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PEDAGOGIA INTERCULTURALE 2021-2022

Prof. Alessandro Mariani

LEZIONE 1
 L’intercultura come superamento della semplice multiculturalità, come emergenza sociale e politica,
come compito culturale e pedagogico, come costruzione educativa;
 Da qui “incontro” e “dialogo”: dispositivi pedagogici in grado di dar vita ad una “cultura
dell’ibridazione”;
 Il ruolo della scuola come luogo ideale per sensibilizzare al rispetto delle culture, per pensare
criticamente i pregiudizi, per attivare una revisione degli etnocentrismi e per allenare all’uso di
molteplici formae mentis.

Alcuni aspetti che riguardano la pedagogia in generale sono particolarmente adeguati per l’intercultura. Perché?
1. TEORIA E PRASSI (da Platone a Dewey): la presenza di questa coppia all’interno della
pedagogia vi è da sempre (ottica diacronica e storica), sono fattori che caratterizzano il DNA
della pedagogia stessa  antinomia, contrapposizione tra termini con significati opposti, origine
greca, “i discorsi duplici” cari ai sofisti. La pedagogia è un sapere sia pratico che teorico
a. Incontro, dialogo, ascolto, empatia, decostruzione, meticciamento,
multiculturalismo (gradino precedente all’intercultura  presenza di soggetti che
provengono da diverse culture  lavoro sia pratico che teorico per arrivare
all’intercultura, DAL SEMPLICE AL COMPLESSO), modelli teorici (ibridazione,
melting pot) sono paradigmi teorici di riferimento che però non bastano per le
caratteristiche specifiche sia della pedagogia che dell’intercultura  necessità di
considerare anche una DIMENSIONE PRATICA, OPERATIVA, DIDATTICA,
ESPERIENZALE, che sta nei contesti (non solo scolastici)
b. Stare nella circolarità dialettica delle due parti

LEZIONE 2
La pedagogia interculturale ha un ruolo centrale perché, a partire dal trinomio pedagogico “EDUCARE,
ISTRUIRE, FORMARE”, è possibile prevenire molte situazioni che si stanno consumando sotto ai nostri
occhi.

Approccio analitico, critico e interpretativo tipico della pedagogia interculturale.

La disciplina all’interno della quale si inserisce la pedagogia interculturale è la PEDAGOGIA GENERALE e


SOCIALE. La pedagogia interculturale si colloca, sia dal punto di vista didattico che scientifico, all’interno
della pedagogia  saperi e discipline che collaborano, supportano e sostengono la pedagogia:
1. La pedagogia è un sapere plurale, cioè che dialoga e si confronta con altri saperi e scienze. Franco
Cambi ha definito la pedagogia come un arcipelago di saperi (le isole sono i vari saperi). La stessa
pedagogia generale ha bisogno di un confronto serrato, frequente ed intenso con altri saperi
(attingere e dialogare, SCIENZE DELL’EDUCAZIONE)
a. FILOSOFIA, da un punto di vista storico
b. STORIA (fenomeno dell’emigrazione)
c. PSICOLOGIA sociale (stigmatizzazione del diverso)
d. SOCIOLOGIA (flussi migratori, processi di globalizzazione)
e. ANTROPOLOGIA, specialmente quella culturale
f. LINGUISTICA
g. BIOLOGIA
h. ECONOMIA, MEDICINA, INGEGNERIA INFORMATICA, etc… (apertura, il quadro
è in evoluzione e trasformazione)

La pedagogia interculturale, che si trova all’interno della pedagogia, ha bisogno di dialogare con questi saperi, in
particolare con alcune (antropologia).
Importanza di un substrato teorico + contesti di applicazione = dialettica tra teoria e prassi che da Platone fino a
Dewey, e oltre, la storia ci consegna.

PUNTO DI SINTESI tra le scienze umane/sociali che dialogano con la pedagogia generale, ed in particolare con
quella interculturale: DECOSTRUZIONE DEI PREGIUDIZI  qual è il grado zero di partenza necessario,
fondamentale ed urgente che viene indicato dalle varie scienze? La decostruzione dei pregiudizi, conditio sine
qua non. Il pregiudizio è una presenza latente, non verbale.
- Analisi e interpretazione dei pregiudizi
- Revisione critica  decostruzione = non c’è critica senza ricostruzione e viceversa
È necessario lavorare sulla decostruzione del pregiudizio fin dalla prima infanzia  atteggiamento analitico,
critico e interpretativo volto ed indirizzato alla decostruzione dei pregiudizi (es: filosofia dell’infanzia).
 dimensione riflessiva + istruzione/contesti/applicazione = dalla dimensione teorica a quella applicativa, e
viceversa

JACQUES DERRIDA= padre del decostruzionismo. Decostruire è direttamente collegato all’analisi e alla
critica; non è un caso se uno dei padri della decostruzione sia stato Jacques Derrida, filosofo francese. I suoi
principali riferimenti (matrice teorica) sono stati Kant, Heidegger, Husserl, la tradizione ermeneutica, Freud, i
quali convergono tutti verso un approccio analitico, critico ed interpretativo, specie Kant (Critica della Ragion
Pura, Critica della Ragion Pratica, Critica del Giudizio).
 D. non si è mai occupato di pedagogia applicata, ma da filosofo ha dato molti spunti che possono essere ripresi
in ottica interculturale
↳ dimostra che il lessico, il dizionario, della filosofia è quasi totalmente condizionato dal genere maschile
(fallologocentrismo)  OPERAZIONE DECOSTRUTTIVA
Così come D. ha scoperto ciò, noi potremmo arrivare a risultati altrettanto importanti ed agghiaccianti anche
nell’ottica educativa.

LEZIONE 3
Molteplici scienze che hanno a che fare con i temi/problemi della pedagogia interculturale
 DECOSTRUIRE: ripensare criticamente le istanze monoculturali, ripensamento critico a stili, atteggiamenti,
comportamenti, scelte etiche, valoriali, etiche, politiche che impongono una cultura su un’altra

ESSERE: nella storia del pensiero filosofico occidentale è caratterizzato dal genere maschile e dall’averlo
considerato nella sua dimensione di logos (essere in quanto essere pensante, es: homo sapiens sapiens). Dove
stanno gli altri generi e gli altri fattori che caratterizzano la corporeità umana, oltre al pensiero (corporeità,
emozioni)? Derrida denuncia che l’uomo vede solo una parte della realtà filosofica  metodo decostruttivo: può
essere ripreso in ambito di pedagogia interculturale, necessario per rileggere criticamente le formae mentis
che hanno condizionato il nostro modo di affrontare le questioni.

Il principio della complessità, del pluralismo, del polimorfismo sono assai utili per educare, istruire e formare in
ottica interculturale i soggetti singolarmente e socialmente intesi (punti di vista differenti).

DALLA FILOSOFIA ALLA PEDAGOGIA: tale approccio fin dall’inizio sta nell’ottica interculturale 
allenare ad una visione complessa (trovare legami) è oggi necessario e urgente dalla prima infanzia con piccoli
esempi (focus group e circle time, dialogo e ascolto  philosophy for children)
↳ PRASSI + TEORIA
 sguardo da lontano (Claude Levi-Strauss) + sguardo da vicino/interno
Aprirsi al pluralismo, alla complessità e al polimorfismo nella varie discipline è molto importante (allenamento
preliminare all’ascolto, per poi andare verso incontro e dialogo)
↳ non solo rispetto dell’altro, ma anche curiosità, attenzione e disposizione nei confronti
dell’altro, non solo buone maniere ma anche il valore aggiunto riferito al fatto che l’altro stia per dirci
qualcosa di interessante

NO stigmatizzazione dell’errore, perché dagli errori possono essere trovate delle soluzioni!
 cogliere e sviluppare le differenze, a partire dall’identità (no distruzione, ma sviluppo, confronto)
PEDAGOGIA DELL’ERRORE: non sottostimarlo, ma utilizzarlo!

GRAMMATICA DELLA FANTASIA (Gianni Rodari), ovvero la lingua, o meglio, le lingue.


Mostrare che:
- da un lato dobbiamo considerare le identità (in questo caso linguistiche) che consentono di
esprimerci e farci comprendere almeno da coloro che utilizzano la stessa nostra lingua
(GRAMMATICA)
- a partire dalla quale posso esprimere e rappresentare in termini diversi il fenomeno, il fatto ed il
vissuto (es: poesia, filastrocca, racconto)
Vi è bisogno di una base comune, da cui partire per una serie di riflessioni. La grammatica consegna una serie di
regole, tende a conformare, ma accanto a questa si può introdurre il dispositivo della FANTASIA, intesa come
apertura a modi di dire, parole, rovesciamento di termini (non una rappresentazione, ma molte!).
 modi diversi di esprimere un’esperienza vissuta insieme agli altri (logica interculturale, sfida e compito
dell’oggi).
La nostra lingua è più ricca grazie a persone che sono venute da lontano (meticciamento  dimostrazione
concreta che la contaminazione arricchisce). Ci sono aree geografiche del nostro paese frutto della
contaminazione.

LEZIONE 4
Approccio del DECOSTRUZIONISMO anche in un contesto pratico
 Exemplum autorevole di sintesi che dobbiamo a J. Derrida: pensare in forma non dogmatica e critica i principi
fondamentali della filosofia occidentale (riferimento a Kant, Nietzsche e Freud).
Il decostruzionismo lavora in ottica critica, riflessiva, non dogmatica, mostrando le differenze, le molteplicità e le
complessità che caratterizzano i soggetti.
1. DIFFERENZA: necessità di sottolineare la centralità delle differenze, del polimorfismo, rispetto ad
una tradizione culturale, come quella occidentale, che si è basata sul principio forte dell’identità, del
logos, della scrittura, del pensiero, del cogito (declinati al maschile) è necessario, secondo il
decostruzionismo, replicare integrando con temi quali l’apertura, il polimorfismo, le differenze, il
pluralismo, la molteplicità dei punti di vista (scuola d’Atene, Raffaello Sanzio un’unica donna,
forse, Ipazia di Alessandria, che guarda dritto l’osservatore)
a. La storia della cultura occidentale è fondata sul principio del maschile. Rispetto a tutto
ciò, oggi, dove stanno le differenze?
 OGGI: valorizzare le differenze, le alterità, il polimorfismo, la complessità, il pluralismo dei punti di vista, la
decostruzione dei pregiudizi. Da qui passa anche la via interculturale.
↳ ripensare criticamente anche le certezze  stare nella logica della complessità (interconnessione,
scambio costante)

Lavorare in sinergia  INTERDISCIPLINARIETÀ: utile per pedagogia e didattica interculturale, un argomento


può essere toccato da più discipline, in maniera trasversale, per comprenderne diversi aspetti (felici e fruttuose
contaminazioni).
INTER-POLI-TRANS-DISCIPLINARE (E. Morin): connessione tra diverse discipline collegate (individuazione
di nuclei tematici che lo consentano, allenare al pluralismo, allenare al dialogo e al confronto), logica vincente e
proficua soprattutto oggi, in cui vi è necessità di dialogo e confronto tra discipline (es: robotica in ambito
chirurgico, psico-socio-pedagogia)
 es: scuola montessoriana

Allenamento alle varie formae mentis  stili cognitivi, di apprendimento e di insegnamento: non vi è un’unica
via per accedere al sapere!
Nel GIOCO, favorire il cambiamento del punto di vista (es: a turno fare l’arbitro)

Lavorare in ottica interculturale a prescindere dall’ottica interculturale, ancor prima dell’ottica


multiculturale, ovvero anche se non si hanno bambini stranieri in classe attraverso esperienze che consentano di
mostrare la complessità e il pluralismo di tali fenomeni (pregiudizi che frenano l’espressione o condizionano
l’interpretazione).

LEZIONE 5
Maestri del sospetto o scuola del sospetto: rivedere, rileggere, ripensare, deostruire la tradizione che li precedeva.
Questa definizione si deve grazie a Paul Ricœur; egli ha definito 3 dei principali maestri di J. Derrida maestri del
sospetto, cioè Marx, Freud e Nietzsche. Da loro ha sviluppato la sua nozione di DECOSTRUZIONISMO, utile
per lavorare sui pregiudizi attraverso un ripensamento critico radicale per guardare oltre con occhi nuovi e
atteggiamento diverso. La pedagogia interculturale si fonda sulla decostruzione dei pregiudizi.

Ascolto (comunicazione attiva, sensibilità, comprensione verbale e non dell’altro, non ascolto passivo), Incontro,
Dialogo, Empatia (sfera interiore, dimensione intima e profonda del soggetto), con alla base il decostruzionismo.

DECOSTRUZIONE DEL PREGIUDIZIO: non si può entrare in relazione con colui o colei che ha abitudini
diverse dalle nostre  in questo caso è il culturale che prevale sul naturale (asimmetria)

SOSTEGNO: dispositivo che si colloca tra comunicazione e dialogo, non deve riguardare solo l’insegnante di
sostegno o le disabilità presenti in classe, può essere una pratica diffusa, vissuta quotidianamente, tra i soggetti
coinvolti, a prescindere dalle loro competenze, capacità e risultati scolastici, dis/abilità.

LEZIONE 6
Lezione tenuta dal professore Quintas.

Ottica lifelong, logica per un’adultità.

LEZIONE 7
INCONTRO E DIALOGO, F. Cambi

Base teorica e riflessiva della pedagogia interculturale.


Monografia di Franco Cambi, professore ordinario di pedagogia generale e sociale.

PREFAZIONE: l’autore indica in apertura la centralità dell’intercultura (compito e sfida dell’oggi).


1. Modello teorico
2. Obiettivo storico-sociale
3. Fascio di tecniche operative
 compito etico e morale
L’intercultura per essere affrontata, in ottica pedagogica, ha bisogno contemporaneamente di un:
1. modello teorico, quindi di punti di riferimento teorici (paradigmi, categorie, riferimenti, concetti) 
es: DECOSTRUZIONISMO
2. tema che non può prescindere dai contesti, dalla sfera politica, l’intercultura non è estranea alle
dinamiche complesse e conflittuali. L’obiettivo storico-sociale dovrebbe essere inteso come un fine
da perseguire, non in modo astratto, bensì dentro alla realtà e alla dimensione concreta
3. considerare l’intercultura nell’ottica didattica-operativa

“Felicissima metafora”, grazie a Matilde Callari Galli che ha avuto modo di definire l’intercultura come spazio
dell’incontro  tenere unite identità e differenza, fondamenti dell’intercultura
↳ da un lato lo sguardo è rivolto alle radici, cioè alla base comune di ogni cultura
L’intercultura non cancella le tradizioni, bensì considera le basi comuni come l’occasione per stabilire un incontro
ed un dialogo ed andare verso la valorizzazione delle differenze, superando gli arroccamenti e le appartenenze che
costituiscono motivo di conflitto e tensione.

Dispositivi per considerare tale metafora:


 lo sguardo da lontano: ispirato a Claude Levi-Strauss, antropologo francese. Considerare, come fa
l’antropologo, la cultura attraverso il relativismo culturale  atteggiamento di equidistanza nei
confronti delle varie culture
 l’ottica dell’alterità: valorizzazione delle culture altre, a partire dalla primissima infanzia. Cogliere
le alterità a partire da quelle presenti dentro di noi o molto vicine a noi (es: Luigi Pirandello)
 decostruzione: lavorare con atteggiamento critico per smascherare i pregiudizi
 ascolto, dialogo, conversazione ed etica della comunicazione: in relazione con la verità/realtà,
comunicazione trasparente, autentica, schietta

 iter dei diritti umani, ricostruzione storica


 solidarietà come compito epocale
Nesso tra complessità globale, ruolo dell’educazione e cittadinanza all’interno della società planetaria (E. Morin).

Antidoto rispetto ad alcune derive storiche, la laicità  da assumere nei confronti di tutti gli -ismi, relativizzare
ciò che viene imposto o proposto.

SCUOLA: istituzione chiave in grado di coagulare decostruzione, diritti umani, laicità, ascolto, dialogo
 lavoro sui pregiudizi grazie al mediatore culturale (funzione di collante)

Intercultura + saperi scolastici = scuola come luogo per allenare le diverse formae mentis, le discipline, per
potenziare la competenza metacognitiva  CROCEVIA NELLA FORMAZIONE SCOLASTICA
Meticciamento: minimo comune denominare necessario per lavorare nell’ottica dell’intercultura
(transdisciplinarietà)

LEZIONE 8
Il mondo a scuola, M. Fiorucci e M. Catarci

Caratteristica strutturale della società italiana: un paese al cui interno ha una compresenza di cittadini e
cittadine che provengono da culture diverse
↳ Paese multiculturale e plurilingue

 mediazione interculturale in ambito educativo e scolastico: ruolo chiave specialmente sul piano linguistico,
ma non semplice traduttore, figura che svolge il ruolo di mediatore (anello di congiunzione tra le varie parti)

 insistenza sulla dimensione educativa dell’intercultura: leggi, circolari, indicazioni che consentono di
ricostruire un quadro articolato di risposte politiche e legislative al tema dell’intercultura

 pratiche educative in prospettiva interculturale: didattica dell’accoglienza, per il decentramento dei punti di
vista, per l’italiano come L2

 revisione interculturale del curricolo scolastico: decostruzionismo, lettura critica della realtà, molteplicità dei
punti di vista per un ripensamento del curricolo; ciò non significa eliminarlo o distruggerlo, bensì ripensarlo alla
luce dei temi sopra esposti (sfida dal punto di vista pedagogico-educativo), per aggiornarlo, rivederlo (es:
rilevazione dei bisogni degli alunni)

 IN 2012 per il primo ciclo di istruzione: riferimento solido dal punto di vista epistemologico. Al suo interno vi
sono delle valenze interculturali (rapporto scuola-cultura-persona, organizzazione del curricolo).

 PLURALISMO CULTURALE NELLA SCUOLA PRIMARIA: terzo capitolo

Il riferimento alla cultura Roma porta ad un ampio discorso di decostruzione  allenare ad una forma mentis
aperta e ad una visione di pluralismo della realtà, senza pregiudizi
↳ cultura dell’ibridazione

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