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QUALI COSTI

PER LA MANCATA PREVENZIONE?

LITERATURE REVIEW

Progetto di Ricerca
Individuazione di modelli di stima dei costi di malattie professionali ad elevata
frazione eziologica e di valutazione costi/benefici della prevenzione della
salute e sicurezza in azienda,
finanziato dal Ministero della Salute

a cura di:
Nicola D’Erario
Maria Giovannone (responsabile scientifico)
Antonio Valenti
INDICE SOMMARIO

Introduzione ............................................................................................................................. 5

Parte I. Le conseguenze socio-economiche degli infortuni sul lavoro e delle malattie


professionali ................................................................................................................... 7
Parte II. Inventario delle possibili voci di costo .................................................................. 13
1. Le possibili voci di costo...................................................................................... 13
2. A livello del singolo lavoratore ............................................................................ 15
3. A livello di impresa .............................................................................................. 16
4. A livello della società nel suo complesso ............................................................. 21
Parte III. Il processo di valutazione economica................................................................... 25
1. Obiettivo .............................................................................................................. 25
2. I cinque passi........................................................................................................ 26
2.1. Preparazione della valutazione ................................................................. 27
2.2. Selezione/scelta delle variabili ed indicatori ............................................. 27
2.3. Trovare i dati............................................................................................. 28
2.4. Valutazione e calcoli ................................................................................. 28
2.5. Interpretazione, utilizzo ed affinamento dei risultati. ............................... 29
Parte IV. Principali studi scientifici sulla stima dei costi della prevenzione ..................... 31
1. La stima dei costi nei principali studi scientifici. ................................................. 31
2. Ambito internazionale. ......................................................................................... 33
3. Ambito nazionale. ................................................................................................ 37
Parte V. La prevenzione come investimento........................................................................ 41

Conclusioni .............................................................................................................................. 45
Notizie sugli autori .................................................................................................................. 47

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INTRODUZIONE

Nonostante negli ultimi decenni, in molti Paesi industrializzati, si siano


compiuti reali progressi per rendere il luogo di lavoro più sano e sicuro, il
problema della salute e sicurezza sul lavoro (SSL) rappresenta ancora oggi uno
dei settori più ricchi di implicazioni in ambito sociale, pubblico ed aziendale, a
causa della notevole incidenza del fenomeno infortunistico non solo sulle vite dei
singoli lavoratori e dei loro familiari, ma anche sulla produttività delle imprese,
sul benessere e costi dell’intera società.

Argomento di grande attualità ed interesse per i suoi risvolti socioeconomici è


quello che punta a fornire una valutazione di quanto la collettività italiana spenda
per far fronte agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali.

Tuttavia, non è sempre chiaro quali costi sono da ricollegarsi alle malattie e
agli infortuni sul lavoro, anche perché spesso non si conoscono i benefici
potenziali di una buona gestione della sicurezza e della salute, oppure tali benefici
differiscono da una situazione all’altra. L’informazione e la previsione dei futuri
effetti di decisioni, espressi in termini monetari, forniscono un contributo
importante nel processo decisionale.

Da ciò deriva l’importanza e l’utilità della valutazione economica che


permette di rendere evidenti i costi e i benefici della salute e della gestione della
sicurezza sia a livello nazionale che aziendale, consentendo l’individuazione di
aree di criticità e di potenziale miglioramento. D’altro canto però un
miglioramento delle condizioni di lavoro e l’implementazione di interventi
preventivi comportano un aumento della produttività dei lavoratori e un
miglioramento della qualità dei prodotti e dei servizi.
Quindi, la prevenzione che viene percepita dall’azienda esclusivamente come
un costo da sostenere, rappresenta invece un asset per l’azienda stessa, che
consentirebbe di eliminare i costi aggiuntivi per i lavoratori e le compagnie di
assicurazione, per i fondi pubblici, per le famiglie dei lavoratori e per altre
aziende, dovuti alla mancata prevenzione.

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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

Nonostante negli ultimi anni si siano sviluppati vari metodi e strumenti per
stabilire i costi della salute sul lavoro, non esiste ancora un reale strumento di
stima data la complessità e la molteplicità di fattori da prendere in considerazione.

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Parte I
LE CONSEGUENZE SOCIO-ECONOMICHE
DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO
E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI

 Lo studio del costo degli infortuni sul lavoro è iniziato con H.W. Heinrich
durante il 1920. Heinrich fu il primo a sostenere che il costo degli incidenti è stato
erroneamente sottovalutato in quanto gran parte di essi risultano di difficile
identificazione o valutazione. Per ulteriore approfondimento, si rimanda a H.W.
Heinrich, Industrial accident prevention: A scientific approach (4th ed.), McGraw-
Hill, New York, 1959. Negli ultimi anni, c’è stato un aumento considerevole
dell’interesse verso l’aspetto economico della salute e sicurezza sul lavoro (SSL)
come dimostra l’incremento della pubblicazione scientifica in materia. A tale
riguardo, si vedano, J.K. Schmier, M.L. Jones, M.T. Halpern, The cost of obesity
in the workplace, in Scand J Work Environ Health, 2006, vol. 32, n. 1, 5-11; P.
Dorman, The Cost of Accidents and Diseases, in P. Dorman, Three Preliminary
Papers on the Economics of Occupational Safety and Health, International Labor
Organization, Programme on Safety and Health at Work and the Environment
(SafeWork), 2000. In particolare, l’Unione Europea considera lo sviluppo della
conoscenza dei costi economici e sociali derivanti dagli incidenti sul lavoro e
dalle malattie professionali come una priorità per i prossimi anni. In merito,
Commission of the European Communities, Adapting to change in work and
society: a new Community strategy on health and safety at work 2002-2006,
COM(2002) 118 final, Brussels, 2002, 18.

 Vari sono i motivi che hanno portato a tale aumento di interesse verso
l’aspetto economico della SSL. In primo luogo, oltre al costo in termini di perdite
di vite umane, le malattie e gli incidenti sul lavoro possono comportare, come
dimostrano numerosi studi condotti a livello internazionale ed europeo, costi
sociali ed economici per soggetti diversi e in tempi diversi: lavoratori, datore di
lavoro, aziende, compagnie di assicurazione, sistema sanitario e previdenziale,
ecc. Sul punto si vedano: European Commission, Socio-economic costs of
accidents at work and work-related ill health - Key messages and case studies,
European Commission, November, 2011; J. Mossink, M. De Greef, Inventory of

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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

socioeconomic costs of work accidents, European Agency for Safety and Health at
Work, Luxembourg, 2002; L. Boden, Social and Economics Impacts of
Workplace Illness and Injury: Current and Future Directions for Research, in
American Journal of Industrial Medicine, 2001, vol. 40, 398-402. Alla società,
seguita dai lavoratori, spettano la maggior parte dei costi. Si veda in proposito, M.
Pathak The Cost to Employers in Britain of Workplace Injuries and Work Related
Ill Health in 2005/06, Discussion Paper Series No.002, Health and Safety
Executive, 2008.
In aggiunta, la valutazione economica può fornire uno strumento utile al fine
di facilitare la presa di decisioni da parte dei decision-maker, per esempio
evidenziando quante risorse vanno perse per colpa delle malattie professionali e
quale azione ha più incidenza sui costi nel promuovere un buon ambiente di
lavoro. In merito a tali motivi specifici e alle altre motivazioni si vedano A. Van
Der Beek, M. Frings-Dresen, F. Van Dijk, I. Houtman, Priorities in occupational
health research: a Delphi study in The Netherlands, in Occup Environ Med, 1997,
vol. 54, n. 7, 504-10; A. Burdorf, Economic evaluation in occupational health –
its goals, challenges, and opportunities [editorial], in Scand J Work Environ
Health, 2007, vol. 33, n. 3, 161-4; Organizzazione Mondiale della Sanità,
Valutazioni economiche a livello aziendale. Comprensione, Elaborazione,
Applicazione. Un approccio pratico, documento n. 2 della serie Tutela della
salute dei lavoratori, Organizzazione Mondiale della Sanità, 2002.

 Per la stima dei costi umani, ovvero le perdite di vite umane dovute agli
infortuni e alle malattie professionali, come affermato da Juan Somavia, Direttore
Generale dell’International Labour Organization (ILO), in occasione della
Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro 2011, ogni anno nel
mondo circa 337 milioni di persone sono coinvolte in incidenti sul lavoro e oltre
2,3 milioni muoiono a causa di infortuni o malattie professionali. In merito, ILO
Roma newsletter, aprile 2011.
Secondo statistiche europee, nell’Unione Europea, si verificano quasi 7
milioni di infortuni all’anno (di cui 5.700 con esito mortale), che obbligano ad
un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni, per un totale di circa 83 milioni di
giorni di lavoro persi. Circa 23 milioni di persone nell’UE 27 hanno riportato,
negli ultimi dodici mesi, un problema di salute correlato al lavoro causando nel
62% dei casi un’assenza dal lavoro di almeno un giorno e nel 22% dei casi
un’assenza di almeno un mese. Si veda a proposito, AA.VV., Health and safety at
work in Europe (1999-2007): a statistical portrait, Eurostat, Luxembourg, 2010.
Una categoria particolarmente colpita dai costi degli infortuni è quella delle
piccole e medie imprese (PMI), dal momento che rappresenta da sola l’82% di
tutte le lesioni e il 90% degli infortuni mortali. In merito si veda, R.L. Gervais, Z.

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CONSEGUENZE SOCIO-ECONOMICHE DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI

Pawlowska, R. Bojanowski, A. Kouvonen, M. Karanika-Murray, K. Van den


Broek, M. De Greef, Occupational safety and health and economic performance
in small and medium – sized enterprises: a review, European Agency for Safety
and Health at Work, 2009, Working paper n. 9.

 In termini economici, a livello globale, il danno economico conseguente a


decessi, infortuni e malattie professionali risulta essere pari al 4% del PIL
mondiale. Si faccia riferimento a International Labour Organization, Facts on
safety and health at work - World Day for Safety and Health at Work 2009,
International Labour Office, Geneva, 19 aprile 2009.
Una indicazione dei costi considerevoli dovuti alla mancata prevenzione è
data da alcune stime dell’OMS e della Banca Mondiale che attribuiscono circa il
3% degli anni di vita persi al fattore lavoro. A proposito si veda, J. Kreis, W.
Bodeker, Indicators for work-related health monitoring in Europe
(WORKHEALTH Project), N. Wirtschaftsverlag, Bremerhaven, 2004. Inoltre, si
stima (in merito, W. Adema, M. Ladaique, How Expensive is the Welfare State?
Gross and Net Indicators in the OECD Social Expenditure Database (SOCX),
OECD Social, Employment and Migration Working Papers, n. 92, OECD) che la
spesa delle assicurazioni sociali in materia di SSL (es. Indennità di malattia,
invalidità, ecc.) rappresenta circa il 2-3% del Prodotto Interno Lordo (PIL) nella
maggior parte delle economie avanzate, superando di gran lunga quello che è
tipicamente speso per i sussidi di disoccupazione.
A livello europeo, l’European Agency for Safety and Health at Work (EU-
OSHA) stima che il costo degli infortuni e delle malattie professionali
nell’Unione Europea oscilla tra il 2,6-3,8% del PIL dell’UE. Si rimanda al
seguente documento: Commission of the European Communities, Adapting to
change in work and society: a new Community strategy on health and safety at
work 2002–2006, COM(2002) 118 final, Brussels, 2002, 18.
In particolare, in Italia, secondo recenti stime dell’Istituto Nazionale per
l’Assicurazione e gli Infortuni sul Lavoro (Inail) il danno economico causato da
infortuni e malattie professionali è risultato, nel 2007, pari a quasi 48 miliardi di
euro, ovvero più del 3% del PIL. Si veda ora, Inail, Andamento degli infortuni sul
lavoro, Dati Inail, luglio 2011. È stato rilevato che di questo costo complessivo
solo un 40% è addossato al c.d. “sistema paese”: il 60% di questo costo è invece
sopportato dalla stessa impresa. Per maggiori informazioni si veda, I. Barra, G.
Morinelli, A. Terracina, Sistemi di gestione contro gli infortuni: dall’Inail, i primi
dati sull’efficacia, in Ambiente&Sicurezza, 2008, n. 18; L.S. Robson, J.A. Clarke,
K. Cullen, A. Bielecky, C. Severin, P.L. Bigelow, E. Irvin, A. Culyer, Q. Mahood,
The effectiveness of occupational health and safety management system
interventions: a systematic review, in Safety Science, 2007, n. 45, 329-353.

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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

 Come evidenziato dalla letteratura, i costi legati ad infortuni e malattie


professionali sono complessi da misurare perché si compongono di differenti voci,
la cui stima risulta difficile se non addirittura impossibile. Inoltre, esiste al
momento una carenza di studi scientifici sulla stima dei costi della prevenzione,
nonché differenze teoriche e pratiche nel modo in cui le valutazioni economiche
vengono eseguite nei differenti Paesi. Ora si vedano: A. Valenti, B. Rondinone, S.
Iavicoli, Salute e sicurezza sul lavoro, in costoZero, giugno 2008, 73-74; E.
Tompa, J. Verbeek, M. Van Tulder, A. De Boer, Developing guidelines for good
practice in the economic evaluation of occupational safety and health
interventions, in Scand J Work Environ Health, 2010, vol. 36, n. 4, 313-318;
Organizzazione Mondiale della Sanità, Valutazioni economiche a livello
aziendale. Comprensione, documento n. 2 della Serie Tutela della salute dei
lavoratori, 2002.

 A titolo di esempio dell’impatto dell’aspetto economico della SSL,


abbiamo preso in considerazione il caso dei costi connessi ai disturbi muscolo-
scheletrici, sia perché essi rappresentano il più comune problema di salute
correlato al lavoro sia per gli elevati costi ad essi associati. In merito, N. Krause,
J.W. Frank, L.K. Dasinger, et Al.., Determinants of Duration of Disability and
Return-to-Work after Work-Related Injury and Illness: Challenges for Future
Research, in American Journal of Industrial Medicine, 2001, vol. 40, 464-484;
B.P. Bernard (ed.), Musculoskeletal Disorders and Workplace Factors: A Critical
Review of Epidemiologic Evidence for Work-Related Musculoskeletal Disorders
of the Neck, Upper Extremity, and Low Back, National Institute of Occupational
Safety and Health, 1997, Publication No. 97B141; European Agency for Safety
and Health at Work, The State of Occupational Safety and Health in the European
Union – A Pilot study, Luxembourg, 2000.
A riguardo, da alcuni dati del National Institute for Occupational Safety and
Health (NIOSH) risulta che annualmente i disturbi muscolo-scheletrici causano
circa 70 milioni di visite presso uffici medici negli Stati Uniti e 130 milioni di
prestazioni sanitarie (visite domiciliari, pronto soccorso, ospedalizzazione). Il
peso economico dei disturbi muscolo-scheletrici in termini di costi di indennizzo,
perdita di salari e produttività si aggira tra i 45 e 54 miliardi di dollari. In merito,
si veda, National Research Council and the Institute of Medicine, Musculoskeletal
disorders and the workplace: low back and upper extremities, Panel on
Musculoskeletal Disorders and the workplace Commission on behavioral and
social sciences and education. Washington, DC, National Academy Press, 2001.
Nell’Unione Europea, nel 2005, i disturbi muscolo scheletrici hanno
rappresentato il 38,1% del totale delle malattie professionali. In Francia i costi
diretti ad essi collegati sono pari a 650 milioni di euro, per un totale di 7 milioni di

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CONSEGUENZE SOCIO-ECONOMICHE DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI

giornate lavorative perse, sul punto si veda: Rapport d’information enregistre a la


Presidence de l´Assemblee nationale le 27 mai 2008, En conclusion des travaux
de la mission sur la penibilite au travail, in www.assemblee-
nationale.fr/13/pdf/rap-info/i0910-ti.pdf. In Austria il totale dei costi diretti a
carico del lavoratore, derivanti dai disturbi muscolo-scheletrici, sono risultati, nel
2003, pari a 135 milioni di euro, mentre quelli a carico del datore di lavoro pari a
164,7 milioni di euro. La mancata produttività, invece ha causato un danno
economico compreso tra 236-315 milioni di euro e i danni dovuti a disabilità di
circa 104 milioni di euro. Per ulteriori informazioni si veda, W. Klaus, M. Kosten,
in the above-mentioned Web feature: www.arbeitsinspektion.gv.at/ew07/
startseite.htm, Fehlzeitenreport 2007.
Secondo un recente studio condotto in Germania, il danno economico
derivante dai disturbi muscolo-scheletrici è di quasi 24 miliardi di euro, per un
totale di 95 milioni di giornate lavorative perse ed una perdita di produttività di
oltre 8 miliardi di euro. A proposito, si veda il rapporto governativo Sicherheit
und Gesundheit bei der Arbeit, 2006, scaricabile al sito
http://de.osha.europa.eu/statistics/statistiken/suga/suga2006/suga_2006.pdf.

 Negli USA nel 2007 le spese sanitarie conseguenti agli infortuni sul lavoro
sono risultate pari a circa 47 miliardi di dollari, con un media per infortunio di
oltre 5 mila dollari, mentre i costi indiretti sono stimati in 145 miliardi di dollari.
Si faccia riferimento a, U.S. Bureau of Labor Statistics, Current Population
Survey, 2010, disponibile all’indirizzo http://www.census.gov/cps/; U.S. Bureau of
Labor Statistics, 2010, Occupation Employment Statistics, disponibile al seguente
indirizzo www.bls.gov/oes/2007/may/oes_nat.htm#b00–0000; U.S. Bureau of
Labor Statistics, Quarterly Census of Employment and Wages, 2010, disponibile
all’indirizzo www.bls.gov/cew/; U.S. Bureau of Labor Statistics, Census of Fatal
Occupational Injuries, 2011, in www.bls.gov/iif/osh_nwrl.htm#cfoi. Sempre
secondo gli studi appena menzionati, le spese sanitarie conseguenti le malattie
professionali risultano pari a quasi 21 miliardi di dollari, mentre i costi indiretti a
37 miliardi.

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Parte II
INVENTARIO DELLE POSSIBILI VOCI DI COSTO

Sommario: 1. Possibili voci di costo. – 2. A livello del singolo lavoratore. – 3. A livello di impresa.
– 4. A livello della società nel suo complesso.

1. Le possibili voci di costo

 La compilazione dell’elenco delle voci di costo è una delle fasi principali


di qualsiasi valutazione economica. Sebbene non esista un elenco definito delle
voci di costo da includere nella valutazione, da numerosi studi sono emerse alcune
voci di costo imprescindibili, si veda a proposito, J. Mossink, M. De Greef,
Inventory of socioeconomic costs of work accidents, European Agency for Safety
and Health at Work, Luxembourg, 2002; Health and Safety Executive, The costs
to employers in Britain of workplace injuries and work-related ill health in
2005/06, Discussion Paper Series No. 002, September 2008, rispetto alle quali si
possono fare aggiunte o modifiche a seconda dell’obiettivo della valutazione, del
sistema di sicurezza sociale di un determinato paese.

 In primo luogo, dalla letteratura in materia emerge una prima


fondamentale classificazione tra costi economici e non economici. A proposito si
veda, P. Dorman, The Cost of Accidents and Diseases, in P. Dorman, Three
Preliminary Papers on the Economics of Occupational Safety and Health,
International Labor Organization, Programme on Safety and Health at Work and
the Environment (SafeWork), 2000.
La maggior parte degli studi sono, comunque, soliti distinguere tra: costi
diretti, indiretti ed intangibili. In particolare, si deve al ricercatore americano
H.W. Heinrich la prima distinzione tra tali tipologie di costi. Si veda in merito, H.
W. Heinrich, Industrial accident prevention: A scientific approach (4thed.),
McGraw-Hill, New York,1959. La maggior parte degli autori, concorda nel
definire i costi diretti come costi facilmente quantificabili in termini monetari e
direttamente connessi all’oggetto di costo considerato quale l’incidente,
l’infortunio o la malattia professionale (es: spese ospedaliere, medicinali, consulti
medici, integrazione dei salari per la quota non coperta da assicurazioni, sanzioni

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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

varie ed azioni di rivalsa, ecc). Per un approfondimento si consultino: Ven Den


Raad, Safety & the bottom line: Proving the financial benefits of your safety
initiatives, Paper presented at the Proactive Accident and Incident Reporting &
Investigation Conference, London, 1999; J.P Leigh, S. Markowitz, M. Fahs, P.
Landrigan, Costs of Occupational Injuries and Illnesses, The University of
Michigan Press, Ann Arbor, 2000; P. Hamalainen, J. Takala, K. Saarela, Global
Estimates Of Occupational Accidents, Safety Science, 2006, No. 44, 137-156; M.
Goodchild, K. Sandreson, G. Nana, Measuring the Total Cost of Injury in New
Zealand: A Review of Alternative Cost Methodologies, Business and Economic
Research Limited, Report #4172 prepared for the Department of Labour, New
Zealand, 2002.
Secondo gli stessi studi, i costi indiretti, invece, non vengono definiti secondo
un rapporto di univocità, ma è necessario ricorrere ad un metodo di allocazione
(es. riduzione della produttività della forza lavoro dovuta all’infortunio, costi di
sostituzione per l’assenza del lavoratore infortunato e degli straordinari necessari
a recuperare il tempo perso, costo delle attività di indagine, compilazione di
verbali e rapporti con le autorità di controllo, costi di retraining nel caso in cui al
lavoratore infortunato venga modificata la mansione, ecc.).
Infine, i costi intangibili sono descritti come voci di spesa che non figurano
normalmente nella contabilità aziendale e che, di conseguenza, sono di difficile
individuazione e stima; uno su tutti il danno all’immagine aziendale. A riguardo si
vedano i seguenti studi: E. Biddle, Economic Cost of Fatal Occupational Injuries
in the United States, 1980–1997, in Contemporary Economic Policy, vol. 22, n. 3,
370-381; J.B. Linhard, Understanding the return on health, safety and
environmental investments, in Journal of Safety research, Economic Evaluation
Proceedings paper, 2006, vol. 36, n. 3, 257-260; A. Gavious, S. Mizrahi, Y. Shani,
Y. Minchuk, The costs of industrial accidents for the organization: developing
methods and tools for evaluation and cost-benefit analysis of investment in safety,
in Journal of Loss Prevention in the Process Industries, 2009, Vol. 22, Issue 4,
434-438.
Klen offre una distinzione ancora più dettagliata tra costi diretti primari, costi
diretti secondari e costi indiretti. A proposito, T. Klen, Costs of occupational
accidents in forestry, in Journal of Safety Research, vol. 20, 31-40. Altra
distinzione è tra costi esterni ed interni. Si deve invece a Dorman la distinzione tra
costi interni ed esterni. Per un approfondimento si veda, P. Dorman, Three
Preliminary Papers on the Economics of Occupational Safety and Health,
International Labor Organization, Programme on Safety and Health at Work and
the Environment (SafeWork), 2000.
Alcuni studi dividono i costi degli infortuni e malattie professionali in gruppi
principali. In merito, L. Pezzullo, A. Crook The economic and social costs of

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INVENTARIO DELLE POSSIBILI VOCI DI COSTO

occupational disease and injury in New Zeland, National Occupational Health and
Safety Advisory Committee (NOHSAC) Technical Report 4, Wellington, 2006.
Secondo tale report i costi della mancata produzione sono suddivisi in: costi della
mancata produzione, costi del capitale umano, costi per la salute e la
riabilitazione, costi amministrativi, costi di trasferimento ed altri costi.

2. A livello del singolo lavoratore

 Focalizzando l’attenzione a livello del singolo lavoratore, come sostenuto


da Mossink e de Greef, (in dettaglio si veda J. Mossink, M. De Greef, Inventory of
socioeconomic costs of work accidents, European Agency for Safety and Health at
Work, Luxembourg, 2002), i costi sostenuti dai lavoratori comprendono numerose
variabili a seconda se si tratta di costi tangibili (economicamente valutabili)
oppure di costi intangibili (difficilmente valutabili in termini monetari).
Riguardo la prima categoria abbiamo: spese sanitarie (ospedalizzazione,
medicine, riabilitazione, ecc.) non coperte da indennizzo assicurativo; riduzione
della capacità lavorativa, potenziale perdita di reddito in futuro, ecc. Nella
seconda categoria rientrano: dolore, sofferenza morale e psicologica (soprattutto
in caso di disabilità), ritiro precoce e disabilità, turnover del personale e
cambiamenti nello stile di vita. Si tratta di variabili che vanno ad incidere in
definitiva sulla qualità della vita del singolo lavoratore.
In particolare, in questo caso spesso si parla in termini di Quality Adjusted
Life Tears (QUALY) e di Disability Adjusted Life Years (DALY). Il QALY e il
DALY sono degli strumenti che forniscono una singola misurazione di mortalità e
morbilità, utilizzati a livello internazionale per valutare gli interventi e i
trattamenti in campo sanitario.
La loro applicazione in ambito di sanità pubblica permette ai responsabili
politici di prendere decisioni informate e ai paesi di effettuare delle scelte
importanti per la salute in base al rapporto costo-efficacia. Per un
approfondimento sull’argomento si veda, C. Phillips, G. Thompson, Health
economics (2nd edition), World Health Organization, The Global Burden of
Disease concept, 2009, per la cui consultazione si faccia riferimento al seguente
indirizzo web: www.who.int/quantifying_ehimpacts/publications/en/9241546204
chap3.pdf; F. Sassi, Calculating QALYs, comparing QALY and DALY
calculations, in Health Policy Plan, 2006, vol. 21, n. 5, 402-408; World Health
Organization, Disease and injury country estimates, 2008, in
www.who.int/healthinfo/global_burden_disease/estimates_country/en/index.html.

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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

 Numerosi studi sulle spese sanitarie dovute ad infortunio sono state


condotte in differenti Paesi europei, In merito si vedano B. Kopjar, B. Guldvog,
J.Wiik, Medical cost of injury in Norway, in Tidsskr Nor laegeforen, 1996, vol.
116, n. 4, 512-516; B. Kopjar, Costs of health care for unintentional injury in
Stavanger, Norway, in European Journal of Public Health, 1997, vol. 7, n. 3, 321-
327; K.S. Lindqvist, H. Brodin, One-year economic consequences of accidents in
a Swedish municipality, in Accident Analysis and Prevention, 1996, vol. 28, n. 2,
209-219. Esistono a riguardo differenti modelli di valutazione dei costi medici, tra
cui si vedano, W.J. Meerding, E. Birnie, S. Mulder, P.C. den Hertog, H. Toet, E.F.
van Beeck, Costs of injuries in the Netherlands, 1997, Consumer Safety Institute,
Erasmus University Rotterdam, Amsterdam, 2000; S. Mulder, E.F. van Beeck,
W.J. Meerding, New directions in injury surveillance: Development of a model for
continuous monitoring of direct medical costs, in International Journal of
Consumer & Product Safety, 1999, vol. 6, n. 1, 11-23; S. Mulder, C.F. Larsen,
W.J. Meerding (eds.), Glossary of terms for costs of injury studies, ECOSA,
Amsterdam, 1998.

 Altri studi evidenziano l’aumentata consapevolezza della correlazione tra


ambienti di lavoro sani e l’incremento della produttività lavorativa dei lavoratori e
di conseguenza dell’azienda. In merito, M. Oxenburgh, Increasing Productivity &
Profit Through Health & Safety, CCH, Sydney, 1991; D. MacLeod, The
Ergonomics Edge: Improving Safety, Quality and Productivity, John Wiley and
Sons, New York, 1995; P. Dorman, The Economics of Safety, Health, and Well-
being at Work: An Overview, International Labour Organisation, 2000; W.K.
Viscusi, The Value of Life: Estimates with Risks by Occupation and Industry, in
Economic Inquiry, 2004, vol. 42, n. 1, 29-48. La letteratura più recente utilizza un
metodo multidisciplinare nello studio della correlazione suddetta. In questo caso
si evidenziano i seguenti studi: M. De Greef, K. Van den Broek, Quality of the
working environment and productivity: Research findings and case studies,
European Agency for Safety and Health at Work, Belgium, 2004; P. Bohle, M.
Quinlan, Managing Occupational Health and Safety in Australia: A
Multidisciplinary Approach, Macmillan, Melbourne, 2000; P. Shearn, Case
Examples: Business Benefits Arising From Health and Safety Interventions,
Health and Safety Laboratory, Sheffield, 2003, n. 13.

 Riguardo la disabilità e il suo impatto sulla perdita temporanea o


permanente del salario si segnala un importante studio condotto dall’Università di
Toronto, (M. Campolieti, H. Krashinsky, Disabled Workers and Wage Losses:
Some Evidence from Workers with Occupational Injuries, in Industrial & Labor
Relations Review, 2006, vol. 60, n. 1, article 7.

16
INVENTARIO DELLE POSSIBILI VOCI DI COSTO

3. A livello di impresa

 L’aspetto della SSL all’interno delle aziende è considerato come un


aspetto essenziale che ogni azienda deve tenere in considerazione e monitorare
per le innumerevoli conseguenze da esso derivanti. In merito, si veda, M.K.
Fitzgerald, Safety performance improvement through culture change, Process
Safety and Environmental Protection: Transactions of the Institute of Chemical
Engineers Part B, 2005, vol. 83, n. 4, 324-330.
In particolare, i costi degli infortuni e delle malattie professionali sono un
argomento di particolare interesse per le PMI che contano l’82% di tutti gli
infortuni sul lavoro e il 90% di quelli ad esito mortale. A proposito, si veda un
interessante studio realizzato da Eurostat, Statistical analysis of socio-economic
costs of accidents at work in the European Union, Luxembourg, 2004).

 La conseguenze degli infortuni e delle malattie professionali da un lato


aumentano i costi dell’impresa, dall’altro diminuiscono i profitti. Spesso gli effetti
sui i costi sono calcolabili nell’immediato, mentre i profitti ne sono interessati nel
lungo periodo (es. abbassamento del morale dei dipendenti)
L’aumento dei costi è dovuto in particolare alla perdita di produttività
dell’impresa dovuta agli infortuni e malattie professionali. Ci si riferisce non solo
alle giornate di assenza del lavoratore per malattia, i cui salari sono anche
parzialmente rimborsati dal sistema assicurativo, ma anche alle misure prese per
riorganizzare il lavoro e la sostituzione del lavoratore vittima di infortunio. Gli
effetti sui costi dell’impresa comprendono le seguenti voci: assenza della vittima,
interruzione nei processi di produzione, riorganizzazione del lavoro, primo
soccorso, spesa per reclutamento di personale temporaneo, formazione del
lavoratore che sostituisce quello infortunato, danni ai macchinari, aumento dei
premi assicurativi, ecc.). Gli effetti sui profitti comprendono: perdite di
produzione, perdita di immagine dell’azienda, soddisfazione lavorativa. In merito
J. Mossink, M. De Greef, Inventory of socioeconomic costs of work accidents,
European Agency for Safety and Health at Work, Luxembourg, 2002

 Alcuni studi calcolano i costi delle tecnopatie in base alla loro gravità
evidenziando come le conseguenze più importanti degli infortuni e malattie
professionali sono relazionate all’aspetto umano, nell’88% dei casi (assenza,
primo soccorso, ecc.), su quanto detto cfr: Commissione Europea, Socio-economic
costs of accidents at work and work-related ill health - Key messages and case
studies, European Commission, 2011. Molti case studies dimostrano come la
produttività dell’azienda viene meno in caso di assenteismo che costringono gli

17
QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

altri lavoratori a straordinari (10% dei casi). Logicamente non tutte le


conseguenze possono essere espresse in termini monetari.

 La letteratura sta dimostrando che la relazione tra salute e produttività


lavorativa e il risultante peso finanziario delle malattie è in incremento. In merito:
D. Lerener, B.C. Amick, J.C. Lee, T. Rooney, W.H. Rogers, H. Chang, et Al.,
Relationship of employee-reported work limitations to work productivity, in Med
Care, 2003, vol. 41, n. 5, 649-59; M. Boles, B. Pelletier, W. Lynch, The
relationship between health risks and work productivity, in J Occup Environ Med,
2004, vol. 46, n. 7, 737-45; C.L. Keyes, J.G. Grzywacz, Health as a complete
state: the added value in work performance and healthcare costs, in J Occup
Environ Med, 2005, vol. 47, n. 5, 523-32.Comunque i dati obiettivi sulla
produttività sono spesso carenti e le stime dei costi della mancata produttività
sono spesso basate sul numero dei giorni di assenza per malattia. Per
approfondimenti: M.L. Berger, J.F. Murray, J. Xu, M. Pauly, Alternative
valuations of work loss and productivity, in J Occup Environ Med, 2001, vol. 43,
n. 1, 18-24; E. Tompa, R. Dolinschi, C. de Oliveira, Practice and potential of
economic evaluation of workplace-based interventions for occupational health
and safety, in J Occup Rehabil, 2006, vol. 16, n. 3, 367-92; T.J. Mayne, K.
Howard, P.W. Brandt-Rauf, Measuring and evaluating the effects of disease on
workplace productivity, in J Occup Environ Med, 2004, vol. 46, n. 6, suppl, S1-
S2.

 Altri costi sono stati presi in considerazione come i costi dovuti al


reclutamento e sostituzione del personale infortunato, le ricadute sui colleghi, ecc.
Secondo uno studio condotto in Olanda le imprese sono obbligate a pagare il 70-
100% del salario dei lavoratori malati durante i primi 2 anni di malattia. Sul
punto: K. Uegaki, M.C. de Bruijne, J.R. Anema, A.J. van der Beek, M.W. van
Tulder, W. van Mechelen, Consensus-based findings and recommendations for
estimating the costs of health-related productivity loss from a company’s
perspective, in Scand J Work Environ Health, 2007, vol. 33, n. 2, 122-130.

 Secondo uno studio condotto dall’Health and Safety Executive, i costi a


danno dei datori di lavoro per infortuni e malattie professionali si basano su 4 voci
di costo: assenza retribuita per malattia, costi amministrativi, costi di risarcimento
ed assicurazione, costi di reclutamento 13 milioni. I costi a carico del datore di
lavoro per assenza del lavoratore dovuto a malattia è risultato pari a 12 miliardi,
cfr: Health and Safety Executive, The costs to employers in Britain of workplace
injuries and work-related ill health in 2005/06, Discussion Paper Series No. 002,
September 2008.

18
INVENTARIO DELLE POSSIBILI VOCI DI COSTO

 Altre ricerche come in quelle di S. Nicholso, M. Pauly, et Al., Measuring


the effects of work loss on productivity with team production, in Health
Economics, 2006, vol. 15, 111-123, hanno calcolato la perdita di produzione in
base all’occupazione del lavoratore, alle singole qualifiche, ai tempi di produzione
di ciascun lavoratore. Per la stima dei costi dovuti ad assenza da malattia o dei
costi amministrativi si veda, F.A. Davies, G. Teasdale (eds.), The costs to Britain
of workplace accidents and workrelated ill health in 1995/96, HSE books, Botle,
1999. La maggior parte degli studi in letteratura calcola la mancata produttività
facendo riferimento all’approccio capitale umano/salari persi sul tema cfr: J.P.
Leigh, et. Al., Costs of Occupational Injuries and Illnesses, University of
Michigan Press, Ann Arbor, MI, 2000.

 Molte ricerche sottolineano il valore dei sistemi e dei premi assicurativi


nell’incoraggiare le imprese ad investigare sui costi in materia di SSL. A riguardo,
R.J. Matetic, D.K. Ingram, Preventing high insurance premiums and on-the-job
injuries. What are poor health and safety habits costing you?, in Water Well
Journal, 2001, 10-13; Z. Pawlowska, J. Rzepecki, Impact of economic incentives
on costs and benefits of occupational health and safety, in International Journal
of Occupational Safety and Ergonomics, 2000, (special issue), 71-83.

 Senza dubbio dalla letteratura emerge come condizioni di lavoro più sicure
e salutari possano tradursi in un aumento di produttività, migliore soddisfazione
lavorative, ecc. A riguardo, P. Brandt-Rauf, W.N. Burton, R. McCunney, Health,
Productivity & Medicine, in Journal of Environmental Medicine, 2001, vol. 43, n.
1, 1-2; M. Boles, B. Pelletier, W. Lynch, The Relationship Between Health Risks
and Work Productivity, in Journal of Occupational Environmental Medicine,
2004, vol. 46, n. 7, 737-745; M. De Greef, K. Van den Broek, Quality of the
working environment and productivity: Research findings and case studies,
European Agency for Safety and Health at Work, Belgium, 2004.

 Molti esempi della correlazione tra condizioni lavorative e produttività


sono state condotte nel settore dell’ergonomia, per il quale si possono consultare i
seguenti documenti: M.S. Sanders, E.J. McCormick, Human Factors in
Engineering & Design, McGraw-Hill, New York, 1987; D. MacLeod, The
Ergonomics Edge: Improving Safety, Quality and Productivity, John Wiley and
Sons, New York, 1995; K. Frick, How Organised Conservatism Prevent
Managers from Seeing the Profits of Improved Ergonomics, IEA 13th Triennial
Congress, Tampere, Finland, 1997; C.G. Simpson, The Cost and Benefits in
Occupational Ergonomics, in Ergonomics, 1990, vol. 33, 28-42.

19
QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

 O’ Donnell’s, in particolare, afferma che migliorare il clima organizzativo


e le relazioni di lavoro, così come profitti più alti probabilmente influiscono sulla
riduzione del rischio per la salute e sicurezza. A proposito, M.P. O’Donnell,
Health and Productivity Management: the concept, impact, and opportunity,
Commentary to Goetzel and Ozminkowski, in American Journal of Health
Promotion, 2000, vol. 14, 215-217.

 Sull’importanza degli interventi in materia di SSL al fine di aumentare la


produttività delle aziende e sui benefici diretti ed indiretti ad essa derivanti, sono
state realizzate numerose ricerche che hanno tentato di valutare i benefici
economici successivi all’adozione di misure di prevenzione in azienda. A
proposito, B. Archer, Towards A Systems Approach In The Management of Health
and Safety in the Australian Construction Industry, in Positive Performance
Indicators for OHS, Beyond Lost Time Injuries, WorkSafe Australia, Australian
Government Publishing Services, Canberra, 1994; K. Frick, P.L. Jensen, M.
Quinlan, T. Wilthagen (eds.), Systematic Occupational Health and Safety
Management: Perspectives on an International Development, Oxford, Pergamon,
2000; R.Z. Goetzel, K. Hawkins, R.J. Ozminkowski, S. Wang, The Health and
Productivity Cost Burben of the “Top 10” Physical and Mental Health Conditions
Affecting Six Large U.S. Employers, in Journal of Occupational Environment
Medicine, 2003, vol. 45, n. 1, 5-14. In merito alla misurazione dei benefici
economici si può far riferimento ai seguenti studi, i quali sottolineano come la
produttività guidi la crescita economica: P. Dorman, The Economics of Safety,
Health, and Well-being at Work: An Overview, International Labour Organisation,
2000; R. Amador-Rodenzo, An Overview to CERSSO’s Self Evaluation of the
Cost-Benefit on the Investment in Occupational Safety and Health in the Textile
Factors: “A step by step methodology”, in Journal of Safety Research, 2005, vol.
36, 215-229; T. Cutler, P. James, Does Safety Pay? A critical account of the
Health and Safety Executive Document: The Cost of Accidents, in Work
Employment & Society, 1996, vol. 10, n. 4, 755-765; S. Lahiri, J. Gold, C.
Levenstein, Net-cost model for workplace interventions, in Journal of Safety
Research, 2005, vol. 36, 241-255; M. Oxenburgh, P. Marlow, The Productivity
Assessment Tool: Computer-based cost benefit analysis model for the economic
assessment of occupational health and safety interventions in the workplace, in
Journal of Safety Research, 2005, vol. 36, 209-214.

 I dati sulla produttività sono carenti o mancano del tutto e la stima sulla
perdita di produzione spesso viene effettuata in base ai giorni di assenza per
malattia. Si vedano a riguardo, M.F. Drummond, M.J. Sculpher, G.W. Torrance,

20
INVENTARIO DELLE POSSIBILI VOCI DI COSTO

B.J. O’Brien, G.L. Stoddart, Methods for the economic evaluation of health care
programmes, Oxford University Press, Oxford, 2005, 3rd ed.; P. Miller, P.
Rossiter, D. Nuttall, Demonstrating the economic value of occupational health
services, in Occup Med (Lond), 2002, vol. 52, n. 8, 477-83. Inoltre in letteratura
grande interesse sta assumendo il tema del work presenteeism (presenzialismo al
lavoro), ovvero della presenza al lavoro in non ottimali condizioni di salute.
Interessanti sono i seguenti studi: D. Lerner, B.C. III Amick, J.C. Lee, T. Rooney,
W.H. Rogers, H. Chang, et Al., Relationship of employee-reported work
limitations to work productivity, in Med Care, 2003, vol. 41, n. 5, 649-59; W.J.
Meerding, W. Ijzelenberg, M.A. Koopmanschap, J.L. Severens, A. Burdorf,
Health problems lead to considerable productivity loss at work among workers
with high physical load jobs, in J Clin Epidemiol, 2005, vol. 58, n. 5, 517-23;
W.B. Brouwer, N.J. van Exel, M.A. Koopmanschap, F.F. Rutten, Productivity
costs before and after absence from work: as important as common?, in Health
Policy, 2002, vol. 61, n. 2, 173-87; R.C. Kessler, C. Barber, A. Beck, P. Berglund,
P.D. Cleary, D. McKenas, et Al., The World Health Organization Health and
Work Performance Questionnaire (HPQ), in J Occup Environ Med, 2003, vol. 45,
n. 2, 156-74.

4. A livello della società nel suo complesso

 Molti studiosi preferiscono distinguere i costi sostenuti dalla singola


impresa, dai costi “sociali” che gravano sulla collettività o “Sistema Paese” in
generale. Per un approfondimento iniziale si veda, A. Gavius, S. Mizrahi, Y.
Shani, Y. Minchuk, The costs of industrial accidents for the organization:
Developing methods and tools for evaluation and cost-benefit analysis of
investment in safety, in Journal of Loss Prevention in the Process Industries,
2009, vol. 22, n. 4, 434-438; J.B. Linhard, Understanding the return on health,
safety and environmental investments, in Journal of Safety Research, Economic
Evaluation Proceedings paper, 2005, 36, 257-260.

 Tali costi possono essere espressi in termini di impatto sull’abilità della


persona colpita da infortunio nel perseguire le sue principali attività sociali,
incluso il lavoro, la cura dei membri della famiglia, ecc. Si veda, L.M. Verbrugge,
A global disability indicator, in Journal of Aging Studies, 1997, vol. 11, n. 4, 337-
362.

 Dorman offre, invece, una definizione globale dei costi sociali come la
somma di tutti i costi collegati all’infortunio o alla malattia del lavoratore. In

21
QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

questo caso, si faccia riferimento ai seguenti studi: P. Dorman, Three preliminary


papers on the economics of occupational safety and health, Internal Labour
Organization, Geneva, 2000; P Dorman, The economics of safety, health, and
well-being at work: An overview, The Evergreen State College, Internal Labour
Organization, Geneva, 2000. Con maggior precisione le conseguenze sociali
riguardano in modo più diretto il lavoratore infortunato, anche se l’impatto di esse
si estende ai membri della famiglia, ai colleghi di lavoro, alle compagnie di
assicurazione. In questo caso, si veda A.E. Dembe, The social consequences of
occupational injuries and illnesses, in American Journal of Industrial Medicine,
2001, vol. 40, 403-417.

 Tra le principali voci dei costi sociali rientrano, nella maggior parte dei
casi, voci di costo a cui è possibile fornire un valore economico: costo del
Servizio Sanitario Nazionale che gestisce i servizi mirati agli interventi di
prevenzione, diagnosi cura e riabilitazione che pesano sulla spesa pubblica
relativa alla sanità; costo di amministrazione della giustizia, per quanto attiene ai
procedimenti penali e civili inerenti gli infortuni sul lavoro; costi derivanti
dall’attività di produzione legislativa specifica. Si veda, a proposito, Il costo
sociale dell’infortunio nel territorio padovano un interessante progetto promosso
nel 2011 da Confindustria Padova con il contributo della Camera di Commercio di
Padova e la collaborazione del CURA (Consorzio Universitario di Ricerca
Applicata).

 Anche in questo caso si tratta di voci di costo difficilmente identificabili a


causa del fatto che le conseguenze sociali sono correlate e dipendenti e non
sempre valutabili in termini monetari. Secondo importanti studi in letteratura in
alcune situazioni i risvolti degli incidenti sul lavoro non sono di tipo economico
ma riguardano strettamente il concetto di qualità della vita. Si veda a riguardo, D.
Keller, Quantifying Social Consequences of Occupational Injuries and Illnesses:
State of the Art and research agenda, in American Journal of Industrial Medicine,
2001, vol. 40, 438-451. I principali approcci per la valutazione dei costi sociali si
basano su differenti criteri: a) possibilità di attribuire a tali costi un valore
economico, come confrontabile su: L.I. Boden, E.A. Biddle, E.A. Spieler, Social
and economic impacts of workplace illness and injury: Current and future
directions for research, in American Journal of Industrial Medicine, 2001, vol.
40, 398-402, b) in funzione di dove si generano tali costi e su chi ricadono le loro
consequenze, si veda A.E. Dembe, The social consequences of occupational
injuries and illnesses, in American Journal of Industrial Medicine, 2001, vol. 40,
403-417, c) del modo in cui tale costo si manifesta, cfr: A. Valenti, B. Rondinone,
S. Iavicoli, Salute e sicurezza sul lavoro, in costoZero, giugno 2008, 73-74.

22
INVENTARIO DELLE POSSIBILI VOCI DI COSTO

 Per illustrare la complessità di queste interdipendenze, si veda, A.E.


Dembe, The social consequences of occupational injuries and illnesses, in
American Journal of Industrial Medicine, 2001, vol. 40, 403-417 che propone una
tabella completa dell’impatto sociale di un infortunio professionale in base a chi è
interessato (es. l’ambiente di lavoro, la famiglia e gli amici e la comunità
circostante), al corrispondente ruolo sociale (es. professionale, domestico, svago,
tempo libero, civile, politico, religioso, economico, educativo, professionale,
biologico e culturale) al luogo dove l’impatto si verifica e ai potenziali effetti (es.
posti di lavoro, ospedali e cliniche, case, quartieri, chiese, scuole, negozi, imprese,
tribunali, le carceri. Esempi di potenziali effetti potenziali includono la funzione
professionale, le risposte psicologiche e comportamentali, effetti sociali, ecc.).

 Per un approfondimento in tema di costi sociali si veda il progetto il costo


sociale dell’infortunio nel territorio padovano, precedentemente menzionato, il
quale riassume le principali voci di costo sociale e i metodi disponibili per la loro
stima. In base alla tipologia di effetto sociale, il progetto prevede le seguenti voci
di costo: assicurativo-sociale, sul mondo del lavoro, socio-sanitari, giudiziari,
sulla comunità, professionali, personali, funzionali ed infine comportamentali.

23
Parte III
IL PROCESSO DI VALUTAZIONE ECONOMICA

Sommario: 1. Obiettivo. – 2. I cinque passi. – 2.1. Preparazione della valutazione. – 2.2.


Selezione/scelta delle variabili ed indicatori. – 2.3. Trovare i dati. – 2.4 Valutazione e calcoli.
– 2.5. Interpretazione, utilizzo ed affinamento dei risultati.

1. Obiettivo

 Il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori può portare


benefici economici interessanti sia per le aziende che per tutta la società, ma
nonostante ciò è difficile convincere i datori di lavoro e i decision maker della
possibilità di aumentare i profitti attraverso il miglioramento delle condizioni di
lavoro. Nella pratica è possibile raggiungere tutto ciò con stime finanziarie, più
propriamente definite «processi di valutazione economica», che permettono di
rendere evidenti i costi ed i benefici della salute e della gestione dell’ambiente e
della sicurezza a livello nazionale, aziendale e del singolo lavoratore. Inoltre le
valutazioni economiche mostrano le circostanze nelle quali i benefici economici
non saranno sufficienti per promuovere un’azione preventiva nelle imprese ma
restano sempre un utile strumento al fine di promuovere comportamenti corretti in
materia di salute e sicurezza. Sul tema più in generale si veda: European Agency
for Safety and Health at Work, Health and Safety at Work: A Question of Costs
and Benefits? Bilbao, 1999; European Agency for Safety and Health at Work,
Economic Impact of Occupatìonal Safety and Health in the Member States of the
European Union, Bilbao, 1999. Per ulteriori informazioni sull’argomento cfr: J.
Leigh, S. Markowitz, M. Fahs, C. Shin, P. Landrigan, Occupatìonal Injury and
Illness in the United States: Estimates of Costs, Morbidity and Mortality, in Arch
Intern Med, 1997, n. 157, 1557-1568, Ministry of Social Affairs and Health.
Economics of the Working Environ-ment, Tampere, Ministry of Social Affairs and
Health, 1997.

 Che la sicurezza e la salute sul lavoro ha chiare implicazioni economiche è


oramai un’affermazione condivisa, ma per un’azienda non è sempre chiaro quali
costi sono da ricollegarsi alle malattie e agli infortuni sul lavoro e quali

25
QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

potrebbero essere i ritorni economici da investimenti in questo senso, anche


perché in verità gli stessi differiscono da una situazione all’altra. Sembra essere
questo il vero problema nel ricostruire uno standard comune a tutte le fattispecie
da cui emerge l’effettiva relazione quantitativa e qualitativa tra salute e sicurezza
sul lavoro da un lato e rendimento economico dall’altro. Per tali ragioni il
processo di valutazione economica può fornire uno strumento utile al fine di
facilitare la presa di decisioni nell’analisi di costi-efficienza e costi-benefici a loro
volta distinti in costi diretti, indiretti e intangibili e ancora come gli stessi vengono
assorbiti dal contesto economico e dalla società. Sul punto si veda: A. Haddix, P.
Shaffer, Cost-effectiveness Analysis, in A.Haddix et Al. (eds.), Prevention
Effectìveness: A Guide to Decision Analysis and Economic Evaluation, Oxford
University Press, New York, 1996, e W. Krüger, Ökonomische Anreize-
Möglichkeiten und Probleme eines modernen Arbeitsschutzsystems, In: Neue
Ansätze zur kosten-Nutzen- Analyse des Arbeits- und Gesundheitsschutzes.
Dortmund/Berlin, Bunde-sanstalt für Arbeitsschutz und Arbeitsmedicin, 1997, 26-
37. Si vedano inoltre: J. Mossink, E. Licher, Costs and Benefits of Occupatìonal
Safety and Health, Hoofddorp, INO Work and Employment, 1998; T. Nas, Cost-
benefit Analysis, Sage Publications, Thousand Oaks, 1996; United States
Department of Labor, Occupatìonal Safety and Health Administration. Program
Evaluation Profile (PEP) Example, 2000, in www.oshaslc.gov/SLTC
safetyhealth/pep.html.

 Negli ultimi anni sono stati sviluppati vari metodi e strumenti per stabilire
i costi ed i benefici della salute sul lavoro ma svariate possono essere le intenzioni
che sottendono ad una processo di valutazione economica. In questa sede verrà
descritto uno dei possibili approcci alla metodologia a cui fin ora è stato fatto
riferimento.

2. I cinque passi

 Uno dei maggiori problemi nelle valutazioni della salute e sicurezza sul
lavoro è dato dal fatto che né le aziende né le istituzioni raccolgono
documentazione sui costi ad essa riferiti e oltretutto, non è possibile confrontare i
dati degli effetti di questi interventi sui costi stessi. Necessita quindi che le
conseguenze economiche vengano stimate in modo indiretto attraverso, come si è
detto, un processo di valutazione economica che solitamente si compone di cinque
passi. Il primo e l’ultimo passo sono diretti al contesto nel quale si svolge la
valutazione con l’intento di massimizzare l’utilità e l’effetto di tale valutazione, i
passi intermedi invece sono di tipo tecnico e orientati a determinare il legame tra

26
IL PROCESSO DI VALUTAZIONE ECONOMICA

la sicurezza e la salute sul lavoro e il loro valore, valutato in denaro, per arrivare
ad eseguire il calcolo economico effettivo.
Dei passi intermedi si possono scegliere due tipologie di approcci. Uno è basato
sui dati, secondo cui dalla documentazione disponibile e dall’insieme dei dati si
cerca di estrapolare quello che riguarda la salute e sicurezza, e l’altro
concentrandosi su di essa cerca di creare una relazione concettuale tra le attività di
questa e il valore espresso in denaro. Fondamentalmente i due approcci sono
composti dagli stessi passi e cioè: determinare le variabili o gli indicatori (passo
2), ricercare i dati (passo 3) ed infine trovare il loro valore in denaro (passo 4). Su
quanto detto, cfr.: J.E. Gröjer, U. Johanson, Human Resource Costing and
Accounting, Joint Industrial Safety Council, Stockholm, 1996, e OMS,
Valutazioni economiche a livello aziendale, 2002, 16.

2.1. Preparazione della valutazione

 Nel primo passo si riflette sull’obiettivo, sulla pianificazione del processo


e sul come vedere gli eventuali risultati. Considerando che molti possono essere i
metodi applicabili per dare risposte a domande specifiche, la scelta di quello più
idoneo dovrebbe essere preceduta da una visione chiara dello scopo della
valutazione. Ma la valutazione economica non sarà mai un esercizio pressoché
scientifico o tecnico ma insita di difetti come conseguenza dei diversi interessi
degli stakeholders che in qualunque momento possono influenzare il processo
modificando i propri orientamenti. Affinché l’attività di valutazione possa
ritenersi utile occorre che vengano bilanciati gli obiettivi di valutazione, le
limitazioni delle tecniche scientifiche e gli interessi degli stakeholders di modo
che la procedura sia proporzionata, in definitiva, all’obiettivo che viene prefissato.
Sul punto: Organizzazione Mondiale della Sanità, Valutazioni economiche a
livello aziendale, 2002, 20.

2.2. Selezione/scelta delle variabili ed indicatori

 Costruire una lista di variabili ed indicatori è una delle attività chiave nel
fare la valutazione perché ci permette di decidere quali costi verranno tenuti in
conto e quali non saranno presi in considerazione. In realtà non esiste una lista
definitiva dei fattori di costo da inserire in una valutazione, tuttavia una serie di
fattori più comuni è emersa dalla prassi ed eventuali integrazioni o modifiche
devono essere fatte tenendo conto dello scopo della valutazione, della struttura
dell’assistenza sanitaria del Paese medesimo, delle possibilità dell’azienda di

27
QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

trovare dati appropriati e della tipologia dell’azienda. La scelta delle variabili ha


un impatto decisivo sui risultati e per questo è necessario coinvolgere nella
decisione tutti gli stakeholders più importanti. Solitamente le variabili ed
indicatori che vengono ricompresi in questo genere di valutazioni si distinguono
in varie tipologie e cioè: le attività di gestione, la politica aziendale e gli
investimenti in salute e sicurezza, gli effetti connessi alla salute e gli effetti del
rendimento aziendale. Per approfondimenti si rimanda a: R. Gorsky, A. Haddix,
P. Shaffer, Cost of an Intervention, in A. Haddix et Al. (eds.), Prevention
Effectìveness: A Guide to Decision Analysis and Economic Evaluation, Oxford
University Press, New York, 1996, e OMS, Valutazioni economiche a livello
aziendale, 2002, 21.

2.3. Trovare i dati

 Il terzo passo ha ad oggetto la ricerca dei dati utili e rappresenta, per le


valutazioni economiche, uno dei problemi più importanti dato che la maggior
parte di queste peccano di insufficienza di dati adeguati. Il problema non è tanto
relativo ai dati sui costi le cui voci sono disponibili e la quantità di tempo speso
per la gestione della salute e sicurezza sul lavoro può essere stimata, quanto dei
dati che permettono di quantificare i benefici, in parte perché i benefici sono
effetti futuri ed in parte perché non è confrontabile molta ricerca sull’efficacia dei
miglioramenti specifici delle condizioni di lavoro e della gestione della sicurezza
nelle aziende. Varie sono le strategie che permettono il reperimento dei dati o la
possibilità di produrre delle stime. Tra le più importanti troviamo, l’utilizzo dei
dati esistenti, le stime e proiezioni e la creazione dei dati nuovi. Quanto alla prima
strategia si può dire che è il metodo migliore e più facile perché i dati sono
disponibili negli archivi e nella contabilità aziendale, stime e proiezioni invece
prevedono delle ricostruzioni statistiche per fattori plurimi (assenze per
infortuni/malattie, investimenti e proiezioni future degli stessi…), in fine la
creazione di dati nuovi è una possibilità da prendere in considerazione quando c’è
bisogno di dati attendibili e non ve ne sono di disponibili. Per approfondimenti:
Organizzazione Mondiale della Sanità, Valutazioni economiche a livello
aziendale, 2002, 27.

2.4. Valutazione e calcoli

 Il passo successivo in una valutazione economica è dare un valore in


denaro alle variabili e ai dati che per alcune di esse avviene in modo immediato

28
IL PROCESSO DI VALUTAZIONE ECONOMICA

allor che sono desumibili dalla contabilità o dall’archiviazione aziendale. Per altre
variabili la valutazione segue procedimenti più complessi. In generale è meglio
esprimere il maggior numero di dati in termini monetari e quanto ciò non fosse
possibile occorre quantificare o usare metodi di ranking (in ordine di importanza).
Si veda: Organizzazione Mondiale della Sanità, Valutazioni economiche a
livello aziendale, 2002, 28.

2.5. Interpretazione, utilizzo e affinamento dei risultati

 Nell’ultima fase del processo di valutazione economica viene dato valore


ai dati calcolati o presi in considerazione. In tale ottica l’utilizzo di indicatori
economici può aiutare a decidere quali investimenti possono essere interessanti
dal punti di vista finanziario; inoltre è molto utile avere informazioni circa
l’attendibilità e l’accuratezza di una valutazione. Tra gli indicatori più comuni
troviamo il «ritorno agli investimenti» rappresentato dal tempo necessario perché
gli utili compensino le perdite e il «rapporto costi-benefici» quale indicatore che
rapportando la somma dei costi su quella dei benefici determina l’utilità delle
decisioni intraprese. Sul punto: P. Farnham, S. Ackerman, A. Haddix, Study
Design, in A. Haddix, et Al. (eds.), Prevention Effectìveness: A Guide to Decision
Analysis and Economic Evaluation, Oxford University Press, New York, 1996, e
OMS, Valutazioni economiche a livello aziendale, 2002, 32.

29
Parte IV
PRINCIPALI STUDI SCIENTIFICI
SULLA STIMA DEI COSTI DELLA PREVENZIONE

Sommario: 1. La stima dei costi nei principali studi scientifici. – 2. Ambito internazionale. – 3.
Ambito nazionale.

1. La stima dei costi nei principali studi scientifici

 I principali studi scientifici inerenti la stima dei costi della prevenzione


traggono la loro origine dalle teorie sviluppate dai pionieri in materia di sicurezza
sul lavoro. Per un approfondimento sul tema, si faccia riferimento ai seguenti
studi: H.W. Heinrich, Industrial accident prevention, McGraw-Hill Books
Company, Inc, 1959; F. Bird, R. Loftus, Loss Control Management, Institute
Press, Loganville, 1976. Le prime ricerche in tema di valutazione economica degli
infortuni sul lavoro e delle malattie professionali applicarono il modello noto
come market-pricing model la cui analisi era incentrata essenzialmente sull’analisi
dei costi dovuti a differenti fattori quali le ore di lavoro, i materiali utilizzati in
azienda e la produzione. Si tratta di variabili valutate in unità monetarie
applicando per ciascuna di esse i prezzi di mercato. Per un approfondimento si
veda, U. Kjellén, Prevention of Accidents Through Experience Feedback, CRC
Press, London, 2000.

 Altro metodo abbastanza utilizzato è il cosiddetto the accounting model


che non si discosta molto dal market-pricing model, ma è meno dettagliato e non
tiene in considerazione la stima dei costi del capitale (per macchinari, ecc). In
questo caso si faccia riferimento a E. Matson, Beregningsprinsipper for kostnader
ved yrkesulykker, SINTEF Report STF83 A88007, Trondheim, 1988.

 Secondo il National Institute of Working Life in Svezia, le varie


metodologie di stima dei costi della SSL possono essere distinte in tre gruppi
principali: a) metodi per l’analisi dei rischi dell’ambiente lavorativo e del suo
impatto economico, b) metodi per lo sviluppo e la valutazione di interventi in
materia di SSL in combinazione con l’analisi degli investimenti, c) metodi che si

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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

focalizzano sull’analisi degli investimenti connessi all’ambiente lavorativo.


Descrizione più dettagliate sono contenute nel seguente documento, L. Rose, U.
Orrenius, Calculating the economic effects of working environment at compagnie
and organisations - a survey of existing methods, ERAK and KTH, School of
Technology & Health; Design, Work, Environment, Safety & Health Group,
Sweden, 2007.

 In linea generale, possiamo certamente affermare che dall’analisi critica


della letteratura emerge che la valutazione economica della SSL può essere
affrontata in vari modi, i più importanti dei quali sono: l’analisi costi-benefici
(CBA), l’analisi dell’efficacia dei costi (CEA) e il calcolo del costo totale degli
infortuni e delle malattie legate al lavoro.

 La CBA è una tecnica che attribuisce un valore monetario ai costi e ai


benefici totali di un progetto specifico per l’impresa oppure per la società in
generale e raffronta i costi della prevenzione con i relativi benefici (ad esempio in
termini di minori costi correttivi o risarcimenti e di maggiori utili). Nelle analisi di
costi-benefici invece, i costi vengono calcolati in base alla volontà di pagare. In
merito si veda, J. Mossink, F. Licher, Costs and Benefits of Occupational Safety
and Health, Amsterdam, NIA-TNO, 1998; N.E. Boardman, Cost-benefit analysis,
concepts and practice, Upper Saddle River, Prentice Hall, 2006 (3 ed.); H.
Campbell, R. Brown, Benefit-Cost Analysis. Financial and Economic Appraisal
using Spreadsheets, Cambridge University Press, Cambridge, 2003; A. Sen, The
Discipline of Cost-Benefit Analysis, in Journal of Legal Studies, 2000, 29, 931-
952; M. Oxenburgh, P. Marlow, The productivity assessment tool: computer-
based cost benefit analysis model for the economic assessment of occupational
health and safety interventions in the workplace, in Journal of Safety Research,
2005, vol. 36, n. 3, 209-214.

 Nell’analisi dell’efficacia dei costi (CEA) vengono soppesati i risultati di


un intervento in rapporto ai relativi costi (monetari). Gli effetti non devono essere
necessariamente espressi in termini monetari. Nelle analisi di costi-efficienza,
questi sono calcolati in base al costo di malattia oppure in base al costo del
capitale umano. Tale strumento si rivela particolarmente utile nella scelta tra più
opzioni alternative per il raggiungimento di un determinato obiettivo. A riguardo
si vedano, K. Niven, Economic principles in occupational health and safety, in
Occupational Health Review, vol. 88, 2000, 13-18; C.M. Bell, D.R. Urbach, J.G.
Ray et Al., Bias in published cost effectiveness studies: systematic review, in BMJ,
2006, vol. 332, n. 7543, 699-703; T. Tan-Torres Edejer, R. Baltussen, T. Adam,

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PRINCIPALI STUDI SCIENTIFICI SULLA STIMA DEI COSTI DELLA PREVENZIONE

R. Hutubessy, A. Acharya, D.B. Evans, C.J.L. Murray, WHO guide to cost-


effectiveness analysis, World Health Organization, 2003.

 L’analisi del costo di malattia (COI) è un metodo di calcolo dei costi


associabili alle infermità e alle malattie professionali. A differenza di metodi quali
la CBA e l’analisi dell’efficacia dei costi che vengono usati nella scelta fra
soluzioni diverse, la COI quantifica le dimensioni di un problema e si può
applicare sia ai costi finanziari sia a quelli socioeconomici. Ora si veda, E. Joel,
B.A. Segel, Cost-of-Illness Studies—A Primer, RTI International RTI-UNC
Center of Excellence in Health Promotion Economics, January 2006.

 A livello internazionale e nazionale, si evidenzia una carenza di studi


scientifici sulla stima dei costi della prevenzione, nonché differenze teoriche e
pratiche nel modo in cui le valutazioni economiche vengono eseguite nei
differenti Paesi. Non sono stati definiti indicatori economici e stime valide, in
particolare a livello macroeconomico (Si veda, A. Valenti, B. Rondinone,
S.Iavicoli, Salute e sicurezza sul lavoro, in costoZero, giugno 2008).

2. Ambito internazionale

 Nell’ambito internazionale possiamo menzionare il documento Tutelare la


salute del lavoratore, pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
all’interno del Programma Globale per la Salute sul Lavoro. Le linee guida
contenute nel documento forniscono un modo per effettuare una valutazione
adatta alla situazione considerata; questo documento, quindi, tratta dei dubbi e
delle domande più importanti e dei metodi più comunemente utilizzati nelle
valutazioni economiche a livello aziendale. Si rimanda, ancora una volta, al
seguente documento, Organizzazione Mondiale della Sanità, Valutazioni
economiche a livello aziendale, 2002, 20, la cui descrizione è stata trattata
ampliamente nella parte III della presente Literature review.

 Si deve all’Organizzazione Mondiale della Sanità anche l’Health and


Work Performance Questionnaire (HPQ), un questionario progettato per stimare i
costi di problemi di salute correlati al lavoro in termini di ridotta capacità
lavorativa, assenze per malattia, incidenti/infortuni sul lavoro. I dati sono
presentati sulla base delle relazioni tra i report individuali derivanti dal
questionario e le misure di prestazioni lavorative ed assenteismo ottenute dagli
archivi dei datori di lavoro. Si vedano, R.C. Kessler, M. Ames, P.A. Hymel, R.
Loeppke, D.K. McKenas, D.E. Richling, P.E. Stang, T.B. Ustun, Using the World

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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

Health Organization Health and Work Performance Questionnaire (HPQ) to


evaluate the indirect workplace costs of illness, in Journal of Occupational and
Environmental Medicine, 2004, vol. 46, n. 6, 23-37, oppure R.C. Kessler, C.
Barber, A. Beck, P. Berglund, P.D. Cleary, D. McKenas, N. Pronk, G. Simon, P.
Stang, T.U. Üstün, P. Wang, The World Health Organization Health and Work
Performance Questionnaire (HPQ), in Journal of Occupational and
Environmental Medicine, 2003, vol. 45, n. 2, 156-174. Per maggiori informazioni
si consulti la seguente pagina web www.hcp.med.harvard.edu/hpq/info.php.

 Volendo menzionare altre ricerche condotte a livello internazionale si


ricorda la collaborazione tra la Pan American Health Organization (PAHO) e il
(Centro Regional de Seguridad y Salud Ocupacional (CERSSO) allo sviluppo di
un nuovo strumento (sottoforma di software), disponibile a partire da maggio
2002, avente l’obiettivo di consentire ai dirigenti e ai lavoratori delle fabbriche di
abbigliamento di auto-diagnosticare i rischi agli impianti e alle postazioni di
lavoro e di valutare i costi-benefici degli investimenti in materia di SSL come un
modo per migliorare la produttività e la competitività. Tale strumento, disponibile
in spagnolo, inglese e coreano, integra le questioni di epidemiologia con la
valutazione del rischio, l’ingegneria, la contabilità in azienda, ecc. A proposito si
veda, R. Amador-Rodezno, An overview to CERSSO’s self evaluation of the cost-
benefit on the investment in occupational safety and health in the textile factories:
“a step by step methodology”, in Journal of Safety Research, 2005, vol. 36, n. 3,
215-229.

 Saranno ora descritti alcuni studi realizzati in alcuni Paesi europei, anche
alla luce di un confronto con lo stato dell’arte in Italia riguardo l’esistenza di
modelli di valutazione economica degli infortuni e delle malattie professionali.

 Regno Unito: Annual Accident Cost Calculator and Incident Cost


Calculator. Si tratta di uno strumento interattivo disponibile sul sito dell’Health
and Safety Executive (HSE) che consente all’azienda inglesi di calcolare i costi
dovuti agli incidenti sul lavoro e alle malattie professionali, offrendo in tal modo
la possibilità di valutare i benefici finanziari che possono essere raggiunti
attraverso migliori condizioni di SSL. La stima è effettuata prendendo in
considerazione i potenziali costi annuali di incidenti non assicurati per
un’impresa, a cui bisogna aggiungere i soldi spesi per i premi assicurativi. È
possibile tracciare l’andamento degli infortuni in azienda in modo da compararlo
con la media nazionale. Si può far riferimento a Health and Safety Executive
(HSE), Revitalising Health and Safety. Accident Costs: Work Out Yours, 2005,

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PRINCIPALI STUDI SCIENTIFICI SULLA STIMA DEI COSTI DELLA PREVENZIONE

oppure si rimanda alla consultazione della seguente link:


www.hse.gov.uk/costs/accidentcost_calc/accident_costs_intro.asp.

 Danimarca: Systematic Accident Cost Analysis (SACA). Si tratta di un


metodo sviluppato in Danimarca nel 2001, testato in nove aziende danesi in tre
diversi settori industriali. Esso è diviso in tre fasi: a) identificazione degli
incidenti sul lavoro, b) stima dei costi degli incidenti, c) fattibilità della possibile
integrazione del calcolo dei costi degli infortuni nel sistema contabile delle
aziende. A riguardo, si vedano, P.M. Rikhardsson, M. Impgaard , Corporate cost
of occupational accidents: an activity-based analysis, in Accid Anal Prev, 2004
vol. 36, n. 2, 173-82; S.J. LeM Mitchell, G.R. Braithwaite, A Systematic Approach
to Accident Cost Analysis, Paper presented to the International Helicopter Safety
Symposium, Montreal, Canada, 2007. Le categorie di costo utilizzate nel progetto
SACA includono i costi del personale e di gestione del tempo, acquisti di
materiali e servizi esterni, le ammende. In ciascuna delle nove aziende sono state
scelte tre tipologie di infortuni in base alla loro gravità, la cui analisi ha condotto
all’individuazione di 30 tipi di attività classificate in sei gruppi. Per informazioni
ulteriori si veda, P. Rikhardsson, M. Impgaard, B. Mogensen, A. Søgaard
Melchiorsen, SACA report, Aarhus, Copenhagen, 2002.

 Finlandia: Tyta Model. È uno strumento basato su Excel 4.0, creato nel
1999 dal Dipartimento per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro del Ministero degli
Affari Sociali e della Salute finlandese, allo scopo di valutare i costi dovuti
all’assenteismo per malattia professionale, alla disabilità per motivi di lavoro, agli
incidenti al turnover. È utile anche nel supportare l’attività degli ispettori del
lavoro. Per l’utilizzo del modello è sufficiente una conoscenza base dell’utilizzo
del programma elettronico Excel. Il modello di calcolo consta di sei pagine in
ciascuna delle quali vanno inserite le informazioni riguardanti le principali voci di
costo. I fogli elettronici sono disponibili separatamente in un dischetto. Per una
descrizione più dettagliata del modello si faccia riferimento al seguente
documento, Ministry of Social Affairs and Health - Department for Occupational
Safety and Health, The Tyta Model, Implement for Evaluating the Company’s
Working Environment Costs, Tampere, Finland, 1999.

 U.S.A.: Net-cost model for workplace interventions. Fu sviluppato nel


2005 dal Dipartimento di Ambiente Lavorativo dell’Università del Massachusetts.
Si tratta di uno strumento che prende in considerazione come costi di intervento le
voci di spesa relative alle attrezzature acquistate ed il costo del lavoro necessario
per implementare tali nuove attrezzature all’interno della realtà lavorativa, mentre
i benefici sono rappresentati dai costi del tempo lavorativo perso e dall’assistenza

35
QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

sanitaria (che si evitano tramite l’intervento stesso) e dagli incrementi di


produttività che l’azienda riscontra in seguito all’attuazione di tali interventi. Si
veda, S. Lahiri, J. Gold, C. Levenstein, Net-cost model for workplace
interventions, in Journal of Safety Research - ECON proceedings 36 (2005) 241 –
255.

 Spagna: Metodología para le evaluación económica de los accidents de


trabajo (Instituto Nacional de Seguridad e Higiene en el Trabajo –INSHT). Si
tratta di un metodo di facile compilazione utile alla prevenzione degli incidenti
nelle aziende che consente di valutarne i costi quanto più possibilmente
corrispondenti alla realtà. Nella prima fase i costi sono raggruppati in: tempo
perso, costi dei materiali, costi generali (es. costi assicurativi), tempo dedicato
all’incidente da altro personale dell’impresa (es. costi amministrativi, costi del
servizio di prevenzione, costi legali, ecc), la mancata produzione.
Successivamente si definiscono le variabili che possono influenzare i costi
precedentemente individuati. Le variabili individuate sono: gravità della lesione,
tipologia di incidente, numero dei lavoratori, qualifica dei lavoratori, ecc. La
valutazione avviene a partire dai dati raccolti in un questionario che prende in
considerazione ciascuno dei cinque gruppi di costo in precedenza individuati nella
prima fase. Per maggiori informazioni riguardo il modello in questione si veda, A.
Gil, L. Pujol, Metodología para le evaluación económica de los accidents de
trabajo, in Prevención Trabajo y Salud, 2000, n. 7.

 Svezia: The Balloon Model. Si tratta di un modello realizzato agli inizi


degli anni Novanta in Svezia da Ulf Johanson and Anders Johrén. The balloon
model descrive i costi e i benefici degli investimenti in materia di SSL
descrivendoli in una figura, dove un lato è rappresentato dai costi e l’altro dai
benefici. Tale modello utilizza un approccio del tipo step by step: a) Definizione
del problema; b) Identificazione di facoltative linee d’azione, c) Descrizione delle
conseguenze delle misure proposte, d) valutazione economica dei miglioramenti,
e) Analisi input-output. A riguardo si vedano, U. Johanson, A. Johrén,
Personalekonomi (Human resource costing and accounting), Tjänstemännens
Bildningverksamhet, Stockholm, 1993; Finnish Ministry of Social Affairs and
Health and ILO - SafeWork programme, The Economics of Health, Safety and
Well-being, Barefoot Economics, Assessing the economic value of developing an
healthy work environment, 2001. Altro strumento di valutazione è il cosiddetto
The Potential Method. È un modello di valutazione economica sviluppato dal
Finnish Institute of Occupational Health (FIOH) nel 2005. Si tratta di un metodo
estremamente semplice realizzato con l’obiettivo di confrontare il costo degli
investimenti fatti nel cambiamenti tesi al miglioramento dell’ambiente di lavoro

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PRINCIPALI STUDI SCIENTIFICI SULLA STIMA DEI COSTI DELLA PREVENZIONE

con il profitto che viene generato da tali investimenti. A proposito si veda, M.


Bergström, The potential method – an aeconomic evaluation tool, in Journal of
Safety Research, 2005, ECON proceeding 36, 237-240.

 Olanda: Eurocost Model. Si tratta di un modello che stima i costi dovuti


agli infortuni verificatisi all’interno di un determinate periodo (incidence-based
approach), ovvero tra il verificarsi del danno e il momento del recupero totale
dell’infortunato o della sua morte. Il modello Eurocost utilizza i dati riguardanti
l’incidenza degli infortuni registrati all’interno dei sistemi di sorveglianza dei
paesi europei (dove i dati sono disponibili). Il modello calcola le spese sanitarie
dovute ad infortunio, a livello del singolo paziente, moltiplicando l’incidenza con
la media dei costi medici per paziente. Eurocost consente di effettuare un’analisi
comparative a livello europeo. Si veda a proposito, W.J. Meerding, H. Toet, S.
Mulder, E. van Beeck, C. Mitchell, A surveillance based assessment of medical
cost of injury in Europe: Phase 1, Final report, Consumer Safety Institute,
Amsterdam, 2002; S. Suzanne Polinder, W.J. Meerding, H. Toet, M. van Baar, S.
Mulder, E. van Beeck, A surveillance based assessment of medical cost of injury
in Europe: Phase 2, Consumer Safety Institute, Amsterdam, 2004.

 Australia: The Productivity Assessment Tool. È un modello di analisi


costi-benefici che l’impiego dei lavoratori porta alle singole imprese. Si tratta di
un software che compara la situazione prima e dopo un intervento in materia di
SSL oppure tra due o più proposte di intervento. È utilizzato all’interno di
interventi nel breve periodo. L’analisi è divisa in quattro parti: dati sul luogo di
lavoro, sui lavoratori, sul tipo di intervento ed i report finali. In merito si veda, M.
Oxenburgh, P. Marlow, The productivity assessment tool: computer-based cost
benefit analysis model for the economic assessment of occupational health and
safety interventions in the workplace, in Journal of Safety Research, 2005, vol.
36, n. 3, 209-214.

3. Ambito nazionale

 Da vari studi e ricerche è stata rilevata l’incapacità delle imprese e degli


stessi lavoratori di valutare adeguatamente su un orizzonte temporale
sufficientemente ampio tutti i costi degli infortuni, compresi quelli cosiddetti
“nascosti” e di adottare misure preventive congrue. Dall’altro esiste il problema
ancor più serio dell’inadeguatezza del sistema di prezzi.

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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

 Software Inail. Di particolare interesse in merito al tema dei costi della


sicurezza è stato lo studio congiunto che ha coinvolto le due consulenze dell’Inail,
la Contarp (Consulenza tecnica per l’accertamento rischi e prevenzione) e la Csa
(Consulenza statistico attuariale) che hanno messo a punto un software che
permette alle imprese di quantificare i costi legati a un infortunio (sia diretti che
indiretti), consentendo alle imprese di comprendere meglio l’impatto non solo
sociale, ma anche economico, del fare prevenzione. Una sperimentazione di
questo strumento è stata avviata di recente – grazie all’iniziativa di Inail Emilia
Romagna – all’interno delle aziende associate alla Confapi di Reggio Emilia.
Oltre a una stima più approfondita di tali fattori, il software può anche effettuare
una stima del risparmio economico che l’azienda otterrebbe investendo in
sicurezza. «II progetto – sottolineano i realizzatori – vuole essere uno strumento
di ausilio ai datori di lavoro e al management aziendale per una più corretta
conoscenza dei costi legati alla salute e sicurezza sul lavoro e vuole fornire anche
un’indicazione di massima delle somme a disposizione per il miglioramento delle
condizioni di lavoro, affinché sia da stimolo a raggiungere i bassi livelli
infortunistici delle aziende (del medesimo settore e dimensione) che hanno deciso
di integrare la politica della sicurezza sul lavoro nella loro politica aziendale. A
proposito si è fatto riferimento al comunicato stampa Inail “Quanto costa
un’azienda carente in sicurezza? Te lo dice il software Inail” reperibile nell’area
all’interno del sito dell’Istituto.

 La metodologia S.H.I.E.L.D (Safetv and Health Indicators for Economic


Labour Decisions). È un efficace strumento di gestione del bilancio che permette
di presidiare un’area gestionale attualmente sguarnita sia nella letteratura, sia nella
pratica empirica, ovvero il calcolo dei costi relativi alla sicurezza nella prospettiva
della Direzione aziendale.
La metodologia messa a punto nell’ambito di un progetto realizzato con
l’Assessorato all’agricoltura della Regione Emilia Romagna e l’Inail Emilia
Romagna, si inserisce nel quadro della proposta di modello semplificato di
gestione della sicurezza e della salute del lavoro elaborato dal Centro
Interdipartimentale sulla Prevenzione dei Rischi negli Ambienti di Lavoro
(CIPRAL) dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Essa consiste
nell’estrarre dalla contabilità generale i costi di prevenzione ed i costi sociali,
classificati per natura, e riaggregarli/riclassificarli secondo il criterio di
destinazione, nel caso specifico la prevenzione dei rischi.
Attraverso la riclassificazione dei costi di prevenzione e dei costi sociali è
possibile identificare i valori economici in base ai quali la Direzione aziendale è
in grado di formulare la politica di prevenzione e di sicurezza secondo una logica
di efficienza economica. SHIELD è progettato anche per la definizione del budget

38
PRINCIPALI STUDI SCIENTIFICI SULLA STIMA DEI COSTI DELLA PREVENZIONE

della sicurezza: occorre aggiungere ai costi di prevenzione discrezionali quelli


obbligatori. La metodologia SHIELD consente inoltre, a consuntivo, di calcolare
agevolmente i costi totali effettivi della sicurezza incorsi dall’impresa
nell’esercizio.
Il calcolo viene effettuato sommando ai costi totali a consuntivo del budget
della sicurezza (composti dai costi di prevenzione discrezionali e obbligatori a
consuntivo) i costi sociali effettivi sostenuti dall’impresa a consuntivo. Per un
approfondimento sulla metodologia si veda, L. Golzò, La metodologia
S.H.I.E.L.D. (Safety and Health Indicators for Economic Labour Decisions) per il
calcolo dei costi sicurezza nelle piccole e medie imprese, Centro
Interdipartimentale di Prevenzione sui Rischi negli Ambienti di Lavoro (CIPRAL)
- Università di Modena e Reggio Emilia, Modena, 2011

 Il modello CO.N.O.SCO (Company not Occupational Safety Costs). È


frutto della collaborazione tra il Consorzio Universitario di Ricerca Applicata
dell’Università di Padova, Confindustria e la camera di Commercio di Padova.
Tale modello consente di quantificare, tramite formule matematiche semplici, una
serie importante di voci di costo che, sebbene non visibili all’organizzazione,
contribuiscono al reale costo complessivo di un incidente sul lavoro.
Diversamente dai modelli esistenti è stato concepito su tre punti fondamentali:
semplicità di utilizzo, completezza dell’analisi ed affidabilità dei risultati. Tale
modello prende in considerazione i costi diretti, indiretti e non misurabili di un
incidente sul lavoro. Dopo la definizione delle singole voci di costo, si passa alla
loro valutazione (nel caso in cui ciò si possibile) in termini monetari facendo
riferimento ai diversi modelli di calcolo presenti in letteratura. Per ulteriori
informazioni riguardo al modello descritto si rimanda al seguente documento: A.
Scipioni, A. Mazzi, L. Pravato, D. Tommasi, Stimare i costi della non sicurezza:
il modello CONOSCO, in Qualità, Novembre- Dicembre, 2011.

39
PARTE V
LA PREVENZIONE COME INVESTIMENTO

 Una buona gestione della SSL all’interno dell’azienda, oltre a


rappresentare un obbligo giuridico ed etico, genera una serie di risultati positivi in
termini di vantaggi economici. Sul punto: M. Frey (cura di), Sicurezza sul lavoro
e trasformazioni organizzative, Egea, Milano, 1996; European Commission,
Socio-economic costs of accidents at work and work-related ill health - Key
messages and case studies, European Commission, November, 2011; Agenzia
Europea per la Salute e Sicurezza del lavoro, inventario dei costi socio economici
degli infortuni sul lavoro – Facts 27, 2002; H. Shannon, J. Mayr, T. Haines,
overview of the relationship between organizational and workplace factors an
injury rates, In Safety Science 26, 201-217.

 Come emerge dalla letteratura, una gestione responsabile della sicurezza


migliora la performance in almeno quattro dimensioni: posizionamento, fatturato,
redditività e clima interno. A riguardo si vedano: O. Dorman, The Economics of
Safety, Health and Well-Being at work: An Overview, In Focus Program on Safe
Work, The Evergreen State College, Internal Labour Organization, Geneva, 2000;
D. Douphrate, J. Rosecrance, the economics and cost justification of ergonomics,
Proceeding of the 2nd Annual Regional National Occupational Research Agenda
Young Investigators Symposium, D. Bloswick, University of Utah Press, 29-40;
B. Fernandez-Muñiz, J.M. Montes-Peón, C.J. Vàsquez-Ordas, Relation between
occupational safety management and firm performance, in Safety Science, 2009,
vol. 47, 980-991.

 Riguardo il rendimento aziendale, la sicurezza e la salute sul lavoro


possono incidere sul rendimento in molti modi, per esempio: a) i lavoratori in
salute producono di più e meglio; b) se diminuiscono gli infortuni e le malattie
legati al lavoro, diminuiscono le assenze per malattia, facendo così diminuire i
costi e riducendo i disagi a carico dei processi produttivi; c) se le attrezzature e
l’ambiente di lavoro sono ottimali rispetto alle esigenze del processo di lavoro e
se la manutenzione è corretta, la produttività aumenta, la qualità migliora ed i
rischi per la salute e per la sicurezza diminuiscono; d) se le lesioni e le malattie
calano, diminuiscono anche i danni ed i rischi di responsabilità. Su tale aspetto

41
QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?

l’Agenzia Europea per la Salute e Sicurezza del Lavoro ha pubblicato vari


documenti tra cui segnaliamo il seguente fact-sheet: Agenzia Europea per la
Salute e Sicurezza del lavoro, inventario dei costi socio economici degli infortuni
sul lavoro, in Facts, 2002, n. 27.

 In merito alla relazione tra le misure adottate in material di SSL e la


performance e gli obiettivi di un azienda, De Greef and Van den Broek hanno
proposto un quadro teorico descritto nel seguente documento: European
Commission, Socio-economic costs of accidents at work and work-related ill
health - Key messages and case studies, European Commission, November, 2011.
Secondo tale documento, da uno studio condotto nel regno Unito in 55 aziende,
tra i benefici dovuti ai programmi di prevenzione, risultano tra i primi posti la
riduzione dell’assenza per malattia (45% dei casi), riduzione del turnover del
personale (18% dei casi), diminuzione degli incidenti ed infortuni (165 dei casi)
ed un incremento della soddisfazione lavorativa (14% dei casi).

 Alla conclusione dell’impatto positivo della prevenzione in azienda giunge


anche il progetto benOSH (Benefits of Occupational Safety and Health), ideato
dalla Commissione Europea e condotto per valutare i costi di 401 casi incidenti
sul lavoro e di malattie professionali in aziende di differenti dimensioni e settori
produttivi. Ciò si evince in modo particolare dai risultati del report finale
dell’analisi di 12 case study realizzati in 10 Paesi europei presentato da Marc De
Greef in occasione del Workshop Economic incentive sto improve OSH, tenutosi
il 4-5 febbraio 2009 a Bilbao. Per accedere alle informazioni in merito è possibile
consultare la seguente pagina web: http://osha.europa.eu/en/seminars/economics-
incentives-to-improve-osh/speakers/marc-degreef.

 I risultati di una recente ricerca condotta dall’International Social Security


Association (ISSA) su un campione di 300 aziende di 15 Paesi di ogni parte del
mondo, hanno rilevato come ogni euro speso in prevenzione garantisca un ritorno
economico (il cosiddetto Rop, acronimo che sta per return on prevention)
decisamente superiore, pari in media a 2,2 euro. I benefici rilevati sono quindi
stati quantificati in termine di risparmi e valore aggiunto acquisito. Ai primi posti,
il valore aggiunto creato dal miglioramento della motivazione e della
soddisfazione dei dipendenti (632 €) e il miglioramento dell’immagine
dell’impresa (632€). A seguire i risparmi dovuti dalla prevenzione delle
interruzioni del ciclo produttivo (566 €), delle perdite di tempo e dei tempi di
recupero (414 €). A fronte di investimenti in prevenzione poi le aziende hanno
mostrato di guadagnare in termini di maggiore attenzione e innalzamento della
qualità del prodotto (441 €) e sua innovazione (254 €). Per maggiori informazioni

42
LA PREVENZIONE COME INVESTIMENTO

ed approfondimenti: International Social Security Association (ISSA), The return


on prevention: Calculating the costs and benefits of investments in occupational
safety and health in companies, ISSA, Research Report, 2011.

43
CONCLUSIONI

Alla luce di quanto fin qui esposto emerge con chiarezza come una buona
gestione della SSL oltre ad essere un obbligo giuridico e sociale, rappresenta un
vantaggio dal punto di vista economico per numerosi e differenti gruppi o
persone: lavoratori, aziende, compagnie di assicurazione, sistema sanitario e
previdenziale, ecc..
Negli ultimi anni, gli aspetti relativi ai costi e ai benefici della SSL sono stati
oggetto di discussioni più ampie sia nel contesto delle politiche nazionali e
comunitarie sia in quello aziendale.
Nonostante ciò non esistono, a tutt’oggi, delle risposte definitive agli
interrogativi centrali concernenti le modalità e le condizioni alle quali
occorrerebbe procedere a un’analisi dei costi e dei benefici della SSL. Anche
sull’eventuale vantaggio economico rappresentato dalle prassi di SSL per la
società nel suo insieme o per le aziende prese singolarmente non è ancora
possibile dare una risposta adeguata.
Negli ultimi anni sono stati sviluppati vari metodi e strumenti per stabilire i
costi ed i benefici della Salute sul Lavoro. Valutazioni dei costi nazionali sono
state compiute in vari paesi e confronti internazionali tra metodologie e studi sulle
variabili significative in una valutazione costi-benefici (sia a livello aziendale che
nazionale) hanno dimostrato che esistono differenze fondamentali e concrete a
livello teorico e pratico nell’intento e nel modo in cui queste valutazioni vengono
eseguite. Di conseguenza gli utenti dovrebbero crearsi una procedura ad hoc da
applicare nel proprio paese e nella propria azienda.
Le imprese dovrebbero integrare la SSL all’interno della propria struttura di
gestione aziendale e accrescere la consapevolezza dei suoi vantaggi tra le persone
responsabili del processo decisionale all’interno dell’azienda. Bisogna diffondere
la consapevolezza di quanto la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle
malattie professionali rappresenti non un costo da sostenere, ma un “asset” per
l’azienda stessa, che consentirebbe di eliminare i costi aggiuntivi per i lavoratori,
per le compagnie di assicurazione, per i fondi pubblici, per le famiglie dei
lavoratori, per altre aziende, quindi per la società nel suo complesso, dovuti alla
mancata prevenzione.

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NOTIZIE SUGLI AUTORI

NICOLA D’ERARIO Dottorando di ricerca del corso Sviluppo organizzativo, lavoro e


innovazione dei processi produttivi, Politecnico di Bari e ADAPT
MARIA GIOVANNONE Senior researcher ADAPT

ANTONIO VALENTI Dottorando di ricerca della Scuola internazionale di Dottorato in


Formazione della persona e mercato del lavoro, di ADAPT-
CQIA, Università degli Studi di Bergamo

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