INDICE
7. PROTOCOLLI............................................................................................................ 42
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
PREMESSA E DEFINIZIONI
All’osservanza delle disposizioni contenute nel Modello sono tenuti in primo luogo i
componenti degli organi sociali, i dirigenti, nonché i dipendenti della Società. Il
Modello o sue parti possono trovare inoltre applicazione anche a soggetti legati alla
Società da rapporti di lavoro non subordinato, sulla base di apposite clausole
contrattuali.
1) una Parte Generale, che si articola: (i) nella Sezione I a carattere generale,
volta a illustrare la funzione e i principi del Modello, nonché i contenuti del
Decreto; e (ii) nella Sezione II, che illustra e definisce adozione e contenuti del
Modello ed in particolare la metodologia seguita nella predisposizione del
Modello, le caratteristiche e il funzionamento dell’organismo di vigilanza, i flussi
informativi all’interno della Società, l’attività di formazione e di informazione
relativa al Modello, nonché le linee guida del sistema disciplinare;
2) una Parte Speciale, nella quale sono indicati i “protocolli di controllo” che
devono essere osservati al fine di eliminare o, almeno, ridurre ad un livello
accettabile il rischio di comportamenti integranti uno dei reati la cui
commissione può comportare l’applicazione delle sanzioni previste dal Decreto
Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 e successive modifiche ed integrazioni (i “Reati
Presupposto”).
Il Modello è infine corredato dai seguenti allegati, che ne costituiscono parte integrante
e sostanziale:
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
c) Attività Sensibili: le attività nel cui ambito può essere commesso un Reato
Presupposto o che possono essere funzionali alla commissione di un Reato
Presupposto;
d) CCNL: i contratti collettivi nazionali di lavoro applicati dalla Società;
e) Codice Etico: il codice etico adottato dalla Società e riportato nell’Allegato n. 2;
f) Consiglio di Amministrazione: il consiglio di amministrazione della Società;
g) Collaboratori Esterni: tutti i collaboratori esterni complessivamente
considerati, vale a dire i Consulenti, i Partner e i Fornitori;
h) Country Manager: l’Amministratore così individuato a livello di Gruppo;
i) Consulenti: i soggetti che agiscono in nome e/o per conto della Società in forza
di un contratto di mandato o di altro rapporto contrattuale di collaborazione
professionale (ex.: lavoratori coordinati e continuativi e autonomi);
j) Destinatari: i componenti degli Organi Sociali, i Dirigenti i Dipendenti;
k) Dipendenti: i lavoratori della Società aventi un rapporto di lavoro subordinato
di natura non dirigenziale con la Società stessa;
l) Dirigenti: i lavoratori della Società aventi un rapporto di lavoro subordinato di
natura dirigenziale con la Società stessa;
m) D. Lgs. 231/2001 o Decreto: il Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 e
successive modifiche ed integrazioni;
n) Ente: soggetto sottoposto alla disciplina ex D. Lgs. 231/2001, che si applica agli
enti forniti di personalità giuridica, nonché alle società e alle associazioni anche
prive di personalità giuridica, ad esclusione dello Stato, degli enti pubblici
territoriali, degli altri enti pubblici non economici e degli enti che svolgono
funzioni di rilievo costituzionale;
o) Fornitori: i fornitori di beni e servizi non professionali della Società che non
rientrano nella definizione di Partner o di Consulente;
p) Incaricato di Pubblico Servizio: persona fisica che, a qualunque titolo,
presta un Pubblico Servizio;
q) Linee Guida: Le Linee Guida emanate da Confindustria il 7 marzo 2002, per
come successivamente aggiornate;
r) Modello: il presente modello di organizzazione, gestione e controllo;
s) Organo di Controllo: il collegio sindacale o altro organo di controllo, anche
monocratico, della Società nominato ai sensi dell’articolo 2477 c.c.;
t) Organi Sociali: il Consiglio di Amministrazione e, laddove nominato, l’Organo
di Controllo;
u) Organismo di Vigilanza o OdV: l’organismo interno di controllo della
Società, preposto alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del Modello,
nonché al relativo aggiornamento;
v) Partner: le controparti contrattuali della Società ovvero i soggetti con i quali la
Società addivenga a una qualunque forma di collaborazione qualificata
contrattualmente regolata (ex.: franchising, associazione temporanea d’impresa,
joint venture, consorzi, licenza, agenzia);
w) Procedure: le procedure previste dal Modello o comunque adottate dalla
Società al fine di dare attuazione alle disposizioni del Modello;
x) Pubblica Amministrazione: le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli
istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed
amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province,
i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
PARTE GENERALE
SEZIONE I
Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231, che, in attuazione della Legge Delega 29
settembre 2000, n. 300, ha introdotto in Italia la “Disciplina della responsabilità
amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive
di personalità giuridica” (d’ora innanzi, per brevità, il “D. Lgs. n. 231/01” o il
“Decreto”), si inserisce in un ampio processo legislativo di lotta alla corruzione ed ha
adeguato la normativa italiana in materia di responsabilità delle persone giuridiche ad
alcune Convenzioni Internazionali precedentemente sottoscritte dall’Italia (in
particolare la Convenzione di Bruxelles del 26 luglio 1995 sulla tutela degli interessi
finanziari della Comunità Europea, la Convenzione di Bruxelles del 26 maggio 1997
sulla lotta alla corruzione di funzionari pubblici sia delle Comunità Europee che degli
Stati membri e la Convenzione OCSE del 17 dicembre 1997 sulla lotta alla corruzione
di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche ed internazionali).
Il D. Lgs. n. 231/01 stabilisce, pertanto, un regime di responsabilità amministrativa
(equiparabile sostanzialmente alla responsabilità penale), a carico delle persone
giuridiche (lo/gli “Ente/Enti”), che va ad aggiungersi alla responsabilità della persona
fisica che ha realizzato materialmente il singolo reato e che mira a coinvolgere, nella
punizione dello stesso, gli Enti nel cui interesse o vantaggio tale reato è stato compiuto.
L’art. 4 del D. Lgs. n. 231/01 precisa, inoltre, che nei casi ed alle condizioni previsti
dagli artt. 7, 8, 9 e 101 c.p., sussiste la responsabilità amministrativa degli Enti che
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Modello di organizzazione, gestione e
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hanno sede principale nel territorio dello Stato per i reati commessi all’estero dalle
persone fisiche a condizione che nei confronti di tali Enti non proceda lo Stato del luogo
in cui è stato commesso il fatto criminoso.
(ii) persone fisiche sottoposte alla direzione o vigilanza di uno dei Soggetti
Apicali (i “Soggetti Sottoposti”).
Se si tratta di delitto per il quale è stabilita una pena restrittiva della libertà personale di minore durata, il colpevole
è punito a richiesta del ministro della giustizia ovvero a istanza, o a querela della persona offesa.
Nei casi preveduti dalle disposizioni precedenti, qualora si tratti di delitto commesso a danno delle Comunità
europee, di uno Stato estero o di uno straniero, il colpevole è punito a richiesta del ministro della giustizia, sempre
che l'estradizione di lui non sia stata concessa, ovvero non sia stata accettata dal Governo dello Stato in cui egli ha
commesso il delitto.
Nei casi preveduti dalle disposizioni precedenti, la richiesta del Ministro della giustizia o l’istanza o la
querela della persona offesa non sono necessarie per i delitti previsti dagli articoli 320, 321 e 346-bis.”.
Articolo 10: Delitto comune dello straniero all'estero
“Lo straniero, che, fuori dei casi indicati negli articoli 7 e 8, commette in territorio estero, a danno dello Stato o di
un cittadino, un delitto per il quale la legge italiana stabilisce (…) l'ergastolo, o la reclusione non inferiore nel
minimo a un anno, è punito secondo la legge medesima, sempre che si trovi nel territorio dello Stato, e vi sia richiesta
del ministro della giustizia, ovvero istanza o querela della persona offesa.
Se il delitto è commesso a danno delle Comunità europee, di uno Stato estero o di uno straniero, il colpevole è punito
secondo la legge italiana, a richiesta del ministro della giustizia, sempre che:
1. si trovi nel territorio dello Stato;
2. si tratti di delitto per il quale è stabilita la pena di morte o dell'ergastolo, ovvero della reclusione non inferiore
nel minimo a tre anni;
3. l'estradizione di lui non sia stata concessa, ovvero non sia stata accettata dal Governo dello Stato in cui egli ha
commesso il delitto, o da quello dello Stato a cui egli appartiene.
La richiesta del Ministro della giustizia o l’istanza o la querela della persona offesa non sono necessarie
per i delitti previsti dagli articoli 317, 318, 319, 319-bis, 319-ter, 319-quater, 320, 321, 322 e 322-bis”.
2Così testualmente: Circolare Assonime, in data 19 novembre 2002, n. 68. In dottrina v. anche: Zanalda-Barcellona,
La responsabilità amministrativa delle società ed i modelli organizzativi, Milano, 2002, pag. 12 e ss.; Santi, La
responsabilità delle Società e degli Enti, Milano, 2004, pag. 212 e ss.
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Modello di organizzazione, gestione e
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Modello di organizzazione, gestione e
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3 A norma di quanto disposto dall’art. 8, comma 1, D.Lgs. 1 marzo 2018, n. 21, dal 6 aprile 2018 i richiami alle
disposizioni dell’art. 3, comma 3-bis della Legge 654/1975, ovunque presenti, si intendono riferiti al reato di
“Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa” (art. 604-bis c.p.)
44 Sono considerati transnazionali i reati caratterizzati, oltre dal coinvolgimento di un gruppo criminale
organizzato, dalla presenza di un elemento di internazionalità, che si realizza quando: (i) il reato sia commesso in
più di uno Stato, (ii) ovvero sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale della sua preparazione,
pianificazione, direzione o controllo avvenga in un altro Stato, (iii) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso
sia implicato un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato, (iv) ovvero sia
commesso in uno Stato ma abbia effetti sostanziali in un altro Stato.
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
Per una descrizione dei reati presupposto e delle sanzioni previste dal D. Lgs. 231/01
in caso di loro commissione si rinvia all’Allegato 1.
Nelle ipotesi di commissione, nelle forme del tentativo, dei delitti indicati nel Capo I
del D. Lgs. n. 231/2001 (artt. da 24 a 25- novies), le sanzioni pecuniarie e le sanzioni
interdittive sono ridotte da un terzo alla metà. E, invece, esclusa l’irrogazione di
sanzioni nei casi in cui l’Ente impedisca volontariamente il compimento dell’azione o
la realizzazione dell’evento (art. 26 del D. Lgs. n. 231/01).
L’esclusione di sanzioni si giustifica, in tal caso, in forza dell’interruzione di ogni
rapporto di immedesimazione tra ente e soggetti che assumono di agire in suo nome e
per suo conto. Si tratta di un’ipotesi particolare del c.d. “recesso attivo”, previsto
dall’art. 56, comma 4, c.p.
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controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
Tale previsione costituisce una forma di tutela a favore dei soci di società di persone e
degli associati ad associazioni, scongiurando il rischio che gli stessi possano essere
chiamati a rispondere con il loro patrimonio personale delle obbligazioni derivanti
dalla comminazione all’Ente delle sanzioni pecuniarie.
La disposizione in esame, inoltre, rende manifesto l’intento del Legislatore di
individuare una responsabilità dell’Ente autonoma non solo rispetto a quella
dell’autore del reato, ma anche rispetto ai singoli membri della compagine sociale.
Gli artt. 28-33 del D. Lgs. n. 231/01 regolano l’incidenza delle vicende modificative
connesse a operazioni di trasformazione, fusione, scissione e cessione di azienda sulla
responsabilità dell’Ente.
In merito, il Legislatore ha tenuto conto di due esigenze contrapposte:
da un lato, evitare che tali operazioni possano costituire uno strumento per eludere
agevolmente la responsabilità amministrativa dell’Ente;
dall’altro, non penalizzare interventi di riorganizzazione privi di intenti elusivi.
La Relazione illustrativa al D. Lgs. n. 231/01 afferma che “Il criterio di massima al
riguardo seguito è stato quello di regolare la sorte delle sanzioni pecuniarie
conformemente ai principi dettati dal codice civile in ordine alla generalità degli altri
debiti dell’ente originario, mantenendo, per converso, il collegamento delle sanzioni
interdittive con il ramo di attività nel cui ambito è stato commesso il reato”.
In caso di trasformazione, l’art. 28 del D. Lgs. n. 231/01 prevede (in coerenza con la
natura di tale istituto che implica un semplice mutamento del tipo di Società, senza
determinare l’estinzione del soggetto giuridico originario) che resta ferma la
responsabilità dell’Ente per i reati commessi anteriormente alla data in cui la
trasformazione ha avuto effetto.
In caso di fusione, l’Ente che risulta dalla fusione (anche per incorporazione) risponde
dei reati di cui erano responsabili gli Enti partecipanti alla fusione (art. 29 del D.Lgs n.
231/2001). L’Ente risultante dalla fusione, infatti, assume tutti i diritti e obblighi delle
società partecipanti all’operazione (art. 2504-bis, primo comma, c.c.) e, facendo
proprie le attività aziendali, accorpa, altresì, quelle nel cui ambito sono stati posti in
essere i reati di cui le società partecipanti alla fusione avrebbero dovuto rispondere.
L’art. 30 del D. Lgs. n. 231/01 prevede che, nel caso di scissione parziale, la società
scissa rimane responsabile per i reati commessi anteriormente alla data in cui la
scissione ha avuto effetto.
Gli Enti beneficiari della scissione (sia totale che parziale) sono solidalmente obbligati
al pagamento delle sanzioni pecuniarie dovute dall’Ente scisso per i reati commessi
anteriormente alla data in cui la scissione ha avuto effetto, nel limite del valore effettivo
del patrimonio netto trasferito al singolo Ente.
Tale limite non si applica alle società beneficiarie, alle quali risulta devoluto, anche solo
in parte, il ramo di attività nel cui ambito è stato commesso il reato.
Le sanzioni interdittive relative ai reati commessi anteriormente alla data in cui la
scissione ha avuto effetto si applicano agli Enti cui è rimasto o è stato trasferito, anche
in parte, il ramo di attività nell’ambito del quale il reato è stato commesso.
L’art. 31 del D. Lgs. n. 231/01 prevede disposizioni comuni alla fusione e alla scissione,
concernenti la determinazione delle sanzioni nell’eventualità che tali operazioni
straordinarie siano intervenute prima della conclusione del giudizio.
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Modello di organizzazione, gestione e
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Secondo l’art. 4 del D. Lgs. n. 231/01, l’Ente può essere chiamato a rispondere in Italia
in relazione a reati - contemplati dallo stesso D. Lgs. n. 231/01 - commessi all’estero.
La Relazione illustrativa al D. Lgs. n. 231/01 sottolinea la necessità di non lasciare
sfornita di sanzione una situazione criminologica di frequente verificazione, anche al
fine di evitare facili elusioni dell’intero impianto normativo in oggetto.
I presupposti (previsti dalla norma ovvero desumibili dal complesso del D. Lgs. n.
231/01) su cui si fonda la responsabilità dell’ente per reati commessi all’estero sono:
• il reato deve essere commesso all’estero da un soggetto funzionalmente legato
all’Ente, ai sensi dell’art. 5, comma 1, del D. Lgs. n. 231/01;
• l’Ente deve avere la propria sede principale nel territorio dello Stato italiano;
• l’Ente può rispondere solo nelle ipotesi previste dal D.Lgs. n. 231/01 e della L.
146/06 e nei casi e alle condizioni previste dagli artt. 7, 8, 9, 10 c.p.;
che nei confronti dell’Ente non proceda lo Stato del luogo in cui è stato commesso il
fatto
1.5. Le sanzioni
Nel corso della seconda valutazione il Giudice determina, entro i valori minimi e
massimi predeterminati in relazione agli illeciti sanzionati, il valore di ciascuna quota
(da un minimo di Euro 258,23 ad un massimo di Euro 1.549,37) “sulla base delle
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
1.1.1.1.2
1/2 Riduz 1.1.1.1.1
• Presupposti
L’autore del reato ha commesso il fatto nel prevalente interesse proprio o di terzi e
l’Ente non ne ha ricavato un vantaggio o ne ha ricavato un vantaggio minimo; oppure
(e non può comunque • Il danno patrimoniale cagionato è di particolare tenuità.
essere superiore ad Euro
103.291,38)
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controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
In ogni caso, non si procede all’applicazione delle sanzioni interdittive quando il reato
è stato commesso nel prevalente interesse dell’autore o di terzi e l’Ente ne ha ricavato
un vantaggio minimo o nullo, ovvero il danno patrimoniale cagionato è di particolare
tenuità.
Esclude, altresì, l’applicazione delle sanzioni interdittive il fatto che l’Ente abbia posto
in essere le condotte riparatorie previste dall’art. 17, D. Lgs. n. 231/01 e, più
precisamente, quando concorrono le seguenti condizioni:
➢ “l’ente ha risarcito integralmente il danno e ha eliminato le conseguenze
dannose o pericolose del reato ovvero si è comunque efficacemente adoperato
in tal senso”;
➢ “l’ente ha eliminato le carenze organizzative che hanno determinato il reato
mediante l’adozione e l’attuazione di modelli organizzativi idonei a prevenire
reati della specie di quello verificatosi”;
➢ “l’ente ha messo a disposizione il profitto conseguito ai fini della confisca”.
Le sanzioni interdittive hanno una durata compresa tra tre mesi e due anni e la scelta
della misura da applicare e della sua durata viene effettuata dal Giudice sulla base degli
stessi criteri in precedenza indicati per la commisurazione della sanzione pecuniaria,
“tenendo conto dell’idoneità delle singole sanzioni a prevenire illeciti del tipo di quello
commesso” (art. 14, D. Lgs. n. 231/01).
Il Legislatore si è poi preoccupato di precisare che l’interdizione dell’attività ha natura
residuale rispetto alle altre sanzioni interdittive.
(c) La confisca
Ai sensi dell’art. 19, D. Lgs. n. 231/01 è sempre disposta, con la sentenza di condanna,
la confisca – anche per equivalente – del prezzo (denaro o altra utilità economica data
o promessa per indurre o determinare un altro soggetto a commettere il reato) o del
profitto (utilità economica immediata ricavata) del reato, salvo per la parte che può
essere restituita al danneggiato e fatti salvi i diritti acquisiti dai terzi in buona fede.
La pubblicazione in uno o più giornali della sentenza di condanna, per estratto o per
intero, può essere disposta dal Giudice, unitamente all’affissione nel comune dove
l’Ente ha la sede principale, quando è applicata una sanzione interdittiva. La
pubblicazione è eseguita a cura della Cancelleria del Tribunale a spese dell’Ente.
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
Gli artt. 6 e 7 del D. Lgs. n. 231/01 prevedono forme specifiche di esonero dalla
responsabilità amministrativa dell’Ente per i reati commessi nell’interesse o a
vantaggio dello stesso sia da Soggetti Apicali sia da Soggetti Sottoposti.
In particolare, nel caso di reati commessi da Soggetti Apicali, l’art. 6 prevede l’esonero
qualora l’Ente dimostri che:
a) l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione
del fatto, “modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della
specie di quello verificatosi”;
b) il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli nonché di
proporne l’aggiornamento è stato affidato ad un Organismo di Vigilanza dell’Ente
(l’ “OdV”), dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo;
c) le persone che hanno commesso il reato hanno agito eludendo fraudolentemente i
modelli;
d) non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’OdV.
Per quanto concerne i Soggetti Sottoposti, l’art. 7 prevede l’esonero dalla responsabilità
nel caso in cui l’Ente abbia adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione
del reato, un modello idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi.
Di conseguenza, nel caso di reati commessi da Soggetti Apicali, l’onere della prova
permane in capo all’Ente, mentre, nel caso di reati commessi da Soggetti Sottoposti,
l’esistenza del modello garantisce l’esimente dalla responsabilità, salvo la prova, a
carico dell’autorità procedente, dell’inidoneità dello stesso a prevenire i reati della
specie di quello verificatosi.
Sempre il D. Lgs. n. 231/01 prevede che il modello risponda all’esigenza di:
1. individuare le attività nel cui ambito esiste la possibilità che siano commessi
reati;
2. prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e
l’attuazione delle decisioni dell’Ente in relazione ai reati da prevenire;
3. individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad
impedire la commissione di tali reati;
4. prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’OdV;
5.introdurre un sistema disciplinare interno idoneo a sanzionare il mancato
rispetto delle misure indicate nel modello stesso.
Secondo il D. Lgs. n. 231/01 i modelli possono essere adottati sulla base di codici di
comportamento redatti da associazioni rappresentative di categoria.
Confindustria ha emanato il 7 marzo 2002 apposite Linee Guida, per come
successivamente aggiornate (le “Linee Guida”) il 24 maggio 2004 e, da ultimo, in
ragione del mutato quadro normativo, ulteriormente aggiornate in data 31 marzo 2008
e nel mese di marzo 2014.
Il presente modello tiene conto, oltre che del dettato normativo, anche delle Linee
Guida.
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Modello di organizzazione, gestione e
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SEZIONE II
Burger King Restaurants Italia S.p.A. è stata costituita in data 16 dicembre 2014 ed è
iscritta nel registro delle imprese presso la Camera di Commercio Industria e
Artigianato di Milano (codice fiscale e partita IVA: 08876390967; numero REA: MI -
2054563).
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Modello di organizzazione, gestione e
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b) determinare, in tutti coloro che operano in nome e/o per conto della Società
soprattutto nelle “aree di attività a rischio”, la consapevolezza di poter
incorrere, in caso di violazione delle disposizioni ivi riportate, in un illecito
passibile di sanzioni eventualmente anche penali, e che può comportare altresì
sanzioni in capo alla Società;
Il Modello riconosce inoltre la centralità che riveste sia una capillare, efficace,
autorevole, chiara e dettagliata comunicazione ai Destinatari - anche mediante il sito
intrarnet aziendale - del Modello e degli elementi che lo compongono, sia una costante
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
attività di formazione sul contenuto del Decreto, sulle sue modifiche e applicazioni
giurisprudenziali, nonché sui contenuti del Modello.
La Società, tenuto conto sia della corrente operatività e della propria struttura
organizzativa, sia delle Linee Guida, ha seguito un percorso di elaborazione del
Modello che può essere schematizzato secondo i seguenti punti fondamentali:
Per quanto concerne l’individuazione delle aree a rischio, in conformità alle indicazioni
contenute nel Decreto ed in particolare dell’articolo 6, comma 2, lett. a), secondo cui il
Modello deve “individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati”,
è stata svolta un’accurata analisi delle attività poste in essere dalla Società, al fine di
identificare i processi societari “sensibili” all’interno dei quali è - teoricamente -
possibile la realizzazione di condotte illecite che possono integrare un Reato
Presupposto o di azioni che possono essere funzionali al compimento di condotte
illecite che possono configurare un Reato Presupposto. Tale analisi è stata effettuata
mediante l’esame della documentazione organizzativa esistente e attraverso una serie
di interviste con i responsabili delle funzioni della Società. Sulla base di tale analisi
sono state individuate in particolare:
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
Per una descrizione dei reati, si rinvia all’Allegato1. Per una descrizione delle Aree e
delle Attività sensibili e dei comportamenti attesi si rinvia alle Schede Tecniche.
Per quanto riguarda invece le altre fattispecie di reato presupposto previste dal Decreto
e non incluse nell’elenco sopra riportato, si evidenzia che le stesse sono state valutate
come non rilevanti per la Società in quanto non appare configurabile l’interesse o il
vantaggio della Società rispetto alla commissione di tali fattispecie.
In ogni caso, anche rispetto a tali fattispecie di reato, si evidenzia che svolge un ruolo
fondamentale di controllo e presidio il Codice Etico, parte integrante del presente
Modello.
Tenuto conto dei risultati dell’attività svolta, il management ha ritenuto che sussistano
fondati elementi per escludere la (anche solo teorica) possibilità che vengano
commessi – nell’interesse o a vantaggio della Società – i seguenti Reati Presupposto:
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3. ORGANISMO DI VIGILANZA
Tenuto conto di quanto previsto dal Decreto, l’OdV della Società deve vigilare, con
autonomi poteri di iniziativa e controllo:
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o struttura della Società o del gruppo cui appartiene la Società, fermo restando
che al Consiglio di Amministrazione, al quale compete la responsabilità ultima
del funzionamento (e dell’efficacia) del Modello, spetta il compito di vigilare
sull’adeguatezza dell’attività dell’OdV;
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A garanzia della loro indipendenza, i membri dell’OdV, per tutta la durata dell’incarico,
non dovranno, inoltre:
a) intrattenere, direttamente o indirettamente, con la Società, con le sue
controllate, con gli amministratori esecutivi, con l’azionista o gruppo di azionisti
che controllano la Società, relazioni economiche di rilevanza tale da
condizionarne l’autonomia di giudizio, valutata anche in relazione alla specifica
condizione patrimoniale del soggetto;
b) essere titolari, direttamente o indirettamente, di partecipazioni azionarie di
entità tale da comportare il controllo o un’influenza notevole sulla Società;
c) essere in rapporti familiari con amministratori della Società o con soggetti che si
trovino nelle situazioni indicate nei due punti precedenti;
d) essere, comunque, titolari di interessi in conflitto, anche potenziale, con la
Società tali da pregiudicare la propria indipendenza di giudizio.
L’OdV svolge le sue funzioni in piena autonomia, non operando alle dipendenze di
alcun’altra funzione aziendale, né del Consiglio di Amministrazione, al quale tuttavia
riporta gli esiti delle proprie attività: esso, quindi, agisce in base alle finalità
attribuitegli dal Modello e orienta il proprio concreto operare al perseguimento delle
medesime.
In conformità a quanto previsto dal Decreto, l’OdV esercita i propri poteri di iniziativa
e controllo nei confronti di tutti i settori della Società, compreso il Consiglio di
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Tutti i Destinatari, nonché - nei limiti delle previsioni contrattuali - i Soggetti Terzi
Rilevanti, sono tenuti a prestare la massima collaborazione all’OdV, trasmettendo
tempestivamente, con le modalità da esso stabilite, le informazioni, i dati e i documenti
richiesti e fornendo ogni eventuale ulteriore assistenza richiesta. I Dipendenti, i
Dirigenti e gli Amministratori hanno facoltà di non esibire ai singoli membri dell’OdV
informazioni, dati e/o documenti che, per specifiche esigenze di servizio devono
25
Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
Con periodicità almeno semestrale l’OdV riferisce, mediante apposita relazione scritta,
al Consiglio di Amministrazione, nonché all’Organo di Controllo se nominato, in
ordine alle attività di verifica e controllo compiute e all’esito delle stesse, alle
segnalazioni ricevute, alle sanzioni disciplinari eventualmente irrogate dai soggetti
competenti, nonché alle eventuali proposte concernenti interventi correttivi e
migliorativi del Modello e allo stato di realizzazione degli interventi già intrapresi.
Devono essere in ogni caso oggetto di tempestiva comunicazione per iscritto all’OdV:
• le risultanze periodiche dell’attività di controllo posta in essere dai responsabili
delle funzioni aziendali per dare attuazione al Modello;
• ogni anomalia, atipicità o violazione del Modello eventualmente riscontrata dai
responsabili delle funzioni aziendali nell’ambito delle verifiche condotte
sull’area/funzione di propria competenza;
• le decisioni relative alla eventuale richiesta, erogazione e utilizzo di
finanziamenti pubblici;
• le richieste di assistenza legale inoltrate da Dirigenti e/o da Dipendenti nei
confronti dei quali la magistratura procede per un reato;
• i provvedimenti e/o notizie di interesse per la Società provenienti da organi di
polizia giudiziaria, o da qualsiasi altra autorità, dai quali si evinca lo svolgimento
di indagini, anche nei confronti di ignoti, per un Reato Presupposto;
• le commissioni di inchiesta o relazioni interne dalle quali emergano
responsabilità per la commissione di Reati Presupposto;
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
• gli esiti dei controlli - preventivi e successivi - che sono stati effettuati nel periodo
di riferimento, sugli affidamenti a operatori del mercato, a seguito di gare a
livello nazionale ed europeo, ovvero a trattativa privata;
• gli esiti del monitoraggio e del controllo già effettuato nel periodo di riferimento,
sulle commesse acquisite da enti pubblici o soggetti che svolgano funzioni di
pubblica utilità;
• il sistema delle deleghe e delle procure adottato dalla Società ed ogni modifica
che intervenga sullo stesso;
• ogni richiesta, ricevuta da un componente degli Organi Sociali, da un Dirigente
o da un Dipendente, di denaro o di regalia non giustificata dai normali rapporti
amministrativi.
Gli Organi Sociali sono tenuti a riferire all’Organismo di Vigilanza ogni informazione
rilevante per il rispetto e il funzionamento del Modello. I Dipendenti devono inoltre
riferire ogni informazione relativa a comportamenti costituenti violazioni delle
prescrizioni del Modello o inerenti alla commissione di un Reato Presupposto che può
coinvolgere la Società.
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
prevede che nella maggioranza dei casi, il Responsabile di Funzione sia in grado di
risolvere il problema in modo informale. A tal fine, i Responsabili di Funzione devono
considerare tutte le segnalazioni portate alla loro attenzione in modo serio e completo
e, ove necessario, chiedere pareri all’Organismo di Vigilanza.
Qualora la segnalazione non dia esito o il segnalante si senta a disagio nel presentare
la segnalazione al Responsabile di Funzione, il segnalante può avvalersi dei seguenti
canali :
• Ethics Point,
• Casella vocale,
• Posta elettronica (indirizzo email odv@burgerking.it).
In tal senso, invece, i Soggetti Terzi Rilevanti che vengano a conoscenza di una
violazione o presunta violazione del Modello o del Codice Etico dovranno inviare la
propria segnalazione all’Organismo di Vigilanza della Società mediante mail
all’indirizzo odv@burgerking.it o mediante posta all’indirizzo Assago Milanofiori (MI),
Strada 1 Ed. F4.
Ove possibile e non controindicato, il segnalante deve anche fornire il suo nome e le
informazioni per eventuali contatti. La procedura di segnalazione non anonima deve
essere preferita, in virtù della maggior facilità di accertamento della violazione.
I segnalanti che desiderano restare anonimi devono scegliere l’opzione implementata
nell’apposito canale di comunicazione della Società o utilizzare la posta tradizionale.
In ogni caso, i segnalanti anonimi sono invitati a fornire tutte le informazioni sopra
riportate e, comunque, sufficienti a consentire un'indagine adeguata.
Fermo quanto precede, costituisce giusta causa di rilevazione delle informazioni e/o
notizie coperte da segreto6 aziendale, professionale, scientifico e industriale l’ipotesi in
cui il segnalante rilevi, attraverso le modalità previste dal presente paragrafo, le
6Si fa riferimento in particolare agli obblighi previsti dall’art. 326, 622 e 623 del codice penale e dall’art.
2105 del codice civile.
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
suddette informazioni e/notizie al fine di tutelare l'integrità della Società nonché per
prevenire e reprimere possibili condotte di malversazioni.
Inoltre, chi segnala una violazione del Decreto o del Modello, anche se non costituente
reato, non deve trovarsi in alcun modo in posizione di svantaggio per questa azione,
indipendentemente dal fatto che la sua segnalazione sia poi risultata fondata o meno.
Chi, nella sua qualità di segnalante, ritenga di aver subito atti di ritorsione o
discriminatori, diretti o indiretti, per motivi collegati, direttamente o indirettamente,
alla segnalazione effettuata dovrà segnalare l’abuso all’Organismo di Vigilanza.
La violazione delle prescrizioni del presente paragrafo comporta, a seconda dei casi,
l’irrogazione delle sanzioni disciplinari e/o l’applicazione delle altre misure previste al
paragrafo 5.7.
In ogni caso, chi effettua con dolo o colpa grave una segnalazione che risulti essere
infondata non avrà diritto alle tutele offerte dal sistema qui descritto e sarà soggetto, a
seconda dei casi, alle sanzioni disciplinari e/o alle altre misure previste al paragrafo
5.7.
Nel caso in cui l’Organismo di Vigilanza riceva una segnalazione nei termini descritti
ai paragrafi precedenti, fermo restando il rispetto delle misure identificate al paragrafo
3.5.3, e nel Protocollo N.11 l’OdV, inoltre, deve:
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
➢ redigere apposito verbale, sia nel caso in cui la segnalazione risulti infondata,
sia nel caso in cui la segnalazione risulti fondata;
➢ garantire, ove richiesto, l’archiviazione del fascicolo, che conterrà i documenti
acquisiti ed il verbale redatto.
Laddove, nell’esercizio delle proprie funzioni, abbia notizia di atti o fatti in corso di
esecuzione che, se portati a compimento, potrebbero determinare la (o contribuire
alla) commissione di un Reato Presupposto, l’OdV ha il dovere di informare
immediatamente il presidente del Consiglio di Amministrazione e, se nominato,
l’Organo di Controllo, nonché la funzione aziendale immediatamente sovraordinata a
quella responsabile dell’atto o fatto in corso di compimento, affinché tali soggetti,
nell’esercizio delle rispettive funzioni e poteri, intervengano al fine di prevenire la
commissione del Reato Presupposto.
Nei casi di massima urgenza, in cui non risulti possibile richiedere l’intervento
inibitorio dei predetti organi o delle predette funzioni, l’Organismo di Vigilanza è
direttamente investito del potere di ordinare la cessazione dell’attività criminosa. Tale
ordine prevale su qualsiasi altra disposizione difforme eventualmente emanata dalla
funzione aziendale sovraordinata a quella destinataria dell’ordine inibitorio.
Immediatamente dopo l’adozione di provvedimenti inibitori, l’Organismo di Vigilanza
deve invitare il Consiglio di Amministrazione ad adottare ogni opportuna misura, dopo
averlo informato circa i provvedimenti adottati ed ogni altra circostanza del caso.
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
Con riferimento alla salute e sicurezza dei lavoratori, deve essere assicurato il
coinvolgimento dei Dipendenti nelle decisioni più rilevanti, attraverso:
• la consultazione preventiva del RLS, ove presente, e del medico competente, ove
previsto, in merito alla individuazione e valutazione dei rischi e alla definizione
delle misure preventive;
• riunioni periodiche che tengano conto non solo delle richieste fissate dalla
legislazione vigente, ma anche delle segnalazioni ricevute dai lavoratori e delle
esigenze o problematiche operative riscontrate.
4.1.3 Formazione
È obiettivo della Società garantire una corretta conoscenza, sia da parte del personale
già presente in Società sia da parte dei neoassunti, del contenuto del Decreto e delle
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
L’irrogazione delle sanzioni disciplinari avviene nel rispetto delle procedure previste
dall’articolo 7 della L. 30 maggio 1970 n. 300 (lo “Statuto dei lavoratori”), dal
codice disciplinare interno e da eventuali normative speciali applicabili. Il Modello e il
Codice etico, comprensivi del codice disciplinare, dovranno quindi essere esposti
“mediante affissione in luogo accessibile a tutti”.
Resta inoltre fermo e s’intende qui integralmente richiamato, l’obbligo della Società di
preventiva contestazione, in forma scritta, dell’addebito al lavoratore al fine di
consentire allo stesso di approntare idonea difesa e di fornire le relative giustificazioni,
nonché ai fini della rilevanza della recidiva, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 7 dello
Statuto dei lavoratori e della contrattazione collettiva nazionale e aziendale applicata.
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
Le condotte dei Dipendenti non conformi alle norme comportamentali previste dal
Modello, e quindi anche dal Codice Etico, costituiscono illeciti disciplinari e, in quanto
tali, sono sanzionate.
Le sanzioni disciplinari nei confronti dei Dipendenti devono essere distinte con
riferimento ai CCNL applicati dalla Società.
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
CCNL Turismo
Si prevede che l’inosservanza da parte dei Dipendenti delle disposizioni contenute nel
CCNL Turismo può dare luogo, secondo la gravità dell’infrazione, all’applicazione dei
seguenti provvedimenti:
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
CCNL Terziario
Si prevede che l’inosservanza da parte dei Dipendenti delle disposizioni contenute nel
CCNL Terziario può dare luogo, secondo la gravità dell’infrazione, all’applicazione dei
seguenti provvedimenti:
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
non integrare, comunque, una condotta di reato; o (ii) reiteri colposamente, per più
di due volte, un’infrazione al Modello già sanzionata con la multa).
Le sanzioni disciplinari vengono applicate non solo in relazione alla gravità delle
infrazioni, ma anche in considerazione di eventuali ripetizioni delle stesse; quindi le
infrazioni, se ripetute più volte, danno luogo a sanzioni disciplinari di peso crescente,
fino alla eventuale risoluzione del rapporto di lavoro.
▪ commetta reiterate e gravi violazioni delle disposizioni del Modello, ivi comprese
le disposizioni del Codice Etico;
▪ ometta la vigilanza sul comportamento del personale operante all’interno della
propria sfera di responsabilità al fine di verificare le loro azioni nell’ambito delle
aree a rischio reato e, comunque, nello svolgimento di attività strumentali a
processi operativi a rischio reato;
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
Resta in ogni caso salvo il diritto della Società di richiedere il risarcimento del maggior
danno subito a causa del comportamento del Dirigente.
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
Resta salvo in ogni caso il diritto della Società di agire per il risarcimento del maggior
danno subito a causa del comportamento dell’Amministratore o dell’Organo di
Controllo (o di un singolo componente del medesimo Organo di Controllo).
Nei casi in cui l’Organismo di Vigilanza, per negligenza ovvero imperizia, non abbia
saputo individuare, e conseguentemente eliminare, violazioni del Modello e, nei casi
più gravi, perpetrazione di uno dei Reati Presupposto, il Consiglio di Amministrazione
dovrà tempestivamente informare l’Organo di Controllo, se nominato.
Resta salvo in ogni caso il diritto della Società ad agire per il risarcimento del maggior
danno subito a causa del comportamento dell’Organismo di Vigilanza.
Ogni violazione da parte dei Soggetti Terzi Rilevanti delle Procedure, ovvero
commissione di uno dei Reati Presupposto, sarò sanzionata secondo quanto previsto
nelle specifiche clausole contrattuali inserite nei relativi contratti. A tal fine, nella
negoziazione avente a oggetto il contenuto di tali contratti, coloro che rappresentano
la Società nelle negoziazioni compiranno ogni ragionevole sforzo affinché siano
introdotte disposizioni che prevedano l’impegno da parte dei Soggetti Terzi Rilevanti
di osservare le Procedure, nonché una clausola risolutiva espressa che preveda la
possibilità da parte della Società di risolvere il contratto nel caso di violazione
dell’impegno a rispettare le disposizioni del Modello, fermo restando il diritto della
Società ad agire per il risarcimento del maggior danno subito a causa del
comportamento.
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
In ogni caso, tale attività di aggiornamento sarà precipuamente volta a garantire nel
continuo l’adeguatezza e l’idoneità del Modello, valutate rispetto alla funzione
preventiva di commissione di uno dei Reati Presupposto.
Resta fermo in capo all’Organismo di Vigilanza, secondo quanto previsto dal Decreto e
dal precedente paragrafo 3, il compito di curare l’aggiornamento del Modello,
proponendo al Consiglio ogni intervento ritenuto utile, laddove il medesimo OdV
riscontri esigenze di adeguamento e/o integrazione dello stesso in relazione a mutate
condizioni aziendali e/o normative, nonché in conseguenza dell’accertamento di
violazioni.
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001
PARTE SPECIALE
7. PROTOCOLLI
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PT 1
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
INDICE
1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
5.1 ADEMPIMENTI CONNESSI ALL’ATTIVITÀ AZIENDALE..............................................................................................2
5.2 VISITE ISPETTIVE...................................................................................................................................................................................4
5.2.1 VISITE ISPETTIVE PRESSO LA SEDE ..................................................................................... 4
5.2.2 VISITE ISPETTIVE PRESSO I RISTORANTI ........................................................................... 5
5.2.3 VISITE ISPETTIVE PRESSO I CANTIERI ................................................................................ 5
5.3 OMAGGI........................................................................................................................................................................................................6
5.4 LIBERALITÀ / SPONSORIZZAZIONI...........................................................................................................................................6
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 6
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 8
Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data del documento 30/05/2019
PT 1
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A. di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione dei rapporti con soggetti appartenenti alla
Pubblica Amministrazione e con Autorità di Vigilanza.
2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.
3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, nella gestione dei
rapporti con la Pubblica Amministrazione per quanto attiene:
a. adempimenti connessi all’attività aziendale;
b. visite ispettive;
c. gestione degli omaggi e delle liberalità / sponsorizzazioni.
4 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
La Funzione Responsabile per l’applicazione del presente Protocollo è il General Manager che si avvale
del supporto operativo di Legal.
5 MODALITÀ OPERATIVE
I rapporti con la Pubblica Amministrazione devono essere gestiti dalle Funzioni aziendali in conformità
al mansionario, nonché al sistema delle deleghe e delle procure tempo per tempo in vigore («Funzione
Interessata»).
Tali soggetti hanno tra l’altro la responsabilità di valutare / verificare gli impatti operativi derivanti da
variazioni ed integrazioni alle normative di legge che disciplinano tali rapporti, con l’obbligo di fornire a
tutti i propri collaboratori coinvolti nei rapporti con la Pubblica Amministrazione adeguata informativa,
nonché eventuali nuove indicazioni operative per meglio rispondere ai requisiti di legge in termini di
adempimenti e comunicazioni ufficiali.
La Funzione Interessata è responsabile:
- delle attività di raccolta delle informazioni necessarie all’adempimento e/o alla comunicazione verso
l’Ente Pubblico;
- della verifica della correttezza e completezza della documentazione predisposta dal personale
operativo;
- del successivo invio all’Ente Pubblico, nei termini di legge previsti.
PT 1
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
Al verificarsi di eventi straordinari ossia di criticità non risolvibili nell’ambito dell’ordinaria gestione dei
rapporti con la Pubblica Amministrazione 1 i Destinatari devono immediatamente segnalare la situazione
al General Manager per le azioni del caso.
Tutta la documentazione deve essere sottoscritta, nei limiti dei poteri attribuiti, dai soggetti che hanno la
rappresentanza della Società (General Manager, amministratori o altri procuratori della Società) sulla
base del sistema delle deleghe e delle procure tempo per tempo in vigore.
Con riferimento alla stipula di accordi o contratti, non vi deve essere identità soggettiva tra il soggetto che
procede alle negoziazioni nei limiti assegnati ed il soggetto che approva definitivamente l’accordo,
apponendovi la propria sottoscrizione.
La definizione di ogni accordo deve essere sottoposta a verifica da parte di Legal.
Fatto salvo quanto previsto al successivo punto 5.2 per le Visite Ispettive, nel caso di incontri con dirigenti,
dipendenti, funzionari o rappresentanti della P.A. la Funzione Interessata deve:
- tenere traccia scritta dell’incontro, mediante apposito verbale sottoscritto da coloro, ivi compresi
eventuali soggetti terzi, che hanno partecipato all’incontro per conto della Società nei casi in cui ci
siano rapporti rilevanti (ad esempio, la definizione di trattative/negoziazioni con la Pubblica
Amministrazione, la richiesta di licenze o autorizzazioni) o, comunque, individuati in via generale
dall’Organismo di Vigilanza. Il verbale, salvo quanto più dettagliatamente definito dall’Organismo di
Vigilanza deve contenere almeno i seguenti elementi:
o la descrizione dell’operazione, con l’evidenziazione, sia pure a titolo indicativo, del valore
economico della stessa ove applicabile;
o la P.A. che ha competenza sulla procedura oggetto dell’operazione;
o il nome di eventuali Dipendenti nominati dal Responsabile della Funzione Interessata a cui -
ferma restando la responsabilità di quest’ultimo e laddove possibile - vengano sub-delegate
alcune funzioni o compiti nell’ambito dell’operazione;
o il nome di eventuali Consulenti incaricati;
o il rendiconto analitico di ogni movimento di denaro effettuato nell’ambito della procedura
stessa, o comunque a essa riconducibile;
- archiviare e conservare, in conformità con le procedure della Società, tutta la documentazione
prodotta nell’ambito (o in vista) dell’incontro.
Ciascun responsabile di Funzione deve archiviare e conservare (in copia, laddove l’originale deve essere
trasmesso ad altra Funzione aziendale o a terzi), in conformità con le procedure della Società, la
documentazione predisposta nell’ambito di attività che vede coinvolta la Pubblica Amministrazione,
anche nel caso di trasmissione a quest’ultima di atti o documenti, anche in via telematica o elettronica,
sulla base delle procedure adottate dalla Società o comunque con modalità tali da impedire la modifica
successiva, se non con apposita evidenza, al fine di permettere la corretta tracciabilità dell’intero processo
(comprese le eventuali variazioni contrattuali concordate con la PA) e di agevolare eventuali controlli
successivi. Tra questa, a mero titolo esemplificativo:
- documentazione relativa a licenze, autorizzazioni, …;
- atti, verbali, bilanci, moduli, dichiarazioni, … relativi alla gestione degli affari legali, fiscali e societari
oppure alla gestione amministrativa, previdenziale ed assicurativa del personale;
- atti del contenzioso in materia civile, penale, amministrativa, …
1 In caso di dubbi i Destinatari possono chiedere chiarimenti a Legal ed eventualmente all’Organismo di Vigilanza
PT 1
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
Con periodicità annuale e/o su richiesta dell’Organismo di Vigilanza la Funzione Interessata deve
trasmettere a quest’ultimo, ove applicabile, una sintesi riepilogativa dei rapporti rilevanti intrattenuti
con la Pubblica Amministrazione.
Nel caso di pagamenti a Enti della Pubblica Amministrazione si rimanda a quanto indicato nel Protocollo
PT2 Gestione dei flussi finanziari e monetari.
Sono sottoposte alle regole del Protocollo – per gli aspetti compatibili – anche le procedure e le attività
dirette all’invio di dati in via telematica alla Pubblica Amministrazione per le quali si rimanda al Protocollo
PT10 Gestione ed utilizzo dei sistemi informativi.
Alle verifiche ispettive devono partecipare i soggetti a ciò espressamente delegati (il «Referente per la
Visita Ispettiva» o anche solo il «Referente»).
Il front desk deve conservare una lista nella quale siano riportati i seguenti elementi:
- elenco delle persone da contattare nel momento in cui viene notificata una visita ispettiva;
- indicazione delle diverse responsabilità in base alla tipologia di ispezione subita dalla Società sulla
base di quanto definito nel rispettivo mansionario.
contenuti degli stessi siano chiari ed attuabili e che i termini stabiliti dall’Ispettore siano congrui in
relazione agli interventi da attuare.
In caso di prescrizioni ritenute non idonee sotto qualsiasi profilo, il Referente per la Visita Ispettiva valuta
l’opportunità di fare inserire a verbale osservazioni e/o la riserva di successivo invio di osservazioni e/o
documentazione.
Al termine dell’accertamento il General Manager o un altro soggetto delegato della Società dotato dei
relativi poteri, sottoscrive il verbale predisposto dal Funzionario Pubblico.
Fermo restando l’obbligo del Referente per la Visita Ispettiva di informare immediatamente per iscritto
l’Organismo di Vigilanza in merito a qualsiasi criticità emersa nel corso della visita ispettiva, al termine
della visita ispettiva il Referente è tenuto a predisporre entro 3 giorni lavorativi dalla chiusura
dell’ispezione una relazione interna che riporti almeno le seguenti informazioni:
- giorni e luogo in cui si è tenuta la visita ispettiva;
- ente ispettore/nominativo dell’ispettore che hanno partecipato alla visita ispettiva;
- funzioni coinvolte e personale della Società che ha preso parte alla visita ispettiva;
- eventuali soggetti terzi (ad esempio, avvocati) che hanno preso parte alla visita ispettiva;
- locali/oggetti/documenti esaminati nel corso della visita ispettiva;
- oggetti/documenti visionati/fotocopiati/sequestrati;
- eventuali rilievi emersi;
- eventuali documenti allegati.
Nel caso in cui la verifica ispettiva non sia stata gestita da un Responsabile di Funzione questi dovrà:
- firmare il verbale;
- relazionare al proprio diretto superiore in ordine gerarchico e trasmettere l’eventuale
documentazione ricevuta.
5.3 OMAGGI
Omaggi o cortesie (laddove ammessi dalla legge) nei confronti di Soggetti Terzi, in particolare se
rappresentanti di istituzioni pubbliche, dovranno essere di modico valore2 e appropriati e, comunque, tali
da non poter essere interpretati come finalizzati ad acquisire o a cercare di acquisire indebiti vantaggi per
la Società.
La Funzione Accounting predispone, aggiorna periodicamente e conserva, ai fini del Protocollo, un elenco
degli omaggi effettuati e dei beneficiari riportante il controvalore degli stessi.
Con periodicità annuale e/o su richiesta dell’Organismo di Vigilanza la Funzione Accounting deve
trasmettere a quest’ultimo una sintesi riepilogativa degli omaggi effettuati nell’anno solare precedente,
con indicazione del relativo controvalore e del beneficiario.
Il General Manager, d’accordo con il Consiglio di Amministrazione, individua l’Ente a cui elargire la
liberalità / sponsorizzazione sulla base dei seguenti elementi di valutazione:
- l’eticità dell’iniziativa legata alla liberalità sponsorizzazione;
- il controvalore della liberalità / sponsorizzazione;
- l’Ente destinatario (in particolare se si tratta di Ente Pubblico o se la stessa è riferibile ad un
funzionario pubblico) e la motivazione della scelta.
Finance deve:
- conservare l’autorizzazione relativa all’Ente prescelto;
- elaborare annualmente un report di tutte le liberalità / sponsorizzazioni effettuate;
Nel caso di liberalità / sponsorizzazioni a favore di Enti Pubblici dovranno essere di modico valore e
appropriate e, comunque, tali da non poter essere interpretate come finalizzate ad acquisire o a cercare di
acquisire indebiti vantaggi per la Società.
6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nella gestione dei rapporti e degli adempimenti con la Pubblica
Amministrazione sono tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le previsioni di legge
esistenti in materia, con particolare riferimento alla normativa vigente sulla Privacy, nonché le norme
comportamentali richiamate nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Improntare i rapporti con i funzionari Non porre in essere, collaborare o dare causa
pubblici alla massima trasparenza, alla realizzazione di comportamenti tali che,
collaborazione, disponibilità e nel pieno presi individualmente o collettivamente,
rispetto del ruolo istituzionale e delle integrino anche solo potenzialmente,
previsioni di legge esistenti in materia, dando direttamente o indirettamente, un Reato.
puntuale e sollecita esecuzione alle Non effettuare elargizioni in denaro a pubblici
prescrizioni ed agli adempimenti richiesti. ufficiali o incaricati di pubblico servizio italiani
o stranieri.
2Non superiore, in via orientativa, a 150 Euro, anche sotto forma di sconto, come meglio individuato nel DPR 62 del 16.4.2013
“Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 165” e s.m.i.
PT 1
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
una persona convivente, parente o affine entro il quarto grado dello stesso, occorre prevedere specifici
controlli e flussi informativi agli organi di controllo e all’OdV.
- Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a
segnalare all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto
alle norme comportamentali e alle modalità esecutive disciplinate nel Protocollo.
-
PT 2
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
INDICE
1 DEFINIZIONI .................................................................................................... 2
2 SCOPO ............................................................................................................... 2
3 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
4 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
5 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
6 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
6.1 GESTIONE DEI CONTI CORRENTI..............................................................................................................................................2
6.2 GESTIONE INCASSI E PAGAMENTI............................................................................................................................................3
6.3 GESTIONE INCASSI E PAGAMENTI NEI RISTORANTI..................................................................................................4
6.4 NOTE SPESE...............................................................................................................................................................................................4
6.5 GESTIONE DEI RAPPORTI FINANZIARI CON PARTI CORRELATE.......................................................................4
7 PRINCIPI GENERALI DI COMPORTAMENTO .................................................. 4
8 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 6
Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data del documento 30/05/2019
PT 2
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
1 DEFINIZIONI
Flussi finanziari e monetari: si intendono le operazioni che comportano movimentazioni di contante, di
altri mezzi di pagamento (ex. assegni) o dei conti correnti bancari o postali della Società e in particolare:
- incassi:
o incassi diretti da ristoranti;
o fondo pubblicitario nazionale.
- pagamenti di:
o fatture passive / parcelle;
o stipendi e contributi;
o imposte e tributi;
o rimborsi spese dipendenti;
o spese diverse di gestione.
2 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A.., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione dei flussi finanziari e monetari.
3 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.
4 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, nella gestione dei flussi
finanziari e monetari.
5 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
La responsabilità funzionale è assegnata a Finance.
6 MODALITÀ OPERATIVE
I rapporti con banche, istituti di moneta elettronica e istituti di pagamento (di seguito i “Prestatori di
Servizi di Pagamento”) sono gestiti, sulla base e nei limiti dei poteri riconosciuti dallo Statuto, delle
decisioni del Consiglio di Amministrazione o delle deleghe ricevute, dal General Manager che si occupa
anche di:
a) selezionare i Prestatori di Servizi di Pagamento di cui la Società si intende avvalere, valutando, tra
l’altro, le condizioni praticate dagli stessi e l’autorizzazione ad operare in Italia;
PT 2
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
Nel caso di pagamenti a Enti della Pubblica Amministrazione, fermo restando il rispetto delle disposizioni
tempo per tempo vigenti e se non diversamente richiesto, gli stessi devono essere effettuati su conto
corrente bancario o postale.
La Società prevede come principale modalità di incasso il pagamento in contanti (in alternativa sono
utilizzati ticket restaurant, o carte di credito/bancomat).
Per le attività operative si rimanda alla apposita Policy “Cassa”.
I ristoranti devono essere dotati di rilevatori di banconote false e gli addetti hanno l’obbligo verificare con
il rilevatore le banconote di valore pari o superiore a € 20,00.
Nella gestione delle Note Spese i Destinatari devono attenersi a quanto di seguito riportato:
- per l’erogazione di anticipi / dotazioni e, in generale per gli aspetti operativi, si rimanda alla apposita
Policy “Nota spesa”;
- il rimborso delle spese sostenute deve essere richiesto mediante la compilazione del Modulo Note
Spese e presentazione del relativo giustificativo, mediante utilizzo di apposita applicazione
informatica;
- sul giustificativo delle spese di rappresentanza deve essere indicato il nominativo del
beneficiario/funzione aziendale/azienda;
- il dipendente / collaboratore che redige la nota spese deve sottoscrivere il modulo, commentare i
giustificativi di spesa, creare il report “nota spese”, inviare il report per farlo autorizzare dal proprio
Responsabile Gerarchico;
- il modulo autorizzato dal Responsabile viene trasmesso, sempre mediante applicazione informatica,
alla Funzione Accounting;
- la Funzione Accounting verifica:
o la presenza delle necessarie autorizzazioni;
o la completezza, l’inerenza, la coerenza e l’adeguatezza dei giustificativi e degli importi indicati sul
modulo Note Spese;
o i giustificativi sotto il profilo dei requisiti formali e di deducibilità fiscale;
- la Funzione Accounting provvede alla contabilizzazione delle spese e alla comunicazione all’ufficio
paghe degli importi da liquidare nel cedolino mensile
La Funzione Finance è responsabile, previa verifica degli importi, del pagamento mensile alla Controllante
e/o ad altre Società del Gruppo delle royalties e adfund sulla base delle informazioni recepite in
automatico dal sistema.
Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità operative disciplinate nel Protocollo.
Il Responsabile Finance è tenuto a segnalare tempestivamente all’OdV qualsiasi cambiamento delle
modalità di gestione delle risorse finanziarie sopra descritte.
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
INDICE
1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
5.1 TENUTA DELLA CONTABILITÀ GENERALE........................................................................................................................2
5.2 SCHEDULING DELLE ATTIVITÀ DI CHIUSURA ................................................................................................................3
5.3 RICEVIMENTO DI INFORMAZIONI CONTABILI DALLE ALTRE FUNZIONI AZIENDALI.......................3
5.4 REGISTRAZIONI CONTABILI DI CHIUSURA........................................................................................................................3
5.5 PREDISPOSIZIONE DEL BILANCIO CIVILISTICO..............................................................................................................4
5.6 TRASMISSIONI DATI ALLA CAPO GRUPPO..........................................................................................................................5
5.7 DICHIARAZIONI FISCALI..................................................................................................................................................................5
5.8 COMUNICAZIONI, DEPOSITI ED ISCRIZIONI......................................................................................................................5
5.9 RAPPORTI CON LA SOCIETÀ DI REVISIONE E CON I SOCI.........................................................................................6
5.10 ARCHIVIAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE.................................................................................................................6
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 6
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 7
Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data de documento 30/05/2019
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione della contabilità e del bilancio della Società,
nonché nei rapporti con la Società di Revisione.
2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.
3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni aziendali della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, nella raccolta
ed elaborazione delle informazioni contabili e necessarie per la corretta e completa tenuta della contabilità
e nella predisposizione del bilancio d’esercizio e delle relazioni infrannuali, nonché nella gestione dei
rapporti con la Società di Revisione.
4 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
La responsabilità funzionale è assegnata al Responsabile Finance, con il supporto della Funzione
Accounting.
5 MODALITÀ OPERATIVE
In tempo utile e comunque entro la fine del mese successivo alla chiusura dell’esercizio, il Responsabile
Finance predispone per iscritto, anche con modalità elettronica, il calendario previsto per l’approvazione
del bilancio d’esercizio.
Le Funzioni eventualmente coinvolte devono inviare per iscritto anche con modalità elettronica, nei tempi
comunicati dal Responsabile Finance, le informazioni di competenza necessarie per la redazione delle
bozze del bilancio di esercizio e della relazione sulla gestione, attestando, ove possibile, la completezza e
la veridicità delle informazioni, o indicando i soggetti che possano fornire tale attestazione e/o indicando
i documenti o le fonti originarie dalle quali sono tratte ed elaborate le informazioni trasmesse, (ove
possibile allegandone copia).
Finance deve, inoltre, adottare un manuale contabile o in alternativa delle procedure contabili,
costantemente aggiornati, ove siano indicati con chiarezza i dati e le notizie che ciascuna Funzione deve
fornire nonché i criteri contabili per l’elaborazione dei dati e la tempistica per la loro trasmissione alle
Funzioni responsabili.
Il Responsabile Finance, con il supporto della Funzione Accounting e degli eventuali consulenti esterni di
cui la Società si avvale, provvede alla verifica circa la completezza dei dati in suo possesso e/o contenuti
nelle informazioni trasmesse e tracciate dalle altre Funzioni aziendali e procede a inserire in contabilità
tutte le scritture di assestamento e rettifica necessarie quali, a titolo meramente esemplificativo:
- fatture da emettere e da ricevere;
- interessi attivi e passivi;
- ratei e risconti;
- fondi e altri eventuali stanziamenti;
- imposte;
- …
In particolare, le scritture di rettifica conseguenti l’attività estimativa devono essere supportate da
documenti dai quali sia possibile desumere i criteri adottati ed analiticamente lo sviluppo dei relativi
calcoli, nonché le verifiche effettuate.
Tali scritture sono soggette ai seguenti controlli:
- analisi relativa alla congruità della quota stanziata a fondo rischi a fronte della verifica di cause e
contenziosi in corso;
- analisi dei mastri e degli scostamenti/saldi nonché quadratura automatica tra sezionali e contabilità
generale;
- analisi per eccezioni (ossia delle voci che dall’analisi di cui sopra non sono state riconciliate);
- verifica della recuperabilità delle imposte anticipate;
- verifica delle variazioni fiscali in aumento o in diminuzione del reddito imponibile, calcolo delle
imposte dell’esercizio e stanziamento del relativo debito;
- verifica analitica di sopravvenienze ed oneri/proventi straordinari;
- verifica della recuperabilità dell’avviamento e dei costi capitalizzati;
- verifica in ordine alla sussistenza o meno dei presupposti per procedere alla svalutazione di beni della
Società;
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
Il Responsabile Finance:
- deve assicurare che la valutazione delle poste di bilancio sia effettuata secondo i principi contabili che
devono essere applicati e le normative di riferimento;
- con il supporto della Funzione Accounting e di un Consulente esterno, è responsabile
dell’elaborazione della bozza di bilancio civilistico della Società secondo i principi di redazione
enunciati dal Codice Civile (chiarezza dell’informazione, correttezza e veridicità della
rappresentazione della situazione complessiva aziendale) integrati dai principi contabili e dalle altre
normative applicabili.
La bozza di bilancio viene consegnata al General Manager e agli altri membri del Consiglio di
Amministrazione almeno 5 giorni prima della riunione nel corso della quale il progetto di bilancio
dovrebbe essere approvato.
Al Consiglio di Amministrazione devono, in generale, essere trasmessi con congruo anticipo tutti i
documenti necessari per una decisione informata sugli argomenti posti all’ordine del giorno del Consiglio
stesso.
Il Consiglio di Amministrazione approva il progetto di bilancio.
Prima della presentazione all’Assemblea degli Azionisti, con le modalità e nei termini previsti dalle
normative vigenti, il progetto di bilancio approvato dal Consiglio di Amministrazione deve essere
sottoposto a verifica da parte della Società di Revisione.
Il bilancio di esercizio, corredato dalla relazione sulla gestione quando previsto dalla legge, è approvato
dall’Assemblea degli Azionisti, preso atto della relazione della Società di Revisione.
Copia del bilancio approvato, corredato dalla relazione sulla gestione, dalla relazione della Società di
Revisione, dal verbale di approvazione dell’Assemblea degli Azionisti, deve essere depositato presso
l’Ufficio del Registro delle Imprese, nei modi e nei tempi previsti dalle normative vigenti.
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
Il Responsabile Finance trasmette all’Organismo di Vigilanza, con cadenza annuale e/o su richiesta
di quest’ultimo copia del Bilancio approvato
Il Responsabile Finance è responsabile della trasmissione alla Capo Gruppo di tutti i dati e le informazioni
di analisi e di dettaglio oggetto del reporting package predisposto per il bilancio di Gruppo.
Il Responsabile Finance, con il supporto della Funzione Accounting, gestisce i registri fiscali, compila le
dichiarazioni fiscali e gli altri atti previsti dalle disposizioni di legge tributarie sulla base dei report forniti
dal sistema, della consulenza di professionisti esterni e sulla base dei dati di bilancio tra cui i principali
sono:
- Dichiarazione dei redditi ai fini IRES
- Dichiarazione IRAP
- Dichiarazione Annuale IVA
- Dichiarazione sostituti d’Imposta (Mod. 770)
- Registro IVA mensile
- Imposta bollo
- IMU e altri tributi locali
- Libro Giornale Bollato
- Libro cespiti
- Libro inventari
- …
Il Responsabile Finance, con il supporto della Funzione Accounting ed eventualmente dei professionisti
esterni di cui la Società si avvale, deve garantire:
- la conformità alle normative tributarie vigenti delle dichiarazioni fiscali presentate alle autorità
competenti (Ministero delle Finanze, Ufficio delle Entrate, Guardia di Finanza, Comune, Regione);
- piena collaborazione con gli organi di vigilanza e di controllo interni ed esterni, assicurando la
veridicità e la completezza delle informazioni fornite e agevolando l’accesso ai dati ed alla
documentazione richiesta.
Il Responsabile Finance, con il supporto della Funzione Accounting e del Legal per i rispettivi ambiti di
competenza e dei professionisti esterni di cui la Società si avvale:
- effettua tutte le comunicazioni, i depositi e le iscrizioni previsti dal Codice Civile presso l’Ufficio del
Registro delle Imprese nella cui circoscrizione ha sede legale le Società, secondo i tempi e le modalità
indicate dalle normative vigenti1;
1L’omissione di tali adempimenti può determinare conseguenze pregiudizievoli per le Società diverse secondo il tipo di atto per il
quale l’adempimento è richiesto. Ad esempio, per taluni atti, per i quali è richiesta per legge l’iscrizione nel Registro delle Imprese,
e che non sono stati iscritti, non è riconosciuta alcuna validità nei confronti dei terzi che entrano in contatto con la Società.
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
- garantisce la veridicità e la completezza delle informazioni fornite all’Ufficio del Registro delle
Imprese;
- fornisce eventuali informazioni supplementari richieste dall’Ufficio del Registro al fine di completare
o rettificare la domanda di iscrizione o adempiere gli eventuali obblighi di iscrizione sollecitati
dall’Ufficio del Registro nei tempi indicati;
- verifica che in tutti gli atti ufficiali prodotti dalle Società sia sempre indicato, laddove necessario,
l’Ufficio del Registro delle Imprese presso il quale è stata effettuata l’iscrizione della Società stessa;
- verifica la veridicità e completezza dei dati che risultano dal certificato camerale per gli usi consentiti.
Nei rapporti con la Società di Revisione e con i Soci, il Responsabile Finance o un soggetto dallo stesso
delegato deve rendere disponibili i dati ed i documenti richiesti in modo puntuale, oggettivo ed esaustivo
in modo da fornire informazioni accurate, complete, fedeli e veritiere evitando e, comunque, segnalando
nella forma e nei modi idonei, eventuali situazioni di conflitto di interesse.
Il Responsabile Finance, con il supporto della Funzione Accounting, archivia i bilanci e la documentazione
correlata rilevante ai fini civilistici ai fini fiscali in coerenza con la legislazione e la normativa civilistico e
fiscale .
6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nella gestione della contabilità e bilancio e dei rapporti con la
Società di Revisione, ivi incluse le attività di controllo e monitoraggio, sono tenuti ad osservare le modalità
esposte nel Protocollo, le previsioni di legge esistenti in materia, con particolare riferimento alla
normativa vigente sulla Privacy, nonché le norme comportamentali richiamate nel Codice Etico
improntate a principi di trasparenza, accuratezza e completezza delle informazioni contabili.
Area del fare Area del NON fare
Registrare correttamente ogni operazione Non alterare i dati e le informazioni finalizzate
debitamente autorizzata, affinché sia alla formazione del bilancio e delle altre
verificabile, legittima, coerente e congrua. comunicazioni sociali.
Predisporre situazioni economiche, Non utilizzare o comunicare ad altri, senza
patrimoniali e finanziarie veritiere, corrette e giustificato motivo, le informazioni riservate
tempestive. cui si ha accesso.
Tenere un comportamento corretto, Nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre
trasparente e collaborativo, nel rispetto delle comunicazioni sociali dirette ai Soci o al
norme di legge, delle procedure aziendali Pubblico, previste dalla legge, non esporre fatti
interne e dei principi generalmente materiali rilevanti non rispondenti al vero
riconosciuti di tenuta della contabilità, in tutte ovvero non omettere fatti materiali rilevanti la
le attività finalizzate alla tenuta della cui comunicazione è imposta dalla legge sulla
contabilità ed alla formazione del bilancio (e situazione economica, patrimoniale o
delle altre comunicazioni sociali), al fine di finanziaria della Società o del Gruppo.
fornire ai soci e ai terzi una informazione Non omettere di effettuare, con la dovuta
veritiera e corretta sulla situazione economica, completezza, accuratezza e tempestività, o
patrimoniale e finanziaria della Società. ritardare tutte le segnalazioni previste dalle
Rendere disponibili i dati ed i documenti in leggi e dalla normativa applicabile nei
modo puntuale, oggettivo ed esaustivo in modo confronti delle autorità di vigilanza cui è
da fornire informazioni accurate, complete, soggetta l’attività aziendale, nonché la
fedeli e veritiere evitando e, comunque, trasmissione dei dati e documenti previsti dalla
segnalando nella forma e nei modi idonei, normativa e/o specificamente richiesti dalle
eventuali situazioni di conflitto di interesse. predette autorità.
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità esecutive disciplinate nel Protocollo.
L’Organismo di Vigilanza, nel corso dell’anno, può richiedere incontri con il Responsabile Finance,
nonché con la Società di Revisione avente ad oggetto le procedure contabili e le problematiche contabili,
con redazione di un verbale delle riunioni sottoscritto dai partecipanti e acquisito per l’archiviazione
dall’OdV.
PT 4
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
INDICE
1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
6 PRINCIPI GENERALI DI COMPORTAMENTO .................................................. 3
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 4
Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data del documento 30/05/2019
PT 4
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A. di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione della sicurezza alimentare presso i ristoranti.
2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.
3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutti i Destinatari, ognuno nell’ambito delle proprie attribuzioni e competenze.
Operations è responsabile di effettuare un adeguato monitoraggio dei ristoranti per verificare il rispetto
delle obbligazioni previsti dalle normative di riferimento di volta in volta applicabili I controlli effettuati
periodicamente da Operations sono riportati, in particolare, nel Manuale HACCP (e relative schede
riassuntive) della Società a cui si rimanda.
Ai sensi del regolamento (CE) n. 852/2004, agli operatori del settore alimentare incombe l’obbligo di
assicurare il mantenimento della catena del freddo. Tale obbligo costituisce pertanto parte delle
prescrizioni di base e va rispettato anche in caso di applicazione di procedure basate sui principi del
sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points).
4 RESPONSABILITÀ
La Responsabilità funzionale è assegnata al Responsabile Operations.
5 MODALITÀ OPERATIVE
Gli standard definiti dalla Società ed individuati nel Piano HACCP e negli altri documenti operativi di
riferimento stabiliscono:
- la proceduralizzazione delle fasi in cui si articola il processo di gestione della sicurezza alimentare nei
ristoranti;
- l’adeguatezza del personale addetto;
- l’idoneità delle dotazioni strutturali.
Essi rappresentano, pertanto, una soluzione irrinunciabile, in quanto funzionali all’attività di gestione dei
rischi tipici ed al conseguimento dei livelli qualitativi previsti.
La Società, sia attraverso analisi interne che esterne verifica per i propri prodotti la rispondenza ai
parametri igienici e qualitativi previsti dalle normative prima dell’immissione in commercio.
Le visite ispettive svolte da parte di Operations presso i ristoranti possono essere condotte in relazione ad
una pianificazione generale o specifica. Per le verifiche di conformità a norme e regolamenti, standard di
prodotto e di processo, la Funzione può avvalersi di specialisti esterni/ispettori. All’esito delle ispezioni
deve essere redatto il rapporto di verifica ispettiva.
Per quanto riguarda, in particolare, il sistema HACCP, la frequenza delle verifiche deve essere tale da
confermare l’efficiente funzionamento dello stesso. Le procedure di verifica comprendono:
- un audit del sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) e delle sue registrazioni;
- la verifica delle operazioni;
- la conferma che i CCP (Critical Control Points) sono tenuti sotto controllo;
- la convalida dei limiti critici;
- la revisione delle anomalie e delle disposizioni in merito al prodotto;
- le misure correttive adottate con riguardo al prodotto.
Le verifiche devono comprendere tutti i seguenti elementi, ma non necessariamente tutti
contemporaneamente:
- controllo della correttezza delle registrazioni e analisi delle anomalie;
- controlli sulla persona preposta al monitoraggio delle attività di trasformazione, stoccaggio e/o
trasporto;
- controllo fisico del processo oggetto di monitoraggio;
- calibrazione degli strumenti utilizzati per il monitoraggio.
Le attività di convalida devono includere iniziative volte a confermare l’efficacia di tutti gli elementi del
sistema HACCP. In caso di modifica è necessario rivedere il sistema nel suo complesso onde garantire che
esso resti valido. Oltre alle verifiche di enti indipendenti esterni, la Società effettua periodicamente
ispezioni presso i ristoranti per verificare il rispetto delle procedure interne, la corretta compilazione del
documento HACCP, l’effettiva attuazione delle procedure di igienizzazione delle attrezzature e dei test sui
prodotti.
Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità esecutive disciplinate nel Protocollo.
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
INDICE
1 DEFINIZIONI .................................................................................................... 2
2 SCOPO ............................................................................................................... 2
3 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 3
4 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 3
5 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 3
6 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 3
6.1 SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO...............................................................3
7 NORME COMPORTAMENTALI ....................................................................... 10
8 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ......................13
Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.0
Data del documento 30/05/2019
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
1 DEFINIZIONI
Attrezzatura: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine,
attrezzature e componenti necessari all’attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato
durante il lavoro.
Datore di Lavoro: soggetto titolare del potere decisionale e di spesa diretto all’attuazione di tutti gli
obblighi fissati dal Decreto Legislativo 81/2008 e successive modifiche ed integrazioni (in prosieguo,
“TUS” o “D. Lgs. 81/2008”).
Dirigente: persona che, in ragione delle competenze professionali e dei poteri gerarchici e funzionali
adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività
lavorativa e vigilando su di essa.
Documento di valutazione dei rischi: documento contenente la valutazione globale e documentata di tutti
i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano
la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad
elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e
sicurezza.
Lavoratore: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa
nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche
al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e
familiari.
Luogo di lavoro: luogo destinato a ospitare posti di lavoro, ubicato all’interno dell’azienda o dell’unità
produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al
lavoratore nell’ambito del proprio lavoro.
Medico Competente: responsabile della sorveglianza sanitaria aziendale e, di conseguenza, di stabilire
periodicamente l’idoneità dei dipendenti alle mansioni e di valutarne le condizioni di lavoro, di concerto
con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP); di valutare le condizioni di salute
rispetto all’attività lavorativa, predisponendo appositi ed eventualmente differenziati protocolli sanitari.
Preposto: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e
funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende all’attività lavorativa e garantisce
l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed
esercitando un funzionale potere di iniziativa.
Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS): soggetto eletto o designato dai lavoratori al fine di
partecipare alle attività di gestione della salute e sicurezza, in rappresentanza dei lavoratori medesimi.
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP): persona in possesso delle capacità e dei
requisiti professionali di cui all’articolo 32 del TUS designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per
coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi.
Servizio di prevenzione e protezione dai rischi: insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni
all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori.
2 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A.., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, che vigilano:
- sugli adempimenti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in conformità a quanto previsto
dall’art. 30 del D. Lgs. 81/2008 TUS, in relazione alla commissione dei reati previsti dall’art. 25-
septies del Decreto (Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime, commessi con
violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro);
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
- sugli adempimenti in materia di gestione ambientale in conformità a quanto previsto dal D. Lgs. n.
152/2006 e successive modifiche ed integrazioni («TUA»), in relazione alla commissione dei reati
previsti dall’art. 25-undecies del Decreto (Reati ambientali).
3 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.
4 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutti i Destinatari che operano all’interno della Società, ognuno nell’ambito delle
proprie attribuzioni e competenze.
Con riferimento alla gestione di eventuali rapporti con funzionari pubblici, anche in occasione di verifiche
ispettive, si rimanda al protocollo PT 1 Gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione.
5 RESPONSABILITÀ
La gestione del Sistema di Gestione della Sicurezza sul Luogo di Lavoro è affidata al Datore di Lavoro e ai
soggetti di volta in volta delegati sulla base di apposite deleghe in materia di salute e sicurezza sui luoghi
di lavoro e prevede il coinvolgimento di tutti i Destinatari così come individuati nel Modello Organizzativo.
Per quanto attiene le tematiche ambientali la responsabilità è assegnata ai soggetti di volta in volta
delegati sulla base di apposite deleghe in materia di tutela dell’ambiente. .
6 MODALITÀ OPERATIVE
Il Datore di Lavoro, esercitando il proprio potere decisionale e di spesa, imposta e struttura la tutela della
salute e sicurezza dei lavoratori.
Preso atto della propria struttura organizzativa, in relazione ai soggetti del Sistema di Gestione della
Sicurezza sul Luogo di Lavoro, il Datore di Lavoro:
a. valuta se attribuire una o più deleghe in materia di salute e sicurezza, così come previsto dall’art. 16
del D. Lgs. 81/2008, stabilendo altresì la possibilità di ulteriori sub-deleghe;
b. individua i Dirigenti della sicurezza, ove presenti, assicurando a questi la necessaria informazione e
formazione;
c. affida ai Dirigenti il compito di individuare i Preposti alla sicurezza, ove presenti, assicurando a questi
ultimi la necessaria informazione e formazione;
d. designa il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP);
e. nomina il Medico Competente;
f. supporta i lavoratori nel processo di elezione o designazione dei Rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza (RLS);
g. in coordinamento con l’RSPP ed i Dirigenti della sicurezza, designa preventivamente i lavoratori
incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi, di evacuazione dei luoghi di lavoro in
caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione
dell’emergenza;
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
h. convoca la riunione periodica del Servizio di Prevenzione e Protezione, di cui all’articolo 35 del TUS.
In particolare:
- è compito del Datore di Lavoro, o del suo Delegato ove nominato, adottare specifiche procedure per
la definizione, documentazione e comunicazione dei ruoli, compiti e responsabilità di coloro che
gestiscono, eseguono e verificano attività che hanno influenza sui rischi per la salute e la sicurezza;
- il Datore di Lavoro esercita, nell’ambito delle proprie attribuzioni e competenze, tutti i poteri attribuiti
ed adempie a tutti gli obblighi previsti dal D. Lgs. 81/2008, nonché da tutte le altre leggi e regolamenti
in materia di sicurezza, prevenzione infortuni ed igiene ambientale applicabili alla Società;
- il Datore di Lavoro deve comunicare tempestivamente all’OdV i cambiamenti relativi a:
- deleghe in materia di salute e sicurezza;
- individuazione dei Dirigenti della sicurezza;
- designazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione;
- nomina il Medico Competente.
Nell’ambito del Sistema di Gestione della Sicurezza sul Luogo di Lavoro, il Datore di Lavoro, il Delegato
ove nominato, i Dirigenti della sicurezza ed i Preposti, ognuno nell’ambito delle rispettive attribuzioni e
competenze, sono tenuti ad adottare le misure generali di tutela che seguono:
- nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in
rapporto alla loro salute e alla sicurezza;
- ove necessario, fornire ai lavoratori i necessari ed idonei dispositivi di protezione individuale;
- prendere le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni
e specifico addestramento accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico;
- richiedere l’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché delle disposizioni
aziendali in materia di sicurezza e di igiene del lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei
dispositivi di protezione individuali messi a loro disposizione;
- esigere dal medico competente l’osservanza degli obblighi previsti a suo carico;
- adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni
affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di
lavoro o la zona pericolosa;
- informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa
il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;
- adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento;
- astenersi, salvo eccezione debitamente motivata da esigenze di tutela della salute e sicurezza, dal
richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un
pericolo grave e immediato;
- consentire ai lavoratori di verificare, mediante il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza,
l’applicazione delle misure di sicurezza e di protezione della salute;
- consegnare tempestivamente al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, su richiesta di questi e
per l’espletamento della sua funzione, copia del documento di valutazione dei rischi;
- elaborare il Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenza (DUVRI) di cui all’articolo
26, comma 3, del D. Lgs. 81/2008, per la più idonea gestione dei rischi derivanti da interferenza
lavorativa e, su richiesta di questi e per l’espletamento della sua funzione, consegnarne
tempestivamente copia al Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;
- elaborare il piano operativo di sicurezza in riferimento al singolo cantiere interessato;
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
- prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possano causare rischi
per la salute della popolazione o deteriorare l’ambiente esterno verificando periodicamente la
perdurante assenza di rischio;
- consultare il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, in particolare in merito alla designazione
del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, alla nomina del Medico competente ed ai
programmi di informazione e formazione;
- adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell’evacuazione dei luoghi di lavoro,
nonché per il caso di pericolo grave e immediato;
- aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi ed operativi che hanno
rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica
della prevenzione e della protezione;
- comunicare all’INAIL i nominativi dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
- vigilare affinché i lavoratori per i quali vige l’obbligo di sorveglianza sanitaria non siano adibiti alla
mansione lavorativa specifica senza il prescritto giudizio di idoneità.
Il Sistema di Gestione della Sicurezza sul Luogo di Lavoro, sia per la sede che per i ristoranti, prevede lo
svolgimento delle fasi di seguito specificate.
Per ogni fase è indicata la modalità di registrazione ed il Responsabile della verifica e registrazione.
Responsabile della
Fase Modalità di registrazione verifica e della
Registrazione
A Documenti riferiti ad attrezzature Datore di Lavoro
Rispetto degli standard tecnico-strutturali di ed impianti: certificato di
legge relativi ad attrezzature, impianti, luoghi di conformità, libretto di istruzioni,
lavoro, agenti chimici, fisici e biologici allegati tecnici, libretto di
Il Datore di Lavoro deve adottare procedure manutenzione, ecc.
specifiche finalizzate a garantire la sicurezza Documenti riferiti al luogo di lavoro: Datore di Lavoro
degli impianti, delle attrezzature e dei luoghi di licenza edilizia o certificato
lavoro. abitabilità, o SCIA, ecc.
In particolare le procedure devono riguardare:
- la pulizia ed il controllo periodico delle Documentazione delle attività di Datore di Lavoro /
attrezzature di lavoro, degli impianti e dei controllo e manutenzione delle Preposti / RSPP
luoghi di lavoro; attrezzature, impianti e luoghi di
- la manutenzione delle attrezzature di lavoro: es. verifiche di legge sulle
lavoro, degli impianti e dei luoghi di lavoro; apparecchiature, verifiche
- le norme generali di igiene nelle aree di impiantistiche, verifiche periodiche
lavoro; impianti di emergenza ed
- le vie di circolazione e le uscite di attrezzature antincendio, ecc.
emergenza;
- i dispositivi di allarme e antincendio; Schede di sicurezza sostanze Preposti / RSPP
- l’utilizzo, la manutenzione e la sostituzione chimiche e Certificato di
dei Dispositivi di Protezione Individuale Prevenzione Incendi
(DPI); Verbali di sopralluogo, relazioni Preposti / RSPP
- la gestione degli ingressi; tecniche, preventivi economici
- la registrazione delle persone esterne che riferiti al luogo di lavoro, impianti,
devono accedere ai luoghi di lavoro; macchinari e attrezzature, in
- l’introduzione, per i consulenti e i occasione di modifiche e/o
collaboratori esterni, della tessera di cambiamenti
riconoscimento personale con nome,
cognome e fotografia;
- la gestione delle sostanze chimiche.
La manutenzione e le attività di controllo
devono essere registrate, documentate ed
archiviate.
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Rel. 1.1 del 30/05/2019
Responsabile della
Fase Modalità di registrazione verifica e della
Registrazione
B Documento di Valutazione dei Datore di Lavoro
Attività di valutazione dei rischi e di Rischi, suoi allegati relativi
predisposizione delle misure di prevenzione e aggiornamenti
protezione conseguenti
Documentazione dell’attività svolta: Datore di Lavoro /
Il Datore di Lavoro deve provvedere, con il processo di individuazione dei RSPP
supporto del RSPP e delle Funzioni aziendali di pericoli e identificazione tipologia di
competenza a: rischio (area lavorativa, mansione,
- valutare tutti i rischi associati all’attività attrezzatura di lavoro); analisi
lavorativa, sia eseguita presso le sedi di tecniche di valutazione (fonometria,
lavoro della Società sia eseguita presso polveri aerodisperse, ecc.)
terzi, elaborare e formalizzare il Documento
di Valutazione dei Rischi (DVR); Comunicazioni al Servizio di Datore di Lavoro /
- definire, emettere e divulgare a tutti i Prevenzione e Protezione in caso di Preposti / RSPP / MC
lavoratori procedure operative finalizzate a mutamenti organizzativi od
garantire la sicurezza e la salute sul luogo di operativi rilevanti ai fini della
lavoro. sicurezza e della salute dei
La valutazione dei rischi deve essere aggiornata lavoratori; segnalazioni relative a
costantemente in relazione ai mutamenti carenze o criticità organizzative,
organizzativi rilevanti ai fini della sicurezza e gestionali, strutturali o
della salute dei lavoratori. impiantistiche che possano influire
Devono essere inoltre adottate appropriate sulla tutela e sulla prevenzione dei
misure di prevenzione e protezione idonee a rischi
presidiare i rischi individuali individuati nel
DVR.
Devono essere forniti ai lavoratori i DPI
individuati all’interno del DVR; la consegna dei
DPI deve essere adeguatamente formalizzata e
registrata e gli stessi devono essere sottoposti a
periodica manutenzione ovvero devono essere
tempestivamente sostituiti laddove non siano
più idonei a garantire adeguata protezione del
lavoratore.
C Piano di emergenza e di evacuazione Datore di Lavoro /
Attività di natura organizzativa, quali RSPP
emergenze, primo soccorso, gestione degli
appalti, riunioni periodiche di sicurezza, Verbalizzazione della prova di RSPP
consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori emergenza ed evacuazione
per la sicurezza Raccolta e conservazione della RSPP
È compito del Datore di Lavoro organizzare e documentazione attestante
gestire le emergenze ritenute possibili, la l’idoneità tecnico professionale delle
prevenzione incendi ed il primo soccorso. A tal imprese appaltatrici / lavoratori
proposito deve assicurare: autonomi
- le modalità di gestione delle situazioni
d’emergenza; Documento Unico di Valutazione RSPP
- la definizione delle responsabilità per dei Rischi Interferenti (DUVRI)
l’attuazione di misure atte a mitigare le Piano Operativo di Sicurezza (POS) Datore di Lavoro /
conseguenze a seguito di incidenti o non in relazione ai cantieri per l’apertura RSPP
conformità; di nuovi ristoranti/ ristrutturazione
- la previsione di prove di emergenza degli stessi
periodiche.
Presso i luoghi di lavoro possono essere presenti Verbali delle riunioni periodiche del Datore di Lavoro /
i tecnici di ditte specializzate con cui sono in Servizio di Prevenzione e Protezione RSPP
corso contratti di appalto per manutenzione
attrezzature ed impianti e pulizia. Devono, Verbali di riunioni di consultazione Datore di Lavoro /
pertanto, essere adottate procedure idonee a con i Rappresentanti dei lavoratori RSPP
garantire: per la sicurezza
- la verifica, secondo le modalità di legge,
dell’idoneità tecnico-professionale delle
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Responsabile della
Fase Modalità di registrazione verifica e della
Registrazione
imprese appaltatrici o dei lavoratori
autonomi in relazione ai lavori da affidare
in appalto o mediante contratto d’opera o
somministrazione;
- le modalità operative da seguire
nell’affidamento di appalto di lavori a terzi,
al fine di garantire adeguate condizioni di
prevenzione e protezione secondo quanto
previsto dalle norme vigenti;
- la corretta gestione delle interferenze
lavorative, anche tramite l’emissione del
Documento Unico di Valutazione dei Rischi
da Interferenza – DUVRI;
- la cooperazione ed il coordinamento
nell’attuazione di misure di prevenzione e
protezione dai rischi sul lavoro nonché dai
rischi derivanti dalle interferenze tra i lavori
delle diverse imprese coinvolte
nell’esecuzione dell’opera complessiva.
Il Datore di Lavoro deve indire, almeno una
volta all’anno, la riunione annuale del Servizio di
Prevenzione e Protezione, così come previsto
dall’art. 35 del D. Lgs. 81/2008.
Il Datore di Lavoro deve assicurare la
consultazione dei Rappresentanti dei lavoratori
per la sicurezza nei casi previsti dal D. Lgs.
81/2008.
Presenza di lavoratori presso cantieri
temporanei o mobili (es. per nuovi ristoranti
/ ristrutturazione di ristoranti)
Presso cantieri temporanei o mobili possono
essere presenti lavoratori della Società o di ditte
specializzate incaricate dalla Società.
Devono, pertanto, essere adottate procedure
idonee a garantire:
- le modalità di gestione delle situazioni
d’emergenza;
- la definizione delle responsabilità per
l’attuazione di misure atte a mitigare le
conseguenze a seguito di incidenti o non
conformità;
- le modalità operative da seguire al fine di
garantire adeguate condizioni di
prevenzione e protezione secondo quanto
previsto dalle norme vigenti.
D Nomina del Medico Competente Datore di Lavoro
Attività di sorveglianza sanitaria
Protocollo sanitario Medico Competente
È responsabilità del Datore di Lavoro nominare
il Medico Competente e monitorare lo Cartelle sanitarie di rischio Medico Competente
svolgimento della sorveglianza sanitaria
effettuata da parte dello stesso, dotandolo degli Certificati di idoneità Medico Competente
adeguati spazi per l’effettuazione dell’attività di Verbale di sopralluogo Medico Competente
propria competenza e per la registrazione
dell’avvenuto adempimento degli obblighi di Relazione annuale sui dati della Medico Competente
legge indicati di seguito. sorveglianza sanitaria
È responsabilità del Medico Competente
predisporre ed aggiornare il protocollo di
sorveglianza sanitaria.
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Rel. 1.1 del 30/05/2019
Responsabile della
Fase Modalità di registrazione verifica e della
Registrazione
In particolare, il Medico Competente così come
previsto dalla legge, deve:
- effettuare sia accertamenti preventivi intesi
a constatare l’assenza di controindicazioni
al lavoro cui i lavoratori sono destinati, ai
fini della valutazione della loro idoneità alla
mansione specifica, che periodici, volti a
controllare lo stato di salute dei lavoratori
ed esprimere il giudizio di idoneità alla
mansione specifica;
- formalizzare e comunicare al lavoratore
l’esito delle analisi svolte, contenente
giudizi di idoneità o inidoneità,
rilasciandone duplice copia (una al
lavoratore e una al Datore di Lavoro per la
relativa archiviazione);
- effettuare almeno una volta all’anno un
sopralluogo presso il luogo di lavoro.
E Programma annuale di Datore di Lavoro /
Attività di informazione e formazione dei informazione e formazione RSPP
lavoratori
Documentazione degli incontri di RSPP
Informazione informazione
Il programma di informazione prevede che
Documentazione dei corsi di RSPP
ciascun lavoratore, al momento dell’assunzione
formazione nei confronti dei
e nel caso di cambiamento di mansione, riceva Dirigenti, Preposti e lavoratori
un’adeguata informazione riguardo a:
- normativa in materia di sicurezza, con Documentazione RSPP
particolare riferimento al D. Lgs. 81/2008; dell’addestramento effettuato
- informazioni sui rischi per la sicurezza e la
salute connessi all’attività da svolgere in
funzione del luogo di lavoro, sia esso di
pertinenza della Società o di terzi, e le
misure di prevenzione e protezione adottate
dall’azienda e da adottare da parte del
personale;
- rischi specifici (movimentazione dei
carichi, rumore, vibrazioni, utilizzo di
sostanze pericolose, uso professionale del
computer etc.) cui è esposto in relazione
all’attività svolta, le normative di sicurezza
e le disposizioni aziendali in materia;
- informazioni sulle procedure che
riguardano il pronto soccorso, la lotta
antincendio e l’evacuazione in caso di
emergenza;
- nominativi delle persone incaricate
dell’attuazione delle procedure di cui al
punto precedente;
- le lavoratrici devono inoltre essere
informate riguardo ai rischi aggiuntivi in
caso di gravidanza - procedure e
comportamento in caso di gravidanza;
- informazioni in merito ai rischi connessi
all’uso delle attrezzature ed impianti;
- impiego, modalità di manutenzione e cura
dei DPI, modalità di sostituzione degli
stessi.
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Rel. 1.1 del 30/05/2019
Responsabile della
Fase Modalità di registrazione verifica e della
Registrazione
Tali informazioni saranno inoltre trasmesse a
tutti i dipendenti ed eventuali collaboratori a
diverso titolo presenti.
Formazione
Come fondamentale misura di prevenzione dai
rischi connessi con le attività lavorative è
previsto un programma di formazione del
personale mirato al raggiungimento di una
migliore comprensione delle mansioni, delle
attrezzature di lavoro e dei rischi ad essi
connessi.
Il programma di formazione prevede che
ciascun lavoratore riceva un’adeguata
formazione riguardo alla sicurezza e alla salute
con particolare riferimento alle proprie
mansioni, nonché all’uso dei dispositivi di
protezione individuale. Detta formazione deve
avvenire in occasione:
- dell’assunzione;
- del trasferimento o cambiamento di
mansione;
- dell’introduzione di nuove attrezzature di
lavoro o nuovi prodotti e tecnologie.
Addestramento
Come fondamentale misura di prevenzione dai
rischi connessi con le attività lavorative è
previsto un programma di addestramento:
- sulle modalità operative;
- sull’utilizzo delle attrezzature di lavoro ed
impianti;
- sull’utilizzo dei dispositivi di protezione
individuale.
F Esecuzione di sopralluoghi periodici Datore di Lavoro /
Attività di vigilanza con riferimento al rispetto da parte del Datore di Lavoro e dei RSPP
delle procedure e delle istruzioni di lavoro in Dirigenti, con redazione di relativo
sicurezza da parte dei lavoratori verbale o altro documento di
Il Datore di Lavoro, attraverso i Dirigenti e reporting
Preposti alla tutela della sicurezza e della salute Programma di controllo periodico RSPP
dei lavoratori, deve effettuare attività di da parte dei Preposti e RSPP, con
vigilanza e controllo sull’applicazione da parte predisposizione di apposite check
dei lavoratori della normativa e degli list
adempimenti previsti in materia di salute e
sicurezza sul lavoro. Provvedimenti disciplinari Datore di Lavoro
Il Datore di Lavoro deve applicare, in caso di
comportamento non conforme alle suddette
norme e prescrizioni, gli adeguati
provvedimenti disciplinari nel rispetto delle
norme di legge in vigore e nell’ambito del CCNL.
G Documentazioni e certificazioni Datore di Lavoro /
Acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge o stabilite dalle RSPP
obbligatorie di legge procedure aziendali
La documentazione deve essere conservata e
archiviata in modo adeguato.
H Piano annuale delle verifiche Datore di Lavoro
Periodiche verifiche dell’applicazione e
dell’efficacia delle procedure adottate
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Rel. 1.1 del 30/05/2019
Responsabile della
Fase Modalità di registrazione verifica e della
Registrazione
Il Datore di Lavoro deve garantire l’effettuazione
di attività periodiche di verifica sul sistema di
gestione della sicurezza, con il supporto di
Funzioni interne alla Società o da soggetti
esterni formalmente incaricati.
In particolare, il Datore di Lavoro deve:
- approvare il piano delle verifiche annuali
che deve prevedere interventi finalizzati a
verificare la conformità alle norme e la
corretta implementazione da parte di tutti i
componenti dell’organizzazione;
- analizzare i verbali delle verifiche
periodiche effettuate e, in particolare rilievi
emersi (non conformità e/o osservazioni) e
il relativo piano di azione (definito
dall’area/reparto oggetto di verifica con il
supporto del soggetto che ha effettuato le
verifiche), in cui sono indicati gli interventi
necessari per rimuovere le non conformità
riscontrate, il soggetto responsabile della
loro attuazione e le tempistiche;
- approvare il piano di azione.
Il RSPP deve verificare lo stato di avanzamento
del piano di azione avvisando tempestivamente
il Datore di Lavoro di eventuali scostamenti da
quanto pianificato.
7 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari coinvolti a qualsiasi titolo nelle attività di gestione della salute e sicurezza sul luogo di
lavoro sono tenuti ad osservare le previsioni di legge esistenti in materia, nonché i principi generali
richiamati anche nel Codice Etico e le indicazioni previste nelle Procedure / Istruzioni Operative aziendali.
Tutti i Destinatari
Area del fare Area del NON fare
Prendersi cura della propria sicurezza e della Non porre in essere, collaborare o dare causa
propria salute e di quella delle altre persone alla realizzazione di comportamenti tali che,
presenti sul luogo di lavoro su cui possono presi individualmente o collettivamente,
ricadere gli effetti delle loro azioni o omissioni, integrino, direttamente o indirettamente, le
conformemente alla loro formazione ed alle fattispecie di reato di cui all’art. 25-septies del
istruzioni e ai mezzi forniti dal Datore di D. Lgs. n. 231/2001.
Lavoro. Non porre in essere o dare causa a violazioni
Osservare le disposizioni e le istruzioni del Presente Protocollo.
impartite dal Datore di Lavoro. Non rimuovere o modificare senza
Utilizzare correttamente i macchinari e le autorizzazione o comunque compromettere i
apparecchiature, i mezzi di trasporto e le altre dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di
attrezzature di lavoro nonché i dispositivi di controllo.
sicurezza. Non compiere di propria iniziativa operazioni
Utilizzare in modo appropriato i DPI messi a o manovre che non siano di propria
loro disposizione. competenza ovvero che possano
Segnalare immediatamente al Datore di compromettere la sicurezza propria o di altri
Lavoro le deficienze dei mezzi e dispositivi lavoratori.
nonché le altre eventuali condizioni di pericolo
di cui vengano a conoscenza.
Sottoporsi ai controlli sanitari previsti.
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
In particolare, il Datore di Lavoro, il Delegato ove nominato, i Dirigenti ove nominati, i Preposti e tutti i
soggetti aventi compiti e responsabilità nella gestione degli adempimenti previsti dalle norme
antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro, quali, a titolo esemplificativo,
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), Medico competente, Rappresentante dei
Lavoratori per la Sicurezza (RLS), addetti primo soccorso, addetti emergenze in caso d’incendio, devono
garantire, ognuno nell’ambito di propria competenza:
- il proprio contributo al mantenimento degli standard di sicurezza stabiliti dalla Politica della
Sicurezza aziendale e contribuire al miglioramento continuo;
- il proprio contributo alla realizzazione degli obiettivi per la salute e sicurezza dei lavoratori definiti
dalla Società e l’identificazione continua dei rischi;
- la selezione, acquisto, sostituzione, degli strumenti, delle attrezzature, degli impianti e, in generale,
delle strutture aziendali ed il rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi alle medesime
attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, anche attraverso un processo continuo di manutenzione
ordinaria e straordinaria;
- un adeguato livello di informazione / formazione dei dipendenti e degli appaltatori, sul sistema di
gestione della salute e sicurezza definito dalla Società e sulle conseguenze derivanti da un mancato
rispetto delle norme di legge e delle regole di comportamento e controllo definite dalla Società;
- la definizione e l’aggiornamento (in base ai cambiamenti nella struttura organizzativa ed operativa
della Società) di procedure specifiche per la prevenzione di infortuni e malattie, che comprendano
anche le attività svolte presso luoghi di lavoro di terzi;
- la disciplina delle modalità di gestione degli incidenti e delle emergenze, nonché dei segnali di rischio
/ pericolo quali “quasi incidenti” e “non conformità”;
- l’idoneità delle risorse umane - in termini di numero e qualifiche professionali, formazione - e
materiali, necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati dalla Società per la sicurezza e la
salute dei lavoratori.
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
INDICE
1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
5.1 DIRITTI D’AUTORE................................................................................................................................................................................2
5.2 UTILIZZO DI MARCHI E ALTRI SEGNI DISTINTIVI..........................................................................................................3
5.3 PUBBLICITÀ ...............................................................................................................................................................................................3
5.4 INTERNET SOCIAL MEDIA E APP................................................................................................................................................4
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 4
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 5
Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.0
Data del documento 30/05/2019
PT 6
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A.., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione delle royalties e dei diritti d’autore.
2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.
3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni aziendali della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, in attività che
possono comportare l’utilizzo di opere protette dal diritto d’autore o di marchi e altri segni distintivi.
4 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
La responsabilità funzionale è assegnata al Responsabile Finance, a Legal e al Responsabile Marketing
per i rispettivi ambiti di competenza.
5 MODALITÀ OPERATIVE
Spetta a Legal verificare che le procedure adottate dalla Società assicurino che la trasmissione o diffusione
in pubblico (in primis nei ristoranti gestiti dalla Società o in occasione di un evento) di:
a) un’opera dell’ingegno destinata al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio,
di dischi, nastri o supporti analoghi ovvero di ogni altro supporto contenente fonogrammi o
videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini
in movimento;
b) opere o parti di opere letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico-
musicali, ovvero multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o banche dati;
c) un servizio criptato ricevuto per mezzo di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di
trasmissioni ad accesso condizionato,
avvenga in piena conformità alla normativa tempo per tempo vigente.
L’utilizzo di quei beni aziendali (come fotocopiatrici, stampanti, ecc.) il cui improprio uso può comportare
una violazione dei diritti d’autore deve avvenire in conformità alle procedure al riguardo adottate dalla
Società e alle disposizioni di legge di volta in volta applicabili.
L’intenzione di procedere all’acquisizione di:
1) apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso
condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale;
2) dispositivi o elementi di decodificazione speciale che consentono l’accesso ad un servizio criptato,
deve essere preventivamente comunicata a Legal, il quale autorizza l’acquisto una volta verificatane la
legittimità, nonché la liceità dell’utilizzo di tali apparati, parti di apparati, dispositivi o elementi.
PT 6
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
Il Responsabile della Funzione Interessata deve informare con congruo anticipo Legal in ordine
all’utilizzo di marchi ed altri segni distintivi.
Marchi e altri segni distintivi di terzi, ivi compresi società appartenenti al Gruppo del quale fa parte la
Società, possono essere utilizzati dalla Società stessa solo sulla base di specifici accordi conclusi per
iscritto, e sottoscritti da amministratori o procuratori della Società dotati dei relativi poteri di
sottoscrizione. Il contenuto di tali contratti deve essere previamente verificato e approvato da Legal, al
quale compete anche il compito di verificare previamente la presenza nel contratto, di apposite clausole
contrattuali, la controparte attesti:
- di essere il legittimo titolare dei diritti di sfruttamento economico sui marchi, brevetti, segni
distintivi, disegni o modelli oggetto di cessione alla Società o, se del caso, di aver ottenuto dai
legittimi titolari l’autorizzazione alla loro concessione in uso a terzi;
- che i marchi, brevetti, segni distintivi, disegni o modelli oggetto di cessione o di concessione in uso
non violano alcun diritto di proprietà industriale in capo a terzi;
- che si impegna a manlevare e tenere indenne la società da qualsivoglia danno o pregiudizio per
effetto della non veridicità, inesattezza o incompletezza di tale dichiarazione.
Il Responsabile Finance, anche avvalendosi delle strutture di Gruppo e/o di consulenti terzi, verifica la
congruità del corrispettivo riconosciuto al terzo per l’utilizzo di marchio o di altri segni distintivi.
Nel caso di sviluppo da parte della Società di propri marchi o segni distintivi, spetta a Legal svolgere
verifiche preliminari in ordine all’eventuale sussistenza di diritti di terzi preesistenti al fine di garantire
che non esistano già marchi uguali o simili depositati/registrati (ricerca di anteriorità) e che non vengano
in ogni caso violati i diritti di terzi.
Spetta al Responsabile Accounting, calcolare entro il 15 di ogni mese (o nel minor termine previsto da
accordi vincolanti per la Società), con riferimento al mese precedente, l’importo delle royalties (o di altri
corrispettivi quali Franchisee Fee o Advertising Contribution) dovute dalla Società a fronte dei contratti
di utilizzo di marchi o altri segni distintivi, nonché l’importo delle royalties (o degli altri corrispettivi)
spettanti alla Società a fronte della concessione in uso a terzi di marchi o altri segni distintivi. La Funzione
Finance verifica la correttezza di tali calcoli prima di procedere al pagamento di quanto dovuto dalla
Società, mantenendo traccia delle attività di controllo effettuate.
Con riferimento ai contratti di franchising il Responsabile Franchising effettua periodicamente (e almeno
annualmente) la verifica della correttezza e dell’accuratezza dei dati forniti dal franchisee.
5.3 PUBBLICITÀ
Legal attua specifiche verifiche sui contenuti delle comunicazioni pubblicitarie al fine di garantire la
coerenza degli stessi rispetto alla normativa tempo per tempo vigente, tenendo conto delle caratteristiche
del messaggio pubblicitario, al fine di evitare in primo luogo che quest’ultimo possa essere ingannevole
nonché discriminatorio per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi o di apologia dei crimini di
genocidio.
A tal fine il Responsabile Marketing deve informare con congruo anticipo Legal in ordine a iniziative
pubblicitarie che intende avviare.
Nell’eventualità in cui l’iniziativa pubblicitaria venga affidata o sia gestita da soggetti terzi (agenzie di
comunicazione esterne) il relativo contratto deve essere previamente sottoposto all’esame di Legal, il
quale verifica che nel contratto sia espressamente previsto, se l’iniziativa è gestita interamente dal terzo,
l’obbligo da parte di quest’ultimo di verificare che le forme e il contenuto del messaggio pubblicitario sia
conforme alla normativa applicabile di tempo in tempo vigente.
PT 6
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
Il Responsabile Marketing o le altre Funzioni eventualmente interessate devono informare con congruo
anticipo Legal in ordine a iniziative / progetti relativi a internet, social media e app che intendono avviare.
Legal verifica preventivamente, anche avvalendosi del supporto di terzi, che tutti i contenuti del sito
internet, dei social media e delle app della Società siano conformi alla normativa applicabile di tempo in
tempo vigente e non ledano diritti di terzi. Nell’eventualità in cui la gestione del sito sia affidata a soggetti
terzi, il contratto relativo deve prevedere l’impegno esplicito del provider del servizio a verificare che i
contenuti del sito siano conformi alla normativa applicabile di tempo in tempo vigente e non ledano diritti
di terzi.
6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nella gestione delle royalties e dei diritti d’autore, ivi incluse le
attività di controllo e monitoraggio, sono tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le
previsioni di legge esistenti in materia nonché le norme comportamentali richiamate nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Assicurare la tracciabilità delle fasi del Non creare fondi a fronte di fatturazioni
processo decisionale. inesistenti in tutto o in parte.
Tenere un comportamento corretto, Non rappresentare o trasmettere per
trasparente e collaborativo, nel rispetto delle l’elaborazione e la rappresentazione in
norme di legge e delle procedure aziendali documenti contabili, dati falsi, lacunosi o,
interne, in tutte le attività finalizzate alla comunque, non rispondenti alla realtà, sulla
formazione dei documenti contabili situazione economica, patrimoniale e
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla finanziaria della Società.
Società, ove necessario, contengano apposita Non omettere dati ed informazioni imposti
dichiarazione con cui le controparti affermino dalla legge sulla situazione economica,
di essere a conoscenza e di rispettare le patrimoniale e finanziaria della Società.
prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del Non utilizzare in qualsiasi forma e/o modo e
Codice Etico della Società. Inoltre, nei per qualsiasi scopo anche per uso personale
contratti, ove possibile, deve essere contenuta opere dell’ingegno e/o materiali protetti da
apposita clausola che regoli le conseguenze diritti di autore e/o connessi, nonché da ogni
della violazione da parte degli stessi delle diritto di proprietà intellettuale e/o industriale
norme di cui al D. Lgs. n. 231/2001 (es. (tra cui, a titolo esemplificativo, marchi,
clausole risolutive espresse, penali) e del disegni e modelli, brevetti per invenzione e
Codice Etico della Società. modelli di utilità, informazioni segrete), ivi
compresi i diritti di immagine ed il diritto al
nome, senza il consenso dei titolari dei diritti
Conservare la documentazione a supporto,
e/o di coloro che ne hanno la legittima
adottando tutte le misure di sicurezza, fisica e
disponibilità.
logica, instaurate dalla Società.
Non diffondere in pubblico senza avere la
proprietà dei diritti attraverso il sito internet
aziendale o in altro formato digitale, in tutto o
in parte, un’opera dell’ingegno o opere o parti
di opere letterarie, drammatiche, scientifiche o
didattiche, musicali o drammatico-musicali,
ovvero multimediali.
Non utilizzare n modo illecito segreti aziendali
altrui.
Non adottare condotte finalizzate ad
intralciare il normale funzionamento delle
attività economiche e commerciali di società
concorrenti della Società.
PT 6
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità esecutive disciplinate nel Protocollo.
PT 7
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
INDICE
1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
5.1 INIZIATIVE FINANZIARIE E COMMERCIALI.......................................................................................................................2
5.2 SELEZIONE DEI FRANCHISEE......................................................................................................................................................3
5.3 SELEZIONE ED ASSUNZIONE DEL PERSONALE..............................................................................................................4
5.4 AVANZAMENTI DI CARRIERA, INCREMENTI RETRIBUTIVI...................................................................................4
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 5
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 5
Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data 30/05/2019
PT 7
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A. di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione dei rapporti con soggetti terzi.
2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.
3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni aziendali della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, nella gestione
dei rapporti con soggetti terzi.
Fermo restando che devono essere messe in atto tutte le misure necessarie alla diffusione,
conoscenza e rispetto del Modello Organizzativo, dal momento di emissione del Protocollo,
i contratti tra la Società e i soggetti terzi, ove possibile, devono contenere apposita
dichiarazione con cui quest’ultimo affermi di essere a conoscenza e di rispettare le
prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del Codice Etico della Società. Inoltre, nei
contratti con i Soggetti Terzi, ove possibile, deve essere contenuta apposita clausola che
regoli le conseguenze della violazione da parte degli stessi delle norme di cui al D. Lgs. n.
231/2001 (es. clausole risolutive espresse, penali) e del Codice Etico della Società.
4 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
La responsabilità funzionale è assegnata alle Funzioni aziendali per i rispettivi ambiti di competenza.
5 MODALITÀ OPERATIVE
I contratti stipulati con soggetti terzi devono essere in forma scritta e sottoscritti dal General Manager o
da altro soggetto autorizzato secondo il sistema delle deleghe e dei poteri in vigore, previo esame da parte
di Legal, del testo. Una copia del contratto deve essere conservata secondo le procedure interne.
Nel caso di nuovi rapporti contrattuali il Responsabile della Funzione interessata, eventualmente
coordinandosi con le altre Funzioni aziendali, deve identificare i soggetti terzi attraverso le fonti di
informazioni disponibili, acquisendo quanto meno le informazioni individuate da Legal.
Fermo restando quanto specificamente previsto nei successivi paragrafi e, più specificamente, nel PT 9 -
Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze, il Responsabile della Funzione che intende proporre
l’instaurazione di un rapporto contrattuale o, se rientra nei suoi poteri, che intende procedere alla
conclusione di un’operazione che preveda un impegno annuo della Società pari o superiore a €2.500,00,
anche al fine della predisposizione di apposite vendor list, deve preventivamente verificare:
a) l’attendibilità commerciale e professionale dei fornitori e partner commerciali/finanziari,
archiviando la documentazione a tal fine acquisita, che comprende, a seconda dei casi e tenuto
conto delle policy di Gruppo, visure camerali; bilanci; dati pregiudizievoli pubblici - protesti,
procedure concorsuali -, acquisizione di informazioni commerciali sulla azienda, sui soci e sugli
amministratori tramite società specializzate, ecc.);
PT 7
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
b) ove necessario il possesso del rating di legalità, l’iscrizione nelle white list prefettizie o nell’elenco
delle imprese aderenti al Protocollo di legalità tra Confindustria e il Ministero dell’Interno;
c) ove necessario l’impegno del fornitore a produrre una dichiarazione sostitutiva attestante il rispetto
delle norme contributive, fiscali, previdenziali e assicurative a favore dei propri dipendenti e
collaboratori, degli obblighi di tracciabilità finanziaria e, in ogni caso, in conformità con quanto
previsto nel nel PT 9 - Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze apposita dichiarazione
del fornitore in cui quest’ultimo dichiara che: (i) il proprio personale riceve retribuzioni conformi
al contratto collettivo nazionale e/o territoriale applicabile e, comunque, proporzionate rispetto alla
quantità e qualità del lavoro prestato;(ii) applica correttamente a tutto il personale la normativa
che regola l’orario di lavoro, il periodo di riposo, il riposo settimanale, l’aspettativa obbligatoria e
le ferie; (iii) assicura al proprio personale tutte le misure atte a garantire la sua salute e sicurezza
sul luogo di lavoro; (iii) non sottopone il proprio personale a condizioni di lavoro, a metodi di
sorveglianza o a situazioni alloggiative degradanti; (iii) l’eventuale personale di paesi terzi
impiegato nell’esecuzione delle attività di cui al contratto è in regola con il permesso di soggiorno;
d) dichiarazione del fornitore attestante l’assenza di provvedimenti a carico dell’ente o dei suoi apicali
per reati della specie di quelli previsti dal D.Lgs. 231/2001.
all’OdV , non possono essere in ogni caso sottoscritti contratti nell’eventualità in cui risulti nel corso
delle negoziazioni che:
il soggetto terzo ha sede in Paesi black-list1 ovvero Paesi a rischio terrorismo, liste UIC, …;
vi è stata la proposta del soggetto terzo di trasferire in tutto o in parte le somme derivanti
dall’operazione in piazze diverse da quelle indicate nel contratto o a favore di soggetti diversi dai
contraenti, senza che tale proposta abbia una giustificazione oggettiva;
sono state date dal soggetto terzo indicazioni palesemente inesatte o incomplete, tali da far ritenere
l’intento di occultare informazioni essenziali riguardanti il soggetto terzo;
il soggetto terzo ha proposto di effettuare operazioni di importo significativo con utilizzo di contante
o attraverso strumenti al portatore.
Il Responsabile della Funzione che ha richiesto o concluso il contratto:
- verifica che le prestazioni rese dal soggetto terzo sulla base del contratto siano coerenti con le
condizioni contenute nel contratto stesso e comunica gli esiti di tale verifica a Finance;
- nel corso del rapporto verifica la correttezza del comportamento di controparte, anche al fine di
valutare la permanenza del soggetto in eventuali vendor list;
- archivia e conserva tutta la documentazione prodotta nell’ambito dell’esecuzione del contratto.
Franchising provvede all’individuazione di nuovi franchisee secondo il piano approvato dalla Società e dal
Gruppo.
Fermo restando quanto previsto nel paragrafo 5.1, , Franchising ricevute le candidature, provvede a
acquisire le informazioni ed i dati di seguito riportati:
- esperienze professionali del potenziale Franchisee;
1 Individuati dal decreto ministeriale del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 21 novembre 2001 e s.m.i..
PT 7
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
La Funzione che propone l’assunzione del personale specifica per iscritto a Responsabile Human
Resources l’esigenza alla base della richiesta, nonché i requisiti che ritiene opportuno siano posseduti dai
candidati. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal General Manager della Società e dal Responsabile
Human Resources, la Funzione che propone l’assunzione deve gestire - secondo le indicazioni ricevute,
anche in base alle policy di Gruppo, dal Responsabile Human Resources, il quale può stabilire requisiti
ulteriori rispetto a quelli individuati dalla Funzione proponente l’assunzione - la fase di ricerca dei
candidati e di valutazione dei relativi profili, anche con l’ausilio di consulenti esterni.
Human Resources, verificata la correttezza del processo di selezione, nonché il rispetto delle previsioni
del Codice Etico, provvede alla predisposizione della documentazione contrattuale e alla trasmissione di
tale documentazione ai soggetti incaricati della sottoscrizione, che devono essere dotati di idonei poteri di
firma sulla base del sistema di procure e deleghe tempo per tempo vigente. Il contratto non può essere in
ogni caso sottoscritto dal Responsabile della Funzione che ha proposto l’assunzione.
Il processo di selezione sopra descritto deve essere tracciabile e documentabile. Al Responsabile Human
Resources spetta il compito di provveder all’archiviazione della documentazione relativa alla eventuale
assunzione e al processo di selezione.
Il Compensation Package in ingresso vengono definiti sulla base delle seguenti modalità:
a) vengono proposti dal Responsabile Human Resources sulla base delle policy previste dal Gruppo,
dai valori del mercato di riferimento e del profilo del candidato nel rispetto, in ogni caso, di quanto
previsto dal CCNL di settore;
b) vengono successivamente comunicati per iscritto alla persone interessate.
Gli avanzamenti di carriera, gli incrementi retributivi non automatici e gli eventuali fringe benefit:
a) Vengono proposti dal Responsabile HR e condivisi con il General Manager e dal People Committee
sulla base delle policy previste dal Gruppo, nel rispetto, in ogni caso, di quanto previsto dal CCNL
di settore;
b) vengono successivamente comunicati per iscritto alle persone interessate.
- determinata in modo tale che il rapporto tra la componente variabile e quella fissa della
remunerazione individuale non può tendenzialmente superare il 200% (rapporto 2:1), salvo deroghe
6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nella gestione dei rapporti con soggetti terzi, ivi incluse le attività
di controllo e monitoraggio, sono tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le previsioni di
legge esistenti in materia nonché le norme comportamentali richiamate nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Operare nel rispetto della normativa vigente, Nella gestione delle relazioni con i soggetti apicali
nonché delle policy di Gruppo e dei Protocolli (o loro sottoposti) di Soggetti Terzi con i quali la
aziendali. Società intrattiene – anche saltuariamente –
Ispirarsi a criteri di trasparenza nell’esercizio rapporti:
dell’attività aziendale, prestando la massima Non creare fondi a fronte di incassi non
attenzione alle notizie riguardanti i fornitori documentati e pagamenti non giustificati.
che possano anche solo generare il sospetto Non effettuare promesse o indebite elargizioni
della commissione di uno dei reati di di denaro o di altri benefici di qualsiasi natura
ricettazione, di riciclaggio e di impiego di (salvo omaggi che siano di modico valore ed in
denaro, beni o utilità di provenienza illecita e particolari occasioni dell’anno).
riferire al proprio responsabile. Non ricorrere ad altre forme di aiuti o
Assicurare la tracciabilità delle fasi del contribuzioni (sponsorizzazioni, incarichi,
processo decisionale. consulenze, assunzioni, offerte di
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla intrattenimento, …) che abbiano le stesse
Società, ove necessario, contengano apposita finalità vietate al punto precedente.
dichiarazione con cui le controparti affermino Non riconoscere compensi che non trovano
di essere a conoscenza e di rispettare le giustificazione in relazione al tipo di incarico
prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del da svolgere e, se esistenti, alla prassi vigenti in
Codice Etico della Società. Inoltre, nei ambito locale.
contratti, ove possibile, deve essere contenuta Non creare tenere una condotta ingannevole
apposita clausola che regoli le conseguenze che possa indurre terzi in errore di valutazione
della violazione da parte degli stessi delle tecnico-economica della documentazione
norme di cui al D. Lgs. n. 231/2001 (es. presentata.
clausole risolutive espresse, penali) e del Non perfezionare contratti con i licenziatari in
Codice Etico della Società. assenza dei necessari requisiti di qualità e
convenienza dell’operazione stessa.
Conservare la documentazione a supporto,
Non porre in essere alcuna condotta rilevante
adottando tutte le misure di sicurezza, fisica e
ai sensi del reato di “Intermediazione illecita e
logica, instaurate dalla Società.
sfruttamento del lavoro” di cui all’art. 603-bis
del Codice Penale e/o del reato di “Impiego di
cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è
irregolare” di cui all’art. 22, comma 12-bis del
decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286.
Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità esecutive disciplinate nel Protocollo.
PT 8
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
INDICE
1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 3
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 4
Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data del documento 30/05/2019
PT 8
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione del patrimonio immobiliare.
2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.
3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni aziendali della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, nella gestione
del patrimonio immobiliare.
Con riferimento alla gestione finanziaria e di tesoreria nell’ambito del processo di gestione del patrimonio
immobiliare si rimanda al protocollo PT2 Gestione dei flussi monetari e finanziari mentre per la gestione
di eventuali rapporti con funzionari pubblici si rimanda alla norma comportamentale PT1 Gestione dei
rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Per la gestione delle attività di selezione di fornitori / appaltatori / consulenti si rimanda ai protocolli PT7
Gestione dei rapporti con soggetti terzi e PT9 Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze.
Infine, con riferimento alle attività in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro si rimanda allo
specifico protocollo PT5 Gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e dell’ambiente.
4 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
La responsabilità funzionale è assegnata al Responsabile della Funzione Development e Construction.
5 MODALITÀ OPERATIVE
In relazione allo sviluppo di un nuovo ristorante, il sito viene segnalato da un developer al Responsabile
di Development e negoziato dal developer con la proprietà del sito con il supporto della Funzione Legal.
Ai fini della sottoscrizione, la documentazione contrattuale viene presentata ad uno specifico Comitato
della Società, ovvero, l’Investment Committee.
Il Responsabile di Development è responsabile del coordinamento dei lavori, a seconda dei casi, di
costruzione, di ristrutturazione dei ristoranti; la gestione operativa dei cantieri è affidata ad un General
Contractor esterno (nella totalità dei casi viene effettuata una gara on line, alla quale vengono invitati più
fornitori che sono tenuti a presentare l’offerta; aggiudicazione al massimo ribasso (appalto al migliore
offerente). La società aggiudicataria è responsabile di gestire i rapporti con i fornitori, sulla base delle
indicazioni ricevute dalla Società Committente.
Per i cantieri il Responsabile della Funzione Development e Construction si avvale dell’Head of
Construction per lo svolgimento delle seguenti attività:
a) coordinare i lavori, selezionando - nel rispetto di quanto stabilito dai protocolli PT7 Gestione dei
rapporti con soggetti terzi e PT9 Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze - i fornitori /
appaltatori / consulenti;
b) verificare e autorizzare, secondo i poteri conferiti, tutte le richieste d’acquisto;
PT 8
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
c) provvedere ad effettuare una verifica budget vs effective; Nel caso in cui tali funzioni riscontrino delle
anomalie (con una differenza deve attivare un’analisi interna alla funzione al fine di comprenderne le
cause e motivare gli scostamenti).
Le spese extra budget devono essere verificate dal Responsabile di Development e Construction ed
approvate dai Comitati interni all’uopo incaricati ovvero in loro assenza dal Consiglio di Amministrazione.
Il Responsabile di Finance è responsabile della gestione amministrativa del patrimonio immobiliare, in
particolare per quanto attiene:
- liquidazione delle tasse (ad es.: IMU, TARI, TASI, …), anche per il tramite dei consulenti terzi di cui
si avvale la Società – la relativa documentazione per i relativi versamenti che non siano effettuati
direttamente dai consulenti della Società sulla base di apposita delega scritta;
- predisposizione della documentazione per volture, reintestazioni
- predisposizione della modulistica e documentazione relativa alle utenze per i ristoranti gestiti
direttamente dalla Società;
- coordinare, assieme al Responsabile della Funzione Legal, l’acquisizione della documentazione
concernente i contenziosi relativi a licenze e autorizzazioni.
Il responsabile di Legal è responsabile della:
- scannerizzazione e archiviazione di tutti i contratti e dei documenti relativi ai passaggi di proprietà,
locazioni, disdette e rinnovi; invio della documentazione di invio recessi e rinnovi.
- La manutenzione degli immobili è gestita da Construction sulla base delle procedure in vigore per
l’individuazione dei referenti per le problematiche manutentive o di gestione del ristorante in caso di
disaccordo o problemi con la proprietà e condominio.
6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nella gestione del patrimonio immobiliare, ivi incluse le attività di
controllo e monitoraggio, sono tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le previsioni di legge
esistenti in materia nonché le norme comportamentali richiamate nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Assicurare la tracciabilità delle fasi del Non tenere una condotta ingannevole che
processo decisionale. possa indurre terzi in errore di valutazione
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla tecnico-economica della documentazione
Società, ove necessario, contengano apposita presentata.
dichiarazione con cui le controparti affermino Non perfezionare operazioni di acquisizione di
di essere a conoscenza e di rispettare le un immobile in assenza dei necessari requisiti
prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del di qualità e convenienza dell’operazione stessa.
Codice Etico della Società. Inoltre, nei Non creare fondi a fronte di operazioni
contratti, ove possibile, deve essere contenuta immobiliari di acquisizione di un immobile a
apposita clausola che regoli le conseguenze prezzi superiori a quelli di mercato oppure di
della violazione da parte degli stessi delle fatturazioni inesistenti in tutto o in parte.
norme di cui al D. Lgs. n. 231/2001 (es.
clausole risolutive espresse, penali) e del
Codice Etico della Società.
Conservare la documentazione a supporto,
adottando tutte le misure di sicurezza, fisica e
logica, instaurate dalla Società.
PT 8
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità esecutive disciplinate nel Protocollo.
PT 9
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
INDICE
1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
5.1 ACQUISTI DI BENI O SERVIZI.........................................................................................................................................................2
5.2 CONSULENZE...........................................................................................................................................................................................3
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 5
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 6
Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
1.1
Rel.
Data del documento 30/05/2019
PT 9
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta Burger King Restaurants Italia S.p.A.., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo della Società, nella gestione degli acquisti di beni o servizi ivi
comprese le consulenze.
2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il presente Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.
3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, nella gestione degli
acquisti di beni o servizi o consulenze.
I Destinatari sono tenuti a rispettare le disposizioni del D. Lgs. n. 231/2007 e s.m.i., nonché delle relative
disposizioni di attuazione, nei limiti in cui tali previsioni normative sono applicabili alla Società.
Tutti gli ordini di acquisto o contratti devono contenere le specifiche clausole contrattuali ex D. Lgs.
231/01 definite dalla Società.
4 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
5 MODALITÀ OPERATIVE
Fermo restando quanto previsto nei protocolli PT7 Gestione dei rapporti con soggetti terzi e PT9 Gestione
degli acquisti di beni / servizi / consulenze per i rispettivi ambiti di competenza, le richieste relative a
offerte concernenti gli acquisti di beni e servizi generali devono essere rivolte a soggetti qualificati,
anche laddove disponibili - sulla base di vendor list predisposte dalle Funzioni Interessate e/o dalle
Funzioni di gruppo appositamente incaricate.
Una volta ricevute le offerte dai potenziali fornitori contattati, la Funzione interessata all’acquisto deve
valutare i potenziali fornitori le cui offerte sono ritenute interessanti, sulla base dei seguenti elementi:
- professionalità;
- condizioni di prestazione praticate, tenuto conto di eventuali precedenti acquisti da fornitori di
contenuto analogo (costo ed eventuali costi accessori, flessibilità, qualità del bene/servizio, tempi di
intervento, modalità e tempi di pagamento, …);
- adeguata struttura organizzativa e finanziaria in relazione alle caratteristiche dell’acquisto;
- rispetto delle norme di sicurezza e prevenzione della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, laddove
previsto dal Protocollo PT 5 Gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e dell’ambiente.
La Funzione interessata all’acquisto motiva, quindi, la scelta, riportando per iscritto le valutazioni
effettuate sulla base degli elementi sopraindicati al fine di garantire la tracciabilità del processo
decisionale. Laddove non abbia poteri di sottoscrivere il relativo contratto, il Responsabile di Funzione
comunica per iscritto la scelta e le relative valutazioni al soggetto che, in base al sistema di deleghe e
PT 9
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
procure di tempo in tempo vigente, ha il potere di sottoscrivere il contratto stesso. Se il contenuto del
contratto non è conforme a contratti standard in precedenza approvati dal Responsabile di Legal, la
sottoscrizione deve essere preventivamente approvata dal Responsabile di Legal.
Fermo restando quanto previsto nei protocolli PT7 Gestione dei rapporti con soggetti terzi e PT9 Gestione
degli acquisti di beni / servizi / consulenze per i rispettivi ambiti di competenza, nella selezione dei
fornitori / appaltatori per la costruzione / ristrutturazione dei ristoranti e la fornitura
degli arredi, Development e Construction deve valutare il fornitore / appaltatore e la sua offerta sulla
base dei seguenti elementi:
- - Lista fornitori approvati e verificati;
- sistema di controllo qualità.
Inoltre, per quanto riguarda i contratti di appalto:
- rispetto delle norme di sicurezza e prevenzione della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro;
- accertamento, anche attraverso apposite clausole contrattuali nonché mediante consegna di apposite
certificazioni laddove previste dalla normativa tempo per tempo vigente, della regolarità e correttezza
dei versamenti e degli adempimenti tutti di natura contributiva, previdenziale, assicurativa e fiscale
previsti a carico degli appaltatori;
- dichiarazione del fornitore, mediante la quale quest’ultimo garantisce che (i) il proprio personale
riceve retribuzioni conformi al contratto collettivo nazionale e/o territoriale applicabile e, comunque,
proporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato; (ii) applica correttamente a tutto il
personale la normativa che regola l’orario di lavoro, il periodo di riposo, il riposo settimanale,
l’aspettativa obbligatoria e le ferie; (iii) assicura al proprio personale tutte le misure atte a garantire
la sua salute e sicurezza sul luogo di lavoro; (iv) non sottopone il proprio personale a condizioni di
lavoro, a metodi di sorveglianza o a situazioni alloggiative degradanti; (v) l’eventuale personale di
paesi terzi impiegato nell’esecuzione delle attività di cui al contratto è in regola con il permesso di
soggiorno.
Salvo autorizzazione scritta motivata del Consiglio di Amministrazione, immediatamente comunicata
all’OdV , non possono essere in ogni caso sottoscritti contratti nell’eventualità in cui risulti nel corso
delle negoziazioni che:
vi è stata la proposta del fornitore/appaltatore di effettuare o ricevere pagamenti di importo
significativo con utilizzo di contante o attraverso strumenti al portatore;
vi è stata la proposta di pagamenti a favore di soggetti non riconducibili al fornitore/appaltatore;
il fornitore/appaltatore si rifiuta o si mostra ingiustificatamente riluttante a fornire le informazioni
previste dal presente Protocollo, a dichiarare la propria attività, a presentare documentazione
contabile o di altro genere e a dare quelle informazioni che, in circostanze normali verrebbero rese;
l’appaltatore fa ricorso a subappalti in cui i rapporti non appaiano trasparenti.
Laddove non abbia poteri di sottoscrivere il contratto, il Responsabile di Development e Construction
comunica per iscritto la scelta e le relative valutazioni al soggetto che, in base al sistema di deleghe e
procure di tempo in tempo vigente, ha il potere di sottoscrivere il contratto stesso. Se il contenuto del
contratto non è conforme a contratti standard in precedenza approvati dal Responsabile di Legal, la
sottoscrizione deve essere preventivamente approvata dal Responsabile di Legal.
5.2 CONSULENZE
Il Responsabile della Funzione che ravvisasse la necessità della nomina di un Consulente (“Funzione
Richiedente”) provvede a indicare per iscritto, anche a mezzo e-mail, al General Manager le esigenze
alla base della nomina dello stesso il profilo professionale dell’eventuale candidato, il compenso
complessivo ritenuto congruo e le eventuali referenze. Se la Funzione Richiedente è già orientata verso
l’individuazione di uno specifico Consulente, ne indica anche il nominativo.
PT 9
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
Fermo restando quanto previsto nel Protocollo PT 7 Gestione dei rapporti con soggetti terzi, nella fase di
selezione la Funzione Richiedente dovrà tenere in considerazione (dandone comunicazione nella relativa
richiesta), quali indici di “maggior rischio” («red flags»), i seguenti elementi:
il Consulente opera normalmente in una diversa area di business da quello per cui è stato
impegnato;
il Consulente richiede compensi palesemente eccedenti;
il Consulente è legato o è in stretta collaborazione con un funzionario pubblico, anche non
direttamente interessato alla transazione, ovvero è (o è stato nel recente negli ultimi tre anni) un
dipendente, amministratore o un collaboratore della controparte;
il Consulente entra a far parte della transazione su esplicita richiesta o su insistenza di un
funzionario pubblico;
vi è stata la proposta del Consulente di effettuare operazioni:
- con modalità, frequenza o dimensioni che risultano illogiche, inusuali o tali da denotare intenti
dissimulatori, soprattutto se non vi sono plausibili giustificazioni economiche o finanziarie;
- con enti appartenenti alla Pubblica Amministrazione;
- con controparti insediate in aree geografiche appartenenti a Paesi black-list;
- con indicazioni palesemente inesatte o incomplete, tali da far ritenere l’intento di occultare
informazioni essenziali riguardanti il Consulente;
- di importo significativo con utilizzo di contante o attraverso strumenti al portatore;
- con trasferimento delle somme in piazze diverse da quelle indicate nel contratto o a favore di
soggetti diversi dagli intestatari.
Dette informazioni potranno essere ottenute anche in via indiretta, purché sulla base di fonti attendibili
ed indipendenti.
Laddove non abbia poteri di sottoscrivere il contratto, il Responsabile della Funzione Richiedente
comunica per iscritto la scelta e le relative valutazioni al soggetto che, in base al sistema di deleghe e
procure di tempo in tempo vigente, ha il potere di sottoscrivere il contratto stesso. Se il contenuto del
contratto non è conforme a contratti standard in precedenza approvati dal Responsabile di Legal, la
sottoscrizione deve essere preventivamente approvata dal Responsabile di Legal.
Salvo autorizzazione scritta motivata del Consiglio di Amministrazione, , non possono essere in ogni caso
sottoscritti contratti nell’eventualità in cui risulti nel corso delle negoziazioni che sussistono uno o più
degli elementi sopra riportati.
Nel caso in cui la Funzione Richiedente o altra Funzione venga a conoscenza nel corso
dell’esecuzione dell’incarico di consulenza di uno o più degli indici di rischio sopra riportati, la stessa
deve darne tempestiva informazione al Country Manager e al Responsabile di Legal, per una
valutazione del Consulente. In caso di valutazione negativa, la Funzione Richiedente sarà tenuta a darne
tempestiva notizia all’Organismo di Vigilanza e dovrà sospendere ogni attività con il Consulente. In caso
di valutazione positiva, la stessa deve essere comunicata per iscritto all’Organismo di Vigilanza, con
indicazione delle motivazioni alla base della valutazione stessa
La Funzione Richiedente:
- prima della sottoscrizione del contratto, verifica e sottopone all’autorizzazione del Responsabile
Finance la richiesta di fondi spese e/o di rimborsi spese;
- verifica che le prestazioni rese dal Consulente siano coerenti con le condizioni dell’incarico mediante
apposizione di una sigla sul documento pro-forma o sul documento fiscale e sottopone il pagamento
all’autorizzazione del Responsabile Finance, verificando la piena coincidenza tra soggetti ai quali i
pagamenti devono essere fatti e controparti contrattuali coinvolte nella transazione;
PT 9
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
L’elenco dei Consulenti incaricati di rappresentare la Società deve essere annualmente comunicato
all’Organismo di Vigilanza da Finance.
La tracciabilità delle singole fasi del processo di acquisti di beni e servizi o consulenze deve avvenire
attraverso l’archiviazione, a cura dei Destinatari dei documenti relativi alle varie fasi del processo di
selezione e gestione (es.: fatture, contratti, ...) per consentire la ricostruzione delle responsabilità e delle
motivazioni delle scelte effettuate.
6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari coinvolti a qualsiasi titolo nella gestione degli acquisti di beni o servizi o consulenze sono
tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le previsioni di legge esistenti in materia, con
particolare riferimento alla normativa vigente sulla Privacy, nonché le norme comportamentali
richiamate nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Operare nel rispetto della normativa vigente, Non assegnare incarichi di fornitura di beni /
nonché delle policy e dei Protocolli aziendali. servizi a persone o Società vicine o gradite a
Ispirarsi a criteri di trasparenza nell’esercizio soggetti pubblici o ad altri Soggetti Terzi in
dell’attività aziendale, prestando la massima relazione con la Società in assenza dei
attenzione alle notizie riguardanti i fornitori necessari requisiti di qualità e convenienza
che possano anche solo generare il sospetto dell’operazione.
della commissione di uno dei reati di Non creare fondi extra contabili a fronte di
ricettazione, di riciclaggio e di impiego di beni/servizi contrattualizzati a prezzi superiori
denaro, beni o utilità di provenienza illecita e a quelli di mercato oppure di fatturazioni
riferire al proprio responsabile. inesistenti in tutto o in parte.
Assicurare la tracciabilità delle fasi del Non contraffare, alterare marchi o segni
processo decisionale. distintivi, nazionali o esteri, di prodotti
industriali o fare uso di tali marchi e segni
Riconoscere compensi che non trovano contraffatti ovvero introdurre nel territorio
giustificazione in relazione al tipo di incarico dello Stato prodotti industriali con marchi o
da svolgere e alla prassi vigenti in ambito altri segni distintivi, nazionali o esteri,
locale. contraffatti o alterati o atti a indurre in inganno
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla il compratore sull’origine, provenienza o
Società, ove necessario, contengano apposita qualità dell’opera o del prodotto.
dichiarazione con cui le controparti affermino
di essere a conoscenza e di rispettare le
prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del
Codice Etico della Società. Inoltre, nei
contratti, ove possibile, deve essere contenuta
apposita clausola che regoli le conseguenze
della violazione da parte degli stessi delle
norme di cui al D. Lgs. n. 231/2001 (es.
clausole risolutive espresse, penali) e del
Codice Etico della Società.
Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità operative disciplinate nel Protocollo.
PT 10
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
INDICE
1 DEFINIZIONI .................................................................................................... 2
2 SCOPO ............................................................................................................... 2
3 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 3
4 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 3
5 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 3
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 3
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 6
Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data del documento 30/05/2019
PT 10
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
1 DEFINIZIONI
Account di rete: credenziale personale di accesso alla rete composta da nome utente e dalla relativa
password.
Amministratore di sistema: come indicato nel Provvedimento del Garante per la protezione dei dati
personali “Misure e accorgimenti prescritti ai titolari dei trattamenti effettuati con strumenti elettronici
relativamente alle attribuzioni delle funzioni di amministratore di sistema” si individuano
generalmente, in ambito informatico, figure professionali finalizzate alla gestione e alla manutenzione di
un impianto di elaborazione o di sue componenti. Vengono però considerate tali anche altre figure
equiparabili dal punto di vista dei rischi relativi alla protezione dei dati, quali gli amministratori di basi di
dati, gli amministratori di reti e di apparati di sicurezza e gli amministratori di sistemi software complessi.
Credenziali di accesso: l’insieme degli elementi identificativi di un utente o di un Account di rete
(generalmente userID e password).
Dato informatico (o «dato»): qualunque rappresentazione di fatti, informazioni o concetti, in forma
idonea per l’elaborazione o la conservazione con un sistema informatico, incluso un programma atto a
consentire ad un sistema informatico lo svolgimento di funzioni.
Gestione dei permessi o profilazione: definizione, da parte del Responsabile di funzione, delle modalità di
accesso (scrittura, lettura, modifica e stampa) ai dati di competenza dell’Unità Organizzativa e indicazione
del supporto sul quale le stesse debbano essere gestite e salvate.
Personale Tecnico: Amministratori di sistema, Operatori di sistema, Sistemisti, Sviluppatori di software,
tecnici che effettuano manutenzione Hardware e, in generale, tutti coloro che per esigenze di
manutenzione, gestione, assistenza e supporto, monitoraggio e implementazione, operano sul sistema
informatico.
Postazione di Lavoro: postazione informatica aziendale fissa oppure mobile in grado di trattare
informazioni aziendali.
Server: elaboratore dedicato alla fornitura di risorse e servizi per altri computer, detti “client”, connessi
fisicamente tra loro in rete. Detto server può essere fisico (in Azienda), virtualizzato (tecnica informatica)
in Azienda o in remoto (su cloud o nuvola, in hosting, in housing, …).
Servizi di rete: servizi forniti dai server: la posta elettronica interna ed esterna, la navigazione Internet e
Intranet, le cartelle condivise, le stampanti condivise, gli applicativi aziendali.
Sistema informatico: (o «sistema»): qualsiasi apparecchiatura o gruppo di apparecchiature interconnesse
o collegate, una o più delle quali, in base ad un programma, che consentono l’elaborazione automatica di
dati.
Spamming: l’invio di messaggi indesiderati (generalmente commerciali).
Virus: software, appartenente alla categoria dei malware, che è in grado, una volta eseguito, di infettare
dei file in modo da riprodursi facendo copie di sé stesso, generalmente senza farsi rilevare dall’utente.
2 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità ed i flussi informativi verso l’Organismo di
Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella Parte Generale del Modello
Organizzativo della Società, nella gestione e nell’utilizzo dei Sistemi Informativi (di seguito più
brevemente anche solo «Destinatari»).
Nella gestione del Sistema Informativo la Società si avvale delle infrastrutture, dell’hardware e del
software fornito dalla Controllante.
PT 10
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
3 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.
4 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica, per i rispettivi ambiti di competenza, a tutti coloro che utilizzano (anche «utenti»
o «utilizzatori»), gestiscono (anche «Personale Tecnico») o comunque abbiano accesso ai sistemi e/o ai
dati informatici aziendali.
Sono in ogni caso fatte salve le disposizioni previste dal Regolamento per l’utilizzo dei sistemi informatici
adottato dalla Società e dalle procedure operative di volta in volta implementate dalla Società e dal
Gruppo.
5 RESPONSABILITÀ
La Responsabilità funzionale è assegnata a Legal, Human Resources e IT.
I Responsabili Legal e IT sono responsabili di effettuare un adeguato monitoraggio, anche sull’attività dei
fornitori, per verificare il rispetto delle obbligazioni contrattualmente previste.
6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nelle attività di gestione ed utilizzo del sistema informatico sono
tenuti ad osservare le previsioni di legge esistenti in materia, con particolare riferimento alla normativa
vigente sulla Privacy, nonché le norme comportamentali richiamate anche nel Codice Etico e le indicazioni
previste nelle procedure operative aziendali.
Gli strumenti e i dati informatici aziendali, devono essere utilizzati per fini e scopi attinenti l’attività
lavorativa. A tale fine i dispositivi sono forniti in dotazione in condizioni adeguate e congruenti con tali
scopi.
I seguenti principi di carattere generale si applicano ai Destinatari.
Area del fare Area del NON fare
È consentito l’accesso ad internet, mediante il Non è consentito modificare le caratteristiche
normale software di navigazione in rete in impostate sul proprio PC né procedere ad
dotazione, solo se effettuato per scopi leciti e installare dispositivi di memorizzazione,
legati all’attività lavorativa tali da non comunicazione o altro (come ad esempio
pregiudicare il patrimonio informativo masterizzatori, modem, …).
aziendale. Non è consentita la concessione di privilegi
È consentito l’utilizzo di certificati elettronici, amministrativi sul PC;
di firma digitale con chiave pubblica o di Non è consentito cedere a terzi, anche solo
meccanismi di crittografia dei dati per temporaneamente, qualsivoglia
comunicazioni critiche, unicamente secondo apparecchiatura informatica o telematica
le modalità indicate dalla Società. aziendale, nonché i relativi software,
Al termine del rapporto di lavoro o di credenziali di accesso, oppure di lasciare
collaborazione il dipendente o il collaboratore incustodite dette apparecchiature in luoghi
deve restituire al Responsabile IT le dotazioni accessibili a terzi fuori dai locali aziendali. In
e le risorse informatiche di cui ha avuto la caso di furto o smarrimento di tali beni
disponibilità. aziendali in dotazione, è onere del
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla Destinatario sporgere formale denuncia alle
Società, ove necessario, contengano apposita pubbliche autorità competenti ed informare
dichiarazione con cui le controparti affermino immediatamente, il Responsabile IT affinché
di essere a conoscenza e di rispettare le si possano porre in essere tutte le misure atte
PT 10
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019
INDICE
1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 DEFINIZIONI .................................................................................................... 2
3 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
4 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 3
5 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 3
6 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 3
6.1 GESTIONE DELLE SEGNALAZIONI................................................................................................................................3
6.2 Canali di comunicazione..............................................................................................................................................................3
6.3 Segnalazioni tramite Ethics Point........................................................................................................................................3
6.4 Segnalazioni tramite casella vocale (Hotline) ...........................................................................................................4
6.5 Segnalazione tramite posta elettronica...........................................................................................................................4
6.6 Istruttoria..................................................................................................................................................................................................4
6.7 Accertamento.........................................................................................................................................................................................6
6.8 Valutazione..............................................................................................................................................................................................6
6.9 Feedback ....................................................................................................................................................................................................6
7 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 7
Rel. 1.0
Data del documento 30/05/2019
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019
1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta Burger King Restaurants ItaliaS.p.A.., di seguito
anche «Società», il processo di invio, ricezione, analisi e trattamento delle segnalazioni inviate dai
Dipendenti della Società.
2 DEFINIZIONI
DESTINATARI: ai soli fini del presente Protocollo per Destinatari si intendono i soli Dipendenti,
Dirigenti, Amministratori e, ove nominati, Organi di controllo della Società
SEGNALAZIONE ANONIMA: segnalazione in cui le generalità del Segnalante non siano esplicitate,
né siano individuabili in maniera univoca.
SEGNALAZIONE IN MALAFEDE: segnalazione che dagli esiti della fase istruttoria si rilevi priva di
fondamento sulla base di elementi oggettivi comprovanti la malafede del Segnalante, fatta allo scopo di
arrecare un danno ingiusto alla persona e/o società segnalata.
SEGNALAZIONE INERENTE: segnalazione relative a violazioni del Codice Etico o del Modello di
Organizzazione Gestione e Controllo ex D. Lgs. 231/01.
VIOLAZIONE: ogni condotta illecita rilevante ai sensi del D.Lgs. 231/2001 o un comportamento
contrario ai principi e alle norme contenute nel Codice Etico e/o nel Modello di Organizzazione Gestione
e Controllo ex D.Lgs. 231/01.
3 TERMINI DI VALIDITÀ
Il presente Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.
4 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutti i Destinatari .
5 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
6 MODALITÀ OPERATIVE
Il canale Ethics Point è gestito da un fornitore indipendente ed è disponibile 24 ore al giorno, 7 giorni su
7 e l’accesso avviene tramite la pagina intranet dedicata.
Il canale Ethics Point è disponibile nelle seguenti lingue:italiano.
In fase di inserimento di una segnalazione, il Segnalante, dopo aver selezionato la lingua, viene guidato
nella scelta della specifica tipologia di violazione e nella descrizione delle circostanze e dei fatti tramite un
questionario.
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019
Se il Segnalante preferisce non utilizzare il canale Ethics Point, può fare ricorso alla Hotline. Così come il
canale Ethics Point, anche la Hotline è gestita da un fornitore indipendente ed è disponibile 24 ore al
giorno, 7 giorni su 7. Le lingue disponibili sono le seguenti: italiano.
Il Segnalante contatta il numero telefonico gratuito 800 – 797116 e dopo aver selezionato la lingua di
conversazione e aver inserito il numero richiesto, entra in contatto con un operatore. Il Segnalante viene
guidato tramite lo stesso questionario predisposto per il canale Ethics Point.
Le segnalazioni possono essere inviate anche tramite posta elettronica all’Organismo di Vigilanza della
Società, all’indirizzo odv@burgerking.it .
Questo canale, a differenza dei due precedenti, non può garantire l’anonimato del Segnalante e non è
crittografato.
6.6 ISTRUTTORIA
Qualunque sia il canale scelto per effettuare una Segnalazione, il processo della relativa gestione è
comune, descritto nei paragrafi che seguono e sintetizzato nell’Allegato 2 (“Flusso di gestione delle
Segnalazioni”).
La funzione Compliance classifica le segnalazioni, sulla base dei loro contenuti, secondo la seguente
logica:
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019
Nel caso in cui una segnalazione risulti non adeguatamente circostanziata, la funzione Compliance avrà
facoltà di richiedere al Segnalante, ove possibile, ulteriori elementi di dettaglio, ai fini di una analisi
approfondita della fattispecie segnalata.
Al termine del processo di istruttoria, la funzione Compliance trasmette all’Organismo di Vigilanza
le segnalazioni ritenute rilevanti e la relativa classificazione.
L’Organismo di Vigilanza esamina le segnalazioni, valida la classificazione proposta dalla funzione
Compliance e decidono se proseguire o meno l’iter investigativo assegnando alla funzione Compliance
il relativo accertamento.
Nei casi di segnalazioni in malafede, l’Organismo di Vigilanza fa presente la necessità di avviare
eventuali sanzioni disciplinari e/o azioni legali.
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019
6.7 ACCERTAMENTO
6.8 VALUTAZIONE
L’Organismo di Vigilanza:
a) esamina il report preparato dalla funzione Compliance,
b) decide se le indagini possono essere concluse, ovvero richiede alla funzione Compliance
maggiori approfondimenti;
c) delibera le azioni correttive in merito alla segnalazione.
La Società sanzionerà ogni comportamento illecito, ascrivibile ai Destinatari, che dovesse emergere a
seguito di attività di accertamento. I provvedimenti disciplinari saranno proporzionati all’entità e gravità
dei comportamenti illeciti accertati e potranno giungere sino alla risoluzione del rapporto di lavoro.
Nel caso in cui dagli esiti della fase di accertamento emergano segnalazioni in malafede, l’Organismo di
Vigilanza monitora l’attuazione delle misure intraprese dalla Società nei confronti del Segnalante.
Al segnalato sarà data notizia di una segnalazione in malafede nei suoi confronti, ma non sarà mai rivelato
l'identità del Segnalante, al fine di evitare ritorsioni, minacce, violenze, ecc. e tutelare la riservatezza di
quest'ultimo.
6.9 FEEDBACK
Il trattamento dei dati personali nell’ambito delle segnalazioni avverrà nel rispetto del Regolamento EU
2016/679 (di seguito, il Regolamento) in materia di protezione dei dati personali e di eventuali altre leggi
e/o regolamenti applicabili. In particolare, nell’ambito della gestione delle segnalazioni saranno trattati
sia dati personali del Segnalante, laddove la segnalazione sia nominativa, sia dati personali del soggetto
segnalato, quali nome, cognome, posizione ricoperta, etc.
Il Titolare del trattamento dei dati personali ai sensi dell’art. 4, paragrafo 1b del Regolamento (di seguito,
il “Titolare”) in merito ai dati trattati nell’ambito della gestione delle segnalazioni è la Società Burger King
Restaurants Italia S.r.l. in conformità alle previsioni di legge e alle regole dettate dal Regolamento.
Il Titolare ha individuato la funzione Compliance quale soggetto designato a svolgere, tutte le operazioni
di trattamento di dati personali necessarie alla gestione della segnalazione ai sensi del presente Protocollo,
in osservanza del Regolamento e sulla base delle istruzioni impartite dal Titolare.
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019
Le istruzioni impartite dal Titolare regolano gli adempimenti in materia di privacy che la Funzione
Compliance pone in essere nell’ambito del processo di ricezione, analisi e trattamento, nonché
conservazione, custodia ed archiviazione delle segnalazioni.
Laddove sussista il rischio sostanziale che comunicando le informazioni rilevanti si comprometta la
capacità di verificare efficacemente la fondatezza della segnalazione o di raccogliere le prove necessarie,
il segnalato potrebbe non essere informato in merito alla registrazione dei suoi dati, fintantoché ciò risulti
necessario a garantire la corretta gestione delle indagini e in ogni caso nel rispetto di quanto stabilito nel
contratto collettivo nazionale applicabile. In nessuna circostanza il segnalato potrà avvalersi del suo
diritto di accesso per ottenere informazioni sull’identità del Segnalante, salvo che questi abbia effettuato
una segnalazione in malafede.
7 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari coinvolti a qualsiasi titolo nell’attività di segnalazione di cui al presente Protocollo sono
tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le previsioni di legge esistenti in materia, con
particolare riferimento alla normativa vigente sulla Privacy, nonché le norme comportamentali
richiamate nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Segnalare ogni condotta illecita rilevante ai Essere a conoscenza di una Violazione e non
sensi del D.Lgs. 231/2001 o violazione del provvedere ad effettuare la segnalazione;
Modello e del Codice etico; Violare le misure di tutela del Segnalante;
Utilizzare i canali di segnalazione Porre in essere atti di ritorsione o
implementati dalla Società ai soli fini di cui al discriminatori nei confronti del Segnalante;
presente Protocollo. Effettuare segnalazioni in malafede;
Catalogo degli illeciti amministrativi e
dei reati presupposto
della responsabilità degli enti (decreto
legislativo 8 giugno 2001, n. 231)
aggiornato al
30 maggio 2019
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 24-bis (Delitti informatici e trattamento illecito di dati) Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo 1. In relazione alla commissione dei delitti di cui (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 agli articoli 615-ter, 617-quater, 617- quinquies, Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
635-bis, 635-ter, 635-quater e 635- quinquies del documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
codice penale, si applica all'ente la sanzione si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pecuniaria da cento a cinquecento quote. pubblici.
2. In relazione alla commissione dei delitti di cui Articolo 476 codice penale
agli articoli 615-quater e 615-quinquies del codice (Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici)
penale, si applica all'ente la sanzione pecuniaria Il pubblico ufficiale, che, nell'esercizio delle sue funzioni,
sino a trecento quote. forma, in tutto o in parte, un atto falso o altera un atto
3. In relazione alla commissione dei delitti di cui vero, è punito con la reclusione da uno a sei anni.
agli articoli 491-bis e 640-quinquies del codice Se la falsità concerne un atto o parte di un atto, che faccia fede
penale, salvo quanto previsto dall'articolo 24 del fino a querela di falso, la reclusione è da tre a dieci anni.
presente decreto per i casi di frode informatica
in danno dello Stato o di altro ente pubblico, si
applica all'ente la sanzione pecuniaria sino a
quattrocento quote.
4. Nei casi di condanna per uno dei delitti indicati
nel comma 1 si applicano le sanzioni interdittive
previste dall'articolo 9, comma 2, lettere a), b) ed
e). Nei casi di condanna per uno dei delitti
indicati nel comma 2 si applicano le sanzioni
interdittive previste dall'articolo 9, comma 2,
lettere b) ed e). Nei casi di condanna per uno dei
delitti indicati nel comma 3 si applicano le
sanzioni interdittive previste dall'articolo 9,
comma 2, lettere c), d) ed e).
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 477 codice penale
(Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale
in certificati o autorizzazioni amministrative)
Il pubblico ufficiale, che, nell'esercizio delle sue funzioni,
contraffà o altera certificati o autorizzazioni amministrative,
ovvero, mediante contraffazione o alterazione, fa apparire
adempiute le condizioni richieste per la loro validità, è punito
con la reclusione da sei mesi a tre anni.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 478 codice penale
(Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale
in copie autentiche di atti pubblici o privati
e in attestati del contenuto di atti)
Il pubblico ufficiale, che, nell'esercizio delle sue funzioni,
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 479 codice penale
(Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici)
Il pubblico ufficiale, che, ricevendo o formando un atto
nell'esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente che un
fatto è stato da lui compiuto o è avvenuto alla sua presenza,
o attesta come da lui ricevute dichiarazioni a lui non rese,
ovvero omette o altera dichiarazioni da lui ricevute, o
comunque attesta falsamente fatti dei quali l'atto è destinato
a provare la verità, soggiace alle pene stabilite nell'articolo
476.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 480 codice penale
(Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale
in certificati o in autorizzazioni amministrative)
Il pubblico ufficiale, che, nell'esercizio delle sue funzioni, attesta
falsamente, in certificati o autorizzazioni amministrative, fatti dei quali
l'atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione da tre
mesi a due anni.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 481 codice penale
(Falsità ideologica in certificati commessa
da persone esercenti un servizio di pubblica necessità)
Chiunque, nell'esercizio di una professione sanitaria o forense,
o di un altro servizio di pubblica necessità, attesta falsamente,
in un certificato, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la
verità, è punito con la reclusione fino a un anno o con la
multa da € 51,00 a € 516,00.
Tali pene si applicano congiuntamente se il fatto è
commesso a scopo di lucro.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 482 codice penale
(Falsità materiale commessa dal privato)
Se alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 476, 477 e 478 è
commesso da un privato, ovvero da un pubblico ufficiale fuori
dell'esercizio delle sue funzioni, si applicano rispettivamente le
pene stabilite nei detti articoli, ridotte di un terzo.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 615-quater codice penale
decreto legislativo (omissis) (Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso
8 giugno 2001, n. 231 a sistemi informatici o telematici)
Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto o di
arrecare ad altri un danno, abusivamente si procura, riproduce,
diffonde, comunica o consegna codici, parole chiave o altri
mezzi idonei all'accesso ad un sistema informatico o telematico,
protetto da misure di sicurezza, o comunque fornisce
indicazioni o istruzioni idonee al predetto scopo, è punito con
la reclusione sino ad un anno e con la multa sino a € 5.164,00.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 617-quinquies codice penale
decreto legislativo (omissis) (Installazione d'apparecchiature per intercettare, impedire od
8 giugno 2001, n. 231 interrompere comunicazioni informatiche o telematiche)
Chiunque, fuori dai casi consentiti dalla legge, installa
apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere
comunicazioni relative ad un sistema informatico o telematico
ovvero intercorrenti tra più sistemi, è punito con la reclusione
da uno a quattro anni.
La pena è della reclusione da uno a cinque anni nei casi previsti
dal quarto comma dell'articolo 617 -quater.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 635-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque
distrugge, deteriora, cancella, altera o sopprime
informazioni, dati o programmi informatici altrui è punito,
a querela della persona offesa, con la reclusione da sei mesi
a tre anni.
Se il fatto è commesso con violenza alla persona o con minaccia
ovvero con abuso della qualità di operatore del sistema, la pena
è della reclusione da uno a quattro anni.
Articolo 635 codice penale
(Danneggiamento)
Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in
parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza
alla persona o con minaccia ovvero in occasione di
manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al
pubblico o del delitto previsto dall'articolo 331, è punito con la
reclusione da sei mesi a tre anni.
Alla stessa pena soggiace chiunque distrugge, disperde, deteriora o
rende, in tutto o in parte, inservibili le seguenti
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
cose altrui:
1. edifici pubblici o destinati a uso pubblico o all'esercizio di
un culto o cose di interesse storico o artistico ovunque siano
ubicate o immobili compresi nel perimetro dei centri storici,
ovvero immobili i cui lavori di costruzione, di ristrutturazione,
di recupero o di risanamento sono in corso o risultano ultimati
o altre delle cose indicate nel numero 7) dell'articolo 625;
2. opere destinate all'irrigazione;
3. piantate di viti, di alberi o arbusti fruttiferi, o boschi, selve
o foreste, ovvero vivai forestali destinati al rimboschimento;
4. attrezzature e impianti sportivi al fine di impedire o
interrompere lo svolgimento di manifestazioni sportive.
Per i reati di cui al primo e al secondo comma, la sospensione
condizionale della pena è subordinata all'eliminazione delle
conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il
condannato non si oppone, alla prestazione di attività non
retribuita a favore della collettività per un tempo determinato,
comunque non superiore alla durata della pena sospesa,
secondo le modalità indicate dal giudice nella sentenza di
condanna.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 635-ter codice penale
decreto legislativo (omissis) (Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati
8 giugno 2001, n. 231 dallo Stato o da altro ente pubblico
o comunque di pubblica utilità)
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque
commette un fatto diretto a distruggere, deteriorare, cancellare,
alterare o sopprimere informazioni, dati o programmi
informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o ad
essi pertinenti, o comunque di pubblica utilità, è punito con
la reclusione da uno a quattro anni.
Se dal fatto deriva la distruzione, il deterioramento, la
cancellazione, l’alterazione o la soppressione delle
informazioni, dei dati o dei programmi informatici, la pena è
della reclusione da tre a otto anni.
Se il fatto è commesso con violenza alla persona o con minaccia
ovvero con abuso della qualità di operatore del sistema, la pena
è aumentata.
Articolo 635 codice penale
(Danneggiamento)
Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in
parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza
alla persona o con minaccia ovvero in occasione di
manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al
pubblico o del delitto previsto dall'articolo 331, è punito con la
reclusione da sei mesi a tre anni.
Alla stessa pena soggiace chiunque distrugge, disperde,
deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili le seguenti cose
altrui:
1. edifici pubblici o destinati a uso pubblico o all'esercizio di
un culto o cose di interesse storico o artistico ovunque siano
ubicate o immobili compresi nel perimetro dei centri storici,
ovvero immobili i cui lavori di costruzione, di ristrutturazione,
di recupero o di risanamento sono in corso o risultano ultimati
o altre delle cose indicate nel numero 7) dell'articolo 625;
2. opere destinate all'irrigazione;
3. piantate di viti, di alberi o arbusti fruttiferi, o boschi, selve
o foreste, ovvero vivai forestali destinati al rimboschimento;
4. attrezzature e impianti sportivi al fine di impedire o
interrompere lo svolgimento di manifestazioni sportive.
Per i reati di cui al primo e al secondo comma, la sospensione
condizionale della pena è subordinata all'eliminazione delle
conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il
condannato non si oppone, alla prestazione di attività non
retribuita a favore della collettività per un tempo determinato,
comunque non superiore alla durata della pena sospesa,
secondo le modalità indicate dal giudice nella sentenza di
condanna.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 635-quater codice penale
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 635-quinquies codice penale
decreto legislativo (omissis) (Danneggiamento di sistemi informatici
8 giugno 2001, n. 231 o telematici di pubblica utilità)
Se il fatto di cui all'articolo 635-quater è diretto a distruggere,
danneggiare, rendere, in tutto o in parte, inservibili sistemi
informatici o telematici di pubblica utilità o ad ostacolarne
gravemente il funzionamento, la pena è della reclusione da
uno a quattro anni.
Se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento del
sistema informatico o telematico di pubblica utilità ovvero se
questo è reso, in tutto o in parte, inservibile, la pena è della
reclusione da tre a otto anni.
Se il fatto è commesso con violenza alla persona o con minaccia
ovvero con abuso della qualità di operatore del sistema, la pena
è aumentata.
Articolo 635 codice penale
(Danneggiamento)
Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in
parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza
alla persona o con minaccia ovvero in occasione di
manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al
pubblico o del delitto previsto dall'articolo 331, è punito con la
reclusione da sei mesi a tre anni.
Alla stessa pena soggiace chiunque distrugge, disperde,
deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili le seguenti cose
altrui:
1. edifici pubblici o destinati a uso pubblico o all'esercizio di
un culto o cose di interesse storico o artistico ovunque siano
ubicate o immobili compresi nel perimetro dei centri
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 640-quinquies codice penale
decreto legislativo (omissis) (Frode informatica del soggetto che presta servizi
8 giugno 2001, n. 231 di certificazione di firma elettronica)
Il soggetto che presta servizi di certificazione di firma
elettronica, il quale, al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto
profitto ovvero di arrecare ad alt ri danno, viola gli obblighi
previsti dalla legge per il rilascio di un certificato qualificato, è
punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da €
51,00 a € 1.032,00.
Articolo 24-ter Delitti di criminalità organizzata) Articolo 416 codice penale
decreto legislativo 1. In relazione alla commissione di taluno dei (Associazione per delinquere)
8 giugno 2001, n. 231 delitti di cui ag(li articoli 416, sesto comma, 416- Quando tre o più persone si associano allo scopo di commettere
bis, 416-ter e 630 del codice penale, ai delitti più delitti, coloro che promuovono o costituiscono od
commessi avvalendosi delle condizioni previste organizzano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la
dal predetto articolo 416 -bis ovvero al fine di reclusione da tre a sette anni.
agevolare l’attività delle associazioni previste Per il solo fatto di partecipare all'associazione, la pena è della
dallo stesso articolo, nonché ai delitti previsti reclusione da uno a cinque anni.
dall’articolo 74 del testo unico di cui al decreto del I capi soggiacciono alla stessa pena stabilita per i promotori.
Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. Se gli associati scorrono in armi le campagne o le pubbliche vie,
309, si applica la sanzione pecuniaria da si applica la reclusione da cinque a quindici anni.
quattrocento a mille quote. La pena è aumentata se il numero degli associati è di dieci o più.
2. In relazione alla commissione di taluno dei Se l'associazione è diretta a commettere taluno dei delitti di cui
delitti di cui all’articolo 416 del codice penale, ad agli articoli 600, 601, 601-bis e 602, nonché all'articolo 12,
esclusione del sesto comma, ovvero di cui comma 3-bis, del testo unico delle disposizioni concernenti la
all’articolo 407, comma 2, lettera a), numero disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello
5), del codice di procedura penale, si applica la sanzione straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286,
pecuniaria da trecento a ottocento quote. nonché agli articoli 22, commi 3 e 4, e 22-bis, comma 1 (richiamo
3. Nei casi di condanna per uno dei delitti indicati da intendersi riferito all’articolo 601 - bis del codice penale ai sensi
nei commi 1 e 2, si applicano le sanzioni dell’articolo 7 del decreto legislativo 1 marzo 2018 n. 21), della legge
interdittive previste dall’articolo 9, comma 2, per 1° aprile 1999, n. 91, si applica la reclusione da cinque a
una durata non inferiore ad un anno. quindici anni nei casi previsti dal primo comma e da quattro a
4. Se l’ente o una sua unità organizzativa viene nove anni nei casi previsti dal secondo comma.
stabilmente utilizzato allo scopo unico o Se l'associazione è diretta a commettere taluno dei delitti
prevalente di consentire o agevolare la previsti dagli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600- quater.1,
commissione dei reati indicati nei commi 1 e 2, si 600-quinquies, 609-bis, quando il fatto è commesso in danno di
applica la sanzione dell’interdizione definitiva un minore di anni diciotto, 609 -quater, 609- quinquies, 609-octies,
dall’esercizio dell’attività ai sensi dell’articolo 16, quando il fatto è commesso in danno di un minore di anni
comma 3. diciotto, e 609-undecies, si applica la reclusione da quattro a otto
anni nei casi previsti dal primo comma e la reclusione da due a
sei anni nei casi previsti dal secondo comma.
Articolo 600 codice penale
(Riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù)
Chiunque esercita su una persona poteri corrispondenti a quelli
del diritto di proprietà ovvero chiunque riduce o mantiene una
persona in uno stato di soggezione continuativa,
costringendola a prestazioni lavorative o sessuali ovvero
all'accattonaggio o comunque al compimento di attività
illecite che ne comportino lo sfruttamento ovvero a sottoporsi
al prelievo di organi, è punito con la reclusione da otto a venti
anni.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 24-ter Delitti di criminalità organizzata Articolo 74 decreto del Presidente della Repubblica
decreto legislativo (omissis) 9 ottobre 1990, n. 309
8 giugno 2001, n. 231 (Associazione finalizzata al traffico illecito di
sostanze stupefacenti o psicotrope)
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 24-ter Delitti di criminalità organizzata Articolo 407 codice procedura penale
decreto legislativo (omissis) (Termini di durata massima delle indagini preliminari)
8 giugno 2001, n. 231 1. Salvo quanto previsto dall’articolo 393 comma 4, la durata
delle indagini preliminari non può comunque superare
diciotto mesi.
2. La durata massima è tuttavia di due anni se le indagini
preliminari riguardano:
a) i delitti appresso indicati:
(omissis)
5) delitti di illegale fabbricazione, introduzione nello Stato,
messa in vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico
o aperto al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di
esse, di esplosivi, di armi clandestine nonché di più armi
comuni da sparo escluse quelle previste dall'articolo 2, comma
terzo, della legge 18 aprile 1975, n. 110.
(omissis)
Articolo 2 legge 18 aprile 1975, n. 110
(Armi e munizioni comuni da sparo)
(omissis)
Sono infine considerate armi comuni da sparo quelle
denominate "da bersaglio da sala", o ad emissione di gas, nonché
le armi ad aria compressa o gas compressi, sia lunghe sia corte
i cui proiettili erogano un’energia cinetica superiore a 7,5 joule,
e gli strumenti lanciarazzi, salvo che si tratti di armi destinate
alla pesca ovvero di armi e strumenti per i quali il Banco
nazionale di prova escluda, in relazione alle rispettive
caratteristiche, l’attitudine a recare offesa alla persona. Non
sono armi gli strumenti ad aria compressa o gas compresso a
canna liscia e a funzionamento non automatico, destinati al
lancio di capsule sferiche marcatrici prive di sostanze o miscele
classificate come pericolose dall’articolo 3 del regolamento n.
1272/2008/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16
dicembre 2008, che erogano una energia cinetica non superiore
a 12,7 joule,
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-bis (Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 453 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento) Stato, previo concerto, di monete falsificate)
1. In relazione alla commissione dei delitti previsti E' punito con la reclusione da tre a dodici anni e con la
dal codice penale in materia di falsità in monete, multa da € 516,00 a € 3.098,00:
in carte di pubblico credito, in valori di bollo e 1) chiunque contraffà monete nazionali o straniere, aventi
in strumenti o segni di riconoscimento, si corso legale nello Stato o fuori;
applicano all'ente le seguenti sanzioni pecuniarie: 2) chiunque altera in qualsiasi modo monete genuine, col dare
a) per il delitto di cui all'articolo 453 la sanzione ad esse l'apparenza di un valore superiore;
pecuniaria da trecento a ottocento quote; 3) chiunque, non essendo concorso nella contraffazione o
b) per i delitti di cui agli articoli 454, 460 e 461 la nell'alterazione, ma di concerto con chi l'ha eseguita ovvero con
sanzione pecuniaria fino a cinquecento quote; un intermediario, introduce nel territorio dello Stato o detiene
c) per il delitto di cui all'articolo 455 le sanzioni o spende o mette altrimenti in circolazione monete contraffatte
pecuniarie stabilite dalla lettera a), in relazione o alterate;
all'articolo 453, e dalla lettera b), in relazione 4) chiunque, al fine di metterle in circolazione, acquista o
all'articolo 454, ridotte da un terzo alla metà; comunque riceve da chi le ha falsificate, ovvero da un
d) per i delitti di cui agli articoli 457 e 464, intermediario, monete contraffatte o alterate.
secondo comma, le sanzioni pecuniarie fino a La stessa pena si applica a chi, legalmente autorizzato alla
duecento quote; produzione, fabbrica indebitamente, abusando degli strumenti
e) per il delitto di cui all'articolo 459 le sanzioni o dei materiali nella sua disponibilità, quantitativi di monete in
pecuniarie previste dalle lettere a), c) e d) ridotte eccesso rispetto alle prescrizioni.
di un terzo; La pena è ridotta di un terzo quando le condotte di cui al primo
f) per il delitto di cui all'articolo 464 , primo e secondo comma hanno ad oggetto monete non aventi ancora
comma, la sanzione pecuniaria fino a trecento corso legale e il termine iniziale dello stesso è determinato.
quote;
f-bis) per i delitti di cui agli articoli 473 e 474, la
sanzione pecuniaria fino a cinquecento quote.
2. Nei casi di condanna per uno dei delitti di cui
agli articoli 453, 454, 455, 459, 460, 461 ,
473 e 474 del codice penale, si applicano all'ente
le sanzioni interdittive previste dall'articolo 9,
comma 2, per una durata non superiore ad un
anno.
Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 454 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Alterazione di monete)
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento Chiunque altera monete della qualità indicata nell’articolo
(omissis) precedente, scemandone in qualsiasi modo il valore, ovvero,
rispetto alle monete in tal modo alterate, commette alcuno dei
fatti indicati nei numeri 3 e 4 del detto articolo, è punito con
la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da € 103,00 a
€ 516,00.
Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 455 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto,
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento di monete falsificate)
(omissis) Chiunque, fuori dei casi preveduti dai due articoli precedenti,
introduce nel territorio dello Stato, acquista o detiene monete
contraffatte o alterate, al fine di metterle in circolazione, ovvero
le spende o le mette altrimenti in
circolazione, soggiace alle pene stabilite nei detti articoli ridotte da un
terzo alla metà.
Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 457 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede)
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento Chiunque spende o mette altrimenti in circolazione monete
(omissis) contraffatte o alterate, da lui ricevute in buona fede, è punito
con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a €
1.032,00.
Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico cr edito, Articolo 459 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento messa in circolazione di valori di bollo falsificati)
(omissis) Le disposizioni degli articoli 453, 455 e 457 si applicano anche
alla contraffazione o alterazione di valori di bollo e alla
introduzione nel territorio dello Stato, o all'acquisto,
detenzione e messa in circolazione di valori di bollo
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 474 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi )
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento Fuori dei casi di concorso nei reati previsti dall'articolo 473,
(omissis) chiunque introduce nel territorio dello Stato, al fine di trarne
profitto, prodotti industriali con marchi o altri segni distintivi,
nazionali o esteri, contraffatti o alterati è punito con la
reclusione da uno a quattro anni e con la multa da € 3.500,00 a €
35.000,00.
Fuori dei casi di concorso nella contraffazione, alterazione,
introduzione nel territorio dello Stato, chiunque detiene per la
vendita, pone in vendita o mette altrimenti in circolazione, al
fine di trarne profitto, i prodotti di cui al primo comma è punito
con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a €
20.000,00.
I delitti previsti dai commi primo e secondo sono punibili a condizione
che siano state osservate le norme delle leggi interne, dei regolamenti
comunitari e delle convenzioni
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 514 codice penale
decreto legislativo (omissis) (Frodi contro le industrie nazionali)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque, ponendo in vendita o mettendo altrimenti in
circolazione, sui mercati nazionali o esteri, prodotti industriali,
con nomi, marchi o segni distintivi contraffatti o alterati,
cagiona un nocumento all'industria nazionale è punito con la
reclusione da uno a cinque anni e con la multa non inferiore a €
516,00
Se per i marchi o segni distintivi sono state osservate le norme
delle leggi interne o delle convenzioni internazionali
sulla tutela della proprietà industriale, la pena è aumentata e non si
applicano le disposizioni degli articoli 473 e 474.
Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 515 codice penale
decreto legislativo (omissis) (Frode nell'esercizio del commercio)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque, nell'esercizio di un'attività commerciale, ovvero in
uno spaccio aperto al pubblico, consegna all'acquirente una
cosa mobile per un`altra, ovvero una cosa mobile, per origine,
provenienza, qualità o quantità, diversa da quella dichiarata o
pattuita, è punito, qualora il fatto non costituisca un più grave
delitto, con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a €
2.065, 00.
Se si tratta di oggetti preziosi, la pena è della reclusione
fino a tre anni o della multa non inferiore a € 103,00.
Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 516 codice penale
decreto legislativo (omissis) (Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque pone in vendita o mette altrimenti in commercio come
genuine sostanze alimentari non genuine è punito con la
reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a € 1.032,00.
Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 517 codice penale
decreto legislativo (omissis) (Vendita di prodotti industriali con segni mendaci)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque pone in vendita o mette altrimenti in circolazione
opere dell'ingegno o prodotti industriali, con nomi, marchi o
segni distintivi nazionali o esteri, atti a indurre in inganno il
compratore sull’origine, provenienza o qualità dell'opera o
del prodotto, è punito, se il fatto non è preveduto come reato
da altra disposizione di legge, con la reclusione fino a due anni
e con la multa fino a € 20.000,00.
Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 517-ter codice penale
decreto legislativo (omissis) (Fabbricazione e commercio di beni realizzati
8 giugno 2001, n. 231 usurpando titoli di proprietà industriale)
Salva l'applicazione degli articoli 473 e 474 chiunque, potendo
conoscere dell'esistenza del titolo di proprietà industriale,
fabbrica o adopera industrialmente oggetti o altri beni
realizzati usurpando un titolo di proprietà industriale o in
violazione dello stesso è punito, a querela della persona offesa,
con la reclusione fino a due anni e con
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 517-quater codice penale
decreto legislativo (omissis) (Contraffazione di indicazioni geografiche
8 giugno 2001, n. 231 o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari)
Chiunque contraffà o comunque altera indicazioni geografiche
o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari è punito
con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a €
20.000,00.
Alla stessa pena soggiace chi, al fine di trarne profitto, introduce
nel territorio dello Stato, detiene per la vendita, pone in vendita
con offerta diretta ai consumatori o mette comunque in
circolazione i medesimi prodotti con le indicazioni o
denominazioni contraffatte.
Si applicano le disposizioni di cui agli articoli 474 -bis, 474- ter,
secondo comma, e 517-bis, secondo comma.
I delitti previsti dai commi primo e secondo sono punibili a
condizione che siano state osservate le norme delle leggi
interne, dei regolamenti comunitari e delle convenzioni
internazionali in materia di tutela delle indicazioni geografiche
e delle denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
n. 262
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2624 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni delle
8 giugno 2001, n. 231 società di revisione)
Abrogato dall’articolo 37, comma 34, del decreto legislativo 27
gennaio 2010, n. 39
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2625 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Impedito controllo)
8 giugno 2001, n. 231 Gli amministratori che, occultando documenti o con altri idonei
artifici, impediscono o comunque ostacolano lo svolgimento
delle attività di controllo legalmente attribuite ai soci o ad altri
organi sociali, sono puniti con la sanzione amministrativa
pecuniaria fino a 10.329 euro.
Se la condotta ha cagionato un danno ai soci, si applica la
reclusione fino ad un anno e si procede a querela della persona
offesa.
La pena è raddoppiata se si tratta di società con titoli quotati
in mercati regolamentati italiani o di altri Stati dell'Unione
europea o diffusi tra il pubblico in misura rilevante ai sensi
dell'articolo 116 del testo unico di cui al Decreto legislativo 24
febbraio 1998 n. 58.
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2626 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Indebita restituzione dei conferimenti)
8 giugno 2001, n. 231 Gli amministratori che, fuori dei casi di legittima riduzione del
capitale sociale, restituiscono, anche simulatamente, i
conferimenti ai soci o li liberano dall'obbligo di eseguirli, sono
puniti con la reclusione fino ad un anno.
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2627 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Illegale ripartizione degli utili e delle riserve)
8 giugno 2001, n. 231 Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, gli
amministratori che ripartiscono utili o acconti su utili non
effettivamente conseguiti o destinati per legge a riserva, ovvero
che ripartiscono riserve, anche non costituite con utili, che non
possono per legge essere distribuite, sono puniti con l'arresto
fino ad un anno.
La restituzione degli utili o la ricostituzione delle rise rve prima
del termine previsto per l'approvazione del bilancio estingue il
reato.
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2628 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali
8 giugno 2001, n. 231 o della società controllante)
Gli amministratori che, fuori dei casi consentiti dalla legge,
acquistano o sottoscrivono azioni o quote sociali, cagionando
una lesione all'integrità del capitale sociale o delle riserve non
distribuibili per legge, sono puniti con la reclusione fino ad un
anno.
La stessa pena si applica agli amministratori che, fuori dei casi
consentiti dalla legge, acquistano o sottoscrivono azioni o
quote emesse dalla società controllante, cagionando una lesione
del capitale sociale o delle riserve non distribuibili per legge.
Se il capitale sociale o le riserve sono ricostituiti prima del termine
previsto per l'approvazione del bilancio relativo all'esercizio in
relazione al quale è stata posta in essere la
condotta, il reato è estinto.
Articolo 25-quater (Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-bis codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico) (Associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale
8 giugno 2001, n. 231 1. In relazione alla commissione dei delitti aventi o di eversione dell’ordine democratico)
finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine Chiunque promuove, costituisce, organizza, dirige o finanzia
democratico, previsti dal codice penale e dalle associazioni che si propongono il compimento di atti di
leggi speciali, si applicano all'ente le seguenti violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine
sanzioni pecuniarie: democratico è punito con la reclusione da sette a quindici anni.
a) se il delitto è punito con la pena della Chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da
reclusione inferiore a dieci anni, la sanzione cinque a dieci anni.
pecuniaria da duecento a settecento quote; Ai fini della legge penale, la finalità di terrorismo ricorre
b) se il delitto è punito con la pena della anche quando gli atti di violenza sono rivolt i contro uno
reclusione non inferiore a dieci anni o con Stato estero, un’istituzione e un organismo internazionale.
l'ergastolo, la sanzione pecuniaria da Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la
quattrocento a mille quote. confisca delle cose che servirono o furono destinate a
2. Nei casi di condanna per uno dei delitti
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
indicati nel comma 1, si applicano le sanzioni commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il
interdittive previste dall'articolo 9, comma 2, per profitto o che ne costituiscono l’impiego.
una durata non inferiore ad un anno.
3. Se l'ente o una sua unità organizzativa viene
stabilmente utilizzato allo scopo unico o
prevalente di consentire o agevolare la
commissione dei reati indicati nel comma 1, si
applica la sanzione dell'interdizione definitiva
dall'esercizio dell'attività ai sensi dell'articolo 16,
comma 3.
4. Le disposizioni dei commi 1, 2 e 3 si applicano
altresì in relazione alla commissione di delitti,
diversi da quelli indicati nel comma 1, che siano
comunque stati posti in essere in violazione di
quanto previsto dall'articolo 2 della Convenzione
internazionale per la repressione del
finanziamento del terrorismo
fatta a New York il 9 dicembre 1999.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-ter codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Assistenza agli associati)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato o di
favoreggiamento, dà rifugio o fornisce vitto, ospitalità, mezzi
di trasporto, strumenti di comunicazione a taluna delle
persone che partecipano alle associazioni indicate negli
articoli 270 e 270-bis è punito con la reclusione fino a quattro
anni.
La pena è aumentata se l’assistenza è prestata
continuativamente.
Non è punibile chi commette il fatto in favore di un prossimo
congiunto.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-quater codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Chiunque, al di fuori dei casi di cui all'articolo 270 -bis, arruola
una o più persone per il compimento di atti di violenza ovvero
di sabotaggio di servizi pubblici essenziali, con finalità di
terrorismo, anche se rivolti contro uno Stato estero,
un'istituzione o un organismo internazionale, è punito con la
reclusione da sette a quindici anni.
Fuori dei casi di cui all’articolo 270-bis, e salvo il caso di
addestramento, la persona arruolata è punita con la pena della
reclusione da cinque a otto anni.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-quater1 codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Organizzazione di trasferimenti per finalità di terrorismo)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Fuori dai casi di cui agli articoli 270 -bis e 270-quater, chiunque
organizza, finanzia o propaganda viaggi in territorio estero
finalizzati al compimento delle condotte con finalità di
terrorismo di cui all’articolo 270 -sexies, è punito con la
reclusione da cinque a otto anni.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-quinquies codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) internazionale)
Chiunque, al di fuori dei casi di cui all'articolo 270-bis, addestra
o comunque fornisce istruzioni sulla preparazione o sull'uso
di materiali esplosivi, di armi da fuoco o di altre armi, di
sostanze chimiche o batteriologiche nocive o pericolose,
nonché di ogni altra tecnica o metodo per il compimento di atti
di violenza ovvero di sabotaggio di servizi pubblici essenziali,
con finalità di terrorismo, anche se rivolti contro uno Stato
estero, un'istituzione o un organismo internazionale, è punito
con la reclusione da cinque a dieci anni. La stessa pena si applica
nei confronti della persona addestrata, nonché della persona
che avendo acquisito, anche autonomamente, le istruzioni per il
compimento degli atti di cui al primo periodo, pone in essere
comportamenti univocamente finalizzati alla commissione
delle condotte di cui all’articolo 270 -sexies.
Le pene previste dal presente articolo sono aumentate se il fatto di chi
addestra o istruisce è commesso attraverso strumenti informatici o
telematici.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-sexies codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Condotte con finalità di terrorismo)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per
la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un
Paese o ad un'organizzazione internazionale e sono compiute
allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri
pubblici o un'organizzazione internazionale a compiere o
astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o
distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali,
economiche e sociali di un Paese o di un'organizzazione
internazionale, nonché le altre condotte definite terroristiche o
commesse con finalità di terrorismo da convenzioni o altre
norme di diritto internazionale vincolanti per l'Italia.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 280 codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Attentato per finalità terroristiche o di eversione)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Chiunque, per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine
democratico attenta alla vita od alla incolumità di una
persona, è punito, nel primo caso, con la reclusione non
inferiore ad anni venti e, nel secondo caso, con la reclusione non
inferiore ad anni sei.
Se dall'attentato alla incolumità di una persona deriva una
lesione gravissima, si applica la pena della reclusione non
inferiore ad anni diciotto; se ne deriva una lesione grave, si
applica la pena della reclusione non inferiore ad anni dodici. Se
i fatti previsti nei commi precedenti sono rivolti contro persone
che esercitano funzioni giudiziarie o penitenziarie ovvero di
sicurezza pubblica nell'esercizio o a causa delle loro funzioni,
le pene sono aumentate di un terzo.
Se dai fatti di cui ai commi precedenti deriva la morte della
persona si applicano, nel caso di attentato alla vita, l' ergastolo
e, nel caso di attentato alla incolumità, la reclusione di anni
trenta.
Le circostanze attenuanti, diverse da quelle previste dagli
articoli 98 e 114, concorrenti con le aggravanti di cui al secondo
e al quarto comma, non possono essere ritenute equivalenti o
prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di
pena si operano sulla quantità di pena risultante dall'aumento
conseguente alle predette aggravanti.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 280-bis codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque per finalità di
terrorismo compie qualsiasi atto diretto a danneggiare cose mobili o
immobili altrui, mediante l'uso di dispositivi esplosivi o comunque
micidiali, è punito con la reclusione da due a cinque anni.
Ai fini del presente articolo, per dispositivi esplosivi o comunque
micidiali si intendono le armi e le materie ad esse assimilate indicate
nell'articolo 585 e idonee a causare importanti danni materiali.
Se il fatto è diretto contro la sede della Presidenza della
Repubblica, delle Assemblee legislative, della Corte
costituzionale, di organi del Governo o comunque di organi
previsti dalla Costituzione o da leggi costituzionali, la pena e'
aumentata fino alla metà.
Se dal fatto deriva pericolo per l'incolumità pubblica ovvero un
grave danno per l'economia nazionale, si applica la reclusione
da cinque a dieci anni.
Le circostanze attenuanti, diverse da quelle previste dagli
articoli 98 e 114, concorrenti con le aggravanti di cui al terzo
e al quarto comma, non possono essere ritenute equivalenti o
prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di pena si operano
sulla quantità di pena risultante dall'aumento conseguente alle
predette aggravanti.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 289-bis codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Chiunque per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine
democratico sequestra una persona è punito con la reclusione
da venticinque a trenta anni.
Se dal sequestro deriva comunque la morte, quale conseguenza
non voluta dal reo, della persona sequestrata, il colpevole è
punito con la reclusione di anni trenta.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-bis.1 codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Circostanze aggravanti e attenuanti)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Per i reati commessi per finalità di terrorismo o di eversione
dell'ordine democratico, punibili con pena diversa
dall'ergastolo, la pena è aumentata della metà, salvo che la
circostanza sia elemento costitutivo del reato.
(omissis)
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 2 - Convenzione internazionale per la repressione del
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico finanziamento del terrorismo.
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) New York 9 dicembre 1999
Commet une infraction au sens de la présente Convention toute
personne qui, par quelque moyen que ce soit, directement ou
indirectement, illicitement et délibérément, fournit ou réunit
des fonds dans l’intention de les voir utilisés ou en sachant
qu’ils seront utilisés, en tout ou partie, en vue de commettre:
Un acte qui constitue une infraction au regard et selon la
définition de l’un des traités énumérés en annexe;
Tout autre acte destiné à tuer ou blesser grièvement un civil,
ou toute autre personne qui ne participe pas directement aux
hostilités dans une situation de conflit armé, lorsque, par sa
nature ou son contexte, cet acte vise à intimider une population
ou à contraindre un gouvernement ou une organisation
internationale à accomplir ou à s’abstenir d’accomplir un acte
quelconque.
En déposant son instrument de ratification, d’acceptation,
d’approbation ou d’adhésion, un État Partie qui n’est pas partie
à un traité énuméré dans l’annexe visée à l’alinéa a) du
paragraphe 1 du présent article peut déclarer que, lorsque la
présente Convention lui est appliquée, ledit traité est réputé ne
pas figurer dans cette annexe. Cette déclaration devient
caduque dès l’entrée en vigueur du traité pour l’État Partie, qui
en notifie le dépositaire;
Lorsqu’un État Partie cesse d’éntre partie à un traité énuméré
dans l’annexe, il peut faire au sujet dudit traité la déclaration
prévue dans le présent article.
Pour qu’un acte constitue une infraction au sens du paragraphe
1, il n’est pas nécessaire que les fonds aient été effectivement
utilisés pour commettre une infraction visée aux alinéas a) ou
b) du paragraphe 1 du présent article.
Commet également une infraction quiconque tente de
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-quinquies (Delitti contro la personalità individuale) Articolo 600 codice penale
decreto legislativo 1. In relazione alla commissione dei delitti previsti (Riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù)
8 giugno 2001, n. 231 dalla sezione I del capo III del titolo XII del libro Chiunque esercita su una persona poteri corrispondenti a quelli
II del codice penale si applicano all'ente le seguenti del diritto di proprietà ovvero chiunque riduce o mantiene una
sanzioni pecuniarie: persona in uno stato di soggezione continuativa,
a) per i delitti di cui agli articoli 600, 601, 602 e costringendola a prestazioni lavorative o sessuali ovvero
603‐ bis, la sanzione pecuniaria da quattrocento all'accattonaggio o comunque al compimento di attività illecite
a mille quote; che ne comportino lo sfruttamento ovvero a sottoporsi al
b) per i delitti di cui agli articoli 600 -bis, primo prelievo di organi, è punito con la reclusione da otto a venti
comma, 600-ter, primo e secondo comma, anche anni.
se relativi al materiale pornografico di cui La riduzione o il mantenimento nello stato di soggezione ha
all'articolo 600-quater1, e 600-quinquies, la luogo quando la condotta è attuata mediante violenza, minaccia,
sanzione pecuniaria da trecento a ottocento quote; inganno, abuso di autorità o approfittamento di una situazione
c) per i delitti di cui agli articoli 600-bis, secondo di vulnerabilità, di inferiorità fisica o psichica o di una
comma, 600-ter, terzo e quarto comma, e 600- situazione di necessità, o mediante la promessa o la dazione di
quater, anche se relativi al materiale pornografico somme di denaro o di altri vantaggi a chi ha autorità sulla
di cui all'articolo 600 - quater1, nonché per il persona.
delitto di cui all'articolo 609-undecies la sanzione
pecuniaria da duecento a settecento quote.
2. Nei casi di condanna per uno dei delitti
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 600-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Prostituzione minorile)
8 giugno 2001, n. 231 E' punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la
multa da € 15.000,00 a € 150.000,00 chiunque:
1) recluta o induce alla prostituzione una persona di età
inferiore agli anni diciotto;
2) favorisce, sfrutta, gestisce, organizza o controlla la
prostituzione di una persona di età inferiore agli anni diciotto,
ovvero altrimenti ne trae profitto.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie
atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i
diciotto anni, in cambio di un corrispettivo in denaro o altra
utilità, anche solo promessi, è punito con la reclusione da uno
a sei anni e con la multa da € 1.500,00 a € 6.000,00.
Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 600-ter codice penale
decreto legislativo (omissis) (Pornografia minorile)
8 giugno 2001, n. 231 E' punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la
multa da €24.000,00 a € 240.000,00 chiunque:
1) utilizzando minori di anni diciotto, realizza esibizioni o
spettacoli pornografici ovvero produce materiale pornografico;
2) recluta o induce minori di anni diciotto a partecipare a
esibizioni o spettacoli pornografici ovvero dai suddetti
spettacoli trae altrimenti profitto.
Alla stessa pena soggiace chi fa commercio del materiale pornografico
di cui al primo comma.
Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui al primo e al secondo
comma, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica,
distribuisce, divulga diffonde o pubblicizza il materiale
pornografico di cui al primo comma, ovvero distribuisce o
divulga notizie o informazioni finalizzate all'adescamento o allo
sfruttamento sessuale di minori degli anni diciotto, è punito con
la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da € 2.582,00
a € 51.645,00.
Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui ai commi primo,
secondo e terzo, offre o cede ad altri, anche a titolo gratuito,
il materiale pornografico di cui al primo comma, è punito con
la reclusione fino a tre anni e con la multa da € 1.549,00 a €
5.164,00.
Nei casi previsti dal terzo e dal quarto comma la pena è
aumentata in misura non eccedente i due terzi ove il materiale
sia di ingente quantità .
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque assiste
a esibizioni o spettacoli pornografici in cui siano coinvolti
minori di anni diciotto è punito con la reclusione fino a tre anni
e con la multa da € 1.500,00 a € 6.000,00.
Ai fini di cui al presente articolo per pornografia minorile si
intende ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un
minore degli anni diciotto coinvolto in attività sessuali esplicite,
reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi
sessuali di un minore di anni diciotto per scopi sessuali..
Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 600-quater codice penale
decreto legislativo (omissis) (Detenzione di materiale pornografici)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque, al di fuori delle ipotesi previste dall'articolo 600 ter,
consapevolmente si procura o detiene materiale pornografico
realizzato utilizzando minori degli anni diciotto, è punito con
la reclusione fino a tre anni e con la multa non inferiore a €
1.549,00.
La pena è aumentata in misura non eccedente i due terzi
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 602 codice penale
decreto legislativo (omissis) (Acquisto e alienazione di schiavi)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo 601, acquista o
aliena o cede una persona che si trova in una delle condizioni
di cui all'articolo 600 è punito con la reclusione
da otto a venti anni.
Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 603‐ bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro)
8 giugno 2001, n. 231 Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la
reclusione da uno a sei anni e con la multa da € 500,00 a
1.000,00 per ciascun lavoratore reclutato, chiunque:
1) recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso
terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato
di bisogno dei lavoratori;
2) utilizza, assume o impiega manodopera, anche mediante
l’attività di intermediazione di cui al numero 1), sottoponendo
i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del
loro stato di bisogno.
Se i fatti sono commessi mediante violenza o minaccia, si applica
la pena della reclusione da cinque a otto anni e la multa da €
1.000,00 a 2.000,00 per ciascun lavoratore reclutato.
Ai fini del presente articolo, costituisce indice di
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 609-undecies codice penale
decreto legislativo (omissis) (Adescamento di minorenni)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque, allo scopo di commettere i reati di cui agli articoli
600, 600-bis, 600-ter e 600-quater, anche se relativi al materiale
pornografico di cui all'articolo 600 -quater.1, 600- quinquies, 609-
bis, 609-quater, 609-quinquies e 609-octies, adesca un minore di
anni sedici, è punito, se il fatto non costituisce più grave reato,
con la reclusione da uno a tre anni. Per adescamento si intende
qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso
artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante
l'utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di
comunicazione.
Articolo 609-bis codice penale
(Violenza sessuale)
Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità,
costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la
reclusione da cinque a dieci anni.
Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire
atti sessuali:
1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica
della persona offesa al momento del fatto;
2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole
sostituito ad altra persona.
Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente
i due terzi.
Articolo 609-quater codice penale
(Atti sessuali con minorenne)
Soggiace alla pena stabilita dall'articolo 609 -bis chiunque, al di
fuori delle ipotesi previste in detto articolo, compie atti sessuali
con persona che, al momento del fatto:
1) non ha compiuto gli anni quattordici;
2) non ha compiuto gli anni sedici, quando il colpevole sia
l'ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente,
il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di
educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore
è affidato o che abbia, con quest'ultimo, una relazione di
convivenza.
Fuori dei casi previsti dall'articolo 609 -bis, l'ascendente, il
genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore, ovvero
altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di
istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato, o
che abbia con quest'ultimo una relazione di convivenza, che,
con l'abuso dei poteri connessi alla sua posizione, compie atti
sessuali con persona minore che ha compiuto gli anni sedici,
è punito con la reclusione da tre a sei anni.
Non è punibile il minorenne che, al di fuori delle ipotesi previste
nell'articolo 609-bis, compie atti sessuali con un
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-sexies (Abusi di mercato) Articolo 184 decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58
decreto legislativo 1. In relazione ai reati di abuso di informazioni (Abuso di informazioni privilegiate)
8 giugno 2001, n. 231 privilegiate e di manipolazione del mercato 1. E' punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa
previsti dalla parte V, titolo I bis, capo II, del testo da € 20.000,00 a € 3.000.000,00 chiunque, essendo in possesso
unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, di informazioni privilegiate in ragione della sua qualità di
n. 58, si applica all'ente la sanzione pecuniaria da membro di organi di amministrazione, direzione o controllo
quattrocento a mille quote. dell'emittente, della partecipazione al capitale dell'emittente,
2. Se, in seguito alla commissione dei reati di cui ovvero dell'esercizio di un'attività lavorativa, di una
al comma 1, il prodotto o il profitto conseguito professione o di una funzione, anche pubblica, o di un ufficio:
dall'ente è di rilevante entità, la sanzione èa) acquista, vende o compie altre operazioni, direttamente o
aumentata fino a dieci volte tale prodotto o indirettamente, per conto proprio o per conto di terzi, su
profitto. strumenti finanziari utilizzando le informazioni medesime;
b)comunica tali informazioni ad altri, al di fuori del normale
esercizio del lavoro, della professione, della funzione o
dell'ufficio o di un sondaggio di mercato effettuato ai sensi
dell'articolo 11 del regolamento (UE) n. 596/2014;
c) raccomanda o induce altri, sulla base di esse, al compimento
di taluna delle operazioni indicate nella lettera a).
2. La stessa pena di cui al comma 1 si applica a chiunque essendo
in possesso di informazioni privilegiate a motivo della
preparazione o esecuzione di attività delittuose compie taluna
delle azioni di cui al medesimo comma 1.
3. Il giudice può aumentare la multa fino al triplo o fino al
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-sexies Abusi di mercato Articolo 185 decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58
decreto legislativo (omissis) (Manipolazione del mercato)
8 giugno 2001, n. 231 1. Chiunque diffonde notizie false o pone in essere operazioni
simulate o altri artifizi concretamente idonei a provocare una sensibile
alterazione del prezzo di strumenti finanziari, è punito con la
reclusione da uno a sei anni e con la multa da € 20.000,00 a €
5.000.000,00.
1-bis. Non è punibile chi ha commesso il fatto per il tramite di ordini
di compravendita o operazioni effettuate per motivi legittimi e in
conformità a prassi di mercato ammesse, ai sensi dell'articolo 13 del
regolamento (UE) n. 596/2014.
2. Il giudice può aumentare la multa fino al triplo o fino al maggiore
importo di dieci volte il prodotto o il profitto conseguito dal reato
quando, per la rilevante offensività del fatto, per le qualità personali del
colpevole o per l'entità del prodotto o del profitto conseguito dal reato,
essa appare inadeguata anche se applicata nel massimo.
2-bis. Nel caso di operazioni relative agli strumenti finanziari di cui
all'articolo 180, comma 1, lettera a), numeri
2), 2-bis) e 2-ter), limitatamente agli strumenti finanziari il cui prezzo
o valore dipende dal prezzo o dal valore di uno strumento finanziario
di cui ai numeri 2) e 2-bis) ovvero ha un effetto su tale prezzo o
valore, o relative alle aste su una piattaforma d'asta autorizzata come
un mercato regolamentato di quote di emissioni, la sanzione penale è
quella dell'ammenda fino a € 103.291,00 e dell'arresto fino a tre anni.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-septies (Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse Articolo 589 codice penale
decreto legislativo con violazione delle norme sulla tutela della salute e (Omicidio colposo)
8 giugno 2001, n. 231 sicurezza sul lavoro) Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito
1. In relazione al delitto di cui all'articolo 589 del con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
codice penale, commesso con violazione Se il fatto è commesso con violazione delle norme per la
dell'articolo 55, comma 2, del decreto legislativo prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione
attuativo della delega di cui alla legge 3 agosto da due a sette anni.
2007, n. 123, in materia di salute e sicurezza sul Se il fatto è commesso nell’esercizio abusivo di una professione
lavoro, si applica una sanzione pecuniaria in per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato o di
misura pari a 1.000 quote. Nel caso di condanna un’arte sanitaria, la pena è della reclusione da tre a dieci anni.
per il delitto di cui al precedente periodo si Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più
applicano le sanzioni interdittive di cui all'articolo persone e di lesioni di una o più persone, si applica la pena che
9, comma 2, per una durata non inferiore a tre dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni
mesi e non superiore ad un anno. commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può
2. Salvo quanto previsto dal comma 1, in superare gli anni quindici.
relazione al delitto di cui all'articolo 589 del codice Articolo 55 decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81
penale, commesso con violazione delle norme (Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente)
sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, si 1. E' punito con l'arresto da tre a sei mesi o con l'ammenda
applica una sanzione pecuniaria in misura non da € 2.500,00 a € 6.400,00 il datore di lavoro:
inferiore a 250 quote e non superiore a 500 quote. a) per la violazione dell'articolo 29, comma 1;
Nel caso di condanna per il delitto di cui al b) che non provvede alla nomina del responsabile del servizio
precedente periodo si applicano le sanzioni di prevenzione e protezione ai sensi dell'articolo 17, comma
interdittive di cui all'articolo 9, comma 2, per una 1, lettera b), o per la violazione dell'articolo 34, comma 2;
durata non inferiore a tre mesi e non superiore 2. Nei casi previsti al comma 1, lettera a), si applica la pena
ad un anno. dell'arresto da quattro a otto mesi se la violazione è commessa:
3. In relazione al delitto di cui all'articolo 590, a) nelle aziende di cui all'articolo 31, comma 6, lettere a),
terzo comma, del codice penale, commesso con b), c), d), f) e g);
violazione delle norme sulla tutela della salute e b) in aziende in cui si svolgono attività che espongono i
sicurezza sul lavoro, si applica una sanzione lavoratori a rischi biologici di cui all'articolo 268, comma 1,
pecuniaria in misura non superiore a 250 quote. lettere c) e d), da atmosfere esplosive, cancerogeni mutageni,
Nel caso di condanna per il delitto di cui al e da attività di manutenzione, rimozione smaltimento e bonifica
precedente periodo si applicano le sanzioni di amianto;
interdittive di cui all'articolo 9, comma 2, per c) per le attività disciplinate dal Titolo IV caratterizzate dalla
una durata non superiore a sei mesi. compresenza di più imprese e la cui entità presunta di lavoro
non sia inferiore a 200 uomini-giorno.
(omissis)
Articolo 25-septies Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse Articolo 590 codice penale
decreto legislativo con violazione delle norme sulla tutela (Lesioni personali colpose)
8 giugno 2001, n. 231 della salute e sicurezza sul lavoro Chiunque cagiona ad altri, per colpa, una lesione personale è
(omissis) punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a
€ 309,00.
Se la lesione è grave la pena è della reclusione da uno a sei mesi
o della multa da € 123,00 a € 619,00; se è gravissima, della
reclusione da tre mesi a due anni o della multa da € 309,00 a €
1.239,00.
Se i fatti di cui al secondo comma sono commessi con violazione delle
norme per la prevenzione degli infortuni
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-octies (Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o Articolo 648 codice penale
decreto legislativo utilità di provenienza illecita, (Ricettazione)
8 giugno 2001, n. 231 nonché autoriciclaggio) Fuori dei casi di concorso nel reato, chi, al fine di procurare a
1. In relazione ai reati di cui agli articoli 648, 648 sé o ad altri un profitto, acquista, riceve od occulta denaro o
bis , 648-ter e 648-ter.1 del codice penale, si cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si
applica all'ente la sanzione pecuniaria da 200 a intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare, è punito
800 quote. Nel caso in cui il denaro, i beni o le con la reclusione da due a otto anni e con la multa da € 516,00
altre utilità provengono da delitto per il quale è a € 10.329,00. La pena è aumentata quando il fatto riguarda
stabilita la pena della reclusione superiore nel denaro o cose provenienti da delitti di rapina aggravata ai sensi
massimo a cinque anni si applica la sanzione dell’articolo 628, terzo comma, di estorsione aggravata ai sensi
pecuniaria da 400 a 1.000 quote. dell’articolo 629, secondo comma, ovvero di furto aggravato ai
2. Nei casi di condanna per uno dei delitti di cui sensi dell’articolo 625, primo comma, n. 7-bis).
al comma 1 si applicano all'ente le sanzioni La pena è della reclusione sino a sei anni e della multa sino
interdittive previste dall'articolo 9, comma 2, per a € 516,00 se il fatto è di particolare tenuità.
una durata non superiore a due anni. Le disposizioni di questo articolo si applicano anche quando
3. In relazione agli illeciti di cui ai commi 1 e 2, l'autore del delitto da cui il denaro o le cose provengono non è
il Ministero della giustizia, sentito il parere imputabile o non è punibile ovvero quando manchi una
dell'UIF, formula le osservazioni di cui all'articolo condizione di procedibilità riferita a tale diritto.
6 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.
Articolo 25-octies Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o Articolo 648-bis codice penale
decreto legislativo utilità di provenienza illecita, (Riciclaggio)
8 giugno 2001, n. 231 nonché autoriciclaggio Fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o
(omissis) trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non
colposo, ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in
modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza
delittuosa, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e
con la multa da € 5.000,00 a € 25.000,00.
La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell'esercizio
di un'attività professionale.
La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da
delitto per il quale è stabilita la pena della
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-novies (Delitti in materia di violazione del diritto d’autore) Articolo 171 legge del 22 aprile 1941, n. 633
decreto legislativo 1. In relazione alla commissione dei delitti (Protezione del diritto d'autore e di altri
8 giugno 2001, n. 231 previsti dagli articoli 171, primo comma, lettera diritti connessi al suo esercizio)
a-bis), e terzo comma, 171-bis, 171-ter, 171- Salvo quanto previsto dall'articolo 171 bis e dall’articolo
septies e 171-octies della legge 22 aprile 1941, n. 171 ter è punito con la multa da € 51,00 a € 2.065,00 chiunque,
633, si applica all’ente la sanzione pecuniaria fino senza averne diritto, a qualsiasi scopo e in qualsiasi forma:
a cinquecento quote. a) riproduce, trascrive, recita in pubblico, diffonde, vende o
2. Nel caso di condanna per i delitti di cui al mette in vendita o pone altrimenti in commercio un'opera altrui
comma 1 si applicano all’ente le sanzioni o ne rivela il contenuto prima che sia reso pubblico, o introduce
interdittive previste dall’articolo 9, comma 2, per e mette in circolazione nello Stato esemplari prodotti all'estero
una durata non superiore ad un anno. Resta contrariamente alla legge italiana;
fermo quanto previsto dall’articolo 174 - a bis) mette a disposizione del pubblico, immettendola in un
quinquies della citata legge n. 633 del 1941. sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi
genere, un'opera dell'ingegno protetta, o parte di essa;
b) rappresenta, esegue o recita in pubblico o diffonde con o
senza variazioni od aggiunte, un’opera altrui adatta a pubblico
spettacolo od una composizione musicale. La rappresentazione
o esecuzione comprende la proiezione pubblica dell'opera
cinematografica, l'esecuzione in
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-novies Delitti in materia di violazione del diritto d’autore Articolo 171-bis legge del 22 aprile 1941, n. 633
decreto legislativo (omissis) (Protezione del diritto d'autore e di
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-novies Delitti in materia di violazione del diritto d’autore Articolo 171-ter legge del 22 aprile 1941, n. 633
decreto legislativo (omissis) (Protezione del diritto d'autore e di altri
8 giugno 2001, n. 231 diritti connessi al suo esercizio)
1. E' punito, se il fatto è commesso per uso non personale, con
la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da €
2.582,00 a € 15.493,00 chiunque a fini di lucro:
a) abusivamente duplica, riproduce, trasmette o diffonde in
pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte,
un'opera dell'ingegno destinata al circuito televisivo,
cinematografico, della vendita o del noleggio, dischi, nastri o
supporti analoghi ovvero ogni altro supporto contenente
fonogrammi o videogrammi di opere musicali,
cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di
immagini in movimento;
b) abusivamente riproduce, trasmette o diffonde in pubblico,
con qualsiasi procedimento, opere o parti di opere letterarie,
drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico-
musicali, ovvero multimediali, anche se inserite in opere
collettive o composite o banche dati;
c) pur non avendo concorso alla duplicazione o riproduzione,
introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita o la
distribuzione, distribuisce, pone in commercio, concede in
noleggio o comunque cede a qualsiasi titolo, proietta in
pubblico, trasmette a mezzo della televisione con qualsiasi
procedimento, trasmette a mezzo della radio, fa ascoltare in
pubblico le duplicazioni o riproduzioni abusive di cui alle lettere
a) e b);
d) detiene per la vendita o la distribuzione, pone in commercio,
vende, noleggia, cede a qualsiasi titolo, proietta in pubblico,
trasmette a mezzo della radio o della televisione con qualsiasi
procedimento, videocassette, musicassette, qualsiasi supporto
contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali,
cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in
movimento, od altro supporto per il quale è prescritta, ai sensi
della presente legge, l'apposizione di contrassegno da parte
della Società italiana degli autori ed editori (S.I.A.E.), privi del
contrassegno medesimo o dotati di contrassegno contraffatto
o alterato;
e) in assenza di accordo con il legittimo distributore,
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-novies Delitti in materia di violazione del diritto d’autore Articolo 171 septies legge del 22 aprile 1941, n. 633
decreto legislativo (omissis) (Protezione del diritto d'autore e di altri
8 giugno 2001, n. 231 diritti connessi al suo esercizio)
1. La pena di cui all'articolo 171-ter, comma 1, si applica
anche:
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-novies Delitti in materia di violazione del diritto d’autore Articolo 171 octies legge del 22 aprile 1941, n. 633
decreto legislativo (omissis) (Protezione del diritto d'autore e di altri
8 giugno 2001, n. 231 diritti connessi al suo esercizio)
1. Qualora il fatto non costituisca più grave reato, è punito
con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da €
2.582,00 a € 25.822,00 chiunque a fini fraudolenti produce,
pone in vendita, importa, promuove, installa, modifica, utilizza
per uso pubblico e privato apparati o parti di apparati atti alla
decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso
condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in
forma sia analogica sia digitale. Si intendono ad accesso
condizionato tutti i segnali audiovisivi trasmessi da emittenti
italiane o estere in forma tale da rendere gli stessi visibili
esclusivamente a gruppi chiusi di utenti selezionati dal
soggetto che effettua l'emissione del segnale,
indipendentemente dalla imposizione di un canone per la
fruizione di tale servizio.
2. La pena non è inferiore a due anni di reclusione e la
multa a € 15.493,00 se il fatto è di rilevante gravità.
Articolo 174 quinquies legge del 22 aprile 1941, n. 633
(Protezione del diritto d'autore e di altri
diritti connessi al suo esercizio)
(omissis)
Articolo 25-decies (Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere Articolo 377-bis codice penale
decreto legislativo dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria) (Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere
8 giugno 2001, n. 231 1. In relazione alla commissione del delitto di cui dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria)
all'articolo 377-bis del codice penale, si applica Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, con
all'ente la sanzione pecuniaria fino a cinquecento violenza o minaccia, o con offerta o promessa di denaro o di
quote altra utilità, induce a non rendere dichiarazioni o a rendere
dichiarazioni mendaci la persona chiamata a rendere davanti alla
autorità giudiziaria dichiarazioni utilizzabili in un
procedimento penale, quando questa ha la facoltà di non
rispondere, è punito con la reclusione da due a sei anni.
Articolo 25-undecies (Reati ambientali) Articolo 452-bis codice penale
decreto legislativo 1. In relazione alla commissione dei reati previsti (Inquinamento ambientale)
8 giugno 2001, n. 231 dal codice penale si applicano all'ente le seguenti È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da
sanzioni pecuniarie: € 10.000,00 a € 100.000,00 chiunque abusivamente cagiona una
a) per la violazione dell’articolo 452 -bis, la compromissione o un deterioramento significativi e
sanzione pecuniaria da duecentocinquanta a misurabili:
seicento quote; 1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del
b) per la violazione dell’articolo 452-quater, la suolo o del sottosuolo;
sanzione pecuniaria da quattrocento a ottocento 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora
quote; o della fauna.
c) per la violazione dell’articolo 452 -quinquies, la Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta
sanzione pecuniaria da duecento a cinquecento o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico,
quote; artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di
d) per i delitti associativi aggravati ai sensi specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata.
dell’articolo 452-octies, la sanzione pecuniaria da
trecento a mille quote;
e) per il delitto di traffico e abbandono di
materiale ad alta radioattività ai sensi dell’articolo
452-sexies, la sanzione pecuniaria da
duecentocinquanta a seicento quote;
f) per la violazione dell’articolo 727-bis, la
sanzione pecuniaria fino a duecentocinquanta
quote;
g) per la violazione dell’articolo 733 -bis, la
sanzione pecuniaria da centocinquanta a
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
duecentocinquanta quote.
1-bis. Nei casi di condanna per i delitti indicati al
comma 1, lettere a) e b), del presente articolo, si
applicano, oltre alle sanzioni pecuniarie ivi
previste, le sanzioni interdittive previste
dall’articolo 9, per un periodo non superiore a un
anno per il delitto di cui alla citata lettera a).
2. In relazione alla commissione dei reati previsti
dal decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, si applicano all'ente le seguenti sanzioni
pecuniarie:
a) per i reati di cui all'articolo 137:
1) per la violazione dei commi 3, 5, primo
periodo, e 13, la sanzione pecuniaria da
centocinquanta a duecentocinquanta quote;
2) per la violazione dei commi 2, 5, secondo
periodo, e 11, la sanzione pecuniaria da duecento
a trecento quote.
b) per i reati di cui all'articolo 256:
1) per la violazione dei commi 1, lettera a), e
6, primo periodo, la sanzione pecuniaria fino a
duecentocinquanta quote;
2) per la violazione dei commi 1, lettera b), 3,
primo periodo, e 5, la sanzione pecuniaria da
centocinquanta a duecentocinquanta quote;
3) per la violazione del comma 3, secondo
periodo, la sanzione pecuniaria da duecento a
trecento quote;
c) per i reati di cui all'articolo 257:
1) per la violazione del comma 1, la sanzione
pecuniaria fino a duecentocinquanta quote;
2) per la violazione del comma 2, la sanzione
pecuniaria da centocinquanta a
duecentocinquanta quote;
d) per la violazione dell'articolo 258, comma 4,
secondo periodo, la sanzione pecuniaria da
centocinquanta a duecentocinquanta quote;
e) per la violazione dell'articolo 259, comma 1,
la sanzione pecuniaria da centocinquanta a
duecentocinquanta quote;
f) per il delitto di cui all'articolo 260 (richiamo da
intendersi riferito all’articolo 452 -quaterdecies del codice
penale ai sensi dell’articolo 7 del decreto legislativo 1
marzo 2018 n. 21) , la sanzione pecuniaria da
trecento a cinquecento quote, nel caso previsto
dal comma 1 e da quattrocento a ottocento quote
nel caso previsto dal comma 2;
g) per la violazione dell'articolo 260 -bis, la
sanzione pecuniaria da centocinquanta a
duecentocinquanta quote nel caso previsto dai
commi 6, 7, secondo e terzo periodo, e 8, primo
periodo, e la sanzione pecuniaria da duecento a
trecento quote nel caso previsto dal comma 8,
secondo periodo;
h) per la violazione dell'articolo 279, comma 5,
la sanzione pecuniaria fino a duecentocinquanta
quote.
3. In relazione alla commissione dei reati previsti
dalla legge 7 febbraio 1992, n. 150, si applicano
all'ente le seguenti sanzioni pecuniarie:
a) per la violazione degli articoli 1, comma 1, 2,
commi 1 e 2, e 6, comma 4, la sanzione pecuniaria
fino a duecentocinquanta quote;
b) per la violazione dell'articolo 1, comma 2,
la sanzione pecuniaria da centocinquanta a
duecentocinquanta quote;
c) per i reati del codice penale richiamati
dall'articolo 3-bis, comma 1, della medesima legge
n. 150 del 1992, rispettivamente:
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
comma.
L'associazione si considera armata quando i partecipanti hanno
la disponibilità, per il conseguimento della finalità
dell'associazione, di armi o materie esplodenti, anche se
occultate o tenute in luogo di deposito.
Se le attività economiche di cui gli associati intendono assumere
o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con
il prezzo, il prodotto, o il profitto di delitti, le pene stabilite nei
commi precedenti sono aumentate da un terzo alla metà.
Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca
delle cose che servirono e furono destinate a commettere il reato
e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che
ne costituiscono l'impiego.
Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra,
alla ndrangheta e alle altre associazioni, comunque localmente
denominate, anche straniere, che valendosi della forza intimidatrice del
vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle
associazioni di tipo mafioso.
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 3-bis legge 7 febbraio 1992, n. 150
decreto legislativo (omissis) 1. Alle fattispecie previste dall'articolo 16, paragrafo 1, lettere
8 giugno 2001, n. 231 a), c), d), e), ed l), del Regolamento (CE) n. 338/97 del
Consiglio, del 9 dicembre 1996, e successive modificazioni, in
materia di falsificazione o alterazione di certificati, licenze,
notifiche di importazione, dichiarazioni, comunicazioni di
informazioni al fine di acquisizione di una licenza o di un
certificato, di uso di certificati o licenze falsi o alterati si
applicano le pene di cui al libro II, titolo VII, capo III del
codice penale.
(omissis)
Articolo 16 Regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio del 9
dicembre 1996 relativo alla protezione di specie
della flora e della fauna selvatiche mediante
il controllo del loro Commercio
(Sanzioni)
1. Gli Stati membri adottano i provvedimenti adeguati per garantire
che siano irrogate sanzioni almeno per le seguenti violazioni del
presente regolamento:
a) introduzione di esemplari nella Comunità ovvero esportazione o
riesportazione dalla stessa, senza il
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 137 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Norme in materia ambientale - Sanzioni penali)
8 giugno 2001, n. 231 1. Fuori dai casi sanzionati ai sensi dell’articolo 29 -
quattuordecies, comma 1, chiunque apra o comunque effettui
nuovi scarichi di acque reflue industriali, senza autorizzazione,
oppure continui ad effettuare o mantenere detti scarichi dopo
che l'autorizzazione sia stata sospesa o revocata, è punito con
l'arresto da due mesi a due anni o con l'ammenda da € 1.500,00
a € 10.000,00.
2. Quando le condotte descritte al comma 1 riguardano gli
scarichi di acque reflue industriali contenenti le sostanze
pericolose comprese nelle famiglie e nei gruppi di sostanze
indicate nelle tabelle 5 e 3/A dell'allegato 5 alla parte terza del
presente decreto, la pena è dell'arresto da tre mesi a tre anni e
dell’ammenda da € 5.000,00 a € 52.000,00.
3. Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui al comma 5 o di cui
all’articolo 29-quattuordecies, comma 3, effettui uno scarico di
acque reflue industriali contenenti le sostanze pericolose
comprese nelle famiglie e nei gruppi di sostanze indicate nelle
tabelle 5 e 3/A dell'Allegato 5 alla parte terza del presente
decreto senza osservare le prescrizioni dell'autorizzazione, o le
altre prescrizioni dell'autorità
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 256 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Attività di gestione di rifiuti non autorizzata)
8 giugno 2001, n. 231 1. Fuori dai casi sanzionati ai sensi dell’articolo 29 -
quattuordecies, comma 1, chiunque effettua una attività di
raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed
intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta
autorizzazione, iscrizione o comunicazione di cui agli articoli
208, 209, 210, 211, 212, 214, 215 e 216 è punito:
a) con la pena dell'arresto da tre mesi a un anno o con
l'ammenda da € 2.600,00 a € 26.000,00 se si tratta di rifiuti non
pericolosi;
b) con la pena dell'arresto da sei mesi a due anni e con
l'ammenda da € 2.600,00 a € 26.000,00 se si tratta di rifiuti
pericolosi.
2. Le pene di cui al comma 1 si applicano ai titolari di imprese
ed ai responsabili di enti che abbandonano o depositano in
modo incontrollato i rifiuti ovvero li immettono nelle acque
superficiali o sotterranee in violazione del divieto di cui
all'articolo 192, commi 1 e 2.
3. Fuori dai casi sanzionati ai sensi dell’articolo 29 -
quattuordecies, comma 1, chiunque realizza o gestisce una
discarica non autorizzata è punito con la pena dell'arresto da
sei mesi a due anni e con l'ammenda da€ 2.600,00 a €
26.000,00. Si applica la pena dell'arresto da uno a tre anni e
dell'ammenda da € 5.200,00 a € 52.000,00 se la discarica è
destinata, anche in parte, allo smaltimento di rifiuti pericolosi.
Alla sentenza di condanna o alla sentenza emessa ai sensi
dell'articolo 444 del codice di procedura penale, consegue la
confisca dell'area sulla quale è realizzata la discarica abusiva se
di proprietà dell'autore o del compartecipe al reato, fatti salvi
gli obblighi di bonifica o di ripristino dello stato dei luoghi.
4. Le pene di cui ai commi 1, 2 e 3 sono ridotte della metà nelle
ipotesi di inosservanza delle prescrizioni contenute o
richiamate nelle autorizzazioni, nonché nelle ipotesi di carenza
dei requisiti e delle condizioni richiesti per le
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
iscrizioni o comunicazioni.
5. Chiunque, in violazione del divieto di cui all'articolo 187,
effettua attività non consentite di miscelazione di rifiuti, è
punito con la pena di cui al comma 1, lettera b).
6. Chiunque effettua il deposito temporaneo presso il luogo di
produzione di rifiuti sanitari pericolosi, con violazione delle
disposizioni di cui all'articolo 227, comma 1, lettera
b), è punito con la pena dell'arresto da tre mesi ad un anno o
con la pena dell'ammenda da € 2.600,00 a € 26.000,00. Si applica
la sanzione amministrativa pecuniaria da € 2.600,00 a €
15.500,00 per i quantitativi non superiori a duecento litri o
quantità equivalenti.
(omissis)
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
Articolo 208 (Autorizzazione unica per i nuovi impianti di
smaltimento e di recupero dei rifiuti) (omissis)
Articolo 209 (Rinnovo delle autorizzazioni alle imprese in possesso
di certificazione ambientale) (omissis)
Articolo 210 (Autorizzazioni in ipotesi particolari) (omissis)
Articolo 211 (Autorizzazione di impianti di ricerca
e di sperimentazione) (omissis)
Articolo 212 (Albo nazionale gestori ambientali) (omissis)
Articolo 214 (Determinazione delle attività e delle caratteristiche
dei rifiuti per l'ammissione alle procedure semplificate) (omissis)
Articolo 215 (Autosmaltimento) (omissis)
Articolo 216 (Operazioni di recupero) (omissis)
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 257 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Bonifica dei siti)
8 giugno 2001, n. 231 1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque cagiona
l'inquinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque
superficiali o delle acque sotterranee con il superamento delle
concentrazioni soglia di rischio è punito con la pena dell'arresto
da sei mesi a un anno o con l'ammenda da € 2.600,00 a €
26.000,00, se non provvede
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 258 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta
8 giugno 2001, n. 231 dei registri obbligatori e dei formulari)
(omissis)
4. Le imprese che raccolgono e trasportano i propri rifiuti non
pericolosi di cui all'articolo 212, comma 8, che non aderiscono,
su base volontaria, al sistema di controllo della tracciabilità dei
rifiuti (SISTRI) di cui all'articolo 188 -bis, comma 2, lettera a),
ed effettuano il trasporto di rifiuti senza il formulario di cui
all'articolo 193 ovvero indicano nel formulario stesso dati
incompleti o inesatti sono puniti con la sanzione
amministrativa pecuniaria da € 1.600,00 a €
9.300,00. Si applica la pena di cui all'articolo 483 del codice
penale a chi, nella predisposizione di un certificato di analisi
di rifiuti, fornisce false indicazioni sulla natura, sulla
composizione e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti
e a chi fa uso di un certificato falso durante il trasporto.
5. Se le indicazioni di cui ai commi 1 e 2 sono formalmente
incomplete o inesatte ma i dati riportati nella comunicazione
al catasto, nei registri di carico e scarico, nei formulari di
identificazione dei rifiuti trasportati e nelle altre scritture
contabili tenute per legge consentono di ricostruire le
informazioni dovute, si applica la sanzione amministrativa
pecuniaria da € 260,00 a € 1.550,00. La stessa pena si applica
se le indicazioni di cui al comma 4 sono formalmente
incomplete o inesatte ma contengono tutti gli elementi per
ricostruire le informazioni dovute per legge, nonché nei casi di
mancato invio alle autorità competenti e di mancata
conservazione dei registri di cui all'articolo 190, comma 1, o del
formulario di cui all'articolo 193 da parte dei soggetti obbligati.
(omissis)
Articolo 483 codice penale
(Falsità ideologica commessa dal privato in at to pubblico)
Chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto
pubblico, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità, è
punito con la reclusione fino a due anni.
Se si tratta di false attestazioni in atti dello stato civile, la reclusione
non può essere inferiore a tre mesi.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 259 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Traffico illecito di rifiuti)
8 giugno 2001, n. 231 1. Chiunque effettua una spedizione di rifiuti costituente
traffico illecito ai sensi dell'articolo 26 del regolamento (CEE)
1° febbraio 1993, n. 259, o effettua una spedizione di rifiuti
elencati nell'Allegato II del citato regolamento in violazione
dell'articolo 1, comma 3, lettere a), b), c) e d), del regolamento
stesso è punito con la pena dell'ammenda da € 1.550,00 a €
26.000,00 e con l'arresto fino a due anni. La pena è aumentata
in caso di spedizione di rifiuti pericolosi.
(omissis)
Regolamento (CEE) n. 259/93 del consiglio
del 1° febbraio 1993 relativo alla sorveglianza e al controllo
delle spedizioni di rifiuti all'interno della Comunità
europea, nonché in entrata e in uscita dal suo territorio
Articolo 1
(omissis)
3. a) Le spedizioni di rifiuti destinati unicamente al ricupero e
riportati nell'allegato II sono parimenti escluse dal disposto
del presente regolamento, fatto salvo quanto previsto dalle
lettere b), c), d) ed e) in appresso, dall'articolo 11 nonché
dall'articolo 17, paragrafi 1, 2 e 3.
b) Tali rifiuti sono soggetti a tutte le disposizioni della direttiva
75/442/CEE. Essi sono in particolare:
- destinati unicamente ad impianti debitamente autorizzati, i
quali devono essere autorizzati conformemente agli articoli 10
e 11 della direttiva 75/442/CEE:
- soggetti a tutte le disposizioni previste agli articoli 8, 12, 13
e 14 della direttiva 75/442/CEE.
c) Taluni rifiuti contemplati dall'allegato II, tuttavia, possono
essere sottoposti a controlli, alla stregua di quelli contemplati
dagli allegati III o IV, qualora presentino tra l'altro elementi di
rischio ai sensi dell'allegato III della direttiva 91/689/CEE del
Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa ai rifiuti pericolosi.
I rifiuti in questione e la decisione relativa alla scelta fra le due
procedure da seguire devono essere determinati secondo la
procedura prevista all'articolo 18 della direttiva 75/442/CEE.
Tali rifiuti sono elencati nell'allegato II A.
d) In casi eccezionali, le spedizioni di determinati rifiuti elencati
nell'allegato II possono, per motivi ambientali o sanitari, essere
controllate dagli Stati membri alla stregua di quelli contemplati dagli
allegati III o IV.
Gli Stati membri che si avvalgono di tale possibilità notificano
immediatamente tali casi alla Commissione ed informano
opportunamente gli altri Stati membri e forniscono i motivi
della loro decisione. La Commissione, secondo la procedura
prevista all'articolo 18 della direttiva 75/42/CEE, può
confermare tale azione aggiungendo, se necessario, i rifiuti in
questione all'allegato II A.
(omissis)
Articolo 26
1. Costituisce traffico illecito qualsiasi spedizione di rifiuti:
a) effettuata senza che la notifica sia stata inviata a tutte le
autorità competenti interessate conformemente al presente
regolamento, o
b) effettuata senza il consenso delle autorità competenti
interessate, ai sensi del presente regolamento, o
c) effettuata con il consenso delle autorità competenti
interessate ottenuto mediante falsificazioni, false dichiarazioni
o frode, o
d) non concretamente specificata nel documento di
accompagnamento, o
e) che comporti uno smaltimento o un ricupero in violazione
delle norme comunitarie o internazionali, o
f) contraria alle disposizioni degli articoli 14, 16, 19 e 21.
2. Se di tale traffico illecito è responsabile il notificatore, l'autorità
competente di spedizione controlla che i rifiuti in questione:
a) siano ripresi dal notificatore o, se necessario dalla stessa
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 260-bis decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti) (omissis)
8 giugno 2001, n. 231 6. Si applica la pena di cui all'articolo 483 codice penale a colui
che, nella predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti,
utilizzato nell'ambito del sistema di controllo della tracciabilità
dei rifiuti fornisce false indicazioni sulla natura, sulla
composizione e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti
e a chi inserisce un certificato falso nei dati da fornire ai fini
della tracciabilità dei rifiuti.
7. Il trasportatore che omette di accompagnare il trasporto dei
rifiuti con la copia cartacea della scheda SISTRI - AREA
MOVIMENTAZIONE e, ove necessario sulla base della
normativa vigente, con la copia del certificato analitico che
identifica le caratteristiche dei rifiuti è punito con la
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 279 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Sanzioni)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis)
2. Chi, nell'esercizio di uno stabilimento, viola i valori limite
di emissione o le prescrizioni stabiliti dall'autorizzazione, dagli
Allegati I, II, III o V alla parte quinta del presente decreto, dai
piani e dai programmi o dalla normativa di cui all'articolo 271
o le prescrizioni altrimenti imposte dall'autorità competente ai
sensi del presente titolo è punito con l'arresto fino ad un anno
o con l'ammenda fino a € 1.032,00. Se i valori limite o le
prescrizioni violati sono contenuti nell'autorizzazione integrata
ambientale si applicano le sanzioni previste dalla normativa che
disciplina tale autorizzazione.
(omissis)
5. Nei casi previsti dal comma 2 si applica sempre la pena
dell'arresto fino ad un anno se il superamento dei valori limite
di emissione determina anche il superamento dei valori limite
di qualità dell'aria previsti dalla vigente normativa.
(omissis)
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 3 legge del 28 dicembre 1993, n. 549 - Misure a tutela
decreto legislativo (omissis) dell'ozono stratosferico e dell'ambiente
8 giugno 2001, n. 231 (Cessazione e riduzione dell'impiego delle sostanze lesive)
1. La produzione, il consumo, l'importazione,
l'esportazione, la detenzione e la commercializzazione delle
sostanze lesive di cui alla tabella A allegata alla presente legge
sono regolati dalle disposizioni di cui al regolamento (CE) n.
3093/94 (del Consiglio, del 15 dicembre 1994, sulle sostanze che
riducono lo strato di ozono).
2. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge
è vietata l'autorizzazione di impianti che prevedano
l'utilizzazione delle sostanze di cui alla tabella A allegata
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 8 decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 202
decreto legislativo (omissis) Attuazione della Direttiva 2005/35/CE relativa
8 giugno 2001, n. 231 all'inquinamento provocato
dalle navi e conseguenti sanzioni
(Inquinamento doloso)
1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il Comandante
di una nave, battente qualsiasi bandiera, nonché i membri
dell'equipaggio, il proprietario e l'armatore della nave, nel caso
in cui la violazione sia avvenuta con il loro concorso, che
dolosamente violano le disposizioni dell'articolo 4 sono puniti
con l'arresto da sei mesi a due anni e con l'ammenda da €
10.000,00 ad € 50.000,00.
2. Se la violazione di cui al comma 1 causa danni permanenti
o, comunque, di particolare gravità, alla qualità delle acque, a
specie animali o vegetali o a parti di queste, si applica l'arresto
da uno a tre anni e l'ammenda da € 10.000,00 ad € 80.000,00.
3. Il danno si considera di particolare gravità quando
l'eliminazione delle sue conseguenze risulta di particolare
complessità sotto il profilo tecnico, ovvero particolarmente
onerosa o conseguibile solo con provvedimenti eccezionali.
Articolo 2 decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 202
(Definizioni)
1. Ai fini del presente decreto si intende per:
(omissis)
b) "sostanze inquinanti": le sostanze inserite nell'allegato I
(idrocarburi) e nell'allegato II (sostanze liquide nocive
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato