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RETORICA.

La posizione di Platone.

Attacco di platone ai sofisti. Mette in discussione la retorica.


Il gorgia e il fedro sono due dialoghi dove la posizione di platone sulla retorica differisce. Nel gorgia la
condanna, nel fedro la rivaluta (per modo di dire). Il protagonista è socrate.
socrate cerca di farsi dare una definizione di retorica e diventa arte del persuadere. La risposta finale è
che la retorica non è un’arte (techne).
- La techne è una forma di sapere come disciplina. Dominio dell’incerto, qualocosa che potrebbe
essere qualcosa che non è. La techne si applica a qualcosa che si può fare, di conseguenza la medicina
è una techne perché ci si applica per modificare qualcosa, mentre l’astronomia no.
- Si distingue dall’empiria per il bagaglio di conoscenze. è una capacità istintiva di qualcuno che riessce
a fare uno che possiede la techne.

Socrate nega questa condizione di techne. Anche platone crede che la retorica sia falsa conoscenza, solo
una capacità di qualcuno di riuscire a farlo.
Un altro paragone nel gorgia di socrate è con la cosmesi/culinaria. Si tratta di inganno, lusinga del corpo. La
retorica è la lusinga dell’anima – corrisponde sulla techne con la politica. Sono spacciatori di lusinghe, di
inganni per manipolare. Questa è la posizione più dura nei confronti della retorica.
Cosmesi, culinaria e retorica sono quindi empirie.

Utilizzo della parole (non ho ascoltato). Grazie alla parola siamo un certo tipo di animale, non diventiamo
né ci possiamo innalzare a qualcosa di più. Grazie al possesso del linguaggio possiamo stare sullo stesso
piano, che può convertire in un San Francesco o in Hitler.

Platone interpreta in maniera filosofica questa attrazione/repulsione verso il potere della persuasione, che
è radicata profondamente anche nella mitologia. (Peito dea)

FEDRO.
Ricerca di ciò che è simile al vero. Chi può fare il verosimile è a conoscenza del vero e chi sa il vero è il
dialettico: il filosofo. Dunque il filosofo è il vero retore. Platone vuole separare l’uso della parola fondato
sulla verità da quello fondato sulla manipolazione. Filosofi/sofisti

Aristotele/vico/spinoza sono delle eccezioni importanti alla solita posizione alla retorica.
Attacchi alla retorica.
L’analisi si è circoscritta alla teoria delle figure. Questa teoria è solo una minima parte. La retorica greca e
latina (classica) comprendeva 5 fasi:
- Invetio: Momento dell’attività del retore che consiste nel cercare i contenuti dell’argomentazione
- Dispositio: in che ordine disporre gli argomenti
- Eloqutio: aspetto formale, selezione di parole utilizzate per esprimere gli argomenti.
- Memoria: momento della costruzione di discorso, tecnica per mandare a memoria i discorsi.
- Actio: dimensiona performativa. Messa in atto del discorso, postura, gestualià e tutto il complesso.

Tutto questo nel corso del tempo, nella modernità, si riduce a teoria delle figure. La causa potrebbe essere
la situazione politica e ruolo della retorica in questa.
Quanto più la verità è autarchica, quanto meno pesante è il ruolo della retorica. Nella modernità
importante ruolo ha il soggetto autonomo con identità chiusa. La conoscenza in questo campo ha lo stesso
atteggiamento/metodo indipendentemente dall’oggetto. Cartesio esprime questo metodo, una delle regole
è: non tenere per vero ciò che non è evidente, si tratta quindi del metodo scientifico moderno. Se come
cartesio intende tutto ciò che non è evidente è falso, la retorica è falsa. Altrimenti è mettere in parole
eleganti ciò che altrove può essere stato definito vero.
Tanto migliore eticamente un individuo è, quanto più decide in autonomia. (kant)

Retorica dell’antiretorica. Attacco alla retorica utilizzando mezzi retorici. Hobbes attacca la metafora
utilizzando metafore, per esempio. Secondo questi filosofi esiste il grado zero, l’etichetta, ed è questo che
sono i nomi che vengono utilizzati per mostrare ciò che le cose sono.
Per Hobbes conta la comprensione immediata della cosa, o la comprensione delle parole attraverso la
definizione.
Eloquenza retorica/eloquenza passionale. Le passioni sono motivo di disturbo. Da un lato la verità, dall’altra
la vittoria.

Per locke e kant è questione di conoscenza ed etica o politica (la retorica). Retorica come arte dell’errore e
inganno. Retorica come aspetto femminile che attrae e se ne ha paura (Clitemnestra, medea).

La svalutazione della retorica si trova molto in kant. Distinzione (finta) tra persuadere e convincere che
sono un modo di credenza che il soggetto possiede. Convinzione è una credenza valida per ognuno che
possiede la ragione (non è retorica) ed è oggettiva. La persuasione è soggettiva e appare come oggettiva. La
verità oggettiva esiste e se i soggetti non concordano è un problema loro che non l’hanno capito – idea
molto diversa da aristotele e platone.
La persuasione però più che una credenza è un’attività.
Riformulazione perenne di una distinzione tra retorica buona e cattiva.
La retorica è sbagliata per kant perché suscita emozioni e usa il piacere e l’immaginazione. Uno deve agire
secondo l’imperativo categorico, ovvero la legge interna che sta lontana da influenze. Il soggetto deve agire
in autonomia (diverso da platone).

Propaganda o verità? Dipende da quali sono le conseguenze nella trasgressione di queste.

Permann (?) è logico e giuridico. Fa una riflessione che è legata alla seconda guerra mondiale: com’è
possibile che un popolo si sia persuaso a compiere una tale malvagità. Riconosce la debolezza della ragione
umana. Il tentativo di peremann è di non abbanodnare la possibilità di trovare accordi – fornire strumenti
per tracciare la strada del ragionevole riprendendo le linee della retorica aristotelica. “La nuova retorica”
come sottotitolo del trattato è importante.
Polemizza contro cartesio.
Nozione di verosimile, qualcosa che sembra ma non è. Si inserisce nel contesto del ragionevole (incertezza
e affidarsi a tale cosa). Eikos è la parola greca che significa immaginare, corrisponde alla nozione del
verosimile. Ma insieme c’è anche probabilità e apparenza. Per platone il verosimile è contraffazione del
vero.

L’argomentazione per perelmann è una concatenazione di discorsi. La dimostrazione è differente perché


parte da premesse vere, l’argomentazione da verosimiglianza.
Nell’eccezione data da cicerone a eikos introduce probabilità come qualcosa che può essere provato,
accertato tramite argomentazioni.

Platone dice che per provare qualcosa eikos si deve sapere il vero, chi lo sa è il dialettico che può attingere
al vero.

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