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DIRITTO INTERNAZIONALE (lezione 2)

La questione della guerra Russia- Ucraina riguarda i seguenti istituti internazionali:

- riconoscimento delle repubbliche separatiste in ucraina.

- l’autodeterminazione dei popoli con riferimento all’invocazione di questo principio come legittimazione
del capo di stato come intervento ucraino.

- quali sono le conseguenze di queste violazioni gravi.

- Il motivo per il quale la nato viene nominato anche se esterno al conflitto.

- il diritto internazionale applicabile in questo momento e quali sono le norme e i principi. Il principio del non
intervento, il divieto di non ingerenza. Principio violato dalla Russia, ora che sappiamo quali sono le pretese
da parte dello stato.

Il 24 febbraio la Russia ha attaccato l’Ucraina. Dopo l’attacco, Putin ha rivendicato l’indipendenza


riconoscendo le repubbliche separatiste. Questa dichiarazione è una dichiarazione che da un punto di vista
giuridico, non è un atto che conferisce soggettività internazionale perché è un atto politico/lecito con il
quale lo Stato che lo concede manifesta la sua volontà di intrattenere rapporti con un altro Stato. Il
riconoscimento in questa raffigurazione al contempo presuppone la soggettività giuridica, salvo nel caso in
cui si tratti del riconoscimento prematuro, ovvero quell’atto politico mediante il quale uno o più Stati
intendono accelerare il processo decostruito la nascita di un nuovo ente quale soggetto internazionale. Non
è l’atto con il quale è possibile accettare l’indipendenza, il che ci ricollega all’autodeterminazione dei popoli,
atto politico che lega in una prospettiva giuridica con le dichiarazioni del presidente affianco della lotta
dell’autodeterminazione minoranze all’interno dell’ucraina.

Il territorio delle repubbliche separatiste è territorio dello stato sovrano in ucraina, dunque ambito
dell’esercizio della sovranità statale. Nell’ambito del proprio territorio l’esercizio del potere statale viene
effettuato nel rispetto del principio.

Punto uno: riconoscimento

Punto due: menzione del principio dell’autodeterminazione dei popoli per legittimare l’intervento. Ha un
contenuto specifico, e perché non si fa alla rivendicazione dell’indipendenza delle minoranze russa. Dal
principio di autodeterminazione scaturisce un obbligo di consentire che il popolo che lotti per
l’indipendenza possa farlo, senza ostacoli. Si rivolge solo a quei popoli che hanno subito occupazione da
una potenza coloniale o hanno subito un’occupazione subita tramite forza armate, o soggettati da un
governo razziale. La portata nel DI è ristretta, non ha una portata così ampia. Trattandosi di un principio
cogente, legittima gli altri stati della comunità internazionale.

Siamo al di fuori della fattispecie descritta, quindi qual è lo status della minoranza russa in territorio
ucraina? Una minoranza che coesiste con la popolazione

Terzo tema: come si configura l’attacco del 24? Come una violazione dell’art 2 par 4 della Carta. Violazione
del divieto cogente di utilizzo e minaccia della forza armata di tipo bellico. Vieta anche la minaccia della
forza armata di tipo bellico, una parte degli studiosi ritiene che anche nei giorni precedenti la Russia ha
violato questa norma. Norma inderogabile e assoluto nei limiti dell’articolo quindi dei rapporti
internazionali. Non vieta l’uso della forza nei confini statali se non in alcuni casi e per il DI lo stato che
subisce un attacco armato ha il diritto di reagire in legittima difesa, secondo quanto codificato nell’art 51.
(Contromisura che lo stato che subisce un’aggressione armata può ricorrere allo scopo di tutelare la propria
sicurezza, integrità territoriale)

Divieto di uso della forza (art 2 p 4 carta ONU)

L’unica eccezione nel DI è la legittima difesa. È quello che sta facendo l’Ucraina, affinché sia legittima, la
stessa deve rispondere a dei requisiti: proporzionalità, necessità, immediatezza. Non può legittimare
interventi armati successivi. Il secondo è il più importante, perché se lo stato ha un altro modo per
raggiungere l’obiettivo non per forza deve utilizzare per forza l’arma, deve essere l’estrema razio. La
proporzionalità non fa riferimento all’uguaglianza dei mezzi utilizzati, ma di forze proporzionali. Così come
concepito all’interno del sistema di sicurezza collettivo, incontra un cortocircuito è vero che il diritto della
legittima difesa è un diritto naturale, è vero anche che la Carta ha instaurato un meccanismo mediante il
quale ha concentrato l’uso della forza a livello internazionale. Lo stato deve necessariamente prima dare
comunicazione al consiglio di sicurezza, il quale deve fare due cose:

1 - accertare ci sia stata un’aggressione, funzione di accertamento

2 - funzione di autorizzazione, autorizza lo stato a reagire.

Il problema è il cortocircuito nel caso Russo - Ucraino, nei casi in cui siano coinvolti grandi potenze che
hanno interessi importanti questo meccanismo va in tilt, motivo per il quale in questi giorni nelle testate
internazionali hanno parlato di espellere il Consiglio perché questo comportamento è contrario alla razio.
Le nazioni unite del 45 nascono con l’obiettivo principale di sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli
fondate sul rispetto e sull’uguaglianza dei diritti e prendere misure per rafforzare la pace universale.
Conseguire la cooperazione internazionale e il rispetto dei diritti dell’uomo ecc …

Sembra legittimo parlare dell’opportunità di riconsiderare la partecipazione di stati come la Russia a questo
tipo di organizzazione internazionale.

Nel momento in cui si verifica una minaccia alla pace così consistente non è giusto che questo meccanismo
vada in tilt perché siamo in grado di comprendere i motivi per il quale questo meccanismo non viene
compreso, in quanto limite procedurale, diritto di veto, e strutturale, non ha i mezzi per mettere in atto i
suoi poteri per cui deve avvalersi necessariamente dei mezzi dei singoli stati.

A seguito del veto della Russia gli altri membri del Consiglio hanno dichiarato che tutto ciò non avrebbe
impedito loro di manifestare il loro dissenso. C’è chi non ha voluto partecipare all’adozione di questo
statement: India, Cina

In questo statement gli Stati hanno descritto l’aggressione e hanno sottolineato l’opportunità
dell’esclusione. Da qui non si torna più indietro, ma c’è sempre il cortocircuito. È vero che il Consiglio che
non funziona, ma è vero che questo meccanismo può essere aggirato, perché tornando alla legittima difesa
è un diritto naturale che lo stato può eseguire al di fuori dei meccanismi della carta. Il discorso è la richiesta
di intervento da parte dello stato attaccato, perché questo diritto può essere collettivo. Art 51. Anche la
tutela collettiva è un diritto naturale.

È ipotizzabile che al di fuori del meccanismo del consiglio di sicurezza intervengano altri stati all’interno di
questo conflitto? Sì, quando lo Stato attaccato non ha risorse necessarie. (art. 51 legittima difesa individuale
e collettiva perché pre-esiste al di fuori della Carta e delle nazioni unite. Ha il diritto di reagire ad un attacco
armato)

È chiaro che l’intervento deve essere richiesto dallo Stato territoriale, altrimenti si viola la sovranità di
quello Stato. Soprattutto nessuno può impiegare la forza armata, perciò ci vuole una richiesta. Ipotesi
remota perché alla fine della guerra, le sorti dello stato dipendono dalla volontà politica degli altri.
La Nato non può intervenire perché non ha competenza, l’art 10 dice che le parti convengono che un
attacco armato sarà considerato un attacco diretto per le parti contraenti. L’Ucraina vuole entrare nella
Nato, la Russia si oppone. Già nel 2008 Kiev stava lavorando per entrare ma non si può entrare se è uno
Stato che in quel momento vive un conflitto. Come nell’Ue vigono degli standard da rispettare, così anche
qua. In questo momento, un ingresso dell’Ucraina nella Nato è improbabile, non solo per l’opposizione
della Russia ma perché non soddisfa i parametri necessari richiesti per l’ingresso della Nato. Putin chiedeva
una rassicurazione scritta, che non può avere perché l’art 10 dice che i membri possono invitare qualsiasi
altro stato europeo affinché si rispettino i principi richiesti, depositando l’atto di adesione negli Stati Uniti
d’America.

L’altro ieri la Corte Penale Internazionale ha deciso di aprire un fascicolo sul comportamento di alcuni
organi di stato Russi in Ucraina, ma è importante riflettere che entrambe non sono parti dello statuto della
corte. L’Ucraina aveva accettato nel 2015 la giurisdizione della corte penale, atti di crimini di guerra e
genocidio con riferimento alla Crimea. La Corte Penale può esercitare la sua giurisdizione che si stanno
attualmente penetrando all’interno dell’Ucraina. La stampa metteva in luce la mancata adesione
dell’Ucraina e Russia escludendo l’intervento della Corte. Nel 2016 è intervenuta con una codifica per
l’adesione allo statuto della corte. Nella dichiarazione l’Ucraina aveva accettato solo per i crimini di
genocidio, umanità e guerra non anche contro l’aggressione. Quindi il procuratore generale che ha deciso di
aprire un fascicolo in cui non si pronuncerà e condurrà il crimine di aggressione, ma ha aperto l’inchiesta su
questi altri tre capi. Non sarà difficile accertare i crimini di guerra, in quanto morti civili. (Corte penale
internazionale: il procuratore può iniziare le indagini di propria iniziativa, valuta la serietà delle info
ricevute, può richiedere ulteriori informazioni a qualsiasi fonte affidabile, può ricevere info scritte e orali. Se
ci sono elementi che giustificano l’inizio delle indagini può aprire il caso. Se la camera preliminare dopo aver
esaminato la richiesta degli elementi, può dare l’autorizzazione. Una risposta negativa non nega al
procuratore di ripresentare la domanda con altri elementi aggiuntivi riguardo la stessa causa.)

Parallelamente l’Ucraina ha presentato una richiesta alla corte internazionale di giustizia di adozione di
misure provvisorie contro la Russia.

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