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COSCIENZA DI ZENO: TERZO ROMANZO 1923

Nuovo impianto narrativo

-> passano 25 anni dal secondo romanzo, ci sono molti cambiamenti nella vita di svevo e nella
società in cui viveva (guerra mondiale, aventó di nuove avanguardie dadaismo, surrealismo,
psicoanalis di Freud, teoria della relatività di Einstein).

-> mutamento di prospettiva nei confronti dell’ inetto

La coscienza di Zeno è un memoriale o confessione autobiogra ca scritto da zeno stesso su


invito del suo psicoanalista. Viene poi pubblicato dallo psicanalista che nella prefazione a erma di
averlo fatto per vendetta verso il paziente che si era sottratto alla sua cura psicologica. L’ultimo
pezzo è un diario scritto da Zeno dove viene spiegato il motivo per cui ha deciso di abbandonare
la terapia dichiarandosi sicuro della sua guarigione. Il romanzo è dunque narrato da Zeno stesso
dietro una nzione dell’autobiogra a con impianto autodiegetico.

Zeno cosini: inetto, consapevole della sua situazione, vissuta come una malattia.

Capitoli-> opera divisa secondo alcuni temi centrali che non sempre coincidono in ordine
temporale gli uni con gli altri:

-vizio del fumo e tentativo di liberarmene (sensi di colpa)

-la morte del padre

-la storia del proprio matrimonio

-rapporto con la moglie e la giovane amante

-storia dell’associazione commerciale con il cognato guido speier

Tempo misto: Gli eventi non sono in successione cronologica il tempo soggettivo mescola piani e
distanze la struttura del racconto non è lineare la narrazione va continuamente avanti indietro nel
tempo.

Trama:

-Zeno incarna la gura di un inetto proveniente dalla ricca borghesia commerciale che conduce
una vita oziosa e scioperata.

-Il padre non ha la minima stima di lui anche se Zeno lo ama non riesce a renderlo ero.

-Sul punto di morte il padre lascia cadere uno schia o sul viso del glio che resta per sempre nel
dubbio sulle motivazioni del gesto.

-Dopo il lutto Zeno va subito in cerca di una gura paterna trovata in Giovanni Malfenti Uomo
d’a ari che incarna l’immagine tipica del borghese (antagonista).

-Decide di sposare una delle sue glie ma viene respinto da Ada e Alberta e nisce per sposare la
più brutta Augusta che si rivela essere la moglie che ha sempre voluto, amorevole come una
madre.

-Incarna un solido sistema di certezze che rappresentano il campione di sanità borghese.

-Zeno è malato di nevrosi e attribuisce tutta la sua inettitudine al vizio del fumo nel quale cerca di
liberarsi.

-Alla moglie a anca la giovane amante Carla del quale nge di essere un modello paterno ma poi
lei lo abbandona per un uomo molto più giovane.

-Zeno aspira ad entrare nella normalità borghese e si propone di collaborare con il cognato Guido
che ricopre però il ruolo del rivale.

-Verso di lui nutre un odio profondo che si rivelerà ai funerali dell’uomo, morto suicida per un
dissesto nanziario. Se non sbaglio era corteo funebre (un atto mancato di Freud).

-Il protagonista ormai anziano decide di intraprendere la cura psicologica ribellando sì poi alle
diagnosi dello psicoanalista che rivede in lui il classico complesso di Ipocondriaco.

-Con lo scoppio della guerra per un colpo di fortuna Zeno si rivela un abile uomo d’a ari perderà
poi tutto alla ne della guerra.

-Nonostante ciò si proclamerà perfettamente guarito dalla sua malattia.

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Inattendibilità di zeno narratore:

La coscienza dell’ipocondriaco zeno costituisce un narratore inattendibile. Il dottore insiste sulle


tante verità e bugie costruite in un tentativo di autogiusti cazione da parte di Zeno. Le menzogne
non sono tutte intenzionali ma sono autoinganni determinati da processi profondi inconsapevoli.
Zeno è spinto da impulsi inconsci, ogni gesto e a ermazione rivela un groviglio complesso di
motivazioni ambigue per la quale la coscienza di Zeno si rivela una coscienza cattiva e falsa. È la
realtà oggettiva dei fatti a smentire le motivazioni da lui adottate ciò appare attraverso un alone di
ironia oggettiva.

Funzione critica di zeno:

-Zeno non è solo oggetto di critica ma anche soggetto, guarda il mondo con un distacco ironico

-La sua malattia funziona da strumento straniante nei confronti dei sani.

-Dimostra l’inconsistenza della sanità nella sua incrollabile certezza.

-Zeno come inetto è inquieto e disponibile alle trasformazioni, è disposto a sperimentare le più
varie forme di resistenza avverto però un disperato bisogno di salute di normalità.

-Il protagonista nisce però per scoprire che la salute degli altri in realtà è anch’essa malattia la
visione dell’inetto mette in crisi facendo diventare tutto incerto e ambiguo, questo atteggiamento
critico emerge in modo particolare nel ritratto per do della moglie.

-Zeno ha piu lati, cecità e chiaroveggenza menzogna e acutezza critica in quanto malato riesci a
vedere più a fondo ciò che la circonda ed è dunque un personaggio a più facce fortemente
polemico.

-Negativo in quanto campione di falsa coscienza borghese ma anche positivo in quanto


strumento di straniamento di conoscenza.

Inettitudine e l’apertura del mondo:

Vi è un mutamento di prospettiva nei confronti dell’inetto che è un abbozzo, un essere in divenire.


I sani a confronto sono già perfettamente compiuti, sono incapaci di evolversi. L’inettitudine
quindi non è più considerata un marchio di inferiorità ma una condizione aperta.

Quello di svevo è quindi un atteggiamento più aperto e problematico nei confronti di Zeno rispetto
a quello verso l’inetto in “una vita” e di “senilità”.

Vi è anche un cambiamento di impianto narrativo, risulta una scelta coerente con la nuova
concezione di individuo della realtà. Gli interventi del narratore in “una vita” e in “senilità”
Servivano ad esprimere un giudizio critico dello scrittore. Mentre invece nella coscienza di Zeno
non è più necessario la presenza di un narratore esterno in quanto Zeno è portatore anche di una
visione straniante più aperta e problematica.

Il cambiamento di questa realtà, che è totalmente aperta e ambigua non consente più di dare
punti di riferimento stabili. La narrazione viene a data alla voce del personaggio che è in
attendibile. La prospettiva è ben diversa da quella di Alfonso ed Emilio, non può essere smentita
dalla voce esterna. Tutto il testo diviene quindi ambiguo e non ci viene detto ciò che può essere
verità o bugia o tutte e due le cose insieme.
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