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L’attesa dell’amante.

Qui D’Annunzio mette in pratica la teoria stilistica che lo caratterizza.


Importante l’aspetto stilistico.
Ci sono delle scelte lessicali molto elevate e rispecchiano anche il modus vivendi di d’annunzio.
“n’anno moriva assai dolcemente”: c’è una sorta di decadentismo, di morte, legato a una
sensazione di dolcezza, tipico di Verlaine.
C’è una sensazione di dolcezza, il clima di Roma del resto è cosi, proprio in senso fisico. C’è
un’atmosfera che induce ad uno stato d’animo di ABBANDONO, DI LANGUORE.

Tecnica narrativa: ci sono dei riferimenti temporali. L’orologio della trinità dei monti suonò le tre e
mezzo: ed è il tempo della giornata.
Poi entriamo nella dimora dell’esteta. Abbiamo un forte stimolo dell’olfatto e della vista, che dia
un senso di decadenza, di mollezza. Le coppe di cristallo sono paragonate a quelle coppe che ci
sono dietro alla vergine di Sandro Botticelli. Sperelli è sempre alla ricerca di oggetti che richiamino
opere d’arte.
I fiori nella coppa sembrano anticipa l’offerta amorosa che seguirà. C’è una correlazione fra
MISTICO e CARNALE.
Caratteristica ortografica: lui non mette le doppie per scelta, vuole richiamare i latini.
C’è una ricerca raffinata delle tende molto sfarzose, a richiamare il gusto liberty. D’annunzio
ricorda che richiama e prende molto dal rinascimentale e dal barocco.
Ci sono aspetti artistici molto rilevanti di d’annunzio: grande capacità descrittiva del personaggio.
Lui era contro Manzoni, però ecco che come Praga, lui forse inconsciamente lo riconosce come
padre. Manzoni usava la paratassi e l’accumulo di verbi, E COSì D’ANNUNZIO.
Lui questa volta è un soggetto lasciato, quindi diverso da Tullio. Elena per quanto fatale e crudele
viene paragonata a Dafne.
Per esempio lui scrive “le legna”, è un uso arcaicizzante.
Dopo aver consumato il rapporto lei buttava la legna nel camino.
Paragone fra i fiori e gli uomini: ma poi la rosa è un simbolo, che attraversa tutta la letteratura: ha
un valore di tipo sessuale: rappresenterebbe alla lunga l’organo sessuale femminile. È un modo
per manifestare il suo potere. Sperelli ha comprato delle rose per lei, e lei le rovina con eleganza.
Elena è una figura vincente ogni volta. L’amante si deve chinare per allacciarle le scarpe.

È molto diverso il paesaggio della carrozza:


questa volta è uno spazio chiuso.
Visione onirica.
Poi riguardo all’olfatto: lei ora sente il girasole (eliotropio), che emanava dalla sua pelliccia.
Elena qui appare come EVOCAZIONE del ricordo amoroso prima e ora come ricordo della relazione
passata. Lei adesso è strana: TACEVA, con la faccia dietro il velo e le mani nel camoscio (che era il
manicotto).
Effetto coloristico della scena della carrozza: vedono arrivare in senso opposto le altre persone
come fossero delle macchie di colore. La luce questa volta è FREDDA. Abbiamo una tipica
descrizione del ROMANTICISMO.
Elena ha poche parole per Andrea: io parto, questa è l’ultima volta. Sperelli cerca fino all’ultimo di
toccarla, di ravvivare la sensazione fisica, ma lei gli dice: non più. Non più. Lo sguardo di lei è come
una calice di vino che ubriaca l’amante. Il paesaggio riflette gli stati d’animo.

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