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111. Nel V secolo a.C. le due basi giuridiche nella società Romana:
L’agricultura e la famiglia sulle quali si regge prevalentemente la società romana, su
nessun’altra materia si estendeva propriamente la codificazione decemvirale quanto sul diritto
famigliare.
112. Pater familias
Si aboliva il diritto paterno di uccidere i neonati e si imponeva di allevare tutti i flgli
maschi e almeno la primogénita delle femine
Rendere possibile l’emancipazione dei figli dall’autorità del padre, stabilendo che il figlio
che fosse stato venduto per tre volte dal padre, restasse per questo sciolto dalla patria
potestà.
L’autorità del pater familias, la severità dell’educazione romana e il rispeto per gli anziani.
113. Com’era la competenetrazione tra vita sociale e vita religiosa (Romana)
A Roma il rituale religioso e la vita concreta si compenetravano a vicenda. Vita civile, vita
militare e vita económica erano sentite religiosamente, ma nello stesso tempo la religione
consisteva nel venerare gli dei solo in quanto capaci di intervenire nelle cose degli uomini.
114. Gli elementi essenziali de determinanti per l’educazione romana sono due:
1. Il mos maiorum
2. L’autorità del pater familias
115. Percorso educativo romano:
a) La nascita del bambino
b) La presentazione al padre per l’accetazzione
c) L’imposzione del praenomen dopo 9 giorni dalla nascita (es. Marcus, seguito dal nomen
gentilizio: Tullius, cui si aggiungeva il cognome: Cicerone)
d) La bambina veniva chiamata con il nome della gens
e) La madre responsable dell’educazione fino a 7 anni
f) Il padre dopo i 7 anni smetteva la toga praetexta e indossava la toga virile
g) Un anno di trocinium fuori guidato da un amico di famiglia
h) Servizio militare fino ai 45 anni
116. L’educazione dalla nascita ai sette anni:
Responsabile única dell’educazione del figlio fino 7 anni era la madre (differenza rispetto ai
greci). Le figlie continuaronno a vivere nell’ambiente domestico con la madre: i valori
domestici, la administrazione della casa, per essere pronte a svolgere a loro volta il ruolo di
madri e di mogli.
117. L’educazione dai 7 ai 17 anni
Il ragazzo seguiva il padre nelle sue varie occupazioni quotidiane di ammistratore della familia
e di buon cittadino… alla età di 7 anni, comincia ad emanciparsi dalla tutela della madre per
essere affidato direttamente al padre (un atteggiamento di grande rispetto nei confronti del
fanciullo).
Vivino al padre, il raggazzo è iniziato a tutti gli aspetti della vita che lo attende, istruendosi con
i suoi insegnamenti e più ancora con il suo esempio… sempre accanto al padre nei banchetti
conviviali e di svago. Il padre si sentiva investito della responsabilità di offrire al figlio
l’immagine di comportamiento esemplere, conforme al mos maiorum.
118. Il valore educativo delle gesta degli antenati romani
Per un intero anno, prima del servizio militare, il giovane veniva affidato ad un uomo di grande
esperienza (amico di famiglia), per il tirocinium fori, per il tirocinio di vita politica e
giudiziaria.
A questo seguiva il periodo di addestramento all’esercizio delle armi. La carriera militare era
appresa sotto la guida e la protezione di qualcuno esperto e potente. L’obbligo del servizio
militare attivo si estendeva dai 17 ai 45 anni; dai 46 ai 60 anni come sedentario.
119. L’educazione física dei romani
Il settore dell’educazione fisica non fu trascurato dai Romani, ma non ebbero la mentalità
agonistica dei Greci. Le loro pratiche si mantennero nell’ambito della pura e semplice
preparazione militare o del ludus e dello spettacolo. Le attività preferite furono quelle equestri e
circensi e i combattimenti nell’anfiteatro.
120. Quintiliano. Educazione e istruzione tra Repubblica e Impero
Istruzione:
Primaria: litterator o ludi magister. Lo Stato non dimostrò mai interesse; I maestri solo dal
425 d.C. furono retribuiti a spese pubbliche.
Secundaria: grammaticus. Fu oggetto di qualche attenzione dal potere imperiale a livello
giuridico amministrativo.
Superiore: rethores. Il livello più curato dagli imperatori Vespasiano assegnò una cattedra
di retorica a Quintiliano.
I primi tre secoli dell’impero sembrano essere stati il momento di più vasta diffusione
dell’alfabetizzazione. L’esigenza era rafforzata dal fatto che la comunicazione scritta costituiva
la via essenziale del flusso di informazioni che doveva scorrere ininterrotto dal centro alla
periferia dell’impero e viceversa.
La vita culturale dell’impero negli anni della dinastia Flavia (69-96 d.C.) fu caratterizzata da
una netta reazione alle tendenze innovatrici che, durante gli anni di Nerone, si erano manifestate
in ámbito retorico e poetico.
Del mutamento politicoculturale fu protagonista un retore di origine spagnola, Marco Fabio
Quintiliano.
121. L’antichità cristiana è l’epoca:
del sorgere della Chiesa,
della sua prima attività missionaria,
del consolidamento della sua esistenza di fronte allo Stato e all’eresia
della stabilizzazione della sua fondamentale coscienza dogmatica, avvenuta attraverso la
celebrazione dei Concili ecumenici.
122. Tra le principali idee bibliche vanno oltre l’orizzonte dei greci, ocorre porgere
attenzione alle seguenti:
1) Il monoteismo – politeísmo
2) Il creazionismo – greci pluralità di soluzioni
3) L’antropocentrismo – cosmocentrismo
4) Dio che dà la legge morale – la legge della fisis. La virtù pertanto diventa l’ubbidienza ai
comandamenti di Dio (di contro il peccato è la disobbedienza a Dio), per cui
l’intelletualismo greco si capovolge nel volontarismo (volvere di Dio è la virtù dell’uomo).
5) La providenza personale – vari concetti limitati di providenza
6) Il peccado originale- racconti di una colpa originaria dei greci
7) La nuova dimensioe della fede e lo spirito, una nuova antropología: corpo, anima, spirito –
alle due dimensioni dei greci: corpo e anima, questa intesa come ragione, intelletto. E da
pneuma – nous.
8) L’amore cristiano aggapè – eros
9) L’risurrezione dei morti – l’inmortalità dei greci
10) Il nuevo senso della storia e della vita del uomo come itinerario di salvezza – visione
cíclica dei greci
123. Oltre la misura greca dell’uomo: l’umanesimo cristiano
All’insoddisfazione della religione tradizionale dell’Impero romano,“Il grande Pan è morto”
(Plutarco, De defectu oraculorum), all’attesa e al senso di vuoto, una risposta venne da Gesù
che annunciò una nuova concezione della divinità e una conseguente nuova dignità dell’uomo.
Cambia dall’interno il rapporto sociale fondandolo sulla libertà di coscienza, lo si può vedere
nel rapporto padroni schiavi, che mette bene in evidenza il differente pensiero in propósito della
cultura pagana rispeto a quella cristiana.
La perfezione dell’uomo, differente dall’ideale greco, risiede ora nell’amore verso Dio e il
prossimo.
124. Nuova tavola dei valori dell’umanesimo cristiano
Il discorso della montagna (Matteo e Luca)
125. I fini dell’educazioni dell’antichità cristiana (umanesimo cristiano):
I. Formazione integrale dell’uomo:
natura e soprannatura
spirito e corpo
individualità e socialità
II. La virtus christiana, che prepara l’uomo alla sua duplice destinazione terrena ed eterna
III. L’ideale da realizzare è il santo
IV. Nuovi mezzi: quelli della grazia
126. La figura dell’educatore
Risulta arrichita:
-Sua missione di collaboratore con il maestro interiore
-Molteolicità di agenti: contro lo statalismo dei pedagogisti greci; la concorde missione
educativa:
+della familia
+della Chiesa
+della società
127. L’educando è nobilitato:
Il valore sacro della persona si estende fino al bambino/mentre nell’epoca antica si ha
pochissima considerazione delle peculiarità e dei bisogni dell’infanzia.
Il principio della fratellanza e della figliolanza divina, superando le barriere sociali,
contribuisce a far riconoscere per tutti gli uomini il diritto fondamentale.
La donna è riabilitata all’educazione nella sua dignità.
128. Il rapporto educativo
Da persona a persona, è vissito nella dimensione della Charistas Christiana fulcro del rapporto
pedagógico:
-Per cui supera ogni giustificazione di assolutismo dispotico, sia dello stato, sia del pater
familias.
-Si consacra, da una parte la dedizione della autorità dell’educatore, dall’altra la sottomissione
dell’educando.
129. L’attenzione all’infanzia nei Vangeli
Gesù dedica particolare attenzione ai fanciulli, li chiama attorno a sé, li difende e ricorda che,
per entrare nel regno dei cieli, occorre farsi simili a loro.
Credo: In una prospettiva bíblica, Dio è recepito come Uno e Trino, creatore e padre, fine di
tutta la crezione e redentore dell’umanità nella persona di Cristo.
Platone e Agostino i riferimenti ma gli infussi sul pensiero dalla filosofía del rinascimento, per
cui deriva la concezione dinámica ed evolutiva della natura e quella dell’uomo come
microcosmo, gestore e mediatore nei rapporti con la naturan con il compito di ricondurla a Dio.
Nel Triertium catholicum, pubblicato postumo nel 1681, Comenio elabora tutta una serie di
triadi, progressivamente precisate ed arricchite, che illustrano la natura e le possibilità umane.
Il metodo sincritico (syncrisis), in particolare, merita attenzione in quanto meglio di ogni altro
rivela l’armonia universale e permette conoscenze altrimenti inaccessibili. Questo metodo è
quello che permette di giungere ad una conoscenza di Dio per analogia, implicitamente già
suggerita dalla Bibbia.
136. Didactica magna. Universale omnes omnia docenti artificium exhibens.
Grande Didattica (Comenio). Trattato sull’arte universale di insegnare tutto a tutti
Comenio edifica il suo progetto educativo, che fa di lui il primo vero sistematore del discorso
pedagogico, in quanto collega organicamente gli aspetti tecnici della formazione con una
complessiva riflessione sull’uomo.
137. Concetto di uomo e finalità educativa in Comenio
(Didattica magna) L’uomo è la più alta, perfetta, eccelsa delle creature, e del suo destino, che è
l’eterna beatitudine dell’unione con Dio, allá quale ci si prepara in questa vita.
L’opera dell’insegnante debe tendere a realizzare tutta la sublimità insita nell’essere umano.
Questo compito si comprende meglio se si riflette sulle tre finalità per le quali Dio coloca
l’uomo sulla terra. L’uomo fu collocato tra le creature visibili perché fosse:
a) Creatura razionale
b) Creatura signora delle altre creature
c) Creatura imagine e delizia del suo creatore
138. Ecucazione e Società: tutti abbiamo bisogno di essere educati
Ogni uomo, per divenire uomo, debe essere formato, per cui: nessuno creda di potere essere
davvero uomo, se non ha imparato a comportarsi da uomo; cioè non è educato a quei valori che
fanno l’uomo. La formazione deve cominciare sin dalla più tenera età. La cura dei figli tocca
naturalmente ai genitori… sono rari quelli che hanno tempo… questa debe avvenire
nell’istruzione scolastica.
139. L’organizzazione scolastica: modello di scuola di Comenio
4 Cicli scolastica scolastici di 6 anni
1) Scuola materna
Per l’infanzia il grembo materno, Sviluppare i sensi esterni in ogni casa. Frequentate da ragazzi
di entrambi i sessi.
2) Scuola vernacolare
Per la puericia la scuola publica di lingua nazionale, Sviluppare i sensi interni, in ogni comune,
borgata o villaggio. Frequentate da Ragazzi di entrambi i sessi.
3) Scuola di latino o ginnasio
Per l’adolescenza Sviluppare l’intelligenza e la memoria, in ogni città Giovani che aspirano a
incarichi più alti dei lavori manual.
4) Accademia e i viaggi
Per la giovinezza Sviluppare la volontà e la capacità di giudicare, in tutti i Regni o nelle
province più grandi, formare insegnanti e dirigente.
140. Comenio (Komesky) le su e proposte di insegnamento per ogni grado
scolastico:
1. Che si facciano studi veramente universali.
2. Che si adoperino i métodi più facile e più sicuri.
3. Che l’accesso alle cariche pubbliche sia servato a coloro cha hanno superato il traguardo…
dimostrato di essere all’altezza dell’incarico.
*l’accademia Comenio collega anche il progetto di una scuole delle scuole, ossia un colegio
didattico, una società di persone dotte.
141. De rerum humanarum emendatione. Consultatio católica di Comenio
Egli trova nella pansofia, in quanto sapienza operativamente connotata, l’orizzonte della sua
speculazione e il rinnovamento della sua filosofia. Una filosofia non puramente teorica, ma
permeata da ogni tipo di sapere umano…
142. Pampaedia, il problema educativo in Comenio
Lo strumento per realizzare un mondo «pieno di ordine, di luce e di pace» è l’educazione
universale. La pansofia, come sapienza universale che vuole realizzare una formazione
completa dell’uomo, si realizza attraverso la pampaedia. Definito il fine ultimo dell’educazione,
che è la formazione universale di tutto il genere umano, ritorna il principio già espresso nella
Didattica magna del «tutto a tutti completamente».
Definito l’orizzonte in cui muoversi, Comenio accenna ai mezzi e ai modi per cui tali obiettivi
si possono raggiungere, che consistono:
nella panscholia; l’educazione si svolge in tutte le fasi della vita.
nella pambiblia; l’educazione si realizza attraverso uno studio di tutto il sapere, in maniera
sistematica…
nella pandidascalia; l’educazione debe avvenire secondo i criterio: universalità, simplicità,
spontaneità.
143. Prospetto delle scuole per tutte le età della vita nella Pampaedia (Consultatio
catholica)
a) Schola geniturae
b) Scuola materna
c) Scuola vernacolare
d) Scuola di latino o ginnasio
e) Accademia e i viaggi
f) Schola virilitatis
g) Schola senectutis
h) Schola mortis
144. Progetti di riforma tra utopia e realtà (Panorthosia) di Comenio
Per il raggiungimento degli obiettivi di questa vasta riforma sociale, Comenio propone a livello
internazionale: Tre organismo:
I. Collegium lucis: per la promozione intellettuale e culturale di tutti gli uomini.
II. Dicasterium pacis: per porre fine ad ogni conflitto.
III. Consistorium oecumenicum: curare le questioni religiose e garantire la tolleranza tra le
diverse confessioni religiose
145. Insegnamento delle lingue (Panglottia) in Comenio
Che individua nella lingua il mezzo per l’insegnamento universale. Si sottolinea il rapporto tra
l’apprendimento di una lingua e l’universo di sapere da esso espresso, oltre la connessione di
nozioni linguistiche e realtà, parole e cose:
> Janua linguarum Reserata (1631). Metodo per l’insegnamento della lingua latina era
insuficiente Proponeva di fondare lo studio del latino:
sulla lingua materna
sull’apprendimento attraverso la viva conversazione
>Linguarum methodus novissima (1644-47). Tre principi fondamentali per l’insegnamento:
1) Il parallelismo tra le cose e la parola.
2) La gradualità nell’insegnamento.
3) La presentazione della materia in modo che sia l’insegnamento sia l’apprendimento risultino
un lavoro utile, facile e volontario.
146. Con l’Orbis, Comenio fa:
Manifesta con chiarezza i motivi ispiratori della sua teoria pedagogica: il realismo pedagogico e
la pansofia.
147. John Locke (1712-1778) il pensiero
Il richiamo alla esperienza comune a tutta la tradizione empiristica inglese, quale fondamenta
único e insuperabile del sapere umano… punto di partenza per una nuova teoría della ragione
diversa della cartesiana.
148. Gli interessi di Locke:
Gnoseologico, saggio sull’intelletto umano
Etico-politico, due trattati sul governo
Pedagogico, pensieri sull’educazione
Religioso, epistola sulla tolleranza ragionevolezza del cristianesimo
Locke afferma che la nostra mente è una tablula rasa, nella quale per mezzo dell’esperienza si
imprimono le idee.
149. Fonte dell’esperienza sono:
Il senso esterno e la sensazione: con cui percepiamo le cose fuori di noi
Il senso interno e la riflessione: con cui percepiamo le operazioni della stessa nostra mente ed
elaboriamo le idee.
150. Il processo conoscitivo:
Intuizione sintesi analisi comparazione
Le idee
Semplici - complesse o astratte
151. L’educazione per Locke:
È l’educazione che produce la gran diferenza tra gli uomini. L’educazione viene avere un
significato sia individuale che político: “dovra formare un uomo completo ma anche un
individuo socialmente adatto a governare u cambiamenti social e avivere con gli altri”.
Per i poveri è suficiente le working scools: scuole di lavoro, istituite presso le parrocchie per
fanciulli dai 3 ai 14 anni assicurando cibo, lavoro ed istruzione religiosa, obbligatoria la
domencia.
La ricostruzione faceva dipendere da catastrofi naturali il costituirsi dei primi nuclei sociali,
sulle basi dei quali si è sviluppato ciò che è propriamente umano: il linguaggio, le passioni, le
tecniche e le arti, il lavoro. Solo a questo punto si può instaurare il rapporto di disuguaglianza,
non sulla base di differenze originarie e naturali, ma sulla base di eventi casuali che permettono
ad alcuni di accaparrare i beni esistenti (la terra), costringendo gli altri a vendere il proprio
lavoro per sopravvivere. L’uomo, tuttavia, può risalire dallo stato in cui si trova verso lo stato
originario, assumendo “lo stato di natura.
Il processo attraverso cui la famiglia, la società e l’individuo possono ritornare alla loro
condizione naturale, uscendo dalla condizione nella quale sono caduti.
157. Émile ou de l’Éducation (L’Emilio e l’educazione)
Chiarito nella Nouvelle Héloïse e nel Du Contrat social ou Principes du droit politique le
condizioni e il significato del ritorno alla natura rispettivamente della società familiare e di
quella politica, nell’Émile ou de l’Éducation chiarisce le stesse condizioni per l’individuo.
All’educazione tradizionale che opprime e distrugge con una soprastruttura artificiale la natura
originaria, bisogna sostituire un’educazione che si proponga come unico fine la conservazione e
il rafforzamento di tale natura. L’Emilio è la storia di un fanciullo educato appunto a questo
fine.
Condanne: cattolici protestante calvinisti
Parlamento di Parigi/9 giugno 1762. Libro al rogo Arresto di Rousseau che fugge in
Svizzera
Il libro è messo al bando anche a Ginevra, a Berna e in Olanda. Rousseau ripara in
territorio prussiano
Fiorivano anche le confutazioni e le satire
Condanna dell’arcivescovo di Parigi agosto-settembre 1762. Il libro viene messo all’Indice
Facoltà di Teologia della Sorbona condanna con anatema
58 proposizioni Con l’approvazione del papa Clemente XIII
Contro si pronunciano anche Voltaire e Diderot
158. La formazione dell’uomo naturale, esemplificato nell’Emilio, si compie
attraverso 5 tappe:
1) Infanzia 1-2: Puericultura Seguire la natura
2) Fanciullezza 3-12: Fortificazione del corpo Corretto uso dei sensi. Perdere tempo
3) Preadolescenza 13-15: Età dell’utile Il sapere e il fare. Guadagnare tempo
4) Adolescenza 16-20: Educazione sessuale morale e religiosa
5) Giovinezza: Educazione della donna Matrimonio tra Emilio e Sofia
Educazione indiretta Educazione negativa
159. Libro I: principi fondamentali e inicio dell’educazione (nell’Emilio)
È dedicato all’età infantile, che termina con l’acquisto della capacità di articolare discorsi
sufficientemente organici, ed è caratterizzato dalle idee per un allevamento igienico e capace di
non creare nel bambino abitudini innaturali e nefaste.
Incipit: Enunciazione della bontà originaria dell’uomo: “Tutte le cose sono créate buone da
Dio, tutte degenerano nelle mani dell’uomo” (E 63).
Tre maestri: natura - uomini – cose
- Valorizzare la natura
- Eliminare influsso degli uomini
- Alle cose è demandato il ruolo di limitare la libertà infantile
Obiettivo dell’educazione: “L’arte del vivere”
L’educazione dovrebbe svolgersi nell’ambiente familiare
Ma la realtà è un’altra. La madre si avvale della nutrice, il padre è preoccupato degli affari e dei
doveri: “L’ultimo è quello di padre”.
Si impone la scelta del pedagogo (giovane), che deve insegnare la scienza “dei doveri
dell’uomo”.
Emilio: allievo ideale. Fanciullo di intelligenza comune; ricco; di famiglia nobile; orfano; in
buono stato di salute. Il povero non ha bisogno di educazione.
L’educazione avviene in campagna. Prime sensazioni: il piacere e il dolore.
«Pestalozzi è la classica figura dell’educatore, del filántropo che lavora, riflette, scrive; una
pedagogia vissuta, sofferta anche e soprattutto nei propri fallimenti, che però non intristisce,
non si piega su se stessa, sa guardare al presente, ma anche al futuro, ha fiducia nelle risorse
umane, ritiene di avere trovato nelle classi popolari la forza in grado di produrre un
rinnovamento; il tutto senza capovolgimenti, senza rivoluzioni, senza contestazioni radicali».
166. Pestalozzi: Le veglie di un solitario
L’opera Veglia di un solitario (1780), che rivela chiaramente l’influenza dello Sturm und
Drang, inizia con la domanda: «L’uomo, nella sua essenza, che cosa è mai?». Convinto, con
Rousseau, della bontà originaria della natura umana, si sforza, partendo dal problema centrale
dell’essenza dell’uomo, di definire la destinazione, lo scopo e la vita propria dell’uomo.
L’uomo non si educa nella astrattezza della sua essenza, ma nella immediatezza concreta delle
sue relazioni vitali:
Famiglia si pongono le basi di ogni vera saggezza, moralità, efficienza
L’uomo si espande, poi, nell’ambito della professione, del mestiere
Quindi nell’ambito delle relazioni sociali, nella vita dello Stato
Le tre relazioni esteriori rimandano allá relazione interiore, il rapporto intimo della coscienza
con la voce di Dio, che le rende possibili nel loro ordine naturale.
167. Pestalozzi: il Romanzo di Leonardo e Geltrude
In questo grande romanzo popolare in quattro libri (pubblicato negli anni 1781, 1783-1785 e
1787), l’orientamento educativo di Pestalozzi prevale fin dall’inizio, perché egli intendeva
descrivere al popolo la sua vera condizione e indicare la strada per migliorarla.
«[Nel romanzo Leonardo e Gertrude] l’ordine economico-sociale finiva con il fondare l’ordine
etico, per cui la stessa idea di educazione elementare del popolo si riassumeva in gran parte
nella preparazione professionale. Ma questa soluzione non lasciò tranquillo Pestalozzi, il quale,
sulla spinta di diversi fattori, pervenne a rimeditare tutta la sua filosofia della storia alla luce di
un nuevo principio: l’autonomia ed il valore fondante dell’ordine morale rispetto a quello
sociale».
168. Pestalozzi: Sulla legislazione e l’infanticidio
(1783), Pestalozzi indagò le cause di questo orrendo delitto: «Infanticidio! Sogno o son desto?
È
davvero possibile un tale atto? Accade veramente? Accade questo crimine inaudito – no, non
inaudito, ha un nome, esiste un preciso termine per indicarlo!».
«L’uomo non nasce delinquente e che, in condizioni diverse, le ragazzemadri, che si erano
macchiate della colpa dell’infanticidio, avrebbero allevato con cura commovente il loro
bambino».
169. Pestalozzi: Mie indagini sopra il corso della natura nello svolgimento del
genere umano
(1797) In quest’opera Pestalozzi, dopo aver considerato lo stato naturale e sociale, perviene alla
determinazione che la più alta realizzazione della natura umana consiste soltanto nello stato
morale, al quale l’uomo giunge non attraverso un “dono” bensì mediante una conquista.
L’opera Mie indagini di Pestalozzi rappresenta: «Il più alto contributo teoretico nell’intero
complesso dei suoi lavori, nel quale il superamento dell’ottimismo illuministico, in nome di un
vigoroso senso della dialetticità dell’esperienza storica ed in direzione di un conclusivo sbocco
nella visione del valore della persona in quanto radicato nella sua esclusiva individualità
morale, appare riflessamente compiuto».
170. Pestalozzi: Lettera ad un amico sul proprio soggiorno a Stans
1807. Solo, aiutato da una anziana domestica, Pestalozzi si dedicò completamente ai ragazzi per
i quali era padre, maestro e madre.
• Stava con loro giorno e notte;
• faceva lezioni nel mattino e nel pomeriggio;
• era il principale istruttore nei piccoli lavori;
• aiutava i ragazzi ad avere cura dei loro vestiti,
• a tenersi puliti,
• li assisteva amorevolmente quando erano ammalati.
Si trattava di una grande famiglia, in cui doveva regnare lo spirito dell’educazione domestica di
Gertrude. Malgrado la presenza dei ragazzi non fosse stabile (in poche settimane il numero dei
ragazzi arrivò a ottanta) Pestalozzi riuscì ben presto a creare una vera e propria comunità, dove i
Ragazzi si aiutavano a vicenda, come fratelli.
171. Pestalozzi: Il canto del cigno (1826)
La illimitata e un po’ candida fiducia del Pestalozzi nella possibilità di tracciare una sistematica
serie di mezzi didattici atti ad educare automaticamente le diverse attività dell’alunno lo
portarono al didatticismo. Tornato a Neuhof, Pestalozzi sottopone a significativa critica il
didatticismo nell’opera Il canto del cigno (1826), che costituisce un ripensamento complessivo
delle sue esperienze educative ed il suo testamento pedagogico.
Pestalozzi, inoltre, accentua un altro aspetto molto più vitale del suo pensiero, condensato nella
massima: «la vita educa». Pestalozzi sostiene che l’educazione e l’istruzione devono raccordarsi
con la vita concreta dell’educando, con le sue condizioni ambientali e sociali, senza per questo
trascurare l’armonizzazione fra «cuore», «mente» e «mano», ai fini della formazione autonoma
della personalità etica e religiosa.
La massima: «la vita educa», come espressione più profonda del concetto di «educazione
elementare», è analizzata dal Pestalozzi in vari contesti, tra cui segnaliamo i seguenti:
«la vita educa» il sentimento;
le attività intellettive;
l’intuizione ed il linguaggio;
l’intuizione e il pensiero; la disposizione all’arte.
172. Le principali teorie del pensiero pedagogico di Pestalozzi
Pestalozzi non ha lasciato un sistema organizzato, costruito logicamente, tuttavia attraverso
l’analisi delle sue opere e della sua pratica educativa, si possono individuare alcuni fulcri
principali del suo pensiero:
a) Educazione secondo natura
b) La formazione spirituale dell’uomo: come unità di cuore, mente, mano
c) Educazione e istruzione
d) L’educazione della donna
e) L’educazione familiare: Proseguita dalla scuola
173. Le principali teorie pedagogiche Educazione secondo natura
La natura umana si evolve e si sviluppa, Dallo «stato di natura» (immdiatezza vitale), Allo
«stato sociale» Allo «stato etico»; Soltanto attraverso la società e l’educazione l’uomo può
diventare un essere armonicamente formato.
Il bambino, secondo Pestalozzi, ha in sé tuttem le facoltà della natura umana: «Il fanciullo è un
essere fornito di tutte le facoltà della natura umana, nessuna delle quali tuttavia è in lui
sviluppata: è come un bocciolo non ancora dischiuso. Quando il bocciolo si apre, ogni petalo si
spiega, e non uno rimane indietro. Segue subito l’indicazione che «l’uomo non diventa uomo se
non per mezzo
dell’educazione», purché questa si accordi sempre con la natura. Lo stesso Pestalozzi, però,
rileva che è errato affidarsi esclusivamente allá natura, per cui è necessario sviluppare
un’educazione positiva.
174. Le principali teorie pedagogiche Educazione e formazione spirituale
dell’uomo
La formazione spirituale dell’uomo come unità di
cuore: Educazione morale-Sapere
mente: Educazione intellettuale-Volere
mano: Educazione professionale-Potere
175. Le principali teorie pedagogiche Educazione e istruzione
Pestalozzi, partendo dall’intuizione, sviluppa una educazione elementare che parte dagli
elementi della realtà, sia nell’insegnamento linguistico che in quello matematico, analizzandoli
secondo:
La forma: Disegno Geometria
Il numero: Aritmetica
Il nome: Linguaggio Canto
176. Le principali teorie pedagogiche L’educazione del focolare domestico
Punto di riferimento del metodo di Pestalozzi è l’educazione materna e familiare. Diversamente
da Rousseau, che sequestra il bambino dal suo ambiente naturale quale è la famiglia, Pestalozzi
ha esaltato, invece, le funzioni educative della famiglia. Dopo la famiglia, la scuola è un
ambiente educativo. Tuttavia, così come una «Sfera vitale» non può contraddire l’altra, allo
stesso modo la scuola è educativa solo se non si contrappone all’educazione familiare, ma se la
continua e la integra.
177. Le principali teorie pedagogiche L’educazione della donna
Se il ruolo della madre occupa un posto rilevante nella prima educazione del bambino, se ne
deduce che essa debba ricevere una preparazione adeguata. Il tema è sviluppato da Pestalozzi
nell’opera Madre e figlio (1818-1819). Pestalozzi, pur affermando che alla madre non sono
necessari grandi studi, poiché nello svolgimento del suo compito educativo è guidata da un
istinto naturale, insiste sulla necessità dell’educazione femminile, perché, in linea generale, la
donna si sposa e diventa madre.
178. Albertine Necker de Saussure (1766-1841).
L’educazione progressiva si compone di tre parti:
1) Etude de la première partie de l’enfance (1828),
2) Etude de la dernière partie de l’enfance (1832),
3) Etude de la vie des femmes (1838).
L’opera si sviluppa in undici libri: tre per la prima parte, quattro per la seconda, e quattro per la
terza parte.
179. 1) Etude de la première partie de l’enfance (A. Necker de Saussure) (Studio
della prima parte dell'infanzia)
Educare per Necker è porre il fanciullo in condizione di compiere un giorno, il meglio possibile,
la destinazione della sua vita. Bisogna quindi determinare lo scopo dell’esistenza, che non è la
felicità, ma la moralità, secondo la legge data da Dio. La vita è un cammino verso la perfezione,
non certo raggiungibile ma sempre da perseguire. L’educazione è, quindi, “progressiva”; è la
graduale realizzazione di un processo di perfezionamento che dura per tutta la vita.
L’ordine e la regolarità, in questo disegno educativo, hanno una parte essenziale. Durante
l’infanzia, fino ai cinque anni, allá formazione del carattere morale è essenziale la
sottomissione, l’obbedienza all’autorità dei genitori, perché il fanciullo che non è diretto da
mano ferma resta abbandonato ai suoi capricci.
Nell’obbedienza del bambino vi è anche la radice della religiosità. Il bambino ama prima di
giudicare; la madre lo associ alle sue preghiere comunicandogli il suo sentimento religioso.
180. 2) Etude de la dernière partie de l’enfance (Studio dell'ultima parte dell'infanzia)
(6 – 14) Dopo i sei anni, quando si passa all’età che noi chiamiamo fanciullezza, l’istruzione
acquista maggiore importanza, ma non si disgiunge mai dalla formazione morale. Più che
accrescere la quantità delle nozioni, si tratta di formare l’intelligenza.
L’obbedienza, che è un dovere per il fanciullo, è anche una affermazione della responsabilità
dei genitori, che hanno il compito di tutelare e indirizzare al bene i figli.
La punizione può essere talvolta necessaria; sia preannunciata e applicata in casi definiti;
comunque si evitino l’umiliazione, l’ironia e l’insinuazione.
Il fanciullo tende a staccarsi sentimentalmente dai genitori; ama la compagnia dei coetanei,
’attività e il gioco di gruppo in cui si impegna con passione. Ora la vita può essergli prospettata
come un cammino che conduce a Dio.
181. 3) Etude de la vie des femmes (Studio della vita delle donne)
La Necker ritiene che le donne del suo tempo abbiano acquisito maggiore libertà e “lumi”, ma
abbiano perso l’influenza sulla società. Ciò è dovuto al fatto che la donna non sempre riconosce
e realizza nel modo migliore la sua vera vocazione.
L’ostacolo principale al reale progresso femminile è la brevità del tempo dedicato alla
formazione
culturale, data l’età precoce dei matrimoni.
La giovane così cresciuta mantiene il candore dell’infanzia, ma ha acquistato sentimenti
profondi, intenzioni sicure e mente riflessiva; potrà avere contatto con la società, con la cautela
che non si
lasci lusingare.
Quando la donna è alla sua maturità, il mondo sembra ritirarsi da lei. Invece è questo il
momento in cui si delinea un ruolo attivo da svolgere, imperniato sulla capacità femminile di
donare amore, conciliazione, pace.
La “carriera privata” della donna che può realizzarsi in tre modi:
I. la carriera materna, nell’educazione dei figli;
II. la carriera della carità, di intermediaria tra pubbliche istituzioni di assistenza e i singoli
indigenti;
III. la carriera degli studi, nelle lettere, nella storia, nelle scienze naturali.
182. Riguardo all’educazione infantile, occorrerà fare attenzione alle dizioni
relative alle diverse istituzioni:
scuole infantili (Owen),
asili infantili (Aporti),
giardini d’infanzia (Fröbel),
scuola materna (Agazzi),
case dei bambini (Montessori)
183. Friedrich August wihelm fröbel (1782-1852)
In Germania, sotto la spinta del romanticismo e dell’idealismo, asume caratteristiche
decisamente filosofiche, per merito soprattutto di Fröbel, che nel 1840 creò i primi giardini
d’infanzia (Kindergärten) con strutture, articolazioni, attività, impostazioni decisamente
nuove».
«Kommt, lasst uns unseren Kindern leben» (Venite, viviamo per i nostri figli) la figura: un
cubo, un cilindro ed una sfera.
184. Die Menschenerziehung di Fröbel (Educazione umana)
L’educazione dell’uomo (1826), pensata come un’analisi del proceso educativo lungo tutta la
vita umana, in realtà, nel primo ed unico volumen elaborato, tratta soltanto delle prime due età,
l’infanzia e la fanciullezza, cui avrebbero dovuto far seguito almeno altre tre. (Per il
panenteismo, tutto è scaturito da Dio e tutto da Dio è condizionato; e soprattutto l’uomo, creato
a immagine e somiglianza di Dio, crea, opera ed agisce in modo simile a Dio).
Poiché l’uomo non ha coscienza di ciò, è opera essenziale dell’educazione portarlo a questa
consapevolezza: il bambino deve diventare fanciullo, il fanciullo adolescente, l’adolescente
giovane, il giovane uomo adulto, l’uomo adulto deve avvicinarsi il più possibile a Dio.
Ecco il fine dell’educazione “progressiva”, che agirà secondo la gradualità delle forme
attraverso le quali Dio si manifesta e soprattutto agisce, perché tutto è attività.
Attività che ci appare
+in Dio come creazione,
+nell’uomo come lavoro,
+nel fanciullo come gioco,
oppure, data l’identità assoluta di Dio con l’uomo e la natura tutta, il divenire e l’attività si
esplicano come Dio che
-gioca nel fanciullo,
-lavora nell’uomo,
-crea nella sua trascendentalità.
Gioco, lavoro e creatività sono tre gradi, tre passaggi, tre momenti necessari di un único
processo di sviluppo immanente all’umanità come spirituale realtà divina: lo sviluppo, appunto,
del divino che è nell’uomo. Questo sviluppo dall’interno è proprio l’educazione, che non è
quindi imposizione dall’esterno, ma essenzialmente autoeducazione.
Non si va quindi a scuola per prepararsi ad una vita futura, bensì per inserirsi nell’attualità della
vita presente. Nella scuola ci si educa e ci si istruisce vivendo: nulla si apprende in teoria e per
teoria, né sapere, né bontà, né virtù, ma attuando e realizzando il vero, il bene e il bello,
operando in proprio e in collaborazione socializzata con i compagni.
La scuola deve essere, quindi, scuola attiva, nella quale domina l’attività spontanea del
fanciullo; questa attività spontanea non può essere che il gioco:
185. Fröbel fa la distinzione tra le età mira a cogliere le differenze e la continuità
dello sviluppo educativo:
A) Prima infancia fino ai 2-3 anni - Ambiente educativo la famiglia - Figura dominante la
madre
B)Seconda infancia dai 3 ai 6 anni - Ambiente educativo il Giardino - Figura dominante la
maestra-giardiniera
C)Fanciullezza fino ai 10-12 anni - Ambiente educativo la scuola - Figura dominante
l’insegnante
In tutte le età si devono sviluppare e consolidare in modo opportuno tre forze: la religione, la
laboriosità, la temperanza.
186. Dello sviluppo educativo la Scuola elementare (Fröber)
Quattro gruppi di insegnamento
I. Religione e insegnamento religioso
II. Scienze naturali Matematica
III. Lingua e insegnamento Linguistico, Scrittura, lettura
IV. Arte e insegnamenti artistici come musica, canto, disegno, pittura, plástica
Il tutto mediante attività di gioco e di lavoro
187. Fröbel non usa il nome di “Giardino” solo per romántica similitudine,
immaginando i bimbi come tanti piccoli Fiori variopinti, o guidato da afflato
mistico;
Egli invece si fonda su un concetto più vero e più profondo, secondo il queale allo stesso modo
che nel giardino i Fiori si schiudono da sé, così nel Giardino d’infanzia i bimbi si sarebbero
potuti
liberamente esplicare e svolgere da sé, in spontaneità, “germogliando” e “fiorendo” dal loro
intimo, nella serenità del gioco e della vita di natura.
Il Kindergarten è quindi l’ambiente in cui l’attività del bambino, il suo gioco-lavoro, può
esprimersi in libertà, anche se promosso e guidato da un bravo educatore e da sussidi didattici
opportuni.
188. Fröbel offre dei giochi che rappresentano:
Un invito al fare secondo una regola ed un fine piùm intenzionali: da qui l’origine dei “doni”,
derivanti da una concezione metafisica della realtà che si esprime in forme geometriche, ed
offerti come materiale di osservazione e di azione, mezzi del conoscere, del fare da sé, del
costruire.
189. I doni fröbeliani
a) La palla elastica, colorata, le si collega una rica attività di carattere semplicissimo e del tutto
infantile. Alla palla elastica colorata seguono, sempre nel primo dono, altre sei palle di lana, di
diverso peso e grandezza, con i colori dell’arcobaleno. Giocando e divertendosi, il bambino
apprende le idee di unità e di pluralità e impara a conoscere le proprietà fondamentali dei corpi:
colore, forma, materia, peso, grandezza, movimento, velocità, somiglianze, differenze, quantità,
numero. Infine è favorito lo sviluppo dei primi istinti di movimento e di gioco: il lanciare, il
pigliare, il lasciare.
b) Sfera, cubo, cilindro (aggiunto nel 1843) di legno: diametro della sfera, spigolo del cubo,
altezza e diámetro di base del cilindro hanno dimensioni uguali:
• la sfera rappresenta la massima mobilità,
• il cubo la stabilità,
• mentre il cilindro è intermedio.
c) Cubo di legno diviso in otto cubetti uguali.
d) Cubo diviso in otto mattoncini.
e) Cubo diviso in 27 cubetti.
f) Cubo diviso in 27 mattoncini.
Questi ultimi quattro “doni” del cubo scomponibile soddisfano un tipico istinto infantile, quello
di rompere una cosa per vedere com’è fatta e ciò che c’è dentro.
Le idee
• di unità e di pluralità,
• di scomposizione e ricomposizione,
• di costruzione e di demolizione,
• di lunghezza e di larghezza e spessore o altezza,
• di moltiplicazione e di divisione ecc.
190. Le norme, che guidavano l’uso dei “doni”si rifacevano ai due principi:
1) della continuità, per cui era indispensabile seguire l’ordine previsto,
2) della gradualità, cosicché erano stabiliti diversi esercizi per ogni “dono”, che implicavano un
progressivo impegno.
La povertà è portatrice di valori evangelici, che vanno difesi mediante un’educazione civile e
non confessionale, per farne i fattori determinanti per una società più giusta. La scuola di
Barbiana richiede serietà e impegno. Non è una scuola facile, ammiccante, disimpeganta, solo
formalistica, non ha né ricreazione né giochi.
201. Linguaggio di Don Milani
È convinto che sia la lingua lo strumento che, se non proprio fa eguali, certo contribuisce a
ridurre le differenze sociale. Si parte di una didattica della lingua, basata sulla valorizzazione
della funzione espressiva in tutte le sue componente… la lingua deve sviluppare la capazità di
leggere il presente, per giudicare la realtà con un approccio critico. È necesario scrivere come si
parla, perché le forme del linguaggio scrito servono spesso ad occultare la verità ai poveri…
202. Didattica della povertà di Don Milani
Didattiche della povertà, no si bada allá teorizzazioni, alle sistemazioni, allá programmazione;
l’esperienza diretta della classe o dell’ambiente è il punto di partenza. Non ci sino né voti, né
promozioni, né bocciature. Non esistono classi e ognuno può procedere con tempi e ritmi
individuali.
203. Lettera ad una professoressa (1967) di Don Lorenzo Milani
Voleva essere un atto di accusa verso la scuola publica, clasista e discriminatoria, quanto un
manifestó di istruzione alternativa, comunitaria e di tutti, trae spunto dalla bocciatura di uno dei
Ragazzi della scuola, Gianni:
«Cara signora, lei di me non ricorderà nenmeno il nombre il nome. Ne ha bocciati tantti. Io
invece ho ripensato a lei, ai suoi colleghi, a quell’istruzione che chiamate scuola, ai Ragazzi che
respingete. Ci respingete nei campi e nelle fabbriche e ci dimenticate».
Per l’indifferenza della scuola pubblica propone tre riforme:
1. Non bocciare
2. A quelli che sembrano credenti dargli la scuola a pieno tempo
3. Agli svogliati basta dargli uno scopo
204. Jacques Maritain (1882-1973) Il pensiero
Maritain non è nell’inizio del suo itinerario spirituale un pedagogista, ma un pensatore alla
ricerca di un orientamento spirituale e di una verità che egli ritrova con un processo che lo porta
indietro nel tempo; ciò che lo caratterizza fin dall’inizio é il rifiuto di spiegazioni materialistiche
della realtà che lo porta vicino a posizioni spiritualistiche (esempio la filosofia bergsoniana).
Egli approda allá filosofia tomística, come principio con il quale affrontare i problemi
della vita sociale,
della vita economica,
della formazione umana
lo porta da un interesse esclusivamente teorético ad un approfondimento dei problemi politici
ed educativi.
Le opere più significative in questo senso sono:
1. Tre riformatori: Lutero, Descartes, Rousseau (1925);
2. Umanesimo integrale (1936);
3. L’Educazione al bivio (1943).
205. L’educazione al bivio di Maritain (1943)
L’educazione dell’uomo:
«Se è vero che il nostro principale dovere consiste, secondo la profonda massima di Pindaro (e
non di Nietzsche), nel diventare ciò che siamo, niente è più importante per ciascuno di noi e
niente è più difficile che divenire uomo. Così il compito principale dell’educazione è soprattutto
quello di formare l’uomo, o piuttosto di guidare lo sviluppo dinamico per mezzo del quale
l’uomo forma se stesso ad essere uomo.
«L’educazione ha tre significati ben distinta:
sia a qualunque processo per mezzo del quale un uomo è formato e condotto verso la sua
perfezione (educazione nel senso più lato),
sia all’opera di formazione che gli adulti intraprendono nei confronti della gioventù,
sia (in senso più stretto) al compito specifico delle scuole e delle università».
206. I sette errori della pedagogia contemporánea (di Maritain):
1. Primo errore: il misconoscimento dei fini
La psicologia indica i metodi (i mezzi) più efficaci per l’educazione, ma sono solo strumenti di
essa non il fine.
2. Secondo errore: false idee intorno al fine
Concetto scientifico dell’uomo e concetto filosofico
3. Terzo errore: il pragmatismo
Formazione exclusivamente pragmatica e sociale dell’uomo, contro l’umanesimo integrale
4. Quarto errore: il sociologismo
L’uomo è condizionato dalla vita sociale, invece occorre preparare un cittadino
5. Quinto errore: l’intellettualismo
Il culto della specializ. impoverisce l’uomo
6. Sesto errore: il volontarismo
Intelligenza e volontà insieme
7. Settimo errore: ogni cosa può essere appresa mediante l’insegnamento Paradossi della E.
207. I fattori dinamici che intervengono nell’educazione secodo Maritain
L’opera dell’insegnante è necessaria nell’educazione, perché non è esatta la concezione
platonica (espressa nel Fedone) che la mente già possiede, come idee innate, le idee che invece
devono essere conquistate con il lavoro necessario della mente e, richiamando san Tommaso,
ricorda che il fattore dinamico primordiale, nell’educazione, è il principio vitale immanente al
soggetto stesso da educare.
L’opera dell’insegnante, pertanto, è necessaria:
«La naturale attività dell’intelligenza da parte di colui che apprende, e l’opera di guida
intellettuale da parte di colui che insegna costituiscono entrambe i fattori dinamici
dell’educazione, l’educatore o il maestro è soltanto un fattore dinamico secondario - sebbene
autenticamente efficace – e un agente ministeriale».
208. Le disposizioni fondamentali da coltivare nell’educazione secondo Maritain
Sono cinque:
1) l’amore della verità
2) l’amore del bene, della giustizia e delle imprese eroiche;
3) l’amore dell’esistenza
4) il gusto del lavoro ben fatto, che è un bisogno naturale del fanciullo
5) il senso di cooperazione
209. Le norme fondamentali dell’educazione (Maritain)
Il maestro, agente ministeriale nell’opera educativa deve fare molta attenzione:
1. incoraggiare e favorire quelle disposizioni fondamentali che permettono al fanciullo
(agente principale) di svilupparsi nella vita dello spirito.
2. centrare l’attenzione sull’intima profondità della personalità e del suo dinamismo
spirituale
3. unificare, non disperdere; sforzarsi di assicurare e nutrire l’intera unità dell’uomo
4. liberare l’intelligenza invece di sovraccaricarla
210. Maritain nel discorso inaugurale all’Hunter College di New York del 1941 dal
titolo L’educazione della donna
La cultura riguarda la dimensione umana dell’intelligenza per cui non può essere un privilegio o
essere riservata al sesso maschile. C’è complementarità tra le doti intellettuali dell’uomo e della
donna. Nel suo discorso, inoltre, Maritain introduce il concetto della differenza e della
reciprocità, così vivo oggi nella coscienza femminile.
211. Ovide Decroly (1871-1932)
Dimostrerà che i método uttilizzati con i piccoli disabili funzionano anche con i bambini
normali. Egli propone una scuola rinnovata, in tutto il sistema scolastico; attribuisce una grande
importanza sia al corpo, che all’affettività.
I centri di interesse di Decroly sono nati da due fondamentali considerazioni riguardanti
l’attività spontanera dei fanciulli: l’ambiente naturale e funzione di globalizzazione. Il bambino,
non apprende in modo analítico (tradizionale)… ogni attività di apprendimento nel fanciuolo si
genera da un approccio globale rispetto all’ambiente e tale approccio deve essere mantenuto
nell’insegnamento.
L’educatore, deve sapere individuare e osservare i bisogni, interessi dal bambino.
L’insegnamento dice Decroly, sarà caratterizzato da tre momento principali: l’osservazione,
l’associazione e l’espressione con i relativi esercizi.