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LEZIONE 9

Terzo volume del canzoniere di Saba si presenta ancora con un cambio di ritmo. Avevamo accennato che
nel secondo volume sia per la parte collegata all’autobiografia, che per le due raccolte finali, avevamo
accennato all’accentuarsi di una impostazione narrativa, quindi una maggiore ricerca verso un tono
narrativo. Questo aspetto diminuisce sempre più nel terzo libro dove la vena narrativa si attenua molto e
troviamo anche nel libro conclusivo del Canzoniere di Saba delle raccolte che puntano a soluzioni ritmico-
metriche e di effetto un po’ diverse. Nell’insieme dei capitoli del terzo volume troviamo raccolte come:
Parole (1933-1934), Ultime Cose (1935-1943) e Mediterranee (1945-1946). Questi sono alcuni dei capitoli
del volume terzo in cui appaiono queste soluzioni un po’ più vicine e influenzate dall’esperienza di Montale
e di Ungaretti. In Alcune di queste raccolte troviamo una maggiore attenzione alla frammentazione del
verso a discapito dell’impianto narrativo e un uso molto più accentuato dell’analogia. Anche in Saba che
predilige un’impostazione meno vicina alle esperienze degli ermetici, con soluzioni più oscure, abbiamo una
ricerca anche in questo senso. La vera novità del terzo libro è in effetti l’abbandono parziale del tema
autobiografico. Quindi abbiamo soprattutto nel terzo libro la messa in evidenza alla proiezione
emblematica, alle considerazioni più universali con grande attenzione alla rievocazione mitologica, con
richiamo di figure che diventano quasi allegoriche.

Notiamo un certo tipo di atteggiamento mentale, modo di porsi nei confronti dell’immagine della
rievocazione che già rappresenta una tendenza molto più accentuata nel terzo volume.

Un’altra poesia famosa di Saba è una delle 5 poesie dedicata al gioco del calcio ed è compresa nella raccolta
Parole, capitolo che apre il terzo volume del canzoniere. Poesia che ci permette di fare qualche
considerazione di analisi testuale. Anche in testi scelti riusciamo ad invidiuare tratti che poi ritroviamo
anche in altri contesti.
La poesia è Goal ed è tripartita: si vedono le tre strofe in 6 versi ciascuna (anche se in questa versione non si
vedono). Uno degli aspetti che possiamo sottolineare di questo testo è la tripartizione: sono tre strofe di 6
versi ciascuna con una rima interna del verso 3 e 4. Interessante è che i versi sono endecasillabi e che il 6
verso rima con il primo della strofa successiva, a stabilire un ulteriore contatto e spingere in avanti il ritmo
della narrazione stessa. La struttura è tripartita e presenta nel ritrarre questa scena specifica che avviene
nei campi da calcio (quella del goal) presenta 3 inquadrature che sono individuabili nelle tre diverse strofe.
È interessante cercare anche questi elementi di analisi, di reperimento di prospettive o di elementi
ricorrenti: nel portiere che cela contro terra la faccia sembra di rivedere nella prospettiva particolare il
soldato ce si appiattisce sul terreno. Personaggio in una posizione anomala come sul campo di battaglia il
soldato trova la sua posizione normale eretto verso il nemico, anche in questo caso nel contesto della
partita non sta a faccia a terra. C’è stato il goal che è già avvenuto e c’è la prima inquadratura sulla prima
conseguenza di questa situazione sportiva sul campo da calcio e cioè la situazione della squadra che ha
subito il goal. Quindi prima inquadratura sul portiere che era l’ultima difesa e che viene ritratto al momento
del goal fatto dagli avversari, in questo stato di frustrazione e tristezza. Seconda
inquadraturaspostamento dell’inquadratura sulla folla, sulla tribuna e poi sulla zona in cui la squadra che
ha segnato festeggia e in questi tre versi (fino a vedere) abbiamo una piccola riflessione che dallo specifico
della situazione che tratta di un momento di una gara sportiva, passa a una riflessione generale. Quindi si
seleziona questo come esempio di un momento bello per l’uomo che nella vita è trascinato dalle
passioni, dall’odio e dall’amore. Terza inquadratura sulla porta della squadra che ha segnato con il
portiere protagonista da solo proprio perché è rimasto isolato nella sua aria, quindi inquadramento su un
contesto diverso. È rimasto solo fisicamente perché anche lui partecipa alla gioia dei compagni che
festeggiano nella seconda strofa. Anche per un contesto molto specifico come quello di una partita di
calcio, che non è nemmeno definita, troviamo alcuni elementi di particolare interesse proprio per la
conduzione dell’impianto poetico da parte di S. stesso. ovviamente le due scene più dinamiche sono quelle
della prima strofa e della terza strofa, mentre la seconda strofa per quanto anch’essa presenti un momento
dinamico, è anche quella dedicata a una riflessione più generale. Diverso è il tono che troviamo anche
volutamente per vedere come il poeta si ponga nei confronti di temi che vanno dal quotidiano al tema di
recupero della tradizione del mito antico. A questo proposito leggiamo uno dei testi determinante proprio
perché è un esempio di una delle tendenze che è quella del recupero diretto di alcuni aspetti della
tradizione classica, quindi recupero del mito greco, della poesia classica risalendo fino al grande modello
latino di Virgilio dell’Eneide, per cui figure eroiche trovano una collocazione più leggera nel narrato
quotidiano. Anche la figura mitologica di Ulisse nel testo di Saba trova una rievocazione diretta, ma anche
una nuova contestualizzazione più vicina al contesto quotidiano dell’Ulisse, non più eroico-epico, ma Ulisse
uomo di mare.

Questa è una poesia importante: sono endecasillabi sciolti. Importante è sottolineare il fatto che sia l’ultimo
testo della sezione mediterranee, raccolta in cui vengono presentate figure soprattutto prelevate dalla
tradizione classica. È l’ultimo testo della raccolta, ma era anche l’ultimo testo del Canzoniere nell’edizione
45/48. Questo testo è stato scritto nel 1946, quindi dopo l’edizione del 45, ma l’edizione del 45 è stata poi
modificata nel 48. Nell’edizione 45/48 questo testo chiudeva il Canzoniere in una posizione quindi
significativa per l’edizione. Ulisse è il luogo dove trovare l’esplicitazione del personaggio stesso. anche in
questo caso, come in caso di Goal, il goal di fatto non c’era nella poesia perché la poesia lo presentava nel
titolo e poi se ne vedevano le conseguenze. Anche in questo caso abbiamo l’esplicitazione del personaggio
ritratto nel titolo e la sua messa in scena nel testo. Ulisse, tra i personaggi del mito greco, è particolarmente
importante per Saba stesso, anche per il fatto che figura in altri punti del Canzoniere. Quindi non
consideriamo casuale il fatto che questo testo abbia una posizione particolare e significativa nella struttura.
“Nella mia…smeraldi”= qui abbiamo una descrizione soprattutto locale del luogo, abbiamo una presenza
diretta del contesto giovanile, quindi ricordiamoci sempre la particolare connessione tra presente-passato/
vecchiaia-giovinezza che in S- costituisce un elemento fondamentale. Si inizia con questo personaggio che
viaggia e conduce questa vita avventurosa (che poi è anche la rievocazione della stessa giovinezza di S.
stesso). rievoca se stesso come un giovane Ulisse avventuroso che viaggia per mare. “Quando…insidia”=
quadro che ritrae un personaggio che è in un contesto avventuroso quindi rievoca una giovinezza fatta di
navigazioni, avventure e viaggi che nascondevano dei pericoli. “Oggi…amore”= nella chiusa abbiamo una
situazione diversa. Se nella prima parte avevamo la rievocazione di un passato, di una giovinezza
caratterizzata da avventura, nella seconda parte abbiamo la presenza di un presente che dovrebbe essere
quello della staticità, del porto sicuro in cui fermarsi e concludere la propria giovinezza avventurosa con una
vecchiaia statica, con un momento di arresto. In realtà anche in vecchiaia il desiderio di avventura rende il
peota simile ad Ulisse che una volta tornato a Itaca e fermatosi per un po’ non può fare a meno di ripartire
invece che rimanere in un porto sicuro. Tra l’altro ogni immagine nella poesia induce comunque a pensare
che fermarsi non sia bene, c’è l’idea della negatività riferito al contesto di fermarsi in un luogo sicuro.
Notiamo in modo particolare che “in me al largo…domato spirito”= è l’elemento centrale della spinta, di
quella voglia di avventura che caratterizza Ulisse e che caratterizza anche l’io nel suo non domato spirito.
Questo è l’Ulisse uomo di mare che viaggia e che tornato al porto sicuro non può fare a meno di ripartire,
perché la sua dimensione ideale è quella del viaggio quindi la voglia di avventura è una spinta positiva
perché di questa situazione si sottolinea la caratteristica di Ulisse che è quella di non fermarsi. Ulisse come
richiamo del mito per una attualizzazione in una dimensione che viene vista anche come leggermente
spostata e che sottolinea questa sua caratteristica di uomo di mare. Interessante è anche l’altro elemento
“nella mia giovinezza” quindi la sezione dedicata alla rievocazione del passato e la sezione dedicata all’oggi
quindi anche oggi, sottolineare che ancora adesso io punto a viaggiare, c’è questo doppio piano (c’è il piano
del passato e il piano del presente, piano della giovinezza e piano della vecchiaia). Anche nella vecchiaia
rievoco il passato e cerco quello che facevo nella giovinezza: è l’eroe anziano che riscopre la propria
giovinezza. Questa è una connessione fondamentale, cioè la dimensione del passato recuperata alla luce e
in funzione del presente. Il ritorno del passato in questo caso è fondamentale, il ritorno della giovinezza si
concretizza in immagini che esprimono direttamente la fusione di tempi diversi che comunicano. È molto
importante questo dialogo continuo tra le diverse fasi dell’età: fa parte dell’idea stessa del Canzoniere che
rappresenta un’evoluzione dell’io poetico e prende in considerazione in maniera diretta l’elemento del
trascorrere del tempo e il dialogo continuo che si instaura tra le diverse età del tempo. Il dialogo tra
presente e passato, tra vecchiaia e giovinezza, tra l’io del presente e l’io del passato, un ulteriore piano di
dialogo è quello tra la dimensione della cultura presente che richiama alla tradizione letteraria antica.
Anche questo livello va considerato, cioè la connessione ulteriore tra la quotidianità ritratta dalla poesia di
Saba e la rievocazione della tradizione mitica greca. Anche questo è un ulteriore livello di questo dialogo tra
le diverse dimensioni temporali. Cercare di considerare la lettura dei testi come un’evoluzione di una serie
di idee che si rincorrono nel Canzoniere stesso. anche la dimensione autobiografica del canzoniere. Anche il
rapporto col padre, che pur nella sua assenza, è determinante, appare anche in alcune rievocazioni
apparentemente non dedicate alla figura del padre. Un altro aspetto fondamentale è anche la dimensione
terapeutica stessa che per S. rappresentava l’attività poetica: la poesia come strumento anche della propria
terapia. Questi sono tutti aspetti che consentono di ripercorrere l’esperienza letteraria di S. stesso lungo il
Canzoniere che ha proprio questo come intento di fondo, cioè fornire un ciclo unico dell’esperienza
poetica, letteraria e biografica di un autore che rappresenta una voce fondamentale nel panorama della
poesia del 900.

UNGARETTI
Giuseppe Ungaretti nasce nel 1888. Il suo caso è peculiare: appartiene a una generazione di letterati che
visse la cultura del tempo in un modo particolare, infatti l’incontro di Ungaretti con la cultura italiana ma
soprattutto con la cultura europea è caratterizzato da questo entusiasmo dello spirito d’avventura. È un po’
la sensazione, quindi la percezione della cultura del tempo, che abbiamo indiivduato quando abbiamo
cercato di ricostruire un quadro della poesia europea a cavallo tra anni 10 e 20, respirando quell’atmosfera
particolare di grande entusiasmo che caratterizzava il primo quindicennio del 900 che poi si ritrova in una
situazione di crisi proprio in conseguenza del primo conflitto mondiale che rappresenta un momento
fondamentale perché è la prova drammatica di questa svolta del pensiero e della cultura. Svolta che
abbiamo individuato in quella ricerca di novità che caratterizzava il passaggio tra 800 e 900. In questo
contesto si forma Ungaretti. In Italia nell’inizio del 900 c’era soprattutto la tendenza a rompere con le
culture poetiche di D’Annunzio e Pascoli soprattutto per il grande impatto che il futurismo e comunque la
tendenza avanguardista aveva nella volontà di infrangere i codici. Ma nonostante questa spinta fortissima
all’infrazione che rappresentava ulteriori risposte di rottura di diverso tono, l’Italia doveva comunque nella
sua dimensione culturale fare i conti con la figura di D’Annunzio che in ogni caso rappresentava un punto di
riferimento ancora legato a un certo tipo di esperienza letteraria, legata al recupero di una tradizione
formale molto più forte che ancora persisteva. Questa considerazione di freno alla ricerca estrema della
novità non si respira per esempio a Parigi che all’inizio 900 rappresenta il nucleo propulsore di questa
spinta di rinnovamento ed è proprio questa atmosfera che definisce l’esperienza di formazione di Ungaretti
proprio perché Ungaretti diversamente da quanto facevano la maggior parte di letterati dell’epoca, sceglie
di compiere il proprio apprendistato letterario proprio a Parigi respirando direttamente quelle spinte
orientate verso l’innovazione, evitando di confrontarsi in maniera diretta con una cultura fortamnete
caratterizzata dall’esperienza dannunziana. La poesia di Ungaretti in questo senso partecipa direttamente,
senza mediazioni, a quella dialettica tra tradizione e avanguardia, tra innovazione e recupero del passato,
che abbiamo individuato così forte nelle tendenze culturali dell’Europa soprattutto degli anni 20. Le
tendenze delle grandi personalità europee tentavano di ricostruire il passato in rapporto diverso: non solo
di distruzione e opposzione ma di dialogo attivo. Questa tendenza tra innovazione e tradizione rappresenta
uno degli aspetti fondamentali della poesia di Ungaretti che cercò un equilibrio tra la novità e il recupero,
tra l’innovazione e la tradizione. Ungaretti cercò un personale equilibrio espressivo che cercava di
affiancare al mutamento estremo dei canoni verso cui si puntava la conservazione dell’antico in quel binomi
fra innocenza e memoria. Queste sono due parole chiave per Ungaretti: innocenza (cioè quella di poesia
nuova, incontaminata) e la memoria (cioè recuperando gli autori nella tradizione). Questo binomio avrebbe
caratterizzato le principali raccolte di Ungaretti l’Allegria e Sentimento del Tempo. Queste rappresentano
due raccolte poetiche che avranno un’evoluzione. La stessa Allegria nella sua veste definitiva derivererà dal
Porto Sepolto e dall’Allegria di naufragio, cioè bisogna comunque considerare la poesia come un percorso
graduale, progressivo, evolutivo e non come una fissazione puntuale di elementi. Questa bipolarità tra
innocenza e memoria, tra innovazione e tradizione rappresenta uno degli elementi più caratteristici per
l’esperienza poetica di Ungaretti, come sottolinea anche lo stesso Montale.

L’apprendistato culturale-letterario di Ungaretti è a Parigi. Però quando pensiamo a Ungaretti dobbiamo


pensare a un poeta collegato a diverse localizzazioni, quando pensiamo infatti a Ungaretti dobbiamo
pensare a varietà sia geografica che varietà di attività. I vari periodi della vita di Ungaretti sono divisi tra
l’Egitto (dove nasce), l?italia, la Francia e il Sud America. Quindi la biografia stessa di Ungaretti unisce quei
diversi luoghi che furono occasione e ambiente per la sua attività, ma soprattutto per la sua formazione.
Questa varietà di collocazione, di attività collocata in contesti diversi va di pari passi con la varietà di attività
letteraria e professionale di Ungaretti stesso che fu poeta, saggista, traduttore (Gongora era stato tradotto
da Ungaretti), giornalista e docente universitario. La sua attività lo riconosce come poeta e si concretizza a
diversi livelli che riguardano la dimensione letteraria.

Nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1888 da genitori lucchesi. Anche lui ebbe problemi simili a quelli di Saba:
nel 1890 il padre Antonio morì e rimase da solo con la madre che comunque riusciva a mantenere la
famiglia in condizioni anche positive, gestendo un panificio in un quartiere vicino al deserto. Il contesto in
cui nasce e vive la sua infanzia è quello di Alessandria d’Egitto. La madre prese a raccontare al figlio le
memorie di famiglie trasmettendogli l’immagine di una Toscana suggestiva che per il piccolo Giuseppe
rappresentava un vero e proprio punto mitologico, questa idea della Toscana come idealizzata e fantastica.
Anche quelli stessi luoghi che U. vedrà per la prima volta nel 1912 divennero luoghi particolari e
fondamentali anche per il suo immaginario specifico che si riflette poi sull’esperienza poetica. Vive in un
contesto multietnico: il contesto di Alessandria d’Egitto era un ambiente in cui si raccoglievano genti e idee
da tutte le parti del mondo. In qualche modo percepisce la dimensione dello straniero, dell’espatriato.
Anche questo è uno degli elementi che poi si ritroveranno nella sua dimensione letteraria. Suggestione di
luoghi e condizione dello straniero sono elementi di rilievo nella sua poesia. In un contesto del genere la
percezione di un senso di inquietudine nei confronti del contesto in cui si vive era presente. Le immagini del
mare, del deserto, la condizioni di espatriato sono elementi che si fissano nella fantasia di UngaRETTI e
ricorreranno nella sua esperienza letteraria. Ad Alessandria d’Egitto inizia la sua formazione:
frequenta le scuole elementari presso il Collegio Don Bosco e dopo il Collegio frequenta una scuola
particolarmente prestigiosa. in questa scuola comincia a dirigersi, anche su consiglio dei suoi professori, alla
formazione letteraria. Comincia a leggere una delle più importanti riviste francesi dell’epoca aperta, era una
rivista che rappresentava un punto di riferimento per capire cosa stava succedendo in Europa con le
correnti letterarie europee e che rappresenta per U. un ottimo canale informativo per entrare nel
panorama culturale europeo del tempo. Tra il 1905 e il 1909 U. comincia a fare le sue prime conoscenze
intellettuali e cominciano le sue prime prove di scrittura: ad Alessandria d’Egitto si avvicina a posizioni
politiche anche di tipo sovversivo, si impegna nel sindacalismo estremo. Arriverà anche ad aderire al
movimento fascista da cui dopo si distanzierà. Prende contatto “Abbondandosi” con la rivista “La voce”,
quindi entra in contatto con la letteratura italiana attraverso la rivista la voce. Nel settembre del 1912 U.
lascia l’Egitto e arriva in Italia dove vede i luoghi visti fino a quel momento nei racconti della madre e entra
in contatto diretto con il gruppo della Voce, non solo per la conoscenza della rivista, ma comincia a
muoversi nel panorama letteraria e si sposta subito dopo a Parigi dove raggiunge l’amico e compagno di
esperienze politiche, Sheab, amico libanese. Si stabilisce dunque a Parigi dove rimane fino al 1921. Quando
giunse nella capitale francese, ancora si sta formando, ha scritto qualcosa ma ancora non è partita la sua
esperienza letteraria attiva. Arriva nella capitale francese e partecipa in modo diretto all’ambiente culturale
e letterario. Frequenta caffè letterari, incontra artisti, partecipa alla vita culturale artistica-letteraria degli
anni 10. Sotto questo punto di vista respira quella dimensione culturale europea mentre in Italia si sta
svolgendo l’esperienza del futurismo in maniera molto forte. Incontra quindi molti esponenti della
letteratura italiana che passavano nella capitale francese ed entra in contatto con Soffici e Papini, quindi
anche con i due protagonisti della rivista l’Acerba e di lì a poco lo invitò a collaborare e pubblicare le prime
poesie. Un ungaretti che si fa partecipe della vita culturale della Parigi del tempo ma entrando anche in
contatto con i rappresentanti delle riviste italiane. A Parigi segnaliamo soprattutto per la formazione di
Ungaretti tre incontri fondamentali che caratterizzeranno la sua esperienza letteraria:

1. Apollinere era uno dei grandi punti di riferimento della riflessione poetica del periodo dell’area
francese. Con lui avviò uno scambio di idee molto intenso. Da A. derivò elementi fondamentali che
saranno caratteristici della sua poesia e cioè in particolar modo: l’abolizione della punteggiatura e il
procedere per quadri descrittivi simultanei (questo è un aspetto derivato più dal cubismo pittorico).
Sono due elementi specifici che derivano da quella particolare ricerca formale espressiva che veniva
condotta da A. stesso. nell’incontro con questo specifico personaggio possiamo trovare soprattutto
questi due elementi. La formazione di Ungaretti fu entrare in contatto con un atmosfera culturale
che era la Parigi di quegli anni, con le spinte letterarie di un personaggio che era interessato alla
proposta della letteratura del tempo.
2. Anriberson se da Apolineire Ungaretti preleva soluzioni tecniche formali, da Berson deriva
elementi soprattutto di tipi teorico. Uno degli aspetti fondamentali della teoria di Berson era
proprio quello del flusso temporale inteso come qualcosa di continuo (quindi la concezione del
tempo come influsso continuo che difficilmente è divisibile in atti distinti). Anche in questo caso per
Ungaretti il tempo è fondamentale. Il tempo è un flusso continuo che difficilmente viene diviso in
attimi distinti. Un altro aspetto che derivò da Berson fu l’identificazione tra coscienza e memoria:
anche questo aspetto è una componente fondamentale della dimensione poetica di Ungaretti. La
poesia come uno strumento di espressione della coscienza, come uno strumento attraverso cui dar
voce agli aspetti profondi della coscienza. Percezione del tempo che non è matematica perché non
può essere divisa in momenti convenzionalmente intesi, percezione del tempo come qualcosa di
soggettivo è uno degli aspetti da tener sempre presenti.
3. Moris De Gherin poeta romantico su cui U. discusse la sua tesi di laurea in letteratura francese.
Da questo poeta derivò alcuni aspetti della tecnica espressiva.

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