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Verga, profilo letterario

UNA PECCATRICE
Pubblicato nel 1866.
Romanzo vagamente autobiografico che narra le vicende di un giovane artista
STORIA DI UNA CAPINERA
Pubblicato nel 1870
Romanzo epistolare sul modello di Le ultime lettere di Jacopo Ortis. La narrazione si
sviluppa in forma di lettere inviate dalla protagonista all'amica Marianna, ex compagna del
convento ora sposata.
Trama: Maria, costretta a uscire da un convento per via del colera, si innamora di Nino, il
quale per finir per sposarne la sorellastra causando la morte di dolore della protagonista.
EVA, EROS E TIGRE REALE
Scritti durante il periodo milanese (1872) e pubblicati fra il 1872 e il 1874.
I personaggi maschili risultano scialbi e meschini e per pi aspetti tendono a presentarsi
come proiezioni dell'autore di cui ricalcano il motivo biografico dell'allontanamento dalla
terra natia e dalla famiglia.
I personaggi femminili sono affascinanti e misteriosi: Eva l'idolo del lusso e del piacere, le
amanti di Alberto Alberti in Eros sono sontuose e la contessa russa Nata, in Tigre reale,
quantomeno fatale.
DOCUMENTO UMANO E IMPERSONALIT
Con la fine degli anni '70 si avvia la trasformazione del ruolo letterario di Verga da gregario
a sperimentatore in proprio e deciso innovatore. Dal 1879, infatti, Verga in grado di
recepire con tempismo e fiuto l'importanza del naturalismo francese, suggeritagli da De
Sanctis e Capuana.
Dal naturalismo Verga ricava alcuni insegnamenti fondamentali, senza i quali molti elementi
del suo lavoro futuro non sarebbero comprensibili. Primo fra tutti il passaggio da una
visione ancora tradizionale del mondo rustico spesso filtrata dagli occhi aristocratici del
narratore alla definizione dei caratteri salienti del mondo veristico: la fedelt al documento
umano presentato nudo e schietto senza che intervenga la lente dello scrittore, l'adesione al
metodo scientifico e la scomparsa del narratore-regista tradizionale.
VITA DEI CAMPI
Raccolta di novelle publicate a Milano nel 1880.
Le novelle sono otto: Fantasticheria, Jeli il pastore, Rosso Malpelo, Cavalleria rusticana, La
lupa, L'amante di Gramigna, Guerra di santi e Pentolaccia.
Fantasticheria il manifesto della raccolta e fa quasi da prologo a I Malavoglia, di cui
presenta i personaggi, luoghi e temi principali. Vi delineato per la prima volta l'ideale
dell'ostrica, cio la riluttanza a staccarsi dal luogo natale e l'impossibilit di riattecchirvi: si
delinea cos anche il recupero dei valori semplici e incontaminati del mondo contadino,
volutamente contrapposti ai falsi valori e alle frivolezze della societ mondana.
L'amanti di Gramigna (o, in principio, L'amante di Raja) particolarmente importante
perch nella lettera-prefazione che lo introduce Verga attua un preciso bilancio della propria
produzione fino al 1880 e abbozza il cammino da percorrere per giungere alla piena
realizzazione del programma verista.
I temi vertono su personaggi del mondo contadino, non pi osservati con occhio
paternalistico, ma lasciati agire in prima persona, e quindi in grado di esprimere la loro
concezione della vita, i loro valori, le loro illusioni. Essi vengo quasi sempre stritolati dal
pesce vorace che il mondo, non appena tentano di sollevarsi dalla situazione di miseria e
subordinazione in cui vivono. Altro tema fondamentale quello del triangolo amoroso, che
trova la drammatica soluzione nel duello rusticano, conseguenza del ferreo codice
dell'onore, superiore a ogni altra legge. Affiora anche il tema della roba, valore sommo cui

restano subordinati sentimenti e rapporti personali.


NOVELLE RUSTICANE
Raccolta di nocelle pubblicata a Torino nel 1882.
Le novelle sono 12: Il Reverendo, Don Licciu Papa, Il mistero, Malaria, Gli organi, La roba,
Storia dell'asino di S. Giuseppe, Pane nero, I galantuomini, Libert, Di l del mare.
La realt presentata frammentata e cupa: le parole cardine dell'ordine antico (Dio, Re,
Giustizia, Libert) perdono valore e rivelano tutta la contraddittoriet di un un mondo in cui
il progresso illusorio e il cambiamento solo apparente.
Alla polemica ideologica se ne affianca una sociale, che vede gli umili soccombere non solo
di fronte ai potenti, ma anche di fronte a una natura sempre pi maligna e implacabili:
ingannatori e ingannati, vincitori e vinti, risultano accomunati dall'identica sorte di miseria e
desolazione.
PER LE VIE
Raccolta di novelle pubblicata a Milano nel 1883.
Le novelle sono 12: Il Bastione di Monforte, In piazza della Scala, Al veglione, Il canarino
del n. 15, Amore senza benda, Semplice storia, L'osteria del "Buoni Amici", Gelosia,
Camerati, Via Crucis, Conforti, L'ultima giornata.
Originariamente il titolo sarebbe dovuto essere Vite d'officina, simmetrico rispetto a Vita dei
campi, ma Verga scelse poi un titolo pi genericamente urbano.
Le novelle danno spazio al punto di vista del personaggio evidenziandone, attraverso un
registro grottesco, il fallimento e l'incapacit di integrarsi nella nuova condizione urbana.
Il ciclo dei vinti
CARATTERISTICHE FORMALI DE I MALAVOGLIA
Al centro del Ciclo dei vinti stanno I Malavoglia, una novit straordinaria per l'estrema
originalit, per la compattezza sia nei temi sia nella perfezione formale e per la fusione
totale degli elementi.
Gli aspetti chiave dello stile sono l'annullamento del narratore onnisciente a favore di un
coro popolare che si incarica di presentare dall'interno tutta la vicenda, la funzione delle
unit narrative nel passaggio inavvertito del discorso fra i vari personaggi, l'uso cospicuo del
discorso indiretto libero e il ricorso alla sintassi dialettale, al proverbio popolare e al parlato
proverbiale (che non crea un colore locale puramente esteriore, ma contribuisce alla
dialettalit interna).
L'IDEOLOGIA VERGHIANA
Nonostante metta la centro del proprio lavoro il mondo degli emarginati e dei sopraffatti
sociali, Verga per ideologicamente un conservatore e tale resta anche dopo aver dedicato
tutte le proprie energie al trionfo del verismo.
L'esistenza concepita come lotta per la vita che sfocia forzatamente nella sconfitta, nel
fallimento e nella solitudine pi assoluta e insuperabile.
IL PROGETTO DEL CICLO DEI VINTI
Gli splendidi risultati raggiunti ne I Malavoglia non bastano a Verga, sempre tentato di
portare a compimento l'ambizioso progetto di un ciclo che dovesse dimostrare come la
fallimentare lotta per la vita coinvolga tutti gli strati sociali.
Verga espone il piano del ciclo in cinque livelli: I Malavoglia, Mastro don Gesualdo, La
duchessa di Leyra, L'on. Scipioni, L'uomo di lusso.
I Malavoglia
DATI EDITORIALI
Romanzo pubblicato nel 1881.

Composto da 15 capitoli che si possono articolare in tre grandi sezioni: I-IV: il fallimento
del negozio di lupini e l'affondamento della barca dei Malavoglia; V-X: difficolt della
famiglia e secondo naufragio; XI-XV: partenza di 'Ntoni e l'amara conclusione.

LA COMPLESSA ELABORAZIONE DEL ROMANZO


Dapprima, sull'onda del successo del bozzetto siciliano Nedda, Verga aveva pensato ad un
bozzetto marinaresco intitolato Padron 'Ntoni e aveva proposto la sua pubblicazione a
Treves nel 1874. Dopo una lunga rivisitazione era giunto alla sua conclusione nel 1878, ma
il manoscritto, che ancora non soddisfaceva l'autore, non era adatto alla pubblicazione in
rivista a causa della lunghezza. Nei tre anni successivi Verga rivede ancora il manoscritto,
fino a giungere alla pubblicazione nel 1881.
L'INTRECCIO
Il romanzo narra le vicende della famiglia Toscano (i Malavoglia), pescatori di Aci Trezza
che, cercando di migliorare la loro situazione, finiscono per indebitarsi irreparabilmente.
Fallito il commercio di lupini a causa del naufragio della loro barca, partiti i nipoti per la
leva, finito in prigione 'Ntoni, la famiglia si disgrega e la loro casa del nespolo viene
venduta. Dopo la morte di Padron 'Ntoni e di sua nuora, Maruzza, i nipoti riescono a
riscattare la casa e a ricostituire un piccolo nucleo familiare, dal quale restano esclusi Lia
(diventata una prostituta) e 'Ntoni.
LA STRUTTURA E LE SCANSIONI SPAZIO-TEMPORALI
L'opera non rivela forti cesure interne e tende ad una continuit ottenuta tramite sapienti e
volontarie riprese di vocaboli, motivi e temi da un capitolo all'altro. Nonostante questo i
quindici capitoli possono raggrupparsi in due gruppi narrativi: capitoli I-IX con protagonista
Padron 'Ntoni; capitoli XI-XV con protagonista 'Ntoni. Il capitolo X funge da cerniera.
Alla struttura narrativa compatta e simmetrica corrisponde un trattamento unitario dello
spazio e del tempo: lo spazio del villaggio, non descritto nei particolari, si articola in una
serie di punti chiave che assolvo delle funzioni ben distinte: la farmacia sede dei discorsi
politici, il sagrato della chiesa delle chiacchiere dei possidenti, l'osteria degli sfaccendati, la
bottega di Vanni Pizzuto dei pettegolezzi per gli uomini e la strada dei pettegolezzi delle
donne. I confini sono il mare e la sciara (desolata piana che circonda il villaggio).
Il tempo uniforme, monotono e poco rilevato. Non compaiono quasi mai riferimenti ad
anni e mesi, ma piuttosto la scansione temporale si basa sulle ricorrenze religiose, sui ritmi
stagionali dei lavori e dei raccolti o su avvenimenti che riguardano da vicino la vita del
paese. Il ritmo narrativo viene accresciuto o rallentato a seconda delle esigenze.
SIMBOLISMO E LIRISMO
I Malavoglia sono la perfetta realizzazione delle teorie veriste: l'assenza volontaria del
narratore infatti totale, ma ci finisce col provocare un risalto e un effetto fortemente
simboli dell'opera , che non narrazione piatta e aridamente obiettiva, ma fiabescamente
atemporale, leggendaria, carica di valori simbolici e mitici nel trattamento del tempo e dello
spazio, nel linguaggio, nella vicenda rigorosamente analizza, ma osservata dall'autore con
intensa e inespressa piet.
GRANDI TEMI MITICI
Casa del nespolo: oggetto dalla valenza mitica che simboleggia il permanere della tradizione
e dei valori del passato.
Partenza e ritorno: indissolubilmente legati al tema della morte.
Ripetersi immutabile delle stagioni e degli eventi: contrapposto al mutamento continuo che
il progresso porta.
Religione della famiglia: personificata da Padron 'Ntoni (che infatti muore), l'antica civilt
contadina che viene sconfitta dall'incalzare di un progresso senz'anima.
LE TECNICHE NARRATIVE
Ci che rende I Malavoglia la massima espressione del verismo non l'accuratezza della
descrizione di Aci Trezza o l'interesse della vicenda narrata, ma bens l'insieme delle scelte

stilistiche e delle tecniche narrative, ritrovabili isolatamente anche in autori precedenti, ma


che in Verga si raduno e si concentrano con assoluta precisione e compattezza.
L'aspetto centrale dello stile malavogliesco l'eclissi totale dell'autore, che rinuncia sia
all'onniscienza tipica del romanziere tradizionale, sia al giudizio sugli avvenimenti narrati.
L'analisi psicologica dei personaggi comunque dettagliata poich affidata alla struttura
stessa della vicenda.
Lo scrittore riserva per s il ruolo di scrivano pubblico, pronto a registrare le voci dell'intero
paese, cui invece delegata la funzione narrativa: il coro popolare si fa carico del giudizio e
dell'interpretazione dei fatti.

L'IDEOLOGIA CONSERVATRICE
I punti di vista presenti del romanzo sono sostanzialmente quello del villaggio e quello dei
Malavoglia.
Verga fa propria la scala di valori degli abitanti di Aci Trezza attraverso l'uso di un lessico
povero, ripetitivo e adeguato al parlante, la riproduzione fedele delle consuetudini tipiche di
un ambito paesano, un ricorso ai proverbi e alle sentenze (rappresentano la fissit del mondo
arcaico) e l'uso di una sintassi che rispecchia da vicino i modi e i ritmi del pensiero.
Mastro-don Gesualdo
LE DUE REDAZIONI
L'opera testimonia il cambiamento di rotta di Verga. Esso risulta meno innovativo dal lato
formale, poich vi si registra una riduzione del discorso indiretto libero, la pressoch totale
assenza della sublime monotonia stilistica tipica de I Malavoglia e, viceversa, una maggiore
articolazione sintattica e compositiva.
L'INTRECCIO E L'AMBIENTAZIONE
Ambientato nella fertile pianura catanese, il romanzo vede come protagonista Gesualdo
Motta, che all'avidit di ricchezza sacrifica ogni cosa. Non sposa Diodata Limoli, una
povera trovatella dalla quale ha avuto dei figli, ma donna Bianca Trao, di famiglia nobile
decaduta, nella speranza di essere agevolato nei suoi affari. Ma tutti i parenti e tutto il paese
si schierano contro di lui. La moglie non fa eccezione. Gesualdo mette la figlia in un
convento aristocratico a Palermo finch la ragazza non ne esce all'et di 18 anni. Conosciuto
il padre comincia ad odiarlo, sia per la differenza di educazione, sia per lo stato della
schiavit in cui tiene la madre (che muore di tisi). Durante la Rivoluzione Gesualdo,
reazionario, torna al paese dove muore, lasciato solo, di cancro.
LA STRUTTURA STILISTICA PI ARTICOLA E COMPOSTA DEL MASTRO-DON GESUALDO
La struttura dinamica e composita ed segnata dalla rinuncia alle tecniche di lavoro
conquistate ne I Malavoglia in particolar modo il canone dell'impersonalit. Lo stile
variegato e di grande efficacia, ma certo di minore forza sperimentale.
Vi una convivenza della rappresentazione oggettiva, del punto di vista dei vari personaggi
e di Gesualdo (espressi con l'indiretto libero) e di un coro anonimo (che si avvale della
cultura popolaresca e e proverbiale).
L'assenza di ogni comunicazione tra i personaggi, l'alienazione e la drammatica solitudine
del protagonista sono sottolineate da Verga senza l'abbandono lirico tipico de I Malavoglia e
tramite effetti di assurdo e grottesco prima impensabili.
Dominio della legge per cui ogni aspirazione al progresso is risolve inevitabilmente in
fallimento radicale, mentre l'umanit ossessivamente in fallimento radicale, mentre l'umanit
ossessivamente condizionata dalla roba ne travolta e sconvolta.

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