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Lezione 30 ottobre questioni di letteratura contemporanea

creazione di un tempo misto, che il prodotto tra tempo presente e tempo passato.

Raccontare la vita quotidiana che non suscita alcun appetito narrativo è nel 900 quello che conta.

Uno dei grandi obiettivi del romanzo del 900 (realismo) è raccontare l’identità dell’individue passando
attraverso la vita quotidiana.

Il capitolo del fumo ha questa funzione: svevo si sforza di presentare questo individuo con le sue nevrosi
che di fronte ad un gesto quotidiano reagisce in maniera incredibile. Il quotidiano è fatto di tanti gesti che
diventano traumatici poiché riaccendono traumi infantili. (Freud) ha bisogno di vietarsi il fumo, poiché
soltanto se c’è il fumo, c’è il padre e lo può uccidere ogni volta: questo significa che non è diventato adulto.
Zeno invece ha bisogno di un padre che da un lato lo tutela e dall’altro può uccidere: per questo ha bisogno
dei divieti.

L’altro tema che viene introdotto è il capitolo dei medici: il primo medico che incontriamo è Esculapio.

Antagonismo di Zeno nei confronti dei medici: poiché la medicina si illude di poter definitivamente guarire
l’individuo, di renderlo sano, privo di zone d’ombra, di malattie, di oscurità. In qualche modo si configura
come una scienza che ha il miraggio di guarire l’uomo di tutte le sue imperfezioni.

Il fatto che noi aspiriamo ad un miglioramento porta ala consapevolezza che tutto ciò è irraggiungibile.
Questa consapevolezza confligge e rende ridicoli tutti color che si convincono di raggiungere la perfezione,
ovvero i medici. È una perfezione che non può essere raggiunta poiché la vita è inquinata alle radici (come
dice Zeno nel capitolo Psicoanalisi). Per questo Zeno dirà “mi tengo la mia malattia”. Questa continua
tensione tra frammento e totalità, tra senso e non senso è il punto tra cui si muove la coscienza di Zeno.

C. l’esperienza nella clinica: ultimo tentativo di salute perenne, Zeno decide di farsi rinchiudere in una
clinica. Il termine salute è associato al temine chiusura. Solo se viene privato delle sue libertà in qualche
mood può curarsi. Curarsi significa privarsi del mondo. L’unica libertà che Zeno tollera è la libertà
condizionata.

[Stampa smette di pubblicare Zeno poiché la narrativa gira dalla parte di nuovi scrittori (Moravia), mentre
gli scrittori analitici (svevo, Proust, Joyce) parlano della defecazione. Tutto questo ha a che fare come una
cultura fascista (la dittatura appoggia il realismo che è più controllabile poiché viaggia su argomenti
contenutistici). Inoltre Svevo, come gli altri autori modernisti propone eroi deboli, immorali (come Zeno),
non corrispondo all’uomo forte che vuole il regime.

Verrà ripreso dalla neoavanguardia che vede il lui una narrativa sperimentale.

Negli anni 80 Svevo diviene canone scolastico. ]

Incipit IV capitolo: è uno dei capitolo più famo si poiché è il più narrativo. Già il titolo “la morte di mio
padre” indica un’ampiezza temporale ristretta, racconta pochi giorni. Il capitolo si apre sul presente, su
quello che sta facendo zen. Ciò indica costantemente al lettore che Zeno scrive, e che non è una figura
vacua, ma ha una sua completezza.

Tra elementi che colpiscono di questo passo:

-l’apertura sul presente: forme dubitative “non so”, “non credo”, che indeboliscono lo statuto del
narratore. Non sa se l’operazione che compie, di parlare del padre, ha uno scopo, un senso.
Questa apertura mette tutto il racconto sotto l’egida del presente. Tutti gli avvenimenti vengono raccontati
in relazione al passato. La morte del padre continua ad agire in maniera ferma anche oggi nel presente.
Dunque non sto parlando del passato, ma del presente. Di un presente che pero non c’è perché sto
parlando del passato.

- Il secondo aspetto: i passaggi tra un’operazione e l’altra non si capisce se sono disturbanti o di
riferimento. L’atteggiamento di Zeno è sempre quella di slittare.
Zeno da un lato ha fiducia nella psicoanalisi, ma non crede in nel dottor S, che invece banalmente
crede nella guarigione. Nel passo ci sono infatti una serie di attacchi al positivismo, alla scienza “la
mia guarigione”
Zeno capisce chela morte del padre è un evento importante: accanto al termine “biografia”, utilizza
quello di “avvenimento”: soltanto agire per frammenti, per avvenimenti può portarlo a capire la
verità. In questo capitolo inoltre viene menzionata la madre.

La morta della madre: evento tragico. Uno dei pochi capitoli in cui viene inserita la madre. Viene istituita
una gerarchia tra la morte del padre e quella della madre.

inoltre emerge poco dolore: all’età di Zeno, nella piena adolescenza (dell’accaduto) non si è in grado di
gestire il dolore. Scrive poesie per incanalare il dolore in qualcosa che non lo riguarda, per difendersi dal
dolore. Ma è possibile che la morte di una madre non lasci tracce?

Zeno rimuove il dolore, lo colloca da qualche parte ma continua ad agire.

Dunque, Zeno racconta la morte del padre ma si rende conto che l’avvenimento della morte della madre è
così potente che lui ha costruito strategie fino ad ora per non elaborarlo.

(Tesina: commentare un passo in relazione all’intero romanzo

non fare biografia dell'autore

Si possono fare anche analogie con altri autori (lettera al padre di kafka,ma senza parlarne troppo.
Usandolo come contrasto)

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