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D.Lgs.

231/2001

Il risk management secondo


il «Modello» ex D.Lgs. 231/2001
di Alberto Pesenato (*) e Elisa Pesenato (**)

Governo d’impresa
La gestione del rischio (risk management) conseguente alla valutazione dello stesso (risk
assessment) è necessaria nell’analisi delle attività sensibili e nella determinazione delle aree di
rischio. Tali concetti sono richiamati dal documento CoSO II e dalla circolare 83607/2012 della
Guardia di Finanza. Questo primo contributo ne illustra le linee essenziali e le modalità
applicative.

Introduzione obiettivi aziendali;quindi è di fondamentale


importanza che tali obiettivi siano individua-
Recentemente la Circolare della Guardia di
Finanza n. 83607/2012 ha trattato diffusa- ti e ben specificati nonché condivisi all’inter-
mente la composizione del Modello di orga- no di tutta l’organizzazione. Il vertice azien-
nizzazione, gestione e controllo dedicando dale oltre a definire gli obiettivi strategici
alla stessa il Volume III, che cosı̀ recita a prioritari (ad esempio ottenimento di vantag-
pag. 76 «Ai fini dell’elaborazione dei modelli, gi competitivi, sviluppo del core business,
che devono essere costruiti secondo uno sche- soddisfacimento delle aspettative degli stake-
ma che riprenda i processi di risk assessment holders, ecc..), dovrebbe prevedere modalità
e risk management normalmente attuati nelle per la loro specificazione a livello di obiettivi
imprese, la relazione illustrativa evidenzia co- operativi e per la loro diffusione all’interno
me la normativa preveda una maggiore tipiz- della organizzazione (1).
zazione dei modelli validi per i vertici, come
risulta dal disposto dell’art. 6, comma 2, che Rischi
tratteggia un modello ben strutturato, con un Ogni azienda è chiamata a fronteggiare ri-
contenuto minimo obbligatorio e non deroga- schi di diversa natura a tutti i livelli della
bile». organizzazione, per ogni attività o processo.
In questo contesto il rischio è considerato
Risk management o gestione come un qualsiasi evento «sfavorevole» che
del rischio (CoSO Report II) può pregiudicare il raggiungimento degli
L’aspetto più significativo introdotto e ri- obiettivi aziendali. I rischi possono «minac-
chiamato espressamente dalla Circolare del- ciare» la sopravvivenza della azienda, la sua
la GdF 83607/2012 è la definizione di un mo- capacità competitiva, la situazione finanzia-
dello di riferimento che detta i principi gene- ria, compromettere l’immagine aziendale sul
rali al Management per il «governo» dell’a- mercato e la qualità dei prodotti e dei servizi.
zienda e che si basa sui seguenti elementi Non esiste nella pratica aziendale alcun mo-
principali:
a. obiettivi;
Note:
b. rischi; (*) Revisore legale, Consulente Area D. Lgs. 231/2001 (Presi-
c. controlli. dente OdV Karrell Srl - Trentino trasporti esercizio SpA)
(**) Auditor (SCI) Sistema di Controllo Interno - Consulente
Obiettivi Area 231/2001
(1) Si veda Il modello di organizzazione gestione e control-
La finalità principale del sistema di controllo lo ex D. Lgs. n. 231/2001 e l’Organo di Vigilanza WKI - IP-
interno è quella di fornire una ragionevole SOA IV Edizione 2013 e contributi in www.albertopesena-
assicurazione sul raggiungimento degli to.net.

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do per eliminare totalmente il rischio, tutta- che devono essere accurate, complete e coe-
via il rischio può essere «gestito» in maniera renti con i fini perseguiti;
tale da non compromettere l’operatività – di conformità (5): le aziende devono con-
aziendale. durre le loro attività (e spesso assumere
Il management deve essere consapevole di provvedimenti particolari) in conformità alle
quali sono i rischi che minacciano il proprio leggi e ai regolamenti in vigore.
processo e determinare di conseguenza il li- Lo studio (ERM) ha identificato otto compo-
vello di rischio considerato «accettabile» im- nenti del sistema di controllo tra loro inter-
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pegnandosi a mantenerlo entro tale livello connessi. Questi componenti sono:


attraverso azioni mirate di risk manage- – ambiente interno: il management formula
ment (2). la filosofia di base e determina il livello di
Gli elementi che caratterizzano il rischio so- accettabilità del rischio. Determina, in termi-
no la «probabilità» del verificarsi dell’evento ni generali, i modi in cui il rischio è conside-
e il relativo «gravità/impatto» che l’evento rato e affrontato dalle persone che operano
dannoso può avere sulla organizzazione. Tali in azienda;
elementi consentono di identificare quali ri- – definizione degli obiettivi: gli obiettivi de-
schi sono «significativi» per l’azienda e per- vono essere fissati prima di procedere all’i-
ciò devono essere attentamente presi in con- dentificazione degli eventi che possono pre-
siderazione e quali, invece, hanno una rile- giudicare il loro conseguimento;
vanza minore e possono essere trascurati. – identificazione degli eventi: devono essere
I rischi aziendali (3) traggono origine da una identificati gli eventi che possono avere un
serie di rischi strategici che minacciano la
impatto sull’attività aziendale. Comporta l’i-
realizzazione del piano strategico; i rischi
dentificazione di fatti potenziali di origine
strategici sono indirizzati dai fattori di ri-
interna e esterna che possono pregiudicare
schio (ad es.: complessità delle operazioni,
il conseguimento degli obiettivi. È necessario
attenzione e competenza manageriale, liqui-
distinguere gli eventi che rappresentano ri-
dità del patrimonio, pressione del vertice per
schi da quelli che rappresentano opportunità;
il raggiungimento degli obiettivi, ecc.) e de-
vono essere tradotti in micro rischi classifi- – valutazione del rischio: i rischi identificati
cabili in livelli o categorie. Un esempio di (rischi di gestione) sono analizzati al fine di
catalogazione dei rischi è il seguente come determinare come devono essere gestiti. I ri-
esposti nel CoSO Report II. schi sono collegati agli obiettivi e possono
pregiudicarne il raggiungimento. I rischi sono
CoSO II La gestione del rischio aziendale valutati sia in termini di rischio inerente (6)
(ERM Entreprise Risk Management)
Si fa riferimento ai rischi strategici della ge-
Note:
stione aziendale, gli obiettivi aziendali pos- (2) «Risk management has emerged more or less indepen-
sono essere cosı̀ individuati: (4) dently in a number of areas including: safety, insurance,
– strategici: sono espressi in termini generali banking, investment, medicine, artificial intelligence, ma-
e devono essere allineati alla mission azienda- thematics, public policy analysis, and internal control.» (M.
Leitch, Intelligent internal control and Risk Management).
le e la devono supportare. Riflettono la scelta
(3) Si ricorda al lettore che il documento CoSO II (ERM) si
del management di come l’azienda si adopera riferisce alla molteplicità dei rischi aziendali dei quali quelli
per creare valore per i suoi stakeholders; riferiti alle leggi e regolamenti (ex 231/2001) sono solo una
– operativi: riguardano l’efficacia e l’efficien- parte.
za delle operazioni aziendali. È necessario (4) La gestione del rischio aziendale ERM Enterprise Risk
Management (CoSO II) Il Sole 24Ore - Pagg. 3, 4, 22, 23
che riflettano l’ambiente micro - macro eco- (5) Si ricorda qui, come in altre parti, che lo studio ERM
nomico nel quale l’azienda opera. Il manage- non si riferisce al Rischio di compimento di reati od illeciti
ment deve assicurarsi che gli obiettivi siano ma in generale al Rischio di gestione aziendale e delle sue
reali, riflettano le esigenze del mercato e sia- componenti tra le quali il rischio suddetto.
no espressi nei giusti (6) Si fa notare come nella pratica professionale per la
determinazione del «Rischio di Infrazione» il Rischio Ineren-
termini al fine di consentire un’attendibile te o Intrinseco abbia come significato che i fatti aziendali
valutazione della performance; ovvero le operazioni registrate possano contenere opera-
– di reporting: riguardano le informazioni, zioni cosiddette «sensibili».

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(qui inteso come rischio in assenza di qualsia- eventi che possono pregiudicare il consegui-
si intervento) sia di rischio residuo (rischio mento degli obiettivi aziendali.
dopo aver attivato interventi per ridurlo), de- Le tecniche per la identificazione degli eventi
terminando la probabilità che il rischio si ve- sono state esposte nella Tavola 1 del numero
rifichi e il relativo impatto; di luglio della presente rivista a cui si riman-
– risposta al rischio: il management identifi- da. Come si può notare questo approccio si
ca e valuta le risposte possibili al rischio, che basa sul «rischio di gestione» che dipende
potrebbero essere: evitare, accettare, ridurre dalla strategia aziendale e che ben poco ha

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e compartecipare il rischio. Seleziona una a che vedere con uno specifico diretto ed uni-
serie di azioni per allineare i rischi emersi voco rischio di commissione degli illeciti o
con la tolleranza al rischio e al rischio accet- reati previsti dal D. Lgs. 231/2001 se non
tabile; nei fattori interni riguardanti il personale
– attività di controllo: devono essere definite ed i processi.
e realizzate politiche e procedure per assicu- Nell’ambito di questo «rischio di gestione»
rare che le risposte al rischio siano efficace- vengono definite le aree e le procedure da
mente eseguite; monitorare ed inseguito i protocolli da con-
– informazioni e comunicazione: le informa- sigliare per impedire la commissione dell’il-
zioni pertinenti devono essere identificate, lecito o reato.
raccolte e diffuse nella forma e nei tempi Esempi di cause che scaturiscono dal «ri-
che consentano alle persone di adempiere al- schio» includono:
le proprie responsabilità. Si devono attivare  decisioni errate dovute all’utilizzo di infor-
comunicazioni efficaci in modo che queste mazioni non corrette o per scarsa comunica-
fluiscano per l’intera struttura organizzativa: zione;
verso il basso, verso l’alto e trasversalmente;  reporting inaccurato;
– monitoraggio: l’intero processo deve essere  perdite economico-finanziarie;
monitorato e modificato se necessario. Il  inadeguata salvaguardia del patrimonio
monitoraggio si concretizza in interventi aziendale;
continui, integrati nella normale attività ope-  uso inefficiente delle risorse;
rativa aziendale, in valutazioni oppure in  piani di investimento inadeguati;
una combinazione dei due metodi.
 inadeguata esecuzione dei piani aziendali;
I vantaggi connessi possono essere moltepli-
 inefficienza e inefficacia delle attività ope-
ci.
rative;
In definitiva si determinano gli obiettivi, si
 non aderenza a procedure interne, regola-
identificano gli eventi e si affronta l’eventua-
mentazioni e leggi in vigore;
le rischio aziendale che è essenzialmente un
«rischio di gestione» che dipende dalla stra-  dispute legali e insoddisfazione degli uten-
tegia adottata dal CdA. ti/clienti;
In effetti gli eventi che si devono analizzare a  discredito dell’immagine aziendale;
dai quali discendono i possibili rischi deriva-  attività fraudolente.
no dai fattori esposti nel proseguo (7). Il processo di valutazione dei rischi è stato
 Fattori esterni (Esogeni) trattato nei paragrafi precedenti e verrà ri-
– economia; preso successivamente al momento di analiz-
– ambiente; zare le componenti del sistema di controllo
– politica; interno. In questo contesto è opportuno sot-
– sociale; tolineare come le attività di individuazione,
– tecnologia. misurazione e classificazione dei rischi siano
 Fattori interni (Endogeni) strettamente integrate nel processo di piani-
– infrastrutture; ficazione degli obiettivi strategici ed operati-
– personale;
– processi;
Nota:
– tecnologia. (7) La gestione del rischio aziendale ERM Enterprise Risk
Con questa metodologia si analizzano i fat- Management (CoSO II) PricewaterhouseCoopers - Il Sole
tori e conseguentemente si identificano gli 24 Ore II edizione 2008, Pagg. 48, 49 e 53.

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vi. Il vertice aziendale, nella fase di specifi- Controlli


cazione degli obiettivi, deve tener conto di Il termine controllo è inteso come capacità di
quali sono i rischi che ne minacciano il rag- orientare o «guidare» l’attività di un settore
giungimento. È opportuno perciò adottare aziendale o di un’intera azienda, allo scopo
una metodologia sistematica di valutazione di avanzare verso gli obiettivi attesi. Il con-
del rischio (risk assessment) (8) che produca
trollo è pertanto strumentale al raggiungi-
una mappatura dei rischi aziendali indivi-
duando le attività maggiormente minacciate
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e per le quali è necessaria la presenza di mec- Nota:


canismi di controllo adeguati. (8) L’argomento sarà trattato nel prossimo contributo.

Tavola 1 - Risk management flow chart

Fonte: Epstein,J., Rejc, A., (CMA Canada), 2006, Identifying, measuring and managing organizational risk for improved performances,
Risk Management Accounting Guideline.

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mento del risultato prefissato e consiste nel Conclusione


porre in essere azioni dirette a circoscrivere
In conclusione il risk management consente
il rischio di mancato raggiungimento dell’o-
di:
biettivo stesso.
1) poter disporre di strumento utile per ap-
Il controllo riduce/elimina le conseguenze
profondire le conoscenze sull’ambiente e sul-
del rischio, rileva il rischio e segnala l’esigen- l’impresa;
za di un’azione correttiva. Il controllo può 2) poter disporre di un valido supporto per le

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essere svolto in due momenti: decisioni strategiche;
– prima di porre in essere l’azione: è il cosi- 3) poter disporre di un potente veicolo di co-
detto controllo preventivo; municazione con gli stakeholders;
– dopo aver posto in essere l’azione: questo è 4) coinvolgere della maggior parte delle per-
il controllo rivelatore. sone chiave presenti in azienda;
I controlli possono esemplificarsi nelle atti- 5) utilizzare le risorse in modo efficace ed
vità più svariate. efficiente.

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IMPOSTA
SOSTITUTIVA
SUI FINANZIAMENTI
“Imposta sostitutiva sui finanziamenti” è l’unica opera che affronta, in
maniera completa ed articolata, il tema complesso dell’imposizione indiretta
riferibile agli atti ed ai documenti relativi ad operazioni di finanziamento in
genere.
L’analisi degli Autori, coordinati dal Prof. Stefano Loconte, fornisce al lettore
una visione completa della tassazione indiretta applicabile ai finanziamenti,
partendo dalle radici storiche del regime sostitutivo, per poi analizzare il
cambiamento del contesto in cui la disciplina è stata dapprima concepita
e poi applicata in questi decenni, descrivere parola per parola il contenuto
delle disposizioni, approfondirne i requisiti soggettivi ed oggettivi, nonché il
presupposto territoriale, affrontare dettagliatamente i relativi adempimenti
fiscali (dichiarazioni, versamenti, acconto), commentare o richiamare le sen-
tenza dei giudici di merito e della Suprema Corte nonché i numerosi docu-
menti di prassi e i molteplici interventi dottrinali, operare un raffronto con le
imposte di registro, di bollo e ipotecaria, dare ampio spazio al trattamento
fiscale degli atti modificativi delle operazioni di credito, definire l’ambito del
rinvio ai principi dell’imposta di registro.
L’impostazione molto dettagliata che non trascura, anzi facilita, i profili
operativi, fa si che il volume si rivolga non solo agli operatori del settore ma
di Stefano Loconte rappresenti un valido strumento anche per i clienti che sono coloro su cui
I edizione -  35,00 grava spesso l’onere equivalente al tributo sostitutivo data l’usuale clauso-
la dei contratti di finanziamento in base alla quale tutti gli oneri, anche di
natura fiscale, inerenti e conseguenti, sono a carico del soggetto finanziato.

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