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Storia della pedagogia (Guida di studio)

1. In genrale si può dire che l’oggetto della ricerca pedagógica è:


Lo studio dei fenomini, dei processi, dei modelli educativi e formativi e nello stesso tempo, di
teorie, di progettazioni, di sperimetazioni caratterizzate da intensionalità educative.
2. Differenze tra educazione e pedagogia:
Educare =allevare, coltivare; e quindi, fa riferimento ad aspetti organici: allevamento, custodia,
assitenza, cura, nutrizione, igine. Educêre=tirar fuori, sviluppare; fa riferimento ad aspetti
interiori: immaginazione, osservazione, intelleto, ragione, censo critico, emotività, razionalità,
espresività.
Pedagogia=paidagogia del paidagogós, composto di país Paidós, ragazzo, e ágo, condurre.
3. Rispetto all’educazione, si sitúa la pedagogia, dice Durkheim:
L’educazione è l’azione esercitata sui fanciulli dai genitori e dai maestri. Ben diversamente
avviene con la pedagogia. Questa consiste non in azioni, ma in teorie. Queste teorie sono modi
di concepire l’educazione, no della maniera di praticarla… l’educazione non è quindi che la
materia oggetto della pedagogia; che in certo modo constiste, nella meditazione sui problema
dell’educazione. È questo che rende la pedagogia, almeno nel passato, intermitente, mentre
l’educazione è continua… l’a pedagogia Il suo mandato non è di sostituirsi alla pratica, ma di
guidarla, di iluminarla, di aiutarla, se occorre, a colmare le lacune che si vengono a produrre
(indaga sulla natura dell’educazione e sui processi educativi e formativi), a rimanere alle
insufficienze che vi si sono constante…
4. In generale, secondo Durkheim, l’educazione è:
L’azione esercitata dagli adulti sopra e con i Ragazzi per integrarli nella loro comunità e per
trasmetere loro la cultura, cioè l’insieme dei saperi necessari per l’esistenza di detta comunità.
-tutte le società esercitano una doppia funzione educativa:
1) integranno i Ragazzi nella comunità.
2) trasmettono loro la propria cultura.
5. Con una visione più ampia e integrale dell’uomo l’educazione è:
La promozione, strutturazione e consolidamento delle capacità personali fondamentali per
vivere la vita in modo consiente, libero, responsable e solidale, nel modo e con gli altri, nel
fluire del tempo e delle età…
6. Da dove scaturisce la necesita della storia della pedagogia:
Ciascuna società ha una propria cultura, l’educazione non solo asume molte e diverse forme, ma
ogni può essere intesa anche in divesi modi, da ciò scaturisce la necessità di una storia della
pedagogia, il cui significato si collega allá distinzione fondamentale fra educazione, riflessione
e ricerca pedagógica, formulata sopra. La storia della pedagogia, quindi, consente di cogliere
l’evoluzione delle idee educative e il loro intreccio con le azioni concrete in specifici contesti
sociale (dalla necessità della trasmissione nasce il processo educativo).
7. Due problematiche della civiltà antiche:
1) i caratteri fondamentali dell’educazione in una società senza scrittura.
2) Modalità fondamentali con cui si svolgeva l’educazione nella civiltà antiche.
8. L’educazione in una società senza scritura:
 In una comunità ad oralità primaria
 La modalità di trasmissione del patrimonio culturale è connesa allá memoria
 Il rischio dell’oblio, però, minaccia questo tipo di educazione (il segno dell’angoscia)
9. Le condizioni in cui esiste e funciona una cultura ad oralità primaria
Sono strettamente acustiche, è l’orecchio e non l’occhio che comunica le informazioni
lingustiche, per cui il essere sociale trova rincontro nel linguaggio (c’è il rischio della perdita
della memoria culturale).
10. Che cos’è il rischio dell’oblio?
È una componente psico-sociale fondamentale in una comunità orale, che comporta il rischio di
crisi della presenza di sé al mondo, come gruppo sociale riconoscibile. La civiltà orale reca il
segno dell’angoscia. Il sé sociale trova riscontro si riverbera nel linguaggio verbale.
11. Quali sono gli elementi cha hanno consentito di superare il rischio dell’oblio e hanno
favorito la memorabilità?
Secondo Eric Havelock: la grammatica linguistica (ordine formale e analítico), la grammatica
antropológica (senso delle parole), l’elemento ritmico della lingua, le massime e sentenze
(descrivono i comportamenti personali e social e reppresentano la coscienza comune del gruppo
alla grande EPOPEA, presente in tutte le culture orali).
12. A tali racconti (epopea), alla poesía la società orale affida:
L’espressione dei suio nomos (legge), ethos (l’etica-morale) e mores (costumi-tradizioni)
13. La trasmissione di tali contenuti a degli specialisti:
 Poeta eroico
 All’aedo
 Profeta
 Al saggio
14. Principio della civilta antica (orale)
Educare era aiutare a ricordare
15. Modi dell’educazione nella società antiche
Per le società ad oralità primaria, la conservazione e trasmissione del retaggio (herencia)
culturale delle generazioni precedenti assorbono quiasi totalmente l’attività educativa. Un ruolo
fondamentale in questo proceso, lo esercitano:
 I proverbi
 Le massime
 I racconti
 I miti
 I canti
 Le epopee
16. Come si risolveva il problema della trasmissione:
Impartendo ai Ragazzi un’educazione informale: gruppo familiare, i coetanei e gli adulti. Col
gioco, inoltre, imitando gli adulti, si esercitavano alle future mansioni (tareas). Si trattava di
un’educazione basata sull’orsservazione e l’esperienza. I riti di iniziazione per introdurre i
giovani nella vita adulta (conoscenza dei simboli della comunità)
17. Com’era il villaggio a differenza della città?
Nel villaggio, a differenza della città, non c’era divisione in classi sociale. Erano società
igualitarie: tutti svolgevano più o meno lo stesso lavoro, le famiglie si aiutavano tra loro. Nella
città, la divisione del lavoro indusse la formazione di diverse classi sociali, differenziate per
ricchezza, prestigio, potere (si organizzò gerarchicamente con una minoranza che comandava e
la massa dei sudditi che obbediva…).
Comparvero personaggi ideonei nel guidare e nell’amministrare il lavoro. I sacerdoti, interpreti
del volere divino e custodi del sapere sacralizzato o comunque connesso alla religione ed al
tempio, divennero sempre più potente.
18. Che cosa fa l’invenzione della scritura (la scritura alfabetica)
Fa cadere il problema della memorizazione, e si offronno nuove posibilità nel campo educativo.
19. Forme di scriture:
 Pittografica (rappresentazione grafica di un oggetto/valore simbolico)
 Ideografica (per legerlo c’è bisogno di interpretarloun codice)
 Geroglifica (segni convenzionali)
20. Che cosa fu fatta dei fenici e greci?
Introdurre 25 carattteri non ideogrammatici, che notavano solo le consonanti; i greci ad
inventare la scrittura alfabetica aggingendo alle consonanti dei fenici le vocali, creando un
alfabeto di 24 segni.
21. Tra l’invenzione della scrittura furono:
Affidati i misteri ed rituali religiosi, narrazioni storiche, racconti ed insegnamenti morali
(educazione umanistico-letteraria). Furono sviluppati i luoghi dove si poteva aver cura
dell’educazione formale: le scuole, le aule, i material didattici.
22. Com’era la disciplina:
Era molto severa e si ricorreva sovente alle punizioni corporali.
23. Com’era il corriculum scolastico:
Dall’istruzione, a quella superiore era lungo e faticoso; l’apprendimento era mnemónico; la
lezione consiteva nella dettatura, o capiatura, di testi per lo più sapienzali, tramandati per
generazioni, da incidere sulle tavolette.
24. Com’era l’educazione femmenile
Al di fuori della corte, era trascurata.
25. Quale sono i personaggi più influenzati nella trasmissione culturale:
I sacerdoti, i sapienti, i profeti, e in particulare, gli scribi che divvenero un vero e proprio ideale
di vita.
26. Le scuole, casa della vita o casa delle tavolette
Erano sitúate presso la corte, per i principi reali e l’alta nobiltà, e soprattutto presso i tempi ed
erano dotate di archivi e biblioteca.
27. L’importanza della civiltà greca per il modo occidentale, in refferimento alla
filosofía e all’educazione:
-Giovanni Reale: la filosofía come creazione preculiare dei greci.
-James Bowen: sottolinea la discontinuità introdotta dai Greci nell’educazione.
28. Il fine dell’educazione antica visto della perfezione morale ed espresso coi termini:
L’educazione antica si pone come fine prilegiato la guida verso la perfezione morale, che i greci
chiamano areté a i romani virtus.
29. Rispeto alle culture pre-elleniche, la cultura greca si caratterizza:
Per la centralità dell’uomo (è all’origine di una cultura umanista), che viene cantato e celebrato
nelle manifestazioni artistiche, letterarie, poetiche, sportive e, in paticular modo, nelle poleis,
cioè nelle città (Atene), dove si sviluppa l’arte política.
30. Aspetti caretteristiche della cultura greca:
 Scoperta dignità dell’uomo (poeti-filosofi)
 Celebrazione dell’uomo (letteratura-arte-manifestazione panelleniche)
 Creazione della città dell’uomo (polis)
 La formazione dell’uomo (paideia)
31. Nella paideia (formación) greca la completezza delll’uomo è espressa da due binomi:
1) Ginnastica (cultura del corpo) – música (indica culto della musuica e l’ambito culturale,
delle discipline protette dalle muse):
2) Bello/kalós (belleza física interiore) – buono/aghatós (indica la realizzazione di quel valore
dell’uomo: l’ereté e che formava l’aner agathos). Perciò i due termini verranno fusi in quello
più comprensivo di kalokaghatìa.
32. Quali sono i paradigmi ideali della paideia:
1-Omero/eroe (VIII-VII sec. a.C)
2-Esiodo/contadino (VII sec. a.C)
3-Tirteo/soldato (VII sec. a.C)
4-Ideale comune/cittadino. Due modelli: Sparta (oligarchica) e Atene (democrática)
5-Pindaro/sportivo (V sec. a.C)
6-Socrate-Platone/filosofo (427-347 a.C)
7-Sofisti-Isocrate/retore (V-IV sec. a.C)
33. I primi paradigmi ideali presente nella formazione dell’uomo greco sono:
I modelli educativi presenti nell’iliada e nell’odissea.
34. Come consideravano i Dori l’areté?
Solo il coraggio in battaglia, la forza física, la solidarietà all’interno del gruppo dei guerrieri
(tutti valori maschili e questo accentuò l’inferiorità sociale della donna).
35. Chi era l’aedo?
Il cantore che nelle rustiche corti cantava le imprese degli antichi eroi; dando forma poética a
miti e leggende popolari ambientate in un passato eroico, le tramandava da una generazione
all’altra (furono l’iliane e l’odissea).
36. I Greci e i Troiani, sanno che cosa sia un uomo buono un anér aghatós. Che
comprende la virtù, areté:
Molte cose: nobile origine, qualità fisiche, suceso e fama irreprensibile.
-L’uomo debe essere coraggioso e avere successo in guerra, deve essere forte, grande e bello.
Debe parlare bene in asamblea e dare consigli ragionevoli, ma debe essere ricco e potente.
-La donna perfetta debe essere bella, onesta ed esperta del lavoro di casa.
l’educazione è l’elaborazione di un dover essere formativo: realizzare l’areté.
37. Com’è l’areté eroica nell’Iliade
Per Wener Jaeger, l’iliade è l’espressione dell’antico spirito eroico dell’areté, e tale ideale
incarna in tutti i sui eroi. Il valeroso è sempre l’aristocratico, l’uomo di classe elevata, il
combattimento e la vittoria sono la sua suprema distinzione la vera sostanza della vita.
38. Chi è il símbolo dello spirito eroico dell’areté: l’iliade
Achille, l’eroe guerriero che ragginge il vertice del’areté nella vittoria sul campo di battaglia…
Aveva due educatori: il centauro chirone, il cui insegnamento si basa su norme di vita vissuta e
principi di medicina, e l’anziano príncipe Fenice, per indurlo a ritornarse sul campo di battaglia,
di averlo formado non solo ad operare azioni, ma anche ad imporsi con la potenza della parola.
39. Com'è l'areté eroica nell'Odissea
-Il valore guerriero viene aggiunto il riconoscimento dei meriti intellettuali e sociale.
-Il modo dell’Odissea è quello delle corti civilissime, fattesi più umane.
-I personaggi si muomono tra le difficultà della vita.
40. Chi è il símbolo eroico dell'areté nell’Odissea:
Ulisse, re di Itaca, incarna nella tradizione l’eroe assetato di conoscenza…
41. Qual’è l’esempio tipo di educazione desdrito nell’Odissea:
“Telemachia”, il modo in cui Telemaco conquista la fama diversamente dagli eroi dell’Iliade, è
ottenuto col falsi conoscere presso gli amici del padre rivendicando le sue prerogative di
comando in cada propria.
42. L’elemento fondamentale dell’educazione aristocrática nell’iliade e nell’odissea:
È l’imitazione dell’eroe, che viene esplicitata dal poeta educatore; chesti ha come compito la
missione di istruire i posteri.
I personaggi dell’iliade e l’odissea hanno avuto un ruolo rilevante nella formazione delle
convinzioni morali.
Il segreto della pedagogia omerica riside nell’esempio eroico paradigmatico.
43. L’educazione della donna aristocratica:
La donna aristocrática riceve un’educazione che le consente di reagire in modo adeguato di
fronte a situazioni impreviste, sa come comportarsi e come parlare. La tenerezza della madre
divina, il dolcissimo amore di Andromaca e la tenace fedeltà, Penelope saggia, l’amore esperto
di Calipso, le magiche seduzioni di Circe e la fulgida belleza fatele di Elena.
44. Nella Grecia dell’età Omerica educare significa:
Fornire i valori e i comportamenti che danno onore a merito presso la comunità; l’idea che
l’educazione riguarda l’uomo nella totalità e per tutta la vita.
45. Chi è Esiodo:
Fu un rapsodo di professione , che a Calcide, in Eubea, vince la gara poética che faceva parte
dei giochi funebri in onore di Anfidamante. Le sue opere: Teogonia e Opere e giorni.
46. Che vuole il mito Esiodo:
Vuole condurre gli uomini a comprendere il significato della vita: il lavoro, la lotta tra il bene e
il male, il contrasto tra il diritto e la forza.
47. Diferenza tra la società di Esiodo e quello di Omero
Società Esiodea Società Omerica
 Magistrature Gentilize (non sempre oneste) -Aristocratica
 Piccoli proprietari terreni (contandini e pastori) -Guerriera
 Artegiani (fabbri, vasai, carpentieri) -Feudale
Lavoro e rispiarmo-piccolo patrimonio
 Piccoli commercianti (anche marittimi)
 La donna provvede a tutte le necessità della casa
 Diffusa misogenia (indica un sentimento e un conseguente atteggiamento d'odio o avversione
nei confronti delle donne).
48. Com’è l’areté contadina di Esiodo
Non è dall’eroismo e dalla gloria sui campi di battaglia ma dal lavoro quotidiano nella vita
agreste e dall’onesta.
49. Qual’è il fondamento della morale esiodea?
Lavoro e gustizia sono il fondamento della morale esiodea, sostenuta da una profonda
religiosità. Solo chi labora può essere giusto conseguire l’aretè (l’educazione aristocrática
esiodo affianca quella del lavoratore).
50. Come si può insegnare l’areté contadino:
L’uomo megliore è colui che tutto comprende da solo, che conosce quanto più avanti e alla fine
sarà meglio; saggio è anche colui che obbedisce a chi bene consiglia. Chi non comprende da sé,
né imprime nell’animo ciò che ascolta da altri, questo è un uomo da nulla.
51. La misoginia:
L’atteggiamento di repudio verso la donna e i motivi della satira del mito di Pandora (che
raffigura la donna come causa di tutti mali). Mediante Pandora Zeus si vendica di Prometeo,
figlio di Giapèto, che aveva rubato il fuoco agli dei.
52. Contesto per lo sviluppo della filosofía e della pedagogia dell’educazione a Sparta e
Atene.
Fine dell’età arcaica e vide la nascita della filosofía nella Ionia. Lo sviluppo delle poleis a favor
l’architettura, scultura: tempi, statue degli dei, la letteratura: la poesía lirica. Filosofi naturalis:
Pitagoras, Senofane e gli aleatici, i fisicipluralisti con la indagine razionale del cosmos.
53. Modelli di poleis (tendenza política) di Spata e Atene:
Sparta, una costituzione oligarchica y Atene, constituzione democratica.
54. La città di sparta dell’epoca antica coltivò:
La pratica sportiva da uomini e donne (i giochi olimpici), le arti in genere, in paticulare la
música.
55. Tirteo e l’areté del saldato
Sparta è uno stato guerriero, e un posto dominante lo ocupa l’ideale militare con l’areté del
soldato. È stato tramandato da Tirteo. La sua elegia è impregnata di un Ethgos educativo; egli è
il portavoce della collettività, proclama quanto è intima certeza di tutti i citadini che pensano
rettamente, soprattutto nel grave momento della guerra o del pericolo. Del areté eroico omerico
si trasforma nell’eroismo dell’amore patrio. “Il soldato che muore combattendo è l’anér aghatos
che esprime l’areté dell’amor patrio, mentre il fuggiasco è coperto di disonore”. A tutte le altre
qualità umane: abilità negli agoni, forza, belleza, ricchezza, eloquenza, antepone il valore
guerriero.
56. L’educazione in sparta nell’epoca classica
Si verifica un brusco cambiamento, una rivoluzione politiche-sociale dell’Aristicrazia, che
consolidò il potere nelle mani di una casta di guerrieri, assunse forme culturale ed educative
totalitarie.
Il varori di riferimento furono ispirati alle virtù guerresche e militari; l’educazione delle giovani
generazioni era ispirata a valori di forza, abilità guerresca, destreza nel sopravvivere. Questo
sistema educativo e attribuito a Licurgo e delineato da Plutarco.
57. L’educazione nell’Atene
A differenza di Sparta, ha avuto un percorso storico-politico democrático e ha originato una
intentissima vita culturale. L’ordinamento civile e democrático chi si è sviluppato ad Atene
spiedga anche l’orientamento educativo; l’educazione diviene progessivamente democratica.
Entrò ad Atenas nel VI secolo che l’eduazione assumere un’impronta più civile proponendo un
modelo.
58. L’educazione civile di Salone
Salone nato ad Atene, fue eletto arconte (594-593) con poteri discrezionali di pacificatore e con
l’incarico di riordinare come arbitro dei dissensi tra Popolo e noblità, la constituzione dello
Stato.
59. Salone e il suo ideale di vita
Solone esprime il suo ideale di vita nella Elegia alle Muse. Il poeta chiede alle muse la
prosperità (ólbon) e decorosa fama (dóxan agaten) allo sguardo del mondo. Il poeta desidera la
prosperità, ma non vuole impadronirsene contro la giustizia (adikos). Il benessere elargito agli
uomini dagli dei poggia su ferme radici, e durerà.
60. Salone e il mal governo e buongoverno:
Mal governo è:
-Inarrestabile frenesia del denaro
-Saccheggio inferto alle risorse civile dai capi
-Giustizia capestata
-Fine targica che tocca al povero
Buongoverno: è gistizia e pace, no possono essere privilegio di una parte o di una clase, perché
la polis è fondata sul destino solidale di tutti cittadini.
61. Pindaro e l’ideale sportivo aristocratico:
Il passaggio dall’aristocrazia allá democracia coinvolge anche l’educazione che non muta
radicalmente il suo ideale, che rimane l’ideale omerico dell’areté del valore dell’emulazione,
dell’azione. Ciò che muta è il soggetto che debe perseguiré l’ideale eroico, si pasa:-dai cavalieri
ai Soldati e da questi al pololo.  a) dall’eroe che raggingeva l’ereté nell’azione eroica e
sublime. b) Ai Soldati pronti a morire sui campi senza indietreggiare e, c) da questi alle
competenze sportive.
62. La nascita della scuola
Il ragazzo veniva inviato a scuola all’età si 7 anni, accompagnato da un servo, il pedagogo, il
quale lo aiutava a portare il piccolo bagaglio, gli rischiarava il camino con la lanterna, poiché si
andaba all’alba e si ritornava a casa al tramolto, lo proteggeva dai pericoli della estrada, lo
aiutava a fare il compiti e lo educava alle buone maniere.
Il curriculum scolastico per intero dai 7 fino ai 20 anni. La scuola primaria dai 7 a 14 anni… si
estendeva un lungo periodo vuoto fino 18 anni, allorché l’adolescente iniziava il corso
dell’efebia (preparazione alla vita millitare, variva 3 anni).
63. Le classe e educatori che venivano alla scuola:
Educazione física (maestro Pedrotiba), educazione musicale (maestro Citarista), educazione del
teatro, educazione letteraria (maestro grammatistes poi didascalos) – efebia attica=il soldato
cittadino.
64. L’educazione del teatro
Un ruolo di particulare importanza per la formazione culturale e civile del cittadino: “a buon
diritto, esso può definirsi, al stesso tempo, luogo di educazione cilletiva, di dibatitto ético-
politico, di reflessione religiosa e di divertimento nel senso più alto.
65. L’educazione letteraria
L’alfabetizazione, il suo della scritura, dopo la comparsa dell’alfabeto nel secolo VIII, finendo
per eseere ultilizzata nella vita quotidiana.
66. L’ideale dell’antica educazione: la Kalokagathia
La arkaía paideia (antica educazione, espressione di Aristoteles) era più artística che letteraria, e
più sportiva che intellettuale. L’ideale di questa educazione, l’areté resta di ordine ético ed è
espresso da: Kalokagathía (Kalós – agathós) essere bello e buono… questo è realizzato prima
di tutto dallo sportivo, è presente l’aspetto morale, e quello della belleza del corpo. ‘E
presentato in modo particulare piuttosto realístico da Aristofane.
(Il silencio sulle donne che erano relegate nelle loro case).
67. Significato positivo e negativo del termine sofista:
Positivo: Da sofizessthai=operare o parlare abilmente
Sapiente, maestro di sapienza
Protagora di Arborea, Giorgia di Lentini, Prodico di Ceo, Ippia di Elide.
Negativo: Elaboratori di ragionamienti falsi e capziosi
Illecito Desiderio di indagine razionali dei problema fisici e morali
Fonte di scentticismo religioso
Insegnamento diestro compeso (arte merceneria)
Sinónimo di falso dialettico (Platone)
Callicle, Antifonte, Trasimaco, e Crizia con l’arte della controversia: fare prevalere la
propria tesi vera o falsa.
68. Protagora di Arborea
“L’uomo è la misura, cioè, el soggetto di giudizio della realta o irrealta delle cose e del loro
modo di essere e significato”. Tutto questo porta al relativismo.
L’educazione è un proceso di socializzazione: dall’uomo individuale (misura di tutte le cose) a
quello sociale (la società diviene misura di tutte le cose).
69. Giorgia di Lentini
Tres tesi:
1. Non existe l’essere, cioè. Nulla existe
2. Se anche l’essere esistesse, esso non sarebbe conoscibile
3. E ammesso pure che fosse comprensibile esso non sarebbe comunicabile né spiegabile agli
altri
*si muove nel nichilismo.
70. Ciò che carattereizza questi sofisti è:
I. L’attenzione per l’uomo e per i suoi problemi
II. Sfiducia nella capacità della ragione di rinvenire una soluzione sicura, universale, valida
per tutti
III. Consapevolezza della importanza della dialettica e della retorica nella conduzione della
vita publica nella formazione della gioventù
71. L’areté político
Nella vita della Polis, il sofista si asume l’incarico di istruire i figli dell’Aristocrazia; nella
grammatica, letteratura, filosofía, religione, e sopratutto nell’arte política.
72. L’accortezza (euboulía) è:
L’abilità nel parlare in pubblico dabanti ai tribunal e alle assemble.
73. Qual è la finalità dell’educazione per i sofisti:
No si trata più infatti di ammaestrare i discendenti della stirpe nobilare alla aristocrática virtù
eroica, ben sí, di educare gli uomini, membri del nuovo stato democrático all’areté político
intesa non tanto come orsservanza di leggi quanto come conoscenza dei mezzi con i quali
l’individuo può acquistare successo negli affari e potenza presso il Popolo anche indirizzando
alla scelta del giusto.
74. Contenuti dell’educazione sofista:
Ippia: il sapere enciclopedico
Prodico: lo sviluppo delle discipline formali (grammatica)
Protagora: lo sviluppo della totalità delle energie spirituali
Georgia: la retorica e la dialettica
-Tutto questo per il raggingimento dell’areté político.
75. Nuovo concetto di Cultura (paideia) nella posizione dei sofisti:
Cultura (paideia) che riconosce nel sapere la potenza formatrice dell’uomo, cioè l’areté e non al
privilegio del sangue, cioè, all’Aristocrazia.
76. Il pragmatismo pedagógico sofista:
I sofisti propongono un modelo educativo di natura pragmática, a differenza della pedagogia pre
e post sofista… nelle quali la scoperta della verità viene considerata lo scopo ultimo dell’intero
proceso educativo.
Il problema pedagógico della sofistica, non consiste nel delineare un progetto educativo
finalizzato allá comprensione della verità dell’essere da parte dell’educando, ma nel proporre un
modelo educativo che consenta al discente di acquisire opinioni per affrontare la vita.
77. Lo strumento più efficace di educazione dei sofisti:
Il linguaggio verbale, per la sua possibilità di modificare utilitaristicamente le opinioni.
L’educazione lingüística è finalizata del potere dell’individuo nei confronti della realtà sociale.
aviene la retorica.
78. Cosa è la retorica?
Non è intesa come educazione dell’anima alla verità ed allá giustizia, ma come tékne, cioè come
abilità nell’arte di persuadere.
79. Curricolo di studi (pragmatismo pedagógico)
Retorica Aritmetica
Grammatica futuro arti Musica future arti
Dialettica del Trivio Geometría del quadrivio
Astronomia
(*i sofisti sono primi professori di scuola superiori e fuero chiami gli iluministi greci e hanno
posto la fundamenta della pedagogia).
80. Che cosa è l’uomo per Socrate?
La sua anima, dal momento che è l’anima che distingue l’uomo da qualsiasi altra cosa.
81. Per Socrate l’amina è:
“È l’io consapevole, è la personalità intellettuale e morale”. L’uomo è la sua anima, quindi,
occorre: conoscere se stessi e avere cura di se stessi insegnare agli uomini a conoscere e a
curare se stessi è il compito supremo.
82. Socrate cosa consiste l’areté umana:
Essa non può essere se non ciò che permette all’anima di essere buona.
83. Che cos’è la virtù per Socrate?
Per Socrate la virtù è “scienza o conoscenza”. Vizio, è privazione di scienza e di conoscenza,
vale dire ignoranza. Ogni forma di errore è involuntaria.
Se l’uomo è contraddistinto dalla sua anima, e se l’anima è l’io consciente, consapevole e
inteligente, allora l’arete, ossia ciò che attua pienamente questa conscienza e intelligenza, non
può che essere la scienza e la conoscenza. Per questo Socrate è stato acusato di intellettualismo
ético: non è possibile conoscere il bene senza farlo.
84. I valori di Socrati:
L’identificazione del vero uomo con l’anima e non con il corpo, comportò il ribaltamento in
secondo piano dei valori fisici ed esteriori e il primo piano dei valori interiori dell’anima, in
paticolare della scienza che tutti li assomma. Il buon uso dipende esclussivamente dalla
conoscenza e dalla scienza, cioe, dall’anima.
85. Il pensiero di Platone:
Solo il mondo ideale fonda e giustifica il mondo materiale. Il mondo si dispone su due piani:
intelligibile, realtà, vera causa, e sensibile, apparenza.
L’anima dell’uomo è tripartita: cuncupiscibile (corrispondente e templanza), iracibile (la
fortezza) e razionale (la ragione, vol dire la prudenza).
86. Educazione e pedagogia nel diaologo La Repubblica
Platone rivela che per la política occorre una adeguata formazione (Alcibiade maggiore). Coloro
che vogliono guiadare lo stato devono possedere conoscenza e competenza.
87. Dal sogno giovanile di Platone di participare allá vita política alla filosofía
Da giovane… pensavo di volgermi all’attività política… la guerra del Peloponneso, la morte di
Socrate… quindi, Platone si volse alla filosofía, perché solo ad essa si potteva sperare di
rendere giusta la vita dello stato e quella dei cittadini (la política debe mirare al bene
dell’uomo).
88. Che cosa è la giustizia in Platone?
La giustizia ha sede nell’individuo e nello stato, nel primo in piccolo, nel secondo in grande. “È
quella disposizioni della facolta dell’anima la quale fa sì che ciascuna compia la funzione che le
è propria”.
89. Come nasce lo stato per Platone?
Lo stato si forma perché il caso vuole che nessuno di noi si basti a se stesso, primo com’è di
molte cose. Nascondono così le differenti professioni, nelle quali gli individui seguno le natural
inclinazioni. Lo stato è l’ingrandimento dell’anima.
90. Lo stato comprende 3 classi di cittadini:
1. Classe dei produttori (sensibili, concupiscibili)
2. Classe dei custodi perfetti reggitori (razionale)
3. Classe dei custodi guerrieri (irrazionale)
91. L’educazione dei custodi guerrieri
 Per la classe di produttori, contadini, artegiani, ecc., non è necesario una speciale
educazione essendo le usuali professioni. È concesso il posseso di beni e di ricchezze.
 Per i custodi dello stato indispensable una accuratissima educazione.
 Custodi guerrieri, la ginnastica per il corpo e la música. Questi saranno i reggitori dello
stato. Avranno abitazioni e mense comuni e ricevereranno i viveri dagli altri cittadini; saranno
in comuni anche le donne, figli e l’educazione della prole (per cui si devonno educare le donne
con la stessa paideia ginnoco-musicale con la quale si educano i custodi).
92. L’educazione del filosofo reggitore dello stato
Condizione necesaria perché si realizzi lo stato ideale è che i filosofi diventino governatori.
L’educazione filosófica debe giungere alla conoscenza massima cioè, al possesso conoscitivo
del Bene in se. L’educazione ginnico-musicale, vista per i costodi, viene a costituire solo un
momento propedeutico… per giungere allá massima conoscenza (meghaston mátema=la
conoscenza del Ben in sé), vi è solo la lunga strada che dal sensible porta al soprasensible, dal
divenire all’essere.
93. L’educazione e pedagogia nel dialogo la Repubblica
-l’educazione del filosofo reggitore dello stato:
1) La conoscenza del Bene in se, pasa atraverso della matemática, geometría, astronomía,
scienza dell’armonia (20-30 anni)
2) La prova (esame) Dialettica (5 anni) è con cui l’anima si sciolglie completamente dal
sensible per raggiungere l’essere puro delle idee, giunge alla visione del Bene
3) 15 anni di prattica (50 anni termina la paideia).
94. Porre il filosofo come costrutore e reggitore dello stato significa:
Porre il divino è Assoluto come suprema misura e quindi fondamenta dello stato.
Il filosofo ha fondamento dello stato ideale, debe porre il Bene in sé come supremo modello e
paradigma, di cui il filosofo si debe avvalare per regolare:
+la propria vita
+quella dello stato
+quella dei cittadini da educare a totale scopo
Per la classe dei custodi guerrieri, Platone anche per la classe dei governatori no fa alcuna
distinzione tra uomini e donne, ritenendo che a parità di doti debbano ricevere la stessa
educazione.
95. Forme corrotte di gobernó di goberno:
1) Timocratico: fondato sull’onore come valore supremo.
2) Oligarchico: forndato sulla ricchezza come valore suprema.
3) Democratico: intenso come demagogia in senso peggiorativo.
4) Tirannico: la tirannide, quarta ed estrema malatia dello stato.
96. La costruzione dello stato ideale è possibile nella città interiore/La Reppublica
platónica è una utopia o un dover essere?
Se anche lo stato ideale non existe storicamente fuori di noi, lo possiamo tuttavia costruire nella
città interiore, cioè nell’anima dell’uomo, seguendo la vera política.
97. L’educazione nel político e nelle leggi:
Platone disegnò anche un modelo di stato che tiene conto non solo del come l’uomo debe
essere, ma anche del come egli effettivamente è: questo lo fece con il político e con le leggi:
-Nel político Platone paragona l’arte di impostare la società e l’educazione all’arte della tesitura,
perchè carattere, educazione e leggi concorrono allá formazione del buon político.
-Nelle leggi, cerca di disciplinare minuziosamente tutto il percorso educativo, che per il filosofo
inicia già dal concepimento e dalla vita prenatale.
98. Platone ha indicato un percorso individuale:
È un percorso individuale di formazione inteso come educazione dell’anima al Bene, espresso
nel Simposio en el Fedro.
Lo scopo ultimo dell’educazione debe essere la vita contemplativa che attua l’unione del vero e
del Bene.
99. Nuova tavola dei valori nelle leggi secondo Platone:
1) Gli dei
2) L’anima
3) Il corpo
4) I beni di fortuna
100. Platone educatore: l’Accademia
Legalmente era un’associazione religiosa consacrata al culto delle muse, que si manifestava con
sacrificifi e banchetti conviviali, implicaba una certa comunità di vita tra maestro e discepolo.
Il metodo preferito da Platone era quello dialogico, con cui faceva pervenire i discepoli alla
scoperta della verità. Il fiolosofo, attribuiva poca importanza alla scritura e preferiva affidare le
parti più importante del suo insegnamento alla parola orale.
101. Mito della caverna di Platone:
1. Simboleggia vari gradi ontologici della realtà, ossia i piani dell’essere sensible e
soprasensibile.
2. Simboleggia i gradi della conoscenza nei sui due differenti livelli e nei vari gradi,
eikasia o immaginazione, pistis o credenza, che formano la doxa, o opinione; la dianoia o
la conoscenza mediana legata alle scienze matematiche, la noesis o intellezione, percorso
della dialettica fino allá conoscenza del Bene principio di tutto che formano la episteme o
scienza.
3. Il mito simboleggia l’aspetto ascentico, mistico teologico.
102. Orazioni di Isocrate
1) Contro i sofisti
È il manifesto programmatico della scuola: si tiene a pari distanza sia dai maestri di erística,
sia dagli insegnanti d’oratoria professionisti. Teorie:
-L’eloquenza è un dono naturale
-L’insegnamento non può perfezionare la natura
-Gli studenti solo in questo caso possono apprendere dal docente il sistema delle idee=le
forme del discorso e infine, possono calare queste idee nella pratica oratoria.
2) Antidosi: la scuola
Megaclìde imposta la più pesante delle liturgie, la Trierarchia, che prevedeva l’armamento di
una trireme (barca grande de muchos remos)…
Curricolo formativo:
-Scuola superiore a pagamento, aperta a tutti, durata 3 o 4 anni, alunni presenti non più di 9.
-Curricolo fondato sull’enciclopedismo sofistico
-Formazione morale, attraverso precetti pratici dell’esperienza, studi della storia.
-Retorica, esegnata per imitazione
-Importanza della matemática.
Arti diversi:
*Eristica: ginnastica mentale
*Paidotribike, per il corpo (atleti)
*Philosophia, per il anima, formare oratori considerati come modelli per i cittadini
*Impegno di chi scrive ponderati discorsi politici
3) Nicocle: inno al logos, alla parola civilizzatrice
Opera dedicata alla formazione del príncipe, si innalza un vere inno al logos, in cui celebra la
parola, equiparata alla civiltà alla stessa umanità:
“La parola è la guida di tutte le nostre azioni, come di tutti i nostri pensieri… e parlare bene e
per noi la prova più sicura del pensare bene, e un discorso conforme alla verità alla legge,
giustizia, è l’immagine di uomo virtuoso e leale” (Perché il parlare bene: è la retorica di
Isocrate).
Il buon oratore debe avere qualità natural indispensabili:
a) Spirito d’invenzione, d’istruzione
b) Attitudine all’avoro
c) Memoria
d) Voce
e) Chiarezza di divisione
f) Disinvoltura
*Il limiti di questa paideia è che Isocrate si mantiene all’interno delle “opinioni”, ma la sua
paideia retorica non è indiferente rispetto all’etica, alla ricerca del bene in determinate
circostanza.
4) Panatenaico: la formazione degli uomini
Obiettivi del suo método educativo:
-Praticità nell’affrontare i problema quotidiani
-Equilibrio nel raporto con il prossimo
-Saggezza e modestia
-Non farsi distruggere dal suceso
-Equilibrio interiore per dominare le passioni e non lasciarsi abbattere dalle sventure
5) Panegirico: il nome di greci non indica più la razza, ma la cultura (il primo e più famoso
discorsi polítici)
In questo contesto Isocrate scrive l’ideale più nobile del suo pensiero politico:
“Atene ha fatto sì che il nome dei Greci non indichi più la razza, ma la cultura, e siano chiamati
Elleni gli uomini che partecipano della nostra tradizione culturale più di quelli che condividono
la nostra stessa origine étnica”.
*Lo scopo della paideia isocratica consiste nel favorire l’unità ellenica sulla base di valori
spirituali.
103. Nuovi ideali della filosofía Ellenistica
Il pensiero ellenistico a consentrarsi sopratutto sui problema morali, che si impongono a tutti gli
uomini
 Ideale dell’autarchia
 Ideale dell’atarassia
 La nuova tavola dei valori
 Ideale del saggio è un ideale comune a tutte le scuole
104. L’educazione romana si basa sulla:
Nozione fondamentale del mos maiorum, il rispetto per i costumi degli antenati.
105. Compito essenziale dell’educatore secondo il mos maiorum
 Revelare alla gioventù questi costumi (degli antenati).
 Farli rispetare dalla gioventù, come un ideale indiscusso, come la norma di ogni azione, di
ogni pensiero.
106. Le virtù caratteristiche del romano antico, virtù che esplicitano il mos maiorum
Amore verso la patria
a) Pietas
b) Fides
c) Gravitas
d) Costantias
“Virtù è mettere al primo posto il bene della patria”. Queste sono le virtù che
contraddistinguono il romano del buon tempo antico.
107. Al tempo di Agusto gli ideali saranno modificati:
Sullo scudo d’oro dedicato dal senato al príncipe sono inserite:
 La virtus
 La clementia
 La iustitia
 La pietas
108. Scoparsa l’antica Reppublica, si distingueranno:
Le virtù proprie del príncipe: la Clemenstia
E le virtù tipiche del cittadino, dei sudditi: la continenza. La docilita, l’operosità, la pazienza
109. Il diritto: le dodici tavole
Questo era esercitato dal patriziato secondo consuetudini che si trasmettevano oralmente. In
conseguenza delle pressanti richieste della “plebe”, negli anni 451-450 a.C., venne nominata
una commissione di dieci magistrati, i Dcemviri, con l’incarico di redigere una legislazione
scritta, che fu incisa su dodici tavole di bronzo ed esposta nel Foro.
110. Si inagurava l’eguaglianza civile in senso aquel Popolo, ancora lontano dal
raggiungere l’uguaglianza política:
>Diritti concessi a tutti
>Sanzzioni eguali per tutti
>E applicate mediante procedure a tutti note a perte a tutti: tale fu che i Decemuiri si proposero
di raggingere il primo codice nazionale di stirpe latina.
*Ciceronoe riferice che i Ragazzi ancora al tempo della sua giovinzza, imparano a memoria
nelle scuole le leggi delle dodici tavole.

111. Nel V secolo a.C. le due basi giuridiche nella società Romana:
L’agricultura e la famiglia sulle quali si regge prevalentemente la società romana, su
nessun’altra materia si estendeva propriamente la codificazione decemvirale quanto sul diritto
famigliare.
112. Pater familias
 Si aboliva il diritto paterno di uccidere i neonati e si imponeva di allevare tutti i flgli
maschi e almeno la primogénita delle femine
 Rendere possibile l’emancipazione dei figli dall’autorità del padre, stabilendo che il figlio
che fosse stato venduto per tre volte dal padre, restasse per questo sciolto dalla patria
potestà.
 L’autorità del pater familias, la severità dell’educazione romana e il rispeto per gli anziani.
113. Com’era la competenetrazione tra vita sociale e vita religiosa (Romana)
A Roma il rituale religioso e la vita concreta si compenetravano a vicenda. Vita civile, vita
militare e vita económica erano sentite religiosamente, ma nello stesso tempo la religione
consisteva nel venerare gli dei solo in quanto capaci di intervenire nelle cose degli uomini.
114. Gli elementi essenziali de determinanti per l’educazione romana sono due:
1. Il mos maiorum
2. L’autorità del pater familias
115. Percorso educativo romano:
a) La nascita del bambino
b) La presentazione al padre per l’accetazzione
c) L’imposzione del praenomen dopo 9 giorni dalla nascita (es. Marcus, seguito dal nomen
gentilizio: Tullius, cui si aggiungeva il cognome: Cicerone)
d) La bambina veniva chiamata con il nome della gens
e) La madre responsable dell’educazione fino a 7 anni
f) Il padre dopo i 7 anni smetteva la toga praetexta e indossava la toga virile
g) Un anno di trocinium fuori guidato da un amico di famiglia
h) Servizio militare fino ai 45 anni
116. L’educazione dalla nascita ai sette anni:
Responsabile única dell’educazione del figlio fino 7 anni era la madre (differenza rispetto ai
greci). Le figlie continuaronno a vivere nell’ambiente domestico con la madre: i valori
domestici, la administrazione della casa, per essere pronte a svolgere a loro volta il ruolo di
madri e di mogli.
117. L’educazione dai 7 ai 17 anni
Il ragazzo seguiva il padre nelle sue varie occupazioni quotidiane di ammistratore della familia
e di buon cittadino… alla età di 7 anni, comincia ad emanciparsi dalla tutela della madre per
essere affidato direttamente al padre (un atteggiamento di grande rispetto nei confronti del
fanciullo).
Vivino al padre, il raggazzo è iniziato a tutti gli aspetti della vita che lo attende, istruendosi con
i suoi insegnamenti e più ancora con il suo esempio… sempre accanto al padre nei banchetti
conviviali e di svago. Il padre si sentiva investito della responsabilità di offrire al figlio
l’immagine di comportamiento esemplere, conforme al mos maiorum.
118. Il valore educativo delle gesta degli antenati romani
Per un intero anno, prima del servizio militare, il giovane veniva affidato ad un uomo di grande
esperienza (amico di famiglia), per il tirocinium fori, per il tirocinio di vita politica e
giudiziaria.
A questo seguiva il periodo di addestramento all’esercizio delle armi. La carriera militare era
appresa sotto la guida e la protezione di qualcuno esperto e potente. L’obbligo del servizio
militare attivo si estendeva dai 17 ai 45 anni; dai 46 ai 60 anni come sedentario.
119. L’educazione física dei romani
Il settore dell’educazione fisica non fu trascurato dai Romani, ma non ebbero la mentalità
agonistica dei Greci. Le loro pratiche si mantennero nell’ambito della pura e semplice
preparazione militare o del ludus e dello spettacolo. Le attività preferite furono quelle equestri e
circensi e i combattimenti nell’anfiteatro.
120. Quintiliano. Educazione e istruzione tra Repubblica e Impero
Istruzione:
 Primaria: litterator o ludi magister. Lo Stato non dimostrò mai interesse; I maestri solo dal
425 d.C. furono retribuiti a spese pubbliche.
 Secundaria: grammaticus. Fu oggetto di qualche attenzione dal potere imperiale a livello
giuridico amministrativo.
 Superiore: rethores. Il livello più curato dagli imperatori Vespasiano assegnò una cattedra
di retorica a Quintiliano.
I primi tre secoli dell’impero sembrano essere stati il momento di più vasta diffusione
dell’alfabetizzazione. L’esigenza era rafforzata dal fatto che la comunicazione scritta costituiva
la via essenziale del flusso di informazioni che doveva scorrere ininterrotto dal centro alla
periferia dell’impero e viceversa.
La vita culturale dell’impero negli anni della dinastia Flavia (69-96 d.C.) fu caratterizzata da
una netta reazione alle tendenze innovatrici che, durante gli anni di Nerone, si erano manifestate
in ámbito retorico e poetico.
Del mutamento politicoculturale fu protagonista un retore di origine spagnola, Marco Fabio
Quintiliano.
121. L’antichità cristiana è l’epoca:
 del sorgere della Chiesa,
 della sua prima attività missionaria,
 del consolidamento della sua esistenza di fronte allo Stato e all’eresia
 della stabilizzazione della sua fondamentale coscienza dogmatica, avvenuta attraverso la
celebrazione dei Concili ecumenici.
122. Tra le principali idee bibliche vanno oltre l’orizzonte dei greci, ocorre porgere
attenzione alle seguenti:
1) Il monoteismo – politeísmo
2) Il creazionismo – greci pluralità di soluzioni
3) L’antropocentrismo – cosmocentrismo
4) Dio che dà la legge morale – la legge della fisis. La virtù pertanto diventa l’ubbidienza ai
comandamenti di Dio (di contro il peccato è la disobbedienza a Dio), per cui
l’intelletualismo greco si capovolge nel volontarismo (volvere di Dio è la virtù dell’uomo).
5) La providenza personale – vari concetti limitati di providenza
6) Il peccado originale- racconti di una colpa originaria dei greci
7) La nuova dimensioe della fede e lo spirito, una nuova antropología: corpo, anima, spirito –
alle due dimensioni dei greci: corpo e anima, questa intesa come ragione, intelletto. E da
pneuma – nous.
8) L’amore cristiano aggapè – eros
9) L’risurrezione dei morti – l’inmortalità dei greci
10) Il nuevo senso della storia e della vita del uomo come itinerario di salvezza – visione
cíclica dei greci
123. Oltre la misura greca dell’uomo: l’umanesimo cristiano
All’insoddisfazione della religione tradizionale dell’Impero romano,“Il grande Pan è morto”
(Plutarco, De defectu oraculorum), all’attesa e al senso di vuoto, una risposta venne da Gesù
che annunciò una nuova concezione della divinità e una conseguente nuova dignità dell’uomo.
Cambia dall’interno il rapporto sociale fondandolo sulla libertà di coscienza, lo si può vedere
nel rapporto padroni schiavi, che mette bene in evidenza il differente pensiero in propósito della
cultura pagana rispeto a quella cristiana.
La perfezione dell’uomo, differente dall’ideale greco, risiede ora nell’amore verso Dio e il
prossimo.
124. Nuova tavola dei valori dell’umanesimo cristiano
Il discorso della montagna (Matteo e Luca)
125. I fini dell’educazioni dell’antichità cristiana (umanesimo cristiano):
I. Formazione integrale dell’uomo:
 natura e soprannatura
 spirito e corpo
 individualità e socialità
II. La virtus christiana, che prepara l’uomo alla sua duplice destinazione terrena ed eterna
III. L’ideale da realizzare è il santo
IV. Nuovi mezzi: quelli della grazia
126. La figura dell’educatore
Risulta arrichita:
-Sua missione di collaboratore con il maestro interiore
-Molteolicità di agenti: contro lo statalismo dei pedagogisti greci; la concorde missione
educativa:
+della familia
+della Chiesa
+della società
127. L’educando è nobilitato:
 Il valore sacro della persona si estende fino al bambino/mentre nell’epoca antica si ha
pochissima considerazione delle peculiarità e dei bisogni dell’infanzia.
 Il principio della fratellanza e della figliolanza divina, superando le barriere sociali,
contribuisce a far riconoscere per tutti gli uomini il diritto fondamentale.
 La donna è riabilitata all’educazione nella sua dignità.
128. Il rapporto educativo
Da persona a persona, è vissito nella dimensione della Charistas Christiana fulcro del rapporto
pedagógico:
-Per cui supera ogni giustificazione di assolutismo dispotico, sia dello stato, sia del pater
familias.
-Si consacra, da una parte la dedizione della autorità dell’educatore, dall’altra la sottomissione
dell’educando.
129. L’attenzione all’infanzia nei Vangeli
Gesù dedica particolare attenzione ai fanciulli, li chiama attorno a sé, li difende e ricorda che,
per entrare nel regno dei cieli, occorre farsi simili a loro.

130. La responsabilità educativa della famiglia


Il cristianesimo afferma fin dall’inizio la responsabilità originaria della familia rispetto
all’educazione, quindi, l’educazione cristiana di cui si parla è innanzitutto una educazione
religiosa, che la Chiesa affida alla famiglia.
Il testo fondamentale del Nuovo Testamento, che coinvolge direttamente la responsabilità della
famiglia nell’educazione dei figli, è la lettera agli Efesini 6, 1-4 (che ha un parallelo in
Colossesi 3, 21)
131. I ragazzi cristiani frequentano la scuola pagana
La Chiesa fino al IV secolo d.C. non dispose di scuole proprie. Vi è la documentazione di
maestri cristiani che insegnavano ad alunni pagani e di alunni cristiani che frequentavano le
scuole pagane.
132. La scuola romana comprendeva tre gradi:
La scuola primaria (leggere, scrivere, contare)
La scuola di grammatica (studio dei classici, storia, geografia, morale, mitologia)
La scuola di retorica (retorica e dialettica)
133. Quale fu l’atteggiamento assunto di fronte allá scuola pagana?
Occorre distinguere due aspetti del problema da approfondire:
 il fatto della frequenza scolastica
 e l’insegnamento.
134. Il catecumenato
La responsabilità primaria della famiglia nell’opera educativa morale e religiosa era sostenuta,
previamente, dall’opera educativa della Chiesa nei riguardi di coloro che chiedevano di far parte
della stessa Chiesa, i catecumeni.
Il catecumenato antico, che si sviluppò progressivamente, prese forma definitiva a Roma verso
il 180. L’insegnamento, che era impartito a gruppi, prevedeva una durata di tre anni, con
scrutini di verifica.
135. Jan Amos Komesky: il pensiero (1592-1670)
La concezione pedagogica di Comenio si fonda su di un profondo ideale religioso, che
concepisce l’uomo e la natura come altrettante manifestazioni di un preciso disegno divino. Dio
è per Comenio al centro del mondo e della vita stessa dell’uomo.
Il suo pensiero si caratterizza per una forte carica religiosa che attraversa i sui progetti di
reforma della società e della scuola, come pure il suo ideale irenico di pacificazione fra gli
uomini. La voluntà divina ritenuta norma suprema e indiscutibile di ogni agire.
L’educazione in questo quadro è la creazione di un modelo universale di uomo virtuoso a cui è
affidata la reforma generale della società e dei constumi.
La volontà divina si manifesta mediante tre “libri divini” da leggere e conoscere così come
sono:
 il mondo o la natura,
 la realtà o mente umana,
 la rivelazione o Bibbia.
Ma il primato spetta a quest’ultima: «Unum necessarium».
Due principi
 il triadismo
 e l’armonia,
stanno alla base del suo pensiero, che si traduce in continuità e ciclicità.

Credo: In una prospettiva bíblica, Dio è recepito come Uno e Trino, creatore e padre, fine di
tutta la crezione e redentore dell’umanità nella persona di Cristo.
Platone e Agostino i riferimenti ma gli infussi sul pensiero dalla filosofía del rinascimento, per
cui deriva la concezione dinámica ed evolutiva della natura e quella dell’uomo come
microcosmo, gestore e mediatore nei rapporti con la naturan con il compito di ricondurla a Dio.
Nel Triertium catholicum, pubblicato postumo nel 1681, Comenio elabora tutta una serie di
triadi, progressivamente precisate ed arricchite, che illustrano la natura e le possibilità umane.

Organi per la lettura dei libri divini


sensus ratio fides
manus mens lingua
Strumenti che ne permettono una elaborazione per l’uso pratico

Fondamentali sono le triadi


Sapere agere loqui
(SAL)
Che esprimono a livello operativo le funzioni degli strumenti umani

Fondamentali sono le triadi


theoria praxis chresis
che ne evidenziano gli effetti

Fondamentali sono le triadi


Analisis synthesis syncrisis
che ne esplicitano i método

Il metodo sincritico (syncrisis), in particolare, merita attenzione in quanto meglio di ogni altro
rivela l’armonia universale e permette conoscenze altrimenti inaccessibili. Questo metodo è
quello che permette di giungere ad una conoscenza di Dio per analogia, implicitamente già
suggerita dalla Bibbia.
136. Didactica magna. Universale omnes omnia docenti artificium exhibens.
Grande Didattica (Comenio). Trattato sull’arte universale di insegnare tutto a tutti
Comenio edifica il suo progetto educativo, che fa di lui il primo vero sistematore del discorso
pedagogico, in quanto collega organicamente gli aspetti tecnici della formazione con una
complessiva riflessione sull’uomo.
137. Concetto di uomo e finalità educativa in Comenio
(Didattica magna) L’uomo è la più alta, perfetta, eccelsa delle creature, e del suo destino, che è
l’eterna beatitudine dell’unione con Dio, allá quale ci si prepara in questa vita.
L’opera dell’insegnante debe tendere a realizzare tutta la sublimità insita nell’essere umano.
Questo compito si comprende meglio se si riflette sulle tre finalità per le quali Dio coloca
l’uomo sulla terra. L’uomo fu collocato tra le creature visibili perché fosse:
a) Creatura razionale
b) Creatura signora delle altre creature
c) Creatura imagine e delizia del suo creatore
138. Ecucazione e Società: tutti abbiamo bisogno di essere educati
Ogni uomo, per divenire uomo, debe essere formato, per cui: nessuno creda di potere essere
davvero uomo, se non ha imparato a comportarsi da uomo; cioè non è educato a quei valori che
fanno l’uomo. La formazione deve cominciare sin dalla più tenera età. La cura dei figli tocca
naturalmente ai genitori… sono rari quelli che hanno tempo… questa debe avvenire
nell’istruzione scolastica.
139. L’organizzazione scolastica: modello di scuola di Comenio
4 Cicli scolastica scolastici di 6 anni
1) Scuola materna
Per l’infanzia il grembo materno, Sviluppare i sensi esterni in ogni casa. Frequentate da ragazzi
di entrambi i sessi.
2) Scuola vernacolare
Per la puericia la scuola publica di lingua nazionale, Sviluppare i sensi interni, in ogni comune,
borgata o villaggio. Frequentate da Ragazzi di entrambi i sessi.
3) Scuola di latino o ginnasio
Per l’adolescenza Sviluppare l’intelligenza e la memoria, in ogni città Giovani che aspirano a
incarichi più alti dei lavori manual.
4) Accademia e i viaggi
Per la giovinezza Sviluppare la volontà e la capacità di giudicare, in tutti i Regni o nelle
province più grandi, formare insegnanti e dirigente.
140. Comenio (Komesky) le su e proposte di insegnamento per ogni grado
scolastico:
1. Che si facciano studi veramente universali.
2. Che si adoperino i métodi più facile e più sicuri.
3. Che l’accesso alle cariche pubbliche sia servato a coloro cha hanno superato il traguardo…
dimostrato di essere all’altezza dell’incarico.
*l’accademia Comenio collega anche il progetto di una scuole delle scuole, ossia un colegio
didattico, una società di persone dotte.
141. De rerum humanarum emendatione. Consultatio católica di Comenio
Egli trova nella pansofia, in quanto sapienza operativamente connotata, l’orizzonte della sua
speculazione e il rinnovamento della sua filosofia. Una filosofia non puramente teorica, ma
permeata da ogni tipo di sapere umano…
142. Pampaedia, il problema educativo in Comenio
Lo strumento per realizzare un mondo «pieno di ordine, di luce e di pace» è l’educazione
universale. La pansofia, come sapienza universale che vuole realizzare una formazione
completa dell’uomo, si realizza attraverso la pampaedia. Definito il fine ultimo dell’educazione,
che è la formazione universale di tutto il genere umano, ritorna il principio già espresso nella
Didattica magna del «tutto a tutti completamente».
Definito l’orizzonte in cui muoversi, Comenio accenna ai mezzi e ai modi per cui tali obiettivi
si possono raggiungere, che consistono:
 nella panscholia; l’educazione si svolge in tutte le fasi della vita.
 nella pambiblia; l’educazione si realizza attraverso uno studio di tutto il sapere, in maniera
sistematica…
 nella pandidascalia; l’educazione debe avvenire secondo i criterio: universalità, simplicità,
spontaneità.
143. Prospetto delle scuole per tutte le età della vita nella Pampaedia (Consultatio
catholica)
a) Schola geniturae
b) Scuola materna
c) Scuola vernacolare
d) Scuola di latino o ginnasio
e) Accademia e i viaggi
f) Schola virilitatis
g) Schola senectutis
h) Schola mortis
144. Progetti di riforma tra utopia e realtà (Panorthosia) di Comenio
Per il raggiungimento degli obiettivi di questa vasta riforma sociale, Comenio propone a livello
internazionale: Tre organismo:
I. Collegium lucis: per la promozione intellettuale e culturale di tutti gli uomini.
II. Dicasterium pacis: per porre fine ad ogni conflitto.
III. Consistorium oecumenicum: curare le questioni religiose e garantire la tolleranza tra le
diverse confessioni religiose
145. Insegnamento delle lingue (Panglottia) in Comenio
Che individua nella lingua il mezzo per l’insegnamento universale. Si sottolinea il rapporto tra
l’apprendimento di una lingua e l’universo di sapere da esso espresso, oltre la connessione di
nozioni linguistiche e realtà, parole e cose:
> Janua linguarum Reserata (1631). Metodo per l’insegnamento della lingua latina era
insuficiente Proponeva di fondare lo studio del latino:
 sulla lingua materna
 sull’apprendimento attraverso la viva conversazione
>Linguarum methodus novissima (1644-47). Tre principi fondamentali per l’insegnamento:
1) Il parallelismo tra le cose e la parola.
2) La gradualità nell’insegnamento.
3) La presentazione della materia in modo che sia l’insegnamento sia l’apprendimento risultino
un lavoro utile, facile e volontario.
146. Con l’Orbis, Comenio fa:
Manifesta con chiarezza i motivi ispiratori della sua teoria pedagogica: il realismo pedagogico e
la pansofia.
147. John Locke (1712-1778) il pensiero
Il richiamo alla esperienza comune a tutta la tradizione empiristica inglese, quale fondamenta
único e insuperabile del sapere umano… punto di partenza per una nuova teoría della ragione
diversa della cartesiana.
148. Gli interessi di Locke:
 Gnoseologico, saggio sull’intelletto umano
 Etico-politico, due trattati sul governo
 Pedagogico, pensieri sull’educazione
 Religioso, epistola sulla tolleranza ragionevolezza del cristianesimo
Locke afferma che la nostra mente è una tablula rasa, nella quale per mezzo dell’esperienza si
imprimono le idee.
149. Fonte dell’esperienza sono:
Il senso esterno e la sensazione: con cui percepiamo le cose fuori di noi
Il senso interno e la riflessione: con cui percepiamo le operazioni della stessa nostra mente ed
elaboriamo le idee.
150. Il processo conoscitivo:
Intuizione sintesi analisi comparazione

Le idee
Semplici - complesse o astratte
151. L’educazione per Locke:
È l’educazione che produce la gran diferenza tra gli uomini. L’educazione viene avere un
significato sia individuale che político: “dovra formare un uomo completo ma anche un
individuo socialmente adatto a governare u cambiamenti social e avivere con gli altri”.
Per i poveri è suficiente le working scools: scuole di lavoro, istituite presso le parrocchie per
fanciulli dai 3 ai 14 anni assicurando cibo, lavoro ed istruzione religiosa, obbligatoria la
domencia.

152. La formazione del gentleman:


 Il gentleman è colui che è idoneo ad obbedire alla mente e ad eseguirne gli ordini, dando
alla sua coscienza un retto indirizzo.
 Il gentleman è capace di rinunciare ai propri desideri e di seguire únicamente ciò che la
ragione gli addita come migliore.
 Il gentleman è l’uomo che prova sentimenti di umanità, sviluppati attraverso la correttezza
del linguaggio e la cortesia del comportamento.
153. Processo educativo del gentleman deve seguire alcuni principi fondamentali:
 Mens sana in corpore sano criterio guida di ogni educatore
 «Ragionare con i fanciulli» come mezzo per l’insegnamento
 Priorità della formazione pratico-morale rispetto a quella intellettuale
 Criterio dell’utilità delle discipline da insegnare ai giovani
 Centralità dell’esperienza che sviluppa:
o la naturale curiosità dei fanciulli
o ne matura gli interessi
o e si afferma anche attraverso il gioco e il lavoro
154. Jean – Jacques Rousseau (1712-1778)
«Rousseau appare una figura complessa e controversa. Considerato a buon diritto il maggior
pensatore del Settecento egli si è imposto per motivi contrastanti. Per alcuni è il teorico del
sentimento interiore come guida unica della vita, per altri è il difensore dell’assorbimento totale
dell’individuo nella vita sociale, contro le rinascenti fratture fra interessi privati e interessi
collettivi; per alcuni è liberale, per altri è il primo teorico del socialismo; per alcuni è
illuminista, per altri è anti-illuminista; per tutti è il primo grande teorico della pedagogia
moderna-il padre della pedagogia contemporanea».
155. Discorso sulle scienze e le arti di Rousseau
Nel 1750 l’Accademia di Digione bandì un concorso sul tema: «Se il progresso delle scienze e
delle arti abbia contribuito a migliorare i costumi». Rousseau vi partecipò e nel Discorso sulle
scienze e le arti (1750) sostiene la tesi opposta a quella sostenuta dagli illuministi e razionalisti,
che ritenevano le scienze e le arti come i fattori principali del progresso culturale e morale.
156. Discorso sull’origine e i fondamenti della disuguaglianza tra gli uomini
Nel 1755 l’Accademia di Digione bandì un altro concorso. Rousseau vi partecipò e scrisse
questo discorso. Ricostruiva la storia dell’umanità a partire da un ipotetico stato di natura, non
concepito però come la base sociale su cui sorge lo Stato, bensì come una condizione ferina, in
cui l’animale-uomo non si distingue ancora dagli altri animali e non conosce alcuna forma di
socialità.

La ricostruzione faceva dipendere da catastrofi naturali il costituirsi dei primi nuclei sociali,
sulle basi dei quali si è sviluppato ciò che è propriamente umano: il linguaggio, le passioni, le
tecniche e le arti, il lavoro. Solo a questo punto si può instaurare il rapporto di disuguaglianza,
non sulla base di differenze originarie e naturali, ma sulla base di eventi casuali che permettono
ad alcuni di accaparrare i beni esistenti (la terra), costringendo gli altri a vendere il proprio
lavoro per sopravvivere. L’uomo, tuttavia, può risalire dallo stato in cui si trova verso lo stato
originario, assumendo “lo stato di natura.
Il processo attraverso cui la famiglia, la società e l’individuo possono ritornare alla loro
condizione naturale, uscendo dalla condizione nella quale sono caduti.
157. Émile ou de l’Éducation (L’Emilio e l’educazione)
Chiarito nella Nouvelle Héloïse e nel Du Contrat social ou Principes du droit politique le
condizioni e il significato del ritorno alla natura rispettivamente della società familiare e di
quella politica, nell’Émile ou de l’Éducation chiarisce le stesse condizioni per l’individuo.
All’educazione tradizionale che opprime e distrugge con una soprastruttura artificiale la natura
originaria, bisogna sostituire un’educazione che si proponga come unico fine la conservazione e
il rafforzamento di tale natura. L’Emilio è la storia di un fanciullo educato appunto a questo
fine.
Condanne: cattolici protestante calvinisti
 Parlamento di Parigi/9 giugno 1762. Libro al rogo Arresto di Rousseau che fugge in
Svizzera
 Il libro è messo al bando anche a Ginevra, a Berna e in Olanda. Rousseau ripara in
territorio prussiano
 Fiorivano anche le confutazioni e le satire
 Condanna dell’arcivescovo di Parigi agosto-settembre 1762. Il libro viene messo all’Indice
 Facoltà di Teologia della Sorbona condanna con anatema
 58 proposizioni Con l’approvazione del papa Clemente XIII
 Contro si pronunciano anche Voltaire e Diderot
158. La formazione dell’uomo naturale, esemplificato nell’Emilio, si compie
attraverso 5 tappe:
1) Infanzia 1-2: Puericultura Seguire la natura
2) Fanciullezza 3-12: Fortificazione del corpo Corretto uso dei sensi. Perdere tempo
3) Preadolescenza 13-15: Età dell’utile Il sapere e il fare. Guadagnare tempo
4) Adolescenza 16-20: Educazione sessuale morale e religiosa
5) Giovinezza: Educazione della donna Matrimonio tra Emilio e Sofia
Educazione indiretta Educazione negativa
159. Libro I: principi fondamentali e inicio dell’educazione (nell’Emilio)
È dedicato all’età infantile, che termina con l’acquisto della capacità di articolare discorsi
sufficientemente organici, ed è caratterizzato dalle idee per un allevamento igienico e capace di
non creare nel bambino abitudini innaturali e nefaste.
 Incipit: Enunciazione della bontà originaria dell’uomo: “Tutte le cose sono créate buone da
Dio, tutte degenerano nelle mani dell’uomo” (E 63).
Tre maestri: natura - uomini – cose
- Valorizzare la natura
- Eliminare influsso degli uomini
- Alle cose è demandato il ruolo di limitare la libertà infantile
 Obiettivo dell’educazione: “L’arte del vivere”
 L’educazione dovrebbe svolgersi nell’ambiente familiare
Ma la realtà è un’altra. La madre si avvale della nutrice, il padre è preoccupato degli affari e dei
doveri: “L’ultimo è quello di padre”.
 Si impone la scelta del pedagogo (giovane), che deve insegnare la scienza “dei doveri
dell’uomo”.
Emilio: allievo ideale. Fanciullo di intelligenza comune; ricco; di famiglia nobile; orfano; in
buono stato di salute. Il povero non ha bisogno di educazione.
 L’educazione avviene in campagna. Prime sensazioni: il piacere e il dolore.

160. Libro II: le tesi più originali dell’educazione di Rousseau:


È dedicato alla puerizia, dai 3 ai 12 anni.
 La fanciullezza viene tratteggiata come un’età caratterizzata da «debolezza» e «dipendenza»,
dalla «curiosità» e dalla «libertà», anche se quest’ultima dev’essere «ben regolata».
 La puerizia è un’età pre-morale e prerazionale, tutta rivolta agli interessi presenti e
sostanzialmente felice.
Qui è importante che l’educatore «perda tempo» e che intervenga, per far apprendere ad
Emilio alcune nozioni essenziali attraverso le esperienze dirette, anche dolorose, del fanciullo.
 Secondo il metodo dell’educazione negativa, egli sviluppa le proprie disposizioni e impara a
riconoscere gli errori, invece di apprendere le regole.
 Il fanciullo acquisisce nuove conoscenze, non attraverso lezioni teoriche e ragionamenti, ma
mediante esperienze, per cui è netto anche il no di Rousseau ad ogni forma di istruzione
precoce, sia che riguardi le lingue straniere o la storia o le favole, considerate pericolose.
 L’obiettivo primario dell’educazione in questa fase dev’essere la fortificazione del corpo e il
corretto uso dei sensi, con rari elementi di istruzione di tipo scolastico, come un po’ di disegno
e di geometria.
161. Libro III: il sapere e il fare
Il terzo libro è dedicato all’età che oggi definiremmo della preadolescenza (12-15 anni). Emilio
è ormai forte, è ancora curioso, è ancora sordo alle passioni; possiede ormai forze intellettuali
che chiedono di essere impiegate, è l’età migliore per iniziarlo allo studio. Il precettore allora
asseconda la curiosità di Emilio, avviandolo ad una conoscenza sperimentale.
-Età dell’utile. Tempo brevissimo adoperarlo bene
-Apprendimento indiretto: imparare facendo. Intervento positivo del pedagogo per suscitare
interrogativi utili.
-Il lavoro formativo e nozione dei rapporti social. Emilio apprenderà il lavoro di falegname
insieme al pedagogo.
-Finalità formativa del lavoro, Emilio “non impari la scienza, la scopra”
162. Libro IV: educazione sessuale, morale e religiosa.
 15 ai 20 anni, La “seconda nascita” e l’educazione sessuale, in merito ad alcune
problematiche circa l’educazione sessuale, Rousseau accenna al tempo in cui parlarne, al
sentimento dell’amicizia, per volgere il cuore del giovane verso la bontà, la beneficenza e la
pietà.
 Introduzione all’ordine morale; “Un secondo passo verso l’età adulta”, Socializzazione
Disuguaglianze tra gli uomini Narrazioni storiche di Plutarco Conversazione e letture Studio
delle lingue.
 Ai 18 anni l’educazione religiosa, professione di fede del vicario savoiardo, è pronto ora
a conocere l’amore ed aducato all’immagine di una compagna ideale. Il concetto di Dio non
prima 18 anni non sarà educato a nessuna religione…
 Alla ricerca di Sofia, per trovarla bisogna conoscerla…
163. Libro V: L’educazione della donna e il matrimonio tra Emilio e Sofia
 Educazione della donna modello di virtù e saggezza ma subalterna all’uomo Si deve
fondare
sull’ubbidienza.
L’educazione intellettuale mirerà a studi pratici in fatto di Religione la ragazza dipenderà dalla
madre, e da moglie dal marito.
Le madri devono guidare le figlie a comprendere il mondo, ad amare la vita domestica, la
moralità e la virtù. Ritratto ideale di Sofia È condotta in città per prepararsi al matrimonio ma si
annoia, legge le avventure di Telemaco e pensa di trovare “un giovane che gli somigli”.
 Il valore formativo del viaggio per Emilio
Emilio e il precettore si allontanano da Parigi Viaggio attraverso la campagna Ospiti presso una
buona familia. Emilio si innamora di Sofia. Improvvisamente il precettore chiede ad Emilio di
Intraprendere un viaggio per dominare le passioni ed essere davvero libero Attraverso il viaggio
avviene l’educazione sociale e política Criterio: il Contratto sociale.
Rientro dal viaggio Nozze di Emilio e Sofia Utopia antropologica e sociale Nascita del figlio di
cui sarà precettore Emilio.
164. Le innovazioni pedagogiche più originali di Rousseau:
 La scoperta dell’infanzia come età autónoma e dotata di caratteri e finalità specifiche, assai
diverse da quelli propri dell’età adulta;
 Il legame tra motivazione ed apprendimento messo al centro della formazione intellettuale e
morale di Emilio;
 L’attenzione rivolta alla antinomicità e allá contraddittorietà del rapporto educativo.
165. Johann heinrich Pestalozzi (1746-1827)
Differenze e analogie con Rousseau:
Pestalozzi Rousseau
+Educazione inherente alla >Ragiona sull’educazione
società civile e familiare;
Educazione popolare
+Educatore di fanciulli in carne e ossa >Non esercita l’educazione. Non parla
dell’educazione popolare dell’educazione popolare

+Riunire ciò che Rousseau >Etè rigidamente separate


ha separato Ritardo dell’educazione morale e religiosa
Insanabile contrapposizione tra:
Autorità e liberta
Individuo e società
+La natura abbandonata >Ottimismo naturalistico
a se stessa traligna

«Pestalozzi è la classica figura dell’educatore, del filántropo che lavora, riflette, scrive; una
pedagogia vissuta, sofferta anche e soprattutto nei propri fallimenti, che però non intristisce,
non si piega su se stessa, sa guardare al presente, ma anche al futuro, ha fiducia nelle risorse
umane, ritiene di avere trovato nelle classi popolari la forza in grado di produrre un
rinnovamento; il tutto senza capovolgimenti, senza rivoluzioni, senza contestazioni radicali».
166. Pestalozzi: Le veglie di un solitario
L’opera Veglia di un solitario (1780), che rivela chiaramente l’influenza dello Sturm und
Drang, inizia con la domanda: «L’uomo, nella sua essenza, che cosa è mai?». Convinto, con
Rousseau, della bontà originaria della natura umana, si sforza, partendo dal problema centrale
dell’essenza dell’uomo, di definire la destinazione, lo scopo e la vita propria dell’uomo.

L’uomo non si educa nella astrattezza della sua essenza, ma nella immediatezza concreta delle
sue relazioni vitali:
Famiglia si pongono le basi di ogni vera saggezza, moralità, efficienza
L’uomo si espande, poi, nell’ambito della professione, del mestiere
Quindi nell’ambito delle relazioni sociali, nella vita dello Stato
Le tre relazioni esteriori rimandano allá relazione interiore, il rapporto intimo della coscienza
con la voce di Dio, che le rende possibili nel loro ordine naturale.
167. Pestalozzi: il Romanzo di Leonardo e Geltrude
In questo grande romanzo popolare in quattro libri (pubblicato negli anni 1781, 1783-1785 e
1787), l’orientamento educativo di Pestalozzi prevale fin dall’inizio, perché egli intendeva
descrivere al popolo la sua vera condizione e indicare la strada per migliorarla.
«[Nel romanzo Leonardo e Gertrude] l’ordine economico-sociale finiva con il fondare l’ordine
etico, per cui la stessa idea di educazione elementare del popolo si riassumeva in gran parte
nella preparazione professionale. Ma questa soluzione non lasciò tranquillo Pestalozzi, il quale,
sulla spinta di diversi fattori, pervenne a rimeditare tutta la sua filosofia della storia alla luce di
un nuevo principio: l’autonomia ed il valore fondante dell’ordine morale rispetto a quello
sociale».
168. Pestalozzi: Sulla legislazione e l’infanticidio
(1783), Pestalozzi indagò le cause di questo orrendo delitto: «Infanticidio! Sogno o son desto?
È
davvero possibile un tale atto? Accade veramente? Accade questo crimine inaudito – no, non
inaudito, ha un nome, esiste un preciso termine per indicarlo!».
«L’uomo non nasce delinquente e che, in condizioni diverse, le ragazzemadri, che si erano
macchiate della colpa dell’infanticidio, avrebbero allevato con cura commovente il loro
bambino».
169. Pestalozzi: Mie indagini sopra il corso della natura nello svolgimento del
genere umano
(1797) In quest’opera Pestalozzi, dopo aver considerato lo stato naturale e sociale, perviene alla
determinazione che la più alta realizzazione della natura umana consiste soltanto nello stato
morale, al quale l’uomo giunge non attraverso un “dono” bensì mediante una conquista.
L’opera Mie indagini di Pestalozzi rappresenta: «Il più alto contributo teoretico nell’intero
complesso dei suoi lavori, nel quale il superamento dell’ottimismo illuministico, in nome di un
vigoroso senso della dialetticità dell’esperienza storica ed in direzione di un conclusivo sbocco
nella visione del valore della persona in quanto radicato nella sua esclusiva individualità
morale, appare riflessamente compiuto».
170. Pestalozzi: Lettera ad un amico sul proprio soggiorno a Stans
1807. Solo, aiutato da una anziana domestica, Pestalozzi si dedicò completamente ai ragazzi per
i quali era padre, maestro e madre.
• Stava con loro giorno e notte;
• faceva lezioni nel mattino e nel pomeriggio;
• era il principale istruttore nei piccoli lavori;
• aiutava i ragazzi ad avere cura dei loro vestiti,
• a tenersi puliti,
• li assisteva amorevolmente quando erano ammalati.
Si trattava di una grande famiglia, in cui doveva regnare lo spirito dell’educazione domestica di
Gertrude. Malgrado la presenza dei ragazzi non fosse stabile (in poche settimane il numero dei
ragazzi arrivò a ottanta) Pestalozzi riuscì ben presto a creare una vera e propria comunità, dove i
Ragazzi si aiutavano a vicenda, come fratelli.
171. Pestalozzi: Il canto del cigno (1826)
La illimitata e un po’ candida fiducia del Pestalozzi nella possibilità di tracciare una sistematica
serie di mezzi didattici atti ad educare automaticamente le diverse attività dell’alunno lo
portarono al didatticismo. Tornato a Neuhof, Pestalozzi sottopone a significativa critica il
didatticismo nell’opera Il canto del cigno (1826), che costituisce un ripensamento complessivo
delle sue esperienze educative ed il suo testamento pedagogico.
Pestalozzi, inoltre, accentua un altro aspetto molto più vitale del suo pensiero, condensato nella
massima: «la vita educa». Pestalozzi sostiene che l’educazione e l’istruzione devono raccordarsi
con la vita concreta dell’educando, con le sue condizioni ambientali e sociali, senza per questo
trascurare l’armonizzazione fra «cuore», «mente» e «mano», ai fini della formazione autonoma
della personalità etica e religiosa.
La massima: «la vita educa», come espressione più profonda del concetto di «educazione
elementare», è analizzata dal Pestalozzi in vari contesti, tra cui segnaliamo i seguenti:
 «la vita educa» il sentimento;
 le attività intellettive;
 l’intuizione ed il linguaggio;
 l’intuizione e il pensiero; la disposizione all’arte.
172. Le principali teorie del pensiero pedagogico di Pestalozzi
Pestalozzi non ha lasciato un sistema organizzato, costruito logicamente, tuttavia attraverso
l’analisi delle sue opere e della sua pratica educativa, si possono individuare alcuni fulcri
principali del suo pensiero:
a) Educazione secondo natura
b) La formazione spirituale dell’uomo: come unità di cuore, mente, mano
c) Educazione e istruzione
d) L’educazione della donna
e) L’educazione familiare: Proseguita dalla scuola
173. Le principali teorie pedagogiche Educazione secondo natura
La natura umana si evolve e si sviluppa, Dallo «stato di natura» (immdiatezza vitale), Allo
«stato sociale» Allo «stato etico»; Soltanto attraverso la società e l’educazione l’uomo può
diventare un essere armonicamente formato.
Il bambino, secondo Pestalozzi, ha in sé tuttem le facoltà della natura umana: «Il fanciullo è un
essere fornito di tutte le facoltà della natura umana, nessuna delle quali tuttavia è in lui
sviluppata: è come un bocciolo non ancora dischiuso. Quando il bocciolo si apre, ogni petalo si
spiega, e non uno rimane indietro. Segue subito l’indicazione che «l’uomo non diventa uomo se
non per mezzo
dell’educazione», purché questa si accordi sempre con la natura. Lo stesso Pestalozzi, però,
rileva che è errato affidarsi esclusivamente allá natura, per cui è necessario sviluppare
un’educazione positiva.
174. Le principali teorie pedagogiche Educazione e formazione spirituale
dell’uomo
La formazione spirituale dell’uomo come unità di
cuore: Educazione morale-Sapere
mente: Educazione intellettuale-Volere
mano: Educazione professionale-Potere
175. Le principali teorie pedagogiche Educazione e istruzione
Pestalozzi, partendo dall’intuizione, sviluppa una educazione elementare che parte dagli
elementi della realtà, sia nell’insegnamento linguistico che in quello matematico, analizzandoli
secondo:
La forma: Disegno Geometria
Il numero: Aritmetica
Il nome: Linguaggio Canto
176. Le principali teorie pedagogiche L’educazione del focolare domestico
Punto di riferimento del metodo di Pestalozzi è l’educazione materna e familiare. Diversamente
da Rousseau, che sequestra il bambino dal suo ambiente naturale quale è la famiglia, Pestalozzi
ha esaltato, invece, le funzioni educative della famiglia. Dopo la famiglia, la scuola è un
ambiente educativo. Tuttavia, così come una «Sfera vitale» non può contraddire l’altra, allo
stesso modo la scuola è educativa solo se non si contrappone all’educazione familiare, ma se la
continua e la integra.
177. Le principali teorie pedagogiche L’educazione della donna
Se il ruolo della madre occupa un posto rilevante nella prima educazione del bambino, se ne
deduce che essa debba ricevere una preparazione adeguata. Il tema è sviluppato da Pestalozzi
nell’opera Madre e figlio (1818-1819). Pestalozzi, pur affermando che alla madre non sono
necessari grandi studi, poiché nello svolgimento del suo compito educativo è guidata da un
istinto naturale, insiste sulla necessità dell’educazione femminile, perché, in linea generale, la
donna si sposa e diventa madre.
178. Albertine Necker de Saussure (1766-1841).
L’educazione progressiva si compone di tre parti:
1) Etude de la première partie de l’enfance (1828),
2) Etude de la dernière partie de l’enfance (1832),
3) Etude de la vie des femmes (1838).
L’opera si sviluppa in undici libri: tre per la prima parte, quattro per la seconda, e quattro per la
terza parte.
179. 1) Etude de la première partie de l’enfance (A. Necker de Saussure) (Studio
della prima parte dell'infanzia)
Educare per Necker è porre il fanciullo in condizione di compiere un giorno, il meglio possibile,
la destinazione della sua vita. Bisogna quindi determinare lo scopo dell’esistenza, che non è la
felicità, ma la moralità, secondo la legge data da Dio. La vita è un cammino verso la perfezione,
non certo raggiungibile ma sempre da perseguire. L’educazione è, quindi, “progressiva”; è la
graduale realizzazione di un processo di perfezionamento che dura per tutta la vita.
L’ordine e la regolarità, in questo disegno educativo, hanno una parte essenziale. Durante
l’infanzia, fino ai cinque anni, allá formazione del carattere morale è essenziale la
sottomissione, l’obbedienza all’autorità dei genitori, perché il fanciullo che non è diretto da
mano ferma resta abbandonato ai suoi capricci.
Nell’obbedienza del bambino vi è anche la radice della religiosità. Il bambino ama prima di
giudicare; la madre lo associ alle sue preghiere comunicandogli il suo sentimento religioso.
180. 2) Etude de la dernière partie de l’enfance (Studio dell'ultima parte dell'infanzia)
(6 – 14) Dopo i sei anni, quando si passa all’età che noi chiamiamo fanciullezza, l’istruzione
acquista maggiore importanza, ma non si disgiunge mai dalla formazione morale. Più che
accrescere la quantità delle nozioni, si tratta di formare l’intelligenza.
L’obbedienza, che è un dovere per il fanciullo, è anche una affermazione della responsabilità
dei genitori, che hanno il compito di tutelare e indirizzare al bene i figli.
La punizione può essere talvolta necessaria; sia preannunciata e applicata in casi definiti;
comunque si evitino l’umiliazione, l’ironia e l’insinuazione.
Il fanciullo tende a staccarsi sentimentalmente dai genitori; ama la compagnia dei coetanei,
’attività e il gioco di gruppo in cui si impegna con passione. Ora la vita può essergli prospettata
come un cammino che conduce a Dio.
181. 3) Etude de la vie des femmes (Studio della vita delle donne)
La Necker ritiene che le donne del suo tempo abbiano acquisito maggiore libertà e “lumi”, ma
abbiano perso l’influenza sulla società. Ciò è dovuto al fatto che la donna non sempre riconosce
e realizza nel modo migliore la sua vera vocazione.
L’ostacolo principale al reale progresso femminile è la brevità del tempo dedicato alla
formazione
culturale, data l’età precoce dei matrimoni.
La giovane così cresciuta mantiene il candore dell’infanzia, ma ha acquistato sentimenti
profondi, intenzioni sicure e mente riflessiva; potrà avere contatto con la società, con la cautela
che non si
lasci lusingare.
Quando la donna è alla sua maturità, il mondo sembra ritirarsi da lei. Invece è questo il
momento in cui si delinea un ruolo attivo da svolgere, imperniato sulla capacità femminile di
donare amore, conciliazione, pace.
La “carriera privata” della donna che può realizzarsi in tre modi:
I. la carriera materna, nell’educazione dei figli;
II. la carriera della carità, di intermediaria tra pubbliche istituzioni di assistenza e i singoli
indigenti;
III. la carriera degli studi, nelle lettere, nella storia, nelle scienze naturali.
182. Riguardo all’educazione infantile, occorrerà fare attenzione alle dizioni
relative alle diverse istituzioni:
 scuole infantili (Owen),
 asili infantili (Aporti),
 giardini d’infanzia (Fröbel),
 scuola materna (Agazzi),
 case dei bambini (Montessori)
183. Friedrich August wihelm fröbel (1782-1852)
In Germania, sotto la spinta del romanticismo e dell’idealismo, asume caratteristiche
decisamente filosofiche, per merito soprattutto di Fröbel, che nel 1840 creò i primi giardini
d’infanzia (Kindergärten) con strutture, articolazioni, attività, impostazioni decisamente
nuove».
«Kommt, lasst uns unseren Kindern leben» (Venite, viviamo per i nostri figli) la figura: un
cubo, un cilindro ed una sfera.
184. Die Menschenerziehung di Fröbel (Educazione umana)
L’educazione dell’uomo (1826), pensata come un’analisi del proceso educativo lungo tutta la
vita umana, in realtà, nel primo ed unico volumen elaborato, tratta soltanto delle prime due età,
l’infanzia e la fanciullezza, cui avrebbero dovuto far seguito almeno altre tre. (Per il
panenteismo, tutto è scaturito da Dio e tutto da Dio è condizionato; e soprattutto l’uomo, creato
a immagine e somiglianza di Dio, crea, opera ed agisce in modo simile a Dio).
Poiché l’uomo non ha coscienza di ciò, è opera essenziale dell’educazione portarlo a questa
consapevolezza: il bambino deve diventare fanciullo, il fanciullo adolescente, l’adolescente
giovane, il giovane uomo adulto, l’uomo adulto deve avvicinarsi il più possibile a Dio.
Ecco il fine dell’educazione “progressiva”, che agirà secondo la gradualità delle forme
attraverso le quali Dio si manifesta e soprattutto agisce, perché tutto è attività.
Attività che ci appare
+in Dio come creazione,
+nell’uomo come lavoro,
+nel fanciullo come gioco,
oppure, data l’identità assoluta di Dio con l’uomo e la natura tutta, il divenire e l’attività si
esplicano come Dio che
-gioca nel fanciullo,
-lavora nell’uomo,
-crea nella sua trascendentalità.
Gioco, lavoro e creatività sono tre gradi, tre passaggi, tre momenti necessari di un único
processo di sviluppo immanente all’umanità come spirituale realtà divina: lo sviluppo, appunto,
del divino che è nell’uomo. Questo sviluppo dall’interno è proprio l’educazione, che non è
quindi imposizione dall’esterno, ma essenzialmente autoeducazione.

Non si va quindi a scuola per prepararsi ad una vita futura, bensì per inserirsi nell’attualità della
vita presente. Nella scuola ci si educa e ci si istruisce vivendo: nulla si apprende in teoria e per
teoria, né sapere, né bontà, né virtù, ma attuando e realizzando il vero, il bene e il bello,
operando in proprio e in collaborazione socializzata con i compagni.
La scuola deve essere, quindi, scuola attiva, nella quale domina l’attività spontanea del
fanciullo; questa attività spontanea non può essere che il gioco:
185. Fröbel fa la distinzione tra le età mira a cogliere le differenze e la continuità
dello sviluppo educativo:
A) Prima infancia fino ai 2-3 anni - Ambiente educativo la famiglia - Figura dominante la
madre
B)Seconda infancia dai 3 ai 6 anni - Ambiente educativo il Giardino - Figura dominante la
maestra-giardiniera
C)Fanciullezza fino ai 10-12 anni - Ambiente educativo la scuola - Figura dominante
l’insegnante
In tutte le età si devono sviluppare e consolidare in modo opportuno tre forze: la religione, la
laboriosità, la temperanza.
186. Dello sviluppo educativo la Scuola elementare (Fröber)
Quattro gruppi di insegnamento
I. Religione e insegnamento religioso
II. Scienze naturali Matematica
III. Lingua e insegnamento Linguistico, Scrittura, lettura
IV. Arte e insegnamenti artistici come musica, canto, disegno, pittura, plástica
Il tutto mediante attività di gioco e di lavoro

187. Fröbel non usa il nome di “Giardino” solo per romántica similitudine,
immaginando i bimbi come tanti piccoli Fiori variopinti, o guidato da afflato
mistico;
Egli invece si fonda su un concetto più vero e più profondo, secondo il queale allo stesso modo
che nel giardino i Fiori si schiudono da sé, così nel Giardino d’infanzia i bimbi si sarebbero
potuti
liberamente esplicare e svolgere da sé, in spontaneità, “germogliando” e “fiorendo” dal loro
intimo, nella serenità del gioco e della vita di natura.
Il Kindergarten è quindi l’ambiente in cui l’attività del bambino, il suo gioco-lavoro, può
esprimersi in libertà, anche se promosso e guidato da un bravo educatore e da sussidi didattici
opportuni.
188. Fröbel offre dei giochi che rappresentano:
Un invito al fare secondo una regola ed un fine piùm intenzionali: da qui l’origine dei “doni”,
derivanti da una concezione metafisica della realtà che si esprime in forme geometriche, ed
offerti come materiale di osservazione e di azione, mezzi del conoscere, del fare da sé, del
costruire.
189. I doni fröbeliani
a) La palla elastica, colorata, le si collega una rica attività di carattere semplicissimo e del tutto
infantile. Alla palla elastica colorata seguono, sempre nel primo dono, altre sei palle di lana, di
diverso peso e grandezza, con i colori dell’arcobaleno. Giocando e divertendosi, il bambino
apprende le idee di unità e di pluralità e impara a conoscere le proprietà fondamentali dei corpi:
colore, forma, materia, peso, grandezza, movimento, velocità, somiglianze, differenze, quantità,
numero. Infine è favorito lo sviluppo dei primi istinti di movimento e di gioco: il lanciare, il
pigliare, il lasciare.
b) Sfera, cubo, cilindro (aggiunto nel 1843) di legno: diametro della sfera, spigolo del cubo,
altezza e diámetro di base del cilindro hanno dimensioni uguali:
• la sfera rappresenta la massima mobilità,
• il cubo la stabilità,
• mentre il cilindro è intermedio.
c) Cubo di legno diviso in otto cubetti uguali.
d) Cubo diviso in otto mattoncini.
e) Cubo diviso in 27 cubetti.
f) Cubo diviso in 27 mattoncini.

Questi ultimi quattro “doni” del cubo scomponibile soddisfano un tipico istinto infantile, quello
di rompere una cosa per vedere com’è fatta e ciò che c’è dentro.
Le idee
• di unità e di pluralità,
• di scomposizione e ricomposizione,
• di costruzione e di demolizione,
• di lunghezza e di larghezza e spessore o altezza,
• di moltiplicazione e di divisione ecc.
190. Le norme, che guidavano l’uso dei “doni”si rifacevano ai due principi:
1) della continuità, per cui era indispensabile seguire l’ordine previsto,
2) della gradualità, cosicché erano stabiliti diversi esercizi per ogni “dono”, che implicavano un
progressivo impegno.

191. La finalità dei «doni»:


Consiste nel guidare i bambini allá comprensione delle leggi universali, per cui se si toglie ai
doni il loro il significato simbolico e metafisico si fraintende il pensiero di Fröbel.
192. John Dewey (1859-1952) Influssi sulla formazione:
Peirce (idea in termine di conseguenza) Darwin (organismo e ambiente) Hegel (Monismo)
193. Il pensiero filosófico di John Dewey
La filosofia di Dewey si articola intorno allá «teoria dell’esperienza», vista come l’ambito dello
scambio tra soggetto e natura. Così è all’uomo e alla sua «intelligenza creativa» che è affidato
lo sviluppo e il controllo dell’esperienza, attraverso l’uso della logica, definita come «teoria
dell’indagine», Caratterizzata, quindi, dal método scientifico e dai suoi principi:
+della sperimentazione,
+della generalizzazione e dell’ipotesi,
+della verifica.
Strumentalismo
Lo strumentalismo muove, invece, dal riconoscimento della relazione dinamica che coinvolge
ogni aspetto del reale. In questo senso esso è un «naturalismo organicistico» che si ispira
all’evoluzionismo biologico.
La natura si presenta come un processo di interazioni vitali tra gli organismi e l’ambiente. Tra
questi due poli esiste una continua «transazione» o scambio (Il conoscente e il conosciuto)
Non diversamente dagli organismo naturali, anche l’uomo è originariamente impegnato in un
rapporto pratico col mondo per piegare l’instabilità degli evento ambientali agli scopi della
sopravvivenza (Esperienza e natura).
Pertanto, L’intelligenza è un abito operativo che nasce nel corso esperienza.
Etica
Ha elaborato una concezione morale aperta, che non accetta fini e valori rigidi e precostituiti. I
fini dell’agire rinviano ai mezzi e alla situazione problematica; il lato etico di tale rapporto non
consiste nel perseguire certi fini piuttosto che altri ma nella capacità di potenziare
indefinitamente il controllo delle situazioni in armonia con i vari livelli di complessità (fisico,
psicofisico, spirituale e sociale) che caratterizzano l’uomo.
l’etica ha il compito di di portare l’umanità a stadi di perfezione sempre più elevati. In virtù di
tale presupposto, pessimismo e ottimismo sono due alternative egualmente errate. Invece, la via
più feconda è quella intermedia del migliorismo.
Estetica
Egli respinge categóricamente quelle teorie estetiche che considerano l’arte «un regno
separato». L’arte non è un’attività avulsa dalla concreta e comune esperienza, ma è un attivo
apprezzamento di quegli aspetti qualitativi e formali che appartengono a ogni situazione reale.
Lo scopo dell’arte è, di natura educativa. L’arte è un mezzo per insegnare nuovi modi di
percezione.
Politica
Ruota intorno al principio della democrazia, vista come la forma più avanzata e più attuale nella
società industriale di massa, ma che deve costantemente essere costruita e ricostruita attraverso
un’opera di educazione scolastica formando ogni cittadino alla democrazia, e di sviluppo
dell’opinione pubblica che permette di creare quella «grande comunità».

194. John Dewey: Il mio credo pedagógico


L’educazione, è un processo continuo che inizia fin dalla nascita e vede coinvolto l’individuo…
Il nucleo centrale dello scritto è la convinzione che l’educazione sia non tanto una preparazione
per un futuro che nella civiltà industriale contemporanea è difficile da prevedere, ma un
processo sociale attraverso il quale l’alunno vive una serie di esperienze che gli permettono di
assimilare il patrimonio culturale della società e di diventare autonomo e padrone di se stesso.
Il processo educativo, ha due aspetti: «l’uno psicologico e l’altro sociologico e nessuno dei due
può venire subordinato all’altro o trascurato senza che conseguano cattivi risultati».

Dewey sviluppa la sua concezione pedagogica in cinque articoli:


1. cos’è l’educazione;
2. cos’è la scuola;
3. la materia dell’educazione;
4. la natura del metodo;
5. la scuola e il progresso sociale.
195. John Dewey: Scuola e società
La scuola, pertanto, non può restare estranea a tale profonda trasformazione della società, anzi
deve legarsi intimamente al «progresso sociale», mutando radicalmente il proprio volto. Essa
deve «diventare una comunità in miniatura, una società embrionale» attraverso un più stretto
contatto con l’ambiente e con la realtà sociale del lavoro. Nella scuola dovranno essere costruiti
laboratori di vario tipo:
*che colleghino le attività scolastiche con quelle produttive,
*per l’apprendimento delle varie materie e una precisa coscienza della loro utilità.
La scuola, pertanto, deve cambiare il proprio «centro di gravità», che tradizionalmente era posto
«fuori del fanciullo», ponendo al centro i caratteri fondamentali della natura infantile.
196. John Dewey: Come pensiamo
L’esperienza ci pone continuamente a contatto, nel suo dinamico divenire, con situazioni nuove,
con questioni aperte, con problemi da affrontare. L’apprendimento non è altro che una
conoscenza per problemi, cioè con la capacità di organizzare i dati, pianificare le ipotesi e
verificare le soluzioni; un processo in cui il pensiero rappresenta lo strumento attraverso il quale
operiamo la modificazione dell’ambiente.
197. John Dewey: L’educazione come “continuità sociale”
«l’educazione, nel suo senso più vasto, è il mezzo di questa continuità sociale della vita».
L’educazione è il legame orgánico fra individuo e società. Il pericolo più grande della scuola,
allora, è quello di approfondire la frattura tra l’insegnamento e la vita, anziché colmarla; per cui
il suo compito è, quindi, quello di conciliare la formazione intellettuale con la pratica sociale.
L’ideale democrático nell’educazione
La democrazia, più che una forma di governo, è prima di tutto un tipo di vita associato. Moralità
e socialità coincidono.
198. John Dewey: Le fonti di una scienza dell’educazione
La scienza dell’educazione va intesa, per Dewey, come «una specie di ingegneria sociale», ed è
una scienza nel senso che anche la fisica, la chimica, la psicologia sono scienze.
Nello specifico, le fonti di una scienza dell’educazione sono:
1. la psicologia che fornisce i principi per la soluzione dei problemi metodologici
2. la sociologia che ne suggerisce i fini
3. la filosofia dell’educazione, «nella misura in cui essa provvede ipotesi di lavoro
199. John Dewey: Esperienza ed educazione
Non ogni esperienza è educativa e che l’attività fine a se stessa serve solo a disperdere le
energie del ragazzo, per cui «il problema centrale di un’educazione basata sull’esperienza è
quello di scegliere il tipo di esperienze.
I criteri dell’esperienza
a) continuum sperimentale
b) l’interazione fra le condizioni oggettive e quelle interne
 I due principi della continuità e dell’interazione non sono separabili:
200. Don Lorenzo Milani (1923-1967)
La scuola di Barbiana
La suo opera educativa inzia apartire dalla convinzione che non sia possible condurre le
persone all’accettazione della “Parola” senza averele istruite e dotate della possibilità di
accedere all’infinita reserva di valori sentimenti che giacciono nel lenguaggio. La scuola
populare nasce anzitutto come promessa per l’educazione religiosa… la scuola sia un diritto di
tutti, e che questo diritto. La scuola di Barbiana cerca di dare ai Ragazzi del Mugello l’accesso a
quegli strumenti intellettuali che sono indispensabili per essere cittadini, non adeguando, però, i
giovani agli schemi delle classi dominanti, quanto, piuttosto, tutelando la loro identità culturale.

La povertà è portatrice di valori evangelici, che vanno difesi mediante un’educazione civile e
non confessionale, per farne i fattori determinanti per una società più giusta. La scuola di
Barbiana richiede serietà e impegno. Non è una scuola facile, ammiccante, disimpeganta, solo
formalistica, non ha né ricreazione né giochi.
201. Linguaggio di Don Milani
È convinto che sia la lingua lo strumento che, se non proprio fa eguali, certo contribuisce a
ridurre le differenze sociale. Si parte di una didattica della lingua, basata sulla valorizzazione
della funzione espressiva in tutte le sue componente… la lingua deve sviluppare la capazità di
leggere il presente, per giudicare la realtà con un approccio critico. È necesario scrivere come si
parla, perché le forme del linguaggio scrito servono spesso ad occultare la verità ai poveri…
202. Didattica della povertà di Don Milani
Didattiche della povertà, no si bada allá teorizzazioni, alle sistemazioni, allá programmazione;
l’esperienza diretta della classe o dell’ambiente è il punto di partenza. Non ci sino né voti, né
promozioni, né bocciature. Non esistono classi e ognuno può procedere con tempi e ritmi
individuali.
203. Lettera ad una professoressa (1967) di Don Lorenzo Milani
Voleva essere un atto di accusa verso la scuola publica, clasista e discriminatoria, quanto un
manifestó di istruzione alternativa, comunitaria e di tutti, trae spunto dalla bocciatura di uno dei
Ragazzi della scuola, Gianni:
«Cara signora, lei di me non ricorderà nenmeno il nombre il nome. Ne ha bocciati tantti. Io
invece ho ripensato a lei, ai suoi colleghi, a quell’istruzione che chiamate scuola, ai Ragazzi che
respingete. Ci respingete nei campi e nelle fabbriche e ci dimenticate».
Per l’indifferenza della scuola pubblica propone tre riforme:
1. Non bocciare
2. A quelli che sembrano credenti dargli la scuola a pieno tempo
3. Agli svogliati basta dargli uno scopo
204. Jacques Maritain (1882-1973) Il pensiero
Maritain non è nell’inizio del suo itinerario spirituale un pedagogista, ma un pensatore alla
ricerca di un orientamento spirituale e di una verità che egli ritrova con un processo che lo porta
indietro nel tempo; ciò che lo caratterizza fin dall’inizio é il rifiuto di spiegazioni materialistiche
della realtà che lo porta vicino a posizioni spiritualistiche (esempio la filosofia bergsoniana).
Egli approda allá filosofia tomística, come principio con il quale affrontare i problemi
 della vita sociale,
 della vita economica,
 della formazione umana
lo porta da un interesse esclusivamente teorético ad un approfondimento dei problemi politici
ed educativi.
Le opere più significative in questo senso sono:
1. Tre riformatori: Lutero, Descartes, Rousseau (1925);
2. Umanesimo integrale (1936);
3. L’Educazione al bivio (1943).
205. L’educazione al bivio di Maritain (1943)
L’educazione dell’uomo:
«Se è vero che il nostro principale dovere consiste, secondo la profonda massima di Pindaro (e
non di Nietzsche), nel diventare ciò che siamo, niente è più importante per ciascuno di noi e
niente è più difficile che divenire uomo. Così il compito principale dell’educazione è soprattutto
quello di formare l’uomo, o piuttosto di guidare lo sviluppo dinamico per mezzo del quale
l’uomo forma se stesso ad essere uomo.
«L’educazione ha tre significati ben distinta:
sia a qualunque processo per mezzo del quale un uomo è formato e condotto verso la sua
perfezione (educazione nel senso più lato),
sia all’opera di formazione che gli adulti intraprendono nei confronti della gioventù,
sia (in senso più stretto) al compito specifico delle scuole e delle università».
206. I sette errori della pedagogia contemporánea (di Maritain):
1. Primo errore: il misconoscimento dei fini
La psicologia indica i metodi (i mezzi) più efficaci per l’educazione, ma sono solo strumenti di
essa non il fine.
2. Secondo errore: false idee intorno al fine
Concetto scientifico dell’uomo e concetto filosofico
3. Terzo errore: il pragmatismo
Formazione exclusivamente pragmatica e sociale dell’uomo, contro l’umanesimo integrale
4. Quarto errore: il sociologismo
L’uomo è condizionato dalla vita sociale, invece occorre preparare un cittadino
5. Quinto errore: l’intellettualismo
Il culto della specializ. impoverisce l’uomo
6. Sesto errore: il volontarismo
Intelligenza e volontà insieme
7. Settimo errore: ogni cosa può essere appresa mediante l’insegnamento Paradossi della E.
207. I fattori dinamici che intervengono nell’educazione secodo Maritain
L’opera dell’insegnante è necessaria nell’educazione, perché non è esatta la concezione
platonica (espressa nel Fedone) che la mente già possiede, come idee innate, le idee che invece
devono essere conquistate con il lavoro necessario della mente e, richiamando san Tommaso,
ricorda che il fattore dinamico primordiale, nell’educazione, è il principio vitale immanente al
soggetto stesso da educare.
L’opera dell’insegnante, pertanto, è necessaria:
«La naturale attività dell’intelligenza da parte di colui che apprende, e l’opera di guida
intellettuale da parte di colui che insegna costituiscono entrambe i fattori dinamici
dell’educazione, l’educatore o il maestro è soltanto un fattore dinamico secondario - sebbene
autenticamente efficace – e un agente ministeriale».
208. Le disposizioni fondamentali da coltivare nell’educazione secondo Maritain
Sono cinque:
1) l’amore della verità
2) l’amore del bene, della giustizia e delle imprese eroiche;
3) l’amore dell’esistenza
4) il gusto del lavoro ben fatto, che è un bisogno naturale del fanciullo
5) il senso di cooperazione
209. Le norme fondamentali dell’educazione (Maritain)
Il maestro, agente ministeriale nell’opera educativa deve fare molta attenzione:
1. incoraggiare e favorire quelle disposizioni fondamentali che permettono al fanciullo
(agente principale) di svilupparsi nella vita dello spirito.
2. centrare l’attenzione sull’intima profondità della personalità e del suo dinamismo
spirituale
3. unificare, non disperdere; sforzarsi di assicurare e nutrire l’intera unità dell’uomo
4. liberare l’intelligenza invece di sovraccaricarla
210. Maritain nel discorso inaugurale all’Hunter College di New York del 1941 dal
titolo L’educazione della donna
La cultura riguarda la dimensione umana dell’intelligenza per cui non può essere un privilegio o
essere riservata al sesso maschile. C’è complementarità tra le doti intellettuali dell’uomo e della
donna. Nel suo discorso, inoltre, Maritain introduce il concetto della differenza e della
reciprocità, così vivo oggi nella coscienza femminile.
211. Ovide Decroly (1871-1932)
Dimostrerà che i método uttilizzati con i piccoli disabili funzionano anche con i bambini
normali. Egli propone una scuola rinnovata, in tutto il sistema scolastico; attribuisce una grande
importanza sia al corpo, che all’affettività.
I centri di interesse di Decroly sono nati da due fondamentali considerazioni riguardanti
l’attività spontanera dei fanciulli: l’ambiente naturale e funzione di globalizzazione. Il bambino,
non apprende in modo analítico (tradizionale)… ogni attività di apprendimento nel fanciuolo si
genera da un approccio globale rispetto all’ambiente e tale approccio deve essere mantenuto
nell’insegnamento.
L’educatore, deve sapere individuare e osservare i bisogni, interessi dal bambino.
L’insegnamento dice Decroly, sarà caratterizzato da tre momento principali: l’osservazione,
l’associazione e l’espressione con i relativi esercizi.

L’École de l’Ermitage di Ovide Decroly


Una scuola che prepara alla vita con la vita. Ha le caratteristiche:
 E’ collocata in ambiente naturale
 Ha scolari di ambo i sessi (4 a 15 anni)
 L’aule sono propri lavoratori
 Le classi devono essere omogenee per età e non superare i 25
 I bambini irregolari, una classe particulari
212. Jean Alfred Edouard Claparède (1873-1940)
Il pensiero pedagógico si fonda sulla concezione scientifica e sperimentale della ricerca
psicológica e didattica, derivante dalla convinzione che la bontà dell’azione educativa dispenda
soprattutto dalla preparazione psicológica degli insegnanti. La pedagogia, quindi, trova le sue
fonti nella biología, nella psicologia dell’età evolutiva e nello studio dell’ambiente sociale e
culturale in cui vive e cresce il fanciullo.
L’insegnamento individualizzato attraverso le seguenti 4 forme di organizzazione scolastica:
1) Classi parallele
2) Classi mobili
3) L’aumento delle sezioni parallele
4) Il sistema delle opzioni
213. Le leggi dell’Educazioni funzionale (1931) di Claparède
Claparède individua nelle instruzioni pedagogiche di Roussea, espresse nell’Emilio, le leggi
dell’educazione funzionali, che rinnova e riqualifica in chiave scientifica e psicológica.
Le leggi della psicologia funzionale sono le seguenti:
1) La legge della successsione genética
2) La legge dell’esercizio genético-funzionale
3) La legge dell’adattamento funzionale
4) La legge dell’autonomia funzionale
5) La legge dell’individualità
E’ uno dei principali esponenti della cosiddetta rivoluzione copernicana dell’educazione.

*Manca la Maria Montessori

Coraggio e buon studio!


Pbro. Guillermo Valdovinos

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