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Docsity La Domanda Rivolta Al Singolo M Buber Il Principio Dialogico e Altri Saggi
Docsity La Domanda Rivolta Al Singolo M Buber Il Principio Dialogico e Altri Saggi
Egli sostiene che l’uomo non sia una sostanza, ma un fitta trama di rapporti e di
relazioni. Il mondo è duplice, così come l’io dell’uomo poiché esistono due modi per
l’uomo di porsi dinanzi all’essere: uno dialogico (io-tu) e l’altro monologico (io-esso).
Il rapporto io-tu esprime il mondo delle relazioni importanti dove c’è coinvolgimento
del mio essere; le due soggettività si trovano sullo stesso piano, per questo motivo
parliamo di reciproco rispetto. Il rapporto io-esso esprime invece le azioni che hanno a
che vedere con il mondo dell’esperienza, delle relazioni minori di convenienza e di
necessità.
«L’UNICO » E IL SINGOLO
Buber afferma che per comprendere la categoria del singolo di Kierkegaard dobbiamo
comprendere la sua solitudine*, quest’ultima nasce dalla rinuncia alla donna e al
mondo.
Stirner tenta di eliminare i resti dell’idealismo tedesco innalzando l’io : l’io non è più
concepito come il soggetto pensante e neppure come l’uomo, ma come l’individuo che
si scopre concretamente come l’unico io, portatore del suo mondo. In questo modo
Stirner si oppone ad ogni concezione pluralistica e dunque l’io non ha nessuna
relazione essenziale all’infuori di quella con se stesso (no relazione io-tu).
Kierkegaard afferma che «ogni uomo è solo, solo sulla faccia della terra, solo di fronte
a Dio» : ciò è molto poco socratico (per Socrate è impensabile essere soli di fronte a
Dio) , il solo di Kierkegaard è abramitico (nella Genesi con lo stesso «Va’» capacità di
sciogliersi da ogni legame nei confronti del mondo paterno e filiale).
Buber parla di due limitazioni: mistica (uno degli aspetti della mistica che Buber
critica è l’annullamento dell’io nell’unione con Dio poiché con esso si rende impossibile
la relazione, che è sempre alterità) e individualismo.
Concetto di verità: per Stirner la verità è posseduta (è dentro di noi), mentre per
Buber no. Per Kierkegaard il singolo è la verità (perché la verità si deve realizzare
nell’esistenza - non ha caratteri noetici, come in Stirner, ma è verità vissuta - e il
singolo nella propria esistenza trova se stesso), Dio è la verità (perché Dio è, la verità
non può essere ricevuta se non al cospetto di Dio).
Concetto di responsabilità: per Buber significa farsi carico dell’altro. Stirner non
concepisce tale concetto, poiché se io sono il padrone di me stesso e di tutte le cose,
dunque del mondo, tutto è mio, nessuno mi affida niente. Per Kierkegaard il singolo
entra in contatto con la massa che lo vuole sottrarre a ogni responsabilità.
Ultimo punto di contatto e di contrasto tra Kierkegaard e Stirner : per Stirner «ogni
uomo è l’unico» mentre per Kierkegaard «ogni uomo può e deve divenire il singolo».
IL SINGOLO E IL SUO TU
In questo secondo capitolo, Buber parla di come il divenire un singolo di Kierkegaard
non è inteso in senso socratico : è infatti inserito in un diverso divenire, che non ha
come fine la “vita giusta” ma l’entrare in una relazione, il divenire della relazione
assoluta uomo-Dio.
Differenza dell’etico: per Buber l’etico è nel cuore del religioso, mentre per
Kierkegaard serve per arrivare alla stadio religioso.
Buber afferma inoltre che la solitudine* di cui parla Kierkegaard porta in realtà ad un
allontanarsi da Dio, perché appunto non vi è relazione con l’altro, con il mondo.
Differente è invece la solitudine momentanea, che porta ad una riflessione.
TENTATIVI DI SEPARAZIONE
Alcuni studiosi vanno contro il concetto di singolo nella responsabilità di cui parla
Buber.
Spengler → l’etico non è il principio dell’ambito politico. Egli afferma che gli uomini
sono delle belve feroci.
Gogarten → l’etico deriva dall’ambito politico. Egli afferma che l’uomo è radicalmente
cattivo (per Buber non è così, l’uomo non è radicale ma è possibilità; non è possibile
afferma che l’uomo è cattivo o buono poiché l’uomo è cattivo-e-buono, conosce sia il
bene che il male. L’uomo è libero e può scegliere. Lo Stato deve tutelare tale libertà.
Lo Stato non può portare l’uomo sulla direzione della via giusta, soltanto il singolo
nella responsabilità può farlo).
LA DOMANDA
Nella parte conclusiva Buber affronta il tema della crisi dell’uomo occidentale ( rispetto
agli ebrei dell’Europa Orientale, gli ebrei dell’Europa Occidentale hanno avviato un
processo di identificazione che li ha portati a convertirsi al Cristianesimo). In tale crisi
ciò che viene messo in dubbio è la persona e la verità. La persona viene messa in
dubbio perché collettiva, la verità viene messa in dubbio perché politicizzata. Per