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Quindicinale Editrice ASD Ponte Tegorzo

Anno XLV

13.12.2023
Numero

791

I 50 anni della Biblioteca di Alano - pag. 1


Veglia per la pace - pag. 2
Incontro con la Befana - pag. 11
Un anno con gli amici di Carpen - pag. 12
Quisquilie e bazzecole!!! - pag. 19
Chiuso in redazione il 02-12-2023 - Chiusura entro il 20-01-2023
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IL TORNADO Sede: Via Nazionale, 25 - 32031 FENER-ALANO di PIAVE (BL). DIRETTORE RESPONSABILE: Cesare Turra. DIRETTORE OPERATIVO: Mauro Mazzocco EDITORE ASD Ponte
Tegorzo, Via Nazionale, 25 - 32031 FENER-ALANO DI PIAVE. REDATTORI: Sandro Curto, Silvio Forcellini. COLLABORATORI: Alessandro Bagatella, Tristano Dal Canton, Ivan Dal Toè, Antonio
Deon, Ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Andrea Tolaini.
ABBONAMENTI: ITALIA Abbonamento annuale (15 numeri)  25,00 ESTERO Abbonamento annuale (15 numeri)  50,00.
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gando direttamente ad uno dei nostri seguenti recapiti: BAR “DA RICCI” - Alano; BAR JOLE - Fener; CARTOLIBRERIA SCHIEVENIN ALBERTINA - Quero; ALESSANDRO BAGATELLA - Quero;
BAR “PIAVE” Carpen - LOCANDA SOLAGNA - Vas; ANTONIO DEON - Vas; BAR “BOLLICINE” - Scalon; BAZAR di A. Verri - Segusino.
1 ATTUALITÀ

Insieme si fa tanto
a cura della Biblioteca Civica di Alano di Piave per il suo 50° anniversario
Arrivano a piccoli gruppi, famiglie, bambini col papà, con la mamma e subito si
mettono a leggere qualcosa, a scambiare due parole nell'attesa del laboratorio.
Fare una pittura collettiva significa accordarsi su un progetto comune e insieme
realizzarlo. "Noi siamo foresta" il titolo di quest'opera fatta insieme in una mattina di
novembre spazzata da un'insolito vento pungente. Un intreccio di rami blu che si
toccano, si sostengono, crescono insieme su uno sfondo che via via si riempie di
sfumature di colore. La guardiamo, è venuta proprio bene, un'opera di tutti. Il vento
non ci lascia appenderla fuori dalla finestra accanto alla scritta biblioteca alano ad
accogliere le persone che verranno nel pomeriggio, allora l’appendiamo sulle scale,
come un cielo colorato sopra di noi. Ecco, ci piace. Alle due arrivano le signore
dalle mani di fata, Laura, Nevia, Maria, Flavia, Maria Teresa, Agnese, Corona,
Naima realizzano oggetti delicati, bellissimi, punto per punto e intanto parlano,
mostrano, si scambiano idee e osservazioni, c'è chi insegna, c'è chi impara: uno
scambio di saperi.
Nella sala accanto si siedono, bambini e adulti, intorno ai tavoli bianchi, quattro per
tavolo. C'è un bel brusio di conversazioni e risate di ragazzi che già cominciano a
giocare con la guida esperta e appassionata di Gilda, Laura, Chiara, (le mitiche
prof). I giochi di società per molti sono una piacevole sorpresa, "magari si potrà
trovarci ancora a giocare" chiede qualcuno che rimane incollato al tavolo di gioco
per tutto il pomeriggio. Mentre al piano terra si cuce e si gioca, al primo piano tutti
sono in movimento, ci si prepara per un momento di condivisione tra musica,
letture, riflessioni. Ci sono Anna e Dario con Gioele, Elia, Giulia, Nikolas, Giulia che
provano le canzoni e letture, Elisa, Sofia, Maria Cristina, Carolina, Giulia e
Alessandra che ripassano il testo "Legarsi alla montagna" . Arrivano anche Nadia,
Paola, Cinzia, A malia e poi Huria, Camila, Narcise, Monica, Alexia, con i libri in
mano. Tutto è pronto, si può cominciare. La voce di Anna, accompagnata da Dario
alla chitarra, accoglie le persone che arrivano, ci si sente bene, si ritrovano persone
e i sorrisi non mancano. E' una festa per la comunità.
Con queste poche righe abbiamo voluto raccontare l'atmosfera che sabato 25
novembre ha attraversato la biblioteca di Alano in occasione dei 50 anni dalla
sua istituzione nel 1973. Un'atmosfera costruita insieme dalle persone, con le
persone, per le persone. Una biblioteca non è un servizio qualunque, è la casa di
tutti, il posto dove entrare per stare insieme davvero, fare insieme, scambiare idee e
accrescere la conoscenza, il benessere, il senso di comunità, dove i libri sono solo
una delle proposte che possiamo incontrare. E sulle biblioteche è importante
ragionare a mente aperta perchè, nonostante la rivoluzione digitale, cresce il
bisogno di spazi per discutere, partecipare, collabo rare, divertirsi insieme, spazi per
accrescere le conoscenze e le relazioni. E' con questo spirito che a gennaio 2011 è
stata inaugurata la ristrutturazione della biblioteca, lo spazio è un elemento
essenziale per fare insieme, uno spazio che si è riempito di esperienze belle e che
continuerà ad aprirsi sempre di più alla comunità tutta, perchè la biblioteca sia
davvero, ogni giorno, la casa di tutti. E ora i ringraziamenti a tutte le persone che
con entusiasmo hanno collaborato a questa giornata, a Romina, alle volontarie
(Alessandra, Amalia, Grazia, Luana, Irene, Caterina...), ai Caratteri Mobili, ai

ragazzi, ai genitori, e a quanti ogni giorno, perchè cose belle in biblioteca ne succedono tutti i giorni, danno
tempo ed energie per costruire questo progetto di comunità. Non ultimi gli amministratori che scelgono di
sostenere un servizio essenziale che guarda al futuro con impegno per dare un contributo al benessere, alla
conoscenza, all'innovazione, alla sostenibilità, alla crescita umana e culturale della nostra comunità.
Insieme si fa tanto. Grazie.
2 CRONACA

Veglia per la Pace


di Lucia Perenzin
I giovani di Alano hanno organizzato venerdì 24 Novembre una veglia per la pace in
seguito alla sensibilizzazione di Papa Francesco già ad ottobre, dopo la tristissima
notizia di quanto stava succedendo in Israele e in Palestina. Un conflitto di per sé
mai spento da oltre cinquanta anni che ora si aggiunge alle diverse guerre sparse
sull’intera terra. Mentre israeliani e palestinesi contano e piangono le vittime inno-
centi, in questo momento il sentimento comune oltre che di tristezza è anche di
ferma condanna. Lo aveva sintetizzato bene il comunicato congiunto dei Patriarchi
e dei capi delle Chiese di Gerusalemme: «Condanniamo inequivocabilmente qual-
siasi atto che prenda di mira i civili, indipendentemente dalla loro nazionalità, etnia
o fede. Tali azioni vanno contro i principi fondamentali dell’umanità e degli inse-
gnamenti di Cristo». La Conferenza episcopale italiana, in una nota, esprime «vici-
nanza e solidarietà a tutti coloro che, ancora una volta, soffrono a causa della violenza e vivono nel terrore e
nell’angoscia». Ma indica anche «un percorso di stabilità per l’intera regione, nel rispetto dei diritti umani fonda-
mentali. Quella Terra che riconosciamo come Santa merita una pace giusta e duratura».
Di fronte a tanto terrore e sangue innocente siamo chiamati a riaccendere la speranza, fiduciosi che la pace sia
possibile. Anzi la pace ci interpella tutti e ci chiama ad impegnarci. Siamo tutti figli dello stesso Dio e fratelli che
abbiamo bisogno d’incontrarci. Solo così torneremo ad essere “immagine e somiglianza di Dio”.
Con questo spirito di vicinanza alle popolazioni, ai bambini, agli anziani e alle famiglie innocenti colpite, è stato ri-
volto un pensiero di solidarietà coinvolgendo in particolare tutti i bambini, giovani e adulti delle comunità dell'unità
pastorale della Conca del Piave sotto la citazione del vangelo "dove due o tre sono uniti nel mio nome, io sarò
con loro, amerò con loro..."
La veglia è stata molto partecipata, oltre ai fedeli della parrocchia di Alano che l'hanno promossa erano presenti
anche i parrocchiani di Campo, Fener, Quero, Schievenin, Vas e Segusino. L'invocazione iniziale ci ha invitato
tutti ad essere discepoli nel mondo, testimoni di un Amore immenso che porta pace e gioia piena. Abbiamo invo-
cato lo Spirito Santo per lasciarci rinnovare con coraggio e fiducia nel clima assorto e coinvolgente della chiesa di
Alano. Eravamo riuniti al buio con una sola Luce accesa rivolta al crocifisso, una Luce di amore e speranza che
ci ha trascinati in questa atmosfera suggestiva tra i canti guidati dai giovani sulle note dei diversi strumenti musi-
cali. Ci sono state condivisioni e riflessioni profonde che ci hanno trasportato per lasciarci "sciogliere", cambiare il
cuore dalla Luce dell'Amore vero, della Comunione e Fratellanza. Un momento di silenzio e riflessione personale
per scrivere su un foglietto colorato il nostro desiderio intimo, il nostro impegno concreto per la pace nel mondo.
L’incontro si è concluso con la raccolta da parte dei bambini di tutti questi foglietti con le intenzioni in cestini di
vimini, foglietti che poi sono stati appesi su 4 fili tesi che partivano dal crocefisso in centro in un clima di grande
raccoglimento. Tanti sono stati i messaggi ma al centro della veglia è risuonato forte l'invito di impegnarci e per-
seguire la pace con l'invocazione: "Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene".
Amarci gli uni gli altri, come Lui ci ha amati è il comandamento per eccellenza a cui Madre Teresa si è ispirata
per tutta la vita e così San Francesco si è fatto strumento della pace per portare perdono, gioia e speranza come
cita il canto a San Francesco: "oh Maestro dammi tu un cuore grande che sia goccia di rugiada per il mondo".
La veglia si è conclusa sulle note del canto "Evenu Shalom", e sia la pace con noi, dicendo e cantando pace al
mondo.
La veglia per la pace si ripeterà nuovamente in data da destinarsi per coinvolgerci ancora più numerosi.

Immersione nella natura alla luce della «Laudato si’»


Festa del Creato ad Alano di Piave
Un’Esperienza Spirituale Ispirata dall’Enciclica di Papa Francesco, in un
Luogo Ricco di Sorgenti e Antiche Tradizioni.
di Stefano Curto
Domenica 17 Settembre, abbiamo partecipato alla festa del Creato organizzata dalla Diocesi di Padova in quel di
Alano di Piave, una località incantata delle Prealpi bellunesi circondata da abbondanza di acque e sorgenti.
Un evento annuale itinerante che la Diocesi di Padova con il vicariato di Valdobbiadene hanno organizzato con
amore e devozione per offrire un’opportunità di profonda riflessione per tutte le comunità della diocesi che ha vi-
sto coinvolti piccoli e grandi, soprattutto famiglie, giovani e adulti sulla connessione spirituale con la natura, ispi-
rata dagli insegnamenti contenuti nell’enciclica di Papa Francesco, “Laudato si’”.
3 CRONACA

I dintorni di Alano di Piave sono un vero tesoro, non solo per la loro bellezza na-
turale, ma anche per le antiche tradizioni legate alle sorgenti che lo rendono un
contesto ancora più speciale per la Festa del Creato. Nel 2015, Papa Francesco
ha rilasciato l’enciclica “Laudato si’”, un messaggio che ci chiama a prendere cu-
ra del nostro creato e riflettere sulle responsabilità che abbiamo nei confronti
dell’ambiente. Questo documento ha guidato l’intera Festa, fungendo da faro
spirituale per le famiglie e per tutti coloro che vi hanno partecipano. Oltre 250
persone che si sono messe devotamente in ascolto degli insegnamenti che illu-
minano il nostro rapporto con la natura, invitandoci a considerarla non solo come
risorsa, ma come una creazione divina da ammirare e proteggere. Il luogo in cui
si è tenuta questa edizione della Festa del Creato è ancor più speciale per la
presenza di una sorgente antichissima, un luogo dove, secondo la tradizione, le
donne si recavano per chiedere il dono della maternità, la sorgente da cui si dice
nascessero i bambini. Questo santuario naturale aggiunge un elemento di sacra-
lità all’evento, un richiamo alla forza della natura e al mistero della vita. La Festa
del Creato è stata organizzata intorno ad un percorso che ha attraversato prati,
valli e boschi alla scoperta delle molte fontane e
sorgenti presenti nella zona. Per far gustare ap-
pieno questo cammino, siamo stati suddivisi in 8
gruppi da una trentina di persone e sono state
organizzate tre tappe speciali, tre momenti per
pregare, riflettere e mettersi in relazione con la
bellezza del creato di Dio. Ogni tappa ha offerto
un’opportunità di connessione spirituale con la
natura e un’occasione per meditare sui messag-
gi della “Laudato si’”. La prima tappa ha invitato
alla gratitudine per le sorgenti, simboli di vita e
fertilità . La seconda tappa in mezzo al bosco ha
spinto alla riflessione sulla responsabilità di pre-
servare questo dono divino, enfatizzato dalla dolcissima musica di un oboe. La terza tappa è stata dedicata alla
speranza e all’azione, incoraggiando le famiglie partecipanti ad impegnarsi concretamente per la tutela
dell’ambiente. Anche qui insomma si è riproposto il messaggio che l’Amore per il creato è una decisione da
prendere ogni giorno e che siamo chiamati non solo a contemplare la bellezza del creato, ma anche a custodirla
con amore e responsabilità. Le tre tappe lungo il percorso rappresentano un viaggio spirituale, un cammino di
crescita e impegno ambientale che ci invita a rispondere con gioia alla chiamata di Papa Francesco: La natura è
un dono prezioso da proteggere e la bellezza del creato è un richiamo alla nostra responsabilità di preservarla
per le generazioni future. La Festa del Creato è una sensibilizzazione verso le giovani e vecchie generazioni, è
un rinnovato impegno a vivere in armonia con la creazione di Dio, un impegno che nasce dalla gratitudine, dalla
riflessione e dalla speranza.

In ricordo di...
a cura di Sandro Curto
Gianna Spezia Dopo lunga malattia è deceduta Giovanna Spezia detta Gianna, classe 1947,
della borgata di Uson in comune di Alano di Piave. Persona estroversa, generosa, attiva nel lo-
cale circolo dell’Auser e nostra affezionata abbonata fin dai primi tempi. Lascia il marito Antonio,
i figli Vania, Mirko e Cristian oltre ai fratelli e alle sorelle.

Remo Schievenin Grande partecipazione di folla, lunedì 13 novembre, nella


chiesa parrocchiale di Quero per l’ultimo saluto a Raimondo Schievenin detto
Remo, classe 1953, persona stimata e benvoluta. Lascia la moglie Giuliana, il
figlio Paolo e i fratelli Dorino, Albertina e Fabrizio.

Giovanni Rech Lunga malattia anche per l’alanese Giovanni Rech, classe
1949, deceduto all’ospedale di Feltre il 16 novembre scorso. Primogenito di sei
fratelli, si era trovato ben presto capofamiglia dopo la prematura scomparsa del padre e aveva
intrapreso la via dell’emigrazione lavorando per diversi anni in Asia e Sudamerica. Lascia la mo-
glie Thi Tam e i fratelli Giuseppe, Jolanda, Mario e Valentino.

Gregorio Schievenin E’ arrivato a pochi giorni dal traguardo del secolo Gregorio “Galdo” Schievenin, classe
1923, dell’omonima frazione di cui era l’ultimo combattente della seconda guerra mondiale e dove aveva eserci-
tato a lungo l’attività di panificatore. Lascia le figlie Maria, Angelina e Giovanna. A tutti i famigliari le condoglianze
della Redazione
4 CRONACA

Con le nuove nomine arrivano i rinforzi per le parrocchie


Designato Parroco “in solidum” don Mirko Gnoato
Parroci in solido vuol dire che tutti saranno parroci insieme di tutte le parrocchie. Il «moderatore» non è un su-
periore ma è alla pari degli altri e ha il compito di moderare (coordinare) il gruppo e di fare in modo che quello
che viene deciso insieme sia attuato. Ci saranno poi per ovvi motivi dei referenti per le diverse comunità e per
i settori pastorali, ma dentro un progetto e una programmazione comune. Questa è una forma nuova rispetto
a quella che conosciamo, una forma che cerca di attuare quanto ci insegna il Concilio Vaticano II: nessuno è
prete da solo, ma insieme con altri preti sotto la guida del Vescovo.
(M.M.) La rimodulazione del servizio alle Parrocchie della Conca del
Piave trova nuova linfa nella recente designazione, da parte del Ve-
scovo, di un nuovo parroco in solido, che si occuperà delle parrocchie
assieme agli altri presbiteri già incaricati. Leggendo dal sito della dio-
cesi si scopre la nuova locuzione di parroco “in solido”. Qui sopra una
spiegazione e, appena sotto, un ragionamento del Vescovo di
Adria/Rovigo, S.E. Mons. Pierantonio Pavanello, che ben si adatta ad
illustrare l’attuale fase di transizione che sta vivendo la Chiesa.
A don Mirko, che farà il suo ingresso il 17 dicembre, assieme al ben-
venuto porgiamo i migliori auguri per una proficua azione pastorale.
… “Permettetemi di citare un passo di un libro che ho letto in questi
giorni e che mi sembra particolarmente pertinente (fra l’altro è il libro
che il Papa ha regalato ai sacerdoti che hanno partecipato alla Messa
crismale il giovedì santo di quest’anno): «Se vogliamo un nuovo cielo,
una nuova terra e una nuova Chiesa, i nostri discernimenti devono
andare oltre l’ovvio (…). La missione richiede il contributo
dell’immaginazione. La nostra Madre Chiesa, anche se avanti con gli
anni, ha in sé una vita potente. Abbiamo ereditato strutture materiali e
organizzative del passato. La gestione delle strutture non deve soffo-
care il sogno e la freschezza di una Chiesa giovane e nuova, creativa
e fantasiosa in un mondo secolarizzato». (F.X. Bustillo, Testimoni e
non funzionari, Città del Vaticano 2022, p. 225)

La creatività e l’immaginazione dello Spirito hanno ispirato il desiderio
di preti e collaboratori laici di mettersi insieme per un nuovo progetto
pastorale, di fare rete, di riscoprire la bellezza di un ministero e di una
vita parrocchiale non più vissuti nell’isolamento, nell’autoreferenzialità
e anche nella tiepidezza e nella mediocrità.

Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium”
esorta tutte le strutture ecclesiali ad una «conversione missionaria»:
in particolare chiede alla parrocchia di riformarsi e di adattarsi per
orientarsi completamente alla missione (EG n. 28). Questa «conversione missionaria» chiede in particolare di ri-
pensare il rapporto con il territorio, tenendo conto del cambiamento avvenuto nel modo di vivere, di lavorare, di
divertirsi. In un tempo in cui ci muoviamo con grande facilità e la nostra vita si svolge in ambienti molto diversi e
lontani tra loro, anche la Chiesa non può limitarsi a guardare a un singolo quartiere o alla singola frazione: è ne-
cessario che una realtà come Adria sia presa in carico come un insieme unico. Ciò non significa sopprimere le
singole parrocchie: si tratta di metterle in rete, di creare sinergie, di unire le forze, di rendere possibili esperienze
significative di vita cristiana per le diverse fasce di età e per le diverse categorie di persone. Occorre soprattutto
creare spazi di ascolto dove poter accogliere le persone e aiutarle a sentire che il Vangelo è vicino alla loro vita di
ogni giorno. La singola parrocchia, così com’è oggi, non basta. Occorre creare una «famiglia di parrocchie» (non
è una espressione mia, ma mi è stata suggerita dai preti e laici che in questo periodo di sono trovati insieme per
elaborare questo progetto).” da una lettera di S.E. Mons. Pierantonio Pavanello, Vescovo di Adria/Rovigo.

Note biografiche di don Mirko Gnoato: (12 settembre 1973) è originario della parrocchia del
Sacro Cuore di Romano d’Ezzelino. Primo di due fratelli, iscritto all’istituto superiore Scotton di
Bassano del Grappa, nel 1990 ha conseguito la qualifica di orafo. Dopo circa vent’anni di lavoro e
con la successiva ripresa degli studi, nel 2009 ha conseguito la maturità statale professionale co-
me tecnico per l’industria orafa. Nello stesso anno ha iniziato il gruppo vocazionale diocesano e
nell’ottobre del 2010 è entrato nella comunità di Casa sant’Andrea per l’anno di discernimento vo-
cazionale. L’anno successivo ha iniziato il cammino formativo in seminario maggiore. E’ stato or-
dinato Presbitero diocesano il 04 giugno 2017.
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6 CRONACA

Pensionamenti all’Ufficio Tecnico comunale


Cinzia Pontin
taglia il traguardo della pensione
di Alessandro Bagatella
Dopo trentasei anni e mezzo trascorsi a gestire pratiche nell’Ufficio Tecnico Comunale
di Quero, e precedentemente in forza alla ditta Ferrazzi di Feltre, noto concessionario
d’auto, Cinzia Pontin avrà più tempo da dedicare al marito Plinio Casamatta. Il 31 ot-
tobre scorso, come vediamo in foto, Cinzia ha timbrato il suo ultimo ingresso in Co-
mune, diventato ora Quero Vas. Il sindaco BrunoZanolla ha rivolto parole di elogio per
il suo impegno, qualche volta stressante, omaggiandola di una targa ricordo. Grande
soddisfazione anche da parte dei suoi famigliari, in particolare da Sebastian e Bianca,
i nipotini che ora Cinzia potrà godere a tempo pieno.
Congratulazioni anche da parte degli amici de “Il Tornado”.

Taglia il nastro anche il geom. Brandalise


Anche il geometra Ruggero Brandalise ha raggiunto gli anni di servizio necessari a meritare la pensione. Da anni
in servizio all’Ufficio Tecnico Comunale, Ruggero si è fatto apprezzare per la dedizione ed il lavoro encomiabile
svolto a servizio di tutto il territorio comunale, con particolare attenzione per le esigenze delle frazioni risolvendo
situazioni non sempre facili da gestire. Buon pensionamento Ruggero e grazie per il servizio reso!

Renato Bagatella festeggia 80 primavere


di Alessandro Bagatella
Il diciotto novembre scorso Renato Bagatella ha festeggiato le sue 80
primavere, circondato dall’affetto di famigliari ed amici, al Birrificio di

Quero. La grande torta preparata per


l’occasione è servita anche come augu-
rio perché continui a festeggiare i pros-
simi compleanni in salute ed armonia. Rallegrati Renato della tua giovinezza! Un anno in più è solo un aumento
di esperienza! Tanti auguri da tutti noi.
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8 CRONACA

È morto Carlo Carena,


uno dei massimi latinisti e grecisti italiani
Definì Egidio Forcellini “il Titano del Latino”
a cura di Silvio Forcellini
Lo scorso 22 novembre è morto Carlo Carena,
uno dei più grandi classicisti italiani. Nato nel 1925,
laureato in Lettere all’Università di Torino, ha inse-
gnato per molti anni ma, al tempo stesso, si è oc-
cupato di autori latini e greci, di cui ha curato in-
numerevoli traduzioni (soprattutto per la collana
“Classici” della Utet). Ha collaborato inoltre con
molte riviste culturali e diversi giornali, in particola-
re il supplemento culturale del Sole 24 Ore.
In occasione del 300° anniversario della nascita di
Egidio Forcellini - il sommo latinista e lessicogra-
fo nato a Fener, in località Faveri, il 26 agosto
1688 e qui morto il 5 aprile 1768 - Carlo Carena
scrisse un esauriente articolo dedicato al nostro il-
lustre conterraneo e pubblicato sulla Stampa di To-
rino, che ripropongo di seguito.

«Chi si ricorda di Egidio Forcellini?


Il Titano del Latino!»
di Carlo Carena
Egidio Forcellini fu uno di quei preti-legionari che i villaggi e i cascinali del Veneto hanno fornito per secoli alla
Chiesa cattolica; ma questa volta fornirono a tutti anche un genio, come pochi anni prima una catapecchia di Vi-
gnola dava al mondo il Muratori. A sedici anni, nel 1704, Forcellini entrava nel seminario di Padova e v’incontrava
uno strano maestro, Iacopo Facciolati, che fra le molte altre sue ambizioni attendeva all’ennesimo rifacimento del
Calepinus septem linguarum.
Il dizionario latino di fra Ambrogio da Calepio non è nemmeno più un libro, è un emblema, un rudere, uno scher-
zo. Dal 1502, anno della sua prima edizione a Reggio Emilia, aveva subìto riedizioni e rimaneggiamenti infiniti,
che, come spesso accade delle riforme, l’avevano rimpolpato ma sfigurato e reso quasi inservibile. Pure, due se-
coli dopo il Facciolati a Padova ne tentava quella che nel ‘18 apparirà come edizione “postrema”. Ma il suo gio-
vane e acuto allievo si rese subito conto ch’era impresa davvero disperata e che quella sarebbe ben dovuta es-
sere l’edizione “ultima” come the last, non the latest.
Così Egidio Forcellini si accinse all’impresa titanica di rifondare e quasi fondare la lessicografia latina, come a di-
re della lingua un tempo scritta e parlata da tutto il mondo, e ancora da tutti gli uomini di lettere e di scienze. In-
cominciava una storia culturale ed editoriale straordinaria, in apparenza impossibile per un uomo solo, e con le
sue varie propaggini durata fin addentro al nostro secolo.
Forcellini in realtà aveva tutto quanto occorre a imprese come quella: costituzione fisica, memoria, volontà di fer-
ro, e intorno quell’aria quasi palpabile nei seminari, dove si parlava solo latino o si taceva, e si studiava quasi più
Orazio che teologia; infine, quel grande fascino dell’erudizione che fa del Sei e Settecento due secoli straordinari,
a cui siamo tutti debitori direttamente o indirettamente, per reggere i nostri studi.
Pur con varie intermittenze e altri fastidi, quel prete campagnolo attese giorno dopo giorno alla sua fatica, tra-
scorse decine di inverni rigidi e di estati soffocanti entro le pareti della sua stanza o sotto le volte della biblioteca,
nell’indifferenza generale e quasi dimenticato da tutti tra gli scaffali dopo l’incoraggiamento iniziale.
Mangiava pochissimo, dormiva altrettanto poco, non usciva mai se non per la messa all’alba. Poi sempre a sfo-
gliare le immense cinquecentine o la Patrologia, a schedare gli scarni glossari dell’Impero e gli interminabili pe-
riodi di Cicerone, minimi e inesplorati frammenti di poesiole o lapidi e monete. Nasceva un inventario della parla-
ta e della letteratura, e con esse della mentalità di un popolo antico ammirate fino alla canonizzazione. Quando
Forcellini posò la penna sull’ultimo foglio dei suoi quaderni, nell’aprile del 1755, era ormai incanutito, e più solo
che mai: «Vi ho posto mano da giovane - annotò, naturalmente in latino - e nel compierlo sono invecchiato, come
potete vedere».
9 CRONACA

Lasciò lì tutto ad altri, che lo trascrivessero in bella copia, il diligente Ludovico Violato impiegò per la sola ricopia-
tura sei anni, riempiendo 16 tomi. E don Egidio si ritirò in campagna, nel suo paese di Alano di Piave, a insegna-
re catechismo ai bambini. Quando morì, il 5 aprile del 1768, il grande lessico non era nemmeno entrato in tipo-
grafia. E quando uscirà, nel 1772, non avrà nemmeno il modesto titolo immaginato dal suo autore, Nuovo
Calepino, ma quello, bello però più pomposo e meno nostalgico, di Lexicon totius Latinitatis, Vocabolario
dell’intera Latinità.
A stamparlo, in quattro grossi e fitti tomi, fu la stessa tipografia del seminario padovano, questi incredibili editori
di una volta. Chi crederebbe che quasi negli stessi anni, a partire dal 1784, la Tipografia del Seminario comincia-
va anche la stampa dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, rimaneggiata ma riveduta con mano leggerissima,
senza rinunciare ai contributi letterari di Voltaire, troppo “charmants” per poter essere espunti, e tanto meno al
“Discorso preliminare”, definendolo «il più bel sistema della scienza umana che si possa trovare»? La sezione
morale dell’Encyclopédie illuminista-seminarile comincia con queste parole: «De toutes les parties de
l’Encyclopédie la morale est celle où l’on trouve les plus bons articles». A scandalizzarsi fu quasi solo il Tirabo-
schi.
Così anche il Lexicon del Forcellini cominciava il suo corso, sussidio straordinario di tutti i linguisti, ancora oggi
insostituibile e non certo sostituito dal Thesaurus delle Accademie germaniche, che dopo quasi un secolo naviga
ancora intorno alla lettera O. Esaurita la prima edizione a trent’anni dall’inizio, nel 1801, se ne provvide una se-
conda, e una terza nel 1834. Dopo di che, in due luoghi e da due persone diverse, che lavorarono per anni
all’insaputa l’una dell'altra, Francesco Corradini a Padova e Vincenzo De-Vit a Stresa e a Roma, se ne intrapre-
sero due revisioni approfondite, con i criteri e la terminologia ormai dell’idealismo e con i primi brividi della lingui-
stica moderna.
Il buon vecchio Forcellini s’era preoccupato soprattutto di un’esatta descrizione delle forme dei vocaboli, dei si-
gnificati e degli usi; di fornire uno strumento retorico nel solco degli artisti sommi delle età “aurea” e “argentea”
della latinità, le uniche che si sentisse davvero di raccomandare, e annotando cursoriamente, come coprendo
una deviazione morale, le espressioni delle età “ferrea” e poi “lutea”, quella fangosa della latinità che perisce. Ora
sulle sue tracce rimescolate si delineava filologicamente e logicamente, a grappoli, la storia di ogni parola, e
dall’insieme delle parole la storia di una lingua.
Cosicché nel 1857 uscivano quasi contemporaneamente, a Padova ancora e a Prato, i primi fascicoli di due nuo-
vi Forcellini, suscitando con la loro coincidenza e concorrenza lo scandalo e lo sdegno di Niccolò Tommaseo,
come ennesima prova dell’inguaribile divisione e rivalità degli italiani. Il lessico primitivo passava da quattro a
dieci tomi nella nuova edizione De-Vit, la più mastodontica, e da 35 milioni di lettere a 87.
C’è, all’inizio della premessa di quest’ultimo lessico, che da sola occupa un volume di 260 pagine in folio su due
colonne, la citazione di un carme di Giuseppe Giusto Scaligero, altro intenditore di linguistica già in pieno Cin-
quecento. «Se - cantava lo Scaligero in una delle sue Sylvae - se c’è da condannare qualcuno alle galere, meglio
legarlo alla compilazione di un lessico: quest’unica pena ha tutti i tormenti delle altre messi insieme». Ma addetto
a quella galera, Egidio Forcellini morì a ottant’anni, Ambrogio da Calepio a più di 70, Iacopo Facciolati a 87 e
Vincenzo De-Vit a 81, un mese dopo aver licenziato le bozze del quarto e ultimo volume a cui si arrestò la sua
opera.

Ciao, “Tatanna”!
di Silvio Forcellini
«…perché alla persona che ha fatto questo bel di-
scorso, io ho cambiato i pannolini!». Con
l’esuberanza che la contraddistingueva, così se
n’era uscita al termine di un mio intervento al con-
gresso dei Democratici di Sinistra, di cui al tempo
ero segretario locale. Ed era vero, perché “la Jean-
ne” (come tutti la chiamavano) mi aveva fatto da
“tata”, giovanissima, a Venezia, a casa di mia non-
na, cui era molto affezionata (così come a tutta la
mia famiglia, ricambiata). Gianna Spezia - come
ha ricordato Sandro in altra parte del giornale - era
davvero un concentrato di simpatia e di generosità
e la sua recente scomparsa ha addolorato profon-
damente tutti coloro che l’hanno conosciuta. Ciao
“Tatanna”, dopo tante sofferenze ora potrai final-
mente incontrare i tuoi miti, Elvis ed Enrico. Un ab-
braccio forte ai familiari.
10 CRONACA

Domenica 3 dicembre a Quero


Festa Auser per compleanni e Natale

(M.M.) Gran raduno dei soci Auser della Conca, chiamati a festeggiare i nati dell’ultimo quadrimestre. Li vediamo
nella foto scattata al termine del pranzo imbandito domenica 3 dicembre nella sala delle associazioni di Quero.
Una settantina i partecipanti, molti dei quali oggetto di festa per il compleanno. Poche parole della presidente
Carla Elda Franzoia per ricordare i tanti problemi del momento presente, i soci prematuramente scomparsi, le at-
tività svolte e quelle da svolgere. Prendete nota: a fine gennaio 2024, il 28, ci sarà la festa del tesseramento. In
calendario anche due uscite: una ai presepi di sabbia di Jesolo e una alla Cappella degli Scrovegni di Padova.
Quasi inutile ricordare la costante attività di volontariato sociale svolta dai soci Auser attraverso accompagna-
mento, vigilanza davanti le scuole, occasioni di incontro per una vita socialmente attiva. Mille impegni che richie-
dono tanti volontari e l’appello è di farsi avanti per offrire un po’ del proprio tempo a favore di chi ha bisogno di
assistenza. Il pranzo si è svolto con grande soddisfazione dei partecipanti e con una ricca lotteria finale, che ha
gratificato molti dei commensali con oggetti semplici, ma utili, a coronamento di un bel giorno di festa.

Germano Mazzocco di Quero


Ornitologo per passione
(M.M.) Da anni Germano Mazzocco, di Quero, coltiva la
passione per l’allevamento di canarini e sempre con
grande soddisfazione per i riconoscimenti ottenuti nei va-
ri concorsi cui partecipa con i suoi esemplari, giudicati
secondo alcuni rigidi dettami che prendono in considera-
zione i vari aspetti che caratterizzano il volatile: posizio-
ne, forma, taglia, spalle dorso, testa collo, coda, condi-
zioni. Il punteggio massimo conseguibile è 100 punti, ma
sotto 88 non si entra nemmeno in classifica. Germano,
rientrato in competizione dopo la pandemia, ha piazzato,
nel 2023, 18 esemplari a Cordenons su 2.300 ingabbi e
22 a Castelfranco su 1.800 concorrenti, conquistando
addirittura 6 primi posti in ambedue le mostre. Nel suo
palmares anche 3 primi posti in una gara internazionale svoltasi a Bolzano con 4.500
concorrenti. Nel 2022 ha partecipato ad una sola gara, ma con ben 5 primi posti. Un
successo che conferma come porti avanti la sua passione con cura professionale. Ha
in allevamento 78/80 esemplari di canarini razza Japan Hoso, Scotch Fancy, razza
Spagnola e dal lontano 1988 si dedica con amore alla cura di questi volatili. Che siano
di gran razza lo testimonia anche il fatto, per esempio, che a Cordenons (Pn) lo scorso
ottobre, su 40 suoi esemplari in gara solo 1 non è entrato in zona classifica. La sua
passione lo ha portato a gareggiare anche oltre i confini italici, con presenze in Austria e Slovenia, sempre con
risultati più che incoraggianti. In foto vediamo la coccarda che gli riconosce il primo posto in gara, il diploma che
ufficializza il punteggio conseguito dagli esemplari e la premiazione, a mani della vicesindaco di Castelfranco
Veneto, in occasione della manifestazione dello scorso 4/5 novembre. Germano è a disposizione di chi volesse
conoscere più in dettaglio questa attività o semplicemente entrare in possesso di uno splendido canarino.
11

Pro Loco Alano e Pro Loco Fener


Amministrazione Comunale, Associazioni Locali e il folto Gruppo degli Amici della Befana,

vi invitano a incontrare

La
Befana
nelle piazze dei paesi

05 gennaio 2024
a Campo alle ore 18.15
a Colmirano alle ore 19.00
a Uson alle ore 19.20
a Fener alle ore 19.45 in piazza Dante
ad Alano alle ore 20.00
presso la Casa delle Associazioni in Via Ten. De Rossi
la Befana . . . saluta e ritorna ai monti
gli orari sono indicativi (vista l’età della vecchietta)
Non è consentito l'uso di petardi durante l’intero svolgimento della manifestazione
Grazie della collaborazione.
12 CRONACA

Gli 80 anni di Danilo Mondin


Raggiungere gli 80 anni è sicuramente un
grande traguardo, soprattutto quando si è
ancora in salute e circondati da persone
che ci vogliono bene.
Domenica 12 novembre è stata
un’occasione speciale, una giornata di
festa meravigliosa.
Ancora tanti auguri a Danilo con
l’auspicio che questo momento prezioso
porti al festeggiato, e a tutti gli invitati,
tanta salute e felicità!

Amici di Carpen
Un anno, tante occasioni d’incontro
segnalazione di Tiziano Curto
Un altro anno sta per finire e anche in questi ultimi 12 mesi non sono mancate le
occasioni per l'Associazione Amici di Carpen per ritrovarsi presso la sede della
frazione e organizzare qualche evento. L'intento rimane sempre quello di mante-
nere vivo e unito lo spirito collaborativo dei cittadini grazie alla buona volontà dei
soci, di amici e collaboratori più o meno occasionali, che si prestano attivamente
nel corso dell'anno tra le varie manifestazioni come pranzi di pesce, cene a te-
ma, raduno di mezzi d'epoca, camminata degustativa e festa di S.Martino (pa-
trono della frazione) oltre al coinvolgimento dei
ragazzi più giovani, speranza del futuro.

ASTERISCO

I detti de na olta
di Alessandro Bagatella
Chi mal no fa, paura no avrà.
Né par colpa, né par reson no ‘ndar mai in preson.
Chi busie i ghe conta ai amighi prima o poi i avrà fastidi.
13

Associazione “Pro Loco” ASSOCIAZIONE


32031 ALANO DI PIAVE PRO LOCO FENER
BELLUNO C.A.P. 32030 BELLUNO

Consorzio Pro Loco del Massiccio del Grappa Orientale

CARNEVALE 2024
48a EDIZIONE

DOMENICA 11 FEBBRAIO
Torna la storica Sfilata dei Carri Mascherati
Vi aspettiamo con rinnovato spirito CARNEVALESCO
e l’entusiasmo che ci ha e vi ha sempre contraddistinto
Pre-iscrizioni carri entro il 20 gennaio
da inviare e-mail a segreteria@prolocoalano.it
dal 12-01 troverete i moduli sul sito www.prolocoalano.it
In caso di maltempo la sfilata verrà rinviata alla domenica successiva.

N.B. - Le iscrizioni dei carri si ricevono, fino al giorno 04 Febbraio,


inviando i moduli compilati a ½ email a: segreteria@prolocoalano.it
(Ai capicarro verrà consegnata copia del regolamento)

SUL PROSSIMO NUMERO DE “IL TORNADO” IL PROGRAMMA COMPLETO DELLA SFILATA

ASTERISCO
Le “Criole” di Levada
di Dino De Lucchi
La “Criola” é un grande contenitore fatto di vimini
intrecciati, leggera, molto usato nelle famiglie
contadine di una volta, una specie di grande
cesto senza manico. A Levada la Criola era
oggetto di culto, c’era la gara a chi la faceva più
bella con due diversi colori di vimini. Veniva usata
capovolta per mettere sotto la chioccia con i
pulcini e questi potevano uscire a caccia d'insetti. Veniva anche usata
come ancestrale girello per infanti, che venivano messi dentro il foro che
c'era al centro ed erano al sicuro e ci finii dentro anch'io. Serviva anche
portare a casa il pane dal forno. Veniva riempita di foglie di strame, erba
e cartocci di mais. Venivano anche messi sotto i conigli e veniva
spostata quando avevano finito l'erba del prato. Nella nostra stalla
d'inverno ce n’era sempre una riempita di strame di foglie secche e
profumate e io mi ci si sedevo dentro e mi sembrava di essere un
principe in trono a sentire storie di filò. Un giorno a Levada, uno vide nel
suo prato dietro casa un grande cespo di funghi chiodini e li coprì con la
Criola perché non fossero notati e potessero ancora crescere. Un vicino
si insospettii e andò a vedere e li rubò di notte. L'anno dopo vide ancora nello stesso posto la Criola e la alzò
credendo di trovare ancora i funghi e invece fu morso al braccio da un cane messo sotto apposta.
Della Criola non c’è nemmeno una foto in Google: fate voi. Nel frattempo una Criola di cose belle a tutti.
14 CRONACA

In memoria di Gregorio Schievenin


di Alessandro Bagatella
Gregorio, da tutti conosciuto come “Galdo”, non
ce l’ha fatta, per pochi giorni, a festeggiare il cen-
tenario. Nato il 17.11.1923, deceduto il
04.11.2023, originario di Schievenin, luogo in cui
ha formato la sua famiglia e dove ha trascorso la
sua esistenza. Gregorio è stato prigioniero in Al-
bania, catturato dalle truppe tedesche, che lo co-
strinsero a lavorare alle loro dipendenze. Ha lavo-
rato anche in Germania e poi in Francia come
minatore. Una volta tornato in Italia ha gestito il
molino ed il forno della frazione di Schievenin, fa-
cendo il pane per centinaia di persone. La sua at-
tività si è poi estesa con l’apertura di una piccola
rivendita di generi alimentari. Una vita lunga e la-
boriosa, tutta dedita alla cura della famiglia.
L’epigono della sua lunga esistenza si è svolto
all’ospedale, dove ultimamente è stato ricoverato.
Le sue esequie sono state celebrate a Quero da
don Gabriele e da lì è stato accompagnato al cimitero di Schievenin, a riposare accanto a tutti i suoi cari. Alle fi-
glie Maria, Angelina, Giovanna, ai generi e nipoti le più sentite condoglianze.

Schievenin – Cuneo
Le sorelle Roman si incontrano per festeggiare la
sorella Romilda Pierina che compie 93 anni
di Alessandro Bagatella

Il mese scorso si sono nuovamente rincontrate le sorelle Roman, per fe-


steggiare insieme ai nipoti le 93 primavere di Romilda Pierina. Una grande
festa è stata organizzata con tanto di pranzo conviviale. Nell’occasione
dell’apertura della stagione venatoria è stata organizzata anche un’uscita
alla ricerca di funghi, trovati in gran quantità e dei più gustosi, i funghi por-
cini. In foto posano le tre sorelle Roman: da sinistra Giuseppina, Romilda
Pierina al centro e Natalina a destra. I parenti si sono poi fatti ritrarre in una foto di gruppo per fissare la memoria
dell’evento. Lunga vita alla festeggiata e a tutte le sorelle Roman e appuntamento al prossimo incontro.
15 CRONACA

Una scena dello spettacolo della compagnia 0437

Mauro Uttone,
passione
per il teatro
(M.M.) Chi ha avuto modo di seguire le “Farine
Fossili” conosce Mauro e la sua verve teatrale;
una passione che non conosce confini e che lo
spinge a collaborazioni diverse, come quella che
qui segnaliamo: partecipazione ad una rassegna
che porta sul palco l’opera di Shakespeare, sta-
volta assieme alla compagnia feltrina 0437.
Sabato 17 dicembre al teatro San Carlo Borro-
meo di Padova, in zona Arcella, terzo appunta-
mento per la rassegna “Il resto a voce. Prospet-
tive poetiche sul tema della trasformazione, at-
traversando Padova”, giunta quest'anno alla se-
conda edizione.
Un evento che mette al centro della scena Sha-
kespeare con, in apertura, la voce di Rossella
Pretto, traduttrice, poetessa e redattrice che ha
fatto dell’ossessione per il grande drammaturgo
un’interrogazione su di sé e sulla vita. Poi ecco
la rappresentazione della compagnia 0437, for-
mazione teatrale feltrina: la letteratura incrocia -
e cambia - la vita. La lettura e rilettura di Shake-
speare diventa così anche la potente rielabora-
zione di storie e percorsi personali di trasforma-
zione.
Info e prenotazioni: ilrestoavoce@gmail.com

Nella locandina di inizio pagina trovate la


pubblicità di una iniziativa promossa proprio
da Mauro che vuole approfondire ruolo e fun-
zioni dell’attore, in equilibrio fra finzione e
realtà, indagando gesti, pensieri, emozioni
che muovono chi calca le scene e si veste di
panni che disegnano un personaggio diverso
dal proprio io quotidianamente vissuto.
Il 31 gennaio, al centro culturale Bice Lazzari
di Quero, si potrà partecipare alla serata in-
formativa e poi decidere se proseguire in
questo corso, davvero particolare, per accen-
dere una ulteriore luce, oltre a quelle del pal-
coscenico, per illuminare lo stato d’animo
dell’attore che, in fondo in fondo, alberga den-
tro noi tutti.
16 JUDO

Campionati Italiani Esordienti “B”


Riccione, 12 novembre 2023
Eccoci arrivati all’attesissima finale dei
CAMPIONATI ITALIANI ESORDIENTI
“B” nella struttura sportiva Playhall di
Riccione. L’evento si è svolto nelle due
giornate di sabato 11 per i maschi e
domenica 12 novembre 2023 per le
femmine ed ha coinvolto circa 1000 atleti provenienti da tutta
Italia. Il Judo Alano di Piave è stato rappresentato dall’atleta
SEMELDA DRUSANOVIC, di Fener che ha gareggiato nella
categoria fino a 57 kg, la più numerosa nel femminile con
ben 35 atlete. Vince il primo incontro per ippon contro
l’avversaria bergamasca, il secondo match la vede di fronte
ad una forte atleta romana del Judo Yubikai, ma Semelda con lucidità in 10” piazza ippon in Harai-Goshi acce-
dendo ai sedicesimi di finale. Il terzo incontro viene a lungo
dibattuto, ma l’esperienza dell’atleta avversaria (che poi arrive-
rà 2a) stoppa la nostra ragazza che dovrà attendere i recuperi.
Chiamata in fretta non riesce a dare il meglio nell’incontro di
recupero e si deve accontentare dell’11a posizione nella clas-
sifica nazionale 57kg.
Risultato di tutto rispetto considerando la sua prima esperien-
za in campo nazionale; a Semelda i complimenti da tutta la
sua squadra con cui si allena e dal gruppo Judo Alano di Pia-
ve.

A.S.D. JUDO ALANO DI PIAVE


Palestra Comunale in Via Don P. Codemo
Tel. 0439 779457 | Cell. 348 0447706

COME ERAVAMO

Accadde vent’anni fa
a cura di Sandro Curto
Rileggendo il Tornado dell’epoca troviamo, anche allora come adesso, notizie di diverse cessazioni di attività av-
venute il 31 dicembre 2003.
In piazza Licini ad Alano chiude, dopo mezzo secolo, la storica macelleria Trivellotto aperta da Primo “Cent” e poi
gestita, negli ultimi anni, dalla figlia Ermelinda meglio conosciuta come Lilly.
A Fener cessa l’attività di parrucchiera Renata Melchiori che aveva iniziato giovanissima il 1° marzo 1962.
A Quero si chiude un’epoca col cambio di gestione del bar “da Franco” che nel gennaio 2004 diventerà AN-BAR-
ADAN con Ilaria Andreazza e Valentina Rizzotto. Per Franco Dal Canton, grande professionista del settore, arri-
va il meritato riposo dopo un periodo di emigrazione in Svizzera, esperienze in locali di Soranzen e Cavaso del
Tomba e circa trent’anni di lavoro a Quero fra Centrale, Locanda e l’ultima sede aperta nel 1993.

CRONACA

Benvenuta Irene
di Alessandro Bagatella
Irene, gioia di mamma e papà, è la bellissima bambina che presentiamo alla fami-
glia de “Il Tornado”. Nata il 18 giugno 2023 Irene ha reso felici mamma Marisa e
Papà Andrea, che vedono crescere a vista d’occhio la loro primogenita. Al settimo
cielo anche i nonni Pietro e Loris, Rino Masin e Giuliana, assieme alla bisnonna
Clara. Alla piccola Irene l’augurio di una vita feconda di bene e tanta felicità.
Congratulazioni ai genitori, ai nonni e bisnonna dagli amici de “Il Tornado”.
17 CRONACA

Riecco il 1963!
di Sandro Curto

Dopo la gita primaverile a Napoli la classe 1963 di Alano e Quero Vas, o se volete
di Setteville, ha chiuso i festeggiamenti per il traguardo delle sessanta primavere
con una deliziosa cenetta a base di pesce alla trattoria “Al Pescatore” di Pederob-
ba gestita dalla famiglia Gregolon.
Se al primo appuntamento erano presenti solo una decina di coscritti questa volta
la partecipazione è stata numerosa raggiungendo la trentina di unità come testi-
monia la foto che ci ha fatto pervenire in redazione il nostro abbonato Livio Dalla
Piazza.
Non è mancato neanche il ricordo per i defunti della classe con una S. Messa nella
chiesa parrocchiale di Alano.

Castagnate Alpini Alano


a cura del gruppo Valderoa.

Novembre, si sa mese delle castagne. Si sa anche che molti gruppi Alpini dedicano attenzione alle scuole in
questo periodo offrendo alle scolaresche questo frutto. Una nota particolare si è concretizzata presso la sede del
gruppo Alpini “Valderoa” anche se in tre momenti diversi.
Dapprima con le classi prima e seconda elementare, la seconda con le classi terza, quarta e quinta e per finire
con i piccoli dell'asilo.
Non solo castagne, preparate dai solerti alpini del gruppo, ma anche uno scambio proficuo di domande e risposte
sugli Alpini, la loro storia, la loro associazione che gli scolari hanno rivolto con solerzia e curiosità.
Non solo castagne, ma anche la donazione a ogni classe della bandiera italiana e per tutta la scuola un potente
impianto portatile audio molto gradito.
18 ATTUALITÀ

"Focus Live 2023"


Festival della Scienza a Milano
a cura di Tristano Dal Canton
Progressi dell’Intelligenza Artificiale in ambito scientifico e nella vita quoti-
diana, zoo robotici, viaggi nel tempo in Realtà Virtuale, approfondimenti su
medicina, sostenibilità e punti di vista inediti: ecco Visioni, il tema che è
stato esplorato e sperimentato al Focus Live 2023, un progetto realizzato
da Mondadori Media, Mediamond e il Museo Nazionale Scienza e Tecno-
logia Leonardo da Vinci di Milano, in programma dal 3 al 5 novembre. Il
Festival del sapere ideato e organizzato da Focus si pone come obiettivo
quello di illustrare con linguaggio divulgativo gli orizzonti della conoscen-
za umana: dalla fisica alla medicina, dalla biologia alla genetica, dalla dife-
sa dell'ambiente alla tecnologia ed alla comunicazione digitale. Innovazio-
ne, creatività e curiosità sono state le linee guida di questa edizione spe-
ciale che ha messo gratuitamente a disposizione dei visitatori oltre mille metri quadri, con 40 installazioni, cinque
aree tematiche ed un ricchissimo programma di incontri, talk, laboratori, spettacoli, in compagnia di scienziati, di-
vulgatori e creators di fama nazionale e internazionale. Anche quest’anno il Festival del sapere ha preso vita al
Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, il più grande museo tecnico-scientifico in Italia, da 70 anni ponte tra il
passato e il futuro della cultura scientifica. Tra i protagonisti di
Focus Live 2023 ci sono stati nomi molto noti della divulgazione:
il navigatore Giovanni Soldini, Ilaria Capua con il suo spettacolo
sulla salute circolare, l'immunologo Alberto Mantovani, il fisico
Alessandro Vespignani, il botanico Stefano Mancuso, la presi-
dente del CNR Maria Chiara Carrozza, il filosofo Luciano Floridi

che è uno dei massimi esperti di intelligenza artificiale, divulgatori come Barbara Gallavotti, Silvia Moroni, Massi-
mo Temporelli e molti altri. A chiudere il ricco palinsesto di tre giorni sono stati lo scienziato evoluzionista e di-
vulgatore Telmo Pievani e l’attore Marco Paolini, in uno science show dedicato a Charles Darwin, uno degli
scienziati più visionari della storia. Tra gli speaker...il querese e amico Fabrizio Bernardi, che ha illustrato
l’attività di monitoraggio asteroidi e detriti spaziali che segue da anni con l’azienda da lui fondata SpaceDyS, già
descritta sulle pagine di questo periodico.
Tutti i talk si possono trovare qui: https://www.youtube.com/live/sg0-3nvTEN8?feature=shared

POESIA

Natale dei nonni


È Natale. Era bella! Aveva sempre la chiesetta ricoperta di neve
È un altro Natale. ed i brillantini argento,
Luci che si accendono e si spengono da ogni par- la stradina piena di curve e bambini felici.
te. Era bellissima!
Bambini felici: giochi per loro. Quando la scrivevo mi riempivo le mani di quel luccichio
La mia casa è tutta illuminata. poi le guance ed il naso.
Il pensiero torna ai Natali del 50. Era Natale!
La mia scuola,
i miei compagni, Antonio Marchetti
la letterina a Gesù Bambino.
19 TEATRO

Vi aspettiamo al centro culturale “Bice Lazzari” per la VIIIa


edizione di
“Quisquilie e bazzecole!!!”…
Incontriamoci a teatro per ridere, riflettere e conoscerci
*** 5 spettacoli in corso di programmazione ***
Alcune anticipazioni (in corso di definizione la serata del 17 gennaio):
Sabato, 13 Gennaio 2024 “Occhio per occhio, dentiera per dentiera” – SchokArti
Sabato, 17 Febbraio 2024 Nova Compagnia del Careteo
Sabato, 02 Marzo 2024 ”Benvenuti a checciavau” – I vuoti di memoria
Sabato, 16 Marzo 2024 ”Marco e Francesco Cabaret”
Per gli abbonati dell’edizione 2023 - RINNOVO: verrà inviato whatsapp/email/lettera a tutti gli abbonati
della scorsa edizione 2023 con modalità e tempi per rinnovare l’abbonamento, se lo desiderano.
Per NUOVI abbonati: sarà possibile comprare NUOVI abbonamenti presso (e ringraziamo vivamente per la
disponibilità dimostrata in questi anni):
Cartoleria edicola Schievenin Albertina - Quero dal 16 Dicembre 23 fino al 13 Gennaio 24
Biblioteca di Quero – il 16 Dicembre ed il 13 Gennaio dalle 10.30 alle 12.00

Programma completo ed info all’indirizzo www.centroculturalequero.it


Vi aspettiamo sempre più numerosi!!!
CRONACA
Le poesie di Martino Durighello
Presentata la raccolta al Centro Culturale Bice Lazzari

(M.M.) Giovedì 30 marzo, a Quero, al Centro Culturale di Quero abbiamo avuto il piacere di assistere ad un
evento bello, capace di offrire emozione e senso di appagamento. L’occasione è stata fornita dalla presentazione
del libro di poesie del compianto maestro Martino Durighello, conosciuto non solo per la sua lunga carriera di
insegnante di scuola elementare, ma anche per la sua vasta attività musicale e culturale, anima del Coro de Lan,
promotore della rassegna querese “Poesia è”, dell’università della terza età della conca, solo per citare alcune
importanti iniziative che lo hanno coinvolto. Per una bella coincidenza, nell’imminenza dell’inizio del periodo
dell’Avvento, caratterizzato dall’essere periodo di luce, quella divina, la serata del 30 marzo ha consentito di dare
all’opera di Martino una definizione “luminosa” del suo essere poeta, scoprendo vari aspetti della sua poliedrica
esistenza, impegnata nella ricerca di un vivere desideroso di lasciare una traccia che restituisse un senso al
passaggio su questa terra. Emblematico il suo dire in una lapidaria frase: “Amo la Luce / povero essere avvolto
nel buio”. E questo buio è stato reso meno scuro grazie alla introduzione di Serena Dal Borgo, poetessa
bellunese, alla testimonianza della nipote Serena Tronto, alle letture fatte dalla Compagnia delle Farine Fossili e
dall’accompagnamento musicale di Pietro Curto, Gilberto Meneghin, Pietro Andreola e vocale di Rebecca Curto.
Un lavoro corale che ha reso degnamente omaggio all’opera di Martino, curata con passione dal figlio
GianMartino, sostenuta dall’amministrazione comunale di Quero Vas. Il libro, edito da Dbs-Smaa di Rasai del
Seren del Grappa si trova in libreria o direttamente dal suo curatore durighellogianmartino@gmail.com.
20 LETTERE AL TORNADO

Feltre, una piazza intitolata ai Fanti d’Italia


di Angelo Ceccotto
Trasferitomi da Fener di Alano di Piave a Feltre, a seguito di una mia ricerca verificavo che nel-
la cittadina non esisteva alcuna intitolazione ai Fanti. Per il mio sentire di Fante, presi posizione
con richiesta protocollare all’Amministrazione Comunale sottolineando questa mancanza che
ledeva il sacrificio dei soldati delle Brigate di Fanteria che operarono per la liberazione di Fel-
tre. Dopo sollecitazioni e diversi incontri con gli avvicendati Sindaci, finalmente dopo anni si è
data soddisfazione alla nostra richiesta con la delibera di Giunta Comunale del 13-11-2023.
Per questo traguardo, raggiunto pur con diverse difficoltà, va un ringraziamento all’attuale Sin-
daco, la Prof.ssa Viviana Fusaro, e all’Amministrazione per aver dato atto dell’ardimento dei
Fanti che, fieri del loro amor patrio, si avventarono sull’avversario ormai travolto in un disordi-
nato ripiegamento, concorrendo alla liberazione del territorio feltrino e della cittadina di Feltre. Detto atto liberato-
rio dovuto ai Fanti che - chi più chi meno - appartenevano alle sottostanti Brigate con i loro reggimenti:
Brigata Gaeta - Regg.ti 263° e 264° - comandate Maggiore Generale Augusto Borra;
Brigata Bologna - Regg.ti 39°e 40° - comandante Colonnello Pagliano Camillo;
Brigata Aosta - Regg.ti 5°e 6° - comandante Brig. Gen. Roberto Vencivenga;
Brigata Lombardia - Regg.ti 73° e 74° - comandante Colonnello De Luca Marcello.
Va considerato che ognuna brigata all’inizio del 1° conflitto mondiale aveva un organico di circa 3.000 soldati cia-
scuna. Sul finire della guerra il numero era ridimensionato a causa delle perdite sul campo di battaglia e lungo il
percorso dell’avanzata feltrina, rimanendo però consistente per aver ragione sull’avversario. Nell’evocare quel
drammatico periodo storico facciamo memoria della disgregazione che trascinò il nostro popolo e quello europeo
nella spietata distruzione umana, culturale e mate-
riale, la cui tragedia causò sofferenza e fame.
Evento drammatico per la nostra gente imponen-
doci l’obbligo a vigilare perché eventi di guerra non
si ripetano ma risvegli in noi la solidarietà, la colla-
borazione e una fraterna amicizia tra i popoli. Inol-
tre a noi ora il dovere del loro ricordo che non può
essere un semplice momento di presenza inaugu-
rale, né porci rivendicazioni di merito, né di glorie, né distinzione di appartenenze d’arma o di associazione, ma
esprimere gratitudine e riconoscenza in quello che fu il contributo di sangue e perdite umane da ambo le parti.

Il Direttivo della Sezione Fanti


di Alano-Quero Vas rivolge
affettuosi auguri ai Soci e alle loro Famiglie
di Buon Natale e un proficuo Anno Nuovo
Il Presidente
Cav. Luciano Mondin

CRONACA

Top gun per un giorno!


di Michele Remor
Lo scorso 17 settembre, presso l’aeroporto di Istrana, era presente una
rappresentanza del gruppo sportivo Astra per prendere parte ad una corsa
da 10 chilometri decisamente particolare! In occasione del centenario
dell’aeronautica militare italiana in molti aeroporti, tra cui quello dove ha
sede il 51° stormo, si sono tenute delle manifestazioni podistiche il cui per-
corso era interamente tracciato all’interno delle basi, avendo la possibilità
di correre in un posto decisamente diverso dal solito, tra hangar, radar ed
addirittura lungo le piste dove solitamente decollano ed atterrano i jet! E
lungo il rettilineo di arrivo erano “posteggiati” in bella mostra vari tipi di ae-
roplani e ed elicotteri militari, dai più vecchi F104 ai più moderni Euro-
fighter. Con l’occasione i piloti spiegavano le caratteristiche e facevano vedere da vicino i loro mezzi.
21

ATTUALITÀ

Attenti alla segnaletica


(M.M.) E’ proprio una questione di civil-
tà quella di lasciare liberi gli stalli che
sono predisposti ad uso delle persone
con difficoltà motorie. Invece capita so-
vente di vedere auto, senza la neces-
saria tessera autorizzatoria esposta,
messe nei posti riservati. Un compor-
tamento a dir poco irriguardoso per il
quale esistono, ahimè, pochissimi con-
trolli, disattivato anche quello della
propria coscienza. Fate attenzione a
dove mettete l’auto. Per chi può, fare
quattro passi in più giova alla propria
salute e non costa niente!
22 ATTUALITÀ

Giornata mondiale del diabete: la prevenzione


Il 14 novembre è stato dedicato alla Giornata Mondiale del Diabete, giornata nata con l’obiettivo
di sensibilizzare sulla prevenzione e sulla cura della malattia, per migliorare la qualità della vita
dei pazienti.
«La prevenzione e lo sviluppo di nuovi farmaci sono le armi per fermare il diabete su cui i nostri
professionisti, in alleanza con i pazienti, stanno investendo per nuove prospettive di cura e qualità di vita»
commenta il Commissario Giuseppe Dal Ben.
In Ulss Dolomiti, le persone con esenzione per diabete sono circa 10.000.
Secondo i dati PASSI, in Ulss Dolomiti, nel periodo 2020-2022, la
percentuale di adulti tra i 18-69 anni che riferisce una diagnosi di diabete è
il 3,7%. Tale fenomeno aumenta al crescere dell’età, infatti oltre i due terzi
dei pazienti hanno più di 65 anni. Non ci sono differenze relative al genere.
Se il diabete mellito tipo 1 è una malattia a genesi autoimmune che
compare soprattutto in bambini, adolescenti, giovani adulti e raramente si
manifesta dopo i 40 anni, il diabete mellito tipo 2 si sviluppa per il
concorrere di vari fattori di rischio in età più adulta, la maggiore frequenza
si ha dopo i 65 anni di età.
Per quel che riguarda il diabete mellito tipo 1, nonostante siano state condotte molte ricerche, al momento non
c’è alcuna dimostrazione che possa essere prevenuto. È importante però riconoscerlo in modo tempestivo. I
sintomi di esordio possono svilupparsi in un breve arco temporale: sete intensa, necessità di urinare spesso,
stanchezza, calo di peso sono i sintomi più caratteristici.
Il diabete mellito tipo 2 nella grande maggioranza dei casi, almeno nelle prime fasi della malattia, non dà disturbi
significativi e viene spesso diagnosticato in occasione di esami del sangue eseguiti come check-up.
“Il diabete mellito” osserva Sandro Cinquetti, Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss Dolomiti “si
previene e si controlla anche con l’adozione di stili di vita positivi: attività fisica regolare (almeno 180 minuti
settimanali, possibilmente frazionati), consumo abbondante di frutta e verdura di stagione (raccomandate 5
porzioni al giorno), astensione dal fumo, consumo moderato di alcolici, sonno regolare. I benefici derivanti da
questi comportamenti protettivi sono confermati dall’evidenza scientifica e si applicano a tutte le età.”
“L'armamentario terapeutico del diabetologo si è arricchito negli ultimi anni e continuerà a crescere. La terapia
del diabete sarà sempre più "cucita su misura" del paziente (sartorialità delle cure). Per vincere la sfida al diabete
non si può, però, prescindere dal ruolo attivo (empowerment) del paziente che deve divenire consapevole
(engaged) della propria patologia” commenta Corradina Alagona, Responsabile della Diabetologia di Belluno.
“Va ricordato, infine, che curare un paziente affetto da diabete mellito significa curare un insieme di condizioni
cliniche che spesso concorrono, in modo particolare l’aumento dei valori nel sangue del colesterolo e dei
trigliceridi e l’aumento della pressione arteriosa. Ecco, quindi, che il paziente affetto da diabete è un paziente che
necessita di un approccio a 360 gradi con un coinvolgimento multidisciplinare medico-infermieristico.”conclude
Alberto Marangoni, Direttore della Medicina dell’Ospedale di Feltre.
In foto: il dr Dal Ben con la responsabile della diabetologia di Belluno Corradina Alagona
Belluno, 13 novembre 2023

CRONACA

Elena e il pomodoro gigante


Un raccolto davvero rigoglioso quello fatto a Quero
da Elena nella stagione estiva da poco conclusa.
La cura per le piante di pomodoro hanno ripagato il
suo entusiasmo ed i suoi sforzi da piccola
coltivatrice diretta. In foto vediamo Elena offrirci un
esemplare che la bilancia, nella foto a fianco, fissa
nel peso di oltre un chilo e mezzo: 1,556 per la
precisione. Papà Livio Dalla Piazza non ha perso
l’occasione per immortalare questo bel ricordo e lo
condivide con tutti i nostri lettori anche per rendere
omaggio alla bravura di Elena.
23 ASTERISCO

I sette fagioli di Lamon


di Dino De Lucchi
Al tempo dei cucchiai di legno e dei denti di pane, c'era una singolare tradizione sposalizia che non è mai stata
tramandata per scritto. La mamma dello sposo metteva nel letto dei novelli sposi sette fagioli secchi che
dovevano essere rigorosamente striati che aveva
precedentemente tenuto in seno per qualche
giorno.
Si credeva avessero il potere di non far avere alla
futura prole le fastidiose verruche o porri sulla pelle
specie se in vista come nel volto. A Levada non
c'erano tali fagioli perché si seminava con il mais
quelli Bonelli che di colore traevano al bianco. A
fornire i pregiati fagioli Lamon erano le donne di
montagna che scendevano in pianura a vendere le
stoviglie di legno.
I fagioli portano bene sia a tavola che sotto le
lenzuola è la morale di questa storia, magari da
recuperare tra gli scherzi di matrimonio stile una
volta.

dinodelucchi52@gmail.com è il recapito dell’autore dell’opera qui sopra riprodotta. Tutte storie da gustare!

La matriarca, sequoia gigante di Faè


di Andrea Pietrobon
Anche gli alberi raccontano storie. Specie quelli che
delle storie vissute portano i segni evidenti sulla pelle,
anzi sulla corteccia. Lei è la sequoia gigante di Faè, a
pochi chilometri da Longarone. Sta lì, come una
solitaria matriarca, da cento e passa anni, al centro di
una vasta radura dove pascolano i caprioli. Appena si
esce dal bosco che custodisce questo magico luogo e
la si vede, ci si ferma per lo stupore. La prospettiva la
fa sembrare alta quanto le montagne vicine. La statale
di Alemagna è lontana solo poche centinaia di metri,
col suo traffico verso le Dolomiti, ma in questo lembo
di natura regna il silenzio e il tempo sembra essersi
fermato. Eh, ne ha viste e sentite in un secolo e
mezzo di vita la sequoia gigante. Quando fu piantata,
nel cuore di un vasto parco signorile, l'Italia come Nazione unita era appena nata.
Nel 1917 ha spiato le interminabili file di soldati italiani scendere dalle montagne del
Cadore, dopo la rotta di Caporetto, in cerca di salvezza. Ha osservato il lavoro degli
uomini della valle, tenace e appassionato, nei campi e boschi attorno a lei. Quand'era ancora una giovane pianta
gli ultimi zattieri di Codissago solcavano le acque del Piave, diretti verso Venezia e il mare. Ha visto emigranti
partire in cerca di fortuna e qualche volta ritornare. Ha ospitato tra i suoi rami generazioni di uccelli migratori, che
sostando all'ombra delle sue fronde le hanno raccontato storie di terre lontane. Temporali estivi e bufere di neve,
arsure cocenti e grandi piogge ne hanno messo alla prova la tempra e irrobustito la fibra. Poi, la sera del 9
ottobre 1963, l'onda devastante precipitata dal Vajont, dopo aver distrutto Longarone e le frazioni vicine, da lei
arrivò con ancora intatta la sua furia violenta. Fu investita come tutto quello che c'era attorno, ma resistette. Si
piegò, forse, ma non si spezzò. Ancora oggi porta alla base del tronco, per circa tre metri, i segni, la cicatrice di
quella tremenda unghiata. La mattina dopo la sequoia si vide intorno uno scenario apocalittico. Lei all'epoca era
già alta e poteva guardare lontano. Ma non c'era più niente. Sparito il bosco, le case, i paesi, le fabbriche.
Annullato ogni segno di vita. Vedeva solo un'immensa spianata di fango e detriti. Vedeva persone sbigottite,
aggirarsi e piangere in quel deserto lunare. Nel percepire la scomparsa del mondo che la circondava, fu avvolta
dalla tristezza. Ma lei aveva resistito, come una vecchia matriarca che nella sventura tiene comunque saldo il
timone e rimane punto di riferimento per la famiglia. E pure nei cieli più foschi le nubi prima o poi si diradano.
Negli anni che seguirono vide il bosco ricrescere attorno a lei, gli animali e gli uomini tornare, le ferite della terra
un po' alla volta rimarginarsi. E oggi è ancora al suo posto, solenne e solitaria, al centro di quella magica radura,
dove pascolano i caprioli e il vento sottile fa vibrare il silenzio.
24 ATTUALITÀ

Il giardino della signorina Colomba


di Nella Botto Tadozzi
A lato della casa in cui abitavo allora c’era una stradina sterrata che portava al cor-
tile dei garage e che proseguiva in direzione dei vicini pendii del Monfenera dira-
mandosi in un dedalo di viuzze, ciascuna delle quali finiva davanti a un cortile e la
sua casa.
Poco prima di quelle diramazioni c’era un bellissimo giardino grande, mi sembrava
allora, quanto tre grosse stanze e delimitato da una rete metallica su cui in estate
si arrampicavano ipomee violacee. Era stipato di piante da fiore tra le più belle e
profumate. In ogni periodo dell’anno si alternavano profumi e colori, dal calicanto
alle bacche invernali e in mezzo bucaneve, iris, bergenie, camelie, viole, primule, violacciocche, tulipani, giacinti,
peonie, gigli candidi, rose, gladioli e poi cespugli di spirea, cotogno del Giappone, gelsomino, rose rampicanti, lil-
là, ortensie; al centro, un amarasco e un melograno sembravano volersi abbracciare tanto erano vicini. Nel terre-
no si intravedeva a tratti qualche piastrella disposta diagonalmente una dietro l’altra, esile traccia di un sentiero e
di un ordine ormai scomparso.
Quella primavera vidi per la prima volta la signorina Colomba. Era anziana ma non somigliava alle sue coetanee
vestite di scuro col fazzoletto in testa e il grembiule. Pingue e morbida, sembrava della stessa consistenza della
gomma americana che avevo masticato per la prima volta pochi giorni prima; i suoi capelli bianco-azzurrini ricor-
davano la fata Turchina e le labbra erano di un rosa vivace come i fiocchi delle mie scarpe di vernice.
La signorina Colomba non parlava, sospirava. Se qualche vicino, passando, le chiedeva più o meno malamente
“Colomba, quando ti decidi a tagliare questa boscaglia?” - la domanda era sempre la stessa - lei rispondeva con
un sospiro, accarezzava il ramo o il fiore più vicino e sembrava perdersi in qualche rimuginio. Ma bastava il volo
di una farfalla o il cinguettio di un uccello che ritornava sorridente ad accarezzare i suoi fiori.
Avrei pagato chissà cosa per entrare nel suo giardino.
“Posso entrare?” Le chiesi finalmente un giorno. Mi fissò quasi sorpresa. Poi, senza proferir parola, mi girò le
spalle e si addentrò in quel mondo imperfetto e fatato di colori e profumi.
Passò l’estate, venne l’autunno e nella fattoria in fondo alle viuzze aspettavano l’arrivo del gran freddo per ucci-
dere il maiale.
Il giardino della signorina Colomba era bellissimo e suggestivo anche in quel periodo dell’anno; somigliava alle il-
lustrazioni delle cartoline, con le bacche rosse della rosa rugosa e quelle bianche del sinforicarpo che sbucavano
tra la vegetazione animata da qualche pettirosso.
Quella fredda mattina passai a guardare il giardino, allungando occhi e orecchie verso la fattoria da cui proveni-
vano voci concitate e suoni nuovi: uomini spingevano un maiale nell’aia dove lo attendevano una panca e
dell’acqua bollente in un gran calderone. Il maiale era agitato, si dibatteva, piangeva, era uno strazio sentirlo, e
con lui piangeva disperato un bambino della fattoria a cui era stato assegnato il compito tribale di tagliargli la co-
da, rito di passaggio di un mondo contadino. Premetti i palmi delle mani sulle orecchie per non sentire. Anche la
signorina Colomba, nel giardino, mi stava imitando con gli occhi sbarrati.
Improvvisamente, malgrado diversi uomini cercassero di tenerlo fermo, il maiale riuscì a fuggire. Grida, pianti
umani e animaleschi. Iniziò un drammatico inseguimento. Ero terrorizzata da quella corrida che mi lasciò il ricor-
do immutabile di un’indicibile sofferenza.
Piangendo mi voltai verso la signorina Colomba, mi stava tendendo le braccia invitandomi ad entrare nel suo
giardino fatato. Mi accompagnò in silenzio tra gli arbusti addormentati, mi indicò i piccoli segnali di risveglio della
vegetazione, il nido di un merlo: fu una passeggiata inneggiante alla vita nel silenzio solenne dell’attimo della
morte. Gliene fui grata.
Arrivò la fine di gennaio e finalmente ebbi il permesso silenzioso della signorina Colomba di poter visitare il suo
giardino ed esplorarlo da sola. Ero al settimo cielo.
Entrando, avvertii un profumo di un’intensità incredibile, una fragranza delicatamente dolce senza essere fasti-
diosa che si sentiva a distanza di metri, impossibile da immaginare d’inverno. Veniva dal calicanto i cui fiori picco-
li e gialli come minuscoli soli catturano lo sguardo dando un assaggio di primavera. Ammirai da vicino le gemme
rosee del cotogno del Giappone che si stavano aprendo sui rami senza foglie, scoprii i bucaneve, i germogli dei
tulipani e dei giacinti tra le foglie secche, osservai altre gemme pregustandomi le loro imminenti fioriture. Intanto
aspiravo a pieni polmoni l’aria profumata annusandomi la pelle delle mani sperando che ne fosse intrisa.
Arrivò un'epidemia di morbillo, fui contagiata e per un po’ restai chiusa in casa.
Quando il dottor Sartorello mi diede il permesso di uscire, ritornai al giardino ma la signorina Colomba era spari-
ta. Capii che non l’avrei rivista mai più qualche settimana dopo, quando vidi smantellare quel paradiso. Per qual-
che giorno fui triste ma poi quel dolore passò: ero pronta per straordinarie avventure con i miei amichetti della
casa e iniziai a desiderare una sorella come avevano loro. Tuttavia il ricordo di quel luogo incantato pervaso dal
profumo di calicanto mi rimase dentro per sempre e oggi tutti quei fiori e quei profumi rivivono nel mio giardino.
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