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L’ASCOLTO ATTIVO
L’ascolto attivo, è dunque un processo che avviene nella specificità di quell’incontro, praticamente
<<nell’hic et nunc>> di quella situazione e costituisce la “conditio sine qua non” il punto focale perché si
possa avere efficacia.
Tutti gli autori che propongono le tecniche non direttive si raccomandano di essere centrati sul cliente,
che significa non essere affascinati dalla sua storia o da lui come persona, ma cercare di comprenderlo e
contemporaneamente cogliere quello che avviene nella relazione che si sta sviluppando, ovvero: ossia,
saper ascoltare (le parole che ci vengono dette) e saper osservare (la situazione per come si svolge in tutti i
suoi contenuti verbali e non verbali).
ESPERIMENTO DI CARL ROGERS DEL 1951
Nel suo esperimento Rogers propose: La prossima volta che avrete una discussione con il vostro compagno
o compagna, con un vostro amico o anche con un gruppo di amici, fermate la discussione e ponete la
regola che ognuno non possa esprimere la propria argomentazione se non dopo aver preliminarmente
esposto le idee e le sensazioni dell’interlocutore con la maggiore esattezza possibile, e dopo che questo
interlocutore abbia confermato.
In parole povere, non si può esprimere il proprio pensiero se prima non ci mettiamo nei panni dell’altro e
dimostriamo di aver capito le sue ragioni. Implica l’essere capaci di assumere il punto di vista dell’altro.
In tal senso, ascoltare significa non soltanto accogliere, ma essere anche capaci di riassumere ciò che è
stato appena detto dall’interlocutore e con il senso che l’interlocutore voleva dare.