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LITERATURE REVIEW
Progetto di Ricerca
Individuazione di modelli di stima dei costi di malattie professionali ad elevata
frazione eziologica e di valutazione costi/benefici della prevenzione della
salute e sicurezza in azienda,
finanziato dal Ministero della Salute
a cura di:
Nicola D’Erario
Maria Giovannone (responsabile scientifico)
Antonio Valenti
INDICE SOMMARIO
Introduzione ............................................................................................................................. 5
Conclusioni .............................................................................................................................. 45
Notizie sugli autori .................................................................................................................. 47
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INTRODUZIONE
Tuttavia, non è sempre chiaro quali costi sono da ricollegarsi alle malattie e
agli infortuni sul lavoro, anche perché spesso non si conoscono i benefici
potenziali di una buona gestione della sicurezza e della salute, oppure tali benefici
differiscono da una situazione all’altra. L’informazione e la previsione dei futuri
effetti di decisioni, espressi in termini monetari, forniscono un contributo
importante nel processo decisionale.
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
Nonostante negli ultimi anni si siano sviluppati vari metodi e strumenti per
stabilire i costi della salute sul lavoro, non esiste ancora un reale strumento di
stima data la complessità e la molteplicità di fattori da prendere in considerazione.
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Parte I
LE CONSEGUENZE SOCIO-ECONOMICHE
DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO
E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI
Lo studio del costo degli infortuni sul lavoro è iniziato con H.W. Heinrich
durante il 1920. Heinrich fu il primo a sostenere che il costo degli incidenti è stato
erroneamente sottovalutato in quanto gran parte di essi risultano di difficile
identificazione o valutazione. Per ulteriore approfondimento, si rimanda a H.W.
Heinrich, Industrial accident prevention: A scientific approach (4th ed.), McGraw-
Hill, New York, 1959. Negli ultimi anni, c’è stato un aumento considerevole
dell’interesse verso l’aspetto economico della salute e sicurezza sul lavoro (SSL)
come dimostra l’incremento della pubblicazione scientifica in materia. A tale
riguardo, si vedano, J.K. Schmier, M.L. Jones, M.T. Halpern, The cost of obesity
in the workplace, in Scand J Work Environ Health, 2006, vol. 32, n. 1, 5-11; P.
Dorman, The Cost of Accidents and Diseases, in P. Dorman, Three Preliminary
Papers on the Economics of Occupational Safety and Health, International Labor
Organization, Programme on Safety and Health at Work and the Environment
(SafeWork), 2000. In particolare, l’Unione Europea considera lo sviluppo della
conoscenza dei costi economici e sociali derivanti dagli incidenti sul lavoro e
dalle malattie professionali come una priorità per i prossimi anni. In merito,
Commission of the European Communities, Adapting to change in work and
society: a new Community strategy on health and safety at work 2002-2006,
COM(2002) 118 final, Brussels, 2002, 18.
Vari sono i motivi che hanno portato a tale aumento di interesse verso
l’aspetto economico della SSL. In primo luogo, oltre al costo in termini di perdite
di vite umane, le malattie e gli incidenti sul lavoro possono comportare, come
dimostrano numerosi studi condotti a livello internazionale ed europeo, costi
sociali ed economici per soggetti diversi e in tempi diversi: lavoratori, datore di
lavoro, aziende, compagnie di assicurazione, sistema sanitario e previdenziale,
ecc. Sul punto si vedano: European Commission, Socio-economic costs of
accidents at work and work-related ill health - Key messages and case studies,
European Commission, November, 2011; J. Mossink, M. De Greef, Inventory of
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
socioeconomic costs of work accidents, European Agency for Safety and Health at
Work, Luxembourg, 2002; L. Boden, Social and Economics Impacts of
Workplace Illness and Injury: Current and Future Directions for Research, in
American Journal of Industrial Medicine, 2001, vol. 40, 398-402. Alla società,
seguita dai lavoratori, spettano la maggior parte dei costi. Si veda in proposito, M.
Pathak The Cost to Employers in Britain of Workplace Injuries and Work Related
Ill Health in 2005/06, Discussion Paper Series No.002, Health and Safety
Executive, 2008.
In aggiunta, la valutazione economica può fornire uno strumento utile al fine
di facilitare la presa di decisioni da parte dei decision-maker, per esempio
evidenziando quante risorse vanno perse per colpa delle malattie professionali e
quale azione ha più incidenza sui costi nel promuovere un buon ambiente di
lavoro. In merito a tali motivi specifici e alle altre motivazioni si vedano A. Van
Der Beek, M. Frings-Dresen, F. Van Dijk, I. Houtman, Priorities in occupational
health research: a Delphi study in The Netherlands, in Occup Environ Med, 1997,
vol. 54, n. 7, 504-10; A. Burdorf, Economic evaluation in occupational health –
its goals, challenges, and opportunities [editorial], in Scand J Work Environ
Health, 2007, vol. 33, n. 3, 161-4; Organizzazione Mondiale della Sanità,
Valutazioni economiche a livello aziendale. Comprensione, Elaborazione,
Applicazione. Un approccio pratico, documento n. 2 della serie Tutela della
salute dei lavoratori, Organizzazione Mondiale della Sanità, 2002.
Per la stima dei costi umani, ovvero le perdite di vite umane dovute agli
infortuni e alle malattie professionali, come affermato da Juan Somavia, Direttore
Generale dell’International Labour Organization (ILO), in occasione della
Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro 2011, ogni anno nel
mondo circa 337 milioni di persone sono coinvolte in incidenti sul lavoro e oltre
2,3 milioni muoiono a causa di infortuni o malattie professionali. In merito, ILO
Roma newsletter, aprile 2011.
Secondo statistiche europee, nell’Unione Europea, si verificano quasi 7
milioni di infortuni all’anno (di cui 5.700 con esito mortale), che obbligano ad
un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni, per un totale di circa 83 milioni di
giorni di lavoro persi. Circa 23 milioni di persone nell’UE 27 hanno riportato,
negli ultimi dodici mesi, un problema di salute correlato al lavoro causando nel
62% dei casi un’assenza dal lavoro di almeno un giorno e nel 22% dei casi
un’assenza di almeno un mese. Si veda a proposito, AA.VV., Health and safety at
work in Europe (1999-2007): a statistical portrait, Eurostat, Luxembourg, 2010.
Una categoria particolarmente colpita dai costi degli infortuni è quella delle
piccole e medie imprese (PMI), dal momento che rappresenta da sola l’82% di
tutte le lesioni e il 90% degli infortuni mortali. In merito si veda, R.L. Gervais, Z.
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CONSEGUENZE SOCIO-ECONOMICHE DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
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CONSEGUENZE SOCIO-ECONOMICHE DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI
Negli USA nel 2007 le spese sanitarie conseguenti agli infortuni sul lavoro
sono risultate pari a circa 47 miliardi di dollari, con un media per infortunio di
oltre 5 mila dollari, mentre i costi indiretti sono stimati in 145 miliardi di dollari.
Si faccia riferimento a, U.S. Bureau of Labor Statistics, Current Population
Survey, 2010, disponibile all’indirizzo http://www.census.gov/cps/; U.S. Bureau of
Labor Statistics, 2010, Occupation Employment Statistics, disponibile al seguente
indirizzo www.bls.gov/oes/2007/may/oes_nat.htm#b00–0000; U.S. Bureau of
Labor Statistics, Quarterly Census of Employment and Wages, 2010, disponibile
all’indirizzo www.bls.gov/cew/; U.S. Bureau of Labor Statistics, Census of Fatal
Occupational Injuries, 2011, in www.bls.gov/iif/osh_nwrl.htm#cfoi. Sempre
secondo gli studi appena menzionati, le spese sanitarie conseguenti le malattie
professionali risultano pari a quasi 21 miliardi di dollari, mentre i costi indiretti a
37 miliardi.
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Parte II
INVENTARIO DELLE POSSIBILI VOCI DI COSTO
Sommario: 1. Possibili voci di costo. – 2. A livello del singolo lavoratore. – 3. A livello di impresa.
– 4. A livello della società nel suo complesso.
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
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INVENTARIO DELLE POSSIBILI VOCI DI COSTO
occupational disease and injury in New Zeland, National Occupational Health and
Safety Advisory Committee (NOHSAC) Technical Report 4, Wellington, 2006.
Secondo tale report i costi della mancata produzione sono suddivisi in: costi della
mancata produzione, costi del capitale umano, costi per la salute e la
riabilitazione, costi amministrativi, costi di trasferimento ed altri costi.
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
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INVENTARIO DELLE POSSIBILI VOCI DI COSTO
3. A livello di impresa
Alcuni studi calcolano i costi delle tecnopatie in base alla loro gravità
evidenziando come le conseguenze più importanti degli infortuni e malattie
professionali sono relazionate all’aspetto umano, nell’88% dei casi (assenza,
primo soccorso, ecc.), su quanto detto cfr: Commissione Europea, Socio-economic
costs of accidents at work and work-related ill health - Key messages and case
studies, European Commission, 2011. Molti case studies dimostrano come la
produttività dell’azienda viene meno in caso di assenteismo che costringono gli
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
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INVENTARIO DELLE POSSIBILI VOCI DI COSTO
Senza dubbio dalla letteratura emerge come condizioni di lavoro più sicure
e salutari possano tradursi in un aumento di produttività, migliore soddisfazione
lavorative, ecc. A riguardo, P. Brandt-Rauf, W.N. Burton, R. McCunney, Health,
Productivity & Medicine, in Journal of Environmental Medicine, 2001, vol. 43, n.
1, 1-2; M. Boles, B. Pelletier, W. Lynch, The Relationship Between Health Risks
and Work Productivity, in Journal of Occupational Environmental Medicine,
2004, vol. 46, n. 7, 737-745; M. De Greef, K. Van den Broek, Quality of the
working environment and productivity: Research findings and case studies,
European Agency for Safety and Health at Work, Belgium, 2004.
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
I dati sulla produttività sono carenti o mancano del tutto e la stima sulla
perdita di produzione spesso viene effettuata in base ai giorni di assenza per
malattia. Si vedano a riguardo, M.F. Drummond, M.J. Sculpher, G.W. Torrance,
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INVENTARIO DELLE POSSIBILI VOCI DI COSTO
B.J. O’Brien, G.L. Stoddart, Methods for the economic evaluation of health care
programmes, Oxford University Press, Oxford, 2005, 3rd ed.; P. Miller, P.
Rossiter, D. Nuttall, Demonstrating the economic value of occupational health
services, in Occup Med (Lond), 2002, vol. 52, n. 8, 477-83. Inoltre in letteratura
grande interesse sta assumendo il tema del work presenteeism (presenzialismo al
lavoro), ovvero della presenza al lavoro in non ottimali condizioni di salute.
Interessanti sono i seguenti studi: D. Lerner, B.C. III Amick, J.C. Lee, T. Rooney,
W.H. Rogers, H. Chang, et Al., Relationship of employee-reported work
limitations to work productivity, in Med Care, 2003, vol. 41, n. 5, 649-59; W.J.
Meerding, W. Ijzelenberg, M.A. Koopmanschap, J.L. Severens, A. Burdorf,
Health problems lead to considerable productivity loss at work among workers
with high physical load jobs, in J Clin Epidemiol, 2005, vol. 58, n. 5, 517-23;
W.B. Brouwer, N.J. van Exel, M.A. Koopmanschap, F.F. Rutten, Productivity
costs before and after absence from work: as important as common?, in Health
Policy, 2002, vol. 61, n. 2, 173-87; R.C. Kessler, C. Barber, A. Beck, P. Berglund,
P.D. Cleary, D. McKenas, et Al., The World Health Organization Health and
Work Performance Questionnaire (HPQ), in J Occup Environ Med, 2003, vol. 45,
n. 2, 156-74.
Dorman offre, invece, una definizione globale dei costi sociali come la
somma di tutti i costi collegati all’infortunio o alla malattia del lavoratore. In
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
Tra le principali voci dei costi sociali rientrano, nella maggior parte dei
casi, voci di costo a cui è possibile fornire un valore economico: costo del
Servizio Sanitario Nazionale che gestisce i servizi mirati agli interventi di
prevenzione, diagnosi cura e riabilitazione che pesano sulla spesa pubblica
relativa alla sanità; costo di amministrazione della giustizia, per quanto attiene ai
procedimenti penali e civili inerenti gli infortuni sul lavoro; costi derivanti
dall’attività di produzione legislativa specifica. Si veda, a proposito, Il costo
sociale dell’infortunio nel territorio padovano un interessante progetto promosso
nel 2011 da Confindustria Padova con il contributo della Camera di Commercio di
Padova e la collaborazione del CURA (Consorzio Universitario di Ricerca
Applicata).
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INVENTARIO DELLE POSSIBILI VOCI DI COSTO
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Parte III
IL PROCESSO DI VALUTAZIONE ECONOMICA
1. Obiettivo
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
Negli ultimi anni sono stati sviluppati vari metodi e strumenti per stabilire
i costi ed i benefici della salute sul lavoro ma svariate possono essere le intenzioni
che sottendono ad una processo di valutazione economica. In questa sede verrà
descritto uno dei possibili approcci alla metodologia a cui fin ora è stato fatto
riferimento.
2. I cinque passi
Uno dei maggiori problemi nelle valutazioni della salute e sicurezza sul
lavoro è dato dal fatto che né le aziende né le istituzioni raccolgono
documentazione sui costi ad essa riferiti e oltretutto, non è possibile confrontare i
dati degli effetti di questi interventi sui costi stessi. Necessita quindi che le
conseguenze economiche vengano stimate in modo indiretto attraverso, come si è
detto, un processo di valutazione economica che solitamente si compone di cinque
passi. Il primo e l’ultimo passo sono diretti al contesto nel quale si svolge la
valutazione con l’intento di massimizzare l’utilità e l’effetto di tale valutazione, i
passi intermedi invece sono di tipo tecnico e orientati a determinare il legame tra
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IL PROCESSO DI VALUTAZIONE ECONOMICA
la sicurezza e la salute sul lavoro e il loro valore, valutato in denaro, per arrivare
ad eseguire il calcolo economico effettivo.
Dei passi intermedi si possono scegliere due tipologie di approcci. Uno è basato
sui dati, secondo cui dalla documentazione disponibile e dall’insieme dei dati si
cerca di estrapolare quello che riguarda la salute e sicurezza, e l’altro
concentrandosi su di essa cerca di creare una relazione concettuale tra le attività di
questa e il valore espresso in denaro. Fondamentalmente i due approcci sono
composti dagli stessi passi e cioè: determinare le variabili o gli indicatori (passo
2), ricercare i dati (passo 3) ed infine trovare il loro valore in denaro (passo 4). Su
quanto detto, cfr.: J.E. Gröjer, U. Johanson, Human Resource Costing and
Accounting, Joint Industrial Safety Council, Stockholm, 1996, e OMS,
Valutazioni economiche a livello aziendale, 2002, 16.
Costruire una lista di variabili ed indicatori è una delle attività chiave nel
fare la valutazione perché ci permette di decidere quali costi verranno tenuti in
conto e quali non saranno presi in considerazione. In realtà non esiste una lista
definitiva dei fattori di costo da inserire in una valutazione, tuttavia una serie di
fattori più comuni è emersa dalla prassi ed eventuali integrazioni o modifiche
devono essere fatte tenendo conto dello scopo della valutazione, della struttura
dell’assistenza sanitaria del Paese medesimo, delle possibilità dell’azienda di
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
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IL PROCESSO DI VALUTAZIONE ECONOMICA
allor che sono desumibili dalla contabilità o dall’archiviazione aziendale. Per altre
variabili la valutazione segue procedimenti più complessi. In generale è meglio
esprimere il maggior numero di dati in termini monetari e quanto ciò non fosse
possibile occorre quantificare o usare metodi di ranking (in ordine di importanza).
Si veda: Organizzazione Mondiale della Sanità, Valutazioni economiche a
livello aziendale, 2002, 28.
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Parte IV
PRINCIPALI STUDI SCIENTIFICI
SULLA STIMA DEI COSTI DELLA PREVENZIONE
Sommario: 1. La stima dei costi nei principali studi scientifici. – 2. Ambito internazionale. – 3.
Ambito nazionale.
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
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PRINCIPALI STUDI SCIENTIFICI SULLA STIMA DEI COSTI DELLA PREVENZIONE
2. Ambito internazionale
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
Saranno ora descritti alcuni studi realizzati in alcuni Paesi europei, anche
alla luce di un confronto con lo stato dell’arte in Italia riguardo l’esistenza di
modelli di valutazione economica degli infortuni e delle malattie professionali.
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PRINCIPALI STUDI SCIENTIFICI SULLA STIMA DEI COSTI DELLA PREVENZIONE
Finlandia: Tyta Model. È uno strumento basato su Excel 4.0, creato nel
1999 dal Dipartimento per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro del Ministero degli
Affari Sociali e della Salute finlandese, allo scopo di valutare i costi dovuti
all’assenteismo per malattia professionale, alla disabilità per motivi di lavoro, agli
incidenti al turnover. È utile anche nel supportare l’attività degli ispettori del
lavoro. Per l’utilizzo del modello è sufficiente una conoscenza base dell’utilizzo
del programma elettronico Excel. Il modello di calcolo consta di sei pagine in
ciascuna delle quali vanno inserite le informazioni riguardanti le principali voci di
costo. I fogli elettronici sono disponibili separatamente in un dischetto. Per una
descrizione più dettagliata del modello si faccia riferimento al seguente
documento, Ministry of Social Affairs and Health - Department for Occupational
Safety and Health, The Tyta Model, Implement for Evaluating the Company’s
Working Environment Costs, Tampere, Finland, 1999.
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
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PRINCIPALI STUDI SCIENTIFICI SULLA STIMA DEI COSTI DELLA PREVENZIONE
3. Ambito nazionale
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
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PRINCIPALI STUDI SCIENTIFICI SULLA STIMA DEI COSTI DELLA PREVENZIONE
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PARTE V
LA PREVENZIONE COME INVESTIMENTO
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QUALI COSTI PER LA MANCATA PREVENZIONE?
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LA PREVENZIONE COME INVESTIMENTO
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CONCLUSIONI
Alla luce di quanto fin qui esposto emerge con chiarezza come una buona
gestione della SSL oltre ad essere un obbligo giuridico e sociale, rappresenta un
vantaggio dal punto di vista economico per numerosi e differenti gruppi o
persone: lavoratori, aziende, compagnie di assicurazione, sistema sanitario e
previdenziale, ecc..
Negli ultimi anni, gli aspetti relativi ai costi e ai benefici della SSL sono stati
oggetto di discussioni più ampie sia nel contesto delle politiche nazionali e
comunitarie sia in quello aziendale.
Nonostante ciò non esistono, a tutt’oggi, delle risposte definitive agli
interrogativi centrali concernenti le modalità e le condizioni alle quali
occorrerebbe procedere a un’analisi dei costi e dei benefici della SSL. Anche
sull’eventuale vantaggio economico rappresentato dalle prassi di SSL per la
società nel suo insieme o per le aziende prese singolarmente non è ancora
possibile dare una risposta adeguata.
Negli ultimi anni sono stati sviluppati vari metodi e strumenti per stabilire i
costi ed i benefici della Salute sul Lavoro. Valutazioni dei costi nazionali sono
state compiute in vari paesi e confronti internazionali tra metodologie e studi sulle
variabili significative in una valutazione costi-benefici (sia a livello aziendale che
nazionale) hanno dimostrato che esistono differenze fondamentali e concrete a
livello teorico e pratico nell’intento e nel modo in cui queste valutazioni vengono
eseguite. Di conseguenza gli utenti dovrebbero crearsi una procedura ad hoc da
applicare nel proprio paese e nella propria azienda.
Le imprese dovrebbero integrare la SSL all’interno della propria struttura di
gestione aziendale e accrescere la consapevolezza dei suoi vantaggi tra le persone
responsabili del processo decisionale all’interno dell’azienda. Bisogna diffondere
la consapevolezza di quanto la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle
malattie professionali rappresenti non un costo da sostenere, ma un “asset” per
l’azienda stessa, che consentirebbe di eliminare i costi aggiuntivi per i lavoratori,
per le compagnie di assicurazione, per i fondi pubblici, per le famiglie dei
lavoratori, per altre aziende, quindi per la società nel suo complesso, dovuti alla
mancata prevenzione.
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NOTIZIE SUGLI AUTORI
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