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In occasione del giorno della sua nascita voglio ricordare un grande pubblicitario, illustratore, pittore e

caricaturista livornese naturalizzato francese, Leonetto Cappiello. Assieme a Adolf Hohenstein, Giovanni
Maria Mataloni, Leopoldo Metlicovitz e Marcello Dudovich, è stato uno dei padri del moderno cartellonismo
pubblicitario italiano. Nato a Livorno, morirà a Cannes, in Francia. Cappiello non ebbe una formazione
artistica formale. La prima mostra delle sue opere risale al 1892, quando un dipinto fu esposto al Museo
Civico di Firenze. Alcuni dei suoi dipinti sono esposti al Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno.
Cappiello iniziò la sua carriera come caricaturista illustrando riviste come Le Rire, Le Cri de Paris, Le
Sourire, L'Assiette au Beurre, La Baionnette, Femina e altre. Il suo primo album di caricature, Lanterna
Magica, fu realizzato nel 1896. Nel 1898 si trasferisce a Parigi e le sue caricature vengono pubblicate per la
prima volta su Le Rire.

Nel 1902, per la rivista L'Assiette au Beurre, viene pubblicato un libro di 24 pagine con le sue caricature,
intitolato Gens du Monde "persone dell'alta società". L'anno successivo, per un numero speciale della rivista
Le Théâtre, viene pubblicato un libro di 38 pagine intitolato Le Théâtre de Cappiello "Il teatro di Cappiello",
con didascalie scritte da critici teatrali. Nel 1904, il suo lavoro viene recensito insieme a quello di Sem e
Carlo de Fornaro. Cappiello iniziò ad allontanarsi dalle caricature per dedicarsi ai manifesti. Nel 1905 la
pubblicazione finale 70 Dessins de Cappiello "70 disegni di Cappiello", a cura di H. Floury, comprendeva
stampe litografiche in bianco e nero, oltre a una manciata di immagini a colori realizzate con il procedimento
del pochoir. Questa tecnica, molto popolare all'epoca per aggiungere colore a un'immagine in modo
relativamente economico, prevedeva che il colore venisse dipinto a mano su un'immagine con degli stencil.

Cappiello si fece conoscere durante il periodo del boom dei manifesti all'inizio del XX secolo, con disegni
nettamente diversi dal primo cartellonista Jules Chéret. Il suo primo manifesto, per il giornale Frou-Frou, fu
realizzato nel 1899. Si sposò con Suzanne Meyer Cappiello nel 1901 e suo fratello Oreste si sposò con
Camille, sorella del pittore Alfredo Müller.

La carriera di Cappiello come cartellonista inizia seriamente nel 1900, quando inizia un contratto con lo
stampatore Pierre Vercasson. In questo periodo, i tipografi agiscono come agenti per gli artisti e
commissionano loro dei lavori. Vercasson aveva una tipografia e il suo obiettivo era quello di portare
vivacità e colore nelle strade di Parigi; voleva che i manifesti che produceva si distinguessero dagli altri e
attirassero nuovi e redditizi inserzionisti nella sua agenzia. Naturalmente, vivendo a Parigi, era al corrente
dell'attuale scena artistica e aveva visto molti esempi del lavoro di Cappiello, compreso un piccolo numero di
manifesti già prodotti e in particolare quelli per Le Frou-Frou.

Sapeva che Cappiello aveva il potenziale per essere esattamente ciò che stava cercando. Il rapporto iniziò
con l'accordo che Vercasson avrebbe trovato i clienti e informato Cappiello sul prodotto. Spettava poi a
Cappiello produrre un bozzetto per il cliente, per il quale avrebbe ricevuto un compenso di 500 franchi, una
buona somma per l'epoca. Una volta che il disegno fosse stato approvato dal cliente, sarebbe stato prodotto
un disegno a grandezza naturale per il manifesto, con un formato di 1x1,4 m, un vecchio standard cartaceo
francese noto come Double Grand Aigle. Cappiello sarebbe stato anche responsabile del trasferimento del
disegno su pietra litografica per la stampa.

Tra il 1901 e il 1914 creò diverse centinaia di manifesti in uno stile che rivoluzionò l'arte del cartellonismo.
Cappiello ridisegnò le immagini fin-de-siècle in immagini più pertinenti al ritmo più veloce del XX secolo.
Durante questo periodo, Cappiello continuò la sua attività di caricaturista. Durante la Prima guerra mondiale,
Cappiello lavorò come interprete in Italia. Dopo la Prima guerra mondiale Cappiello tornò a produrre
manifesti. Il suo primo incontro con Devambez, nel 1918, segna l'inizio di una lunga collaborazione: tre anni
dopo firma un contratto di esclusiva con l'editore parigino per il quale disegna icone ormai famose: come
Kub, Campari, Parapluie Revel, Pirelli, Chocolat Klaus e Poudre de Luzy, e il famoso intrattenitore
Mistinguett al Casino de Paris. A differenza di Vercasson, Devambez non aveva una propria tipografia e
faceva stampare i manifesti a diverse grandi tipografie. L'agenzia si concentrava sulla ricerca di nuovi clienti
in tutta Europa e diffondeva con successo le celebri opere di Cappiello in tutto il continente. Cappiello
rimase con l'agenzia fino al 1936.

Nel corso della sua carriera Cappiello ha prodotto più di 530 manifesti pubblicitari. Oggi i suoi manifesti
originali sono ancora collezionati e venduti all'asta e dai commercianti di tutto il mondo.

Fonti
R. Monti, E. Matucci (ed): Leonetto Cappiello, dalla pittura alla grafica; Catalogo della Mostra tenuta a
Saint-Vincent; Firenze, Artificio, 1985
A. Barontini, Livorno 900: La grafica dei Maestri, da Cappiello a Renato Natali, Benvenuti & Cavaciocchi
editore 2010
D. Baroni, M. Vitta, Storia del Design Grafico. Milano, Longanesi, 2003

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