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Introduzione al counseling
ASPIC
Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell’Individuo e della Comunita
COUNSELING - DEFINIZIONE
Il counseling professionale e un’attivita il cui fine e quello di garantire il miglioramento della
qualita di vita e del benessere del cliente, a partire dai suoi punti di forza e dalle sue risorse che
ha gia in se. Rinforzando le capacita di scelta e cambiamento, il counselor accompagna il cliente
(mettendosi al suo fianco in questo percorso) offrendogli un spazio sicuro di ascolto e
riflessione ed esplorando le sue difficolta e fragilita. Puo essere rivolto al singolo, alle coppie,
alle famiglie, ai gruppi e in vari ambiti come quello privato, aziendale, sanitario o scolastico.
COUNSELING - STORIA
Il counseling nasce negli USA intorno al 1920, arriva in Europa intorno agli anni 30 (per
l’esattezza in Gran Bretagna) e in Italia una definizione di competenza del counseling arriva
negli anni 80. Viene riconosciuta come professione solo nel 2013 con la legge 4/2013 e ancora
oggi non e una professione regolamentata.
Il Counseling e rivolto al presente in prospettiva del futuro, e un percorso breve (10-15 incontri)
e si lavora per obiettivi specifici. Il counselor conosce la storia del cliente, vede il suo passato
ma non ci entra, si posiziona nel presente di fianco al cliente e con lui si rivolge al futuro. Il
counselor tiene conto del contesto ambientale specifico del cliente e delle risorse che mette in
campo.
Per PLURALISMO si intende che esistono metodi terapeutici diversi per teorie e prassi.
Le teorie hanno tutte la stessa importanza e dignita, sono tutte ugualmente valide e quindi tutte
possibili strade percorribili per “leggere” il nostro cliente. Nello specifico esso trae le sue origini
dalla FENOMENOLOGIA e DALLA PSICOLOGIA UMANISTICA.
La fenomenologia (Husserl-Hegel) e una disciplina filosofica che studia i fenomeni per come
questi si manifestano e studia come essi appaiono al soggetto.
- Sospensione del giudizio;
- Esistenza di molteplici verita.
ORIGINI DELL’INTEGRAZIONE
L’integrazione in psicologia e nel counseling ha lo scopo di far interagire diversi modelli che in
questo modo arricchiscono maggiormente il lavoro del counselor con il proprio cliente: nessuna
teoria psicologica e superiore alle altre o e piu efficace, tutte hanno del potenziale e uguale
dignita.
2. Integrazione teorica: da diversi modelli di partenza il counselor ne crea uno nuovo adatto al
suo cliente.
3. Fattori comuni transteorici: tutti i metodi condividono fattori determinanti per la buona
riuscita del percorso. Tra i piu importanti troviamo
- L’alleanza operativa, che e determinante per il successo della relazione di counseling;
- L’ambiente esterno, che da senso a tutte le relazioni, anche a quella tra counselor e
cliente;
- Il tempo, che e la dimensione invisibile della relazione (il qui ed ora).
IL COUNSELOR INTEGRATO
Anche il counselor sperimenta su se stesso una forma di integrazione tra:
- Il sapere (livello cognitivo): include studio e impegno, per possedere una base di
conoscenze a livello teorico
- Il saper fare (esperienza): passa per l’applicazione a livello esperienziale di cio che si
appreso in linea teorica.
- Il saper essere (crescita personale): e la “competenza trasversale” che unisce il
professionista al proprio essere persona, con le sue capacita e limiti.
Secondo Modulo
Il colloquio nella relazione d’aiuto
RIFORMULAZIONE
Uno degli strumenti dell’ascolto attivo che permette al counselor di predisporsi
all’atteggiamento di comprensione e la riformulazione, ovvero: riproporre al cliente lo stesso
messaggio da lui comunicato, per
- Far sentire la propria partecipazione al cliente;
- Evitare di esprimere giudizi sul cliente;
- Rendere esplicito il contenuto vago, offrendo al cliente la possibilita di potersi correg-
gere o integrare;
- Verificare l’aderenza di cio che ci e arrivato al pensiero e allo stato d’animo del cliente.
COMUNICAZIONE PARAVERBALE
La comunicazione paraverbale e quella comunicazione che passa attraverso la voce, tenendo
conto non di quanto comunicato ma degli elementi propri caratterizzanti la voce stessa, come il
timbro, il tono, il volume ecc.
META-MESSAGGIO
Ogni comunicazione ha due livelli
- Il messaggio che determina il contenuto
- Il meta-messaggio (meta=sopra) che determina la relazione con l’interlocutore.
Quindi il meta-messaggio e un messaggio supplementare che serve all’interlocutore per
interpretare la comunicazione.
BOLLA PROSSEMICA
Per prossemica intendiamo la distanza che c’e tra due persone, la loro posizioni e i conseguenti
movimenti di avvicinamento e allontanamento. Possiamo parlare invece di bolla prossemica
quando si stabilisce una distanza di sicurezza, limite entro il quale ci sentiamo a nostro agio
nella relazione.
RAPPORT
Essere in rapport vuol dire stabilire una sintonia con l’interlocutore, per “mettere in comune”
la nostra mappa con la sua. Per fare cio possiamo ricorrere al mirroring con il nostro cliente,
utilizzando il rispecchiamento e imitando quindi il suo linguaggio, voce, postura ecc.
Terzo Modulo
Modello Rogersiano e sviluppi
LA STORIA
La psicologia umanistica nasce a partire dagli anni 50 con le ricerche di Charlotte Buhler e James
Bugenthal, i quali concentrano l'attenzione sulla persona e sui concetti di creativita e
autorealizzazione, restituendo dignita alla persona e promuovendone lo sviluppo del
potenziale.
Rogers, Maslow e May sono stati i capostipiti della psicologia umanistica, definita anche come
terza forza.
FEEDBACK FENOMENOLOGICO
Il feedback fenomenologico e quello strumento utilizzato dal counselor nel corso di un
colloquio e ha diverse finalita, come quella di:
- Comunicare all’altro la nostra presenza e compartecipazione, confermandogli il
nostro ascolto attivo e la nostra presenza.
- Inibire l'interpretazione e il giudizio nei confronti del cliente, mostrando la nostra
esperienza immaginativa, emotiva e cognitiva e dando l'opportunita al cliente di
rielaborare la sua esplorazione.
Tutto cio e possibile condividendo con il cliente quello che noi abbiamo visto, ascoltato,
immaginato e sentito durante il colloquio, osservando le sue reazioni nel corso del tempo
passato insieme.
La salutogenesi si occupa infatti delle fonti della salute, analizzando cio che mantiene l’uomo in
salute, e non l’origine o le cause della malattia. Si interessa quindi a cio che crea salute,
analizzando le risorse e le capacita che l’uomo utilizza anche in situazioni di avversita.
Nello specifico lo stress e il costo dell’adattamento. I nostri livelli di stress sono lo specchio del
nostro incontro con il mondo. Il nostro obiettivo deve essere quello di raggiungere un buon
equilibrio nella gestione dello stress. Cio e possibile allenando la nostra capacita di resistenza,
anche definita come resilienza
La ricerca sulle forze di resilienza ha evidenziato che l’ereditarieta e l’ambiente non sono
fondamentali per lo sviluppo umano, mentre e determinante un terzo fattore, che finora non era
mai stato considerato con molta attenzione: il fattore della relazione umana.
Alleanza operativa
E la forza della relazione tra counselor e cliente, determinata dall'impegno reciproco.
L'alleanza operativa quindi nel counseling e come se fosse un ecosistema, una vera e propria
relazione circolare tra counselor e cliente senza la quale e impossibile pensare ad una relazione
d'aiuto. Per poter comprendere appieno che cos'e l'alleanza operativa nel counseling non
possiamo prescindere dalla sua storia nel corso del tempo.
STRUTTURALE RELAZIONALE
CONTRATTO FORMALE
1. Consenso informato
- Che cos'e il counseling
- Riferimento alla legge 4/2013
- Accordo sul percorso
- Ruolo professionale
- Approccio metodo pluralistico
- Deontologia
- Reciproche responsabilita
2. Parte formale
- Quanto dura l'incontro
- Come puoi contattarmi
- Quando e come possiamo prendere l'appuntamento ecc
3. Privacy e obbligo di riservatezza
DEFINIZIONE DELL'OBIETTIVO
Non e inserito nel contratto formale perche viene stabilito nei primi incontri e puo variare in
corso d'opera. L’obiettivo e la nostra bussola o stella polare e parte da due punti specifici:
- Punto di partenza (necessita attuale del cliente)
- Punto di arrivo (risultato che il cliente vuole raggiungere)
L'obiettivo che viene stabilito viene definito SMART in quanto ha le seguenti caratteristiche:
- S - Specific (sotto la responsabilita del cliente)
- M - Measurable (qual e il primo passo fenomenologicamente osservabile, misurabile?)
- A - Achievable (raggiungibile, qual e la spinta motivazionale, stabilire il valore dell'o-
biettivo e rinforzare la motivazione del cliente)
- R - Relevant (realistico, fattibile e attendibile, tenendo conto delle risorse e dei limiti del
cliente, sostenibile per la vita del cliente ed ecologico)
- T - Time based (entro quando? basato su un tempo riscontrabile)
LIVELLI DI OBIETTIVO
1. Il cliente non ha ancora il desiderio di cambiare perche manca in lui la consapevolezza,
riconosce comunque il desiderio di chiedere accoglienza.
2. Il cliente inizia ad avere la volonta di fare un cambiamento importante.
3. Padronanza sociale: indica l’azione di recupero delle risorse e delle capacita decisionali
in alcuni ambiti della vita.
Lo stress e la reazione emozionale intensa dovuta ad una serie di stimoli esterni, che mettono
in moto risposte fisiologiche e psicologiche di natura additiva e a tal proposito abbiamo definito
il modello diatesi-stress.
EUSTRESS (reazione
che ha un impatto e funge da
stimolo)
STRESSOR -> vulnerabilita e fattori individuali ->
DISTRESS (una
reazione troppo protratta nel
tempo e disfunzionale)
1. Allarme
Una sorta di SOS con effetti sul corpo, dovuti principalmente agli ormoni. Gli effetti che
possono avere sul nostro corpo sono ansia, percezione di difficolta, sensazioni di carico
e pressione
2. Resistenza
L'organismo vuole ristabilire lo stato precedente attraverso delle risposte mirate al
fattore che ha scatenato lo stress e quindi siamo spinti a mantenere lo status quo
3. Adattamento
Il nostro corpo in questa fase risponde con un adattamento alla situazione che sta
vivendo
Le reazioni che noi abbiamo di fronte ad una situazione di stress si possono collocare nelle
seguenti quattro aree:
1. Esternalizzazione
Azioni messe in campo nella gestione dello stress che hanno coinvolto persone o fattori
esterni
2. Internalizzazione
Tutte quelle azioni rivolte su se stessi
3. Emozioni
Azioni volte a gestire le emozioni che si sono manifestate
4. Problema
Azioni svolte e mirate ad una possibile risoluzione del problema di quella particolare
situazione
Vivere il tempo
Il tema del tempo e fondamentale nel counseling in quanto si puo lavorare su due fronti:
- esplorazione del cliente: la sua percezione del tempo e gli ostacoli che gli impediscono
di vivere pienamente il tempo;
- gestione del tempo (strumento dell’agenda, approfondimento a settembre).
Inoltre ogni persona possiede un diverso orientamento al tempo (al passato, al presente, al
futuro) e questo determina un impatto sia nel modo in cui si vive e sia sulla qualita della vita.
CRONEMICA
Definizione: modo in cui gli individui percepiscono e usano il tempo per organizzare le loro
attivita e per scandire la propria esperienza.
DEFINIZIONE DI OBIETTIVI
- Compiti evolutivi: gli obiettivi definiti devono essere in linea con l’eta anagrafica del
soggetto.
- Orientati al risultato l’obiettivo deve essere definitivo in maniera esaustiva, completo di
risultato da ottenere, scadenza e piano d’azione.
- SMART
Specifico (positivo)
Misurabile (positivo e personale)
Attraente (personale)
Raggiungibile (personale e coerente)
Temporizzato (coerente)
PROCRASTINAZIONE
- Rinviare: rimandare a "dopo" qualcosa che dovrebbe essere fatto subito, che induce a
una vera e propria lotta contro il tempo.
- Il procrastinatore potrebbe essere consapevole di essere tale, ma non riesce a fare di-
versamente. Vive nella possibilita, invece che nella realta.
- Bisogna capire perche lo fa, perche rimanda? Che bisogno soddisfa, procrastinando?
Acquisire questa consapevolezza, del perche (per che cosa - finalita) si temporeggia e il
primo passo per produrre il cambiamento e sperimentare il piacere di raggiungere i
propri obiettivi -> esplorare con il cliente le ragioni per cui si temporeggia.
- Promuovere il cambiamento. La perfezione non e in cio che si fa, ma in quello che si
vorrebbe fare (valore della persona nel fare e non nell’essere).
SAPER DELEGARE
Delegare e saper cedere parte di un’attivita a un’altra persona. Si possono incontrare degli
ostacoli (come la “mania di controllo”), ma ci sono anche i vantaggi della delega (“win-win”).
Per essere una delega di successo, occorre avere la volonta (essere disposti) e la capacita
(essere in grado) di delegare.
STRUMENTI PER VIVERE MEGLIO IL TEMPO
- Test esplorativi: bisogna essere sicuri di essere al momento giusto nell’alleanza opera-
tiva, per fare test di questo tipo. Sottoponendo i test al cliente, si evitano atteggiamenti
che fanno entrare nei VISSI.
- Agenda: elemento strutturale
- Diario: elemento di contenuto ed espressione dei propri vissuti
DEFINIZIONE
Il legame/comportamento di attaccamento si manifesta in una persona che consegue o
mantiene una prossimita nei confronti di un’altra persona (o figura di attaccamento), ritenuta
in grado di affrontare il mondo in modo adeguato.
Nella Teoria dell’Attaccamento, si parte dalla figura della madre (caregiver), che rappresenta
solitamente la figura di riferimento primaria che si prende cura del figlio, per poi passare alla
considerazione delle forze esterne ed interne. Il legame di attaccamento, che si definisce nella
fascia di eta 0 - 3 anni, si compone di 4 fasi.
STRANGE SITUATION
Test effettuato Mary Ainsworth (1978), allieva e collaboratrice di Bowlby per lo studio di
osservazione del comportamento del bambino e le relative reazioni al distacco e al
ricongiungimento con la madre in presenza o in assenza di una persona estranea.
In altre parole, l’esperimento studia il comportamento del bambino sottoposto a situazioni
potenzialmente generatrici di stress relazionale (cosa fa il bambino, come reagisce in
presenza/assenza della mamma all’interno di una stanza).
1. Stile sicuro
Modello si se positivo e dell’altro positivo.
Riesce ad essere in relazione in modo funzionale, “sano” e senza difficolta.
Le sue relazioni di coppia sono caratterizzate da intimita, rispetto, apertura emotiva e
dialoghi costruttivi con il partner (lo accoglie).
3. Evitante / distanziante
Modello di se positivo e dell'altro negativo.
Non si mette in discussione e non si esprime, preferisce evitare le situazioni conflittuali,
andandosene.
Lo stile di comunicazione
Lo stile di comunicazione è il modo in cui ogni persona comunica con gli altri e ciascun essere
umano impara, senza un consapevole impegno, uno stile comunicativo.
STILE PASSIVO
Comporta l’inibizione delle proprie emozioni. Va da sé che chi possiede, seppur inconsapevol-
mente, questa modalità subisce il comportamento degli altri e quindi ne dipende. Soffre un
senso di timore e tende a scusarsi anche quando non serve. Per questi motivi ha estrema diffi-
coltà nel soddisfare un suo bisogno e/o desiderio. Fatica ad esprimere una sua opinione e a
sentirsi meritevole di apprezzamenti. Non ha consapevolezza di sé.
STILE AGGRESSIVO
Comporta l’ostinato tentativo di realizzare i suoi desideri a discapito di chiunque altro. Ha una
forte tendenza nel provare a risolvere con una violenza e verbale e fisica inaspettata le situa-
zioni problematiche. La sua abitudine ad imporsi lascia poco spazio agli altri. Non ammette mai
di avere torto o di sbagliare.
STILE ASSERTIVO
Comporta la leale espressione di tutto ciò che lo nutre e lo arricchisce, dai suoi bisogni alle sue
emozioni passando per i suoi desideri, in una maniera così adeguata da non provare imbarazzo
o sentimenti di colpa. Agisce per sé, pur nel totale rispetto anche degli altri. Non si svaluta e non
mette in discussione il suo valore neppure se in qualche circostanza gli capita di imbattersi in
un fallimento. Il suo equilibrio è tale da non provare né creare difficoltà.
STILE MANIPOLATIVO
Nella bassa autostima si fondano le radici del comportamento manipolativo.
Chi ne è in possesso si aspetta che l’altro debba supporre le sue intenzioni pur non specifican-
dole. Non prevede un tentativo malvagio e consapevole di indurre un dato comportamento ne-
gli altri, al tempo stesso lo fa per evitare di sentirsi in colpa.
Per ridurre il proprio disagio, la persona manipolativa mette in scena delle strategie che ven-
gono cosi specificate:
1. Comportamento colpevolizzante: è un modo subdolo di attribuire all’altro la responsa-
bilità dello stato in cui spesso si trova. Es: madre che ripete al figlio ormai cresciuto “Sai
che finché non arrivi a casa non riesco a prendere sonno”. Quindi se IO non dormo la
colpa è TUA.
2. Comportamento inferiorizzante: pone l’altro in una condizione di immobilità per paura
di sbagliare dal momento che il manipolatore tende a farlo sentire inferiore sottoponen-
dolo a ripetute critiche.
STILE PASSIVO-AGGRESSIVO
Viene messo in atto con una modalità che non rende l’atteggiamento subito individuabile no-
nostante sia un comportamento molto diffuso. Attraverso la proiezione della sua velata aggres-
sività suscita negli altri controreazioni come perplessità, silenzio, tristezza e talvolta reazioni
di risposta rabbiose e aggressive. Con questa modalità si convince e prova a convincere l’altro
di essere lui la vittima, negando le sue cattive intenzioni. Ha uno spirito di competizione mal-
sano e inconcludente, quindi nutre una forte gelosia. NON MOSTRA MAI I SUOI VERI SENTI-
MENTI.
La compatibilità personale
L’OMS ha identificato 10 competenze base che favoriscono la capacità di agire in modo positivo
ed efficace sia sul piano personale che sul piano sociale, definendo questi tratti LIFE SKILLS:
- Consapevolezza di sé
- Gestione delle emozioni
- Gestione dello stress
- Empatia
- Creatività
- Senso critico
- Prendere buone decisioni
- Risolvere problemi
- Comunicazione assertiva
- Relazioni efficaci
La metafora e una figura retorica ampiamente usata in letteratura che, nella relazione d’aiuto,
viene utilizzata per approcciare il problema, affrontandolo da una prospettiva diversa. Nel
colloquio con l’adulto emerge proprio come l’esprimersi tramite una metafora sia ad esso di
aiuto.
AGENDA
E un elemento strutturale al cui interno spesso c’e la cosiddetta To do list. Una mappa personale
con azioni a breve, media e lunga scadenza. Da una visione d’insieme della vita personale e
professionale, permette di allocare il tempo e verificare quanto sono stato efficace (ex-ante ed
ex-post).
DIARIO
La scrittura e un pre-requisito per un diario e narrarsi fa parte dell’essere umano. Il diario
quindi diventa uno strumento di:
- Autonarrazione
- Consapevolezza
- Automonitoraggio (della propria crescita)
- Autosostegno