prof.ssa Pietrobon
1. ENTI TERRITORIALI
Ruolo primario nelle relazioni internazionali assunto dagli enti dotati di potest
territoriale, prima di tutto gli STATI che sono i soggetti principali del diritto
internazionale. La soggettivit internazionale propria degli Stati sovrani ed
indipendenti. Non sono quindi soggetti di diritto internazionale gli Stati federati poich
non sono indipendenti. Non elemento rilevante ai fini dellacquisto di soggettivit
internazionale la dimensione del territorio di uno Stato o del suo popolo. Infatti sono a
pieno titolo soggetti di diritto internazionale Stati molto piccoli. Tuttavia sorge un
problema per gli Stati esigui come San Marino ad esempio, poich questi dipendono
da terzi per la condotta delle loro relazioni internazionali. Il dubbio della soggettivit
internazionale di questi Stati si basa sulla loro mancanza del requisito
dellindipendenza, ma sono da alcuni considerati soggetti gli Stati protetti esistiti
durante il periodo coloniale. Anche i territori sotto mandato sono entit prive di
soggettivit internazionale, come quelli sotto amministrazione fiduciaria. Non vanno
considerate soggetti di diritto internazionale nemmeno le autorit dotate di autonomia
allinterno di uno Stato. E questo il caso dellautorit Palestinese, perch manca del
requisito delleffettivit essendo soggetta alla volont di Israele. Oltre agli Stati sovrani
e indipendenti, altri soggetti di diritto internazionale come enti territoriali sono gli
INSORTI che hanno come obiettivo il rovesciamento del governo di uno Stato oppure
la secessione di una parte del territorio dello Stato tramite la lotta armata. Sono da
ritenere enti territoriali soltanto se questi esercitano effettivamente un controllo
esclusivo su una parte di territorio e popolazione, e non si tratti di semplici disordini
interni. La loro rilevanza sul piano internazionale connessa al principio di effettivit.
Sono ENTI TEMPORANEI perch destinati a trasformarsi in uno Stato o a sostituirsi al
governo costituito, se vincono, e a retrocedere come semplice gruppo di individui, se
perdono. Per questo rispetto agli Stati hanno una capacit internazionale limitata: gli
insorti possono concludere accordi con soggetti internazionali in base alle norme che
regolano la condotta delle ostilit contro il governo legittimo e alle norme che
disciplinano lesercizio del potere di governo degli insorti sul territorio da loro
controllato. Per quanto riguarda le facolt del governo legittimo, questo pu:
a)lecitamente reprimere linsurrezione avendo solo come vincolo limiti di natura
umanitaria (art. 3 Convenzione di Ginevra e protocollo addizionale del 1977); b)gli
insorti non sono considerati legittimi combattenti e quindi se catturati non sono
considerati prigionieri di guerra, ma possono essere trattati come semplici criminali. Gli
insorti hanno capacit bellica limitata, non possono condurre ostilit in alto mare.
Se linsurrezione sconfitta il governo legittimo non responsabile dei danni provocati
dagli insorti. Se linsurrezione invece vince, il nuovo governo tenuto a riparare i danni
causati dagli insorti ed anche responsabile per i danni causati dal governo
precedente. I terzi (altri Stati) possono aiutare il governo costituito, ma non gli insorti;
se lo fanno commettono un illecito internazionale. I terzi non possono fornire armi agli
insorti, ma solo al governo legittimo.
2. ENTI NON TERRITORIALI
Governi in esilio. Vedi nella II Guerra Mondiale quando diversi governi di Stati occupati
dalla Germania si rifugiarono nel Regno Unito. E necessario che vi sia uno Stato
disposto ad ospitare questo ente e a permettergli di espletare le sue funzioni. Vengono
considerati soggetti di diritto internazionale quando la nuova situazione della comunit
territoriale dalla quale provengono e che aspirano a rigovernare sia in transito. Vedi nel
corso di una guerra (occupatio bellica) la quale non estingue la personalit dello stato
occupato. Il governo in esilio opera come ente fiduciario del popolo da esso
rappresentato. [esempio di governo in esilio: durante linvasione irachena del Kuwait
nel 1990, il governo kuwaitiano and in Arabia Saudita in esilio]. Il governo in esilio pu
esigere ladempimento di accordi a favore della popolazione per cui opera. La fine
della guerra dovrebbe portare alla fine del governo in esilio che o riesce a reintegrarsi
come organizzazione centrale dello Stato da cui proviene, o si estingue.
Comitati Nazionali allEstero. Vedi durante la I Guerra Mondiale con il riconoscimento,
ad esempio da parte di Francia, Italia e Ragno Unito, dei comitati nazionali
cecoslovacco e polacco. Questo ente assume la gestione degli interessi di una
comunit nazionale che aspira a governare in futuro, ma che attualmente soggetta
ad un potere statale. Esistono se c uno Stato in guerra contro lo Stato che
attualmente governa la comunit di cui il comitato espressione e se c uno Stato
terzo disposto ad ospitarli. Al comitato devessere consentito di esercitare funzioni di
governo sui connazionali che si trovano allestero. Per essere rilevante a livello
internazionale deve disporre di proprie forze armate. Questi enti divengono titolari di
diritti e obblighi derivanti dal diritto bellico, possono concludere accordi sullimpiego
delle loro forze armate e in alcuni casi intrattengono relazioni diplomatiche. Questa
figura oggi ha perso dimportanza e per alcuni versi stata assorbita dal movimento di
liberazione nazionale.
Movimenti di Liberazione Nazionale. Enti organizzati rappresentativi di un popolo in
lotta per lautodeterminazione.
Anche questi aspirano a divenire organizzazioni di governo di una comunit territoriale.
La loro rilevanza sul piano internazionale non legata al principio di effettivit (vedi
insorti), ma al principio di autodeterminazione dei popoli; lente che rappresenta un
popolo attualmente sottomesso a dominio coloniale, o razzista, o ad occupazione
straniera. (es.: movimenti di liberazione nazionale durante la decolonizzazione degli
anni 60; lOLP - Organizzazione per la Liberazione della Palestina).
Questi enti prendono parte ai lavori di organizzazione internazionali e partecipano a
conferenze internazionali. (LOLP stata osservatore allAssemblea Generale
dellONU ed stata membro della Lega Araba). Hanno inoltre capacit di concludere
accordi soprattutto per quanto riguarda lo svolgimento delle ostilit contro il governo
costituito o la costituzione del futuro Stato (vedi accordi di Oslo-Washington del 1993
tra OLP e Israele per quanto riguarda lo status dei territori palestinesi).
La disciplina che regola le guerre di liberazione nazionale distaccata da quella che
regola le guerre civili. Si affermata nel diritto consuetudinario la regola per la quale il
governo non pu usare la forza per privare il popolo del diritto di autodeterminazione,
quindi la repressione violenta da considerare illecita. Ai terzi vietato lintervento a
fianco del governo costituito per la repressione del popolo. Alcune risoluzioni
dellAssemblea Generale attribuiscono ai popoli in lotta per lautodeterminazione il
diritto di ricevere aiuti da terzi Stati in una guerra di liberazione nazionale (diritto di
resistenza).
3. ENTI SUI GENERIS
Santa Sede. Suprema autorit della Chiesa Cattolica. Fa parte di quella categoria di
enti che hanno caratteristiche peculiari e che sono associati alla comunit
internazionale a titolo individuale.
Ha il potere di concludere accordi internazionali (sono chiamai concordati quando
hanno per oggetto il trattamento riservato alla religione cattolica e al clero). Partecipa ai
lavori di organizzazioni internazionali ( osservatore allAG, membro dellOSCE e
dellAIEA e prende parte a conferenze internazionali). Intrattiene rapporti diplomatici
con i maggiori Stati membri della comunit internazionale.
I rapporti con lItalia sono disciplinati dai Patti Lateranensi (1929) composti da un
trattato, una convenzione finanziaria e un concordato. LItalia riconosce la sovranit
della Santa Sede sulla citt del Vaticano. La citt del Vaticano assume lo stato di
neutralit permanente, rimarr estranea alle competizioni territoriali fra gli Stati a meno
che gli Stati contendenti facciano appello alla sua missione di pace. Il 18 febbraio 1984
Italia e Santa Sede hanno stipulato un accordo che sostituisce i Patti del 1929.
La Santa Sede in quanto ente internazionale esente da giurisdizione
nellordinamento italiano. La Santa Sede (persona internazionale) diversa dallo Stato
Citt del Vaticano (dominio territoriale). Il collegamento dato dal Papa che autorit
centrale di entrambi.
Ordine di Malta. In epoche remote ha esercitato autorit di governo su diversi territori.
Inizialmente si stabil a Gerusalemme, poi si trasfer a San Giovanni dAcri, poi a Cipro
e a Rodi. Dal 1530 lordine ebbe in feudo Malta da cui venne cacciato da Napoleone.
Da quel momento venuto meno il suo dominio territoriale.
Intrattiene relazioni diplomatiche con alcuni Stati; stato ammesso come osservatore
allAssemblea Generale nel 1994; svolge funzioni di carattere umanitario sia in tempo
di pace sia in occasione di conflitti armati; emette passaporti. I rapporti tra lItalia e
lOrdine di Malta sono disciplinati da uno scambio di note dell11 gennaio 1960.
Comitato Internazionale della Croce Rossa. Si costituito nella forma di associazione
di diritto privato ai sensi del diritto svizzero.
Ha sede a Ginevra, composto da individui nominati per cooptazione; un ente
umanitario che promuove i principi fondamentali ed uniformi dellistituzione della Croce
Rossa; opera con indipendenza politica, confessionale ed economica; svolge attivit
di rilievo internazionale durante i conflitti armati: le quattro convenzioni di Ginevra del
1949 assegnano al Comitato le funzioni di organizzazione umanitaria nel caso in cui
non sia possibile affidare questi compiti alle potenze protettrici (Stati neutrali) o ad un
sostituto di queste. E abilitato, per quanto riguarda i conflitti armati internazionali, ad
offrire i suoi servigi alle parti in conflitto. Gli stato attribuito lo status di osservatore
presso lAssemblea Generale; stipula con gli Stati accordi volti a determinare lo status
dei suoi funzionari, della sede della missione e dei suoi beni.
4. ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI
Associazioni fra Stati provviste di un apparato di organi. Sono enti che nascono per
volont degli Stati attraverso un trattato istitutivo e possono estinguersi se si afferma
una volont in questo senso dei suoi membri.
Non sono enti di fatto, cio originari della comunit internazionale come gli Stati, ma
invece sono enti derivati. Ci sono organizzazioni internazionali a carattere universale
(es.: ONU) e a carattere regionale (es.: UE). Hanno di regola una struttura tripartita
composta da: 1. assemblea; 2. consiglio esecutivo (entrambi sono organi collegiali
composti da Stati); 3. segretariato generale (organo individuale, non pu ricevere
Capitolo 2 - Il Riconoscimento
1. Il riconoscimento di NUOVI STATI
Uno Stato sovrano e indipendente diventa soggetto di diritto internazionale in base ad
una situazione di fatto (effettivit di governo e indipendenza). Ci avviene quasi in
maniera automatica e il diritto internazionale ne prende atto in base al principio di
effettivit. Ogni volta che un nuovo Stato nasce gli Stati preesistenti procedono al suo
riconoscimento. Lo scopo del riconoscimento prendere atto della realt del nuovo
Stato e dar prova di voler entrare in relazione con esso.
Esistono essenzialmente due forme di riconoscimento:
- riconoscimento DE IURE (pieno), lo Stato che lo compie ritiene che la situazione del
nuovo Stato sia caratterizzata da completa stabilit e che sia quindi possibile
procedere allinstaurazione di normali relazioni con esso;
- riconoscimento DE FACTO, lo Stato che lo compie, pur prendendo atto dellesistenza
di unautorit statale, nutre riserve sulla stabilit della situazione.
Comunque, oltre a quello esplicito legato a una dichiarazione formale, il riconoscimento
pu essere anche TACITO o IMPLICITO.
Per evitare che la partecipazione ad un trattato multilaterale da parte del nuovo Stato
possa essere considerata come una forma di riconoscimento implicito, gli Stati parti,
spesso, affermano che la loro partecipazione al trattato multilaterale non comporta il
riconoscimento del nuovo stato.
Il riconoscimento non ha valore costitutivo della personalit internazionale del nuovo
Stato, comunque da questo dipende la possibilit dello stesso di intrattenere normali
relazioni con gli Stati preesistenti.
Se ad esempio un nuovo Stato non fosse riconosciuto da nessuno degli Stati
preesistenti verrebbe ad essere titolare solo dei diritti e degli obblighi derivanti dal
diritto consuetudinario, che non presuppongono lesistenza di relazioni diplomatiche.
Il riconoscimento un atto politico e discrezionale e pu essere sottoposto a condizioni
dallo Stato preesistente.
Deve essere effettuato ad uno stato effettivamente indipendente e non devessere
prematuro.
Lo Stato non riconosciuto dovrebbe avere locus standi dinanzi ai tribunali dello Stato
non recognoscente, godere dellimmunit della giurisdizione di fronte ai tribunali di
questultimo Stato e vedere le sue norme e sentenze ivi applicate, in virt del rinvio
operato dalle norme di diritto internazionale privato. Questa procedura seguita dalle
corti continentali. Al contrario, nei paesi di common law, il nuovo Stato non riconosciuto
non ha nessun locus standi di fronte ai tribunali e le norme del suo ordinamento non
vengono riconosciute.
2. Il riconoscimento di NUOVI GOVERNI
E effettuato nel caso di mutamento rivoluzionario del regime di potere in uno Stato
preesistente (non si estingue lo Stato come soggetto di diritto internazionale).
Questo riconoscimento esplica la volont dello Stato che vi procede di mantenere con
il nuovo governo le stesse relazioni internazionali che aveva con il governo
precedente. Anche questo un atto di natura politica e discrezionale. A volte il
mancato riconoscimento dipende dal fatto che il nuovo governo non democratico e
viola in modo massiccio i diritti umani. Il mancato riconoscimento di nuovo governi non
vuol dire che viene interrotto ogni rapporto tra i due stati, i trattati bilaterali rimangono in
vigore e le relazioni diplomatiche continuano normalmente anche se ad un livello
minore rispetto al precedente.
3. Riconoscimento di INSORTI e di BELLIGERANZA in caso di GUERRA CIVILE
Questo riconoscimento esplica la volont di Stati terzi rispetto al conflitto di non trattare
gli insorti come dei criminali. E effettuato da Stati che vogliono mantenere relazioni con
Capitolo 4 - Il territorio
Territorio: ambito entro cui lo Stato esercita la sua potest di governo (imperium) ad
esclusione di altri soggetti di diritto internazionale. La potest di governo e il connesso
esercizio esclusivo sono manifestazioni della sovranit territoriale. Il diritto internazionale
tutela questa sovranit quindi ogni attivit esercitata in territorio straniero senza consenso
dello Stato territoriale illecita.
Limperium diverso dal dominium, che ha connotazione privatistica.
Il diritto internazionale protegge lintegrit territoriale dello Stato.
Tra i poteri connessi allesercizio della sovranit territoriale fa parte anche quello di cedere
parte del proprio territorio. Questo oggi deve fare i conti per con il principio di
autodeterminazione dei popoli.
Per quanto riguarda il potere di governo dello Stato nel proprio territorio vi sono comunque
dei limiti derivanti dal diritto internazionale, sia consuetudinario che pattizio. Questi limiti
riguardano in particolare il trattamento che deve essere riservato agli Stati stranieri, ai loro
organi e ai loro cittadini. Ad esempio, non possono essere sottoposti a giurisdizione stati
esteri per le loro attivit iure imperii.
Il potere di imperio dello Stato incontra limiti anche per quanto riguarda il trattamento dei
propri cittadini secondo le norme di diritto consuetudinario e pattizio (trattati sulla
protezione dei diritti umani) ratificati dallo Stato.
Oggetto del diritto di sovranit territoriale sono: territorio, mare territoriale e spazio aereo
sovrastante il territorio. Nelle aree adiacenti al mare territoriale, lo Stato costiero non
esercita alcun diritto di sovranit territoriale, ma solo poteri di tipo funzionale e diritti
sovrani connessi allo sfruttamento delle risorse naturali del suolo e sottosuolo marino e
delle risorse biologiche.
La sovranit sul territorio pu essere esercitata congiuntamente da due o pi Stati. Vedi
condominio; ad esempio il caso del Sudan che tra il 1898 e il 1956 stato condominio di
Regno Unito ed Egitto.
Modi di acquisto della sovranit territoriale
Sono previsti da norme di diritto internazionale consuetudinario che risentono della
tradizione romanistica cui era ispirato il diritto internazionale al momento della nascita
della Comunit Internazionale. Comunque alcuni modi di acquisto si sono estinti o hanno
perso dimportanza.
I modi di acquisto della sovranit territoriale sono: originari o derivati.
Quelli originari implicano lacquisto di un territorio nullius e la conquista. Infatti non basta la
scoperta del territorio nullius, ma occorre loccupatio accompagnata dallanimus
possidendi che consiste in unesplicita dichiarazione di annessione o nella volont
implicita in comportamenti concludenti (ad esempio in manifestazioni di governo).
Elemento indispensabile per la sovranit che si tratti effettivamente di res nullius, in caso
contrario non sorge il diritto di sovranit territoriale. La conquista deve essere distinta dalla
debellatio che riguarda la distruzione dellapparato militare dellavversario. Oggi la
conquista non pi un modo di acquisto poich contrasta col divieto di aggressione.
Quando si parla di acquisto della sovranit territoriale ci si riferisce a Stati preesistenti
della comunit internazionale, mentre un nuovo Stato comporta automaticamente
lacquisto della sovranit sul territorio su cui lo Stato sorge.
La cessione un modo derivato di acquisto della sovranit territoriale. Pu avvenire in
molti modi. Ad esempio la vendita del territorio dellAlaska ceduta agli USA dallImpero
Russo nel 1867. Il trasferimento del territorio e lacquisto della sovranit territoriale
avvengono con il consenso dello Stato che lo cede o per lo meno con la sua
acquiescenza. Loccupatio bellica non d titolo alloccupante per annettere il territorio
Queste aree soggette al principio del patrimonio comune dellumanit sono diverse dalla
res nullius perch non possono esse oggetto di appropriazione. Anche le aree soggette al
principio di libert (vedi alto mare) sono inappropriabili.
Sono assoggettati al principio del patrimonio comune dellumanit: i fondi marini al di sotto
della piattaforma continentale (art. 136 Convenzione di Montego Bay); i paesi in via di
sviluppo; lo spazio extra-atmosferico; i corpi celesti (inclusa la luna). [gli ultimi due in
teoria]
Antartide. La disciplina di questo territorio prevista dal Trattato di Washington del 1
novembre 1959, e stabilisce che: lAntartide deve essere usato esclusivamente per fini
pacifici, divieto di svolgere qualsiasi attivit militare (art. 1). E per consentito impiegare
personale o materiale militare per la ricerca scientifica. Lart. 5 prevede inoltre il divieto di
qualsiasi esplosione nucleare o il deposito di qualsiasi materiale radioattivo. Lart. 2
stabilisce il principio di libert per tutti gli Stati di ricerca scientifica in Antartide. Lart. 4
congela ogni pretesa di sovranit sullAntartide.
In virt del trattato di Washington lAntartide gestito dal Comitato delle Parti Consultive di
cui fanno parte i 12 Stati che negoziarono il trattato e quelli che hanno acquisito lo status
di parte consultiva pi tardi. Per acquisire tale status necessario aver ratificato il trattato
e aver svolto una sostanziale ricerca scientifica nel continente. Laccesso al club delle
Parti Consultive avviene per cooptazione. Quindi gli Stati facenti parte del trattato di
Washington si dividono in parti consultive e non, e adottano raccomandazioni da
indirizzare ai propri governi.
Nel 1991 stato concluso un Protocollo sulla protezione dellambiente antartico che lo
dichiara riserva naturale votata alla pace e alla scienza. Lart. 7 proibisce ogni attivit
mineraria in Antartide. Comunque dopo 50 anni dallentrata in vigore del Protocollo ogni
parte consultiva potr chiedere la convocazione di una conferenza di riesame del
Protocollo.
Il sistema antartico sta evolvendo una progressiva istituzionalizzazione.
I beni appartenenti allo Stato predecessore e situati in un terzo Stato diventano propriet
dello Stato successore in caso di estinzione del predecessore per incorporazione, fusione
o smembramento. restano invece al predecessore in caso di secessione o di cessione.
Fonte di controversia la sorte del debito pubblico dello Stato predecessore. La regola
questa: i debiti localizzati, cio contratti a favore del territorio oggetto della (es.:
costruzione opere pubbliche) successione si trasferiscono al successore; gli altri debiti
invece, come il debito generale, rimangono al predecessore se questo non cessa di
esistere. In caso contrario invece difficile stabilire se i debiti si trasmettano al
successore. La dottrina divisa: alcuni si appigliano al principio di continuit. La
Convenzione di Vienna indirizzata a favore del principi di trasmissibilit in proporzioni
eque (art. 41).
Incerta anche la fine dei beni che appartengono a Stati terzi o a stranieri e situati nel
territorio oggetto della successione. Lart. 12 della Convenzione di Vienna del 1983 dice
che i beni che appartengono a Stati terzi non sono pregiudicati dal mutamento di
sovranit.
Archivi di Stato: la convenzione di Vienna adotta un principio di territorialit, salvo diverse
volont delle parti. In caso di cessione gli archivi relativi allamministrazione del territorio
ceduto passano al successore. Lo stesso vale per il nuovo Stato costituitosi sul territorio
dello Stato predecessore e in caso di smembramento.
La piattaforma continentale
Listituto della piattaforma continentale costitu oggetto di riconoscimento sul piano
convenzionale nel quadro della I Conferenza sul diritto del mare del 1958. Essa riconosce
allo Stato costiero diritti sovrani sulla piattaforma continentale relativamente alla
esplorazione e sfruttamento delle risorse naturali della stessa.
I diritti dello Stato costiero sulla piattaforma continentale sono esclusivi, nel senso che
nessuno pu svolgere attivit di esplorazione o sfruttamento senza autorizzazione dello
Stato costiero, ed automatici, non dipendono cio da una espressa proclamazione.
Tali diritti non pregiudicano in alcun modo lo status giuridico delle acque sovrastanti la
piattaforma, n quello dello spazio aereo al di sopra di quelle acque.
Per quanto concerne la delimitazione della piattaforma continentale in senso giuridico, il
limite interno coincide con il confine esterno del mare territoriale. Pi complessa risulta la
definizione del limite esterno della piattaforma.
La piattaforma (in senso giuridico) di uno Stato costiero comprende i fondi marini ed il
relativo sottosuolo, al di l delle sue acque territoriali, fino a 200 miglia marine dalla linea
di base a partire dalla quale misurato il mare territoriale. Indipendentemente da ogni
considerazione di carattere geologico, la piattaforma continentale ha comunque
unestensione minima di 200 miglia marine a partire dalla linea di base. Il limite massino
di 350 miglia dalle linee di base oppure di 100 miglia dallisobata dei 2500 metri.
Nellipotesi di sfruttamento della piattaforma continentale oltre le 200 miglia, il diritto
esclusivo dello Stato costiero subisce unimportante limitazione: lo Stato costiero tenuto
a versare un contributo in denaro o in natura allAutorit dei fondi marini, che dovr
provvedere ad unequa distribuzione dei contributi raccolti agli Stati parte della
Convenzione, tenendo conto degli interessi degli Stati in via di sviluppo.
Fa parte del diritto internazionale consuetudinario la regola secondo cui i diritti dello Stato
costiero sul suolo e sottosuolo adiacente alle proprie coste si estendono fino a 200 miglia
dalle linee di base, indipendentemente dalla presenza di una piattaforma continentale in
senso geologico.
La convenzione del 1982 stabilisce che la delimitazione della piattaforma continentale tra
Stati frontisti o limitrofi effettuata mediante accordo conformemente al diritto
internazionale in modo da pervenire ad una soluzione equa.
La zona economica esclusiva
La zona economica esclusiva (ZEE) un istituto introdotto dalla Convenzione delle
Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982.
La ZEE pu estendersi fino a 200 miglia calcolate a partire dalla linea di base. I diritti di cui
gode lo Stato costiero nella ZEE sono diversi e meno intensi rispetto a quelli di cui gode
nel mare territoriale.
Listituzione della ZEE dipende da un preciso atto di volont dello Stato costiero e deve
essere proclamata. Nella ZEE lo Stato costiero gode di diritti esclusivi in materia di
sfruttamento, gestione e conservazione delle risorse naturali, e circa le altre attivit dirette
allutilizzazione a fini economici della zona. In tale zona, lo Stato costiero ha altres diritti di
giurisdizione in relazione allo stabilimento e alluso di isole e installazioni artificiali, alla
ricerca scientifica marina e in materia di protezione dellambiente marino
dallinquinamento. La ZEE, quando viene istituita dallo Stato costiero, assorbe la
piattaforma continentale, a meno che questa non si estenda oltre le 200 miglia dalle linee
di base e tranne che non si adottino diverse linee per la delimitazione delle due zone con
Stati le cui coste sono adiacenti o fronteggiano quelle dello Stato in questione.
Nella ZEE, lo Stato costiero gode di poteri di polizia connessi alla realizzazione dei suoi
diritti. Pu cos prendere misure quali la visita e la cattura di navi straniere che abbiano
violato le sue leggi, nelle materie per le quali esso ha giurisdizione in base alla
Convenzione.
Fra Stati frontisti o limitrofi la delimitazione della ZEE va effettuata mediante accordo
conformemente al diritto internazionale e in modo da ottenere unequa soluzione.
Qualora uno Stato abbia proclamato una ZEE, esso ha in tale zona diritti sovrani in
relazione allo sfruttamento, gestione e conservazione delle risorse ittiche. I diritti dello
Stato costiero sono finalizzati allobiettivo dello sfruttamento ottimale delle risorse
biologiche della ZEE. Lo Stato costiero deve determinare il volume massimo delle catture
che di ogni specie possono effettuarsi in un certo periodo di tempo senza provocare un
eccessivo sfruttamento. Qualora lo Stato costiero non abbia la capacit di effettuare
lintero volume di catture ammissibili dovr autorizzare mediante accordo altri Stati a
sfruttare il surplus.
Laccesso di altri Stati alle risorse ittiche della ZEE pu essere subordinato dallo Stato
costiero al pagamento di corrispettivi in denaro e allosservanza di particolari condizioni.
Le navi straniere che siano ammesse a pescare nella ZEE devono osservare le
disposizioni dello Stato costiero relative alla conservazione delle risorse biologiche.
Nella ZEE lo Stato costiero gode dei poteri di polizia connessi alla salvaguardia dei propri
diritti. La Convenzione pone tuttavia dei limiti ai poteri repressivi dello Stato costiero.
Innanzitutto, questo tenuto a notificare prontamente allo Stato della bandiera ogni
misura di sequestro o detenzione di navi straniere. Inoltre, lo Stato costiero deve
procedere senza indugio al rilascio della nave sequestrata, e alla liberazione del suo
equipaggio, quando sia stata fornita una cauzione o altra adeguata garanzia. Le pene
comminate dallo Stato costiero non possono comprendere limprigionamento o alcuna
forma di punizione corporale.
Il regime dellalto mare e dei fondi marini internazionali
Ai sensi dellart. 1 della Convenzione di Ginevra sullalto mare, si intende per alto mare
tutte le parti del mare non comprese nel mare territoriale o nelle acque interne di uno
Stato.
Le disposizioni sullalto mare si applicano a tutte le parti del mare che non siano comprese
nella ZEE, nelle acque interne o territoriali o nelle acque arcipelagiche.
Qualora uno Stato costiero avesse costituito una ZEE, lalto mare, stricto sensu, ha inizio a
partire dal limite esterno della suddetta zona. Nel caso in cui lo Stato costiero non abbia
proclamato la propria ZEE, sono assoggettate al regime dellalto mare le aree poste al di
l del mare territoriale.
Lalto mare aperto a tutti gli Stati e ogni Stato gode della libert di utilizzarlo.
Il regime dellalto mare comporta le seguenti libert:
libert di navigazione;
libert di pesca;
libert di posa di cavi e condotte sottomarini;
libert di sorvolo;
libert di costruire isole artificiali e altre installazioni;
libert di ricerca scientifica.
Tali libert devono essere esercitate da ogni Stato in modo che ne sia consentito il
godimento anche da parte degli altri Stati della comunit internazionale.
Ogni Stato ha i diritto di far navigare in alto mare navi battenti la propria bandiera. Deve
esistere un legame sostanziale tra lo Stato e la nave che batte la sua bandiera. In
particolare, lo Stato deve esercitare effettivamente la sua giurisdizione e il suo controllo
sulle navi nazionali.
Nel 1986 stata adottata a Ginevra una Convenzione sulle condizioni di registrazione
delle navi, che si propone di riaffermare e rafforzare il legame tra la nave e lo Stato della
bandiera. Essa ha per altro avuto scarso seguito.
In alto mare le navi sono soggette alla giurisdizione esclusiva dello Stato della bandiera e
devono possedere una sola nazionalit. La nave che batta la bandiera di due o pi Stati
assimilata alla nave priva di nazionalit. Le navi prive di nazionalit non possono invocare
la protezione di alcuno Stato e in alto mare sono soggette allautorit delle navi da guerra
di tutti gli Stati.
Il suolo e il sottosuolo marino siti oltre il limite esterno della piattaforma continentale, e le
risorse ivi esistenti, sono stati proclamati patrimonio comune dellumanit dallAssemblea
Generale nel 1970. Lutilizzazione dei fondi marini posti oltre la giurisdizione degli Stati
deve avvenire esclusivamente a fini pacifici e lesplorazione e sfruttamento delle risorse
devono essere effettuati nellinteresse dellumanit intera.
I fondi marini al di l della giurisdizione nazionale vengono denominati Area.
Le eccezioni al principio di libert di navigazione in alto mare
La regola per cui in alto mare le navi sono sottoposte alla esclusiva giurisdizione dello
Stato della bandiera assoluta per quanto concerne le navi da guerra.
Per quanto concerne invece le navi private, il diritto internazionale prevede alcuni casi in
cui possibile un intervento anche nei confronti di navi straniere in alto mare.
la prima ipotesi riguarda la pirateria. Poich il pirata esplica la sua attivit in alto mare, si
inteso proteggere la sicurezza dei traffici marittimi attribuendo a qualsiasi Stato il poterre di
reprimere unattivit criminosa, che finirebbe per mettere in pericolo lo stesso principio
della libert di navigazione. Ogni Stato, mediante le proprie navi da guerra o altre in
servizio governativo, pu catturare in alto mare una nave pirata. Tale potere non spetta se
la nave pirata si rifugia nelle acque territoriali altrui: in questo caso sar lo Stato costiero
che dovr provvedere alla cattura.
La definizione di pirateria riguarda: atti illegittimi di violenza, detenzione o depredazione
commessi per fini privati dallequipaggio o dai passeggeri di una nave contro unaltra nave
in alto mare o contro persone o beni che si trovino a bordo. Gli atti di pirateria possono
essere commessi solo da navi private, non da navi da guerra. Perch siano compiuti atti di
pirateria occorre che siano coinvolte almeno due navi. La norma sulla pirateria stata
estesa agli aeromobili.
Le navi da guerra di uno Stato straniero possono abbordare in alto mare e sottoporre a
visita la nave sospetta di essere adibita alla tratta degli schiavi, che riacquistano ipso facto
la libert non appena si rifugiano a bordo di unaltra nave. Non spetta per un diritto di
cattura, che compete solo allo Stato della bandiera.
Altra eccezione costituita dal diritto dinseguimento. Lo Stato costiero ha il diritto
dinseguire e catturare in alto mare, mediante navi o aeromobili da guerra o adibiti a
pubblico servizio, le navi straniere che abbiano violato le sue leggi in zone sottoposte alla
sua giurisdizione. Linseguimento deve avere inizio quando la nave straniera si trova nelle
acque interne, arcipelagiche o territoriali dello Stato costiero oppure nella sua zona
contigua, ZEE o acque sovrastanti la piattaforma continentale. Linseguimento deve
essere continuo; nel caso di interruzione esso non pu essere lecitamente ripreso. Il diritto
dinseguimento cessa qualora la nave inseguita entri nelle acque territoriali dello Stato di
cui batte la bandiera o di un terzo Stato.
Lo Stato costiero pu prendere anche nei confronti di navi straniere le misure necessarie
per prevenire o eliminare i pericoli dinquinamento derivanti da un incidente marittimo.
La Convenzione del 1982 consente misure di autorit su navi straniere in alto mare anche
nellipotesi in cui queste siano impiegate per trasmissioni non autorizzate, cio per
trasmissioni radiofoniche o televisive diffuse verso il grande pubblico in violazione dei
regolamenti internazionali. Tale potere attribuito allo Stato di cui i responsabili abbiano la
nazionalit e agli Stati nei quali le trasmissioni sono ricevute o le cui radiocomunicazioni
sono disturbate.
Lart. 108 della Convenzione del 1982 dispone un generico obbligo di cooperazione tra gli
Stati per la repressione del traffico di stupefacenti. Non accorda per il potere di arrestare
una nave straniera in alto mare senza il consenso dello Stato di bandiera.
Per quanto riguarda il terrorismo marittimo la Convenzione del 1988 non prevede alcuna
norma circa il potere di arrestare una nave straniera in potere di un gruppo terrorista.
Il protocollo delle Nazioni Unite del 2000 contro il traffico illegale di migranti per terra, mare
e aria non prevede nessuna disposizione che autorizzi a fermare una nave straniera,
poich anche in questo caso necessario il consenso dello Stato della bandiera.
Le zone di identificazione aerea
Fra le libert dellalto mare rientra la libert di sorvolo che trova applicazione anche in
relazione allo spazio atmosferico sovrastante la ZEE e la zona contigua. Lo spazio aereo
sovrastante lalto mare e le zone ora indicate aperto alla libera utilizzazione degli aerei
civili e militari di tutti gli Stati.
Gli Stati costieri richiedono agli aerei che entrano nelle zone di identificazione aerea, e
che si dirigono verso il loro territorio, di farsi identificare e di fornire alle autorit territoriali
informazioni relative al volo. Non invece ammissibile la pretesa di assoggettare alle
procedure di identificazione gli aerei stranieri che non siano diretti verso il territorio dello
Stato costiero, ma si limitino al passaggio laterale nella zona.
Gli Stati-arcipelago
La Convenzione del 1982 ha introdotto uno speciale regime per gli Stati-arcipelago e le
acque arcipelagiche. E uno Stato-arcipelago quello costituito interamente da uno o pi
arcipelaghi ed eventualmente da altre isole. Per arcipelago si intende un gruppo di isole le
quali hanno le une con le altre rapporti cos stretti da formare intrinsecamente un tutto
geografico, economico o politico, o che storicamente siano considerate tali.
Non rientrano nello speciale regime previsto dalla Convenzione gli arcipelaghi
appartenenti a Stati formati anche da territori non insulari.
Gli Stati-arcipelago possono tracciare delle linee di base rette che congiungano i punti pi
estremi delle isole o degli scogli emergenti dellarcipelago. La chiusura ammissibile
purch il tracciato delle linee rette includa al suo interno le isole principali dellarcipelago, e
la proporzione tra le acque racchiuse dalle linee e la superficie terrestre sia tra uno a uno
e nove a uno. Inoltre, la lunghezza delle singole linee rette non pu essere superiore a
100 miglia marine.
Uno Stato che si proclami Stato-arcipelago guadagna vaste aree marine, poich tutte le
zone di giurisdizione sono calcolate a partire dalle linee rette arcipelagiche.
Nelle acque arcipelagiche vige il diritto di passaggio inoffensivo a favore delle navi
straniere: si applica il diritto di passaggio arcipelagico, il quale praticamente assimilabile
al diritto di passaggio in transito attraverso gli stretti. Esso infatti comprende il diritto di
navigazione e di sorvolo senza impedimento e, per i sommergibili, quello di transito in
immersione. Il diritto di passaggio arcipelagico si applica nondimeno alle rotte
normalmente utilizzate per la navigazione internazionale.
Degli Stati
Degli organi dello Stato
Degli agenti diplomatici
I consoli
Le organizzazioni internazionali
commesso un crimine internazionale. In questo caso infatti latto non solo imputato
allo Stato, ma anche allindividuo organo.
Secondo una norma di diritto internazionale generale ogni Stato avrebbe diritto che la
condotta tenuta dai suoi organi sia considerata come attivit dello Stato e non come
attivit individuale posta in essere da privati individui, questo ci che si definisce
immunit, o funzione, organica attribuita allindividuo-organo. Comunque, sempre per
una norma di diritto internazionale, consentito allo Stato territoriale di disconoscere
limmunit in casi determinati, ad esempio quando lorgano ha commesso un crimine
internazionale.
Diversa invece limmunit personale. In questo caso spetta alla persona in quanto
tale e copre gli atti compiuti dalla persona-ornano di uno Stato al di fuori delle proprie
funzioni.
Capi di Stato: oltre a godere dellimmunit organica, godono delle stesse immunit
personali degli agenti diplomatici quando si trovano allestero (vedi art. 21 della
Convenzione di New York sulle missioni speciali del 1969).
E importante ricordare che limmunit dalla giurisdizione penale valida per capi di
Stato e ministri degli esteri in carica; questa immunit non spetta pi quando questi
cessano la loro funzione.
Capi di Governo: anche per loro valgono le regole esposte per i capi di Stato. Anche
loro favoriscono di immunit previste dal diritto internazionale secondo la Convenzione
di New York del 1969.
Ministri degli affari esteri: godono dellimmunit completa dalla giurisdizione penale
tanto per gli illeciti compiuti a titolo ufficiale che personale, purch siano ministri in
carica. Anche quando sia stato commesso un crimine internazionale sussiste questa
immunit. Limmunit viene meno solo se lindividuo sottoposto a giudizio da un
tribunale internazionale.
Limmunit organica viene di regola disconosciuta se lindividuo-organo pone in essere
attivit clandestine in territorio altrui, a meno che non si tratti di agenti diplomatici.
3. Agenti diplomatici. Il diritto internazionale generale stabilisce alcuni privilegi e immunit
per gli agenti diplomatici . Questo settore oggetto di una apposita Convenzione di
codificazione promossa dallONU: la Convenzione di Vienna del 1961 sulle relazioni
diplomatiche (ratificata dallItalia).
La procedura con cui lindividuo-organo viene investito delle funzioni diplomatiche ha
luogo con laccreditamento e presuppone il preventivo gradimento dello Stato
territoriale. Questo avviene con la presentazione delle lettere credenziali rilasciate dallo
Stato accreditante allo Stato accreditatario. Comunque possibile una procedura
semplificata.
Lo Stato territoriale dopo aver instaurato relazioni diplomatiche con questo Stato
sottoposto ad alcuni limiti di potest territoriale. Questi sono:
- linviolabilit dei locali della missione diplomatica: i locali nei quali ha sede la missione
diplomatica sono inviolabili (art. 22 Convenzione di Vienna). Gli organi dello Stato
territoriale non possono penetrarvi se non con il consenso del capo della missione.
Sono inviolabili anche i mezzi di trasporto e la corrispondenza ufficiale della missione:
questo il principio di extraterritorialit della missione diplomatica. La sovranit sul
territorio su cui si trova la sede diplomatica appartiene allo Stato territoriale e questo ha
il dovere di proteggere la missione diplomatica da qualsiasi intrusione,
danneggiamento, ecc.
- linviolabilit personale dellagente diplomatico: la persona dellagente diplomatico
inviolabile. Non pu essere sottoposto ad alcuna forma di arresto o detenzione. Lo
Stato territoriale ha il dovere di difenderlo e prevenire ogni cosa che comprometta la
sua persona.
- limmunit dellagente diplomatico dalla giurisdizione locale: agli agenti diplomatici
internazionale. Infatti egli per prima cosa verificher se la lite disciplinata dallaccordo tra
le pari. In mancanza far riferimento alla consuetudine. In mancanza di questa far
riferimento ai principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili con funzione
integratrice di accordi e consuetudini.
Rapporti tra le norme consuetudinarie
Si coordinano secondo il principio di successione delle leggi nel tempo: la consuetudine
posteriore prevale su quella anteriore.
Invece, i rapporti tra consuetudini particolari e consuetudini generali si coordinano con il
principio di specialit: anche se anteriore, la consuetudine particolare prevale sulla
consuetudine generale.
Rapporti tra consuetudine e accordo
Sono disciplinati secondo il principio di specialit: laccordo, anche se anteriore, prevale
sulla consuetudine posteriore come lex specialis. Pu darsi per che lo scopo di una
consuetudine posteriore sia quello di trattare unintera materia; in questo caso la
consuetudine posteriore ad abrogare laccordo anteriore.
Il principio di specialit non applicabile ai rapporti tra accordo e consuetudine locale; in
questo caso si coordinano secondo il principio di successione di leggi nel tempo. Quindi la
consuetudine locale posteriore prevale sullaccordo anteriore.
Per quanto riguarda i principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili sottostanno
allaccordo e alla consuetudine.
Lart. 2 par. 1 dello Statuto della Corte penale internazionale afferma che i principi generali
di diritto trovano applicazione in mancanza di una disciplina pattizia o consuetudinaria.
Atti unilaterali
Un atto unilaterale una manifestazione di volont non destinata ad incontrarsi con quella
di un altro soggetto e non ha valore pattizio. Deve essere previsto da una norma
dellordinamento di natura pattizia o consuetudinaria. Caratteristica degli atti unilaterali
latipicit.
Gli atti unilaterali disciplinati dal diritto pattizio sono:
- la denuncia o recesso, atto con cui ci si scioglie dai vincoli contrattuali previsti dal
trattato. Il trattato disciplina le modalit di questo recesso e quando avr effetto. Se il
trattato non contiene nulla in merito questo ammissibile secondo la Convenzione di
Vienna sul diritto dei trattati.
- la requete, atto con cui si mette unilateralmente in moto il procedimento davanti ad un
organo giurisdizionale come ad esempio la CIG. Questo presuppone lesistenza di una
clausola compromissoria inserita in un trattato con la quale le parti convengono che ogni
controversia nata in relazione allinterpretazione del trattato possa essere deferita alla
competenza di un organo giurisdizionale incaricato.
Gli atti disciplinati dal diritto consuetudinario sono :
- il riconoscimento, con questo atto un soggetto riconosce come conforme a diritto una
certa situazione, con la conseguenza che con questo dovrebbe essere preclusa poi la
facolt di contestarne lillegittimit.
- la rinuncia, un soggetto manifesta la volont di non avvalersi di un diritto soggettivo a lui
spettante. Pu essere esplicita oppure desunta.
- lacquiescenza, conseguenza della mera inerzia del soggetto di fronte ad una situazione
che tocca i suoi interessi. E il silenzio di chi avrebbe dovuto prendere posizione in ordine
ad una determinata situazione.
- la protesta, non si riconosce come conforme a diritto una determinata pretesa. Si
impediscono le conseguenze che potrebbero derivare dallacquiescenza.
- la promessa, atto con cui uno Stato si impegna a tenere un certo comportamento o si
obbliga ad astenersi dal farlo.
- la notifica, si rendono consapevoli uno o pi soggetti di diritto internazionale
dellesistenza di determinati fatti o situazioni. Il soggetto che lha ricevuta non pu quindi
ignorare lesistenza del fatto o situazione.
- lestoppel, figura del diritto anglosassone, impedisce di rendere priva di effetti una
dichiarazione effettuata da uno Stato nei confronti di un altro, quando la dichiarazione a
vantaggio dello Stato dichiarante e a svantaggio dellaltro Stato. Lo Stato dichiarante
precluso dal contestare la sua dichiarazione e dal far valere una pretesa in contrasto con
essa.
principio secondo cui sono inammissibili le riserve incompatibili con loggetto e lo scopo
del trattato.
Lart. 19 della Convenzione del 1969, espressione del diritto consuetudinario, dispone che
si pu fare riserva:
1. se la riserva non esclusa dal trattato;
2. se il trattato non disponga che solo alcune riserve sono ammesse;
3. nei casi diversi, se la riserva non incompatibile con loggetto e lo scopo del trattato.
A decidere lincompatibilit o meno della riserva spetta ad un ente a cui tutti gli stati
abbiano dato questa competenza e questo deve essere previsto dal trattato.
Se il trattato non dice nulla ogni singolo Stato pu manifestare la sua opinione circa
laccettazione della riserva; allinterno del trattato multilaterale si creano rapporti a due a
due tra gli Stati. I rapporti contrattuali che si possono instaurare tra uno Stato riservante e
un altro Stato sono:
- nei rapporti tra Stato riservante e Stato accettante, il trattato si applica ad eccezione della
clausola oggetto della riserva;
- nei rapporti tra Stato riservante e Stato obiettante, il trattato non dovrebbe entrare in
vigore tra questi due Stati, per il trattato pu lo stesso entrare in vigore se lo Stato
obiettante non nettamente contrario allentrata in vigore del trattato con riserva;
- nei rapporti tra Stati non riservanti il trattato si applica regolarmente.
Art. 21, parla delle riserve e delle obiezioni alle riserve; tra gli Stati che non hanno fatto
riserva il trattato si applica nella versione integrale. Lobiezione posta dallo Stato non vale
se lo Stato non dice esplicitamente che non vuole che si faccia entrare in vigore il trattato.
Art. 22, le riserve e le obiezioni possono essere ritirate.
Art. 23, le procedure per laccettazione, lobiezione e il ritiro devono essere formulate per
iscritto e comunicate agli Stati contraenti.
Art. 20 par. 5, prevede i casi in cui ci siano Stati che non dicono nulla. Poich
laccettazione pu essere tacita, se trascorrono dodici mesi dalla conoscenza della riserva
senza che ci sia unobiezione, allora la riserva viene accettata.
Ora qual la prassi? La prassi riporta episodi di riserve tardive presentate dagli Stati dopo
la ratifica; questo non sarebbe possibile. Dovrebbero essere formulate al momento della
firma o in occasione della ratifica o adesione.
Invalidit dei trattati
E una condizione del trattato tale per cui questo nasce viziato, con un vizio genetico,
ovvero nel procedimento di formazione si produce un vizio detto causa di invalidit. Le
conseguenze sono che il trattato potr essere annullato. Linvalidit pu essere rilevata
dopo lentrata in vigore e qualcuno pu chiederne lannullamento.
Cause di invalidit sono i vizi della volont:
- art. 48, errore. Si ha quando una delle parti si determina a concludere laccordo sulla
base di una falsa rappresentazione della realt. Questo incide in modo tale che se il
soggetto avesse conosciuto la vera realt non avrebbe concluso laccordo. Lerrore
considerato se lo Stato stesso ha contribuito allerrore o poteva accorgersene da solo.
Pu essere fatta valere solo dallo Stato che ha subito lerrore.
- art. 49, dolo. Si parla di dolo quando lerrore stato causato dallaltra parte con un
imbroglio. Anche qui lo Stato che ha subito limbroglio che pu far valere questa causa
di invalidit.
- art. 50, 51, 52, violenza. Comportamenti scorretti di uno Stato nei confronti di un altro.
- art. 50, corruzione di un rappresentante di uno Stato. In questo caso lo Stato il
cui rappresentante stato corrotto che pu far valere linvalidit (pu anche non
farlo).
- art. 51, violenza esercitata sul rappresentante di uno Stato. Comprende, oltre agli
atti, anche le minacce. In questo caso anche un terzo Stato pu far valere
linvalidit.
- art. 52, violenza esercitata su uno Stato con la minaccia o luso della forza. Ci
contro i principi della Carta dellONU. In questo caso qualsiasi Stato pu
chiederne linvalidit.
- art. 53, invalidit derivante da contrasto con lo ius cogens. Qualsiasi norma di un trattato
in contrasto con lo ius cogens non viene applicata. La nullit pu essere fatta valere di
chiunque.
- art. 46, disposizioni del diritto interno sulla competenza di concludere trattati. La regola
base che le violazioni di norme interne non possono essere chiamate in causa per
chiedere lannullamento di un trattato internazionale a meno che la violazione non sia
manifesta e tocchi una norma fondamentale. Una violazione manifesta se
obiettivamente evidente per qualsiasi Stato che si comporti in materia secondo la pratica
abituale e in buona fede.
Estinzione
Art. 54: lestinzione o il recesso di una parte pu avvenire in conformit alle disposizioni
del trattato o in ogni momento per consenso di tutte le parti. (Il recesso pu avvenire
quando lo stesso trattato lo prevede con la clausola di recesso. Se avviene quando non
previsto illecito).
Art. 56: in un trattato che non contenga disposizioni relative alla sua estinzione e che non
preveda possibilit di recesso, questi sono ammissibili solo quando possono essere
dedotti dalla natura del trattato o quando risulti dalle intenzioni delle parti contraenti.
Art. 60: per inadempimento (inadimplenti non est adimplendum). In caso di
inadempimento le parti innocenti possono decidere quali parti del trattato sospendere nei
confronti dellinadempiente per poi farlo tornare in vigore o estinguerlo del tutto. Il limite il
principio di proporzionalit.
Non si possono sospendere le parti di un trattato che riguarda la tutela dei diritti umani e in
particolare al divieto di rappresaglie.
Art. 61: estinzione per impossibilit sopravvenuta di esecuzione. Questa impossibilit di
esecuzione risulta dalla scomparsa o dalla distruzione definitiva di un oggetto
indispensabile allesecuzione del trattato.
Art. 62: mutamento sostanziale delle circostanze esistenti al momento della conclusione
del trattato (se questo cambiamento trasforma radicalmente la portata degli obblighi da
adempiere). Sopravvengono condizioni traumatiche per cui la situazione esistente al
momento della conclusione del trattato cambia radicalmente. Se il cambiamento di queste
circostanze fosse stato presente laccordo si sarebbe concluso in modo diverso. Clausola
rebus sic stantibus: pu essere invocata sia come causa di estinzione che di sospensione
se: si ha un cambiamento fondamentale rispetto alle circostanze esistenti al momento
della conclusione del trattato, il cambiamento non era stato previsto, le circostanze hanno
costituito una base essenziale per la stipulazione del trattato, o un cambiamento trasformi
radicalmente la portata degli obblighi da adempiere.
Non pu essere invocata quando: il cambiamento dovuto a una violazione del diritto
internazionale imputabile alla parte che invoca lestinzione o la sospensione, o quando si
tratta di un trattato che fissa un confine.
Sono frequenti i casi in cui gli Stati si sono avvalsi di questa regola, ma sono pochi quelli
in cui si ritenuto ci fossero i presupposti.
Art. 64: sopravvenienza di una nuova norma di ius cogens. In questo caso qualsiasi
trattato esistente in conflitto con tale norma diventa nullo o si estingue.
La guerra causa di estinzione? Non c una risposta definitiva, vanno considerati i casi
singolarmente. Pu essere che una guerra sia una causa di cambiamento radicale delle
condizioni. I trattati sui diritti umani non vengono estinti da una guerra. Pu accadere
anche che il trattato resti sospeso durante la guerra e che alla fine di questa venga
rimesso in essere.
Trattati e Stati terzi
Il trattato non produce effetti nei confronti dei terzi.
Art. 34: un trattato non crea n diritti n obblighi per uno Stato terzo senza il suo
consenso.
Art. 35: un obbligo nasce per il terzo solo se le parti hanno inteso creare un tale obbligo e
se il terzo accetta espressamente lobbligo. E richiesta la firma per laccettazione.
Art. 36: dispone che un diritto nasca a favore del terzo se questo consente ad un trattato
proposto secondo le modalit dellart. 35.
Art. 37: lobbligo o il diritto pu essere revocato o modificato solo con il consenso delle
parti del trattato e del terzo.
Interpretazione dei trattati art. dal 31 al 33
Il trattato deve essere interpretato in buona fede, in maniera testuale e tenendo conto del
contesto (comprende il preambolo e gli allegati del trattato) alla luce delloggetto e dello
scopo del trattato.
I lavori preparatori sono mezzi complementari per linterpretazione e verranno utilizzati
solo se con i mezzi indicati precedentemente non si riesce ad interpretare bene, ossia se il
senso del trattato risulta ambiguo, assurdo o irragionevole.
CAPITOLO 10
Lart. 10.1 Cost. fa riferimento alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute.
Tale denominazione pone in rilievo due problematiche, e cio:
- bisogna determinare se ladeguamento sia operante nei confronti di una norma consuetudinaria
oggetto di obiezione persistente; se si parte dal presupposto che la norma di diritto
consuetudinario obbliga anche lobbiettore permanente, si ammetterebbe che ladeguamento sia
operante;
- bisogna esaminare se una consuetudine regionale possa essere immessa nel nostro ordinamento
tramite lart. 10.1 Cost.; la risposta SI, limportante che la consuetudine regionale vincoli lItalia.
La dottrina prevalente attribuisce alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute
(immesse nel nostro ordinamento attraverso lart. 10.1 Cost.) il rango di norme costituzionali.
Dunque questo determina che se una norma di una legge interna dovesse essere in contrasto con una
norma consuetudinaria, pu essere oggetto di giudizio di costituzionalit e abrogata dalla Corte
costituzionale.
Le norme imperative appartengono alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciuto. Lart.
10.1 ne dispone ladattamento dellordinamento a tali norme del diritto internazionale generalmente
riconosciuto. La norma imperativa lo a 360 nel momento in cui accettata e riconosciuta, dalla
comunit internazionale, come norma che non pu essere derogata; questo proprio perch gli Stati che
la accettano debbono riconoscerne la universale obbligatoriet.
Sul piano della responsabilit internazionale, la norma imperativa sempre qualificata come norma di
diritto internazionale generale, dunque le norme imperative, equiparate alle norme di diritto
consuetudinario (derogabili) sono immesse nel nostro ordinamento sempre grazie allart. 10.1.
Con la sentenza 29 dicembre del 1988 la Corte Costituzionale ha stabilito una gerarchia tra i principi
supremi e le norme costituzionali. Secondo la Corte Costituzionale tali principi avrebbero una valenza
superiore rispetto alle altre norme o leggi di rango costituzionale.
Dunque il tutto porta a ritenere che le norme imperative immesse nel nostro ordinamento siano da
inserire nella categoria dei principi supremi della Costituzione, con una differenza, e cio: mentre i
principi supremi della Costituzione non possono essere modificati neppure da una legge di revisione
costituzionale, i principi supremi prodotti da una norma imperativa sarebbero modificabili da una norma
imperativa posteriore. Dunque una modifica operata nellordinamento internazionale lo produrrebbe
automaticamente anche nellordinamento interno.
I principi supremi di origine internazionale nellordinamento interno non potrebbero essere modificati
da una legge di revisione costituzionale, ma solamente da una norma di diritto internazionale avente
natura imperativa.
Non essendoci alcuna tesi pronunciata dalla Corte Costituzionale, ne vengono fatte due:
1. le norme imperative hanno un rango superiore a quello di tutte le altre norme internazionali; dunque
non possono occupare la stessa posizione delle altre norme nellordinamento interno;
2. lequiparazione delle norme imperative ai principi supremi immodificabili impedisce che attraverso
un procedimento di revisione costituzionale si possa violare un principio dello ius cogens, esponendo
lo Stato italiano a illeciti gravi e provocando una rottura con la vocazione internazionalistica
dellordinamento (garantita dallart. 10.1) da collocare tra i principi supremi non suscettibili di
revisione costituzionale.
A partire dal caso Ferrini, la nostra giurisprudenza ha iniziato a fare applicazioni della teoria delle
norme cogenti per concludere il contrasto tra queste norme e quelle consuetudinarie.
Si trattava di stabilire se lo stato estero dovesse rispondere civilmente alle conseguenze della
violazione di una norma cogente a causa della commissione di crimini internazionali da parte dei suoi
organi belligeranti o non dovesse invece essere applicato il principio di immunit degli stati esteri della
giurisdizione.
Secondo la cassazione occorre far ricorso al criterio del bilanciamento degli interessi e il contrasto
deve essere risolto sul piano sistematico. Questo indirizzo stato riconfermato dalla sentenza della
cassazione sulla strage di civitella durante la seconda guerra mondiale.
Ladattamento al diritto internazionale pattizio
il trattato obbliga lo stato nellordinamento internazionale.
Per produrre effetti nel nostro ordinamento, il trattato deve essere recepito nellordinamento interno.
Non esiste nessuna disposizione costituzionale che provveda alladattamento del diritto italiano al
diritto internazionale pattizio. Infatti, lart. 10 comma 1 COST. , dispone solo ladattamento
dellordinamento interno al diritto consuetudinario.
Un trattato di cui non sia stato disposto ladattamento non produce effetti nel nostro ordinamento
giuridico.
Nella prassi italiana, esistono due modi per disporre ladattamento:
procedimento speciale: PIENA E INTERA ESECUZIONE AL TRATTATO NELL'ORDINAMENTO INTERNO TRAMITE
1.
2.
Nel nostro ordinamento si preferisce far ricorso allordine di esecuzione, ma questo strumento
inoperante nei confronti delle norme del trattato non self-executing, cio di quelle norme non complete
nel loro contenuto. Esempio: la corte di cassazione non ha applicato la convenzione OIL n.146 sulle ferie
annuali della gente di mare.
Per ovviare a questa difficolt si andata affermando la prassi di adottare un procedimento misto,
cio lordine di esecuzione accompagnato dalla riformulazione nellordinamento interno di quelle norme
non self-executing. Esempio: la convenzione sul disarmo chimico del 1993.
Lordine di esecuzione pu essere contenuto in una legge o in un atto regolamentare, da adottare con
decreto. La scelta dipende dalla produzione giuridica dei vari atti e individuando latto che sarebbe
necessario, qualora si dovesse procedere alladattamento in via ordinaria.
Lart. 11 COST. , contiene una norma permissiva, che consente di disporre ladattamento con legge
ordinaria ai trattati contemplati nella disposizione, nonostante essi incidano su materie disciplinate da
norme costituzionali. Esempio: trattato istitutivo delle nazioni unite.
Le norme internazionali introdotte tramite ordine di esecuzione sono soggette al sindacato di
costituzionalit. In caso di contrasto, viene dichiarata incostituzionale la legge di esecuzione nella
parte in cui immette nel nostro ordinamento norme contrarie alla costituzione.
Sono emendabili gli atti con cui, nel nostro ordinamento, viene dato rilievo al trattato internazionale?
Il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica inemendabile, nel suo contenuto sostanziale.
Lordine di esecuzione contenuto in un atto che legge in senso formale e in senso materiale e quindi
il relativo disegno di legge emendabile.
Tale tesi pu essere accettata, per, solo se lemendamento non produca una sfasatura dellentrata in
vigore del trattato sul piano internazionale e sul piano interno o non abbia lo scopo di modificare il
contenuto del trattato.
Nel procedimento mediante ordine di esecuzione si finisce quasi sempre per derogare il normale
termine di vacatio legis di 15 giorni, disposto dallart. 10 delle pre leggi.
Se ladattamento a vvenuto con un procedimento misto, anche la vacatio legis sar mista, quindi le
norme di esecuzione entreranno in vigore insieme al trattato, mentre le disposizioni dettate col
procedimento ordinario secondo quanto disposto dallart. 10 delle preleggi.
Infine, occorre osservare, che nel nostro ordinamento, ladattamento avviene in contemporanea o in
successiva alla legge di autorizzazione alla ratifica del trattato, mentre nei paesi di common law di
adotta prima la legge di esecuzione per poi procedere alla ratifica del trattato e si dedotto che se
anche il nostro ordinamento seguisse questa procedura si eviterebbero o ridurrebbero le
problematiche relative alle norme non self-executing.
Rango delle norme di adattamento al diritto pattizio
IL VALORE DELLE NORME INTERNE (ORDINE D'ESECUZIONE) QUELLO DELL'ATTO CHE NE DA
ESECUZIONE,
ART. 117 COMPETENZE STATO-REGIONI (LIMITE POTEST LEGISLATIVA): SUPERIORIT DEL TRATTATO
SU LEGGE ORDINARIA, LEGGE CONTRARIA PUO' ESSERE ANNULLATA DALLA CORTE COSTITUZIONALE.
ART 10 STATUS STRANIERI, UNA LEGGE CONTRARIA SAREBBE VIZIATA DI INCOSTITUZIONALITA', MA
NN C' LA STESSA COPERTURA PER TRATTATI IN MATERIA DI DIRITTI UMANI.
Direttive ad effetti diretti: acquistano efficacia nel nostro ordinamento da un atto di adeguamento
Direttive non aventi efficacia diretta: possono produrre effetti limitati nel nostro ordinamento
Decisioni rivolte allo stato: occorre un atto di adeguamento, ma possono avere efficacia diretta nei
confronti dei singoli
Le decisioni quadro e le decisioni del III pilastro: non possono avere effetti diretti e quindi
sempre necessario un adeguamento.
La produzione ingente di fonti di terzo grado nellordinamento comunitario, ha comportato problemi per
ladeguamento e litalia stata spesso condannata per la mancata trascrizione delle direttive nei
termini prescritti.
Per ovviare a tale inconveniente, fu adottato un meccanismo per facilitare ladattamento: la L. n.86 del
9 marzo del 1989, denominata LEGGE LA PERGOLA.
Questa legge stata abrogata dalla legge n. 11 del 4 febbraio 2005 che disciplina sia la partecipazione
dellitalia al processo normativo dellUE, sia le procedure di esecuzione degli obblighi comunitari.
I contenuti della nuova legge riguardano anche gli atti del III pilastro e consente di adottare
provvedimenti di urgenza, per il resto la legge nuova lascia inalterato limpianto della legge precedente.
Per quanto riguarda levoluzione della corte costituzionale italiana dobbiamo affermare che:
LEGGE COMUNITARIA PREVALE SEMPRE SULLA NORMA INTERNA MA DEVE ESSERE ASSICURATA
DALLA CORTE
Lart. 117 comma 5 COST. , dispone che Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nelle
materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi
comunitari e provvedono all'attuazione e all'esecuzione degli accordi internazionali e degli atti
dell'Unione europea, nel rispetto delle norme di procedura stabilite da legge dello Stato, che disciplina
le modalit di esercizio del potere sostitutivo in caso di inadempienza.
bene distinguere tra adattamento ai trattati e adattamento al diritto comunitario.
Per quanto riguardo i trattati, regioni e province autonome provvedono direttamente allattuazione
degli accordi internazionali ratificati, dandone preventiva comunicazione al ministero degli affari esteri
ed alla presidenza del consiglio dei ministri.
Sembrerebbe che le regioni e le province autonome siano legittimate a dare attuazione allaccordo
internazionale, senza attendere un atto di adeguamento da parte per del governo centrale.
Naturalmente deve trattarsi di accordi internazionali in vigore per lo stato italiano.
Il potere di adeguamento a livello regionale riguarda sia gli accordi conclusi in forma solenne, sia quelli
in forma semplificata, che abbiano per oggetto materie di competenza regionale.
Lordine di esecuzione contenuto nella legge di autorizzazione alla ratifica, la possibilit per le regioni
e province autonome di provvedere direttamente alladeguamento si realizza solo per gli accordi non
rientranti nellart. 80 Cost. Le regioni potranno sempre formulare leggi di attuazione in materie di loro
competenza, specialmente per le norme non self-executing.
Lart. 6 comma 3 della l. 131, disciplina dettagliatamente le procedure di conclusione degli accordi, ma
non dispone nulla sulla loro attuazione.
Qualora lente regionale non provveda allattuazione, sar lo stato a provvedere.
La legge n. 11 del 4 febbraio 2005 aveva attribuito alle regioni e province autonome, il potere di dare
immediata attuazione alle direttive comunitarie aventi ad oggetto materie di competenza regionale.
Sempre questa legge stabilisce che stato, regioni e province autonome, nelle materie di loro
competenza, danno tempestiva attuazione alle direttive comunitarie.
Lart. 117 comma 5 COST. , conferisce un ancoraggio costituzionale ad una materia gi disciplinata dal
legislatore. Questo articolo ha una dizione molto pi ampia della legge Buttiglione, poich legittima
regioni e province autonome a dare direttamente attuazione agli atti dellUE nelle materie di loro
competenza.
I poteri sostitutivi dello stato sono definiti dallart. 120 comma 2 COST. , mentre la procedura per i
poteri sostitutivi regolata dallart. 8 della l. 131.
Il sindacato giurisdizionale da parte del giudice interno sui trattati e sugli atti delle
organizzazioni internazionali
competenza della Corte mediante una propria manifestazione di volont che deve essere contenuta
in una clausola di un trattato oppure essere stipulata dopo che la controversia sia sorta. La Corte
giudica in base al diritto e finora non ha mai giudicato secondo equit. Oltre a competenza
contenziosa, la Corte, ne ha una consultiva, per il parere non vincolante a meno che non sia
stabilito da un apposito trattato. Il parere vincolante permette alle organizzazioni internazionali di
risolvere la controversia ricorrendo alla Corte.
Lesecuzione delle sentenze internazionali
Nel caso di inadempimento della sentenza della CIG, lo Stato vittorioso non pu comunque far uso
della forza verso lo Stato perdente, ma deve rivolgersi al Consiglio di sicurezza affinch esso prenda
le misure idonee non coercitive (un embargo sulle esportazioni).
Il Consiglio di Sicurezza entra in azione, quando l'inadempienza di sua sentenza mette in pericolo la
pace e sicurezza internazionale. Le misure di questa devono essere votate positivamente dai 5
membri permanenti, altrimenti non pu essere valido.
La Litispendenza tra Corte internazionale di giustizia e Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite
Pu accadere che una controversia sia portata contemporaneamente di fronte alla CIG e il CDS, e
queste entrano in conflitto qualora decidano in modo differente su una determinata questione. Quindi
esiste un conflitto potenziale e manca un meccanismo formale che consenta di risolverlo: non
soluzione soddisfacente secondo cui il Consiglio un organo politico mentre la Corte giudica
secondo diritto.
I poteri del Cds delle Nazioni Unite in materia di soluzione delle controversie
Il Consiglio pu essere attivato da qualsiasi membro delle Nazioni Unite, dal Segretario Generale o
dalla stessa Assemblea Generale nel caso in cui le controversie mettano in pericolo la pace e la
sicurezza internazionale. Il Cds invita le parti a risolvere pacificamente la controversia ricorrendo ad
un metodo di cui lart. 33 della Carta, oppure suggerire un metodo specifico. Qualora sia ancora
pendente obbliga le parti a rimettersi al giudizio della Consiglio, il quale svolge una funzione
conciliativa.
La giurisdizione penale internazionale
I tribunali penali sono internazionali hanno giurisdizione su individui, accusati di aver commesso un
crimine internazionale. Sono istituiti dallOnu, due tribunali internazionali ad hoc per le questioni di ExJugoslavia e Ruanda, il primo con sede all'Aja competente per i crimini di guerra, genocidio e i crimini
contro lumanit, il secondo con sede ad Arusha competente solo per i crimini commessi durante la
guerra civile genocidio e contro l'umanit. I due tribunali hanno giurisdizione prioritaria, cio in
qualsiasi fase del processo di fronte a un tribunale interno, essi possono impossessarsi del caso.
La Corte penale internazionale composta da 18 giudici, un procuratore ed un ufficio di cancelleria.
Lo Statuto non ammette riserve. La Corte ha giurisdizione per genocidio, crimini contro lumanit,
crimini di guerra, aggressione. A differenza dei tribunali per Ex-Jugoslavia e Ruanda, la Corte
internazionale non giurisdizione prioritaria; la sua competenza si fonda sul principio di
complementarit, inoltre essa pu giudicare solo nei casi in cui un tribunale nazionale sia
effettivamente incapace di svolgere correttamente lindagine (ingiustificato ritardo nei procedimenti o
mancanza di imparzialit) o di iniziare il processo.
La Corte non ha giurisdizione universale, essa pu giudicare solo quando il crimine commesso da
un cittadino di uno Stato parte, o in un territorio di uno Stato parte. Un procedimento pu essere
attivato da uno Stato parte, dal Cds o dal Procuratore.
La Corte di Giustizia delle Comunit Europee
Il sistema giurisdizionale della CE composto da una Corte e da un tribunale di primo grado. La
giurisdizione comunitaria ha natura obbligatoria, ha un doppio grado di giurisdizione ed aperta
anche ai ricorsi individuali.
La Corte composta da 25 giudici e 8 avvocati. Contro le sentenze del Tribunale ammesso il
ricorso alla corte per i soli motivi di diritto.
di sorvegliare lesecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti delluomo. Una mancata
esecuzione persistente metterebbe le premesse per lespulsione dello Stato. Per diventare membro
del consiglio dEuropa bisogna essere uno Stato europeo e rispettare i diritti fondamentali.
Un'importante Convenzione quella della salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libert
fondamentali, che si divide in due parti: la prima elenca i diritti delluomo, la seconda i meccanismi di
garanzia. La Convenzione istituisce vincoli solidali o obblighi erga omnes, con la conseguenza che
ciascuno Stato parte pu presentare un ricorso contro un altro Stato parte che abbia violato la
Convenzione anche se non sia materialmente leso dalla violazione.
I diritti garantiti dalla Convenzione sono: libert delle persone fisiche (comprendono diritto alla vita,
divieto di tortura e schiavit, principio di legalit), diritto ad un processo equo (ha per oggetto la
regolarit del processo), diritto al rispetto della vita privata, familiare, corrispondenza e domicilio,
libert di pensiero e di protezione.
Non costituisce una violazione del diritto alla vita, luccisione in guerra.
La Corte europea dei diritti delluomo
Ha sede a Strasburgo formata da un numero di giudici pari a quello degli Stati membri della
Convenzione:
Comitati, 3 giudici
Camere, 7 giudici
La Grande Camera, 17 giudici.
I Comitati sono un primo filtro per i ricorsi individuali, se questi non hanno una decisione unanime, il
ricorso verr esaminato dalla Camera, che si pronuncia sulla ricevibilit e sul merito. Quando si tratta
di un ricorso presentato da uno Stato, laffare esaminato dalla Camera che ha decisione sulla
ricevibilit e sul merito.
La Camera ha un ruolo di conciliazione, cerca una soluzione amichevole della questione; in caso
contrario decide nel merito con una sentenza.
La questione pu essere portata dinanzi alla Grande Camera su iniziativa della Camera o di parte
(Stato o individuo). La sua sentenza definitiva.
Art. 46della Convenzione la sentenza definitiva della Corte obbligatoria e lo Stato membro si
impegna ad eseguirla. La sentenza pu provocare l'abrogazione di una legge nazionale in quanto lo
Stato per evitare di trovarsi nuovamente davanti alla Corte, decide di abrogare la legge in contrasto
con la Convenzione.
Quando viene constatata una violazione della Convenzione, la Corte pu accordare alla parte lesa
una soddisfazione equa sotto forma di denaro.
Spetta al Comitato dei ministri sorvegliare lesecuzione della sentenza.
I ricorsi che possono essere presentati alla Corte europea dei diritti delluomo sono:
individuali,
art. 34 il ricorso pu essere presentato da una persona fisica, un'organizzazione
non governativa o un gruppo di individui. La condizione per presentarla che la parte lesa sia vittima
di una violazione della Convenzione da parte dello Stato;
statali
art. 33 uno Stato membro pu presentare ricorso contro un altro Stato membro
accusandolo di aver violato la Convenzione.
Condizione comune per la ricevibilit di entrambi i ricorsi l'esaurimento dei ricorsi interni, quindi il
ricorrente deve aver esaurito tutti i gradi di giudizio. Il ricorso deve essere presentato entro 6 mesi
dalla data in cui la decisione interna diventata definitiva.
Il ricorso individuale irricevibile quando anonimo, si tratta di un ricorso gi presentato da un'altra
istanza internazionale, non compatibile con la Convenzione, manifestatamente infondato o
abusivo.
Dato gli innumerevoli ricorsi alla Corte, alcuni Stati come lItalia, hanno adottato una legge n. 89/2001
(legge Pinto) la quale stabilisce che il ricorso pu essere presentato alla Corte d'Appello contro il
Ministro della Giustizia per procedimenti dinanzi ad un giudice ordinario ,il Ministro della Difesa per
procedimenti dinanzi ad un giudice militare, il Ministro dell'Economia e delle Finanze per i
procedimenti dinanzi ad un giudice tributario. La Corte d'Appello deve decidere con decreto entro 4
mesi, se accoglie il ricorso la Corte accorda un' equa riparazione al ricorrente.
Nell'ordinamento italiano la Corte di Cassazione ha escluso l'efficacia delle sentenze della Corte
Europea dei diritti dell'uomo.
Il Protocollo n. 14 stato adottato dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo per snellire il
sistema di controllo causa l'aumento degli Stati membri del Consiglio d'Europa e della Convenzione
europea dei diritti dell'uomo per la gestione dei ricorsi. L'Italia l'ha ratificato il protocollo il 7 marzo
2006.
E' stato istituito un giudice unico che al vertice e spetta la decisione definitiva sulle ricezioni dei
ricorsi. Se accettato viene trasmesso a un Comitato o una Camera. A loro volta, se non lo
respingono, possono decidere nel merito. Inoltre il ricorso viene dichiarato irricevibile qualora il
ricorrente abbia subito un pregiudizio significativo, viene potenziato il procedimento conciliativo ed
infine stata inserita una clausola per consentire allUE ladesione alla Convenzione europea dei
diritti delluomo.
LUnione Europea
Rispetta i diritti fondamentali delluomo, quali garantiti dalla Convenzione europea dei diritti delluomo,
quali risultino dalle tradizioni costituzionali degli Stati membri. Lunione si fonda sui principi di libert e
democrazia; inoltre la violazione grave e persistente di tali principi pu essere causa di sospensione
di alcuni diritti in quanto membro dellUnione.
LOrganizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa
OSCE aveva il compito di assicurare il confronto e cooperazione tra lEuropa dellovest, regimi
liberali, e lEuropa dellest, regimi comunisti, e i neutrali e non allineati europei. Nel sistema OSCE, la
tutela dei diritti umani si configura come dimensione umana. Unespressione che non copre solo i
rapporti tra individuo e Stato, ma a che i rapporti tra le istituzioni. Gli impegni OSCE divengono
politicamente vincolanti per gli Stati non appena il relativo documento p stato adottato, quindi non
necessita di ratifica, inoltre non comportano un processo formale di esecuzione negli ordinamenti
interni; la dimensione umana da inquadrare nel concetto di sicurezza cooperativa, basata sulla
prevenzione dei conflitti, il disarmo,; nellOSCE non si applica il meccanismo del previo esaurimento
dei ricorsi interni. Mentre sia nellOSCE che nel quadro dei diritti delluomo, essi sono tutelati da
appositi meccanismi di garanzia.
Nell'OSCE i diritti umani sono tutelati tramite un procedimento, meccanismo della dimensione umana
che si articola in quattro fasi:
denuncia dell'inosservanza da parte di uno Stato partecipante nei confronti di un altro
risposta dello Stato richiesto e incontro a livello bilaterale
trasmissione della questione a tutti gli Stati partecipanti
discussione durante la Conferenza sulla dimensione umana dell'OCSE.
Il meccanismo della dimensione umana stato pi volte applicato durante la guerra fredda.
La struttura istituzionale dell'OCSE si rafforzata (Conferenza di Helsinki '92) con la creazione
dell'Alto Commissario per le Minoranze Nazionali, che uno strumento di prevenzione dei conflitti per
quanto possibile nella fase iniziale; esso interviene quando vi sono tensioni di una minoranza
nazionale che possono sfociare in conflitto, il quale pregiudicherebbe la pace e la stabilit degli Stati
partecipanti. . Le sue funzioni consistono nel preallarme e nell'azione preventiva: valuta le situazioni
in questione, informa gli organi politici dell'OCSE, propone delle soluzioni in merito. Vi sono le
missioni di lunga durata che sono uno strumento per la prevenzione dei conflitti e gestione delle crisi.
E' stata istituita la Corte di arbitrato e conciliazione che giudica le controversie tra gli Stati membri
dell'OCSE.
Il principio di autodeterminazione dei popoli
I popoli decidono liberamente del loro Statuto Politico. L'autodeterminazione pu essere:
interna conferisce ad ogni popolo il diritto di avere un ordinamento rappresentativo e democratico,
esterna conferisce ad ogni popolo il diritto ad avere la forma statale che desidera nella comunit
internazionale.
Il principio dell'autodeterminazione dei popoli caratterizzato da:
irretroattivit in quanto non si applica in Europa, ai territori occupati con la forza prima della II guerra
mondiale
universalit perch si applica a tutti i popoli e non solo quelli sotto dominazione coloniale
permanenza cio che non si consuma una volta che sia esercitato.
Le minoranze non sono popoli e non sono titolari di un diritto di autodeterminazione esterna, per
questi lautodeterminazione interna pu essere attuata mediante la concessione dellautonomia.
I crimini internazionali
Sono attivit individuali lesive di beni particolarmente protetti dal diritto internazionale. La gravit
tale che arreca un grave pregiudizio allintera comunit internazionale. Sono le violazioni dei
diritti/obblighi erga omnes (genocidio, razzismo, schiavit). Possono essere commessi da semplici
individui o da individui organi. Gli atti lesivi restano propri di chi li ha commessi quindi non vi
limmunit organica. I crimini internazionali sono:
crimini contro la pace, progettazione, preparazione e scatenamento di unaggressione
crimini di guerra, violazioni gravi su leggi e consuetudini di guerra, uso di armi vietate
crimini contro l'umanit, sterminio o riduzione in schiavit, pirateria.
Le repressioni dei crimini internazionali pu avvenire ad opera dei tribunali internazionali o dei
tribunali interni: qualora il reo si trova nel territorio dello Stato, questi obbligato a sottoporlo a
procedimento penale oppure estradarlo allo Stato che ne faccia richiesta.
la violazione imputabile all'organizzazione stessa. In caso contrario da ritenere responsabili gli Stati
parti del trattato istitutivo collettivamente considerati. Ogni atto illecito dell'organizzazione comporta la
sua responsabilit internazionale. La Corte ha affermato che lo Stato deve rispondere dell'eventuale
illecito compiuto, quando il suo comportamento sia vincolato all'esecuzione di un obbligo stabilito
dall'organizzazione internazionale.
CAPITOLO 13
IL TRATTAMENTO DELLE PERSONE FISICHE E GIURIDICHE STRANIERE
Trattati di amicizia
Trattati di commercio
Trattati di navigazione
Per limmigrazione clandestina da segnalare il protocollo sul traffico illegale di migranti in via
marittima, terrestre e aerea.
LE PERSONE GIURIDICHE
Hanno gli stessi diritti delle persone fisiche.
Il diritto di stabilimento pu essere accordato solo con atto unilaterale dello stato territoriale o
mediante un trattato che di solito prevede la reciprocit.
CITTADINANZA
DELLE
PERSONE
FISICHE
LA
NAZIONALITA
DELLE
PERSONE
GIURIDICHE
Per lattribuzione automatica della cittadinanza gli stati usano due criteri:
1.
Per quanto riguarda le persone giuridiche, lattribuzione della nazionalit ricade nel dominio riservato
degli stati. La nazionalit determinata con riferimento allo stato in cui la persona stata costituita.
LA PROTEZIONE DIPLOMATICA DELLE PERSONE FISICHE E GIURIDICHE
Il CDI ha adottato nel 2006 un progetto di articoli sulla protezione diplomatica.
La violazione di una norma internazionale che crea un danno ad una persona fisica o giuridica, dovr
essere lo stato di cui la persona cittadino o abbia la nazionalit, ad intervenire in protezione
diplomatica nei confronti dellautore dellillecito.
Di regola il cittadino non ha alcun diritto che lo stato nazionale eserciti la protezione diplomatica, ma
questo dipende dallordinamento statale interno.
Lo stato pu intervenire solo dopo che lindividuo o la persona giuridica abbai esaurito tutti i mezzi di
soluzione a disposizione nellordinamento statale che ha commesso lillecito. Questo per un criterio
economico.
Se lindividuo riesce ad ottenere la soddisfazione delle proprie pretese di fronte ai tribunali dello stato
che ha commesso lillecito, il ricorso dello stato nazionale non pi esperibile e sotto il profilo
internazionale lillecito non si sarebbe neppure prodotto.
Possono esserci delle clausole in cui si richiede di rinunciare alla protezione diplomatica utilizzando solo
quella locale.
Lesercizio della protezione diplomatica spetta allo stato di cui lindividuo ha la cittadinanza.
Per gli apolidi vale il criterio della residenza.
Se lindividuo ha doppia cittadinanza vale il principio della nazionalit effettiva, cio con cui ha il legame
pi stretto.
Il problema pi complicato quando si tratta di determinare la nazionalit delle persone giuridiche, in
particolare quando gli azionisti sono tutti o in parte stranieri o quando c una dissociazione fra il luogo
dincorporazione e la sede amministrativa. Qua entra in gioco lart. 9 del progetto che ammette che
possa essere considerato come stato nazionale uno stato diverso da quello del luogo dincorporazione,
solo se sono soddisfatti alcuni criteri:
La sede di costituzione della societ meramente nominale e la sua sede amministrativa e il suo
controllo finanziario si trovano allestero
diplomatica, ma resta tuttavia aperta la questione di determinare se tale regola corrisponda al diritto
consuetudinario.
CASO: Barcelona Traction.
Costituita in canada, dichiarata fallita in spagna e la maggior parte degli azionisti era di nazionalit
belga. Secondo la corte internazionale di giustizia, il belgio non poteva intervenire in protezione
diplomatica, ma doveva farlo il canada perch era l che la societ si era costituita.
Lart. 12 del progetto ammette lesercizio della protezione diplomatica nel caso in cui lo stato di
nazionalit degli azionisti intervenga nei confronti di questi perch gli azionisti sono vittime di un danno
diretto, distinto da quello arrecato alla societ, ma la corte internazionale di giustizia ha stabilito che
pu intervenire solo lo stato in cui la societ si costituita, ma lo stato di nazionalit degli azionisti pu
intervenire solamente se essi abbiano subito un danno diretto dei loro diritto, ad esempio: il dividendo o
il voto in assemblea.
La risoluzione adottata dallILA nella sessione di toronto nel 2006, ha stabilito che lo stato di
nazionalit degli azionisti pu intervenire se lo stato di costituzione della societ non possa o non voglia
intervenire.
LE NAZIONALIZZAZIONI
Le misure restrittive della propriet degli stranieri sono varie:
Nazionalizzazioni: hanno per oggetto unintera categoria di beni e servizi e sono attuate mediante
provvedimenti legislativi. Esempio: energia elettrica.
Espropriazioni: hanno per oggetto i singoli beni e sono eseguite tramite un provvedimento
amministrativo. Per motivi di pubblica utilit c un indennizzo.
Anche recenti trattati multilaterali ribadiscono tale formula, come il NAFTA e il trattato sulla carta dellenergia.
La sottoposizione della controversia ad arbitrato ICSID esclude che possa essere invocata la
protezione diplomatica.
La sentenza arbitrale ha efficacia esecutiva allinterno di qualsiasi stato contraente della convenzione
ICSID senza lesperimento di una procedura ad hoc dettata generalmente per il riconoscimento e
lesecuzione delle sentenze straniere. Le regole per lesecuzione forzata della sentenza sono quelle
dello stato in cui la sentenza deve avere esecuzione. Se lo stato ospite rifiuta, la protezione
diplomatica rivive.
Il tribunale ICSID applica il diritto indicato dalle parti, in mancanza applicher il diritto dello stato
ospite e le regole di diritto internazionali rilevanti.
I rimedi contro una sentenza ICSID sono:
Revisione
Annullamento
I tribunali interni non sono coinvolti e la domanda deve essere presentata al presidente ICSID che
provvede a nominare, tra le persone che figurano allinterno delle liste degli arbitri, un comitato ad hoc
di tre membri.
I rimedi non possono essere individuati sul piano dellordinamento interno.
oppure il Cds emana delle risoluzioni mirate che stabiliscono solo lembargo
delle armi oppure misure nei confronti di una particolare categoria di beni o
individui o entit non statali.
Altra tipica azione del Cds ladozione di misure provvisorie ex art.40 ad
esempio il cessate il fuoco allo scopo di prevenire un aggravarsi della
situazione. Possono essere oggetto di una decisione, secondo alcuni anche
di una decisione con effetti giuridici vincolanti. Questa tesi troverebbe
conferma nella prassi del Cds.
Il Cds qualora decida di intraprendere azioni coercitive comportanti luso della
forza armata adotter una delibera contenente misure tra quelle contemplate
allart.27 par.3. come le altre anche queste possono essere oggetto del
potere di veto da parte dei membri permanenti e ci spiega perch durante la
guerra fredda conflitti di grande importanza in cui sono state direttamente o
indirettamente impegnate le grandi potenze, hanno visto le N.U. ai margini,
mentre nel 1990 quando si verific loccupazione del Kuwait da parte dellIraq
il Cds ha fatto frequentemente ricorso ai suoi poteri. Si tratta per di una
prassi che durata 10 anni, messa in crisi con lintervento della Nato contro
la Repubblica federale di Jugoslavia nel 1999 e poi con quello degli Usa e
Regno Unito in Iraq nel 2003, che ha segnato una profonda divisione nel
Consiglio.
Anche qui i poteri di intervento non spettano solo nel caso di conflitto
internazionale, ma anche nel caso di guerra civile, qualora questultimo metta
in pericolo la pace o in presenza di altre situazioni interne quali il genocidio.
Inoltre lapplicazione di misure coercitive non preclusa per il fatto che si
tratti di materie che ricadono nel dominio riservato di uno stato.
Ci sono 3 tipi di operazioni che comportano la dislocazione di truppe nel
territorio altrui:
- Intervento armato da parte del Cds
- Operazioni di mantenimento della pace (peace keeping)
- Uso della forza autorizzato dal Cds
1) qualora si ritenga che per far fronte alla situazione occorrano misure pi
incisive o nei casi in cui le misure ex art.41 si sono rivelate inadeguate,
il Cds pu intraprendere una vera e propria operazione militare
mediante forze aeree, navali o terrestri. Ladozione di misure ex art. 41
non preliminare allintervento armato.
Tale azione pu consistere in dimostrazioni/ blocchi ed altre operazioni.
Il Cds agisce mediante truppe mese a disposizione dagli stati membri e
coordinate da un comitato di stato maggiore composto dai capi di stato
maggiore dei membri permanenti del Cds. A sua discrezione il Cds pu
decidere se impiegare in una determinata operazione tutti i membri
delle N.U. o solo alcuni di essi. In realt subito dopo lentrata in vigore
della Carta gli stati avrebbero dovuto stipulare accordi ad hoc in cui
avrebbero dovuto essere indicati in dettaglio i contingenti che ciascuno
stato avrebbe messo a diposizione del Consiglio a sua richiesta, ma gli
accordi in questione non sono mai stati stipulati, tanto che le operazioni
di polizia effettuate dalle N.U. hanno finito per assumere una fisionomia
diversa da quella originariamente prevista.
2) Questo tipo di operazioni sono divenute frequenti dopo la fine della
guerra fredda. Le forze di mantenimento della pace hanno operato sia
nel quadro di conflitti armati internazionali quanto in quello di conflitti
interni (in questo caso aiutano il governo legittimo a mantenere la legge
e lordine, o garantiscono la distribuzione di aiuti umanitari o operano
come forza di interposizione tra governo legittimo e fazioni avversarie).
Esse si distinguono dalle azioni coercitive per il fatto di essere attuate
con il consenso dello stato territoriale, tant che parte della dottrina le
colloca in una zona grigia tra il capito VI relativo alla soluzione pacifica
delle controversie e il capitolo VII relativo al mantenimento della pace e
della sicurezza, ma il Cds nel predisporre missioni di peace-keeping ha
sempre fatto riferimento al capitolo VII.
Di regola sono effettuate sotto la direzione del segretario generale
dietro apposita delega del Cds che pu essere prorogata anche un
notevole numero di volte. Il Segretario ha il compito di costituire la
forza, queste operazioni fanno capo ad un dipartimento ad hoc, istituito
nellambito del segretariato generale: il dipartimento per le operazioni di
peace-keeping.
Per le operazioni di Peace-keeping sono stati messi in atto due
meccanismi:
a) Stand-by Arrangement
b) Shirbrig
Nel primo caso gli stati membri tengono a disposizione dei
contingenti addestrati di peace-keeping, essi restano sotto il
comando nazionale prima di essere trasferiti sotto comando delle
N.U. lassegnazione alle N.U. comporta la stipulazione di un accordo
ad hoc, il Cds non pu fare riferimento su queste forze se non dopo
laccordo.
Nel secondo caso c una stretta cooperazione tra stati fornitori e
Cds fin dal momento in cui gli stati partecipanti destinano un
contingente a prestare servizio. Ma anche in questo caso i
contingenti restano sotto il comando nazionale prima di assumere
servizio in ambito Onu.
ORGANIZZAZIONI REGIONALI
Lart.52 della Carta salvaguardia le funzioni degli accordi o delle
organizzazioni regionali per il mantenimento della pace. Per poter essere
qualificata come regionale ai sensi del capitolo VIII lorganizzazione deve
avere i seguenti requisiti:
- Essere un organizzazione regionale
- Avere competenza nel campo del mantenimento della pace e sicurezza
internazionale
- Essere conforme ai fini delle Nazioni Unite per quel che riguarda
lattivit esercitata
Corrispondono a tali requisiti:
a) Lorganizzazione degli Stati Americani
b) La Lega Araba
c) LUnione Africana
d) LUe
La Nato pur avendo i requisiti si rifiuta di essere qualificata come
organizzazione regionale per non dover essere subordinata alle disposizioni
della Carta che richiedono uno stretto collegamento con le Nazioni Unite.
Possono funzionare come patto per lorganizzazione delle legittima difesa
collettiva, in tal caso i membri fanno collettivamente quello che avrebbero
fatto individualmente. Non necessitano in questo caso dellautorizzazione del
Cds perch agiscono conformemente allart.51 Carta.
Possono effettuare operazioni di peace-keeping, in tal caso lautorizzazione
non sarebbe strettamente necessaria a meno che non sia espressamente
richiesta dallatto istitutivo dellorganizzazione.
Possono effettuare operazioni coercitive su delega o su autorizzazione del
Cds, nel qual caso saranno svolte sotto la direzione del Cds o su sua
autorizzazione.