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D.Lgs.

231/2001

Il risk assessment secondo il


«Modello» ex D.Lgs. n. 231/2001
di Alberto Pesenato (*) e Elisa Pesenato (**)

Governo d’impresa
I concetti di risk assessement e risk management sono richiamati dal documento CoSO II e dalla
circolare 83607/2012 della GdF. Questo secondo contributo illustra le linee essenziali e le
modalità applicative oltre a proporre una matrice applicativa utile alla mappatura dei rischi
richiesta dal decreto.

Introduzione può parlare di rischio di commissione delle


fattispecie di reato contemplate nel D.Lgs. n.
Recentemente la Circolare della Guardia di
231/2001.
Finanza n. 83607/2012 ha trattato diffusa-
Il risk assessment o valutazione del rischio
mente la composizione del Modello di orga-
può essere definito come il processo di stima
nizzazione, gestione e controllo (1) dedican-
dei fattori di rischio associati a specifiche
do alla stessa il Volume III, che cosı̀ recita a
attività di una organizzazione. Esso com-
pag. 76 «Ai fini dell’elaborazione dei modelli,
prende le attività di:
che devono essere costruiti secondo uno sche-
ma che riprenda i processi di risk assessment 1) identificazione delle attività/processi;
e risk management normalmente attuati nelle 2) individuazione delle minacce e dei fattori
imprese, la relazione illustrativa evidenzia co- di rischio;
me la normativa preveda una maggiore tipiz- 3) valutazione ed attribuzione del livello di
zazione dei modelli validi per i vertici, come rischio;
risulta dal disposto dell’art. 6, comma 2, che 4) classificazione delle attività in base al ri-
tratteggia un modello ben strutturato, con un schio potenziale.
contenuto minimo obbligatorio e non deroga-
bile». Identificazione delle attività/processi
La prima fase prevede un’analisi approfondi-
Individuare le attività nel cui ambito ta del contesto aziendale al fine di individua-
possono essere commessi reati re i processi e le attività per i quali esiste il
(art. 6, co. 2, lett. a) rischio di incorrere nelle fattispecie di reato
previste dal D.Lgs. n. 231/2001.
Tale requisito può essere soddisfatto attra- I principali oggetti di riferimento dell’analisi
verso l’introduzione di un processo sistema- in questione sono la struttura organizzativa
tico di valutazione dei rischi potenziali (nella dell’azienda, le procedure esistenti, le even-
commissione dei reati) che prende il nome di tuali mappature dei processi interni e tutta la
risk assessment. documentazione a supporto in grado di for-
Il risk assessment rappresenta il cuore del nire informazioni utili ai fini della identifica-
processo di risk management e consiste nella
misurazione e nella valutazione dei fattori di
rischio identificati assegnando a ciascuno un Note:
valore di probabilità e un valore di impatto/ (*) Consulente Area D.Lgs. 231/2001 (Presidente OdV Karrell Srl
danno nel valutare gli stessi. Si ritiene oppor- - Trentino trasporti esercizio SpA - FAR Maremma S.c.a r.l.))
tuno precisare che per rischio si intende la (**) Auditor (SCI) Sistema di Controllo Interno - Consulente
Area 231/2001
probabilità che un evento od una azione pos- (1) Si veda Organo di Vigilanza e Modello di organizzazio-
sa determinare effetti pregiudizievoli per ne gestione e controllo ex D.Lgs. n. 231/2001 WKI - IPSOA
l’Ente o la società. In questo contesto si IV Edizione 2013 e contributi in www.albertopesenato.net.

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zione delle attività a rischio (politiche azien- specifico alle categorie di rischio identifica-
dali, leggi e regolamenti, bilanci, procedure te. In particolare si procede alla individua-
interne ecc.). zione di un peso relativo tra le categorie di
Nell’ambito di questa analisi è opportuno rischio ed alla valutazione dei singoli fattori
identificare i soggetti responsabili dei pro- di rischio per ciascuna delle attività e proces-
cessi e delle attività potenzialmente a rischio si rilevati.
ed effettuare delle interviste di dettaglio con I criteri utilizzati per la valorizzazione del
l’obiettivo di delineare un quadro esaustivo livello di rischio sono di norma soggettivi e
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della realtà aziendale. conducono, in sintesi, alla utilizzazione di


A tal fine nella presente trattazione si pro- una scala di valori generalmente composta
pongono check lists e Questionari sul Con- da tre o cinque elementi. (ad es.: Rischio Tra-
trollo Interno (ICQ) per individuare le re- scurabile, Rischio Basso, Rischio Medio, Ef-
sponsabilità e procedure. fettivo, Rischio Alto).
Le componenti principali di questa valuta-
Individuazione delle minacce e dei fattori zione sono: la probabilità di accadimento
di rischio dell’evento la gravità e l’impatto/danno in
In questa seconda fase si procede all’elenca- termini conseguenze derivanti dal verificarsi
zione di tutti i rischi potenziali, in questo dell’evento a rischio. Ad esempio è possibile
caso quelli di incorrere nelle fattispecie di individuare i danni in termini di immagine
reato previste dal D.Lgs. n. 231/2001 ed alla all’azienda o i danni in termini economico/
loro attribuzione alle singole attività o ai sin- finanziari in caso di accadimento dei fatti
goli processi cosı̀ come rilevati nella prima illeciti contemplati nel D.Lgs. n. 231/2001.
fase. Tale attività consente di evidenziare le A sua volta la probabilità di accadimento è
possibili modalità di attuazione dei reati ri- determinata dall’oggettiva fattispecie dell’at-
spetto al contesto aziendale «mappato». tività a rischio, anche in considerazione della
Relativamente al rischio di comportamenti frequenza di esecuzione, e dall’adeguatezza
illeciti in materia di salute e sicurezza sul del Sistema di Controllo Interno (SCI) (pro-
lavoro, tale sistema deve necessariamente te- cedure/protocolli) in essere.
nere conto della legislazione prevenzionistica
vigente e, in particolare, del D.Lgs. n. 81/2008 Classificazione delle attività in base
e successive modifiche ai sensi del quale i al rischio potenziale
rischi lavorativi devono essere comunque in- Una volta assegnato il peso relativo ai singoli
tegralmente eliminati in relazione alle cono- fattori di rischio e valutato l’impatto al veri-
scenze acquisite in base al progresso tecnico ficarsi dell’evento potenziale, è possibile
e, ove ciò non sia possibile, ridotti al minimo elencare quali attività o processi sono poten-
e, quindi, gestiti. Tale complesso normativo, zialmente più a rischio. È possibile perciò
infatti, delinea esso stesso un «sistema» di stabilire una priorità di intervento sulle sin-
principi cogenti e adempimenti obbligatori gole attività diretta a verificare lo stato dei
la cui declinazione sul piano della gestione controlli e le azioni intraprese dal manage-
applicativa - laddove opportunamente inte- ment per la riduzione del rischio ad un livel-
grata/adeguata in funzione del «modello or- lo tollerabile.
ganizzativo» previsto dal D.Lgs. n. 231/2001 - L’output ottenuto dal processo di risk asses-
può risultare idonea a prevenire, agli effetti sment è pertanto una mappatura delle singo-
esonerativi dello stesso D.Lgs. n. 231/2001, la le attività aziendali classificate in funzione
possibilità di una condotta integrante gli del livello di rischio attribuito (matrice dei
estremi del reato di omicidio o lesioni colpo- rischi Tavola 2), laddove per le attività a ri-
se gravi o gravissime commessi con violazio- schio potenziale più elevato è richiesta una
ne delle norme prevenzionistiche. priorità di attenzione e si rende necessario
effettuare interventi specifici di verifica. L’at-
Valutazione ed attribuzione del livello tività di individuazione delle attività a ri-
di rischio schio (risk assessment) deve essere caratte-
La fase successiva del processo di risk asse- rizzata da verifiche metodiche continue uti-
sment prevede la assegnazione di un valore lizzando il supporto di specialisti (organismo

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dedicato), anche introducendo, ove possibile, tività di processo, di quali sono i soggetti
tecniche di auto valutazione assistita. coinvolti e in quali fasi del processo questi
ultimi intervengono.
Prevedere specifici protocolli
diretti a prevenire i reati b. Individuazione e descrizione
(art. 6 co. 2. lettera b) delle attività di controllo implementate
Si tratta, ora, di definire le attività di verifica Nell’effettuazione della attività di ricognizio-
per controllare, ed eventualmente adeguare ne deve essere data particolare enfasi ai pro-

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il Sistema di Controlli Interni (protocolli) cessi di controllo implementati dal manage-
per prevenire la commissione di reati, cosı̀ ment. In sostanza occorre evidenziare quali
come richiesto dall’art. 6. strumenti di controllo delle attività e del pro-
L’attività dovrà essere condotta sui processi/ cesso sono stati introdotti per garantire il ri-
attività individuati nella fase di risk asses- spetto dell’obiettivo di conformità alle dispo-
sment e consiste in: sizioni del D.Lgs. n. 231/2001.
a) descrizione formalizzata e di dettaglio del- Per una migliore individuazione si possono
le attività a rischio; utilizzare le seguenti classificazioni di con-
b) individuazione e descrizione delle attività trollo.
di controllo implemementate; I controlli possono distinguersi in:
c) individuazione e descrizione dei controlli  preventivi, volti ad evitare il verificarsi di
carenti ed inesistenti; un evento negativo;
d) verifiche (anche a campione) per esami-  rivelatori, diretti a rivelare l’anomalia nel
nare la conformità dei comportamenti effet- momento in cui si manifestano;
tivi confrontandoli con quelli previsti nel  direttivi, servono ad indirizzare le attività
modello. di processo;
 correttivi, volti ad impedire che si verifichi-
a. Descrizione formalizzata e di dettaglio no effetti negativi quando l’evento negativo si
delle attività a rischio è verificato.
La prima attività da svolgere per la valutazio- Secondo gli obiettivi che si prefiggono pos-
ne dell’adeguatezza dei «protocolli» consiste sono essere distinti in:
nella rilevazione dettagliata dei processi po-  operativi;
tenzialmente a rischio. In particolare si trat-  relativi alle informazioni di bilancio;
ta di effettuare una «ricognizione» (survey)  conformità a leggi e regolamenti.
ovvero una raccolta di tutte le informazioni È possibile perciò effettuare una classifica-
utili sulle attività da esaminare. La ricogni- zione dei controlli riscontrati suddivisi per
zione può essere effettuata utilizzando tecni- natura e per obiettivo. Ciò consente una più
che specifiche quali: agevole valutazione dei controlli per catego-
 interviste con i soggetti coinvolti nel pro- ria omogenea.
cesso;
 utilizzo di appropriati Questionari (ICQ) e c. Individuazione e descrizione
check list (2); dei controlli carenti o inesistenti
 osservazioni sul posto; Una volta rilevati i controlli nella fase di ana-
 analisi delle procedure approvate e delle lisi del processo questi devono essere valutati
prassi aziendali; per la loro efficacia ed adeguatezza. Tale va-
 studio e comparazione delle relazioni tra lutazione consiste nel:
informazioni di natura finanziaria e non fi-  verificare l’effettiva applicazione dei con-
nanziaria; trolli esistenti: è possibile infatti che il
 predisposizione di diagrammi di flusso
(flow-charting) per una descrizione schema-
tica e dettagliata delle attività e dei controlli
Nota:
esistenti (quando ritenuto necessario). (2) Op. cit.: OdV Governance: Check lists Cap. 7 e CD -
Scopo di questa fase è quello di avere un OdV Unità Operarive ICQ Internal Control Questionnaires
quadro dettagliato di come si svolgono le at- Cap. 8 e CD.

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controllo sia presente ma non venga utilizza- La metodologia adottabile «as is ana-
to o venga eluso dai comportamenti (walk lysis» o analisi dell’esistente
through);
 evidenziare i controlli carenti o mancanti: In definitiva la metodologia si configura co-
questo si ottiene confrontando i processi di me un’analisi dell’esistente (as is analysis) va-
controllo effettivamente riscon- le a dire una stima delle misure già attuate
trati con una situazione «ipoteti- dall’organizzazione per control-
L’output di questa fase lare i fattori di rischio già rilevata
ca» o «attesa». Le caratteristiche sarà valutazione
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di un sistema di controllo «ipote- del Modello adottato (fasi 1 - 2 - 3 - 4) e sulle azioni da


tico» sono delineate utilizzando con indicazione compiere per impedire che il rea-
le best practices aziendali e mo- di carenze riscontrate to possa essere compiuto tramite
delli organizzativi e gestionali di e suggerimenti l’applicazione di ulteriori specifi-
per l’adeguamento ci protocolli (fasi 5 - 6). Un riepi-
riferimento. del Modello stesso.
Tale valutazione richiede una co- logo è proposto in Tavola 1 (3).
noscenza approfondita di quelli
che sono le componenti e le tec- Gli strumenti operativi
niche di controllo interno. Come detta la let- L’obiettivo degli strumenti qui illustrati (4) è
tera a) comma 2. dell’art, 6. il modello deve quello di individuare ed analizzare quelle at-
essere, oltre che adottato, anche efficace-
tività, i cosı̀ detti processi «sensibili» azien-
mente attuato, se ne desume quindi che oc-
dali, all’interno delle quali possono concre-
corre prevedere una specifica attività di veri-
tizzarsi le fattispecie di reato esplicitamente
fica dell’effettiva applicazione del modello,
quindi dei comportamenti di quanti sono previste dal D.Lgs. n. 231/2001.
chiamati ad attuarlo nel contesto delle attivi- Si provvede a mappare le aree aziendali a
tà oggetto di verifica. rischio in conseguenza delle potenziali mo-
dalità attuative degli illeciti e reati. Tali ope-
razioni sono completate attraverso una valu-
d. Verifiche (anche a campione)
tazione del sistema delle procedure e dei
per esaminare la conformità
controlli preventivi esistente ad oggi (i cosid-
dei comportamenti effettivi confrontandoli
con quelli previsti nel modello detti protocolli previsti dallo stesso D.Lgs
231/2001 e dalle Linee Guida per la costruzio-
Al fine di supportare concretamente le osser-
ne dei modelli di organizzazione, gestione e
vazioni emerse dalla attività di individuazio-
controllo ex D.Lgs. n. 231/2001 di Confindu-
ne e valutazione dei controlli esistenti si pro-
cede con una attività di verifica dei dati e stria e ASSTRA aggiornate) e con la succes-
della documentazione presente in azienda. siva indicazione in merito al suo adeguamen-
Tale verifica può essere effettuata utilizzan- to, quando ciò sia stato ritenuto necessario.
do diverse tecniche quali: La mappatura, esaustiva dei rischi derivanti
 interviste di dettaglio; dalle occasioni di coinvolgimento delle strut-
 check list e questionari di riferimento; ture organizzative aziendali, consente di in-
 tecniche di campionamento statistico (ove dividuare le aree e i processi che necessitano
necessario); di maggiore attenzione e per i quali si rende
 comparazione di documenti ufficiali; opportuna la definizione e l’applicazione di
 verifica diretta del patrimonio; specifiche procedure e controlli.
 osservazioni del comportamento dei sog-
getti coinvolti nel processo;
Note:
 verifica diretta della applicazione delle pro- (3) Op. Cit. Organo di Vigilanza e Modello di organizzazio-
cedure. ne gestione e controllo ex D.Lgs. n. 231/2001 V Edizione
Questa attività si rende necessaria affinché le 2013 WKI IPSOA.
anomalie riscontrate siano supportate da in- (4) Op. cit. Gli strumenti operativi qui riportati, validi per
ogni tipologia di reato, vanno ad aggiungersi la a quelli
formazioni sufficienti, qualificate, rilevanti proposti nei Capp. 7 e 8 (Rischio di Infrazione) per i reati
ed utili, ovvero che queste siano adeguata- cosiddetti di bilancio che hanno manifestazione finanzia-
mente provate e giustificate. ria).

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Illeciti e Reati in bilancio il rischio di infrazione (5) con la successiva


e fuori bilancio interruzione e chiusura delle falle. Ben diver-
sa è la metodologia che l’OdV deve adottare
La commissione di illeciti e reati può essere nel secondo caso dove la normale conoscen-
allocata in due particolari categorie: za delle procedure aziendali deve essere non
a) reati ed illeciti che sono rilevabili nelle solo assistita ma addirittura confermata da
scritture contabili come fatti di gestione ar- opportune e qualificate professionalità ester-
tefatti ed occultati tramite espedienti ed ac- ne all’uopo ingaggiate (sicurezza sul lavoro,

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corgimenti basati su falsa documentazione, IT, ambiente, diritti d’autore ed altro).
accordi fittizi ed altro; In Tavola 2 si presenta una matrice che ben
b) illeciti e reati che nulla hanno a che vedere
con i fatti di gestione registrati nelle scritture
contabili e nei prospetti di bilancio (finan-
Nota:
cials reporting) ma che possono essere com- (5) Chi scrive ritiene che l’OdV essendo organico all’ente
messi ugualmente recando nocumento al- o azienda, in quanto incardinato in essa da una legge
l’Ente od azienda. specifica, può attivamente stimolare gli altri organi di con-
Ecco che la metodologia applicata nel primo trollo esterni all’azienda (Collegio Sindacale, Revisore Le-
gale)) al fine di attuare un «sistema integrato di controlli».
caso si sviluppa con l’auditing e la verifica (Si veda in proposito dello stesso autore: «OdV, Revisore
delle procedure in essere, con la ricerca dei Legale, Collegio Sindacale: attori di un sistema integrato
punti di debolezza nelle stesse determinando di controlli» in Amministrazione & Finanza n. 12/2012).

Tavola 1 - Riepilogo as is analisys


Fase Descrizione Strumenti

1 Check up aziendale Conoscenza generale ed appro- Dossier Permanente - Dossier Imposte - Dossier Go-
fondita dell’azienda ed acquisi- vernance - Check lists: 10 - CoSO Report I :11.1 11.2 -
zione relativa documentazione 14.1 14.2 14.3 14.4 - 16 17 18. Dossier Unità Operative
- 1 (Rischio Intrinseco)

2 Valutazione SCI Analisi del Sistema del di Con- Unità Operative - ICQ da 3 a 25
trollo Interno (SCI) esistente (Rischio di Controllo)

3 Identificazione attività e Analisi delle procedure nel det- Walk Through


processi taglio Determinazione Livello (Rischio) di Identificazione

4 Individuazione fattori di Individuazione dei punti di forza e Determinazione del Rischio di Infrazione
rischio dei punti di debolezza da monito- Verifiche di conformità alle procedure rilevate
rare (da mettere in comune con Matrice dei Rischi)

5 Mappatura aree sensi- Determinazione dei reati possibili Matrice dei Rischi
bili e processi a rischio e probabili Da utilizzare per Reati contabili e non Tav. 2

6 Valutazione rischio rea- Analisi del rischio di commissio- Classificazione finale del rischio Tav. 3
to ne di uno dei reati presupposto

Tavola 2 - Matrice per la classificazione del Rischio


P Probabilità
G
Gravità Impatto 1 2 3 4

1 1 2 3 4

2 2 4 6 8

3 3 6 9 12

4 4 8 12 16

I valori individuati da 1 a 2 indicano un rischio trascurabile, 3 e 4 rischio basso, 6, 8, 9, 12 e 16 rischio alto.

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si adatta sia nell’ipotesi a) sopra descritta, l’impatto degli effetti che può determinare
confortando le analisi delle procedure che tenendo conto delle eventuali misure preven-
l’OdV ha il compito di eseguire nelle proprie tive o protettive già in essere;
verifiche, sia nell’ipotesi b) dove l’OdV può, – determinazione della classe di rischio: alto,
con il supporto delle professionalità interne medio, basso, trascurabile (Tavola 3).
all’azienda, affrontare le aree che necessita- A seconda dell’entità del rischio reato cosı̀
no di particolare e specifica competenza per determinato si dovranno poi definire, attuare
poi decidere come affrontare la procedura e controllare i programmi di eliminazione o
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magari ricorrendo ad esperti esterni. (6) di riduzione e gestione del rischio stesso.

La metodologia adottabile: la matrice Terminologia


dei rischi
La terminologia di riferimento è la seguente:
Il risk assessment può essere applicato ai più
– Rischio: è il risultato dell’interpretazione
svariati settori, (7) come ad esempio sicurez-
della «Matrice» (9) qui propostasi intende
za, assicurazioni, banche, investimenti, me-
la pericolosità di un evento ed è determinato
dicina, I.T, matematica, alimentare (in asso-
dal prodotto tra P (probabilità dell’evento) e
ciazione al Metodo HACCP), nello sviluppo
G (gravità/impatto), secondo la seguente for-
di sistemi di gestione ambientale (analisi am-
mula:
bientale) e controllo interno aziendale.
È quindi applicato anche in economia e nella R=PxG
gestione dei fatti e processi aziendali e quin- Qui viene distinta in 4 livelli (Tavola 2).
di si estende anche nella ricerca della possi- – Probabilità (P): si intende la probabilità
bilità di commissione di illeciti e reati all’in- che l’evento (Reato o Illecito) indesiderato
terno di società o enti. si possa verificare tenendo conto delle misu-
In generale si può ricorrere a questa metodo- re precauzionali già in essere al momento
logia quando si intende valutare la pericolo- della valutazione. In genere viene distinta
sità di un evento indesiderabile ai fini di de- in 4 classi (Tavola 3);
finire la priorità o l’urgenza delle misure ne- – Gravità/Impatto (G): detta anche Magnitu-
cessarie per tenerlo sotto controllo e conse-
guentemente può essere applicabile al ri-
Tavola 3 - Classificazione del Rischio
schio di commissioni dei reati indicati dal
D.Lgs. n. 231/2001. 1-2 Rischio Trascurabile
La metodologia suddetta va distinta nelle se- 3-4 Rischio Basso
guenti fasi:
– descrizione del reato od illecito con la rac- 6-8 Rischio Medio
colta di informazioni e di dati sull’organizza- 9 - 12 - 16 Rischio Alto
zione dell’Ente (8), le procedure in essere,
sui settori e/o sugli ambienti interessati (ov-
viamente con riferimento dell’obiettivo finale
della commissione del reato) ecc. Note:
(6) Ecco quindi l’opportuna autonomia finanziaria asse-
La descrizione si concentrerà su aspetti dif-
gnata dal legislatore all’OdV.
ferenti, ai fini dell’individuazione dei rischi. (7) «Risk management has emerged more or less indepen-
In genere è importante arrivare ad una sche- dently in a number of areas including: safety, insurance,
matizzazione delle procedure per facilitare la banking, investment, medicine, artificial intelligence, ma-
successiva fase di individuazione reato dei thematics, public policy analysis, and internal control.»
Leitch M. Intelligent internal control and Risk Manage-
pericoli di commissione dello stesso: ment..
– individuazione dei potenziali pericoli: me- (8) Possono essere di aiuto le appendici del P.R. 240 Le
diante l’analisi delle informazioni raccolte responsabilità del revisore relativamente alle frodi nella
nella fase precedente si individuano tutti i revisione contabile del bilancio 315: «L’identificazione e
pericoli riconducibili all’oggetto di studio; la valutazione dei rischi di errori significativi mediante la
comprensione dell’impresa e del contesto in cui opera» e
– stima dei potenziali rischi (nel nostro caso la determinazione del rischio Intrinseco.
rischio reato): a pericolo individuato si stima (9) Anche Università degli studi di Padova CESQA (Centro
la probabilità di accadimento e la gravità o Studi Qualità Ambiente).

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do (M), è intesa come la gravità delle conse- schio avvalorato con 16 (dove entrambi i fat-
guenze dell’evento indesiderato. In genere tori sono stati stimati con valore pari a 4).
viene distinta in 4 classi; La classificazione finale del rischio è quindi
– Pericolo, sorgente di rischio: si intende il risultato della moltiplicazione tra i fattori:
l’entità o l’evento in grado di provocare il G - Gravità - Impatto (10) P - Probabilità.
danno o i danni. (mitigata dall’indice di copertura)
G - Gravità - Impatto
Valutazione del Rischio di Infrazione Rappresenta la conseguenza materiale dell’e-

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Si deve prendere in considerazione da un la- vento
to, la Gravità/Impatto che tali reati presup-
P - Probabilità.
posto possono provocare (Gravità - Impatto
Rappresenta la probabilità che il fatto si ve-
G), dall’altro la probabilità che tali compor-
rifichi.
tamenti accadano e la copertura del modello
Le probabilità che il management deve asse-
organizzativo attualmente applicato e fina-
gnare al fatto che l’evento si verifichi
lizzato a mitigare il rischio che tali fattispe-
cie si realizzino (Probabilità P). Livello
Al fattore «Gravità - Impatto G» è stato asse- Si può andare quindi da un potenziale Ri-
gnato un valore crescente da 1 a 4, in base schio Trascurabile 1 (dove entrambi i fattori
alla maggiore o minore «sensibilità» del pro- sono valorizzati con 1) ad un Rischio Alto
cesso/attività in esame, alla frequenza di ese- valutato con 16 (dove entrambi i fattori sono
cuzione e alle considerazioni emerse rispetto stati stimati con valore pari a 4).
alle responsabilità coinvolte. All’interno di La classificazione in fasce di gravità riporta-
tale fattore, sono contenute anche valutazio- ta in Tavola 3 (Rischio Trascurabile, Basso,
ni generali in merito alla tipologia (sanzioni Medio, Alto) consente di individuare con-
pecuniarie e sanzioni interdittive) e alla gra- gruentemente le priorità di attuazione delle
vità delle sanzioni nelle quali l’ente può in- azioni stesse e quindi le aree e i processi nei
correre. Tutto ciò premettendo che l’Ente. quali è necessario intervenire per mitigare/
mira a presidiare l’accadimento di qualsiasi eliminare il rischio.
fatto illecito contemplato nel D.Lgs n. 231/ Possono essere consigliate delle azioni di mi-
2001 per prevenire ogni tipologia di ricaduta glioramento anche nel caso di rischi valutati
in termini di immagine o di danno economi- come trascurabili, nella direzione di un mi-
co finanziario. glioramento complessivo dell’intero sistema.
Il fattore «Probabilità - P» sempre con valore
assegnato da 1 a 4 è stato invece valorizzato Come si utilizzano Matrice e schema
in base alla presenza degli elementi indivi- La Matrice è utile sia per la categoria dei
duati quali: documenti di principio/indiriz- reati che possono essere rilevati nelle scrittu-
zo, procedure/registrazioni, controlli,...), di- re contabili (già con rischio infrazione asse-
retti a mitigare i rischi connessi alla concre- gnato in base alla procedure descritta) sia
tizzazione dei reati. per gli altri reati dando una metodologia di
La conseguenza è che la scala individuata è approccio che il componente l’OdV può uti-
inversa rispetto al fattore gravità/impatto lizzare sia con l’ausilio degli altri organi di
cioè il giudizio di minore probabilità (presi- controllo (i.e. Collegio sindacale, Revisore le-
dio/procedura) efficace è pari a 1 mentre gale ecc.) sia con professionalità interne ad-
quello di presidio/procedura meno efficace dette ai vari settori operativi (I.T., ufficio le-
(alta probabilità) è uguale a 4. gale, SSPP, Ambiente ecc) sia con esperti
esterni all’uopo incaricati dalla società o dal-
l’OdV stesso in base all’autonomia finanzia-
La classificazione del rischio ria che il legislatore ha voluto concedergli).
È quindi il risultato della moltiplicazione tra La matrice dalla quale si decide la rilevanza
i fattori «Probabilità - P» e «Gravità - Impat-
to G». Si può andare quindi da un potenziale
Rischio Minimo 1 (dove entrambi i fattori Nota:
sono valorizzati con 1) ad un Massimo Ri- (10) Magnitude Of The Potential Loss.

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di possibilità che vi siano procedure fuor- Matrice la probabilità di commissione del


vianti va utilizzata dopo che l’OdV ha indivi- reato potrà elencare, utilizzando la Tavola 3
duato il Rischio di Infrazione (per i reati di il livello di Rischio di commissione del reato
bilancio) e dopo aver consultato le professio- specifico. prima di procedere ad una succes-
nalità sopra indicate e verificato le procedure sivo intervento sulle procedure (Specifici
per i reati di altro tipo. Protocolli) al fine di migliorare le procedure
Ecco che l’OdV dopo aver deciso in base alla in essere.
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