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La pedagogia speciale oggi.

Le
conquiste, i dilemmi e le possibili
evoluzioni.
Pedagogia
Università degli Studi di Urbino Carlo Bo (UNIURB)
24 pag.

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LA PEDAGOGIA SPECIALE OGGI PATRIZIA GASPARI

CAPITOLO 1: LA PEDAGOGIA SPECIALE COME SCIENZA AUTO-NORMA, DI NATURA COMPLESSA

1.1 COMPLESSITA’ E DIVERSITA’: UN BINOMIO INSCINDIBILE


La complessità costituisce un sistema di connessioni interdisciplinari e multidisciplinari foriere di
incertezze. La specificità della pedagogia speciale, come scienza della complessità e della diversità
consiste proprio nell'individuare funzionali soluzioni ai bes nelle concrete situazioni nelle quali si
manifestano. il sentimento di paura e di incertezza diffuso, il parametro economico quale motore della
definizione di modelli educativi didattici, rischiano di contribuire ad avvallare teorie, modelli, prassi
elitarie, settarie, razziste ed escludenti. la responsabilità educativa si pone con urgenza la necessità di
ridefinire, sperimentare e ricercare teorie e metodi gli strumenti nuovi intendendo tale parola come
compito che ogni generazione deve affrontare nuovamente, consapevole delle conquiste dei progressi
ottenuti, facendo memoria del passato per risignificare il presente e traiettorie future. Lo specifico
epistemologico caratterizzante la scienza delle diversità è costantemente chiamata a dialogare in modo
complementare con i vicini territori epistemologici potenziando logiche di dialettico arricchimento
culturale, storico ed esistenziale. L'ossessione identitaria richiamata da canevaro, può generare
fenomeni di conservatorismo, di rigidità per l'appartenenza o sfociare in sterili settorialismi che
conducono alla perdita delle competenze in un'ottica riduzionistica incapace di riuscire fuori dalla
prospettiva di una ricerca di nicchia. La pedagogia speciale possiede un'identità multipla in costante
dialettica evolutiva che si nutra dello scambio di produttivi processi di interconnessione mediazione con
le altre scienze.
il paradigma della complessità implica l'adesione all'incessante sfida del ripensamento critico dello
statuto epistemologico della pedagogia speciale, messa di fronte a nuove dimensioni conoscitive, a nodi
di telematici che richiedono continuative rivisitazioni teorico pratiche, capaci di interrogare il
preesistente. La complessità rappresenta un paradigma interpretativo che interroga le vecchie e le
nuove categorie di differenza e di diversità allo scopo di risignificare e di rivalorizzare. Nelle scuole la
complessità è linfa vitale ed innovativa in grado di potenziare interconnessioni e di interazioni
significative ed autorganizzate, per mettere in luce le nuove emergenze educative e bisogni informativi
particolari, grazie all'utilizzazione ed alla progettazione dinamica flessibile di alternative prospettive con
sistemiche reticolari. la pedagogia speciale abitata dalla complessità fa tesoro delle sue conquiste
storiche in materia di integrazione e di inclusione quando riesce a coniugare i BES con le caratteristiche
del contesto realizzando una relazione inseparabile con le specifiche connotazioni dell'ambiente
culturale e sociale politico di appartenenza. La nostra disciplina è palestra del pensiero critico ed
ecologico.
Una dimensione tipica della ricerca in campo educativo è quella interrogativa; ovvero dell'osservare i
cambiamenti naturali tipici ed atipici. la pedagogia speciale come pedagogia della complessità e della
diversità finalizzata all'accettazione del deficit e alla riduzione del l'handicap individua ed elabora
prospettive e modelli conoscitivi aperti e in continua evoluzione che connotano e legittimano dissenso il
suo statuto epistemologico. È intesa come scienza dell'inclusione delle persone con BES. La doppia sfida
di promuovere l'inclusione sociale e lo sviluppo delle potenzialità e dei diritti delle persone con bisogni
educativi particolari connota la pedagogia speciale come disciplina che ha a che fare con la complessità.
Il metodo sperimentale diventa uno strumento essenziale per dimostrare la validità dei molteplici
costrutti teorici ed è caratterizzato dalla individuazione e precisazione del problema, dalla formulazione
di ipotesi dalla definizione di progetti, dalla descrizione di impianti metodologici, nonché dalla scelta di
adeguate modalità di valutazione e di verifica. La complessità della pedagogia speciale scaturisce dal
fatto che si tratta di una scienza in cui i contorni non sono definiti una volta per tutte, in quanto
vengono rielaborati nell'incessante ricerca di possibili soluzioni, in cui la potenziata capacità di
interpretare le situazioni di deficit e di handicap rappresenta il principio basilare della prospettiva
dell'inclusione. Il paradigma della complessità arricchisce e potenzia la lettura della diversità rompendo

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vecchi equilibri, consuetudini e routine, saperi preesistenti obsoleti e logiche instituite. La definizione di
pedagogia speciale come scienza della complessità e della diversità permette di sottolineare la natura
democratica, dinamica e aperta della disciplina stessa, la spiccata disponibilità nei confronti del nuovo e
dell'inconsueto, la valorizzazione delle persone con disabilità e con BES nel rapporto con gli altri.

1.2 LO SGUARDO AL PRURALE DELLA PEDAGOGIA SPECIALE: LA DIVESITA’ COME COMPLESSA TRAMA
NARRATIVA
La pedagogia speciale si presenta come scienza di ricerca, per eccellenza scientifico operativa, ove le
conoscenze acquistano senso e valore poiché il loro significato è connesso alla logica dell'inclusione
delle diversità. Il ruolo scientifico del modello si accosta a quello della narrazione intesa come
interpretazione di un'azione collocata dentro una storia, il cui significato dipende dal prima e dal dopo,
ovvero dalla complessità degli eventi con i quali è in relazione. La situazione di disabilità viene
rappresentata come un problema da risolvere e ogni soggetto con disabilità non va privato di una sua
identità storia degna di essere ascoltata, raccontata ricostruita e riscritta. Questo è l'imprescindibile
compito della pedagogia speciale. la pedagogia speciale è definibile epistemologicamente come
pedagogia istituzionale ovvero come scienza complessa di natura ecologico sistemica in cui la riflessione
teoretica si pone costantemente in relazione dialettica con la pluralità dei contesti formativi esistenti tra
regole scritte e non scritte, risorse a vincoli e possibilità. L'intervento educativo del team docente
all'interno della pedagogia istituzionale viene sostituito da un modello organizzativo di attività
progettate e realizzate nella cooperazione, utilizzando diversificate mediazioni e negazioni. La pedagogia
speciale intesa come scienza dell'istituito-istituente mostra un continuo impegno nel prevenire,
depotenziare smantellare istituzioni e rapporti che richiedono il diverso nel caso della prevalenza di una
scuola intesa come sfondo istituito e predeterminato di modellarsi adattarsi e conformarsi a un sistema
di regole comportamenti e modi di essere e fare e apprendere già predisposti a priori e solitamente
uniformi per tutti ciascuno alunno indipendentemente dalla diversità e dalle differenze esistenziali. La
sordità dell'istituito, risulta insensibile nei confronti delle legittime richieste di inclusione e di
partecipazione. L'istituito deve rendersi malleabile all'azione positiva dell istituente, essere disponibile
ad una continua dialettica progettuale e mostrarsi capace di riorganizzarsi funzionalmente emergenti
richieste dalla sfida delle diversità e delle differenze.
È compito della pedagogia speciale adoperarsi affinché le azioni avvengano davvero per fare in modo
che la scuola istituita possa diventare sfondo semantico, ovvero un contesto di apprendimento
significativo capace di generare benessere partecipazione. La nostra disciplina proietta il suo intervento
oltre la dimensione dell'apparenza, per rivolgersi all'assenza al valore ontologico ed assiologico della
persona in situazione di deficit e di handicap. La pedagogia speciale vuol permettere al soggetto con
disabilità l'attivo rivelarsi agli altri con atti e parole offrendosi come spazio plurale, confermandone la
natura esibiva partecipativa relazionale e contestuale che sottolinea il significato più autentico del
processo di inclusione scolastica e sociale. Si tratta di attivare processi di distinzione e differenziazione
in teatri sfondi interattivi capaci di riconoscere e di legittimare la pluralità e la diversità di essere unici,
speciali caratterizzanti l'umana condizione. La pedagogia speciale intesa come disciplina teorico pratica
finalizzata all'inclusione delle diversità e delle differenze, e scienza radicale radicata nel presente nei
micro e macro contesti sociali, dimostrandosi sensibile al miglioramento della qualità della vita al
soggetto in situazioni di disabilità, allo scopo di riorganizzare l'esistenza con lo sguardo proiettato al
futuro compito prioritario della pedagogia speciale consiste nel fornire all'alunno l'opportunità di poter
raccontare e raccontarsi con la propria particolare identità ed esperienza: la pedagogia speciale
promuove la valorizzazione dell'unicità diversità di ogni individuo.
il raccontarsi come capacità di accettare la propria identità nel necessario confronto con gli altri,
presuppone un riconoscimento una narrazione frutto di relazioni educative basate sulla reciprocità e sul
senso di accoglienza e di appartenenza che aiutano un soggetto con disabilità a cogliere il valore del suo
esserci nel mondo. Si tratta di riconoscere le esigenze del soggetto con disabilità l'alunno in condizione

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di deficit per potersi raccontare necessità di concrete risposte formative basate su reciproci dinamici
adattamenti contestuali fondati su processi di complementarità e di ricorsività delle relazioni.
la diversità alimenta sviluppa la complessità dell'eco organizzazione che potenzia la diversità stessa.
L'approccio alla diversità interpretata come scienza della narrazione e strategicamente funzionale allo
specifico compito della pedagogia speciale che intende promuovere il riconoscimento delle singole
storie dei diversi per valorizzare le differenze fornendo opportunità educative formative. il modello
epistemologico della pedagogia speciale è intrecciato con le valenze formative plurali della narrazione
stessa perché entrambe orientano la loro ricerca verso metodi e prospettive di natura qualitativa lo
scopo di interrogarsi sulla complessità della persona con disabilità e con BES utilizzando una pluralità di
modelli teorie paradigmi.
Compito fondamentale della patologia speciale e di raccontare e raccontarsi. la narrazione intesa come
possibile linguaggio strumento inclusivo in grado di favorire l'accettazione identitaria della persona con
BES nell'ottica della cura educativa e della riprogettazione esistenziale dei percorsi di autonomia e di
inclusione delle persone. Il raccontarsi è una modalità espressivo comunicativa uno strumento
emancipativo una risorsa rivelatrice di bisogni esigenze e punti di forza e debolezza la narrazione ha
capacità resilienti per rielaborare nuove forme e direzioni di comprensione e interpreta le deviazioni.
le pratiche narrative riescono a ridare voce parola dignità e diritto di espressione e partecipazione a
tutte le persone che lottano per cambiare e migliorare le condizioni dell'esistenza. La narrazione diviene
un gesto e una pratica di cura nel momento in cui i professionisti della cura dell'aiuto riescono ad
interrogare e a riformare spazi tempi in relazione ai contesti di cura all'interno di una visione complessa
dinamica ricorsiva dell'organizzazione narrativa implica produttivi processi di trasformazione.
La pedagogia speciale con la disciplina che studia le problematiche educative che intervengono nel
rapporto con soggetti speciali cercando di individuare le soluzioni più funzionali al miglior
proseguimento del rapporto è intesa come scienza dell'inclusione delle diversità.
La pedagogia speciale assume all'interno delle scienze dell'educazione il provocatorio ruolo di coscienza
anticipate ed orientante agendo sugli orizzonti della prossimità e della solidarietà come costante
intenzionale capacità di far dialogare memoria presente e futuro del soggetto diverso, al fine di
riconoscerlo autentico protagonista del suo percorso di umana autorealizzazione.
la ricerca della pedagogia speciale ha come obiettivo la promozione la piena realizzazione della dignità
umana. la ricerca della pedagogia speciale e finalizzata al riconoscimento delle diversità come valore e
intende ricercare per ciascuna modalità specifiche e originali alle risposte formative in contesti non
separati per promuovere nelle persone con disabilità potenzialità e occasioni di crescita autonoma e di
individuale. Si tratta di adottare una pedagogia delle diversità promozionale di ricerca e di scoperta
rispettosa della complessità dei problemi esistenti in grado di attivare strategie di intervento educativo
didattico realmente motivanti ogni educando, per orientarlo verso nuove conoscenze realizzate con
procedimenti critico euristici.
Il campo d'indagine della pedagogia speciale si allarga l'interpretazione delle esigenze formative di tutti
interrogando l'essere umano alle radici della sua esistenza per elaborare qualificate risposte educative
formative. Progetto di indagine dell'attuale pedagogia speciale resta la risposta ai BES nelle situazioni in
cui essi si manifestano. Rispondere ai problemi delle diversità derivanti dalla presenza delle condizioni
di deficit, al fine di produrre risposte speciali a problemi specifici in ampi territori e contesti, evitando
astorica logiche di separatezza di esclusione del soggetto con disabilità delle più significative relazioni
sociali e culturali la pedagogia speciale si connota come scienza di ricerca. Si impegna a valorizzare le
buone prassi educative didattiche formative che favoriscono il pieno sviluppo e i processi di integrazione
di educazione inclusiva delle persone con problemi. Il suo campo di interesse si sta ampliando ed offre
risposte di qualità alle persone con disabilità e anche tutte quell'universo di bisogni educativi speciali
che non rientrano pienamente nella condizione di disabilità. Il carattere speciale frutto di risposte a
elevata creatività progettuale nei confronti degli impellenti bisogni educativi emergenti della vasta
gamma di avanguardie di esigenze formative. Il compito specifico della nostra disciplina consiste nel

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rendere gli interventi educativi sempre più speciali. l'individuo va compreso e valorizzato nella
complessità del suo benessere socio esistenziale e della qualità della vita, sulla piena partecipazione e al
diritto alla cittadinanza alla comune appartenenza dall'indiscutibile valore esercitato dell'inclusione
scolastica e sociale.
La pedagogia speciale si impegna a promuovere la valorizzazione dell'unicità diversità di ogni persona
superando la riduttiva logica della medicalizzazione funzionalistica dei soggetti con bes e disabilità
prestando massa ma attenzione alle storie narrazioni reali contingenti originali.
Ehi il compito della pedagogia speciale inclusiva è quello di sconfiggere la retorica del bisogno speciale
esatto su posizioni tradizionali e individualistiche e psicometriche punto la vita umana si nutre di
elementi biografici altamente significativi.
La sfida la provocazione della pedagogia speciale avviene nella lettura dei limiti possibili della realtà e
delle risorse esistenti, allo scopo etico e storico culturale di migliorare la qualità della vita e della
persona con disabilità scoprendo nuovi orizzonti di possibilità in grado di consentirne il superamento
della visione in negativo della diversità punto si tratta di valorizzare le tante sfumature rispondendo alle
esigenze e rispettando lo sviluppo delle persone tutte lo scopo di garantire l'uguaglianza di opportunità,
garantire i diritti delle diversità in modo da tutelare il valore di ogni singola esperienza esistenza.

CAPITOLO 2: LA PEDAGOGIA SPECIALE TRA CONFINI, FRONTIERE E SINERGICHE CONTAMINAZIONI


2.1 UNA DISCIPLINA DI FRONTIERA

La pedagogia speciale caratterizzata dalla valorizzazione di saperi linguaggi competenze e modalità


scientifiche verificabili e sperimentabili in un contesto dialogico virgola di apertura alla conoscenza e dalla
progettazione. Essa è autentica disciplina di frontiera di natura interdisciplinare. Ogni scienza è chiamata a
creare osmotici processi di negoziazione e di mediazione tra linguaggi disciplinari per abbattere muri allo
scopo di costruire nuovi mondi possibili sorretti da costruttive sinergiche pratiche di inclusiva alleanza. La
pedagogia speciale essendo una disciplina di frontiera è capace di interconnettere processi di negoziazione
e mediazione tra assi sentieri, confini e linguaggi scientifico culturali eterogenei e differenti, è chiamata ad
accogliere interpretare e riconoscere la condizione di disabilità come questi o di natura interdisciplinare per
favorire processi inclusivi ed emancipati di ogni persona. La frontiera va interpretata come tratto distintivo
dell'umana permeabilità di ogni essere vivente. La pedagogia speciale come disciplina di frontiera si lascia
contaminare da linguaggi e saperi interdisciplinari delle altre scienze dell'educazione e non solo unite dal
desiderio di interpretare e di indagare la complessità, diversità e l'unicità di ogni persona, il senso del
conoscere dell'essere dell'agire e del sentire dell'esserci nel mondo. La frontiera può essere anche intesa
come difesa e custodia: i territori della diversità sono oggetti di continue e ripetute incursioni messe in atto
da interessanti agenti intrusivi pervasi da ottiche egemoniche stabilizzanti normalizzanti categorizzati la
vasta gamma delle differenze. La pedagogia speciale e attenta alla valorizzazione dei confini intesi come
territori flessibili valicabili e abitabili caratterizzati da feraci processi osmotici orientati verso legami
interdisciplinari rispettosi delle specifiche e autonomi territori epistemologici tipici della scienza
dell'inclusione delle differenze e delle diversità. l'importanza di promuovere progettare relazioni di forte
vicinanza cooperative solidale in cui emergano spazi, luoghi di un abitare il mondo come possibile
testimonianza e affermazione delle originali identità di tutti e di ciascuno,in cui ogni persona con le proprie
fragilità e debolezze possa permettersi il lusso di sopravvivere e di esistere in modo attivo critico nella
comune appartenenza. La pedagogia speciale si muove tra confini frontiere e significative contaminazioni
nel costante impegno di attivare dialoghi il più possibile alla pari per promuovere relazioni di
interdipendenza e di dialettica complementarità con le altre scienze dell'educazione nel rispetto di
reciproche identità ed autonomia epistemologiche. I professionisti della cura e dell'aiuto hanno l'obiettivo di
realizzare una cultura inclusiva capace di superare stereotipi pregiudizi degeneri processi di categorizzazione
stigmatizzazione delle differenze tutte oltrepassando i limiti. Esistere è più che vivere. La persona con

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disabilità esiste e abita il mondo sotto il segno dell'appartenenza nel tentativo di lasciare una traccia
originale indelebile nella propria unicità.

2.2 CHIAROSCURI DI POSSIBILI EVOLUZIONI DIALETTICHE pg. 49

Assumere una prospettiva inclusiva significa eliminare i confini impedire che si ispessiscono diventando
barriere. L'inclusione è un processo instabile molteplice e in divenire. I confini e le barriere grazie al lavoro
educativo e didattico vanno trasformati in frontiere ovvero in territori osmotici e permeabili la sfida
dell'educazione inclusiva si gioca nella coesione, nei chiaroscuri della compartecipazione sinergica nel
delicato equilibrio delle possibili interconnessioni sinaptiche orientate sotto il segno della comune
appartenenza. La progettualità è finalizzata al miglioramento dell'esistenza di tutti e di ciascuno,
rappresenta l'imprescindibile metodo e strumento di riequilibrio attivo e dinamico nel soddisfacimento di
esigenze formative dei bisogni individuali virgola dopo attenta lettura degli ostacoli degli agenti facilitatori
presenti nei prioritari contesti educativi coi evolutivi inclusivi. La pedagogia speciale è in costante divenire
con la consapevolezza di doversi ridisegnare e riscrivere costantemente punto la natura dialettica
interdisciplinare della pedagogia speciale diviene un limite una risorsa. Il saper costruire una rete di
interconnessioni con altre scienze, infatti, significa per la pedagogia speciale assumere su di sé la funzione di
frontiera.

La sfida della complessità suscita il bisogno di scoprire nuove relazioni dialettiche nuovi metodi e strategie e
modelli epistemologici orientati a favorire nuovi equilibri e logiche di cambiamento. L'inclusione finalità
fondativa della pedagogia speciale e cultura del cambiamento rifiuta ogni logica di separatezza emarginante
presupponendo il superamento di visioni custodialistico- assistenzialistiche per costruire relazioni dinamiche
aperte generatrici di autentiche prospettive metabletiche.

Le complessità rappresentano le parole chiave della pedagogia speciale, complessità dalle differenze e dalle
tradizionali categorie di diversità alle quali si sono aggiunte le più recenti forme di BES frutto dell'avvenuto
ampiamento epistemologico imposto dalla sfida del processo di inclusione stesso.Si tratta di valorizzare una
pedagogia speciale in grado di accogliere e incontrare la variegata gamma di differenze e di diversità
accettando la sfida della crescita evolutiva grazie alle dialettiche del meticciamento e dell'ibridazione,
oltrepassando i limiti della normalizzazione forzata. La vera inclusione si realizza tra soggetti differenti e
realmente protagonisti.

2.3 UNA SCIENZA EURISTICA, TRASGRESSIVA, RIVOLTA AL FUTURO

La pedagogia speciale svela il carattere provocatorio e trasgressivo riconosciuta come vera e propria voce
problematicità all'interno dell'attuale dibattito epistemologico. la pedagogia speciale ha un ruolo
provocatorio all'interno delle scienze dell'educazione; di coscienza anticipate ed orientante e dall'altra
assolve una funzione trasgressiva verso l'esistente per rompere gli equilibri le obsolete e stagnanti
simmetrie. La funzione trasgressiva della pedagogia speciale è avvalorata dalla complessità stessa della
nostra disciplina intesa come scienza provocatoria.

Per una disciplina che si colloca in posizione di frontiera è prioritaria l'esigenza di coniugare una pluralità di
linguaggi disciplinari offrendo una lettura trasversale di problemi e dell'azione educative.

La pedagogia speciale nella faticosa ricerca di adeguate significative risposte educative didattiche nei
confronti di tutti e di ciascuno,non può non mantenere la propria autonomia identitaria confronto dialettico
con le altre scienze: i bisogni educativi di ogni persona vanno letti e riconosciuti e valorizzati utilizzando una
pluralità di quadri interpretativi connotati dal dinamismo e dalla evolutività delle conoscenze e delle
competenze,in ambito scolastico e sociale superando i rischi di una concezione meccanicistica
deterministica della pedagogia speciale stessa e dei suoi prioritari soggetti già delle indagini di ricerca.

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La pedagogia speciale si presenta come territorio complesso e variamente articolato. Le connessioni
interdisciplinari consentono di correggere le anomalie delle discipline garantendo l'accrescimento di un
sistema disciplinare più consistente utilizzando diversificati metodologie e strumenti. Complessità significa
pluralismo asimmetria dinamismo e autonomia: la pedagogia speciale trae vantaggio dall'adozione nella
ricerca del paradigma della complessità. la complessità può essere assunta come categoria strutturale delle
scienze dell'educazione, perché consente la ricostruzione di una razionalità critica pedagogica ed è etico
valoriale dei luoghi dell'educazione, attenzione alle situazioni di disabilità e BES incentivando la motivazione
a progettare modelli formativi dotati di un nuovo senso. L'approccio alla complessità della relazione
educativa comporta il pieno riconoscimento del valore delle differenze. La condizione di disabilità è
occasione di stimolo di conoscenza per tutti, è una domanda di positiva relazione con operazione nella
fattiva e produttiva logica dell'inclusione: e in tal senso che si può parlare di modello pedagogico complesso.
la valutazione inclusiva è un processo in divenire, un ponte costruito verso il futuro, una scommessa e una
sfida. la pedagogia speciale presuppone una prospettiva inclusiva che parte dall’interpretazione della
dignità di ciascun soggetto dal suo vissuto interconnesso con la pluralità delle altrui trame esistenziali. La
nostra disciplina è una scienza rivolta al futuro perché l'inclusione richiede uno sguardo capace di guardare
avanti nelle direzioni e nelle dimensioni della progettualità significativa ed orientante.

Le diversità delle condizioni di deficit, di handicap hanno da sempre rappresentato l’oggetto-soggetto di


indagine la pedagogia speciale. La fondamentale competenza della pedagogia speciale oggi consiste nel
processo di una visione ecologico sistemica, rivolta al futuro grazie alla capacità di cogliere e garantire
progettazioni di cura e di accompagnamento nell'intero arco esistenziale: per raggiungere tale obiettivo
diviene di fondamentale importanza fornire aiuti e sostegni alle persone più fragili per facilitare la
ristrutturazione dei personali modi di agire pensare ed essere nel mondo.

Pedagogia speciale intesa come scienza del futuro in grado di gestire le situazioni difficili armonizzando
elementi di instabilità e produttivi fattori di cambiamento allo scopo di migliorare la qualità della vita di tutti
e di ciascuno.

CAPITOLO 3: INCLUSIONE, EQUITA’ SOCIALE E CITTADINANZA pg.65

3.1 DIGNITA’ UMANA E CITTADINANZA ATTIVA

La promozione della dignità umana e della personale stima di sé rientrano in una prospettiva di sviluppo
comune che necessita del sentimento di solidarietà competente e diffuso a fondamento dell'attività dei
professionisti della relazione di cura e di aiuto, dei genitori, dei principali attori del processo inclusivo
all'interno della comunità sociale culturale. L'ethos della solidarietà può essere interpretato come modello
di interazione intersoggettiva, nell'ambito delle dinamiche sociali. La vita etica rappresenta l'ambito in cui
ogni soggetto è considerato come individuo le cui capacità e particolarità hanno un valore nella società
concreta ed il cui riconoscimento ha bisogna la di solidarietà per poter partecipare alla comune cura di scopi
sociali.

La promozione di contesti inclusivi di differenza e diversità permette di rendere possibile l'esercizio dei
diritti doveri di cittadinanza attiva e di agevolare la partecipazione alla vita sociale pubblica di tutte le
persone. L’impegno è di rendere il più possibile attivo il cittadino di fare cittadinanza attiva, ovvero avere
l'opportunità di agire nei contesti sociali nelle politiche pubbliche con modalità e strategie per tutelare i
propri diritti e mettere in gioco i propri doveri.

L’azione solidale è uno spazio etico comunicativo in cui ciascun soggetto ha la possibilità di realizzare le
proprie aspirazioni intendendosi apprezzato e riconosciuto nella sua identità personale e originale nel
comune condiviso senso dell'appartenenza. affrontare la questione dell'inclusione scolastiche sociale
significa considerare essenziali le problematiche della giustizia e dei diritti di cittadinanza attiva di tutti e di
ciascuno. La forte relazione esistente tra diritti giustizia ed equità da curare in modo tale che il processo

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formativo di ogni persona comporta il raggiungimento della piena cittadinanza partecipazione e
appartenenza. educare alla democrazia significa ragionare sui rapporti, sul modo che abbiamo di incontrare
comportarci con l'altro, sul modo che abbiamo di interagire di partecipare coinvolgere.

NUSSBAUM = Una società non è giusta se non riesce ad assicurare a tutti i suoi membri la piena
partecipazione alla vita politica e sociale e il possesso di beni materiali fino ad una proprio alto livello di
soglia.

nella cultura democratica la normalità va interpretata come uguaglianza di valore, di dignità, di


appartenenza intesa come diritto di cittadinanza. Educare alla cittadinanza si pone l'accento sulla
comprensione e la valorizzazione delle differenze, in un'ottica di integrazione attraverso la messa in pratica
di conoscenze commenti atteggiamenti mentali.

con le dichiarazioni della convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006 l'attenzione è
focalizzata sulla disabilità, e soprattutto sul suo essere persona titolare di diritti come tutti gli altri
nonostante la diversità.

il principio dell'inclusione si fonda sulla valorizzazione delle differenze; L'accettazione sulla promozione
dell'alterità., sulla garanzia per le persone con disabilità di partecipare attivamente e pienamente tutte le
attività della comunità.

Il riconoscimento della dignità della persona va garantito a chi vive l'esperienza diretta della situazione di
disabilità.La nuova cittadinanza si fonda sul riconoscimento del valore della contaminazione produttiva.

il progetto di vita delle persone con BES si prefigge l'obiettivo di promuovere una qualità della vita capace di
arricchire, potenziare e manifestare la dignità umana dell'empowerment di abilità competenza e
autonomia. Progettare la vita significa orientare la persona con disabilità verso percorsi esistenziali fondati
sui bisogni speciali e non, allo scopo di raggiungere la pienezza della condizione esistenziale nella direzione
di un umanità più ricca ove si possa esplicare una più ampia qualità della vita utilizzare il diritto di
cittadinanza attiva.

FILOSOFO KELSEN= la ricchezza della democrazia si misura sulla base delle opportunità garantite alle
minoranze: la diversità viene assunta come produttiva occasione di crescita collettiva. Al centro
dell'attenzione vengono poste le esigenze di valore, di dignità di tutti gli individui e delle identità storie
meritevoli di pari rispetto e di adeguate logiche di riconoscimento contro ogni validità discriminatoria ed
emarginante.

(Non vi è progetto di vita se sono gli altri che decidono tutto).

Il soggetto con disabilità è il vero autentico attore sociale e culturale del personale processo di umana
emancipazione dell'esistenza. Secondo la logica inclusiva, la questione della cittadinanza attiva riguarda la
partecipazione di tutti i cittadini nelle molteplici sfere della vita sociale culturale ed economica e mette
l'accento sui rischi e sui benefici che le persone possiedono indipendentemente dal loro status affinché
possano aver voce in capitolo sentirsi attivamente appartenenti al comune contesto sociale migliorando le
condizioni di benessere di qualità dell'esistenza.

l'inclusione, il senso di appartenenza, il diritto di cittadinanza delle diversità richiamano il costante bisogno
di ricercare logiche di alleanza educativa di rete con i genitori, con gli operatori socio sanitari con le risorse
del territorio dell'intera comunità allo scopo di promuovere produttive relazioni di scambio di aiuto di
collaborazione e complementarietà solidale. Educare alla cittadinanza attiva significa interrogarsi sulla
qualità inclusiva dei contesti. L'inclusione implica il riconoscimento di differenze e diversità nel rispetto della
loro identità narrazione- storia contrassegnata dalla costruzione di legami relazione significative all'interno
di una cornice epistemologica capace di garantire piena partecipazione giustizia sociale reale appartenenza

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all'interno di una progettazione di natura equa ed universale. si tratta di offrire a tutti e a ciascun alunno
un'uguaglianza di opportunità intesa come pieno diritto ai percorsi di apprendimento e di socializzazione.
l'inclusione è realizzabile è concepibile nella realtà effettuale dove storia, tradizione, cultura, valori
competenze e apprendimenti si fondono nella condivisione sociale nella consapevolezza del valore
dell'identità nell'appartenenza ove più autentico riconoscimento reciproco e si sviluppa la socialità fondata
sull'incontro con l'altro.

Essere parte, stare dentro significa inclusione nell'appartenenza uno dei principi più presenti nella nostra
società il bisogno di appartenenza e può esprimersi con il desiderio di aver sicurezza di appartenere quindi a
una cittadinanza. Ogni intervento educativo didattico è pensato con e per l'individuo in difficoltà.
L'educazione inclusiva implica il riconoscimento e la valorizzazione delle differenze e delle diversità grazie
all'attenzione rivolta da uno sguardo innovativo nei confronti dell'altro.

l'inclusione richiede di lavorare sulle proprie strutture di pensiero, sui propri sistemi di aspettative. La
progettazione si tratta di promuovere un miglior stato di benessere e di qualità della vita in tutti i soggetti.
L'approccio delle capacità sostiene che l'uguaglianza e l'organizzazione del contesto sociale dovrebbero
essere riesaminate pensando agli spazi, ai tempi e alle modalità effettive delle umane potenzialità, nel
rispetto delle libertà individuali e collettive le capacità rappresentano le reali opportunità e le libertà di cui
le persone dispongono per poter raggiungere una buona qualità dell'esistenza.

secondo la logica inclusiva, la questione della cittadinanza attiva riguarda la partecipazione di tutti i cittadini
in tutte le sfere della vita politico sociale e culturale si tratta di includere per aver diritto come cittadini ed
entrare nel mercato del lavoro per vedere realizzata la ragionevole possibilità di partecipazione attiva
mediante l'attività lavorativa.

È necessario che l'attuale pedagogia speciale si impegni a riattivare, dinamicizzare le prospettive educativo
didattiche a riorganizzare strumenti, metodi di strutture e nuove risorse per far sì che ogni allievo esca dallo
status di cittadinanza marginale di venire autentico protagonista dei personali percorsi di apprendimento e
di socializzazione. La nuova frontiera dell'educazione e l'inclusione.

Le mura, i rigidi confini, in realtà invece di rassicurarci di proteggerci finiscono per creare divisione ed
emarginazione, si ergono come barriere invalicabili creando isole di marginalità. L'inclusione implica la
progettazione di buone pratiche in cui tutte le diversità possono sentirsi accettate e valorizzate e
riconosciute a scuola e nell'extra scuola.

La pedagogia e la didattica speciale si adoperano per raggiungere queste finalità:

- rispettare ed accogliere le diversità


- promuovere la voce degli alunni e riconoscere pari diritti di cittadinanza attiva
- tutti gli alunni devono tener buoni risultati scolastici in termini di socializzazione e di
apprendimento.

ogni persona indipendentemente dal suo status ha diritto ad apprendere e a potenziare le proprie capacità
a raggiungere elevati livelli di partecipazione sociale ad essere protagonista consapevole e responsabile
della sua relazionalità sociale, a vivere nei limiti del possibile, una vita felice sotto il segno del
riconoscimento di diritti e doveri dell'accoglienza, della solidarietà, dell'appartenenza e della cittadinanza
attiva.

3.2 AVER CURA DELLE PAROLE

il corretto uso del linguaggio è alla base di un'azione incisiva e nel caso delle condizioni di disabilità, di
deficit e di handicap un fraintendimento o un'ambiguità determina la dispersione di tale azione

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vanificandone gli obiettivi progettati. le parole hanno il potere di generare realtà possiedono anche la forza
di causare o di depotenziare una forma di disuguaglianza e di civiltà inciviltà perché la qualificano.

L'utilizzazione di un rigoroso patrimonio linguistico definisce legittima l'autonomo statuto epistemologico


della scienza della diversità rispetto all'oggetto di indagine e di altre discipline ad essa interdipendenti.

L'uso scorretto di parole ostacola l'affermazione dei diritti di uguaglianza di cittadinanza e di piena
partecipazione nella società inclusiva. Le parole sono dispositive culturali dove il consenso e l'adesione al
campo si mantico permettono l'esercizio di un potere che sovrasta gli altri significati.

Le categorizzazioni e le generalizzazioni prodotte mediante il pregiudizio e lo stereotipo non sono altro che
una semplificazione del modo che la persona utilizza per tracciare dei confini e delle contrapposizioni che
nella fattispecie della disabilità possono essere viste con normali VS anormali. In tal senso è fondamentale
considerare il linguaggio come mediatore dell'inclusione verbale, Che di fatto diventa ostacolo barriera o
agente facilitatore a seconda dei casi, nella progettazione esistenziale delle persone con disabilità e non
solo.

L'uso della terminologia in pedagogia speciale si rileva una fondativa questione epistemologica a tutela del
rigore scientifico della nostra disciplina e dei diritti delle persone con disabilità, che vanno indagati nella
complessità e nel pluralismo di culture politiche di riconoscimento e di valorizzazione della significativa
esistenza dei soggetti con disabilità e non solo.

Il linguaggio epistemologico della pedagogia speciale è orientato verso la promozione e la costruzione di


ottimali processi inclusivi con molteplici linguaggi disciplinari. L'auspicio è che il dialogo interdisciplinare che
la pedagogia speciale promuove in modo critico e costruttivo possa svilupparsi ulteriormente in maniera
ampia e condivisa.

la persona non va valutata in sintomi ma va compresa nella globalità delle dimensioni esistenziali perché
non si può curare qualcuno senza sapere chi è, senza aver cura della ridefinizione del personale progetto di
vita.

nell'integrazione lo sguardo rivolto ad individuare funzionali processi di razionalizzazione di adattamento e


normalizzante per accogliere le diversità. Mentre l'inclusione ha come riferimento l'insieme delle abilità
differenti attraverso le quali gli alunni si propongono a loro insegnanti, innescando così richieste di
cambiamento nei confronti dell'organizzazione, della didattica e delle relazioni.

L'educazione è una valorizzazione delle differenze in quanto promozione dei potenziali educativi individuali
e riconoscimento delle diversità tutte. Compito della pedagogia speciale quello di vincere pregiudizi,
stereotipi, resistenza, allo scopo di rimuovere ostacoli e barriere che impediscono l'edificabilità e l'umano
bisogno di autorealizzazione delle differenze e delle diversità.

APPROCCIO DELLE CAPACITA’ di Sen  offre l'opportunità di riflettere e di valutare le condizioni di


marginalità e inadeguato riconoscimento sociale e culturale delle persone, senza esclusione. la capacità è
un insieme di vettori di funzionamento, che riflettono la libertà della persona di condurre un tipo di vita o
un altro, di scegliere tra i possibili modi di vivere. Quindi la disabilità è di natura relazionale, un prodotto
storico culturale frutto di una società ingiusta che non offre adeguati spazi di libertà la diversità è
caratteristica specifica dell'intera umanità. la società deve intervenire per fare in modo di accogliere e
valorizzare l'umana esistenza. È necessario quindi aver cura della qualità delle relazioni dei legami che si
creano tra la persona con disabilità e i mondi vitali all'interno dei quali cresce e diventa adulta,
considerandoli come elementi fondativi e vivificanti la storia l'identità narrata da ogni soggetto.

l'inclusione allarga i confini, potenzia le opportunità e le risorse rende protagonista ogni essere umano nella
sua costante azione di realizzazione di sé e dei suoi fondamentali bisogni, desideri, speranze opportunità. Si

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tratta di garantire l'eguaglianza delle opportunità educative attraverso lo sviluppo e il mantenimento delle
capacità partendo dalle facoltà di agire di pensare di sentire e di scegliere autonomamente della persona
indipendentemente dalla natura delle difficoltà possedute.

l'educazione inclusiva deve saper rispondere ai bisogni formativi di tutti gli alunni proponendo un nuovo
modo di fare vuole didattica, capace di assicurare ogni allievo un'educazione ed una formazione ottimale,
rispettose delle personalità abilità attitudini conoscenze e risorse e bisogni.

l'inclusione oggi si caratterizza come un processo che riguarda la qualità delle vite e delle convivenze.

La pedagogia speciale chiamata ad aver cura della persona con disabilità nelle interconnessioni e nelle
relazioni dialettiche esistenti nei micro e macrocontesti sociali interpretati come insieme caratterizzati da
fattori partecipativi o emarginanti, abilitanti o disabilitanti ovvero negli strutturali punti di forza e debolezza.

Avere cura delle parole è il primo imprescindibile passo per aver cura gradualmente della persona e del
contesto, riformando culture politiche buone pratiche inclusive: la cura rappresenta la base concettuale
strutturale di ogni autentico processo di umana risignificazione emancipativa.

La pedagogia speciale come scienza della mediazione ecosistemica complessa e reticolare è tenuta ad
alimentare, e a diffondere competenze per poter abitare in modo partecipativo il mondo circostante
attivando un dialogo permanente di reciproca riorganizzazione, sia del soggetto con disabilità che dei micro
e macro contesti di appartenenza.

ogni persona ha diritto ad apprendere a potenziare le proprie capacità e a raggiungere elevati livelli di
partecipazione sociale, a essere protagonista consapevole e responsabile della sua relazionalità sociale e a
vivere una vita felice dotata di senso sotto il segno del riconoscimento dell'accoglienza, della solidarietà,
dell'appartenenza e quindi della cittadinanza attiva. Occorre diversificare le norme per cogliere la
complessità dei bisogni della identità e dei legami.

CAPITOLO 4: LA PEDAGOGIA SPECIALE COME SCIENZA “WORK IN PROGRESS” pg. 99

4.1 INTEGRAZIONE VS INCLUSIONE: L’ESIGENZA DI UNA RILETTURA CRITICA

Compito prioritario della pedagogia speciale è quello di sviluppare una riflessione che guidi l'operatività,
una riflessione in grado di orientarsi nella complessità dei bisogni e nella molteplicità delle risposte possibili.

secondo Canevaro, l'inclusione è una sfida che richiede radicali cambiamenti politici, culturali, organizzativi
e contestuali.

Nel caso di soggetti con disabilità complessa il processo di inclusione dovrà necessariamente anche far
ricorso ad interventi qualificati di pedagogia e didattica speciale differenziata, in cui le logiche di alleanza
con i servizi sociosanitari e con la famiglia assumono una dimensione di primaria importanza, e come detto
dalla pedagogia speciale interpretata come scienza delle mediazioni, negazioni e fertili sinergie.

La pedagogia speciale intesa come scienza del riconoscimento dell'inclusione delle differenze e delle
diversità, si legittima come scienza ed arte dell'accompagnamento delle diversità, come disciplina della cura
educativa delle difficoltà, dei disagi, dei ritardi delle situazioni di disabilità, handicap e deficit di ogni
educando predisponendo anche significativi progetti di personalizzazione differenziazione dei percorsi
formativi dentro e fuori la scuola, finalizzati ad aiutare l'altro nella difficile ricostruzione del personale
progetto di vita. si tratta di incentrare il focus dell'attenzione sulla promozione di un autentico progetto di
riorientamento del soggetto con bisogni educativi particolari realizzando funzionali percorsi formativi capaci
di facilitare processi di inclusione scolastica e sociale dopo aver individuato i modi i tempi i contenuti le
strategie didattiche nella complessa costruzione del nuovo progetto di vita raccordato con il più vasto
comune progetto di tutti e di ciascuno.

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INTEGRAZIONE= significa rendere completo, più valido ed efficace, aggiungere/inserire un elemento in un
gruppo-contesto. diviene un processo basato su strategie per portare l'alunno con disabilità a essere
quanto più possibile uguale agli altri. Ehi essa tende a identificare uno stato, una condizione. Si riferisce ha
un rapporto tra soggetto e un contesto appunto

INCLUSIONE= rappresenta un processo, una filosofia dell'accettazione. Ehi intesa come metodo e
prospettiva in grado di realizzare un processo di conoscenze di riconoscimento reciproco. L'inclusione
richiama l’educabilità delle persone con disabilità e con BES insieme agli altri.

 3 linee di interpretazioni del processo di integrazione: assimilazione, adattamento e


accomodamento
 questi tre processi passano dalla negazione della differenza attraverso l'assimilazione, in cui
integrare significherebbe assimilare la realtà individuale della diversità a quella del gruppo in
un'ottica di forzata normalizzazione disintegrazione senza rivendicare il valore della originalità
unicità, al riconoscimento, ovvero al rispetto delle differenze diversità mediante le dinamiche
previste nell’accomodamento, che considera tutti gli effetti i diversi come effettive occasioni e
risorse arricchenti l'intera collettività, fino a giungere alla reciprocità complementare
tipica delle prospettive di adattamento.

Se il processo di integrazione vuole accogliere gli alunni con disabilità e di differente cultura,
all'interno del contesto scolastico e sociale, per renderli parte integrante del sistema stesso grazie
ad una serie di supporti strategie e processi di adattamento ragionevole l'inclusione ragiona
seguendo una vera e propria cultura del cambiamento, di spazi tempi materiali e metodologie
didattico organizzative, in modo che i contesti divengono istituendi e capaci di valorizzare le
potenzialità le abilità e le risorse di tutti e di ciascun soggetto progettando esperienze formative
significative e costantemente in movimento. l'inclusione è un diritto fondamentale ed è in relazione
con il concetto di Appartenenza. oggi il compito di ogni istituzione scolastica è l'integrazione,
l'inclusione e cultura della piena partecipazione di tutti e di ciascun alunno ai processi di
socializzazione di apprendimento comuni all'interno di una scuola democratica accogliente intesa
come comunità solidale.
INCLUDERE= mettere in relazione. = esserci. Nel senso di abitare nell'appartenenza il gruppo
contestuale di riferimento riducendo tutti i possibili ostacoli e le barriere esistenti
all'apprendimento e alla partecipazione. L'essere inclusi è un modo di vivere insieme basato sulla
convinzione che ogni individuo ha un valore appartiene alla comunità e può avvenire in molteplici
ambienti.
4.2 ESISTE L’INCLUSIONE DI QUALITA’? ANTINOMIE, DILEMMI E POSSIBILI CAMBIAMENTI
EVOLUTIVI.
La cura in pedagogia speciale e categoria fondativa dell'educazione inclusiva e rappresenta
un'occasione formativa che permette all'altro di risvegliare le personali potenzialità e risorse allo
scopo di costruire nuove forme e dimensioni esistenziali capaci di lasciare il segno all'interno del
contesto sociale di appartenenza. la cura educativa è una buona pratica che consenta al soggetto
con disabilità di poter ri-esistere superando i dilemmi della relazione dialettica tra autonomia e
dipendenza tipici della relazione di cura e di aiuto.
La cura è educazione e quindi la relazione attraverso cui essa si manifesta educativa la cura e il
luogo di formazione della capacità di scelta.
La pedagogia speciale per l'inclusione rispetta e valorizza differenze e diversità mettendo in risalto la
positività delle relazioni di cura educativa la cooperazione e la personalizzazione dei percorsi di
insegnamento apprendimento in una scuola accogliente dinamica attenta ai bisogni di tutti per
ciascun alunno.

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BUONE PRATICHE INCLUSIVE: 1) adattare: programma, metodi e tecniche, 2) Ehi identificare le
risorse e le abilità, 3) predisporre una serie di risorse soluzioni tecniche e ausili.
l'inclusione si realizza quando si stringono alleanze tra scuola famiglia servizi istituzioni in una fitta
rete di solidarietà.
L'integrazione fondamentalmente qualità di vita in comune, i cui obiettivi vanno perseguiti tra loro.
l'integrazione e l'inclusione si realizzano attraverso un'esperienza condivisa, quando tutti operando
insieme si aiutano reciprocamente a migliorare la competenza culturale relazionale e comunicativa
dei singoli nel gruppo.
Sia il processo di integrazione che il processo di inclusione rappresentano le finalità della pedagogia
speciale oggi.
la narrazione-storia della persona in difficoltà implica un richiamo alla dialettica esistente tra le
micro e macro-dimensioni sociali ed istituzionali con necessaria e migliorativa organizzazione
contestuale.
Il concetto di inclusione indica come obiettivo prioritario l'accessibilità e la partecipazione di tutti i
bambini alla scuola comune al fine di diminuire ogni svantaggio. L'inclusione guarda la globalità
delle sfere educative sociali e politiche di tutte le persone interviene prima sui contesti e poi
sull'individuo. La didattica speciale inclusiva ha lo scopo di far raggiungere a tutti ciascun alunno un
adeguato senso di appartenenza come benessere collettivo. Gli alunni converse hanno bisogno di
una diversa strutturazione del contesto scuola. individualizzare significa proporre adattamenti
metodologico didattici integrati flessibili corali all'interno di comuni modelli progettuali.
la scuola oggi deve rappresentare un contesto organizzato in modo pluralistico e democratico a
partire dalle sue fondamenta, per distinguersi come Agorà pedagogica caratterizzata da stili
relazioni e processi di coprogettazione solidale e cooperativa nell'ottica della democrazia egalitaria.
Le buone prassi educative vanno mantenute in logiche di continuità verticale e orizzontale e
potenziate dall'alta qualità della comunicazione e dalla trasferibilità dei progetti realizzati e dei
risultati conseguiti.
L'inclusione va perseguita e potenziata coinvolgendo la globalità delle competenze dell'intero corpo
docente grazie a un nuovo disegno contestuale sempre più flessibile e creativo, capace di attivare
progettare produttive sinergie con il territorio. Il docente specializzato di sostegno va legittimato
come agente professionista provocatore di nuovo senso significato delle esperienze formative
scolastiche ed extrascolastiche di tutti e di ciascun alunno.
Principali saperi e competenze dei professionisti della cura e dell'aiuto:
a) valorizzare il tema della condizione di disabilità
b) integrare competenze individuali con quelle professionali e disciplinari
c) raccordare le competenze riferite ai BES con le conoscenze attività formative previste per
l'intera classe
d) integrare metodi strategie e tecniche di intervento speciale all'interno di una visione
metodologica corrente in una prospettiva progettuale di coevoluzione.

La vera inclusione dei soggetti con disabilità e con BES si realizza solo con una presenza piena e
partecipativa nelle comuni classi di appartenenza. La presenza dell'insegnante specializzato come esclusivo
professionista delegato a occuparsi, in spazi separati, dell'alunno con disabilità rappresenta la sconfitta
dell'inclusione in quanto è un dato oggettivo dell'evidente processo di distorsione emarginante: come
afferma Demo “ sia nella prospettiva dell'integrazione virgola che in quella dell'inclusione, partecipare
significa esserci e condividere le comuni attività scolastiche con gli altri in contesti inclusivi capaci di
facilitare relazioni e comunicazioni e alleanze sinergie valorizzazione delle potenziali delle capacità di tutti e
di ciascuno adottando una progettazione didattica flessibile ed innovativa”.

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è opportuno differenziare le proposte didattiche per riconoscere pienamente i bisogni informativi individuali
di ciascun alunno è anche le variabilità esistenti all'interno delle stesse situazioni di deficit, di handicap ed i
bisogni educativo speciale rapportate alle caratteristiche ostacolanti e facilitante del contesto.

2 rischi delineati da Gardou sulle logiche di inclusione mal organizzate: l'assimilazione normalizzante delle
diversità che finiscono per essere annullate assorbite dal modello di scuola normale e dalle sue
consuete pratiche di insegnamento apprendimento e il differenzialismo segregante in cui si finisce per
enfatizzare la diversità stessa considerando la categoria differenziale per giustificare il ricorso a pratiche
specialistiche immaginati.

L'inclusione focalizza l'attenzione sugli ostacoli e sulle barriere alla partecipazione, alla comunicazione alla
conquista degli apprendimenti preesistenti nel contesto.

Partecipando alle attività comuni nella scuola di tutti l'alunno con disabilità raggiunge la finalità di esserci
con gli altri coetanei a sviluppo tipico, di sentirsi appartenente ad un gruppo normale di essere dai
compagni riconosciuto nel proprio valore nella concreta possibilità di partecipare. Appartenere a un gruppo
normale produce un senso di vicinanza affettiva di valorizzazione e di sicurezza di autostima positiva.

E’ molto importante collocare la prospettiva inclusiva nell'ottica della promozione della qualità del
benessere esistenziale della persona, attivando un progetto educativo didattico di natura reticolare,
dinamico ed aperto al farsi delle dinamiche culturali e sociali virgola che coniughi le risorse formali e
informali presenti nei micro macrosistemi formativi di appartenenza.

Parlare di inclusione significa affrontare la tematica della dialettica esistente tra l'identità del soggetto con
disabilità o di chi manifesta BES e non rispetto ai vincoli effettive possibilità di appartenenza al contesto
nella vita sociale, allo scopo di individuare e di favorire la progettazione di buone prassi inclusive di
accessibilità e di appartenenza. È importante progettare e realizzare una cultura di piena accessibilità e di
ambienti prodotti strumenti mezzi di trasporto sistemi comunicativi e tecnologici superando la logica
discriminatoria dell'adattamento a posteriori, creare un contesto di accessibilità e di sostenibilità
ambientale sociale che garantisca condizioni per un autonomo un progetto di vita per la piena realizzazione
della persona nei differenti ambiti di vita personale familiare civile.

Si tratta di essere consapevoli di valorizzare itinerari progettuali che interpretino gli spazi, i tempi le
architetture, le buone pratiche su basi organizzative universali flessibili e funzionali pronte ad accogliere la
sfida dell'umana variabilità eterogeneità differenza.

La scuola contesto di vita fondamentale di ogni alunno è il luogo che si costruisce come risorsa per i suoi
alunni: all'interno di questo complesso in relazione adesso si attivano le molteplici misure di sostegno.

UNIVERSAL DESIGN FOR LEARNING promuove continui processi di cambiamento migliorando la qualità dei
percorsi di insegnamento apprendimento grazie alla progettazione per gli studenti tutti di un curriculo
accessibile e funzionale e utilizza differenti modi di rappresentare agire e fare esprimere le conoscenze, le
abilità e le competenze di tutti e di ciascun alunno. L'inclusione della disabilità e immaginabile come un
percorso di reciproca interazione tra potenzialità e limiti, messi in campo da persone e gruppi diversi tra
loro, attorno a elementi comuni che caratterizzano la convivenza in un determinato territorio.

CAPITOLO 5: PEDAGOGIA SPECIALE NELL’ATTUALE DIBATTITO EPISTEMOLOGICO: POSSIBILI SCENARI FUTURI

5.1 l’INCLUSIONE INTERROGA LA PEDAGOGIA SPECIALE AL FINE DI RIDEFINIRLA pg. 140

Lo status di disciplina di frontiera potenzia la comunicazione consolida le competenze perché integra


riducendo le divisioni la diversità.

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Gli aspetti di confine bisogna considerarli come ambiti di congiunzione verso uno stesso fine, nella
costruzione di comportamenti scientifici utili a meglio conoscere e a comprendere e orientare gli sviluppi
dei fenomeni indagati.

la pedagogia speciale contribuisce a elaborare nuovi saperi e a incontrarsi con conoscenze tecniche e
disciplinari cui è necessario relazionarsi con spirito di accoglienza e di cura educativa, categorie fondative
finalizzate a rispondere ai diversificati BES e non. la peculiarità della pedagogia odierna è quella di affrontare
problemi non comuni desiderando di far scomparire la specialità e voler mantenere la propria specificità.

la concezione dialettica implica che la pedagogia speciale si definisca come scienza in continuo divenire
grazie al produttivo confronto di momenti e di categorie concettuali apparentemente collocati in situazioni
antitetiche e antinomiche ove risulterebbe poco serio non avere incertezze e posizioni critiche o comunque
dilemmatiche.

La pedagogia speciale è scienza del riconoscimento ovvero del conoscere nuovamente l'identità storia del
soggetto con disabilità assumendo all'interno delle scienze dell'educazione il provocatorio ruolo di coscienza
anticipate, orientante e infine ricompose sitiva delle complesse trame esistenziali del diverso. Si tratta di
legittimare il valore di una pedagogia forte nella sua intrinseca sensibilità allo scopo di valorizzare
l'autonomia epistemologica della pedagogia speciale stessa per esaltare la concretezza e l'unicità specialità
dell'essere, del sentire e dell'agire della persona con BES nel mondo.

5.2 PEDAGOGIA SPECIALE E/O PEDAGOGIA INCLUSIVA? UNA SCIENZA IN CONTINUO DIVENIRE pg. 144

Gli oggetti-soggetti di indagine, non sono soltanto rappresentati dalle condizioni di deficit e di disabilità, ma
la riflessione si incentra anche sulla tipologia dell'approccio culturale, sulle modalità strategiche, sulla
specificità relazionale e professionale di chi è chiamato a fornire adeguate risposte nei confronti della
molteplicità dei BES e delle nuove emergenze educative. La declinazione della pedagogia speciale in
educazione inclusiva implica la prioritaria adozione di una rigorosa riflessione pedagogica, educativa e
didattica rivolte alla scoperta di innovativi scenari di conoscenza, sentieri traiettorie di senso che ponendosi
nell'ottica di generare complementare sinergie di significati e relazioni dialettiche finiscano per ristrutturare
legittimare la nostra disciplina, accogliendo nuove sfide ricche di creatività progettuale, riducendo il rischio
di produrre pericolosi fenomeni di deragliamento nei vicoli ciechi dell'iper specialismo emarginante.

la pedagogia per l'inclusione lotta per riconoscere l'eterogeneità complessa e plurale di esigenze bisogni
formativi delle persone rivendicando i diritti di tutti e di ciascuno di emanciparsi all'interno dei micro e
macrocontesti sociali per costruire un'equità è una giustizia sociale, frutto di prospettive interdisciplinari
accessibili nella loro produttiva complementarità.

L'inclusione contempla l'idea che esiste una categoria di alunni che è già dentro ed un'altra categoria riferita
a tutti gli altri che va inclusa in quanto emarginata a causa di un differente di funzionare agire essere.

siamo nella strada verso la piena inclusione di tutti un processo quindi che si snoda per tappe che hanno
bisogno di accomodamenti ragionevoli con i modelli socioculturali e scientifici pregressi, ossia di
intermediazioni che passano attraverso la necessità di fare la legge sui DSA di categorizzare i BES e così via.

Educazione inclusiva implica una riorganizzazione contestuale perché le condizioni di disabilità di BES si
scontrano continuamente con barriere ed ostacoli culturali etici fisici sociali emozionali.

TERMINE INCLUSIONE  È legato all'idea di confinamento, occlusione, chiusura e reclusione. Inclusivo e ciò
che include in sé e si oppone direttamente a tutte le esclusività ricorrenti più o meno sotterranee.

Intendiamo l'inclusione come metodo e prospettiva in grado di realizzare un processo di conoscenza e di


riconoscimento reciproco, in cui le ragioni di ciascuno si incontrino in un percorso di crescita comune.

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La sfida dell'inclusione implica il bisogno e la possibilità di educare le persone con disabilità con BES insieme
agli altri. L'aiuto va organizzato con una rete sociale e culturale di sostegni e di cure reperibili nella
quotidianità dei contesti di vita delle persone in difficoltà: si tratta di superare la selettività di territori,
ambienti e contesti reputati neutrali e poco influenti sulla qualità della vita di ogni cittadino per sostenere
cambiamenti radicali, innovative e organizzazioni capaci di cementare legami solidali inclusivi all'interno
della comunità educante. ogni essere umano necessita di prospettive individuate grazie alla funzionale
riorganizzazione delle risorse utilizzando modelli progettuali personalizzati e contestualizzati.

l'inclusione come diritto fondamentale ed imprescindibile di tutti e di ciascuno e cura e cultura di


appartenenza nell'appartenenza nel rispetto di diritti e doveri di cittadinanza attiva ove ogni persona con
BES e non, possa essere messa nelle condizioni di interagire alla pari con equità formativa e giustizia sociale
nel mondo. si tratta di promuovere un'educazione inclusiva elevando la qualità ed il benessere complessivo
all'interno della scuola di tutti capace di accogliere le differenze e le diversità interpretandole ed
utilizzandole come fonte di conoscenza e di comune arricchimento: va organizzato un contesto scuola in per
offrire funzionali e processi di individualizzazione, personalizzazione, differenziazione didattica dove la
presenza delle diversità diventi evento e non una eccezionale risorsa.

scopo dell'inclusione quello di rendere possibile per tutti l'accesso alla vita normale per poter crescere e
svilupparsi totalmente insieme agli altri con gli altri per gli altri. L'inclusione prevede accoglienza e
relazionalità diffuse ponendo in relazione dinamica le principali agenzie educative formative e la società nel
suo complesso presupponendo una rete di reciproci sostegni aiuti tra istituzioni e comunità, dove le
differenze siano pensate come risorse non più come problemi.

la pedagogia speciale oggi, lotta per riconoscerne fondamentali diritti, senza etichettare ed ingabbiare la
persona con disabilità in prospettiva riduzionistico categorizzati, tipiche delle logiche psicologiche della
lettura medicalizzata delle diversità.

 2 FILONI INTERPRETATIVI: PEGAGOGIA SPECIALE E-O PEDAGOGIA INCLUSIVA?


 1) approccio di natura generalistica: tende a considerare in prevalenza l'educazione inclusiva come
evoluzione strutturale della pedagogia speciale e quindi a oltrepassare forse senza il dovuto aspetto
le faticose conquiste raggiunte dall'integrazione di qualità.
 2) approccio: lamenta il malfunzionamento del sistema scuola in relazione ai processi di
apprendimento e insegnamento, in quanto la mancata Rifondazione dell'intera impalcatura
didattica organizzativa del contesto scolastico non permette la piena partecipazione di tutti gli
alunni e la necessaria accessibilità rispetto agli spazi, ai tempi e ai contenuti conoscitivi ed
emozionali. Pg 155

L'educazione inclusiva si fonda sul sostanziale cambiamento sistemico del modo di fare scuola che va ben
oltre l'adozione di sofisticati processi di individualizzazione, personalizzazione e differenziazione educativo-
didattica. la sfida dell'educazione sta dove il senso comune vede l'impossibilità del cambiamento e
l'intellettualità del progetto educativo didattico.

L'inclusione e ricca di valenze che richiedono un cambiamento per garantire a tutti e ciascuno appare diritti
e giustizia sociale valorizzando capacità potenzialità e risorse in grado di assicurare dignità umana e
prospettive di libertà. Il passaggio dalla pedagogia speciale declinata come scienza dell'integrazione delle
persone con disabilità, all'educazione inclusiva implica il superamento delle logiche omologanti,
standardizzate medicalizzate delle diversità da normalizzare per salvaguardare l'idea vitalista del controllo
delle conoscenze, degli apprendimenti e delle umane vicende per abbracciare nuovi orizzonti di ricerca in
cui le differenze non coincidono con la specificità problematica della condizione di deficit ma rappresentino
modi originali personali alternativi di essere nel mondo.

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Lo sguardo epistemologico della pedagogia speciale inclusiva è tenuto ad andare oltre le logiche della
medicalizzazione accogliendo la sfida del riconoscimento e della valorizzazione dei diritti formativi ed
esistenziali della vasta gamma di differenze diversità. La sfida dell'inclusione implica l'assunzione di uno
sguardo attento all'originalità, unicità del singolo alunno all'interno di uno sfondo che evidenzia oggettivi
ostacoli e barriere da eliminare da sconfiggere nella nuova scuola democratica egalitaria e della piena
comune condivisa partecipazione di tutti e di ciascuno.

l'inclusione è un processo, e come tale non può ritenersi mai concluso può cambiare forma a carattere
contesti di riferimento e di azione ma gli ostacoli che deve affrontare. L'inclusione è un processo di
trasformazione radicale del sistema educativo ritenuto punto di partenza per lo sviluppo di una società
giusta e democratica.

Pedagogia speciale vs pedagogia inclusiva è opportuno mantenere una chiara autonomia epistemologica
assumere uno sguardo per promuovere lo sviluppo di significative interconnessioni interdisciplinare nel
rispetto di un democratico confronto teorico pratico caratterizzato da logiche reticolari in cui emerge la
ricchezza del paradigma della complessità in educazione.

l'inclusione implica la radicale trasformazione dei contesti socio culturali superando le normalizzanti logiche
di adattamento ragionevole funzionale necessarie per cogliere e riconoscere la vasta gamma di differenze e
diversità consentano dopo un'adeguata riorganizzazione ai soggetti con bes, di essere riconosciuti in modo
democratico civile ed egalitario rimuovendo tutti gli ostacoli e le barriere marginali e disabilitanti a livello
micro e macro sistemico.

La declinazione interdisciplinare della pedagogia speciale va interpretata come capacità di saper abitare, in
modo critico e competente la grammatica trasversale della mediazione della negoziazione interdisciplinare.

Per educare la piena cittadinanza, la scuola democratica è tenuta a formare allievi in grado di partecipare
alla realizzazione di comunità solidali e inclusive alimentate da una pluralità di espressioni, linguaggi,
culture, valori differenti e dialoganti, dialetticamente produttivamente intesi.

La pedagogia speciale nella sua identità interdisciplinare assume connotazioni di scienza in progress la cui
legittimità e autonomia dipendono dalla capacità statuaria di ricostruire approcci funzionali il cambiamento
fenomenico, utilizzando i saperi posseduti per elaborare risposte innovative rispetto agli interrogativi posti
dalle persone con bes e non solo. La pedagogia speciale deve rivedere costantemente le sue fondamenta, i
suoi soggetti oggetti di indagine, i metodi, e le direzioni di senso alla ricerca, le strategie e gli indicatori di
qualità del processo di inclusione scolastica e sociale delle differenze e delle diversità. Il campo di indagine
della pedagogia speciale continua ad ampliarsi. La pedagogia speciale è chiamata a ridefinire arricchire le
tematiche che la sostanziano per affrontare la sfida di problematiche sempre nuove ed emergenti.
Seguendo le linee guida delle politiche inclusive dei documenti internazionali la persona con disabilità è
parte integrante con gli altri come gli altri della comunità democratica in quanto non solo la scuola ma
l'intera società se comprendono il valore della prospettiva inclusiva devono fondarsi sull'uguaglianza delle
opportunità educative, sull'equità formativa, sulla piena partecipazione, sull'accessibilità sulla solidarietà
sulla cooperazione nonché sul vero rispetto della vasta gamma di differenza diversità. “Too include” significa
esser parte di qualcosa, ovvero stare dentro, esserci e sentirsi completamente accolti riconosciuti e
valorizzati.

5.3 L’INSEGNANTE SPECIALIZZATO COME MEDIATORE ECOSISTEMICO NEL NUOVO PEI: PROGETTO DI VITA
pg. 170

è fondamentale che la scuola inclusiva sappia valorizzare le particolari speciali potenzialità umane.

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Il concerto di metastabilità intende ribadire la connotazione diffusiva di evoluzione e di cambiamento
caratterizzante l'inclusività dei micro e macro sistemi informativi e sociali, quando cercano di scrollarsi di
dosso la cristallizzazione la cronica rigidità dell'istituto per trasformarsi in istituente.

Decreti n 66/2017, n 96/2019, n 182/2020 hanno potenziato e legittimato una nuova lettura ecosistemica
dell'inclusione scolastiche sociale e dei suoi principali attori protagonisti come l'insegnante specializzato di
sostegno e l'educatore socio pedagogico per favorire la piena partecipazione di tutti e di ciascun alunno. il
contesto scuola deve possedere una forte inclinazione inclusiva.

Le recenti normative riferite al nuovo PEI mostrano contraddizioni che suggeriscono l'idea di un'insegnante
specialità costretto a operare costanti salti a ostacoli per interpretare scegliere molteplici dimensioni ambiti
domini esperienze conoscenze, districandosi nella proliferazione di sigle e acronimi allo scopo di individuare
possibili livelli di funzionamento disfunzionamento. Si tratta di riflettere sul rinnovato identikit professionale
del nostro agente mediatore e facilitatore dei processi di inclusione scolastica e sociale.

il nuovo progetto di vita PEI non può a mio modesto parere non declinarsi come dispositivo e laboratorio di
rivisitazione storico narrativa dell'alunno con BES e non solo all'interno del quale il docente specializzato
rappresenta un competente ed alternativo provocatore di senso e di significato nella riprogettazione
esistenziale delle storie di vita più fragili e vulnerabili. CIT GASPARI.

Includere significa assumere l'idea di corresponsabilità allo scopo di allargare la partecipazione al maggior
numero possibile di protagonisti della comunità, impegnati in un comune progetto di cambiamento dove
siano date le condizioni per la libera espressione e l'attuazione del progetto di vita di ciascuno. il nuovo PEI
con l'introduzione di interventi sul percorso curriculare prevede la comune e integrata scrittura degli
obiettivi personalizzati: i docenti curriculari disciplinare e specializzati in sostegno sono tenuti a costruire
insieme sinergicamente una progettazione didattica integrata e funzionale per l'intera classe in cui si
alternino percorsi didattici individualizzati personalizzati e accomodamenti per facilitare l'apprendimento da
parte degli alunni con disabilità e con BES. il richiamo alla cura della corresponsabilità educativa didattica
rappresenta l'imprescindibile Life motif nella concentrata e condivisa costruzione del PEI. Il PEI coinvolge
l'intero team inclusivo, la sfida del nuovo pei richiede un forte cambiamento per pensare agire e progettare
collegialmente unendo le forze gli itinerari didattici realizzando operazioni di natura ricorsiva ed
ecosistemica.

le recenti linee guida insistono sul bisogno di diffondere le competenze speciali inclusive per osservare e
interpretare i livelli di funzionamento, le molteplici dimensioni di ogni alunno intese come ambiti domini
esperienza conoscenza all'interno dei quali i docenti stessi sono chiamati ad attivare un dialogo aperto di
natura circolare per costruire in modo paritario democratico e non sbilanciato un comune disegno
progettuale integrato inclusivo in grado di abbattere ogni barriera fisica culturale e sociale e organizzativa.

il nuovo PEI è come una sorta di laboratorio palestra di accoglienza, osservazione e valutazioni,
autovalutazione come luogo di incontro e di auto riflessività come spazio storico descrittivo e narrativo di
tutti e di ciascuno docente e alunno interroga le differenti modalità di sentire essere e agire. l'insegnante è
specializzato va considerato come agente professionista provocatore innovatore di possibili ed ulteriori
progetti di vita come vero e proprio interprete e facilitatore dell'inclusione sociale e scolastica all'interno del
pei inteso come una componente della più vasta cornice fondativa del progetto di vita del conseguente
livello di benessere esistenziale. L'insegnante specializzato rappresenta un orientatore è il principale
professionista inclusivo chiamato riorganizzare opportunità e risorse per ridisegnare riorientare il progetto
esistenziale dell'alunno.

L'elaborazione del pei implica la realizzazione di percorsi didattici alternativi e si prefigge l'obiettivo di
oltrepassare la visione dicotomica tra pei individualizzato personalizzato differenziato e progettazione
comune.

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La coprogettazione tra docenti rappresenta l'elemento cardine del lavoro collegiale per individuare e
armonizzare raccordi tra la progettazione individualizzata e quella prevista per l'intera classe.

la sfida dell'inclusione implica la costruzione di un dialogo congiunto democratico e alla pari lavorare in
team significa saper mediare negoziare tra risorse e competenze in modo complementare e dialettico
evolutivo ed ecosistemico.

costruire un PEI e poi realizzarlo significa operare in una serie di ecosistemi. Costruire e poi realizzare nella
pratica quotidiana un PEI inclusivo è una delle principali attività lavorative di ogni docente fa parte
integrante del suo continuo processo di professionalizzazione

Il PEI per il docente inclusivo diviene un presidio imprescindibile in quanto strumento capace di combattere
ogni azione marginalizzante ed escludente, rappresenta una pratica strutturale universale in grado di
ricomprendere il soggetto con disabilità, un vero e proprio dispositivo formativo analizzato a restituire
autonomia e possibilità di esistenza intese come autodeterminazione libera scelta. l'attuale PEI va
interpretato come laboratorio palestra di accoglienza, decodificazione e rivisitazione storico narrativa
dell'alunno in situazione di disabilità in grado di interrogare i variegati modi di funzionare di comportarsi
pensare sentire essere di tutti e di ciascun alunno. L’insegnante specializzato e agente provocatore
innovatore di possibili ed alternativi progetti di vita rappresenta un vero e proprio esploratore ed
orientatore di nuovo senso significato dell'altrui esperienza.

CAPITOLO 6: INCLUSIONE E (E’) CURA pg. 187

6.1 RICOMPORRE TRAIETTORIE DI CURA NELLE DEFINIZIONI DELLA PEDAGOGIA SPECIALE

La pedagogia speciale come pedagogia del prendersi cura di è capace di elaborare un sapere e tale sapere è
in divenire.

HEIDEGGER  La cura assume due forme differenti e antitetiche:

1) cura inautentica: il sostituire ed il sostituirsi inclusivamente all'altro, dominandolo sottolinea lo


sbilanciamento di una relazione strumentale e ingabbiante, rispetto alla dimensione emancipativo-
liberatoria tipica della relazione di cura autentica che accompagna, dando credito all'altro
rendendolo protagonista del personale processo di crescita formativa ed esistenziale.
2) cura autentica

La cura si realizza nella reciprocità e nell'interesse tra individui abituati a dare e a ricevere all'interno di una
relazione educativa che deve tendere alla simmetria; esiste però una dimensione sociale della cura che
oltrepassa i rischi di un'interpretazione intimistico-privatistica: la cura è attenzione, epimeleia e premura dei
contesti di vita e di appartenenza delle persone.

pedagogia speciale intesa come scienza della cura educativa e della relazione d'aiuto. Si intende per cura il
prendersi cura di chi ha un disturbo. La cura è una dimensione formativa insita nella pratica educativa. La
cura educativa della persona con disabilità fondata sull’attenta azione di accompagnamento competente è
considerata intenzionale e liberatorio, processo di umana emancipazione in grado di individuare
potenzialità capacità e risorse in vista di un'adeguata riprogettazione esistenziale. L'alunno con disabilità va
orientato verso la funzionale costruzione del personale progetto di vita valorizzando traiettorie esistenziali
spazi, tempi e luoghi per poter essere riconosciuto come soggetto portatore di pari diritti e doveri all'interno
del comune contesto civile e democratico.

La pedagogia speciale come scienza della cura educativa e della relazione d'aiuto è intrecciata con la
pedagogia della narrazione e del riconoscimento delle diversità, in quanto la cura implica l'accettazione e la
valorizzazione delle differenti identità dell'altro che nel momento in cui si racconta riprende cura sui: cura e
narrazione rappresentano fondative complementari categorie epistemiche dell'inclusione stessa.

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La pedagogia speciale scienza dell'ulteriore e del possibile per le persone in situazione di disabilità,
svantaggi, di emarginazione xk si prende cura della graduale ricomposizione dei momenti più vulnerabili
dell'altrui esistenza, ricercando innovativa modalità e possibilità di aiutare i diversi e da attori protagonisti
dei personali progetti di vita.

La cura della progettazione esistenziale va pensata e legittimata come autentico luogo delle possibilità,
dell'interiorità, della creativa ricerca di senso. nella riprogettazione del progetto di vita, l'approccio narrativo
funge da evidente strumento unificatore che si rileva strumento fondamentale per i professionisti della cura
e dell'aiuto nell'ambito dell'educazione inclusiva.

il progetto di vita implica la declinazione di uno sguardo intenzionalmente rivolto al futuro unito alla
capacità di prendere importanti decisioni in grado di risignificare la vita di ogni persona grazie immaginare.

La persona con deficit ha diritto ad esistere e a progettare concretamente prospettive di vita


qualitativamente migliori. La pedagogia speciale vive uno stato di inquieta equilibrazione dinamica
all'interno della quale massimo valore assume la possibilità di far dialogare tra loro le menti dilemmatici e
contraddittori con estremo rigore, dinamismo stile euristico e di costante ricerca di una momentanea ma
importante auspicabile nuova stabilità.

Le condizioni di disabilità variano a seconda dell'efficacia e della funzionalità (cura ed incuria) delle risposte
contestuali e della qualità di costruire una rete sinergica accogliente significativa di accompagnamento
competente della persona con disabilità che deve incontrare qualità dei servizi e qualità della vita.

La pedagogia speciale è scienza radicale radicata nel presente e nel futuro dei micro e macro contesti sociali
e culturali di appartenenza e rappresenta un linguaggio consapevolmente orientato e orientante capace di
dilatare il campo di esperienza dell'altro per elevare la qualità esistenziale.

La cura, come inclusione si nutrono di percorsi traiettorie e prospettive circolari e ricorsive. La pedagogia
speciale si evolve in pedagogia inclusiva senza snaturarsi allestendo relazione di interconnessioni dialettiche
effettivamente costruttive evolutive emancipativo e socializzanti.

Nell'azione di cura, categoria fondativa della pedagogia speciale, operatività e riflessione agiscono con
modalità dialogiche di azione e retroazione intrecciate ed integrate con i contesti relazionali prodotti nel
vissuto storico esperienziale.

La sfida dell'inclusione e dei relativi cambiamenti politici, culturali, organizzativi che essa richiede, diviene
sostenibile e produttiva allargando confini che si trasformano in osmotiche frontiere seguendo rigorose
necessarie logiche di sinergica interdipendenza. La pedagogia speciale accetta di sfida della complessità la
quale può dar vita a una risposta prevista da attiva normalizzatrice oppure ha una risposta alternativa
insolita.la pedagogia speciale assume una funzione di mentore, di accompagnamento sensibile e
competente all'interno delle scienze dell'educazione, indicando rinnovate finalità dell'agire pedagogico
trasgredendo le tradizionali prassi educative didattiche allo scopo di individuare nuovi itinerari e territori di
dialogo di confronto orientati all'inclusione scolastica e sociale.

È importante che la pedagogia speciale potenzi le sue funzioni, euristica e trasgressiva legittimandole come
elementi strutturali della sua specifica e autonoma identità epistemologica.essa si propone come linguaggio
pedagogico intenzionale di cura che rinuncia a porsi come strumento di comunicazione e di illusione verità
inconfutabili per risvegliare sul piano educativo quell'entusiasmo esistenziale.

La pedagogia speciale è chiamata stare al passo con i tempi e a rivedere il suo ruolo, le sue funzioni le
finalità che la caratterizzano accogliendo gli interrogativi e le richieste di nuove emergenze educative. La
pedagogia speciale storicamente disciplina sensibile attenta alle emergenze educative.

6.2 ABITARE CONTESTI DI CURA NELL’ APPARTENENZA PG. 206

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Educare significa partire dalla “lettura” delle radici più profonde delle particolari storie di vita
accompagnando l'altro, avendone cura per offrirgli possibilità e compiere esperienze della rigenerata
necessaria apertura rispetto ai mondi circostanti.

L'insegnante specializzato, come professionista della cura educativa nella riprogettazione esistenziale lotta
affinché l'alunno con disabilità torni a riprendersi cura sui, attivando innovative pratiche di rimotivazione
esistenziale del personale progetto di vita.

L'insegnante specializzato si propone come professionista capace di accogliere e di tessere storie


negoziando nuovi significati e prospettive di cambiamento della qualità della vita dell'alunno con disabilità,
riorganizzando spazi, tempi, risorse formali e informali, sostegni aiuti capaci di dilatare i limitanti confini del
progetto di vita delle persone più vulnerabili. è necessario prendersi cura dell'altro affinché possa
riorientare le proprie decisioni e azioni esistenziali, riprogettando alternative direzioni di senso per abitare il
mondo nella comune appartenenza.

L’approccio narrativo come linguaggio e gesto di cura rappresenta un'efficace collante, in grado di tessere
reti significative.

Il docente specializzato di sostegno assume il ruolo di negoziatore delle particolari storie di vita di tutti e di
ciascun alunno, perché si prende cura della complessiva qualità dei processi di inclusione scolastica e sociale
di ogni persona compresa, riconosciute e valorizzate a 360 °.

la responsabilità della cura va intesa come responsabilità diretta del benessere dell'altro. la narrazione come
medium tra cura ed inclusione si rileva fondamentale linguaggio emancipativo per la persona con disabilità,
offrendosi come strumento-metodo che consente all'individuo con disabilità di misurarsi per ricostruire il
proprio percorso di vita grazie all'individuazione di un nuovo tempo che aiuta il soggetto con BES a ritrovare
spazi alternativi e possibilità di autorealizzazione.

l'uomo è essere narrativo e l'atto del narrarsi rappresenta un autentico gesto di cura di sé e dell'altro. La
narrazione consiste in un dono d'amore gratuito che rappresenta la vita risignificandola: le parole sono
simboli trasformativi richiami per ritornare al mondo. La narrazione delle storie di vita solleva nuovi
interrogativi di accettazione, ascolto, riconoscimento e di appartenenza nell'orizzonte emozionale culturale
di chi è degno di ricevere l'identità storie della persona in condizioni di fragilità di emarginazione.

la narrazione diviene pratica di cura che consente al soggetto con bes di ripartire dai punti di forza e dalle
esperienze positive riprogettando percorsi alternativi capaci di ricomporre e di rivisitare il personale
progetto esistenziale.

Non esiste inclusione senza cura e la cura rappresenta la struttura fondativa che permetta alla pedagogia
speciale di raggiungere l'obiettivo dell'inclusione. La cura diventa un gesto critico e provocatorio.

L'inclusione di qualità si serve di strumenti, metodi e gesti sicura interpretati come chiavi di lettura in grado
di riorganizzare gli intrecci e i nodi problematici dell'esistenza più vulnerabili.

La cura della persona con disabilità e cura del contesto devono procedere di pari passo e dialogare in
costante relazione dialettica per suggerire nuove traiettorie dirette alla qualità dell'inclusione stessa che
significa abitare il mondo nella comune appartenenza. La pedagogia speciale è un sapere sempre più
dinamico volta al cambiamento.

La narrazione aiuta a scoprirsi, a conoscersi, ascoltandosi interrogandosi e guardandosi. Narrarsi quindi


rappresenta l'occasione di cura educativa trasformativa per la persona con disabilità in modo da restituire
identità, forza e rinnovato desiderio di appartenenza al mondo.

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si delinea quindi una nuova macro-competenza del docente specializzato, Inteso come regista ecosistemico
agente inclusivo facilitatore del lavoro di squadra e di rete esperto nel far gruppo, tessitore di storie
negoziatore di nuovi significati in grado di valorizzare il ruolo svolto dalle famiglie.

L'inclusione implica un'azione ecosistemica di cura intesa come promozione, progettazione culturale capace
di modificare qualitativamente l'organizzazione dei contesti.

il contesto sociale orientato all'inclusione rileggendo rappresenta il fulcro del cambiamento per elevare la
qualità della vita delle persone con disabilità, se si rileva capace di rompere la pianificazione degli interventi
educativi didattici.

Il progetto di vita si rileva autentico luogo della legittimazione dell'inclusione sociale di tutti e di ciascun
alunno.

L'approccio narrativo facilita la progettazione la realizzazione di processi di interconnessione educativo


didattica. La narrazione diviene un linguaggio di cura istituente. La scuola può diventare con l'uso della
narrazione un luogo di esplorazione di storia di memoria e di significati condivisi.

L'alunno ha bisogno di ritrovarsi, di ricollegare capacità e competenze per ricostruire significativamente il


personale progetto di vita finalizzato all'inclusione.

La narrazione si identifica con la cura del progetto di vita come strumento di testimonianza della storia
dell'identità.

l'inclusione è democratica, l'educazione inclusiva è per tutti. L'inclusione è una sfida. l'inclusione come cura
deve poter riconoscere nell'ottica della piena appartenenza ogni essere umano progettando buone pratiche
educative capaci di ridurre ogni forma di esclusione configurandosi come scenario aperto e valorizzante la
vita e le risorse di tutti di ciascuno.

Tre parole per una scuola aperta:

- Informare
- Sensibilizzare
- Corresponsabilizzare

La pedagogia speciale è chiamata a rispondere potenziando lo strumento linguaggio della resilienza, come
fattore propedeutico di cura. la cura educativa rappresenta lo specifico oggetto di indagine della pedagogia
speciale.

la relazione d'aiuto implica una aver cura della vita del soggetto con BES all'interno di una relazione
educativa che si offre come ulteriore spazio, tempo, e luogo di possibilità per l'umana realizzazione dell'altro
inteso come complesso interrogativo da accogliere e da interpretare nella democratica dialettica del
reciproco scambio.

la scuola e la società inclusive lottano per abbattere e ridurre ostacoli, barriere e fattori disabilitanti
favorendo lo sviluppo delle umane potenzialità e risorse intese come capacitazione.

la cura educativa è un gesto di buona pratica inclusiva di contesto: la cura educativa sostiene facilità e
attualizza l'inclusione e l'inclusione non potrebbe esistere senza cura. La cura è finalizzata all'inclusione e
l'inclusione rappresenta il traguardo, l'obiettivo prioritario di una pedagogia speciale. Un contesto di
apprendimento inclusivo a cura di promuovere lo sviluppo di significative reti ecosistemiche basate sul
reciproco arricchimento delle persone tutte.

La cura del contesto e la cura dell'individuo con BES sono due facce della stessa medaglia: la cura individuale
mantiene una stretta interrelazione con quella comune e collettiva e viceversa.

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Il formare, l'educare, il narrare esigono lo stesso imperativo di cura: si educa vigilando nutrendo orientando
lasciando essere, predisponendo tutto ciò che occorre alla fioritura esistenziale dell'altro. una delle sfide più
difficili dei professionisti della cura educativa e dell'aiuto è rappresentata dal saper accompagnare l'altro, il
diverso nella realizzazione del personale progetto di vita sostenendolo. La cura diviene educazione nel
momento in cui è pratica orientata a portare l'altro alla riscoperta delle sue originali e creative
caratteristiche potenzialità. la pedagogia speciale è una disciplina sensibile e attenta alle emergenze
educative nel reperire modalità e strumenti finalizzati a trasformare le situazioni di marginalità ed inclusione
in occasioni di crescita comune e condivisa.

CAPITOLO 7: LA MATEMATICA COME LINGUAGGIO INCLUSIVO pg.235

7.1 PER UN CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA: LA MATEMATICA “RACCONTA” LA VITA

Per molti alunni la matematica è considerata una disciplina difficile e in un decreto ministeriale è prevista
una parziale riduzione o esonera dalla disciplina per gli alunni in condizione di disabilità.

È importante reinterpretare il linguaggio matematico per renderlo più accessibile e per facilitare l'inclusione
di tutti e di ciascun alunno. il docente inclusivo lavorando all'interno del team coinvolgendo i docenti
disciplinari, gli educatori dovrà individuare strategie e metodi e modalità organizzative alternative
personalizzate individualizzati e differenziate per rendere accessibili a tutti e a ciascun alunno i nuclei
fondativi della disciplina. l'inclusione richiede un radicale rinnovamento della didattica della matematica
per diversificare e ottimizzare i percorsi di insegnamento apprendimento.

Secondo le indicazioni nazionali e nuovi scenari tutte le discipline rappresentano strumenti fondamentali
per rendere lo studente più consapevole autonomo e soggetto di diritti: la capacità di effettuare scelte di
prendere decisioni di risolvere problemi si rileva di fondamentale importanza per collegare le attività
formative del contesto scuola con l'extra scuola e quindi per interconnettere i contenuti e gli obiettivi del
piano educativo individualizzato al personale progetto di vita.

La matematica diviene un agente facilitatore, uno strumento un oggetto mediatore e sfondo connettivo
capace di fornire innovative dimensioni forma intese come sintesi armonica di produzioni culturali narrative
simboliche.

Gardner  ribadisce l'importanza di formulare una didattica inclusiva al plurale che utilizza numerosi
linguaggi simbolico culturali per agevolare la presentazione di molteplici contenuti disciplinari a tutti a
ciascun alunno.

7.2 LA RICCHEZZA DELL’ERRORE NELL’APPARENTE IRRIDUCIBILITA’ DEL “CAOS”

l'alunno in condizione di disabilità va come in tilt ed entra nella nebulosa del caos nell'affannosa ricerca di
un filo conduttore che permetta di collegare informazioni dati eventi forme e algoritmi in uno schema
d'ordine chiaro logico processo che richiede un importante sforzo cognitivo.

Il fondamentale ruolo del docente specializzato che insieme all'insegnante disciplinare deve con pazienza
stare dentro l'irriducibilità del caos e dell'incertezza per trovare il modo di accompagnare l'allievo in
difficoltà ad individuare quei nuclei di significazione capaci di dare gradualmente forma all'informe,
generando così un nuovo ordine nel ragionamento.

attraversare temporanei momenti di caos incerto e confuso e l'unico modo di oltrepassare la crisi che
permette al docente e a tutti gli alunni di riproporre le difficoltà esistenti individuando nuove chiavi di
lettura e di risoluzione dei problemi da affrontare.

Si tratta di saper leggere il contesto-classe dove la diversità considerata inizialmente come disturbo
costituisce invece uno dei tanti modi di esistere di essere e di funzionare nella classe.

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l'errore chiave di accesso alla comprensione di processi cognitivi propri altrui rappresenta un potente
alleato perché sottolinea ed esplicita l'area della difficoltà da affrontare e da superare. Gli errori derivano da
interpretazioni errate dell'allievo rispetto alla comunicazione dell'insegnante.

Nella concezione tradizionale della matematica l'errore è comunque vissuto come fallimento personale
come insuccesso non come risorsa o come accidente-rumore transitorio che destabilizza
momentaneamente il percorso di apprendimento.

è importante quindi creare un nuovo modo di interpretare, concepire, progettare, ridefinire i processi di
insegnamento apprendimento. Il docente specializzato deve cogliere l'occasione di far avvicinare la
matematica alle effettive capacità e risorse degli alunni in condizioni di disabilità, offrendo loro una didattica
alternativa. L'errore rappresenta una situazione da vivere come interferenza destabilizzante in senso
positivo. È importante cogliere nell'errore un'occasione produttiva di progresso e cambiamento. L'errore va
superato e compreso.

Il bravo docente inclusivo favorisce negli alunni con BES l'organizzazione di nuove forme di pensiero
produttivo e creativo.

7.3 LA MATEMATICA COME LINGUAGGIO NARRATIVO TRASVERSALE

La matematica e le modalità del pensiero svolgono un ruolo chiave nella costruzione di abilità comuni e
trasversali per aiutare l'alunno con disabilità ad affrontare la vita contribuendo a sviluppare la capacità di
comunicare e discutere, di argomentare in modo corretto nonché di comprendere i differenti punti di vista
altrui prospettive.

La matematica favorisce lo sviluppo del pensiero computazionale. Il linguaggio matematico conduce


l'alunno individuale e a ricercare personale creative soluzioni nel risolvere determinati problemi. Il
potenziamento di catalisi capacità, le fondamenta e le strutture basilari per compiere scelte consapevoli e
ragionate saranno utili in ambito scolastico e anche nel mondo dell’ extra scuola. La matematica è per
comprendere la realtà.

i modelli matematici spiegano la realtà danno un senso ciò che osserviamo e viviamo. Il linguaggio
matematico sviluppa il pensiero critico ed emotivo, insegna a riflettere e a gestire il tempo.

Il docente inclusivo deve saper gestire in modo alternativo la disciplina narrando la utilizzando strategie e
strumenti per facilitare l'apprendimento di tutti e di ciascun alunno.

Nella didattica inclusiva è doveroso integrare attività di co-progettazione di riflessione sulle pratiche di
valutazione e autovalutazione tenendo conto in maniera feedbatica dei processi attuati e dei risultati
ottenuti attivando procedimenti di riflessione non giudicanti.

Il paradigma narrativo è una risorsa centrale per lo sviluppo del pensiero scientifico e diviene importante
nell'alternativa e creativa proposta dell'insegnamento di una matematica inclusiva.

il docente inclusivo che riconosce e valorizza la narratività della matematica rende più coinvolgente la
spiegazione degli argomenti, facilita il passaggio dalla concretezza a quello dell'astrazione, favorisce la
comprensione e la risignificazione dei concetti allo stesso tempo consolida l'acquisizione delle strategie
risolutive.

La narrazione permette all'allievo di riflettere sul processo attuato e di valutare l'errore come una
componente accettabile ed evolutiva del percorso di apprendimento. la sfida che spetta al team inclusivo
legata alla trasformazione della matematica da disciplina rigida al linguaggio narrativo inclusivo ad elevata
creatività. È importante poterle cambiare forma per renderla più accessibile a tutti a ciascun alunno. Il
pensiero narrativo il presupposto basilare per comprendere e strutturare il pensiero logico matematico. La

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narrazione va interpretata quale linguaggio strumento e metodo trasversale capace di attraversare
coordinare tra loro saperi, conoscenze e linguaggi lontani offrendoli nuovi scenari creativi modelli di
interpretazione semantica.

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