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In occasione del giorno della sua morte voglio ricordare un pittore, incisore e critico d'arte italiano,

artisticamente appartenente alla corrente artistica del Divisionismo, e di cui alcune opere sono presenti al
Museo Civico Giovanni Fattori, Vittore Grubicy de Dragon. Nato a Milano da Alberto Grubicy de Dragon, un
barone ungherese (originariamente Grubicij), e dalla nobile pittrice dilettante Antonietta Mola, Vittore ha
iniziato la sua formazione artistica nel Convitto Nazionale di Sondrio. Fin dalla giovane età, ha frequentato
gli ambienti artistici della Scapigliatura a Milano e ha viaggiato in Europa.

Dal 1878, insieme al fratello Alberto, ha svolto l'attività di mediatore d'arte in Inghilterra per la galleria
milanese Nessi, concentrandosi sulla promozione degli artisti italiani della Scapigliatura, come Tranquillo
Cremona e Daniele Ranzoni. Dopo aver creato una rete di conoscenze a livello nazionale e internazionale e
aver fondato la Galleria Grubicy, i due fratelli hanno introdotto giovani talenti negli ambienti artistici di
rilievo, tra cui Giovanni Segantini, affiliato esclusivamente alla Grubicy nel 1883, Emilio Longoni, Angelo
Morbelli e altri.

A partire dal 1882, Guarnieri ha frequentemente visitato Parigi, i Paesi Bassi e le Fiandre, entrando in
contatto con pittori della Scuola dell'Aia come Octave Maus e Anton Mauve, che lo hanno ispirato a
diventare un pittore autodidatta. Nel 1888, ha concluso definitivamente l'attività di mediatore d'arte,
lasciando la Galleria Grubicy nelle mani del fratello Alberto. Ha iniziato una nuova carriera come artista e
critico, promuovendo le istanze divisioniste apprese dai colleghi fiamminghi. Nel 1890, si è unito alla
Famiglia artistica milanese, iniziando a sperimentare le tecniche divisioniste e presentando i suoi lavori alla
Biennale di Venezia.

Gravi disturbi al sistema nervoso e una quasi totale sordità, sviluppatisi successivamente, gli hanno
impedito di dedicarsi completamente alla pittura. Ha trascorso gli ultimi anni a dipingere nei luoghi amati,
come Miazzina e Lierna, dedicandosi anche a promuovere nuovi artisti emergenti come Carlo Carrà, Pietro
Angelini e Arturo Tosi. Guarnieri ha conosciuto e instaurato un'amicizia con Arturo Toscanini, che è
diventato suo mecenate, raccogliendo oltre sessanta delle sue opere nella propria collezione. Nella fase
finale della sua vita, Guarnieri si è dedicato alla reinterpretazione divisionista delle sue opere precedenti,
rivisitando emozionalmente luoghi e momenti vissuti.

Il suo allievo prediletto, Pietro Angelini, è stato nominato esecutore testamentario insieme ad Arturo
Toscanini dopo la morte di Guarnieri il 4/8/1920 a Milano. La collezione d'arte di Guarnieri è stata lasciata
alla Galleria d'Arte Moderna di Milano. Benvenuto Benvenuti, un altro allievo di Grubicy, ha donato opere
alla Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno.

Fonti
A.-P. Quinsac, Vittore Grubicy e l'Europa. Alle radici del divisionismo, 2005, Skira Edizioni, Milano

I. Schiaffini, Vittore Grubicy de Dragon: scritti d'arte, 2009, MART, Rovereto

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