Sei sulla pagina 1di 2

Rogers e il problema dellempatia

Uno dei capisaldi dell'impianto teorico di Rogers verte su l'empatia, fondamentale "abilit" che sembra caratterizzare l'uomo. Il termine empatia fu coniato nell'area Germanica ed la traduzione di Einfuhlung che significa letteralmente immedesimazione introdotta dal filosofo Lipps agli albori del '900. Egli la definisce come la percezione delle proprie forze vitali e delle proprie energie che, essendo unite indissolubilmente alle forze dell'universo, permettono di costituire un unit originaria col mondo fisico e i suoi oggetti. Lipps considera l'emblema del contatto empatico l'opera d'arte. Successivamente il termine viene introdotto da Heinz Kohut (2003), teorico della psicologia del s. Lo psicologo assegna all'empatia una funzione primaria in quanto permette un accesso al mondo sociale. Nel pensiero dello psicanalista l'empatia un mezzo utile a capire l'altro ma, condizione indispensabile, possedere una buona conoscenza del proprio mondo interiore, possibile solo grazie ad un efficace introspezione. Uno dei seguaci di Freud, Ferenczi applic per primo nell'approccio analitico il sentire empatico. Esso lo ritiene utile perch favorisce un clima di comprensione, di calore e di partecipazione al dolore, uniche discriminanti in grado di poter indurre il paziente ad aprirsi al proprio vissuto esperienziale. Ma con Rogers che tale qualit assume un importanza fondamentale in tutte le sfere della vita umana. Egli innanzitutto conserva l'immagine di un uomo non solo guidato dall'istinto e dall'irrazionalit, impostazione tipica della scuola freudiana, ma soprattutto capace di dirigere attivamente la propria vita in base ai suoi desideri e obiettivi. Egli mosso da una radicata convinzione che nell'individuo esiste una naturale facolt di auto guarigione e che ogni persona potenzialmente sia in grado di evocarla per risolvere i suoi problemi. Rogers quindi contempla una visione pi positiva dell'essere umano tendente, se posto nelle condizioni ideali, alla crescita e alla realizzazione di s (2007). Nella sua teoria l'uomo essenzialmente votato al bene e gli eventuali ostacoli psicologici che gli si frappongono lungo la strada vengono considerati come necessari al cambiamento. Per certi versi il pensiero di Rogers pu sembrare ingenuo siccome contempla l'uomo come essenzialmente buono ma corrotto da un'educazione repressiva che in qualche modo lo incattivisce. Credo tuttavia, sia importante considerare il suo pensiero per le implicazioni positive rivolte specialmente alla capacit umana di auto dirigersi, facendo appello all'esperienza personale ed alla saggezza del proprio corpo, piuttosto che alla razionalit che, in quest'ottica, assume la funzione complementare di conferma o meno delle proprie sensazioni. Egli chiama la sua terapia non direttiva e si fonda su una concezione diametralmente opposta rispetto alle scuole psicoanalitiche precedenti, ossia sposta l'attenzione dal psicoterapeuta all'individuo riservandogli un ruolo meno invasivo (Rogers, Kinget, 1970). Infatti il terapeuta dovrebbe svolgere solo una funzione conciliante ed essere in grado di consigliare senza imposizioni. I presupposti rogersiani danno un autonomia fondamentale all'analista che propenso alla comprensione e all'apertura del mondo soggettivo del suo interlocutore in modo da favorirne l'autenticit. Il terapeuta si limita perci a assecondare il processo di adattamento e crescita e rappresenta un'innovativa tipologia curativa perch ognuno ascoltato per la propria unicit senza il filtro di teorie o preconcetti che sembrano limitare una reale comprensione. Concetto fondamentale per Rogers quello di fiducia, da lui definito come quell'atteggiamento necessario a creare un clima di sicurezza e utile a far emergere le risorse individuali. Fiducia quindi nella capacit della persona di poter far fronte ai problemi e alle difficolt grazie alle proprie risorse. Si evince che il terapeuta agisce come una sorta di specchio per il paziente (che lui chiama cliente perch non vuole stigmatizzarlo come un malato) permettendogli di vedere in maniera pi chiara il suo vissuto. L'empatia, come specificato dallo psicologo americano la comprensione della persona in un clima non giudicante, che si realizza immergendosi nella sua soggettivit, senza per fondersi completamente con lui, in caso contrario si avrebbe una semplice identificazione che ne comprometterebbe la comprensione (Bruzzone, 2007; p.110). Per ottenere ci sarebbe opportuno accettare il vissuto cognitivo e sentimentale dell'altro in tutti i suoi aspetti, sia positivi che negativi, senza tentare di forzarli ma accentandoli per quello che sono, comprendendo il significato della sua esperienza. Osserva Rogers che se un essere umano ascoltato empaticamente, si sente conseguentemente pi libero di accedere alla propria soggettivit aprendosi al mondo spontaneamente; al contrario, quando manca la comprensione empatica, l'individuo subisce un irrigidimento tale che, alcuni di essi, possono diventare psicotici. L'ascolto empatico si contraddistingue nel fare chiarezza nella confusione psicologica permettendo di vedere quello che blocca e condiziona gettando una luce nel magma delle paure e delle angosce, accompagnato da una guida sicura che, non essendo coinvolta totalmente, riesce a far emergere ci che non era manifesto. Per Rogers l'attitudine empatica non innata ma pu essere insegnata tramite un opportuno addestramento che suppone la scelta di persone propense a svolgere un lavoro su di s e prevede una riscoperta della autenticit personale. Queste importanti tematiche non possono che ricondursi in un luogo, come quello della scuola, ricco di numerose problematiche in cui l'allievo soggetto ad un continuo mutamento e una certa visione pedagogica, con un orientamento comune nel privilegiare la libert individuale, non pu non tener conto dello strumento empatico come supporto al bagaglio delle competenze del docente. L'insegnante dovrebbe entrare nell'ottica che scopo primario dell'educatore facilitare l'apprendimento, non riservandosi semplicemente un ruolo passivo riempiendo di nozioni la testa degli allievi, ma facendo in modo che le lezioni diventino interessanti, interattive e costruttive con la possibilit che ogni studente partecipi alla costruzione della lezione. A mio avviso il docente dovrebbe possedere la sensibilit di comprendere ci che condiziona la riuscita scolastica tenendo conto di fattori legati a svantaggi socio culturali, alle dinamiche psicologiche individuali e alle differenze razziali, che inevitabilmente influenzano il giudizio delle persone (anche in coloro che si dichiarano contro il razzismo e le diseguaglianze sociali). All'insegna della non direttivit Rogersiana, da un insegnante sarebbe lecito aspettarsi un comportamento che permetta di addentrarsi in un'ottica di comprensione empatica con il discente, favorendo la sua libert di scelta dei percorsi che argomenti che rispondano alle sue attitudini. Questo pu prevedere l'accettazione della totalit dei sentimenti espressi, come la rabbia, la frustrazione, la paura, oppure la gioia, l'entusiasmo, l'orgoglio. Un buon insegnante quindi favorisce un clima adeguato a facilitare l'apprendimento delle tematiche che stanno a cuore agli alunni, individuando sia quelle personali che quelle dinamiche del gruppo. In un clima del genere Rogers da per scontato che nell'educando nasca la voglia di apprendere e perseguire i suoi scopi personali. L'insegnante si occupa quindi di fornirgli i mezzi necessari per apprendere ma anche di essere parte del gruppo scolastico, non ponendosi in una posizione di dominio ma partecipando al clima intellettuale e sentimentale della classe. Egli un individuo che non fa mistero del suo mondo, raccontandolo e mostrando il suo vissuto agli altri individui ponendosi nel contempo come soggetto autentico, in grado d'accettare i suoi limiti e le paure senza mistificazioni (Bruzzone, 2007; pp. 144 145). In questo contesto l'insegnante agisce come una figura che da sostegno e fiducia nel percorso verso il processo di autonomia del soggetto. Un altro dei cardini teorici dello psicologo americano quello di congruenza, ovvero la capacit di essere se stessi ma anche quella di non parlare in dissonanza con il proprio corpo. Essendo che esso agisce sotto impulsi spontaneistici, difficilmente poter dire qualsiasi cosa verbalmente (in disaccordo col proprio) corpo pu passare inosservata. Difatti un incongruenza fra le due forme comunicative renderebbe l'insegnante, agli occhi degli studenti, come non meritevole di fiducia, andando ad inficiare cos il processo socio comunicativo e la possibilit di stabilire un contatto empatico davvero autentico. Un'educazione siffatta colloca l'onere del giudizio sull'operato dall'educatore all'alunno, che potr compiere un ragionamento su ci che stato fatto e le eventuali previsioni per raggiungere gli obiettivi prefissati, mentre il giudizio del docente sar invece incentrato solo sull'operato e non trasmetter una valutazione sulla persona. Nell'autovalutazione entrano in gioco dinamiche diverse secondo Rogers: Il grado di soddisfazione ricavato da lavoro, se e in quale misura ha sperimentato una maturazione intellettuale e psicologica; in che misura si impegnato e sentito coinvolto nel corso dell'attivit; se si sente stimolato a perseguire qualche obbiettivo suggerito dall'esperienza educativa(Bruzzone, 2007; p.42).

Conquistando questo genere di consapevolezza, incentrata sul processo di apprendimento, lo scolaro in grado di valutare ci che lo favorisce e lo ostacola nel suo personale processo di crescita. Rogers ricevette diverse critiche alla sua proposta educativa in particolare riguardo al tema della libert percepita meramente come un lasciar fare senza uno scopo. In realt la libert non totale bens concessa gradualmente a seconda delle capacit dell'individuo di saperla governare. In questo senso la libert deve essere conquistata giorno per giorno perch comporta delle scelte e delle responsabilit per cui necessario essere in grado di sopportarne il peso, specialmente per quanto riguarda i bambini che non hanno formato ancora una struttura psicologica ben precisa. Per fare un paragone si pu assimilare la libert ad un cavallo e le briglie al proprio io. Se la briglia sciolta viene concessa immediatamente, nel periodo d'addestramento,la forza istintiva del cavallo ci disarcioner rischiando di farci male. Invece se, attraverso alcune direttive, la libert di correre verr concessa gradualmente, la forza dell'animale seguir i nostri dettami e si diriger dove noi vogliamo. Similmente al rapporto terapeutico, per Rogers, anche quello educativo dovrebbe connotarsi come una relazione alla pari, dove l'insegnante riconosce nel discente un proprio valore personale. In questo genere di legame, pi libero e svincolato da pratiche manipolative, si consente l'emergere della creativit, intesa come la produzione di qualcosa proveniente dalla fantasia, scevra quindi di imitazioni degli atteggiamenti e comportamenti altrui, e per questo originale in quanto diretta espressione dell'unicit della persona. Massimiliano Moresco

Potrebbero piacerti anche