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*RIASSUNTONE FREUD - WITTGENSTEIN*

*Sigmund Freud*
Nasce a Freiberg (vicino Vienna - Repubblica Ceca) nel 1856 da genitori ebrei. La famiglia si
trasferisce nel

1860 a Vienna. Il padre è un mercante di sto e che a ronta continue di coltà economiche. La
madre è di molto più giovane del marito. Nonostante l’infanzia felice, a Freud la famiglia risulterà
sempre un luogo di relazioni strane. Fin da piccolo è appassionato di letteratura ed è il primo
della classe.

Abbandonata l’idea di studiare legge e loso a, sceglie la facoltà di medicina e si laurea nel
1881. Intraprende lo studio del sistema nervoso. Nel 1882 abbandona la ricerca scienti ca e
intraprende la professione medica, dedicandosi all’ambito della psichiatria. Entra come
tirocinante nel reparto di neurologia dell’ospedale di Vienna, potendo esplorare la complessa
mente dell’essere umano.

Nel 1885, Freud si reca a Parigi, dove ha la possibilità di osservare da vicino delle pazienti
isteriche. Questo fatto imprimerà una nuova direzione nella sua carriera. Inizia così ad interessarsi
al dolore e alla complessità dell’animo femminile. Fino a quel momento le donne isteriche
continuavano ad essere considerate dall’opinione pubblica come possedute dal demonio. Freud
fu il primo a scorgere in queste donne il disagio dovuto alle loro condizioni, dovute alla società
perbenista e maschilista della Vienna di ne secolo.

Questa nuova interpretazione del fenomeno isterico di Freud, viene presentato negli Studi
sull’isteria del 1895, che suscitano nella comunità una dura avversione.


Fino ad allora Breuer aveva ritenuto che ciò che rimaneva intrappolato nella psiche era dovuto ad
un meccanismo siologico “inceppato”. Freud invece ipotizza che ciò che rimane intrappolato
nell’inconscio è dovuto ad impulsi di natura sessuale e aggressiva. Inizia inoltre ad attribuire
sempre più importanza alla parola. La nascita della “psicanalisi” era dovuta al desiderio di fornire
alle donne un luogo in cui poter parlare ed essere ascoltate, lontane dai severi giudizi della società
tradizionalista e maschilista.

Dopo la morte del padre (1896), il percorso intellettuale di Freud subisce una svolta. Incomincia a
pensare che non si debba per forza ricercare un evento traumatico reale accaduto durante la vita
del paziente per poterne spiegare i sintomi patologici. Freud infatti dice che l’inconscio agisce
come un teatro in cui operano l’immaginazione e la fantasia: a volte la fantasia può essere più
forte della realtà e quindi nire per condizionarla, facendo so rire.

Per comprendere la complessità della psiche umana, sceglie di analizzare e interpretare tutte
quelle manifestazioni in cui la fantasia sembra prendersi gioco della nostra coscienza vigile: sogni,
lapsus e dimenticanze. Questa intuizione prende corpo all’interno di alcune sue celebri opere
come “L’interpretazione dei sogni" e “Psicopatologia della vita quotidiana”.

Freud viene isolato dalla comunità scienti ca, ma successivamente trova l’appoggio di vari
medici, psicologi e scrittori come Carl Gustav Jung o Alfred Adler (che in un secondo momento
entreranno in dissenso con il maestro). Il movimento psicoanalitico acquista un peso
internazionale quando Freud si reca a Boston per tenere Cinque conferenze sulla psicoanalisi. Nel
1910, a Norimberga, nasce la “Società internazionale della psicoanalisi”.

Nel 1917, gli verrà diagnosticato un tumore al palato e alla mandibola dovuto all’abuso di
tabacco. Inoltre lo scoppio della Prima guerra mondiale farà vivere Freud in un continuo stato di
ansia. Due dei suoi gli si ammalano di spagnola e muoiono. 

L’ombra della morte inizia ad avvolgere la vita del medico arrivando a farlo teorizzare l’esistenza
nella psiche umana di un “istinto di morte” (Thànatos) che tende a contrastare la “pulsione di
vitale/erotica” (Eros), che anima tutti i viventi. Egli ritiene infatti che l’amore e la morte insieme
governino il mondo. Successivamente la sua ri essione si concentra sui temi della guerra,

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dell’aggressività e della violenza, suscitate dai divieti religiosi e sul disagio che la vita sociale
impone all’essere umano.

Nel 1933, con l’ascesa di Hitler, la vita degli ebrei si fa più di cile. Durante il rogo dei libri,
vengono bruciate anche le opere di Freud, considerate il simbolo di una “scienza ebraica”. Di
fronte a questi eventi Freud rivendica con forza la propria identità ebraica. Inoltre inizia ad
interrogarsi sulle origini dell’odio antisemita e sulla natura profonda dell’ebraismo,
componendo una serie di saggi.

Nel 1938, Hitler occupa l’Austria. Freud si rassegna a lasciare Vienna per raggiungere Berlino. I
dolori causati dal tumore si fanno insopportabili. Chiesto al suo medico di sedarlo, nel 1939
muore nel sonno.

1. La scoperta dell’inconscio:
Nell’800 la medicina non considerava i disturbi di personalità come patologie degne di essere
studiate, poiché agli stati nevrotici non sembrava corrispondere alcuna lesione sica.

• Breuer e Charcot, invece, si concentrano sullo studio dell’isteria.

• Charcot inizia ad usare l’ipnosi come metodo terapeutico, riuscendo in alcuni casi a controllare
i sintomi per brevi periodi grazie alla suggestione.

• Breuer utilizza l’ipnosi, non come strumento per inibire i sintomi, ma per richiamare alla
memoria avvenimenti penosi dimenticati (aveva notato che il superamento dei fatti spiacevoli
permetteva di attenuare le cariche emotive negative di quei fatti).

• Il caso di Anna O.:


Anna O. Mostrava sintomi isterici ed era seguita da Breuer. Inoltre Anna manifestava una forte
idrofobia. Durante le sedute di ipnosi Breuer scopre un episodio legato all’acqua che la paziente
aveva dimenticato: da bambina aveva visto bere da un bicchiere il cane della sua governante,
verso quale provava sentimenti di ostilità. Mediante l’ipnosi, Breuer riporta alla coscienza della
donna l’episodio della sua infanzia, osservando una scomparsa dei sintomi.

Studiando questo caso Freud e Breuer misero a punto il “metodo catartico” che consisteva nel
libera una scarica emotiva capace di liberare il malato dai suoi disturbi.

Dopo il caso di Anna O., Freud incomincia una ri essione autonoma. Egli si convince che i
sintomi psichici non derivino da disturbi organici ( sici), ma dai con itti tra forze psichiche che
operano al di là della sfera di consapevolezza del soggetto. Il luogo più profondo della psiche, che
sfugge anche alla coscienza è l’inconscio. La scoperta dell’inconscio segna la nascita della
psicoanalisi, che comprende sia la terapia per indagare la vita psichica, che la teoria psicologica
dell’inconscio.

2. La vita della psiche:


Prima di Freud la psiche coincideva con la coscienza. Per lui invece la maggior parte della vita
mentale si svolge fuori dalla coscienza. Quindi l’inconscio è la realtà primaria della vita mentale,
mentre il conscio rappresenta solamente la manifestazione visibile (paragone con un iceberg).

Freud divide l’inconscio in 2 zone:

1. preconscio= insieme di ricordi che possono facilmente diventare consci.

2. rimosso= sono ricordi inconsci a cui si può accedere soltanto mediante apposite tecniche.
Dunque l’inconscio coincide con questa zona.

Freud si rende conto che la psiche è composta da “luoghi” di erenti, e che lo porta ad elaborare
due topiche:

1. Distingue l’esistenza del conscio, del preconscio e dell’inconscio.

2. Successivamente distingue l’Es, l’Io e il Super-io.

1) L’Es:
È una forza impersonale e caotica, è la sorgente della nostra psiche. L’Es non conosce né il
bene, né il male e obbedisce al principio del piacere, e ignora le leggi della logica.

2) Il Super-io:
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Rappresenta la “coscienza morale”, ossia l’insieme di proibizioni che sono state instillate
nell’individuo n dai suoi primi anni di vita e che lo accompagnano sempre, anche in forma
inconsapevole.

3) L’Io:
È la parte che deve fare i conti con le esigenze dell’Es e del Super-io. In altri termini deve
equilibrare gli impulsi disparati, che per lo più sono in contrasto fra loro.

• L’origine delle nevrosi:


In un individuo normale, secondo Freud, l’Io riesce abbastanza bene a padroneggiare la
situazione donando parziali soddisfazioni all’Es, senza però violare le proibizioni che vengono dal
Super-io.

Può succedere pero che, a volte, l’Io non riesca a destreggiarsi tra le due forze e una delle due
nisca per prevalere: il soggetto diventerà allora un delinquente o un perverso.

L’Es si identi ca con l’inconscio, al contrario l’Io e il Super-io non coincidono con il sistema
conscio-preconscio ma, per certi aspetti, formano parte anch’essi del sistema inconscio.

3. Le vie per accedere all’inconscio:


• Le “associazioni libere” e il “transfert”:
In un primo periodo Freud pensa di usare l’ipnosi, ma si rivela scarsamente e cace e i risultati
ottenuti poco stabili. Allora elabora un nuovo metodo: quello delle associazioni libere. Invece di
forzare i pazienti al ricordo, tenta invece di indurli al rilassamento invitandoli a parlare a ruota
libera, senza alcuna regola in modo tale da far emergere esperienze rimosse.

Il metodo della associazioni libere, però, implica numerose di coltà concrete, che possono
essere superate solamente mediante uno sforzo del paziente e dello psicoterapeuta. Fra i due si
crea un legame chiamato “transfer”, che determina la buona riuscita della cura. In questo legame
il paziente deve trasferire al medico una serie si stati d’animo ambivalenti. Tali stati d’animo sono
gli stessi provati dal paziente durante l’infanzia nei confronti dei propri genitori. Questo legame
trasferì implica un attaccamento amoroso del paziente verso il medico, che consiste nel
guadagnarne l’approvazione rivelando emozioni profonde e dimenticate.

Freud successivamente indica le vie per raggiungere il “rimosso”: attraverso i sogni, gli atti
mancanti e nei sintomi nevrotici.

• I sogni, gli atti mancanti e i sintomi nevrotici:


Nell’Interpretazione dei sogni, Freud spiega che i sogni sono la miglior via per conoscere
l’inconscio. Ritiene che questi ultimi siano l’appagamento di desideri (repressi/rimossi).

Nei sogni Freud distingue:

- il contenuto manifesto, ossia la scena onirica che il paziente ricorda al momento del risveglio;

- il contenuto latente, che coincide con i desideri profondi che danno luogo alla scena onirica.

Perché i sogni non richiamano in maniera diretta i nostri desideri? Perché i nostri desideri
vengono giudicati dal soggetto come inaccettabili e per questo motivo vengono censurati. Il
contenuto manifesto è quindi la forma travestita dei nostri desideri latenti.

Quindi l’interpretazione analitica consiste nel ripercorrere a ritroso il processo di traslazione del
contenuto latente in manifesto, per cogliere i messaggi segreti inviati dall’Es.

In Psicopatologia della vita quotidiana, Freud si concentra sugli atti mancanti (ossia lapsus,
dimenticanze o incidenti banali). Solitamente si è soliti attribuirli al caso, dandogli poca
importanza. Secondo Freud invece tutto ciò che accade dentro la nostra mente non avviene
causalmente, ma è frutto di qualche causa. Quindi questi atti mancanti hanno, come per i sogni,
qualche manifestazione camu ata dall’inconscio. Sono una sorta di compromesso tra
l’intenzione cosciente e i desideri inconsci.

Un esempio di ciò sono i lapsus linguistici, ma questo principio vale per qualsiasi incidente,
come scordarsi il nome di qualcuno o a smarrire certi oggetti. A tali nomi sono associati
sentimenti spiacevoli o azioni che non vorremmo fare.

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4. La concezione della sessualità:

Ben presto, Freud scopre che i sintomi dei pazienti malati sono dati da impulsi o desideri rimossi
che sono sempre di natura sessuale. 

Prima di Freud, per sessualità si intendeva il congiungimento di un individuo con un altro di sesso
opposto ai ni della procreazione. Per Freud la sessualità può investire i campi più disparati.
Questa energia viene denominata da Freud libido, ossia “voglia” o “desiderio sessuale”.

La libido, durante le varie fasi di sviluppo dell’individuo, si sposta in zone diverse del corpo
denominate “zone erogene”, cioè generatrici di piacere.

• La teoria della qualità infantile:


Freud demolisce il pregiudizio secondo cui la sessualità apparterrebbe solamente all’età adulta.
Egli respinge l’immagine del bambino inteso come “angioletto asessuato”, poiché invece, ritiene
che il bambino sia in grado di perseguire il proprio piacere indipendentemente da scopi
riproduttivi, mediante diversi organi corporei.

Individue 3 fasi nello sviluppo sessuale del bambino:

1) la fase orale, dura no a circa 1 anno e mezzo del bambino ed ha come zona esogena la
bocca, che costituisce la principale attività del bambino, ossia poppare.

2) la fase anale, va da 1 anno e mezzo a circa 3 anni. La zona esogena è l’ano ed è collegata alla
defecazione che rappresenta per il bambino oggetto di interesse e piacere.

3) la fase genitale, inizia dal 3 anno di vita. Ha come zona erogena i genitali.

La fase genitale possiede due sottospecie: la fase fallica e la fase genitale in senso stretto.
Durante la fase fallica il bambino scopre rispettivamente il pene e la clitoride. La fase fallica è
seguita da un periodo di latenza in cui si ha un indebolimento delle pulsioni sessuali, che tornano
a manifestarsi all’inizio della pubertà. Si passa così alla fase genitale (in senso stretto), in cui le
pulsioni sessuali si concentrano attorno alle zone genitali.

• Il complesso edipico:
Questo complesso ha luogo durante la fase fallica e su caratterizza per un attaccamento libidico
verso il genitore di sesso opposto e un atteggiamento ambivalente (a ettuosità e gelosia)
verso il genitore di egual sesso.

Successivamente, se la fase edipica viene superata normalmente, i bambini cessano il desiderio


di possedere il padre o la madre, e assumono uno dei due come modello di comportamento.

5. La concezione dell’arte:
Freud concepisce la produzione artistica simile a quella onirica. Cosi come nel sogno i nostri
desideri sessuali repressi vengono mascherati, così nell’arte si esprimono desideri proibiti a livello
inconscio.

Il soddisfacimento dell’artista sta nella sublimazione, ovvero nello spostamento di una pulsione
sessuale su oggetti non sessuali.

L’arte quindi dona la possibilità di dare una forma ai desideri inconfessabili, trasformandoli in
qualcosa che la società apprezza.

L’artista dunque traduce le proprie pulsioni inconfessabili (proprio perché attirerebbero la


riprovazione della società) in opere d’arte che riscuotono, al contrario, un interesse generale e
fungendo da terapia sia per l’artista, quanto per lo spettatore.

La rappresentazione artistica rappresenta qualcosa di “perturbante”, in grado si risvegliare in noi


stessi emozioni messe a tacere di proposito. Rappresentano qualcosa di spaventoso e di familiare
allo stesso tempo da cui difendersi, ma che allo stesso tempo ci attrae.

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*Ludwig Wittgenstein*
Nasce a Vienna nel 1889 da una facoltosa famiglia di magnati della metallurgia pesante di origini
ebraiche, nella quale si respirava un particolare amore per la cultura e l’arte. Nel 1906 si
specializza in ingegneria aeronautica, appassionandosi al mondo della matematica pura. Inizia a
studiare all’Università di Cambridge, dove incontra Bertrand Russel, che aveva pubblicato il
testo base della logica matematica.

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Lascia successivamente Cambridge, trasferendosi in completa solitudine, probabilmente perche
non riusciva ad accettare la propria omosessualità. Decide di arruolarsi nell’esercito austriaco
allo scoppio della Prima guerra mondiale, combattendo sul fronte russo e italiano.

• Le genesi del Tractatus logico-philosophicus:

Catturato nel 1918 e imprigionato a Cassino, inizia a comporre il suo trattato, che verrà pubblicato
nel 1921.

Alla ne della guerra torna a Vienna, rinunciando alla ricca eredità paterna, ritenuta da lui fonte di
corruzione. E’ in questo periodo che ritiene che il suo Tractatus contenga tutto ciò ch serve per
risolvere i problemi della loso a.

La seconda fase del pensiero di Wittgenstein, nasce dalla convinzione che il linguaggio non sia
uno strumento con cui descrivere oggetti, ma ricava le sue regole dalla situazione in cui si trova.

1. Il primo Wittgenstein:
La sua loso a passa per 2 fasi:

- La prima è quella del “Tractatus logico-philosophicus” ed è in uenzata dall’opera di Russel.

- La seconda è racchiusa nelle “Ricerche loso che”.

In entrambi il contenuto verte sulla teoria del linguaggio, che viene interpretato in due modi
distinti.

Nella prima fase Wittgenstein si avvale di due termini: il mondo come “totalità dei fatti” e il
linguaggio come “totalità delle proposizioni”.

Le proposizioni sono immagini della realtà, cioè ra gurano i fatti. Quindi il linguaggio, in quanto
formato da proposizioni, è anch’esso un immagine del mondo.

Il linguaggio è quindi la ra gurazione logica del mondo. Ovvero la struttura logica delle
proposizioni restituisce la struttura logica che lega i fatti tra loro. Come non è esprimibile nulla che
non sia un fatto del mondo, così non è pensabile nulla che non sia un fatto del mondo.

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