Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
L’impresa trasforma i fattori acquisiti e produce beni e servizi che vengono venduti sul suo mercato
di sbocco.
Il prezzo è, per l’impresa, un impiego e una fonte di risorse finanziarie.
Normalmente il pagamento dei fattori produttivi precede l’incasso delle vendite dei beni e servizi.
Tale disallineamento temporale determina per l’impresa un problema finanziario che viene risolto
ricorrendo al sistema finanziario (ad esempio, attraverso l’indebitamento bancario)
01 - IL BILANCIO
Il bilancio è il documento che fornisce informazioni:
- sulla situazione patrimoniale e finanziaria di un’impresa ad una certa data
- sul suo risultato economico
- su quali operazioni di gestione hanno generato o assorbito liquidità.
Nel bilancio trovo quindi risposta alle seguenti domande:
A) Qual è la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa? → Stato patrimoniale.
B) Qual è stata la sua performance economica? → Conto economico.
C) Quali sono le operazioni che hanno generato liquidità e come questa è stata impiegata? →
Rendiconto finanziario.
Il bilancio rappresenta la principale fonte d’informazione, pubblica per molte imprese (società di
capitali), in merito all’andamento della gestione di un’impresa. Esso è strumento fondamentale per
valutare lo stato di salute di un’impresa e la sua capacità di creare valore.
Ovviamente, il bilancio riporta informazioni sulla gestione passata di un’impresa, gestione che
rappresenta però il punto di partenza per l’evoluzione di quella futura. Pertanto, esso viene
utilizzato non solo come verifica ex post dell’andamento dell’impresa, ma anche per assumere
decisioni in merito a futuri investimenti da effettuare e al loro finanziamento.
IL RATING
Il bilancio rappresenta un’importantissima fonte di informazione per i mercati finanziari e, quindi,
per gli investitori attuali e potenziali. Si pensi al RATING.
Il RATING rappresenta una misura tradizionale del rischio d’impresa. Esso consiste in una
valutazione sintetica del rischio d’insolvenza di una controparte.
Rischio d’insolvenza: rischio che una controparte non adempia tempestivamente ed integralmente
ai propri impegni relativi al pagamento degli interessi e al rimborso del capitale.
Ad ogni classe di rating è associata una probabilità d’insolvenza.
Il rating è, quindi, una misura del rischio di credito di un determinato soggetto.
Esso costituisce, tuttavia, un importante riferimento anche per gli azionisti e gli altri stakeholders.
Un declassamento, o downgrading, di un’impresa (ovvero l’assegnazione di questa ad una classe
di rating inferiore) è indicativo, infatti, di un aumento del suo profilo di rischio.
DUNQUE, il rating influenza la possibilità per un’impresa di accedere al credito e le condizioni
(cioè il costo) del finanziamento.
Quanto più rischiosa è un’impresa, tanto più elevato è il costo delle risorse finanziarie acquisite.
Un investitore razionale è, infatti, disposto a finanziare un’impresa maggiormente rischiosa solo a
condizione di ottenere un rendimento anch’esso maggiore.
Spread : rendimento aggiuntivo, rispetto a un titolo privo di rischio, richiesto in funzione del rischio
dell’investimento.
Ad esempio: spread titolo BBB = rendimento del titolo BBB – rendimento del titolo di stato USA
Particolare attenzione nella DNF è rivolta all’informativa collegata agli effetti del cambiamento
climatico sull’impresa e agli effetti dell’attività d’impresa sull’ambiente.
RISPOSTA CORRETTA ESAME: con riferimento alle informazioni collegate al cambiamento
climatico, la commissione europea prescrive di indicare non solo quelle utili per la comprensione
dell’impatto del rischio climatico sulle performance dell’impresa, ma anche quelle utili per
comprendere l’impatto dell’impresa sull’ambiente.
LE SFIDE AMBIENTALI
L’utilizzo delle risorse naturali è più che triplicato dal 1970 ed è in continua espansione.
In assenza di azioni tempestive e concertate, la crescita rapida e l’utilizzo inefficiente delle risorse
naturali continuerà a creare una pressione insostenibile sull’ambiente.
1. IL RISCHIO DI TRANSIZIONE
Rischio che deriva dagli impegni presi dalla comunità internazionale con lo scopo di
stabilizzare la concentrazione atmosferica di gas serra entro i livelli stabiliti dall’Accordo di
Parigi.
Si tratta, dunque, per le imprese di un rischio collegato alla transizione dell’economia verso un
modello «low-carbon».
• Rischio tecnologico, legato all’introduzione di nuove tecnologie
• Rischio regolamentare, legato all’introduzione, ad esempio di una carbon tax
A differenza del rischio fisico, il rischio di transizione non è persistente ma potrebbe essere
dirompente per la stabilità del sistema finanziario.
2. IL RISCHIO FISICO
La seconda tipologia di rischio è il rischio fisico, che può determinare perdite per i soggetti
economici esposti ad eventi naturali estremi o a shift climatici strutturali.
Ad esempio, i disastri ambientali possono comportare la distruzione di capitale fisico
(abitazioni, capannoni e impianti industriali).
4. IL RISCHIO DI RESPONSABILITA’
È tipico del settore assicurativo, che si manifesta, ad esempio, quando coloro che hanno
sofferto un danno dai fenomeni indotti dai cambiamenti climatici si rivalgono su coloro che
per mestiere hanno assunto tali rischi: le imprese di assicurazione.
ECONOMIA CIRCOLARE
La trasformazione del modello di business dell’impresa verso un modello circolare può contribuire
significativamente a rendere l’impresa più resiliente al cambiamento climatico e alla limitazione di
risorse naturali.
Per modello di business circolare si intende un modello in cui il valore dei prodotti, dei materiali
e delle risorse è mantenuto quanto più a lungo possibile e la produzione di rifiuti è ridotta al
minimo.
03 – IL BILANCIO (ripasso)
LO STATO PATRIMONIALE
LE ATTIVITA’
Affinché una risorsa possa essere considerata un’ATTIVITA’, e quindi iscritta all’attivo dello stato
patrimoniale, deve soddisfare tre requisiti:
1. essere di proprietà o, comunque, sotto il controllo dell’impresa (che ha il potere di usufruire del
bene e di appropriarsi dei benefici economici ad esso associati);
2. avere un valore per l’impresa, nel senso che deve essere in grado di produrre benefici
economici futuri;
3. il suo importo deve essere quantificabile in modo attendibile.
Pertanto, sono risorse di valore per l’impresa: i beni che possono essere venduti sul mercato
generando cassa; i beni che saranno utilizzati nello svolgimento dell’attività produttiva generando
in futuro cassa indirettamente attraverso la vendita dei beni e servizi che concorrono a produrre; la
cassa in senso stretto o attività equivalenti alla cassa.
Nel Codice Civile, il criterio-base di valutazione delle attività è il costo storico rettificato.
Le attività sono iscritte al costo storico di acquisizione, che viene rettificato in diminuzione per
perdite di valore.
I beni dell’attivo non possono essere iscritti a un valore superiore al loro costo storico, ad
eccezione di specifiche deroghe consentite da leggi speciali. Se, quindi, i beni si apprezzano
rispetto al loro costo d’acquisto, non possono essere rivalutati a bilancio a meno di specifiche
norme.
Non essendo possibili rivalutazioni dell’attivo, lo stato patrimoniale fornisce una rappresentazione
prudenziale dell’attivo e, quindi, del patrimonio netto dell’impresa.
Il costo d’acquisto rappresenta il limite massimo di valore al quale un’attività può essere iscritta
nello stato patrimoniale.
Si tratta di un sistema di misurazione dell’attivo rivolto alla tutela del creditore sociale.
I valori di bilancio possono risultare molto lontani da quelli correnti o di mercato.
2. FAIR VALUE – VALORE EQUO
A partire dal 2005, a livello di Unione Europea, sono stati introdotti gli IAS/IFRS. Nei bilanci
IAS/IFRS, il criterio-base di valutazione dell’attivo è il fair value ("valore equo"), ovvero il più
probabile prezzo di mercato.
L’attività è dunque iscritta in bilancio al valore a cui potrebbe essere ceduta. Pertanto, in caso di
apprezzamento del bene, l’attività viene iscritta a bilancio a un valore superiore al costo di
acquisizione e viceversa se viene deprezzata.
L’utilizzo del fair value introduce tuttavia maggior soggettività nei dati di bilancio. Laddove non
esiste un prezzo di mercato, il fair value è determinato in base a tecniche di stima che possono
condurre a valori sulla cui affidabilità possono esservi dubbi e incertezze; inoltre, l’utilizzo del fair
value introduce maggiore volatilità nel bilancio. Gli elementi patrimoniali iscritti al loro fair value
tendono ad assumere un andamento legato alla ciclicità dei mercati, che può non riflettere le
modalità di utilizzo del bene e del business.
- PASSIVITA’ \ DEBITI
Le passività sono debiti, certi o probabili (fondi rischi).
Esempio di debiti sono i prestiti obbligazionari, i debiti verso banche, i debiti verso dipendenti, i
debiti verso fornitori, i debiti tributari.
Per un principio di prudenza, sono passività anche i fondi rischi, la cui esistenza non è certa, ma
soltanto probabile. Ad esempio, se un’impresa ha una causa in corso, gli importi che si prevede
debbano essere spesi costituiscono una passività, anche se non vi è certezza sull’esito della
causa.
FONTI DI FINANZIAMENTO DI UN IMPRESA
Un’impresa può raccogliere liquidità all’interno del sistema finanziario in due modi:
1. Emettendo azioni > in questo caso raccoglie CAPITALE DI RISCHIO
2. Ricorrendo al prestito bancario o emettendo obbligazioni > in questo caso raccoglie
CAPITALE A TITOLO DI DEBITO
Per l’impresa che emette le azioni ed obbligazioni, od ottiene il prestito bancario, questi strumenti
sono fonti di finanziamento.
Per l’investitore che sottoscrive l’azione o l’obbligazione, o per la banca che concede il prestito,
questi strumenti rappresentano un investimento (o impiego).
- Quando l’impresa raccoglie capitale emettendo azioni, i soggetti che effettuano il
conferimento acquisiscono lo status di soci. Gli azionisti\soci non hanno un diritto
predeterminato contrattualmente alla remunerazione e al rimborso del capitale. L’impresa,
infatti, è legalmente tenuta a remunerare e rimborsare tutti i creditori prima degli azionisti.
Hanno perciò un diritto residuale, in questo modo il rendimento dell’investimento per
l’azionista è strettamente collegato all’andamento della gestione dell’impresa.
- Quando l’impresa raccoglie, all’interno del sistema finanziario, capitale a titolo di debito, i
soggetti finanziatori (investitori) acquisiscono lo status di creditori.
TITOLO DI DEBITO: contratto in forza del quale l’impresa che ha ricevuto un finanziamento
si impegna a corrispondere al finanziatore (obbligazionista, banca) una remunerazione
(interesse) prestabilita e a rimborsare il capitale alle scadenze contrattualmente prefissate.
La remunerazione del finanziamento (interesse) è prestabilita contrattualmente; vi è obbligo
di restituzione del capitale. I diritti dei creditori precedono, cioè, quelli dei soci.
Gli IAS/IFRS non prescrivono una forma e un contenuto predeterminato dello stato patrimoniale,
ma si limitano a definirne il contenuto minimo.
Come regola generale, gli IAS/IFRS stabiliscono però che le attività e le passività siano presentate
suddivise in due categorie:
1. ATTIVITA’ CORRENTI / ATTIVITA’ NON CORRENTI
2. PASSIVITA’ CORRENTI / PASSIVITA’ NON CORRENTI
Attività correnti → Attività che presumibilmente genereranno liquidità per l’impresa entro l’anno
successivo a quello di riferimento del bilancio.
Attività non correnti → Attività che presumibilmente genereranno liquidità per l’impresa oltre l’anno
successivo a quello di riferimento del bilancio. (avviamento: trova origine quando un’impresa ne
acquisisce un’altra pagando un prezzo superiore al valore corrente del patrimonio netto trasferito.
Avviamento = prezzo d’acquisizione – valore corrente del patrimonio netto dell’acquisita
L’avviamento acquisito rappresenta il maggior prezzo pagato da un acquirente rispetto al valore
corrente del patrimonio netto trasferito per la presenza di risorse non tangibili che produrranno per
l’impresa futuri benefici economici, ma non sono iscrivibili separatamente in bilancio.)
Passività correnti → Passività che presumibilmente determineranno un esborso monetario per
l’impresa entro l’anno successivo a quello di riferimento del bilancio.
Passività non correnti → Passività che presumibilmente determineranno un esborso monetario per
l’impresa oltre l’anno successivo a quello di riferimento del bilancio
LE AZIONI
Il valore nominale di un’azione è pari al conferimento effettuato in sede di costituzione della società
a fronte di ogni azione emessa.
Oltre a un valore nominale, le azioni hanno anche un
- valore contabile (= Patrimonio netto (a valori contabili)/ numero delle azioni in circolazione)
- valore di mercato (=Patrimonio netto a valori correnti/ numero delle azioni in circolazione)
che rappresenta il valore a cui un azione può essere scambiata
Il patrimonio netto di un’impresa può diminuire, invece, in un dato periodo di tempo per tre ragioni:
▪ restituzione dei conferimenti ai soci (riduzione del capitale versato);
▪ pagamento dei dividendi (riduzione delle riserve di utili);
▪ perdite prodotte nel corso della gestione.
Se ricavi < costi del periodo la gestione dell’impresa ha determinato una perdita, che comporta una
riduzione del patrimonio netto.
QUINDI il conto economico offre informazioni sulle variazioni del patrimonio netto dell’impresa per
effetto delle operazioni di gestione diverse dagli apporti/restituzione di capitale e pagamento dei
dividendi. Queste ultime operazioni, infatti, interessano solo lo stato patrimoniale dell’impresa.
Lo stato patrimoniale evidenzia l’ammontare delle attività, delle passività e del patrimonio netto
dell’impresa ad una certa data.
Esso evidenzia grandezze-fondo (o grandezze stock). Le grandezze-fondo misurano un fenomeno
ad una certa data.
Il patrimonio netto, ad esempio, misura la ricchezza netta dell’impresa in un determinato momento.
Il conto economico misura il risultato economico (utile/perdita) realizzato dalla gestione d’impresa
in un determinato periodo di tempo.