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Questione molto dibattuta. È stato ipotizzato che il modello fosse alfabeto latino o greco ma ipotesi più
accreditata la mette in relazione con gli alfabeti dell’Italia settentrionale, in particolare il venetico = alfabeto
di matrice nord-etrusca e usato dagli antichi veneti, usato nel santuario di Rezia. Questa ipotesi è suffragata
anche da un particolare reperto archeologico che rappresenterebbe la tappa intermedia tra alfabeto nord-
etrusco e quello runico: si tratta dell’elmo di Negau: Harigasti Teiwa = Tyr ospite dell’esercito. In realtà
questa iscrizione è un alfabeto nord etrusco però la lingua è il germanico. L’elmo risale al II secolo a.C.
Le rune subiscono un’evoluzione nel tempo e nello spazio. Dal Fuþark antico al Fuþark recente = versione
semplificata a 16 segni ed è usato solo in Scandinavia a partire dal 9° secolo (inizio età vichinga). In area
anglosassone succede il contrario: la serie runica viene espansa fino a 36 segni. Succede questo perché qu si
hanno fenomeni linguistici e mutamenti fonetici (metafonia palatale produce una serie di vocali palatali con
la conseguente creazione di nuovi segni).
Probabilmente in origine era panaggio di un’élite. TILARIDS è una delle iscrizioni più antiche su una punta di
freccia. È gotico perché c’è una fricativa sorda finale (desinenza -S ie diventa in germ prima -z poi scompare,
ma la troviamo sorda nel germanico orientale). Significa rids=cavalca til=ziel=bersaglio = punta di freccia che
corre verso il bersaglio. Non era un’iscrizione a carattere pubblico.
La scrittura runica dal 5° secolo assume in Scandinavia un carattere sempre più monumentale in particolare
durante l’età vichinga e continua fino al 14° secolo.
ISCRIZIONE DI JELLING in Danimarca risale alla fine del 10° secolo e rappresenta una raffigurazione di Cristo,
la prima nella Scandinavia. Questa pietra è stata fatta erigere dal re Harald dente azzurro = blue tooth.
L’iscrizione registra un atto del re Harald a cui si deve la conversione die paesi della Danimarca. FUNZIONE: a
ricordo del padre della madre, funzione commemorativa; funzione politica=di propaganda che Harald
faceva per sé stesso.
Quando il cristianesimo attecchisce in Scandinavia utilizza questo sistema di scrittura. Le iscrizioni runiche,
che avessero collegamento col cristianesimo o meno, in epoca vichinga hanno carattere pubblico (non
spariscono quelle private) e commemorativo per celebrare defunti morti in guerra a Oriente.
In Islanda ci sono poche iscrizioni runiche, si trovano soprattutto in Danimarca, Norvegia e Svezia.
Presso i germani continentali, l’uso dell’alfabeto runico decade nell’VIII secolo. Dura più a lungo in area
scandinava perché viene convertita dopo.
In area anglosassone l’impiego dura più a lungo rispetto al continente e assume aspetti particolari: ci sono
iscrizioni su croci di pietra, la più famosa è la croce di Ruthwell in Scozia. Riporta parte del componimento
poetico noto con il titolo “il sogno della croce” = anglosassone che nella sua interezza è trasmesso in un
manoscritto del 1000 circa che si intitola “Vercelli book”. È uno dei 4 manoscritti poetici anglosassoni. Si
trova a Vercelli, probabilmente è stato lasciato lì perché si trovava sulla via francigena. È un componimento
cristiano e parla della crocefissione dal punto di vista della croce. GERMANIZZAZIONE DEL CRISTIANESIMO
Cristo ha paura al momento della crocefissione “allontana da me questo calice amaro” e “dio mio dio mio
perché mi hai abbandonato” questo atteggiamento di paura e dolore non era compatibile con l’etica
aristocratica guerriera germanica. Nel “sogno della croce”, Cristo non ha paura ma è dipinto come il tipico
eroe germanico che va coraggiosamente verso la morte e felicemente abbraccia il proprio destino. In area
anglosassone, alcuni segni runici trovano impiego anche in alcuni manoscritti che compaiono con
l’introduzione del cristianesimo, usano alfabeto latino; però nell’area anglosassone vengono inseriti anche
alcuni segno runici tipo (thorn) TH e wyn W. Anglosassoni introducono questi segni per
esprimere dei suoni che non
In area Scandinava abbiamo anche testimonianze di scrittura runica in uso quotidiano come comunicazione
tra persone. Spesso su tavolette di legno ma deperite nel tempo.
Iscrizione sul corno d’oro di Gallehus che risale al 400, ma è andato perso, conteneva questa iscrizione: EK
HLEWAGASTI R // HOLTJAR HORNA TAWIDO è poesia. Vuol dire io hlewagasti di holt feci il corno. La R è
grossa perché è una modalità di trascrivere una runa dal germanico, esprime la desinenza -z che si rotacizza.
Rispetta regole poesia germanica in verso lungo allitterante: lungo perché è composto da due versi brevi
8semiversi o emistichi) separati da una pausa ritmica (una cesura) che si indica con // allitterazione (in
questo caso H fricativa velare sorda). Allitterazione = ripetizione della stesa consonante in sillaba tonica.