva : il governo della DDR diede
ordine di murare le entrate delle case e le nestre al piano terra. Gli abitan potevano accedervi
solo dai cor li.
For ssimo impa o emo vo nell’intera popolazione mondiale. Dopo la costruzione del muro i
passaggi da est a ovest diminuirono: solo 5.000 persone.
La costruzione ebbe e e molto dannosi, non solo per la DDR ma per l’intero blocco sovie co, che
cercò di controba ere denominandola “barriera di protezione an fascista”, dato che la poli ca
imperialista statunitense secondo loro aveva assunto impronta fascista. Il muro divenne simbolo
della rannia comunista, specialmente dopo le uccisioni contro le persone che aspiravano alla
libertà.
Il muro era lungo più di 155 km, viene poi edi cato un secondo muro all’interno della fron era per
rendere ancora più di cili le fughe. Una terza costruzione soppiantò le preceden e poi una
quarta ul ma generazione.
Era possibile a raversare il muro: per i berlinesi erano disponibili c’erano 13 pun di passaggio.
Alcuni vennero chiusi (come la porta di Brandeburgo).
Check Point Charlie = il 25 o obre 1961 si fronteggiarono carri arma sovie ci e carri arma
statunitensi, raggiungendo il punto maggiore di tensione della guerra.
Fughe = di cile fornire delle cifre precise, ma si calcola che almeno 100.000 ci adini della DDR
abbiano cercato di fuggire. I tenta vi vennero messi in a o con tecniche “casalinghe” (passare con
tti
ti
ti
ti

tti
ti
ffi
fi
ti
ti
tti
fi
tt
tt

tt
ti
tt

tt
tt
tt
ffi
ff
ti
ti
ti

tti
ti
fl

fi
tt
tt
ti
tt
fi

ti
ti
ti
ti
ti
fi

tt
ti
fi
ti
fi
tt

ti

fi
tt
ti

fi
fl
tt
ti
tt
ff
ti
ti
ti
tt
ti

tti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti
fi
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
un automobile spor va so o le barricate, bu arsi da una nestra sperando di a errare ad ovest,
scavando gallerie so erranee.

1989 = il leader della DDR Honecker si dime e, predicendo che l’esistenza del muro sarebbe stata
assicurata altri cento anni. Il nuovo governo Krenz decide di concedere ai ci adini dell’est permessi
per viaggiare verso ovest. A comunicare questa decisione fu il ministro della propaganda
Schabowski. Prima che venisse presa la decisione, lo stesso ministro si trovava fuori Berlino e non
era a piena conoscenza dei de agli delle nuove regole di viaggio. Non avendo una risposta certa
sul “da quando partono le misure” egli risponde “immediatamente”. Ormai era impossibile
rimandare indietro le folle di persone, erano costre ad aprire le fron ere senza controllare le
carte d’iden tà.
9 novembre = data simbolo della caduta del muro.
Alla caduta del muro segue l’uni cazione del paese.
18 marzo 1990 = si tengono le prime e uniche elezioni libere della DDR: paradosso ! governo il cui
principale mandato era quello di negoziare la ne dello stato.
1° luglio 1990 = Tra ato sull’Unione Monetaria, che prevedeva una conversione della moneta.
Tra ato di Uni cazione (12 se embre) = si tra ò dell’annessione da parte della Germania ovest
della parte est. Ciò velocizzò la riuni cazione, evitando una nuova Cos tuzione e la so oscrizione
di nuovi tra a . La Germania riuni cata con capitale Berlino rimase paese della Comunità Europea
e della NATO. La stessa riuni cazione apparve come passaggio imprescindibile per la successiva
integrazione europea e per l’adozione come valuta comune di mol paesi dell’euro.

-“Guerre stellari”
Guerra fredda: esibizione delle capacità tecnologiche, tra cui quelle spaziali. Metaforicamente, lo
spazio diventa “terreno di gioco”.
La guerra fredda si comba e sul piano economico e tecnologico. L’Urss conobbe in ques anni
successi notevoli, al punto che la sua economia cresce a un ritmo del 7% annuo. L’incremento era
basato sullo sviluppo dell’industria pesante e delle spese militari; la crescita impressionava
l’Occidente, contribuendo ad alimentare una ducia nel sistema sovie co e, tra gli oppositori, che
l’Occidente potesse uscirne scon o.

4 o obre 1957 = radio Mosca annuncia al mondo la conquista dello spazio perché i sovie ci erano
riusci a lanciare in orbita il primo satellite ar ciale, lo Sputnik, che girava intorno alla terra a una
velocità di 7 km al secondo, eme endo un segnale intermi ente (trasmesso dalle radio di tu o il
mondo) e in determinate condizioni atmosferiche e metereologiche era anche visibile a occhio
nudo (conquista enorme, celebrata).
Esa amente un mese dopo l’Urss celebrò un altro trionfo spaziale: viene mandata in orbita una
seconda capsula, che ospitava un cane.
Qualche anno più tardi toccò all’uomo: il 1° aprile 1961 l’Urss lanciò il primo uomo sullo spazio.
L’anno dopo toccò a una donna.
Il Congresso degli USA si riunì in assemblee straordinarie, preoccupa , ma nel giro di pochi anni gli
Sta Uni seppero recuperare no all’invio del primo uomo sulla Luna (20 luglio 1969) ! Missione
spaziale Apollo 11, Armstrong e Buzz Aldrin.
Anche sul piano tecnologico si giocò una par ta molto dura e di grande compe zione.

-Economia
L’altro campo sul quale si svolgeva la gara tra i due blocchi era quello economico.
tt
ti
tt
tt
ti
ti

tt
ti
ti
fi

tt
ti
tt
tt
tt
fi
tt
tt

fi
fi

tt
fi

tt
fi
fi

tt
ti

tt
ti
fi
fi
tt
fi

tti

fi
tt

ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tt

tt

ti
ti
tt

Se da un lato gli occidentali vantavano, insieme ai traguardi economici, anche la loro supremazia
economica, non sempre riuscivano ad avvallare quella sovie ca e a capire i suoi proge .
Gli USA erano convin della loro superiorità del modello capitalis co, in confronto all’Urss che
possedeva un’economia fragile.
Dal Disgelo, la popolazione si sarebbe aspe ata un miglioramento delle condizioni di vita in Urss,
da troppo tempo sacri cate ! Krusciov intraprende una nuova poli ca di spesa pubblica basata su
due fa ori: da una parte la riduzione delle spese militari, venne rido o l’orario di lavoro e vengono
aumenta i salari; viene varato anche un nuovo sistema pensionis co. Ques elemen ebbero
e e immedia : un aumento, in tu o l’est europeo, della popolazione (arriva a toccare quasi i 60
milioni), cresce anche la popolazione scolas ca e riprende l’emigrazione verso le ci à al punto che
nel 1959 per la prima volta i ci adini urbani superano quelli delle zone rurali. C’è quindi necessità
di incen vare, creare nuove stru ure dove ospitare le persone: l’incremento della popolazione
coincide con inves men nell’edilizia. Mosca fu al centro di un proge o di modernizzazione, sia il
centro che le periferie (nascita di nuove ci à, nuove case a schiera. Questa nuova edilizia
signi cava vedere compiuto il passaggio dalle abitazioni comuni a private.
L’agricoltura con nuava a essere un se ore economico importante. Le maglie della
colle vizzazione forzata furono allentate. La compe zione con gli USA avrebbe dovuto giocarsi
anche sul terreno dei consumi, dell’alimentazione e della qualità della vita; l’ambizione era quella
di o enere nel giro di pochi anni una produzione di burro, carne e la e pari a quella degli USA.
All’agricoltura furono riserva grandi inves men , con piani complessi in aree anche come la
Siberia. In poco meno di tre anni furono messi a coltura tan ssimi terreni.
Ci fu un aumento della produzione e quello del reddito dei contadini, ma si tra ava di elemen
marginali: la scarsa produ vità assorbiva molte risorse. Le trasformazioni sociali non potevano
essere supportate, così l’Urss tornò indietro. L’avvio di poli che dire e a favorire i consumi
rischiava di me ere in moto meccanismi di trasformazione sociale che il sistema non era in grado
di sostenere.
Aumento di scioperi e tensioni nei paesi satelli , proprio dove erano maggiori le speranze di
cambiamen .

-Tensioni
Berlino est (giugno 1953) = circa 400.000 lavoratori scioperano, tre mesi di disordini che avrebbero
agevolato la fuga verso ovest di molte persone. Sciopero che si era trasformato in una s da e
rivolta contro il governo (intollerabile per i ver ci della DDR, che proclamano lo Stato di emergenza
e di intervenire con la forza). Mol mor e arres .

Polonia, Poznan (1956) = centro industriale, scoppia una protesta dei lavoratori dato il livello di vita
(in termini di salari e condizioni materiali era divenuto insopportabile). La dura repressione non
fermò le proteste, mostrando l’impotenza del governo. Entra in gioco Krusciov, che decide di
giocare la carta di un ricambio ai ver ci del governo, accondiscendendo alla richiesta del locale
par to comunista che proponeva l’ex leader Gomulka, epurato da Stalin. Quando i repar
dell’Armata Rossa stavano convergendo su Varsavia, il leader sovie co acce a la richiesta.

Ungheria, Budapest (1956) = situazione più complicata; una folla inizia ad abba ere la statua di
Stalin. I sovie ci intervengono riportando l’ordine, richiamando al governo Imre Nagy, con storia
simile a quella di Tito (anche lui fu comba ente dell’esercito austro-ungarico, fu preso prigioniero
ed entrò nelle le dell’Armata Rossa; fu poi costre o a fuggire a Mosca per poi rientrare in patria
dopo la liberazione, assumendo sempre ruoli di rilievo). Il suo governo durò solo tredici giorni
ff
ti
tt
tti
fi
tti
tt
ti
ti

ti

ti

fi
tt
ti
ti
ti
ti
fi
ti
tti
ti
tt

tt
ti
tt
ti
tt
ti
tt
tt
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
tt

ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tt
tt
tt

tt
ti
tt
tt
tt
ti
tti
fi
ti

ti
perché annunciò che l’Ungheria avrebbe abbandonato il Pa o di Varsavia, assumendo un chiaro
intento an sovie co. Budapest fu a raversata da insurrezioni armate (Rivoluzione ungherese),
rivendicazioni democra che e nazionali.
I carri arma sovie ci intervengono schiacciando la rivolta.
L’Occidente non intervenne: i disordini e le vi me non alterarono l’assoluto controllo delle
reciproche sfere di in uenza.
La rivoluzione assicurò un decennio di “tranquillità” nei paesi satelli , dall’altra parte distrusse le
speranze di vedere applicato un sistema di libertà anche nei paesi del blocco comunista.
! tu o ciò ebbe ri essi su una parte del Par to comunista italiano, travolto da un diba to
interno. Le posizioni italiane si dividevano in Toglia e la dirigenza del par to (aveva sposato la
linea di non intervenire nei confron dell’Ungheria), dall’altro alcuni gruppi di militan
(disapprovavano la linea seguita dal par to stesso). Il diba to coinvolse mol intelle uali, che
rmarono il Manifesto dei 101, documento a raverso il quale veniva cri cato il ritardo verso la
cri ca allo stalinismo.
Mol intelle uali presero le distanze e fuoriuscirono dal par to (Italo Calvino come caso più noto,
deluso dalla mancata svolta del par to).

-Disgelo culturale
La svolta di Krusciov si rivelò illusoria sul piano culturale, già nel 1958 divenne chiaro con il caso
Pasternak come agli intelle uali non fosse concessa la possibilità di so rarsi alle dire ve dei
par . Pasternak, completata la scri ura della sua opera più nota, non poté pubblicare in patria il
suo romanzo. All’estero il libro ebbe un grande successo, al punto di vincere il premio Nobel.
Pasternak fu costre o a ri utare tu o per non perdere la patria (si piega a dire ve del par to).

-Cambio di guardia
! cambio di leadership ai ver ci dei due paesi.
USA: 1961 = elezione Kennedy (democra co) che succede a Eisenhower (repubblicano). La sua
elezione segna che i tempi stanno cambiando. Primo presidente degli USA nato nel XX secolo e il
più giovane (43 anni) e il primo ca olico. Sul piano comunica vo fu un personaggio di ro ura,
ironico: nel suo discorso di insediamento indicò quella che si può de nire una “nuova fron era”,
chiedendo alle nazioni di unirsi contro i nemici, sollecitando l’impegno con una frase des nata a
rimanere impressa (non chiedete cosa può fare questo paese per voi, chiedete cosa potete fare voi
per il paese). La sua poli ca univa il rilancio dell’economia alla lo a per la povertà, per i diri civili,
per gli emargina , per gli afroamericani, contribu statali… Nel 1963, ribadendo il principio di
uguaglianza, portò a votare una serie di leggi per i diri civili, per porre ne alle discriminazioni
per le diverse etnie (dopo un secolo dall’abolizione della schiavitù sopra u o nel sud degli USA la
popolazione afroamericana era discriminata, non godeva di tu i diri – quali quello del voto – di
pari diri per l’istruzione – scuole separate, così come gli ospedali).
1963 = si ha l’omicidio di Kennedy e viene sos tuito da Lyndon Johnson. Lui vuole una grande
società, che garan sse ai ci adini abbondanza, libertà e no ingius zie. Oltre alla garanzia dei diri
civili, egli si fece portatore di una guerra totale contro la povertà (piani di edilizia pubblica, borse di
studio, pres , rma proge di riquali cazione per i disoccupa ). Piani che avrebbero avuto
pesan cos per l’economia.
URSS: 1964 = Brèznev succede a Krusciov, portando avan una linea poli ca per la coesistenza
paci ca tentando di ricucire i rappor con la Cina. Proposi che non impedirono ai ver ci sovie ci
di intervenire in Cecoslovacchia per reprimere l’esperimento riformatore della Primavera di Praga,
in quanto un cambio degli equilibri europei era considerato inacce abile.
fi
ti
ti
ti
fi
ti
tt
ti
tti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
fi
ti
ti

ti
ti
fl
tt

fl

ti
ti
fi
tt
tt
tti

ti
tt
tt
ti
ti
tt
tt
ti
fi
ti

ti
ti
tt
tti
ti

ti
tti
tti
ti
ti
tti
tt

ti
ti
tti
ti
tt
ti
tt
ti

fi
tti
tt
tt
ti
fi
ti

ti
tt
ti
tti
tti
tt
ti
ti
tti
tt
ti

ti
ti
tti
ti

tti
-Primavera di Praga
5 gennaio 1968 = sale al potere Dubcek (riformista) e termina quando carri arma invasero il
paese.
Le riforme furono un tenta vo di concedere nuovi diri ai ci adini, grazie al tenta vo di
decentralizzare parzialmente l’economia e concedere la democrazia; allentamento delle libertà di
stampa, possibilità di dividere il paese in tre repubbliche (Boemia, Moravia e Slovacchia) o due
nazioni dis nte (Repubblica Cieca e Repubblica Slovacca). Quest’ul mo diviene realtà dopo la ne
del blocco sovie co.
I sovie ci reagiscono alle riforme non assecondandole: dopo il fallimento dei negozia inviano
migliaia di solda e carri arma degli sta satelli per occupare. Si veri cò una fuga verso i paesi
dell’Europa occidentale, mentre le proteste non violente furono all’ordine del giorno. La
Cecoslovacchia rimase occupata no alla caduta del muro. Dopo il paese entra in un periodo di
normalizzazione, i leader successivi ripris nano le condizioni economiche e l’ordine.
La Primavera di Praga ispira sia la musica che la le eratura.

12/04/2021
Dopo le crisi che avevano cara erizzato i primi anni del decennio, le due super potenze iniziarono a
pensare a un ridimensionamento degli armamen .
Nuova fase di distensione tra Urss e USA, che raggiunse il suo culmine nel 1972, quando Nixon e
Breznev rmarono l’accordo SALT e successivamente un accordo commerciale.
Avvicinamento USA-Cina = segnato dal passaggio del seggio permanente dell’ONU alla Repubblica
popolare Cinese e dal viaggio dell’allora presidenza repubblicana a Pechino. La poli ca di dialogo e
di vicinanza tra Cina e USA ebbe una valenza molto importante per entrambi, sia come elemento di
pressione sull’Urss sia come bilanciamento del suo potere in Asia.
Un nuovo campanello di allarme per la distensione si ebbe nel ’73 a causa del con i o di Yom
Kippur che oppose Egi o a Israele. USA e Urss si schierarono con i loro allea , alzando il livello di
allerta nucleare. Il con i o riguarda la quarta guerra arabo-israeliana, iniziata con l’a acco degli
eserci dell’Egi o e della Siria, che colse di sorpresa la dirigenza poli co-militare israeliana
me endo in di coltà le forze armate d’Israele perché le truppe egiziane erano ben equipaggiate
(grazie all’Urss), a raversano con successo il Canale di Suez. Ci fu poi una contro ensiva israeliana
nel Sinai. Qui arriva l’intervento delle due super potenze, che riuscirono ad evitare un’escala on
del con i o. Dopo alcune fasi le due potenze imposero di cessare il fuoco.
Contemporaneamente erano in corso negozia tra le due potenze.
A rendere ancora più tesa la situazione ci furono altri elemen , quali le accuse; una interna, da
parte dell’opposizione interna degli USA, al presidente repubblicano Ford di essere troppo
concessivo con i sovie ci. Altri problemi si veri carono sul piano internazionale: ci fu un intreccio
complicato da una serie di passaggi, quale la vi oria sandinista in Nicaragua, la crisi degli ostaggi
all’ambasciata americana in Iraq (il 4 novembre 1979 ci fu una rivoluzione islamica in Iraq e diversi
studen a accano l’ambasciata statunitense prendendo in ostaggio alcuni dipenden ).
Intervento dell’Urss in Afghanistan (Vietnam sovie co) = ri essi sulla poli ca, non solo militare,
dell’Urss. L’invasione sovie ca dell’Afghanistan avviene il 24 dicembre 1979 e fu l’inizio di una
lunga guerra che provocò quasi un milione di mor e quasi sei milioni di profughi. Nell’aprile del
’78 un colpo di stato abba é il governo afghano, che si opponeva all’in uenza nella poli ca
afghana della con nante Urss. Il colpo di stato vuole portare al governo Taraki, leader di un par to
marxista, sostenuto da Mosca. Poli ca laica e socialista, incontrò l’opposizione dell’ala più
intransigente degli islamici afghani, che organizzarono una resistenza armata dei mujaheddin (“i
tt
ti
ti

ti
fl
fi
tt
tt
ti

ffi
tt
ti
ti
fi
tt

ti
fl
tt
tt
tt
ti
ti
ti
tt
fi
ti
ti
ti
ti
fi
tt
ti
ti
tt
ti
ti

tti
fl

tt
ti

ti

ti
fi
fl
ti

ti

ff
ti
fl
ti
ti
tt
ti
tt

ti
ti

ti
fi
ti
comba en per la fede”, sostenu dagli statunitensi). Taraki viene rovesciato e il suo posto viene
preso dal primo ministro Amin, che apre un dialogo con mujaheddin e USA. Per non perdere il
controllo sull’Afghanistan, Breznev decide di invadere il paese (24 dicembre 1979) conquistando la
capitale. Gli USA promuovono un embargo contro l’Urss e boico ano le Olimpiadi del 1980. Lo
sport rappresenta di nuovo un campo sogge o all’ingerenza della poli ca; nell’84 furono gli altri a
boico are le Olimpiadi. La resistenza afghana era sostenuta dagli statunitensi e con uirono anche
islamici, si trasforma in una sorta di jihad contro i sovie ci. I mujaheddin costrinsero i nemici a
comba ere su impervie montagne, dove l’Armata Rossa non poteva sfru are il vantaggio
tecnologico. I sovie ci subirono importan scon e e nonostante gli iniziali successi non riuscirono
a prendere il controllo del paese. Fu una guerra di con i di di cile ges one per l’Urss + problemi
interni, sopra u o per quanto riguarda l’economia (collasso economico nell’80). Il 20 luglio 1987 i
sovie ci ri rano le truppe. L’Afghanistan esce dal con i o in ginocchio: il potere fu preso dai
talebani, nuclei di fondamentalis religiosi che governarono secondo la legge islamica. Sul piano
internazionale, la scon a sovie ca accelera il processo che portò gli USA a diventare l’unica
superpotenza sullo scenario mondiale.
In ne, la tensione tornò a crescere anche a causa dell’intransigenza del nuovo presidente
statunitense, Ronald Reagan, ele o nel 1981. Vi è un cambio di strategia: la poli ca portata avan
da Reagan si cara erizzò per una contrapposizione pressoché totale al comunismo, tanto da
opporsi a ogni sistema comunista con ogni mezzo, sostenendo forze an comuniste in altri paesi.
Un altro aspe o determinante fu il crescente inves mento nel riarmo perché egli credeva che la
deterrenza nucleare non fosse su ciente a impressionare l’Urss; vengono posiziona missili
nucleari in Europa e volontà di dotarsi di un complesso sistema strategico di difesa de o “scudo
spaziale”. Di contro, l’Urss era un paese economicamente molto provato, si trovava in una fase di
stagnazione e gran parte delle sue risorse erano assorbite dalle spese militari. inoltre, doveva
anche fare conto ai malumori emersi all’interno degli sta sovie ci.
Gorbaciov viene ele o a segretario generale del Pcus, la poli ca sovie ca cambiò passo. Il suo
proge o era cara erizzato da due parole chiave: perestroika (riferito al complesso di forme
miran a ristru urare il paese sul piano economico) e glasnost (trasparenza, puntava a
promuovere una maggiore partecipazione pubblica alla vita poli ca del paese). In poli ca estera
ebbe l’ambizione di portare avan una campagna per ridurre le tensioni con gli USA, annunciando
la moratoria sui test nucleari; le due potenze giunsero a un accordo che prevedeva la rimozione dei
missili di media gi ata. Questo processo ebbe come apice l’accordo nucleare INF, rmato a
Washington dai due presiden .
Nel mentre, la poli ca riformista di Gorbaciov venne abbracciata anche da alcuni sta satelli :
Polonia e Ungheria. Quest’ul ma nel 1889 aprì le fron ere con l’Austria, accelerando processi
come la caduta del muro e di regimi comunis .
Il 26 dicembre del 1991 l’Urss si dissolse ponendo ne alla guerra, con i o che sebbene mai
dire amente comba uto cara erizzò per oltre quarant’anni la storia europea e mondiale.

Comunismo in Asia
Impegnata sull’epicentro europeo, la s da dei due blocchi si allargò in uenzando con i locali,
movimen di liberazione dei popoli coloniali, guerre civili e insurrezioni, sempre sostenute dall’uno
o dall’altro fronte e sempre evitando che sovie ci e statunitensi si fronteggiassero dire amente.
fi
tt
ti
tt
tt
ti
tt
tt
ti
ti
ti
tt
tt
tt
tt
tt
tt
tt
ti
ti

tt
tt
fi
tt
ti
ti
tt

ti
tt
ti
ti
ffi
ti
fi

ti
tt
ti
ti

fi
tt
fi
ti
fl
ti
fl
tt
ti
tti
ti
ti
ffi
ti
tt
ti

fl
ti
ti
fl
ti
tt
ti
tt
ti
fi
fl
ti
ti
fl
tt
ti
tt
tti

ti

ti

Il comunismo sovie co si rivelò un fondamentale agente di movimentazione, ispirando molte classi


dirigen e mol movimen di liberazione in Asia e Africa. Ciò che convinceva era la fusione in un
unico blocco di diverse istanze. La Cina fu l’esempio più eclatante.
1931 = Giappone conquista la Manciuria creando uno stato indipendente, il Manciukuò. Si tra ava
di una ragione tecnologicamente avanzata e fu tra ata dai nipponici come una colonia più che
come stato alleato.
Nel 1937 il Giappone invade la Cina se entrionale e centro orientale, e i due principali par sulla
scena cinese, il Par to nazionalista cinese e quello comunista danno vita a un fronte unico
an giapponese.
1945 = dopo che la capitale cadde in mani giapponesi l’Urss dichiara guerra al Giappone, che si
arrende. L’Urss occupa la Manciuria, mentre il governo nazionalista tornò a Nanchino. Fu
so oscri o anche un tra ato di alleanza tra i due governi. Riprendono le os lità tra nazionalis e
comunis cinesi andando verso una guerra civile, che coinvolse l’intera Cina contrapponendo per
qua ro anni i due contenden (i due par ).
Grazie alla determinazione, alla disciplina, all’appoggio popolare sopra u o nelle campagne, dove
nelle aree controllate il par to comunista promosse una vasta riforma agraria e grazie agli aiu
militari forni dall’Urss il par to comunista uscì vincitore. La guerra terminò nel 1950.
Poiché la repubblica popolare cinese era un alleato dell’Urss, gli USA cercarono di impedire al
blocco socialista di o enere un altro seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU,
convincendo gli altri paesi a votare per l’assegnazione del seggio alla Repubblica di Cina. Ciò
provocò una forte protesta dei diploma ci sovie ci, che non parteciparono ai lavori dell’ONU di
quel periodo.
O obre 1949 = a Pechino viene proclamata la nascita della Repubblica popolare cinese, a guidarla
vi era Mao. Fu raggiunta la completa unità poli ca e territoriale di un paese che contava mezzo
miliardo di abitan .
Dopo aver proclamato la nascita della nuova repubblica, Mao fu invitato a Mosca. Si tra enne un
anno, venne rmato un accordo sino-sovie co di alleanza e reciproca assistenza. Nel contesto del
bipolarismo e della Guerra Fredda si cimentava un blocco an capitalista che doveva anche essere
integrato nel sistema militare; a fornirne l’occasione fu la guerra di Corea, che fu il primo grande
con i o internazionale scoppiato dopo la II GM, des nato a rappresentare lo snodo cruciale
dell’economia generale della Guerra Fredda.

-Guerra di Corea
La Cina fu coinvolta nel con i o su spinta dell’Urss, che non voleva aprire uno scontro dire o
contro gli USA. La guerra fu la prima occasione di scontro, per sfogare la tensione accumulata
mantenendo però il con i o lontano dall’Europa.
La Corea divenne un prote orato del Giappone nel 1905. Dopo la ne della II GM, la resa
giapponese sancì la ne dell’occupazione in Corea. Il paese, secondo le dire ve delle potenze
vincitrici, avrebbe dovuto assumere il ruolo di nazione neutrale, svolgendo libere elezioni. Le sor
del paese furono al centro di una conferenza, nel 1945 si decise di cos tuire un’amministrazione
duciaria delle qua ro potenze sulla Corea. Nelle ul me fasi del con i o però, l’Urss, entrata in
guerra col Giappone, occupò la parte se entrionale della Corea, mentre quella meridionale era
stata occupata dagli USA. Il paese di fa o venne diviso intorno a questo 38° parallelo in due zone di
occupazione, avrebbero dovuto essere temporanee. La Corea doveva essere res tuita unitaria al
suo popolo una volta che USA, Regno Unito, Urss e Repubblica di Cina avessero trovato un accordo
per organizzare un’amministrazione duciaria.
fi
tt
tt
ti
fl
tt
tt
ti
ti
tt
ti
fi

ti

ti
ti
tt

ti

fi
tt
fl
tt
tt
ti
tt
ti
fl
ti
tt
ti
fi
tt
tt
ti
tt
ti
ti
ti

ti
ti
tt

ti
ti
ti

fi
fl
ti
tt
tt
tt
tti
ti
ti

tt
ti
tt
ti
ti
tt
ti
ti
Dicembre 1945 = conferenza a Mosca, fu discussa un’amministrazione duciaria di cinque anni e fu
is tuita una commissione congiunta sovie co-statunitense.
Se embre ’47 = gli USA so opongono la situazione coreana all’Assemblea generale delle Nazioni
Unite creando due diversi sta : la Corea del Nord, so o l’in uenza sovie ca e la Corea del Sud,
so o l’in uenza statunitense.
25 giugno 1950 = forte di un esercito ben armato, i nord coreani a accano il sud. Gli USA
condannano l’aggressione e formano un’alleanza composta da 18 nazioni, capitanata dagli
statunitensi ed equipaggiata con armamen moderni. Si riesce a condurre una contro ensiva,
viene riconquistato il sud e si marcia verso nord. Stalin non vuole intervenire ed incoraggia Mao.
Pur subendo gravi perdite, le truppe cinesi riescono a scon ggere gli statunitensi.
Primavera ’51 = nuova contro ensiva statunitense, riconquistano Seul e raggiungono il 38°
parallelo. Il fronte con nuò a stabilizzarsi lì dando inizio a una guerra di posizione.
Guerra militare ma anche azioni diploma che: iniziarono negozia tra le diverse forze, che
portarono nell’estate del ’53 alla rma di un armis zio che ristabiliva la divisione del paese in due
sta , senza però giungere alla pace tra le due Coree, ciascuna delle quali con nuò a rivendicare
l’intero territorio nazionale.
Prigionieri di guerra = il numero di prigionieri nelle mani degli USA era più elevato di quelli cadu
in mano ai nord coreani, rendendo possibile uno scambio alla pari. Gli USA volevano fornire ai
prigionieri la possibilità di scegliere se restare nel “mondo libero”, mentre i nordcoreani volevano il
rimpatrio. L’8 giugno 1953 fu raggiunto un accordo: i prigionieri che si opponevano al ritorno nel
paese di origine dovevano essere controlla per tre mesi, dopodiché se fossero sta ancora
contrari sarebbero sta libera . Sembrava che il con i o fosse giunto alla ne; il 27 luglio venne
rmato l’armis zio, che oltre a sancire i con ni prebellici, is tuiva la creazione di una sorta di
territorio cuscine o, una zona smilitarizzata alla quale nessuno poteva avere accesso.
Più di 1 milione di statunitensi impegna nel con i o, mol mor . Prima guerra comba uta in
nome dell’ONU e migliaia erano sta i cadu degli altri paesi allea .
La guerra fu decisiva nell’irrigidire e delineare gli schieramen internazionali: persa la Cina gli USA
si impegnarono nel consolidamento del governo nazionalista ri ratosi a Taiwan, facendo dell’isola
un avamposto militare e commerciale dell’Occidente.
I due dis n sta coreani divennero poi vetrine delle due società: a sud una capitalista, avanzata,
sempre più ricca e profondamente “americanizzata” e a nord una società sempre più povera, posta
so o la ferocissima di atura.

-Mao ed economia
1953 = piano quinquennale basato sullo sviluppo accelerato di industrie pesan e militari e con la
crescente prevalenza del se ore chimico dell’acciaio e delle a rezzature meccaniche. Il PIL cinese
crebbe.
Agricoltura = la vita dei contadini e l’ammodernamento delle campagne rappresentarono una delle
prime preoccupazioni del governo di Mao. A uò una riforma agraria trasferendo circa 47 milioni di
e ari espropria , accompagnata da riforme sanitarie ed educazione igienica. Una riforma sul
diri o di famiglia pose ne alla di erenza tra uomo e donna.
1950 = legge sul matrimonio, i due coniugi sono uguali e viene sancito il diri o della donna di
chiedere il divorzio.
Molte concessioni da parte dei proprietari terrieri.
U lizzando questo metodo il par to rimpiazzò le vecchie élite rurali con una stru ura di controllo
comunista e ripagò il debito contra o con i contadini durante gli anni della contrapposizione con i
nazionalis .
fi
tt
ti
ti
tt
tt
tt
ti
tt

ti
fl
ti
ti

ti
ti
ti
tt

tt
ti
ti
fi
tt
tt

ti

ff
ti

ti
fi
ff
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
fi
tt
fl
ti

tt
fl
tt

tt
ti
fi
fl
ti

ti
tt
ti
ti
ti
ti
tt

fi
ti
fi
tt
ti
ti
tt

ti

ff
tt
ti
Mao si a ermò gradatamente lanciando grandi campagne, strategia che vide un primo signi ca vo
momento tra il 1956 e il 1957, quando venne lanciata la campagna dei Cento ori, che riuscì a
riscuotere grande appoggio anche da parte degli intelle uali europei, che guardavano alla Cina
come il luogo nel quale stava nascendo un esperimento di democrazia popolare.
Formalmente esistevano o o par poli ci. Mao incoraggiò gli intelle uali ad esprimersi
liberamente. Quando l’invito alla discussione provocò cri che al sistema (non costru ve o
antagoniste) gli oppositori furono colpi e isola .
Aprile ’57 = seguendo un metodo picamente sovie co, Mao a ermò che almeno il 5% dei cinesi
era diventato un deviazionista di destra e iniziò la “campagna di re ca”, portando in carcere
molte persone o in campagna a rieducarsi.
Un’altra campagna è quella del grande balzo in avan (1958) = Mao ssò gli obie vi da
raggiungere:
• un raccolto di 450 milioni di cereali
• il raddoppio della produzione di acciaio, cercando di superare l’Inghilterra in 15 anni.

Mao era convinto che la mobilitazione popolare potesse far raggiungere qualsiasi obie vo e
iden cò mobilitazione e sviluppo, enfa zzando la componente volontaris ca; a dò buona parte
del raggiungimento degli obie vi all’entusiasmo delle masse. Circa 60 milioni di contadini furono
impegna in mastodon che opere pubbliche o in imprese folli che consumavano ogni loro energia.
L’ammodernamento dell’agricoltura fu a dato a comuni di lavoro, che raggruppavano inizialmente
a decine di famiglie e poi a migliaia. Si arrivò alla completa colle vizzazione, alla creazione di
comuni popolari nei quali si fondevano vita famigliare, lavoro, educazione…
Il termine comune evocava la Comune di Parigi, mito che spesso ritornava nel radicalismo
comunista.
L’eco dell’esperienza suscitava l’entusiasmo nelle sinistre europee, le stesse che avevano fa o
conoscere il comunismo ai dirigen che a ancavano Mao.
Vi furono scarsi risulta nell’agricoltura.
Sul piano industriale la produzione fece registrare grandi progressi: la produzione di acciaio
divenne una sorta di ossessione. L’eccesso di produzione ebbe come conseguenza quella di
so rarre energia e risorse all’industria leggera, contribuendo a paralizzare l’economia del paese.
Crebbe anche la mobilità territoriale: si ha un forte inurbamento, provocando nuovi con i sociali
nelle ci à proprio nel momento in cui le colle vizzazioni avevano impoverito i tradizionali ce
ar gianali e mercan li e con loro i quadri tecnici urbani.
Accadde che l’ideologia ruralista e l’avversione alla forza corru va della metropoli porta allo
sfociare di poli che an urbane, vincolando la forza lavoro alla comunità di origine e a raverso
libre di lavoro si impedivano cambi di residenza e di a vità non autorizzate, pena la perdita di
accesso ai servizi sociali.

-Crisi sino-sovie ca
Mao si trovò a dover fronteggiare anche i crescen contras tra Cina e Urss, che porteranno a una
vera e propria crisi, tensioni ideologiche che nel corso degli anni Sessanta vide contrapporsi i due
sta socialis più in uen proprio nel periodo della guerra.
Nella sua lo a per il socialismo, il par to comunista cinese era stato aiutato dall’Urss sia nelle
guerre che nell’economia. Una lunga visita di Mao a Mosca portò alla rma di un pa o di amicizia
tra i due.
ti
tt
ti
ti
tti
fi
tt
ff
ti

tt
ti

ti
ti
fl

ti
ti
ti
ti

ti
tt
tti
ti
ti
ti
ti

ti
ti

ti
ffi
ti
ffi

tti
ti

ti
ti
ti
tt
tti

ti
ti

tti
ff
tti
tti
fi
fi
fi
tt
ti

fi
ffi
tti

tt
tti

tt
tti
fl
tti
tt
fi
ti
ti
A seguito del “rapporto segreto” di Chruščëv su Stalin al XX Congresso del PCUS, Mao non si
oppose apertamente, ma durante una visita del vicepremier sovie co a Pechino fece capire che era
cri co, non ruppe subito però i rappor sperando in un ravvedimento da parte di Chruščëv.
Già tra ’56 e ’59 le tensioni si inasprirono: la Cina non seguì l’Urss nel ristabilire i rappor con la
Jugoslavia e difese l’Albania quando il suo leader cri ca apertamente Chruščëv a Mosca.
Tempi maturi per una ro ura, che si consumò; nel 1959 Krusciov compì scelte cri cate dalla Cina,
ossia quella di incontrare il presidente statunitense Eisenhower e di cri care apertamente la
poli ca del grande balzo in avan , giudicandola non marxista.
1960 = al Congresso del Par to comunista romeno, Chruščëv dichiarò che Mao era un nazionalista,
avventurista e un deviazionista e Mao lo accusò di essere un revisionista e un di atore.
Alla riunione di o antuno par comunis che si tenne a Mosca ci furono altre tensioni, risolte
solo con un so erto compromesso. In ne, nel 1961, il XXII Congresso del PCUS rinunciò alla
di atura del proletariato in favore della di atura del popolo, e propose un avanzamento riformista
verso il socialismo.
Zhou Enlai, in rappresentanza del par to comunista cinese, lascia Mosca indignato, ponendo
provocatoriamente corone di ori al mausoleo di Lenin e Stalin.
A questo punto la ro ura era fa a: Chruščëv ri rò gli specialis sovie ci dalla Cina e la ro ura
proseguì.

Guerra del Vietnam = entrambe le nazioni si trovarono a sostenere la Repubblica Democra ca del
Vietnam e i vietcong poli camente e militarmente.
Ci furono altri passaggi; nel ’69 alcune truppe sovie che a accarono le guardie cinesi, ma la crisi
non degenerò in quello. Il confronto sino-sovie co proseguì e si accentuò in Africa, dove sia Urss
che Cina sostennero par e movimen comunis o di liberazione nazionale, aiutando le fazioni
loro alleate.

-Rappor Cina-USA
Mao capisce che non poteva perme ersi un con i o sia con Urss che con USA e nel ’71 le più alte
cariche cinesi incontrarono Kissinger e un anno dopo Nixon.
Incontro Mao – Nixon = ammissione Cina come seggio permanente dell’ONU (escluso il Taiwan). Da
questo momento, le relazioni sino-statunitensi poterono dirsi stabilizzate.
Riavvicinamento Cina-Urss ! dopo la morte di Mao la Cina smise di condannare il “revisionismo
sovie co”, ponendosi su una linea di avvicinamento, ostacolato però da alcune dispute
internazionali (invasione della Cambogia nel ’78, dell’Afghanistan).

-Dopo la morte di Mao


Sale al potere Deng Xiaoping; la nuova dirigenza smise di condannare il revisionismo sovie co,
ponendo le basi per un riavvicinamento. Ogni conta o fu interro o dalle dispute internazionali
(Cambogia, Afghanistan).
Chi ebbe il merito di stabilire le relazioni fu Gorbačëv, grazie anche al ri ro dell’Armata Rossa
dall’Afghanistan. Egli visitò la repubblica popolare cinese e Deng non cri cò il potere comunista e si
pose su posizioni più morbide. Con la dissoluzione dell’Urss ebbe ne anche la crisi.

13/04/2021
La poli ca di Mao era cos tuita da campagne; l’ul ma è la rivoluzione culturale.
tt
ti
ti
ti
ti
ti

ff
tt

tt

ti
tt
ti

ti
ti
ti
ti
fi
ti
tt
ti
tt
ti
fi
ti
ti
ti
tt
ti
ti
fl
ti
ti
tt

ti
ti
tt
tt

ti

tt
fi
ti

ti
ti
ti
ti

tt

ti

ti

tt
ti
ti

Crisi sino-sovie ca ! fu alla base dei mutamen avvenu in Cina tra il 1966 e il 1968; il fallimento
del grande balzo in avan generò una sorta di terremoto interno al par to, dando spazio alle
componen più moderate che facevano capo a Liu Shao-chi (rivale di Mao).
Mao era consapevole di non avere più il controllo assoluto del par to e predispose una forma di
lo a poli ca inedita grazie anche al sostegno di Lin Piao, an co compagno e ministro della difesa.
Spinse le generazioni più giovani a una ribellione contro i vecchi del par to, accusa di aver
intrapreso la via capitalis ca. Questa mobilitazione è ricordata come rivoluzione culturale, rivolta
dai cara eri spontanei, in realtà guidata dal par to stesso. Viene cos tuito un gruppo incaricato di
vigilare contro i gruppi borghesi; le guardie rosse (studen ) rivendicavano maggior egualitarismo
nelle università, avevano uno slogan di cri ca al vecchio sistema e furono incoraggia dal par to
stesso. A ggono dazibao (strumen di protesta, propaganda).
Libre o rosso = collezione di citazioni di Mao, furono stampate miliardi di copie, lo stesso Lin Piao
era l’arte ce. Mao era de nito qua ro volte grande.
’66 = tra agosto e novembre circa 11 milioni di guardie rosse si dirigono verso Pechino a nome di
Mao. Saccheggiarono, distrussero, uccisero e mandarono in campi i presun modera (studen ,
intelle uali, semplici ci adini) a accando pensiero, cultura, tradizione e abitudine. C’era la volontà
di a accare e rompere con il passato, con la precedente cultura e istruzione.
Furono chiuse scuole, università e templi, musei e biblioteche distru .
Il movimento durò no al 1969 nché intervenne Mao, temendo il collasso del par to e delle
stru ure sociali. Decise di fermare la rivoluzione che gli era servita per eliminare i nemici (Liu Shao-
chi morì).
1968 = Mao impose un arretramento e le Guardie Rosse furono allontanate dai centri urbani.
In questa nuova fase guadagnano posizioni alcuni dirigen di altri movimen , come Zhou Enlai, la
cui gura fu importante perché fu de nito “uomo del dialogo”, diede inizio a un’apertura
diploma ca considerata necessaria visto l’isolamento di Pechino. Avviò il dialogo con gli USA.
1971 = il maresciallo Lin Piao scompare in un incidente (successore di Mao) e con questo episodio
si chiude la rivoluzione.
Mao muore nel 1976, da questo momento la Cina intraprende un nuovo percorso.
Hua Guofeng, successore no al 1981, quando Deng Xiaoping (riformista) prende il potere e varia
una serie di riforme interne che diedero o mi risulta (per quanto riguarda l’economia) ma non
coincisero con un cambio del sistema poli co.

Decolonizzazione
Processo che riceve e una spinta decisiva dopo la ne della II GM. Ad accelerare questo processo
(che mirava a indebolire la presenza delle potenze coloniali europee in Asia ed Africa)
contribuirono le pressioni esercitate da USA e Urss (coincidenza con Guerra Fredda), che volevano
velocizzare la liquidazione del vecchio ordine mondiale basato sulla centralità dell’Europa
(eurocentrismo).
Le due superpotenze avrebbero fa o pesare la loro egemonia sui paesi afroasia ci anche se in
forme diverse. Sul piano economico USA e sul piano poli co e militare Urss.
Il processo si compì a raverso due percorsi di eren che risentono dell’in usso dei nazionalismi
locali, della consistenza numera della colonizzazione europea e dalle poli che ado ate dai vari
paesi.

-Gran Bretagna
Linea più morbida. Approccio volto a una graduale abdicazione del proprio dominio, preparando i
popoli sogge all’indipendenza, favorendo la creazione e concessione di organismi rappresenta vi
tt
fi
tt
tt
tt

tt
tt
ti
ffi
fi
ti

ti
tti
ti

fi
tt
tt
tt

ti
ti
fi
fi
fi
tt
tt
tt
ti
fi
ti
ti
tti
ff

ti
ti
fi
ti

ti
ti
ti
ti
ti
ti

ti
tti
ti
ti

ti
ti
fl
ti
ti

ti
tt

ti
ti
ti
ti
ti

ti
ti
e di cos tuzione, cercando di trasformare l’impero in una comunità di nazioni sovrane,
liberamente associate al Commonwealth (organizzazione intergoverna va di 54 sta membri, tu
indipenden , prima facen parte dell’impero britannico del quale erano una sorta di sviluppo su
base volontaria). Ogni stato membro, poiché l’appartenenza era volontaria, poteva scegliere in
qualsiasi momento di abbandonare il Commonwealth.

-Francia
Radicalmente opposto; opporre una tenace resistenza ai movimen indipenden s pra cando no
all’ul mo una vera e propria poli ca assimilatrice, che pretendeva di unire madrepatria e colonie
in un unico stato.

-Sbocco obbligato dei due modelli


Sia nel caso francese che inglese, ai quali si aggiunsero Belgio, Olanda e Portogallo, lo sblocco
obbligato fu l’indipendenza degli sta . Laddove furono mantenu legami con il vecchio stato
coloniale avvenne su base volontaria.

Rapporto con l’Europa ! per mol paesi afroasia ci era stato un veicolo decisivo nei processi di
modernizzazione, con nuava a essere un rapporto importante. Nonostante la polemica ricorrente
nei paesi decolonizza contro alcuni aspe della cultura occidentale, l’eredità coloniale aveva
nito per lasciare tracce durevoli sul piano sociale, culturale e linguis co (in India l’inglese con nua
a svolgere il ruolo di lingua nazionale).
Sul piano poli co l’a ermazione delle diverse democrazie parlamentari europee furono in mol
paesi piu osto limitate a causa del peso di una tradizione diversa, del fa o che l’Europa avesse
mostrato in Asia e Africa il volto autoritario del governo coloniale invece che liberale, il cara ere
degli apparan dirigen locali, espressioni di élite numericamente esigue, spesso cresciute nelle
le delle forze armate e non borghesie mature radicate e a causa delle di coltà per avviare
processi di sviluppo partendo da condizioni economiche di grave arretratezza ! tu o ciò porta a
porre l’accento sulla coesione nazionale piu osto che sulla libertà individuale con il risultato di una
prevalenza di regimi autoritari, di sistemi a par to unico o vere e proprie di ature militari.

La decolonizzazione è un processo ampio.

-Asia
Con nente che precede e di circa un decennio l’Africa nel processo di a rancamento dal dominio
coloniale; il dominio di fondo della precocità va ricercato nel cara ere più avanzato
dell’organizzazione poli ca e della stru ura sociale dell’Asia rispe o all’Africa. Vi era anche la più
lunga consuetudine di conta con il mondo, che favorì la formazione di élites locali formate nelle
università occidentali, ma legate alle proprie terre, a uando processi di emancipazione e
successivamente dei governi dei rispe vi paesi.
Un caso emblema co riguarda l’india, che nella storia della decolonizzazione occupa un ruolo di
primo piano. Si veri cò la crescita di movimen nazionalis , legata all’a ermazione del Par to del
Congresso, espressione della borghesia e dovuta all’in uenza poli ca e morale di Gandhi, che con
una serie di campagne e disobbedienza civile e boico aggio delle is tuzioni inglesi raggiunse
importan risulta . Il primo fu la concessione di una cos tuzione federale nel 1935. Gandhi si
laurea in Inghilterra, guida spiritale ed è conosciuto come Mahatma (“grande anima”) o Bapu
(“padre”). Fu uno degli ideatori e teorici di una poli ca di resistenza all’oppressione mediante la
fi
fi
ti
ti

ti

tt
ti
ti
ti
ti
ti

ti
fi
ff
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tti
ti
ti

ti
tti

tt
tti

tt
ti
ti

ti
ti
tt
tt
fl

ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ff
tt
ff
ffi
tt
ti
ti
tt
ti
ti
ti

tt
ti
ti
fi
tti
disobbedienza civile di massa che portò l’India all’indipendenza. Ispirò anche altre gure di primo
piano nel panorama dei diri civili (come Mar n Luther King o Nelson Mandela).
Nel corso della II GM il Par to del Congresso era guidato da Javaharal Nehru, collaboratore di
Gandhi, promosse un movimento di resistenza non violenta alla guerra, strappando agli inglesi la
promessa di concedere all’India lo status di dominion, il che equivaleva a una sorta di
indipendenza. Gli inglesi furono di parola: la Gran Bretagna aprì i negozia per il trasferimento
della sovranità.
Mentre Gandhi si ba eva per uno stato laico nel quale potessero convivere insieme musulmani e
induis , i primi reclamarono la separazione, accordata dagli inglesi dopo con i .
1947 = nascono l’Unione indiana (maggioranza indù) e il Pakistan (musulmani), geogra camente
diviso in due par situate alle opposte estremità della penisola indiana.
La creazione dei due sta non fu su ciente per arrestare i con i tra indù e musulmani, che
sarebbero con nua assumendo le sembianze di una vera e propria guerra, conclusa con mol
mor .
Ci furono anche guerre tra il ’48 e il ’65 per il controllo del Kashmir, assegnato all’Unione Indiana,
nel quale cadde vi ma lo stesso Gandhi, accusato di tenere un a eggiamento troppo arrendevole
nei confron dei musulmani, venne assassinato nel gennaio del 1948 da un indù.
Nehru = successore, guidò l’India no alla sua morte nel 1964.
L’India era un paese problema co, grandi complessità interne (povertà nelle campagne,
sovraccarico demogra co, tensioni con nue tra i diversi gruppi religiosi, permanenza di divisioni
mentali e divisioni legate al vecchio sistema delle casse). Problemi che con nuarono ad a iggere il
paese anche negli anni Se anta e O anta, nonostante le riforme e nonostante un rela vo sviluppo
tecnologico ed economico, che limitò (ma non risolse) il conico problema alimentare.
Nehru esercitò un potere dai tra piu osto autoritari. Gli successe la glia. Venne uccisa da un
seguace del sikismo, religione originaria del Punjab, regione del nord ovest dell’India. I sikh erano
favorevoli alla creazione di una regione separata, obie vo perseguito anche a raverso l’u lizzo
della violenza.
La tenuta del sistema democra co negli anni in India non avvenne nel Pakistan, di atura di stampo
militare.

-Vietnam
Negli sta sor dalla dissoluzione dell’impero francese in Indocina si ebbe una larga prevalenza di
forze comuniste.
In Vietnam vi erano forze indipenden ste a base comunista guidate da Ho Chi Minh che nel 1929
fonda il Par to comunista indocinese.
1941 = fondazione del movimento nazionalista di forze patrio che, che comba é durante la guerra
una dura lo a contro francesi e giapponesi.
1945 = proclamazione della repubblica democra ca del Vietnam. I francesi sono intenziona a
riprendere il possesso dell’intero paese e non riconoscono lo stato, occupando la parte
meridionale. Dopo un complesso e mai riuscito tenta vo di accordo, inizia una guerra tra gli
occupan e il Vietminh, che vince. La guerra si concluse nel 1954, con la capitolazione dell’esercito
francese e il ri ro delle truppe dall’intera penisola indocinese. I solda francesi ca ura furono
invia nei campi di prigionia del Vietnam del nord.

Conferenza di Ginevra, 1955 = partecipano USA, Gran Bretagna, Urss e Francia ! venne decisa la
divisione del Vietnam lungo il 17° parallelo in due sta indipenden : la Repubblica vietnamita a
Nord (di matrice comunista) e il Vietnam del sud, loccidentale.
ti
ti
ti

ti
ti

ti
tt
ti
ti
ti

ti

ti

tti
ti
tt
fi
ti
tt
ti
tti
ti
ti
tti
fi
ffi
tt
ti

tt
ti

ti
ti
fi

ti
ti
tti
ti
fl

tti

tt
ti
ti
fi

ti
ti
fl
tt
tti
tt

tt
tt
fi

ti
fi
ti
ffl
ti
ti
ti
La crisi del Vietnam si inseriva in uno scenario più grande, quello della Guerra Fredda, portando
allo scoppio di un con i o di dimensioni elevate.
La Repubblica Vietnamita del nord venne subito riconosciuta da Urss e Cina, aiutata, consentendo
di prepararsi a uno scontro armato contro grandi unità comba en .
Il presidente Truman fece del Vietnam del sud uno dei fron della do rina del containment, ossia
del contenimento an comunista. I due sta del Vietnam subirono l’in uenza sovie ca e
statunitense.

Instabilità dei governi del sud e creazione del vietcong a nord (fronte di liberazione nazionale del
Vietnam del Sud) ! elemen che convinsero John Kennedy nel 1962 a inviare aiu economici e
militari, cos tuendo un comando statunitense.
Vietnam del Sud = governato da un esponente della minoranza ca olica.
L’impegno da parte degli USA si intensi ca dal ’64, quando il senato degli USA conferisce i pieni
poteri al presidente Johnson. La strategia militare statunitense portò il con ngente militare da 20
mila uomini a 500.000 ! preambolo allo scoppio di una guerra.
Vietnam del nord = so oposto a incursioni e bombardamen , armi chimiche, sostanze incendiare.
Il nord resiste e, a dandosi a operazioni di guerriglia condo e sia dall’esercito regolare che dal
vietcong, che contava su una perfe a conoscenza del territorio, os le (per la sua conformazione) ai
solda statunitensi.
1968 = o ensiva del Tet, spense ogni ducia nell’opinione pubblica degli USA, facendo crescere
l’opposizione interna.
Quando il generale chiese altri 200.000 uomini per aumentare l’o ensiva si teme e l’intervento
dire o della Cina; gli USA allora si fermarono. Il nuovo presidente statunitense annunciò il
disimpegno, portato a compimento nel 1973.
24 aprile 1975 = l’ul mo boeing della Pan American decollava da Saigon con a bordo 300 impiega
della compagnia, mentre le forze nordvietnamite entrarono in ci à, conquistando, uni cando il
paese so o un unico regime comunista.
La guerra del Vietnam fu quindi una guerra di liberazione post coloniale, ma divenne anche, come
fu già prima per la Corea, simbolo del con i o tra est e ovest, no a generare una delle più
profonde crisi interne degli USA.

Grande opposizione al con i o ! principali protagonis furono i giovani, che iniziarono a bruciare
pubblicamente le cartoline di leva ri utandosi di andare a comba ere. Il ri uto della guerra
divenne simbolo di una protesta giovanile dilagante e a dimensione planetaria, inaugurando un’età
di contestazione. Tra i ri u più eclatan vi fu quello di Cassius Clay, Mohammed Alì, campione dei
pesi massimi, che respinse l’arruolamento nell’esercito. Pagò una multa salata, condanna a cinque
anni di carcere e non poté più esercitarsi come pugile per anni.
I giovani afroamericani furono più dei bianchi invia a comba ere; la società statunitense
sperimentò il Aelec ve service, servizio di leva tendente a chiamare giovani socialmente
svantaggia e tra ques gli afroamericani cos tuivano un gruppo numeroso. Pra ca ben de nita.
I gli e i nipo dei good Americans, che avevano comba uto la II GM, si ribellano ai loro padri e
nonni. La protesta assume toni intergenerazionali, trovando e cace espressione nella musica (tes
densi di riferimen alla guerra in Vietnam, John Lennon).
Reduci = ex comba en , segna dall’estrema brutalità del con i o e dall’os lità dell’opinione
pubblica nazionale e internazionale e dalla marginalità sociale con cui la stessa opinione pubblica li
condannava. Tema che trova ampio spazio nella cinematogra a.
fi
tt
ti
ff
tt
ti
ti
ti

tt
ti
tt
ffi
ti

ti
ti

fl
tt
ti
ti
tt
fi
ti
fl
ti
tt
ti

tt
fi
fi
fi
ti

fl
ti
tt
ti

ti
ti
tt

ti
ti
tt
fi
tt
ffi
tt
fi
fl

tt
tt
tt
ff
tt
ti
ti

tt
fl

fi
ti
ti
ti
tt
ti
ti
fi
fi
ti

ti
La memoria del Vietnam appare ancora oggi divisa, anche se l’essere stato in Vietnam appare un
convincente biglie o da visita per mol poli ci.
Sono ricorda a Washington i cadu in un muro nero.
Solda giovani, poco maturi e la loro permanenza media in esercito fu più lunga di quella della II
GM ! il servizio militare obbligatorio viene abolito nel 1975. I volontari sono spesso poco istrui ,
desiderosi di risca arsi. Ragazze in gran numero superiori prima di allora.
-Cambogia
L’an co Regno di Cambogia, prote orato francese n dal 1886, subì l’occupazione giapponese e
nel 1953 o enne l’indipendenza. A capo dello stato c’era una monarchia, fragile e corro a
(Sihanouk). Con nante con il Vietnam, la Cambogia si trova scossa dalle operazioni di guerriglia e
dai bombardamen statunitensi. Gli USA non invadono il paese, ma vi riversano più di mezzo
milione di bombe.
Contro la monarchia, nel 1967 iniziò un’a vità di guerriglia da parte di forze comuniste addestrate
in Vietnam, i Khmer rossi.
Tra i dirigen di queste forze rivoluzionarie vi era Saloth Sar, glio di un ricco proprietario terriero,
che dopo essere stato novizio in un monastero buddhista e dopo aver frequentato la scuola
ca olica, usufruisce di una borsa di studio trasferendosi a Parigi, dove conosce il comunismo.
Quando torna coinvolge altri intelle uali, stanchi della corruzione dilagante della monarchia. A
ispirare il proge o rivoluzionario di Saloth vi era la Cina di Mao, protesa in quel periodo verso il
balzo in avan .
Il proge o dell’Angkar assunse marca tra maois , contadini, an occidentali e an urbani.
1975 = l’Angkar prende il potere, rinominando il paese Kampuchea democra ca.
1976 = come primo ministro nomina lo stesso Saloth, da questo momento Pol Pot.
Obie vo ! realizzare una società comunista agraria: abolizione di ce religiosi, istruzione, denaro,
proprietà privata ! deportazione popolazione dalle aree urbane a quelle rurali, con l’obie vo di
eliminare ogni traccia di società civile urbana.
Figure principalmente colpite: quelle che corrispondevano alla matrice degli stessi dirigen del
regime: intelle uali, insegnan , professionis e ce medi urbani.
I gli venivano so ra ai genitori per essere educa a una fede assoluta del nuovo regime.
2.200.000 vi me (82% dei liceali scomparvero).
I metodi di sterminio (vero e proprio genocidio) furono quelli classici: assassinio, deportazione in
campi di lavoro e comuni agricole (aspe a ve di vita di 3 mesi), torture, cares e e mala e fecero
il resto.
1978 = il Vietnam invade la Cambogia, occupando metà del paese.
Data questa situazione l’invasione poteva essere considerata una sorta di operazione umanitaria;
era anche un’invasione di uno stato sovrano, che non poteva essere riconosciuta dalle Nazioni
Unite.
La Cina rispose con una guerra lampo contro il Vietnam. La resistenza tenne e la Cina non ebbe
l’appoggio degli USA, così decise di ri rarsi.
Ciò non risolse la situazione cambogiana: sul piano interno rimase irrisolta.
Pol Pot, messo in fuga, con nuò la guerriglia nella zona sud occidentale del paese (con ne
Tailandia) e il mancato riconoscimento del regime lovietnamita fece sì che la Kampuchea di Pol
Pot potesse con nuare a mantenere il proprio seggio all’ONU no al 1993, quando fu restaurata la
monarchia e concessa un’amnis a a tu i khmer rossi.
Pol Pot morì due anni più tardi senza mai essere processato.
fi
tt
ti
tti
ti

tt

tt

ti
tti
ti
ti
tt

tt
fi
ti
tt
tt
tt

ti
tti

ti
ti
ti
tt
ti
tt
ti
ti
ti
tti
tt
tti
tti
ti

ti
ti

fi
ti
fi
ti
ti

fi
fi

ti

ti

ti
ti

ti
fi
tti
tt
ti
tti

ti
2003 = il governo cambogiano e l’ONU crearono un governo cambogiano, con 8 giudici scel
dall’ONU su 19; stanno processando ancora oggi alcuni dirigen dei khmer sopravvissu per le
azioni compiute tra il ’75 e il ’79.

-Medioriente
Regione di fondamentale importanza strategica ed economica.
Fin dai primi anni del Novecento l’area vede orire un movimento nazionale arabo a vo contro
l’impero o omano e poi spostò il proprio ro contro le potenze europee.
Movimento all’interno del quale vi erano due divergenze: un’anima tradizionalista, fautrice di una
re-islamizzazione a raverso l’applicazione integrale dei prece islamici e una di matrice laica e
nazionalista, più a enta alle esigenze della modernizzazione economica, tendenza sostenuta anche
dalle borghesie locali, nì per prevalere sulla componente tradizionalista, che rimase comunque
radicata.
La II GM, proprio come avvenuto in indo-Cina, ebbe come conseguenza quella di accelerare il
processo di emancipazione portando le potenze europee a scendere a pa con le rivendicazioni
nazionali arabe: nel 1946 la Gran Bretagna riconobbe l’indipendenza della Transgiordania, la
Francia ri ra le truppe da Siria e Libano, mentre l’Iraq aveva precorso i tempi o enendo la propria
indipendenza dagli inglesi già nel 1931. Insieme a Egi o, Yemen e Arabia Saudita, tu ques paesi
diedero vita (1945) alla Lega degli Sta Arabi, organizzazione con scopi di operazione economica e
poli ca e con ambizioni di integrazione federalista che sarebbero però rimas solo sulla carta.

All’inizio degli anni Cinquanta il nazionalismo arabo trovò uno dei suoi pun di riferimento
nell’Egi o, che si presentava come il più importante tra gli sta del Medioriente per popolazione,
posizione strategica e tradizioni storiche. Era indipendente, ma la spinta nazionalista sembrava
essersi esaurita quando venne rmato un compromesso con gli inglesi, che rinunciavano il
controllo, mantenendo però la presenza nel Canale di Suez.
L’Egi o era re o da una monarchia legata alla Gran Bretagna, mantenendo un sistema di governo
molto contestato sia dalla borghesia progressista che dalle forze integraliste islamiche, facen capo
al gruppo dei Fratelli Musulmani. La scossa decisiva si ebbe nel 1952, quando un gruppo di u ciali
dell’esercito assunse il potere e rovesciò la monarchia. Il nuovo regime di Nasser avviò riforme in
senso socialista (redistribuzione della terra, nazionalizzazione delle principali a vità economiche)
tentando un processo di industrializzazione.
In poli ca estera Nasser cercò di tentare di a rancare il paese da ogni rapporto con le potenze
coloniali, assumendo la guida della lo a dei paesi arabi contro Israele.
Sgombero delle truppe inglesi dal Canale di Suez e rma di tra a con l’Urss.
Gli USA nel 1956 bloccano i nanziamen di una diga importante per ele ri care il paese (non
contento dei comportamen di Nasser).
Nasser rispose con la nazionalizzazione della Compagnia del Canale di Suez, dove inglesi e francesi
avevano for interessi. Si aprì così una crisi di grande portata acuita anche, nell’o obre 1956,
dall’a acco israeliano – che aveva l’appoggio di inglesi e francesi – all’Egi o. Le truppe israeliane
penetrarono no al deserto del Sinai, mentre gli eserci inglesi e francesi occuparono la zona del
canale. Una linea di condo a che trovò l’opposizione di Sta Uni e Unione Sovie ca la cui discesa
in campo (l’Urss inviò addiri ura un ul matum a Francia, Inghilterra e Israele) portò al ri ro
israeliano dal Sinai e all’abbandono del canale da parte di inglesi e francesi.
L’e e o più immediato della crisi di Suez fu il ra orzamento delle posizioni dell’Egi o e del
pres gio di Nasser, impegnato a rilanciare la poli ca del panarabismo, poli ca che tendeva a
raggiungere l’unità tra tu i popoli arabi.
ff
ti
ti
tt
tt
tt
ti
tt

ti
tt
ti
fi

tt
tt
tt
fi
tti
tt
ti
tt
fi
fi

ti
tt
ti

ti

ti

fi
ff
ff
ti
fi
tt
ti
ti

tti
ti
tt
ti

ti
ti

tt
tt

tti
ti
ti

fi
ti

tti
tt
tt
ti
tt
tti
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ffi

Il leader egiziano divenne molto popolare tra le borghesie intelle uali dei paesi arabi, dando
all’Egi o una posizione di preminenza tra i paesi in via di sviluppo.
L’impa o della sua poli ca – il nasserismo – sugli equilibri poli ci mediorientali fu dirompente: nel
1954 in Siria si a ermò un regime militare di ispirazione panaraba che nel 1958 acce ò la fusione
con l’Egi o (poi ri rata nel 1961) nell’ambito della Repubblica araba unita, so o la presidenza
Nasser. La poli ca di Nasser e i suoi sogni di raggiungere un’unità panaraba dove ero in realtà
scontrarsi con gelosie nazionali e divisioni ideologiche in vigore nei diversi paesi arabi, per cui il suo
proge o di unità tra paesi arabi fallì, pur cos tuendo un richiamo molto forte.

-Egi o e Israele
1967 = l’Urss fornì a Nasser, suo alleato, l’informazione – poi rivelatasi falsa – che Israele stava
ammassando truppe lungo il con ne siriano. Nasser rispose allertando l’esercito, chiedendo
all’ONU il ri ro degli osservatori in Egi o e chiuse lo stre o di Tiran, nel golfo di Aqaba, unica via di
accesso di Israele al Mar Rosso; gesto considerato da Israele come un a o di guerra. Israele a accò
l’Egi o: volando a bassa quota, quindi fuori dalla portata dei radar, i caccia israeliani raggiunsero le
piste egiziane e distrussero l’intera aviazione egiziana (di fabbricazione russa).
Contemporaneamente gli israeliani colpirono anche aerei giordani e siriani. Seguì su tu i fron
l’a acco di carri arma e paracadu s . La guerra (denominata Guerra dei sei giorni) fu conclusa in
soli sei giorni con la vi oria di Israele.
L’Unione sovie ca non si era mossa, mentre gli Sta Uni applaudirono l’azione di Israele che
sos tuì la propria aviazione, no ad allora composta da caccia francesi, con aerei di fabbricazione
statunitense.
Da allora la ques one pales nese andò a complicarsi sempre di più. La vi oria fece di Israele una
potenza militare molto di cile da scon ggere, ma allo stesso tempo, ne faceva anche una potenza
occupante, poiché gli israeliani avevano allargato i propri territori con l’annessione di nuovi
territori. Ciò portò Israele ad avere una super cie di tre volte più grande rispe o allo stato
originario.

-Pales na
Nel 1959 sorse per mano di alcuni giovani pales nesi un’organizzazione denominata Al Fatha (che
in arabo signi ca vi oria) il cui esponente principale era il trentenne Yasser Arafat, presidente degli
studen pales nesi al Cairo. Al Fatah era uno dei mol gruppi che agitavano lo scenario poli co
egiziano e nel 1964 Nasser, per controllarli, creò proprio al Cairo l’Organizzazione per la Liberazione
della Pales na (OLP), nel cui statuto veniva a ermato il pieno diri o pales nese a una patria
indivisibile. Nasser mirava quindi a essere la guida della lo a contro Israele. Ma aveva fa o male i
con , nel senso che la scon a militare del 1967 minò la credibilità dell’Egi o. Assunsero invece
sempre più importanza Al Fatah e Arafat che conquistò la maggioranza dell’OLP assumendone la
presidenza, modi cando lo statuto dell’organizzazione che ora si impegnava per raggiungere un
obie vo piu osto chiaro, e cioè la cancellazione dello stato di Israele e la creazione di uno stato
pales nese.
L’OLP ado ò quindi una precisa strategia intensi cando la pra ca della guerriglia in Giordania e
quella degli scontri arma lungo i con ni.
Intanto nel 1970, a se ant’anni, Nasser morì. Gli successe Sadat che, insieme al presidente siriano
Assad, preparò una nuova o ensiva contro Israele su due fron , quello siriano e quello egiziano. Il
6 o obre 1973, mentre gli israeliani celebravano lo Yom Kippur (una delle più solenni fes vità
religiose del calendario ebraico, la festa dell’espiazione), circa 700 carri arma siriani a accarono le
postazioni israeliani sul con ne siriano, mentre i carri egiziani a raversato il canale di Suez,
tt
tt
ti
ti
tt
tt
tti
ti
tt
tt
ti
tt
ti
tt
tt

ti
ti

tt
fi

ti
ti
ti

ff
ti
fi
ti
tt
ti
tt
tt
ti
ti
ffi
fi
fi
ti
ff
tt
fi
fi
ti
ti
fi
tt

fi

ti
ff
fi
ti
fi
ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti
tt
tt
tt

tt
tt
ti
tt
ti
tt
tt

tt
tt
tt
tti
tt
ti
ti
tt
ti
arrivarono alla riva orientale. Gli israeliani erano in di coltà e subirono parecchie perdite, ma
grazie al sostegno statunitense riescono a contra accare e a sbarcare sul territorio egiziano. A
sostegno degli arabi i paesi produ ori di petrolio u lizzarono anche l’arma economica, alzando i
prezzi e provocando una grave recessione nei paesi industrializza . Entrarono in campo anche i
sovie ci che schierarono nel Mediterraneo un’o an na di navi da guerra. Sadat fu convinto a
cessare il fuoco in cambio della convocazione di una conferenza internazionale nella quale si
sarebbe dovuta discutere la ques one pales nese. Su questa base, che trovò l’accordo anche degli
Sta Uni , si chiuse una guerra che era costata migliaia di vi me. Il cessate il fuoco venne rmato
il 23 o obre 1973 e ripris nò il con ne del 1967 res tuendo all’Egi o il Sinai ma non la striscia di
Gaza.
Qualche anno dopo, nel 1979, Egi o e Israele conclusero con la mediazione del presidente
statunitense Jimmy Carter (democra co) un accordo, un vero e proprio tra ato di pace, che
prevedeva il ri ro israeliano dal Sinai, che fu demilitarizzato, mentre le acque dello stre o di Tiran
e di Aqaba divennero acque internazionali. I due presiden che rmarono l’accordo e cioè
l’egiziano Sadat e l’israeliano Begin vinsero il premio nobel per la pace. Erano quindi dovu passere
trent’anni perché uno stato arabo, l’Egi o, riconoscesse l’esistenza dello stato di Israele. Ma la
pace era ancora lontana: contro quella che era stata de nita una pace separata si schierò nel
mondo arabo il fronte della fermezza cos tuito da Siria, Libia e Algeria, mentre l’OLP proseguiva la
poli ca degli a enta . L’Egi o fu espulso dalla Lega degli Sta Arabi e nel 1981 Sadat fu
assassinato da un estremista islamico membro dei vari gruppi estremis che proliferavano nel
paese. La risoluzione della ques one pales nese appariva, e appare ancora oggi, piu osto lontana.

-Maghreb
Africa se entrionale, Maghreb.
Inizio degli anni ’50 nei paesi del Maghreb (parte occidentale del nord Africa, Marocco, Tunisia,
Algeria) = nazionalismo arabo che con nuava a scontrarsi con la dominazione coloniale francese
I francesi tentano di reprimere le spinte indipenden ste, alternando repressione e concessioni
miran a introdurre forme parziali di autogoverno.
1956 = i francesi concedono piena indipendenza a Marocco e Tunisia, che avrebbero con nuato a
mantenere una posizione moderata e loccidentale per la poli ca estera.
In Francia vi era stato un cambio di presidenza: a Joseph Laniel era succeduto Pierre Mendes
France, per il quale era impensabile pensare a un’indipendenza dell’Algeria, dove risiedevano circa
1 milione di ci adini francesi. Era quindi una seconda patria per l’opinione pubblica francese;
molte furono le personalità francesi nate in Algeria (cultura francese). Territorio integrato alla
madrepatria, all’interno del quale però le concessioni agli autoctoni erano minime.
A scuola gli algerini imparavano la superiorità della cultura francese su quella araba (scuola chiusa).
Solo una popolazione rido a della popolazione poteva frequentare.
Situazione non molto di erente si presentava a livello dell’is tuzione.
La libertè, legalitè e fraternitè (principi cardine della Francia) erano sconosciu per la quasi totalità
della popolazione autoctona.
Quella che si andava a formare era una situazione che rendeva comprensibile anche la
maturazione di un forte sen mento an francese, che portò all’aumento di disordini e agitazioni
guidate dal movimento del Fronte di Liberazione Nazionale (FLN), matrice nazionalista, non più
disponibile ad acce are compromessi, decise di radicalizzare lo scontro con la Francia, guidato da
Mohammed Ben Bella, algerino che era stato detenuto come prigioniero poli co in Francia (dopo
aver comba uto nel suo esercito).
Obie vo ! raggiungere la piena indipendenza del paese.
ti
ti
tti
ti

ti
tt
ti
tt

tt
tt
ti
tt
tt
ti
ff
ti
tt
tt
ti

ti
ti
tt
tt

fi
ti
ti
fi
ti
tt
ti
ti
ti
tt
tt
ti

ti
ti
ti
ffi
fi
ti

tti
ti
ti
ti
fi
ti
tt

ti

tt
ti
ti

tt
tt
ti
ti
fi

Reazione francese ! arriva per mano del ministro degli interni, fu quella di ra orzare le guardie
militari e la sorveglianza (volontà, fermezza, presenza).
Scoppio della Guerra di Algeria (con i o che dura o o anni).
Le forze in campo furono da una parte il FLN (comba en specializza in azioni di guerriglia) e
dall’altra l’esercito francese (corpi speciali, come la Legione straniera che nacque in Algeria).
La guerra si trasformò ben presto in una guerra civile: i metodi con cui venne comba uta
coinvolsero la popolazione civile dire amente (le truppe francesi condussero rastrellamen nei
villaggi, sospe a di sostenere il FLN, internamento nei campi militari e di prigionia francesi di
algerini).
1957 = in una cruenta ba aglia albana comba uta ad Algeri, il FLN decise di seminare il terrore tra
gli europei mediante a enta . La cosidde a ba aglia di Algeri con i suoi a enta e la sua dura
repressione fu ripercorsa, nel 1966, dal regista italiano Gillo Pontecorvo che rmò l’omonimo lm.
La pellicola divenne un manifesto poli co, bandito in Francia e ogge o di culto in Algeria. Non era
la prima volta che i movimen insurrezionali rmavano a enta miran a colpire obie vi civili, ma
in Algeria si ge arono le basi del moderno terrorismo come guerra di resistenza dei popoli
oppressi.
Reazione internazionale ! alla lo a degli algerini guardarono con favore, non soltanto mol paesi
ex coloniali, ma anche grandi potenze (Urss e USA) riconoscendo il governo provvisorio algerino
ancor prima dell’indipendenza. Furono le loro pressioni a costringere il governo francese a
negoziare e a raggiungere gli accordi che riconoscevano la piena sovranità dello stato algerino e
garan vano un graduale passaggio di potere che avrebbe salvaguardato le comunità francesi, ma
sulla carta: la trasmissione reale fu tu ’altro che paci ca. I tra a furono rma da Charles De
Gaul e Ben Bella, successo nel ’69 da Houari Boumedienne, che fece dell’Algeria un paese
fortemente autoritario e centralizzato, statalizzato sul piano economico e assumendo un ruolo di
spicco all’interno dei paesi arabi senza però rinunciare a una collaborazione economica con Francia
e con gli altri sta occidentali, grazie anche alle materie prime che possedeva.

-Libia
Venne instaurata una forma par colare di nazionalismo islamico. L’arte ce fu Muammar Ghedda ,
capitano dell’esercito militare, nel 1969 grazie all’appoggio di un gruppo di u ciali riuscì a
rovesciare la monarchia dell’ormai anziano re Idris; fu un colpo di stato rapido.
Ghedda era di origine beduina, ero delle sue origini, si era dato alla poli ca sospinto dai ricordi
personali che risalivano all’occupazione italiana e nacque subito una forte ammirazione per il
leader egiziano Nasser. Voleva creare una cellula eversiva: nazionalizza i pozzi petroliferi, scoper
nel 1959 (Mussolini aveva preferito ignorare i suoi tecnici), che portarono la Libia a diventare il più
importante paese produ ore di petrolio, portando avan poli che sociali, industriali e militari (che
ebbero un grande peso speci co nell’azione di Ghedda ). Potenziò il suo esercito acquistando
armamen e mezzi tali da cos tuire un’aviazione e una marina molto importante. Uno dei suoi
obie vi era quello di realizzare una vera e propria bomba atomica islamica, proponendo all’India
la riparazione dell’intero debito pubblico indiano in cambio dell’atomica; tu o ciò per comba ere
l’occidente e tu e le altre ideologie estere, alle quali egli contrappose una teoria universale, che
chiama socialismo coranico, che illustrò all’interno di un libro (Libro Verde). Uno dei suoi principali
avversari era l’Italia, colpevole di aver colonizzato la Libia. Non a caso, a più riprese egli espulse gli
italiani rimas in Libia, senza mai rinunciare a rivendicare il risarcimento dei danni so er
dall’occupazione, anche se l’Italia rappresentava uno dei primi partner commerciali della Libia.
Nonostante il petrolio e le poli che industriali, il regime di Ghedda con nuava a conservare due
tra : quello an urbano e quello rurale. Egli era un di atore e amava propagandare una serie di
tti
tti

ti
fi

ti
ti
tt
tt
tt
ti
ti
ti
tt
tt
tt
ti
fi
ti
ti
ti
ti
fi
tt
fl
tt
tt
tt
ti
tt
fi
tt
tt
tt
tt
fi
tt
fi

ti
ti
tt

ti
tt
ti
ti
fi
tt
ti
ti
fi
ti
fi
ti
tt
tt
ffi
fi
ff

ti
ti
tt
ff
tti
ti
ti
ti

tt
fi
ti
fi
immagini che si legano alla sua presidenza (quella di farsi immortalare come un nomade nel
deserto, austero di una vita semplice).
Ideò quindi grandi proge agricoli e di popolamen rurale, che però costrinsero a importare
dall’estero una consistente quota di manodopera (tecnici).
Un altro aspe o della sua poli ca era l’obie vo di raggiungere una sorta di egualitarismo
economico, abolire il sistema salariale trasformando i lavoratori in soci del sistema produ vo,
tagliando ogni legame con la cultura e le is tuzioni dell’Occidente, che andavano sos tuite con
altre più ancorate alla cultura arabo-islamica. Non è un caso che appena preso il potere, nel 1969,
la nuova cos tuzione libica dichiara l’islam come nuova religione di stato sancendo così la nascita
di uno stato islamico. Cri che dei se ori più conservatori dell’islam non tardarono ad arrivare.
Rispose con violenza e repressione, distruggendo le moschee conservatrici e reprimendo
l’opposizione interna proveniente dalla borghesia, intelle uali, tecnici e gruppi poli ci oppositori.
1977 = nuova Cos tuzione, resse il potere no al 2011, quando con lo scoppio della guerra civile fu
ucciso.

-Africa nera (Sub Sahariana)


Più tardivo delle ragioni che si a acciavano sul Mediterraneo.
Le potenze europee decisero di non contrastare un processo che, iniziato con la decolonizzazione
dell’Asia, era diventato inarrestabile.
Emancipazione africana = si apre nei territori britannici (Ghana). Poi colonie francesi (Guinea).
Nel ’60 ben diciasse e sta o ennero l’indipendenza, tra cui Nigeria, Congo Belga, Senegal e
Somalia.
Il processo di decolonizzazione fu spesso pilotato dalle potenze europee, che così riuscirono a
o enere vantaggi: mantenere importan legami sopra u o sul piano economico.
Il cammino verso l’indipendenza fu più travagliato sopra u o dove erano in gioco interessi più
for o dov’era più marcata la presenza dei coloni europei ! Kenya (indipendente nel ’63), fu
insanguinato da repressione e campagna terroris ca e da una spietata repressione inglese.

-Congo
1960 = anno dell’Africa
Il Congo, ex colonia belga, dipendente nel giugno 1960. Il re Baldovino belga concede
l’indipendenza. Baldovino presentò l’indipendenza (elegia “belga”) come una vera e propria
realizzazione dell’opera dei belgi, che per oltre o ant’anni si erano prodiga nell’uni cazione del
paese.
Due se mane più tardi del giugno ’60 la ricca provincia mineraria del Katanga si separa dal Congo.
Si ha una grave crisi locale che ebbe risvol nazionali, da una parte reagirono i belgi (veri
responsabili della secessione katanghese) e dall’altra le potenze occidentali (per evitare una
presenza sovie ca). L’ONU cercò di poter esercitare una funzione di mediazione, a raverso
l’intervento di un con ngente militare internazionale che però venne ben presto ri rato.
Situazione ingovernabile, nel se embre del ’61 prende il potere Mobutu.
Primo passaggio: arresto di Lumumba, condannato a morte. A salire al potere fu lo stesso Mobutu,
che creò un governò di unità nazionale prendendo il potere no al punto di cambiare il nome al
paese nel 1971 (riba ezzandolo con il nome di Zaire).
Ad appoggiare l’ascesa di Mobutu furono sul piano internazionale gli USA e i governi occidentali,
sia in funzione an sovie ca sia per garan re che la decolonizzazione non avesse conseguenze
destabilizzan sullo sfru amento delle risorse africane da parte delle mul nazionali straniere e
statunitensi. Mobutu ebbe anche buoni rappor con diversi sta (USA, Romania). Malgrado fosse
tt
ti

tti

ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
tt
ti

tt
ti
ti
tti
ti

tt
ti
tt
ff
tt

ti
ti
ti
fi
ti
tti
ti
tt
ti
ti

tt
tt
tt
tt
tt

fi

ti

ti
ti
tt
ti

ti
fi
ti

tti

un di atore accusato di violazioni di diri umani, venne riconosciuto, godeva di ampio credito
internazionale. Dall’altra parte diventa anche alleato con la Francia (anni O anta). Vi fu un incontro
di pugilato tra Muhammad Alì e George Foreman, passaggio che consen a Mobutu di avere
successo sul piano internazionale (sport come propaganda e veicolo di ra orzamento della sua
cultura).
Con la ne della guerra fredda, che aveva sfru ato, arrivò a una crisi interna.
1990 = rassegna le dimissioni, acce a la presenza di un Parlamento mul par co.
1997 = muore, lasciando in eredità un paese con una dramma ca situazione economica e
spaccature sociali all’interno.

-Sudafrica
Colonia britannica dal 1914. La natura degli insediamen bianchi di eriva rispe o a quella di altri
paesi africani. Erano compos da due popoli, che si erano fronteggia nelle due guerre angloboere
del 1880-1882.
Da una parte i boeri, i discenden dei primi coloni olandesi, de africani per la lingua parlata,
adde per lo più all’allevamento e dall’altra i britannici, che dominavano la scena commerciale e
nanziaria del paese, a anca da minoranze me cce e asia che.
Le comunità bianche sudafricane, quindi, non erano assimilabili a quelle presen nelle altre
colonie.
Dal punto di vista numerico, secondo un censimento del 1960 i bianchi cos tuivano la minoranza,
mentre la popolazione nera era il 68,3%
Mentre gli sta con nan raggiungevano l’indipendenza, all’interno del Sudafrica cresceva la
protesta dei movimen neri.
Il paese rispose ado ando una singolare forma di colonialismo interno, che accentuava la
separazione territoriale delle etnie. Una poli ca meglio conosciuta come apartheid, che ebbe il
proprio arte ce nel Par to Nazionale, che dopo aver vinto le elezioni dominò per decenni la sfera
poli ca sudafricana so o la guida della componente afrikaneer (quindi olandese).
Apartheid = prevedeva la divisione della popolazione di colore in dieci gruppi tribali e ogni
individuo era classi cato in base all’etnia, senza tener conto dell’e e vo gruppo di origine. Così
veniva determinata l’appartenenza legale e legisla va di ogni individuo alle homeland, luogo in cui
era costre o a risiedere anche con spostamen forza .
Homeland = 13% del territorio nazionale; si sosteneva che il con namento, oltre a difendere la
necessaria supremazia bianca, avrebbe consen to uno sviluppo autonomo delle popolazioni
na ve; in realtà erano comunità ghe o, caren di infrastru ure, servizi e a vità produ ve. Da
ques luoghi singoli abitan potevano uscire solo per recarsi a lavorare, dove per altro mol
restarono, o tornarono, per vivere in sobborghi degrada .
Contemporaneamente, ci fu l’abolizione di ogni forma di rappresentanza poli ca e a par re dal
1970 la popolazione di colore che con nuava a vivere nelle zone bianche fu privata dei diri civile,
dell’accesso all’istruzione e a ogni sorta di pubblico servizio.
Il regime fu a lungo difeso dalla poli ca governa va sudafricana, che vantava gli eleva tassi di
sviluppo economico, sostenendo che la popolazione vivesse comunque meglio rispe o ai neri degli
altri paesi del coniente, ma in realtà era un’esclusione raziale, che in Europa ricordava l’esperienza
delle deportazioni. Ciò portava a proteste da parte dei ci adini di colore.
L’Apartheid era des nata ad avere un grande impa o sull’opinione pubblica internazionale
(nega vo ovviamente). L’ONU lo dichiara un crimine contro l’umanità avviando una campagna di
sanzioni economiche contro il Sudafrica, che nello stesso anno diventa repubblica ed esce dal
Commonwealth.
fi
ti
ti
ti
tti
tt
ti
fi

tt

fi
ti

fi
ti
fi
tt
ti
tt
ffi
ti
ti
ti

ti

ti
ti
tt
ti
tt
ti

tti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti

ti
ti
tt

tt

ti
ti
tti
fi

ff
ff
tti
ti
ti

ff
tt
ti
tti
ti

ti
ti
tt
ti

tt
ti
tti
ti
tti
ti
African Na onal Congresso = par to di ispirazione socialista che per decenni organizzò campagne
civili, scioperi, azioni represse dall’apparato governa vo. Gli arres e i processi che seguirono
ebbero grande rilevanza, sopra u o quelli che colpirono Nelson Mandela, condannato a cinque
anni di carcere, poi commuta in ergastolo. Egli seppe trasformare la sua vicenda personale in un
simbolo e in una lo a nazionale e mondiale. Sconta 27 anni di carcere. Le popolazioni sudafricane
arrivano al governo del paese.
1993 = Apartheid ri utato, ne.
2013 = morte di Mandela.

-Fenomeno del non allineamento


I paesi di nuova indipendenza si a acciarono sulla scena internazionale mossi dalla convinzione di
condividere una comune eredità: la lo a al colonialismo e di essere portatori di comuni interessi
ed esperienze, che andavano al di là dei processi governa vi in vigore.
In un mondo pervaso dalla compe zione tra est e ovest ques paesi sen rono la necessità di
a rancarsi dall’egemonia delle grandi potenze, proprio come si erano a ranca dal dominio
coloniale.
Parola d’ordine = non allineamento rispe o ai grandi blocchi ideologici e militari.
Il non allineamento divenne la pia aforma poli ca comune di quello che andava emergendo come
Terzo Mondo, dis nto dall’est e dall’ovest.
1955 = Conferenza afroasia ca di Bandung (Indonesia) ! partecipano circa 29 sta proclamando
l’uguaglianza di tu e le nazioni, il sostegno ai movimen impegna nella lo a al colonialismo e il
ri uto ad alleanze militari egemonizzate dalle superpotenze. Segna l’a o di nascita del movimento
dei non allinea , ma anche l’a ermazione del Terzo Mondo.
Terzomondismo = tendenza a individuare proprio nei paesi di nuova indipendenza uno dei
principali fa ori di mutamento e di rinnovamento a livello mondiale.
Proge o dei protagonis = la conferenza doveva rappresentare il punto di partenza per un
neutralismo a vo; in realtà le aspirazioni nirono per stemperarsi man mano che andavano a
scontrarsi con gli interessi e le ideologie e le posizioni poli che dei diversi sta .
1973 = Conferenza di Algeri ! 75 sta , ma accentuate le di erenze. L’epicentro del movimento fu
contrassegnato dal contrasto tra est e ovest: non mancarono i tenta vi di alcuni paesi di spingere
l’asse del non allineamento verso l’Urss, delineandolo come naturale alleato, in quanto depositaria
di una tradizione an mperialista.
Realtà sempre più di erenziata, sempre maggiori contras tra i paesi.
Ebbe però un merito: imprimere una nuova sionomia alla comunità internazionale, rendendola
non più riconducibile alla sola contrapposizione est-ovest.

-America La na
I paesi avevano da tempo raggiunto un’indipendenza poli ca. I problemi maggiori derivavano da
un’arretratezza sociale/economica e dalla dipendenza dagli USA: n dall’O ocento si arrogavano il
diri o di esercitare una funzione di tutela (in realtà controllo) sul con nente.
Gli USA appoggiarono le classi locali dirigen impedendo ogni forma di innovazione.
Oligarchia = quasi ovunque il potere era concentrato in oligarchie locali (forze armate, Chiesa
ca olica).
1948 = viene creato un organismo che si proponeva di promuovere la cooperazione economica fra
gli sta del sud e con nen e impedire che l’aggravarsi dell’instabilità poli ca e riacu zzarsi delle
ff
fi
tt
tt
ti
tt

ti
tt
ti
tti
ti

ti
tt
tt
fi
ti
ff
ti
ti

ti
fi
ti
ti
ff

tt

ti
ff

tt
tt

ti
ti
tt
tt
fi

ti
fi
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti

ff

ti
fi
ti
ti
ti

ti

tt

ff
ti
ti
tt
tt
ti

ti

ti

ti
tensioni sociali aprissero spazi alla penetrazione comunista e all’in uenza sovie ca (che invece
o ene successo a Cuba).

! Cuba
Isola caraibica, so ra a dagli USA alla Spagna nel 1898.
Tre anni dopo diventa indipendente, ma rimane so o il controllo degli USA, che avevano for
interessi nelle piantagioni di zucchero e tabacco. Luogo anche di a razione eso ca e cultura
(Hemingway).
1952 = prende il potere Fulgencio Ba sta senza trovare opposizione (lui è statunitense).
Fidel Castro denunciò la presa del potere e organizzò un a acco armato alla Casa Bianca (1953).
L’a acco fallì e Castro fu condannato. Fondò il movimento con l’obie vo di des tuire Ba sta
introducendo una nuova poli ca, che si schierasse in favore degli sta più poveri della società
rurale. Tenta un nuovo colpo di stato (ancora peggio di prima). Contava più solo sul supporto di
dodici persone.
Par la rivoluzione cubana.
1959 = Castro riuscì a spodestare Ba sta, che fuggì. Prende il potere. Entra con i suoi barbudos da
trionfatore a L’Avana. Era riuscito ad o enere l’appoggio internazionale consistente.
Con Castro operava Ernesto Guevara (il Che), des nato a diventare una vera icona del XX secolo.
La rivoluzione castrista aveva inizialmente poco da spar re con il comunismo sovie co, ma gli USA
con nuavano ad essere di un altro parere.
Punto fondamentale è che una volta giunto al potere Castro inizia a nazionalizzare l’industria dello
zucchero. Gli USA impongono un embargo statunitense.
L’Urss decide di acquistare lo zucchero di Cuba, che divenne lo zuccheri cio dell’Urss. Cuba si
avvicina così all’orbita sovie ca (problema molto grande per gli USA).
Regime dominato dal comunismo internazionale.
Dall’altra parte c’è Chruščëv, che aveva garan to a Cuba un appoggio missilis co, potenziato in
caso di a acco statunitense. Castro optò per il socialismo, dando vita all’unico regime comunista
dell’America La na.
1961 = nell’aprile un con ngente di un migliaio di an castris in esilio negli USA, addestra dalla
CIA e appoggia dall’esercito e dall’aviazione americana, sbarca a Cuba sulla Baia dei Porci, con la
speranza di sollevare la popolazione contro Castro (fallimento). Furono respin dalle truppe di
Castro, che o ennero da Mosca la possibilità di installare sul proprio territorio una postazione di
missili nucleari.
1962 = aerei spia statunitensi individuano la stazione e Kennedy ordina il blocco navale dell’isola.
Si s ora il vero e proprio scontro militare.
Dopo giorni di tensione i missili sono ri ra e gli USA si impegnano a rispe are l’indipendenza.

19/04/2021
! Argen na
In America La na dominano interessi organizza (oligarchie tradizionali: Chiesa e forze armate).
In un contesto di su ragio universale emergeva la gura del leader, che sovente deteneva grandi
capacità di comunicazione (carisma e personalità di spicco), che si fondevano nella gura di Juan
Domingo Peron ed Eva Duarte (sua moglie, molto a va in campo poli co e sindacale, a lei si
a ribuisce il su ragio universale femminile nel 1946).
tt
tti
tt
fi

ti

tt
ti

tt

ti

ti
ti
ff

tt

ff
tt
ti

ti
ti
tti
tti
tt
ti

ti

ti
ti
ti

fi
tt
tti
ti

ti

tt
ti
tt
fl
tti
ti

ti
fi
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
fi

ti

ti
ti

Peron apparteneva a quella schiera di u ciali che nel 1943 riuscì ad abba ere il regime militare
instauratori in Argen na dopo la grande crisi del ’29. Viene invitato al con no dagli altri
partecipan al colpo di stato, ma le proteste popolari ne avevano quasi immediatamente decretato
la liberazione, riuscendo a ritornare nell’inverno del ’45 e fu accolto da una folla di lavoratori
(descamisados, i senza giacca, gli operai che gli avrebbero garan to un forte appoggio e grande
consenso ele orale).
’46 = l’Argen na va alle urne e contro ogni aspe a va vinse le elezioni governando no al 1955 e
poi dal ’73 al ’74, applicando riforme in sostegno delle industrie, che vennero nazionalizzate. La
poli ca di Peron proponeva la Terza Via; intanto comba é l’ascesa del comunismo, indicava una
nuova via di comunità organizzata: uno stato sindacale fondato su sostegno degli operai e sostegno
della produzione nazionale. Si trovano i tra cara eris ci del corpora vismo sudamericano.
Peron promosse un programma poli co ed economico volto a nazionalizzare le società e le
compagnie straniere, facendo dello stato il principale promotore delle a vità economiche dello
sviluppo industriale del paese inserito in un quadro di protezionismo doganale. Portò avan una
poli ca eterogenea perché era capace di riunire al suo interno populismo, socialismo, patrio smo.
Si ispirò a Roosevelt, con una poli ca cara erizzata da un forte interven smo statale, da welfare
assistenziale e da for tra di previdenza sociale, a uata mediante la Fondazione Eva Perón.
Recuperò anche tra di forte an americanismo, sostenendo il distacco e promuovendo una
poli ca di non allineamento.
Peron sviluppò una sorta di dialogo plebiscitario tra leader stesso e masse, un rapporto simile a
quello che cara erizzava i fascismi europei, in un contesto certamente autoritario, ma senza
avvalersi del supporto di un par to organizzato per mobilitare il consenso; il suo approccio fu
sostenuto dalla popolarità di Eva e dall’introduzione del su ragio universale femminile.
Il modello di industrialismo prote o si scontrò con la crisi che colpì l’Argen na negli anni ’50 e la
morte della moglie so rasse a Peron una forte fe a di popolarità.
1955 = a se embre, mentre stava a rontando il suo secondo mandato come presidente, Peron fu
rovesciato da un colpo di stato militare (Revolución Libertadora), sostenuto dai suoi avversari
(forze armate, se ori della chiesa ca olica, se ori an peronis ). Peron è costre o all’esilio prima
vicino al Paraguay e poi a Madrid, dove Francisco Franco gli consente asilo poli co. In Argen na il
peronismo viene posto fuori legge.
Il potere fu preso da un governo di stampo militare, che si mosse in direzione opposta: sviluppò un
modello di dipendenza dalle potenze capitalis che portando l’Argen na ad un’ulteriore fase di
problemi. Un potere cara erizzato da repressione: si ha la riapertura del carcere di Ushuaia,
u lizzato per detenzioni poli che, la messa al bando del Par to Comunista e la reintroduzione
della pena capitale anche per i civili. Situazione che permane no al 1971, quando il paese fu
scosso da un altro colpo di stato guidato da Alejandro Agus n Lanusse, anche lui militare. Egli
ripris nò la democrazia cos tuzionale dal 1973, anno in cui si svolsero le elezioni generali. Vince
un peronista, Hector Campora, che però si dime e subito dopo.
La grande instabilità porta a nuove elezioni e in più par del paese si invoca il ritorno di Peron, che
torna nel ’73. Nelle elezioni di o obre trionfa per la terza volta. Egli però aveva mutato la sua linea
poli ca, abbandonando il peronismo e avvicinandosi a posizioni vicine alla destra. Il peronismo
argen no, prima del ritorno del leader, era diviso in due: da una parte i Montoneros, ala sinistra,
che sperava in un ritorno di Peron per portare l’Argen na sulla strada della costruzione di uno stato
socialista (vi facevano parte anche la chiesa ca olica militante, vicina alle problema che ed
esigenze del terzo mondo, unitamente anche alle galassie che si erano ba ute per il ritorno di
Peron); dall’altra parte vi era il peronismo di destra (nazionalis , conservatori e altre sfere della
chiesa ca olica).
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tt
ti
tt
tt

tt
tti
ti
ti

tt
tt
tti
ti
ti

ti
tt
ti
tt
ti

ff
ti
tt
ffi
tt
tti
ti
tt
tt
tt
tt
tt
tt
ti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ff
ti
ti
fi
ti
ti
ti

ti
ti
ti
tti
tt
tt
fi
ti
ti
tt
fi
ti

ti
ti
tti

I Montoneros reclamavano una svolta socialista e furono i principali fautori del rientro di Peron, ma
furono esclusi. Egli intraprese uno scontro dal cara ere duro. Vince le elezioni senza godere
dell’appoggio della sinistra.
Il suo governo assunse le sembianze di un potere esecu vo di destra, con l’obie vo di accreditarsi
verso il popolo u lizzando la gura dell’anziano leader carisma co. Questa fu l’ul ma apparizione
di Peron. Nel 1974 morì.
Il potere passa a Isabelita Peron, sua seconda moglie, che inizia una repressione degli oppositori e
lascia campo libero agli estremis di un movimento nato in quel tempo: la Tripla A, l’alleanza
an comunista argen na. Scenario che resta in piedi no al 1976, quando Isabelita fu rovesciata da
un nuovo colpo di stato militare organizzato con il supporto della CIA, portando al potere Jorge
Rafael Videla.
L’Argen na, però, non fu un caso isolato: nel quadro della guerra fredda la poli ca an comunista in
America La na divenne una priorità. Il che equivale a dire che il sostegno statunitense andò
sopra u o ai militari impegna a stabilire ordine e controllo poli co. Nel 1964 gli USA appoggiano
in Brasile un colpo di stato teso a scalzare il governo accusato di avere simpa e nei confron di
Castro. Appoggiarono anche regimi an comunis che si a ermarono in Argen na, Uruguay,
Bolivia, Perù ma sopra u o in Cile.

! Cile
Qui il colpo di stato militare pose ne a quello che era considerato un raro esempio di solida e
sperimentata democrazia, alla cui guida vi era un ca olico riformatore (Eduardo Frei), che aveva
governato il paese dal 1964 al 1970.
Nel 1970 vi furono le elezioni, vinte a sorpresa dal socialista Salvador Allende, sostenuto dalle
sinistre e depositario di un programma poli co molto avanzato, di chiaro stampo marxista. I suoi
primi passaggi furono, giunto al governo:
• la nazionalizzazione del sistema nanziario e dell’industria del rame (che rappresentava la
principale risorsa del paese);
• vara una riforma agraria;
• sos ene le rivendicazioni salariali dei lavoratori, conducendo nel contempo un deciso
intervento statale in ambito economico.

Questo programma, innovatore, provocò due reazioni e resistenze dei poteri economici
allarmando anche gli USA, che cercarono di ostacolare la realizzazione del programma e ne
incoraggiarono le opposizioni. Dopo i primi successi, la poli ca di Allende si rivelò insostenibile e
così si di use la precarietà e il mercato nero, mol plicandosi agitazioni, scioperi e proteste in tu o
il paese.
11 se embre 1973 = una giunta militare guidata da Augusto Pinochet (generale) organizzò un
colpo di stato appoggiato dagli USA in funzione an comunista. Pinochet gode e dell’appoggio
anche dei ce più eleva della società civile. Ciò portò al rovesciamento del legi mo governo di
Allende. Pinochet diede l’ordine all’aviazione cilena di bombardare il palazzo presidenziale di
San ago, dove Allende morì.
A queste giornate seguì la caccia agli esponen e ai simpa zzan della sinistra, che furono
dapprima concentra nello stadio della capitale e poi imprigiona , tortura , uccisi e fa
scomparire (i desaparecidos).
La poli ca a uata da Pinochet fu una poli ca liberista (il contrario di Allende) e restò al potere no
al 1988, quando un referendum lo costrinse a porre ne alla sua di atura e a reintrodurre,
a raverso libere elezioni, la democrazia.
tt
ti
ti
ti
tt
tt
ti

ti
ff
tt

ti
tt
ti

ti
ti
ti
tt
ti

tt

fi

ti
fi
ti
fi

ti

ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tt
fi
fi
ti
ff
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
ti
ti
tti
tti
ti
ti
tti
ti
fi
tt
Pinochet lasciò u cialmente il potere nel 1990, restando però a capo delle forze armate no al
1998. Divenne senatore a vita no al 2002, quando fu arrestato in Inghilterra su mandato del
governo spagnolo, accusato della sparizione di ci adini spagnoli. Non venne però mai condannato
per mo vi di salute e morì nel 2006.
Il suo regime militare coincise con l’inizio della maggior parte delle sanguinose di ature in sud
America.

! di atura in Argen na
Videla sale nel 1976 instaurando una di atura che ricorse alla repressione clandes na, alla tortura,
alla violenza, facendo scomparire migliaia di persone (sempre i desaparecidos).
La tortura era rappresentata una costante, una vicenda so ra a al silenzio solo grazie alla tenacia
delle madri degli scomparsi, che iniziarono a radunarsi in una piazza centrale di Buenos Aires,
dando vita al movimento delle madri di Plaza de Mayo, per chiedere no zie sui loro gli scomparsi.
Il governo di Videla fu contrassegnato da violazioni di diri umani.
Fu condannato all’ergastolo e cinquant’anni di carcere; scontò la pena durante gli ul mi anni della
sua vita.
Garage olimpo = lm, il nome è quello di uno dei tan luoghi di tortura clandes na u lizza da
Videla contro gli oppositori. Egli decise che la popolazione ritenuta sovversiva avrebbe dovuto
subire dire amente la repressione, che però avveniva segretamente.
Il conto delle vi me scomparse arrivò a 40.000, cui occorre aggiungere oltre 15.000 prigionieri
poli ci (legge della pena di morte in vigore).
La parte di popolazione che non era considerata pericolosa andava inquadrata in una precisa
visione; nelle scuole gli insegnan dovevano correggere o segnalare ogni piccolo eccesso di
ribellione dei bambini, considerato de aglio di futura tendenza all’opposizione.
Il regime di Videla fu anche sostenuto da buona parte della Chiesa ca olica argen na. Lo stesso
Videla era ca olico e arrivò a gius care le violenze come una sorta di “guerra giusta” contro il
comunismo e a favore dell’occidente cris ano.
Benché in Argen na si fossero “abitua ” alla violenza di stato, non si era mai arriva alla brutalità
che contraddis nse il regime videliano; tra il ’76 e il 1983 fu spazzata via un’intera generazione.
Il regime incontrò i suoi maggiori ostacoli nel cercare di costruirsi un’immagine credibile all’estero
perché vari gruppi di oppositori esilia e alcuni governi denunciarono ripetutamente la situazione
dei diri umani in Argen na. Dal canto suo, il governo sudamericano rispondeva con slogan e
a ribuiva le cri che a una campagna an -argen na.
Uno dei modi con cui la di atura argen na cercò di guadagnare consenso e appoggio
internazionale furono i mondiali di calcio del 1978, ospita proprio in Argen na. Ci furono ri u a
partecipare a questo mondiale per protestare contro il regime. Il trionfo della nazionale argen na,
avvenuto in maniera non ortodossa, consen a Videla di ricevere l’applauso della folla radunata
allo stadio e di porre la sua immagine sul piano internazionale.
Tra il 6 e il 20 se embre 1979 la commissione interamericana dei diri umani visitò il paese,
ricevendo denunce da parte dei paren degli scomparsi e delle vi me, così come dalle vi me di
altri abusi. Nel 1980 il dirigente di un’organizzazione riceve e il Premio Nobel della pace perché
denunciò con forza maggiore le violazioni dei diri umani in Argen na.
Videla venne deposto nel 1983 e la presidenza fu assunta da un capo di stato maggiore
dell’esercito a cui succede ero altri militari no al ripris no della democrazia so o la crescente
pressione popolare. A riportare la democrazia fu Raúl Alfonsin.

-Operazione Condor
tt
ti
tt
tti
ti

tt
tt
ti
ti
tti
tt
ti
ffi
fi

ti
ti

tt
tt
fi
ti
ti
fi

ti
tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
fi

ti
tt
tti
ti

ti
tti
ti
tt
tt
tt

tti

ti
tti
tt

ti

ti
ti

tt
tt
ti
ti
ti
ti
fi
ti
fi
tti
ti
fi
ti
ti

Il terrore sostenuto dalla rete poliziesca e dai regimi guida dagli USA guida dalla CIA !
operazione appoggiata dire amente dal presidente Nixon e a data ai servizi segre americani,
prese il nome di Operazione Condor, una sorta di rete poliziesca tessuta dai regimi la noamericani
e guida dagli USA. L’obie vo di quest’ul mi era tutelare l’establishment negli sta centro e
sudamericani, dove la possibile in uenza socialista e comunista era ritenuta troppo potente e
dall’altra parte reprimere le opposizioni interne ai governi che partecipavano all’operazione.
Le procedure a uate per me ere in a o i piani furono diverse, ma tu e ebbero il ricorso
sistema co alla tortura e all’eliminazione degli oppositori poli ci. Spesso ambasciatori, poli ci o
dissiden rifugia all’estero furono assassina anche oltre i con ni dell’America La na.
Le nazioni coinvolte nell’operazione furono il Cile, l’Argen na, la Bolivia, il Perù, l’Uruguay e il
Paraguay.
L’origine dell’operazione va ricercata nell’incontro del febbraio 1974 tra alcuni elemen di spicco
delle diverse esponen di spicco della polizia di spicco con Manuel Contreras, capo della DINA, a
San ago del Chile.
Un altro conta o avvenne durante la Decima conferenza degli eserci americani, a se embre
1973, quando un generale brasiliano (Borges Fortes) propose di estendere la partnership, una
sorta di collaborazione fra i vari servizi segre al ne di comba ere l’eventuale penetrazione del
comunismo e ogni proposito sovversivo e questa alleanza tra vari regimi fu patrocinata dagli USA.
Gli obie vi u ciali della repressione dei servizi segre erano i guerriglieri di sinistra, che
operavano in maniera piu osto blanda contro le di ature, ma la cooperazione si orientò e si accanì
contro ogni sorta di opposizione poli ca, sociale e umana. Furono rapi e uccisi studen ,
intelle uali, professori, sindacalis , operai, madri e padri che cercavano i gli scomparsi.
Le di ature facen parte dell’organizzazione fruirono di massicci aiu da parte degli USA, sia per
risorse economiche che per addestramento, forniture militari e organizzazione di tu o l’apparato
di intelligence.
Nella zona centrale del Canale di Panama la CIA installò una base di coordinamento e
comunicazione, adibita al transito di materiali, mezzi e uomini, nonché allo scambio di informazioni
tra i vari servizi segre . Le comunicazioni riguardavano principalmente piani di rastrellamento,
tecniche repressive, metodi per l’eliminazione dei prigionieri (voli della morte, gli oppositori
venivano carica su aerei ge a poi nei mari).
Furono stanziate cospicue somme di denaro per portare a termine questo programma dato che gli
interessi in gioco erano al ssimi.
La CIA fornì sempre sostegno, copertura, assistenza e denaro ai servizi segre sudamericani
nonché addestramento presso un’apposita stru ura.
1992 = un giudice paraguayano scoprì durante un’indagine in una stazione di polizia degli archivi,
de aglia , che descrivevano la sorte di migliaia di sudamericani segretamente rapi in un periodo
che andava dagli anni Se anta e O anta. Gli archivi contavano 50.000 persone assassinate, 40.000
scomparse e 400.000 incarcerate. Gli archivi, ritenu a endibili, riferivano anche altri paesi
(Colombia, Perù e Venezuela). Ques documen vennero denomina Archivi del Terrore.

-Morte di Che Guevara


1966 = Avana, palco della conferenza Tricon nentale, un’organizzazione che raggruppava alcuni
paesi dell’America del sud, dell’Asia e dell’Africa. Ernesto Che Guevara creò uno slogan: creare
molteplici focolai di guerriglia an mperialista; da questo momento in poi l’assemblea si impegnò a
sostenere i movimen di liberazione, ad addestrare gli a vis e a sostenerli in sud America.
Formazioni che pra cavano lo e di guerriglia nelle loro terre. Le guerriglie andavano però spesso
tt
ti
tt
tt
ti
tti
ti
ti
ti

ffi
tt

tt
ti
ti
ti

ti
ti
ti
ti

tt
ti
tti
tt
tt
tt
tt
tt
ti
ti

ti
fl
tt
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti

ti
tt
fi
tt
ti

ti
tt
tti
ti
ti
ti
ffi
ti
tt
fi
ti
ti
ti
tt
ti
fi
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tt
ti

ti

ti

in contro alla scon a e l’emblema fu la gura di Che Guevara, che dopo una breve esperienza
come ministro degli esteri di Cuba lasciò l’isola deluso per con nuare da solo la sua lo a di
liberazione perché tento prima in Congo, poi in Tanzania, di accendere focolai di guerriglia. Par
poi per la Bolivia, per supportare il locale esercito di liberazione nazionale, che si opponeva al
di atore.
Guevara e i suoi erano prepara , ma non avevano calcolato le sopraggiunte di coltà. La principale
era l’esercito boliviano, con ngen rinforza e addestra dire amente dalla CIA. A ciò si univa lo
scarso appoggio fornito dal Par to comunista boliviano e l’interruzione delle comunicazioni con
Cuba.
In queste condizioni Guevara fu ca urato, dopo essere stato ferito, dall’esercito boliviano (1966). Il
capo dell’esercito era propenso a ordinare l’immediata esecuzione, ma ebbe ordini di eren : fu
tenuto prigioniero in una scuola in a esa di ulteriori informazioni. L’amministrazione statunitense,
quando lo seppe, emise la sentenza di morte. Guevara fu ucciso il 9 o obre 1967. Dopo la sua
esecuzione il corpo fu trasportato in un ospedale a Villagrande, poi mu lato e nascosto. Fu
riesumato nel 1997.

DECLINO E SCOMPARSA DEL BLOCCO SOVIETICO


Tra la ne degli anni Se anta e l’inizio degli anni O anta la storia del blocco sovie co dipese dalle
scelte e dall’evoluzione delle vicende nazionale dei suoi appartenen ; di fronte al manifestarsi di
una crisi poli ca, economica e sociale i vari regimi elaborarono di eren strategie di reazione. Da
un lato, una stre a delle maglie del sistema repressivo in chiave nazionale (Romania e Bulgheria),
dall’altro un ra orzamento ideologico (DDR e Cecoslovacchia) e in ne nell’elaborazione di nuovi
proge , che consen ssero una via d’uscita dalla crisi (Polonia e Ungheria).
In Jugoslavia la morte di Tito aprì una vera e propria crisi di legi mazione poli ca, che sfuggì al
controllo e che sfociò nelle tragiche guerre degli anni ’90.
In Albania, il leader costruì un regime impenetrabile e dai cara eri fortemente dogma ci.

Il declino del blocco sovie co fu fortemente legato a quello dell’Urss, che no alla morte di
Breznev aveva bloccato ogni tenta vo di riforma. Con la sua scomparsa il sistema non riuscì a
scuotersi: fu proprio la fragilità dello stato sovie co a spiegare la reazione proveniente dagli altri
paesi; Mosca non era più in grado di governare i suoi sta satelli , si trovò a coordinare sta e
nazioni i cui orizzon poli ci e interessi economici divergevano profondamente da quelli del
Cremlino.

-Polonia
La situazione polacca vide nel 1973 la sos tuzione al potere di Gomulka con Gierek, che vantava
esperienze personali lavora ve in Occidente. Mirava a o enere il consenso popolare, a uando una
strategia approvata dai sovie ci puntando sulla modernizzazione delle stru ure produ ve
a raverso inves men tecnici, l’accesso a pres occidentali e collaborazione con imprese
occidentali (si ha infa la partnership tra Polonia e FIAT). Egli conquistò la simpa a di mol
ci adini, instaurando rappor cordiali con la Chiesa ca olica, che vedeva in quel periodo emergere
il vescovo di Cracovia (Karol Wojtyla). Favorì anche consumi ed edilizia popolare.
La Polonia sembrava avviata a una stagione di modernizzazione e riforma.
La situazione precipitò. Dal 1976 il sistema polacco entrò in crisi; crebbe l’indebitamento e si
videro i limi di uno sviluppo economico basato quasi esclusivamente sull’industria pesante
(acciaio e carbonio). Il governo decide di aumentare i prezzi dei generi alimentari del 60%. La
popolazione a uò rivolte, con a acchi al par to.
tt
tt
tt

tti
fi

ti
ti
tt
ff
ti
tt
fi
tt
ti
ti

tti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
tt
fi
ti
ti
ti
ti
ti
ti

tt
tt
ti
tt
ti

tt
ti
tt
tti
ti
ff
fi
ti
tt
ti
ti
fi

tt
ffi
ti
ti

ti
ff
tt
ti
tti
tt

ti
ti
ti

In Polonia erano presen organismi di opposizione poli ca sor al di fuori del par to, su tu il
Comitato di difesa degli operai e il movimento per la difesa del ci adino.
Wojtyla fu ele o nel 1978 papa (Giovanni Paolo II). Nel ’79 il ponte ce visita e viene accolto da
milioni di suoi conci adini. La situazione sembrava essersi stabilizzata, no a quando un’ondata di
scioperi si di use da Danzica in tu o il paese. A guidarli era un ele ricista, che si pose alla guida di
un movimento, Solidarność, sindacato indipendente riconosciuto dal governo e con la quale rmo
un accordo. I principali erano il riconoscimento del diri o di sciopero, aumento dei salariali e
liberazione dei detenu poli ci. Diventa la più importante organizzazione sociale del paese,
movimento poli co che non mirava alla conquista del potere, ma anzi si opponeva al par to
stesso, ispirandosi ai modelli di matrice ca olica.
1980 = cambio del paese, a Gierek successe Kania che promosse un dialogo con Solidarność.
Mosca guardò con grande preoccupazione quanto accadeva in Polonia con il more che dalla
Polonia la protesta potesse di ondersi nel resto dei paesi del blocco, sopra u o nella DDR, dove
vivevano migliaia di lavoratori polacchi.
1981 = Jaruzelski assunse la carica di primo ministro e di segretario del par to. Il 13 dicembre
portò a termine, con l’appoggio dell’esercito e delle forze dell’ordine, un colpo di stato. L’azione
paralizzò tu o il movimento di posizione, che per oltre un anno aveva svolto la sua azione poli ca
alla luce del sole. La conseguenza fu che migliaia di a vis , sindacali e intelle uali vennero
arresta . Venne proclamata nuovamente la legge marziale e il movimento di Solidarność fu messo
fuori legge (entrando in clandes nità, sopravvivendo no al 1989, godendo di una rete di appoggi
e aiu provenien da vari se ori, sia della società polacca che di movimen occidentali – dalla CISL
italiana – inviando clandes namente in Polonia propri militan con l’obie vo di consegnare
denaro e alimentari).
Il colpo di stato, gius cato come un’azione condo a per riportare l’ordine nel more di un
intervento sovie co, spezzò la spinta modernizzatrice cui sembrava essere andato in contro il
paese. Il governò provo a dare una stabilità economica al paese promuovendo una legge sulla
liberalizzazione dell’espatrio, consentendo a lasciare il paese. Spinto però alla pressione del debito,
Jaruzelski iniziò ad avvicinare la Polonia all’Occidente, facendolo entrare nel Fondo Monetario
Internazionale. Sul piano poli co interno, intensi cò il dialogo con le forze d’opposizione e nel
1989 rma un accordo per la riforma cos tuzionale, che pur assicurando al par to comunista la
maggioranza in una delle due assemblee legisla ve, prevedeva lo svolgimento di libere elezioni (le
prime, quindi, in un paese comunista). Le elezioni videro la vi oria di Solidarność e il presidente fu
Mazowiecki no al 1990, quando si svolsero nuove elezioni, che consegnarono la vi oria al leader
Walesa.
Gli avvenimen polacchi avviarono una sorta di reazione a catena, che nel giro di pochi mesi,
avrebbero rovesciato gli equilibri poli ci dell’intero blocco sovie co.

-Ungheria
Primo paese a seguire la Polonia.
1989 = era stato deposto il vecchio leader Kadar, protagonista della repressione di Budapest e del
successivo trentennio di rela vo benessere e graduale liberalizzazione. A lui succede Grosz. Kadar
a uò, in realtà, una serie di concessioni in campo economico e sociale tenden all’inizia va
privata, a incoraggiare il consumo individuale, consentendo ad alcune imprese di commerciare con
l’Occidente.
I dirigen riabilitarono sulla scena pubblica i protagonis della rivolta del 1956, legalizzando altri
par non comunis , indicendo nuove elezioni.
tt
ti
ti
ti
fi
ti

ti

tt
ff
fi

tt
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti

fi
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ff
ti

tt
ti

ti
tt
ti

fi

tt
tti
fi
tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
tt
fi

fi

tti
ti
ti
tt
ti
tt
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tti
fi
ti
1989 = il parlamento ungherese ado ò un pacche o democra co, un insieme di provvedimen
comprenden una serie di innovazioni: unioni commerciali di po pluralis co, libertà di
associazione, assemblea e stampa, una nuova legge ele orale e una revisione della Cos tuzione.
O obre ’89 = il par to comunista ungherese si riunisce nell’ul mo congresso, ricos tuendosi come
“par to socialista ungherese”. In una riunione, il parlamento ado ò una legislazione che is tuiva
elezioni mul par che e la legislazione trasformò il paese da Repubblica Popolare d’Ungheria a
Repubblica di Ungheria, garantendo diri umani e civili e creando una stru ura is tuzionale che
assicurasse la separazione dei poteri (23 o obre).
La Cos tuzione so olineò anche i valori della democrazia e del socialismo, dando eguale
importanza a società pubblica e privata.
Quello che avvenne in Ungheria è conosciuta come “transizione so ” rispe o a tu o il blocco
sovie co.

-Cecoslovacchia
Al suo interno si era registrata una poli ca economica responsabile e piani cata; il governò riuscì a
prestare a enzione al fa o che gli inves men nell’industria militare, se ore in cui il paese
eccelleva, non andassero a scapito dei consumatori. Vi era una poli ca economica a enta alle
esigenze dei vari sta sociali della popolazione (ce operai e classi medie sopra u o). Questa
strategia poli ca fece della Cecoslovacchia uno dei paesi più sviluppa e prosperi del blocco
sovie co.
Gli anni Se anta e O anta furono un periodo di rela va calma per quello che concerne la vita
poli ca del paese. Anche in questo caso contribuirono gli avvenimen polacchi ad accelerare il
processo di accelerazione.
Bra slava e Praga, 1989 = manifestazioni contro il regime. La prima diede origine al movimento che
portò alla caduta del regime ed ebbe come protagonis studen universitari, che manifestavano a
favore della democrazia. Per Bra slava la protesta si propagò no a Praga, dove gli studen
giocarono un ruolo di primo piano. La reazione fu quella di arrestare numerosi manifestan . Nei
giorni seguen , gli studen formarono un movimento, il Forum Civico, alla cui guida fu posto
Havel, scri ore, dando vita a quella che venne poi denominata “Rivoluzione di velluto”.
L’organizzazione raccolse n da subito il sostegno di molto cechi e slovacchi; dovendosi confrontare
con il ri uto coeso di gran parte della popolazione, il par to comunista crollò e questa transizione
fu anche in questo caso non violenta. I capi comunis si dimisero nel 1989 e Havel fu ele o
presidente della Cecoslovacchia. Ne seguì la formazione di un governo di colazione in cui c’era
anche il par to comunista, che ebbe la minoranza.
1990 = nel paese si tennero le prime libere elezioni, le prime dopo il 1946; il Forum Civico vinse
nelle rispe ve repubbliche, ma l’alleanza, che era riuscita a o enere il suo principale obie vo,
ossia quella di rovesciare il regime, si rivelò ine cace e nel 1992 Havel si divise. I rappresentan
cechi e slovacchi trovarono un accordo, volto a separare entro la ne dell’anno le due repubbliche
in due sta separa : la Repubblica Cieca e la Repubblica Slovacca.

-Romania
Il mutamento che si era svolto negli altri paesi, seguendo processi paci ci, qui ebbe svolte
dramma che, sopra u o per la resistenza opposta dalla di atura personale di Nicolae Ceausescu,
che insieme alla moglie guidò il paese. Egli divenne segretario del Par to dei Lavoratori nel 1965,
riba ezzandolo in par to comunista rumeno e dichiarò la Repubblica Socialista della Romania. In
poli ca estera, egli cri cò il principio di sovranità limitata dei paesi del blocco s dando la
supremazia sovie ca, non partecipando o limitatamente al pa o di Varsavia (con nuò comunque a
tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
fi
ti

ti

tt
tt
tti
tt
ti
ti
ti
ti
ti

ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
tt
tt
fi
ti

ti
tt
ti
ti
tti

tt
ti
ffi

tt
ti

ti
ti
ti
tt
ti
tt
fi
tt
ti
ti
tt
ti
ti
tt
fi

ft
ti
ti
ti
ti
fi
tt
ti
fi
tt
tt
fi
tt
ti
tt
ti
tt
ti
tt
ti
tt
ti
ti
tti
ti
ti
ti

esserne membro) e portò la Romania ad essere uno dei primi paesi del blocco a instaurare
relazioni con l’Europa, con i quali rmò accordi economici. Ceausescu seguì una poli ca
indipendente rispe o a quella di Mosca. Fu l’unico paese a prendere parte alle Olimpiadi di Los
Angeles del 1984, insieme a Cina e Jugoslavia. Ri utò qualsiasi pensiero liberale, portando il suo
regime a essere un regime dai tra stalinis , segnato dalla repressione di ogni opposizione.
Omaggiato nel tolo di Conducator (duce), nell’ul mo periodo del suo regime aveva condo o la
Romania sull’orlo di un vero e proprio collasso intanto alimentare (mancavano i generi di prima
necessità, che la popolazione era costre a ad acquistare al mercato nero quando riusciva), il
riscaldamento fu dras camente limitato e raddoppiò la mortalità infan le. Sul piano alimentare,
esper governa vi elaborarono programmi di alimentazione scien ca, i cui piani giornalieri
superavano appena le 2.000 kcal. Ceausescu e sua moglie vivevano nel lusso, completamente
stacca dalla realtà del paese. Anche sul piano demogra co, il regime decretò la messa al bando di
ogni forma di contraccezione e aborto, conducendo poli che per l’incremento di natalità, inclusa
una tassa applicata a uomini che donne che dopo i 25 anni fossero rimas senza prole. L’aborto era
ammesso soltanto per le donne con età superiore a 42 anni o già madri di 4/5 bambini. Le madri
che avevano più di 5 gli ricevevano bene ci e quelle che ne avevano più di 10 erano considerate
"madri eroine”, premiate con medaglie… poche donne però raggiunsero gli obie vi della società,
inoltre un numero considerevole di donne morì o subì danni permanen durante l’esecuzione di
abor clandes ni. Ceausescu aveva l’obie vo di raggiungere 30 milioni di abitan entro l’anno
2000.
Dagli anni ’60, la crescita della popolazione fu accompagnata da un incremento della povertà e del
numero di persone senza ssa dimora; i bambini diedero vita al fenomeno dei bambini di strada
perché la crescita dell’abbandono divenne un fenomeno sempre più di uso portando a una decisa
crescita della popolazione all’interno degli orfanotro . Un altro aspe o su cui intervenne
Ceausescu fu l’obie vo della diminuzione dei divorzi, rendendo sempre più di cile l’o enimento
di tale pra ca, venne infa decretato lo scioglimento del matrimonio solo in casi eccezionali.
1971 = Ceausescu si recò in Vietnam e Corea del Nord, rimanendo colpito dai modelli che cercò di
replicare in Romania, proclamando le tesi di luglio, programma cos tuito da 17 proposte:
• la con nua crescita del ruolo di guida del par to;
• il miglioramento dell’educazione del par to e una massiccia azione poli ca;
• aumento della partecipazione giovanile al grande piano di costruzione di infrastru ure
come “contributo patrio co”;
• intensi cazione dell’istruzione poli ca e ideologica in scuole, università, bambini, gioventù;
• espansione della propaganda poli ca, coinvolgendo radio e spe acoli televisivi, case
editrici, teatri, cinema, opera, intelle uali;
• promozione di un cara ere “militante rivoluzionario” nelle produzioni ar s che.
Le tesi annunciavano l’inizio di una piccola rivoluzione culturale, un’o ensiva neostalinista
ria ermando una base ideologica che interessava anche il mondo culturale. Ceausescu a ermò
che un uomo che non scrive per tu o il suo popolo non è un poeta, presentandosi come
assegnatario di tu i valori romeni, dando inizio a un vero e proprio culto della sua personalità.
Le tesi ria ermavano un ritorno alle stringen linee del realismo socialista e a accavano
sopra u o il mondo culturale e intelle uale non allineato con il regime. La competenza e l’este ca
vennero sos tuite dall’ideologia e la cultura divenne uno strumento di propaganda poli ca e
ideologica.
1977 = la Romania viene colpita da un forte terremoto, “occasione” che consen di avviare a
Bucarest e in altre ci à del paese un programma di costruzione di edilizia, che coincide con la
costruzione del Palazzo Presidenziale in s le neoclassico (radendo al suolo Bucarest), costruito da
ff
ti
tt
ti

ti
ti
fi
tt
ff
ti

ti
ti
ti
ti
tti
tt
tti
tt
fi
ti
tt
tti
tti
fi

tti
fi
ti
ti
tt
tt
tt
tt
ti
ti
tti
fi

ti
ti
ti
fi

ti
fi
ti
fi
tt
ti
ti
fi
tt
ff
ti
ff
ti
ti
ti
ti
ti

tt
ffi

tti

ti
tt
ti
tt
ti
ff

tt

ti

oltre 30 mila operai. L’edi cio è talmente grande da essere la seconda costruzione al mondo dopo
il Pentagono e rappresenta una delle principali a razioni turis che della capitale.
Altro elemento cara erizzante la di atura di Ceausescu e che spiega la sua lunga resistenza fu
cos tuito dalla presenza di un apparato di sicurezza pervasivo, a data alla Securitate, che contava
sull’apporto di oltre 40 mila membri opera vi. Accanto all’e ciente sistema forma vo, la
Securitate pra cava su vasta scala forme di terrore (pestaggi, n inciden ).
1989 = la Romania fu scossa da un’ondata rivoluzionaria, che scoppiata a Bucarest (manifestazioni
operaie) dilagò nel resto della nazione. Ceausescu e la moglie furono arresta , consegna
all’esercito, processa e condanna a morte (condanna eseguita mediante fucilazione). La
Romania fu l’unico paese, quindi, in cui il regime socialista visse una tradizione violenta. La morte
di Ceausescu fu il primo evento a essere trasmesso integralmente dalla TV romena.

-Jugoslavia
1974 = promulgata e approvata la quarta cos tuzione, che intendeva garan re un equilibrio
a raverso un meccanismo di po corpora vo ed e co. Il sistema delle quote prevedeva che
ciascuna delle sei repubbliche cos tuen vedesse garan ta una propria quota di rappresentanza.
La nuova cos tuzione trasformò così la Jugoslavia in uno stato federale, formato da sei repubbliche
cos tuen , ai cui governi a ribuiva poteri esecu vi e legisla vi. Tito era garante dell’unità
nazionale, considerato signore assoluto senza eredi. Per oltre un decennio vi fu un compromesso
acce ato fra controllo centrale e autonomie locali.
La morte di Tito, nel 1980, segnò l’avvio dell’inevitabile disgregazione jugoslava, ponendo le
premesse alle guerre. Iniziarono a scoppiare le rivalità e le tensioni nazionali, che Tito e il suo
potere erano riusci a contenere.
Le aspirazioni di indipendenza delle diverse repubbliche portarono all’esplosione del nazionalismo,
inaugurando un processo destabilizzante per l’intera Jugoslavia. Emersero due gure: quella del
nazionalista serbo Milosevic e del croato Tudman. Il gruppo dirigente di Tito, in più, tra ò il
problema dei con ni tra le repubbliche in maniera non giusta. Ogni repubblica aveva diri o di
secessione dalla federazione, sarebbero potute emergere rivendicazioni tra le diverse unità
territoriali. Questa eventualità, remota so o Tito. si concre zzò dopo la sua morte.
Nel 1989 nel contesto jugoslavo non signi cò la ne del socialismo, ma coincise con l’inizio di un
decennio contraddis nto da instabilità e ca e poli ca, sfociando in guerre del 1991 e creazione di
sei sta .

-Bulgaria
La carica di primo ministro era ricoperta da Zivkok dal ’54, governando per trentatré anni,
seguendo una linea poli ca fedele ai de ami sovie ci e moderata internamente (chiusura dei
campi di rieducazione, res tuzione di forme d’espressione e ne delle repressioni contro la
Chiesa).
1971 = nuova cos tuzione, Zivkok diventa capo di stato. A par re dalla ne degli anni Se anta rese
il suo governo sempre più severo e autoritario, approvando una legislazione an turca, proibendo
alla minoranza turca del paese di parlare nella lingua madre e divulgare le proprie generalità.
L’ondata democra ca che avvolse l’est europeo coinvolse anche la Bulgaria.
1989 = a So a si svolse una manifestazione che unì alle rivendicazioni ambientali quelle poli che.
La dirigenza del par to comunista bulgaro si rese conto di dover cambiare e Zivkok venne sos tuito
da Mladenov. La prontezza degli appara del par to impedì che nascesse un clima di tensione che
tt
ti
ti
tt
ti

ti

fi
ti
ti
ti
fi
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
fi
ti
tt
ti

ti
ti
tt
ti
tt
ti
ti
fi
tt
ti
ti
ti
fi
ti
tt
ti
ti
ti
ti

ti
ti
ffi
ti
fi
fi
ti
ti
ti
ffi
fi
ti
ti

ti
fi
ti

ti

tt
tt
ti
tt
ti
ti
potesse garan re un cambiamento rivoluzionario. Si riuscì a traghe are lo stato in un’economia di
mercato.
1990 = il Par to comunista bulgaro rinunciò al potere. Vennero organizzate le elezioni par te,
aprendo la strada al mul par smo anche in Bulgaria.
Ci fu il passaggio di consegne a Zelev, determinando la ne del comunismo.

-Albania
Il leader Enver Hoxha, gura di potere assolu sta, governò dalla ne della Seconda guerra
mondiale al 1985, quando morì, come segretario del par to comunista albanese. Si dichiarava un
marxista ortodosso, ammiratore del di atore sovie co Stalin prendendolo come modello e
irrigidendo le relazioni con la Jugoslavia. Fino a quando la Jugoslavia non venne espulsa dal
Comintern (1948) l’Albania agì come un satellite, rappresentandola alle riunioni. Temendo
un’invasione occidentale, dal 1950 Hoxha fece costruire bunker in cemento armato, per essere
usa come deposi di guardia. La costruzione accelerò quando nel ’68 il paese uscì u cialmente
dal Pa o di Varsavia.
Hoxha rimase un convinto stalinista ! ciò signi cò isolamento dal resto d’Europa orientale. Si
avvicinò alla Cina, in seguito alla crisi sino-sovie ca, comprome endo le relazioni con Mosca.
1967 = dopo due decenni di ateizzazione, Hoxha dichiarò che la sua nazione era il primo paese
dove l’ateismo di stato era scri o nella cos tuzione. Proibizione di ogni po di organizzazione,
vietando l’a vità religiosa. Il codice penale stabiliva la reclusione per propaganda religiosa o
produzione/distribuzione di scri religiosi. Procede e anche alla con sca di moschee, chiese,
monasteri e sinagoghe, trasforma in musei, o cine meccaniche, magazzini, stalle, u ci pubblici.
Ai genitori fu proibito di dare nomi religiosi ai gli.
Un altro elemento cara erizzante la di atura di Hoxha fu la negazione di diri umani: libertà di
parola, associazione, stampa, religione vennero soppressi. Si ha l’arresto e l’esecuzione di oltre
5.000 oppositori poli ci.
La carica di segretario del par to, dopo la morte di Hoxha, fu data a Ramiz, con distensione interna
e in poli ca estera, mentre il potere del par to comunista si indebolì. Egli si impegnò nelle
pubbliche sedi a mantenere i principi del predecessore, avviando però una tendenza parzialmente
riformista, incentrata su decentramento economico e incen vi per i lavoratori. I problemi lascia in
eredità da Hoxha erano di natura e dimensioni tali che il tenta vo volto a revisionare il sistema fu
insu ciente a scongiurare il disastro. Riele o alla guida dello stato, avviò una mida apertura
poli ca.
1990 = manifestazioni studentesche, inizio caduta del regime comunista.
1991 = forte pressione per un governo per la creazione di un governo di coalizione, che includeva
anche non comunis .
Introduzione mul par smo, nel 1992 vince le elezioni Sali Berisha.

Aspe o importante per l’Albania è l’emigrazione verso l’Italia (marzo 1991) a causa delle condizioni
di miseria e povertà. Iniziano a diventare sempre più numerose le partenze.
Visione albanese dell’Italia = era vista come un “eden” e su questa visione un contributo
importante fu dato dalla televisione italiana, i quali canali venivano trasmessi in Albania grazie a un
trasme tore in Montenegro.
Mar Adria co = unica barriera che separava gli albanesi da questo “paradiso”.
Di usione della lingua italiana, vicinanza geogra ca e “facilità” dei soldi cos tuirono catalizzatori
che a rarono gli albanesi in Italia.
ff
ti
ti
ffi
tt
tti
tt
tti

ti

ti
tti
ti
ti
ti
ti
ti

ti
ti

fi
tt
ti
ti

ti
ti

tt
ti
tti
ti

tt
tt
ti
tt
ti
ti
fi
ffi
fi
ti
fi

ti
tt

fi
ti
ti
ti
tt
fi
tt

fi
ti

ti

tti

ti
ffi
ffi
ti

ti

-Unione Sovie ca
1985 = dopo la morte di Breznev la segreteria del par to comunista fu assunta da Gorbaciov. Tra le
gure più dinamiche del par to e rappresentante di una generazione non coinvolta dire amente
nello stalinismo, si dimostrò subito deciso a introdurre novità radicali. In poli ca economica, legò il
proprio nome a una nuova parola (perestroika), proponendo interven per la liberalizzazione, per
introdurre elemen di economia di mercato. Riforme, reintroduzione della proprietà privata nelle
imprese di commercio, produzione e servizi (esercitò un impulso alle a vità commerciali, che
diventarono parte del nuovo panorama); riforma che consen al capitale straniero di inves re in
Unione Sovie ca a raverso cos tuzione di società di inves tori. Anche questa legge prevedeva
restrizioni: 49% della carica massima e carica di Dire ore rives ta da un ci adino sovie co, che
vennero poi allentate; riforma sulla res tuzione della terra ai contadini, che avevano contra
lunghissimi; tentata liberalizzazione di grandi imprese.
L’intervento riguardò anche le is tuzioni: si fece promotore, nel 1988, di una nuova cos tuzione
che senza intaccare il sistema del par to unico lasciava spazio a un pluralismo limitato,
dis nguendo le stru ure dello stato a quelle del par to, che comunque rimaneva al ver ce della
piramide is tuzionale. A ciò accompagnò una nuova legge (glasnost) sulla stampa, che consen
maggiori aperture e il orire di un diba to culturale e poli co, impensabile prima. L’impianto però
fallì, la sua applicazione fu ostacolata dalla paura di perdere i privilegi. L’intera economia del paese
sprofondò in una crisi. L’eliminazione dei meccanismi di controllo centrale sulla produzione,
specialmente sui mezzi di consumo, portò al formarsi di uno stallo nella produzione e nella
distribuzione delle merci, arrivando a lasciare grandi ci à in situazioni di penuria anche di ar coli
di prima necessità ! il sistema economico ibrido tra economia centralizzata e di mercato di
Gorbaciov incontrò grandi di coltà portando l’Urss al collasso.
Altro problema da a rontare era quello del progressivo emergere di movimen indipenden s ,
facen par dell’impero sovie co (Paesi Bal ci, Repubbliche Caucasiche, Ucraina).
Gorbaciov, sul piano internazionale, cara erizzò una ripresa del dialogo con l’Occidente, in
par colare con USA con impegno verso il disarmo nucleare (Accordi di Washington, 1990, non
aggressione e riduzione degli armamen ).
L’aggravarsi della situazione economica portò, nel 1991, all’acu zzarsi della crisi sovie ca.
Gorbaciov mediava tra le spinte liberalizzatrici e le pressioni del par to e esercito, che chiedevano
interven repressivi.
Ad agosto, un gruppo di esponen del par to e militari tentarono un colpo di stato. I golpis
speravano di avere l’appoggio della popolazione, che però non arrivò. Una grande folla si riversò in
piazza ad agosto, presidiando le is tuzioni.
Boris Eltsin impose la liberazione di Gorbaciov e la sua deposizione.
Duplice conseguenza del golpe: da un lato spazzare via quel che poco rimaneva del blocco e
accelerare la crisi dell’autorità centrale.
Dopo le Repubbliche Bal che, anche Armenia, Georgia e Moldavia e Ucraina divennero
indipenden .
Gorbaciov propose un programma di salvataggio, la sua inizia va non ebbe successo e fu
scavalcata dai presiden di Russia, Ucraina e Bielorussia, che si accordarono su un’ipotesi di una
comunità di sta sovrani o enendo il consenso delle altre repubbliche ex sovie che.
21 dicembre 1991 = i rappresentan di undici repubbliche diedero vita alla Comunità di Sta
Indipenden , decretando la ne dell’Urss e costringendo Gorbaciov a dime ersi.

L’ITALIANA REPUBBLICANA – DALLE CONTESTAZIONI GIOVANILI ALLA SECONDA REPUBBLICA


fi
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti

ti
ti

ti
tt
tt
ff

fi
ti
ti
tt
ti
fi
ffi
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
ti

ti
tt
ti

ti
tt
ti
ti
tt

ti
ti

ti
ti
ti

ti

ti
tti
tt
tt
ti
ti
ti

ti
ti
ti
ti
tt

ti
ti
ti
ti
tti
ti
ti


Anni Sessanta = i giovani europei diventano in mol paesi una vera e propria categoria sociale, che
ruppe gli schemi del passato: ragazze e ragazzi non a endevano più passivamente il loro ingresso
nell’età adulta, ma vivevano la loro giovinezza assumendo comportamen nuovi fa di simboli,
ges , musica, impegno poli co e sociale. Accedevano con maggiore facilità anche a ogge di
consumo (ves e musica). In mol paesi la visibilità sociale dei giovani crebbe notevolmente, così
come la loro consapevolezza di poter svolgere un proprio ruolo nella società e occupare un proprio
spazio, diventando a ori colle vi. Alla creazione di questo nuovo universo contribuì l’allargamento
dell’obbligo scolas co ( no ai 14/15 anni) e ciò si tradusse in un accrescimento degli iscri
all’università (1 su 7 negli anni Sessanta contro 1 su 20 degli anni Cinquanta).
Le università, espressione di un sistema scolas co piu osto chiuso, non erano in grado di reggere
le richieste di accesso. Si di use così un movimento di protesta studentesco che fu anche rivolta
generazionale perché i giovani ri utavano i modelli di vita impos dai genitori e me evano in
discussione il sistema d’istruzione, ritenuto autoritario. Il movimento nacque in USA e si di use in
Francia (movimento del Sessanto o).
Con il movimento nacque nell’universo femminile un nuovo sogge o sociale, che maturò idee e
aspirazioni nuove: il movimento femminista, che rivendicava una visione legalitaria nelle relazioni
fra i sessi, una legislazione che garan sse pari opportunità lavora ve e parità del tra amento
salariale. Intrapresero importan ba aglie per i diri civili, rivendicando il controllo del proprio
corpo (pra che contracce ve e aborto) e aggiungendo anche la richiesta (nei paesi in cui non era
presente) l’introduzione di un ordinamento giuridico che consen sse il divorzio.

-SESSANTOTTO
Il Sessanto o italiano e francese fu il più intenso in Europa. Gli studen cri cavano il sistema
scolas co (autoritario, elitario e inorganico). Fu proprio l’autoritarismo a essere posto so o accusa:
gli studen chiedevano un’apertura, l’introduzione di nuovi metodi dida ci, la democra zzazione
del sistema e l’estensione del diri o allo studio anche ai giovani meno agia .
Il ri uto all’autoritarismo si di use anche al campo della famiglia, cri cando il cara ere oppressivo
e anche alle gerarchie e centri di potere.
La contestazione assunse forme di protesta mai u lizzate prima: vengono occupate scuole e
università (di Trento, la facoltà di le ere di Torino, la Ca olica di Milano), furono organizzate
manifestazioni che portarono a scontri con le forze armate.
Maggio 1968 = tu e le università italiane erano occupate (tranne la Bocconi di Milano).
Gli studen erano protagonis di un movimento che dalle aule universitarie uscì con forza nelle
strade e nelle piazze, cercando e trovando l’appoggio della classe operaia, impegnata nelle
rivendicazioni sindacali.
Giugno 1968 = nasce la Lega di studen e operai, che ha l’obie vo di unire le due categorie in un
unico movimento.
Gli studen rivolgevano la protesta non più solo contro l’università, ma contro l’intera società.
Sede di archite ura a Roma = molte inizia ve poli che risoltesi con l’occupazione della facoltà.
Gli studen mostrarono di sopportare gli scontri con la polizia (Valle Giulia come simbolo).
Pier Paolo Pasolini scrisse una polemica poesia in tolata “Il PCI ai giovani”, in cui a ermò di
appoggiare i polizio (gli costò l’isolamento), catalizzando l’a enzione del mondo culturale
italiano sui movimen . Avrebbe dis nto una par colarità di ciò che si svolse e che sarebbe
successo: si tra ava di un contrasto poli co in cui gli appartenen a classi sociali privilegiate si
trovavano a rappresentare istanze della sinistra estrema e comunque in ro ura con le is tuzioni.
Il ’68 rappresentò un tenta vo di capovolgere i valori dominan nella società italiana, ma nel
tempo il movimento perse spontaneismo e si divise in gruppi poli ci diversi (antagonis del PCI,
fi
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
tt
tt
ti

tt
ti

tti
tt
ti
fi

tti
ti
ff
ti
ti
ff
tti
ti
fi
tt
tt
ti
tt
ti
tt
ti

ti
ti

ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
tt
tt
tt

tt
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tti
ti
tt
ti
ti

tt
ff
tti
tt
tt
ti

ti
ti
tt
tti
tti
ff

potere operai), extraparlamentari (per so olineare il loro distacco dal tradizionale sistema di
par ).

-L’AUTUNNO CALDO E LO STATUTO DEI LAVORATORI


Gli operai assumevano torni e forme di crescita nelle fabbriche violente.
Autunno del ’69 = proteste monopolizzate dai lavoratori metalmeccanici, chiama in quel periodo
a rinnovare il contra o di lavoro. Nel dicembre i sindaca rmano un accordo con Con ndustria,
o enendo aumen salariali, meno ore di lavoro e assemblee sindacali in fabbrica.
1970 = entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori, che sanciva tutele e regolamentava i
licenziamen (principio della giusta causa: nelle aziende con più di 15 dipenden nessun
lavoratore poteva essere allontanato senza un valido mo vo).
Stagione di grande fermento poli co, che coinvolse tu o il paese.

-LEGGE SUL DIVORZIO


Le donne intrapresero importan ba aglie, tra le quali quella per la richiesta di o enere la
possibilità di divorziare. Passaggio tu ’altro che semplice. Nel ’68 si svolsero le elezioni poli che
che cer carono il successo della DC. Nonostante i risulta posi vi, il par to ca olico constatava
un progressivo distacco dalla società civile, che si sen va sempre meno rappresentata e sempre
più in di coltà nel comprendere alcune azioni della principale forza di governo.
Crisi culturale e di valore, che si manifestò proprio con l’introduzione della legge sul divorzio. Il
proge o fu presentato al parlamento nel dicembre 1969 e aveva come principali rmatari i liberali
e i socialis . La DC vota contro, ma la legge aveva ormai incassato i consensi della sinistra che delle
forze laiche. La DC decise di introdurre un referendum abroga vo, che vide il 59,3% degli italiani
confermare la legge (rilevante scon a, non solo poli ca, per la DC).

-RIFORMA DEL DIRITTO DI FAMIGLIA


1975 = a uò anche sul piano giuridico e legisla vo il principio dell’uguaglianza tra i coniugi,
estendendo anche alla moglie i diri .

-LEGGE SULL’ABORTO
Anche qui l’iter fu lungo.
Prima del ’78 la legge italiana puniva con il carcere l’interruzione volontaria di gravidanza, con la
conseguenza che gli abor illegali erano numerosi e causavano complicazioni o mor .
1975 = il Par to radicale avvia una campagna referendaria per abrogare una serie di leggi
riguardan il reato di aborto. Vennero raccolte oltre 700.000 rme, che consen rono di ssare nel
marzo 1976 il referendum abroga vo, ma vi fu una crisi di governo e il presidente della repubblica
sciolse le cariche.
Nel fra empo, era stato compiuto un decisivo passo in avan : la corte cos tuzionale aveva
riconosciuto il diri o di ricorrere all’interruzione di gravidanza volontaria per gravi mo vi di salute.
Prologo alla legge 194, del 22 maggio 1978, che consen va alla donna di interrompere la
gravidanza volontariamente entro il 90° giorno di gestazione.
17 maggio 1981 = referendum, conferma la legge (68% vo favorevoli).

-GLI ANNI DI PIOMBO – IL TERRORISMO IN ITALIA


De nizione presa da un lm.
Il terrorismo si divise in due linee:
• terrorismo di destra (terrorismo nero)
tt
fi
ti
ti
tt
tt
ti

ffi
tt
fi
ti
ti
ti
ti

tt
ti
tt

fi

ti

ti
ti
ti

tti
fi
tt
tt
tt

tt
ti

ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
fi
ti

fi
ti

ti

ti
ti
ti
tt
ti

ti
tt
fi

ti

ti
fi
fi
ti
• terrorismo di sinistra (terrorismo rosso)
schieramen che avevano un unico obie vo comune: la volontà di distruggere le is tuzioni e lo
Stato democra co.
Il terrorismo a raversò tre fasi:
1. 1969-1975 = cara erizzata dalla presenza di gruppi di estrema destra (terrorismo nero);
2. 1975-1979 = cara erizzata dalla presenza di gruppi di estrema sinistra (terrorismo rosso);
3. 1980-1988 = accompagna alla essione e alla ne del fenomeno

-TERRORISMO NERO
In Italia esisteva in quel periodo una cultura di destra molto di usa. Questo fece sì che sembrarono
aprirsi alla Destra opportunità poli che in misura superiore ai periodi preceden . Giorgio
Almirante, fondatore del Movimento sociale italiano (Msi), già a vo con Mussolini. Cercò di
contrapporre la piazza di destra e di sinistra, mirante a dimostrare all’opinione pubblica moderata
di essere l’unico difensore dei valori dell’ordine e sicurezza e condizionare le scelte della DC e
aprire la strada a possibili soluzioni di po extraparlamentari che favorissero e gius cassero un
eventuale colpo di stato. A seguire il movimento c’erano sopra u o i giovani, che scelsero la
strada della rivolta radicale contro la modernità e nel farlo si aggrapparono spesso al pensiero di
autori an moderni (Julius Evola, loso, ispiratore di mol giovani neofascis , elemento chiave del
pensiero evoliano fu il con nuo riferimento all’esoterismo). I giovani erano convin che
l’esoterismo si tramandasse per pochi ele da una generazione all’altra. Essi rivendicavano la
poli ca neofascista, auspicavano la formazione di una nuova destra, capace di interagire,
comprendere e parlare anche la lingua della società contemporanea e si interessavano a nuove
tema che (sessualità, costume, comunicazione, ecologia).

Altro aspe o cara erizzante la destra italiana di quel tempo è la sua divisione in due aree:
• ala moderata = agiva per consolidare il potere cris ano e u lizzava la tensione (a enta ,
minacce di colpo di stato) per imprimere una svolta conservatrice e reazionaria nel par to.
Obie vo era quello di sdoganare la destra e costruire un solido legame con la DC;
• ala radicale = puntava le proprie carte sulla destra neofascista, col ne di sovver re la
democrazia; aveva due obie vi: promuovere la nascita di uno schieramento di destra che
diventasse maggioranza del paese e ispirato a valori neofascis e determinare le condizioni
per un colpo di stato.

Gli strumen del neofascismo furono la propaganda, la sovversione, l’agitazione di piazza, il


terrorismo e lo stragismo. Le mo vazioni che portarono all’esplosione del neofascismo furono le
manifestazioni operaie (riportare l’ordine imponendo un movimento di destra autoritario), la
volontà di produrre panico generalizzato nella popolazione, delegi mare gli is tu democra ci,
favorire soluzioni autoritarie (che richiamassero al passato fascista). La violenza veniva considerata
come una pra ca necessaria per o enere il raggiungimento di questo scopo.
Ad agire furono gruppi che a uarono stragi indiscriminate di civili:
• Ordine Nuovo = gruppo fondato nel 1953, prima organizzazione.
• Avanguardia Nazionale = organizzazione di matrice nazionale rivoluzionaria (1960), raccolse
tra le sue la mol giovani.
• Fronte nazionale = 1967, organizzazione clandes na che ebbe mol conta con il
Movimento sociale.
• Nuclei Arma Rivoluzionari (1967).
• Terza Posizione (1978)
ti
tti
ti
ti
fi
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
tt
tt

ti

tti
tt
fl

ti
fi
tt
ti

ti

tti
tti
fi
ti
ti
ti
ti

ti
ff
tt
tti

tt
tti
fi

ti
tti
ti

ti
ti
ti
tt
ti

ti
ti
ti
fi
ti
ti

ti
Stragismo = pra ca mirante a colpire i civili con l’intento di terrorizzarli per indurli a invocare poteri
illimita delle forze dell’ordine. Fu reso possibile anche grazie a convivenze con alcuni appara
devia dello Stato (servizi segre ), che coprirono i responsabili e depistarono le indagini.
I servizi segre intendevano sfru are i gruppi di estrema destra (reciproco sfru amento).

12 dicembre 1969 = il terrorismo nero esordisce.


Milano, bomba in Piazza Fontana.
Anche a Brescia nel ’74, così come un ordigno in un treno, stazione di Bologna (1980).

Il terrorismo nero uccide anche circa 50 persone, a esclusione delle stragi (esponen delle forze
dell’ordine, avversari poli ci e magistra ).

-TERRORISMO ROSSO
Alcuni gruppi di opposizione al Pci e sindaca decisero di prendere la via del terrorismo.
Gruppi di sinistra extraparlamentare. Colle vo Poli co Metropolitano ! nascono da qua le
Brigate Rosse (1970). L’obie vo era lo sradicamento dello Stato democra co e avvio di un
processo rivoluzionario. Dotate di un apparato militare e di una direzione strategica con il compito
di de nire la strategia che doveva essere ado ata dal gruppo.
Avevano una presenza nelle metropoli e nelle principali fabbriche, grazie alle colonne, composte
da nuclei di briga s che agivano in totale autonomia. Il comitato esecu vo, formato da diverse
colonne, si riuniva in assemblee per decisioni importan .
Le Brigate Rosse a raversarono tre fasi:
1. 1970-1974 = propaganda armata, azioni dimostra ve e a di forza per conquistare
consensi all’interno della classe operaia. Agirono come “difensori” dei lavoratori,
incendiando auto dei dirigen , realizzarono sequestri lampo di capi reparto o ruoli di
comando, incendi… l’azione che an cipò l’azione futura fu il rapimento di Idalgo
Macchiarini, dirigente della Sit-Siemens (marzo 1972): rapimento di gure importan e
uccisioni;
2. 1974-1978 = cara erizzata dagli arres di militan di spicco. Nel ’75 morì Mara Cagol,
segnando le Brigate accentuando la radicalità. Nel 1978 ci fu l’a acco al cuore dello stato: le
BR rapirono il presidente della DC, Aldo Moro. La reazione dello stato fu dura. Dopo
cinquantacinque giorni di prigionia Moro fu ucciso. Il corpo fu ritrovato vicino alla sede del
par to comunista, ma anche vicina alla sede della DC. Moro aveva lavorato alla formazione
di un governo di solidarietà nazionale e fu rapito proprio la ma na in cui questo governo
doveva ricevere ducia.
1976-1979 = nascita di governi di solidarietà nazionali sostenu da tu i par .
3. 1979-1980 = Genova, un operaio e sindacalista venne ucciso perché colpevole di aver
denunciato un operaio che aveva lasciato un volan no delle BR in fabbrica. L’omicidio
segnò una svolta nelle BR: da questo momento non trovano più le stesse aperture di cui
godevano prima. Fu ucciso anche un professore (Bachelet) e Tobagi (giornalista, denunciava
le BR e il pericolo).
4. 1980-1987 = declino e scon a dell’organizzazione. Furono approvate leggi speciali e
contro il terrorismo (legge reale, che accresceva il potere e la discrezionalità delle forze
dell’ordine). Vennero preparate nuove carceri.
1982 = legge dei pen , permise una fuga per la riabilitazione.
ti
fi
ti
ti

ti
ti
fi
ti
tt
tt

ti
ti
ti

ti
tti
fi
tt
ti
ti
tt

ti
ti
ti

tti
ti
tt

ti
ti
ti
ti
ti
tti

ti
tti

tt
fi
tti
ti
ti
ti
ti
tt

ti
ti

ti
-PRIMA LINEA
Associazione poli ca sorta nel 1976 per volontà di un gruppo di fuoriusci da Lo a con nua.
Si di erenziavano dalla BR per il ri uto alla clandes nità, il doppio livello (poli co e militare) e lo
spontaneismo dell’azione.
10 o obre 1976 = a entato a Torino alla sede della DC, poi alla sede del Gruppo dei dirigen FIAT,
una sparatoria e l’irruzione alla Saa.
1979 = uccisione di Emilio Alessandrini (giudice), Guido Galli (giudice).
1983 = si sciolse l’organizzazione.

-LA STAGIONE DEL PENTAPARTITO


1979 = si concluse l’esperienza dei governi di solidarietà nazionale. La guida viene assunta da una
serie di coalizioni formate da cinque par (DC, Psi, Psdi, Pli e Pri). La nascita del Pentapar to si ha
grazie a tre esponen poli ci che cara erizzarono la scena poli ca italiana nell’ul ma fase della
cosidde a “prima Repubblica”: Craxi, Andreo e Forlani, un triumvirato de nito CAF, dalle iniziali
dei cognomi.
DC = rimase in maggioranza, sebbene il governo fosse laico.

I par erano sulla stessa scala di importanza, consentendo loro di ricoprire la carica di Presidente
del consiglio a rotatoria.
L’Italia riuscì a superare la crisi e il terrorismo, nell’85 diventa il quinto paese più industrializzato al
mondo, ma si assiste anche alla decadenza del sistema dei par , sempre più lontani dalla società;
crebbe il debito pubblico a causa di risorse sempre più ingen des nate al nanziamento dei
par e della classe poli ca e alla ges one incontrollata di varie forme di assistenza sociale e si
di use in misura sempre maggiore la corruzione, creando un intreccio da poli ca e mondo
imprenditoriale.
La Procura di Milano indagò scoprendo l’esistenza di un collaudato sistema clientelare e di
corruzione de nito come Tangentopoli. Le inchieste evidenziarono la presenza di enormi ussi di
denaro che passavano da imprenditori a poli ci andando a ingrossare sia il nanziamento illecito
dei par , sia i patrimoni personali, anch’essi illeci , degli uomini poli ci.
1992 = la Procura avviò l’operazione “mani pulite”, indagando su mol . Craxi concluse la sua
esperienza poli ca nel 1994, rifugiandosi in Tunisia.
Tangentopoli provocò forte sdegno nell’opinione pubblica e la scomparsa dei par , che avevano
dominato la scena no ad allora: crollo della prima repubblica.
Nel 1994 si svolsero le elezioni poli che con una nuova legge ele orale che prevedeva un sistema
proporzionale e lo sbarramento del 4% alla Camera. La tornata ele orale vide la partecipazione di
nuove formazioni poli che:
• Il Par to comunista italiano, dopo la caduta del muro, si sciolse e vide la nascita del Par to
democra co della sinistra (Pds) e il Par to della Rifondazione Comunista
• La Democrazia cris ana conobbe la stessa sorte nel 1994 con la formazione di due par di
ispirazione ca olica, il Par to Popolare, collocato a sinistra, e Centro ca olico democra co
(Ccd), formazione di centro destra.
• Anche la destra vide lo scioglimento del Movimento Sociale Italiano e la nascita
dell’Alleanza Nazionale che abbandonava il retaggio neofascista che aveva contraddis nto il
par to missino. Una linea che non venne appoggiata da una minoranza di militan che
diede vita a una formazione poli ca denominata Fiamma Tricolore.
• Lega Nord = formazione dai marca tra secessionis e an scali.
ff
ti
ti
ff
tt
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti

tt
fi

ti

ti
ti
fi
tt
ti
ti
ti

ti
ti

ti

fi
ti

ti

ti
tt
ti
tti
ti
ti
ti
tti
ti
ti

ti
ti

ti
fi
ti

ti
ti
tt
ti
tt

ti
ti

tt

ti

fi
fi
fi
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
fl
ti
ti

• Forza Italia = nuovo sogge o poli co, creato da Silvio Berlusconi. Rompeva con la
tradizione poli ca, rivolgendosi all’ele orato moderato di centro destra rimasto senza un
interlocutore. Berlusconi vinse nel 1994, inaugurando la Seconda repubblica.
ti
tt
ti
tt

Potrebbero piacerti anche