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La politica di prevenzione

dei rischi in impresa


Modelli decisori e prestazione aziendale di sicurezza

La politica aziendale di prevenzione dei montare degli investimenti in prevenzione a preventivo e a consuntivo, costituisce un
rischi è una decisione complessa per il ma- dei rischi e i risultati, ovvero la prestazione valido aiuto all’alta direzione aziendale
nagement poiché si prende in condizioni di aziendale in sicurezza. Lo stato dell’arte (e nello specifico al datore di lavoro) per
incertezza e riguarda quei rischi che non si offre al lettore alcuni esiti controintuitivi la presa di decisione circa la politica degli
generano nel mercato, ma sono congiunti a rispetto alle ipotesi correnti in merito. È investimenti in sicurezza. SHIELD con-
quelli di produzione economica e determi- illustrata una versione dell’analisi costi- sente inoltre di realizzare la contabilità
nano una categoria speciale di costi, san- benefici applicata alla prevenzione (la me- prevenzionale che garantisce la tracciabi-
zionati dallo Stato per la non osservanza todologia SHIELD), che si basa sui costi lità economica delle decisioni manageriali.
delle misure di sicurezza. Nell’articolo si registrati nella contabilità, opportunamente I risultati dell’applicazione di SHIELD
presentano gli esiti della ricerca e la lettera- riclassificati in costi di prevenzione discre- a cinque imprese confermano la validità
tura scientifica circa la relazione tra l’am- zionali e costi sanzionati. Il loro confronto, euristica di SHIELD.

L’autore

• Luigi Enrico Golzio, professore ordinario di Organizzazione Aziendale, direttore dei master universitari in Safety Management I
e Safety Management II, Dipartimento di Economia Marco Biagi, Università di Modena e Reggio Emilia.
• Simone Colombo, ricercatore in Sicurezza Industriale, Dipartimento di Chimica, Materiali, Ingegneria Chimica G. Natta,
Politecnico di Milano.
• Nicola Rito, master in Safety Management II, Università di Modena e Reggio Emilia, consulente e formatore in CSR, salute e
sicurezza.

La prevenzione dei rischi non di mercato in im- natura organizzativa: la legge impone la formalizzazio-

L
presa: costi di prevenzione, sociali e sanzionati ne di un distinto sottosistema organizzativo (composto
a promulgazione del d.lgs. n. 81/08 ha inne- dal servizio di Prevenzione e Protezione, dal servizio
scato l’aumento della produzione legislativa di Sorveglianza Sanitaria e dagli organi preposti alla
in materia di prevenzione dei rischi e di tutela gestione delle crisi, come, ad esempio, le squadre an-
della salute nei luoghi di lavoro, comportando l’aumento tincendio e il gruppo di crisi). L’aumento delle sanzioni
degli adempimenti e dei costi collegati per le imprese. Il (pecuniarie e penali) e la maggiore efficienza dei con-
caso emblematico è il superamento del principio societas trolli (sanitari, ispettivi, di polizia municipale) rispetto al
delinquere non potest con l’assegnazione della responsabili- passato impongono all’alta direzione la formulazione di
tà amministrativa (e delle sue implicazioni patrimoniali) una politica di prevenzione e di sicurezza improntata
all’impresa che violi le norme antinfortunistiche e sulla alla conciliazione dell’economicità nella gestione e del
tutela dell’igiene e salute sul lavoro (d.lgs. n. 231/01). benessere (fisico, mentale e sociale) dei lavoratori.
Buona parte dei costi indotti dalla legislazione sono di La politica della prevenzione e della sicurezza è una de-

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La politica di prevenzione dei rischi in impresa

cisione complessa, perché riguarda il rischio non di mer- La trasformazione dei costi privati di mancata preven-
cato e i costi a esso collegati. Tali costi sono, infatti, ben zione nei costi sociali, attraverso il loro trasferimento, è
distinti dai costi di produzione economica che l’impresa possibile perché il mercato non riesce a inibirli, regolarli
sostiene per acquisire i fattori produttivi (sul mercato), e assegnarli all’impresa che li ha provocati. In altri ter-
combinarli e offrire beni o servizi ai clienti a fronte dei mini il mercato fallisce (Golzio, 1986). Il sorgere dei co-
ricavi, che ne garantiscano la copertura e l’utile di eser- sti sociali, possibile quando il comportamento aziendale
cizio. Il rischio di mercato consiste nell’impossibilità di non è regolato dalle normative dello Stato, determina
conseguire l’utile di esercizio e, se persistente, si traduce due problemi:
nel fallimento dell’impresa. • l’allocazione inefficiente delle risorse nel sistema
In assenza della normativa di sicurezza e in presenza di economico. Il costo subito involontariamente da un
comportamenti opportunistici da parte dell’impresa, lo attore (chi subisce il danno) determina l’extra profit-
svolgersi della gestione determina un’ulteriore categoria to e la rendita indebita nei confronti dei concorrenti
di costi, i costi sociali, noti anche come ‘diseconomie per l’attore che lo trasferisce (l’impresa);
esterne’ o ‘effetti esterni negativi’ (Kapp, 1978). Sono • la non equità o ingiustizia sociale poiché i costi so-
valori che misurano i danni economici che l’impresa ar- ciali rappresentano la violazione di diritti sociali, nel
reca a economie terze (altre imprese, famiglie, enti pub- caso specifico il diritto alla salute, come osserva cor-
blici) mentre produce i beni o i servizi che qualificano la rettamente Kapp.
sua gestione tipica. Si considerino gli esempi seguenti di L’inibizione del trasferimento dei costi sociali è pos-
costi sociali. sibile solo attraverso l’intervento dello Stato che sup-
L’inquinamento provocato dalle imprese della pianura plisce al fallimento del mercato tramite:
padana, attraverso gli scarichi industriali nel fiume Po, si • La produzione della legislazione specifica, che, se non
propaga nella costa romagnola (ad esempio con la pro- osservata, obbliga il risarcimento dei danni arrecati dal-
duzione di mucillaggine), provocando danni alle imprese la singola impresa agli altri attori economici e sociali;
alberghiere, dovuti alla riduzione del flusso turistico. La • l’organizzazione di un efficiente apparato di con-
carente igiene nell’ambiente di lavoro provoca malattie trollo – magistratura specializzata in reati contro la
o menomazioni professionali nei lavoratori e quindi l’au- sicurezza del lavoro, Direzioni provinciali del Mi-
mento delle spese sanitarie dell’ente pubblico territoriale nistero del Lavoro, ecc. –, che traduce le eventuali
e i mancati redditi delle famiglie colpite. Infine l’infor- inosservanze della legge nelle collegate sanzioni pre-
tunio e lo stress (quando degenera in malattia mentale) viste (multe, ammende, condanne, ecc.).
determinano l’aumento dei costi sanitari, assicurativi e di Grazie all’obbligo di legge, i costi sociali non sono più
welfare, per l’integrazione del mancato reddito familiare tali perché l’intervento dello Stato ne impedisce il trasfe-
dei lavoratori offesi. Gli esempi proposti indicano che i rimento e costringe l’impresa a internalizzarli, cioè a so-
costi sociali sono congiunti ai costi della produzione eco- stenerli a suo carico (Elsner, Frigato, Ramazzotti, 2006).
nomica d’impresa. Si originano quando – in assenza del- Sono quindi costi amministrati o sanzionati: il valore dei
la normativa di sicurezza e in presenza di comportamenti risarcimenti che l’impresa deve sostenere – per la man-
opportunistici aziendali – l’impresa trasferisce questi costi cata prevenzione e osservanza delle norme in materia di
privati, dovuti alla mancata prevenzione, ad altri attori prevenzione dei rischi – è determinato dallo Stato e non
del sistema economico, socializzandoli. dal mercato. I costi amministrati fanno parte dei costi di

TRATTO COSTI DI PRODUZIONE (DI COSTI SOCIALI (NON DI


MERCATO) MERCATO)
Genesi Sul mercato: l’acquisizione dei fattori Nella produzione congiunta interna di
produttivi, combinati per beni, servizi e rishci.
produrre i beni o servizi
Indicatore segnaletico Valore di acquisizione dei fattori Valore del danno trasferito a imprese
produttivi e del costo dei beni/servizi e terze economie (famiglie, collettività)
prodotti
Effetto sulla gestione Valori compoennti il reddito di impresa Sovra reddito per concorrenza sleale
Tavola 1. I costi di produzione economica e i costi sociali
Fonte: elaborazione originale

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non prevenzione. Le norme e le sanzioni collegate han- zionati. Essi misurano: il risarcimento dei danni impo-
no la duplice finalità deterrente: prevenire i rischi non sti dal sistema giudiziario e dall’Ispettorato del lavoro;
di mercato; impedire il trasferimento del danno dall’im- l’aumento dei costi di produzione derivanti dalla ridu-
presa agli altri attori, costringendola a internalizzare i zione/arresto delle attività per le assenze dei lavoratori
costi di risarcimento nella propria gestione e nel proprio a vario titolo (infortuni, distress) e per la requisizione di
sistema contabile. impianti/reparti da parte dell’autorità giudiziaria, scio-
In conclusione, l’impresa sostiene due tipi di costi: quel- peri, ecc.; infine, i costi di ripristino delle attività. I costi
li di produzione, che si formano sul mercato, e quelli di non prevenzione hanno quindi l’effetto di diminuire il
sanzionati, determinati dalle multe e dalle condanne di valore del patrimonio e del capitale umano dell’impresa
risarcimento inflitte dallo Stato. Tra i costi di produzio- e di distruggere la produzione di ricchezza.
ne si distinguono i costi di prevenzione dei rischi non La tabella 2 propone la classificazione operativa dei ri-
di mercato; si sostengono per preservare l’integrità del schi da prevenire e valutare, definiti in modo sintetico
patrimonio e del capitale umano dell’impresa. Ad esem- dal d.lgs. 81 come “tutti i rischi per la salute e la sicu-
pio, i costi sostenuti dall’impresa per formalizzare il Si- rezza” (articolo 15 lettera a)). Per ciascuna categoria di
stema di Gestione della Sicurezza del Lavoro (SGSL) o, rischi sono elencati (in modo esemplificativo e non esau-
in alternativa, il Modello di Organizzazione e di Gestio- stivo) i costi di non prevenzione, distinti a seconda che
ne (MOG) previsti rispettivamente dal d.lgs. n. 81/08 e siano costi sanzionati o da diseconomie interne.
Contenuti della Natura dei rischi in Costi di non prevenzione Attori coinvolti
sicurezza in impresa impresa
Sicurezza dell’ambiente Igiene del lavoro (luminosità Cure sanitarie, costi di Lavoratori
di lavoro polverosità, ecc.) e malattie welfare, costi processuali e di (e famiglie)
professionali (rumore, risarcimento,
vibrazioni, sostanze
pericolose, ecc.
Sicurezza del benessere Incidenti e infortuni Cure sanitarie, costi Lavoratori
fisico (movimentazione manuale, assicurativi, costi processuali (e famiglie)
esposizione atmosfere e di risarcimento, costi di
esplosive, mancato uso DPI, welfare, costi di arresto e
ecc.) ripristino attività
Sicurezza del benessere Rischi psico-sociali (stress, Cure sanitarie, costi da Lavoratori
mentale e sociale mobbing, burnout) welfare (e famiglie)
Costi di riorganizzazione
Sicurezza del prodotto e Pericolosità del prodotto (danni Costi processuali e di Clienti e imprese
del servizio all’utilizzatore finale) o risarcimento, costi di arresto concorrenti
dell’erogazione del servizio e ripristino attività
(danni al cliente)
Sicurezza dell’ambiente Inquinamento ambientale Costi processuali e di Cittadini (e famiglie),
naturale (danni al lavoratori e alle risarcimento. Costi di Enti pubblici, imprese
terze economie) arresto e ripristino attività concorrenti
Tavola II. Le aree della sicurezza, dei rischi non di mercato e dei costi di non prevenzione
Fonte: elaborazione originale

dal d.lgs. n. 231/01: il costo del lavoro del Responsabile La distinzione tra costi di prevenzione e di non prevenzio-
del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), degli ne facilita il management nel decidere l’entità dell’investi-
addetti che costituiscono il servizio, del medico compe- mento in sicurezza (e di conseguenza dei costi di preven-
tente (o il costo del suo servizio nell’ipotesi di ricorso al zione di esercizio). Un’informazione essenziale per la scelta
mercato); la valutazione del rischio; l’Organismo Inter- efficiente è la relazione che intercorre tra il sostenimento
no di Vigilanza (OIV), ecc. dei costi di prevenzione e i risultati ottenibili in sicurezza,
I costi di non prevenzione sono costituiti dai costi san- misurabili con diversi parametri sia fisico-tecnici (giorna-

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te perse, tassi di frequenza e di gravità degli infortuni) sia i primi riflettono le scelte selettive, mirate del top
economici (l’entità dei costi sanzionati). management nei confronti di situazioni di pericolo
Contrariamente all’ipotesi corrente – secondo la quale specifiche e conosciute, mentre i secondi sono impo-
i risultati di sicurezza dipendono dal livello degli inve- sti dallo Stato in modo standard per tutte le impre-
stimenti in prevenzione –, la ricerca scientifica non ha se e possono rivelarsi poco efficienti per la singola
ancora fornito una risposta univoca al riguardo. Tra le azienda. Si pensi, ad esempio, ai corsi di formazio-
ricerche significative si riportano due casi emblematici, ne obbligatoria previsti dall’accordo Stato-Regioni
che presentano conclusioni opposte. Crites (1995), dopo per i vari ruoli coinvolti nella prevenzione (datore
aver studiato per 11 anni la relazione tra prestazione di lavoro, dirigenti, preposti, RSPP e lavoratori) che
di sicurezza e investimento nei piani di prevenzione, prevedono le stesse ore e le stesse durate per tutte le
giunge alla conclusione che la prestazione aziendale (sa- imprese.
fety performance) è indipendente dagli investimenti nella 2) Gli investimenti obbligatori in prevenzione risultano
prevenzione. Alla conclusione opposta giungono Tang più efficienti in presenza di alti livelli di cultura della
e altri, che provano empiricamente la correlazione po- sicurezza e di attività pericolose.
sitiva tra investimenti in prevenzione e prestazione di 3) Gli investimenti obbligatori in prevenzione possono
sicurezza, ma non identificano i fattori che spiegano la non dare risultati positivi in presenza di bassi livelli
relazione (Tang, Lee, Wonk, 1997). di cultura della sicurezza e di attività pericolose.
La recente ricerca di Feng (2013) si segnala per il disegno 4) I livelli di investimenti (obbligatori e discrezionali)
completo rispetto ai lavori precedenti. La ricerca indaga sembrano essere indipendenti dal tipo e dalla di-
47 progetti di costruzioni edilizie di altrettante imprese mensione dell’impresa.
operanti a Hong Kong. Assume quali fattori esplicativi Le affermazioni 2) e 3) sono controintuitive rispetto alle
della relazione tra investimenti in prevenzione (misurati ipotesi correnti; sono spiegate dall’autore ricorrendo
dai costi sostenuti) e prestazione aziendale di sicurezza alla teoria economica della compensazione, secondo la
(misurata dal tasso di frequenza degli infortuni) il ‘livello quale quando il contesto di lavoro diventa più sicuro,
di rischio delle attività aziendali’ e la ‘cultura della sicu- le persone si sentono più protette, aggiustano/cambia-
rezza’ (forte o debole). Il primo dipende dal campo eco- no la loro percezione del rischio e tendono ad adottare
nomico prescelto dalla strategia dell’impresa (misurato comportamenti meno prudenti, più rischiosi (Peltzman,
dall’indice di pericolosità); il secondo fattore riflette gli 1975). In sostanza, l’aumento degli investimenti obbli-
sforzi del management nel diffondere i comportamenti gatori in sicurezza non migliora le prestazioni aziendali
sicuri tra i lavoratori, attraverso la formalizzazione di un senza l’aumento correlato della cultura di sicurezza. Si
adeguato sistema organizzativo di prevenzione e con- dovrebbero quindi privilegiare gli investimenti obbliga-
trollo, la formazione, la comunicazione, ecc. (misurato tori organizzativi, dai quali dipende il livello della cultu-
dall’indice di cultura della sicurezza). Entrambi gli indi- ra di prevenzione.
ci sono basati sui dati raccolti con due specifici questio- Il metodo SHIELD, che sarà illustrato nei paragrafi se-
nari. Feng distingue gli investimenti in prevenzione in guenti, ha in comune con la ricerca di Feng la scelta eu-
due categorie: obbligatori per legge (basic safety investment) ristica di distinguere gli investimenti in prevenzione tra
e discrezionali da parte del top management (voluntary obbligatori e discrezionali (distinzione effettuata in modo
safety investment). L’indice di correlazione bivariata mo- indipendente da Golzio nel corso del progetto di ricerca
stra che l’indice di frequenza è molto sensibile (dimi- del 2011, che ha portato alla nascita di SHIELD).
nuisce) all’indice di cultura della sicurezza (forte) (r =
- 0439) e agli investimenti totali (aumenti) in sicurezza (r I costi per le decisioni circa la politica azienda-
= - 0,436). Infine l’indice di frequenza non è significati- le della sicurezza
vamente correlato con il livello di pericolo delle attività. La politica aziendale della sicurezza (articolo 15 del
In particolare la safety performance è più sensibile agli inve- d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81), previa l’individuazione e la
stimenti volontari (r = - 0,539) rispetto agli investimenti valutazione di tutti i rischi presenti in impresa (sintetiz-
obbligatori (r = - 0,282). zati nel documento della valutazione globale e docu-
I risultati e la loro interpretazione possono essere rias- mentata prevista dall’articolo 2 del d.lgs. n.81.) consiste
sunti nei seguenti quattro punti. nel decidere:
1) Gli investimenti (e i costi) discrezionali risultano • quante e quali risorse (economiche, tecniche e uma-
più efficienti nella prevenzione dei rischi rispetto a ne) investire nell’attività di prevenzione di quali ca-
quelli obbligatori. Ciò dipenderebbe dal fatto che tegorie di pericoli;

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Luigi Enrico Golzio, Simone Colombo, Nicola Rito

• quale la priorità degli interventi da effettuare e la ché ciò determinerebbe la morte del paziente/cliente.
loro distribuzione economica negli esercizi futuri. Le imprese dei settori ad alta pericolosità (cosiddette ‘a
Nella prospettiva dell’economia aziendale, la politica rischio di incidente rilevante’) non possono che adottare
della sicurezza si esprime nella scelta del top manage- la politica di prevenzione del ‘rischio zero’ (intesa come
ment tra due alternative: quali rischi eliminare (o ridur- propensione all’eliminazione totale delle fonti di perico-
re, in caso di impossibilità di rimozione) e quali correre lo); in tal senso, sono qualificate imprese ad alta affida-
nell’ambito di un esercizio (se gli investimenti non sono bilità (high reliability enterprise) (Sagan, 1993).
sostenibili per un solo esercizio). La scelta effettuata si L’ulteriore osservazione riguarda la metodologia utiliz-
realizza concretamente con il piano di sicurezza per cia- zata nella prassi empirica per determinare la priorità
scun esercizio sino all’eliminazione completa, ove pra- dei rischi da eliminare. Assumere la probabilità di ac-
ticabile, delle fonti di pericolo e alla loro mitigazione cadimento (del pericolo) presenta tre difficoltà: le stime
e/o protezione, laddove non sia possibile l’eliminazione economiche del danno spesso sono difficili da formula-
(Golzio, 1996). Il piano deriva dagli interventi da elen- re; il dato storico per alcuni rischi (ad esempio l’anda-
care obbligatoriamente nel documento di valutazione di mento degli incidenti e degli infortuni) è un indicatore
rischio per priorità e scadenza. con scarso valore predittivo per il futuro, perché incom-
Il criterio-guida sottostante il piano di sicurezza adotta- pleto, non considerando i mancati incidenti (i cosiddetti
to dalle imprese italiane è quello assicurativo: i pericoli near miss) e assumendo che lo stato di pericolo (indotto
da eliminare prioritariamente sono quelli che presenta- dalle tecnologie e dall’organizzazione del lavoro) non
no il rischio massimo, inteso come risultato della pro- muti; l’utilizzo della media matematica considera a ri-
babilità (P) di manifestarsi di un determinato pericolo, schio uguale 100 attività che determinano un infortunio
moltiplicata per la magnitudo del danno (D) da esso similare ogni dieci anni e un’attività che determina 10
causato (Pavanello, 2004). Le criticità dell’attribuzione infortuni l’anno (Pavanello, 2004).
delle risorse per ridurre i rischi emergono quando non A parere di chi scrive, la politica del rischio accettabile
si utilizza l’approccio sistemico. L’approccio a matrice, è da scartare per privilegiare la politica del rischio zero,
benché seguito dalla prevalenza delle imprese italiane, che assume come obiettivo il conseguimento dell’as-
presenta due gravi limiti: la soggettività dell’analista/ senza dei costi di non prevenzione. Si traduce in due
RSPP nell’assegnare la probabilità e la magnitudo del momenti distinti: il conseguimento e il mantenimento
danno nella valutazione del rischio specifico; la difficoltà del rischio zero. Il conseguimento del rischio zero si
di aggregare i rischi per unità organizzative omogenee qualifica nel sostenere i costi di prevenzione in misura
(business unit, siti produttivi, dipartimenti, reparti, ecc.). crescente, sino all’azzeramento dei costi di non preven-
L’aggregazione è, invece, necessaria per indirizzare gli zione, grazie al perseguimento di livelli di sicurezza via
investimenti di prevenzione nelle unità organizzative via maggiori derivanti dall’efficienza (economica e tec-
dove sono più presenti e elevati. La costruzione della nica) della politica di prevenzione. I costi di prevenzione
matrice di rischio adotta la logica bottom-up: si individua- riducono progressivamente la distruzione di ricchezza
no i pericoli associati al processo produttivo e si forma- misurata dai costi di non prevenzione. Il mantenimento
lizza la lista dei rischi da eliminare, a prescindere dalla del rischio zero si ha quando i costi di prevenzione costi-
loro localizzazione nelle unità organizzative. Le risorse tuiscono i costi totali della sicurezza, perché, in assenza
che il top management destina agli investimenti in pre- di conseguenze negative, i costi di non prevenzione am-
venzione sono finite, spesso inferiori a quelle necessa- montano a zero. In altri termini la politica a rischio zero
rie e limitate per ciascun esercizio. Di conseguenza, la è conseguita (e si mantiene nel tempo), perché l’impresa
mancata aggregazione dei rischi per unità organizzativa sostiene solo i costi di prevenzione, mentre i costi di non
rende inefficiente la decisione circa la priorità degli in- prevenzione sono assenti.
vestimenti e quindi la politica di prevenzione. Poiché i pericoli e le cause si traducono in rischi (gli effet-
Nella prospettiva corrente la politica di prevenzione ti) dannosi in condizioni di incertezza, occorre chiedersi
consiste quindi nella decisione circa la combinazione di se perseguire l’obiettivo di rischio zero sia materialmen-
pericoli accettabili e non accettabili (Lowrance, 1976). te irrealistico o fattibile (non essendolo teoricamente,
L’approccio empirico illustrato soffre di un’eccezione: la dato che, in presenza di un pericolo, la probabilità del
natura di alcune attività non consente di correre alcun suo manifestarsi, per quanto possa essere piccola, non
rischio, pena la sopravvivenza dell’impresa. Si pensi, ad potrà mai essere nulla). La realtà empirica delle imprese
esempio, ai settori biomedicale e farmaceutico dove non giapponesi indica che la volontà politica e valoriale, l’ef-
è ammessa la difettosità del prodotto e del servizio, per- ficienza e le competenze organizzative in materia di pre-

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venzione sono in grado di perseguire l’obiettivo rischio il beneficio netto che si ottiene dalla politica di prevenzi-
zero, come testimonia l’esperienza dell’architetto Renzo one che si vuole intraprendere. Un esempio di applica-
Piano, che rileva la cultura della prevenzione diffusa e zione dell’analisi costi-benefici ai fini della formulazione
interiorizzata dai lavoratori: “Terminata la costruzione della politica di prevenzione è riportato nel rapporto
dell’aeroporto, ho capito che per diecimila operai e tre- dell’International Social Security Association (ISSA), ri-
mila elettricisti al lavoro per trentotto mesi, il massimo guardante il Calcolo del ritorno economico della prevenzione per
orgoglio, prima ancora dell’opera, era che non c’era sta- le aziende a livello internazionale: costi e benefici degli investimenti
to un solo incidente mortale. Dopo il terremoto che ha in materia di sicurezza del lavoro (Clerici, 2011). La ricer-
colpito Kobe e Osaka l’inverno scorso e che aveva fatto ca (effettuata nel 2010, su un campione d’imprese dei
oscillare l’edificio di cinquanta centimetri, abbiamo co- paesi partecipanti che possiedono una politica attiva di
statato che non si era rotto un solo vetro. Quel giappo- prevenzione), riporta dati sia qualitativi sia quantitativi,
nese rispetto del lavoro e della sicurezza è ormai anche desunti dalle interviste a dirigenti e preposti, riportati
il mio” (La Repubblica, 1995). nella tabella 3.

Costo della prevenzione in €uro, per Beneficio della prevenzione in €uro, per
dipendente, per anno dipendente, per anno
Dispositivi Personali Protezione 168 Economie prevenzione disturbi 566
Consulenze tecnologie sicurezza 278 Economie recupero tempi produzione 414
Corsi Formazione alla prevenzione 141 Valore aggiunto maggior motivazione
dei lavoratori 632
Esami medici preventivi 58 Valore aggiunto miglior qualità
Prodotti 441
Costi organizzativi 293 Valore aggiunto innovazione prodotti 254
Costi investimenti messa a norma 274 Valore aggiunto immagine aziendale 632
Costi iniziali 123
Costi totali 1335,0 Benefici totali 2.939,0
Tavola III. I costi e benefici della prevenzione delle aziende (dati medi per azienda partecipante)*
*Fonte: Clerici, Se investi uno (2011) . Retourn on Prevention (ROP) ratio, tasso di redditività della prevenzione, vale adire benefici/costi 2.939,0:
1.335,0 = 2,2

L’efficienza della politica aziendale di preven- I costi di prevenzione sono dati medi unitari. Corret-
zione: l’analisi costi-benefici tamente non sono considerati i costi obbligatori della
L’analisi costi-benefici (di seguito ABC), elaborata sicurezza incorporati in macchine e attrezzature, che
dalla disciplina dell’economia, è la tecnica di valutazi- per legge devono essere sicure. I benefici sono espressi
one utilizzata per prevedere gli effetti di un progetto in parte da valori certi (ad esempio, le economie, vale a
d’investimento. Si basa sulla misurazione e la compa- dire le riduzioni di costi ottenute), in parte da valori sti-
razione di tutti i costi e i benefici direttamente e indi- mati (ad esempio, il valore aggiunto dovuto al migliora-
rettamente collegati (e collegabili) all’investimento, mento dell’immagine dell’impresa o della motivazione
per valutare il miglioramento del benessere collettivo dei lavoratori). Il confronto tra le due poste è il rapporto
(Campbell, Brown, 2003). Nel caso specifico, si tratta di benefici-costi che indica (impropriamente come illustra-
valutare i costi del piano di prevenzione e degli obiettivi to di seguito) la redditività della prevenzione (Return On
di sicurezza e i benefici che l’impresa riesce a ottenere Prevention, ROP) pari a 2,2; vale a dire che un euro di co-
(Clerici, 2011). L’ABC è lo strumento di decisione per sto di prevenzione sostenuto rende 2,2 volte i benefici.
la politica della prevenzione poiché evidenzia la com- L’impostazione della ricerca ISSA presenta, a parere di
binazione migliore tra i costi di prevenzione e i costi di chi scrive, diversi limiti:
non prevenzione, rispetto a quelle possibili. • l’eterogeneità dei valori economici, poiché si con-
L’applicazione dell’ABC richiede di esprimere i costi e i siderano e si calcolano insieme sia i costi negoziati
benefici in termini monetari omogenei rispetto al perio- sul mercato, certi, inseriti nel sistema di contabili-
do temporale di valutazione, al fine di apprezzare qual è tà generale (costi di prevenzione) sia i costi stimati,

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Luigi Enrico Golzio, Simone Colombo, Nicola Rito

valori extra-contabili, calcolati e non negoziati sul costi-benefici. È concepita quale strumento del top ma-
mercato; nagement per la presa di decisione circa gli investimenti
• l’errore concettuale del ROP quale indicatore di in prevenzione e, più in generale, la politica della sicu-
redditività della prevenzione: i costi di prevenzione rezza. Si basa sul confronto tra i costi di prevenzione
riguardano rischi non di mercato, la prevenzione discrezionali e di non prevenzione (i costi sanzionati),
dei quali è la conservazione del patrimonio e non la in modo da riflettere la particolare natura di tali costi,
produzione della ricchezza, la quale è misurata dal il presidio dei quali mira a conservare il patrimonio e le
concetto di redditività. In sostanza la prevenzione è condizioni di economicità della gestione (v. tabella 1),
il vincolo che per legge non può essere eluso; piuttosto che contribuire direttamente alla produzione
• la non considerazione dei costi sanzionati soprav- di ricchezza (come nel caso dei costi di produzione eco-
valutano i benefici e rendono parziale l’analisi e il nomica). I costi riguardano tutte le tipologie di rischi (v.
giudizio; tabella 2). Il confronto è tra i costi negoziati (quelli di-
• l’impostazione ricalca l’ipotesi corrente che il livello screzionali e quelli sanzionati), certi e inseriti nel sistema
degli investimenti in prevenzione è redditizio, tesi di contabilità generale, in modo da assicurare l’omoge-
smentita dai risultati riportati e proposti da Feng. neità e quindi l’attendibilità dei valori comparati. Nella
SHIELD presenta, invece, diversi vantaggi, come si prospettiva temporale la decisione circa gli investimenti
illustrerà di seguito: è ex ante, mentre la valutazione dell’efficacia della po-
• considera i costi di prevenzione e di non prevenzione litica di sicurezza è ex post, sul confronto tra i valori a
negoziati, certi, effettivamente sostenuti dall’impresa consuntivo.
e registrati nel sistema di contabilità generale, quindi Ai fini della presa di decisione circa gli investimenti in si-
omogenei rispetto alla loro genesi. Di conseguenza, curezza, la metodologia SHIELD prevede che non tutti
non richiede altri costi d’impianto per una specifica i costi sostenibili, o sostenuti, per la prevenzione siano
contabilità prevenzionale, ma semplicemente la ri- considerati ai fini del confronto e del calcolo, ma solo
classificazione dei costi rilevati nel sistema esistente i costi di prevenzione discrezionali decisi dall’alta dire-
di contabilità generale, che in Italia le imprese di ca- zione. La politica di sicurezza, al pari delle altre scelte
pitale sono tenute per legge ad avere; strategiche, è una decisione discrezionale del top mana-
• distingue analiticamente la combinazione tra i costi gement, riflessa dal livello di rischio che intende conse-
di prevenzione e i costi di non prevenzione per le guire; SHIELD ha lo scopo di aiutare il management a
cinque categorie di rischi; quindi fornisce elementi valutare l’efficienza delle proprie autonome decisioni di
per personalizzare la specifica politica di prevenzio- prevenzione.
ne e la sua efficienza per ciascun manager, a seconda In SHIELD i costi obbligatori sono quelli per i quali
delle fonti di pericolo che dovrebbe presidiare nel l’importo è definito dall’applicazione delle norme in
suo lavoro quotidiano; materia di sicurezza, e non può essere ridotto dall’im-
• Calcola la differenza tra i costi di prevenzione e quelli presa: ad esempio, la tariffa dell’assicurazione obbliga-
di non prevenzione, la quale misura il beneficio netto, toria contro gli infortuni o il prezzo della macchina a
che è massimo in assenza dei costi di non prevenzio- norma (che include in modo inscindibile anche i costi
ne, perché riflette il perseguimento del rischio zero; della progettazione in sicurezza). Per contro, quando
• Libera il decisore (il top management) dal bias deci- l’obbligo imposto per legge può essere assolto dal top
sorio (framing) dell’impossibilità dell’obiettivo rischio management con autonomia decisoria circa il livello di
zero, teoricamente corretto, ma operativamente pa- spesa, si determinano i costi discrezionali di prevenzio-
ralizzante. SHIELD rende consapevole il decisore ne: ad esempio, l’obbligo di acquisizione dei dispositivi
che il rischio zero possa essere raggiunto de facto nella di protezione individuali può essere assolto con importi
gestione grazie ad adeguati livelli di investimenti in di costo differenti, decisi autonomamente dall’impresa;
prevenzione che annullino i costi sanzionati e consen- così come la scelta del medico competente può privi-
tano il conseguimento della resilienza organizzativa. legiare l’assunzione o il ricorso al mercato sostenendo
costi diversi.
La metodologia SHIELD: politica di sicurezza, SHIELD è flessibile: può essere impiegato anche ai fini
costi di prevenzione e di non prevenzione del controllo a preventivo (con l’assegnazione del piano
La metodologia Safety and Health Indicators for Eco- di sicurezza e del budget ai dirigenti che hanno la de-
nomic Labour Decisions (SHIELD, scudo in inglese) lega di spesa) e a consuntivo, con l’analisi degli scosta-
consiste nella versione economico-aziendale dell’analisi menti. L’assegnazione del budget di sicurezza riguarda

20 Maggio/giugno 2014
La politica di prevenzione dei rischi in impresa

Igiene e malattie Infortuni rischi psico-sociali Inquinamento Pericolosità Modello di


professionali (stress, mobbing, ambientale del prodotto o Organizzazione
burnout) servizio prevenzione
Messa a norma Messa a norma Costi della valutazione Messa a norma Ricerca interna Immobili
immobili e ambienti pianti (elettrico, preliminare del Impianti di e sul cliente, dedicati (quota
di lavoro (quota antincendio), benessere (questionari, smaltimento e HACCP (costi ammortamento
ammortamento) (quota ecc) (costo di di abbattimento, di esercizio uffici Servizio
ammortamento) esercizio e/o costo (quota e di acquisto SPPP)
servizio esterno) ammortamento) serviziesterni)
Manutenzione Manutenzione Costi della valutazione Manutenzione Controlli Manutenzione
imppinati. impianti. interna approfondita (costo di impianti. interna interni (costo interna ((costo
interna (costo (costo di esercizio) esercizio o costo (costo esercizio) esercizio) esercizio)
esercizio) servizio esterno)
Manutenzione Manutenzione Costi di formazione Manutenzione Controlli
impianti. esterna impianti esterna alla prevenzione dei impianti . enterna enterni (costo
(costo servizio) (costo servizio) rischi psico-sociali (costo esercizio) esercizio)
DPI, Dispositivi DPI, Dispositivi Costi di modifica DPI, Dispositivi DPI, Dispositivi DPI, Dispositivi
protezione protezione dell’organizzazione protezione protezione protezione
individuale (costo individuale pronto del lavoro (costo individuale (costo individuale (costo individuale (costo
acquisto) soccorso (costo di esercizio e/o acquisto) acquisto) acquisto)
acquisto), di consulenza
esterna)
Informazione su Informazione su Informazione su Informazione su Informazione su
rischi specifici rischi specifici rischi specifici rischi specifici rischi specifici
(costo materiali (costo materiali e (costo materiali (costo materiali (costo materiali e
e sedute) incontri) e incontri) e incontri) incontri)
Corsi di formazione Corsi di formazione Corsi di formazione Corsi di Corsi di formazione
(costo esercizio (costo esercizio e/ (costo esercizio formazione (costo esercizio
e/o costo ocosto servizio e/oservizio (costo esercizio e/oservizio
servizio esterno) esterno) esterno) e/oservizio esterno)
esterno)
Assicurazione Assicurazione Assicurazione Assicurazione RC Assicurazione tutela
RCT RCO (costo RCT RCO (costo incendio NH prodotti o rischi legale (costo
premio) premio) (premio) verso i clienti premio)
(premio)
Medico competente Esercitazione Esercitazione (costo Messa in Costi generali di
e visite di controllo squadra di esercizio) sicurezza punti funzionamento
(costi esercizio antincendio e vendita (costi di (telefoni, software,
e/o costo evacuazione (costo acquisto, quote ecc) (costi di
servizio esterno) esercizio) ammortamento esercizio e/o
e/o servizi acquisto)
esterni)
Resi per difettosità Costo del lavoro
di produzione ruoli dedicati (RSPP,
(costo ASPP, Controllo
sostituzione) qualità) (costi di
sercizio e/o costo
servizio esterno)
Consulenza Consulenze (costo Consulenze Consulenze Consulenze Consulenze e
(OCRA) (costo servizio esterno) psicologiche, mediche, (rumore, lux, ecc) (costo servizio eventuale costo
servizio esterno) organizzative (costo (costo servizio esterno) certificazioni (costo
servizio esterno) esterno) servizio esterno)
Tavola IV. I centri di costo per la classificazione dei costi discrezionali di prevenzione dei rischi (di esercizio)
Fonte: elaborazione originale

Maggio/giugno 2014 21
Luigi Enrico Golzio, Simone Colombo, Nicola Rito

i soli costi discrezionali, che riflettono correttamente la quali si riferiscono, indicate nella tabella 1 (igiene,
responsabilità economica del dirigente dotato di delega infortuni, rischi psico-sociali, inquinamento am-
di spesa. biente, pericolosità prodotto o servizio);
In conclusione, SHIELD consente: l’installazione della • la costituzione di sei centri di costo della prevenzio-
contabilità prevenzionale; la presa delle decisioni circa ne, in modo che il top management disponga dei
gli investimenti in sicurezza; la pianificazione e il con- valori per poter effettuare l’analisi costi-benefici ai
trollo economico della gestione del piano di sicurezza, fini della formulazione della politica della sicurezza
garantendo economie di scopo contabili. Richiede costi e della valutazione della sua efficacia.
ridotti di installazione, consistendo in una riclassifica-
zione di valori già registrati in contabilità generale. I L’esemplificazione della riclassificazione dei costi di pre-
vantaggi consistono nel migliorare la qualità delle deci- venzione è riportata nella tabella 4 (a pagina XXX) che,
sioni di politica della sicurezza e del loro controllo con il a titolo di esempio, riporta solo i costi di prevenzione
piano di sicurezza. discrezionali. Alle cinque categorie di rischi è aggiunta
SHIELD registra e conserva la tracciabilità economica l’organizzazione della prevenzione, ossia i costi organiz-
delle decisioni di politica della sicurezza; la tracciabilità zativi (riferiti al sistema di gestione o al modello di orga-
economica è il criterio guida che consente all’impre- nizzazione e di gestione), sostenuti per l’insieme di ruoli
sa di dimostrare, nel caso di un evento sfavorevole, di e dei sistemi specializzati e dedicati alla prevenzione dei
non aver agito “a vantaggio del proprio interesse” (art. rischi.
5 d.lgs. n.231/01) e di aver “adottato ed efficacemente La riclassificazione dei costi di non prevenzione o san-
attuato” (art.6) il Modello di Organizzazione e di Ge- zionati da inserire nei sei centri di costo, è riportata nella
stione (MOG) ai fini dell’esimenza della responsabilità tabella 5. La loro individuazione e riclassificazione av-
amministrativa dell’impresa. viene in modo analogo a quanto previsto per i costi di
L’applicazione concreta di SHIELD si traduce nell’estrar- prevenzione. Dalla contabilità generale si estraggono i
re dalla contabilità generale (specificamente dal piano dei valori concernenti il risarcimento dei danni e si riclas-
conti) i costi della sicurezza, classificati per natura, e ri- sificano in costi sanzionati per ciascuna delle categorie
classificarli secondo il criterio di destinazione. di rischio alle quali si riferiscono. I risarcimenti stabiliti
Specificamente la metodologia prevede: dalla legge (costi diretti e amministrati) e quindi certi
• la riclassificazione dei costi della sicurezza distin- nella loro entità. Per contro, i costi di arresto e di ri-
guendoli in costi della prevenzione, (obbligatori e pristino delle attività, pur essendo costi diretti, possono
discrezionali) e di non prevenzione, ovvero i costi includere quote di costi comuni ripartiti.
sanzionati (che riflettono il risarcimento dei danni e Il progetto di ricerca (2009-2010) ha coinvolto quattro
i costi di arresto e di ripristino delle attività produt- imprese operanti in altrettanti settori della trasforma-
tive), per ciascuna delle cinque categorie di rischi ai zione agro-industriale: lattiero-caseario (caseificio coo-

Igiene e Infortuni Rischi psico- Inquinamento Pericolosità Modello di


malattie sociali ambientale del prodotto Organizzazione
professionali o del servizio della
de l’ambiente prevenzione
di lavoro
Costo Costo per Costi processuali Multe AUSL, Risarcimento Costi da sanzioni,
riconoscimento infortuni, e di welfare risarcimento danni a clienti ammende,
malattie processi, (rivalsa) danni a terzi, Costi di responsabilità
professionali e incendio Costi di terapie ecc. recupero amministrativa
ambiente non a requisizioni, farmacologiche Costi di arresto e immagini e D.L.gs. 231
norma ecc.) e psico- di ripristino di revisione
Costi di arresto Costi di arresto terapeutiche prodotto/
e di rispristino e ripristino Costi per servizio
attività attività assenza dal
lavoro
Tavola V. I centri di costo per la riclassificazione dei costi di non prevenzione (sanzionati)
Fonte: elaborazione originale

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La politica di prevenzione dei rischi in impresa

perativo con 12 dipendenti); enologico (cantina sociale sioni manageriali in materia di prevenzione), le risposte
cooperativa con 16 dipendenti); aceto industriale (socie- avute sono, oltre che positive, significative.
tà di capitale produttrice di aceto balsamico industriale Il direttore di stabilimento di una delle imprese ha ri-
con 38 dipendenti); lavorazione carni (società di capitale portato ai ricercatori il seguente evento. La riclassifica-
specializzata nella lavorazione di carni suine con 100 zione dei costi con SHIELD ha attirato la sua atten-
dipendenti). La scelta delle imprese, indicate dalla com- zione sull’elevato importo del premio assicurativo della
mittenza, si qualifica per: la tipicità del prodotto nelle responsabilità civile (RC) verso i clienti circa l’uso dei
due province di Modena e Reggio Emilia; il marcato prodotti (il costo di questa assicurazione figura tra i costi
processo industriale; la presenza di protocolli di qualità di prevenzione discrezionali della pericolosità del pro-
(condizione ritenuta facilitante la sviluppo della cultura dotto in SHIELD); e soprattutto sull’elevato valore di
della sicurezza). Le imprese aderenti al progetto sono franchigia che esponeva l’impresa all’eventuale risarci-
di piccola e media dimensione (più di 10 addetti e con mento diretto. Nel corso della riclassificazione alla ditta
meno di 100 addetti), dotate di: un processo di trasfor- giungeva la richiesta di risarcimento danno per 500 euro
mazione agro-alimentare; un’organizzazione forma- da parte di un cliente statunitense, che si era tagliato
lizzata della sicurezza (che osserva la normativa, dalla un dito nell’aprire la confezione. La concomitanza dei
formulazione del documento di valutazione dei rischi due eventi ha aiutato il direttore a rivedere le condizioni
alla presenza dei ruoli specializzati quali il medico com- contrattuali con la società assicuratrice, ottenendo la di-
petente, l’RSPP, ecc.); protocolli di qualità certificati (nel minuzione sia del valore della franchigia sia del premio,
caso specifico le linee guida ISO e il sistema di auto- alla luce dell’analisi dell’andamento infortunistico e dei
controllo Hazard Analysis and Critical Control Points rischi in questione.
- HACCP, al fine di stimare pericoli, valutare i rischi L’enologo della società cooperativa ha deciso di inserire i
e stabilire misure di controllo per prevenire l’insorgere costi ottenuti con SHIELD nel manuale della qualità, ot-
di problemi igienici e sanitari). Le imprese aderenti al tenendo altre economie di scopo di tipo amministrativo.
progetto differiscono tra loro per: la natura istituzionale La titolare della terza impresa, valutata l’utilità del van-
(due sono società cooperative e due sono società di ca- taggio informativo fornito da SHIELD, ha deciso di
pitale); l’ubicazione (due sono localizzate nella provin- procedere alla modifica del piano dei conti per inserire
cia di Reggio Emilia e due nella provincia di Modena). i costi concernenti la sicurezza nelle poste previste da
Nessuna delle imprese ha una specifica contabilità pre- SHIELD, in modo da ottenere immediatamente la ri-
venzionale, ma solo la contabilità generale, fiscale e dei classificazione corretta dei costi di prevenzione e dei co-
costi. I risultati dell’applicazione empirica di SHIELD sti di non prevenzione, ai fini delle decisioni in materia
sono riportati sinteticamente nella tabella 6. di prevenzione e di controllo dei rischi.

Impresa Costi di Costi sociali Costi complessivi % costi sociali su


prevenzione costi complessivi
Soc. lavorazione carni € 179.297,12 € 225,00 € 179.522,12 0,12%
Cantina Sociale coop. € 106.404,04 € 0,00 € 106.404,04 0,00
Latteria Sociale coop. € 7.874,00 € 0,00 € 7.874,00 0,00
Acetificio industriale € 56.740,00 € 552,00 € 57.262,00 0,91%
Tavola VI. La politica di prevenzione nelle quattro imprese nell’esercizio 2009
Fonte: elaborazione propria

Circa l’economicità di utilizzo della metodologia Nell’ultima impresa cooperativa l’analisi dei dati, pur
SHIELD, tutte le imprese non hanno trovato né diffi- nella loro esiguità, ha attirato l’attenzione del casaro sul-
coltà tecniche, né costi particolari nel reperimento dei la mancanza d’investimenti nella prevenzione dei rischi
dati contabili e nella loro riclassificazione. A conferma riguardanti l’igiene del lavoro soprattutto nella movi-
della facilità di uso di SHIELD, tre su quattro imprese mentazione del prodotto in estate, effettuata ricorrendo
hanno riportato i dati sul modulo inviato dai ricercatori, a lavoratori stagionali.
con piccole modifiche; un’impresa, stante l’esiguità dei L’analisi delle quattro imprese consente di formulare al-
dati rilevati e disponibili, li ha inviati in forma libera. cune osservazioni in materia di politica di prevenzione
Circa l’utilità (la disponibilità dei dati ai fini delle deci- dei rischi. L’applicazione di SHIELD ha reso possibile

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Luigi Enrico Golzio, Simone Colombo, Nicola Rito

quantificare l’impegno e i risultati delle politiche di pre- discrezionali consuntivi con: i responsabili Ammini-
venzione sotto il profilo economico, come si può nota- strazione e Impianti (ammortamenti); il responsabile
re dalla tabella 6, che riassume i costi di prevenzione Ambiente e Qualità (sicurezza ambiente e prodotto);
discrezionali e quelli sanzionati, sostenuti da ciascuna il responsabile Impianti (manutenzione); l’RSPP ester-
impresa nell’esercizio 2009. L’assenza dei costi riguar- no (Dispositivi Individuali di Protezione); il responsa-
danti la prevenzione dei rischi psico-sociali si spiega bile Ambiente e Qualità (formazione e informazione);
dal fatto che la ricerca è terminata nel 2010, prima l’RSPP esterno (consulenze). Per alcuni costi interni (ad
dell’obbligo per le imprese di effettuare la valutazione esempio la formazione) il responsabile dell’amministra-
di rischi psico-sociali, sancito dalla normativa del 2011. zione ha calcolato il costo medio (ad esempio a parte-
Limitatamente all’esercizio indagato si può affermare cipante a giornata di corso). Il costo discrezionale più
che tutte le imprese possiedono una politica di sicurezza elevato riguarda la sicurezza ambientale e di prodotto
efficiente, misurata dall’assenza o dall’esiguità dei costi (dato da messa a norma impianti, monitoraggi, traspor-
sanzionati. to e smaltimento prodotto in sicurezza, manutenzioni).
L’assenza di costi di prevenzione dei rischi psico-sociali
La seconda applicazione di SHIELD: il caso riflette la modalità biennale di valutazione: i rischi in
della società CISA SpA questione sono stati valutati nel 2011 e lo saranno nel
L’impresa nasce dieci anni fa e opera nel settore dei ser- 2013. I costi del modello di organizzazione riguardano
vizi ambientali: gestisce impianti di discariche control- le consulenze esterne per la gestione dell’SGSL esisten-
late, di energia elettrica rinnovabile da biogas, di lavo- te e per la sua prossima trasformazione nel Modello di
razione dell’intero ciclo di rifiuti solidi urbani in proprio Organizzazione e di gestione (MOG).

Impresa Costi prevenzione Costi sociali Costi complessivi


Sicurezza ambiente di lavoro (igiene, sanità) 703.960,00 € 0 703.960,00 €
Sicurezza benessere fisico (infortuni) 85.396,79 € 0 85.396,79 €
Sicurezza benessere mentale e sociale 0 0 0
Sicurezza prodotto e ambiente 6.936.378,53 €. 0 6.936.378,53 €.
Modello organizzazione 173.382,24 € 173.382,24 €
Tavola VII. La politica di prevenzione nelle CISA Spa nell’esercizio 2012
Fonte: N. Rito, La salute e sicurezza

e in concessione (Rito, 2013). Il ciclo termina con la I costi di prevenzione discrezionali consuntivi riclassifi-
produzione del combustibile (solido) derivato da rifiuti cati per tipologia di rischio possono essere ulteriormen-
(CDR), che deve possedere le caratteristiche chimico- te riclassificati per ulteriori valutazioni e decisioni; ad
fisiche previste dal D.M. 5/98 e dalle norme UNI 9903. esempio, per natura (manutenzione e spese mediche
L’impresa dispone di: tre impianti nella regione Puglia; complessive, ecc.) e per il budget di sicurezza assegnato
un organico di 50 dipendenti tra dirigenti, impiegati e ai dirigenti con delega di spesa.
operai; certificazioni UNI EN ISO 14.001:2004, UNI Per il 2012 si può affermare che la politica di prevenzio-
EN ISO 9001:2000; registrazioni EMAS e OHSAS ne dei rischi dell’impresa è stata efficace, stante l’assenza
18001:2008. L’impresa è caratterizzata da una forte di costi sanzionati, sostenibile, perché ha contribuito a
propensione partecipata, dall’alta direzione agli operai, chiudere il bilancio con un utile positivo, e socialmente
alla compliance ambientale e alla prevenzione dei rischi. responsabile, perché non ha arrecato nessun danno ad
La gestione tipica aziendale è strettamente intrecciata altri attori del contesto economico-sociale.
con tutte le cinque categorie di rischio.
Circa l’organizzazione della prevenzione CISA, in virtù Considerazioni conclusive e riassuntive
della sua partecipazione al 50% in una società consorti- I risultati delle due ricerche confermano il mancato
le che progetta impianti, si avvale come RSPP esterno, presidio della misurazione economica delle politiche
di quello del consorzio, che presta i suoi servizi gratui- di prevenzione e della rendicontazione della loro effi-
tamente. cienza da parte della prevalenza delle imprese italiane.
La commistione della gestione ha richiesto la prelimina- Ad esempio, le imprese che redigono il bilancio sociale
re analisi organizzativa per individuare gli investimenti raramente includono i costi dei rischi. A parere di chi

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La politica di prevenzione dei rischi in impresa

scrive la carenza è da imputarsi alla forma organizza- da sviluppare ulteriori indici di costo e di efficienza
tiva funzionale, adottata dalla quasi generalità delle unitari della sicurezza;
imprese, che impedisce (prima di tutto culturalmen- • si può applicare in tutte le imprese a prescindere dal-
te) la cooperazione tra le varie funzioni aziendali (nel le dimensioni e dai settori economici (l’unico vincolo
caso tra l’amministrazione e il servizio Prevenzione e è la tenuta della contabilità generale);
Sicurezza) riguardo a fenomeni trasversali, come, ad • allarga le competenze professionali dei responsabili
esempio, la qualità e la sicurezza, che le coinvolgono del Servizio di Prevenzione e di Protezione, carenti
tutte. La forma funzionale si basa sulla divisione delle nella generalità dei casi (la gestione economica della
attività e del lavoro in base alla tecnica: garantisce le prevenzione dei rischi non di mercato), ma strate-
economie di specializzazione, ma per contro presenta giche perché consentono di essere in sintonia e di
costi per il coordinamento dei fenomeni inter-funzionali comunicare con il decisore massimo: l’alta direzione
come la prevenzione dei rischi. Al riguardo il ruolo del aziendale.
RSPP è concepito essenzialmente come un tecnico che
ha competenze giuridiche necessarie per osservare le Bibliografia
norme. La forma organizzativa della prevenzione alter-
nativa è quella del modello europeo (Quality, Health, Campbell, H., Brown, R. (2003), Benefit-Cost Analysis. Finan-
Safety, Security, Enviroment - QHSSE) che riunisce in cial and Economic Appraisal using Spreadsheets, Cambridge, Cam-
un unico organo le funzioni della qualità, della sicurez- bridge University Press.
Clerici, R. (2011), Se investi uno, incassi due, 2087 Formazione e
za, della protezione e dell’ambiente, la quale riduce i
informazione per la sicurezza sul lavoro, 11, 10-15.
costi di coordinamento, aumenta le economie di scopo Crites, T.R. (1995), Reconsidering the cost and benefits of a formal
amministrativo e garantisce un approccio integrato alla safety program, Professional Safety, 40 (12), 28-32.
prevenzione. Elsner, W., Frigato, P., Ramazzotti, P. (2006), Social Costs and Pub-
Pur con tutti i limiti dell’esiguità del campione di im- lic Action in Modern Capitalism, Oxford, Routledge.
prese e il circoscritto periodo temporale riferito a un Feng, Y. (2013), Effect of safety investments on safety performance of
solo esercizio di gestione, l’applicazione di SHIELD building projects, Safety Science, 59, 28-45.
conferma la fattibilità della politica di prevenzione a ri- Golzio, L. (1986), Economia e organizzazione della sicurezza, Mi-
lano, Giuffré.
schio zero: gli elevati costi di prevenzione discrezionali
Golzio, L. (1996), La politica di prevenzione e gli assetti organizzativi,
(relativi alla natura dei rischi insiti nella specifica attività in Frey, M. (a cura di), Sicurezza del lavoro e trasformazioni organiz-
industriale) hanno limitato i costi sanzionati, di mancata zative, Milano, Egea.
prevenzione, a livelli nulli o marginali, sancendo l’effica- Kapp, K.W. (1978), The Social Costs of Business Enterprises, Not-
cia della politica di sicurezza decisa dalle imprese. tingham, Spokesman.
I vantaggi del metodo SHIELD si possono così riassu- Lowrance, W. (1976), Of Acceptable Risk, Los Altos, Kaufman.
mere: Pavanello, R. (2004), La determinazione dei rischi: il calcolo del ri-
• offre al top management un criterio decisorio di ra- schio, Dossier Ambiente, 66, 14-19.
Peltzman S. (1975), The effects of automobile safety regulation, Jour-
zionalità economica, operativo per la scelta consa-
nal of Political Economy, 83 (4), 677-725.
pevole della politica della sicurezza in impresa; Rito, N. (2013), La salute e sicurezza del lavoro al di là del perimetro
• fornisce la tracciabilità economica della politica normativo: fra responsabilità sociale delle imprese e Sistema di rilevazione
di prevenzione dei rischi decisa dall’alta direzione dei costi. Tesi finale, master universitario di II livello in Modelli
dell’impresa; di Organizzazione, Formazione e Valutazione dei Rischi per
• presenta un modesto costo di elaborazione perché si la Sicurezza del Lavoro – Safety Management II, Fondazione
affianca e integra (e quindi non modifica) il sistema Marco Biagi, Università di Modena e Reggio Emilia.
di contabilità generale presente in impresa; Sagan, S.D. (1993), The Limits of Safety, Princeton, Princeton
University Press.
• consente di utilizzare gli stessi dati di costo varia-
Tang, S.L., Lee, H.K., Wonk, K. (1997), Safety cost optimization
mente combinati per tre tipi di decisioni aziendali
of building projects in Hong Kong, Construction Management and
distinte: la politica di sicurezza; la programmazio- Economics, 15, 177-186.
ne e il controllo economico della sua realizzazione
operativa (il budget della sicurezza); la redazione o
l’arricchimento del bilancio sociale, conseguendo ri-
levanti economie di scopo amministrativo;
• può riferire i costi complessivi a quantità fisico-tecni-
ci (giornate perse, ore di formazione, ecc.) in modo

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