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CAPITOLO 1
LA PEDAGOGIA FRA SCIENZA E UTOPIA
Premessa
Il discorso pedagogico è stato influenzato da correnti di pensiero diverse. A sua volta molte
rivoluzioni scientifiche ed artistiche sono state l’esito di modelli pedagogici.
La pedagogia si compone di:
- componente teorica: CRITICO RIFLESSIVA
-componente pratica/progettuale: CRITICO EMANCIPATIVA
La pedagogia è una scienza in continua trasformazione che vede un continuo intersecarsi e
influenzarsi di materie scientifiche (prassi) e umanistiche (teoria).
1 PEDAGOGIA E SCIENZA
1.1 Una scienza di attraversamenti
La pedagogia è una scienza non approda mai a conclusioni certe. È, secondo la teoria della
complessità incerta ed incompiuta. In questo itinerario mobile, la pedagogia si muove tra la ricerca
di AUTONOMIA ed esigenza di INTERDISCIPLINARITA'.
La pedagogia appare quindi disponibile a lasciarsi contaminare da saperi extrapedagogici, ma ri-
orientandoli alla luce dell’obiettivo della pedagogia: l'educabilità dell'umano, la formazione
come vita.
La FORMAZIONE si verifica in due dimensioni:
-DAR-FORMA: ciò che insegnano le istituzioni
-FOR-MARSI: ciò il soggetto elabora con l’apporto della sua individualità
Nel corso del 900 inizia il progetto di acquisizione di AUTONOMIA SCIENTIFICA della
pedagogia, intersecandosi con le altre scienze, non per ultima la filosofia.
CAPITOLO 2
UNA PLURALITA’ DI MODELLI PER UN SAPERE COMPLESSO
2.Dibattito in corso- L'approccio biopedagogico
-La ricerca di ELISA FRAUENFELDER è finalizzato ad analizzare i rapporti che esistono tra
BIOS ed LOGOS quindi tra quelli che sono i vincoli genetici e quelli culturali. Questo approccio ha
un preciso obiettivo pedagogico: quello di salvaguardare la centralità del soggetto-persona.
Nel paradigma biopedagogico vi sono i concetti di:
- PLASTICITA' FUNZIONALE ossia che i processi di apprendimento continuano ad evolversi per
l'intero corso della vita, partendo dalla constatazione che la mente sia plastica e quindi capace di
evolversi.
- APPRENDIMENTO: come processo auto-costruttivo del soggetto
-FORMAZIONE essa deve tenere di conto della plasticità funzionale della mente (componente
genetica) e dell’esperienza (componente ambientale).
Raffaele LAPORTA per quanto riguarda i temi delle neuroscienze propone il concetto di
PAIDETICA dove la “condizione assoluta della riflessione paidetica” è la LIBERTA' la quale è
condizione di ogni ricerca che assume a proprio oggetto l'educazione.
3. Il problematicismo pedagogico
3.1 Fedeltà alla ragione e aderenza alla realtà
3.1.1 Quattro abiti da sera
Il padre del problematicismo pedagogico è GIOVANNI MARIA BERTIN. Il pedagogista
suggerisce alla pedagogia europea “quattro abiti da sera”:
LA VESTE TEORETICA: afferma la parzialità dei modelli educativi. Quindi è
antidogmatica e mira a vincere la parzialità a favore di modelli teoretici plurali.
LA VESTE DIALETTICA: deve integrare una fedeltà alla ragione (veste teoretica: diversi
modelli educativi) e aderenza alla realtà (esigenze storiche e culturali dell’ambiente dove si
attua il processo educativo).
LA VESTE FENOMENOLOGICA: nel processo educativo i termini delle antinomie (es.
natura/cultura) devono trovare ENTRAMBI il massimo respiro formativo. Dobbiamo essere
consapevoli dell’esistenza di entrambe le parti e comprendere che nella contraddittorietà
risiede la totalità. Vd. PRINCIPIO DIALOGICO DELLA TEORIA DELLA
COMPLESSITA’.
LA VESTE DEL POSSIBILE: aderenza alla realtà e fedeltà alla ragione devono portare ad
una consapevolezza dell’unità che lega passato, presente e futuro. In questo senso il
progetto educativo ha come obiettivo la coerenza e l’organicità.
PARTE 2
LA PEDAGOGIA TRA LE SCIENZE
CAPITOLO 1
Complessità e pedagogia della ragione
Premessa
PARTE SECONDA. LA PEDAGOGIA FRA LE SCIENZE
COMPLESSITÀ E PEDAGOGIA DELLA RAGIONE
Il paradigma della complessità prende le mosse da profonde rivoluzioni.
DARWIN la specie umana perde la sua posizione di centralità nell'universo. L'uomo e la
donna paiono strettamente legati agli altri esseri viventi. Tutto questo mette in discussione
la radicale scissione tra uomo e natura.
FREUD, è la ragione a perdere la sua centralità, con la scoperta di altre dimensioni della
soggettività che, con la ragione, concorrono alla costituzione di una identità individuale.
TYLOR,infine, è l'uomo bianco a perdere centralità rispetto alla molteplicità dei popoli che
abitano la terra uguaglianza tra tutti.
Nell'intero corso del '900, viene messa in discussione la rigidità dello statuto della ragione, facendo
emergere la sua struttura complessa. La ragione si apre alla differenza e alla complessità,
costituendosi come ragione plurale,problematica e critica.
È a questa ragione che guarda e si affida la pedagogia orientata in direzione problematicista: una
“pedagogia della ragione” e complessa impegnata a muoversi tra antinomie: natura e cultura, logos
ed eros, mente e corpo, logica e fantasia, identità e alterità, particolarità e universalità, contingenza
e utopia.
I modelli scientifici del passato miravano a rintracciare delle leggi semplici dietro la
complessità dei fenomeni al fine di controllarli e prevederli (visione meccanicistica)
Questo modello sistemico della complessità influenza dalla seconda metà del 900 anche altre
discipline e quindi da paradigma cognitivo scientifico passa anche a definire un modello filosofico
delle pluralità. Non si usa quindi solo più nelle scienze ma anche in discipline delle scienze umane.
Si lega anche a:
-CIBERNETICA: che in quegli anni indagava gli schemi di organizzazione che governano animali
e macchine. A partire dagli anni 50 del 900 intorno a questi studiosi circolano anche studiosi di
scienze umane.
Si distingue tra:
- SCHEMA DI ORGANIZZAZIONE DI UN SISTEMA: organizzazione delle relazioni tra gli
elementi
-STRUTTURA FISICA DEL SISTEMA: insieme delle componenti fisiche che interagiscono con
l’ambiente.
La mente non è mera sostanza ma può essere considerata come un processo autopoietico. Va
delineandosi la differenza tra:
- MENTE: schema di organizzazione che riguarda le connessioni
-CERVELLO: struttura fisica
In questa prospettiva è la mente e non il cervello il tratto distintivo degli esseri viventi.
LOVELOCK: IPOTESI DI GAIA: secondo quello precedentemente detto, ipotizza che la terra sia
un sistema dotato di mente e che i vari sotto-sistemi sono connessi tra di loro (schema di struttura) e
quindi c’è influenza reciproca.
BERTUGLIA E VAIO, per rendere esplicativo il concetto di complessità usano una metafora:
ordine,complessità e caos come i 3 stati fisici sotto cui si può presentare l'acqua: 1. allo stato solido
di ghiaccio, è l'ordine completo, 2. allo stato liquido, le molecole sono legate tra loro, ma ciascuna
di esse si può spostare rispetto alle altre, con il risultato che il sistema acqua pare mutevole ed in
grado di adattarsi alla forma del recipiente (ambiente): la simmetria si rompe; 3. allo stato aeriforme
di vapore, è l'imprevedibilità, il disordine, malgrado siano note le leggi che descrivono il
comportamento di ogni molecola: è il caos.
Da questo si può evincere la teoria della complessità: lo scambio di conoscenza avviene tramite
influenze e connessioni che sono sempre INCERTE e INCOMPIUTE.
Tenendo conto del caso e dell’imprevedibilità dobbiamo pensare che lo scambio conoscitivo è
sempre in costruzione e mai concluso perché si attua a livello di STRUTTURA DEL SISTEMA
(fisica e aperta all’ambiente). I processi conoscitivi vanno quindi interpretati in quanto frutto
costruttivo e personale, del particolare modo in cui, in un determinato tempo e in un determinato
spazio fisico,storico ed esistenziale il sistema cognitivo utilizza gli stimoli ambientali.
Nel 900 si è posto troppo l’accento sulla dimensione dell’inconscio e quindi della non ragione. Per
questo motivo si è delineato un movimento chiamato ILLUMINISMO RIVISITATO
(HABERMAS), volto a ridare alla ragione il suo ruolo positivo nella prospettiva di un NUOVO
REALISMO (FERRARIS).
Si passa da modelli monoculturali quindi a modelli plurali che rendano conto della complessità del
reale.
CAPITOLO 2
LA PEDAGOGIA TRA NATURA E TECNICA
Premessa
Il rapporto natura tecnica può essere visto in un’ottica di:
- convivenza
-coevoluzione: l’uomo crea la tecnica che a sua volta influenza l’uomo
-il problema della minore autonomia dell’uomo rispetto alla tecnologia
CIBERNETICA: studia il modo in cui l’intelligenza biologica può essere riprodotta artificialmente.
Per questo motivo indaga le modalità in cui codici multimediali hanno effetto sulle funzionalità
cognitive del singolo.
1 Natura
1.1 La rivoluzione evoluzionista. Variabilità e pluralità dei sistemi vienti
1.1.1 Dal neodarwinismo al postdarwinismo
DARWIN: evoluzione intesa come processo lineare, lento e graduale
TEORIA SISTEMICA POSTDARWINIANA: anni 70/80 del 900: evoluzione procede per
improvvisi salti evolutivi. Si delinea il concetto di SPECIAZIONE: da un ceppo originario si stacca
una specie che si evolve autonomamente in base al processo di co-evoluzione con l’ambiente.
Quando la nuova specie si è staccata e si trova di fronte all’ambiente non si parla più, come in
Darwin di adattamento, quanto piuttosto di EXATTAMENTO: un organo sorto per rispondere a
determinate funzioni si riadatta per svolgere nuove funzioni (GOULD, VRBA).
ELDREDGE: parla di ECOLOGIA COMPLESSA. Poiché una specie si coevolve con l’ambiente e
non esclusivamente da processi interni a se stessa, i processi in atto a un qualsiasi livello del sistema
non possono spiegare tutti i fenomeni che accadono ai livelli superiori casualità, imprevedibilità.
Si esplica in:
- inferenze
-astrazione: capacità di rappresentare la realtà in assenza del dato concreto
-generare e comprendere proposizioni
-trasmettere informazioni
Dal linguaggio nasce la cultura. L’antinomia NATURA/CULTURA viene meno perché il linguaggio
(prodotto della natura) crea la cultura che a sua volta modifica il linguaggio. PRINCIPIO DI
RICORSO DI ORGANIZZAZIONE.
Fino agli anni 70 del 900 NEUROSCIENZE e PSICOLOGIA erano rimasti due ambiti separati:
- NEUROSCIENZE: si limitavano a studiare la struttura fisica del cervello
-PSICOLOGIA: basandosi esclusivamente sui comportamenti dell’uomo tentava di sondare la
mente
La neurobiologia si impegna a collegare analisi della struttura fisica (neuroscienza) e analisi
comportamentale (psicologia).
Ogni aspetto della cognizione, è per questi studiosi il risultato di quella selezione e di quel
rafforzamento di gruppi neuronali che si realizzano nel corso dello sviluppo in base all'esperienza.
EDELMAN: passa da un modello computazionale del cervello (cervello come calcolatore)
a un MODELLO SELETTIVO del CERVELLO: il cervello è plastico e in grado di costruire
un comportamento.
JACOB parla degli “enzimi genetici” come degli organismi in continua attività
ricombinatoria. I geni di cui disponiamo, non sono strutture fisse come si credeva. La loro
ricombinazione garantisce la diversità
CHANGEAUX: compie una semplificazione ulteriore, ammettendo che non c’è differenza tra basi
genetiche dell’uomo e degli animali.
Ciò che ancora rimane fuori da questi studi è la COSCIENZA.
MARCHESINI: il senso di carenza del neonato rispetto alla nascita non è CARENZA ma
RIDONDANZA DI POTENZIALITA’: il cervello dell’uomo è predisposto ad evolversi con
esperienza ed apprendimento. In questo senso VYGOTSKIJ parla dell’ambiente come di
FUNZIONE EXTRACORTICALE: stimola l’attività neurologica del cervello.
2. Tecnica
2.1 Gli artefatti culturali
2.1.1 La mano, la cultura, la tecnica
La tecnica guidata dal pensiero umano ha contribuito a sviluppare il pensiero stesso. La mano, in
particolar modo, ha permesso all’uomo di confrontarsi col mondo poiché traduce in azione il
pensiero dell’uomo e al tempo stesso trasforma l’ambiente, che andrà poi nuovamente a contribuire
sullo sviluppo del cervello stesso (V.: funzione extracorticale, attivazione di determinati
procedimenti sinaptici neuronali).
MCCULLOCH e PITTS: il cervello funziona come un computer, seguendo le regole della logica.
VON NEUMANN e WIENER: PRIMA CIBERNETICA: scienza dell’organizzazione dei sistemi
di controllo e comunicazione negli esseri viventi e nelle macchine. Il punto di partenza è fisico: la
possibilità di riprodurre il pensiero è collegata alla base fisica e materiale, il cervello stesso (bisogna
studiare il cervello per riprodurre il pensiero umano). IL PENSIERO è una proprietà materiale del
CERVELLO.
Si studiano quindi i processi che gestiscono le informazioni non andando a studiare il cervello come
struttura fisica. In questo senso l’apprendimento intelligente scompone gli oggetti di conoscenza in
un numero finito di unità di informazione. Tali unità sono indipendenti l’una dall’altra e sono
combinate tra loro in base a regole formali e in modo indipendente dal contesto.
MINSKY: parla di FRAME: modello di rappresentazione dei contesti in cui si determinano gli
eventi (es. bagno in piscina, frame: giornata di bel tempo, stagione calda).
Il ragionamento logico è indubbiamente una modalità del ragionamento umano, ma vi sono anche
altre modalità di ragionamento.
Ancora sono sconosciute le regole che determinano i collegamenti tra cervello e mente (pensiero).
L’intelligenza artificiale aveva considerato il pensiero come rispondente a leggi della logica, senza
però tenere conto di tutti quei fattori esterni e ambientali che influiscono nello sviluppo del singolo
individuo.
La SCIENZA COGNITIVA nasce nel 79 e tra i pensatori si annovera GARDNER: cercando di
capire come il cervello influenza la mente, considera anche i fattori ambientali, in un’ottica di
interdisciplinarietà che include altre discipline come la filosofia, l’antropologia e la psicologia.
Questo tipo di approccio favorisce una riconsiderazione più complessa del rapporto cervello-mente.
I.A. e PRIMA CIBERNETICA (cognitivisti): riconducono il pensiero alle leggi della logica,
studiando l’intelligenza solo nella sua forma matura.
Poiché l’intelligenza (funzionamento della mente) dipende in larga misura dal contesto, è necessario
per la pedagogia interrogarsi sugli effetti dei nuovi media sulla mente e sullo sviluppo cognitivo. Un
uso consapevole dei media può fornire ampie possibilità di sviluppo metacognitivo perché la
multidimensionalità tipica dei media sollecita forme di apprendimento immersivo, diverse da quelle
astrattive a cui siamo abituati.
1.Soggetto
La psicologia indaga le due dimensioni del soggetto: EROS e LOGOS.
1.1 Le dimensioni del logos
1.1.1 L’approccio psicogenetico
Per PIAGET l’intelligenza è frutto delle strutture genetiche ma anche delle interazioni con
l’ambiente. L’intelligenza funziona attraverso i meccanismi di:
- assimilazione: la mente include gli elementi dell’ambiente esterno
-accomodamento: le strutture della mente vengono modificate per includere gli elementi
dell’ambiente esterno
È questa le tesi dello STRUTTURALISMO GENETICO (che studia l’evoluzione dell’intelligenza
umana sulla base e di fattori genetici e di fattori ambientali), che è la sintesi di:
- TEORIA DELLO STRUTTURALISMO SENZA GENESI: l’evoluzione dell’organismo umano è
determinato dal patrimonio genetico.
-TEORIA DELLA GENESI SENZA LA STRUTTURA: l’evoluzione dell’organismo dipende
dall’ambiente esterno.
DOISE: l’evoluzione del cervello non dipende solo dalle esperienze vissute dal soggetto come
singolo ma anche dalle interazioni sociali più complesse.
Lo sviluppo del linguaggio interno si basa sulla progressiva interiorizzazione di ciò che p stati
precedentemente realizzato nell’ambito degli scambi sociali (esperienze precedenti degli altri,
esperienze che acquisisci nella comunicazione con l’altro etc.)
V. ribalta il modello di PIAGET nel quale il sociale era l’esito dell’evoluzione del cervello. Qui il
processo di crescita parte dalle interazioni sociali e ha come scopo l’evoluzione del cervello.
1.1.3no
1.1.4 L’approccio costruttivista mente-apprendimento-cultura
1.1.5 L’intelligenza distribuita e l’apprendimento collaborativo
BRUNER parte dal concetto di ambiente e ci dice che nel processo percettivo andiamo a
selezionare quegli elementi che intendiamo far nostri e acquisire quindi cognitivamente.
Egli riprende:
di Vitogskij:
- il concetto di ambiente e di linguaggio simbolico
-la nozione di zona di sviluppo prossimale
Di Piaget:
- riprende le fasi ma le indirizza sotto una nuova ottica.
Bruner, infatti, individua la presenza di 3 schemi di rappresentazione:
Rappresentazione esecutiva (fase psicomotoria di Piaget): è lo strumento con il quale il
bambino si rappresenta il suo mondo prevalentemente attraverso le azioni
Rappresentazione iconica (fase del pensiero pre-operatorio di Piaget): il bambino percepisce
attraverso immagini
Rappresentazione simbolica (fase delle operazioni formali di Piaget): effettuata attraverso
codici simbolici.
Le tre forme di rappresentazione non contrassegnano comportamenti distinti di diverse fasi
evolutive ma coesistono nel corso dello sviluppo, interagiscono, e sono largamente influenzate dalla
cultura.
Il pensiero ha carattere costruttivo e collaborativo: la mente infatti opera selezioni non solo
individualmente ma anche nel dialogo con altre menti attive. Ciò distingue la mente umana dalle
altre specie e ciò fa sì che la nostra specie disponga di processi di insegnamento intenzionali (ossia
processi in cui la trasmissione di conoscenze e abilità avviene in situazioni diverse da quelle in cui
poi verranno usate).
L’educazione deve:
- creare ambienti in cui sia possibile promuovere occasioni di insegnamento reciproco perché
Bruner dà importanza alla dimensione interpsichica e collaborativa
- tenere conto della cultura di appartenenza di una determinata istituzione scolastica
(OLSON: ruolo dei media forniti dalla cultura di riferimento nello sviluppo delle strutture
cognitive)
La scuola deve:
- favorire la formazione di contesti di apprendimento volti a potenziare le aspirazioni del singolo
nelle sue varie tappe evolutive
- garantire quindi la differenziazione
-garantire scambi inter e intrapersonali (Vygotskij)
- visti gli studi di GARDNER sulle intelligenze multiple e sull’influenza degli stimoli ambientali
nel favorire queste, occorre che la scuola fornisca al bambino una quantità di stimoli ambientali e
mediatici tale da promuovere un uso critico e consapevole quindi degli stessi, in un’ottica di
apprendimento costruttivo.
- le esperienze personali sono importanti anche nello sviluppo della funzione cognitiva: è
importante quindi conoscere la storia affettiva di ciascun discente. In questo senso occorre
conciliare EROS e LOGOS.
2. Cultura
2.1 Il soggetto tra inculturazione e acculturazione
2.1.1 La scoperta delle differenze culturali
L'incontro con l'antropologia offre alla pedagogia l'opportunità di riflettere sul peso che le
differenze culturali esercitano sulla strutturazione delle identità personali e collettive, nonché sugli
specifici processi della formazione.
BRUNER: dice che non si può parlare di una mente nuda perché niente nella natura umana, è
indipendente dalla cultura. I codici simbolici, di rappresentazione della realtà, dipendono dalla
cultura di appartenenza.
Tutti gli uomini sono tra loro uguali perché neurobiologicamente uguali, sono però tutti diversi
poiché elaborano in modo diverso le sollecitazioni dell’ambiente sociale e culturale.
Non può esistere una mente libera dai condizionamenti culturali, perché la mente stessa è l’esito
dell’interiorizzazione della cultura.
3.Società
3.1 Il soggetto tra famiglia, scuola, città
3.1.1 Processi e istituzioni della socializzazione
Pur essendo ancora valida questa distinzione, esse vanno riviste alla luce dei cambiamenti che
hanno caratterizzato scuola e famiglia negli ultimi anni (es. madre che nei primi mesi di vita delega
a qualcuno la cura del bambino perché lavora).
Con la crisi la famiglia si è adattata e è diventata più complessa e con più funzioni a causa, in
particolar modo, di un indebolimento del Welfare. Per questo la famiglia deve:
- sostenere dall’interno i suoi membri, anche economicamente
-essere sostenuta dall’esterno in modo formale e informale.
La funzione della famiglia è quindi quella di educare le nuove generazioni a vivere le relazioni
sociali come una progressiva scoperta dell’altro e insieme come acquisizione della consapevolezza
della propria identità (cit. Chiara Issor).
Alla luce di tali contraddizioni si è sviluppato nel corso degli anni un dibattito sull'effettiva
possibilità, da parte della scuola, di garantire l'uguaglianza delle opportunità formative. L'istanza
principale resta quella di ribaltare la logica secondo cui gli alunni devono adeguarsi all'istituzione
scolastica, mentre invece è la scuola che deve modificarsi e ristrutturarsi in funzione delle esigenze
di ogni alunno riconosciuto come soggetto attivo e partecipe. E’ dunque importante personalizzare e
individualizzare i percorsi di formazione.
SCUOLA: è un contesto formativo specializzato nei processi di insegnamento-apprendimento:
passaggio da conoscenza spontanea (informale e non formale) a conoscenza formalizzata.
3.1.5 La socializzazione diffusa. Reti comunicative nella città multimediale vedi lezione 10
PARTE 4
LE NUOVE FRONTIERE DELLA PEDAGOGIA TRA VITA BIOLOGICA E VITA
ARTIFICIALE
Premessa
Nell’era dei prodotti tecnologici è in atto una vera e propria mutazione antropologica, in cui si passa
dall’organico al post organico e in cui la tecnologia viene interpretata come frutto dell’umano.
Viste queste premesse, la formazione deve educare alla:
-CREATIVITA’: accettare e far frutto della continua ridefinizione del sé al confronto con le
tecnologie
- RESPONSABILITA’ : sviluppo del pensiero critico rispetto alle tecnologie
-IMPEGNO: in un’ottica di pacifica convivenza futura
1 La sfida dell’artificiale
1.1 Macchine biologiche e uomini meccanizzati
Nella nostra epoca è in atto un processo di ibridazione che vede una biologizzazione delle macchine
e una meccanicizzazione dell’uomo e dell’ambiente. Il fatto che la macchina possa divenire
biologica può inquietare l’uomo andando ad aprire possibilità altrimenti impensabili (arto
artificiale). Sta però all’uomo poi somatizzare e interpretare le conseguenze sociali. La tecnologia
spaventa inoltre perché più autonoma rispetto al sistema uomo. La tecnologia arriverà a cambiare il
funzionamento dell’uomo (a livello genetico) e ciò non può non interessare la pedagogia.
Poiché gli effetti della tecnologia sono piuttosto imprevedibili, dobbiamo agire nei termini di una
RESPONSABILITA’ PREVEGGENTE (JONAS). Quindi in pedagogia è necessario:
promuovere una consapevolezza rinnovata sul ruolo della scienza
riflettere sulle conseguenze del progresso scientifico
l’innovazione tecnico scientifica non dovrebbe tendere allo sfruttamento della natura: quindi
dobbiamo considerare sempre più importanti anche valori come la MODERAZIONE e la
RINUNCIA che dovrebbero contrastare quelli del PROGRESSO (che porta a conseguenze
pericolose per le generazioni future)
2.1 Un paio di no
Primo no: la pedagogia non deve essere solo teoria
Secondo no: la pedagogia non deve essere sosia della filosofia dell’educazione. Se così fosse non ci
sarebbe posto per la didattica
- valorizza il singolo
-valorizza l’ambiente di apprendimento
-interistituzionalità
- promuove una scuola aperta vs il fuori, verso le altre agenzie formative e anche aperta dentro se
stessa.
-si fa garante delle diversità culturali
-elabora curricula che garantiscano alfabetizzazione primaria e secondaria (metaconoscenze):
diviene quindi scienza dell’educazione e in questo senso può gettare le basi anche per la
formazione. Essendo divenuta scienza può indossare quattro abiti scientifici:
Abito epistemico: didattica sia teorica che pratica. Deve venire scienza autonoma.
Abito plurale: la didattica si muove verso istruzione(grammatica delle discipline)- ricerca
(conoscere e capire/analisi e sintesi)- creatività (immaginazione). È PD.
Abito curriculare: percorsi didattico. Il curriculo deve tenere conto del PROGRAMMA (PA)
nazionale e della PROGRAMMAZIONE (PE) locale. Essi devono coesistere perché:
Il PA stabilisce la cultura da trasmettere e PE tiene conto degli interessi e dei
bisogni dell’utenza
PA: indica delle conoscenze mentre PE tiene conto dei processi cognitivi
PA indica traguardi cognitivi generici e PE indica traguardi possibili per le
singole classi o plessi
Abito procedurale: l’insegnamento diviene apprendimento. L’apprendimento deve essere:
o Individualizzato: tener conto dello sviluppo del singolo; si forniscono le conoscenze
in modo graduale. Si utilizza per ALFABETIZZAZIONE PRIMARIA.
o Non individualizzato: l’insegnante fornisce uno stimolo cognitivo e lascia agli allievi
l’elaborazione dello stimolo. Si utilizza per ALFABETIZZAZIONE SECONDARIA.
2.L’epistemologia. Le idee stellari della didattica
Il brutto anatroccolo
Le fasi di sviluppo delle didattica sono:
1) DIDATTICA COME ARTE:
si pensava che l’educatore avesse doti innate: la didattica è un’arte
si pensava che in quanto arte non potesse avere quindi una base scientifica, di cui
disponeva la filosofia dell’educazione
2) DIDATTICA COME PRASSI (no teoria): l’insegnante era un manovale.
Da Cenerentola a principessa
3) DIDATTICA COME SCIENZA: Cenerentola indossa gli abiti di una principessa
(finalmente). Essendo interdisciplinare guarda anche alle altre discipline come psicologia,
pedagogia e sociologia e antropologia.
Si abbina alla pedagogia ai fini di denunciare una apprendimento mnemonico e nozionistico e che
derivi solo dalla scuola e dalla lezione frontale. Per fare ciò privilegia lo sviluppo delle competenze
su quello del sapere nozionistico.
Tutto questo, a patto che il docente stabilisca gli OBIETTIVI DISCIPLINARI a priori.
CD:
-valida il territorio extrascolastico come aula decentrata o come laboratorio (biblioteche, ludoteche,
pinacoteche)
-discipline umanistiche sono più inclini ad applicare questo metodo
-valutazioni in itinere: anche esperienze di autovalutazione
PARTE QUARTA
TEMPI E LUOGHI DELLA FORMAZIONE. LA SCUOLA NON BASTA
CAPITOLO 1
Verso un sistema formativo integrato
1.I luoghi separati della formazione
Il futuro della formazione è quello di un sistema formativo policentrico, che unisca luoghi di
formazione intenzionale (scuola e famiglia) e luoghi di formazione non intenzionale (luoghi di
loisir) che non investono nella formazione. Il capitolo vuole denunciare i limiti di questi tre luoghi
della formazione:
- scuola: FORMALE: crescenti livelli di dispersione scolastica. La rete sta portando a una cultura in
frantumi e omologante.
-città: NON FORMALE: importante perché vicina ai bisogni della popolazione. Purtroppo ci sono
stati tagli all’investimento culturale. Fortunatamente questi tagli sono stati compensati dal
volontariato.
- mercato a pagamento: INFORMALE: purtroppo i scenari dell’extrascuola a volta vengono
indirizzati al guadagno. Ludoteche diventano sale giochi a pagamento.
PARTE QUINTA
LE AGENZIE EDUCATIVE DA SALVAGUARDARE E INTERCONNETTERE
CAPITOLO 1
LA SCUOLA
1. Un check up impietoso
La scuola è da ristrutturare.
1.1 I killer sono due
I nemici della scuola sono il
Neoliberalismo: lo stato ha meno potere e quindi lo ha meno anche rispetto alla scuola
il neointegralismo: il proliferare di un’istruzione non statale porta a una scuola priva di una
direzione istituzionale unica e di una guida culturale definita
CAPITOLO 2
LA FAMIGLIA
1.In difesa della singolarità
La famiglia deve integrarsi alla scuola contro i pericolo dell’omologazione e della
standardizzazione per portare alla formazione di singolarità.
2.Sei idee per mamma e papà
Documentare se il territorio urbano è a misura del bambino
Prepararsi al parto
Devono farsi portavoce dei diritti dei bambini. Educare i giovani genitori!
Educazione alimentare
Chiedere agli enti locali che sia controllato la qualità dei servizi educativi, della dispersione
scolastica e il lavoro minorile
Mettere regole e rispetto all’uso dei media
-Il veleno della paura: le notizie diffuse dai media stanno generando un clima di paura rispetto
all’”altro da me”. Ciò sta generando genitori rinchiusi nel privato e indifferenti rispetto a ciò che
accade fuori dalle loro mura, in primis indifferenti alla scuola.
-Il veleno antiscuola: i media propongono come norma casi isolati di bullismo o degrado
dell’edilizia scolastica al fine di alimentare il discredito verso l’istruzione pubblica.
CAPITOLO 3
L’ASSOCIAZIONISMO
1.Diamo futuro alle giovani generazioni
Al fine di creare l’uomo e la donna del domani è necessario dotare i giovani di una molteplicità e
varietà di spazi esistenziali (sociali, civili, culturali) nel nome e nel segno dell’associazionismo e del
volontariato (tradizionalmente cattolico e/o laico)
Ciò è possibile:
- con il rimando al principio di sussidiarietà: gli enti locali devono finanziare le associazioni con
progetti pedagogici più validi. È importante finanziare l’associazionismo perché esso mette le
giovani generazioni nelle condizioni di apprendere prassi di vita democratica.
Il potenziamento del volontariato, come bottega culturale non formale garantisce l’instaurarsi di un
sistema formativo integrato che funzioni.
Il volontariato assicura:
- stimoli culturali
-tensione etico civile: cooperazione e impegno collettivo
-continuità progettuale: necessità di forme permanenti e non estemporanee