Sei sulla pagina 1di 16

GLI SCRITTORI ITALIANI NELL'ETÀ DEL VERISMO---------------------------

POSITIVISMO → Nasce prima del Naturalismo, intorno alla metà dell’Ottocento, è una
corrente di pensiero che nasce dallo sviluppo della ricerca scientifica e delle applicazioni
tecnologiche. RICERCA SCIENTIFICA → visione oggettiva delle cose, le descrive in modo
reale.
Gli scrittori veristi italiani, tra cui Verga, nell’elaborare le loro teorie letterarie e nello scrivere
le opere prendono ispirazione dal Naturalismo.
NATURALISMO → Si afferma in Francia negli anni settanta dell’ Ottocento e si propone di
trasformare il romanzo in uno strumento di analisi della realtà. I romanzi di questo periodo
suscitano scalpore perché:
- Descrivono la società in modo oggettivo (scientifico).
- I personaggi appartengono alle classi sociali più basse → proletari, sottoproletari e
reietti.
- Gli scrittori si avvicinano alla sparizione (impersonalità) → testo più difficile da
seguire perché senza la guida del narratore ognuno si deve creare il proprio
pensiero.

VERGA

SVOLTA VERISTA-----------------------------------------------------------------------
Verga non nasce come Verista ma come Romanziere, i suoi primi romanzi sono Eva, Eros e
Tigre reale, scritti dopo essere entrato a contatto con gli ambienti della Scapigliatura nel
1872. Appartengono ancora al clima romantico. Il linguaggio è pesante e la sintassi è
complessa → i luoghi sono quelli alto borghesi, le scene non mostrano la miseria civile che
abbiamo nel verismo; nei romanzi veristi invece il linguaggio è più semplice per via della
regressione. Nel 1878 si verifica la svolta definitiva verso il Verismo con la pubblicazione
della novella Rosso Malpelo. Negli anni successivi lavora ai tre romanzi del ciclo dei vinti: I
Malavoglia, Mastro-don Gesualdo e La Duchessa de Leyra.
ROSSO MALPELO → narra la storia di un ragazzo che lavora in una miniera e che vive in
un ambiente duro e disumano, narrata con un linguaggio semplice e essenziale, che
riproduce il modo di raccontare di una narrazione popolare. Nel suo ultimo atto di andare
nella cava c’è un atteggiamento umano.

LA POETICA E LA TECNICA NARRATIVA----------------------------------------


IMPERSONALITÀ → la letteratura deve avere come oggetto un fatto reale e documentato, il
quale deve essere raccontato in modo tale che il lettore abbia l’impressione di assistere in
prima persona al suo svolgimento, per questo lo scrittore deve eclissarsi e il lettore si
deve trovare davanti alla scena, immedesimandosi nel personaggio.
REGRESSIONE → le vicende non sono più raccontate da un narratore onnisciente, ma la
voce narrante si colloca all’interno dell’ambiente sociale rappresentato, allo stesso livello
dei personaggi, però senza identificarsi, senza esprimere un giudizio e senza aiutare a
formare un’opinione.
MIMESI → l’autore si mimetizza nella realtà per primo, quindi imita il parlato, arricchendolo
di espressioni dialettali.
IDEOLOGIA--------------------------------------------------------------------------------
Per Verga la vita è dominata dal meccanismo della “lotta per la vita”, una legge universale
valida per qualsiasi società di ogni tempo e di ogni luogo. Egli ha dunque una concezione
pessimistica dell’uomo e della società.
Poiché la realtà non si può modificare, verga ritiene che lo scrittore debba evitare di
esprimere giudizi su di essa, limitandosi a studiarla in modo oggettivo.
La tecnica narrativa utilizzata da Verga, infatti, è l’eclisse del narratore, che non dà
spiegazioni e non esprime giudizi.

ROSSO MALPELO-------------------------------------------------------------------------------------------
Fa parte della raccolta Vita nei campi (1880).
Si ricollega alla questione meridionale → povertà del sud italia, fermo ai latifondi, mentre al
nord c’è uno sviluppo tecnologico.
È il testo che dà inizio alla fase verista dello scrittore.
La voce narrante è al livello dei personaggi, dunque si nota subito il procedimento della
regressione e dell’impersonalità → il narratore non capisce le motivazioni dei
comportamenti di Malpelo.
Lo straniamento scaturisce dall’accettazione del punto di vista prevalente, quello dei
minatori, in questo modo mostra il suo pessimismo.
Nella seconda parte emerge il punto di vista di Malpelo, affiora la visione cupa e
pessimistica del ragazzo → egli ha capito la legge che regola la vita (legge del più forte).
Su Malpelo, Verga trasferisce il suo pessimismo, la sua visione negativa della realtà, sociale
e naturale.

IL CICLO DEI VINTI-----------------------------------------------------------------------------------------


È un ciclo di romanzi nei quali dipinge un quadro reale e oggettivo della società. Vuole
tracciare un quadro sociale di tutti gli strati della società, accomunati dal fatto che sono
tutti vinti dalla vita → lotta per la sopravvivenza (Darwin). Verga non intende soffermarsi
sui vincitori di questa guerra, ma sceglie come oggetto della sua narrazione i vinti.
PESSIMISMO DI LEOPARDI → il pessimismo storico offre una soluzione, fornita dalla
natura, ovvero l’immaginazione; il pessimismo cosmico offre un’altra soluzione fornita dalla
natura maligna, ovvero il progresso morale → unione di tutti gli uomini davanti alla natura
maligna (sostenersi a vicenda).
PESSIMISMO DI VERGA → il progresso morale non c’è perché non c’è sostegno tra i
paesani, ma se possono ti affossano ancora di più. I Malavoglia sono gli unici onesti.

I MALAVOGLIA-----------------------------------------------------------------------------------------------
Il primo romanzo del ciclo dei vinti (1881), è ambientato in un piccolo paese di pescatori
siciliani. Si racconta la storia della famiglia Toscano, che per compensare la perdita
economica del giovane ‘Ntoni per il servizio militare, decide di intraprendere una piccola
attività commerciale, ma viene colpita da una serie interminabile di sventure.
I Malavoglia rappresentano un mondo rurale arcaico → latifondismo.
Il primo cambiamento che porta la modernità è l’inserimento del servizio militare obbligatorio.
E presente la tecnica dell’impersonalità, applicata attraverso la tecnica della regressione,
che rende il ritmo della storia quasi statico; e la mimesi → termini dialettali.
IL MASTRO-DON GESUALDO-----------------------------------------------------------------------
Protagonista Mastro-don Gesualdo → ha in comune con i Malavoglia la voglia di lavorare.
Fa parte del ciclo dei vinti (1889).
TRAMA → Le vicende narrate si svolgono nella cittadina di Vizzini, nei primi decenni
dell’Ottocento, quindi in un’Italia preunitaria agitata dai moti rivoluzionari → vespri siciliani.
Gesualdo Motta è un ex muratore diventato ricchissimo grazie al suo lavoro e alla sua
intelligenza, si sposa con Bianca Trao, discendente nobile, ma povera. Il matrimonio può
aprirgli le porte del mondo aristocratico, ma in realtà rimane escluso dalla società nobiliare
che lo disprezza per le sue origini. Viene abitualmente chiamato MASTRO (indica la
provenienza umile) DON (appellativo destinato ai signori). La moglie non lo ama, ma nasce
una figlia, Isabella, lei respinge a sua volta suo padre per le sue origini. Isabella scappa
insieme a un suo cugino povero, e Gesualdo organizza un matrimonio riparatore con il duca
di Leyra, un nobile squattrinato; egli accetta in cambio di una dote. Gesualdo si ammala e
viene accolto a casa della figlia, ma per via delle sue maniere rozze viene relegato in
disparte. Muore poco dopo da solo, sotto gli occhi sprezzanti di un servo.
L’ambiente rappresentato è quello borghese e aristocratico → il livello culturale del
narratore si innalza e coincide con quello dell’autore reale → impersonalità.
Il narratore non fornisce informazioni sugli antefatti o sui personaggi, ma ne parla come se
già li conoscesse, lasciando che i dettagli emergono poco a poco → eclisse dell’autore.

LE NOVELLE RUSTICANE-------------------------------------------------------------------------------
Le novelle, come i romanzi, venivano pubblicate sulle riviste settimanali.
Sono ambientate in sicilia e sono contornate dal pessimismo; il tema principale sono i soldi.
Avidità → visione negativa, è la molla che spinge gli esseri umani ad agire; tutto quello che
faccio lo faccio per i miei fini → non c’è il progresso morale.

LA ROBA----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Protagonista Mazzarò → dominato dall’avidità, è povero e ignorante, viene paragonato a
una bestia da soma; sebbene ricco continua a vivere come un animale. Si prende cura delle
terre e quando sta per morire pensa che non si potrà più godere i suoi possedimenti e i soldi
guadagnati. Non ci sono affetti per la sua incapacità di crearseli → ESISTENZA GRETTA.
Verga sottolinea che è un uomo brillante, quindi ha tutte le capacità di gestire le sue
ricchezze → capitalismo (accumulo di ricchezze), progresso non produttivo.
Sintassi coordinata → ci sono molti elenchi.
Differenza con Malpelo:
- Mazzarò non ha affetti perché non li vuole
- Malpelo dimostra il suo affetto con le botte perché è l’unica forma d’affetto che
conosce.
Mazzarò → personaggio Faustiano → si espande sempre di più.
Straniamento rovesciato → ciò che è strano e ripugnante (avidità) appare normale o viene
addirittura esaltato.
DECADENTISMO-------------------------------------------------------------------------
Con il decadentismo si delinea un tipo di romanzo radicalmente innovativo rispetto alla
tradizione realistica ottocentesca. Passa in secondo piano l’interesse per l’intreccio dei fatti e
per la ricostruzione di uno sfondo sociale radicato in un dato momento storico, mentre
prevale l’analisi del mondo interiore di un singolo personaggio.
A queste innovazioni formali corrisponde un cambiamento delle tematiche, non più legate
alla rappresentazione oggettiva e allo studio scientifico della realtà, ma ispirate
all’irrazionalismo e all’estetismo decadenti.

PASCOLI
VITA-----------------------------------------------------------------------------------------
Nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna, da una famiglia della piccola borghesia rurale; il
padre era amministratore di una grande azienda agricola di proprietà dei principi
Torlonia → la professione del padre li faceva vivere bene (10 figli).
La serenità di questa famiglia venne sconvolta da una tragedia: il padre venne assassinato
e i responsabili non vennero mai catturati. La morte del padre creò inoltre delle difficoltà
economiche. Al primo lutto ne seguirono altri, morirono la madre, la sorella maggiore, e altri
due fratelli. Man mano che pascoli cresce si farà strada in lui una spinta di tentativo di
ricreare la sua famiglia → si crea un attaccamento morboso verso gli altri membri della
famiglia. Riceve una formazione classica nel collegio degli Scolopi, ma per la sua difficoltà
economica fu costretto a lasciare gli studi; grazie ai suoi professori poté proseguire i suoi
studi a Firenze. Ottenne la borsa di studio presso l’Università di Bologna dove frequentò la
facoltà di lettere → in questi anni Pascoli seguì l’ideologia socialista, partecipò ad alcune
manifestazioni contro il governo, quindi venne arrestato → distaccamento definitivo politico.
Si laurea nel 1882 e inizia a lavorare come insegnante liceale a Massa → chiama a vivere
con sé le sue due sorelle, ricostruendo il suo nido familiare.
Nel 1895 ottenne la cattedra di grammatica greca e latina all’università di Bologna. Dopo
che una delle due sorelle si è sposata, si trasferisce con l’altra a Castelvecchio di Barga;
torna alla visione rurale che aveva a San Mauro di Romagna. Nel 1897 gli fu assegnata la
cattedra di letteratura all’università di Messina. Nel 1903 ottenne il trasferimento a Pisa e
subentrò alla cattedra di letteratura italiana a Bologna, sostituendo il maestro Carducci.
Muore a Bologna nel 1912.

IL NIDO FAMILIARE--------------------------------------------------------------------------------------
Il nido dovrebbe essere il punto di partenza da cui i volatili spiccano il volo e non fanno mai
ritorno; per Pascoli è un punto di permanenza, da cui non vuole mai andare via.
La chiusura gelosa del nido familiare e l’attaccamento morboso alle sorelle rivelano la sua
fragilità psicologica → il nido diventa un posto sicuro, protetto, ma non c’è una crescita
personale. A questo si unisce il ricordo ossessivo dei lutti, che spingeva a considerare ogni
rapporto con la realtà esterna un tradimento nei confronti dei membri del nido.
La vita amorosa appare ai suoi occhi attraente ma pericolosa → la guarda da lontano
perché è misteriosa.
VISIONE DEL MONDO-----------------------------------------------------------------------------------
La sua cultura era influenzata dal positivismo → lo riconosciamo dalla precisione con cui
utilizza termini specifici di alcune scienze come l’ornitologia, la botanica e l’astronomia.
Pascoli non aderisce a una fede religiosa, per lui il cristianesimo è interessante solo perché
esprime un messaggio morale di fraternità.
Il mondo per Pascoli appare frantumato, disgregato → è più conveniente rimanere dentro
il nido. Gli elementi che compongono la realtà vengono rappresentati in modo casuale e
confuso → non c’è una gerarchia; ciò che è piccolo si mischia con ciò che è grande → il
minimo particolare può essere ingrandito, e ciò che è grande può essere rimpicciolito. Nel
nido c’è una gerarchia che lo fa sentire protetto.
Pascoli inoltre, nella sua poesia attribuisce a ogni parola un significato più profondo → il
termine si carica di un valore allusivo e simbolico trasformandosi in un messaggio
enigmatico e affascinante.

LA POETICA-----------------------------------------------------------------------------------------------------
Ispirato alla sua particolare visione del mondo, Pascoli elabora una poetica coerente ad
essa, formulata all’interno del saggio Il fanciullino (1897).
Il poeta è paragonato a un fanciullino (rimane attivo nel poeta) che vede tutte le cose come
se le vedesse per la prima volta, con stupore e meraviglia → il fanciullo è una parte che
crescendo si abbandona.
Il fanciullino ha la capacità di guardarsi intorno e cogliere la vera essenza di oggetti e odori
che normalmente non vengono colti, attraverso i simbolismi.
SIMBOLISMI → riportano a guardare la realtà con occhi incontaminati.
Per Pascoli la poesia non deve avere finalità pratiche → non da consigli, non brontola e
non ci aiuta a vivere.
Tuttavia la poetica pura, quindi spontanea, induce alla bontà, all’amore e alla fratellanza
(aspetti positivi dell’uomo) → invita all’affratellamento di tutti gli uomini.
Ricchi di poesia non sono solo gli argomenti elevati e sublimi, ma anche quelli più umili e
dimessi → la poesia si trova anche nelle piccole cose.
Viene definito il poeta delle piccole cose, ma non dobbiamo attribuirgli un significato
negativo, bensì per lui la poesia si trova anche negli argomenti più umili perché vengono
visti dal fanciullino per la prima volta, e lo stupore è lo stesso che trova negli argomenti più
sublimi.
La poesia è uno strumento di conoscenza → il fanciullino mi fa conoscere aspetti che con la
conoscenza non colgo.

LE SOLUZIONI FORMALI------------------------------------------------------------------------------
L’opera pascoliana è caratterizzata da importanti novità nel linguaggio poetico italiano che
aprono la strada alla poesia del Novecento.
Prevale la coordinazione → tante frasi brevi allineate senza rapporti gerarchici, spesso
collegate per asindeto (manca la congiunzione). Altre frasi sono ellittiche → mancano del
soggetto o del verbo.
A livello lessicale mescola tra loro codici linguistici diversi → termini aulici, quelli di uso
quotidiano, dialettali o presi in prestito da lingue straniere.
Usa una terminologia specifica della botanica e dell’ornitologia (insetti).
A livello fonico prevalgono le onomatopee → riproduzioni di suoni che pascoli carica di un
valore simbolico.
Nelle poesie di pascoli i suoni delle parole possiedono spesso un valore fonosimbolico,
tendono cioè ad assumere un significato ulteriore a quello lessicale.
(es: assiuolo → notte; renelle → stagno)
A livello metrico sono versi novenari → spezzano il ritmo.
Figure retoriche prevalenti:
- analogie → elemento concreto + elemento astratto, simili tra loro.
- metafore
- onomatopea
- sinestesia → associa due termini di due campi semantici diversi

MYRICAE-----------------------------------------------------------------------------------
Si tratta di una raccolta di 156 componimenti di breve estensione con versi novenari.
In latino la parola myricae indica le tamerici, un tipo di pianta molto comune e diffusa;
Pascoli sceglie questo titolo perché Virgilio, nelle Bucoliche nomina le tamerici come simbolo
della poesia umile → Pascoli dunque vuole mettere al centro della poesia le piccole cose
(quotidiane). Potrebbe derivare da qua la critica sulla poesia delle piccole cose.
La raccolta è costituita da componimenti di breve estensione che all’apparenza si
presentano come quadretti di vita campestre.
Spesso l’atmosfera evoca l’idea della morte, e uno dei temi più presenti nella raccolta è il
ritorno dei cari defunti.
Sono ricorrenti:
- onomatopee
- fonosimbolismo
- sintassi frantumata
- versi novenari

ARANO-------------------------------------------------------------------------------------
(1885-1886) il quadro appare realistico, si apre con una serie di impressioni visive.
Nella seconda terzina la scena si popola di figure umane e animali, e vengono
rappresentate attività tipiche della campagna in autunno.
Al di sotto di queste immagini rurali si avverte un senso di malinconia, dato dalla nebbia e
dalla fatica degli uomini che devono lottare contro la natura per difendere i frutti del lavoro,
gli uccelli infatti sono pronti a beccare i semi
L’ultima quartina è presentata dal punto di vista degli uccelli, che vengono umanizzati dal
poeta. Il tono diventa più gioioso e quasi allegro.
Si cela una sinestesia → il verso del pettirosso richiama il tintinnio dell’oro e il luccichio del
metallo.

X AGOSTO---------------------------------------------------------------------------------
(1897) x agosto → giornata di San Lorenzo (stelle cadenti).
A Pascoli le stelle cadenti ricordano il pianto del cielo e la morte del padre.
Stile umile e argomenti personali.
x → croce di Sant'andrea.
agosto → uccisione del padre e notte di San Lorenzo
L’ASSIUOLO-------------------------------------------------------------------------------
(1897)Paesaggio notturno con la presenza della luna → misterioso.
Temi principali:
- la famiglia
- la malinconia → alla fine diventa angoscia.
Mancano i riferimenti spaziali.
Sintassi paratattica → legami per analogia.
Atmosfera misteriosa → sensibilità del fanciullino.

NOVEMBRE--------------------------------------------------------------------------------
(1891) novembre → mese dei morti.
La gemma è la promessa della primavera; l’aria ci crea l’illusione della primavera.

IL LAMPO---------------------------------------------------------------------------------------------------------
(1894) è la rappresentazione simbolica di un dolore pratico → la morte del padre.

I CANTI DI CASTELVECCHIO---------------------------------------------------------------
Vengono composti nel 1903 e anche qua ritornano immagini della vita di campagna.
Prevale una struttura lirica anziché narrativa.
I componimenti si susseguono secondo un disegno segreto, che allude al succedersi delle
stagioni. Ricorre con frequenza il motivo della tragedia familiare e dei cari morti.
I temi prevalenti ricorrono alle ossessioni del poeta:
- eros → il gelsomino notturno
- morte → la mia sera

IL GELSOMINO NOTTURNO----------------------------------------------------------
(1903) La scrive per le nozze di un suo amico → scrivere per le nozze era una tradizione
molto antica. Notte di nozze → procreazione → Pascoli si trova al di fuori; scena dalla quale
lui stesso si estrania → senso di esclusione e di sconforto.
Ci sono due temi fondamentali opposti tra di loro: la morte e l’amore.
Narratore esterno.
La presenza di termini faunistici e botanici è una caratteristica tipica della poetica
pascoliana.
Il bisbiglio delle persone nella casa sottolineano l’intimità di quel momento, attraverso la
dolcezza dei termini.
Pascoli non è invidioso, ma rimpiange la sua incapacità.
Ritroviamo il tema dell’eros → il colore rosso e la fecondazione del fiore, che apre il suo
calice e emana il suo profumo per tutta la notte.
LA MIA SERA--------------------------------------------------------------------------------------------------
(1900) La sera per pascoli è un canale di comunicazione tra il mondo dei morti e il mondo
dei vivi. Il testo è interamente costruito su un’analogia → il paesaggio al tramonto,
finalmente sereno dopo un giorno di tempesta, e lo stato d’animo del poeta. Il componimento
si sposta dall’osservazione della natura alla riflessione personale.
C’è un contrasto tra il giorno e la quiete serale, reso possibile a livello semantico (parole
opposte).
La poesia richiama un altro componimento → La quiete dopo la tempesta di Leopardi;
entrambe partono da uno stato fisico per terminare con una riflessione
Punto in comune con il x agosto → la quiete rievoca le ninne nanne della madre nella culla.
D’ANNUNZIO
VITA------------------------------------------------------------------------------------------------
Nasce a Pescara nel 1863 da una famiglia borghese → dato il suo stato economico
benestante può studiare nel collegio Cicognini di Prato. Nel 1879 pubblica il suo primo
libretto di versi, Primo vere (primavera). Si trasferisce a Roma per frequentare l’università,
ma abbandona gli studi attratto dai divertimenti della città. Per diversi anni lavora come
giornalista, collaborando con vari giornali e parlando di articoli di cronaca rosa, come
letteratura, arte e costumi. Nei primi anni Novanta si spostò a Napoli per sfuggire ai creditori
e comincia a scrivere sul “Mattino” → inizia a riscuotere un grande successo soprattutto per
le sue opere narrative, che spesso suscitavano scandalo per i suoi contenuti erotici; e per il
suo stile di vita fatto di continue avventure galanti, lusso e duelli. Si crea la maschera
dell’esteta → è una persona che si considera superiore rispetto alle normali persone per la
capacità di vedere la bellezza dove gli altri non la vedono.

LE PRIME OPERE-----------------------------------------------------------------------------------------------
Le sue prime opere sono:
- Primo vere → esercizio di stile.
- Canto novo → si ispira a Carducci per l’aspirazione a una vita sana e virile (ritorno
al classicismo). C’è una fusione tra l’io e la natura, anticipando il panismo.
- Terra vergine → è una rappresentazione idealizzata: sullo sfondo della natura
vengono descritte le passioni primordiali spesso accompagnate dalla violenza. Il
narratore è onnisciente e interviene spesso a commentare e giudicare le vicende in
modo soggettivo

ESTETISMO---------------------------------------------------------------------------------------
L’estetismo dannunziano si può riassumere nella formula “il Verso è tutto”, secondo cui
l’arte e quindi la poesia hanno un valore supremo, e ad essa sono subordinati tutti gli altri
valori.
Sul piano letterale questo si trasforma come una ricerca incessante verso gli artifici formali,
utilizzando strumenti già presenti e introducendone altri. Per d'Annunzio la poesia nasce da
altra poesia → ECLETTISMO → trae ispirazione e imita apertamente versi che
appartengono a poeti italiani, francesi e inglesi.
La figura dell’esteta si isola dalla società borghese, ma è un isolamento sterile perché non
produce niente di buono.

IL PIACERE E LA CRISI DELL’ESTETISMO ----------------------------------------------


La crisi dell’estetismo ha inizio nel 1889 con la pubblicazione del Piacere, nel quale mette al
centro della storia Andrea Sperelli, un giovane raffinato aristocratico che rappresenta un
alter ego di d’annunzio stesso, riflette la fragilità e l’insoddisfazione dell’autore. Evidente è la
crisi del rapporto con la donna → Andrea è infatti attratto da due donne completamente
opposte:
- ELENA → la donna fatale
- MARIA → la donna pura
Andrea cerca di sedurre Maria solo perché Elena lo rifiuta costantemente, quando Maria si
concede, il ragazzo la chiama con il nome dell’altra donna, provocando la fine del rapporto e
restando solo con il vuoto e la sua sconfitta.
Lo scrittore ha un duplice atteggiamento verso il protagonista → da un lato pronuncia duri
giudizi attraverso la voce narrante, dall’altra ha una forte attrazione per il suo gusto raffinato
e per il suo stile di vita.
Il romanzo risente ancora di alcune tracce Veriste → vuole delineare un quadro sociale e
creare un romanzo psicologico, in cui contano i processi interiori dei personaggi.
Al Piacere succede un periodo di incerte sperimentazioni → fase della “bontà” → il
disgusto per gli artifici dell’estetismo inducono d’Annunzio a subire il fascino del romanzo
russo di Dostoevskij e di Tolstoj → scrive Giovanni Episcopo e l’Innocente.

IL SUPERUOMO-----------------------------------------------------------------------------------------------
Nel 1892 d’Annunzio trova uno sbocco alternativo alla crisi dell’estetismo grazie alla lettura
del filosofo Nietzsche, nel quale trova alcuni aspetti del suo pensiero molto affini alla propria
visione della realtà:
- rifiuto della società borghese
- esaltazione dello spirito dionisiaco (libero dai limiti imposti dalla morale comune)
D’Annunzio banalizza questi concetti, li modifica e li adatta al proprio pensiero.
Nasce il mito del superuomo → È aggressivo, energico e vitalistico; ingloba in sé la figura
dell’esteta utilizzando le sue capacità per compiere azioni eroiche. Il superuomo vuole far
nascere una élite in cui dominano i superuomini, abbiamo quindi una selezione degli
individui migliori che governano perché superiori → fine della parità dei diritti.
PUNTO IN COMUNE CON PASCOLI → attribuisce a individui capacità straordinarie.

ALCYONE------------------------------------------------------------------------------------------
Fa parte delle Laudi → dovevano essere 7 volumi ma ne completa solo 3:
- Maya
- Elettra
- Alcyone
Comprende 88 liriche ordinate come in un diario ideale di una vacanza estiva, che descrive
le tappe di un viaggio dai colli fiesolani alle coste tirreniche insieme alla donna amata.
L’ambientazione si svolge d’estate perché è vista come una stagione che consente il
raggiungimento della pienezza vitalistica.
L’io si fonde con la natura (Panismo) fino ad avvicinarsi a una condizione divina → solo il
superuomo può superare ogni limite umano ed elevarsi ad una condizione quasi divina.

LA SERA FIESOLANA-------------------------------------------------------------------------
Fa parte di Alcyone; comprende tre strofe intervallate da un ritornello. Ogni strofa aveva un
titolo che ne indicava la sua autonomia → se lette indipendentemente, hanno un tema a sé
e anche i contenuti sono indipendenti.
1 strofa → la natività della luna; il sorgere della luna viene visto come una teofania, cioè
l’apparizione di una divinità → rimanda al cantico delle creature.
2 strofa → la pioggia di giugno
3 strofa → le colline
Spunti narrativi:
- cantico delle creature → laudata sii
- pascoli e classicismo → viso di perla
Differenza d’Annunzio e Pascoli sulla natura:
- Pascoli → la natura è il luogo nel quale sentiamo la fatica, ha una funzione di guida
(ci civilizza)
- d’Annunzio → la natura è vitale e consente al superuomo di elevarsi.
SVEVO
CULTURA-----------------------------------------------------------------------------------------
Vive a Trieste, una città di confine in cui convergono la civiltà italiana, quella tedesca e
quella slava → è una città nella quale si realizza una mescolanza di popoli e culture
differenti

MAESTRI DI PENSIERO----------------------------------------------------------------------
Alla base della sua cultura vi è una cultura filosofica, arricchita da un interesse verso le
scienze.
- Schopenhauer → pensiero a sfondo irrazionalistico
- Nietzsche → il soggetto è formato da molti strati in continua trasformazione
- Darwin
- Marx → chiara percezione dei conflitti tra le classi sociali
Fu invece problematico il rapporto con la psicoanalisi di Freud → non apprezza la
psicoanalisi come terapia, ma come strumento conoscitivo e quindi narrativo.

MAESTRI LETTERARI---------------------------------------------------------------------------------------
Sul piano letterario ebbero peso nella sua formazione i grandi romanzieri francesi
dell’Ottocento, come:
- Balzac
- Stendhal
- Flaubert → Madame Bovary
Tra i romanzieri russi troviamo invece:
- Turgenev
- Dostoevskij
Tra i romanzieri inglesi → Joyce

LA LINGUA---------------------------------------------------------------------------------------
Non usa il fonosimbolismo.
La critica ha sostenuto che Svevo “scrive male” perché la lingua parlata dallo scrittore
quotidianamente è il dialetto triestino e ci sono tracce della lingua tedesca, per via dei
suoi studi giovanili in Germania.
Domina il discorso indiretto libero.

IL PRIMO ROMANZO: UNA VITA--------------------------------------------------------


Inizia a scriverlo nel 1888 e lo pubblica nel 1892 a proprie spese con il titolo Un inietto,
successivamente venne cambiato in Una vita, ma suscitò poca attenzione da parte della
critica e del pubblico.
TRAMA → Alfonso Nitti abbandona il suo paese e sua madre per andare a lavorare a
Trieste, presso la banca Maller, ma il lavoro gli appare arido e mortificante; cerca quindi di
compensare questa vita vuota con la letteratura. Alfonso conosce Macario, un giovane
brillante e sicuro di sé, e diventa una sorta di modello da imitare. La figlia di Maller, Annetta,
aiuta Alfonso nella stesura del suo romanzo e senza amarla, la seduce e la possiede.
Alfonso avrebbe l’opportunità di compiere una scalata sociale, ma invece, impaurito, fugge e
torna dalla madre. Torna poi a Trieste dopo la morte della madre, ma i suoi colleghi lo odiano
e Annetta si è fidanzata, questo fa invadere Alfonso da una profonda e dolorosa gelosia.
Prova a parlare con Maller, ma gli sfuggono frasi che sembrano ricatti; prova a chiarire con
Annetta, chiedendole un appuntamento, ma viene frainteso e si presenta all’appuntamento
suo fratello, il quale lo sfida a duello. A questo punto trova nella morte una via di fuga e si
suicida.

MODELLI LETTERARI--------------------------------------------------------------------------
Da un lato abbiamo il romanzo della scalata sociale in cui un giovane provinciale si
propone di conquistare successo nella società:
- Stendhal → Il rosso e il nero
- Balzac → Papà Goriot e Illusioni perdute
- Maupassant → Bel-Ami
Dall’altro lato abbiamo il romanzo di formazione con:
- Goethe → Wilhelm Meister
- Flaubert → L’educazione sentimentale
Inoltre è possibile riconoscere l’influenza di Zola e del naturalismo francese nella volontà
di ricostruire un determinato quadro sociale → sono presenti ricche descrizioni ed è
presente lo scontro tra l’eroe e i meccanismi della società capitalistica dominata dalla lotta
per la vita

L’INETTO E I SUOI ANTAGONISTI-----------------------------------------------------------------


Alfonso incarna la figura dell’inetto, un individuo debole e insicuro che non riesce ad
adattarsi alla vita perché non è in grado di conciliare i suoi sentimenti e le sue aspirazioni
con il mondo reale. Alfonso è infatti un piccolo borghese e un intellettuale → questi due
fattori sociali, legati tra di loro lo rendono un diverso, perché la società borghese ha il culto
dell’individuo energico e dominatore ed esalta soprattutto valori come il profitto. Egli sente
allora il bisogno di crearsi una realtà compensatoria: la cultura umanistica e la vocazione
letteraria si trasformano in un motivo di orgoglio.

L’IMPOSTAZIONE NARRATIVA----------------------------------------------------------
La narrazione è condotta da una voce esterna che si riferisce ai personaggi in terza
persona, ma non interviene con ampie regressioni per dare informazioni. Il narratore è
vicino all’impersonalità e predomina la focalizzazione interna del protagonista → il punto
di vista da cui sono presentati gli eventi narrati è collocato nella sua coscienza, tutto passa
attraverso la sua soggettività; il lettore vede le cose come le vede Alfonso, e sa quello di cui
egli è a conoscenza.
Il punto di vista del protagonista è dominante, ma non è l’unico → compare spesso la voce
del narratore, che pur non essendo onnisciente, interviene ugualmente a giudicare e a
smascherare autoinganni costruiti dall’eroe. La prospettiva del narratore è dotata di una
consapevolezza superiore rispetto a quella del personaggio.
SENILITÀ------------------------------------------------------------------------------------------
Viene pubblicato nel 1898 a sue spese, e il suo successo fu nullo. Il suo primo titolo era Il
carnevale di Emilio → breve momento di felicità per poi tornare alla solita vita.
Senilità → vita fatta di rinunce e privazioni
TRAMA → Emilio Brentani vive di un modesto impiego presso una società di assicurazioni
e gode di una certa reputazione in ambito cittadino per via di una precedente pubblicazione
di un romanzo. Le uniche due relazioni che intraprende sono con la sorella Amalia, e con un
suo amico, Stefano Balli, che rappresenta una sorta di figura paterna. Un giorno però
conosce Angiolina, una ragazza di umili origini; egli decide di compensare la sua vita vuota
e mediocre con un’avventura amorosa senza impegni, ma si innamora della ragazza e la
idealizza come una figura angelica. In seguito scopre che Angiolina l’ha tradito più volte e
scoppia in lui la gelosia. Dapprima chiude la relazione, poi però cade in uno stato di
prostrazione profonda e allora riallaccia i rapporti, però anche il suo amico si interessa alla
ragazza prendendola come modella per una statua. Angiolina si innamora di lui e la gelosia
di Emilio si concentra su di lui.
Anche la sorella Amalia vive una situazione simile con l’amico Stefano, e Emilio lo allontana
da casa sua. Amalia, distrutta, trova conforto nell’etere ma si ammala di polmonite. Dopo la
sua morte, Emilio si richiude nuovamente in se stesso e fonde insieme le due figure
femminili in un’unica donna, che diventerà simbolo della sua utopia socialista.

STRUTTURA PSICOLOGICA----------------------------------------------------------------
Si concentra sui quattro personaggi centrali e non c’è uno scontro con i problemi di natura
sociale. In primo luogo Svevo si occupa della dimensione psicologica dei personaggi.
Dal punto di vista sociale Emilio è un piccolo borghese e un intellettuale.
Dal punto di vista psicologico è un debole, un inetto, per questo ha poche relazioni con il
mondo esterno.

L’INETTO E IL SUPERUOMO----------------------------------------------------------------
Emilio non coincide con l’immagine dell’individuo borghese → individuo forte, sicuro,
energico e attivo, capace di crearsi il suo mondo con l’iniziativa e la volontà (stereotipo
culturale). Emilio rappresenta invece la crisi dell’individuo borghese → la sua impotenza
sociale del piccolo borghese declassato si traduce in impotenza psicologica ad affrontare la
realtà al di fuori della famiglia. Stefano Balli rappresenta un piccolo superuomo → tenta di
rovesciare l’impotenza in onnipotenza, mascherando la debolezza con l’ostentazione della
forza dominatrice.

L’IMPOSTAZIONE NARRATIVA----------------------------------------------------------
La narrazione è condotta in terza persona ed è focalizzata quasi totalmente sul
protagonista; i fatti sono filtrati attraverso la sua coscienza e sono presentati come li vede
lui. Dato che Emilio è portatore di una falsa coscienza, il suo punto di vista è inattendibile,
questo viene denunciato da Svevo con tre procedimenti narrativi:
- la voce del narratore interviene con commenti e giudizi espliciti per smentire o
correggere la prospettiva del protagonista.
- in altri casi il narratore tace per denunciare la falsa prospettiva del personaggio,
basta il contrasto che si viene a creare tra i fatti idealizzati e la realtà oggettiva.
- registrazione del suo linguaggio nei discorsi indiretti e diretti, il linguaggio di Emilio
appare stereotipato come le idee che trasmette; denuncia la limitatezza dei suoi
schemi mentali e dei suoi orizzonti culturali.

LA COSCIENZA DI ZENO----------------------------------------------------------------------------------
Viene scritto 25 anni dopo senilità, nel 1923, strutturalmente appare diverso dai due romanzi
precedenti. Tutti quegli anni erano stati importanti non solo per l’evoluzione interiore dello
scrittore, ma erano anche densi di trasformazioni della società europea → prima guerra
mondiale, superamento del positivismo e studio della psicoanalisi di Freud.
Svevo abbandona il modulo ottocentesco e adotta soluzioni nuove → non c’è il narratore
esterno, ma si parte da una confessione.
La coscienza di Zeno infatti è costituita da un memoriale (confessione autobiografica) che il
protagonista scrive su invito del suo psicanalista, il dottor.S. a scopo terapeutico, come
preparazione alla cura vera e propria.
La parte finale del libro è costituita invece da una sorta di diario di Zeno, in cui egli spiega il
motivo per cui ha deciso di abbandonare la terapia e si dichiara guarito, viene pubblicato dal
dottor.S.
Il romanzo è quindi narrato dal protagonista.
TRAMA → Il protagonista è un inetto, non appartiene alla piccola borghesia, ma fa parte
della ricca borghesia commerciale. Conduce una vita oziosa e scioperata, passando da una
facoltà universitaria all’altra senza mai laurearsi e senza dedicarsi ad alcuna attività → non
riesce a portare a termine nulla.
Il padre non ha la minima stima di lui poiché lo considera irresponsabile e immaturo; quando
muore affida il suo testamento a un tutore. Zeno ama il padre ma non fa altro che procurargli
amarezza e delusioni. Collega i suoi sensi di colpa al vizio del fumo → Zeno da giovane
rubava i sigari del padre che lasciava per casa. Quando il padre sta per morire gli tira uno
schiaffo e cerca di autoconvincersi che sia stato un gesto involontario, cerca quindi di
costruire un alibi e giustificazioni per dimostrare a se stesso che era privo di colpe riguardo
la sua morte (che nel suo inconscio desiderava) → morendo il padre, Zeno acquista spazio.
Zeno va in cerca di una figura paterna, e la trova in Giovanni Malfenti, lui rappresenta
l’immagine del borghese abile e sicuro.
Zeno decide di sposare una delle sue figlie, così da adottarlo come padre. Si innamora di
Ada, la più bella, lei lo rifiuta e lui rivolge la domanda ad Alberta, ma anche lei lo rifiuta; così
si trova costretto a sposare la più brutta, Augusta, amorevole come una madre riesce a
creargli intorno un clima dolce e sicuro. Augusta possiede un limitato ma solido sistema di
certezze → è in antitesi con Zeno, il quale è incapace di integrarsi nella vita.
Zeno si dichiara malato di nevrosi, simulando tutti i sintomi della malattia organica, e
proiettando nella malattia la propria inettitudine, ed attribuendo la colpa dei suoi malanni al
fumo.
Affianca alla moglie la giovane amante Carla, ma lo abbandona per un uomo più giovane.
Ada ha sposato un uomo, Guido Speier, un uomo bello, disinvolto e sicuro di sé il quale
rappresenta l’antitesi di Zeno, diventando così suo rivale. Zeno nutre per lui dei sentimenti
contrastanti:
- amicizia e amore fraterno
- odio profondo
Guido muore suicida e Zeno sbaglia corteo funebre → atto mancato → atteggiamento che
rivela il suo inconscio.
INATTENDIBILITÀ DI ZENO---------------------------------------------------------------------------
Si tratta di un narratore inattendibile, di cui non ci si può fidare → rimanda al secretum di
Petrarca.
Questo si capisce subito dall’inizio del libro la prefazione del dottor.S. → “tante verità e
tante bugie”. Dobbiamo dunque interpretare le letture.
Le menzogne che racconta non sono intenzionali, sono autoinganni per mezzo dei quali il
suo inconscio cerca di zittire i sensi di colpa che lo tormentano.

LA FUNZIONE CRITICA DI ZENO---------------------------------------------------------


Non è solo oggetto di critica, ma anche soggetto → si autocritica da solo, questo implica
un processo di costruzione.
Il romanzo è anche percorso dal distacco ironico con cui Zeno guarda il mondo che lo
circonda. La sua diversità funziona da strumento straniante nei confronti dei cosiddetti sani
e normali → Zeno viene messo in discussione dall’inizio ma non si nasconde; per andare dal
dottore ci vuole coraggio, mentre Augusta o il padre invece non vogliono mettersi in
discussione perché vivono di certezze → positivismo; con Zeno si ha il distacco da questa
corrente di pensiero.
La malattia mette in risalto l’inconsistenza della sanità degli altri, che si dichiarano
soddisfatti del loro modo di vivere e appaiono incrollabili nelle loro certezze; Zeno, nella sua
imperfezione di inetto, è disponibile alle trasformazioni → lui sperimenta varie forme di
esistenza, mentre gli altri sono cristallizzati in una forma rigida.
Egli avverte un disperato bisogno di salute, cioè di normalità → la normalità della società è
rassicurante.
La salute degli altri invece è considerata la vera malattia → la visione dell’inetto mette in
crisi le nozioni contrapposte di salute e malattia, facendo diventare tutto incerto e ambiguo.
Ciò che dice Zeno può essere verità, bugia, o entrambe le cose.

Potrebbero piacerti anche