Sei sulla pagina 1di 13

FINANZA D’IMPRESA

Per produrre l’impresa necessita innanzitutto di FATTORI PRODUTTIVI:


- fattori produttivi a utilità ripetuta detti beni d’investimento o beni capitale (macchinari, impianti,
immobili, concessioni, licenze, brevetti);
- fattori produttivi che sono consumati in un solo processo produttivo detti beni di consumo o beni
a utilità singola (materie prime, sussidiarie, di consumo);
- sevizi (luce, gas, telefono)
- lavoro, grazie al quale i fattori produttivi sono combinati al fine di produrre i beni e servizi
dell’impresa e/o il processo produttivo è controllato.

L’impresa trasforma i fattori acquisiti e produce beni e servizi che vengono venduti sul suo mercato
di sbocco.
Il prezzo è, per l’impresa, un impiego e una fonte di risorse finanziarie.

Normalmente il pagamento dei fattori produttivi precede l’incasso delle vendite dei beni e servizi.
Tale disallineamento temporale determina per l’impresa un problema finanziario che viene risolto
ricorrendo al sistema finanziario (ad esempio, attraverso l’indebitamento bancario)

01 - IL BILANCIO
Il bilancio è il documento che fornisce informazioni:
- sulla situazione patrimoniale e finanziaria di un’impresa ad una certa data
- sul suo risultato economico
- su quali operazioni di gestione hanno generato o assorbito liquidità.
Nel bilancio trovo quindi risposta alle seguenti domande:
A) Qual è la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa? → Stato patrimoniale.
B) Qual è stata la sua performance economica? → Conto economico.
C) Quali sono le operazioni che hanno generato liquidità e come questa è stata impiegata? →
Rendiconto finanziario.

I documenti che compongono il bilancio sono:


→ lo stato patrimoniale, che fornisce informazioni in merito alla situazione patrimoniale e
finanziaria della società alla data del bilancio;
→ il conto economico, che fornisce informazioni in merito al risultato economico dell’anno;
→ il rendiconto finanziario, che indica quali operazioni hanno assorbito o generato liquidità
nell’esercizio;
→ la nota integrativa, che contiene informazioni esplicative del bilancio, ovvero i principi di
valutazione adottati, il dettaglio delle voci e le variazioni intervenute nel corso dell’anno.
Il bilancio è corredato dalla:
- Relazione degli amministratori sulla gestione
- Relazione degli organi di vigilanza (Collegio sindacale/Società di revisione)
- Dichiarazione non finanziaria per società quotate di grandi dimensioni

BILANCIO D’ESERCIZIO VS BILANCIO CONSOLIDATO


Il bilancio di una singola impresa è detto bilancio d’esercizio o bilancio separato.
Se le imprese sono organizzate in forma di gruppo viene predisposto anche il bilancio consolidato.
Il bilancio consolidato rappresenta la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica di un
gruppo come se questo fosse un’unica impresa, superando cioè le distinzioni giuridiche tra le
diverse società che compongono il gruppo.
Nel bilancio consolidato gli effetti delle operazioni infragruppo vengono pertanto eliminati e il valore
delle partecipazioni, nella capogruppo, viene sostituito con le attività delle società controllate.

Il bilancio rappresenta la principale fonte d’informazione, pubblica per molte imprese (società di
capitali), in merito all’andamento della gestione di un’impresa. Esso è strumento fondamentale per
valutare lo stato di salute di un’impresa e la sua capacità di creare valore.
Ovviamente, il bilancio riporta informazioni sulla gestione passata di un’impresa, gestione che
rappresenta però il punto di partenza per l’evoluzione di quella futura. Pertanto, esso viene
utilizzato non solo come verifica ex post dell’andamento dell’impresa, ma anche per assumere
decisioni in merito a futuri investimenti da effettuare e al loro finanziamento.

IL RATING
Il bilancio rappresenta un’importantissima fonte di informazione per i mercati finanziari e, quindi,
per gli investitori attuali e potenziali. Si pensi al RATING.
Il RATING rappresenta una misura tradizionale del rischio d’impresa. Esso consiste in una
valutazione sintetica del rischio d’insolvenza di una controparte.
Rischio d’insolvenza: rischio che una controparte non adempia tempestivamente ed integralmente
ai propri impegni relativi al pagamento degli interessi e al rimborso del capitale.
Ad ogni classe di rating è associata una probabilità d’insolvenza.
Il rating è, quindi, una misura del rischio di credito di un determinato soggetto.
Esso costituisce, tuttavia, un importante riferimento anche per gli azionisti e gli altri stakeholders.
Un declassamento, o downgrading, di un’impresa (ovvero l’assegnazione di questa ad una classe
di rating inferiore) è indicativo, infatti, di un aumento del suo profilo di rischio.
DUNQUE, il rating influenza la possibilità per un’impresa di accedere al credito e le condizioni
(cioè il costo) del finanziamento.
Quanto più rischiosa è un’impresa, tanto più elevato è il costo delle risorse finanziarie acquisite.
Un investitore razionale è, infatti, disposto a finanziare un’impresa maggiormente rischiosa solo a
condizione di ottenere un rendimento anch’esso maggiore.
Spread : rendimento aggiuntivo, rispetto a un titolo privo di rischio, richiesto in funzione del rischio
dell’investimento.
Ad esempio: spread titolo BBB = rendimento del titolo BBB – rendimento del titolo di stato USA

02 - DICHIARAZIONE NON FINANZIARIA (DNF)

La Dichiarazione non finanziaria è un documento che rendiconta impegni e risultati raggiunti


dall’impresa in ambito ESG (environmental, social and governance).
L’obbligo di redazione di tale informativa riguarda gli enti di interesse pubblico (ovvero, società
quotate, banche ed assicurazioni) che hanno in media più di 500 dipendenti ed il cui bilancio
consolidato soddisfi almeno uno dei seguenti criteri:
i) totale dell’attivo dello stato patrimoniale superiore a 20.000.000 euro
ii) totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiore a 40.000.000 euro.

Precisamente, la dichiarazione di carattere non finanziario copre i seguenti temi:


ambientali, sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione
attiva e passiva
che sono rilevanti, date l’attività e le caratteristiche dell’impresa, e che sono necessari ad
assicurare la comprensione dell’attività di impresa, del suo andamento, dei suoi risultati e
dell’impatto dalla stessa prodotta.

Particolare attenzione nella DNF è rivolta all’informativa collegata agli effetti del cambiamento
climatico sull’impresa e agli effetti dell’attività d’impresa sull’ambiente.
RISPOSTA CORRETTA ESAME: con riferimento alle informazioni collegate al cambiamento
climatico, la commissione europea prescrive di indicare non solo quelle utili per la comprensione
dell’impatto del rischio climatico sulle performance dell’impresa, ma anche quelle utili per
comprendere l’impatto dell’impresa sull’ambiente.
LE SFIDE AMBIENTALI
L’utilizzo delle risorse naturali è più che triplicato dal 1970 ed è in continua espansione.
In assenza di azioni tempestive e concertate, la crescita rapida e l’utilizzo inefficiente delle risorse
naturali continuerà a creare una pressione insostenibile sull’ambiente.

Impatto dell’aumento delle temperature sull’economia:

 Aumento frequenza e intensità dei fenomeni metereologici estremi: ondate di calore,


piogge torrenziali e inondazioni
 Aumento degli incendi
 Aumento siccità
 Minore produttività dei terreni agricoli
 Incremento di domanda di energia
 Minore produttività del lavoro
 Aumento della morbilità e della mortalità
WELFARE LOSSES (% OF GDP) FOR THE HIGH WARMING SCENARIO AND 2° C: queste
previsioni si riferiscono alle perdite attese considerando i fattori di mortalità, riduzione produttività,
alluvioni costiere e fluviali, ecc… che possono essere integrati nei modelli economici. Forniscono
quindi una rappresentazione incompleta degli effetti collegati al cambiamento climatico, non sono
esaustive del costo del cambiamento climatico.

TIPOLOGIE DI RISCHIO CONNESSE AL CAMBIAMENTO CLIMATICO:

1. IL RISCHIO DI TRANSIZIONE
Rischio che deriva dagli impegni presi dalla comunità internazionale con lo scopo di
stabilizzare la concentrazione atmosferica di gas serra entro i livelli stabiliti dall’Accordo di
Parigi.
Si tratta, dunque, per le imprese di un rischio collegato alla transizione dell’economia verso un
modello «low-carbon».
• Rischio tecnologico, legato all’introduzione di nuove tecnologie
• Rischio regolamentare, legato all’introduzione, ad esempio di una carbon tax
A differenza del rischio fisico, il rischio di transizione non è persistente ma potrebbe essere
dirompente per la stabilità del sistema finanziario.

2. IL RISCHIO FISICO
La seconda tipologia di rischio è il rischio fisico, che può determinare perdite per i soggetti
economici esposti ad eventi naturali estremi o a shift climatici strutturali.
Ad esempio, i disastri ambientali possono comportare la distruzione di capitale fisico
(abitazioni, capannoni e impianti industriali).

3. IL RISCHIO REPUTAZIONALE ovvero il rischio di perdita di clienti attenti al tema


ambientale.

4. IL RISCHIO DI RESPONSABILITA’

È tipico del settore assicurativo, che si manifesta, ad esempio, quando coloro che hanno
sofferto un danno dai fenomeni indotti dai cambiamenti climatici si rivalgono su coloro che
per mestiere hanno assunto tali rischi: le imprese di assicurazione.

ECONOMIA CIRCOLARE
La trasformazione del modello di business dell’impresa verso un modello circolare può contribuire
significativamente a rendere l’impresa più resiliente al cambiamento climatico e alla limitazione di
risorse naturali.
Per modello di business circolare si intende un modello in cui il valore dei prodotti, dei materiali
e delle risorse è mantenuto quanto più a lungo possibile e la produzione di rifiuti è ridotta al
minimo.

Impatto del cambiamento climatico a livello aziendale

Impatto del rischio climatico a bilancio


PIANO D’AZIONE PER LA CRESCITA SOSTENIBILE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

INVESTIMENTI NECESSARI PER LA RICONVERSIONE DEL SISTEMA ECONOMICO VERSO


MODELLO LOW-CARBON
ALMENO EUR 180 MILIARDI ANNUI PER INVESTIMENTI IN ENERGIA (EC, 2018)
ALMENO 400 MILIARDI PER INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE (EIB, 2019)
ALMENO 140 MILIARDI DI INVESTIMENTI ANNUI IN INNOVAZIONE (EIB, 2019)

NESSO TRA CAMBIAMENTO CLIMATICO E RISCHI PER IL SISTEMA FINANZIARIO:


Non esiste una stima delle dimensioni complessive di questi rischi, tuttavia vi sono alcuni studi
interessanti in materia.
▪ Dietz et al. (2016) valutano i rischi fisici legati ai cambiamenti climatici in assenza di ulteriori
misure di mitigazione rispetto a quelle attese: le attività finanziarie esposte sarebbero in un
intervallo compreso tra i 2.500 e i 24.200 miliardi di dollari.
▪ Mercure et al. (2018) stimano che le perdite potenziali delle attività legate all’estrazione, l’utilizzo,
la trasformazione e il trasporto dei combustibili fossili ammontino a 1.000-4.000 miliardi di dollari.
▪ Battiston et al. (2017) stimano che l’ammontare di prestiti delle banche nei confronti di settori ad
alta intensità di carbonio (e a maggior rischio di transizione) è superiore al loro capitale
complessivo

MISURE CONTRO L’INQUINAMENTO SI POSSONO ATTUARE SU:

1. Emissioni dirette: emissioni prodotte direttamente da una sorgente di proprietà o controllata


dall’impresa
2. Energia emissioni indirette: emissioni dovute dalla produzione di energia acquistata e
consumata dall’impresa
3. Altre emissioni indirette collegate alla catena di valore dell’impresa. Ad esempio, emissioni
collegate alla produzione di materiali e combustibili acquistati, ai viaggi di affari degli impiegati, al
trasporto di prodotti e materiale, allo smaltimento rifiuti.

03 – IL BILANCIO (ripasso)
LO STATO PATRIMONIALE

LE ATTIVITA’
Affinché una risorsa possa essere considerata un’ATTIVITA’, e quindi iscritta all’attivo dello stato
patrimoniale, deve soddisfare tre requisiti:
1. essere di proprietà o, comunque, sotto il controllo dell’impresa (che ha il potere di usufruire del
bene e di appropriarsi dei benefici economici ad esso associati);
2. avere un valore per l’impresa, nel senso che deve essere in grado di produrre benefici
economici futuri;
3. il suo importo deve essere quantificabile in modo attendibile.
Pertanto, sono risorse di valore per l’impresa: i beni che possono essere venduti sul mercato
generando cassa; i beni che saranno utilizzati nello svolgimento dell’attività produttiva generando
in futuro cassa indirettamente attraverso la vendita dei beni e servizi che concorrono a produrre; la
cassa in senso stretto o attività equivalenti alla cassa.

I CRITERI DI MISURAZIONE DELLE ATTIVITÀ:

1. IL PRINCIPIO DEL COSTO STORICO RETTIFICATO

Nel Codice Civile, il criterio-base di valutazione delle attività è il costo storico rettificato.
Le attività sono iscritte al costo storico di acquisizione, che viene rettificato in diminuzione per
perdite di valore.
I beni dell’attivo non possono essere iscritti a un valore superiore al loro costo storico, ad
eccezione di specifiche deroghe consentite da leggi speciali. Se, quindi, i beni si apprezzano
rispetto al loro costo d’acquisto, non possono essere rivalutati a bilancio a meno di specifiche
norme.
Non essendo possibili rivalutazioni dell’attivo, lo stato patrimoniale fornisce una rappresentazione
prudenziale dell’attivo e, quindi, del patrimonio netto dell’impresa.
Il costo d’acquisto rappresenta il limite massimo di valore al quale un’attività può essere iscritta
nello stato patrimoniale.
Si tratta di un sistema di misurazione dell’attivo rivolto alla tutela del creditore sociale.
I valori di bilancio possono risultare molto lontani da quelli correnti o di mercato.
2. FAIR VALUE – VALORE EQUO
A partire dal 2005, a livello di Unione Europea, sono stati introdotti gli IAS/IFRS. Nei bilanci
IAS/IFRS, il criterio-base di valutazione dell’attivo è il fair value ("valore equo"), ovvero il più
probabile prezzo di mercato.
L’attività è dunque iscritta in bilancio al valore a cui potrebbe essere ceduta. Pertanto, in caso di
apprezzamento del bene, l’attività viene iscritta a bilancio a un valore superiore al costo di
acquisizione e viceversa se viene deprezzata.
L’utilizzo del fair value introduce tuttavia maggior soggettività nei dati di bilancio. Laddove non
esiste un prezzo di mercato, il fair value è determinato in base a tecniche di stima che possono
condurre a valori sulla cui affidabilità possono esservi dubbi e incertezze; inoltre, l’utilizzo del fair
value introduce maggiore volatilità nel bilancio. Gli elementi patrimoniali iscritti al loro fair value
tendono ad assumere un andamento legato alla ciclicità dei mercati, che può non riflettere le
modalità di utilizzo del bene e del business.

IL PASSIVO DELLO STATO PATRIMONIALE


Il PASSIVO dello stato patrimoniale riporta le FONTI DI FINANZIAMENTO degli investimenti che si
suddividono in due categorie principali: PATRIMONIO NETTO e DEBITI.
- PATRIMONIO NETTO

Il patrimonio netto (o capitale netto) è costituito da:


o conferimenti dei soci: ammontare di denaro (o il valore di beni) versato dai soci
durante la vita dell’impresa, a fronte dei quali il socio riceve azioni (o quote nella
s.r.l.) della società
o Utili generati dalla gestione e non distribuiti ai soci.

- PASSIVITA’ \ DEBITI
Le passività sono debiti, certi o probabili (fondi rischi).
Esempio di debiti sono i prestiti obbligazionari, i debiti verso banche, i debiti verso dipendenti, i
debiti verso fornitori, i debiti tributari.
Per un principio di prudenza, sono passività anche i fondi rischi, la cui esistenza non è certa, ma
soltanto probabile. Ad esempio, se un’impresa ha una causa in corso, gli importi che si prevede
debbano essere spesi costituiscono una passività, anche se non vi è certezza sull’esito della
causa.
FONTI DI FINANZIAMENTO DI UN IMPRESA
Un’impresa può raccogliere liquidità all’interno del sistema finanziario in due modi:
1. Emettendo azioni > in questo caso raccoglie CAPITALE DI RISCHIO
2. Ricorrendo al prestito bancario o emettendo obbligazioni > in questo caso raccoglie
CAPITALE A TITOLO DI DEBITO
Per l’impresa che emette le azioni ed obbligazioni, od ottiene il prestito bancario, questi strumenti
sono fonti di finanziamento.
Per l’investitore che sottoscrive l’azione o l’obbligazione, o per la banca che concede il prestito,
questi strumenti rappresentano un investimento (o impiego).
- Quando l’impresa raccoglie capitale emettendo azioni, i soggetti che effettuano il
conferimento acquisiscono lo status di soci. Gli azionisti\soci non hanno un diritto
predeterminato contrattualmente alla remunerazione e al rimborso del capitale. L’impresa,
infatti, è legalmente tenuta a remunerare e rimborsare tutti i creditori prima degli azionisti.
Hanno perciò un diritto residuale, in questo modo il rendimento dell’investimento per
l’azionista è strettamente collegato all’andamento della gestione dell’impresa.

- Quando l’impresa raccoglie, all’interno del sistema finanziario, capitale a titolo di debito, i
soggetti finanziatori (investitori) acquisiscono lo status di creditori.

TITOLO DI DEBITO: contratto in forza del quale l’impresa che ha ricevuto un finanziamento
si impegna a corrispondere al finanziatore (obbligazionista, banca) una remunerazione
(interesse) prestabilita e a rimborsare il capitale alle scadenze contrattualmente prefissate.
La remunerazione del finanziamento (interesse) è prestabilita contrattualmente; vi è obbligo
di restituzione del capitale. I diritti dei creditori precedono, cioè, quelli dei soci.

Riassumendo, le fonti di finanziamento dell’impresa possono essere sostanzialmente suddivise in:


- Capitale di rischio (azioni o quote)
- Debiti finanziari
- Debiti di funzionamento

STRUTTURA E CONTENUTO STATO PARTIMONIALE


Il Codice Civile definisce rigidamente la struttura e il contenuto dello stato patrimoniale delle
imprese industriali. Le attività dello stato patrimoniale sono distinte in:
- Immobilizzazioni: attività a cui è stato attribuito un ruolo di investimento a medio-lungo
termine, a prescindere dal fatto che stiano per tornare in forma liquida a breve.
- Attivo circolante: attività originariamente considerate come investimenti a breve termine,
indipendentemente dal fatto che ritornino effettivamente in forma liquida entro l’anno
successivo
Il criterio della classificazione non è quello del grado di liquidità dell’investimento, come negli
IAS/IFRS, ma quello della destinazione o ruolo attribuito all’investimento nella gestione d’impresa.

Gli IAS/IFRS non prescrivono una forma e un contenuto predeterminato dello stato patrimoniale,
ma si limitano a definirne il contenuto minimo.

Come regola generale, gli IAS/IFRS stabiliscono però che le attività e le passività siano presentate
suddivise in due categorie:
1. ATTIVITA’ CORRENTI / ATTIVITA’ NON CORRENTI
2. PASSIVITA’ CORRENTI / PASSIVITA’ NON CORRENTI
Attività correnti → Attività che presumibilmente genereranno liquidità per l’impresa entro l’anno
successivo a quello di riferimento del bilancio.
Attività non correnti → Attività che presumibilmente genereranno liquidità per l’impresa oltre l’anno
successivo a quello di riferimento del bilancio. (avviamento: trova origine quando un’impresa ne
acquisisce un’altra pagando un prezzo superiore al valore corrente del patrimonio netto trasferito.
Avviamento = prezzo d’acquisizione – valore corrente del patrimonio netto dell’acquisita
L’avviamento acquisito rappresenta il maggior prezzo pagato da un acquirente rispetto al valore
corrente del patrimonio netto trasferito per la presenza di risorse non tangibili che produrranno per
l’impresa futuri benefici economici, ma non sono iscrivibili separatamente in bilancio.)
Passività correnti → Passività che presumibilmente determineranno un esborso monetario per
l’impresa entro l’anno successivo a quello di riferimento del bilancio.
Passività non correnti → Passività che presumibilmente determineranno un esborso monetario per
l’impresa oltre l’anno successivo a quello di riferimento del bilancio

LE AZIONI
Il valore nominale di un’azione è pari al conferimento effettuato in sede di costituzione della società
a fronte di ogni azione emessa.
Oltre a un valore nominale, le azioni hanno anche un
- valore contabile (= Patrimonio netto (a valori contabili)/ numero delle azioni in circolazione)
- valore di mercato (=Patrimonio netto a valori correnti/ numero delle azioni in circolazione)
che rappresenta il valore a cui un azione può essere scambiata

RISERVA SOVRAPPREZZO AZIONI


Nel corso del tempo può capitare che l’impresa proceda a un aumento di capitale e, pertanto,
all’emissione di nuove azioni. La nuova emissione di azioni verrà effettuata ai prezzi di mercato.
La riserva da sovrapprezzo ha origine quando il prezzo di emissione delle azioni è superiore al loro
valore nominale.
04 - LA DETERMINAZIONE DEL RISULTATO ECONOMICO
Il patrimonio netto di un’impresa aumenta in un dato periodo di tempo per due ragioni:
▪ conferimento di denaro (o beni) da parte dei soci.
▪ utili prodotti nel corso della gestione di un’impresa.
In un dato periodo di tempo, infatti, il patrimonio netto subisce variazioni anche per effetto
dell’andamento della gestione.
Se ricavi > costi del periodo, la gestione d’impresa ha determinato un utile, ovvero un incremento
di patrimonio netto.

Il patrimonio netto di un’impresa può diminuire, invece, in un dato periodo di tempo per tre ragioni:
▪ restituzione dei conferimenti ai soci (riduzione del capitale versato);
▪ pagamento dei dividendi (riduzione delle riserve di utili);
▪ perdite prodotte nel corso della gestione.
Se ricavi < costi del periodo la gestione dell’impresa ha determinato una perdita, che comporta una
riduzione del patrimonio netto.

Il conto economico è il documento che, attraverso la contrapposizione ai ricavi dei costi di


competenza, evidenzia il risultato economico – utile o perdita - realizzato dall’impresa in un
determinato periodo di tempo.
UTILE / PERDITA DEL PERIODO = RICAVI – COSTI DEL PERIODO
Il conto economico offre informazioni sulla nuova ricchezza prodotta/distrutta per i soci dalla
gestione d’impresa.
Esso offre informazioni sulle variazioni del patrimonio netto dell’impresa per cause diverse da:
▪ apporti/restituzione di capitale
▪ pagamento dei dividendi.

Il Conto Economico fornisce informazioni sulla performance economica dell’impresa in un


determinato periodo di tempo. Attraverso la contrapposizione ai ricavi dei costi d’esercizio, esso
evidenzia l’utile o la perdita di periodo.

QUINDI il conto economico offre informazioni sulle variazioni del patrimonio netto dell’impresa per
effetto delle operazioni di gestione diverse dagli apporti/restituzione di capitale e pagamento dei
dividendi. Queste ultime operazioni, infatti, interessano solo lo stato patrimoniale dell’impresa.

Lo stato patrimoniale evidenzia l’ammontare delle attività, delle passività e del patrimonio netto
dell’impresa ad una certa data.
Esso evidenzia grandezze-fondo (o grandezze stock). Le grandezze-fondo misurano un fenomeno
ad una certa data.
Il patrimonio netto, ad esempio, misura la ricchezza netta dell’impresa in un determinato momento.
Il conto economico misura il risultato economico (utile/perdita) realizzato dalla gestione d’impresa
in un determinato periodo di tempo.

Il conto economico evidenzia grandezze-flusso. Le grandezze-flusso misurano come una certa


grandezza-stock è variata in un dato periodo di tempo.
L’utile/la perdita sono grandezze-flusso, che misurano come è variato il patrimonio netto
dell’impresa in un determinato intervallo di tempo.

Contenuto e struttura del conto economico secondo gli IAS/IFRS


Come per lo stato patrimoniale, gli IAS/IFRS non prescrivono per il conto economico uno schema
e un contenuto predeterminato, ma si limitano a definirne il contenuto minimo.
Per le imprese industriali che adottano gli IAS/IFRS non esiste, quindi, uno schema di conto
economico standard. Esse sono sostanzialmente libere di scegliere lo schema di conto economico
che meglio risponde alle esigenze informative che intendono soddisfare.
Generalmente, i ricavi e i costi sono presentati in forma scalare:
Ricavi
- Costi
= Risultato d’esercizio

Potrebbero piacerti anche