Sei sulla pagina 1di 24

Guida di Psicologia dell’Orientamento

1. Orientamento con duplice significato:


1. Un processo che la persona mette in atto per gestire il proprio rapporto con l’esperienza
formativa elaborativa
2. Azione di esperti utile per supportare la capacità di far fronte a questo processo

2. Fasi dell’Orientamento
1. Fase tratto-fattore: gli individui cercano e creano degli ambiti lavorativi nei quali poter
esprimere i propri tratti soggettivi, delineando un adattamento reciproco fra persona ed
ambiente.
2. Fase se caratteriologico-affettiva: per l’adattamento di un individuo al proprio ambiente
lavorativo è necessario considerare gli interessi; la persona riesce bene perché prova
piacere e interesse nel lavoro.
3. Fase clinico-dinamica: prendi in considerazione in primo piano: il vissuto soggettivo, i
suoi moti inconsci, la sua storia (le esigenze del mercato del lavoro).
4. Fase dello sviluppo vocazionale: il ruolo lavorativo influisce sull’immagine generale che
l’individuo ha di sé, e che quindi è lui stesso ad “orientarsi”.
5. Fase centrata sulla persona: l’attenzione è rivolta all’individuo, che svolge un ruolo
attivo nel percorso di orientamento, e che necessita di chiarimenti per meglio
comprendere la propria situazione: attenzione alla persona, importanza dell’autostima e
fiducia nella capacità di orientarsi.

3. Modelli dell’Orientamento
1. Modello informativo: ha lo scopo di fornire informazioni al soggetto, in vista di
decisioni.
2. Modello psicodiagnostico:
a) mira ad individuare attitudini e caratteristiche della persona
b) serve a stabilire come la persona si inserirà nell’ambiente formativo o professionale
3. Modello educativo: le scelte professionali o scolastiche sono influenzate da fattori
ambientali.
L’orientamento come sviluppo: sottolinea l’importanza delle modalità con cui la persona
costruisce la propria carriera e ipotizza cinque stadi evolutivi caratterizzati da compiti di
sviluppo: la crescita; l’esplorazione; la stabilizzazione; il iriantenimento e il declino.
+Importante l’immagine che il soggetto ha di sé, l’autovalutazione
+L’intervento deve qui mirare a ricostruire la storia del soggetto per individuare quali
strategie egli adotta nella risoluzione dei problemi
+Si sottolinea l’interazione tra individuo e l’ambiente, e la visione della scelta
professionale come parte del processo evolutivo individuale
4. Modello del counseling: la responsabilizzazione dell’individuo è centrale in cui non si
suggeriscono soluzioni, ma si fornisce una più ampia visione della propria situazione.
Questo intervento mira a tre obiettivi:
1– l’analisi critica del proprio percorso personale e professionale
2– l’individuazione dei propri interessi, valori e preferenze
3– la creazione di un progetto personale e professionale realistico
5. Il modello psicosociale: si considera l’individuo connesso all’ambiente sociale, inteso
come scuola o ambito lavorativo, attraverso i valori del gruppo al quale appartiene, i
quali determinano le rappresentazioni che spingeranno il soggetto a un dato ambiente
piuttosto che un altro. Viene dato spazio al significato che ricopre l’appartenenza ad un
dato gruppo, e si tenta di capire come il sogg. mette in atto processi quali la
socializzazione e l’interiorizzazione a vari livelli: nel nucleo familiare, nel gruppo dei
pari e nei mass media.
6. Il modello interdisciplinare: Questo approccio ha integrato: il ruolo dalla trasmissione
delle informazioni; il valore degli strumenti psicodiagnostici; l’orientamento come un
processo educativo continuo; l’utilizzo del counseling e il ruolo di un’ottica
psicosociale.

4. Cos’è il counseling
Un processo di apprendimento interattivo, tra counselor e cliente e può occuparsi di come
indirizzare e risolvere specifiche questioni, prendere decisioni, affrontare le crisi,
migliorare le relazioni, affrontare problematiche evolutive, promuovere e sviluppare una
maggiore consapevolezza personale.

5. Obiettivi del counseling


– Ha lo scopo di “abilitare” il cliente a prendere decisioni riguardo una situazione
personale
– Mira ad aumentare le capacità di coping attraverso:
a) attivazione delle risorse del soggetto
b) rilettura della situazione in termine di possibilità (equilibrio)

6. Counseling o psicoterapia?
Il counseling si orienta a tutti quei problemi di tipo professionale, esistenziale, operando
inoltre nel campo della formazione e della crescita professionale.

Psicoterapia Counseling
– Il fattore psicopatologico è essenziale e ha • Ha la finalità di consapevolizzare il cliente
la finalità della guarigione dell’individuo del
– Agisce laddove ci si trova in presenza di proprio disagio e fornirgli gli strumenti
una l‘sofferenza psichica necessari per potenziare le proprie risorse con
– Mira a cercare l’origine del disturbo l’obiettivo di contribuire in prima persona al
psichico, concentrandosi sulla patologia proprio benessere psicofisico
• Agisce laddove vi sono problemi
interpersonali
denunciati dallo stesso cliente e ben limitati
alla
sfera del conflitto
• Mira invece a promuovere la salute e il
benessere
del paziente trascendendo la patologia: agisce
sulla salute del cliente
7. Il counseling di orientamento cosa fa:
1. Si prefigge di offrire la possibilità di: esplorare, scoprire e rendere chiari schemi di
pensiero
2. Aumentando il livello di consapevolezza e facendo un uso delle risorse
3. Aiutare le persone ad aiutarsi

8. Cos’è il Career counseling (Consulenza di carriera)


È l’intervento finalizzato a scelte di sviluppo professionale e in esso si possono trovare
interventi come il “bilancio delle competenze” o “bilancio personale/professionale”.
Comprende:
A) Attività informative
B) Attività di collegamento
– tra formazione-professione
– tra vari ambiti professionali
C) Attività di progettazione di interventi a dimensioni particolari:
– Self-evalutation
– Self-employment
– Job creation
9. Dimensioni psicologiche e processi cognitivi come attivatori di orientamento
1. Centralità per la persona
Dovrebbe essere l’individuo, dopo l’acquisizione di competenze e il potenziamento delle
proprie risorse, il primo responsabile delle proprie scelte e promotore del proprio
cambiamento.
2. Il soggetto consapevole:
a. delle proprie attitudini
b. dei propri interessi
c. delle proprie inclinazioni
L’individuo deve poter accedere alle informazioni che riguardano il sé, in un dato momento
della sua esperienza di vita, grazie agli elementi di autopercezione e alle informazioni
fornite dagli altri significativi.
+Egli soppesa i significati e i valori che si è costruito all’interno dei gruppi sociali di
appartenenza e, infine, valuta l’ampia rete di condizionamenti, di vincoli, di contingenze e
di opportunità.
Tutto ciò riporta all’importanza dell’autovalutazione: autoconsapevolezza, attraverso la
preventiva conoscenza dei possibili meccanismi in atto.
3. Capacità di autovalutazione
-la persona deve considerare la propria identità come punto di riferimento
dell’intenzionalità, del controllo e dell’autocontrollo delle proprie azioni. Il concetto e
l’immagine di sé si generano grazie alla presenza e all’interazione con gli altri.
4. Identità e alterità
Lo sviluppo della propria identità procede anche attraverso l’identificazione e il
rispecchiamento negli altri, in quanto simili a sé, passando stadi in successione che
implicano l’acquisizione e interiorizzazione di processi di socializzazione, che implica
l’acquisizione di una consapevolezza della responsabilità di svolgere il proprio ruolo in
vista del raggiungimento degli obiettivi condivisi all’interno del gruppo sociale.
5. Teoria della social cognition
Definisce l’apprendimento come acquisizione di conoscenze attraverso l’elaborazione
cognitiva di informazioni provenienti dagli altri, dal contesto e dal sé che possono produrre
cambiamenti cognitivi conseguenti. L’azione compiuta è articolata da:
1. Human agency
+Le persone contribuiscono a determinare il loro funzionamento psicosociale attraverso i
meccanismi di “agentività” (agency) personale
+La caratteristica essenziale dell’agentività personale consiste nella facoltà di generare
azioni mirate a determinati scopi.
a. La mente umana reagisce
b. Capacità di trasformare
c. Capacità d’apprendimento
d. Influenza del comportamento
e. Apprendimento osservativo
f. La persona regola
2. Perceived self-efficacy
L’auto-efficacia percepita consiste nella capacità del soggetto di portare a termine un
compito, al fine della sua riuscita e incide sull’esito del compito stesso al di là dell'impiego
reale delle risorse. Il senso di auto-efficacia costituisce la percezione che una persona ha
della propria competenza nel proprio ambiente.
+Autoefficacia nella scuola: le convinzioni di efficacia operano come fattori essenziali
nella carriera scolastica
+Autoefficacia e problem solving: l’autoefficacia incrementa la motivazione e il pensiero
strategico e incide sulle capacità di problem solving del soggetto.
+Autoefficacia e identità professionale: influenza il senso dell’identità professionale
dell’individuo che costituisce l’insieme di auto rappresentazioni sviluppate dal soggetto in
relazione al suo lavoro e che, a sua volta, può incidere sull'immagine di sé e sull’autostima.
3. Moral disengagement
Il disimpegno morale consiste in una serie di strategie cognitivo-sociali per svincolarsi
dalle norme e dalla responsabilità.
*Una risposta sociale coerente può produrre mutamenti durevoli nelle regole usate per
giudicare la moralità di azione
*Nel tempo le persone modificano quello che pensano, osservando con l’esperienza gli
effetti sociali delle proprie sanzioni
*Il rapporto tra pensiero e condotta è mediato dall’esercizio dell’attività morale
Il giudizio morale offre l’occasione per un’influenza autoreattiva.
Locus of control
+È il processo di attribuzione causale influenza l’apprendimento e la motivazione
scolastica e professionale
+Il concetto di locus of control influenza il grado di responsabilità che il soggetto
attribuisce a sé a fattori esterni rispetto ai risultati delle proprie azioni
+ Il locus of control rappresenta una modalità di interpretazione soggettiva degli eventi che
accadono e implica la percezione del soggetto relativa alla possibilità di controllo degli
stessi Locus of control due tipi:
– Se interno: egli è il centro e la causa delle sue azioni
e del suo sviluppo
– Se esterno: i propri successi e fallimenti dipendono da cause esterne Locus of control e
disagio:
– Autovalutazione di incapacità a controllare le cause
del proprio fallimento
– Attivazione di locus of control esterno e bassa auto-
efficacia: a. possono determinare uno stato di learned
helplessness
b. possono condurre a forme di disimpegno scolastico e di disagio e di dispersione
scolastica
Fattori per l’intervento
A. La base per gli interventi di ricerca, di prevenzione, di formazione e di orientamento:
– rapporto tra attribuzioni e aspettative
– fattori emotivi e relazionali dall'altra
– rendimento
B. La riuscita scolastica è influenzata dalla motivazione ad apprendere: i fattori presi in
considerazione sono in grado di influenzare la motivazione dell’individuo.
Fattori di influenza della motivazione:
1. Senso di autonomia
2. Autodeterminazione
3. Sensazione di esercitare un controllo su comportamento
4. Autoconsapevolezza autoregolazione cognitiva importanti per: l’autoconferma delle
proprie capacità el’autodeterminazione
Implicazioni per l’orientamento
1) Orientamento inserito tra fattori di influenzamento e autodeterminazione
2) Orientamento inteso come consulenza per fronteggiare momenti di transizione e di crisi
inevitabili nella crescita e nello sviluppo del sé
3) Aiutare il soggetto a valorizzarsi, a creare opportunità per perseguire obiettivi di
apprendimento personalmente significativi, incoraggiarlo all’assunzione di
responsabilità e di rischio creare un clima relazionale positivo, costruttivo, di sostegno,
di stima e di rispetto

10. Un processo decisionale è caratterizzato dalle seguenti fasi:


1) Ricerca di informazioni
2) Confronto con altri punti di vista
3) Selezione delle opportunità
4) Valutazione critica di ogni ipotesi
5) Pianificazione delle azioni
6) Responsabilizzazione verso la decisione presa
11. Modelli del processo decisionali
A) I modelli normativi
Cercavano di trovare delle norme prescrittive per definire come dovesse avvenire la presa
di decisione ideale. Tali modelli coinvolgono processi di elaborazione dell'informazione di
tipo logico-razionale basati su norme.
Modello sull’utilità attesa
Cerca di fornire una norma di condotta razionale e le strategie che possono descrivere come
il “decisore ideale” si debba comportare
Tale modello presuppone un individuo che abbia ben delineate le proprie credenze e
preferenze rispetto ad una decisione, e che sia in grado di computarle in maniera critica per
massimizzare l’utilità attesa attraverso strategie ottimizzanti. Viene dato quindi poco spazio
ai fattori soggettivi ed ai limiti reali che possono influenzare le decisioni.
Modello di utilità-attributiva
Tale serve a prendere decisioni nel caso di eventi complessi, quando ogni opzione di scelta
risulta essere composta da più fattori, definiti attributi o dimensioni dell’opzione.
Purtroppo, questi modelli normativi hanno dimostrato di avere uno scarso potere
rappresentativo e predittivo del comportamento decisionale di soggetti reali.
B) Modelli descrittivi
Si riferiscono al comportamento di scelta relativo a come le persone effettivamente
decidono (alla base della teoria del prospetto).
Teoria del prospetto:
Le varie opzioni di scelta sono valutate a partire da un punto di riferimento personale, e
determinano preferenze profondamente differenti se sono prospettate come guadagni
oppure come perdite
*Le modalità con cui il compito decisionale è presentato e formulato determineranno il
modo in cui i soggetti percepiranno la situazione, quindi anche la desiderabilità e
l’attribuzione di probabilità ai possibili esiti.
Approccio naturalistico
 Il decisore viene inserito in un contesto più simile possibile ad un contesto reale, e viene
data molta enfasi all’aspetto descrittivo del comportamento decisionale
 Diventa importante valutare le decisioni reali nella loro globalità, focalizzando
l’attenzione sulle situazioni in cui vanno gestite informazioni incomplete e incongrue, la
pressione del tempo, gli obiettivi non chiari, ecc.
Le decisioni euristiche:
“Sono strategie semplificate per trovare soluzioni nel caso di situazioni caratterizzate da
un’eccessiva complessità, nel caso non siano disponibili le competenze decisionali
necessarie, o non si abbia la voglia o la possibilità di applicare metodi più elaborati”.
Decisioni e aspetti cognitivi
Cos’è una strategia decisionale? È definita come una sequenza di operazioni mentali usate
per trasformare uno stato iniziale di conoscenza in uno stato finale nel quale il decisore
percepisce che il problema decisionale è stato risolto.
*I processi cognitivi utilizzati nella presa di decisione dipendono dall’uso delle risorse
cognitive necessarie per processare ed elaborare l’informazione.
Le strategie messe in atto nei compiti di giudizio e di decisione sono vincolate dalla
modalità con cui vengono percepiti, immagazzinati, elaborati e recuperati gli stimoli e le
informazioni.
La memoria di lavoro ha un ruolo centrale in tutte le forme di pensiero elaborato quali il
ragionamento, il problem solving e la presa di decisioni.
Poiché gli individui possono volontariamente modificare la strategia decisionale, il decisore
renderebbe massime le possibilità di utilizzare le informazioni necessarie per fornire un
giudizio accurato. L’individuo cerca di trovare strategie che lo conducano ad alti livelli
d’accuratezza con uno sforzo cognitivo ragionevole in ogni compito di presa di decisione.
Processi automatici e decisioni
1. Viene posto l’accento sui processi automatici, cioè sull’influenza di aspetti preconsci ed
inconsapevoli derivanti da bisogni e valori sui processi di attenzione, sulla percezione e
nel formulare i propri giudizi e le proprie scelte
2. I loro limiti:
 I processi automatici sfuggono al controllo della persona
 Rigidità ed assenza di flessibilità
I processi controllati
+I processi controllati vengono attivati consapevolmente e sono gestiti volontariamente
+Essi hanno il pregio di essere flessibili, di potersi adattare alla realtà del momento, di
essere creativi; tuttavia, richiedono più tempo e sono decisamente meno economici rispetto
a quelli automatici
Consapevolezza e modelli decisionali
Alcune strategie e modelli decisionali si possano far rientrare all’interno di questa
dicotomia presenza/assenza di consapevolezza.
Caratteristiche dei compiti decisionali
1. La complessità del compito: dipende dal numero di opzioni di scelta, dal numero di
attributi di ogni opzione, dalla quantità di informazioni disponibili e dal tempo.
2. Le modalità di presentazione delle informazioni: il modo in cui è strutturato un
problema impone dei vincoli al sistema di elaborazione delle informazioni capace di
condizionare il processo decisionale.
3. La componente emotivo-affettiva: i vissuti emotivi possono indirettamente il decisore
determinando inizialmente la direzione verso la quale si muoverà il percorso decisionale.
Le emozioni possono influire, è tramite la segnalazione che deriva dagli effetti emotivi
determinati dalle scelte.
Modello di decisore adattativo
+Uno stesso individuo spesso utilizza strategie differenti per prendere decisioni: ciò
dimostrerebbe un comportamento flessibile nella presa di decisione.
+Usa differenti tipologie di strategie nel prendere una decisione, che sono contingenti
rispetto a una serie di fattori che possono essere il modo in cui l’informazione è proposta, la
natura della risposta, la complessità del problema ed il contesto decisionale.
Il decisore adattativo può rilevare sia a priori che durante lo svolgimento del compito, come
le caratteristiche del compito e del contesto decisionale influenzano l’accuratezza e lo
sforzo associati alle diverse strategie decisionali che ha a disposizione nel suo repertorio.

12. Le metodologie di valutazione nell’Orientamento sono due:


1. La valutazione esterna è effettuata da un operatore, che con l'ausilio di tecniche, quali
questionari e test, può ottenere dei punteggi da interpretare.
2. La valutazione interna s’intende invece una valutazione che parte dal ragazzo stesso che
valuta atteggiamenti, comportamenti.
Valutazione esterna con i test per:
A. ampliare la conoscenza di sé stessi
B. costituire un aiuto per conoscere gli aspetti inconsapevoli del sé
C. facilitare la modifica di atteggiamenti e comportamenti disfunzionali
D. contribuire a far acquisire un’immagine più realistica di sé stessi
E. identificare potenzialità personali e professionali
F. valorizzare le potenzialità
Valutazione esterna con i test
 Tali strumenti garantiscono una modalità più scientifica di intervento, in grado di
sostanziare le supposizioni e le argomentazioni ipotetiche
 Forniscono una base di confronto, di revisione critica e di approfondimento alla persona
La differenziazione tra conoscenza intuitiva e testing, in relazione al processo di selezione
delle informazioni, avviene in base ai seguenti elementi:
1. Gli stimoli sono uguali per tutti
2. Presentati nello stesso ordine
3. Scelti in base precisi criteri di riferimento
4. Il comportamento dei soggetti
5. L’attribuzione agli altri di caratteristiche particolari
6. Le circostanze di applicazione sono ugualmente “standard”
Abilità e attitudini
+L’area delle abilità e attitudini raccoglie quegli strumenti che si propongono di valutare le
risorse, le attitudini, le prestazioni dei soggetti
+Con abilità intendiamo: “capacità e idoneità a compiere qualcosa in modo soddisfacente”.
+Con attitudini intendiamo: “capacità, disposizione”.
La pratica dell’orientamento è assimilabile alle attività di selezione del personale, nelle
quali diventa centrale la valutazione predittiva psicoattitudinale delle prestazioni con
approccio di tipo psicometrico.
All’interno di questa macrocategoria sono raccolti strumenti che si propongono di valutare
il fattore di intelligenza generale, l’intelligenza non verbale, specifiche capacità.
Atteggiamenti
L’area del contenitore di strumenti orientati ad indagare come il soggetto si percepisce e si
valuta.
Gli atteggiamenti sono definiti da un “insieme strutturato di convinzioni, sentimenti e
tendenze ad agire nei confronti di determinati oggetti sociali”.
Interessi
L’impostazione “tecnicista” dell’orientamento è arricchita dal concetto di interesse
professionale
Lo studio sugli interessi professionali si focalizza sulle propensioni della persona,
ipotizzando che esistano dei legami diretti tra:
1. abilità possedute
2. interessi manifestati
3. successo professionale
Interessi o i valori
Un possibile legame soddisfacente tra rendimento e attitudini, porta ad insistere sulle
dimensioni di personalità di natura “affettiva” come gli interessi o i valori personali e
professionali delle persone.

13. Orientamento e motivazione


L’attività di orientamento professionale inizia a riconoscere nella motivazione, l’elemento
centrale per lo studio della personalità, non escludendo però l’importanza dell’ambiente e
dell’interazione sociale come fattore di crescita e cambiamento individuale.
Caratteristiche di personalità
Gli strumenti che hanno come oggetto di indagine sia l’insieme dei tratti psicologici
caratteristici di un individuo, integrati tra di loro in modo da costituire quell'unità tipica che
si manifestano nelle varie situazioni ambientali.
+Gli strumenti
Questionari di personalità, test proiettivi e reattivi, questionari di personalità, in particolare,
individuano dei fattori significativi misurati da specifiche scale.
Gli stili
Evoluzione dell’orientamento:
A. Centralità del soggetto e della responsabilità di scelta
B. Crucialità degli stadi e delle fasi di transizione
C. Possibilità di cambiamento e di evoluzione degli interessi nella carriera professionale
La macrocategoria degli stili raccoglie strumenti che hanno come obiettivo di indagine la
comprensione di come il soggetto legge, interpreta e affronta le situazioni.
+Gli strumenti per gli stili
-stile di risoluzione di problemi (problem solving)
-stile cognitivo
-stile relazionale
-stile di attribuzione (locus ofcontrol)

14. Orientamento processo formativo


L’orientamento è un lungo processo formativo, intrecciato con le attività didattiche e
mirante a mettere in grado i giovani di avere un progetto, di compiere scelte corrette, per
realizzarlo e modificarlo se necessario, e di partecipare attivamente negli ambienti di studio
e di lavoro scelti.
L’orientamento richiede:
A. attenzione alle caratteristiche, agli interessi e ai bisogni dei gruppi di studenti
B. un rapporto più significativo con gli ambienti sociali
Coinvolgimento degli alunni
L’apprendimento è un processo attivo e mirato, in cui gli alunni trasformano e modificano
le informazioni presentate e costruiscono poi attivamente le conoscenze in modi
significativi per loro. Gli alunni sono motivati dalle attività di apprendimento che li
stimolano a coinvolgersi e permettono loro una scelta personale e un controllo in base alla
loro capacità e alle richieste del compito.
Orientamento e disagio a scuola
-A volte la scuola può diventare luogo di esperienze cariche di pesanti tensioni, che
possono sfociare anche nel fenomeno complesso del drop-out
-Il drop-out è il distacco sia dal sistema formativo che da ogni alta forma di intervento e di
aiuto
• Da parte degli insegnanti
Importanza a saper riconoscere l’orientamento motivazionale dei propri alunni, per creare
condizioni che favoriscano la motivazione all’impegno scolastico, al fine di andare alla
ricerca di strategie più efficaci per attivare e supportare la voglia di impegnarsi a scuola dei
propri alunni.
• Insuccesso, dispersione, abbandono
1) La dispersione è un indicatore di irregolarità della frequenza scolastica, che descrive una
generale difficoltà nella relazione fra l’allievo e la scuola e comprende abbandoni,
ripetente e ritardi nella frequenza in rapporto all’età del ragazzo
2) Mentre insuccesso, ritardi e abbandono sono spesso indici di un malessere più profondo
che coincide con un’ampia gamma di comportamenti devianti.
• Fattori di disagio scolastico
I fattori che determinano il disagio sono diversi e tutti mutuamente dipendenti, essi
investono il contesto e le dinamiche familiari, il contesto scolastico, socio-economico,
socio-culturale e anche le dinamiche individuali. Fattori di disagio scolastico
1) Ambiente familiare
2) Status socio-economico
3) Relazione nella famiglia
4) Rapporto con il mondo del lavoro
Strategie di intervento a scuola
Un intervento a scuola dovrà privilegiare lo sviluppo di competenze necessarie per
affrontare una determinata situazione, quali: la conoscenza dei fattori insiti nel processo di
orientamento, l’analisi dell'immagine che i soggetti hanno di sé e del contesto sociale, le
informazioni in vista di scelte.
Costrutti che mediano
Tre costrutti che mediano il rapporto tra il soggetto e la situazione problematica:
1. Gli stili di comportamento che si riferiscono alla capacità di coping, cioè l’attivazione di
elementi per fronteggiare e risolvere il problema.
2. La self-efficacy, cioè la percezione che il soggetto ha delle proprie capacità di portare a
termine il compito che deve affrontare.
3. Il locus of control, cioè la rappresentazione che il soggetto ha di sé come persona in
grado di influenzare gli eventi stessi.
Cos’è la peer education
È l’educazione tra pari o tra persone, che appartengono al medesimo gruppo, i quali
instaurano un rapporto di educazione reciproca ad un gruppo motivato si offre l’opportunità
di sviluppare le qualità necessarie per diventare leader su un determinato compito.
Questo processo di formazione sviluppa un patrimonio di consapevolezza e di conoscenze,
che viene poi trasmesso e condiviso nel gruppo allargato.
La peer education è un nuovo modo di comunicare e istruire i giovani, che non fa altro che
creare una pressione positiva, che tende a migliorare i comportamenti.
• Peer education e empowerment
L’empowerment è una capacità di mobilitare le proprie energie per governare attivamente
la situazione in cui si trova ad agire e quindi le competenze trasversali:
A) Capacità relazionali
B) Competenze comunicative e organizzative
C) Creatività e disponibilità al cambiamento
• Obiettivo della peer education
-Promuovere lo sviluppo di abilità e competenze relazionali
-Promuovere le capacità necessarie al rappresentante per porsi come animatore del gruppo
-Acquisire la consapevolezza di sé e dell’altrui identità
-Acquisire informazioni corrette sui comportamenti a rischio
Il mentoring
+È una strategia di intervento sul disagio sociale
+È una relazione stretta e un processo di lavoro comune per raggiungere degli obiettivi
concordati precedentemente
Il mentor può influenzare l’identità scolastica e personale di un adolescente in maniera
profonda promuovendo il suo empowerment.
• Fasi della relazione del mentoring
1. fase iniziale con l’obiettivo di costruire la fiducia, sviluppare le capacità comunicative,
fissare dei limiti, avere rispetto reciproco
2. fase di sedimentazione, in cui si avvertono sentimenti di amicizia reciproca, lavoro di
squadra, empatia e apertura di sé
3. fase di cambiamento in cui il mentee acquista autonomia, indipendenza, assunzione dei
rischi e sostegno Strategie motivazionali
La motivazione può essere considerata una capacità e una tendenza naturali, presenti
all’interno della persona, rivolte all’apprendere e al crescere in maniera positiva.
• Tre strategie motivazionali
1. Creare delle opportunità in cui gli studenti possono esprimere la loro autodeterminazione
2. Stimolare gli stessi a correre dei rischi e ad accettare le sfide
3. Creare un clima positivo di sostegno

15. Università e orientamento


Lo studente riveste un ruolo fondamentale:
1. Obiettivo è scegliere il giusto corso di studi, adatto ai suoi interessi culturali e scientifici
2. Obiettivo è quello di fare una scelta maturata in base ad una conoscenza approfondita di
sé stesso
3. Conoscere gli sbocchi lavorativi del corso di studi prescelto
Orientamento in un’età particolare
Il giovane adulto si trova in una fase di transizione tra l’adolescenza e la maturità
psicologica, fase di conclusione del periodo adolescenziale, di risoluzione di conflitti
personali e familiari e di assunzione di un ruolo attivo nella società.
Infatti, è tra i 18 e i 25 anni che si attuano esperienze, di ricerca e sperimentazione, che
creano per il soggetto un ruolo sociale produttivo anche se a volte difficile da gestire per la
mancata risoluzione di problemi individuali.
Orientamento come processo
Cos’è l’orientamento scolastico è un processo che si svolge in tappe successive, basato su
un’adeguata capacità decisionale fondata sulla conoscenza e l’uso delle competenze e allo
stesso tempo la capacità di progettare il proprio futuro attraverso i propri interessi e
aspirazioni personali.
Quindi la scelta universitaria è vista come sintesi di un lungo processo che si svolge
durante tutta la scolarizzazione.
Fattori influenti nella scelta universitaria
1. La struttura del sistema accademico con tutte le sue negatività
2. Fattori personali che possono contribuire, complicando, il processo decisionale in
questione
Motivazione e progettazione
Importante per la scelta universitaria:
1. Il fattore motivazionale nelle decisioni e nei buoni risultati
2. la capacità di progettare il proprio futuro professionale
3. la presenza di interessi professionali
4. la presenza di attitudini
5. lo sviluppo di strategie di apprendimento adeguate all’università
6. la famiglia che influenza
7. tradizioni ed aspirazioni familiari
Nell’ambito della scelta universitaria, dovrebbe costituire una sintesi da tre componenti:
1) una corretta conoscenza di sé
2) una ridefinizione della propria identità di studente
3) una elaborazione di un progetto personale in relazione al proprio curriculum

16. Questionari di abilità e verifica dei requisiti


I fattori che in questa batteria di test generale vengono presi in considerazione sono:
1. la struttura di personalità
2. la motivazione ad apprendere
3. la capacità di progettazione
4. le competenze
Test di fattore “g
-Test utili per cogliere l’aspetto generale dell’intelligenza come “capacità di ragionare e di
cogliere relazioni” (Raven)
-Test di
intelligenza
collettivi (Otis)
Test attitudinali
-Prove omogenee che danno punteggi relativi ad alcune abilità specifiche (verbale,
numerica, percettiva) considerate come base per apprendimenti in settori specifici
-DAT
-PMA
Test per motivazioni e personalità
-Per valutare assunzione di un atteggiamento positivo verso l’apprendimento e
l’acquisizione di un metodo di studio adeguato (QES)
-MMPI
Tutorship
Ha tre funzioni:
1. Di crescita della persona
2. Di apprendistato, per facilitare l’acquisizione da parte dello studente
3. Di specificazione di ruolo per i formatori
Come modello di crescita tende a sottolineare l’importanza della soggettività e
dell’esperienza razionale nei processi di formazione
-Con competenza
-Con sana relazionalità
Il supervisore
+Accoglie lo studente
+Crea condizioni perché possa indagare le proprie reali conoscenze e aspettative
+Ricostruisce ed elabora l’esperienza compiuta per valutarne il senso e le eventuali
incongruenze

17. Cos’è l’orientamento professionale


Esso indica il processo che il soggetto mette in atto spontaneamente per organizzare e
gestire la propria esperienza formativa e lavorativa. Inoltre, a riferimento all'azione
professionale erogata da esperti per supportare la capacità della persona di utilizzare i
propri processi di gestione di sé e della vita professionale.
Fasi storiche dell’orientamento
1. Fase diagnostico-attitudinale (PMA)
• L’uomo giusto al posto giusto
• Distribuzione razionale delle forse lavoro
2. Fase clinico-dinamica
• Importanza agli interessi professionali (Kuder)
3. Fase maturativo-personale • soddisfazione dei bisogni dell’individuo
Passaggio storico
Si è passati da un’idea di orientamento statica e centrata sulle esigenze lavorative imposte
dalla società ad una concezione dinamica in cui la persona viene posta al centro
dell’intervento orientativo.
L’orientamento professionale oggi
+La consulenza orientativa si configura come una relazione di aiuto individualizzata che
mira a favorire la conoscenza di sé, la scoperta delle proprie capacità ed interessi e la
chiarificazione delle motivazioni per giungere a definire un progetto professionale
individualizzato concreto.
+Orientarsi significa mettere insieme una serie di informazioni che consentano di
individuare una strada professionale da intraprendere e proseguire.
Intervento di orientamento
• Raccogliere informazioni su se stessi, circa le conoscenze e competenze finora acquisite,
sulle proprie attitudini ed interessi, sui punti deboli e sulle potenzialità
• Indagare l’area delle opportunità formative offerte dal contesto di riferimento
Cos’è? intervento di orientamento
È un’azione pedagogica continuativa nel tempo che travalica l’intervento stesso poiché in
più momenti della propria vita la persona sarà chiamata ad effettuare un bilancio delle
proprie competenze e risorse ed a prendere piccole e grandi decisioni.
Momenti critici come momenti di orientamento
Ognuno affronta momenti di crisi o di mutamento sia naturali, come il passaggio da una
fase evolutiva ad un’altra, sia legati a fattori interni ed esterni socio-ambientali, come
nell’età adulta. Possiamo racchiudere i vari momenti critici alcune grandi aree:
A) Area dei processi di scelta
Le nostre scelte sono il risultato dell’interazione tra fattori soggettivi (interessi, attitudini,
aspirazioni) e socioambientali.
B) Area delle fasi di passaggio
Una seconda tipologia di situazioni di transizione riguarda le fasi fondamentali di
passaggio, come ad esempio, l’entrata in un nuovo cielo di studi, il passaggio dal ciclo di
studi al mondo del lavoro o le fasi di inserimento in un nuovo contesto lavorativo.
C) Fasi per l’integrazione lavorativa
+Fase di preparazione iniziale, antecedente all’esperienza lavorativa vera e propria
+Fase del primo impatto con il contesto lavorativo
Bisogno di orientamento
-L’inserimento in un contesto lavorativo comporta una profonda ristrutturazione cognitiva,
emotiva e comportamentale
-Per affrontare la quale la persona attiva le risorse disponibili
-Per le difficoltà di gestione egli può decidere autonomamente, o tramite invio, di
intraprendere un percorso di orientamento
Perdita del lavoro
L’inattività lavorativa comporta una ridefinizione del proprio ruolo, dei progetti futuri,
delle relazioni interpersonali e del modo di porsi a livello sociale
L’azione d’orientamento sarà finalizzata alla riattivazione delle risorse, al potenziamento
dei pensieri positivi di riuscita futura e all’attivazione di nuove energie da spendere nel
mercato lavorativo
Esigenze del mondo del lavoro
• La flessibilità del lavoro comporta una ristrutturazione e riorganizzazione dei canoni
occupazionali
• Viene richiesta una preparazione ed una formazione professionale sempre più elevata
• Dinamicità del mercato del lavoro ed aumento del livello di competizione e di capacità di
adattamento a ruoli diversi
• Sono aumentate le esigenze, i bisogni e le richieste della persona alla ricerca di un
impiego
Per un intervento di orientamento
Stabilire un’alleanza di lavoro attraverso la formazione di un sentimento di fiducia
reciproco
• Per questo è fondamentale che l’altra persona si senta a proprio agio
• Se si tratta del primo colloquio verrà dato spazio alla raccolta dell'anamnesi per la
valutazione del life career development
Finalità del lavoro di orientamento
In generale, il lavoro è finalizzato al raggiungimento dell’autonomia personale mediante il
potenziamento delle proprie risorse e l’acquisizione di nuove competenze ed abilità.
Fasi nell’orientamento (Gysbers)
1. Identificazione, chiarificazione e specificazione dello scopo
o problema del cliente
2. La comprensione del comportamento del cliente e lo
sviluppo di ipotesi pertinenti
3. Gli obiettivi e dei piani di azione allo scopo di organizzare
le azioni
4. Valutazione dei risultati e conclusione del rapporto
Sottofasi (Gysbers)
A) Apertura, è necessario impegnarsi per creare un’alleanza di lavoro mediante l’ascolto
dei pensieri e sentimenti del soggetto.
B) Raccolta dei dati, allo scopo di esplorare le idee che il cliente ha su sé stesso, gli altri e
la propria visione del mondo.
C) Il percorso (passaggio) prevede un momento dedicato all’analisi della domanda
orientativa, cui potrebbe seguire l’avviamento ad altri servizi.

18. Cos’è il bilancio di competenze


Come metodo ed intervento è costituito da un insieme di azioni che consentono di
differenziare e specificare le proprie qualità e le proprie risorse, considerando anche le
richieste dell'ambiente esterne e la capacità di progettare il proprio percorso di azione. Il
bilancio di competenze diventa, quindi, un percorso di analisi delle risorse e competenze
del soggetto e del contesto.
Riconoscere le competenze
Oggi si richiede di valutare le competenze e le risorse personali, in relazione al lavoro e al
ruolo professionale.
L’orientamento consiste nello stimolare le abilità necessarie per la realizzazione di scelte
autodeterminate.
Per sviluppare l’autovalutazione e l’autodeterminazione è necessario:
1. Attenzione ai propri valori professionali e alle priorità.
2. Esaminare varie opzioni e possibilità.
3. Valutare le singole scelte.
4. Pianificare gli eventuali cambiamenti.
5. Prendere decisioni
È necessario anche l’auto-osservazione e l’autovalutazione:
Il soggetto deve essere ben consapevole delle proprie risorse e dei propri limiti. Guardando
dentro di sé, il soggetto che si autoregola è in grado di diagnosticare le competenze
richieste per lo svolgimento del compito.
Motivazione
È la spinta necessaria allo svolgimento di qualsiasi attività; essa spinge il nostro
comportamento, organizzando i dati a disposizione, le informazioni e le azioni verso gli
obiettivi da raggiungere.
Percezione delle capacità
Se un soggetto percepisce una capacità scarsa in un ambito e contemporaneamente ritiene
che questo suo grado di capacità non sia modificabile, probabilmente la sua attivazione
verso il compito che richiede quelle capacità sarà scarsa. In maniera diversa, colui che
percepisce le sue capacità come modificabili, si applicherà anche negli ambiti carenti per
avere maggiori soddisfazioni.
 Divario di competenza
+Una volta definite le competenze, bisogna determinare quanto esse sia presenti nel
soggetto. Tale verifica serve a stabilire la situazione di fatto e confrontarla con la situazione
desiderata. La differenza tra le due situazioni è detta “divario di competenza”.
Fasi del percorso di bilancio di competenze
1. Accoglienza e presentazione: prevede naturalmente un'attenta analisi della domanda e
una chiara definizione del percorso.
2. Centrale e dell’azione: si basa, sull’identificazione delle conoscenze, abilità e risorse;
sulla valorizzazione delle risorse disponibili; sul confronto tra competenze possedute e
richieste del contesto e sulla facilitazione della costruzione di un percorso/progetto
individuale.
3. Conclusiva con restituzione: descrive, le competenze acquisite dalla persona, le sue
capacità e potenzialità sviluppate durante il percorso e le eventuali carenze.
Processo di adattamento
L’individuo ha a disposizione una serie di capacità, tra le quali seleziona quelle più
opportune per la situazione in cui si trova:
• Il soggetto può mettere in atto strategie di tipo adattivo, cercando di adeguare sé stesso al
lavoro, oppure di tipo proattivo, favorendo una sua personale risposta alle richieste del
lavoro.
• Il soggetto dovrebbe essere in grado di miscelare i due atteggiamenti, valorizzandoli
entrambi.
Spunti di intervento
L’obiettivo finale è quello di rendere evidente a sé e agli altri la misura realistica del
proprio potenziale in relazione alle esigenze dello scenario professionale e scolastico che si
prevede di incontrare. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario un adeguato bilancio
delle competenze che preveda la definizione delle conoscenze, capacità e competenze.
 Le diverse dimensioni del percorso
1. Le competenze sono il risultato di uno sviluppo costante dell’individuo, tra sapere, saper
fare e saper essere. Questa interazione crea una professionalità che aderisce al contesto
formativo e lavorativo.
2. Le risorse disponibili e quindi, le proprie attitudini, aspirazioni, aspettative, i propri
interessi e valori.
3. Il soggetto si indirizza verso una scelta di tipo professionale è importante analizzare e
valutare il suo atteggiamento verso il lavoro.

19. Processo educativo dell’orientamento


1) Tutti sono gestori e responsabili del processo di orientamento
2) Relazione insegnante assolve duplice funzione
-Svolgimento programmi
-Potenziamento ricorse individuali
3) Sviluppo individuale e sociale:
-Differenziazione
-Integrazione
Autovalutazione degli studenti
1) Individuarsi e differenziarsi grazie alle attività di riflessione e di autovalutazione degli
studenti
2) L’attenzione sui propri processi di pensiero permette la rielaborazione e la revisione ma
anche l’autodeterminazione nelle scelte
Inquiring man
+L’educatore interviene sui processi autoriflessivi
-Favorendo percorso di esplicitazione e organizzazione dei contenuti del sé
+Lo studente esperto di se stesso
+L’orientatore aiuta a esplicitare aspetti di è che siano oggetto di attenzione congiunta
Carattere interpersonale delle funzioni riflessive del sé
Modello co-regolativo
1. Insegnante e alunno concorrono a potenziare:
2. Capacità individuali
3. Senso di libertà
4. Capacità di autodeterminazione
5. Co-regolazione come percorso comune
-che aiuta a riscoprire aspetti di sé tramite relazione connotata da attenzione condivisa
6. Confronto normativo
-Aderente al contesto sociale, realtà sociale condivisa
Orientamento episodico
 Passivizza il soggetto
 Crea una “bassa attivazione riflessiva” (non pensare)
 Si stabilisce una relazione asimmetrica senza condivisione di esperienze
 Spreco di energie

*(5 dimensioni: Motivazione, causalità, volizione, autopercezione, autopresentazione)


20. Perché studiare? (1. Motivazione)
Sistemi motivazionali
-Le attività sono organizzate da sistemi motivazionali a base innata
-Sistemi omeostatici di sopravvivenza
-Sistemi sciali regolativi delle relazioni
-Sistemi conoscitivi superiori: per la conoscenza e l’attribuzione di significati
-Motivazione interrelata al tipo di relazione con compagni e insegnante
La Motivazione intrinseca e strumentale
1) Motivazione intrinseca: interesse, autodeterminazione, curiosità epistemica
-Incoraggia la prontezza a impegnarsi e il coinvolgimento nell’esperienza; quindi,
l’impegno è per intesse e apprezzamento
-Compito come sfida
2) Motivazione strumentale: riuscita e successo
-Impegno per i buoni voti
Esperienze di flusso
+Essere completamente coinvolti
+Reciprocità tra percezione e regolazione affettiva
+Immedesimazione nell’oggetto dell’esperienza
+Collegabile all’autodeterminazione (Deci-Ryan) e alle esperienze di picco (Maslow). Es:
scalatori, ballerini, giocatori di scacchi…
Padronanza e rendimento
 Obiettivi di padronanza (o di apprendimento):
1. Implicati nelle motivazioni di interesse per lo studio
2. Acquisizione di nuove abilità e miglioramento conoscenze
3. Sviluppare le loro capacità
 Obiettivi di rendimento
1) Valutazione positive di abilità
2) Mostrare le competenze
3) Dimostrare le loro capacità
Motivazione relazionale
Motivazione estrinseca e relazione
-La riuscita negli impegni scolastici è un aspetto della competenza sociale
-Attenzione al contesto (confronto) potenzia le abilità cognitive
Confronto con i punti di vista dei compagni e dell’insegnante introducono novità utili
Motivazione intrinseca e relazione
-Collaborazione con i compagni favorisce maggiore interesse per lo studio
-Rapporto positivo con insegnante favorisce motivazione intrinseca dello studente
Scala: “Le ragioni per studiare”
+Indicatore della scala: la demotivazione. “Assenza di intenzione di perseguire un’attività”
perché non rilevante
+Orientamento basato sulla co-regolazione studente/insegnante/educatore

21. Com’è andata a scuola? (2. Attribuzione causale)


Responsabilità per i successi
+Corrispondenza mezzi-fine: porre in relazione delle azioni con dei fini
+Possibilità di azione (agency): conoscere modalità che assicurano esito positivo
+Controllo: condizione che implica la possibilità di produrre esito positivo
+I tra parametri nell’attribuzione della causalità:
1. Locus of control
Modalità d’interpretazione degli eventi, valutata secondo la polarità interno/esterno
Interno: Se considera i successi come dipendenti da lui
Esterno: Se ritiene che i successi dipendano da condizionamenti sociali
2. Stabilità/instabilità
-Quanto le cause dei successi/insuccessi possano mutare nel tempo. Es. stanchezza
momentanea come instabile; il considerarsi incapaci come stabile nel tempo
-Capacità interne o fattori esterni come immutabili: successi/insuccessi come cose
determinate in modo stabile.
3. Controllabilità delle cause
-Quanto lo studente ritenga di poter incidere sui risultati
-È diverso se i risultati dipendono dal proprio impegno o se da caratteristiche innate che
sono fuori del proprio controllo
-Successi dipendenti dalle proprie capacità rende più vulnerabili agli insuccessi
Causalità e personalità
• Esterno/interno
• Controllabile/incontrollabile
• Stabile/instabile
• Natura del compito/aspetti emotivi della personalità
Causalità e motivazione
A) Motivazione esterna/strumentale: se studia per i risultati e pensa di non ottenerli=
motivazione bassa
B) Scarsa causalità interna: scarso potere di autodeterminazione
C) Motivazione come continuum internalizzazione/esternalizzazione
+Internalizzazione come trasformazione delle norme sociali in attività autoregolata
+Motivazione strumentale come interiorizzazione di una norma sociale
D) Autodeterminazione massima con motivazione intrinseca
E) Demotivazione implica: alienazione dello studio e totale causalità esterna
Scala: Com’è andata a scuola?
+Indicatore della scala: lo stile attributivo “attribuzione di causalità interna o esterna”
Orientamento basato sulla co-regolazione studente/insegnante/educatore: aiutare lo
studente a capire le “perché dipende da me?” “perché dipende dagli altri?”

22. Quando studio (3. Volizione)


Motivazione e volizione
-I processi motivazionali si prolungano nel tempo con i processi di volizione: volontà
influenzata dalla motivazione
-Fase pre (aspetto motivazionale): si forma l’intenzione
-Fase post (aspetto volitivo): si realizza l’azione e intenzionalità, selezione attività e delle
strategie per l’obiettivo
Motivazione e volontà a studiare
• Aspetto motivazionale influenza la decisione di studiare
• Aspetto volitivo determina l’impegno
• Passaggio da aspetto motivazionale a quello volitivo è dato dalla decisione
La Volizione
Cos’è come un processo che consente di sostenere l’azione. Due processi:
1. Processi motivazionali: obiettivi
2. Processi volitivi: attività pertinenti allo scopo e alla sua salvaguardia
-La decisione dell’obiettivo da raggiungere: implica una scelta tra obiettivi diversi
-La motivazione guida la scelta
-Il processo volitivo implica attività mentale protratta nel tempo
Componenti della volizione
I due compiti della volizione:
1. Mantenimento dell’obiettivo con l’autocontrollo: si riferisce ai processi di pianificazione
dell’azione per ottimizzare l’impegno
2. Mantenimento del sé con l’autoregolazione: si riferisce al processo di coerenza tra azione
e il sé
Strategie volitive
a. Controllo cognitivo: attenzione selettiva, codifica, selezione di informazioni
b. Controllo emotivo: per inibire gli stati emotivi opposti all’impegno (ansia,
scoraggiamento)
Controllo ambientale: organizzazione ambientale
Per ottimizzare l’impegno
1) Pianificare
-Selezionare attività pertinenti all’obiettivo
-Coordinare le attività
-Distribuire il programma di lavoro lungo il tempo
-Organizzazione come fattore di apprendimento
2) Controllo cognitivo
-Attività auto-riflessive
-Riduzione del compito in parti essenziali riorganizzate in termini di significato
-Auto-osservazione: individuare aspetti specifici dell’esecuzione del compito
3) Controllo attentivo
Se c’è un conflitto motivazionale: difficoltà di volizione, difficoltà di azione intenzionale,
difficoltà di attenzione.
4) Anche nell’apprendimento
Strategie cognitive di Pellerey:
-Focalizzazione dell’attenzione
su un compito preciso, per un tempo adeguato, con buona concentrazione
-Capacità di organizzazione in unità strutturate
-Gestione emotiva
Distrazione e volizione
A. Labilità attentiva:
-Eccessiva esplorazione dell’esperienza
-Incapacità di scegliere i contenuti cognitivi
-Incapacità a fermare attenzione su un singolo contenuto
B. Assorbimento attentivo:
-Elevata concentrazione su unico oggetto
-Configurazione dissociativa dell’esperienza
-Esclusione delle stimolazioni
Attenzione selettiva
+Nello studio occorre la capacità di attenzione profonda e persistente
-Secondo l’intensità: livello di concentrazione
-Secondo la durata: ampiezza temporale della capacità di concentrazione
Facilitare l’attenzione
-Ignorare le distrazioni ed evitare gli sbagli passati
-Escludere dall’attenzione processi interni o eventi esterni distraenti
-Favorire la qualità delle relazioni, con atteggiamento motivato ed autodeterminato
• Importanza di indicare oggetti attentivi rispetto ad altri, per es. con l’uso del linguaggio
• Sguardo e comportamento locomotorio come funzionali all’organizzazione e alla vita
di classe
Scala: “Quando studio”
-Indicatore della scala: la competenza volitiva, “Indaga gli aspetti della competenza volitiva
connessi alla funzione selettiva della volizione”

23. Cosa penso di me (4. Autopercezione)


Fiducia in sé e nelle relazioni
Per il processo di autodeterminazione è importante il bisogno di relazioni, percepite come
gratificanti e dotate di direzione autonoma.
Concetto di sé e attaccamento
• Le modalità interpersonali sono influenzate dalle prime relazioni di attaccamento
• Attraverso i modelli operativi interni le prime relazioni influenzeranno i legami successivi
• In una nuova condizione scolastica il soggetto confronterà i nuovi dati con le precedenti
esperienze
Nelle relazioni con insegnanti e alunni
+Le istanze motivazionali dell’attaccamento continueranno ad influenzare le relazioni
+Tramite i MOI si creeranno legami di continuità tra le relazioni avute con i genitori e le
relazioni con gli insegnanti e compagni
+Studenti insicuri fanno più difficoltà a chiedere aiuto a insegnanti e compagni:
-L’ansioso-resistente tende a riferirsi continuamente all’insegnante
-Esplora poco
-Dipende dagli altri (insegnanti e compagni)
I ragazzi sicuri
• Hanno relazioni più positive
• Comunicano più apertamente
• Empatizzano nelle situazioni emotive problematiche
• Hanno migliore interazione
• Sono capaci di chiedere aiuto
• Hanno competenze cognitive maggiori
Relazioni e apprendimento
-La sicurezza interpersonale potenzia l’autostima
-La qualità della relazione alunno-insegnante e alunno-coetanei influenza la riuscita
scolastica perché determina un contesto favorevole all’apprendimento
L’attenzione nei ragazzi con attaccamento sicuro
Il rendimento cognitivo dei “sicuri” è collegabile alle loro capacità attentive e
organizzative. Un “sicuro” sarà capace di:
1. Dirigere flessibilmente l’attenzione ai contenuti e alle relazioni con insegnante e
compagni
2. Pianificare il suo impegno di studio
3. Assumere prospettive diverse (perspective taking)
4. Focalizzare flessibilmente l’attenzione su sé e sugli altri
L’attenzione nei ragazzi con attaccamento insicuro
+Gli “insicuri” tendono all’iper-controllo dei processi attentivi
+Nelle relazioni sono meno organizzati
+Tendono a negare il loro mondo emotivo
+Sono più indipendenti e meno collaborativi
+Gli “ansiosi-resistenti” sono incapaci di organizzare il loro studio
• La predominanza del mondo interno non gli consente di prestare attenzione al contesto
• Alla loro rigidità attentiva influisce negativamente sulla capacità di organizzazione e di
regolazione emotiva
Influenza degli insegnanti sulle relazioni degli alunni
 Gli insegnanti possono essere fonte di cambiamento nello sviluppo emotivo degli alunni.
Bowlby: esperienze emotive positive potranno modificare le relazioni insicure facilitando
uno sviluppo più sano
 La stabilità emotiva che si raggiunge in classe influenza la riuscita dei processi di
apprendimento
 Il rapporto con insegnanti può aiutare motivazioni per un’organizzazione progettuale
Scala: “Cosa penso di me”: la fiducia in sé e nelle relazioni

24. Mi presento (5. Socievolezza)


L’automonitoraggio permette di modulare la propria immagine influenzando le
impressioni dell’interlocutore
Guidati dalla situazione Guidati dai principi
• Estremamente flessibili - Estremamente rigidi
• Si adeguano ad ogni situazione - Propongono una immagine di sé duratura
• Individuano le caratteristiche della e costante
situazione per identificare il tipo di - Il comportamento rispecchia gli stati
comportamento richiesto interni
• Nascondono quei tratti di sé che sono in
contrasto con le richieste ambientali

L’automonitoraggio permette di modulare la propria immagine influenzando le


impressioni dell’interlocutore
Quelli con alto automonitoraggio Quelli con basso automonitoraggio
• Nelle relazioni: • Nelle relazioni:
-Relazioni occasionali solo per condividere -Sono limitate ad amici che abbiano
interessi per determinate attività atteggiamenti simili ai loro
-Cambiano l’abilità relazionale a seconda -Svolgono attività sempre con le spesse
dell’attività persone

La sensibilità sociale comprende:


 Presuppone flessibilità attentiva, la capacità di porsi dalla prospettiva dell’altro: l’alunno
capace di perspective taking può valutare un compito in classe dal suo punto di vista (es.
suo livello di preparazione) e dal punto di vista dell’insegnante (aspettative della sua
prestazione)
 L’adolescente diviene capace di manipolare concetti senza referenza ad oggetti
percettivamente presenti, ciò gli permette di riflettere sulla relazione tra eventi e su se
stesso
Può ragionare su se stesso e sul pensiero degli altri
Individuazione e integrazione negli adolescenti
+L’adolescente conquista gradualmente il senso della sua unicità (individuazione) della sua
appartenenza al gruppo (integrazione)
+La progressiva interiorizzazione dei punti di vista di sé differenziati gli consentirà di:
ampliare le abilità sociali acquisire un concetto di sé modulato e ricco di aspetti diversi
+La comprensione di sé passa attraverso la comprensione degli altri
+Saper spostare flessibilmente l’attenzione tenendo conto: di sé, dell’altro e del contesto
Modulazione della propria immagine
-La sintonizzazione con l’altro risentono del livello di autovalutazione e auto-accettazione
-L’idea che gli altri hanno di sé è sostenuta dalle impressioni che induce con i propri
comportamenti
-Studente scontroso, taciturno, timoroso di non essere accettato
-Provocherà reazione di rifiuto
-La modificazione della propria immagine sociale risente degli atteggiamenti che le
persone hanno nei confronti del loro sé ed è funzione della fiducia in sé e nelle relazioni
Grado di intimità nelle relazioni
 Modulare la propria immagine
• Richiede flessibilità cognitiva ed emotiva
• Richiede plasticità interattiva
• Permette la decodifica ed accettazione del proprio atteggiamento
(Il livello di intimità è diverso se l’adolescente si confida con un amico o se risponde ad
una interrogazione)
 Soggetti con assenza di modulazione comportamentale riportano:
1) Autonomia e rigidità
2) Coerenza inter-situazionale
3) Ignorano le richieste del contesto
4) Rigidità con il loro modo di essere
5) Timore di perdita d’identità
 Soggetti con eccesso di modulazione dell’immagine sociale riportano: apertura senza
confini e rischio manipolazione

Autopresentazione efficace/inefficace
Efficace Inefficace
• Fiducia in se stesso • Poca consapevolezza dell’impressione
• Interesse per l’altro suscitata negli altri
• Aperto all’esperienza • Minore autostima
• Coglie la peculiarità dell’altro •Incapaci di modulare la propria immagine
dinanzi a situazioni che lo richiedono

Automonitoraggio Autopresentazione
• Fiducia nelle proprie capacità •Fiducia in sé e negli altri
interpersonali • Abilità nel presentare immagine di sé
• Modificazione di sé accettabile
• Manipola per essere accettato • Valorizzazione di sé
• Soggetto autore della modifica rigida • Apertura all’esperienza
della propria immagine • Flessibilità attentiva, cognitiva, emotiva
• Continuum tra punto di vista dell’altro e
adattamento nell’utilizzo dell’esperienza

Scala: Mi presento: l’autopresentazione


 La presentazione di sé passa attraverso le info della comunicazione e l’atteggiamento non
verbale
 La sensibilità sociale (perspective taking) come capacità di assumere la prospettiva
dell’altro, denotare le differenze e considerare accettabili entrambi i punti di vista

Potrebbero piacerti anche