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Lo Stato può essere definito come l’ente sociale che si forma quando su un territorio determinato, un popolo si organizza
giuridicamente e si sottopone all’autorità di un potere centrale. Il processo di formazione di uno Stato può essere: primario, se avviene
senza modificare o estinguere altri Stati; secondario, se si verifica in seguito alla modificazione oppure all’estinzione di uno o più Stati
preesistenti.
Lo Stato in senso moderno nasce con le monarchie che si instaurano in Europa tra il XV e il XVII secolo: in questo periodo, si assistette
alla formazione di enti effettivamente indipendenti e autonomi.
Sotto l’aspetto giuridico il termine “Stato” può assumere diversi significati: con lo Stato-comunità, si fa riferimento a
un’organizzazione costituita da un popolo stanziato su un territorio e sottoposto a un’autorità centrale; con lo Stato-apparato, si fa
invece riferimento all’insieme degli organi che esercitano un potere di supremazia sui cittadini – considerato una persona giuridica, lo
Stato è un ente dotato di capacità giuridica (titolare di diritti e doveri) e di agire (può compiere tramite i suoi organi atti validi per il
diritto).
Indipendentemente dalla sua natura, lo Stato moderno presenta alcuni caratteri specifici:
➢ è un ente originario: non deriva la sua esistenza e la sua legittimità da altri poteri, ma solo da se stesso;
➢ è un ente indipendente: non è subordinato ad altri ordinamenti e opera in condizioni di parità con gli altri Stati;
➢ è un’organizzazione territoriale: esercita i propri poteri nell’ambito di un preciso spazio geografico;
➢ è un ordinamento politico a fini generali: è finalizzato a soddisfare gli interessi di tutta la collettività;
➢ è un ente rappresentativo: opera in nome dei propri cittadini;
➢ è un ente necessario: senza di esso non potrebbe esistere una comunità organizzata e fondata sull’ordine sociale.
Il territorio di uno Stato – elemento costitutivo per la sua esistenza – è la porzione di terra, delimitata dai confini, su cui esso esercita
la propria autorità. I confini delimitano l’estensione di una regione geografica o di uno Stato e possono essere naturali o convenzionali
– cioè stabiliti tramite accordi con gli Stati. Se uno Stato confina con il mare, il suo territorio comprende una parte di esso, che varia a
seconda delle diverse legislazioni – in Italia il confine delle acque nazionali è fissato a dodici miglia marine, circa 22 km. La parte di
mare che si trova al di là di tali limiti costituisce le acque internazionali, o alto mare: non essendo sottoposta alla sovranità di alcuno
Stato, esso deve sempre essere destinato a scopi pacifici.
Il territorio comprende inoltre tutte le acque interne e si estende verticalmente al sottosuolo e allo spazio aereo sovrastante, fino al
limite dell’atmosfera. Navi e aerei militari sono considerati territorio dello Stato di cui portano la bandiera, per cui a bordo di essi si
applicano le norme dello Stato cui appartengono, qualunque sia la zona di navigazione o di volo. Navi e aerei civili sono invece
considerati territorio di uno Stato solo se si trovano in una zona non soggetta alla sovranità di altri Stati. Le sedi delle rappresentanze
diplomatiche straniere che si trovano in uno Stato – nonché i luoghi in cui risieda, anche a titolo temporaneo, un diplomatico straniero
– sono immuni alla sovranità dello Stato ospitante.
L’elemento di natura sociale alla base di ogni Stato corrisponde al popolo: l’insieme dei cittadini, sono le persone legate allo Stato dal
rapporto di cittadinanza – status, condizione giuridica, da cui deriva la titolarità dei diritti e dei doveri propri dei cittadini. Differenti
sono i concetti: di popolazione, un indicatore di carattere statistico e demografico, indicante l’insieme di persone, cittadini e non
cittadini, che in un determinato momento vivono sul territorio dello Stato; e di nazione, identificante in un insieme di persone
accumunate dalla stessa nazionalità – cioè legate tra loro dalle stesse origini storiche, dalla stessa lingua, dalle stesse tradizioni e dalla
stessa cultura.
Il riconoscimento della cittadinanza può basarsi su due criteri:
➢ il diritto del sangue, secondo il quale può essere considerato cittadino chi nasce da un genitore in possesso di cittadinanza;
➢ il diritto del suolo, il quale la riconosce a chi nasce sul territorio dello Stato, indipendentemente dalla cittadinanza dei
genitori, e a chi risiede per un determinato periodo sul territorio statale;
Secondo la nostra normativa si diventa cittadini italiani:
➢ per nascita o per adozione se minore: anche in caso di genitori apolidi – ossia privi di una specifica cittadinanza – o
sconosciuti, diventa cittadino italiano chi nasce nel territorio della Repubblica;
➢ per matrimonio, purché risieda regolarmente nel territorio italiano da almeno due anni dalla data del matrimonio;
➢ per elezione, può avvenire su richiesta dell’interessato e può riguardare il figlio di genitori o il nipote di nonni che erano
cittadini italiani per nascita;
➢ per naturalizzazione, dipende da un atto concessione del Presidente della Repubblica, richiesta accolta solamente per chi
prova di aver avuto residenza legale in Italia per: un periodo di almeno quattro anni, se persona appartenente ad uno Stato
dell’Unione europea, per un periodo di almeno dieci anni, se persona extracomunitaria;
La perdita della cittadinanza può avvenire:
➢ per rinuncia, se un cittadino italiano si trasferisce all’estero e acquista la cittadinanza di un altro Stato, oppure se svolge
presso uno Stato estero un incarico pubblico che richiede obbligo di fedeltà verso di esso:
Art. 22 Cost. «Nessuno può essere privato, per motivi politici, […] della cittadinanza […]».
Lo Stato esercita un potere assoluto nei confronti dei cittadini, obbligandoli, mediante la minaccia di sanzioni, a rispettarne le norme.
Questo potere statale prende il nome di sovranità. In base a questo principio, lo Stato si trova a essere titolare del monopolio della
forza, vale a dire che esso è l’unico ente che può servirsi della forza per imporre ai cittadini le proprie leggi.
La sovranità dello Stato si manifesta tradizionalmente attraverso l’esercizio dei seguenti poteri:
➢ legislativo, conferito al Parlamento, corrisponde alla produzione delle norme giuridiche;
➢ esecutivo, affidato al Governo, consiste nell’esecuzione delle leggi e nella realizzazione concreta degli interessi pubblici;
➢ giudiziario, riservato alla Magistratura, ha in affido la soluzione delle controversie tra i cittadini e il giudizio sui reati;
Il fatto che i tre poteri dello Stato siano esercitati da organi diversi è una garanzia di democrazia, in quanto rende più difficili eventuali
abusi da parte di chi governa.
Lo Stato in senso moderno nasce con le monarchie europee del XV e del XVII secolo: erodendo progressivamente i poteri feudali,
esse concentreranno l’autorità in un unico organo, dando vita al monopolio della forza da parte di un apparato centralizzato.
Le prime monarchie a crearsi furono quelle nazionali: in esse si affermò lo Stato sovrano, caratterizzato da unità amministrativa e
rafforzamento dell’autorità del re rispetto alle antiche autonomie feudali.
Il tipo di Stato che si affermò dalle monarchie europee prese il nome di Stato assoluto, evolutosi poi in assolutismo illuminato e in
Stato di polizia.
Nel 1748, il filosofo e giurista Montesquieu, pubblicando l’opera ‘Lo spirito delle leggi’, espresse la convinzione della necessità, al
fine di un buon governo, della separazione dei poteri statali.
Montesquieu analizza
Un grande contributo al dibattito filosofico e politico sullo Stato e sulla forma di governo fu dato dall’opera ‘Il contratto sociale’ di
Rousseau, opera all’interno della quale sostenne la necessità per gli individui, allo scopo di proteggere loro stessi e la propria libertà di
allearsi in un patto sociale, formando in tal modo una forza unitaria, un’associazione volta a tutelare i beni e i valori di tutti.
Rousseau delinea
Lo Stato liberale, nato in seguito alla Rivoluzione francese, si basa sulla ripartizione dei poteri tra organi differenti e riconosce le libertà
fondamentali dei cittadini.
lo Stato liberale
si ispira al
principio di principio di uguaglianza lo Stato di diritto principio della sovranità popolare
legalità
– la legge era – riconosceva la parità dei – forma di Stato in cui ogni cittadino – la sovranità spettava al popolo inteso
superiore a cittadini di fronte alla può far valere i propri diritti tramite nelle classi sociali più elevate, cui era
tutto legge l’intervento di un’autorità giudiziaria riservato il diritto di voto
fu uno Stato elitario forma di Stato in cui la maggior parte dei cittadini è esclusa dal
diritto di voto
si fondò sulla fiducia assoluta nella piena libertà di prevedeva la seguente divisione dei poteri
iniziativa economica, fiducia basata sulla convinzione
potere legislativo – potere esecutivo potere giudiziario –
che le azioni dei singoli, di per sé egoistiche, combinate
Parlamento – Governo giudici
tra loro avrebbero condotto all’armonia sociale e alla
sotto il profilo politico, aveva il compito di garantire le libertà dei
crescita economica nazionale
cittadini
esisteva dunque un equilibrio spontaneo del mercato, in
quanto la domanda globale era sempre in grado di
adeguarsi all’offerta
Le idee di Marx furono alla base della Rivoluzione russa del 1917, che determinò l’affermazione dello Stato socialista e del sistema
economico collettivista. La rivoluzione, promossa dai bolscevichi – corrente estremista del Partito socialdemocratico russo – ebbe
inizio quando reparti armati assaltarono il Palazzo d’inverno, sede del governo. Seguì l’intervento dei Soviet – consigli di operai e di
soldati - che gestirono la fase iniziale del potere dopo la Rivoluzione russa, assumendo il potere ed emanando i primi decreti
rivoluzionari: venne così istituito il Consiglio dei commissari del popolo – con funzioni di governo – guidato da N. Lenin – capo della
corrente bolscevica.
lo Stato socialista
La crisi dello Stato liberale portò, in alcuni casi, all’affermazione di ideologie nazionaliste.
il nazionalismo
è una politica che propone il potenziamento della propria trovò la sua espansione più completa nello Stato totalitario
nazione, attraverso l’espansione territoriale, la tutela della – forma di Stato in cui il regime controlla ogni tipo di potere e nella
cultura e degli usi nazionali, la presenza di uno Stato forte e quale è presente un’ideologia esclusiva aspirante al dominio totale
ben organizzato di tutti gli ambiti della società
cause crisi economica caratteristiche
malcontento popolare concentrazione nel capo di tutti i poteri e funzioni pubbliche
permanente sentimento di insicurezza eliminazione delle libere elezioni
incapacità dei governi di sanare le crisi limitazione dei diritti di libertà dei cittadini
economico-sociali
obiettivi consenso politico tramite propaganda persecuzioni
ideologica
terrore
Dopo la Prima guerra mondiale, l’Italia visse un periodo di grande debolezza sia economica e sociale. Un gruppo, capeggiato da
Mussolini, si propose di stabilizzare la situazione del paese attraverso una reazione autoritaria: fu così che i fascisti iniziarono a
procedere in missioni punitive verso le organizzazioni dei lavoratori e verso gli esponenti della sinistra. Nel 1922, Vittorio Emanuele
III diede l’incarico di formare il Governo a Benito Mussolini, capo del Partito Nazionale Fascista.
il fascismo
In conseguenza della tragica esperienza dei totalitarismi e delle guerre mondiali, si affermò e si diffuse ampiamente la forma di Stato
democratico, fondato sul valore della democrazia – sul riconoscimento della sovranità popolare.
lo Stato democratico
assimila i principi fondamentali dello Stato tutti i cittadini partecipano alla vita pubblica e beneficiano dei diritti
liberale fondamentali
sotto il profilo economico privilegia il sistema a economia mista
dal pdv sociale tende ad aiutare le categorie più deboli della società
forma di democrazia in cui le nuove tecnologie di comunicazione consentono
ha portato alla web democracy di coinvolgere maggiormente i cittadini nelle decisioni politiche,
acquisendone suggerimenti e critiche da utilizzare per migliorare l’attività
amministrativa
pluralismo politico
suffragio universale
caratteristiche libertà di manifestazione del pensiero
libertà di stampa
principio della maggioranza
libertà di riunione e associazione
L’analisi delle forme di Stato porta ad individuare l’impostazione dei rapporti tra governanti e governati.
L’analisi delle forme di governo consente di esaminare il modo in cui sono organizzati i rapporti tra gli organi costituzionali dello Stato
– indica l’insieme delle regole e delle modalità con cui viene distribuito il potere tra tali organi – che vengono classificate in monarchie
e in repubbliche.
La forma di governo monarchica si caratterizza per la presenza di un sovrano a capo dello Stato, il quale può accedere a tale carica
per eredità o per elezione.
la monarchia è assoluta la monarchia è costituzionale pura quando il sovrano la monarchia si configura come
nel caso in cui tutti i esercita un controllo diretto o indiretto su tutti i poteri costituzionale parlamentare quando la
poteri siano concentrati dello Stato ed è presente una Costituzione in cui sono sovranità effettiva spetta al Parlamento e
nelle mani del re riconosciuti i diritti fondamentali dei cittadini il re ricopre un ruolo rappresentativo
sovrano sovrano sovrano
➢ potere legislativo ➢ esercita potere legislativo insieme al Parlamento ➢ funzione rappresentativa
➢ potere esecutivo ➢ titolare potere esecutivo Parlamento
➢ potere giudiziario ➢ controlla i giudici ➢ potere legislativo
Governo
➢ potere esecutivo
La forma di governo repubblicana si caratterizza per l’attribuzione dei poteri statali a organi eletti dai cittadini in loro rappresentanza.
nella repubblica presidenziale il nella repubblica semipresidenziale il nella repubblica parlamentare il centro dei
Presidente rappresenta l’unità dello Stato Presidente rappresenta l’unità dello Stato poteri risiede nel Parlamento, la cui
e detiene in via esclusiva il potere ed esercita il potere esecutivo, insieme al fiducia è necessaria al Governo per
esecutivo capo del Governo, in un rapporto di esercitare la funzione esecutiva
fiducia con il Parlamento