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In occasione del giorno della sua morte voglio ricordare uno schermidore livornese poco conosciuto e un

po’ bistrattato, Fernando Cavallini. Inizia a praticare scherma da adolescente presso il rinomato Circolo
Fides, dove si trova in compagnia di Nedo Nadi e suo padre Beppe, un allenatore burbero e dinamico, dagli
atteggiamenti bruschi e mascolini ma molto efficaci. Caratterialmente impetuoso e vivace, tipico di un vero
livornese, Cavallini si addestra rapidamente con fioretto e sciabola, dal momento che la spada, inizialmente,
è vietata nel circolo labronico poiché Beppe Nadi la considera poco opportuna. Grazie al confronto
quotidiano con il prodigio Nedo, quasi coetaneo di Cavallini con il quale stringe un buon rapporto di
amicizia, quest'ultimo migliora rapidamente le sue abilità, plasmato dal maestro Beppe, capace di ottenere
sempre il meglio da lui.

A soli 17 anni, Cavallini ottiene risultati significativi a livello nazionale: si classifica ottavo nella sciabola al
torneo di Genova e quarto nei campionati italiani di fioretto, tenutisi nel giugno 1910 al Teatro Argentina di
Roma. Sebbene Nadi sia superiore, con costante impegno, i duri allenamenti di Beppe e la sua
determinazione, Cavallini diventa un eccellente schermidore: un esempio tangibile è la vittoria nella "Coppa
Pontenani" di fioretto a Roma nel 1911.

È naturale che i giovani schermidori labronici puntino alla partecipazione ai Giochi di Stoccolma. Cavallini si
prepara adeguatamente, seguendo da vicino Nadi: entrambi emergono al torneo di San Sebastian, dove
Cavallini ottiene il quarto posto nella sciabola e il sesto nel fioretto, mentre Nadi è terzo (non senza
polemiche) in entrambe le armi, avendo dovuto gareggiare con maestri professionisti (dato che il torneo è
"misto"). Nonostante Nadi abbia vinto nella spada, arma meno gradita a Cavallini, questi, durante la sua
prima esperienza significativa all'estero, ha accumulato preziose esperienze. Grazie al prestigio acquisito
dalla "scuola livornese" a livello nazionale, Cavallini viene selezionato per partecipare ai Giochi Olimpici del
1912.

Il 7 luglio, Cavallini inizia bene: perde soltanto un incontro nella sua poule e passa al turno successivo, i
quarti di finale, svoltisi nel pomeriggio dello stesso giorno. Si ripete con facilità: perde solo una volta e
accede alle semifinali del giorno 8. Tuttavia, in questa fase accade un caos totale. La giuria è composta da
quattro giudici ungheresi che favoriscono in modo inequivocabile e senza vergogna i fiorettisti del loro
paese. Cavallini viene privato di stoccate chiare e, essendo un vero livornese appassionato e combattivo,
non può restare in silenzio: urla, protesta e attacca verbalmente i giudici impassibili fino al punto di lanciare
maschera e fioretto verso il presidente della giuria. La squalifica diventa inevitabile, anzi è lui che decide di
abbandonare, come successivamente confermerà. Divenuto maestro, raccolse i ricordi storici e fotografici
del Fides in un album purtroppo andato perduto. Morì a Livorno il 4/2/1976.

Fonti
https://www.coni.it/it/olympiabolario/giochi-estivi/20268-cavallini-fernando.html

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