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Tecnica narrativa: ci sono dei riferimenti temporali. L’orologio della trinità dei monti suonò le tre e
mezzo: ed è il tempo della giornata.
Poi entriamo nella dimora dell’esteta. Abbiamo un forte stimolo dell’olfatto e della vista, che dia
un senso di decadenza, di mollezza. Le coppe di cristallo sono paragonate a quelle coppe che ci
sono dietro alla vergine di Sandro Botticelli. Sperelli è sempre alla ricerca di oggetti che richiamino
opere d’arte.
I fiori nella coppa sembrano anticipa l’offerta amorosa che seguirà. C’è una correlazione fra
MISTICO e CARNALE.
Caratteristica ortografica: lui non mette le doppie per scelta, vuole richiamare i latini.
C’è una ricerca raffinata delle tende molto sfarzose, a richiamare il gusto liberty. D’annunzio
ricorda che richiama e prende molto dal rinascimentale e dal barocco.
Ci sono aspetti artistici molto rilevanti di d’annunzio: grande capacità descrittiva del personaggio.
Lui era contro Manzoni, però ecco che come Praga, lui forse inconsciamente lo riconosce come
padre. Manzoni usava la paratassi e l’accumulo di verbi, E COSì D’ANNUNZIO.
Lui questa volta è un soggetto lasciato, quindi diverso da Tullio. Elena per quanto fatale e crudele
viene paragonata a Dafne.
Per esempio lui scrive “le legna”, è un uso arcaicizzante.
Dopo aver consumato il rapporto lei buttava la legna nel camino.
Paragone fra i fiori e gli uomini: ma poi la rosa è un simbolo, che attraversa tutta la letteratura: ha
un valore di tipo sessuale: rappresenterebbe alla lunga l’organo sessuale femminile. È un modo
per manifestare il suo potere. Sperelli ha comprato delle rose per lei, e lei le rovina con eleganza.
Elena è una figura vincente ogni volta. L’amante si deve chinare per allacciarle le scarpe.