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231/2001 e
prevenzione della corruzione
Ing. Lucia Venditti
18 maggio 2023
D.lg. 231/2001
• L’ente collettivo (associazione, persone giuridica, società) può essere
ritenuto responsabile per taluni reati – tassativamente previsti - ove
commessi nel suo interesse o a suo vantaggio da suoi esponenti
(apicali o sottoposti alla direzione e vigilanza degli apicali).
• Tra questi reati ci sono anche le fattispecie di corruzione.
• La responsabilità è accertata nell’ambito del processo penale
instaurato a carico della persona fisica che ha commesso il reato.
L’art 25: esempi di fattispecie rilevanti
• Art. 318 c.p. (Corruzione per l'esercizio della funzione).
Un esponente aziendale consegna o promette ad un pubblico funzionario, per
l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, denaro o altra utilità.
• Art. 319 c.p. (Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio).
Un esponente aziendale consegna o promette denaro o altra utilità ad un pubblico
funzionario, per fargli omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del
suo ufficio, ovvero per fargli compiere o per aver compiuto un atto contrario ai
doveri d ufficio.
• Art. 319-ter c.p. (Corruzione in atti giudiziari)
Un esponente aziendale consegna denaro o altra utilità ad un pubblico funzionario
per favorire o danneggiare una parte in un processo civile, penale o amministrativo.
II
• Art. 319-quater c.p. (Induzione indebita a dare o promettere utilità)
Un esponente aziendale viene indotto a consegnare o promettere denaro o altra utilità ad un
pubblico funzionario in seguito all’abuso della qualità o dei poteri da parte di quest’ultimo.
• Art. 322 c.p. (Istigazione alla corruzione).
Un esponente aziendale offre o promette denaro od altra utilità non dovuti ad un pubblico
funzionario, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, se l'offerta o la promessa
non è accettata.
• Art. 322-bis c.p. (Peculato, concussione, corruzione e istigazione alla corruzione di
membri degli organi delle Comunità europee e di funzionari delle Comunità europee
e di Stati esteri).
Un esponente aziendale compie atti corruttivi nei confronti di pubblici funzionari stranieri
(funzionari dell’Unione europea e coloro che, nell'ambito di altri Stati membri dell'Unione
La prevenzione della corruzione
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• Il d.lgs. n. 231 stabilisce che l’ente non risponde del reato commesso, nel suo
interesse o a suo vantaggio, nel caso in cui dimostri di aver adottato ed
efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, Modelli di
organizzazione, gestione e controllo, idonei a prevenire reati della specie di quello
verificatosi.
• Lo stesso decreto prevede, inoltre, l’istituzione di un organo di controllo interno
all’ente (d’ora in avanti “Organismo di vigilanza” o “OdV”) con il compito di
vigilare sul funzionamento, l’efficacia e l’osservanza dei predetti modelli, nonché
di curarne l'aggiornamento.
Il Modello
Il Modello organizzativo deve rispondere alle seguenti esigenze:
• individuare le attività nel cui ambito possano essere commessi i reati previsti dal
d.lgs. n. 231 (c.d. attività sensibili);
• prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione
delle decisioni dell’ente in relazione ai reati da prevenire;
• individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la
commissione di tali reati;
• prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’Organismo di vigilanza;
• introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle
misure indicate nel Modello.
II
• Come tutte le nuove norme rilasciate o quelle da poco revisionate da parte di ISO (ISO
9001:2015, ISO 14001:2015, ISO 45001:2018, ISO 27001:2013), è strutturata secondo
la HLS (High Level Structure), che ha lo scopo di favorire l’integrazione tra i sistemi di
gestione.
• È integrabile con gli altri sistemi di gestione.
Ing. Lucia Ve
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ISO 37001 e Modello organizzativo 231
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Altri Vantaggi dello standard
Si noti che tali modelli anticorruzione vengono tenuti distinti dai modelli 231.
Ing. Lucia Venditt
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