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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE,

GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL


DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001,
N. 231

Documento approvato dal Consiglio di Amministrazione della


Società in data 24 febbraio 2016.

Data ultimo aggiornamento 30 Maggio 2019


Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

INDICE

PREMESSA E DEFINIZIONI .................................................................... 2


PARTE GENERALE .................................................................................. 5
SEZIONE I ............................................................................................... 5

1. IL DECRETO LEGISLATIVO 231/2001 E LA NORMATIVA RILEVANTE.................... 5


1.1. Il regime di responsabilità amministrativa previsto a carico delle persone
giuridiche ............................................................................................................................. 5
1.2. Delitti tentati....................................................................................................................... 9
1.3. Vicende modificative dell’Ente ...................................................................................... 9
1.4. Reati commessi all’estero ............................................................................................. 10
1.5. Le sanzioni .......................................................................................................................... 11
1.4. Esenzione dalla responsabilità amministrativa .................................................. 14
SEZIONE II ............................................................................................. 15

2. ADOZIONE DEL MODELLO DA PARTE DI BURGER KING RESTAURANTS ITALIA


S.P.A. ........................................................................................................................15
2.1. Descrizione della Società .............................................................................................. 15
2.2. Finalità e struttura del Modello ................................................................................. 15
2.3 Approccio metodologico seguito nella predisposizione del Modello ..............17
3. ORGANISMO DI VIGILANZA .................................................................................... 20
3.1. Identificazione dell’Organismo di Vigilanza .........................................................20
3.2. Cause di ineleggibilità e/o di decadenza ................................................................. 22
3.3. Funzioni e poteri dell’Organismo di Vigilanza ..................................................... 23
3.4. Informativa periodica nei confronti degli Organi Sociali ................................ 26
3.5 Flussi informativi nei confronti dell’Organismo di Vigilanza ......................... 26
3.6 Doveri di informazione e poteri inibitori in situazioni di urgenza ................30
4. FORMAZIONE DEL PERSONALE E DIFFUSIONE DEL MODELLO NEL CONTESTO
AZIENDALE .............................................................................................................. 31
4.1. Comunicazione e formazione del personale ........................................................... 31
4.2. Informativa ai Collaboratori Esterni ....................................................................... 32
5. LINEE GUIDA DEL SISTEMA DISCIPLINARE ........................................................... 33
5.1. Aspetti generali ................................................................................................................ 33
5.2 Sanzioni disciplinari per i Dipendenti (non Dirigenti) ...................................... 34
5.3 Misure nei confronti dei Dirigenti ............................................................................. 37
5.4 Misure nei confronti dei componenti degli Organi Sociali ............................... 39
5.5 Misure nei confronti dell’Organismo di Vigilanza .............................................. 39
5.6 Misure da attuare nei confronti dei Soggetti Terzi Rilevanti .......................... 39
5.7 Misure nei casi di violazione delle prescrizioni a tutela del segnalante
(whistleblowing) .............................................................................................................40
6. AGGIORNAMENTO DEL MODELLO ......................................................................... 40
PARTE SPECIALE .................................................................................. 42

7. PROTOCOLLI............................................................................................................ 42

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

PREMESSA E DEFINIZIONI

Il presente documento disciplina il modello di organizzazione, gestione e controllo (di


seguito, il “Modello”) adottato da Burger King Restaurants Italia S.p.A. ai sensi del
Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 e successive modifiche ed integrazioni.

All’osservanza delle disposizioni contenute nel Modello sono tenuti in primo luogo i
componenti degli organi sociali, i dirigenti, nonché i dipendenti della Società. Il
Modello o sue parti possono trovare inoltre applicazione anche a soggetti legati alla
Società da rapporti di lavoro non subordinato, sulla base di apposite clausole
contrattuali.

Il presente documento si compone di:

1) una Parte Generale, che si articola: (i) nella Sezione I a carattere generale,
volta a illustrare la funzione e i principi del Modello, nonché i contenuti del
Decreto; e (ii) nella Sezione II, che illustra e definisce adozione e contenuti del
Modello ed in particolare la metodologia seguita nella predisposizione del
Modello, le caratteristiche e il funzionamento dell’organismo di vigilanza, i flussi
informativi all’interno della Società, l’attività di formazione e di informazione
relativa al Modello, nonché le linee guida del sistema disciplinare;

2) una Parte Speciale, nella quale sono indicati i “protocolli di controllo” che
devono essere osservati al fine di eliminare o, almeno, ridurre ad un livello
accettabile il rischio di comportamenti integranti uno dei reati la cui
commissione può comportare l’applicazione delle sanzioni previste dal Decreto
Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 e successive modifiche ed integrazioni (i “Reati
Presupposto”).

Il Modello è infine corredato dai seguenti allegati, che ne costituiscono parte integrante
e sostanziale:

- allegato n. 1: elenco dei Reati Presupposto;


- allegato n. 2: codice etico della Società.
- Schede Tecniche (Mappatura dei rischi potenziali – Aree e Attività Sensibili).

La Società – anche per il tramite dell’organismo di vigilanza di cui al successivo


capitolo 3 – sottopone il presente Modello a monitoraggio periodico, al fine di garantire
che i contenuti dello stesso siano costantemente in linea con i cambiamenti che
dovessero interessare la normativa rilevante, nonché l’organizzazione o l’attività della
Società stessa.

Nel Modello i termini e le espressioni di seguito elencati, quando riportati in


maiuscolo, hanno il seguente significato:

a) Allegato: un allegato del Modello ivi comprese le Schede Tecniche;


b) Amministratore: un componente del Consiglio di Amministrazione;

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

c) Attività Sensibili: le attività nel cui ambito può essere commesso un Reato
Presupposto o che possono essere funzionali alla commissione di un Reato
Presupposto;
d) CCNL: i contratti collettivi nazionali di lavoro applicati dalla Società;
e) Codice Etico: il codice etico adottato dalla Società e riportato nell’Allegato n. 2;
f) Consiglio di Amministrazione: il consiglio di amministrazione della Società;
g) Collaboratori Esterni: tutti i collaboratori esterni complessivamente
considerati, vale a dire i Consulenti, i Partner e i Fornitori;
h) Country Manager: l’Amministratore così individuato a livello di Gruppo;
i) Consulenti: i soggetti che agiscono in nome e/o per conto della Società in forza
di un contratto di mandato o di altro rapporto contrattuale di collaborazione
professionale (ex.: lavoratori coordinati e continuativi e autonomi);
j) Destinatari: i componenti degli Organi Sociali, i Dirigenti i Dipendenti;
k) Dipendenti: i lavoratori della Società aventi un rapporto di lavoro subordinato
di natura non dirigenziale con la Società stessa;
l) Dirigenti: i lavoratori della Società aventi un rapporto di lavoro subordinato di
natura dirigenziale con la Società stessa;
m) D. Lgs. 231/2001 o Decreto: il Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 e
successive modifiche ed integrazioni;
n) Ente: soggetto sottoposto alla disciplina ex D. Lgs. 231/2001, che si applica agli
enti forniti di personalità giuridica, nonché alle società e alle associazioni anche
prive di personalità giuridica, ad esclusione dello Stato, degli enti pubblici
territoriali, degli altri enti pubblici non economici e degli enti che svolgono
funzioni di rilievo costituzionale;
o) Fornitori: i fornitori di beni e servizi non professionali della Società che non
rientrano nella definizione di Partner o di Consulente;
p) Incaricato di Pubblico Servizio: persona fisica che, a qualunque titolo,
presta un Pubblico Servizio;
q) Linee Guida: Le Linee Guida emanate da Confindustria il 7 marzo 2002, per
come successivamente aggiornate;
r) Modello: il presente modello di organizzazione, gestione e controllo;
s) Organo di Controllo: il collegio sindacale o altro organo di controllo, anche
monocratico, della Società nominato ai sensi dell’articolo 2477 c.c.;
t) Organi Sociali: il Consiglio di Amministrazione e, laddove nominato, l’Organo
di Controllo;
u) Organismo di Vigilanza o OdV: l’organismo interno di controllo della
Società, preposto alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del Modello,
nonché al relativo aggiornamento;
v) Partner: le controparti contrattuali della Società ovvero i soggetti con i quali la
Società addivenga a una qualunque forma di collaborazione qualificata
contrattualmente regolata (ex.: franchising, associazione temporanea d’impresa,
joint venture, consorzi, licenza, agenzia);
w) Procedure: le procedure previste dal Modello o comunque adottate dalla
Società al fine di dare attuazione alle disposizioni del Modello;
x) Pubblica Amministrazione: le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli
istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed
amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province,
i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio,


industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non
economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti
del Servizio sanitario nazionale, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle
pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al decreto legislativo 30
luglio 1999, n. 300, nonché il CONI;
y) Pubblico Servizio: attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica
funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di quest’ultima, e con
esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione
di opera meramente materiale;
z) Pubblico Ufficiale: persona fisica che esercita una pubblica funzione
legislativa, giudiziaria o amministrativa. La funzione amministrativa è
disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi e caratterizzata
dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica
amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o
certificativi. A titolo meramente esemplificativo, tenuto conto della casistica
giurisprudenziale, sono considerati pubblici ufficiali: il responsabile del
procedimento amministrativo, il funzionario della camera di commercio, il
giudice, il cancelliere, il custode giudiziario, l’ufficiale giudiziario, il consulente
tecnico del giudice, l’esattore di aziende municipalizzate, i consiglieri regionali,
provinciali e comunali, i dipendenti dello stato degli Enti territoriali e di altri Enti
pubblici, l’ufficiale sanitario, il notaio;
aa) Reati Presupposto: le fattispecie di reato presupposto alle quali si applicano
le sanzioni previste dal D. Lgs. 231/2001;
bb) Società: Burger King Restaurants Italia S.p.A., società iscritta nel registro delle
imprese presso la Camera di Commercio Industria e Artigianato di Milano
(codice fiscale e partita IVA: 08876390967; numero REA: MI - 2054563);
cc) Soggetti Apicali: le persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di
amministrazione o di direzione di un Ente o di una sua unità organizzativa dotata
di autonomia finanziaria, nonché le persone che esercitano, anche di fatto, la
gestione e il controllo dell’Ente;
dd) Soggetti Sottoposti: le persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza dei
Soggetti Apicali;
ee) Soggetti Terzi Rilevanti: i Collaboratori Esterni e gli altri soggetti terzi che, in
forza di apposite clausole contrattuali, sono vincolati al rispetto del Modello o di
sue parti;
ff) Sponsorizzazioni Liberalità: le somme di denaro o i beni, corrisposti - per
accrescere o migliorare l’immagine della Società - a titolo di patrocinio o
sponsorizzazione in occasione di manifestazioni o iniziative sportive, culturali,
fieristiche, artistiche, convegni/congressi, ecc., organizzati o promossi da terzi;
gg) Visita ispettiva: qualunque accesso presso la sede, gli uffici, i ristoranti, i
magazzini o i depositi della Società, da parte di un Pubblico Ufficiale o Incaricato
di Pubblico Servizio.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

PARTE GENERALE

SEZIONE I

1. IL DECRETO LEGISLATIVO 231/2001 E LA NORMATIVA RILEVANTE

1.1. Il regime di responsabilità amministrativa previsto a carico


delle persone giuridiche

Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231, che, in attuazione della Legge Delega 29
settembre 2000, n. 300, ha introdotto in Italia la “Disciplina della responsabilità
amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive
di personalità giuridica” (d’ora innanzi, per brevità, il “D. Lgs. n. 231/01” o il
“Decreto”), si inserisce in un ampio processo legislativo di lotta alla corruzione ed ha
adeguato la normativa italiana in materia di responsabilità delle persone giuridiche ad
alcune Convenzioni Internazionali precedentemente sottoscritte dall’Italia (in
particolare la Convenzione di Bruxelles del 26 luglio 1995 sulla tutela degli interessi
finanziari della Comunità Europea, la Convenzione di Bruxelles del 26 maggio 1997
sulla lotta alla corruzione di funzionari pubblici sia delle Comunità Europee che degli
Stati membri e la Convenzione OCSE del 17 dicembre 1997 sulla lotta alla corruzione
di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche ed internazionali).
Il D. Lgs. n. 231/01 stabilisce, pertanto, un regime di responsabilità amministrativa
(equiparabile sostanzialmente alla responsabilità penale), a carico delle persone
giuridiche (lo/gli “Ente/Enti”), che va ad aggiungersi alla responsabilità della persona
fisica che ha realizzato materialmente il singolo reato e che mira a coinvolgere, nella
punizione dello stesso, gli Enti nel cui interesse o vantaggio tale reato è stato compiuto.
L’art. 4 del D. Lgs. n. 231/01 precisa, inoltre, che nei casi ed alle condizioni previsti
dagli artt. 7, 8, 9 e 101 c.p., sussiste la responsabilità amministrativa degli Enti che

1 Per maggiore chiarezza nell’esposizione si riportano di seguito gli artt. 7, 8, 9 e 10 c.p.:


Art. 7: Reati commessi all'estero
“E' punito secondo la legge italiana il cittadino o lo straniero che commette in territorio estero taluno dei seguenti
reati:
1. delitti contro la personalità dello Stato italiano;
2. delitti di contraffazione del sigillo dello Stato e di uso di tale sigillo contraffatto;
3. delitti di falsità in monete aventi corso legale nel territorio dello Stato, o in valori di bollo o in carte di pubblico
credito italiano;
4. delitti commessi da pubblici ufficiali a servizio dello Stato, abusando dei poteri o violando i doveri inerenti alle
loro funzioni;
5. ogni altro reato per il quale speciali disposizioni di legge o convenzioni internazionali stabiliscono l'applicabilità
della legge penale italiana”.
Art. 8: Delitto politico commesso all'estero
“Il cittadino o lo straniero, che commette in territorio estero un delitto politico non compreso tra quelli indicati nel
n. 1 dell'articolo precedente, è punito secondo la legge italiana, a richiesta del ministro della giustizia.
Se si tratta di delitto punibile a querela della persona offesa, occorre, oltre tale richiesta, anche la querela.
Agli effetti della legge penale, è delitto politico ogni delitto, che offende un interesse politico dello Stato, ovvero un
diritto politico del cittadino. E' altresì considerato delitto politico il delitto comune determinato, in tutto o in parte,
da motivi politici”.
Art. 9: Delitto comune del cittadino all'estero
“Il cittadino, che, fuori dei casi indicati nei due articoli precedenti, commette in territorio estero un delitto per il
quale la legge italiana stabilisce la pena di morte o l'ergastolo, o la reclusione non inferiore nel minimo a tre anni,
è punito secondo la legge medesima, sempre che si trovi nel territorio dello Stato.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

hanno sede principale nel territorio dello Stato per i reati commessi all’estero dalle
persone fisiche a condizione che nei confronti di tali Enti non proceda lo Stato del luogo
in cui è stato commesso il fatto criminoso.

I punti chiave del D. Lgs. n. 231/01 riguardano:

a) l’individuazione delle persone che, commettendo un reato nell’interesse o


a vantaggio dell’Ente, ne possono determinare la responsabilità. In particolare,
possono essere:

(i) persone fisiche che rivestono posizioni di vertice (rappresentanza,


amministrazione o direzione dell’Ente o di una sua unità organizzativa
dotata di autonomia finanziaria e funzionale) o persone che esercitano,
di fatto, la gestione ed il controllo (i “Soggetti Apicali”);

(ii) persone fisiche sottoposte alla direzione o vigilanza di uno dei Soggetti
Apicali (i “Soggetti Sottoposti”).

Secondo gli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali formatisi sull’argomento, non


è necessario che i Soggetti Sottoposti abbiano con l’Ente un rapporto di lavoro
subordinato, ma è sufficiente che tra tali soggetti e l’Ente vi sia un rapporto di
collaborazione.
Appare, quindi, più opportuno fare riferimento alla nozione di “soggetti appartenenti
all’Ente”, dovendosi ricomprendere in tale nozione anche “quei prestatori di lavoro
che, pur non essendo “dipendenti” dell’ente, abbiano con esso un rapporto tale da far
ritenere sussistere un obbligo di vigilanza da parte dei vertici dell’ente medesimo: si
pensi ad esempio, agli agenti, ai partners in operazioni di joint-ventures, ai c.d.
parasubordinati in genere, ai distributori, fornitori, consulenti, collaboratori”2.

Se si tratta di delitto per il quale è stabilita una pena restrittiva della libertà personale di minore durata, il colpevole
è punito a richiesta del ministro della giustizia ovvero a istanza, o a querela della persona offesa.
Nei casi preveduti dalle disposizioni precedenti, qualora si tratti di delitto commesso a danno delle Comunità
europee, di uno Stato estero o di uno straniero, il colpevole è punito a richiesta del ministro della giustizia, sempre
che l'estradizione di lui non sia stata concessa, ovvero non sia stata accettata dal Governo dello Stato in cui egli ha
commesso il delitto.
Nei casi preveduti dalle disposizioni precedenti, la richiesta del Ministro della giustizia o l’istanza o la
querela della persona offesa non sono necessarie per i delitti previsti dagli articoli 320, 321 e 346-bis.”.
Articolo 10: Delitto comune dello straniero all'estero
“Lo straniero, che, fuori dei casi indicati negli articoli 7 e 8, commette in territorio estero, a danno dello Stato o di
un cittadino, un delitto per il quale la legge italiana stabilisce (…) l'ergastolo, o la reclusione non inferiore nel
minimo a un anno, è punito secondo la legge medesima, sempre che si trovi nel territorio dello Stato, e vi sia richiesta
del ministro della giustizia, ovvero istanza o querela della persona offesa.
Se il delitto è commesso a danno delle Comunità europee, di uno Stato estero o di uno straniero, il colpevole è punito
secondo la legge italiana, a richiesta del ministro della giustizia, sempre che:
1. si trovi nel territorio dello Stato;
2. si tratti di delitto per il quale è stabilita la pena di morte o dell'ergastolo, ovvero della reclusione non inferiore
nel minimo a tre anni;
3. l'estradizione di lui non sia stata concessa, ovvero non sia stata accettata dal Governo dello Stato in cui egli ha
commesso il delitto, o da quello dello Stato a cui egli appartiene.
La richiesta del Ministro della giustizia o l’istanza o la querela della persona offesa non sono necessarie
per i delitti previsti dagli articoli 317, 318, 319, 319-bis, 319-ter, 319-quater, 320, 321, 322 e 322-bis”.
2Così testualmente: Circolare Assonime, in data 19 novembre 2002, n. 68. In dottrina v. anche: Zanalda-Barcellona,
La responsabilità amministrativa delle società ed i modelli organizzativi, Milano, 2002, pag. 12 e ss.; Santi, La
responsabilità delle Società e degli Enti, Milano, 2004, pag. 212 e ss.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

b) la tipologia dei reati previsti e, più precisamente:

i) reati commessi in danno della Pubblica Amministrazione di cui


agli artt. 24 e 25 del D. Lgs. n. 231/01, per come modificati dalla Legge n.
69/2015 e dalla legge n.3/2019,
ii) delitti informatici e trattamento illecito di dati, introdotti dall’art.
7 della Legge n. 48/2008, che ha inserito nel D. Lgs. n. 231/01 l’art. 24-
bis, e modificati dai D.Lgs. n. 7 e 8 del 2016,
iii) delitti di criminalità organizzata, introdotti dall’art. 2, comma 29
della Legge n. 94/2009, che ha inserito nel D. Lgs. n. 231/01 l’art. 24-ter,
e da ultimo modificati dalla Legge 11 dicembre 2016, n. 236,
iv) reati in tema di falsità in monete, in carte di pubblico credito,
in valori in bollo e in strumenti o segni di riconoscimento,
introdotti dall’art. 6 del D.L. n. 350/2001, convertito con modificazioni
dalla Legge n. 409/2001 che ha inserito nel D. Lgs. n. 231/01 l’art. 25-bis,
e successivamente modificati dal D.lgs. 125/2016,
v) delitti contro l’industria ed il commercio, introdotti dalla Legge n.
99/2009, che ha inserito nel D. Lgs. n. 231/01 l’art. 25-bis.1,
vi) reati in materia societaria, introdotti dall’art. 3 del D. Lgs. n.
61/2002, che ha inserito nel D. Lgs. n. 231/01 l’art. 25-ter, e per come
modificati dalla Legge 69/2015, dal D.Lgs. 15 marzo 2017 n. 38 e dalla
legge n.3/2019,
vii) delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine
democratico, introdotti dall’art. 3 della Legge n. 7/2003, che ha inserito
nel D. Lgs. n. 231/01 l’art. 25-quater,
viii) pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili,
introdotti dall'art. 8 della Legge n. 7/2006, che ha inserito nel D. Lgs. n.
231/01 l’art. 25-quater.1,
ix) delitti contro la personalità individuale, introdotti dall’art. 5 della
Legge n. 228/2003, che ha inserito nel D. Lgs. n. 231/01 l’art. 25-
quinquies, per come modificati dalla L. n. 199/2016,
x) reati di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione
del mercato, previsti dalla parte V, titolo I-bis, capo II, del testo unico
di cui al D.Lgs. 58/1998, introdotti dall’art. 9 della Legge n. 62/2005, che
ha inserito nel D. Lgs. n. 231/01 l’art. 25-sexies,
xi) reati previsti e puniti dagli artt. 589 e 590 c.p., inerenti,
rispettivamente, all’omicidio colposo ed alle lesioni colpose
gravi o gravissime, qualora siano stati commessi con
violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela
dell’igiene e della salute sul lavoro, così come introdotti dall’art. 9
della Legge n. 123/2007, che ha inserito nel D. Lgs. n. 231/01 l’art. 25-
septies,
xii) reati previsti e puniti dagli artt. 648, 648 bis, 648 ter e 648 ter.1
c.p., inerenti, rispettivamente, a ricettazione, riciclaggio ed

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, nonché


autoriciclaggio, così come introdotti dall’art. 63 del D. Lgs. n.
231/2007, che ha inserito nel D. Lgs. n. 231/01 l’art. 25-octies, e per come
modificato dalla Legge n. 186/2014,
xiii) delitti in materia di violazione del diritto d’autore previsti dalla
Legge 22 aprile 1941 n. 633, introdotti dalla Legge n. 99/2009, che ha
inserito nel D. Lgs. n. 231/01, l’art. 25-novies,
xiv) reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere
dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, introdotto dalla
Legge n. 116/2009 di ratifica ed esecuzione della Convenzione
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione, che ha
inserito nel D. Lgs. n. 231/01 l’art. 25-decies,
xv) reati ambientali previsti e puniti dal D.Lgs. 121/2011 che ha inserito
nel D.Lgs. 231/2001 l’art. 25-undecies, e per come modificati dalla Legge
n. 68/2015,
xvi) impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare,
introdotto dalla Legge 109/2012 che ha inserito nel D. Lgs. 231/01 l’art.
25-duodecies, per come modificato dalla Legge 17 ottobre 2017 n. 161,
xvii) reati di razzismo e xenofobia, introdotti nel Decreto dall'art. 5, co. 2,
della Legge 20 novembre 2017, n. 167, e da ultimo modificati dall’art. 7,
comma 1, lett. c) del D.Lgs. 1 marzo 2018, n. 21, che ha abrogato l’art. 3,
comma 3-bis della Legge 654/1975 richiamato dal Decreto (art. 25-
terdecies)3;
xviii) delitti di frode in competizioni sportive, esercizio abusivo di
gioco o di scommessa e giochi d’azzardo esercitati a mezzo di
apparecchi vietati previsti dagli artt. 1 e 4 della Legge n. 401/1989 e
inseriti all’art. 25-quaterdecies del D. Lgs. 231/2001 dalla Legge 3
gennaio 2019 n. 39;
xix) reati aventi carattere transnazionale4, previsti e puniti dagli artt.
416, 416 bis, 377 bis e 378 c.p., dall’art. 74 del D.P.R. 309/1990 e dall’art.
12 del D.Lgs. 286/1998 e dall’art. 291-quater D.P.R. 23 gennaio 1973, n.
43, e introdotti dalla Legge 146/2006.

Va inoltre tenuto presente che ai sensi dell’articolo 12 della l. 14 gennaio 2013, n. 9,


recante “Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini”,
gli enti che operano nell’ambito della filiera degli oli vergini di oliva sono responsabili,
in conformità al Decreto, “per i reati di cui agli articoli 440, 442, 444, 473, 474, 515,
516, 517 e 517-quater del codice penale, commessi nel loro interesse o a loro vantaggio
da persone:

3 A norma di quanto disposto dall’art. 8, comma 1, D.Lgs. 1 marzo 2018, n. 21, dal 6 aprile 2018 i richiami alle
disposizioni dell’art. 3, comma 3-bis della Legge 654/1975, ovunque presenti, si intendono riferiti al reato di
“Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa” (art. 604-bis c.p.)
44 Sono considerati transnazionali i reati caratterizzati, oltre dal coinvolgimento di un gruppo criminale
organizzato, dalla presenza di un elemento di internazionalità, che si realizza quando: (i) il reato sia commesso in
più di uno Stato, (ii) ovvero sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale della sua preparazione,
pianificazione, direzione o controllo avvenga in un altro Stato, (iii) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso
sia implicato un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato, (iv) ovvero sia
commesso in uno Stato ma abbia effetti sostanziali in un altro Stato.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

• che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di


direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa dotata di
autonomia finanziaria e funzionale, ovvero che esercitano, anche di
fatto, la gestione e il controllo dello stesso;
• sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui al
punto precedente.

Per una descrizione dei reati presupposto e delle sanzioni previste dal D. Lgs. 231/01
in caso di loro commissione si rinvia all’Allegato 1.

c) l’aver commesso il reato nell’”interesse” o a “vantaggio” dell’Ente.

In merito, va tenuto in considerazione che, secondo gli orientamenti giurisprudenziali


espressi in materia, l’interesse viene definito come la semplice “intenzione” psicologica
dell’autore del reato, valutabile ex ante dal Giudice. Per vantaggio, invece, si intende
qualunque beneficio derivante dal reato commesso, valutabile ex post dall’autorità
giudiziaria.

d) il non aver adottato ed efficacemente attuato un modello di


organizzazione e di gestione idoneo a prevenire reati della specie di
quello verificatosi.

In considerazione di quanto indicato ai punti a), b), c) e d) che precedono e che


costituiscono i presupposti della responsabilità in commento, la Società ha scelto di
predisporre ed efficacemente applicare il Modello, come illustrato al successivo
paragrafo 2.

1.2. Delitti tentati

Nelle ipotesi di commissione, nelle forme del tentativo, dei delitti indicati nel Capo I
del D. Lgs. n. 231/2001 (artt. da 24 a 25- novies), le sanzioni pecuniarie e le sanzioni
interdittive sono ridotte da un terzo alla metà. E, invece, esclusa l’irrogazione di
sanzioni nei casi in cui l’Ente impedisca volontariamente il compimento dell’azione o
la realizzazione dell’evento (art. 26 del D. Lgs. n. 231/01).
L’esclusione di sanzioni si giustifica, in tal caso, in forza dell’interruzione di ogni
rapporto di immedesimazione tra ente e soggetti che assumono di agire in suo nome e
per suo conto. Si tratta di un’ipotesi particolare del c.d. “recesso attivo”, previsto
dall’art. 56, comma 4, c.p.

1.3. Vicende modificative dell’Ente

Il D. Lgs. n. 231/01 disciplina il regime della responsabilità dell’Ente anche in relazione


alle vicende modificative dello stesso quali la trasformazione, la fusione, la scissione e
la cessione d’azienda.
Secondo l’art. 27, comma 1, del D. Lgs. n. 231/01, dell’obbligazione per il pagamento
della sanzione pecuniaria risponde soltanto l’ente con il suo patrimonio o con il fondo
comune.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

Tale previsione costituisce una forma di tutela a favore dei soci di società di persone e
degli associati ad associazioni, scongiurando il rischio che gli stessi possano essere
chiamati a rispondere con il loro patrimonio personale delle obbligazioni derivanti
dalla comminazione all’Ente delle sanzioni pecuniarie.
La disposizione in esame, inoltre, rende manifesto l’intento del Legislatore di
individuare una responsabilità dell’Ente autonoma non solo rispetto a quella
dell’autore del reato, ma anche rispetto ai singoli membri della compagine sociale.
Gli artt. 28-33 del D. Lgs. n. 231/01 regolano l’incidenza delle vicende modificative
connesse a operazioni di trasformazione, fusione, scissione e cessione di azienda sulla
responsabilità dell’Ente.
In merito, il Legislatore ha tenuto conto di due esigenze contrapposte:
da un lato, evitare che tali operazioni possano costituire uno strumento per eludere
agevolmente la responsabilità amministrativa dell’Ente;
dall’altro, non penalizzare interventi di riorganizzazione privi di intenti elusivi.
La Relazione illustrativa al D. Lgs. n. 231/01 afferma che “Il criterio di massima al
riguardo seguito è stato quello di regolare la sorte delle sanzioni pecuniarie
conformemente ai principi dettati dal codice civile in ordine alla generalità degli altri
debiti dell’ente originario, mantenendo, per converso, il collegamento delle sanzioni
interdittive con il ramo di attività nel cui ambito è stato commesso il reato”.
In caso di trasformazione, l’art. 28 del D. Lgs. n. 231/01 prevede (in coerenza con la
natura di tale istituto che implica un semplice mutamento del tipo di Società, senza
determinare l’estinzione del soggetto giuridico originario) che resta ferma la
responsabilità dell’Ente per i reati commessi anteriormente alla data in cui la
trasformazione ha avuto effetto.
In caso di fusione, l’Ente che risulta dalla fusione (anche per incorporazione) risponde
dei reati di cui erano responsabili gli Enti partecipanti alla fusione (art. 29 del D.Lgs n.
231/2001). L’Ente risultante dalla fusione, infatti, assume tutti i diritti e obblighi delle
società partecipanti all’operazione (art. 2504-bis, primo comma, c.c.) e, facendo
proprie le attività aziendali, accorpa, altresì, quelle nel cui ambito sono stati posti in
essere i reati di cui le società partecipanti alla fusione avrebbero dovuto rispondere.
L’art. 30 del D. Lgs. n. 231/01 prevede che, nel caso di scissione parziale, la società
scissa rimane responsabile per i reati commessi anteriormente alla data in cui la
scissione ha avuto effetto.
Gli Enti beneficiari della scissione (sia totale che parziale) sono solidalmente obbligati
al pagamento delle sanzioni pecuniarie dovute dall’Ente scisso per i reati commessi
anteriormente alla data in cui la scissione ha avuto effetto, nel limite del valore effettivo
del patrimonio netto trasferito al singolo Ente.
Tale limite non si applica alle società beneficiarie, alle quali risulta devoluto, anche solo
in parte, il ramo di attività nel cui ambito è stato commesso il reato.
Le sanzioni interdittive relative ai reati commessi anteriormente alla data in cui la
scissione ha avuto effetto si applicano agli Enti cui è rimasto o è stato trasferito, anche
in parte, il ramo di attività nell’ambito del quale il reato è stato commesso.
L’art. 31 del D. Lgs. n. 231/01 prevede disposizioni comuni alla fusione e alla scissione,
concernenti la determinazione delle sanzioni nell’eventualità che tali operazioni
straordinarie siano intervenute prima della conclusione del giudizio.

1.4. Reati commessi all’estero

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

Secondo l’art. 4 del D. Lgs. n. 231/01, l’Ente può essere chiamato a rispondere in Italia
in relazione a reati - contemplati dallo stesso D. Lgs. n. 231/01 - commessi all’estero.
La Relazione illustrativa al D. Lgs. n. 231/01 sottolinea la necessità di non lasciare
sfornita di sanzione una situazione criminologica di frequente verificazione, anche al
fine di evitare facili elusioni dell’intero impianto normativo in oggetto.
I presupposti (previsti dalla norma ovvero desumibili dal complesso del D. Lgs. n.
231/01) su cui si fonda la responsabilità dell’ente per reati commessi all’estero sono:
• il reato deve essere commesso all’estero da un soggetto funzionalmente legato
all’Ente, ai sensi dell’art. 5, comma 1, del D. Lgs. n. 231/01;
• l’Ente deve avere la propria sede principale nel territorio dello Stato italiano;
• l’Ente può rispondere solo nelle ipotesi previste dal D.Lgs. n. 231/01 e della L.
146/06 e nei casi e alle condizioni previste dagli artt. 7, 8, 9, 10 c.p.;
che nei confronti dell’Ente non proceda lo Stato del luogo in cui è stato commesso il
fatto

1.5. Le sanzioni

Le sanzioni previste per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato sono:


(a) Sanzione amministrativa pecuniaria;
(b) Sanzioni interdittive;
(c) Confisca;
(d) Pubblicazione della sentenza di condanna.

(a) La sanzione amministrativa pecuniaria

La sanzione amministrativa pecuniaria, disciplinata dagli artt. 10 e seguenti del D. Lgs.


n. 231/01, costituisce la sanzione “di base”, di necessaria applicazione del cui
pagamento risponde l’Ente con il suo patrimonio o con il fondo comune.
Il Legislatore ha adottato un criterio innovativo di commisurazione di tale sanzione,
attribuendo al Giudice l’obbligo di procedere a due diverse e successive operazioni di
apprezzamento, al fine di un maggiore adeguamento della sanzione alla gravità del
fatto ed alle condizioni economiche dell’Ente.
Con la prima valutazione il Giudice determina il numero delle quote (non inferiore a
cento, né superiore a mille, fatto salvo quanto previsto dall’art. 25-septies “Omicidio
colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme
antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro” che al primo
comma in relazione al delitto di cui all’articolo 589 c.p. commesso con violazione
dell’art. 55, 2° comma, D. Lgs. 81/2008 prevede una sanzione pari a mille quote),
tenendo conto:

➢ della gravità del fatto;


➢ del grado di responsabilità dell’Ente;
➢ dell’attività svolta per eliminare o attenuare le conseguenze del fatto e per
prevenire la commissione di ulteriori illeciti.

Nel corso della seconda valutazione il Giudice determina, entro i valori minimi e
massimi predeterminati in relazione agli illeciti sanzionati, il valore di ciascuna quota
(da un minimo di Euro 258,23 ad un massimo di Euro 1.549,37) “sulla base delle

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

condizioni economiche e patrimoniali dell’ente allo scopo di assicurare l’efficacia


della sanzione” (art. 11, 2° comma, D. Lgs. n. 231/01).
Come affermato al punto 5.1 della Relazione al D. Lgs. n. 231/01, al fine di accertare le
condizioni economiche e patrimoniali dell’Ente, ”il giudice potrà avvalersi dei bilanci
o delle altre scritture comunque idonee a fotografare tali condizioni. In taluni casi, la
prova potrà essere conseguita anche tenendo in considerazione le dimensioni
dell’ente e la sua posizione sul mercato. (…) Il giudice non potrà fare a meno di calarsi,
con l’ausilio di consulenti, nella realtà dell’impresa, dove potrà attingere anche le
informazioni relative allo stato di solidità economica, finanziaria e patrimoniale
dell’ente”.
L’art. 12 del D. Lgs. n. 231/01 prevede una serie di casi in cui la sanzione pecuniaria
viene ridotta. Essi sono schematicamente riassunti nella tabella sottostante, con
indicazione della riduzione apportata e dei presupposti per l’applicazione della
riduzione stessa.

1.1.1.1.2
1/2 Riduz 1.1.1.1.1
• Presupposti
L’autore del reato ha commesso il fatto nel prevalente interesse proprio o di terzi e
l’Ente non ne ha ricavato un vantaggio o ne ha ricavato un vantaggio minimo; oppure
(e non può comunque • Il danno patrimoniale cagionato è di particolare tenuità.
essere superiore ad Euro
103.291,38)

[Prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado]

da 1/3 a 1/2 • L’Ente ha risarcito integralmente il danno e ha eliminato le conseguenze dannose o


pericolose del reato ovvero si è comunque efficacemente adoperato in tal senso;
oppure
• È stato attuato e reso operativo un modello organizzativo idoneo a prevenire reati
della specie di quello verificatosi.

[Prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado]

da 1/2 a 2/3 • L’Ente ha risarcito integralmente il danno e ha eliminato le conseguenze dannose o


pericolose del reato ovvero si è comunque efficacemente adoperato in tal senso; e
• È stato attuato e reso operativo un modello organizzativo idoneo a prevenire reati
della specie di quello verificatosi.

(b) Le sanzioni interdittive

Le sanzioni interdittive previste dal D. Lgs. n. 231/01 sono:


➢ l’interdizione dall’esercizio dell’attività;
➢ il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, salvo che per ottenere
le prestazioni di un pubblico servizio;
➢ la sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali
alla commissione dell’illecito;
➢ l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e la revoca di
quelli eventualmente già concessi;
➢ il divieto di pubblicizzare beni o servizi.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

Differentemente dalla sanzione amministrativa pecuniaria, le sanzioni interdittive si


applicano solo in relazione ai reati per i quali sono espressamente previste al ricorrere
di almeno una delle condizioni di cui all’art. 13, D. Lgs. n. 231/01, di seguito indicate:
➢ “l’ente ha tratto dal reato un profitto di rilevante entità ed il reato è stato
commesso da soggetti in posizione apicale ovvero da soggetti sottoposti
all’altrui direzione quando, in questo caso, la commissione del reato è stata
determinata o agevolata da gravi carenze organizzative”;
➢ “in caso di reiterazione degli illeciti” (id est: commissione di un illecito
dipendente da reato nei cinque anni dalla sentenza definitiva di condanna per
un altro precedente).

In ogni caso, non si procede all’applicazione delle sanzioni interdittive quando il reato
è stato commesso nel prevalente interesse dell’autore o di terzi e l’Ente ne ha ricavato
un vantaggio minimo o nullo, ovvero il danno patrimoniale cagionato è di particolare
tenuità.
Esclude, altresì, l’applicazione delle sanzioni interdittive il fatto che l’Ente abbia posto
in essere le condotte riparatorie previste dall’art. 17, D. Lgs. n. 231/01 e, più
precisamente, quando concorrono le seguenti condizioni:
➢ “l’ente ha risarcito integralmente il danno e ha eliminato le conseguenze
dannose o pericolose del reato ovvero si è comunque efficacemente adoperato
in tal senso”;
➢ “l’ente ha eliminato le carenze organizzative che hanno determinato il reato
mediante l’adozione e l’attuazione di modelli organizzativi idonei a prevenire
reati della specie di quello verificatosi”;
➢ “l’ente ha messo a disposizione il profitto conseguito ai fini della confisca”.
Le sanzioni interdittive hanno una durata compresa tra tre mesi e due anni e la scelta
della misura da applicare e della sua durata viene effettuata dal Giudice sulla base degli
stessi criteri in precedenza indicati per la commisurazione della sanzione pecuniaria,
“tenendo conto dell’idoneità delle singole sanzioni a prevenire illeciti del tipo di quello
commesso” (art. 14, D. Lgs. n. 231/01).
Il Legislatore si è poi preoccupato di precisare che l’interdizione dell’attività ha natura
residuale rispetto alle altre sanzioni interdittive.

(c) La confisca

Ai sensi dell’art. 19, D. Lgs. n. 231/01 è sempre disposta, con la sentenza di condanna,
la confisca – anche per equivalente – del prezzo (denaro o altra utilità economica data
o promessa per indurre o determinare un altro soggetto a commettere il reato) o del
profitto (utilità economica immediata ricavata) del reato, salvo per la parte che può
essere restituita al danneggiato e fatti salvi i diritti acquisiti dai terzi in buona fede.

(d) La pubblicazione della sentenza di condanna

La pubblicazione in uno o più giornali della sentenza di condanna, per estratto o per
intero, può essere disposta dal Giudice, unitamente all’affissione nel comune dove
l’Ente ha la sede principale, quando è applicata una sanzione interdittiva. La
pubblicazione è eseguita a cura della Cancelleria del Tribunale a spese dell’Ente.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

1.4. Esenzione dalla responsabilità amministrativa

Gli artt. 6 e 7 del D. Lgs. n. 231/01 prevedono forme specifiche di esonero dalla
responsabilità amministrativa dell’Ente per i reati commessi nell’interesse o a
vantaggio dello stesso sia da Soggetti Apicali sia da Soggetti Sottoposti.
In particolare, nel caso di reati commessi da Soggetti Apicali, l’art. 6 prevede l’esonero
qualora l’Ente dimostri che:
a) l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione
del fatto, “modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della
specie di quello verificatosi”;
b) il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli nonché di
proporne l’aggiornamento è stato affidato ad un Organismo di Vigilanza dell’Ente
(l’ “OdV”), dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo;
c) le persone che hanno commesso il reato hanno agito eludendo fraudolentemente i
modelli;
d) non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’OdV.

Per quanto concerne i Soggetti Sottoposti, l’art. 7 prevede l’esonero dalla responsabilità
nel caso in cui l’Ente abbia adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione
del reato, un modello idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi.
Di conseguenza, nel caso di reati commessi da Soggetti Apicali, l’onere della prova
permane in capo all’Ente, mentre, nel caso di reati commessi da Soggetti Sottoposti,
l’esistenza del modello garantisce l’esimente dalla responsabilità, salvo la prova, a
carico dell’autorità procedente, dell’inidoneità dello stesso a prevenire i reati della
specie di quello verificatosi.
Sempre il D. Lgs. n. 231/01 prevede che il modello risponda all’esigenza di:
1. individuare le attività nel cui ambito esiste la possibilità che siano commessi
reati;
2. prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e
l’attuazione delle decisioni dell’Ente in relazione ai reati da prevenire;
3. individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad
impedire la commissione di tali reati;
4. prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’OdV;
5.introdurre un sistema disciplinare interno idoneo a sanzionare il mancato
rispetto delle misure indicate nel modello stesso.

Secondo il D. Lgs. n. 231/01 i modelli possono essere adottati sulla base di codici di
comportamento redatti da associazioni rappresentative di categoria.
Confindustria ha emanato il 7 marzo 2002 apposite Linee Guida, per come
successivamente aggiornate (le “Linee Guida”) il 24 maggio 2004 e, da ultimo, in
ragione del mutato quadro normativo, ulteriormente aggiornate in data 31 marzo 2008
e nel mese di marzo 2014.
Il presente modello tiene conto, oltre che del dettato normativo, anche delle Linee
Guida.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

SEZIONE II

2. ADOZIONE DEL MODELLO DA PARTE DI BURGER KING RESTAURANTS


ITALIA S.P.A.

2.1. Descrizione della Società

Burger King Restaurants Italia S.p.A. è stata costituita in data 16 dicembre 2014 ed è
iscritta nel registro delle imprese presso la Camera di Commercio Industria e
Artigianato di Milano (codice fiscale e partita IVA: 08876390967; numero REA: MI -
2054563).

La Società ha per oggetto:

a) la gestione e conduzione di ristoranti di tipo quick service e fast food operanti


con il marchio Burger King in Italia;

b) lo sviluppo e apertura, indiretta o in regime di affiliazione, in Italia di nuovi


ristoranti di tipo quick service e fast food operanti con il marchio Burger King.

La Società può inoltre compiere le operazioni commerciali, industriali, immobiliari,


mobiliari e finanziarie, queste ultime non nei confronti del pubblico, strettamente
necessarie od utili per il conseguimento dell’oggetto sociale, ivi comprese l’assunzione
e la dismissione di partecipazioni ed interessenze in enti e società, anche intervenendo
alla loro costituzione; può altresì, senza carattere di professionalità, prestare garanzie
sia reali sia personali anche a favore di terzi in quanto strumentali al conseguimento
dell’oggetto sociale. Tutte le attività devono essere svolte nei limiti e nel rispetto delle
norme che ne disciplinano l’esercizio.

Per quanto concerne l’assetto proprietario, la Società è partecipata al 100% dalla


società belga Burger King See S.A., che esercita attività di direzione e coordinamento
sulla controllata.

Il Consiglio di Amministrazione è l’organo primario di gestione della Società, cui


compete in ultima istanza l’assunzione delle decisioni attinenti alla definizione delle
linee strategiche aziendali e degli obiettivi di business, alla determinazione degli
indirizzi generali relativi alla gestione degli affari e dei rapporti con il personale,
nonché alle scelte in merito alle modifiche della struttura organizzativa adottata dalla
Società che siano considerate eventuali, opportune o necessarie.

2.2. Finalità e struttura del Modello

L’adozione di un modello di organizzazione, gestione e controllo in linea con le


prescrizioni del Decreto e in particolare degli articoli 6 e 7, unitamente all’emanazione
del Codice Etico, è stata assunta nella convinzione che tale iniziativa possa costituire
anche un valido strumento di sensibilizzazione nei confronti dei Destinatari e dei
Soggetti Terzi Rilevanti, affinché gli stessi, nell’espletamento delle proprie attività,

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

adottino comportamenti corretti e lineari, tali da prevenire il rischio di commissione


dei Reati Presupposto.

Più in particolare, il Modello si propone come finalità quelle di:

a) predisporre un sistema strutturato ed organico di prevenzione e


controllo, finalizzato alla riduzione del rischio di commissione dei reati connessi
all’attività aziendale e di prevenzione/contrasto di eventuali comportamenti
illeciti;

b) determinare, in tutti coloro che operano in nome e/o per conto della Società
soprattutto nelle “aree di attività a rischio”, la consapevolezza di poter
incorrere, in caso di violazione delle disposizioni ivi riportate, in un illecito
passibile di sanzioni eventualmente anche penali, e che può comportare altresì
sanzioni in capo alla Società;

c) informare i Destinatari ed i Soggetti Terzi Rilevanti che la violazione delle


prescrizioni contenute nel Modello al cui rispetto sono tenuti comporterà
l’applicazione di apposite sanzioni e, nei casi più gravi, la risoluzione
del rapporto contrattuale;

d) ribadire che la Società non tollera comportamenti illeciti, di qualsiasi tipo


ed indipendentemente da qualsiasi finalità, in quanto tali comportamenti (anche
nel caso in cui la Società fosse apparentemente in condizione di trarne vantaggio)
sono comunque contrari ai principi etici cui la Società intende attenersi.

Il Modello predisposto dalla Società è volto a definire un sistema di controllo


preventivo, diretto in primo luogo a programmare la formazione e l’attuazione delle
decisioni della Società in relazione ai rischi/reati da prevenire e composto in
particolare da:
• il Codice Etico, che individua i valori primari cui la Società intende conformarsi
e fissa quindi le linee di orientamento generali dell’attività sociale;
• un sistema organizzativo aggiornato, formalizzato e chiaro, che garantisca una
organica attribuzione dei compiti ed un adeguato livello di segregazione delle
funzioni;
• procedure formalizzate ed aventi la finalità di regolamentare lo svolgimento delle
attività, in particolare relativamente ai processi a rischio, prevedendo opportuni
punti di controllo, nonché la separazione di compiti fra coloro che svolgono fasi
o attività cruciali nell’ambito di tali processi;
• una chiara attribuzione dei poteri autorizzativi e di firma, coerente con le
responsabilità organizzative e gestionali;
• presidi di controllo, relativi in primo luogo alla potenziale commissione di Reati
Presupposto, in grado di fornire tempestiva segnalazione dell’esistenza e
dell’insorgere di situazioni di criticità generale e/o particolare.

Il Modello riconosce inoltre la centralità che riveste sia una capillare, efficace,
autorevole, chiara e dettagliata comunicazione ai Destinatari - anche mediante il sito
intrarnet aziendale - del Modello e degli elementi che lo compongono, sia una costante

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

attività di formazione sul contenuto del Decreto, sulle sue modifiche e applicazioni
giurisprudenziali, nonché sui contenuti del Modello.

2.3 Approccio metodologico seguito nella predisposizione del Modello

La Società, tenuto conto sia della corrente operatività e della propria struttura
organizzativa, sia delle Linee Guida, ha seguito un percorso di elaborazione del
Modello che può essere schematizzato secondo i seguenti punti fondamentali:

a) individuazione delle aree a rischio, volta a verificare in quali aree/settori


aziendali sia possibile - in via astratta - la realizzazione di Reati Presupposto o di
comportamenti che possono essere funzionali alla commissione di tali reati;

b) gap analysis, nell’ambito della quale sono stati confrontati i sistemi di


controllo esistenti nella Società, a presidio delle Attività Sensibili, con i requisiti
organizzativi richiesti dal Decreto, al fine di individuare le carenze del sistema
esistente. Laddove sono state identificate Attività Sensibili non sufficientemente
presidiate, si è provveduto ad identificare gli interventi più idonei a prevenire in
concreto i rischi stessi;

c) predisposizione di un sistema integrato di controllo.

Per quanto concerne l’individuazione delle aree a rischio, in conformità alle indicazioni
contenute nel Decreto ed in particolare dell’articolo 6, comma 2, lett. a), secondo cui il
Modello deve “individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati”,
è stata svolta un’accurata analisi delle attività poste in essere dalla Società, al fine di
identificare i processi societari “sensibili” all’interno dei quali è - teoricamente -
possibile la realizzazione di condotte illecite che possono integrare un Reato
Presupposto o di azioni che possono essere funzionali al compimento di condotte
illecite che possono configurare un Reato Presupposto. Tale analisi è stata effettuata
mediante l’esame della documentazione organizzativa esistente e attraverso una serie
di interviste con i responsabili delle funzioni della Società. Sulla base di tale analisi
sono state individuate in particolare:

▪ le unità organizzative potenzialmente coinvolte, in ragione della propria


operatività, nella commissione di Reati Presupposto o in condotte che
potrebbero agevolare la commissione di tali reati;
▪ la tipologia delle Attività Sensibili;
▪ i Reati Presupposto potenzialmente associabili a tali attività;
▪ le possibili modalità di realizzazione dei comportamenti illeciti;
▪ l’eventuale presenza di strumenti organizzativi aziendali a “presidio” dei rischi
identificati.

Sulla base delle analisi effettuate e in considerazione della natura dell’attività svolta
dalla Società e dei reati presupposto di cui al D. Lgs. n. 231/01, la Società ha assunto la
decisione di redigere, adottare e efficacemente attuare il presente Modello con
riferimento ai seguenti reati:

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Modello di organizzazione, gestione e
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• Reati in danno della Pubblica Amministrazione;


• Reati societari;
• Reati commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla
tutela dell’igiene e della salute sul lavoro;
• Reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di
provenienza illecita e autoriciclaggio;
• Delitti informatici trattamento illecito di dati;
• Delitti contro l’industria e il commercio;
• Reati ambientali;
• Corruzione tra privati e istigazione alla corruzione tra privati;
• Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare;
• Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro;
• Reati transnazionali e Criminalità organizzata;
• Razzismo e xenofobia.

Per una descrizione dei reati, si rinvia all’Allegato1. Per una descrizione delle Aree e
delle Attività sensibili e dei comportamenti attesi si rinvia alle Schede Tecniche.

Per quanto riguarda invece le altre fattispecie di reato presupposto previste dal Decreto
e non incluse nell’elenco sopra riportato, si evidenzia che le stesse sono state valutate
come non rilevanti per la Società in quanto non appare configurabile l’interesse o il
vantaggio della Società rispetto alla commissione di tali fattispecie.

In ogni caso, anche rispetto a tali fattispecie di reato, si evidenzia che svolge un ruolo
fondamentale di controllo e presidio il Codice Etico, parte integrante del presente
Modello.

Tenuto conto dei risultati dell’attività svolta, il management ha ritenuto che sussistano
fondati elementi per escludere la (anche solo teorica) possibilità che vengano
commessi – nell’interesse o a vantaggio della Società – i seguenti Reati Presupposto:

• scambio elettorale politico mafioso e sequestro di persona a scopo di estorsione


(articolo 24-ter del Decreto);

• reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico (articolo


25-quater del Decreto);

• delitti concernenti pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili


(articolo 25-quater.1, del Decreto).

In considerazione dell’attività principalmente svolta dalla Società e della circostanza


che la Società è una società a responsabilità limitata e non detiene partecipazioni in
società con strumenti finanziari negoziati in mercati regolamentati UE, e non opera su
strumenti finanziari derivati, i reati di abuso di mercato non appaiono inoltre essere allo
stato ipotizzabili.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

È stato quindi effettuato un esame del sistema di gestione e controllo esistente


all’interno della Società, al fine di valutarne innanzi tutto la capacità di prevenire i reati,
nonché l’opportunità di un suo adeguamento, in termini di capacità di contrastare
efficacemente, riducendoli ad un livello accettabile, i rischi identificati, sul presupposto
che:

a) il sistema di controllo preventivo diretto a programmare la formazione e


l’attuazione delle decisioni della Società deve fondarsi sul rispetto dei seguenti
principi:
• ogni operazione, transazione, azione deve essere verificabile,
documentata, coerente e congrua;
• nessuno può gestire in autonomia un intero processo;
• i controlli devono essere documentati;

b) le procedure aziendali devono essere conformi alle seguenti linee-guida:


• segregazione di funzioni incompatibili attraverso una corretta
distribuzione delle responsabilità e la previsione di adeguati livelli
autorizzativi, allo scopo di evitare sovrapposizioni funzionali o allocazioni
operative che concentrino le attività critiche su un unico soggetto;
• previsione di specifiche attività di controllo e supervisione di tipo
gerarchico-funzionale;
• tracciabilità degli atti, delle operazioni e delle transazioni attraverso
supporti adeguati che attestino le caratteristiche e le motivazioni
dell’operazione ed individuino i soggetti a vario titolo coinvolti nelle varie
fasi della medesima (autorizzazione, effettuazione, registrazione,
verifica);
• esistenza di adeguati flussi di reporting tra le unità organizzative ed il
vertice aziendale/l’Organismo di Vigilanza.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

3. ORGANISMO DI VIGILANZA

3.1. Identificazione dell’Organismo di Vigilanza

Il Decreto identifica in un «organismo interno all’ente», dotato di autonomi poteri di


iniziativa e controllo (articolo 6, comma 1, lett. b), l’organo al quale deve essere affidato
il compito di vigilare sul funzionamento, sull’efficacia e sull’osservanza del Modello,
nonché di curarne il costante e tempestivo aggiornamento.

Tenuto conto di quanto previsto dal Decreto, l’OdV della Società deve vigilare, con
autonomi poteri di iniziativa e controllo:

a) sull’efficacia e sull’adeguatezza del Modello in relazione alla struttura aziendale ed


alla effettiva capacità del medesimo di prevenire la commissione dei Reati
Presupposto;

b) sull’osservanza delle prescrizioni contenute nel Modello da parte dei Destinatari e,


nei limiti degli obblighi assunti, da parte dei Soggetti Terzi Rilevanti;

c) sull’opportunità di aggiornamento del Modello, laddove si riscontrino esigenze di


adeguamento e/o integrazione dello stesso in relazione a mutate condizioni
aziendali e/o normative, nonché in conseguenza dell’eventuale accertamento di
violazioni.

In assenza di specifiche indicazioni nel Decreto, la Società è chiamata a definire la


struttura e la composizione del menzionato organismo tenendo presenti le proprie
caratteristiche dimensionali e le proprie regole di governance, fermo restando che i
componenti dell’OdV devono in ogni caso essere dotati di un’indipendenza e di una
professionalità tali da assicurare la credibilità e l’autorevolezza sia dell’OdV che delle
sue funzioni.

In considerazione di quanto precede, si è ritenuto opportuno, anche al fine di


assicurare un’effettiva ed efficace attuazione del Modello, che l’OdV soddisfi le seguenti
caratteristiche:

a) autonomia e indipendenza dei componenti: possono essere chiamati a comporre


l’Organismo di Vigilanza soggetti sia interni che esterni alla Società, ma è sempre
necessario assicurare che i componenti dell’OdV non siano direttamente
coinvolti nelle attività gestionali che costituiscono l’oggetto della sua attività di
controllo. Al riguardo deve essere garantita l’indipendenza gerarchica dei
componenti dell’OdV, da realizzarsi mediante l’inserimento dell’OdV come unità
di staff in posizione elevata nell’organizzazione societaria. L’OdV – proprio a
garanzia della sua indipendenza e dell’elevato livello della sua funzione – fornirà
un’informativa periodica direttamente al massimo vertice aziendale. Inoltre, la
composizione dell’OdV e la qualifica dei suoi componenti deve essere tale da
assicurare, sia sotto il profilo oggettivo, che sotto quello soggettivo, l’assoluta
autonomia delle relative valutazioni e determinazioni. Le attività poste in essere
dall’OdV non possono essere oggetto di sindacato da alcun altro organo, funzione

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

o struttura della Società o del gruppo cui appartiene la Società, fermo restando
che al Consiglio di Amministrazione, al quale compete la responsabilità ultima
del funzionamento (e dell’efficacia) del Modello, spetta il compito di vigilare
sull’adeguatezza dell’attività dell’OdV;

b) professionalità dei componenti: necessaria per l’espletamento delle delicate


funzioni demandate all’OdV;

c) continuità di azione: a tal fine, l’OdV deve:


- verificare nel continuo il rispetto del Modello con i necessari poteri di
indagine;
- verificare l’effettiva attuazione del Modello e promuoverne il costante
aggiornamento;
- rappresentare un referente costante per tutto il personale della Società e
per il management, promuovendo, anche in concorso con le competenti
funzioni aziendali, la diffusione nel contesto aziendale della conoscenza e
della comprensione del Modello.

I membri dell’OdV sono nominati dal Consiglio di Amministrazione, che ne designa il


Presidente, e restano in carica per tre anni; l’incarico può essere rinnovato per una sola
volta per un ulteriore periodo di tre anni. Successivamente al primo rinnovo l’incarico
può essere nuovamente conferito solo se sono decorsi almeno cinque anni dalla data
di cessazione del precedente incarico. È fatta salva la rinuncia all’incarico da parte di
un componente dell’OdV con effetto a partire dal 14° giorno successivo a quello in cui
la stessa è stata portata a conoscenza del Consiglio di Amministrazione mediante
comunicazione scritta.

L’eventuale revoca dei componenti dell’OdV, da disporsi esclusivamente per ragioni


connesse a rilevati e gravi inadempimenti rispetto al mandato conferito o per altra
giusta causa, dovrà essere deliberata dal Consiglio di Amministrazione, previo parere
favorevole dell’Organo di Controllo laddove nominato.

In caso di rinuncia, sopravvenuta incapacità, morte, revoca o decadenza del Presidente,


subentra pro tempore in tale carica – laddove possibile – il componente più anziano
fino alla data in cui il Consiglio di Amministrazione delibera la nomina del nuovo
Presidente. In caso di rinuncia, sopravvenuta incapacità, morte o decadenza di un
componente dell’OdV, il Presidente dell’OdV (anche pro tempore) ne darà
comunicazione scritta tempestiva al Consiglio di Amministrazione, che provvederà alla
sua sostituzione. In assenza di tale tempestiva comunicazione il Consiglio, venuto
comunque a conoscenza della rinuncia, della sopravvenuta incapacità, della morte o
della decadenza di un componente del Organismo di Vigilanza provvede di propria
iniziativa alla sostituzione.

In tutti i casi in cui si renda necessaria la sostituzione di un componente dell’OdV prima


della scadenza della durata dell’incarico, il Consiglio di Amministrazione provvede a
reintegrarne la composizione entro e non oltre il 14° giorno successivo a quello in cui
il Consiglio di Amministrazione ha avuto notizia della necessità di procedere alla

21
Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

nomina del nuovo componente dell’OdV. Il componente di nuova nomina resta in


carica per l’intera durata del mandato degli altri componenti.

3.2. Cause di ineleggibilità e/o di decadenza

Costituiscono cause di ineleggibilità alla carica di componente dell’Organismo di


Vigilanza:
a) il ricorrere di una delle cause previste dall’articolo 2382 c.c.;
b) la condanna, con sentenza irrevocabile o con sentenza non definitiva anche se a
pena condizionalmente sospesa, fatti salvi gli effetti della riabilitazione, per un
Reato Presupposto;
c) la condanna, con sentenza irrevocabile o con sentenza non definitiva anche se a
pena condizionalmente sospesa, fatti salvi gli effetti della riabilitazione, a una
pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici ovvero
l’interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle
imprese;
d) la condanna con sentenza irrevocabile o con sentenza non definitiva anche se a
pena condizionalmente sospesa, fatti salvi gli effetti della riabilitazione, a:
1. pena detentiva per uno dei reati previsti dalla normativa speciale che regola
il settore dell’assicurazione, del credito e dei mercati mobiliari, nonché
dalla vigente normativa antiriciclaggio;
2. reclusione per uno dei delitti previsti nel titolo XI del libro V del codice
civile e nella legge fallimentare;
3. reclusione per un tempo non inferiore ad un anno per un delitto contro la
Pubblica Amministrazione, contro la fede pubblica, contro il patrimonio,
contro l’ordine pubblico, contro l’economia pubblica ovvero per un delitto
in materia tributaria;
4. reclusione per un tempo non inferiore a due anni per un qualunque delitto
non colposo;
e) la sottoposizione a misure di prevenzione disposte dall’Autorità giudiziaria, salvi
gli effetti della riabilitazione;
f) l’aver svolto, nei tre esercizi precedenti l’attribuzione dell’incarico, funzioni di
amministrazione, direzione o controllo in imprese sottoposte a fallimento,
liquidazione coatta amministrativa o procedure equiparate, ovvero in imprese
operanti nel settore creditizio, finanziario, mobiliare e assicurativo sottoposte a
procedura di amministrazione straordinaria.

Ai fini dell’applicazione delle previsioni del presente paragrafo, per sentenza di


condanna si intende anche quella pronunciata ai sensi dell’articolo 444 c.p.p., fatti
comunque salvi gli effetti della declaratoria giudiziale di estinzione del reato ai sensi
dell’articolo 445, comma secondo, c.p.p.

All’atto del conferimento dell’incarico, ciascun membro dell’Organismo di Vigilanza


dovrà rilasciare al Consiglio di Amministrazione una dichiarazione nella quale attesti
l’assenza dei predetti motivi d’ineleggibilità.

Costituiscono cause di decadenza dall’incarico di membro dell’Organismo di Vigilanza:


a) il verificarsi di una causa di ineleggibilità;

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

b) le dimissioni, la sopravvenuta incapacità, la morte, la revoca o la decadenza dalla


carica di Consigliere di Amministrazione o di componente dell’Organo di
Controllo, laddove nominato;
c) la cessazione, per qualsiasi causa, del rapporto di lavoro o il cambio di mansione,
che determini l’assegnazione a funzioni aziendali incompatibili con l’esercizio
dell’incarico di componente l’Organismo di Vigilanza;
d) l’assenza, senza giustificato motivo, a due o più riunioni, anche non consecutive,
dell’OdV nell’arco di dodici mesi consecutivi;
e) il verificarsi di circostanze tali da menomare gravemente e fondatamente
l’indipendenza o l’autonomia di giudizio del componente;
f) il grave inadempimento – dovuto a negligenza o imperizia – delle mansioni
affidate all’OdV;
g) l’adozione di reiterati comportamenti ostruzionistici o non collaborativi nei
confronti degli altri componenti dell’OdV;
h) l’applicazione di sanzioni disciplinari ai sensi del Modello.

A garanzia della loro indipendenza, i membri dell’OdV, per tutta la durata dell’incarico,
non dovranno, inoltre:
a) intrattenere, direttamente o indirettamente, con la Società, con le sue
controllate, con gli amministratori esecutivi, con l’azionista o gruppo di azionisti
che controllano la Società, relazioni economiche di rilevanza tale da
condizionarne l’autonomia di giudizio, valutata anche in relazione alla specifica
condizione patrimoniale del soggetto;
b) essere titolari, direttamente o indirettamente, di partecipazioni azionarie di
entità tale da comportare il controllo o un’influenza notevole sulla Società;
c) essere in rapporti familiari con amministratori della Società o con soggetti che si
trovino nelle situazioni indicate nei due punti precedenti;
d) essere, comunque, titolari di interessi in conflitto, anche potenziale, con la
Società tali da pregiudicare la propria indipendenza di giudizio.

3.3. Funzioni e poteri dell’Organismo di Vigilanza

L’OdV svolge le sue funzioni in piena autonomia, non operando alle dipendenze di
alcun’altra funzione aziendale, né del Consiglio di Amministrazione, al quale tuttavia
riporta gli esiti delle proprie attività: esso, quindi, agisce in base alle finalità
attribuitegli dal Modello e orienta il proprio concreto operare al perseguimento delle
medesime.

L’OdV provvede a autodisciplinare, anche attraverso uno specifico regolamento,


corredato da eventuali norme specifiche che ne garantiscano il miglior funzionamento,
gli aspetti attinenti alla continuità della propria azione, quali la calendarizzazione
dell’attività, la verbalizzazione delle riunioni e la disciplina dei flussi informativi dalle
strutture aziendali all’OdV stesso. L’adozione di tale regolamento è portata a
conoscenza del Consiglio di Amministrazione alla prima seduta utile.

In conformità a quanto previsto dal Decreto, l’OdV esercita i propri poteri di iniziativa
e controllo nei confronti di tutti i settori della Società, compreso il Consiglio di

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

Amministrazione ed i relativi componenti, nonché dei collaboratori esterni e dei


consulenti.

In adempimento ai compiti demandatigli ai sensi dell’articolo 6 del Decreto, sono


affidate all’OdV le seguenti attività:
a) diffondere e verificare la conoscenza e la comprensione dei principi delineati nel
Modello nel contesto aziendale;
b) predisporre il piano annuale delle attività che intende svolgere – anche per il
tramite di altre funzioni aziendali e/o di consulenti esterni – al fine di verificare
l’adeguatezza e il funzionamento del Modello;
c) verificare, anche attraverso controlli non preventivamente comunicati svolti – se
del caso – anche per il tramite di altre funzioni aziendali e/o di consulenti esterni,
le aree/operazioni a rischio individuate nel Modello o dall’OdV stesso, nonché
l’efficienza e l’adeguatezza delle previsioni del Modello e delle procedure
emanate in attuazione del Modello stesso, avuto particolare riguardo al
complessivo sistema delle deleghe, delle procure e delle modalità di gestione dei
flussi finanziari;
d) richiedere, raccogliere ed elaborare ogni informazione rilevante ai fini della
verifica dell’adeguatezza e dell’osservanza del Modello da parte dei destinatari,
istituendo specifici canali informativi “dedicati” diretti a facilitare il flusso di
segnalazioni e determinando inoltre modalità e periodicità di trasmissione;
e) verificare e controllare – con le medesime modalità di cui alle lettere precedenti
– la regolare tenuta e l’efficacia di tutta la documentazione inerente le
attività/operazioni individuate nel Modello;
f) disporre e coordinare le indagini volte all’accertamento di possibili violazioni
delle prescrizioni del Modello, anche sulla base delle segnalazioni pervenute;
g) segnalare le violazioni accertate all’organo competente per l’apertura del
procedimento disciplinare;
h) verificare che le violazioni del Modello siano effettivamente e adeguatamente
sanzionate;
i) verificare l’adeguatezza del piano annuale di formazione predisposto dalle
competenti funzioni aziendali al fine di favorire la conoscenza del Modello,
differenziato - laddove ritenuto opportuno - secondo il ruolo, la responsabilità
dei destinatari e la circostanza che i medesimi operino in aree a rischio;
j) valutare nel continuo l’adeguatezza del Modello rispetto alle disposizioni ed ai
principi regolatori del Decreto, nonché dei flussi informativi ricevuti, adottando
le eventuali misure correttive a tal fine opportune;
k) trasmettere tempestivamente al Consiglio di Amministrazione ogni
informazione rilevante al fine del corretto svolgimento delle funzioni proprie
dell’OdV, nonché al fine del corretto adempimento delle disposizioni contenute
nel Modello;
l) svolgere gli ulteriori compiti previsti dal Modello e dai protocolli o dalle
procedure adottate dalla Società in attuazione del Modello.

Quanto al compito dell’OdV di curare l’aggiornamento del Modello, siffatta funzione si


traduce nelle seguenti attività:
a) monitorare l’evoluzione della normativa e degli orientamenti giurisprudenziali
relativi all’applicazione del Decreto;

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

b) condurre attività di monitoraggio atte a garantire il costante aggiornamento della


mappatura delle aree a rischio e delle Attività Sensibili;
c) vigilare sull’adeguatezza e sull’aggiornamento dei protocolli e delle procedure
rispetto alle esigenze di prevenzione dei reati e verificare che ogni parte che
concorre a realizzare il Modello sia e resti rispondente e adeguata alle finalità del
Modello;
d) valutare, nel caso di effettiva commissione di reati e di significative violazioni del
Modello, l’opportunità di introdurre modifiche al Modello stesso;
e) proporre al Consiglio di Amministrazione le modifiche al Modello;
f) verificare l’effettività e la funzionalità delle modifiche del Modello adottate dal
Consiglio di Amministrazione;
g) vigilare sulla congruità del sistema di procure e deleghe al fine di garantire la
costante efficacia del Modello. L’OdV dovrà pertanto disporre controlli incrociati
per verificare l’effettiva corrispondenza tra le attività concretamente poste in
essere dai rappresentanti ed i poteri formalmente conferiti attraverso le procure
in essere.

Al fine di garantire piena efficacia alla sua azione, l’Organismo di Vigilanza:


a) ha libero accesso ad ogni e qualsiasi documento aziendale rilevante per lo
svolgimento delle funzioni attribuitegli dal Modello;
b) può richiedere informazioni o rivolgere comunicazioni al Consiglio di
Amministrazione e, laddove nominati, all’Organo di Controllo e/o, se diverso, al
revisore legale dei conti;
c) può sollecitare la verifica circa l’eventuale sussistenza degli elementi richiesti
dalla legge ai fini della proposizione di azioni di responsabilità o di revoca per
giusta causa anche dei componenti degli Organi Sociali;
d) può avvalersi sia del supporto di altre funzioni interne della Società, sia di
consulenti esterni di comprovata professionalità nei casi in cui ciò si renda
necessario, anche per l’espletamento delle attività di verifica e controllo ovvero
di aggiornamento del Modello;
e) dispone di un congruo budget annuale, stabilito con delibera dal Consiglio di
Amministrazione, affinché possa svolgere i compiti assegnategli dal Modello in
piena autonomia, senza limitazioni che possano derivare da insufficienza delle
risorse finanziarie in sua dotazione;
f) può richiedere al Consiglio di Amministrazione mezzi finanziari e logistici
ulteriori rispetto al fondo di dotazione, qualora ciò si dovesse rendere opportuno
per attività non ordinarie necessarie per l’adempimento dei propri compiti.

L’OdV è tenuto a curare la tracciabilità e la conservazione della documentazione delle


attività svolte (verbali, relazioni o informative specifiche, report inviati o ricevuti, ecc.).

Tutti i Destinatari, nonché - nei limiti delle previsioni contrattuali - i Soggetti Terzi
Rilevanti, sono tenuti a prestare la massima collaborazione all’OdV, trasmettendo
tempestivamente, con le modalità da esso stabilite, le informazioni, i dati e i documenti
richiesti e fornendo ogni eventuale ulteriore assistenza richiesta. I Dipendenti, i
Dirigenti e gli Amministratori hanno facoltà di non esibire ai singoli membri dell’OdV
informazioni, dati e/o documenti che, per specifiche esigenze di servizio devono

25
Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

rimanere riservati, precisando per iscritto le ragioni di tale riservatezza; tuttavia,


qualora la richiesta sia rinnovata con delibera adottata dall’Organismo di Vigilanza,
tali documenti, dati o informazioni dovranno essere comunicati all’OdV, nel rispetto e
nei limiti previsti dalla normativa tempo per tempo vigente.

3.4. Informativa periodica nei confronti degli Organi Sociali

Al fine di garantire la piena autonomia e indipendenza nello svolgimento delle proprie


funzioni, l’Organismo di Vigilanza riferisce direttamente al Consiglio di
Amministrazione della Società e, laddove nominato, all’Organo di Controllo.

Con periodicità almeno semestrale l’OdV riferisce, mediante apposita relazione scritta,
al Consiglio di Amministrazione, nonché all’Organo di Controllo se nominato, in
ordine alle attività di verifica e controllo compiute e all’esito delle stesse, alle
segnalazioni ricevute, alle sanzioni disciplinari eventualmente irrogate dai soggetti
competenti, nonché alle eventuali proposte concernenti interventi correttivi e
migliorativi del Modello e allo stato di realizzazione degli interventi già intrapresi.

3.5 Flussi informativi nei confronti dell’Organismo di Vigilanza

3.5.1. Segnalazioni da parte di esponenti aziendali o da parte di terzi: Modalità di


segnalazione e tutele (whistleblowing)

Il Decreto contempla, tra i requisiti di idoneità del Modello, l’istituzione di obblighi


informativi nei confronti dell’Organismo di Vigilanza. A tal fine l’OdV identifica, in via
generale (ad esempio in ragione della tipologia e dell’importo delle operazioni) o su
base particolare, le informazioni – rilevanti anche ai fini della verifica dell’adeguatezza
e dell’osservanza del Modello – che devono essergli trasmesse, nei tempi e nei modi
definiti dall’OdV medesimo, da parte dei Destinatari e dei Soggetti Terzi Rilevanti.

Devono essere in ogni caso oggetto di tempestiva comunicazione per iscritto all’OdV:
• le risultanze periodiche dell’attività di controllo posta in essere dai responsabili
delle funzioni aziendali per dare attuazione al Modello;
• ogni anomalia, atipicità o violazione del Modello eventualmente riscontrata dai
responsabili delle funzioni aziendali nell’ambito delle verifiche condotte
sull’area/funzione di propria competenza;
• le decisioni relative alla eventuale richiesta, erogazione e utilizzo di
finanziamenti pubblici;
• le richieste di assistenza legale inoltrate da Dirigenti e/o da Dipendenti nei
confronti dei quali la magistratura procede per un reato;
• i provvedimenti e/o notizie di interesse per la Società provenienti da organi di
polizia giudiziaria, o da qualsiasi altra autorità, dai quali si evinca lo svolgimento
di indagini, anche nei confronti di ignoti, per un Reato Presupposto;
• le commissioni di inchiesta o relazioni interne dalle quali emergano
responsabilità per la commissione di Reati Presupposto;

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

• gli esiti dei controlli - preventivi e successivi - che sono stati effettuati nel periodo
di riferimento, sugli affidamenti a operatori del mercato, a seguito di gare a
livello nazionale ed europeo, ovvero a trattativa privata;
• gli esiti del monitoraggio e del controllo già effettuato nel periodo di riferimento,
sulle commesse acquisite da enti pubblici o soggetti che svolgano funzioni di
pubblica utilità;
• il sistema delle deleghe e delle procure adottato dalla Società ed ogni modifica
che intervenga sullo stesso;
• ogni richiesta, ricevuta da un componente degli Organi Sociali, da un Dirigente
o da un Dipendente, di denaro o di regalia non giustificata dai normali rapporti
amministrativi.

Gli Organi Sociali sono tenuti a riferire all’Organismo di Vigilanza ogni informazione
rilevante per il rispetto e il funzionamento del Modello. I Dipendenti devono inoltre
riferire ogni informazione relativa a comportamenti costituenti violazioni delle
prescrizioni del Modello o inerenti alla commissione di un Reato Presupposto che può
coinvolgere la Società.

Per quanto concerne le segnalazioni valgono le seguenti prescrizioni:

a) l’OdV valuterà le segnalazioni ricevute e le eventuali conseguenti iniziative a sua


ragionevole discrezione e responsabilità, ascoltando eventualmente l’autore
della segnalazione e/o il responsabile della presunta violazione e motivando per
iscritto l’eventuale decisione di non procedere ad un’indagine interna;

b) le segnalazioni dovranno essere effettuate in forma scritta e non anonima. L’OdV


agirà in modo da garantire i segnalanti contro qualsiasi forma di ritorsione,
discriminazione o penalizzazione, assicurando altresì la riservatezza dell’identità
del segnalante, fatti salvi gli obblighi di legge e la tutela dei diritti della Società o
delle persone accusate erroneamente e/o in mala fede;

c) al fine di facilitare il flusso di segnalazioni ed informazioni verso l’OdV, è prevista


l’istituzione di canali informativi “dedicati”; in particolare, le segnalazioni
possono essere inviate all’indirizzo Assago Milanofiori (MI), Strada 1 Ed. F4
ovvero alla casella di posta elettronica odv@burgerking.it .

Tutte le informazioni, la documentazione e le segnalazioni raccolte nell’espletamento


dei propri compiti devono essere archiviate e custodite dall’OdV, avendo cura di
mantenere riservati i documenti e le informazioni acquisite nel rispetto della
normativa sulla privacy.

3.5.2 Modalità di segnalazione (whistleblowing)

Relativamente al sistema di comunicazione di condotte non conformi, la Società ha


implementato un apposito Protocollo5 volto ad indicare le norme di comportamento e
le modalità di gestione delle segnalazioni pervenute dai Destinatari In ogni caso, si

5 Per maggiori dettagli si veda Protocollo n.11 del 25.09.2018

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

prevede che nella maggioranza dei casi, il Responsabile di Funzione sia in grado di
risolvere il problema in modo informale. A tal fine, i Responsabili di Funzione devono
considerare tutte le segnalazioni portate alla loro attenzione in modo serio e completo
e, ove necessario, chiedere pareri all’Organismo di Vigilanza.
Qualora la segnalazione non dia esito o il segnalante si senta a disagio nel presentare
la segnalazione al Responsabile di Funzione, il segnalante può avvalersi dei seguenti
canali :
• Ethics Point,
• Casella vocale,
• Posta elettronica (indirizzo email odv@burgerking.it).

In tal senso, invece, i Soggetti Terzi Rilevanti che vengano a conoscenza di una
violazione o presunta violazione del Modello o del Codice Etico dovranno inviare la
propria segnalazione all’Organismo di Vigilanza della Società mediante mail
all’indirizzo odv@burgerking.it o mediante posta all’indirizzo Assago Milanofiori (MI),
Strada 1 Ed. F4.

La segnalazione di cui ai precedenti paragrafi deve avere le seguenti caratteristiche:

➢ descrizione della questione con tutti i particolari di rilievo (ad esempio


l'accaduto, il tipo di comportamento, la data e il luogo dell'accaduto e le parti
coinvolte);
➢ indicazione che confermi se il fatto è avvenuto, sta avvenendo o è probabile che
avvenga;
➢ indicazione del modo in cui il segnalante è venuto a conoscenza del fatto/della
situazione;
➢ esistenza di testimoni e, nel caso, loro nominativi;
➢ ulteriori informazioni ritenute rilevanti da parte del segnalante;
➢ se il segnalante ha già sollevato il problema con qualcun altro e, in caso
affermativo, con quale funzione o responsabile;
➢ la specifica funzione o direzione nell’ambito della quale si è verificato il
comportamento sospetto.

Ove possibile e non controindicato, il segnalante deve anche fornire il suo nome e le
informazioni per eventuali contatti. La procedura di segnalazione non anonima deve
essere preferita, in virtù della maggior facilità di accertamento della violazione.
I segnalanti che desiderano restare anonimi devono scegliere l’opzione implementata
nell’apposito canale di comunicazione della Società o utilizzare la posta tradizionale.
In ogni caso, i segnalanti anonimi sono invitati a fornire tutte le informazioni sopra
riportate e, comunque, sufficienti a consentire un'indagine adeguata.
Fermo quanto precede, costituisce giusta causa di rilevazione delle informazioni e/o
notizie coperte da segreto6 aziendale, professionale, scientifico e industriale l’ipotesi in
cui il segnalante rilevi, attraverso le modalità previste dal presente paragrafo, le

6Si fa riferimento in particolare agli obblighi previsti dall’art. 326, 622 e 623 del codice penale e dall’art.
2105 del codice civile.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

suddette informazioni e/notizie al fine di tutelare l'integrità della Società nonché per
prevenire e reprimere possibili condotte di malversazioni.

3.5.3 Tutela del segnalante

Il sistema di protezione delle segnalazioni è considerato strumento fondamentale per


l’applicazione efficace del sistema di prevenzione dei rischi di reato.
Pertanto chiunque intervenga, direttamente e /o indirettamente, nel processo di
gestione della segnalazione è tenuto a rispettare le seguenti misure a tutela del
segnalante:

➢ ha il dovere di agire assumendo tutte le cautele necessarie al fine di garantire i


segnalanti contro ogni e qualsivoglia forma di ritorsione, discriminazione e/o
penalizzazione, diretta o indiretta, per motivi collegati, direttamente o
indirettamente, alla segnalazione effettuata;
➢ ha l’obbligo di assicurare l’assoluta riservatezza e anonimato – se previsto -
dell'identità della persona segnalante;
➢ ha l’obbligo di garantire la riservatezza e segretezza delle informazioni e dei
documenti acquisiti, fatto salvo, in caso di accertamento della fondatezza della
segnalazione, gli obblighi di comunicazione in favore delle funzioni competenti
ad avviare eventuali procedure disciplinari.

Inoltre, chi segnala una violazione del Decreto o del Modello, anche se non costituente
reato, non deve trovarsi in alcun modo in posizione di svantaggio per questa azione,
indipendentemente dal fatto che la sua segnalazione sia poi risultata fondata o meno.
Chi, nella sua qualità di segnalante, ritenga di aver subito atti di ritorsione o
discriminatori, diretti o indiretti, per motivi collegati, direttamente o indirettamente,
alla segnalazione effettuata dovrà segnalare l’abuso all’Organismo di Vigilanza.
La violazione delle prescrizioni del presente paragrafo comporta, a seconda dei casi,
l’irrogazione delle sanzioni disciplinari e/o l’applicazione delle altre misure previste al
paragrafo 5.7.
In ogni caso, chi effettua con dolo o colpa grave una segnalazione che risulti essere
infondata non avrà diritto alle tutele offerte dal sistema qui descritto e sarà soggetto, a
seconda dei casi, alle sanzioni disciplinari e/o alle altre misure previste al paragrafo
5.7.

3.5.4 Obblighi dell’OdV a fronte di segnalazioni

Nel caso in cui l’Organismo di Vigilanza riceva una segnalazione nei termini descritti
ai paragrafi precedenti, fermo restando il rispetto delle misure identificate al paragrafo
3.5.3, e nel Protocollo N.11 l’OdV, inoltre, deve:

➢ esaminare accuratamente la segnalazione ricevuta, acquisendo la


documentazione e le informazioni necessarie all’istruttoria – tramite il
coinvolgimento della Funzione Compliance;
➢ informare eventuali soggetti coinvolti nell’attività di indagine in merito alla
riservatezza della segnalazione, ammonendo costoro circa il divieto di divulgare
a terzi informazioni circa l’indagine;

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

➢ redigere apposito verbale, sia nel caso in cui la segnalazione risulti infondata,
sia nel caso in cui la segnalazione risulti fondata;
➢ garantire, ove richiesto, l’archiviazione del fascicolo, che conterrà i documenti
acquisiti ed il verbale redatto.

3.5.5. Obblighi di informativa relativi al bilancio

L’Organismo di Vigilanza deve incontrare il responsabile amministrativo, nonché -


laddove nominato - l’Organo di Controllo e, se diverso, il revisore legale dei conti,
prima della presentazione in Consiglio di Amministrazione del progetto di bilancio di
esercizio, al fine di analizzare tale documento ed approfondire eventuali fattispecie di
particolare rilievo e complessità presenti. Di tale incontro deve essere predisposto
apposito verbale, sottoscritto da tutti i partecipanti.

3.6 Doveri di informazione e poteri inibitori in situazioni di urgenza

Laddove, nell’esercizio delle proprie funzioni, abbia notizia di atti o fatti in corso di
esecuzione che, se portati a compimento, potrebbero determinare la (o contribuire
alla) commissione di un Reato Presupposto, l’OdV ha il dovere di informare
immediatamente il presidente del Consiglio di Amministrazione e, se nominato,
l’Organo di Controllo, nonché la funzione aziendale immediatamente sovraordinata a
quella responsabile dell’atto o fatto in corso di compimento, affinché tali soggetti,
nell’esercizio delle rispettive funzioni e poteri, intervengano al fine di prevenire la
commissione del Reato Presupposto.

Nei casi di massima urgenza, in cui non risulti possibile richiedere l’intervento
inibitorio dei predetti organi o delle predette funzioni, l’Organismo di Vigilanza è
direttamente investito del potere di ordinare la cessazione dell’attività criminosa. Tale
ordine prevale su qualsiasi altra disposizione difforme eventualmente emanata dalla
funzione aziendale sovraordinata a quella destinataria dell’ordine inibitorio.
Immediatamente dopo l’adozione di provvedimenti inibitori, l’Organismo di Vigilanza
deve invitare il Consiglio di Amministrazione ad adottare ogni opportuna misura, dopo
averlo informato circa i provvedimenti adottati ed ogni altra circostanza del caso.

30
Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

4. FORMAZIONE DEL PERSONALE E DIFFUSIONE DEL MODELLO NEL


CONTESTO AZIENDALE

4.1. Comunicazione e formazione del personale

4.1.1. Pubblicità e diffusione del Modello

L’adeguata formazione e la costante informazione dei Destinatari in ordine ai principi


ed alle prescrizioni contenute nel Modello rappresentano fattori estremamente
rilevanti ai fini della corretta ed efficace attuazione del Modello. A tal fine viene
effettuata un’attività di comunicazione a tutti i Destinatari che comprende:

a) una comunicazione iniziale: l’adozione del Modello è comunicata a tutti i


Destinatari al momento dell’adozione stessa. Alle risorse di nuovo inserimento
viene consegnato un set informativo (disponibile sulla intranet aziendale),
contenente il testo del Decreto ed il presente documento “Modello di
organizzazione, gestione e controllo ai sensi del decreto legislativo 8 giugno
2001, n. 231” con i relativi allegati. L’avvenuta consegna della documentazione
di cui sopra dovrà risultare da meccanismi – anche informatici – atti a
comprovarne l’effettiva e consapevole ricezione;

b) una comunicazione relativa ad eventuali modifiche del Modello: ogni modifica


del Modello deve essere comunicata ai Destinatari, con illustrazione delle
modifiche stesse, mediante meccanismi – anche informatici – atti a
comprovarne l’effettiva e consapevole ricezione della comunicazione.

4.1.2. Coinvolgimento dei Dipendenti

Con riferimento alla salute e sicurezza dei lavoratori, deve essere assicurato il
coinvolgimento dei Dipendenti nelle decisioni più rilevanti, attraverso:
• la consultazione preventiva del RLS, ove presente, e del medico competente, ove
previsto, in merito alla individuazione e valutazione dei rischi e alla definizione
delle misure preventive;
• riunioni periodiche che tengano conto non solo delle richieste fissate dalla
legislazione vigente, ma anche delle segnalazioni ricevute dai lavoratori e delle
esigenze o problematiche operative riscontrate.

Con riferimento alle tematiche ambientali, la comunicazione ed il coinvolgimento dei


soggetti interessati sono realizzati attraverso riunioni periodiche di tutte le figure
competenti per la verifica della corretta gestione delle tematiche ambientali, ad esito
delle quali va effettuata un’adeguata comunicazione ai Dipendenti dei risultati della
riunione, laddove rilevanti (ex.: prestazioni, incidenti e mancati incidenti ambientali).

4.1.3 Formazione

È obiettivo della Società garantire una corretta conoscenza, sia da parte del personale
già presente in Società sia da parte dei neoassunti, del contenuto del Decreto e delle

31
Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

relative applicazioni giurisprudenziali, nonché del Modello e delle procedure e dei


protocolli adottati in attuazione del Modello stesso.

L’attività di formazione e di informazione riguarda tutti i Destinatari ed è articolata in


interventi differenziati in ragione del loro ruolo e della loro responsabilità, nonché
della circostanza che operino o meno in aree a rischio, in un’ottica di personalizzazione
dei percorsi e di reale rispondenza ai bisogni delle singole strutture/risorse.

Per quanto concerne la sicurezza sul lavoro ciascun lavoratore/operatore aziendale


deve ricevere una formazione sufficiente e adeguata, tenuto anche conto della
normativa tempo per tempo vigente, con specifico riferimento alle proprie mansioni.
L’attività formativa deve avvenire in occasione dell’assunzione, del trasferimento o
cambiamento di mansioni o dell’introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di
nuove tecnologie, di nuove sostanze e preparati pericolosi.

Le attività formative e le relative modalità di svolgimento (attraverso sessioni di aula o


corsi di autoformazione da attivare sulla intranet aziendale) sono concordate
annualmente dal Country Manager e dall’Organismo di Vigilanza, d’intesa con il
Responsabile della Funzione Operations e con il Responsabile della Funzione HR.
Ciascun modulo di formazione deve prevedere le modalità di erogazione della
formazione (sessioni in aula, e-learning), nonché adeguati test di verifica del livello di
apprendimento dei contenuti.

La partecipazione ai momenti formativi è obbligatoria e deve essere oggetto di


rilevazione, anche automatica laddove possibile, delle presenze e l’inserimento nella
banca dati dell’Organismo di Vigilanza dei nominativi dei presenti.

Nell’ambito delle proprie attribuzioni, l’Organismo di Vigilanza potrà prevedere


specifici controlli, anche a campione o attraverso test di valutazione/autovalutazione,
volti a verificare la qualità del contenuto dei programmi di formazione e l’effettiva
efficacia della formazione erogata.

4.2. Informativa ai Collaboratori Esterni

La Società promuove la conoscenza e l’osservanza del Modello anche tra i Collaboratori


Esterni e gli altri soggetti terzi individuati dall'Organismo di Vigilanza, ai quali
verranno pertanto fornite apposite informative sui principi, le politiche e le procedure
che la Società ha adottato sulla base del presente Modello, nonché i testi delle clausole
contrattuali che, coerentemente a detti principi, politiche e procedure, verranno
adottate dalla Società.

Specifiche iniziative di comunicazione del Modello e, laddove ritenuto opportuno


dall’OdV, di formazione sono dedicate ai Soggetti Terzi Rilevanti.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

5. LINEE GUIDA DEL SISTEMA DISCIPLINARE

5.1. Aspetti generali

Ai fini di un’efficace attuazione del Modello, fondamentale rilievo assume


l’introduzione di un adeguato e specifico sistema disciplinare, volto a sanzionare il
mancato rispetto delle disposizioni e delle procedure contenute nel Modello stesso e
atto a svolgere un’opportuna azione di deterrenza.

Tale sistema deve applicarsi tanto ai Dipendenti e ai Dirigenti, quanto agli


Amministratori, ai Collaboratori Esterni e agli altri soggetti terzi individuati dall'OdV,
prevedendo idonee sanzioni di carattere disciplinare per i Dipendenti e i Dirigenti e di
carattere contrattuale / negoziale per gli altri soggetti (ex.: risoluzione del contratto,
richiesta di risarcimento del danno, cancellazione dall’elenco fornitori, ecc.).

La violazione delle Procedure integra un illecito disciplinare e determina l’applicazione


di sanzioni disciplinari in conformità al sistema sanzionatorio previsto nel Modello.
L’Organismo di Vigilanza è l’organo con potere di investigare in merito alla violazione
e di proporre agli Organi Sociali l’adozione di tali misure sanzionatorie.

Con riferimento ai Dipendenti e ai Dirigenti, il codice disciplinare deve integrare i


presupposti d’idoneità ai sensi del Decreto con i profili giuslavoristici definiti dalla
corrente normativa codicistica, dalla legislazione speciale e dalla contrattazione
collettiva nazionale e aziendale. L’adozione di misure disciplinari quale “risposta”
sanzionatoria a una violazione del Modello risulta autonoma rispetto ad eventuali
azioni penali da parte dell’autorità giudiziaria, ed anzi rimane su un piano nettamente
distinto e separato dal sistema normativo del diritto penale e amministrativo. Infatti,
secondo un consolidato principio giuslavoristico, l’applicazione delle sanzioni
disciplinari prescinde dall’esito di un eventuale procedimento penale, in quanto le
Procedure sono assunte dalla Società in piena autonomia, indipendentemente
dall’illecito che eventuali condotte possano determinare.

L’irrogazione delle sanzioni disciplinari avviene nel rispetto delle procedure previste
dall’articolo 7 della L. 30 maggio 1970 n. 300 (lo “Statuto dei lavoratori”), dal
codice disciplinare interno e da eventuali normative speciali applicabili. Il Modello e il
Codice etico, comprensivi del codice disciplinare, dovranno quindi essere esposti
“mediante affissione in luogo accessibile a tutti”.

Resta inoltre fermo e s’intende qui integralmente richiamato, l’obbligo della Società di
preventiva contestazione, in forma scritta, dell’addebito al lavoratore al fine di
consentire allo stesso di approntare idonea difesa e di fornire le relative giustificazioni,
nonché ai fini della rilevanza della recidiva, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 7 dello
Statuto dei lavoratori e della contrattazione collettiva nazionale e aziendale applicata.

Il codice disciplinare applicabile ai Dipendenti e ai Dirigenti si uniforma alle linee


guida illustrate nei paragrafi seguenti.

33
Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

Il sistema disciplinare è soggetto a costante verifica e valutazione da parte


dell’Organismo di Vigilanza, con il supporto delle competenti funzioni aziendali, anche
con riferimento alla divulgazione del codice disciplinare e all’adozione degli opportuni
mezzi di pubblicità dello stesso nei confronti di tutti i soggetti tenuti all’applicazione
delle disposizioni in esso contenute.

Le sanzioni disciplinari eventualmente irrogate dovranno sempre essere adottate nel


rispetto del principio di proporzionalità della sanzione.

Poiché ciascuna violazione si materializza secondo aspetti peculiari e spesso


irripetibili, si è ritenuto opportuno individuare taluni parametri che possano
oggettivamente guidare l’applicazione della sanzione disciplinare – nel rispetto del
predetto principio di proporzionalità – in caso di violazione del Modello, ivi compreso
il Codice Etico.

Nella valutazione della sanzione disciplinare da applicare dovranno essere considerati


i seguenti parametri:

▪ esistenza e rilevanza – anche all’esterno – delle conseguenze negative derivanti alla


Società dalla violazione del Modello;
▪ intenzionalità del comportamento e grado di negligenza, imprudenza o imperizia
con riguardo anche alla prevedibilità dell’evento;
▪ natura, specie, mezzi, oggetto, tempo, luogo ed ogni altra modalità dell’azione (ex.:
essersi attivati per neutralizzare gli sviluppi negativi della condotta);
▪ gravità del danno o del pericolo cagionato alla Società;
▪ pluralità delle violazioni e ripetizione delle stesse da parte di chi è già stato
sanzionato;
▪ tipologia di rapporto instaurato con il soggetto che pone in essere la violazione;
▪ mansioni del lavoratore e/o posizione funzionale nella Società di colui che viola il
Modello;
▪ altre particolari circostanze che accompagnano l’illecito disciplinare.

La gravità del comportamento del lavoratore e l’idoneità a incidere sul vincolo di


fiducia che lo lega alla Società possono e devono essere valutate separatamente
dall’eventuale rilevanza penale della condotta.

5.2 Sanzioni disciplinari per i Dipendenti (non Dirigenti)

Le condotte dei Dipendenti non conformi alle norme comportamentali previste dal
Modello, e quindi anche dal Codice Etico, costituiscono illeciti disciplinari e, in quanto
tali, sono sanzionate.

Le sanzioni disciplinari nei confronti dei Dipendenti devono essere distinte con
riferimento ai CCNL applicati dalla Società.

Nel caso della Società, due sono i CCNL applicati ai Dipendenti:

34
Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

▪ Contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti del settore turismo e


pubblici esercizi (il “CCNL Turismo”) per i Dipendenti dei ristoranti; e
▪ Contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti da aziende del terziario,
della distribuzione e dei servizi (il “CCNL Terziario”) per i Dipendenti con
funzioni amministrative.

CCNL Turismo

Si prevede che l’inosservanza da parte dei Dipendenti delle disposizioni contenute nel
CCNL Turismo può dare luogo, secondo la gravità dell’infrazione, all’applicazione dei
seguenti provvedimenti:

▪ Ammonizione verbale o scritta (ex.: incorre in tale provvedimento il Dipendente


che commetta colposamente un’infrazione di lieve entità nell’esercizio di attività
che non rientrano fra le Attività Sensibili, che non assuma rilevanza esterna alla
Società e che sia tale da non integrare, comunque, una condotta di reato. A titolo
esemplificativo, ma non esaustivo, è punibile con l’ammonizione verbale o scritta
il Dipendente che (i) ometta di partecipare, in assenza di adeguata giustificazione,
alle attività di formazione erogate dalla Società in relazione al Modello e/o al Codice
Etico; o (ii) per negligenza, ritardi nel comunicare all’Organismo di Vigilanza
informazioni dovute ai sensi del Modello e relative a situazioni non particolarmente
a rischio, le quali non possano determinare l’insorgere di rischi penali rilevanti ai
sensi del D. Lgs. 231/2001).

▪ Multa non superiore all’importo di 3 ore di retribuzione (ex.: incorre in tale


provvedimento il Dipendente che commetta colposamente un’infrazione di lieve
entità nell’esercizio di attività che non rientrano fra le Attività Sensibili, che non
assuma rilevanza esterna alla Società e che sia tale da non integrare, comunque,
una condotta di reato. A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, è punibile con la
multa il Dipendente che (i) esegua con negligenza o violi colposamente le norme
comportamentali fissate dal Codice Etico nell’esercizio di attività che non rientrano
fra le Attività Sensibili; (ii) ometta di informare l’Organismo di Vigilanza di
eventuali anomalie gestionali o di condotte poste in essere da sé o da altri, che
possano determinare l’insorgere di rischi penali rilevanti ai sensi del D. Lgs.
231/2001; o (iii) reiteri per più di due volte un’infrazione già sanzionata con
l’ammonizione verbale o scritta).

▪ Sospensione dal lavoro e dalla normale retribuzione fino a un massimo di 5 giorni


(ex.: incorre in tale provvedimento il Dipendente che commetta un’infrazione al
Modello che assuma rilevanza anche esterna alla Società e che sia tale da non
integrare, comunque, una condotta di reato. A titolo esemplificativo, ma non
esaustivo, è punibile con la sospensione dal lavoro e dalla normale retribuzione il
Dipendente che (i) commetta dolosamente un’infrazione al Modello che sia tale da
non integrare, comunque, una condotta di reato; o (ii) reiteri colposamente, per più
di due volte, un’infrazione al Modello già sanzionata con la multa).

▪ Licenziamento per giusta causa (senza preavviso) (a titolo esemplificativo, ma non


esaustivo, è punibile con il licenziamento per giusta causa il Dipendente che (i)

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

adotti, violando i doveri fissati dalle norme e protocolli interni, un comportamento


non conforme alle prescrizioni del Modello, ivi compreso il Codice Etico,
commettendo uno dei Reati Presupposto; (ii) adotti, violando i doveri fissati dalle
norme e protocolli interni, un comportamento non conforme alle prescrizioni del
Modello, ivi compreso il Codice Etico, e diretto in modo non equivoco a commettere
uno dei Reati Presupposto; o (iii) adotti, violando i doveri fissati dalle norme e
protocolli interni, un comportamento non conforme alle prescrizioni del Modello,
ivi compreso il Codice Etico, tale da determinare la concreta applicazione a carico
della Società di misure previste dal Decreto, anche in via cautelare).

CCNL Terziario

Si prevede che l’inosservanza da parte dei Dipendenti delle disposizioni contenute nel
CCNL Terziario può dare luogo, secondo la gravità dell’infrazione, all’applicazione dei
seguenti provvedimenti:

▪ Biasimo verbale o scritto (ex.: incorre in tale provvedimento il Dipendente che


commetta colposamente un’infrazione di lieve entità nell’esercizio di attività che
non rientrano fra le Attività Sensibili, che non assuma rilevanza esterna alla Società
e che sia tale da non integrare, comunque, una condotta di reato. A titolo
esemplificativo, ma non esaustivo, è punibile con il biasimo verbale o scritto il
Dipendente che (i) ometta di partecipare, in assenza di adeguata giustificazione,
alle attività di formazione erogate dalla Società in relazione al Modello e/o al Codice
Etico; o (ii) per negligenza, ritardi nel comunicare all’OdV informazioni dovute ai
sensi del Modello e relative a situazioni non particolarmente a rischio, le quali non
possano determinare l’insorgere di rischi penali rilevanti ai sensi del D. Lgs.
231/2001).

▪ Multa non superiore all’importo di 4 ore di retribuzione (ex.: incorre in tale


provvedimento il Dipendente che commetta colposamente un’infrazione di lieve
entità nell’esercizio di attività che non rientrano fra le Attività Sensibili, che non
assuma rilevanza esterna alla Società e che sia tale da non integrare, comunque,
una condotta di reato. A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, è punibile con la
multa il Dipendente che (i) esegua con negligenza o violi colposamente le norme
comportamentali fissate dal Codice Etico nell’esercizio di attività che non rientrano
fra le Attività Sensibili; (ii) ometta di informare l’Organismo di Vigilanza di
eventuali anomalie gestionali o di condotte poste in essere da sé o da altri, che
possano determinare l’insorgere di rischi penali rilevanti ai sensi del D. Lgs.
231/2001; o (iii) reiteri per più di due volte un’infrazione già sanzionata con il
biasimo verbale o il biasimo scritto).

▪ Sospensione dal lavoro e dalla normale retribuzione fino a un massimo di 10 giorni


(ex.: incorre in tale provvedimento il Dipendente che commetta un’infrazione al
Modello che assuma rilevanza anche esterna alla Società e che sia tale da non
integrare, comunque, una condotta di reato. A titolo esemplificativo, ma non
esaustivo, è punibile con la sospensione dal lavoro e dalla normale retribuzione il
Dipendente che (i) commetta dolosamente un’infrazione al Modello che sia tale da

36
Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

non integrare, comunque, una condotta di reato; o (ii) reiteri colposamente, per più
di due volte, un’infrazione al Modello già sanzionata con la multa).

▪ Licenziamento per giusta causa (senza preavviso) (a titolo esemplificativo, ma non


esaustivo, è punibile con il licenziamento per giusta causa il Dipendente che (i)
adotti, violando i doveri fissati dalle norme e protocolli interni, un comportamento
non conforme alle prescrizioni del Modello, ivi compreso il Codice Etico,
commettendo uno dei Reati Presupposti; (ii) adotti, violando i doveri fissati dalle
norme e protocolli interni, un comportamento non conforme alle prescrizioni del
Modello, ivi compreso il Codice Etico, e diretto in modo non equivoco a commettere
uno dei Reati Presupposti; o (iii) adotti, violando i doveri fissati dalle norme e
protocolli interni, un comportamento non conforme alle prescrizioni del Modello,
ivi compreso il Codice Etico, tale da determinare la concreta applicazione a carico
della Società di misure previste dal Decreto, anche in via cautelare).

Dopo aver applicato la sanzione disciplinare, la Società attraverso il Responsabile della


Funzione HR, comunicherà l’irrogazione di tale sanzione disciplinare all’OdV.
L’Organismo di Vigilanza provvede al monitoraggio dell’applicazione delle sanzioni
disciplinari.

Le sanzioni disciplinari vengono applicate non solo in relazione alla gravità delle
infrazioni, ma anche in considerazione di eventuali ripetizioni delle stesse; quindi le
infrazioni, se ripetute più volte, danno luogo a sanzioni disciplinari di peso crescente,
fino alla eventuale risoluzione del rapporto di lavoro.

5.3 Misure nei confronti dei Dirigenti

In caso di violazione, da parte dei Dirigenti, del Modello, l’Organismo di Vigilanza


proporrà, ove ne ricorrano i relativi presupposti, l’applicazione nei confronti dei
responsabili delle misure più idonee, in conformità a quanto previsto dal vigente CCNL
per i dirigenti applicato dalla Società e dalla lettera di assunzione.

Nella valutazione delle più opportune iniziative da assumersi dovranno considerarsi le


particolari circostanze, condizioni e modalità in cui si è verificata la condotta in
violazione del Modello: qualora, a seguito di tale valutazione, risulti irrimediabilmente
leso il vincolo fiduciario tra la Società e il Dirigente sarà assunta la misura del
licenziamento.

A titolo esemplificativo e non esaustivo, commette una violazione sanzionabile con la


misura del licenziamento per giusta causa, tenuto conto della gravità della violazione,
il Dirigente che:

▪ commetta reiterate e gravi violazioni delle disposizioni del Modello, ivi comprese
le disposizioni del Codice Etico;
▪ ometta la vigilanza sul comportamento del personale operante all’interno della
propria sfera di responsabilità al fine di verificare le loro azioni nell’ambito delle
aree a rischio reato e, comunque, nello svolgimento di attività strumentali a
processi operativi a rischio reato;

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

▪ non provveda a segnalare tempestivamente eventuali situazioni di irregolarità o


anomalie inerenti il corretto adempimento delle procedure aziendali di cui abbia
notizia, tali da compromettere l’efficacia del Modello o determinare un potenziale
o attuale pericolo per la Società di irrogazione delle sanzioni di cui al Decreto;
▪ non provveda a segnalare con tempestività e completezza all’Organismo di
Vigilanza eventuali criticità, afferenti ad aree nell’ambito di applicazione del
Modello, che fossero emerse a seguito di ispezioni, verifiche, comunicazioni, ecc.
delle autorità preposte;
▪ effettui o prometta indebite elargizioni di denaro o altra utilità nei confronti di
pubblici funzionari o incaricati di un pubblico servizio, ovvero di amministratori,
direttori generali, dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili
societari, sindaci o liquidatori di un’altra società, nonché di coloro che sono
sottoposti alla direzione o alla vigilanza di tali ultimi soggetti;
▪ destini somme ricevute da organismi pubblici nazionali o comunitari a titolo di
erogazioni, contributi o finanziamenti per scopi diversi da quelli cui erano
destinati;
▪ non rediga per iscritto gli incarichi conferiti ai Collaboratori Esterni o ai soggetti
terzi individuati dall'OdV o li sottoscriva in violazione delle deleghe ricevute;
▪ effettui un pagamento in contanti o in natura per somme eccedenti le soglie fissate
dalla legge o il minore importo eventualmente previsto dalle deleghe e procure al
medesimo conferite in relazione alla gestione della “piccola cassa”;
▪ renda dichiarazioni non veritiere ad organismi pubblici nazionali o comunitari ai
fini dell’ottenimento di erogazioni, contributi o finanziamenti o, nel caso di
ottenimento degli stessi, non rilasci un apposito rendiconto;
▪ assuma un comportamento scorretto, non trasparente, non collaborativo o
irrispettoso delle norme di legge e delle procedure aziendali, in tutte le attività
finalizzate alla formazione del bilancio e delle altre comunicazioni sociali;
▪ non effettui con tempestività, correttezza e buona fede tutte le comunicazioni
previste dalla legge e dai regolamenti nei confronti delle amministrazioni
pubbliche o ostacoli l’esercizio delle relative funzioni di vigilanza;
▪ assuma un comportamento scorretto o non veritiero con gli organi di stampa e di
informazione.

Resta in ogni caso salvo il diritto della Società di richiedere il risarcimento del maggior
danno subito a causa del comportamento del Dirigente.

Alla notizia di violazione delle disposizioni del Modello da parte di un Dirigente,


l’Organismo di Vigilanza provvederà a darne comunicazione al Consiglio di
Amministrazione della Società per l’adozione delle opportune iniziative. Lo
svolgimento del procedimento sarà affidato alle competenti strutture aziendali, che
provvederanno a norma di legge e di contratto.

Ove il Dirigente interessato sia munito di procura con potere di rappresentare


all’esterno la Società, l’applicazione della misura più grave di un biasimo scritto
comporterà anche la revoca automatica della procura stessa.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

5.4 Misure nei confronti dei componenti degli Organi Sociali

In caso di violazione del Modello da parte degli Amministratori, l’Organismo di


Vigilanza informerà l’Organo di Controllo, laddove nominato, e l’intero Consiglio di
Amministrazione, i quali prenderanno gli opportuni provvedimenti ivi inclusa, se del
caso, la convocazione dell’assemblea dei soci al fine di adottare le misure più idonee
quali la revoca del mandato e/o l’azione sociale di responsabilità.

In caso di violazione del Modello da parte dell’Organo di Controllo (o di un singolo


componente del medesimo Organo di Controllo), l’Organismo di Vigilanza informerà
il Consiglio di Amministrazione, il quale prenderà gli opportuni provvedimenti ivi
inclusa, se del caso, la convocazione dell’assemblea dei soci al fine di adottare le misure
più idonee, quali la revoca del mandato e/o l’azione sociale di responsabilità.

Resta salvo in ogni caso il diritto della Società di agire per il risarcimento del maggior
danno subito a causa del comportamento dell’Amministratore o dell’Organo di
Controllo (o di un singolo componente del medesimo Organo di Controllo).

5.5 Misure nei confronti dell’Organismo di Vigilanza

Nei casi in cui l’Organismo di Vigilanza, per negligenza ovvero imperizia, non abbia
saputo individuare, e conseguentemente eliminare, violazioni del Modello e, nei casi
più gravi, perpetrazione di uno dei Reati Presupposto, il Consiglio di Amministrazione
dovrà tempestivamente informare l’Organo di Controllo, se nominato.

Il Consiglio di Amministrazione procederà agli accertamenti necessari e potrà


assumere, di concerto l’Organo di Controllo, laddove nominato, gli opportuni
provvedimenti, ivi inclusa la revoca dell’incarico per giusta causa.

Resta salvo in ogni caso il diritto della Società ad agire per il risarcimento del maggior
danno subito a causa del comportamento dell’Organismo di Vigilanza.

5.6 Misure da attuare nei confronti dei Soggetti Terzi Rilevanti

Ogni violazione da parte dei Soggetti Terzi Rilevanti delle Procedure, ovvero
commissione di uno dei Reati Presupposto, sarò sanzionata secondo quanto previsto
nelle specifiche clausole contrattuali inserite nei relativi contratti. A tal fine, nella
negoziazione avente a oggetto il contenuto di tali contratti, coloro che rappresentano
la Società nelle negoziazioni compiranno ogni ragionevole sforzo affinché siano
introdotte disposizioni che prevedano l’impegno da parte dei Soggetti Terzi Rilevanti
di osservare le Procedure, nonché una clausola risolutiva espressa che preveda la
possibilità da parte della Società di risolvere il contratto nel caso di violazione
dell’impegno a rispettare le disposizioni del Modello, fermo restando il diritto della
Società ad agire per il risarcimento del maggior danno subito a causa del
comportamento.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

5.7 Misure nei casi di violazione delle prescrizioni a tutela del


segnalante (whistleblowing)

In ragione di quanto previsto al comma 2 bis, dell‘art. 6 del D. Lgs. n. 231/01,


nell’ipotesi in cui siano violate le misure a tutela del segnalante previste al paragrafo
3.5.3 del presente Modello e dal Protocollo N.11 e/o nel caso in cui siano effettuate
segnalazioni, con dolo o colpa grave, infondate da parte:
1) dei Dipendeti: si applicheranno le sanzioni disciplinari previste al
paragrafo 5.2;
2) dei Dirigenti: si applicheranno le sanzioni disciplinari previste al
paragrafo 5.3;
3) degli Organi Sociali: si applicheranno le previsioni previste dal
paragrafo 5.4;
4) dei componenti dell’Organismo di Vigilanza: si applicheranno le misure
previste al paragrafo 5.5.
dei Soggetti Terzi Rilevanti: si applicheranno i rimedi contrattuali
previsti al paragrafo 5.6;

6. AGGIORNAMENTO DEL MODELLO

Il Modello, in quanto strumento volto a disciplinare l’operatività aziendale e a


rifletterne l’organizzazione, deve qualificarsi, oltre che per la propria concreta e
specifica efficacia, per la dinamicità, ovverosia per la capacità di adeguarsi ed allo
stesso tempo orientare i cambiamenti organizzativi della Società.

Tale dinamicità è un portato essenziale connaturato alla concretezza del Modello e


determina la necessità di procedere ad una costante attività di aggiornamento del
medesimo, in virtù del continuo evolversi della realtà aziendale, del contesto di
riferimento e, soprattutto, del modificarsi della struttura del rischio di commissione di
illeciti.

Il Consiglio di Amministrazione è il soggetto cui compete, in via permanente, la


responsabilità circa l’adozione e l’efficace attuazione del Modello. Spetta pertanto allo
stesso, anche sulla base dell’impulso e dei suggerimenti formulati periodicamente
dall’OdV, ogni valutazione circa l’effettiva implementazione di interventi di
aggiornamento, integrazione e, più in generale, modifica del Modello.

In ogni caso, tale attività di aggiornamento sarà precipuamente volta a garantire nel
continuo l’adeguatezza e l’idoneità del Modello, valutate rispetto alla funzione
preventiva di commissione di uno dei Reati Presupposto.

Resta fermo in capo all’Organismo di Vigilanza, secondo quanto previsto dal Decreto e
dal precedente paragrafo 3, il compito di curare l’aggiornamento del Modello,
proponendo al Consiglio ogni intervento ritenuto utile, laddove il medesimo OdV
riscontri esigenze di adeguamento e/o integrazione dello stesso in relazione a mutate
condizioni aziendali e/o normative, nonché in conseguenza dell’accertamento di
violazioni.

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Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

Ciascun Amministratore Delegato, laddove nominato e previsto dalla delega ricevuta


dal Consiglio di Amministrazione, può apportare - nel rispetto in ogni caso dei limiti
eventualmente stabiliti nella delega stessa - modifiche non sostanziali al Modello
comunicando tempestivamente le stesse al Consiglio di Amministrazione per
l’eventuale ratifica, integrazione o modifica delle variazioni apportate: la pendenza
della ratifica non priva di efficacia le modifiche legittimamente adottate.

41
Modello di organizzazione, gestione e
controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001

PARTE SPECIALE
7. PROTOCOLLI

42
PT 1
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con la


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Pubblica Amministrazione

INDICE

1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
5.1 ADEMPIMENTI CONNESSI ALL’ATTIVITÀ AZIENDALE..............................................................................................2
5.2 VISITE ISPETTIVE...................................................................................................................................................................................4
5.2.1 VISITE ISPETTIVE PRESSO LA SEDE ..................................................................................... 4
5.2.2 VISITE ISPETTIVE PRESSO I RISTORANTI ........................................................................... 5
5.2.3 VISITE ISPETTIVE PRESSO I CANTIERI ................................................................................ 5
5.3 OMAGGI........................................................................................................................................................................................................6
5.4 LIBERALITÀ / SPONSORIZZAZIONI...........................................................................................................................................6
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 6
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 8

Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data del documento 30/05/2019
PT 1
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con la


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Pubblica Amministrazione

1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A. di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione dei rapporti con soggetti appartenenti alla
Pubblica Amministrazione e con Autorità di Vigilanza.

2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.

3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, nella gestione dei
rapporti con la Pubblica Amministrazione per quanto attiene:
a. adempimenti connessi all’attività aziendale;
b. visite ispettive;
c. gestione degli omaggi e delle liberalità / sponsorizzazioni.

4 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
La Funzione Responsabile per l’applicazione del presente Protocollo è il General Manager che si avvale
del supporto operativo di Legal.

5 MODALITÀ OPERATIVE

5.1 ADEMPIMENTI CONNESSI ALL’ATTIVITÀ AZIENDALE

I rapporti con la Pubblica Amministrazione devono essere gestiti dalle Funzioni aziendali in conformità
al mansionario, nonché al sistema delle deleghe e delle procure tempo per tempo in vigore («Funzione
Interessata»).
Tali soggetti hanno tra l’altro la responsabilità di valutare / verificare gli impatti operativi derivanti da
variazioni ed integrazioni alle normative di legge che disciplinano tali rapporti, con l’obbligo di fornire a
tutti i propri collaboratori coinvolti nei rapporti con la Pubblica Amministrazione adeguata informativa,
nonché eventuali nuove indicazioni operative per meglio rispondere ai requisiti di legge in termini di
adempimenti e comunicazioni ufficiali.
La Funzione Interessata è responsabile:
- delle attività di raccolta delle informazioni necessarie all’adempimento e/o alla comunicazione verso
l’Ente Pubblico;
- della verifica della correttezza e completezza della documentazione predisposta dal personale
operativo;
- del successivo invio all’Ente Pubblico, nei termini di legge previsti.
PT 1
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con la


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Pubblica Amministrazione

Al verificarsi di eventi straordinari ossia di criticità non risolvibili nell’ambito dell’ordinaria gestione dei
rapporti con la Pubblica Amministrazione 1 i Destinatari devono immediatamente segnalare la situazione
al General Manager per le azioni del caso.
Tutta la documentazione deve essere sottoscritta, nei limiti dei poteri attribuiti, dai soggetti che hanno la
rappresentanza della Società (General Manager, amministratori o altri procuratori della Società) sulla
base del sistema delle deleghe e delle procure tempo per tempo in vigore.
Con riferimento alla stipula di accordi o contratti, non vi deve essere identità soggettiva tra il soggetto che
procede alle negoziazioni nei limiti assegnati ed il soggetto che approva definitivamente l’accordo,
apponendovi la propria sottoscrizione.
La definizione di ogni accordo deve essere sottoposta a verifica da parte di Legal.
Fatto salvo quanto previsto al successivo punto 5.2 per le Visite Ispettive, nel caso di incontri con dirigenti,
dipendenti, funzionari o rappresentanti della P.A. la Funzione Interessata deve:
- tenere traccia scritta dell’incontro, mediante apposito verbale sottoscritto da coloro, ivi compresi
eventuali soggetti terzi, che hanno partecipato all’incontro per conto della Società nei casi in cui ci
siano rapporti rilevanti (ad esempio, la definizione di trattative/negoziazioni con la Pubblica
Amministrazione, la richiesta di licenze o autorizzazioni) o, comunque, individuati in via generale
dall’Organismo di Vigilanza. Il verbale, salvo quanto più dettagliatamente definito dall’Organismo di
Vigilanza deve contenere almeno i seguenti elementi:
o la descrizione dell’operazione, con l’evidenziazione, sia pure a titolo indicativo, del valore
economico della stessa ove applicabile;
o la P.A. che ha competenza sulla procedura oggetto dell’operazione;
o il nome di eventuali Dipendenti nominati dal Responsabile della Funzione Interessata a cui -
ferma restando la responsabilità di quest’ultimo e laddove possibile - vengano sub-delegate
alcune funzioni o compiti nell’ambito dell’operazione;
o il nome di eventuali Consulenti incaricati;
o il rendiconto analitico di ogni movimento di denaro effettuato nell’ambito della procedura
stessa, o comunque a essa riconducibile;
- archiviare e conservare, in conformità con le procedure della Società, tutta la documentazione
prodotta nell’ambito (o in vista) dell’incontro.
Ciascun responsabile di Funzione deve archiviare e conservare (in copia, laddove l’originale deve essere
trasmesso ad altra Funzione aziendale o a terzi), in conformità con le procedure della Società, la
documentazione predisposta nell’ambito di attività che vede coinvolta la Pubblica Amministrazione,
anche nel caso di trasmissione a quest’ultima di atti o documenti, anche in via telematica o elettronica,
sulla base delle procedure adottate dalla Società o comunque con modalità tali da impedire la modifica
successiva, se non con apposita evidenza, al fine di permettere la corretta tracciabilità dell’intero processo
(comprese le eventuali variazioni contrattuali concordate con la PA) e di agevolare eventuali controlli
successivi. Tra questa, a mero titolo esemplificativo:
- documentazione relativa a licenze, autorizzazioni, …;
- atti, verbali, bilanci, moduli, dichiarazioni, … relativi alla gestione degli affari legali, fiscali e societari
oppure alla gestione amministrativa, previdenziale ed assicurativa del personale;
- atti del contenzioso in materia civile, penale, amministrativa, …

1 In caso di dubbi i Destinatari possono chiedere chiarimenti a Legal ed eventualmente all’Organismo di Vigilanza
PT 1
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con la


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Pubblica Amministrazione

Con periodicità annuale e/o su richiesta dell’Organismo di Vigilanza la Funzione Interessata deve
trasmettere a quest’ultimo, ove applicabile, una sintesi riepilogativa dei rapporti rilevanti intrattenuti
con la Pubblica Amministrazione.
Nel caso di pagamenti a Enti della Pubblica Amministrazione si rimanda a quanto indicato nel Protocollo
PT2 Gestione dei flussi finanziari e monetari.
Sono sottoposte alle regole del Protocollo – per gli aspetti compatibili – anche le procedure e le attività
dirette all’invio di dati in via telematica alla Pubblica Amministrazione per le quali si rimanda al Protocollo
PT10 Gestione ed utilizzo dei sistemi informativi.

5.2 VISITE ISPETTIVE

Alle verifiche ispettive devono partecipare i soggetti a ciò espressamente delegati (il «Referente per la
Visita Ispettiva» o anche solo il «Referente»).
Il front desk deve conservare una lista nella quale siano riportati i seguenti elementi:
- elenco delle persone da contattare nel momento in cui viene notificata una visita ispettiva;
- indicazione delle diverse responsabilità in base alla tipologia di ispezione subita dalla Società sulla
base di quanto definito nel rispettivo mansionario.

Il «Referente per la Visita Ispettiva» deve informare tempestivamente il General Manager e


l’Organismo di Vigilanza all’instaurarsi di una verifica ispettiva.

5.2.1 VISITE ISPETTIVE PRESSO LA SEDE

5.2.1.1 Fase di accoglimento


Il Referente per la Visita Ispettiva riceve il Pubblico Ufficiale / Incaricato di Pubblico Servizio che si
presenti per verificare l’ottemperanza alle disposizioni di legge.
La fase di accoglimento del Funzionario Pubblico prevede, a cura del Referente per la Visita Ispettiva:
- l’identificazione dell’Ispettore e dei relativi poteri;
- l’accertamento dello scopo dell’ispezione e del processo aziendale interessato;
- la comunicazione immediata dei motivi della verifica al General Manager e al Responsabile di Legal;
- il coinvolgimento, in relazione alla natura della verifica ispettiva, delle Funzioni aziendali.

5.2.1.2 Fase di accertamento


Durante la fase di accertamento/ispezione, il Referente per la Visita Ispettiva mette a disposizione del
Funzionario Pubblico tutta la documentazione, i dati e le informazioni che dovessero rendersi necessarie
per l’espletamento della verifica.
Qualora l’esito dell’ispezione preveda l’esibizione, la consegna o l’invio di ulteriore documentazione, in
quanto non disponibile al momento della richiesta la Funzione Interessata dovrà fornire immediata
comunicazione al General Manager e all’Organismo di Vigilanza in merito alla necessità dell’invio dei
documenti.
In occasione di visite ispettive il General Manager può decidere di avvalersi a supporto, se ritenuto
opportuno, di professionisti esterni, scelti in relazione alla rilevanza e alle implicazioni giuridiche della
verifica, anche allo scopo di accertare la legittimità della stessa.

5.2.1.3 Fase di verbalizzazione


Al termine dell’accertamento o ogni qual volta si proceda alla redazione di un verbale il Referente per la
Visita Ispettiva assiste il Funzionario Pubblico nella predisposizione del documento, verificando che i
PT 1
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con la


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Pubblica Amministrazione

contenuti degli stessi siano chiari ed attuabili e che i termini stabiliti dall’Ispettore siano congrui in
relazione agli interventi da attuare.
In caso di prescrizioni ritenute non idonee sotto qualsiasi profilo, il Referente per la Visita Ispettiva valuta
l’opportunità di fare inserire a verbale osservazioni e/o la riserva di successivo invio di osservazioni e/o
documentazione.
Al termine dell’accertamento il General Manager o un altro soggetto delegato della Società dotato dei
relativi poteri, sottoscrive il verbale predisposto dal Funzionario Pubblico.
Fermo restando l’obbligo del Referente per la Visita Ispettiva di informare immediatamente per iscritto
l’Organismo di Vigilanza in merito a qualsiasi criticità emersa nel corso della visita ispettiva, al termine
della visita ispettiva il Referente è tenuto a predisporre entro 3 giorni lavorativi dalla chiusura
dell’ispezione una relazione interna che riporti almeno le seguenti informazioni:
- giorni e luogo in cui si è tenuta la visita ispettiva;
- ente ispettore/nominativo dell’ispettore che hanno partecipato alla visita ispettiva;
- funzioni coinvolte e personale della Società che ha preso parte alla visita ispettiva;
- eventuali soggetti terzi (ad esempio, avvocati) che hanno preso parte alla visita ispettiva;
- locali/oggetti/documenti esaminati nel corso della visita ispettiva;
- oggetti/documenti visionati/fotocopiati/sequestrati;
- eventuali rilievi emersi;
- eventuali documenti allegati.
Nel caso in cui la verifica ispettiva non sia stata gestita da un Responsabile di Funzione questi dovrà:
- firmare il verbale;
- relazionare al proprio diretto superiore in ordine gerarchico e trasmettere l’eventuale
documentazione ricevuta.

La Funzione Interessata provvede all’archiviazione della relazione e a farne copia da inoltrare al


General Manager ed all’Organismo di Vigilanza, allegando - laddove disponibile - il verbale predisposto
dai Funzionari Pubblici.

5.2.2 VISITE ISPETTIVE PRESSO I RISTORANTI


Nel caso la visita ispettiva sia presso i ristoranti, lo Store Manager o, in caso di assenza, chiunque dei
dipendenti della Società presente in loco deve avvisare immediatamente il Responsabile di Operations ed
il Responsabile di Legal.
Trova applicazione quanto previsto nel paragrafo 5.2.1.
Finché non sia nominata una persona diversa, il Referente per la Visita Ispettiva presso il ristorante è lo
Store Manager o, se non presente, la persona individuata dal Responsabile di Operations , se quest’ultimo
non è reperibile, dal Responsabile di Legal.

5.2.3 VISITE ISPETTIVE PRESSO I CANTIERI


Per i cantieri gestiti direttamente dalla Società, in caso di visite ispettive da parte di Funzionari Pubblici
il Responsabile del cantiere deve provvedere tempestivamente ad informare la Società.
Trova applicazione quanto previsto nel paragrafo 5.2.1.
Finché non sia nominata una persona diversa, il Referente per la Visita Ispettiva è il Responsabile del
cantiere o, se non presente, la persona individuata dal Responsabile di Development e Construction o, se
quest’ultimo non è reperibile, dal Responsabile di Legal.
PT 1
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con la


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Pubblica Amministrazione

5.3 OMAGGI

Omaggi o cortesie (laddove ammessi dalla legge) nei confronti di Soggetti Terzi, in particolare se
rappresentanti di istituzioni pubbliche, dovranno essere di modico valore2 e appropriati e, comunque, tali
da non poter essere interpretati come finalizzati ad acquisire o a cercare di acquisire indebiti vantaggi per
la Società.
La Funzione Accounting predispone, aggiorna periodicamente e conserva, ai fini del Protocollo, un elenco
degli omaggi effettuati e dei beneficiari riportante il controvalore degli stessi.

Con periodicità annuale e/o su richiesta dell’Organismo di Vigilanza la Funzione Accounting deve
trasmettere a quest’ultimo una sintesi riepilogativa degli omaggi effettuati nell’anno solare precedente,
con indicazione del relativo controvalore e del beneficiario.

5.4 LIBERALITÀ / SPONSORIZZAZIONI

Il General Manager, d’accordo con il Consiglio di Amministrazione, individua l’Ente a cui elargire la
liberalità / sponsorizzazione sulla base dei seguenti elementi di valutazione:
- l’eticità dell’iniziativa legata alla liberalità sponsorizzazione;
- il controvalore della liberalità / sponsorizzazione;
- l’Ente destinatario (in particolare se si tratta di Ente Pubblico o se la stessa è riferibile ad un
funzionario pubblico) e la motivazione della scelta.
Finance deve:
- conservare l’autorizzazione relativa all’Ente prescelto;
- elaborare annualmente un report di tutte le liberalità / sponsorizzazioni effettuate;
Nel caso di liberalità / sponsorizzazioni a favore di Enti Pubblici dovranno essere di modico valore e
appropriate e, comunque, tali da non poter essere interpretate come finalizzate ad acquisire o a cercare di
acquisire indebiti vantaggi per la Società.

6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nella gestione dei rapporti e degli adempimenti con la Pubblica
Amministrazione sono tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le previsioni di legge
esistenti in materia, con particolare riferimento alla normativa vigente sulla Privacy, nonché le norme
comportamentali richiamate nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Improntare i rapporti con i funzionari Non porre in essere, collaborare o dare causa
pubblici alla massima trasparenza, alla realizzazione di comportamenti tali che,
collaborazione, disponibilità e nel pieno presi individualmente o collettivamente,
rispetto del ruolo istituzionale e delle integrino anche solo potenzialmente,
previsioni di legge esistenti in materia, dando direttamente o indirettamente, un Reato.
puntuale e sollecita esecuzione alle Non effettuare elargizioni in denaro a pubblici
prescrizioni ed agli adempimenti richiesti. ufficiali o incaricati di pubblico servizio italiani
o stranieri.

2Non superiore, in via orientativa, a 150 Euro, anche sotto forma di sconto, come meglio individuato nel DPR 62 del 16.4.2013
“Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 165” e s.m.i.
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PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con la


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Pubblica Amministrazione

Area del fare Area del NON fare


Improntare i rapporti con organizzazioni Non distribuire omaggi e regali al di fuori di
sindacali, partiti politici e loro rappresentanti quanto previsto dalla prassi aziendale (vale a
o candidati devono essere improntati ai più dire ogni forma di regalo offerto eccedente le
elevati principi di trasparenza e correttezza e normali pratiche commerciali o di cortesia, o
in stretta osservanza delle leggi vigenti. comunque rivolto ad acquisire trattamenti di
Rendere disponibili i dati ed i documenti in favore nella conduzione di qualsiasi attività
modo puntuale ed in un linguaggio chiaro, aziendale). In particolare, è vietata qualsiasi
oggettivo ed esaustivo in modo da fornire forma di regalia a pubblici ufficiali o incaricati
informazioni accurate, complete, fedeli e di pubblico servizio italiani ed esteri, o a loro
veritiere. familiari, che possa influenzarne
Attenersi ai principi di tempestività, l’indipendenza di giudizio o indurre ad
correttezza, chiarezza, completezza ed assicurare un qualsiasi vantaggio per la
accuratezza nella predisposizione della Società. Gli omaggi consentiti si caratterizzano
documentazione da inviare alla Pubblica sempre per l’esiguità del loro valore o perché
Amministrazione. volti a promuovere iniziative di carattere
Segnalare nella forma e nei modi idonei, scientifico o culturale, o l’immagine della
situazioni di conflitto d’interesse. Società e del Gruppo. I regali offerti - salvo
Mantenere, nel rapporto con l’Autorità quelli di modico valore - devono essere
Giudiziaria, un contegno improntato a criteri documentati in modo adeguato per consentire
di trasparenza e fattiva collaborazione, verifiche, ed essere autorizzati dalla persona
mettendo a disposizione tutte le cui il relativo potere sia conferito in forza del
informazioni, i dati ed i documenti presente Protocollo.
eventualmente richiesti. Non accordare vantaggi di qualsiasi natura
(promesse di assunzione, ecc.) in favore di
rappresentanti della P.A. italiana o straniera,
ovvero a loro parenti o affini, che possano
determinare le stesse conseguenze previste al
punto precedente.
Non effettuare dichiarazioni non veritiere a
organismi pubblici nazionali o comunitari al
fine di conseguire erogazioni pubbliche,
contributi o finanziamenti agevolati.
Non destinare somme ricevute da organismi
pubblici nazionali o comunitari a titolo di
erogazioni, contributi o finanziamenti per
scopi diversi da quelli cui erano destinati.
Non indurre i soggetti chiamati a rispondere in
un procedimento penale, a rendere
dichiarazioni mendaci ovvero a renderle
mendaci favorendo in tal modo la Società.
Porre in essere condotte e/o tenere
comportamenti in violazione del presente
Protocollo, e/o delle prescrizioni di volta in
volta impartite dalla Società.

Qualora si proceda, a seguito di selezione per la posizione richiesta, all’assunzione di un soggetto


che abbia ricoperto funzioni all’interno della Pubblica Amministrazione, italiana o straniera, oppure di
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PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con la


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Pubblica Amministrazione

una persona convivente, parente o affine entro il quarto grado dello stesso, occorre prevedere specifici
controlli e flussi informativi agli organi di controllo e all’OdV.

7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA

- Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a
segnalare all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto
alle norme comportamentali e alle modalità esecutive disciplinate nel Protocollo.
-
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PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei flussi finanziari e monetari Pag. 1 di 6

INDICE

1 DEFINIZIONI .................................................................................................... 2
2 SCOPO ............................................................................................................... 2
3 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
4 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
5 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
6 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
6.1 GESTIONE DEI CONTI CORRENTI..............................................................................................................................................2
6.2 GESTIONE INCASSI E PAGAMENTI............................................................................................................................................3
6.3 GESTIONE INCASSI E PAGAMENTI NEI RISTORANTI..................................................................................................4
6.4 NOTE SPESE...............................................................................................................................................................................................4
6.5 GESTIONE DEI RAPPORTI FINANZIARI CON PARTI CORRELATE.......................................................................4
7 PRINCIPI GENERALI DI COMPORTAMENTO .................................................. 4
8 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 6

Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data del documento 30/05/2019
PT 2
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei flussi finanziari e monetari Pag. 2 di 6

1 DEFINIZIONI
Flussi finanziari e monetari: si intendono le operazioni che comportano movimentazioni di contante, di
altri mezzi di pagamento (ex. assegni) o dei conti correnti bancari o postali della Società e in particolare:
- incassi:
o incassi diretti da ristoranti;
o fondo pubblicitario nazionale.
- pagamenti di:
o fatture passive / parcelle;
o stipendi e contributi;
o imposte e tributi;
o rimborsi spese dipendenti;
o spese diverse di gestione.

2 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A.., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione dei flussi finanziari e monetari.

3 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.

4 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, nella gestione dei flussi
finanziari e monetari.

5 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
La responsabilità funzionale è assegnata a Finance.

6 MODALITÀ OPERATIVE

6.1 GESTIONE DEI CONTI CORRENTI

I rapporti con banche, istituti di moneta elettronica e istituti di pagamento (di seguito i “Prestatori di
Servizi di Pagamento”) sono gestiti, sulla base e nei limiti dei poteri riconosciuti dallo Statuto, delle
decisioni del Consiglio di Amministrazione o delle deleghe ricevute, dal General Manager che si occupa
anche di:
a) selezionare i Prestatori di Servizi di Pagamento di cui la Società si intende avvalere, valutando, tra
l’altro, le condizioni praticate dagli stessi e l’autorizzazione ad operare in Italia;
PT 2
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei flussi finanziari e monetari Pag. 3 di 6

b) predisporre la documentazione contrattuale e trasmettere la stessa, debitamente sottoscritta, ai


Prestatori di Servizi di Pagamento;
c) verificare che la sottoscrizione della documentazione contrattuale avvenga nel rispetto del sistema di
procure e deleghe tempo per tempo vigente.
Il Responsabile Finance, inoltre:
- verifica periodicamente che i poteri di firma trasmessi ai “Prestatori di Servizi di Pagamento” siano
aggiornati rispetto alle procure societarie e, nel caso, richiede di effettuare le relative correzioni;
- alla fine di ogni mese verifica le condizioni economiche applicate nei rapporti con i Prestatori dei
Servizi di Pagamento (tasso, spese, spread, …);
- controlla settimanalmente tutti i pagamenti ricevuti o effettuati dalla Società per il tramite di
Prestatori di Servizi di Pagamento, al fine di verificare l’inerenza, la correttezza dell’esecuzione delle
operazioni e l’aggiornamento tempestivo della registrazione delle operazioni di incasso e pagamento;
- verifica mensilmente la riconciliazione effettuata dalla Funzione Accounting, con riferimento alle
movimentazioni del mese precedente.

6.2 GESTIONE INCASSI E PAGAMENTI

Il Responsabile Finance è responsabile di monitorare e verificare la correttezza e la completezza degli


incassi della Società.
Tutte le operazioni di tesoreria sono tracciate e riscontrabili, fermo comunque restando che:
- non sono ammessi pagamenti in contanti o con strumenti di pagamento analoghi (libretto
bancario/postale, assegni bancari/postali), salvo che per spese di piccola cassa (importi inferiori a
€ 200,00); qualora per motivi di comprovata urgenza, per esempio pignoramento da parte di
Ufficiali Giudiziari, si dovesse rendere necessario provvedere al pagamento in contanti, i
Destinatari devono contattare, per importi superiori a € 200,00 (Euro duecento/00) il General
Manager per essere autorizzati al pagamento e devono redigere apposito verbale con l’indicazione
dei motivi dell’urgenza e la firma di entrambi;
- non sono ammessi pagamenti su conti cifrati;
- la richiesta di rilascio di carte di credito, carte di debito o carte pre-pagate (di seguito le “Carte
Aziendali”) deve essere sottoscritta da persona che ha i relativi poteri in base al sistema delle
procure e delle deleghe tempo per tempo vigente e deve essere trasmessa all’ente che emette la carta
da parte del Responsabile Finance, il quale è tenuto a tenere (e ad aggiornare costantemente)
l’elenco delle Carte Aziendali richieste, di quelle concesse e di quelle revocate, con la relativa durata.
ciascun mese il Responsabile Finance verifica la riconciliazione effettuata dalla Funzione
Accounting, con riferimento alle movimentazioni del mese precedente.
- per quanto concerne i pagamenti che devono essere effettuati dalla Società mediante bonifico
bancario o assegno la Funzione Accounting, verificata l’avvenuta esecuzione della prestazione o la
causale del pagamento, e quindi la congruità dell’importo, predispone l’elenco dei bonifici e dei
relativi mandati di pagamento, individua il Prestatore dei Servizi di Pagamento con cui effettuare
l’operazione, stabilisce la valuta con la quale viene effettuato l’esborso e sottopone i pagamenti alla
dovuta autorizzazione delle Funzioni delegate secondo i poteri di firma in vigore; le menzionate
Funzioni autorizzano formalmente l’inoltro delle lettere di bonifico agli istituti incaricati di
effettuare il pagamento, anche mediante piattaforma di remote banking, o autorizzano l’eventuale
emissione di assegni bancari.
Il Responsabile Finance:
- effettua un controllo di congruità dei bonifici sottoposti alla sua autorizzazione;
- controlla tutte le operazioni transitate sui conti correnti della Società al fine di verificare l’inerenza e
l’accuratezza dell’esecuzione delle operazioni e l’aggiornamento tempestivo della registrazione delle
operazioni di pagamento;
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PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei flussi finanziari e monetari Pag. 4 di 6

Nel caso di pagamenti a Enti della Pubblica Amministrazione, fermo restando il rispetto delle disposizioni
tempo per tempo vigenti e se non diversamente richiesto, gli stessi devono essere effettuati su conto
corrente bancario o postale.

6.3 GESTIONE INCASSI E PAGAMENTI NEI RISTORANTI

La Società prevede come principale modalità di incasso il pagamento in contanti (in alternativa sono
utilizzati ticket restaurant, o carte di credito/bancomat).
Per le attività operative si rimanda alla apposita Policy “Cassa”.
I ristoranti devono essere dotati di rilevatori di banconote false e gli addetti hanno l’obbligo verificare con
il rilevatore le banconote di valore pari o superiore a € 20,00.

6.4 NOTE SPESE

Nella gestione delle Note Spese i Destinatari devono attenersi a quanto di seguito riportato:
- per l’erogazione di anticipi / dotazioni e, in generale per gli aspetti operativi, si rimanda alla apposita
Policy “Nota spesa”;
- il rimborso delle spese sostenute deve essere richiesto mediante la compilazione del Modulo Note
Spese e presentazione del relativo giustificativo, mediante utilizzo di apposita applicazione
informatica;
- sul giustificativo delle spese di rappresentanza deve essere indicato il nominativo del
beneficiario/funzione aziendale/azienda;
- il dipendente / collaboratore che redige la nota spese deve sottoscrivere il modulo, commentare i
giustificativi di spesa, creare il report “nota spese”, inviare il report per farlo autorizzare dal proprio
Responsabile Gerarchico;
- il modulo autorizzato dal Responsabile viene trasmesso, sempre mediante applicazione informatica,
alla Funzione Accounting;
- la Funzione Accounting verifica:
o la presenza delle necessarie autorizzazioni;
o la completezza, l’inerenza, la coerenza e l’adeguatezza dei giustificativi e degli importi indicati sul
modulo Note Spese;
o i giustificativi sotto il profilo dei requisiti formali e di deducibilità fiscale;
- la Funzione Accounting provvede alla contabilizzazione delle spese e alla comunicazione all’ufficio
paghe degli importi da liquidare nel cedolino mensile

6.5 GESTIONE DEI RAPPORTI FINANZIARI CON PARTI CORRELATE

La Funzione Finance è responsabile, previa verifica degli importi, del pagamento mensile alla Controllante
e/o ad altre Società del Gruppo delle royalties e adfund sulla base delle informazioni recepite in
automatico dal sistema.

7 PRINCIPI GENERALI DI COMPORTAMENTO


I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nella gestione dei flussi finanziari e monetari, ivi incluse le attività
di controllo e monitoraggio, sono tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le previsioni di
legge esistenti in materia, nonché i principi generali richiamati nel Codice Etico.
PT 2
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei flussi finanziari e monetari Pag. 5 di 6

Area del fare Area del NON fare


Assicurare che ogni flusso di denaro sia Non promettere o versare denaro o altra utilità
adeguatamente giustificati. a funzionari pubblici ed incaricati di pubblico
Assicurare che ogni operazione sia, oltre che servizio, e più in generale a Soggetti Terzi, a
correttamente registrata, anche autorizzata, titolo personale con la finalità di promuovere e
verificabile, legittima, coerente e congrua. favorire interessi della Società, anche a seguito
Rispettare quanto previsto dal di illecite pressioni.
D.Lgs.231/2007 e s.m.i., nonché in altre Non creare fondi a fronte di incassi non
disposizioni normative applicabili alla documentati e pagamenti non giustificati.
Società, in termini di limitazioni all’uso del Non trasferire denaro contante o libretti di
contante e titoli al portatore. deposito bancari o postali al portatore o titoli
Dare evidenza, in apposite registrazioni su al portatore (assegni, vaglia postali, certificati
archivi informatici, dei pagamenti ricevuti di deposito, ecc.) in Euro o in valuta estera,
per il tramite di Prestatori di Servizi di effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi
Pagamento aventi sede in “paradisi fiscali” quando il valore dell’operazione, anche
così come individuati dall’OCSE o in paesi a frazionata, sia superiore all’importo previsto
rischio di cui alle c.d. “Liste Paesi” dalla normativa tempo per tempo vigente.
individuate dal GAFI, individuando - per Porre in essere condotte e/o tenere
ciascun pagamento - il soggetto che la ha comportamenti in violazione del presente
effettivamente disposto. Protocollo, e/o delle prescrizioni di volta in
Assicurare che ogni operazione finanziaria in volta impartite dalla Società.
entrata/uscita sia effettuata a fronte di un
rapporto negoziale con una controparte
identificata o sulla base di un’obbligazione
esistente, valida e non simulata e nel rispetto
delle procedure della Società tempo per
tempo vigenti.
Assicurare che:
o qualunque transazione finanziaria
presupponga l’individuazione e la
conoscenza del beneficiario della
relativa somma;
o non siano intrattenuti rapporti con
Prestatori di Servizi di Pagamento
che non abbiano sede in Paesi OCSE,
verificando in ogni caso che non
siano inseriti nelle liste di soggetti
sospettati di legami con il terrorismo
(es. liste UE/OFAC/UIF);
o nel caso in cui la Società coinvolga
nelle proprie operazioni soggetti
insediati in Paesi segnalati come non
cooperativi (secondo le indicazioni
della Banca d’Italia dell’Unità di
Informazione Finanziaria) queste
siano automaticamente interrotte
per essere sottoposte alla valutazione
da parte del Collegio Sindacale o -
laddove non nominato -
dell’Organismo di Vigilanza, al quale
va nel primo caso comunque data
contestuale informativa.
Registrare e verificare i giustificative relativi
ad ogni nota spesa presentata dal dipendente
previa approvazione del responsabile
gerarchico.
PT 2
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei flussi finanziari e monetari Pag. 6 di 6

Area del fare Area del NON fare


Conservare la documentazione a supporto,
adottando tutte le misure di sicurezza, fisica e
logica, instaurate dalla Società.
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla
Società, ove necessario, contengano apposita
dichiarazione con cui le controparti
affermino di essere a conoscenza e di
rispettare le prescrizioni di cui al D. Lgs. n.
231/2001 e del Codice Etico della Società.
Inoltre, nei contratti, ove possibile, deve
essere contenuta apposita clausola che regoli
le conseguenze della violazione da parte degli
stessi delle norme di cui al D. Lgs. n.
231/2001 (es. clausole risolutive espresse,
penali) e del Codice Etico della Società.

8 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA

Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità operative disciplinate nel Protocollo.
Il Responsabile Finance è tenuto a segnalare tempestivamente all’OdV qualsiasi cambiamento delle
modalità di gestione delle risorse finanziarie sopra descritte.
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Tenuta della contabilità, predisposizione


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del bilancio e altre attività correlate

INDICE

1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
5.1 TENUTA DELLA CONTABILITÀ GENERALE........................................................................................................................2
5.2 SCHEDULING DELLE ATTIVITÀ DI CHIUSURA ................................................................................................................3
5.3 RICEVIMENTO DI INFORMAZIONI CONTABILI DALLE ALTRE FUNZIONI AZIENDALI.......................3
5.4 REGISTRAZIONI CONTABILI DI CHIUSURA........................................................................................................................3
5.5 PREDISPOSIZIONE DEL BILANCIO CIVILISTICO..............................................................................................................4
5.6 TRASMISSIONI DATI ALLA CAPO GRUPPO..........................................................................................................................5
5.7 DICHIARAZIONI FISCALI..................................................................................................................................................................5
5.8 COMUNICAZIONI, DEPOSITI ED ISCRIZIONI......................................................................................................................5
5.9 RAPPORTI CON LA SOCIETÀ DI REVISIONE E CON I SOCI.........................................................................................6
5.10 ARCHIVIAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE.................................................................................................................6
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 6
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 7

Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data de documento 30/05/2019
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Tenuta della contabilità, predisposizione


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del bilancio e altre attività correlate

1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione della contabilità e del bilancio della Società,
nonché nei rapporti con la Società di Revisione.

2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.

3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni aziendali della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, nella raccolta
ed elaborazione delle informazioni contabili e necessarie per la corretta e completa tenuta della contabilità
e nella predisposizione del bilancio d’esercizio e delle relazioni infrannuali, nonché nella gestione dei
rapporti con la Società di Revisione.

4 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
La responsabilità funzionale è assegnata al Responsabile Finance, con il supporto della Funzione
Accounting.

5 MODALITÀ OPERATIVE

5.1 TENUTA DELLA CONTABILITÀ GENERALE

La Funzione Accounting, sotto la supervisione del Responsabile Finance, effettua la sistematica


registrazione in contabilità delle operazioni aziendali, reperisce ed organizza tutti i dati contabili rilevanti
ai fini della tenuta della contabilità.
Nell’ambito della gestione della contabilità generale sono previsti i seguenti controlli:
- verifica della correttezza e completezza delle rilevazioni contabili;
- riconciliazione delle casse e dei conti correnti bancari;
- contabilizzazione dei costi del personale a fronte della rilevazione delle presenze.
Il Responsabile Finance provvede, quindi, al controllo delle voci contabili registrate attraverso una verifica
sistematica sulle voci di maggiore importo e sulle voci critiche unitamente a controlli a campione e di
ragionevolezza su tutte le altre.
La documentazione a supporto di ciascuna scrittura contabile, così come le eventuali rettifiche, è
archiviata e conservata ai sensi di legge dalla Funzione Accounting.
La tracciabilità delle informazioni è assicurata anche attraverso l’utilizzo del sistema informatico.
I profili di accesso a tale sistema devono essere identificati in modo da garantire la separazione delle
funzioni e la coerenza dei livelli autorizzativi.
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Tenuta della contabilità, predisposizione


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del bilancio e altre attività correlate

5.2 SCHEDULING DELLE ATTIVITÀ DI CHIUSURA

In tempo utile e comunque entro la fine del mese successivo alla chiusura dell’esercizio, il Responsabile
Finance predispone per iscritto, anche con modalità elettronica, il calendario previsto per l’approvazione
del bilancio d’esercizio.

5.3 RICEVIMENTO DI INFORMAZIONI CONTABILI DALLE ALTRE FUNZIONI AZIENDALI

Le Funzioni eventualmente coinvolte devono inviare per iscritto anche con modalità elettronica, nei tempi
comunicati dal Responsabile Finance, le informazioni di competenza necessarie per la redazione delle
bozze del bilancio di esercizio e della relazione sulla gestione, attestando, ove possibile, la completezza e
la veridicità delle informazioni, o indicando i soggetti che possano fornire tale attestazione e/o indicando
i documenti o le fonti originarie dalle quali sono tratte ed elaborate le informazioni trasmesse, (ove
possibile allegandone copia).
Finance deve, inoltre, adottare un manuale contabile o in alternativa delle procedure contabili,
costantemente aggiornati, ove siano indicati con chiarezza i dati e le notizie che ciascuna Funzione deve
fornire nonché i criteri contabili per l’elaborazione dei dati e la tempistica per la loro trasmissione alle
Funzioni responsabili.

5.4 REGISTRAZIONI CONTABILI DI CHIUSURA

Il Responsabile Finance, con il supporto della Funzione Accounting e degli eventuali consulenti esterni di
cui la Società si avvale, provvede alla verifica circa la completezza dei dati in suo possesso e/o contenuti
nelle informazioni trasmesse e tracciate dalle altre Funzioni aziendali e procede a inserire in contabilità
tutte le scritture di assestamento e rettifica necessarie quali, a titolo meramente esemplificativo:
- fatture da emettere e da ricevere;
- interessi attivi e passivi;
- ratei e risconti;
- fondi e altri eventuali stanziamenti;
- imposte;
- …
In particolare, le scritture di rettifica conseguenti l’attività estimativa devono essere supportate da
documenti dai quali sia possibile desumere i criteri adottati ed analiticamente lo sviluppo dei relativi
calcoli, nonché le verifiche effettuate.
Tali scritture sono soggette ai seguenti controlli:
- analisi relativa alla congruità della quota stanziata a fondo rischi a fronte della verifica di cause e
contenziosi in corso;
- analisi dei mastri e degli scostamenti/saldi nonché quadratura automatica tra sezionali e contabilità
generale;
- analisi per eccezioni (ossia delle voci che dall’analisi di cui sopra non sono state riconciliate);
- verifica della recuperabilità delle imposte anticipate;
- verifica delle variazioni fiscali in aumento o in diminuzione del reddito imponibile, calcolo delle
imposte dell’esercizio e stanziamento del relativo debito;
- verifica analitica di sopravvenienze ed oneri/proventi straordinari;
- verifica della recuperabilità dell’avviamento e dei costi capitalizzati;
- verifica in ordine alla sussistenza o meno dei presupposti per procedere alla svalutazione di beni della
Società;
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Tenuta della contabilità, predisposizione


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del bilancio e altre attività correlate

- verifica, laddove significative, le rimanenze, provvedendo all’acquisizione di elementi probativi


sufficienti ed appropriati sulla loro esistenza, sulle loro condizioni e sul loro valore.
Eventuali significative modifiche alle poste di bilancio o ai criteri di contabilizzazione delle stesse devono
essere adeguatamente autorizzate secondo le procedure aziendali e le disposizioni interne eventualmente
emanate da Finance.
Il Responsabile Finance effettua sul bilancio civilistico di verifica un controllo per l’individuazione di
eventuali errori (a titolo esemplificativo: omissione di registrazioni; imputazione di importi o utilizzo di
conti errati).
Nel caso di dubbi sulla corretta rappresentazione dei fatti aziendali o sulla valutazione di determinate
attività/passività o sull’importo dei fondi il Responsabile Finance può richiedere, prima di predisporre la
bozza di progetto di bilancio al CdA, il parere di uno o più consulenti indipendenti e di adeguato standing
professionale, riferendo al CdA il contenuto della problematica ed il parere ricevuto.
La richiesta da parte di chiunque di ingiustificate variazioni dei criteri di rilevazione, registrazione e
rappresentazione contabile o di variazione quantitativa dei dati rispetto a quelli già contabilizzati in base
alle procedure operative della Società, devono essere oggetto di immediata comunicazione all’Organismo
di Vigilanza.
Dopo le verifiche sulla correttezza e completezza delle scritture e, comunque, nel rispetto delle scadenze
fissate dal calendario, si dovrà procedere alla chiusura della contabilità.
Il Responsabile Finance sottopone agli ultimi controlli di correttezza e completezza il bilancio di verifica,
salvando e conservando lo stesso.

5.5 PREDISPOSIZIONE DEL BILANCIO CIVILISTICO

Il Responsabile Finance:
- deve assicurare che la valutazione delle poste di bilancio sia effettuata secondo i principi contabili che
devono essere applicati e le normative di riferimento;
- con il supporto della Funzione Accounting e di un Consulente esterno, è responsabile
dell’elaborazione della bozza di bilancio civilistico della Società secondo i principi di redazione
enunciati dal Codice Civile (chiarezza dell’informazione, correttezza e veridicità della
rappresentazione della situazione complessiva aziendale) integrati dai principi contabili e dalle altre
normative applicabili.
La bozza di bilancio viene consegnata al General Manager e agli altri membri del Consiglio di
Amministrazione almeno 5 giorni prima della riunione nel corso della quale il progetto di bilancio
dovrebbe essere approvato.
Al Consiglio di Amministrazione devono, in generale, essere trasmessi con congruo anticipo tutti i
documenti necessari per una decisione informata sugli argomenti posti all’ordine del giorno del Consiglio
stesso.
Il Consiglio di Amministrazione approva il progetto di bilancio.
Prima della presentazione all’Assemblea degli Azionisti, con le modalità e nei termini previsti dalle
normative vigenti, il progetto di bilancio approvato dal Consiglio di Amministrazione deve essere
sottoposto a verifica da parte della Società di Revisione.

Il bilancio di esercizio, corredato dalla relazione sulla gestione quando previsto dalla legge, è approvato
dall’Assemblea degli Azionisti, preso atto della relazione della Società di Revisione.
Copia del bilancio approvato, corredato dalla relazione sulla gestione, dalla relazione della Società di
Revisione, dal verbale di approvazione dell’Assemblea degli Azionisti, deve essere depositato presso
l’Ufficio del Registro delle Imprese, nei modi e nei tempi previsti dalle normative vigenti.
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

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del bilancio e altre attività correlate

Il Responsabile Finance trasmette all’Organismo di Vigilanza, con cadenza annuale e/o su richiesta
di quest’ultimo copia del Bilancio approvato

5.6 TRASMISSIONI DATI ALLA CAPO GRUPPO

Il Responsabile Finance è responsabile della trasmissione alla Capo Gruppo di tutti i dati e le informazioni
di analisi e di dettaglio oggetto del reporting package predisposto per il bilancio di Gruppo.

5.7 DICHIARAZIONI FISCALI

Il Responsabile Finance, con il supporto della Funzione Accounting, gestisce i registri fiscali, compila le
dichiarazioni fiscali e gli altri atti previsti dalle disposizioni di legge tributarie sulla base dei report forniti
dal sistema, della consulenza di professionisti esterni e sulla base dei dati di bilancio tra cui i principali
sono:
- Dichiarazione dei redditi ai fini IRES
- Dichiarazione IRAP
- Dichiarazione Annuale IVA
- Dichiarazione sostituti d’Imposta (Mod. 770)
- Registro IVA mensile
- Imposta bollo
- IMU e altri tributi locali
- Libro Giornale Bollato
- Libro cespiti
- Libro inventari
- …
Il Responsabile Finance, con il supporto della Funzione Accounting ed eventualmente dei professionisti
esterni di cui la Società si avvale, deve garantire:
- la conformità alle normative tributarie vigenti delle dichiarazioni fiscali presentate alle autorità
competenti (Ministero delle Finanze, Ufficio delle Entrate, Guardia di Finanza, Comune, Regione);
- piena collaborazione con gli organi di vigilanza e di controllo interni ed esterni, assicurando la
veridicità e la completezza delle informazioni fornite e agevolando l’accesso ai dati ed alla
documentazione richiesta.

5.8 COMUNICAZIONI, DEPOSITI ED ISCRIZIONI

Il Responsabile Finance, con il supporto della Funzione Accounting e del Legal per i rispettivi ambiti di
competenza e dei professionisti esterni di cui la Società si avvale:
- effettua tutte le comunicazioni, i depositi e le iscrizioni previsti dal Codice Civile presso l’Ufficio del
Registro delle Imprese nella cui circoscrizione ha sede legale le Società, secondo i tempi e le modalità
indicate dalle normative vigenti1;

1L’omissione di tali adempimenti può determinare conseguenze pregiudizievoli per le Società diverse secondo il tipo di atto per il
quale l’adempimento è richiesto. Ad esempio, per taluni atti, per i quali è richiesta per legge l’iscrizione nel Registro delle Imprese,
e che non sono stati iscritti, non è riconosciuta alcuna validità nei confronti dei terzi che entrano in contatto con la Società.
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

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del bilancio e altre attività correlate

- garantisce la veridicità e la completezza delle informazioni fornite all’Ufficio del Registro delle
Imprese;
- fornisce eventuali informazioni supplementari richieste dall’Ufficio del Registro al fine di completare
o rettificare la domanda di iscrizione o adempiere gli eventuali obblighi di iscrizione sollecitati
dall’Ufficio del Registro nei tempi indicati;
- verifica che in tutti gli atti ufficiali prodotti dalle Società sia sempre indicato, laddove necessario,
l’Ufficio del Registro delle Imprese presso il quale è stata effettuata l’iscrizione della Società stessa;
- verifica la veridicità e completezza dei dati che risultano dal certificato camerale per gli usi consentiti.

5.9 RAPPORTI CON LA SOCIETÀ DI REVISIONE E CON I SOCI

Nei rapporti con la Società di Revisione e con i Soci, il Responsabile Finance o un soggetto dallo stesso
delegato deve rendere disponibili i dati ed i documenti richiesti in modo puntuale, oggettivo ed esaustivo
in modo da fornire informazioni accurate, complete, fedeli e veritiere evitando e, comunque, segnalando
nella forma e nei modi idonei, eventuali situazioni di conflitto di interesse.

5.10 ARCHIVIAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE

Il Responsabile Finance, con il supporto della Funzione Accounting, archivia i bilanci e la documentazione
correlata rilevante ai fini civilistici ai fini fiscali in coerenza con la legislazione e la normativa civilistico e
fiscale .

6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nella gestione della contabilità e bilancio e dei rapporti con la
Società di Revisione, ivi incluse le attività di controllo e monitoraggio, sono tenuti ad osservare le modalità
esposte nel Protocollo, le previsioni di legge esistenti in materia, con particolare riferimento alla
normativa vigente sulla Privacy, nonché le norme comportamentali richiamate nel Codice Etico
improntate a principi di trasparenza, accuratezza e completezza delle informazioni contabili.
Area del fare Area del NON fare
Registrare correttamente ogni operazione Non alterare i dati e le informazioni finalizzate
debitamente autorizzata, affinché sia alla formazione del bilancio e delle altre
verificabile, legittima, coerente e congrua. comunicazioni sociali.
Predisporre situazioni economiche, Non utilizzare o comunicare ad altri, senza
patrimoniali e finanziarie veritiere, corrette e giustificato motivo, le informazioni riservate
tempestive. cui si ha accesso.
Tenere un comportamento corretto, Nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre
trasparente e collaborativo, nel rispetto delle comunicazioni sociali dirette ai Soci o al
norme di legge, delle procedure aziendali Pubblico, previste dalla legge, non esporre fatti
interne e dei principi generalmente materiali rilevanti non rispondenti al vero
riconosciuti di tenuta della contabilità, in tutte ovvero non omettere fatti materiali rilevanti la
le attività finalizzate alla tenuta della cui comunicazione è imposta dalla legge sulla
contabilità ed alla formazione del bilancio (e situazione economica, patrimoniale o
delle altre comunicazioni sociali), al fine di finanziaria della Società o del Gruppo.
fornire ai soci e ai terzi una informazione Non omettere di effettuare, con la dovuta
veritiera e corretta sulla situazione economica, completezza, accuratezza e tempestività, o
patrimoniale e finanziaria della Società. ritardare tutte le segnalazioni previste dalle
Rendere disponibili i dati ed i documenti in leggi e dalla normativa applicabile nei
modo puntuale, oggettivo ed esaustivo in modo confronti delle autorità di vigilanza cui è
da fornire informazioni accurate, complete, soggetta l’attività aziendale, nonché la
fedeli e veritiere evitando e, comunque, trasmissione dei dati e documenti previsti dalla
segnalando nella forma e nei modi idonei, normativa e/o specificamente richiesti dalle
eventuali situazioni di conflitto di interesse. predette autorità.
PT 3
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Tenuta della contabilità, predisposizione


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del bilancio e altre attività correlate

Area del fare Area del NON fare


Assicurare la tracciabilità delle fasi del Non restituire conferimenti ai soci o liberare gli
processo decisionale. stessi dall’obbligo di eseguirli, al di fuori dei
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla casi di legittima riduzione del capitale sociale.
Società, ove necessario, contengano apposita
Non ripartire utili o acconti su utili non
dichiarazione con cui le controparti affermino
di essere a conoscenza e di rispettare le effettivamente conseguiti o destinati per legge
prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del a riserva.
Codice Etico della Società. Inoltre, nei Non tenere una condotta ingannevole che
contratti, ove possibile, deve essere contenuta possa indurre la Società di Revisione, in errore
apposita clausola che regoli le conseguenze di valutazione tecnico-economica della
della violazione da parte degli stessi delle documentazione presentata.
norme di cui al D. Lgs. n. 231/2001 (es. Non omettere o ritardare la comunicazione di
clausole risolutive espresse, penali) e del dati o informazioni rilevanti ai fini della
Codice Etico della Società. tempestiva e corretta registrazione contabile
degli accadimenti aziendali o in ordine alla
Conservare la documentazione a supporto, situazione economica, patrimoniale e
adottando tutte le misure di sicurezza, fisica e finanziaria della Società.
logica, instaurate dalla Società. Non porre in essere operazioni simulate o
diffondere notizie false sulla Società.
Porre in essere condotte e/o tenere
comportamenti in violazione del presente
Protocollo, e/o delle prescrizioni di volta in
volta impartite dalla Società.

7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA

Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità esecutive disciplinate nel Protocollo.
L’Organismo di Vigilanza, nel corso dell’anno, può richiedere incontri con il Responsabile Finance,
nonché con la Società di Revisione avente ad oggetto le procedure contabili e le problematiche contabili,
con redazione di un verbale delle riunioni sottoscritto dai partecipanti e acquisito per l’archiviazione
dall’OdV.
PT 4
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione della sicurezza alimentare nei ristoranti Pag. 1 di 4

INDICE

1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
6 PRINCIPI GENERALI DI COMPORTAMENTO .................................................. 3
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 4

Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data del documento 30/05/2019
PT 4
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Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione della sicurezza alimentare nei ristoranti Pag. 2 di 4

1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A. di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione della sicurezza alimentare presso i ristoranti.

2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.

3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutti i Destinatari, ognuno nell’ambito delle proprie attribuzioni e competenze.
Operations è responsabile di effettuare un adeguato monitoraggio dei ristoranti per verificare il rispetto
delle obbligazioni previsti dalle normative di riferimento di volta in volta applicabili I controlli effettuati
periodicamente da Operations sono riportati, in particolare, nel Manuale HACCP (e relative schede
riassuntive) della Società a cui si rimanda.
Ai sensi del regolamento (CE) n. 852/2004, agli operatori del settore alimentare incombe l’obbligo di
assicurare il mantenimento della catena del freddo. Tale obbligo costituisce pertanto parte delle
prescrizioni di base e va rispettato anche in caso di applicazione di procedure basate sui principi del
sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points).

4 RESPONSABILITÀ
La Responsabilità funzionale è assegnata al Responsabile Operations.

5 MODALITÀ OPERATIVE
Gli standard definiti dalla Società ed individuati nel Piano HACCP e negli altri documenti operativi di
riferimento stabiliscono:
- la proceduralizzazione delle fasi in cui si articola il processo di gestione della sicurezza alimentare nei
ristoranti;
- l’adeguatezza del personale addetto;
- l’idoneità delle dotazioni strutturali.
Essi rappresentano, pertanto, una soluzione irrinunciabile, in quanto funzionali all’attività di gestione dei
rischi tipici ed al conseguimento dei livelli qualitativi previsti.
La Società, sia attraverso analisi interne che esterne verifica per i propri prodotti la rispondenza ai
parametri igienici e qualitativi previsti dalle normative prima dell’immissione in commercio.

Il Responsabile di Operations deve comunicare tempestivamente all’Organismo di Vigilanza le


risultanze di analisi effettuate qualora si riscontrino problematiche significative ai fini della sicurezza
alimentare e/o eventi accidentali.
Lo Store manager o, in sua assenza il Responsabile di turno del ristorante deve assicurarsi che tutto il
personale si attenga alle norme di comportamento previste dal Manuale operativo e/o prescritte di volta
in volta dalla Società al fine di garantire il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa, dagli standard
applicabili in materia di sicurezza alimentare e secondo quanto previsto nel Manuale operativo.
PT 4
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione della sicurezza alimentare nei ristoranti Pag. 3 di 4

Le visite ispettive svolte da parte di Operations presso i ristoranti possono essere condotte in relazione ad
una pianificazione generale o specifica. Per le verifiche di conformità a norme e regolamenti, standard di
prodotto e di processo, la Funzione può avvalersi di specialisti esterni/ispettori. All’esito delle ispezioni
deve essere redatto il rapporto di verifica ispettiva.
Per quanto riguarda, in particolare, il sistema HACCP, la frequenza delle verifiche deve essere tale da
confermare l’efficiente funzionamento dello stesso. Le procedure di verifica comprendono:
- un audit del sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) e delle sue registrazioni;
- la verifica delle operazioni;
- la conferma che i CCP (Critical Control Points) sono tenuti sotto controllo;
- la convalida dei limiti critici;
- la revisione delle anomalie e delle disposizioni in merito al prodotto;
- le misure correttive adottate con riguardo al prodotto.
Le verifiche devono comprendere tutti i seguenti elementi, ma non necessariamente tutti
contemporaneamente:
- controllo della correttezza delle registrazioni e analisi delle anomalie;
- controlli sulla persona preposta al monitoraggio delle attività di trasformazione, stoccaggio e/o
trasporto;
- controllo fisico del processo oggetto di monitoraggio;
- calibrazione degli strumenti utilizzati per il monitoraggio.
Le attività di convalida devono includere iniziative volte a confermare l’efficacia di tutti gli elementi del
sistema HACCP. In caso di modifica è necessario rivedere il sistema nel suo complesso onde garantire che
esso resti valido. Oltre alle verifiche di enti indipendenti esterni, la Società effettua periodicamente
ispezioni presso i ristoranti per verificare il rispetto delle procedure interne, la corretta compilazione del
documento HACCP, l’effettiva attuazione delle procedure di igienizzazione delle attrezzature e dei test sui
prodotti.

Il Responsabile di Operations deve comunicare annualmente e/o su richiesta dell’Organismo di


Vigilanza a quest’ultimo le risultanze, significative ai fini della sicurezza alimentare, degli audit
effettuati, nonché – entro il 31 dicembre di ogni anno, il piano delle verifiche che intende svolgere nel
corso dell'anno successivo.

6 PRINCIPI GENERALI DI COMPORTAMENTO


I Destinatari coinvolti a qualsiasi titolo nella gestione della sicurezza alimentare nei ristoranti, ivi incluse
le attività di controllo e monitoraggio, sono tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le
previsioni di legge esistenti in materia nonché i principi generali richiamati nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Assicurare il rispetto di norme e regolamenti Non mettere in vendita prodotti non genuini o
in materia alimentare. scaduti di validità.
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla Non porre in vendita prodotti con
Società, ove necessario, contengano apposita denominazioni o nomi idonei ad indurre in
dichiarazione con cui le controparti errore il compratore sulle qualità o
affermino di essere a conoscenza e di provenienza degli stessi.
rispettare le prescrizioni di cui al D. Lgs. n. Non contraffare, alterare marchi o segni
231/2001 e del Codice Etico della Società. distintivi, nazionali o esteri, di prodotti
Inoltre, nei contratti, ove possibile, deve industriali o fare uso di tali marchi e segni
essere contenuta apposita clausola che regoli contraffatti ovvero introdurre nel territorio
PT 4
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione della sicurezza alimentare nei ristoranti Pag. 4 di 4

Area del fare Area del NON fare


le conseguenze della violazione da parte degli dello Stato prodotti industriali con marchi o
stessi delle norme di cui al D. Lgs. n. altri segni distintivi, nazionali o esteri,
231/2001 (es. clausole risolutive espresse, contraffatti o alterati o atti a indurre in
penali) e del Codice Etico della Società. inganno il compratore sull’origine,
provenienza o qualità del prodotto.
Porre in essere condotte e/o tenere
comportamenti in violazione del presente
Protocollo, e/o delle prescrizioni di volta in
volta impartite dalla Società.

7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA

Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità esecutive disciplinate nel Protocollo.
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione della salute e sicurezza Pag. 1 di 14


nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

INDICE

1 DEFINIZIONI .................................................................................................... 2
2 SCOPO ............................................................................................................... 2
3 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 3
4 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 3
5 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 3
6 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 3
6.1 SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO...............................................................3
7 NORME COMPORTAMENTALI ....................................................................... 10
8 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ......................13

Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.0
Data del documento 30/05/2019
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

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nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

1 DEFINIZIONI
Attrezzatura: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine,
attrezzature e componenti necessari all’attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato
durante il lavoro.
Datore di Lavoro: soggetto titolare del potere decisionale e di spesa diretto all’attuazione di tutti gli
obblighi fissati dal Decreto Legislativo 81/2008 e successive modifiche ed integrazioni (in prosieguo,
“TUS” o “D. Lgs. 81/2008”).
Dirigente: persona che, in ragione delle competenze professionali e dei poteri gerarchici e funzionali
adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività
lavorativa e vigilando su di essa.
Documento di valutazione dei rischi: documento contenente la valutazione globale e documentata di tutti
i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano
la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad
elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e
sicurezza.
Lavoratore: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa
nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche
al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e
familiari.
Luogo di lavoro: luogo destinato a ospitare posti di lavoro, ubicato all’interno dell’azienda o dell’unità
produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al
lavoratore nell’ambito del proprio lavoro.
Medico Competente: responsabile della sorveglianza sanitaria aziendale e, di conseguenza, di stabilire
periodicamente l’idoneità dei dipendenti alle mansioni e di valutarne le condizioni di lavoro, di concerto
con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP); di valutare le condizioni di salute
rispetto all’attività lavorativa, predisponendo appositi ed eventualmente differenziati protocolli sanitari.
Preposto: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e
funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende all’attività lavorativa e garantisce
l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed
esercitando un funzionale potere di iniziativa.
Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS): soggetto eletto o designato dai lavoratori al fine di
partecipare alle attività di gestione della salute e sicurezza, in rappresentanza dei lavoratori medesimi.
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP): persona in possesso delle capacità e dei
requisiti professionali di cui all’articolo 32 del TUS designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per
coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi.
Servizio di prevenzione e protezione dai rischi: insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni
all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori.

2 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A.., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, che vigilano:
- sugli adempimenti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in conformità a quanto previsto
dall’art. 30 del D. Lgs. 81/2008 TUS, in relazione alla commissione dei reati previsti dall’art. 25-
septies del Decreto (Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime, commessi con
violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro);
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PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

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nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

- sugli adempimenti in materia di gestione ambientale in conformità a quanto previsto dal D. Lgs. n.
152/2006 e successive modifiche ed integrazioni («TUA»), in relazione alla commissione dei reati
previsti dall’art. 25-undecies del Decreto (Reati ambientali).

3 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.

4 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutti i Destinatari che operano all’interno della Società, ognuno nell’ambito delle
proprie attribuzioni e competenze.
Con riferimento alla gestione di eventuali rapporti con funzionari pubblici, anche in occasione di verifiche
ispettive, si rimanda al protocollo PT 1 Gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione.

5 RESPONSABILITÀ
La gestione del Sistema di Gestione della Sicurezza sul Luogo di Lavoro è affidata al Datore di Lavoro e ai
soggetti di volta in volta delegati sulla base di apposite deleghe in materia di salute e sicurezza sui luoghi
di lavoro e prevede il coinvolgimento di tutti i Destinatari così come individuati nel Modello Organizzativo.
Per quanto attiene le tematiche ambientali la responsabilità è assegnata ai soggetti di volta in volta
delegati sulla base di apposite deleghe in materia di tutela dell’ambiente. .

6 MODALITÀ OPERATIVE

6.1 SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO

Il Datore di Lavoro, esercitando il proprio potere decisionale e di spesa, imposta e struttura la tutela della
salute e sicurezza dei lavoratori.
Preso atto della propria struttura organizzativa, in relazione ai soggetti del Sistema di Gestione della
Sicurezza sul Luogo di Lavoro, il Datore di Lavoro:
a. valuta se attribuire una o più deleghe in materia di salute e sicurezza, così come previsto dall’art. 16
del D. Lgs. 81/2008, stabilendo altresì la possibilità di ulteriori sub-deleghe;
b. individua i Dirigenti della sicurezza, ove presenti, assicurando a questi la necessaria informazione e
formazione;
c. affida ai Dirigenti il compito di individuare i Preposti alla sicurezza, ove presenti, assicurando a questi
ultimi la necessaria informazione e formazione;
d. designa il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP);
e. nomina il Medico Competente;
f. supporta i lavoratori nel processo di elezione o designazione dei Rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza (RLS);
g. in coordinamento con l’RSPP ed i Dirigenti della sicurezza, designa preventivamente i lavoratori
incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi, di evacuazione dei luoghi di lavoro in
caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione
dell’emergenza;
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PROTOCOLLO
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nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

h. convoca la riunione periodica del Servizio di Prevenzione e Protezione, di cui all’articolo 35 del TUS.
In particolare:
- è compito del Datore di Lavoro, o del suo Delegato ove nominato, adottare specifiche procedure per
la definizione, documentazione e comunicazione dei ruoli, compiti e responsabilità di coloro che
gestiscono, eseguono e verificano attività che hanno influenza sui rischi per la salute e la sicurezza;
- il Datore di Lavoro esercita, nell’ambito delle proprie attribuzioni e competenze, tutti i poteri attribuiti
ed adempie a tutti gli obblighi previsti dal D. Lgs. 81/2008, nonché da tutte le altre leggi e regolamenti
in materia di sicurezza, prevenzione infortuni ed igiene ambientale applicabili alla Società;
- il Datore di Lavoro deve comunicare tempestivamente all’OdV i cambiamenti relativi a:
- deleghe in materia di salute e sicurezza;
- individuazione dei Dirigenti della sicurezza;
- designazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione;
- nomina il Medico Competente.
Nell’ambito del Sistema di Gestione della Sicurezza sul Luogo di Lavoro, il Datore di Lavoro, il Delegato
ove nominato, i Dirigenti della sicurezza ed i Preposti, ognuno nell’ambito delle rispettive attribuzioni e
competenze, sono tenuti ad adottare le misure generali di tutela che seguono:
- nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in
rapporto alla loro salute e alla sicurezza;
- ove necessario, fornire ai lavoratori i necessari ed idonei dispositivi di protezione individuale;
- prendere le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni
e specifico addestramento accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico;
- richiedere l’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché delle disposizioni
aziendali in materia di sicurezza e di igiene del lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei
dispositivi di protezione individuali messi a loro disposizione;
- esigere dal medico competente l’osservanza degli obblighi previsti a suo carico;
- adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni
affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di
lavoro o la zona pericolosa;
- informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa
il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;
- adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento;
- astenersi, salvo eccezione debitamente motivata da esigenze di tutela della salute e sicurezza, dal
richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un
pericolo grave e immediato;
- consentire ai lavoratori di verificare, mediante il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza,
l’applicazione delle misure di sicurezza e di protezione della salute;
- consegnare tempestivamente al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, su richiesta di questi e
per l’espletamento della sua funzione, copia del documento di valutazione dei rischi;
- elaborare il Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenza (DUVRI) di cui all’articolo
26, comma 3, del D. Lgs. 81/2008, per la più idonea gestione dei rischi derivanti da interferenza
lavorativa e, su richiesta di questi e per l’espletamento della sua funzione, consegnarne
tempestivamente copia al Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;
- elaborare il piano operativo di sicurezza in riferimento al singolo cantiere interessato;
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PROTOCOLLO
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nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

- prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possano causare rischi
per la salute della popolazione o deteriorare l’ambiente esterno verificando periodicamente la
perdurante assenza di rischio;
- consultare il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, in particolare in merito alla designazione
del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, alla nomina del Medico competente ed ai
programmi di informazione e formazione;
- adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell’evacuazione dei luoghi di lavoro,
nonché per il caso di pericolo grave e immediato;
- aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi ed operativi che hanno
rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica
della prevenzione e della protezione;
- comunicare all’INAIL i nominativi dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
- vigilare affinché i lavoratori per i quali vige l’obbligo di sorveglianza sanitaria non siano adibiti alla
mansione lavorativa specifica senza il prescritto giudizio di idoneità.
Il Sistema di Gestione della Sicurezza sul Luogo di Lavoro, sia per la sede che per i ristoranti, prevede lo
svolgimento delle fasi di seguito specificate.
Per ogni fase è indicata la modalità di registrazione ed il Responsabile della verifica e registrazione.
Responsabile della
Fase Modalità di registrazione verifica e della
Registrazione
A Documenti riferiti ad attrezzature Datore di Lavoro
Rispetto degli standard tecnico-strutturali di ed impianti: certificato di
legge relativi ad attrezzature, impianti, luoghi di conformità, libretto di istruzioni,
lavoro, agenti chimici, fisici e biologici allegati tecnici, libretto di
Il Datore di Lavoro deve adottare procedure manutenzione, ecc.
specifiche finalizzate a garantire la sicurezza Documenti riferiti al luogo di lavoro: Datore di Lavoro
degli impianti, delle attrezzature e dei luoghi di licenza edilizia o certificato
lavoro. abitabilità, o SCIA, ecc.
In particolare le procedure devono riguardare:
- la pulizia ed il controllo periodico delle Documentazione delle attività di Datore di Lavoro /
attrezzature di lavoro, degli impianti e dei controllo e manutenzione delle Preposti / RSPP
luoghi di lavoro; attrezzature, impianti e luoghi di
- la manutenzione delle attrezzature di lavoro: es. verifiche di legge sulle
lavoro, degli impianti e dei luoghi di lavoro; apparecchiature, verifiche
- le norme generali di igiene nelle aree di impiantistiche, verifiche periodiche
lavoro; impianti di emergenza ed
- le vie di circolazione e le uscite di attrezzature antincendio, ecc.
emergenza;
- i dispositivi di allarme e antincendio; Schede di sicurezza sostanze Preposti / RSPP
- l’utilizzo, la manutenzione e la sostituzione chimiche e Certificato di
dei Dispositivi di Protezione Individuale Prevenzione Incendi
(DPI); Verbali di sopralluogo, relazioni Preposti / RSPP
- la gestione degli ingressi; tecniche, preventivi economici
- la registrazione delle persone esterne che riferiti al luogo di lavoro, impianti,
devono accedere ai luoghi di lavoro; macchinari e attrezzature, in
- l’introduzione, per i consulenti e i occasione di modifiche e/o
collaboratori esterni, della tessera di cambiamenti
riconoscimento personale con nome,
cognome e fotografia;
- la gestione delle sostanze chimiche.
La manutenzione e le attività di controllo
devono essere registrate, documentate ed
archiviate.
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nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

Responsabile della
Fase Modalità di registrazione verifica e della
Registrazione
B Documento di Valutazione dei Datore di Lavoro
Attività di valutazione dei rischi e di Rischi, suoi allegati relativi
predisposizione delle misure di prevenzione e aggiornamenti
protezione conseguenti
Documentazione dell’attività svolta: Datore di Lavoro /
Il Datore di Lavoro deve provvedere, con il processo di individuazione dei RSPP
supporto del RSPP e delle Funzioni aziendali di pericoli e identificazione tipologia di
competenza a: rischio (area lavorativa, mansione,
- valutare tutti i rischi associati all’attività attrezzatura di lavoro); analisi
lavorativa, sia eseguita presso le sedi di tecniche di valutazione (fonometria,
lavoro della Società sia eseguita presso polveri aerodisperse, ecc.)
terzi, elaborare e formalizzare il Documento
di Valutazione dei Rischi (DVR); Comunicazioni al Servizio di Datore di Lavoro /
- definire, emettere e divulgare a tutti i Prevenzione e Protezione in caso di Preposti / RSPP / MC
lavoratori procedure operative finalizzate a mutamenti organizzativi od
garantire la sicurezza e la salute sul luogo di operativi rilevanti ai fini della
lavoro. sicurezza e della salute dei
La valutazione dei rischi deve essere aggiornata lavoratori; segnalazioni relative a
costantemente in relazione ai mutamenti carenze o criticità organizzative,
organizzativi rilevanti ai fini della sicurezza e gestionali, strutturali o
della salute dei lavoratori. impiantistiche che possano influire
Devono essere inoltre adottate appropriate sulla tutela e sulla prevenzione dei
misure di prevenzione e protezione idonee a rischi
presidiare i rischi individuali individuati nel
DVR.
Devono essere forniti ai lavoratori i DPI
individuati all’interno del DVR; la consegna dei
DPI deve essere adeguatamente formalizzata e
registrata e gli stessi devono essere sottoposti a
periodica manutenzione ovvero devono essere
tempestivamente sostituiti laddove non siano
più idonei a garantire adeguata protezione del
lavoratore.
C Piano di emergenza e di evacuazione Datore di Lavoro /
Attività di natura organizzativa, quali RSPP
emergenze, primo soccorso, gestione degli
appalti, riunioni periodiche di sicurezza, Verbalizzazione della prova di RSPP
consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori emergenza ed evacuazione
per la sicurezza Raccolta e conservazione della RSPP
È compito del Datore di Lavoro organizzare e documentazione attestante
gestire le emergenze ritenute possibili, la l’idoneità tecnico professionale delle
prevenzione incendi ed il primo soccorso. A tal imprese appaltatrici / lavoratori
proposito deve assicurare: autonomi
- le modalità di gestione delle situazioni
d’emergenza; Documento Unico di Valutazione RSPP
- la definizione delle responsabilità per dei Rischi Interferenti (DUVRI)
l’attuazione di misure atte a mitigare le Piano Operativo di Sicurezza (POS) Datore di Lavoro /
conseguenze a seguito di incidenti o non in relazione ai cantieri per l’apertura RSPP
conformità; di nuovi ristoranti/ ristrutturazione
- la previsione di prove di emergenza degli stessi
periodiche.
Presso i luoghi di lavoro possono essere presenti Verbali delle riunioni periodiche del Datore di Lavoro /
i tecnici di ditte specializzate con cui sono in Servizio di Prevenzione e Protezione RSPP
corso contratti di appalto per manutenzione
attrezzature ed impianti e pulizia. Devono, Verbali di riunioni di consultazione Datore di Lavoro /
pertanto, essere adottate procedure idonee a con i Rappresentanti dei lavoratori RSPP
garantire: per la sicurezza
- la verifica, secondo le modalità di legge,
dell’idoneità tecnico-professionale delle
PT 5
PROTOCOLLO
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nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

Responsabile della
Fase Modalità di registrazione verifica e della
Registrazione
imprese appaltatrici o dei lavoratori
autonomi in relazione ai lavori da affidare
in appalto o mediante contratto d’opera o
somministrazione;
- le modalità operative da seguire
nell’affidamento di appalto di lavori a terzi,
al fine di garantire adeguate condizioni di
prevenzione e protezione secondo quanto
previsto dalle norme vigenti;
- la corretta gestione delle interferenze
lavorative, anche tramite l’emissione del
Documento Unico di Valutazione dei Rischi
da Interferenza – DUVRI;
- la cooperazione ed il coordinamento
nell’attuazione di misure di prevenzione e
protezione dai rischi sul lavoro nonché dai
rischi derivanti dalle interferenze tra i lavori
delle diverse imprese coinvolte
nell’esecuzione dell’opera complessiva.
Il Datore di Lavoro deve indire, almeno una
volta all’anno, la riunione annuale del Servizio di
Prevenzione e Protezione, così come previsto
dall’art. 35 del D. Lgs. 81/2008.
Il Datore di Lavoro deve assicurare la
consultazione dei Rappresentanti dei lavoratori
per la sicurezza nei casi previsti dal D. Lgs.
81/2008.
Presenza di lavoratori presso cantieri
temporanei o mobili (es. per nuovi ristoranti
/ ristrutturazione di ristoranti)
Presso cantieri temporanei o mobili possono
essere presenti lavoratori della Società o di ditte
specializzate incaricate dalla Società.
Devono, pertanto, essere adottate procedure
idonee a garantire:
- le modalità di gestione delle situazioni
d’emergenza;
- la definizione delle responsabilità per
l’attuazione di misure atte a mitigare le
conseguenze a seguito di incidenti o non
conformità;
- le modalità operative da seguire al fine di
garantire adeguate condizioni di
prevenzione e protezione secondo quanto
previsto dalle norme vigenti.
D Nomina del Medico Competente Datore di Lavoro
Attività di sorveglianza sanitaria
Protocollo sanitario Medico Competente
È responsabilità del Datore di Lavoro nominare
il Medico Competente e monitorare lo Cartelle sanitarie di rischio Medico Competente
svolgimento della sorveglianza sanitaria
effettuata da parte dello stesso, dotandolo degli Certificati di idoneità Medico Competente
adeguati spazi per l’effettuazione dell’attività di Verbale di sopralluogo Medico Competente
propria competenza e per la registrazione
dell’avvenuto adempimento degli obblighi di Relazione annuale sui dati della Medico Competente
legge indicati di seguito. sorveglianza sanitaria
È responsabilità del Medico Competente
predisporre ed aggiornare il protocollo di
sorveglianza sanitaria.
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PROTOCOLLO
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nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

Responsabile della
Fase Modalità di registrazione verifica e della
Registrazione
In particolare, il Medico Competente così come
previsto dalla legge, deve:
- effettuare sia accertamenti preventivi intesi
a constatare l’assenza di controindicazioni
al lavoro cui i lavoratori sono destinati, ai
fini della valutazione della loro idoneità alla
mansione specifica, che periodici, volti a
controllare lo stato di salute dei lavoratori
ed esprimere il giudizio di idoneità alla
mansione specifica;
- formalizzare e comunicare al lavoratore
l’esito delle analisi svolte, contenente
giudizi di idoneità o inidoneità,
rilasciandone duplice copia (una al
lavoratore e una al Datore di Lavoro per la
relativa archiviazione);
- effettuare almeno una volta all’anno un
sopralluogo presso il luogo di lavoro.
E Programma annuale di Datore di Lavoro /
Attività di informazione e formazione dei informazione e formazione RSPP
lavoratori
Documentazione degli incontri di RSPP
Informazione informazione
Il programma di informazione prevede che
Documentazione dei corsi di RSPP
ciascun lavoratore, al momento dell’assunzione
formazione nei confronti dei
e nel caso di cambiamento di mansione, riceva Dirigenti, Preposti e lavoratori
un’adeguata informazione riguardo a:
- normativa in materia di sicurezza, con Documentazione RSPP
particolare riferimento al D. Lgs. 81/2008; dell’addestramento effettuato
- informazioni sui rischi per la sicurezza e la
salute connessi all’attività da svolgere in
funzione del luogo di lavoro, sia esso di
pertinenza della Società o di terzi, e le
misure di prevenzione e protezione adottate
dall’azienda e da adottare da parte del
personale;
- rischi specifici (movimentazione dei
carichi, rumore, vibrazioni, utilizzo di
sostanze pericolose, uso professionale del
computer etc.) cui è esposto in relazione
all’attività svolta, le normative di sicurezza
e le disposizioni aziendali in materia;
- informazioni sulle procedure che
riguardano il pronto soccorso, la lotta
antincendio e l’evacuazione in caso di
emergenza;
- nominativi delle persone incaricate
dell’attuazione delle procedure di cui al
punto precedente;
- le lavoratrici devono inoltre essere
informate riguardo ai rischi aggiuntivi in
caso di gravidanza - procedure e
comportamento in caso di gravidanza;
- informazioni in merito ai rischi connessi
all’uso delle attrezzature ed impianti;
- impiego, modalità di manutenzione e cura
dei DPI, modalità di sostituzione degli
stessi.
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nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

Responsabile della
Fase Modalità di registrazione verifica e della
Registrazione
Tali informazioni saranno inoltre trasmesse a
tutti i dipendenti ed eventuali collaboratori a
diverso titolo presenti.
Formazione
Come fondamentale misura di prevenzione dai
rischi connessi con le attività lavorative è
previsto un programma di formazione del
personale mirato al raggiungimento di una
migliore comprensione delle mansioni, delle
attrezzature di lavoro e dei rischi ad essi
connessi.
Il programma di formazione prevede che
ciascun lavoratore riceva un’adeguata
formazione riguardo alla sicurezza e alla salute
con particolare riferimento alle proprie
mansioni, nonché all’uso dei dispositivi di
protezione individuale. Detta formazione deve
avvenire in occasione:
- dell’assunzione;
- del trasferimento o cambiamento di
mansione;
- dell’introduzione di nuove attrezzature di
lavoro o nuovi prodotti e tecnologie.
Addestramento
Come fondamentale misura di prevenzione dai
rischi connessi con le attività lavorative è
previsto un programma di addestramento:
- sulle modalità operative;
- sull’utilizzo delle attrezzature di lavoro ed
impianti;
- sull’utilizzo dei dispositivi di protezione
individuale.
F Esecuzione di sopralluoghi periodici Datore di Lavoro /
Attività di vigilanza con riferimento al rispetto da parte del Datore di Lavoro e dei RSPP
delle procedure e delle istruzioni di lavoro in Dirigenti, con redazione di relativo
sicurezza da parte dei lavoratori verbale o altro documento di
Il Datore di Lavoro, attraverso i Dirigenti e reporting
Preposti alla tutela della sicurezza e della salute Programma di controllo periodico RSPP
dei lavoratori, deve effettuare attività di da parte dei Preposti e RSPP, con
vigilanza e controllo sull’applicazione da parte predisposizione di apposite check
dei lavoratori della normativa e degli list
adempimenti previsti in materia di salute e
sicurezza sul lavoro. Provvedimenti disciplinari Datore di Lavoro
Il Datore di Lavoro deve applicare, in caso di
comportamento non conforme alle suddette
norme e prescrizioni, gli adeguati
provvedimenti disciplinari nel rispetto delle
norme di legge in vigore e nell’ambito del CCNL.
G Documentazioni e certificazioni Datore di Lavoro /
Acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge o stabilite dalle RSPP
obbligatorie di legge procedure aziendali
La documentazione deve essere conservata e
archiviata in modo adeguato.
H Piano annuale delle verifiche Datore di Lavoro
Periodiche verifiche dell’applicazione e
dell’efficacia delle procedure adottate
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nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

Responsabile della
Fase Modalità di registrazione verifica e della
Registrazione
Il Datore di Lavoro deve garantire l’effettuazione
di attività periodiche di verifica sul sistema di
gestione della sicurezza, con il supporto di
Funzioni interne alla Società o da soggetti
esterni formalmente incaricati.
In particolare, il Datore di Lavoro deve:
- approvare il piano delle verifiche annuali
che deve prevedere interventi finalizzati a
verificare la conformità alle norme e la
corretta implementazione da parte di tutti i
componenti dell’organizzazione;
- analizzare i verbali delle verifiche
periodiche effettuate e, in particolare rilievi
emersi (non conformità e/o osservazioni) e
il relativo piano di azione (definito
dall’area/reparto oggetto di verifica con il
supporto del soggetto che ha effettuato le
verifiche), in cui sono indicati gli interventi
necessari per rimuovere le non conformità
riscontrate, il soggetto responsabile della
loro attuazione e le tempistiche;
- approvare il piano di azione.
Il RSPP deve verificare lo stato di avanzamento
del piano di azione avvisando tempestivamente
il Datore di Lavoro di eventuali scostamenti da
quanto pianificato.

7 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari coinvolti a qualsiasi titolo nelle attività di gestione della salute e sicurezza sul luogo di
lavoro sono tenuti ad osservare le previsioni di legge esistenti in materia, nonché i principi generali
richiamati anche nel Codice Etico e le indicazioni previste nelle Procedure / Istruzioni Operative aziendali.
Tutti i Destinatari
Area del fare Area del NON fare
Prendersi cura della propria sicurezza e della Non porre in essere, collaborare o dare causa
propria salute e di quella delle altre persone alla realizzazione di comportamenti tali che,
presenti sul luogo di lavoro su cui possono presi individualmente o collettivamente,
ricadere gli effetti delle loro azioni o omissioni, integrino, direttamente o indirettamente, le
conformemente alla loro formazione ed alle fattispecie di reato di cui all’art. 25-septies del
istruzioni e ai mezzi forniti dal Datore di D. Lgs. n. 231/2001.
Lavoro. Non porre in essere o dare causa a violazioni
Osservare le disposizioni e le istruzioni del Presente Protocollo.
impartite dal Datore di Lavoro. Non rimuovere o modificare senza
Utilizzare correttamente i macchinari e le autorizzazione o comunque compromettere i
apparecchiature, i mezzi di trasporto e le altre dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di
attrezzature di lavoro nonché i dispositivi di controllo.
sicurezza. Non compiere di propria iniziativa operazioni
Utilizzare in modo appropriato i DPI messi a o manovre che non siano di propria
loro disposizione. competenza ovvero che possano
Segnalare immediatamente al Datore di compromettere la sicurezza propria o di altri
Lavoro le deficienze dei mezzi e dispositivi lavoratori.
nonché le altre eventuali condizioni di pericolo
di cui vengano a conoscenza.
Sottoporsi ai controlli sanitari previsti.
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione della salute e sicurezza Pag. 11 di 14


nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

Area del fare Area del NON fare


Contribuire, insieme al Datore di Lavoro,
all’adempimento di tutti gli obblighi imposti
dall’autorità competente o comunque
necessari per tutelare la sicurezza e la salute
dei lavoratori sui luoghi di lavoro.
Assicurarsi che nei contratti sottoscritti dalla
società, ove necessario, il Fornitore dichiari
che (i) il proprio personale riceve retribuzioni
conformi al contratto collettivo nazionale e/o
territoriale applicabile e, comunque,
proporzionate rispetto alla quantità e qualità
del lavoro prestato; (ii) applica correttamente
a tutto il personale la normativa che regola
l’orario di lavoro, il periodo di riposo, il riposo
settimanale, l’aspettativa obbligatoria e le
ferie; (iii) assicura al proprio personale tutte le
misure atte a garantire la sua salute e sicurezza
sul luogo di lavoro; (iv) non sottopone il
proprio personale a condizioni di lavoro, a
metodi di sorveglianza o a situazioni
alloggiative degradanti; (v) l’eventuale
personale di paesi terzi impiegato
nell’esecuzione delle attività di cui al contratto
è in regola con il permesso di soggiorno.

In particolare, il Datore di Lavoro, il Delegato ove nominato, i Dirigenti ove nominati, i Preposti e tutti i
soggetti aventi compiti e responsabilità nella gestione degli adempimenti previsti dalle norme
antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro, quali, a titolo esemplificativo,
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), Medico competente, Rappresentante dei
Lavoratori per la Sicurezza (RLS), addetti primo soccorso, addetti emergenze in caso d’incendio, devono
garantire, ognuno nell’ambito di propria competenza:
- il proprio contributo al mantenimento degli standard di sicurezza stabiliti dalla Politica della
Sicurezza aziendale e contribuire al miglioramento continuo;
- il proprio contributo alla realizzazione degli obiettivi per la salute e sicurezza dei lavoratori definiti
dalla Società e l’identificazione continua dei rischi;
- la selezione, acquisto, sostituzione, degli strumenti, delle attrezzature, degli impianti e, in generale,
delle strutture aziendali ed il rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi alle medesime
attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, anche attraverso un processo continuo di manutenzione
ordinaria e straordinaria;
- un adeguato livello di informazione / formazione dei dipendenti e degli appaltatori, sul sistema di
gestione della salute e sicurezza definito dalla Società e sulle conseguenze derivanti da un mancato
rispetto delle norme di legge e delle regole di comportamento e controllo definite dalla Società;
- la definizione e l’aggiornamento (in base ai cambiamenti nella struttura organizzativa ed operativa
della Società) di procedure specifiche per la prevenzione di infortuni e malattie, che comprendano
anche le attività svolte presso luoghi di lavoro di terzi;
- la disciplina delle modalità di gestione degli incidenti e delle emergenze, nonché dei segnali di rischio
/ pericolo quali “quasi incidenti” e “non conformità”;
- l’idoneità delle risorse umane - in termini di numero e qualifiche professionali, formazione - e
materiali, necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati dalla Società per la sicurezza e la
salute dei lavoratori.
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione della salute e sicurezza Pag. 12 di 14


nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

Inoltre in relazione alle attività legate alla gestione ambientale.


Area del fare Area del NON fare
Rispettare scrupolosamente la normativa in Abbandonare o depositare illegittimamente
materia ambientale; rifiuti sul suolo e nel suolo;
Valutare i potenziali rischi e sviluppare Immettere illegittimamente rifiuti di qualsiasi
adeguati programmi di prevenzione a tutela genere, allo stato solido o liquido, nelle acque
dell’ambiente; superficiali o sotterranee
Stabilire ed aggiornare procedure di Porre in essere comportamenti in violazione
emergenza, al fine di ridurre al minimo gli del presente Protocollo, e/o delle prescrizioni
effetti di qualsiasi scarico accidentale di volta in volta impartite dalla Società.
nell’ambiente;
Gestire tutte le attività di raccolta, deposito
temporaneo, trasporto e conferimento dei
rifiuti aziendali (carta, toner, cartucce di
stampanti, hardware e altri componenti
elettrici o elettronici, alluminio, plastica,
vetro, vernici, …) anche qualora vengano
svolte da soggetti terzi (fornitori, imprese di
pulizia, trasportatori, …) nel rispetto di
quanto previsto nel TUA e nelle altre
disposizioni in materia.
Monitorare la gestione delle sostanze lesive
dell’ozono presenti nei circuiti di
condizionamento dei ristoranti e degli uffici.
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla
Società, ove necessario, contengano apposita
dichiarazione con cui le controparti affermino
di essere a conoscenza e di rispettare le
prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del
Codice Etico della Società. Inoltre, nei
contratti, ove possibile, deve essere contenuta
apposita clausola che regoli le conseguenze
della violazione da parte degli stessi delle
norme di cui al D. Lgs. n. 231/2001 (es.
clausole risolutive espresse, penali) e del
Codice Etico della Società.

Qualora la Società si avvalga dell’assistenza di consulenti/professionisti/società esterne per la


predisposizione della documentazione rilevante in materia ambientale, ovvero per l’esecuzione di
specifiche attività quali, ad esempio, l’analisi ambientale ed eventuali attività di verifica e misurazione, i
contratti con tali soggetti, devono contenere un’apposita dichiarazione di conoscenza della normativa di
cui al D. Lgs. n. 231/2001 e, in particolare, delle norme comportamentali sancite nel Codice Etico della
Società e di impegno al loro rispetto.
Sono in ogni caso fatte salve le procedure operative di maggiore tutela previste in materia nell’ambito del
Sistema di Gestione della Sicurezza e ambientale implementato dalla Società.
La tracciabilità delle singole fasi del processo deve avvenire attraverso la registrazione, documentazione
ed archiviazione, a cura delle Funzioni coinvolte, della documentazione prevista per legge e dell’altra
eventuale documentazione prodotta nell’ambito della gestione delle fasi legate alle attività di tutela della
salute e della sicurezza dell’ambiente di lavoro.
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione della salute e sicurezza Pag. 13 di 14


nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

8 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA


Il Datore di Lavoro, con il supporto del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, è tenuto
ad informare tempestivamente l’OdV in merito a:
a. violazioni, da parte dei soggetti preposti, relative ad adempimenti richiesti dalla normativa in
materia di salute e sicurezza dell’ambiente di lavoro;
b. inosservanza delle disposizioni in materia di salute e sicurezza dell’ambiente di lavoro, da parte dei
Destinatari e relativi ai provvedimenti adottati (in particolare sanzioni disciplinari comminate);
c. eventuali rilievi emersi a seguito di verifiche ed accertamenti da parte delle Autorità preposte in
materia di salute e sicurezza dell’ambiente di lavoro;
d. modifiche soggettive all’interno del Sistema di Gestione della Sicurezza, così come indicato al
Paragrafo 6.1.
Il Datore di Lavoro ed il suo Delegato, ove nominato, con il supporto del Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione, provvedono a mantenere aggiornata e a tenere a disposizione dell’Organismo
di Vigilanza la documentazione concernente:
- i documenti di nomina, designazione, individuazione dei soggetti facenti parte del Sistema di
Gestione della Sicurezza, nonché l’Organigramma del Sistema medesimo;
- il Documento di Valutazione dei Rischi ed i documenti tecnici allegati, comprovanti le analisi
effettuate ai fini valutativi;
- i verbali delle riunioni annuali del Servizio di Prevenzione e Protezione;
- altri verbali in cui, tra le altre cose, sono evidenziate le criticità ed i rilievi emersi nel corso
dell’attività di gestione e monitoraggio degli aspetti in materia antinfortunistica e, in generale, di
salute e sicurezza dei lavoratori;
- criticità e rilievi emersi nel corso dell’attività di gestione e monitoraggio degli aspetti in materia
antinfortunistica e, in generale, di salute e sicurezza dei lavoratori;
- il programma di manutenzione delle attrezzature ed impianti;
- il programma di informazione e formazione annuale;
- la consuntivazione dell’attività informativa, formativa e di addestramento svolta;
- le statistiche relative agli infortuni verificatisi sul luogo di lavoro, nonché la documentazione riferita
alle attività di analisi avviate dalla Società;
- il piano delle verifiche annuali con la documentazione derivante dalle ispezioni, interne ed esterne,
avviate e concluse;
- le eventuali sanzioni disciplinari comminate ai lavoratori in caso di inosservanza delle disposizioni
di legge, nonché dei principi contenuti nel Modello Organizzativo e nel Codice Etico.
È compito dell’OdV valutare, di volta in volta, le comunicazioni e le segnalazioni descritte e
intraprendere eventuali provvedimenti in merito.
L’OdV inoltre:
- ha libero accesso alla documentazione relativa alla materia salute e sicurezza, fermo l’obbligo di
segretezza di quanto dovesse venire a conoscenza in relazione ai processi lavorativi in essi decritti;
- può indire in ogni momento una riunione con il Datore di Lavoro, il Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione, il Medico competente, i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
Inoltre il Country Manager con il supporto delle altre Funzioni eventualmente interessate deve
informare tempestivamente l’OdV in merito a:
PT 5
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione della salute e sicurezza Pag. 14 di 14


nei luoghi di lavoro e dell’ambiente

a. inosservanza delle disposizioni in materia di sistema di gestione ambientale, da parte dei


Destinatari e relativi provvedimenti adottati;
b. eventuali rilievi emersi a seguito di verifiche ed accertamenti da parte delle autorità preposte in
materia di tutela dell’ambiente.
L’OdV inoltre:
- ha libero accesso alla documentazione relativa al sistema di gestione ambientale, fermo l’obbligo di
segretezza di quanto dovesse venire a conoscenza;
- può indire in ogni momento una riunione con il General Manager e le altre Funzioni eventualmente
interessate;
- ha accesso al sistema delle deleghe in materia ambientale.
Ciascuno dei Destinatari potrà segnalare all’OdV eventi significativi in merito alle previsioni di cui al
presente Protocollo.
PT 6
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Diritti d’autore Pag. 1 di 5

INDICE

1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
5.1 DIRITTI D’AUTORE................................................................................................................................................................................2
5.2 UTILIZZO DI MARCHI E ALTRI SEGNI DISTINTIVI..........................................................................................................3
5.3 PUBBLICITÀ ...............................................................................................................................................................................................3
5.4 INTERNET SOCIAL MEDIA E APP................................................................................................................................................4
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 4
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 5

Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.0
Data del documento 30/05/2019
PT 6
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Diritti d’autore Pag. 2 di 5

1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A.., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione delle royalties e dei diritti d’autore.

2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.

3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni aziendali della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, in attività che
possono comportare l’utilizzo di opere protette dal diritto d’autore o di marchi e altri segni distintivi.

4 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
La responsabilità funzionale è assegnata al Responsabile Finance, a Legal e al Responsabile Marketing
per i rispettivi ambiti di competenza.

5 MODALITÀ OPERATIVE

5.1 DIRITTI D’AUTORE

Spetta a Legal verificare che le procedure adottate dalla Società assicurino che la trasmissione o diffusione
in pubblico (in primis nei ristoranti gestiti dalla Società o in occasione di un evento) di:
a) un’opera dell’ingegno destinata al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio,
di dischi, nastri o supporti analoghi ovvero di ogni altro supporto contenente fonogrammi o
videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini
in movimento;
b) opere o parti di opere letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico-
musicali, ovvero multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o banche dati;
c) un servizio criptato ricevuto per mezzo di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di
trasmissioni ad accesso condizionato,
avvenga in piena conformità alla normativa tempo per tempo vigente.
L’utilizzo di quei beni aziendali (come fotocopiatrici, stampanti, ecc.) il cui improprio uso può comportare
una violazione dei diritti d’autore deve avvenire in conformità alle procedure al riguardo adottate dalla
Società e alle disposizioni di legge di volta in volta applicabili.
L’intenzione di procedere all’acquisizione di:
1) apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso
condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale;
2) dispositivi o elementi di decodificazione speciale che consentono l’accesso ad un servizio criptato,
deve essere preventivamente comunicata a Legal, il quale autorizza l’acquisto una volta verificatane la
legittimità, nonché la liceità dell’utilizzo di tali apparati, parti di apparati, dispositivi o elementi.
PT 6
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Diritti d’autore Pag. 3 di 5

5.2 UTILIZZO DI MARCHI E ALTRI SEGNI DISTINTIVI

Il Responsabile della Funzione Interessata deve informare con congruo anticipo Legal in ordine
all’utilizzo di marchi ed altri segni distintivi.
Marchi e altri segni distintivi di terzi, ivi compresi società appartenenti al Gruppo del quale fa parte la
Società, possono essere utilizzati dalla Società stessa solo sulla base di specifici accordi conclusi per
iscritto, e sottoscritti da amministratori o procuratori della Società dotati dei relativi poteri di
sottoscrizione. Il contenuto di tali contratti deve essere previamente verificato e approvato da Legal, al
quale compete anche il compito di verificare previamente la presenza nel contratto, di apposite clausole
contrattuali, la controparte attesti:
- di essere il legittimo titolare dei diritti di sfruttamento economico sui marchi, brevetti, segni
distintivi, disegni o modelli oggetto di cessione alla Società o, se del caso, di aver ottenuto dai
legittimi titolari l’autorizzazione alla loro concessione in uso a terzi;
- che i marchi, brevetti, segni distintivi, disegni o modelli oggetto di cessione o di concessione in uso
non violano alcun diritto di proprietà industriale in capo a terzi;
- che si impegna a manlevare e tenere indenne la società da qualsivoglia danno o pregiudizio per
effetto della non veridicità, inesattezza o incompletezza di tale dichiarazione.
Il Responsabile Finance, anche avvalendosi delle strutture di Gruppo e/o di consulenti terzi, verifica la
congruità del corrispettivo riconosciuto al terzo per l’utilizzo di marchio o di altri segni distintivi.
Nel caso di sviluppo da parte della Società di propri marchi o segni distintivi, spetta a Legal svolgere
verifiche preliminari in ordine all’eventuale sussistenza di diritti di terzi preesistenti al fine di garantire
che non esistano già marchi uguali o simili depositati/registrati (ricerca di anteriorità) e che non vengano
in ogni caso violati i diritti di terzi.
Spetta al Responsabile Accounting, calcolare entro il 15 di ogni mese (o nel minor termine previsto da
accordi vincolanti per la Società), con riferimento al mese precedente, l’importo delle royalties (o di altri
corrispettivi quali Franchisee Fee o Advertising Contribution) dovute dalla Società a fronte dei contratti
di utilizzo di marchi o altri segni distintivi, nonché l’importo delle royalties (o degli altri corrispettivi)
spettanti alla Società a fronte della concessione in uso a terzi di marchi o altri segni distintivi. La Funzione
Finance verifica la correttezza di tali calcoli prima di procedere al pagamento di quanto dovuto dalla
Società, mantenendo traccia delle attività di controllo effettuate.
Con riferimento ai contratti di franchising il Responsabile Franchising effettua periodicamente (e almeno
annualmente) la verifica della correttezza e dell’accuratezza dei dati forniti dal franchisee.

5.3 PUBBLICITÀ

Legal attua specifiche verifiche sui contenuti delle comunicazioni pubblicitarie al fine di garantire la
coerenza degli stessi rispetto alla normativa tempo per tempo vigente, tenendo conto delle caratteristiche
del messaggio pubblicitario, al fine di evitare in primo luogo che quest’ultimo possa essere ingannevole
nonché discriminatorio per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi o di apologia dei crimini di
genocidio.
A tal fine il Responsabile Marketing deve informare con congruo anticipo Legal in ordine a iniziative
pubblicitarie che intende avviare.
Nell’eventualità in cui l’iniziativa pubblicitaria venga affidata o sia gestita da soggetti terzi (agenzie di
comunicazione esterne) il relativo contratto deve essere previamente sottoposto all’esame di Legal, il
quale verifica che nel contratto sia espressamente previsto, se l’iniziativa è gestita interamente dal terzo,
l’obbligo da parte di quest’ultimo di verificare che le forme e il contenuto del messaggio pubblicitario sia
conforme alla normativa applicabile di tempo in tempo vigente.
PT 6
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Diritti d’autore Pag. 4 di 5

5.4 INTERNET SOCIAL MEDIA E APP

Il Responsabile Marketing o le altre Funzioni eventualmente interessate devono informare con congruo
anticipo Legal in ordine a iniziative / progetti relativi a internet, social media e app che intendono avviare.
Legal verifica preventivamente, anche avvalendosi del supporto di terzi, che tutti i contenuti del sito
internet, dei social media e delle app della Società siano conformi alla normativa applicabile di tempo in
tempo vigente e non ledano diritti di terzi. Nell’eventualità in cui la gestione del sito sia affidata a soggetti
terzi, il contratto relativo deve prevedere l’impegno esplicito del provider del servizio a verificare che i
contenuti del sito siano conformi alla normativa applicabile di tempo in tempo vigente e non ledano diritti
di terzi.

6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nella gestione delle royalties e dei diritti d’autore, ivi incluse le
attività di controllo e monitoraggio, sono tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le
previsioni di legge esistenti in materia nonché le norme comportamentali richiamate nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Assicurare la tracciabilità delle fasi del Non creare fondi a fronte di fatturazioni
processo decisionale. inesistenti in tutto o in parte.
Tenere un comportamento corretto, Non rappresentare o trasmettere per
trasparente e collaborativo, nel rispetto delle l’elaborazione e la rappresentazione in
norme di legge e delle procedure aziendali documenti contabili, dati falsi, lacunosi o,
interne, in tutte le attività finalizzate alla comunque, non rispondenti alla realtà, sulla
formazione dei documenti contabili situazione economica, patrimoniale e
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla finanziaria della Società.
Società, ove necessario, contengano apposita Non omettere dati ed informazioni imposti
dichiarazione con cui le controparti affermino dalla legge sulla situazione economica,
di essere a conoscenza e di rispettare le patrimoniale e finanziaria della Società.
prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del Non utilizzare in qualsiasi forma e/o modo e
Codice Etico della Società. Inoltre, nei per qualsiasi scopo anche per uso personale
contratti, ove possibile, deve essere contenuta opere dell’ingegno e/o materiali protetti da
apposita clausola che regoli le conseguenze diritti di autore e/o connessi, nonché da ogni
della violazione da parte degli stessi delle diritto di proprietà intellettuale e/o industriale
norme di cui al D. Lgs. n. 231/2001 (es. (tra cui, a titolo esemplificativo, marchi,
clausole risolutive espresse, penali) e del disegni e modelli, brevetti per invenzione e
Codice Etico della Società. modelli di utilità, informazioni segrete), ivi
compresi i diritti di immagine ed il diritto al
nome, senza il consenso dei titolari dei diritti
Conservare la documentazione a supporto,
e/o di coloro che ne hanno la legittima
adottando tutte le misure di sicurezza, fisica e
disponibilità.
logica, instaurate dalla Società.
Non diffondere in pubblico senza avere la
proprietà dei diritti attraverso il sito internet
aziendale o in altro formato digitale, in tutto o
in parte, un’opera dell’ingegno o opere o parti
di opere letterarie, drammatiche, scientifiche o
didattiche, musicali o drammatico-musicali,
ovvero multimediali.
Non utilizzare n modo illecito segreti aziendali
altrui.
Non adottare condotte finalizzate ad
intralciare il normale funzionamento delle
attività economiche e commerciali di società
concorrenti della Società.
PT 6
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Diritti d’autore Pag. 5 di 5

Area del fare Area del NON fare


Non porre in essere atti fraudolenti idonei a
produrre uno sviamento della clientela altrui e
un danno per le imprese concorrenti alla
Società.
Non riprodurre abusivamente, imitare,
manomettere marchi, segni distintivi, brevetti,
disegni industriali o modelli in titolarità di
terzi.
Non fare uso, in ambito industriale e/o
commerciale, di marchi, segni distintivi,
brevetti, disegni industriali o modelli
contraffatti da soggetti terzi.
Non introdurre nel territorio dello Stato per
farne commercio, detenere per vendere o
mettere in qualunque modo in circolazione
prodotti industriali con marchi o segni
distintivi contraffatti o alterati da soggetti
terzi.
Non trasmettere, nei ristoranti in occasione
della organizzazione e gestione di eventi, a
mezzo radio/televisivo o in qualsivoglia altra
modalità, videocassette, musicassette,
qualsiasi supporto contenente fonogrammi o
videogrammi di opere musicali,
cinematografiche o audiovisive o sequenze di
immagini in movimento, od altro supporto per
il quale è prescritta, ai sensi della legge,
l’apposizione di contrassegno da parte della
Società italiana degli autori ed editori
(S.I.A.E.), privi del contrassegno medesimo o
dotati di contrassegno contraffatto o alterato.
Non produrre contenuti e/o messaggi idonei a
incitare l’apologia dei crimini di genocidio e/o
atteggiamenti di xenofobia.

7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA

Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità esecutive disciplinate nel Protocollo.
PT 7
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con soggetti terzi Pag. 1 di 5

INDICE

1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
5.1 INIZIATIVE FINANZIARIE E COMMERCIALI.......................................................................................................................2
5.2 SELEZIONE DEI FRANCHISEE......................................................................................................................................................3
5.3 SELEZIONE ED ASSUNZIONE DEL PERSONALE..............................................................................................................4
5.4 AVANZAMENTI DI CARRIERA, INCREMENTI RETRIBUTIVI...................................................................................4
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 5
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 5

Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data 30/05/2019
PT 7
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con soggetti terzi Pag. 2 di 5

1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A. di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione dei rapporti con soggetti terzi.

2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.

3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni aziendali della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, nella gestione
dei rapporti con soggetti terzi.
Fermo restando che devono essere messe in atto tutte le misure necessarie alla diffusione,
conoscenza e rispetto del Modello Organizzativo, dal momento di emissione del Protocollo,
i contratti tra la Società e i soggetti terzi, ove possibile, devono contenere apposita
dichiarazione con cui quest’ultimo affermi di essere a conoscenza e di rispettare le
prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del Codice Etico della Società. Inoltre, nei
contratti con i Soggetti Terzi, ove possibile, deve essere contenuta apposita clausola che
regoli le conseguenze della violazione da parte degli stessi delle norme di cui al D. Lgs. n.
231/2001 (es. clausole risolutive espresse, penali) e del Codice Etico della Società.

4 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
La responsabilità funzionale è assegnata alle Funzioni aziendali per i rispettivi ambiti di competenza.

5 MODALITÀ OPERATIVE

5.1 INIZIATIVE FINANZIARIE E COMMERCIALI

I contratti stipulati con soggetti terzi devono essere in forma scritta e sottoscritti dal General Manager o
da altro soggetto autorizzato secondo il sistema delle deleghe e dei poteri in vigore, previo esame da parte
di Legal, del testo. Una copia del contratto deve essere conservata secondo le procedure interne.
Nel caso di nuovi rapporti contrattuali il Responsabile della Funzione interessata, eventualmente
coordinandosi con le altre Funzioni aziendali, deve identificare i soggetti terzi attraverso le fonti di
informazioni disponibili, acquisendo quanto meno le informazioni individuate da Legal.
Fermo restando quanto specificamente previsto nei successivi paragrafi e, più specificamente, nel PT 9 -
Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze, il Responsabile della Funzione che intende proporre
l’instaurazione di un rapporto contrattuale o, se rientra nei suoi poteri, che intende procedere alla
conclusione di un’operazione che preveda un impegno annuo della Società pari o superiore a €2.500,00,
anche al fine della predisposizione di apposite vendor list, deve preventivamente verificare:
a) l’attendibilità commerciale e professionale dei fornitori e partner commerciali/finanziari,
archiviando la documentazione a tal fine acquisita, che comprende, a seconda dei casi e tenuto
conto delle policy di Gruppo, visure camerali; bilanci; dati pregiudizievoli pubblici - protesti,
procedure concorsuali -, acquisizione di informazioni commerciali sulla azienda, sui soci e sugli
amministratori tramite società specializzate, ecc.);
PT 7
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con soggetti terzi Pag. 3 di 5

b) ove necessario il possesso del rating di legalità, l’iscrizione nelle white list prefettizie o nell’elenco
delle imprese aderenti al Protocollo di legalità tra Confindustria e il Ministero dell’Interno;
c) ove necessario l’impegno del fornitore a produrre una dichiarazione sostitutiva attestante il rispetto
delle norme contributive, fiscali, previdenziali e assicurative a favore dei propri dipendenti e
collaboratori, degli obblighi di tracciabilità finanziaria e, in ogni caso, in conformità con quanto
previsto nel nel PT 9 - Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze apposita dichiarazione
del fornitore in cui quest’ultimo dichiara che: (i) il proprio personale riceve retribuzioni conformi
al contratto collettivo nazionale e/o territoriale applicabile e, comunque, proporzionate rispetto alla
quantità e qualità del lavoro prestato;(ii) applica correttamente a tutto il personale la normativa
che regola l’orario di lavoro, il periodo di riposo, il riposo settimanale, l’aspettativa obbligatoria e
le ferie; (iii) assicura al proprio personale tutte le misure atte a garantire la sua salute e sicurezza
sul luogo di lavoro; (iii) non sottopone il proprio personale a condizioni di lavoro, a metodi di
sorveglianza o a situazioni alloggiative degradanti; (iii) l’eventuale personale di paesi terzi
impiegato nell’esecuzione delle attività di cui al contratto è in regola con il permesso di soggiorno;
d) dichiarazione del fornitore attestante l’assenza di provvedimenti a carico dell’ente o dei suoi apicali
per reati della specie di quelli previsti dal D.Lgs. 231/2001.

Salvo autorizzazione scritta motivata del Consiglio di Amministrazione, immediatamente comunicata

all’OdV , non possono essere in ogni caso sottoscritti contratti nell’eventualità in cui risulti nel corso
delle negoziazioni che:
il soggetto terzo ha sede in Paesi black-list1 ovvero Paesi a rischio terrorismo, liste UIC, …;
vi è stata la proposta del soggetto terzo di trasferire in tutto o in parte le somme derivanti
dall’operazione in piazze diverse da quelle indicate nel contratto o a favore di soggetti diversi dai
contraenti, senza che tale proposta abbia una giustificazione oggettiva;
sono state date dal soggetto terzo indicazioni palesemente inesatte o incomplete, tali da far ritenere
l’intento di occultare informazioni essenziali riguardanti il soggetto terzo;
il soggetto terzo ha proposto di effettuare operazioni di importo significativo con utilizzo di contante
o attraverso strumenti al portatore.
Il Responsabile della Funzione che ha richiesto o concluso il contratto:
- verifica che le prestazioni rese dal soggetto terzo sulla base del contratto siano coerenti con le
condizioni contenute nel contratto stesso e comunica gli esiti di tale verifica a Finance;
- nel corso del rapporto verifica la correttezza del comportamento di controparte, anche al fine di
valutare la permanenza del soggetto in eventuali vendor list;
- archivia e conserva tutta la documentazione prodotta nell’ambito dell’esecuzione del contratto.

5.2 SELEZIONE DEI FRANCHISEE

Franchising provvede all’individuazione di nuovi franchisee secondo il piano approvato dalla Società e dal
Gruppo.
Fermo restando quanto previsto nel paragrafo 5.1, , Franchising ricevute le candidature, provvede a
acquisire le informazioni ed i dati di seguito riportati:
- esperienze professionali del potenziale Franchisee;

1 Individuati dal decreto ministeriale del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 21 novembre 2001 e s.m.i..
PT 7
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con soggetti terzi Pag. 4 di 5

- situazioni economica, patrimoniale e finanziaria (comprese attività e passività), qualora trattasi di


società già esistente ed operativa;
- Autorizzazione alle attività investigative da raccogliere per le società incaricate della due diligence.
Operations, Franchising e Training in particolare, è responsabile di verificare:
- La disponibilità, con riferimento a ciascun candidato, della documentazione relativa alle informazioni
e ai dati da acquisire;
- la capacità finanziaria

5.3 SELEZIONE ED ASSUNZIONE DEL PERSONALE

La Funzione che propone l’assunzione del personale specifica per iscritto a Responsabile Human
Resources l’esigenza alla base della richiesta, nonché i requisiti che ritiene opportuno siano posseduti dai
candidati. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal General Manager della Società e dal Responsabile
Human Resources, la Funzione che propone l’assunzione deve gestire - secondo le indicazioni ricevute,
anche in base alle policy di Gruppo, dal Responsabile Human Resources, il quale può stabilire requisiti
ulteriori rispetto a quelli individuati dalla Funzione proponente l’assunzione - la fase di ricerca dei
candidati e di valutazione dei relativi profili, anche con l’ausilio di consulenti esterni.
Human Resources, verificata la correttezza del processo di selezione, nonché il rispetto delle previsioni
del Codice Etico, provvede alla predisposizione della documentazione contrattuale e alla trasmissione di
tale documentazione ai soggetti incaricati della sottoscrizione, che devono essere dotati di idonei poteri di
firma sulla base del sistema di procure e deleghe tempo per tempo vigente. Il contratto non può essere in
ogni caso sottoscritto dal Responsabile della Funzione che ha proposto l’assunzione.
Il processo di selezione sopra descritto deve essere tracciabile e documentabile. Al Responsabile Human
Resources spetta il compito di provveder all’archiviazione della documentazione relativa alla eventuale
assunzione e al processo di selezione.

Il Responsabile Human Resources con cadenza annuale e/o su richiesta dell’Organismo di


Vigilanza deve trasmettere a quest’ultimo una sintesi riepilogativa delle assunzioni effettuate dalla
Società e delle cessazioni dei rapporti di lavoro.

5.4 COMPENSATION PACKAGE IN INGRESSO – AVANZAMENTI DI CARRIERA - INCREMENTI


RETRIBUTIVI

Il Compensation Package in ingresso vengono definiti sulla base delle seguenti modalità:
a) vengono proposti dal Responsabile Human Resources sulla base delle policy previste dal Gruppo,
dai valori del mercato di riferimento e del profilo del candidato nel rispetto, in ogni caso, di quanto
previsto dal CCNL di settore;
b) vengono successivamente comunicati per iscritto alla persone interessate.
Gli avanzamenti di carriera, gli incrementi retributivi non automatici e gli eventuali fringe benefit:
a) Vengono proposti dal Responsabile HR e condivisi con il General Manager e dal People Committee
sulla base delle policy previste dal Gruppo, nel rispetto, in ogni caso, di quanto previsto dal CCNL
di settore;
b) vengono successivamente comunicati per iscritto alle persone interessate.

La parte variabile della remunerazione degli amministratori deve:


- essere preventivamente approvata dall’assemblea dei soci;
- parametrata a indicatori di performance oggettivi;
PT 7
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione dei rapporti con soggetti terzi Pag. 5 di 5

- determinata in modo tale che il rapporto tra la componente variabile e quella fissa della
remunerazione individuale non può tendenzialmente superare il 200% (rapporto 2:1), salvo deroghe

motivate, concordate con la Controllante, e preventivamente comunicate all’OdV .

6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nella gestione dei rapporti con soggetti terzi, ivi incluse le attività
di controllo e monitoraggio, sono tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le previsioni di
legge esistenti in materia nonché le norme comportamentali richiamate nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Operare nel rispetto della normativa vigente, Nella gestione delle relazioni con i soggetti apicali
nonché delle policy di Gruppo e dei Protocolli (o loro sottoposti) di Soggetti Terzi con i quali la
aziendali. Società intrattiene – anche saltuariamente –
Ispirarsi a criteri di trasparenza nell’esercizio rapporti:
dell’attività aziendale, prestando la massima Non creare fondi a fronte di incassi non
attenzione alle notizie riguardanti i fornitori documentati e pagamenti non giustificati.
che possano anche solo generare il sospetto Non effettuare promesse o indebite elargizioni
della commissione di uno dei reati di di denaro o di altri benefici di qualsiasi natura
ricettazione, di riciclaggio e di impiego di (salvo omaggi che siano di modico valore ed in
denaro, beni o utilità di provenienza illecita e particolari occasioni dell’anno).
riferire al proprio responsabile. Non ricorrere ad altre forme di aiuti o
Assicurare la tracciabilità delle fasi del contribuzioni (sponsorizzazioni, incarichi,
processo decisionale. consulenze, assunzioni, offerte di
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla intrattenimento, …) che abbiano le stesse
Società, ove necessario, contengano apposita finalità vietate al punto precedente.
dichiarazione con cui le controparti affermino Non riconoscere compensi che non trovano
di essere a conoscenza e di rispettare le giustificazione in relazione al tipo di incarico
prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del da svolgere e, se esistenti, alla prassi vigenti in
Codice Etico della Società. Inoltre, nei ambito locale.
contratti, ove possibile, deve essere contenuta Non creare tenere una condotta ingannevole
apposita clausola che regoli le conseguenze che possa indurre terzi in errore di valutazione
della violazione da parte degli stessi delle tecnico-economica della documentazione
norme di cui al D. Lgs. n. 231/2001 (es. presentata.
clausole risolutive espresse, penali) e del Non perfezionare contratti con i licenziatari in
Codice Etico della Società. assenza dei necessari requisiti di qualità e
convenienza dell’operazione stessa.
Conservare la documentazione a supporto,
Non porre in essere alcuna condotta rilevante
adottando tutte le misure di sicurezza, fisica e
ai sensi del reato di “Intermediazione illecita e
logica, instaurate dalla Società.
sfruttamento del lavoro” di cui all’art. 603-bis
del Codice Penale e/o del reato di “Impiego di
cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è
irregolare” di cui all’art. 22, comma 12-bis del
decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286.

7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA

Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità esecutive disciplinate nel Protocollo.
PT 8
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione del patrimonio immobiliare e construction Pag. 1 di 4

INDICE

1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 3
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 4

Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data del documento 30/05/2019
PT 8
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione del patrimonio immobiliare e construction Pag. 2 di 4

1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo, nella gestione del patrimonio immobiliare.

2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.

3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni aziendali della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, nella gestione
del patrimonio immobiliare.
Con riferimento alla gestione finanziaria e di tesoreria nell’ambito del processo di gestione del patrimonio
immobiliare si rimanda al protocollo PT2 Gestione dei flussi monetari e finanziari mentre per la gestione
di eventuali rapporti con funzionari pubblici si rimanda alla norma comportamentale PT1 Gestione dei
rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Per la gestione delle attività di selezione di fornitori / appaltatori / consulenti si rimanda ai protocolli PT7
Gestione dei rapporti con soggetti terzi e PT9 Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze.
Infine, con riferimento alle attività in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro si rimanda allo
specifico protocollo PT5 Gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e dell’ambiente.

4 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.
La responsabilità funzionale è assegnata al Responsabile della Funzione Development e Construction.

5 MODALITÀ OPERATIVE
In relazione allo sviluppo di un nuovo ristorante, il sito viene segnalato da un developer al Responsabile
di Development e negoziato dal developer con la proprietà del sito con il supporto della Funzione Legal.
Ai fini della sottoscrizione, la documentazione contrattuale viene presentata ad uno specifico Comitato
della Società, ovvero, l’Investment Committee.
Il Responsabile di Development è responsabile del coordinamento dei lavori, a seconda dei casi, di
costruzione, di ristrutturazione dei ristoranti; la gestione operativa dei cantieri è affidata ad un General
Contractor esterno (nella totalità dei casi viene effettuata una gara on line, alla quale vengono invitati più
fornitori che sono tenuti a presentare l’offerta; aggiudicazione al massimo ribasso (appalto al migliore
offerente). La società aggiudicataria è responsabile di gestire i rapporti con i fornitori, sulla base delle
indicazioni ricevute dalla Società Committente.
Per i cantieri il Responsabile della Funzione Development e Construction si avvale dell’Head of
Construction per lo svolgimento delle seguenti attività:
a) coordinare i lavori, selezionando - nel rispetto di quanto stabilito dai protocolli PT7 Gestione dei
rapporti con soggetti terzi e PT9 Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze - i fornitori /
appaltatori / consulenti;
b) verificare e autorizzare, secondo i poteri conferiti, tutte le richieste d’acquisto;
PT 8
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione del patrimonio immobiliare e construction Pag. 3 di 4

c) provvedere ad effettuare una verifica budget vs effective; Nel caso in cui tali funzioni riscontrino delle
anomalie (con una differenza deve attivare un’analisi interna alla funzione al fine di comprenderne le
cause e motivare gli scostamenti).
Le spese extra budget devono essere verificate dal Responsabile di Development e Construction ed
approvate dai Comitati interni all’uopo incaricati ovvero in loro assenza dal Consiglio di Amministrazione.
Il Responsabile di Finance è responsabile della gestione amministrativa del patrimonio immobiliare, in
particolare per quanto attiene:
- liquidazione delle tasse (ad es.: IMU, TARI, TASI, …), anche per il tramite dei consulenti terzi di cui
si avvale la Società – la relativa documentazione per i relativi versamenti che non siano effettuati
direttamente dai consulenti della Società sulla base di apposita delega scritta;
- predisposizione della documentazione per volture, reintestazioni
- predisposizione della modulistica e documentazione relativa alle utenze per i ristoranti gestiti
direttamente dalla Società;
- coordinare, assieme al Responsabile della Funzione Legal, l’acquisizione della documentazione
concernente i contenziosi relativi a licenze e autorizzazioni.
Il responsabile di Legal è responsabile della:
- scannerizzazione e archiviazione di tutti i contratti e dei documenti relativi ai passaggi di proprietà,
locazioni, disdette e rinnovi; invio della documentazione di invio recessi e rinnovi.
- La manutenzione degli immobili è gestita da Construction sulla base delle procedure in vigore per
l’individuazione dei referenti per le problematiche manutentive o di gestione del ristorante in caso di
disaccordo o problemi con la proprietà e condominio.

6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nella gestione del patrimonio immobiliare, ivi incluse le attività di
controllo e monitoraggio, sono tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le previsioni di legge
esistenti in materia nonché le norme comportamentali richiamate nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Assicurare la tracciabilità delle fasi del Non tenere una condotta ingannevole che
processo decisionale. possa indurre terzi in errore di valutazione
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla tecnico-economica della documentazione
Società, ove necessario, contengano apposita presentata.
dichiarazione con cui le controparti affermino Non perfezionare operazioni di acquisizione di
di essere a conoscenza e di rispettare le un immobile in assenza dei necessari requisiti
prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del di qualità e convenienza dell’operazione stessa.
Codice Etico della Società. Inoltre, nei Non creare fondi a fronte di operazioni
contratti, ove possibile, deve essere contenuta immobiliari di acquisizione di un immobile a
apposita clausola che regoli le conseguenze prezzi superiori a quelli di mercato oppure di
della violazione da parte degli stessi delle fatturazioni inesistenti in tutto o in parte.
norme di cui al D. Lgs. n. 231/2001 (es.
clausole risolutive espresse, penali) e del
Codice Etico della Società.
Conservare la documentazione a supporto,
adottando tutte le misure di sicurezza, fisica e
logica, instaurate dalla Società.
PT 8
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione del patrimonio immobiliare e construction Pag. 4 di 4

7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA

Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità esecutive disciplinate nel Protocollo.
PT 9
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze Pag. 1 di 6

INDICE

1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
3 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 2
4 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 2
5 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 2
5.1 ACQUISTI DI BENI O SERVIZI.........................................................................................................................................................2
5.2 CONSULENZE...........................................................................................................................................................................................3
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 5
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 6

Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016

1.1
Rel.
Data del documento 30/05/2019
PT 9
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze Pag. 2 di 6

1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta Burger King Restaurants Italia S.p.A.., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità, le modalità operative ed i flussi
informativi verso l’Organismo di Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella
Parte Generale del Modello Organizzativo della Società, nella gestione degli acquisti di beni o servizi ivi
comprese le consulenze.

2 TERMINI DI VALIDITÀ
Il presente Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.

3 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutte le Funzioni della Società coinvolte, a qualsiasi titolo, nella gestione degli
acquisti di beni o servizi o consulenze.
I Destinatari sono tenuti a rispettare le disposizioni del D. Lgs. n. 231/2007 e s.m.i., nonché delle relative
disposizioni di attuazione, nei limiti in cui tali previsioni normative sono applicabili alla Società.
Tutti gli ordini di acquisto o contratti devono contenere le specifiche clausole contrattuali ex D. Lgs.
231/01 definite dalla Società.

4 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.

5 MODALITÀ OPERATIVE

5.1 ACQUISTI DI BENI O SERVIZI

Fermo restando quanto previsto nei protocolli PT7 Gestione dei rapporti con soggetti terzi e PT9 Gestione
degli acquisti di beni / servizi / consulenze per i rispettivi ambiti di competenza, le richieste relative a
offerte concernenti gli acquisti di beni e servizi generali devono essere rivolte a soggetti qualificati,
anche laddove disponibili - sulla base di vendor list predisposte dalle Funzioni Interessate e/o dalle
Funzioni di gruppo appositamente incaricate.
Una volta ricevute le offerte dai potenziali fornitori contattati, la Funzione interessata all’acquisto deve
valutare i potenziali fornitori le cui offerte sono ritenute interessanti, sulla base dei seguenti elementi:
- professionalità;
- condizioni di prestazione praticate, tenuto conto di eventuali precedenti acquisti da fornitori di
contenuto analogo (costo ed eventuali costi accessori, flessibilità, qualità del bene/servizio, tempi di
intervento, modalità e tempi di pagamento, …);
- adeguata struttura organizzativa e finanziaria in relazione alle caratteristiche dell’acquisto;
- rispetto delle norme di sicurezza e prevenzione della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, laddove
previsto dal Protocollo PT 5 Gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e dell’ambiente.
La Funzione interessata all’acquisto motiva, quindi, la scelta, riportando per iscritto le valutazioni
effettuate sulla base degli elementi sopraindicati al fine di garantire la tracciabilità del processo
decisionale. Laddove non abbia poteri di sottoscrivere il relativo contratto, il Responsabile di Funzione
comunica per iscritto la scelta e le relative valutazioni al soggetto che, in base al sistema di deleghe e
PT 9
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze Pag. 3 di 6

procure di tempo in tempo vigente, ha il potere di sottoscrivere il contratto stesso. Se il contenuto del
contratto non è conforme a contratti standard in precedenza approvati dal Responsabile di Legal, la
sottoscrizione deve essere preventivamente approvata dal Responsabile di Legal.
Fermo restando quanto previsto nei protocolli PT7 Gestione dei rapporti con soggetti terzi e PT9 Gestione
degli acquisti di beni / servizi / consulenze per i rispettivi ambiti di competenza, nella selezione dei
fornitori / appaltatori per la costruzione / ristrutturazione dei ristoranti e la fornitura
degli arredi, Development e Construction deve valutare il fornitore / appaltatore e la sua offerta sulla
base dei seguenti elementi:
- - Lista fornitori approvati e verificati;
- sistema di controllo qualità.
Inoltre, per quanto riguarda i contratti di appalto:
- rispetto delle norme di sicurezza e prevenzione della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro;
- accertamento, anche attraverso apposite clausole contrattuali nonché mediante consegna di apposite
certificazioni laddove previste dalla normativa tempo per tempo vigente, della regolarità e correttezza
dei versamenti e degli adempimenti tutti di natura contributiva, previdenziale, assicurativa e fiscale
previsti a carico degli appaltatori;
- dichiarazione del fornitore, mediante la quale quest’ultimo garantisce che (i) il proprio personale
riceve retribuzioni conformi al contratto collettivo nazionale e/o territoriale applicabile e, comunque,
proporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato; (ii) applica correttamente a tutto il
personale la normativa che regola l’orario di lavoro, il periodo di riposo, il riposo settimanale,
l’aspettativa obbligatoria e le ferie; (iii) assicura al proprio personale tutte le misure atte a garantire
la sua salute e sicurezza sul luogo di lavoro; (iv) non sottopone il proprio personale a condizioni di
lavoro, a metodi di sorveglianza o a situazioni alloggiative degradanti; (v) l’eventuale personale di
paesi terzi impiegato nell’esecuzione delle attività di cui al contratto è in regola con il permesso di
soggiorno.
Salvo autorizzazione scritta motivata del Consiglio di Amministrazione, immediatamente comunicata

all’OdV , non possono essere in ogni caso sottoscritti contratti nell’eventualità in cui risulti nel corso
delle negoziazioni che:
vi è stata la proposta del fornitore/appaltatore di effettuare o ricevere pagamenti di importo
significativo con utilizzo di contante o attraverso strumenti al portatore;
vi è stata la proposta di pagamenti a favore di soggetti non riconducibili al fornitore/appaltatore;
il fornitore/appaltatore si rifiuta o si mostra ingiustificatamente riluttante a fornire le informazioni
previste dal presente Protocollo, a dichiarare la propria attività, a presentare documentazione
contabile o di altro genere e a dare quelle informazioni che, in circostanze normali verrebbero rese;
l’appaltatore fa ricorso a subappalti in cui i rapporti non appaiano trasparenti.
Laddove non abbia poteri di sottoscrivere il contratto, il Responsabile di Development e Construction
comunica per iscritto la scelta e le relative valutazioni al soggetto che, in base al sistema di deleghe e
procure di tempo in tempo vigente, ha il potere di sottoscrivere il contratto stesso. Se il contenuto del
contratto non è conforme a contratti standard in precedenza approvati dal Responsabile di Legal, la
sottoscrizione deve essere preventivamente approvata dal Responsabile di Legal.

5.2 CONSULENZE

Il Responsabile della Funzione che ravvisasse la necessità della nomina di un Consulente (“Funzione
Richiedente”) provvede a indicare per iscritto, anche a mezzo e-mail, al General Manager le esigenze
alla base della nomina dello stesso il profilo professionale dell’eventuale candidato, il compenso
complessivo ritenuto congruo e le eventuali referenze. Se la Funzione Richiedente è già orientata verso
l’individuazione di uno specifico Consulente, ne indica anche il nominativo.
PT 9
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze Pag. 4 di 6

Fermo restando quanto previsto nel Protocollo PT 7 Gestione dei rapporti con soggetti terzi, nella fase di
selezione la Funzione Richiedente dovrà tenere in considerazione (dandone comunicazione nella relativa
richiesta), quali indici di “maggior rischio” («red flags»), i seguenti elementi:
il Consulente opera normalmente in una diversa area di business da quello per cui è stato
impegnato;
il Consulente richiede compensi palesemente eccedenti;
il Consulente è legato o è in stretta collaborazione con un funzionario pubblico, anche non
direttamente interessato alla transazione, ovvero è (o è stato nel recente negli ultimi tre anni) un
dipendente, amministratore o un collaboratore della controparte;
il Consulente entra a far parte della transazione su esplicita richiesta o su insistenza di un
funzionario pubblico;
vi è stata la proposta del Consulente di effettuare operazioni:
- con modalità, frequenza o dimensioni che risultano illogiche, inusuali o tali da denotare intenti
dissimulatori, soprattutto se non vi sono plausibili giustificazioni economiche o finanziarie;
- con enti appartenenti alla Pubblica Amministrazione;
- con controparti insediate in aree geografiche appartenenti a Paesi black-list;
- con indicazioni palesemente inesatte o incomplete, tali da far ritenere l’intento di occultare
informazioni essenziali riguardanti il Consulente;
- di importo significativo con utilizzo di contante o attraverso strumenti al portatore;
- con trasferimento delle somme in piazze diverse da quelle indicate nel contratto o a favore di
soggetti diversi dagli intestatari.
Dette informazioni potranno essere ottenute anche in via indiretta, purché sulla base di fonti attendibili
ed indipendenti.
Laddove non abbia poteri di sottoscrivere il contratto, il Responsabile della Funzione Richiedente
comunica per iscritto la scelta e le relative valutazioni al soggetto che, in base al sistema di deleghe e
procure di tempo in tempo vigente, ha il potere di sottoscrivere il contratto stesso. Se il contenuto del
contratto non è conforme a contratti standard in precedenza approvati dal Responsabile di Legal, la
sottoscrizione deve essere preventivamente approvata dal Responsabile di Legal.
Salvo autorizzazione scritta motivata del Consiglio di Amministrazione, , non possono essere in ogni caso
sottoscritti contratti nell’eventualità in cui risulti nel corso delle negoziazioni che sussistono uno o più
degli elementi sopra riportati.

Nel caso in cui la Funzione Richiedente o altra Funzione venga a conoscenza nel corso
dell’esecuzione dell’incarico di consulenza di uno o più degli indici di rischio sopra riportati, la stessa
deve darne tempestiva informazione al Country Manager e al Responsabile di Legal, per una
valutazione del Consulente. In caso di valutazione negativa, la Funzione Richiedente sarà tenuta a darne
tempestiva notizia all’Organismo di Vigilanza e dovrà sospendere ogni attività con il Consulente. In caso
di valutazione positiva, la stessa deve essere comunicata per iscritto all’Organismo di Vigilanza, con
indicazione delle motivazioni alla base della valutazione stessa
La Funzione Richiedente:
- prima della sottoscrizione del contratto, verifica e sottopone all’autorizzazione del Responsabile
Finance la richiesta di fondi spese e/o di rimborsi spese;
- verifica che le prestazioni rese dal Consulente siano coerenti con le condizioni dell’incarico mediante
apposizione di una sigla sul documento pro-forma o sul documento fiscale e sottopone il pagamento
all’autorizzazione del Responsabile Finance, verificando la piena coincidenza tra soggetti ai quali i
pagamenti devono essere fatti e controparti contrattuali coinvolte nella transazione;
PT 9
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze Pag. 5 di 6

- archivia e conserva tutta la documentazione prodotta nell’ambito dell’esecuzione dell’incarico.

L’elenco dei Consulenti incaricati di rappresentare la Società deve essere annualmente comunicato
all’Organismo di Vigilanza da Finance.
La tracciabilità delle singole fasi del processo di acquisti di beni e servizi o consulenze deve avvenire
attraverso l’archiviazione, a cura dei Destinatari dei documenti relativi alle varie fasi del processo di
selezione e gestione (es.: fatture, contratti, ...) per consentire la ricostruzione delle responsabilità e delle
motivazioni delle scelte effettuate.

6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari coinvolti a qualsiasi titolo nella gestione degli acquisti di beni o servizi o consulenze sono
tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le previsioni di legge esistenti in materia, con
particolare riferimento alla normativa vigente sulla Privacy, nonché le norme comportamentali
richiamate nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Operare nel rispetto della normativa vigente, Non assegnare incarichi di fornitura di beni /
nonché delle policy e dei Protocolli aziendali. servizi a persone o Società vicine o gradite a
Ispirarsi a criteri di trasparenza nell’esercizio soggetti pubblici o ad altri Soggetti Terzi in
dell’attività aziendale, prestando la massima relazione con la Società in assenza dei
attenzione alle notizie riguardanti i fornitori necessari requisiti di qualità e convenienza
che possano anche solo generare il sospetto dell’operazione.
della commissione di uno dei reati di Non creare fondi extra contabili a fronte di
ricettazione, di riciclaggio e di impiego di beni/servizi contrattualizzati a prezzi superiori
denaro, beni o utilità di provenienza illecita e a quelli di mercato oppure di fatturazioni
riferire al proprio responsabile. inesistenti in tutto o in parte.
Assicurare la tracciabilità delle fasi del Non contraffare, alterare marchi o segni
processo decisionale. distintivi, nazionali o esteri, di prodotti
industriali o fare uso di tali marchi e segni
Riconoscere compensi che non trovano contraffatti ovvero introdurre nel territorio
giustificazione in relazione al tipo di incarico dello Stato prodotti industriali con marchi o
da svolgere e alla prassi vigenti in ambito altri segni distintivi, nazionali o esteri,
locale. contraffatti o alterati o atti a indurre in inganno
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla il compratore sull’origine, provenienza o
Società, ove necessario, contengano apposita qualità dell’opera o del prodotto.
dichiarazione con cui le controparti affermino
di essere a conoscenza e di rispettare le
prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del
Codice Etico della Società. Inoltre, nei
contratti, ove possibile, deve essere contenuta
apposita clausola che regoli le conseguenze
della violazione da parte degli stessi delle
norme di cui al D. Lgs. n. 231/2001 (es.
clausole risolutive espresse, penali) e del
Codice Etico della Società.

Conservare la documentazione a supporto,


adottando tutte le misure di sicurezza, fisica e
logica, instaurate dalla Società.
PT 9
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione degli acquisti di beni / servizi / consulenze Pag. 6 di 6

7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA

Oltre ai flussi specifici individuati nelle modalità operative ( ), i Destinatari sono tenuti a segnalare
all’OdV ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto alle norme
comportamentali e alle modalità operative disciplinate nel Protocollo.
PT 10
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione ed utilizzo dei sistemi informativi aziendali Pag. 1 di 6

INDICE

1 DEFINIZIONI .................................................................................................... 2
2 SCOPO ............................................................................................................... 2
3 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 3
4 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 3
5 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 3
6 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 3
7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA ....................... 6

Rel. 1.0
Data del documento 24/02/2016
Rel. 1.1
Data del documento 30/05/2019
PT 10
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione ed utilizzo dei sistemi informativi aziendali Pag. 2 di 6

1 DEFINIZIONI
Account di rete: credenziale personale di accesso alla rete composta da nome utente e dalla relativa
password.
Amministratore di sistema: come indicato nel Provvedimento del Garante per la protezione dei dati
personali “Misure e accorgimenti prescritti ai titolari dei trattamenti effettuati con strumenti elettronici
relativamente alle attribuzioni delle funzioni di amministratore di sistema” si individuano
generalmente, in ambito informatico, figure professionali finalizzate alla gestione e alla manutenzione di
un impianto di elaborazione o di sue componenti. Vengono però considerate tali anche altre figure
equiparabili dal punto di vista dei rischi relativi alla protezione dei dati, quali gli amministratori di basi di
dati, gli amministratori di reti e di apparati di sicurezza e gli amministratori di sistemi software complessi.
Credenziali di accesso: l’insieme degli elementi identificativi di un utente o di un Account di rete
(generalmente userID e password).
Dato informatico (o «dato»): qualunque rappresentazione di fatti, informazioni o concetti, in forma
idonea per l’elaborazione o la conservazione con un sistema informatico, incluso un programma atto a
consentire ad un sistema informatico lo svolgimento di funzioni.
Gestione dei permessi o profilazione: definizione, da parte del Responsabile di funzione, delle modalità di
accesso (scrittura, lettura, modifica e stampa) ai dati di competenza dell’Unità Organizzativa e indicazione
del supporto sul quale le stesse debbano essere gestite e salvate.
Personale Tecnico: Amministratori di sistema, Operatori di sistema, Sistemisti, Sviluppatori di software,
tecnici che effettuano manutenzione Hardware e, in generale, tutti coloro che per esigenze di
manutenzione, gestione, assistenza e supporto, monitoraggio e implementazione, operano sul sistema
informatico.
Postazione di Lavoro: postazione informatica aziendale fissa oppure mobile in grado di trattare
informazioni aziendali.
Server: elaboratore dedicato alla fornitura di risorse e servizi per altri computer, detti “client”, connessi
fisicamente tra loro in rete. Detto server può essere fisico (in Azienda), virtualizzato (tecnica informatica)
in Azienda o in remoto (su cloud o nuvola, in hosting, in housing, …).
Servizi di rete: servizi forniti dai server: la posta elettronica interna ed esterna, la navigazione Internet e
Intranet, le cartelle condivise, le stampanti condivise, gli applicativi aziendali.
Sistema informatico: (o «sistema»): qualsiasi apparecchiatura o gruppo di apparecchiature interconnesse
o collegate, una o più delle quali, in base ad un programma, che consentono l’elaborazione automatica di
dati.
Spamming: l’invio di messaggi indesiderati (generalmente commerciali).
Virus: software, appartenente alla categoria dei malware, che è in grado, una volta eseguito, di infettare
dei file in modo da riprodursi facendo copie di sé stesso, generalmente senza farsi rilevare dall’utente.

2 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta da Burger King Restaurants Italia S.p.A., di seguito
anche «Società», i principi comportamentali, le responsabilità ed i flussi informativi verso l’Organismo di
Vigilanza a cui devono attenersi i Destinatari, così come individuati nella Parte Generale del Modello
Organizzativo della Società, nella gestione e nell’utilizzo dei Sistemi Informativi (di seguito più
brevemente anche solo «Destinatari»).
Nella gestione del Sistema Informativo la Società si avvale delle infrastrutture, dell’hardware e del
software fornito dalla Controllante.
PT 10
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione ed utilizzo dei sistemi informativi aziendali Pag. 3 di 6

3 TERMINI DI VALIDITÀ
Il Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.

4 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica, per i rispettivi ambiti di competenza, a tutti coloro che utilizzano (anche «utenti»
o «utilizzatori»), gestiscono (anche «Personale Tecnico») o comunque abbiano accesso ai sistemi e/o ai
dati informatici aziendali.
Sono in ogni caso fatte salve le disposizioni previste dal Regolamento per l’utilizzo dei sistemi informatici
adottato dalla Società e dalle procedure operative di volta in volta implementate dalla Società e dal
Gruppo.

5 RESPONSABILITÀ
La Responsabilità funzionale è assegnata a Legal, Human Resources e IT.
I Responsabili Legal e IT sono responsabili di effettuare un adeguato monitoraggio, anche sull’attività dei
fornitori, per verificare il rispetto delle obbligazioni contrattualmente previste.

6 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari a qualsiasi titolo coinvolti nelle attività di gestione ed utilizzo del sistema informatico sono
tenuti ad osservare le previsioni di legge esistenti in materia, con particolare riferimento alla normativa
vigente sulla Privacy, nonché le norme comportamentali richiamate anche nel Codice Etico e le indicazioni
previste nelle procedure operative aziendali.
Gli strumenti e i dati informatici aziendali, devono essere utilizzati per fini e scopi attinenti l’attività
lavorativa. A tale fine i dispositivi sono forniti in dotazione in condizioni adeguate e congruenti con tali
scopi.
I seguenti principi di carattere generale si applicano ai Destinatari.
Area del fare Area del NON fare
È consentito l’accesso ad internet, mediante il Non è consentito modificare le caratteristiche
normale software di navigazione in rete in impostate sul proprio PC né procedere ad
dotazione, solo se effettuato per scopi leciti e installare dispositivi di memorizzazione,
legati all’attività lavorativa tali da non comunicazione o altro (come ad esempio
pregiudicare il patrimonio informativo masterizzatori, modem, …).
aziendale. Non è consentita la concessione di privilegi
È consentito l’utilizzo di certificati elettronici, amministrativi sul PC;
di firma digitale con chiave pubblica o di Non è consentito cedere a terzi, anche solo
meccanismi di crittografia dei dati per temporaneamente, qualsivoglia
comunicazioni critiche, unicamente secondo apparecchiatura informatica o telematica
le modalità indicate dalla Società. aziendale, nonché i relativi software,
Al termine del rapporto di lavoro o di credenziali di accesso, oppure di lasciare
collaborazione il dipendente o il collaboratore incustodite dette apparecchiature in luoghi
deve restituire al Responsabile IT le dotazioni accessibili a terzi fuori dai locali aziendali. In
e le risorse informatiche di cui ha avuto la caso di furto o smarrimento di tali beni
disponibilità. aziendali in dotazione, è onere del
Assicurarsi che i contratti stipulati dalla Destinatario sporgere formale denuncia alle
Società, ove necessario, contengano apposita pubbliche autorità competenti ed informare
dichiarazione con cui le controparti affermino immediatamente, il Responsabile IT affinché
di essere a conoscenza e di rispettare le si possano porre in essere tutte le misure atte
PT 10
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione ed utilizzo dei sistemi informativi aziendali Pag. 4 di 6

Area del fare Area del NON fare


prescrizioni di cui al D. Lgs. n. 231/2001 e del ad isolare il sistema informativo e limitare i
Codice Etico della Società. Inoltre, nei rischi di accessi non autorizzati.
contratti, ove possibile, deve essere contenuta Non è consentito l’utilizzo di software di tipo
apposita clausola che regoli le conseguenze peer-to-peer o l’installazione e/o l’utilizzo di
della violazione da parte degli stessi delle software / hardware / accessori / periferiche
norme di cui al D. Lgs. n. 231/2001 (es. diversi da quelli stabiliti dalla Società
clausole risolutive espresse, penali) e del Non è consentito accedere alla rete aziendale,
Codice Etico della Società. ai programmi ed alle banche dati, siano essi
aziendali o di terzi, con credenziali di accesso
diverse da quelle assegnate, né e consentito
ottenere credenziali di accesso a risorse
informatiche o telematiche aziendali, o di
terzi, con metodi o procedure differenti da
quelle a tale scopo autorizzate dalla Società.
Non è consentito danneggiare o interrompere
un sistema informatico o telematico di terzi,
pubblici o privati, nonché diffondere
apparecchiature, dispositivi o programmi
informatici diretti a danneggiare od
interrompere un sistema informatico o
telematico.
Non è consentito porre in essere qualunque
attività abusiva di intercettazione,
impedimento o interruzione di comunicazioni
informatiche o telematiche, nonché installare
apparecchiature atte ad intercettare, impedire
od interrompere comunicazioni informatiche
o telematiche.
Non è consentito porre in essere qualunque
attività che possa determinare il
danneggiamento di informazioni, dati e
programmi informatici di terzi, siano essi
pubblici o privati.
Non è consentito modificare in qualsiasi modo
la configurazione delle postazioni di lavoro
fisse o mobili assegnate dalla Società.
Non è consentito installare o utilizzare
strumenti software e/o hardware che
potrebbero essere adoperati per valutare o
compromettere la sicurezza di risorse
informatiche o telematiche (es. sistemi per
individuare le password, decifrare i file
criptati, …).
Non è consentito divulgare informazioni
relative alle risorse informatiche aziendali, né
copiare, manomettere, sottrarre o distruggere
il patrimonio informatico aziendale, di clienti
o di terzi, comprensivo di dati, archivi e
programmi.
Non è consentito effettuare prove o tentare di
compromettere i controlli di sicurezza delle
risorse informatiche aziendali.
Non è consentito divulgare, cedere o
condividere con personale interno o esterno
alla Società le proprie credenziali di accesso ai
PT 10
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione ed utilizzo dei sistemi informativi aziendali Pag. 5 di 6

Area del fare Area del NON fare


sistemi ed alla rete aziendale o di terzi.
Non è consentito sfruttare eventuali
vulnerabilità o inadeguatezze nelle misure di
sicurezza delle risorse informatiche o
telematiche aziendali o di terzi per ottenere
l’accesso a risorse o informazioni diverse da
quelle cui si è autorizzati ad accedere, anche
nel caso in cui tale intrusione non provochi un
danneggiamento a dati, programmi o sistemi.
Non è consentito mascherare, oscurare o
sostituire la propria identità e inviare e-mail
riportanti false generalità o inviare
intenzionalmente e-mail contenenti virus o
altri programmi in grado di danneggiare o
intercettare danni.
Non è consentito effettuare pratiche di
spamming così come ogni azione di risposta
alle medesime.
Non è consentito violare risorse informatiche
di società concorrenti.
Non è consentito danneggiare le
infrastrutture tecnologiche di società
concorrenti al fine di impedirne l’attività o
danneggiarne l’immagine.
Non è consentito manipolare i dati presenti
sui propri sistemi come risultato dei processi
di business.
Non è consentito danneggiare, distruggere o
manomettere documenti informatici aventi
efficacia probatoria, registrati presso enti
pubblici (es. polizia, uffici giudiziari, ecc.), e
relativi a procedimenti o indagini giudiziarie
in cui la Società sia coinvolta a qualunque
titolo.
Non è consentito accedere abusivamente ad
un sistema informatico di un collega, al fine di
estrarre dati, modificarne il contenuto o
semplicemente prenderne visione.
Non è consentito accedere a reti aziendali
appartenenti al precedente posto di lavoro
anche tramite strumenti di accesso remoto in
modo illegittimo.
Non è consentito utilizzare in qualsiasi forma
e/o modo ed a qualsiasi scopo anche per uso
personale opere dell’ingegno e/o materiali
protetti dai diritti di autore e/o connessi,
nonché da ogni diritto di proprietà
intellettuale e/o industriale.
Non è consentito, laddove gli adempimenti
vengano effettuati utilizzando il sistema
informatico/telematico della Pubblica
Amministrazione, alterare lo stesso ed i dati
inseriti in qualsivoglia modo procurando un
danno alla Pubblica Amministrazione stessa
ovvero accedere attraverso il furto o l’indebito
PT 10
PROTOCOLLO
Rel. 1.1 del 30/05/2019

Gestione ed utilizzo dei sistemi informativi aziendali Pag. 6 di 6

Area del fare Area del NON fare


utilizzo di identità digitale.
Fatto salvo quanto diversamente previsto nell’ambito dei singoli principi sopra riportati, eventuali
specifiche e motivate esigenze in deroga ai predetti principi devono essere segnalate a Legal, Human
Resources e IT al fine di ottenere la necessaria autorizzazione.

7 FLUSSI INFORMATIVI VERSO L’ORGANISMO DI VIGILANZA


Il Responsabile IT, deve segnalare preventivamente all’OdV le variazioni che interessano il sistema di
controllo interno riferito ai sistemi informativi rispetto a quanto contenuto nel Protocollo.
I Destinatari, in relazione a quanto indicato nel Protocollo, sono tenuti a comunicare tempestivamente
all’OdV qualsiasi anomalia riscontrata nell’utilizzo dei sistemi informatici aziendali, nonché qualsiasi
evento che potrebbe indurre a ritenere che possano essere esposti a rischio i dati e documenti informatici
della Società indicando le ragioni delle difformità e dando atto del processo autorizzativo seguito.
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019

Gestione delle segnalazioni – Whistleblowing Pag. 1 di 7

INDICE

1 SCOPO ............................................................................................................... 2
2 DEFINIZIONI .................................................................................................... 2
3 TERMINI DI VALIDITÀ ..................................................................................... 2
4 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................. 3
5 RESPONSABILITÀ ............................................................................................ 3
6 MODALITÀ OPERATIVE ................................................................................... 3
6.1 GESTIONE DELLE SEGNALAZIONI................................................................................................................................3
6.2 Canali di comunicazione..............................................................................................................................................................3
6.3 Segnalazioni tramite Ethics Point........................................................................................................................................3
6.4 Segnalazioni tramite casella vocale (Hotline) ...........................................................................................................4
6.5 Segnalazione tramite posta elettronica...........................................................................................................................4
6.6 Istruttoria..................................................................................................................................................................................................4
6.7 Accertamento.........................................................................................................................................................................................6
6.8 Valutazione..............................................................................................................................................................................................6
6.9 Feedback ....................................................................................................................................................................................................6
7 NORME COMPORTAMENTALI ......................................................................... 7

Rel. 1.0
Data del documento 30/05/2019
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019

Gestione delle segnalazioni – Whistleblowing Pag. 2 di 7

1 SCOPO
Il Protocollo definisce, nell’ambito dell’attività svolta Burger King Restaurants ItaliaS.p.A.., di seguito
anche «Società», il processo di invio, ricezione, analisi e trattamento delle segnalazioni inviate dai
Dipendenti della Società.

2 DEFINIZIONI
DESTINATARI: ai soli fini del presente Protocollo per Destinatari si intendono i soli Dipendenti,
Dirigenti, Amministratori e, ove nominati, Organi di controllo della Società

SEGNALAZIONE: qualsiasi comunicazione da parte di un Destinatario, avente ad oggetto una


Violazione.
Sono escluse dal procedimento in argomento le segnalazioni aventi ad oggetto rimostranze di carattere
personale del Segnalante o richieste che attengono alla disciplina del rapporto di lavoro o ai rapporti con
superiori gerarchici o colleghi non riconducibili a discriminazioni, minacce e molestie.

SEGNALANTI: ai fini del presente Protocollo, per Segnalante si intende il Destinatario.

SEGNALAZIONE ANONIMA: segnalazione in cui le generalità del Segnalante non siano esplicitate,
né siano individuabili in maniera univoca.

SEGNALAZIONE CIRCOSTANZIATA: segnalazione in cui la narrazione da parte del Segnalante, di


fatti, eventi o circostanze che costituiscono gli elementi fondanti dell’asserito illecito è effettuata con un
grado di dettaglio sufficiente a consentire, almeno astrattamente, ai competenti organi aziendali di
identificare elementi utili o decisivi ai fini della verifica della fondatezza della segnalazione stessa.

SEGNALAZIONE IN BUONAFEDE: segnalazione per la quale il Segnalante ha trasmesso tutte le


informazioni in suo possesso, è ragionevolmente sicuro che le violazioni siano effettivamente avvenute e
non agisce per interessi personali.

SEGNALAZIONE IN MALAFEDE: segnalazione che dagli esiti della fase istruttoria si rilevi priva di
fondamento sulla base di elementi oggettivi comprovanti la malafede del Segnalante, fatta allo scopo di
arrecare un danno ingiusto alla persona e/o società segnalata.

SEGNALAZIONE INERENTE: segnalazione relative a violazioni del Codice Etico o del Modello di
Organizzazione Gestione e Controllo ex D. Lgs. 231/01.

SEGNALAZIONE VERIFICABILE: segnalazione per la quale gli strumenti di indagine a disposizione


siano sufficienti per compiere verifiche sulla fondatezza o meno dei fatti o circostanze segnalati (ad
esempio natura della violazione, quando è avvenuta, cause e finalità, società /funzioni/persone coinvolti).

VIOLAZIONE: ogni condotta illecita rilevante ai sensi del D.Lgs. 231/2001 o un comportamento
contrario ai principi e alle norme contenute nel Codice Etico e/o nel Modello di Organizzazione Gestione
e Controllo ex D.Lgs. 231/01.

3 TERMINI DI VALIDITÀ
Il presente Protocollo assume validità dalla data della sua emissione indicata in copertina.
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019

Gestione delle segnalazioni – Whistleblowing Pag. 3 di 7

Ogni eventuale successivo aggiornamento annulla e sostituisce, dalla data della sua emissione, tutte le
versioni emesse precedentemente.

4 AMBITO DI APPLICAZIONE
Il Protocollo si applica a tutti i Destinatari .

5 RESPONSABILITÀ
L’applicazione del Protocollo è obbligatoria per tutti i Destinatari.

6 MODALITÀ OPERATIVE

6.1 GESTIONE DELLE SEGNALAZIONI

Qualora un Destinatario venga a conoscenza di una Violazione è incoraggiato a riferirne tempestivamente


al proprio responsabile gerarchico, oppure tramite uno dei canali descritti nei paragrafi successivi.

6.2 CANALI DI COMUNICAZIONE

Al fine di agevolare la segnalazione di Violazioni, la Società ha predisposto i seguenti canali di


comunicazione:
• Ethics Point,
• Casella vocale,
• Posta elettronica (indirizzo email odv@burgerking.it).
Qualunque sia il canale scelto dal Destinatario, la Società garantisce che nessuna misura, quale ad esempio
demansionamento, sanzioni disciplinari, licenziamento, minacce, ritorsioni o discriminazioni colpirà chi
abbia effettuato una segnalazione in buona fede.
Inoltre l’identità del Segnalante sarà gestita garantendo la massima riservatezza.
Qualunque Segnalante che ritenga di essere stato oggetto di ritorsione dopo aver inviato una segnalazione
in buona fede è invitato a segnalarlo tempestivamente tramite uno dei canali disponibili. Ogni presunta
ritorsione o discriminazione sarà oggetto di accurata e tempestiva investigazione. La Società adotterà
sanzioni disciplinari contro chiunque sia responsabile di azioni di ritorsione o discriminazione nei
confronti di chi ha effettuato una segnalazione.
È considerata violazione del presente protocollo la mancata segnalazione da parte di chi sia a conoscenza
di una Violazione. In caso di provata mala fede la funzione Risorse Umane provvederà ad applicare
sanzioni disciplinari.

6.3 SEGNALAZIONI TRAMITE ETHICS POINT

Il canale Ethics Point è gestito da un fornitore indipendente ed è disponibile 24 ore al giorno, 7 giorni su
7 e l’accesso avviene tramite la pagina intranet dedicata.
Il canale Ethics Point è disponibile nelle seguenti lingue:italiano.
In fase di inserimento di una segnalazione, il Segnalante, dopo aver selezionato la lingua, viene guidato
nella scelta della specifica tipologia di violazione e nella descrizione delle circostanze e dei fatti tramite un
questionario.
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019

Gestione delle segnalazioni – Whistleblowing Pag. 4 di 7

Il Segnalante ha facoltà di rimanere anonimo; inoltre le informazioni verranno inoltrate in formato


crittografato.
Una volta completato l’inserimento di una segnalazione, il canale Ethics Point assegna un codice
identificativo univoco che permette a ciascun Segnalante di verificarne lo stato di lavorazione, in modo
del tutto anonimo.
Si raccomanda al Segnalante di accedere periodicamente al Ethics Point in quanto, in caso chi effettuerà
l’accertamento avesse necessità di approfondimenti, chiarimenti o maggiori dettagli, avrà come unico
canale di comunicazione con il Segnalante il Ethics Point.

6.4 SEGNALAZIONI TRAMITE CASELLA VOCALE (HOTLINE)

Se il Segnalante preferisce non utilizzare il canale Ethics Point, può fare ricorso alla Hotline. Così come il
canale Ethics Point, anche la Hotline è gestita da un fornitore indipendente ed è disponibile 24 ore al
giorno, 7 giorni su 7. Le lingue disponibili sono le seguenti: italiano.
Il Segnalante contatta il numero telefonico gratuito 800 – 797116 e dopo aver selezionato la lingua di
conversazione e aver inserito il numero richiesto, entra in contatto con un operatore. Il Segnalante viene
guidato tramite lo stesso questionario predisposto per il canale Ethics Point.

6.5 SEGNALAZIONE TRAMITE POSTA ELETTRONICA

Le segnalazioni possono essere inviate anche tramite posta elettronica all’Organismo di Vigilanza della
Società, all’indirizzo odv@burgerking.it .
Questo canale, a differenza dei due precedenti, non può garantire l’anonimato del Segnalante e non è
crittografato.

6.6 ISTRUTTORIA

Qualunque sia il canale scelto per effettuare una Segnalazione, il processo della relativa gestione è
comune, descritto nei paragrafi che seguono e sintetizzato nell’Allegato 2 (“Flusso di gestione delle
Segnalazioni”).
La funzione Compliance classifica le segnalazioni, sulla base dei loro contenuti, secondo la seguente
logica:
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019

Gestione delle segnalazioni – Whistleblowing Pag. 5 di 7

Nel caso in cui una segnalazione risulti non adeguatamente circostanziata, la funzione Compliance avrà
facoltà di richiedere al Segnalante, ove possibile, ulteriori elementi di dettaglio, ai fini di una analisi
approfondita della fattispecie segnalata.
Al termine del processo di istruttoria, la funzione Compliance trasmette all’Organismo di Vigilanza
le segnalazioni ritenute rilevanti e la relativa classificazione.
L’Organismo di Vigilanza esamina le segnalazioni, valida la classificazione proposta dalla funzione
Compliance e decidono se proseguire o meno l’iter investigativo assegnando alla funzione Compliance
il relativo accertamento.
Nei casi di segnalazioni in malafede, l’Organismo di Vigilanza fa presente la necessità di avviare
eventuali sanzioni disciplinari e/o azioni legali.
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019

Gestione delle segnalazioni – Whistleblowing Pag. 6 di 7

6.7 ACCERTAMENTO

L’obiettivo delle attività di accertamento sulle segnalazioni è di procedere ad analisi e valutazioni


specifiche per approfondire la fondatezza o meno dei fatti segnalati.
La funzione Compliance assicura lo svolgimento delle necessarie verifiche acquisendo gli elementi
informativi necessari alle valutazioni dalle strutture di linea interessate e valuta se attivare uno “spot
audit”. A valle della fase di accertamento viene redatto un report da sottoporre all’esame dell’Organismo
di Vigilanza.

6.8 VALUTAZIONE

L’Organismo di Vigilanza:
a) esamina il report preparato dalla funzione Compliance,
b) decide se le indagini possono essere concluse, ovvero richiede alla funzione Compliance
maggiori approfondimenti;
c) delibera le azioni correttive in merito alla segnalazione.

La Società sanzionerà ogni comportamento illecito, ascrivibile ai Destinatari, che dovesse emergere a
seguito di attività di accertamento. I provvedimenti disciplinari saranno proporzionati all’entità e gravità
dei comportamenti illeciti accertati e potranno giungere sino alla risoluzione del rapporto di lavoro.
Nel caso in cui dagli esiti della fase di accertamento emergano segnalazioni in malafede, l’Organismo di
Vigilanza monitora l’attuazione delle misure intraprese dalla Società nei confronti del Segnalante.
Al segnalato sarà data notizia di una segnalazione in malafede nei suoi confronti, ma non sarà mai rivelato
l'identità del Segnalante, al fine di evitare ritorsioni, minacce, violenze, ecc. e tutelare la riservatezza di
quest'ultimo.

6.9 FEEDBACK

A conclusione dell’attività investigativa la funzione Compliance dà riscontro al Segnalante sulle


decisioni prese dall’Organismo di Vigilanza.

6.10 TRATTAMENTO DATI PERSONALI AI FINI PRIVACY

Il trattamento dei dati personali nell’ambito delle segnalazioni avverrà nel rispetto del Regolamento EU
2016/679 (di seguito, il Regolamento) in materia di protezione dei dati personali e di eventuali altre leggi
e/o regolamenti applicabili. In particolare, nell’ambito della gestione delle segnalazioni saranno trattati
sia dati personali del Segnalante, laddove la segnalazione sia nominativa, sia dati personali del soggetto
segnalato, quali nome, cognome, posizione ricoperta, etc.
Il Titolare del trattamento dei dati personali ai sensi dell’art. 4, paragrafo 1b del Regolamento (di seguito,
il “Titolare”) in merito ai dati trattati nell’ambito della gestione delle segnalazioni è la Società Burger King
Restaurants Italia S.r.l. in conformità alle previsioni di legge e alle regole dettate dal Regolamento.

Il Titolare ha individuato la funzione Compliance quale soggetto designato a svolgere, tutte le operazioni
di trattamento di dati personali necessarie alla gestione della segnalazione ai sensi del presente Protocollo,
in osservanza del Regolamento e sulla base delle istruzioni impartite dal Titolare.
PT 11
PROTOCOLLO
Rel. 1.0 del 30/05/2019

Gestione delle segnalazioni – Whistleblowing Pag. 7 di 7

Le istruzioni impartite dal Titolare regolano gli adempimenti in materia di privacy che la Funzione
Compliance pone in essere nell’ambito del processo di ricezione, analisi e trattamento, nonché
conservazione, custodia ed archiviazione delle segnalazioni.
Laddove sussista il rischio sostanziale che comunicando le informazioni rilevanti si comprometta la
capacità di verificare efficacemente la fondatezza della segnalazione o di raccogliere le prove necessarie,
il segnalato potrebbe non essere informato in merito alla registrazione dei suoi dati, fintantoché ciò risulti
necessario a garantire la corretta gestione delle indagini e in ogni caso nel rispetto di quanto stabilito nel
contratto collettivo nazionale applicabile. In nessuna circostanza il segnalato potrà avvalersi del suo
diritto di accesso per ottenere informazioni sull’identità del Segnalante, salvo che questi abbia effettuato
una segnalazione in malafede.

7 NORME COMPORTAMENTALI
I Destinatari coinvolti a qualsiasi titolo nell’attività di segnalazione di cui al presente Protocollo sono
tenuti ad osservare le modalità esposte nel Protocollo, le previsioni di legge esistenti in materia, con
particolare riferimento alla normativa vigente sulla Privacy, nonché le norme comportamentali
richiamate nel Codice Etico.
Area del fare Area del NON fare
Segnalare ogni condotta illecita rilevante ai Essere a conoscenza di una Violazione e non
sensi del D.Lgs. 231/2001 o violazione del provvedere ad effettuare la segnalazione;
Modello e del Codice etico; Violare le misure di tutela del Segnalante;
Utilizzare i canali di segnalazione Porre in essere atti di ritorsione o
implementati dalla Società ai soli fini di cui al discriminatori nei confronti del Segnalante;
presente Protocollo. Effettuare segnalazioni in malafede;
Catalogo degli illeciti amministrativi e
dei reati presupposto
della responsabilità degli enti (decreto
legislativo 8 giugno 2001, n. 231)

aggiornato al
30 maggio 2019
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

Articolo 24 (Indebita percezione di erogazioni, truffa Articolo 316-bis codice penale


decreto legislativo in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il (Malversazione a danno dello Stato)
8 giugno 2001, n. 231 conseguimento di erogazioni pubbliche e frode Chiunque, estraneo alla pubblica amministrazione, avendo
informatica in danno dello Stato ottenuto dallo Stato o da altro ente pubblico o dalle Comunità
o di un ente pubblico) europee contributi, sovvenzioni o finanziamenti destinati a
1. In relazione alla commissione dei delitti di cui favorire iniziative dirette alla realizzazione di opere o allo
agli articoli 316-bis, 316-ter, 640, comma 2, svolgimento di attività di pubblico interesse, non li destina
n. 1, 640-bis e 640-ter se commesso in danno dello alle predette finalità, è punito con la reclusione da sei mesi a
Stato o di altro ente pubblico, del codice penale, quattro anni.
si applica all'ente la sanzione pecuniaria fino a
cinquecento quote.
2. Se, in seguito alla commissione dei delitti di cui
al comma 1, l'ente ha conseguito un profitto di
rilevante entità o è derivato un danno di
particolare gravità, si applica la sanzione
pecuniaria da duecento a seicento quote.
3. Nei casi previsti dai commi precedenti, si
applicano le sanzioni interdittive previste
dall'articolo 9, comma 2, lettere c), d) ed e).

Articolo 24 Indebita percezione di erogazioni, truffa Articolo 316-ter codice penale


decreto legislativo in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il (Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato)
8 giugno 2001, n. 231 conseguimento di erogazioni pubbliche e frode Salvo che il fatto costituisca il reato previsto dall'articolo 640-
informatica in danno dello Stato bis, chiunque mediante l'utilizzo o la presentazione di
o di un ente pubblico dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere,
(omissis) ovvero mediante l'omissione di informazioni dovute, consegue
indebitamente, per sé o per altri, contributi, finanziamenti,
mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque
denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici
o dalle Comunità europee è punito con la reclusione da sei
mesi a tre anni. La pena è della reclusione da uno a quattro
anni se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un
incaricato di un pubblico servizio con abuso della sua qualità o
dei suoi poteri.
Quando la somma indebitamente percepita è pari o inferiore a
€ 3.999,96 si applica soltanto la sanzione amministrativa del
pagamento di una somma di denaro da € 5.164,00 a €
25.822,00. Tale sanzione non può comunque superare il triplo
del beneficio conseguito.

Articolo 24 Indebita percezione di erogazioni, truffa Articolo 640 codice penale


decreto legislativo in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il (Truffa)
8 giugno 2001, n. 231 conseguimento di erogazioni pubbliche e frode Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore,
informatica in danno dello Stato procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è
o di un ente pubblico punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa
(omissis) da € 51,00 a € 1.032,00.
La pena è della reclusione da uno a cinque anni e della
multa da € 309,00 a € 1.549,00:
1) se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente
pubblico o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio
militare;
2) se il fatto è commesso ingenerando nella persona offesa il
timore di un pericolo immaginario o l’erroneo convincimento
di dovere eseguire un ordine dell'Autorità.
2-bis) se il fatto è commesso in presenza della circostanza di
cui all'articolo 61, numero 5).
Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che
ricorra taluna delle circostanze previste dal capoverso
precedente o la circostanza aggravante prevista dall’articolo 61,
primo comma, numero 7.
Articolo 24 Indebita percezione di erogazioni, truffa Articolo 640-bis codice penale
decreto legislativo in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il (Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche)
8 giugno 2001, n. 231 conseguimento di erogazioni pubbliche e frode La pena è della reclusione da due a sette anni e si procede
informatica in danno dello Stato d’ufficio se il fatto di cui all'articolo 640 riguarda
o di un ente pubblico contributi, finanziamenti, mutui agevolati ovvero altre
(omissis) erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate,
concessi o erogati da parte dello Stato, di altri enti pubblici
o delle Comunità europee.
Articolo 24 Indebita percezione di erogazioni, truffa Articolo 640-ter codice penale
decreto legislativo in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il (Frode informatica)
8 giugno 2001, n. 231 conseguimento di erogazioni pubbliche e frode Chiunque, alterando in qualsiasi modo il funzionamento di
informatica in danno dello Stato un sistema informatico o telematico o intervenendo senza
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

o di un ente pubblico diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi


(omissis) contenuti in un sistema informatico o telematico ad esso
pertinenti, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con
altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e
con la multa da € 51,00 a € 1.032,00.
La pena è della reclusione da uno a cinque anni e della multa
da € 309,00 a € 1.549,00 se ricorre una delle circostanze
previste dal numero 1) del secondo comma dell’articolo 640,
ovvero se il fatto è commesso con abuso della qualità di
operatore del sistema.
La pena è della reclusione da due a sei anni e della multa da
€ 600,00 a € 3.000,00 se il fatto è commesso con furto o indebito
utilizzo dell’identità digitale in danno di uno o più soggetti.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che
ricorra taluna delle circostanze previste dal capoverso
precedente o la circostanza aggravante prevista dall’articolo 61,
primo comma, numero 7.

Articolo 24-bis (Delitti informatici e trattamento illecito di dati) Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo 1. In relazione alla commissione dei delitti di cui (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 agli articoli 615-ter, 617-quater, 617- quinquies, Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
635-bis, 635-ter, 635-quater e 635- quinquies del documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
codice penale, si applica all'ente la sanzione si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pecuniaria da cento a cinquecento quote. pubblici.
2. In relazione alla commissione dei delitti di cui Articolo 476 codice penale
agli articoli 615-quater e 615-quinquies del codice (Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici)
penale, si applica all'ente la sanzione pecuniaria Il pubblico ufficiale, che, nell'esercizio delle sue funzioni,
sino a trecento quote. forma, in tutto o in parte, un atto falso o altera un atto
3. In relazione alla commissione dei delitti di cui vero, è punito con la reclusione da uno a sei anni.
agli articoli 491-bis e 640-quinquies del codice Se la falsità concerne un atto o parte di un atto, che faccia fede
penale, salvo quanto previsto dall'articolo 24 del fino a querela di falso, la reclusione è da tre a dieci anni.
presente decreto per i casi di frode informatica
in danno dello Stato o di altro ente pubblico, si
applica all'ente la sanzione pecuniaria sino a
quattrocento quote.
4. Nei casi di condanna per uno dei delitti indicati
nel comma 1 si applicano le sanzioni interdittive
previste dall'articolo 9, comma 2, lettere a), b) ed
e). Nei casi di condanna per uno dei delitti
indicati nel comma 2 si applicano le sanzioni
interdittive previste dall'articolo 9, comma 2,
lettere b) ed e). Nei casi di condanna per uno dei
delitti indicati nel comma 3 si applicano le
sanzioni interdittive previste dall'articolo 9,
comma 2, lettere c), d) ed e).

Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 477 codice penale
(Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale
in certificati o autorizzazioni amministrative)
Il pubblico ufficiale, che, nell'esercizio delle sue funzioni,
contraffà o altera certificati o autorizzazioni amministrative,
ovvero, mediante contraffazione o alterazione, fa apparire
adempiute le condizioni richieste per la loro validità, è punito
con la reclusione da sei mesi a tre anni.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 478 codice penale
(Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale
in copie autentiche di atti pubblici o privati
e in attestati del contenuto di atti)
Il pubblico ufficiale, che, nell'esercizio delle sue funzioni,
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

supponendo esistente un atto pubblico o privato, ne simula una


copia e la rilascia in forma legale, ovvero rilascia una copia di
un atto pubblico o privato diversa dall'originale, è punito con
la reclusione da uno a quattro anni.
Se la falsità concerne un atto o parte di un atto, che faccia fede
fino a querela di falso, la reclusione è da tre a otto anni.
Se la falsità è commessa dal pubblico ufficiale in un attestato
sul contenuto di atti, pubblici o privati, la pena è della
reclusione da uno a tre anni.

Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 479 codice penale
(Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici)
Il pubblico ufficiale, che, ricevendo o formando un atto
nell'esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente che un
fatto è stato da lui compiuto o è avvenuto alla sua presenza,
o attesta come da lui ricevute dichiarazioni a lui non rese,
ovvero omette o altera dichiarazioni da lui ricevute, o
comunque attesta falsamente fatti dei quali l'atto è destinato
a provare la verità, soggiace alle pene stabilite nell'articolo
476.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 480 codice penale
(Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale
in certificati o in autorizzazioni amministrative)
Il pubblico ufficiale, che, nell'esercizio delle sue funzioni, attesta
falsamente, in certificati o autorizzazioni amministrative, fatti dei quali
l'atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione da tre
mesi a due anni.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 481 codice penale
(Falsità ideologica in certificati commessa
da persone esercenti un servizio di pubblica necessità)
Chiunque, nell'esercizio di una professione sanitaria o forense,
o di un altro servizio di pubblica necessità, attesta falsamente,
in un certificato, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la
verità, è punito con la reclusione fino a un anno o con la
multa da € 51,00 a € 516,00.
Tali pene si applicano congiuntamente se il fatto è
commesso a scopo di lucro.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 482 codice penale
(Falsità materiale commessa dal privato)
Se alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 476, 477 e 478 è
commesso da un privato, ovvero da un pubblico ufficiale fuori
dell'esercizio delle sue funzioni, si applicano rispettivamente le
pene stabilite nei detti articoli, ridotte di un terzo.

Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

probatoria, si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli


atti pubblici.
Articolo 483 codice penale
(Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico)
Chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto
pubblico, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità, è
punito con la reclusione fino a due anni.
Se si tratta di false attestazioni in atti dello stato civile, la reclusione
non può essere inferiore a tre mesi.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 484 codice penale
(Falsità in registri e notificazioni)
Chiunque, essendo per legge obbligato a fare registrazioni
soggette all'ispezione dell'Autorità di pubblica sicurezza, o a
fare notificazioni all'Autorità stessa circa le proprie operazioni
industriali, commerciali o professionali, scrive o lascia scrivere
false indicazioni è punito con la reclusione fino a sei mesi o
con la multa fino a € 309,00.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 487 codice penale
(Falsità in foglio firmato in bianco. Atto pubblico)
Il pubblico ufficiale, che, abusando di un foglio firmato in
bianco, del quale abbia il possesso per ragione del suo ufficio
e per un titolo che importa l'obbligo o la facoltà di riempirlo, vi
scrive o vi fa scrivere un atto pubblico diverso da quello a cui
era obbligato o autorizzato, soggiace alle
pene rispettivamente stabilite negli articoli 479 e 480.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 488 codice penale
(Altre falsità in foglio firmato in bianco.
Applicabilità delle disposizioni sulle falsità materiali)
Ai casi di falsità su un foglio firmato in bianco diversi da quelli
preveduti dall’articolo 487 si applicano le disposizioni sulle
falsità materiali in atti pubblici.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 489 codice penale
(Uso di atto falso)
Chiunque senza essere concorso nella falsità, fa uso di un atto
falso soggiace alle pene stabilite negli articoli precedenti,
ridotte di un terzo.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 490 codice penale
(Soppressione, distruzione e occultamento di atti veri)
Chiunque, in tutto o in parte, distrugge, sopprime od occulta
un atto pubblico vero o, al fine di recare a sé o ad altri un
vantaggio o di recare ad altri un danno, distrugge, sopprime od
occulta un testamento olografo, una cambiale
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

o un altro titolo di credito trasmissibile per girata o al portatore


veri, soggiace rispettivamente alle pene stabilite negli articoli
476, 477 e 482, secondo le distinzioni in essi
contenute.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 492 codice penale
(Copie autentiche che tengono luogo degli originali mancanti)
Agli effetti delle disposizioni precedenti, nella
denominazione di «atti pubblici» e di «scritture private»
sono compresi gli atti originali e le copie autentiche di essi,
quando a norma di legge tengano luogo degli originali
mancanti.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 491-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Documenti informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un
documento informatico pubblico avente efficacia probatoria,
si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti gli atti
pubblici.
Articolo 493 codice penale
(Falsità commesse da pubblici impiegati
incaricati di un servizio pubblico)
Le disposizioni degli articoli precedenti sulle falsità commesse
da pubblici ufficiali si applicano altresì agli impiegati dello
Stato, o di un altro ente pubblico, incaricati di un pubblico
servizio relativamente agli atti che essi redigono nell'esercizio
delle loro attribuzioni.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 615-ter codice penale
decreto legislativo (omissis) (Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico
o telematico protetto da misure di sicurezza ovvero vi si
mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto
di escluderlo, è punito con la reclusione fino a tre anni.
La pena è della reclusione da uno a cinque anni:
1) se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un
incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o con
violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, o
da chi esercita anche abusivamente la professione di
investigatore privato, o con abuso della qualità di operatore
del sistema;
2) se il colpevole per commettere il fatto usa violenza sulle cose
o alle persone, ovvero se è palesemente armato;
3) se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento del
sistema o l'interruzione totale o parziale del suo funzionamento,
ovvero la distruzione o il danneggiamento dei dati, delle
informazioni o dei programmi in esso contenuti.
Qualora i fatti di cui ai commi primo e secondo riguardino
sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi
all'ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla
protezione civile o comunque di interesse pubblico, la pena è,
rispettivamente, della reclusione da uno a cinque anni e da tre
a otto anni.
Nel caso previsto dal primo comma il delitto è punibile a querela
della persona offesa; negli altri casi si procede d'ufficio.

Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 615-quater codice penale
decreto legislativo (omissis) (Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso
8 giugno 2001, n. 231 a sistemi informatici o telematici)
Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto o di
arrecare ad altri un danno, abusivamente si procura, riproduce,
diffonde, comunica o consegna codici, parole chiave o altri
mezzi idonei all'accesso ad un sistema informatico o telematico,
protetto da misure di sicurezza, o comunque fornisce
indicazioni o istruzioni idonee al predetto scopo, è punito con
la reclusione sino ad un anno e con la multa sino a € 5.164,00.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

La pena è della reclusione da uno a due anni e della multa da


€ 5.164,00 a € 10.329,00 se ricorre taluna delle circostanze di
cui ai numeri 1) e 2) del quarto comma
dell'articolo 617-quater.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 615-quinquies codice penale
decreto legislativo (omissis) (Diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi
8 giugno 2001, n. 231 informatici diretti a danneggiare o interrompere
un sistema informatico o telematico)
Chiunque, allo scopo di danneggiare illecitamente un sistema
informatico o telematico, le informazioni, i dati o i programmi
in esso contenuti o ad esso pertinenti ovvero di favorire
l'interruzione, totale o parziale, o l'alterazione del suo
funzionamento, si procura, produce, riproduce, importa,
diffonde, comunica, consegna o, comunque, mette a
disposizione di altri apparecchiature, dispositivi o programmi
informatici, è punito con la reclusione fino a
due anni e con la multa sino a € 10.329,00.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 617-quater codice penale
decreto legislativo (omissis) (Intercettazione, impedimento o interruzione illecita di
8 giugno 2001, n. 231 comunicazioni informatiche o telematiche)
Chiunque fraudolentemente intercetta comunicazioni relative
ad un sistema informatico o telematico o intercorrenti tra più
sistemi, ovvero le impedisce o le interrompe, è punito con la
reclusione da sei mesi a quattro anni.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, la stessa pena si
applica a chiunque rivela, mediante qualsiasi mezzo di
informazione al pubblico, in tutto o in parte, il contenuto delle
comunicazioni di cui al primo comma.
I delitti di cui ai commi primo e secondo sono punibili a querela della
persona offesa.
Tuttavia si procede d’ufficio e la pena è della reclusione da
uno a cinque anni se il fatto è commesso:
1) in danno di un sistema informatico o telematico utilizzato
dallo Stato o da altro ente pubblico o da impresa esercente
servizi pubblici o di pubblica necessità;
2) da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico
servizio, con abuso dei poteri o con violazione dei doveri
inerenti alla funzione o al servizio, ovvero con abuso della
qualità di operatore del sistema;
3) da chi esercita anche abusivamente la professione di
investigatore privato.

Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 617-quinquies codice penale
decreto legislativo (omissis) (Installazione d'apparecchiature per intercettare, impedire od
8 giugno 2001, n. 231 interrompere comunicazioni informatiche o telematiche)
Chiunque, fuori dai casi consentiti dalla legge, installa
apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere
comunicazioni relative ad un sistema informatico o telematico
ovvero intercorrenti tra più sistemi, è punito con la reclusione
da uno a quattro anni.
La pena è della reclusione da uno a cinque anni nei casi previsti
dal quarto comma dell'articolo 617 -quater.
Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 635-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici)
8 giugno 2001, n. 231 Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque
distrugge, deteriora, cancella, altera o sopprime
informazioni, dati o programmi informatici altrui è punito,
a querela della persona offesa, con la reclusione da sei mesi
a tre anni.
Se il fatto è commesso con violenza alla persona o con minaccia
ovvero con abuso della qualità di operatore del sistema, la pena
è della reclusione da uno a quattro anni.
Articolo 635 codice penale
(Danneggiamento)
Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in
parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza
alla persona o con minaccia ovvero in occasione di
manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al
pubblico o del delitto previsto dall'articolo 331, è punito con la
reclusione da sei mesi a tre anni.
Alla stessa pena soggiace chiunque distrugge, disperde, deteriora o
rende, in tutto o in parte, inservibili le seguenti
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

cose altrui:
1. edifici pubblici o destinati a uso pubblico o all'esercizio di
un culto o cose di interesse storico o artistico ovunque siano
ubicate o immobili compresi nel perimetro dei centri storici,
ovvero immobili i cui lavori di costruzione, di ristrutturazione,
di recupero o di risanamento sono in corso o risultano ultimati
o altre delle cose indicate nel numero 7) dell'articolo 625;
2. opere destinate all'irrigazione;
3. piantate di viti, di alberi o arbusti fruttiferi, o boschi, selve
o foreste, ovvero vivai forestali destinati al rimboschimento;
4. attrezzature e impianti sportivi al fine di impedire o
interrompere lo svolgimento di manifestazioni sportive.
Per i reati di cui al primo e al secondo comma, la sospensione
condizionale della pena è subordinata all'eliminazione delle
conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il
condannato non si oppone, alla prestazione di attività non
retribuita a favore della collettività per un tempo determinato,
comunque non superiore alla durata della pena sospesa,
secondo le modalità indicate dal giudice nella sentenza di
condanna.

Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 635-ter codice penale
decreto legislativo (omissis) (Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati
8 giugno 2001, n. 231 dallo Stato o da altro ente pubblico
o comunque di pubblica utilità)
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque
commette un fatto diretto a distruggere, deteriorare, cancellare,
alterare o sopprimere informazioni, dati o programmi
informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o ad
essi pertinenti, o comunque di pubblica utilità, è punito con
la reclusione da uno a quattro anni.
Se dal fatto deriva la distruzione, il deterioramento, la
cancellazione, l’alterazione o la soppressione delle
informazioni, dei dati o dei programmi informatici, la pena è
della reclusione da tre a otto anni.
Se il fatto è commesso con violenza alla persona o con minaccia
ovvero con abuso della qualità di operatore del sistema, la pena
è aumentata.
Articolo 635 codice penale
(Danneggiamento)
Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in
parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza
alla persona o con minaccia ovvero in occasione di
manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al
pubblico o del delitto previsto dall'articolo 331, è punito con la
reclusione da sei mesi a tre anni.
Alla stessa pena soggiace chiunque distrugge, disperde,
deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili le seguenti cose
altrui:
1. edifici pubblici o destinati a uso pubblico o all'esercizio di
un culto o cose di interesse storico o artistico ovunque siano
ubicate o immobili compresi nel perimetro dei centri storici,
ovvero immobili i cui lavori di costruzione, di ristrutturazione,
di recupero o di risanamento sono in corso o risultano ultimati
o altre delle cose indicate nel numero 7) dell'articolo 625;
2. opere destinate all'irrigazione;
3. piantate di viti, di alberi o arbusti fruttiferi, o boschi, selve
o foreste, ovvero vivai forestali destinati al rimboschimento;
4. attrezzature e impianti sportivi al fine di impedire o
interrompere lo svolgimento di manifestazioni sportive.
Per i reati di cui al primo e al secondo comma, la sospensione
condizionale della pena è subordinata all'eliminazione delle
conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il
condannato non si oppone, alla prestazione di attività non
retribuita a favore della collettività per un tempo determinato,
comunque non superiore alla durata della pena sospesa,
secondo le modalità indicate dal giudice nella sentenza di
condanna.

Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 635-quater codice penale
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

decreto legislativo (omissis) (Danneggiamento dì sistemi informatici o telematici)


8 giugno 2001, n. 231 Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, mediante
le condotte di cui all'articolo 635 -bis, ovvero attraverso
l'introduzione o la trasmissione di dati, informazioni o
programmi, distrugge, danneggia, rende, in tutto o in parte,
inservibili sistemi informatici o telematici altrui o ne ostacola
gravemente il funzionamento è punito con la reclusione da uno
a cinque anni.
Se il fatto è commesso con violenza alla persona o con minaccia
ovvero con abuso della qualità di operatore del sistema, la pena
è aumentata.
Articolo 635 codice penale
(Danneggiamento)
Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in
parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza
alla persona o con minaccia ovvero in occasione di
manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al
pubblico o del delitto previsto dall'articolo 331, è punito con la
reclusione da sei mesi a tre anni.
Alla stessa pena soggiace chiunque distrugge, disperde,
deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili le seguenti cose
altrui:
1. edifici pubblici o destinati a uso pubblico o all'esercizio di
un culto o cose di interesse storico o artistico ovunque siano
ubicate o immobili compresi nel perimetro dei centri storici,
ovvero immobili i cui lavori di costruzione, di ristrutturazione,
di recupero o di risanamento sono in corso o risultano ultimati
o altre delle cose indicate nel numero 7) dell'articolo 625;
2. opere destinate all'irrigazione;
3. piantate di viti, di alberi o arbusti fruttiferi, o boschi, selve
o foreste, ovvero vivai forestali destinati al rimboschimento;
4. attrezzature e impianti sportivi al fine di impedire o
interrompere lo svolgimento di manifestazioni sportive.
Per i reati di cui al primo e al secondo comma, la sospensione
condizionale della pena è subordinata all'eliminazione delle
conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il
condannato non si oppone, alla prestazione di attività non
retribuita a favore della collettività per un tempo determinato,
comunque non superiore alla durata della pena sospesa,
secondo le modalità indicate dal giudice nella sentenza di
condanna.

Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 635-quinquies codice penale
decreto legislativo (omissis) (Danneggiamento di sistemi informatici
8 giugno 2001, n. 231 o telematici di pubblica utilità)
Se il fatto di cui all'articolo 635-quater è diretto a distruggere,
danneggiare, rendere, in tutto o in parte, inservibili sistemi
informatici o telematici di pubblica utilità o ad ostacolarne
gravemente il funzionamento, la pena è della reclusione da
uno a quattro anni.
Se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento del
sistema informatico o telematico di pubblica utilità ovvero se
questo è reso, in tutto o in parte, inservibile, la pena è della
reclusione da tre a otto anni.
Se il fatto è commesso con violenza alla persona o con minaccia
ovvero con abuso della qualità di operatore del sistema, la pena
è aumentata.
Articolo 635 codice penale
(Danneggiamento)
Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in
parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza
alla persona o con minaccia ovvero in occasione di
manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al
pubblico o del delitto previsto dall'articolo 331, è punito con la
reclusione da sei mesi a tre anni.
Alla stessa pena soggiace chiunque distrugge, disperde,
deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili le seguenti cose
altrui:
1. edifici pubblici o destinati a uso pubblico o all'esercizio di
un culto o cose di interesse storico o artistico ovunque siano
ubicate o immobili compresi nel perimetro dei centri
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

storici, ovvero immobili i cui lavori di costruzione, di


ristrutturazione, di recupero o di risanamento sono in corso o
risultano ultimati o altre delle cose indicate nel numero 7)
dell'articolo 625;
2. opere destinate all'irrigazione;
3. piantate di viti, di alberi o arbusti fruttiferi, o boschi, selve
o foreste, ovvero vivai forestali destinati al rimboschimento;
4. attrezzature e impianti sportivi al fine di impedire o
interrompere lo svolgimento di manifestazioni sportive.
Per i reati di cui al primo e al secondo comma, la sospensione
condizionale della pena è subordinata all'eliminazione delle
conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il
condannato non si oppone, alla prestazione di attività non
retribuita a favore della collettività per un tempo determinato,
comunque non superiore alla durata della pena sospesa, secondo
le
modalità indicate dal giudice nella sentenza di condanna.

Articolo 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Articolo 640-quinquies codice penale
decreto legislativo (omissis) (Frode informatica del soggetto che presta servizi
8 giugno 2001, n. 231 di certificazione di firma elettronica)
Il soggetto che presta servizi di certificazione di firma
elettronica, il quale, al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto
profitto ovvero di arrecare ad alt ri danno, viola gli obblighi
previsti dalla legge per il rilascio di un certificato qualificato, è
punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da €
51,00 a € 1.032,00.
Articolo 24-ter Delitti di criminalità organizzata) Articolo 416 codice penale
decreto legislativo 1. In relazione alla commissione di taluno dei (Associazione per delinquere)
8 giugno 2001, n. 231 delitti di cui ag(li articoli 416, sesto comma, 416- Quando tre o più persone si associano allo scopo di commettere
bis, 416-ter e 630 del codice penale, ai delitti più delitti, coloro che promuovono o costituiscono od
commessi avvalendosi delle condizioni previste organizzano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la
dal predetto articolo 416 -bis ovvero al fine di reclusione da tre a sette anni.
agevolare l’attività delle associazioni previste Per il solo fatto di partecipare all'associazione, la pena è della
dallo stesso articolo, nonché ai delitti previsti reclusione da uno a cinque anni.
dall’articolo 74 del testo unico di cui al decreto del I capi soggiacciono alla stessa pena stabilita per i promotori.
Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. Se gli associati scorrono in armi le campagne o le pubbliche vie,
309, si applica la sanzione pecuniaria da si applica la reclusione da cinque a quindici anni.
quattrocento a mille quote. La pena è aumentata se il numero degli associati è di dieci o più.
2. In relazione alla commissione di taluno dei Se l'associazione è diretta a commettere taluno dei delitti di cui
delitti di cui all’articolo 416 del codice penale, ad agli articoli 600, 601, 601-bis e 602, nonché all'articolo 12,
esclusione del sesto comma, ovvero di cui comma 3-bis, del testo unico delle disposizioni concernenti la
all’articolo 407, comma 2, lettera a), numero disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello
5), del codice di procedura penale, si applica la sanzione straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286,
pecuniaria da trecento a ottocento quote. nonché agli articoli 22, commi 3 e 4, e 22-bis, comma 1 (richiamo
3. Nei casi di condanna per uno dei delitti indicati da intendersi riferito all’articolo 601 - bis del codice penale ai sensi
nei commi 1 e 2, si applicano le sanzioni dell’articolo 7 del decreto legislativo 1 marzo 2018 n. 21), della legge
interdittive previste dall’articolo 9, comma 2, per 1° aprile 1999, n. 91, si applica la reclusione da cinque a
una durata non inferiore ad un anno. quindici anni nei casi previsti dal primo comma e da quattro a
4. Se l’ente o una sua unità organizzativa viene nove anni nei casi previsti dal secondo comma.
stabilmente utilizzato allo scopo unico o Se l'associazione è diretta a commettere taluno dei delitti
prevalente di consentire o agevolare la previsti dagli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600- quater.1,
commissione dei reati indicati nei commi 1 e 2, si 600-quinquies, 609-bis, quando il fatto è commesso in danno di
applica la sanzione dell’interdizione definitiva un minore di anni diciotto, 609 -quater, 609- quinquies, 609-octies,
dall’esercizio dell’attività ai sensi dell’articolo 16, quando il fatto è commesso in danno di un minore di anni
comma 3. diciotto, e 609-undecies, si applica la reclusione da quattro a otto
anni nei casi previsti dal primo comma e la reclusione da due a
sei anni nei casi previsti dal secondo comma.
Articolo 600 codice penale
(Riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù)
Chiunque esercita su una persona poteri corrispondenti a quelli
del diritto di proprietà ovvero chiunque riduce o mantiene una
persona in uno stato di soggezione continuativa,
costringendola a prestazioni lavorative o sessuali ovvero
all'accattonaggio o comunque al compimento di attività
illecite che ne comportino lo sfruttamento ovvero a sottoporsi
al prelievo di organi, è punito con la reclusione da otto a venti
anni.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

La riduzione o il mantenimento nello stato di soggezione ha


luogo quando la condotta è attuata mediante violenza, minaccia,
inganno, abuso di autorità o approfittamento di una situazione
di vulnerabilità, di inferiorità fisica o psichica o di una
situazione di necessità, o mediante la promessa o la dazione di
somme di denaro o di altri vantaggi a chi ha autorità sulla
persona.
Articolo 600-bis codice penale
(Prostituzione minorile)
E' punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la
multa da € 15.000,00 a € 150.000,00 chiunque:
1) recluta o induce alla prostituzione una persona di età
inferiore agli anni diciotto;
2) favorisce, sfrutta, gestisce, organizza o controlla la
prostituzione di una persona di età inferiore agli anni diciotto,
ovvero altrimenti ne trae profitto.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie
atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i
diciotto anni, in cambio di un corrispettivo in denaro o altra
utilità, anche solo promessi, è punito con la reclusione da uno
a sei anni e con la multa da € 1.500,00 a € 6.000,00.
Articolo 600-ter codice penale
(Pornografia minorile)
E' punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la
multa da €24.000,00 a € 240.000,00 chiunque:
1) utilizzando minori di anni diciotto, realizza esibizioni o
spettacoli pornografici ovvero produce materiale pornografico;
2) recluta o induce minori di anni diciotto a partecipare a
esibizioni o spettacoli pornografici ovvero dai suddetti
spettacoli trae altrimenti profitto.
Alla stessa pena soggiace chi fa commercio del materiale pornografico
di cui al primo comma.
Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui al primo e al secondo
comma, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica,
distribuisce, divulga diffonde o pubblicizza il materiale
pornografico di cui al primo comma, ovvero distribuisce o
divulga notizie o informazioni finalizzate all'adescamento o allo
sfruttamento sessuale di minori degli anni diciotto, è punito con
la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da € 2.582,00
a € 51.645,00.
Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui ai commi primo,
secondo e terzo, offre o cede ad altri, anche a titolo gratuito,
il materiale pornografico di cui al primo comma, è punito con
la reclusione fino a tre anni e con la multa da € 1.549,00 a €
5.164,00.
Nei casi previsti dal terzo e dal quarto comma la pena è aumentata in
misura non eccedente i due terzi ove il materiale sia di ingente
quantità .
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque assiste
a esibizioni o spettacoli pornografici in cui siano coinvolti
minori di anni diciotto è punito con la reclusione fino a tre anni
e con la multa da € 1.500,00 a € 6.000,00.
Ai fini di cui al presente articolo per pornografia minorile si
intende ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un
minore degli anni diciotto coinvolto in attività sessuali esplicite,
reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi
sessuali di un minore di anni diciotto per scopi sessuali.
Articolo 600-quater codice penale
(Detenzione di materiale pornografici)
Chiunque, al di fuori delle ipotesi previste dall'articolo 600 ter,
consapevolmente si procura o detiene materiale pornografico
realizzato utilizzando minori degli anni diciotto, è punito con
la reclusione fino a tre anni e con la multa non inferiore a €
1.549,00.
La pena è aumentata in misura non eccedente i due terzi ove
il materiale detenuto sia di ingente quantità.
Articolo 600-quater.1 codice penale
(Pornografia virtuale)
Le disposizioni di cui agli articoli 600 -ter e 600-quater si
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

applicano anche quando il materiale pornografico rappresenta


immagini virtuali realizzate utilizzando immagini di minori
degli anni diciotto o parti di esse, ma la pena è diminuita di un
terzo.
Per immagini virtuali si intendono immagini realizzate con
tecniche di elaborazione grafica non associate in tutto o in parte
a situazioni reali, la cui qualità di rappresentazione fa apparire
come vere situazioni non reali.
Articolo 600-quinquies codice penale
(Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della
prostituzione minorile)
Chiunque organizza o propaganda viaggi finalizzati alla
fruizione di attività di prostituzione a danno di minori o
comunque comprendenti tale attività è punito con la reclusione
da sei a dodici anni e con la multa da € 15.493,00 a €
154.937,00.
Articolo 601 codice penale
(Tratta di persone)
E' punito con la reclusione da otto a venti anni chiunque recluta,
introduce nel territorio dello Stato, trasferisce anche al di
fuori di esso, trasporta, cede l'autorità sulla persona, ospita una
o più persone che si trovano nelle condizioni di cui all'articolo
600, ovvero, realizza le stesse condotte su una o più persone,
mediante inganno, violenza, minaccia, abuso di autorità o
approfittamento di una situazione di vulnerabilità, di inferiorità
fisica, psichica o di necessità, o mediante promessa o dazione di
denaro o di altri vantaggi alla persona che su di essa ha
autorità, al fine di indurle o costringerle a prestazioni
lavorative, sessuali ovvero all'accattonaggio o comunque al
compimento di attività illecite che ne comportano lo
sfruttamento o a sottoporsi al prelievo di organi.
Alla stessa pena soggiace chiunque, anche al di fuori delle modalità di
cui al primo comma, realizza le condotte ivi previste nei confronti di
persona minore di età.
La pena per il comandante o l'ufficiale della nave nazionale o
straniera, che commette alcuno dei fatti previsti dal primo o
dal secondo comma o vi concorre, è aumentata fino a un
terzo.
Il componente dell'equipaggio di nave nazionale o straniera
destinata, prima della partenza o in corso di navigazione, alla
tratta è punito, ancorché non sia stato compiuto alcun fatto
previsto dal primo o dal secondo comma o di commercio di
schiavi, con la reclusione da tre a dieci anni.
Articolo 601-bis codice penale
(Traffico di organi prelevati da persona vivente)
Chiunque, illecitamente, commercia, vende, acquista ovvero,
in qualsiasi modo e a qualsiasi titolo, procura o tratta organi o
parti di organi prelevati da persona vivente è punito con la
reclusione da tre a dodici anni e con la multa da € 50.000,00
ad € 300.000,00.
Chiunque svolge opera di mediazione nella donazione di organi
da vivente al fine di trarne un vantaggio economico è punito
con la reclusione da tre a otto anni e con la multa da €
50.000,00 a € 300.000,00.
Se i fatti previsti dai precedenti commi sono commessi da
persona che esercita una professione sanitaria, alla condanna
consegue l'interdizione perpetua dall'esercizio della
professione.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la
reclusione da tre a sette anni e con la multa da € 50.000,00 ad
€ 300.000,00 chiunque organizza o propaganda viaggi ovvero
pubblicizza o diffonde, con qualsiasi mezzo, anche per via
informatica o telematica, annunci finalizzati al traffico di
organi o parti di organi di cui al primo comma.
Articolo 602 codice penale
(Acquisto e alienazione di schiavi)
Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo 601, acquista o
aliena o cede una persona che si trova in una delle condizioni
di cui all'articolo 600 è punito con la reclusione da otto a venti
anni.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

Articolo 609-bis codice penale


(Violenza sessuale)
Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità,
costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la
reclusione da cinque a dieci anni.
Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire
atti sessuali:
1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica
della persona offesa al momento del fatto;
2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole
sostituito ad altra persona.
Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente
i due terzi.
Articolo 609-quater codice penale
(Atti sessuali con minorenne)
Soggiace alla pena stabilita dall'articolo 609 -bis chiunque, al di
fuori delle ipotesi previste in detto articolo, compie atti sessuali
con persona che, al momento del fatto:
1) non ha compiuto gli anni quattordici;
2) non ha compiuto gli anni sedici, quando il colpevole sia
l'ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente,
il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di
educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore
è affidato o che abbia, con quest'ultimo, una relazione di
convivenza.
Fuori dei casi previsti dall'articolo 609 -bis, l'ascendente, il
genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore, ovvero
altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di
istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato, o
che abbia con quest'ultimo una relazione di convivenza, che,
con l'abuso dei poteri connessi alla sua posizione, compie atti
sessuali con persona minore che ha compiuto gli anni sedici,
è punito con la reclusione da tre a sei anni.
Non è punibile il minorenne che, al di fuori delle ipotesi previste
nell'articolo 609-bis, compie atti sessuali con un minorenne che abbia
compiuto gli anni tredici, se la differenza di età tra i soggetti non è
superiore a tre anni.
Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente
i due terzi.
Si applica la pena di cui all'articolo 609-ter, secondo comma, se
la persona offesa non ha compiuto gli anni dieci.
Articolo 609-quinquies codice penale
(Corruzione di minorenne)
Chiunque compie atti sessuali in presenza di persona minore
di anni quattordici, al fine di farla assistere, è punito con la
reclusione da uno a cinque anni.
La pena è aumentata.
a) se il reato è commesso da più persone riunite;
b) se il reato è commesso da persona che fa parte di
un’associazione per delinquere e al fine di agevolarne l’attività;
c) se il reato è commesso con violenze gravi o se dal fatto deriva
al minore, a causa della reiterazione delle condotte, un
pregiudizio grave.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, alla stessa pena
di cui al primo comma soggiace chiunque fa assistere una
persona minore di anni quattordici al compimento di atti
sessuali, ovvero mostra alla medesima materiale pornografico,
al fine di indurla a compiere o a subire atti sessuali.
La pena è aumentata fino alla metà quando il colpevole sia
l'ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente,
il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di
educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore
è affidato, o che abbia con quest'ultimo una relazione di stabile
convivenza.
Articolo 609-octies codice penale
(Violenza sessuale di gruppo)
La violenza sessuale di gruppo consiste nella partecipazione,
da parte di più persone riunite, ad atti di violenza sessuale di cui
all'articolo 609 -bis.
Chiunque commette atti di violenza sessuale d i gruppo è
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

punito con la reclusione da sei a dodici anni.


La pena è aumentata se concorre taluna delle circostanze aggravanti
previste dall'articolo 609 -ter.
La pena è diminuita per il partecipante la cui opera abbia avuto
minima importanza nella preparazione o nella esecuzione del
reato. La pena è altresì diminuita per chi sia stato determinato a
commettere il reato quando concorrono le condizioni stabilite
dai numeri 3) e 4) del primo comma e dal terzo comma
dell'articolo 112.
Articolo 609-undecies codice penale
(Adescamento di minorenni)
Chiunque, allo scopo di commettere i reati di cui agli articoli
600, 600-bis, 600-ter e 600-quater, anche se relativi al materiale
pornografico di cui all'articolo 600 -quater.1, 600- quinquies, 609-
bis, 609-quater, 609-quinquies e 609-octies, adesca un minore di
anni sedici, è punito, se il fatto non costituisce più grave reato,
con la reclusione da uno a tre anni. Per adescamento si intende
qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso
artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante
l'utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di
comunicazione.
Articolo 12 decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286
(Disposizioni contro le immigrazioni clandestine)
(omissis)
3. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, in
violazione delle disposizioni del presente testo unico,
promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di
stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti
a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato,
ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non
ha titolo di residenza permanente, è punito con la reclusione
da cinque a quindici anni e con la multa di
€ 15.000,00 per ogni persona nel caso in cui:
a) il fatto riguarda l'ingresso o la permanenza illegale nel
territorio dello Stato di cinque o più persone;
b) la persona trasportata è stata esposta a pericolo per la sua
vita o per la sua incolumità per procurarne l'ingresso o la
permanenza illegale;
c) la persona trasportata è stata sottoposta a trattamento
inumano o degradante per procurarne l'ingresso o la
permanenza illegale;
d) il fatto è commesso da tre o più persone in concorso tra loro
o utilizzando servizi internazionali di trasporto ovvero
documenti contraffatti o alterati o comunque illegalmente
ottenuti;
e) gli autori del fatto hanno la disponibilità di armi o materie
esplodenti.
3-bis. Se i fatti di cui al comma 3 sono commessi ricorrendo due
o più delle ipotesi di cui alle lettere a), b), c), d) ed e) del
medesimo comma, la pena ivi prevista è aumentata.
(omissis)
Articolo 24-ter Delitti di criminalità organizzata Articolo 416-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Associazioni di tipo mafioso anche straniere)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque fa parte di un'associazione di tipo mafioso formata
da tre o più persone, è punito con la reclusione da dieci a quindici
anni.
Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l'associazione sono
puniti, per ciò solo, con la reclusione da dodici a diciotto anni.
L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno
parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo
associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà
che ne deriva per commettere delitt i, per acquisire in modo
diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di
attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti
e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti
per sé o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il
libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in
occasione di consultazioni elettorali.
Se l'associazione è armata si applica la pena della reclusione da
dodici a venti anni nei casi previsti dal primo comma e
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

da quindici a ventisei anni nei casi previsti dal secondo comma.


L'associazione si considera armata quando i partecipanti hanno
la disponibilità, per il conseguimento della finalità
dell'associazione, di armi o materie esplodenti, anche se
occultate o tenute in luogo di deposito.
Se le attività economiche di cui gli associati intendono assumere
o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con
il prezzo, il prodotto, o il profitto di delitti, le pene stabilite nei
commi precedenti sono aumentate da un terzo alla metà.
Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca
delle cose che servirono e furono destinate a commettere il
reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o
che ne costituiscono l'impiego.
Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra,
alla ndrangheta e alle altre associazioni, comunque localmente
denominate, anche straniere, che valendosi della forza intimidatrice del
vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle
associazioni di tipo mafioso.

Articolo 24-ter Delitti di criminalità organizzata Articolo 416-ter codice penale


decreto legislativo (omissis) (Scambio elettorale politico-mafioso)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque accetta la promessa di procurare voti mediante le
modalità di cui al terzo comma dell'articolo 416 -bis in cambio
dell'erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di
altra utilità è punito con la reclusione da sei a dodici anni.
La stessa pena si applica a chi promette di procurare voti con
le modalità di cui al primo comma.

Articolo 24-ter Delitti di criminalità organizzata Articolo 630 codice penale


decreto legislativo (omissis) (Sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque sequestra una persona allo scopo di conseguire, per
sé o per altri, un ingiusto profitto come prezzo della liberazione,
è punito con la reclusione da venticinque a trenta anni.
Se dal sequestro deriva comunque la morte, quale conseguenza
non voluta dal reo, della persona sequestrata, il colpevole è
punito con la reclusione di anni trenta.
Se il colpevole cagiona la morte del sequestrato si applica la pena
dell'ergastolo.
Al concorrente che, dissociandosi dagli altri, si adopera in modo
che il soggetto passivo riacquisti la libertà, senza che tale
risultato sia conseguenza del prezzo della liberazione, si
applicano le pene previste dall'articolo 605. Se tuttavia il
soggetto passivo muore, in conseguenza del sequestro, dopo la
liberazione, la pena è della reclusione da sei a quindici anni.
Nei confronti del concorrente che, dissociandosi dagli altri, si
adopera, al di fuori del caso previsto dal comma precedente,
per evitare che l'attività delittuosa sia portata a conseguenze
ulteriori ovvero aiuta concretamente l'autorità di polizia o
l'autorità giudiziaria nella raccolta di prove decisive per
l'individuazione o la cattura dei concorrenti, la pena
dell'ergastolo è sostituita da quella della reclusione da dodici a
venti anni e le altre pene sono diminuite da un terzo a due
terzi.
Quando ricorre una circostanza attenuante, alla pena prevista
dal secondo comma è sostituita la reclusione da venti a
ventiquattro anni; alla pena prevista dal terzo comma è
sostituita la reclusione da ventiquattro a trenta anni. Se
concorrono più circostanze attenuanti, la pena da applicare per
effetto delle diminuzioni non può essere inferiore a dieci anni,
nella ipotesi prevista dal secondo comma, ed a quindici anni,
nell'ipotesi prevista dal terzo comma.
I limiti di pena preveduti nel comma precedente possono essere
superati allorché ricorrono le circostanze attenuanti di cui al
quinto comma del presente articolo.

Articolo 24-ter Delitti di criminalità organizzata Articolo 74 decreto del Presidente della Repubblica
decreto legislativo (omissis) 9 ottobre 1990, n. 309
8 giugno 2001, n. 231 (Associazione finalizzata al traffico illecito di
sostanze stupefacenti o psicotrope)
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

1. Quando tre o più persone si associano allo scopo di


commettere più delitti tra quelli previsti dall'articolo 73, chi
promuove, costituisce, dirige, organizza o finanzia
l'associazione è punito per ciò solo con la reclusione non
inferiore a venti anni.
2. Chi partecipa all'associazione è punito con la reclusione non
inferiore a dieci anni.
3. La pena è aumentata se il numero degli associati è di dieci
o più o se tra i partecipanti vi sono persone dedite all'uso di
sostanze stupefacenti o psicotrope.
4. Se l'associazione è armata la pena, nei casi indicati dai commi
1 e 3, non può essere inferiore a ventiquattro anni di reclusione
e, nel caso previsto dal comma 2, a dodici anni di reclusione.
L'associazione si considera armata quando i partecipanti hanno
la disponibilità di armi o materie esplodenti, anche se occultate
o tenute in luogo di deposito.
5. La pena è aumentata se ricorre la circostanza di cui alla lettera
e) del comma 1 dell'articolo 80.
6. Se l'associazione è costituita per commettere i fatti descritti
dal comma 5 dell'articolo 73, si applicano il primo e il secondo
comma dell'art. 416 del codice penale.
7. Le pene previste dai commi da 1 a 6 sono diminuite dalla metà
a due terzi per chi si sia efficacemente adoperato per assicurare
le prove del reato o per sottrarre all'associazione risorse
decisive per la commissione dei delitti.
7-bis. Nei confronti del condannato è ordinata la confisca delle
cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e
dei beni che ne sono il profitto o il prodotto, salvo che
appartengano a persona estranea al reato, ovvero quando essa
non è possibile, la confisca di beni di cui il reo ha la
disponibilità per un valore corrispondente a tale profitto o
prodotto.
8. Quando in leggi e decreti è richiamato il reato previsto
dall'articolo 75 della legge 22 dicembre 1975, n. 685, abrogato
dall'articolo 38, comma 1, della legge 26 giugno 1990, n. 162, il
richiamo si intende riferito al presente articolo.
Articolo 73 decreto del Presidente della Repubblica
9 ottobre 1990, n. 309
(Produzione, traffico e detenzione illeciti di
sostanze stupefacenti o psicotrope)
1. Chiunque, senza l'autorizzazione di cui all'articolo 17, coltiva,
produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in
vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad
altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per
qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope di cui alla
tabella I prevista dall'articolo 14, è punito con la reclusione da
sei a venti anni e con la multa da € 26.000,00 a € 260.000,00.
1-bis. Con le medesime pene di cui al comma 1 è punito
chiunque, senza l'autorizzazione di cui all'articolo 17, importa,
esporta, acquista, riceve a qualsiasi titolo o comunque
illecitamente detiene:
a) sostanze stupefacenti o psicotrope che per quantità, in
particolare se superiore ai limiti massimi indicati con decreto
del Ministro della salute emanato di concerto con il Ministro
della giustizia sentita la Presidenza del Consiglio dei ministri
- Dipartimento nazionale per le politiche antidroga, ovvero per
modalità di presentazione, avuto riguardo al peso lordo
complessivo o al confezionamento frazionato, ovvero per altre
circostanze dell'azione, appaiono destinate ad un uso non
esclusivamente personale;
b) medicinali contenenti sostanze stupefacenti o psicotrope
elencate nella tabella II, sezione A, che eccedono il quantitativo
prescritto. In questa ultima ipotesi, le pene suddette sono
diminuite da un terzo alla metà.
2. Chiunque, essendo munito dell'autorizzazione di cui
all'articolo 17, illecitamente cede, mette o procura che altri
metta in commercio le sostanze o le preparazioni indicate nelle
tabelle I e II di cui all'articolo 14 , è punito con la reclusione da
sei a ventidue anni e con la multa da € 26.000,00 a € 300.000,00.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

2-bis. Le pene di cui al comma 2 si applicano anche nel caso di


illecita produzione o commercializzazione delle sostanze
chimiche di base e dei precursori di cui alle categorie 1, 2 e
3 dell'allegato I al presente testo unico, utilizzabili nella produzione
clandestina delle sostanze stupefacenti o psicotrope previste nelle
tabelle di cui all'articolo 14.
3. Le stesse pene si applicano a chiunque coltiva, produce o
fabbrica sostanze stupefacenti o psicotrope diverse da quelle
stabilite nel decreto di autorizzazione.
4. Quando le condotte di cui al comma 1 riguardano i
medicinali ricompresi nella tabella II, sezioni A, B e C, di cui
all'articolo 14 e non ricorrono le condizioni di cui all'articolo
17, si applicano le pene ivi stabilite, diminuite da un terzo alla
metà.
5. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque
commette uno dei fatti previsti dal presente articolo che, per
i mezzi, la modalità o le circostanze dell’azione ovvero per la
qualità e quantità delle sostanze, è di lieve entità, è punito con le
pene della reclusione da sei mesi a quattro anni e della multa
da € 1.032,00 a € 10.329,00.
(omissis)
6. Se il fatto è commesso da tre o più persone in concorso tra
loro, la pena è aumentata.
7. Le pene previste dai commi da 1 a 6 sono diminuite dalla metà
a due terzi per chi si adopera per evitare che l'attività delittuosa
sia portata a conseguenze ulteriori, anche aiutando
concretamente l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nella
sottrazione di risorse rilevanti per la commissione dei delitti.
7-bis. Nel caso di condanna o di applicazione di pena su
richiesta delle parti, a norma dell’articolo 444 del codice di
procedura penale, è ordinata la confisca delle cose che ne sono
il profitto o il prodotto, salvo che appartengano a persona
estranea al reato, ovvero quando essa non è possibile, fatta
eccezione per il delitto di cui al comma 5, la confisca di beni di
cui il reo ha la disponibilità per un
valore corrispondente a tale profitto o prodotto.

Articolo 24-ter Delitti di criminalità organizzata Articolo 407 codice procedura penale
decreto legislativo (omissis) (Termini di durata massima delle indagini preliminari)
8 giugno 2001, n. 231 1. Salvo quanto previsto dall’articolo 393 comma 4, la durata
delle indagini preliminari non può comunque superare
diciotto mesi.
2. La durata massima è tuttavia di due anni se le indagini
preliminari riguardano:
a) i delitti appresso indicati:
(omissis)
5) delitti di illegale fabbricazione, introduzione nello Stato,
messa in vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico
o aperto al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di
esse, di esplosivi, di armi clandestine nonché di più armi
comuni da sparo escluse quelle previste dall'articolo 2, comma
terzo, della legge 18 aprile 1975, n. 110.
(omissis)
Articolo 2 legge 18 aprile 1975, n. 110
(Armi e munizioni comuni da sparo)
(omissis)
Sono infine considerate armi comuni da sparo quelle
denominate "da bersaglio da sala", o ad emissione di gas, nonché
le armi ad aria compressa o gas compressi, sia lunghe sia corte
i cui proiettili erogano un’energia cinetica superiore a 7,5 joule,
e gli strumenti lanciarazzi, salvo che si tratti di armi destinate
alla pesca ovvero di armi e strumenti per i quali il Banco
nazionale di prova escluda, in relazione alle rispettive
caratteristiche, l’attitudine a recare offesa alla persona. Non
sono armi gli strumenti ad aria compressa o gas compresso a
canna liscia e a funzionamento non automatico, destinati al
lancio di capsule sferiche marcatrici prive di sostanze o miscele
classificate come pericolose dall’articolo 3 del regolamento n.
1272/2008/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16
dicembre 2008, che erogano una energia cinetica non superiore
a 12,7 joule,
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

purché di calibro non inferiore a 12,7 millimetri e non superiore


a 17,27 millimetri. Il Banco nazionale di prova, a spese
dell'interessato, procede a verifica di conformità dei prototipi
dei medesimi strumenti. Gli strumenti che erogano una
energia cinetica superiore a 7,5 joule possono essere utilizzati
esclusivamente per attività agonistica. In caso di inosservanza
delle disposizioni di cui al presente comma, si applica la
sanzione amministrativa di cui all’articolo 17-bis, primo
comma, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773. Con decreto
del Ministro dell’interno sono definite le disposizioni per
l’acquisto, la detenzione, il trasporto, il porto e l'utilizzo degli
strumenti da impiegare per l’attività amatoriale e per quella
agonistica.
(omissis)
Articolo 25 (Concussione, induzione indebita a dare o Articolo 317 codice penale
decreto legislativo promettere utilità e corruzione) (Concussione)
8 giugno 2001, n. 231 1. In relazione alla commissione dei delitti di cui Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che,
agli articoli 318, 321, 322, commi primo e terzo, e abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a
346-bis del codice penale, si applica la sanzione dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro
pecuniaria fino a duecento quote. o altra utilità, è punito con la reclusione da sei a dodici anni.
2. In relazione alla commissione dei delitti di cui
agli articoli 319, 319-ter, comma 1, 321, 322,
commi 2 e 4, del codice penale, si applica all'ente
la sanzione pecuniaria da duecento a seicento
quote.
3. In relazione alla commissione dei delitti di cui
agli articoli 317, 319, aggravato ai sensi
dell'articolo 319-bis quando dal fatto l'ente ha
conseguito un profitto di rilevante entità, 319 - ter,
comma 2, 319-quater e 321 del codice penale, si
applica all'ente la sanzione pecuniaria da
trecento a ottocento quote.
4. Le sanzioni pecuniarie previste per i delitti di
cui ai commi da 1 a 3, si applicano all'ente anche
quando tali delitti sono stati commessi dalle
persone indicate negli articoli 320 e 322 - bis.
5. Nei casi di condanna per uno dei delitti indicati
nei commi 2 e 3, si applicano le sanzioni
interdittive previste dall’articolo 9, comma 2, per
una durata non inferiore a quattro anni e non
superiore a sette anni, se il reato è stato commesso
da uno dei soggetti di cui all’articolo 5, comma 1,
lettera a), e per una durata non inferiore a due anni
e non superiore a quattro, se il reato è stato
commesso da uno dei soggetti di cui all’articolo 5,
comma 1, lettera b).
5-bis. Se prima della sentenza di primo grado
l’ente si è efficacemente adoperato per evitare che
l’attività delittuosa sia portata a conseguenze
ulteriori, per assicurare le prove dei reati e per
l’individuazione dei responsabili ovvero per il
sequestro delle somme o altre utilità trasferite e
ha eliminato le carenze organizzative che hanno
determinato il reato mediante l’adozione e
l’attuazione di modelli organizzativi idonei a
prevenire reati della specie di quello verificatosi,
le sanzioni interdittive hanno la durata stabilita
dall'articolo 13, comma 2.

Articolo 25 (Concussione, induzione indebita a dare Articolo 318 codice penale


decreto legislativo o promettere utilità e corruzione) (Corruzione per l'esercizio della funzione)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Il pubblico ufficiale che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi
poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità
o ne accetta la promessa è punito con
la reclusione da tre a otto anni.
Articolo 25 (Concussione, induzione indebita a dare Articolo 319 codice penale
decreto legislativo o promettere utilità e corruzione) (Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Il pubblico ufficiale, che, per omettere o ritardare o per avere
omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere
o per aver compiuto un atto contrario ai doveri
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

d'ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità,


o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da sei a
dieci anni.
Articolo 25 (Concussione, induzione indebita a dare Articolo 319-bis codice penale
decreto legislativo o promettere utilità e corruzione) (Circostanze aggravanti)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) La pena è aumentata se il fatto di cui all’articolo 319 ha per
oggetto il conferimento di pubblici impieghi o stipendi o
pensioni o la stipulazione di contratti nei quali sia interessata
l’amministrazione alla quale il pubblico uff iciale appartiene
nonché il pagamento o il rimborso di tributi.
Articolo 25 (Concussione, induzione indebita a dare Articolo 319-ter codice penale
decreto legislativo o promettere utilità e corruzione) (Corruzione in atti giudiziari)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Se i fatti indicati negli articoli 318 e 319 sono commessi per
favorire o danneggiare una parte in un processo civile, pena le
o amministrativo, si applica la pena della reclusione da sei a
dodici anni.
Se dal fatto deriva l'ingiusta condanna di taluno alla reclusione
non superiore a cinque anni, la pena è della reclusione da sei a
quattordici anni; se deriva l'ingiusta condanna alla reclusione
superiore a cinque anni o all'ergastolo, la pena e della reclusione
da otto a venti anni.
Articolo 25 (Concussione, induzione indebita a dare Articolo 319-quater codice penale
decreto legislativo o promettere utilità e corruzione) (Induzione indebita a dare o promettere utilità)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale
o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua
qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere
indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito
con la reclusione da sei anni a dieci anni e sei mesi.
Ne casi previsti dal primo comma, chi dà o promette denaro o
altra utilità è punito con la reclusione fino a tre anni.

Articolo 25 (Concussione, induzione indebita a dare Articolo 320 codice penale


decreto legislativo o promettere utilità e corruzione) (Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Le disposizioni degli articoli 318 e 319 si applicano anche
all'incaricato di un pubblico servizio.
In ogni caso, le pene sono ridotte in misura non superiore a
un terzo.
Articolo 25 (Concussione, induzione indebita a dare Articolo 321 codice penale
decreto legislativo o promettere utilità e corruzione) (Pene per il corruttore)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Le pene stabilite nel primo comma dell’articolo 318,
nell’articolo 319, nell’articolo 319 -bis, nell’articolo 319 -ter e
nell’articolo 320 in relazione alle suddette ipotesi degli articoli
318 e 319, si applicano anche a chi dà o promette al pubblico
ufficiale o all’incaricato di un pubblico servizio il denaro o altra
utilità.
Articolo 25 (Concussione, induzione indebita a dare Articolo 322 codice penale
decreto legislativo o promettere utilità e corruzione) (Istigazione alla corruzione)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Chiunque offre o promette denaro od altra utilità non dovuti,
a un pubblico ufficiale o a un incaricato di un pubblico servizio,
per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, soggiace,
qualora l'offerta o la promessa non sia accettata, alla pena
stabilita nel primo comma dell'articolo 318, ridotta di un terzo.
Se l'offerta o la promessa è fatta per indurre un pubblico
ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio a omettere o
a ritardare un atto del suo ufficio, ovvero a fare un atto contrario
ai suoi doveri, il colpevole soggiace, qualora l'offerta o la
promessa non sia accettata, alla pena stabilita nell'articolo 319,
ridotta di un terzo.
La pena di cui al primo comma si applica al pubblico ufficiale
o all'incaricato di un pubblico servizio che sollecita una
promessa o dazione di denaro o altra utilità per l'esercizio delle
sue funzioni o dei suoi poteri.
La pena di cui al secondo comma si applica al pubblico ufficiale
o all'incaricato di un pubblico servizio che sollecita una
promessa o dazione di denaro od altra utilità da parte di un
privato per le finalità indicate dall'articolo 319.

Articolo 25 (Concussione, induzione indebita a dare Articolo 322-bis codice penale


decreto legislativo o promettere utilità e corruzione) (Peculato, concussione, induzione indebita a dare o
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) promettere utilità, corruzione e istigazione alla corruzione
di membri della
Corte penale internazionale o degli organi delle Comunità
europee e di funzionari delle Comunità europee e di Stati
esteri)
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

Le disposizioni degli articoli 314, 316, da 317 a 320 e 322, terzo


e quarto comma, si applicano anche:
1) ai membri della Commissione delle Comunità europee, del
Parlamento europeo, della Corte di Giustizia e della Corte dei
conti delle Comunità europee;
2) ai funzionari e agli agenti assunti per contratto a norma dello
statuto dei funzionari delle Comunità europee o del regime
applicabile agli agenti delle Comunità europee;
3) alle persone comandate dagli Stati membri o da qualsiasi ente
pubblico o privato presso le Comunità europee, che esercitino
funzioni corrispondenti a quelle dei funzionari o agenti delle
Comunità europee;
4) ai membri e agli addetti a enti costituiti sulla base dei trattati
che istituiscono le Comunità europee;
5) a coloro che, nell’ambito di altri Stati membri dell’Unione
europea, svolgono funzioni o attività corrispondenti a quelle dei
pubblici ufficiali e degli incaricati di un pubblico servizio.
5-bis) ai giudici, al procuratore, ai procuratori aggiunti, ai
funzionari e agli agenti della Corte penale internazionale, alle
persone comandate dagli Stati parte del Trattato istitutivo della
Corte penale internazionale le quali esercitino funzioni
corrispondenti a quelle dei funzionari o agenti della Corte
stessa, ai membri ed agli addetti a enti costituiti sulla base del
Trattato istitutivo della Corte penale internazionale.
5-ter) alle persone che esercitano funzioni o attività
corrispondenti a quelle dei pubblici ufficiali e degli incaricati
di un pubblico servizio nell’ambito di organizzazioni pubbliche
internazionali;
5-quater) ai membri delle assemblee parlamentari internazionali
o di un'organizzazione internazionale o sovranazionale e ai
giudici e funzionari delle corti internazionali.
Le disposizioni degli articoli 319-quater, secondo comma, 321
e 322, primo e secondo comma, si applicano anche se il denaro
o altra utilità è dato, offerto o promesso:
1) alle persone indicate nel primo comma del presente
articolo;
2) a persone che esercitano funzioni o attività
corrispondenti a quelle dei pubblici ufficiali e degli incaricati
di un pubblico servizio nell’ambito di altri Stati esteri o
organizzazioni pubbliche internazionali.
Le persone indicate nel primo comma sono assimilate ai
pubblici ufficiali, qualora esercitino funzioni corrispondenti,
e agli incaricati di un pubblico servizio negli altri casi.

Articolo 25 (Concussione, induzione indebita a dare o promettere Articolo 346-bis


decreto legislativo utilità e corruzione) (Traffico di influenze illecite)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Chiunque, fuori dei casi di concorso nei reati di cui agli articoli
318, 319, 319-ter e nei reati di corruzione di cui all'articolo 322-
bis, sfruttando o vantando relazioni esistenti o asserite con un
pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio o uno
degli altri soggetti di cui all'articolo 322-bis, indebitamente fa
dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità, come
prezzo della propria mediazione illecita verso un pubblico
ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio o uno degli altri
soggetti di cui all’articolo 322-bis, ovvero per remunerarlo in
relazione all'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, è
punito con la pena della reclusione da un anno a quattro anni e sei
mesi.
La stessa pena si applica a chi indebitamente dà o promette denaro o
altra utilità.
La pena è aumentata se il soggetto che indebitamente fa dare o
promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità riveste la qualifica di
pubblico ufficiale o di incaricato di un pubblico servizio.Le pene sono
altresì aumentate se i fatti sono commessi in relazione
all’esercizio di attività giudiziarie o per remunerare il pubblico
ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio o uno degli altri
soggetti di cui all’articolo
322-bis in relazione al compimento di un atto contrario ai
doveri d’ufficio o all'omissione o al ritardo di un atto del
suo ufficio.
Se i fatti sono di particolare tenuità, la pena è diminuita.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

Articolo 25-bis (Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 453 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento) Stato, previo concerto, di monete falsificate)
1. In relazione alla commissione dei delitti previsti E' punito con la reclusione da tre a dodici anni e con la
dal codice penale in materia di falsità in monete, multa da € 516,00 a € 3.098,00:
in carte di pubblico credito, in valori di bollo e 1) chiunque contraffà monete nazionali o straniere, aventi
in strumenti o segni di riconoscimento, si corso legale nello Stato o fuori;
applicano all'ente le seguenti sanzioni pecuniarie: 2) chiunque altera in qualsiasi modo monete genuine, col dare
a) per il delitto di cui all'articolo 453 la sanzione ad esse l'apparenza di un valore superiore;
pecuniaria da trecento a ottocento quote; 3) chiunque, non essendo concorso nella contraffazione o
b) per i delitti di cui agli articoli 454, 460 e 461 la nell'alterazione, ma di concerto con chi l'ha eseguita ovvero con
sanzione pecuniaria fino a cinquecento quote; un intermediario, introduce nel territorio dello Stato o detiene
c) per il delitto di cui all'articolo 455 le sanzioni o spende o mette altrimenti in circolazione monete contraffatte
pecuniarie stabilite dalla lettera a), in relazione o alterate;
all'articolo 453, e dalla lettera b), in relazione 4) chiunque, al fine di metterle in circolazione, acquista o
all'articolo 454, ridotte da un terzo alla metà; comunque riceve da chi le ha falsificate, ovvero da un
d) per i delitti di cui agli articoli 457 e 464, intermediario, monete contraffatte o alterate.
secondo comma, le sanzioni pecuniarie fino a La stessa pena si applica a chi, legalmente autorizzato alla
duecento quote; produzione, fabbrica indebitamente, abusando degli strumenti
e) per il delitto di cui all'articolo 459 le sanzioni o dei materiali nella sua disponibilità, quantitativi di monete in
pecuniarie previste dalle lettere a), c) e d) ridotte eccesso rispetto alle prescrizioni.
di un terzo; La pena è ridotta di un terzo quando le condotte di cui al primo
f) per il delitto di cui all'articolo 464 , primo e secondo comma hanno ad oggetto monete non aventi ancora
comma, la sanzione pecuniaria fino a trecento corso legale e il termine iniziale dello stesso è determinato.
quote;
f-bis) per i delitti di cui agli articoli 473 e 474, la
sanzione pecuniaria fino a cinquecento quote.
2. Nei casi di condanna per uno dei delitti di cui
agli articoli 453, 454, 455, 459, 460, 461 ,
473 e 474 del codice penale, si applicano all'ente
le sanzioni interdittive previste dall'articolo 9,
comma 2, per una durata non superiore ad un
anno.

Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 454 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Alterazione di monete)
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento Chiunque altera monete della qualità indicata nell’articolo
(omissis) precedente, scemandone in qualsiasi modo il valore, ovvero,
rispetto alle monete in tal modo alterate, commette alcuno dei
fatti indicati nei numeri 3 e 4 del detto articolo, è punito con
la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da € 103,00 a
€ 516,00.
Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 455 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto,
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento di monete falsificate)
(omissis) Chiunque, fuori dei casi preveduti dai due articoli precedenti,
introduce nel territorio dello Stato, acquista o detiene monete
contraffatte o alterate, al fine di metterle in circolazione, ovvero
le spende o le mette altrimenti in
circolazione, soggiace alle pene stabilite nei detti articoli ridotte da un
terzo alla metà.
Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 457 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede)
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento Chiunque spende o mette altrimenti in circolazione monete
(omissis) contraffatte o alterate, da lui ricevute in buona fede, è punito
con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a €
1.032,00.
Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico cr edito, Articolo 459 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento messa in circolazione di valori di bollo falsificati)
(omissis) Le disposizioni degli articoli 453, 455 e 457 si applicano anche
alla contraffazione o alterazione di valori di bollo e alla
introduzione nel territorio dello Stato, o all'acquisto,
detenzione e messa in circolazione di valori di bollo
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

contraffatti; ma le pene sono ridotte di un terzo.


Agli effetti della legge penale, s'intendono per «valori di bollo»
la carta bollata, le marche da bollo, i francobolli e gli altri valori
equiparati a questi da leggi speciali.
Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 460 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazion e
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento di carte di pubblico credito o di valori di bollo)
(omissis) Chiunque contraffà la carta filigranata che si adopera per la
fabbricazione delle carte di pubblico credito o di valori di bollo,
ovvero acquista, detiene o aliena tale carta contraffatta, è
punito, se il fatto, non costituisce un più grave reato, con la
reclusione da due a sei anni e con la multa da € 309,00 a €
1.032,00.
Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 461 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento alla falsificazione di monete, di valori di bollo o di carta filigranata)
(omissis) Chiunque fabbrica, acquista, detiene o aliena filigrane,
programmi e dati informatici o strumenti destinati alla
contraffazione o alterazione di monete, di valori di bollo o di
carta filigranata è punito, se il fatto non costituisce un più
grave reato, con la reclusione da uno a cinque anni e con la
multa da € 103,00 a € 516,00.
La stessa pena si applica se le condotte previste dal primo
comma hanno ad oggetto ologrammi o altri componenti della
moneta destinati ad assicurarne la protezione contro la
contraffazione o l'alterazione.
Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 464 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Uso di valori di bollo contraffatti o alterati)
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento Chiunque, non essendo concorso nella contraffazione o
(omissis) nell’alterazione, fa uso di valori di bollo contraffatti o alterati
è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a
€ 516,00.
Se i valori sono stati ricevuti in buona fede, si applica la
pena stabilita nell’articolo 457, ridotta di un terzo.
Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 473 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento brevetti, modelli e disegni)
(omissis) Chiunque, potendo conoscere dell'esistenza del titolo di
proprietà industriale, contraffà o altera marchi o segni
distintivi, nazionali o esteri, di prodotti industriali, ovvero
chiunque, senza essere concorso nella contraffazione o
alterazione, fa uso di tali marchi o segni contraffatti o alterati,
è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa
da € 2.500,00 a € 25.000,00.
Soggiace alla pena della reclusione da uno a quattro anni e della
multa da € 3.500,00 a € 35.000,00 chiunque contraffà o altera
brevetti, disegni o modelli industriali, nazionali o esteri, ovvero,
senza essere concorso nella contraffazione o alterazione, fa uso
di tali brevetti, disegni o modelli contraffatti o alterati.
I delitti previsti dai commi primo e secondo sono punibili a condizione
che siano state osservate le norme delle leggi interne, dei regolamenti
comunitari e delle convenzioni internazionali sulla tutela della
proprietà intellettuale o
industriale.

Articolo 25-bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, Articolo 474 codice penale
decreto legislativo in valori di bollo e in strumenti (Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi )
8 giugno 2001, n. 231 o segni di riconoscimento Fuori dei casi di concorso nei reati previsti dall'articolo 473,
(omissis) chiunque introduce nel territorio dello Stato, al fine di trarne
profitto, prodotti industriali con marchi o altri segni distintivi,
nazionali o esteri, contraffatti o alterati è punito con la
reclusione da uno a quattro anni e con la multa da € 3.500,00 a €
35.000,00.
Fuori dei casi di concorso nella contraffazione, alterazione,
introduzione nel territorio dello Stato, chiunque detiene per la
vendita, pone in vendita o mette altrimenti in circolazione, al
fine di trarne profitto, i prodotti di cui al primo comma è punito
con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a €
20.000,00.
I delitti previsti dai commi primo e secondo sono punibili a condizione
che siano state osservate le norme delle leggi interne, dei regolamenti
comunitari e delle convenzioni
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

internazionali sulla tutela della proprietà intellettuale o


industriale.
Articolo 25-bis.1 (Delitti contro l’industria e il commercio) Articolo 513 codice penale
decreto legislativo 1. In relazione alla commissione dei delitti contro (Turbata libertà dell’industria o del commercio)
8 giugno 2001, n. 231 l’industria e il commercio previsti dal codice Chiunque adopera violenza sulle cose ovvero mezzi fraudolenti
penale, si applicano all'ente le seguenti sanzioni per impedire o turbare l'esercizio di un'industria o di un
pecuniarie: commercio è punito, a querela della persona offesa, se il fatto
a) per i delitti di cui agli articoli 513, 515, 516, 517, non costituisce un più grave reato, con la reclusione fino a due
517-ter e 517-quater la sanzione pecuniaria fino anni e con la multa da € 103,00 a € 1.032,00
a cinquecento quote;
b) per i delitti di cui agli articoli 513 -bis e 514, la
sanzione pecuniaria fino a ottocento quote.
2. Nel caso di condanna per i delitti di cui alla lettera b)
del comma 1 si applicano all’ente le sanzioni interdittive
previste dall’articolo 9,
comma 2.
Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 513-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Illecita concorrenza con minaccia o violenza)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque nell'esercizio di un'attività commerciale, industriale
o comunque produttiva, compie atti di concorrenza con
violenza o minaccia è punito con la reclusione da due a sei anni.
La pena è aumentata se gli atti di concorrenza riguardano
un'attività finanziaria in tutto o in parte ed in qualsiasi modo
dallo Stato o da altri enti pubblici.

Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 514 codice penale
decreto legislativo (omissis) (Frodi contro le industrie nazionali)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque, ponendo in vendita o mettendo altrimenti in
circolazione, sui mercati nazionali o esteri, prodotti industriali,
con nomi, marchi o segni distintivi contraffatti o alterati,
cagiona un nocumento all'industria nazionale è punito con la
reclusione da uno a cinque anni e con la multa non inferiore a €
516,00
Se per i marchi o segni distintivi sono state osservate le norme
delle leggi interne o delle convenzioni internazionali
sulla tutela della proprietà industriale, la pena è aumentata e non si
applicano le disposizioni degli articoli 473 e 474.
Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 515 codice penale
decreto legislativo (omissis) (Frode nell'esercizio del commercio)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque, nell'esercizio di un'attività commerciale, ovvero in
uno spaccio aperto al pubblico, consegna all'acquirente una
cosa mobile per un`altra, ovvero una cosa mobile, per origine,
provenienza, qualità o quantità, diversa da quella dichiarata o
pattuita, è punito, qualora il fatto non costituisca un più grave
delitto, con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a €
2.065, 00.
Se si tratta di oggetti preziosi, la pena è della reclusione
fino a tre anni o della multa non inferiore a € 103,00.
Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 516 codice penale
decreto legislativo (omissis) (Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque pone in vendita o mette altrimenti in commercio come
genuine sostanze alimentari non genuine è punito con la
reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a € 1.032,00.

Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 517 codice penale
decreto legislativo (omissis) (Vendita di prodotti industriali con segni mendaci)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque pone in vendita o mette altrimenti in circolazione
opere dell'ingegno o prodotti industriali, con nomi, marchi o
segni distintivi nazionali o esteri, atti a indurre in inganno il
compratore sull’origine, provenienza o qualità dell'opera o
del prodotto, è punito, se il fatto non è preveduto come reato
da altra disposizione di legge, con la reclusione fino a due anni
e con la multa fino a € 20.000,00.
Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 517-ter codice penale
decreto legislativo (omissis) (Fabbricazione e commercio di beni realizzati
8 giugno 2001, n. 231 usurpando titoli di proprietà industriale)
Salva l'applicazione degli articoli 473 e 474 chiunque, potendo
conoscere dell'esistenza del titolo di proprietà industriale,
fabbrica o adopera industrialmente oggetti o altri beni
realizzati usurpando un titolo di proprietà industriale o in
violazione dello stesso è punito, a querela della persona offesa,
con la reclusione fino a due anni e con
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

la multa fino a € 20.000,00.


Alla stessa pena soggiace chi, al fine di trarne profitto, introduce
nel territorio dello Stato, detiene per la vendita, pone in vendita
con offerta diretta ai consumatori o mette comunque in
circolazione i beni di cui al primo comma.
Si applicano le disposizioni di cui agli articoli 474 -bis, 474- ter,
secondo comma, e 517-bis, secondo comma.
I delitti previsti dai commi primo e secondo sono punibili
sempre che siano state osservate le norme delle leggi interne,
dei regolamenti comunitari e delle convenzioni internazionali
sulla tutela della proprietà intellettuale o industriale.

Articolo 25-bis.1 Delitti contro l’industria e il commercio Articolo 517-quater codice penale
decreto legislativo (omissis) (Contraffazione di indicazioni geografiche
8 giugno 2001, n. 231 o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari)
Chiunque contraffà o comunque altera indicazioni geografiche
o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari è punito
con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a €
20.000,00.
Alla stessa pena soggiace chi, al fine di trarne profitto, introduce
nel territorio dello Stato, detiene per la vendita, pone in vendita
con offerta diretta ai consumatori o mette comunque in
circolazione i medesimi prodotti con le indicazioni o
denominazioni contraffatte.
Si applicano le disposizioni di cui agli articoli 474 -bis, 474- ter,
secondo comma, e 517-bis, secondo comma.
I delitti previsti dai commi primo e secondo sono punibili a
condizione che siano state osservate le norme delle leggi
interne, dei regolamenti comunitari e delle convenzioni
internazionali in materia di tutela delle indicazioni geografiche
e delle denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

Articolo 25-ter (Reati societari) Articolo 2621 codice civile


decreto legislativo (A norma dell’articolo 39, comma 5, della legge 28 (False comunicazioni sociali)
8 giugno 2001, n. 231 dicembre 2005, n. 262, le sanzioni pecuniarie previste Fuori dai casi previsti dall’art. 2622, gli amministratori, i
dal presente articolo sono raddoppiate) direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei
1. In relazione ai reati in materia societaria previsti documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, i quali,
dal codice civile, si applicano all’ente le seguenti al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei
sanzioni pecuniarie: bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali
a) per il delitto di false comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, previste dalla legge,
previsto dall’articolo 2621 del codice civile, la consapevolmente espongono fatti materiali rilevanti non
sanzione pecuniaria da duecento a quattrocento rispondenti al vero ovvero omettono fatti materiali rilevanti la
quote; cui comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione
a-bis ) per il delitto di false comunicazioni sociali economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo
previsto dall’articolo 2621 -bis del codice civile, al quale la stessa appartiene, in modo concretamente idoneo ad
la sanzione pecuniaria da cento a duecento quote; indurre altri in errore, sono puniti con la pena della reclusione
b) per il delitto di false comunicazioni sociali da uno a cinque anni.
previsto dall’articolo 2622 del codice civile, la La stessa pena si applica anche se le falsità o le omissioni riguardano
sanzione pecuniaria da quattrocento a seicento beni posseduti o amministrati dalla società per conto di terzi
quote;
d) per la contravvenzione di falso in prospetto,
prevista dall'articolo 2623, primo comma, del
codice civile, la sanzione pecuniaria da cento a
centotrenta quote;
e) per il delitto di falso in prospetto, previsto
dall'articolo 2623, secondo comma, del codice
civile, la sanzione pecuniaria da duecento a
trecentotrenta quote;
f) per la contravvenzione di falsità nelle
relazioni o nelle comunicazioni delle società di
revisione, prevista dall'articolo 2624, primo
comma, del codice civile, la sanzione pecuniaria
da cento a centotrenta quote;
g) per il delitto di falsità nelle relazioni o nelle
comunicazioni delle società di revisione, previsto
dall'articolo 2624, secondo comma, del codice
civile, la sanzione pecuniaria da duecento a
quattrocento quote;
h) per il delitto di impedito controllo, previsto
dall'articolo 2625, secondo comma, del codice
civile, la sanzione pecuniaria da cento a
centottanta quote;
i) per il delitto di formazione fittizia del capitale,
previsto dall' articolo 2632 del codice civile, la
sanzione pecuniaria da cento a centottanta quote;
l) per il delitto di indebita restituzione dei
conferimenti, previsto dall'articolo 2626 del
codice civile, la sanzione pecuniaria da cento a
centottanta quote;
m) per la contravvenzione di illegale
ripartizione degli utili e delle riserve, prevista
dall'articolo 2627 del codice civile, la sanzione
pecuniaria da cento a centotrenta quote;
n) per il delitto di illecite operazioni sulle azioni
o quote sociali o della società controllante,
previsto dall'articolo 2628 del codice civile, la
sanzione pecuniaria da cento a centottanta quote;
o) per il delitto di operazioni in pregiudizio dei
creditori, previsto dall'articolo 2629 del codice
civile, la sanzione pecuniaria da centocinquanta a
trecentotrenta quote;
p) per il delitto di indebita ripartizione dei beni
sociali da parte dei liquidatori, previsto
dall'articolo 2633 del codice civile, la sanzione
pecuniaria da centocinquanta a trecentotrenta
quote;
q) per il delitto di illecita influenza
sull'assemblea, previsto dall'articolo 2636 del
codice civile, la sanzione pecuniaria da
centocinquanta a trecentotrenta quote;
r) per il delitto di aggiotaggio, previsto
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

dall’articolo 2637 del codice civile e per il delitto


di omessa comunicazione del conflitto d'interessi
previsto dall'articolo 2629 -bis del codice civile, la
sanzione pecuniaria da duecento a cinquecento
quote;
s) per i delitti di ostacolo all'esercizio delle
funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza,
previsti dall'articolo 2638, primo e secondo
comma, del codice civile, la sanzione pecuniaria
da duecento a quattrocento quote;
s-bis) per il delitto di corruzione tra privati, nei
casi previsti dal terzo comma dell'articolo 2635
del codice civile, la sanzione pecuniaria da
quattrocento a seicento quote e, nei casi di
istigazione di cui al primo comma dell'articolo
2635-bis del codice civile, la sanzione pecuniaria
da duecento a quattrocento quote. Si applicano
altresì le sanzioni interdittive previste
dall'articolo 9, comma 2.
3. Se, in seguito alla commissione dei reati di cui
al comma 1, l'ente ha conseguito un profitto di
rilevante entità la sanzione pecuniaria è
aumentata di un terzo.
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2621-bis codice civile
decreto legislativo (omissis) (Fatti di lieve entità)
8 giugno 2001, n. 231 Salvo che costituiscano più grave reato, si applica la pena da sei
mesi a tre anni di reclusione se i fatti di cui all’articolo 2621
sono di lieve entità, tenuto conto della natura e delle dimensioni
della società e delle modalità o degli effetti della condotta.
Salvo che costituiscano più grave reato, si applica la stessa pena
di cui al comma precedente quando i fatti di cui all’articolo 2621
riguardano società che non superano i limiti indicati dal
secondo comma dell’articolo 1 del regio decreto 16 marzo 1942,
n. 267. In tale caso, il delitto è procedibile a querela della
società, dei soci, dei creditori o
degli altri destinatari della comunicazione sociale.

Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2622 codice civile


decreto legislativo (omissis) (False comunicazioni sociali delle società quotate)
8 giugno 2001, n. 231 Gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla
redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i
liquidatori di società emittenti strumenti finanziari ammessi alla
negoziazione in un mercato regolamentato italiano o di altro
Paese dell’Unione europea, i quali, al fine di conseguire per
sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni
o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico
consapevolmente espongono fatti materiali non rispondenti al
vero ovvero omettono fatti materiali rilevanti la cui
comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione
economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo
al quale la stessa appartiene, in modo concretamente idoneo ad
indurre altri in errore, sono puniti con la pena della reclusione
da tre a otto anni.
Alle società indicate nel comma precedente sono equiparate:
1) le società emittenti strumenti finanziari per i quali è stata
presentata una richiesta di ammissione alla negoziazione in un
mercato regolamentato italiano o di altro Paese dell’Unione
europea;
2) le società emittenti strumenti finanziari ammessi alla
negoziazione in un sistema multilaterale di negoziazione
italiano;
3) le società che controllano società emittenti strumenti
finanziari ammessi alla negoziazione in un mercato
regolamentato italiano o di altro Paese dell’Unione europea;
4) le società che fanno appello al pubblico risparmio o che
comunque lo gestiscono.
Le disposizioni di cui ai commi precedenti si applicano anche
se le falsità o le omissioni riguardano beni posseduti o
amministrati dalla società per conto di terzi.
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2623 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Falso in prospetto)
8 giugno 2001, n. 231 Abrogato dall'articolo 34, comma 2, della legge 28 dicembre 2005,
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

n. 262
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2624 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni delle
8 giugno 2001, n. 231 società di revisione)
Abrogato dall’articolo 37, comma 34, del decreto legislativo 27
gennaio 2010, n. 39
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2625 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Impedito controllo)
8 giugno 2001, n. 231 Gli amministratori che, occultando documenti o con altri idonei
artifici, impediscono o comunque ostacolano lo svolgimento
delle attività di controllo legalmente attribuite ai soci o ad altri
organi sociali, sono puniti con la sanzione amministrativa
pecuniaria fino a 10.329 euro.
Se la condotta ha cagionato un danno ai soci, si applica la
reclusione fino ad un anno e si procede a querela della persona
offesa.
La pena è raddoppiata se si tratta di società con titoli quotati
in mercati regolamentati italiani o di altri Stati dell'Unione
europea o diffusi tra il pubblico in misura rilevante ai sensi
dell'articolo 116 del testo unico di cui al Decreto legislativo 24
febbraio 1998 n. 58.
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2626 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Indebita restituzione dei conferimenti)
8 giugno 2001, n. 231 Gli amministratori che, fuori dei casi di legittima riduzione del
capitale sociale, restituiscono, anche simulatamente, i
conferimenti ai soci o li liberano dall'obbligo di eseguirli, sono
puniti con la reclusione fino ad un anno.
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2627 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Illegale ripartizione degli utili e delle riserve)
8 giugno 2001, n. 231 Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, gli
amministratori che ripartiscono utili o acconti su utili non
effettivamente conseguiti o destinati per legge a riserva, ovvero
che ripartiscono riserve, anche non costituite con utili, che non
possono per legge essere distribuite, sono puniti con l'arresto
fino ad un anno.
La restituzione degli utili o la ricostituzione delle rise rve prima
del termine previsto per l'approvazione del bilancio estingue il
reato.
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2628 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali
8 giugno 2001, n. 231 o della società controllante)
Gli amministratori che, fuori dei casi consentiti dalla legge,
acquistano o sottoscrivono azioni o quote sociali, cagionando
una lesione all'integrità del capitale sociale o delle riserve non
distribuibili per legge, sono puniti con la reclusione fino ad un
anno.
La stessa pena si applica agli amministratori che, fuori dei casi
consentiti dalla legge, acquistano o sottoscrivono azioni o
quote emesse dalla società controllante, cagionando una lesione
del capitale sociale o delle riserve non distribuibili per legge.
Se il capitale sociale o le riserve sono ricostituiti prima del termine
previsto per l'approvazione del bilancio relativo all'esercizio in
relazione al quale è stata posta in essere la
condotta, il reato è estinto.

Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2629 codice civile


decreto legislativo (omissis) (Operazioni in pregiudizio dei creditori)
8 giugno 2001, n. 231 Gli amministratori che, in violazione delle disposizioni di legge
a tutela dei creditori, effettuano riduzioni del capitale sociale o
fusioni con altra società o scissioni, cagionando danno ai
creditori, sono puniti, a querela della persona offesa, con la
reclusione da sei mesi a tre anni.
Il risarcimento del danno ai creditori prima del giudizio estingue il
reato.
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2629-bis codice civile
decreto legislativo (omissis) (Omessa comunicazione del conflitto d'interessi)
8 giugno 2001, n. 231 L'amministratore o il componente del consiglio di gestione di
una società con titoli quotati in mercati regolamentati italiani o
di altro Stato dell'Unione europea o diffusi tra il pubblico in
misura rilevante ai sensi dell'articolo 116 del testo unico di
cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n.
58 e successive modificazioni, ovvero di un soggetto
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

sottoposto a vigilanza ai sensi del testo unico di cui al decreto


legislativo 1° settembre 1993, n. 385, del citato testo unico di
cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, del decreto legislativo 7
settembre 2005, n. 209 o del decreto legislativo 21 aprile 1993,
n. 124 che viola gli obblighi previsti dall'articolo 2391, primo
comma, è punito con la reclusione da uno a tre anni, se dalla
violazione siano derivati danni alla società o a terzi.
Articolo 2391 codice civile
(Interessi degli amministratori)
L'amministratore deve dare notizia agli altri amministratori e
al collegio sindacale di ogni interesse che, per conto proprio
o di terzi, abbia in una determinata operazione della società,
precisandone la natura, i termini, l'origine e la portata; se si
tratta di amministratore delegato, deve altresì astenersi dal
compiere l'operazione, investendo della stessa l'organo
collegiale, se si tratta di amministratore unico, deve darne
notizia anche alla prima assemblea utile.
Nei casi previsti dal precedente comma la deliberazione del
consiglio di amministrazione deve adeguatamente motivare le
ragioni e la convenienza per la società dell'operazione.
Nei casi di inosservanza a quanto disposto nei due precedenti
commi del presente articolo ovvero nel caso di deliberazioni del
consiglio o del comitato esecutivo adottate con il voto
determinante dell'amministratore interessato, le deliberazioni
medesime, qualora possano recare danno alla società, possono
essere impugnate dagli amministratori e dal collegio sindacale
entro novanta giorni dalla loro data; l'impugnazione non può
essere proposta da chi ha consentito con il proprio voto alla
deliberazione se sono stati adempiuti gli obblighi di
informazione previsti dal primo comma. In ogni caso sono
salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti
compiuti in esecuzione della deliberazione.
L'amministratore risponde dei danni derivati alla società dalla
sua azione od omissione.
L'amministratore risponde altresì dei danni che siano derivati
alla società dalla utilizzazione a vantaggio proprio o di terzi di
dati, notizie o opportunità di affari appresi nell'esercizio del suo
incarico.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2632 codice civile


decreto legislativo (omissis) (Formazione fittizia del capitale)
8 giugno 2001, n. 231 Gli amministratori e i soci conferenti che, anche in parte,
formano od aumentano fittiziamente il capitale sociale
mediante attribuzioni di azioni o quote in misura
complessivamente superiore all'ammontare del capitale sociale,
sottoscrizione reciproca di azioni o quote, sopravvalutazione
rilevante dei conferimenti di beni in natura o di crediti ovvero
del patrimonio della società nel caso di trasformazione, sono
puniti con la reclusione fino ad un anno.

Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2633 codice civile


decreto legislativo (omissis) (Indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori)
8 giugno 2001, n. 231 I liquidatori che, ripartendo i beni sociali tra i soci prima del
pagamento dei creditori sociali o dell'accantonamento delle
somme necessario a soddisfarli, cagionano danno ai creditori,
sono puniti, a querela della persona offesa, con la reclusione da
sei mesi a tre anni.
Il risarcimento del danno ai creditori prima del giudizio estingue il
reato.
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2635 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Corruzione tra privati)
8 giugno 2001, n. 231 Salvo che il fatto costituisca più grave reato, gli amministratori,
i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei
documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, di società
o enti privati che, anche per interposta persona, sollecitano
o ricevono, per sé o per altri, denaro o altra utilità non dovuti,
o ne accettano la promessa, per compiere o per omettere un
atto in violazione degli obblighi inerenti al loro ufficio o degli
obblighi di fedeltà, sono puniti con la reclusione da uno a tre
anni. Si applica la stessa pena se il fatto è commesso da chi
nell’ambito organizzativo della società o dell’ente privato
esercita funzioni direttive diverse da quelle proprie dei soggetti
di cui al precedente periodo.
Si applica la pena della reclusione fino a un anno e sei mesi se
il fatto è commesso da chi è sottoposto alla direzione o alla
vigilanza di uno dei soggetti indicati al primo comma.
Chi, anche per interposta persona, offre, promette o dà denaro
o altra utilità non dovuti alle persone i ndicate nel primo e nel
secondo comma, è punito con le pene ivi previste.
Le pene stabilite nei commi precedenti sono raddoppiate se si
tratta di società con titoli quotati in mercati regolamentati
italiani o di altri Stati dell'Unione europea o diffusi tra il
pubblico in misura rilevante ai sensi dell'articolo 116 del testo
unico delle disposizioni in materia di intermediazione
finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n.
58, e successive modificazioni.
(Si procede a querela della persona offesa, salvo che dal fatto derivi una
distorsione della concorrenza nella acquisizione di beni o servizi: abrogato
dall'articolo 1, comma 5, lett. a), legge 9/1/2019, n. 3 )
Fermo quanto previsto dall’articolo 2641, la misura della
confisca per valore equivalente non può essere inferiore al
valore delle utilità date, promesse o offerte.

Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2635-bis codice civile


decreto legislativo (omissis) (Istigazione alla corruzione tra privati)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque offre o promette denaro o altra utilità non dovuti
agli amministratori, ai direttori generali, ai dirigenti preposti
alla redazione dei documenti contabili societari, ai sindaci e ai
liquidatori, di società o enti privati, nonché a chi svolge in
essi un'attività lavorativa con l'esercizio di funzioni direttive,
affinché compia od ometta un atto in violazione degli obblighi
inerenti al proprio ufficio o degli obblighi di fedeltà, soggiace,
qualora l'offerta o la promessa non sia accettata, alla pena
stabilita nel primo comma dell'articolo 2635, ridotta di un terzo.
La pena di cui al primo comma si applica agli amministratori,
ai direttori generali, ai dirigenti preposti alla redazione dei
documenti contabili societari, ai sindaci e ai liquidatori, di
società o enti privati, nonché a chi svolge in essi attività
lavorativa con l'esercizio di funzioni
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

direttive, che sollecitano per sé o per altri, anche per interposta


persona, una promessa o dazione di denaro o di altra utilità, per
compiere o per omettere un atto in violazione degli obblighi
inerenti al loro ufficio o degli obblighi di fedeltà, qualora la
sollecitazione non sia accettata.
(Si procede a querela della persona offesa: abrogato dall'articolo 1,
comma 5, lett. b), legge 9/1/2019, n. 3 )

Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2636 codice civile


decreto legislativo (omissis) (Illecita influenza sull’assemblea)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque, con atti simulati o fraudolenti, determina la
maggioranza in assemblea, allo scopo di procurare a sé o ad altri
un ingiusto profitto, è punito con la reclusione da sei mesi a tre
anni.
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2637 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Aggiotaggio)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque diffonde notizie false, ovvero pone in essere
operazioni simulate o altri artifici concretamente idonei a
provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti
finanziari non quotati o per i quali non è stata presentata una
richiesta di ammissione alle negoziazioni in un mercato
regolamentato, ovvero ad incidere in modo significativo
sull'affidamento che il pubblico ripone nella stabilità
patrimoniale di banche o di gruppi bancari, è punito con la pena
della reclusione da uno a cinque anni.
Articolo 25-ter Reati societari Articolo 2638 codice civile
decreto legislativo (omissis) (Ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità
8 giugno 2001, n. 231 pubbliche di vigilanza)
Gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla
redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i
liquidatori di società o enti e gli altri soggetti sottoposti per legge
alle autorità pubbliche di vigilanza, o tenuti ad obblighi nei
loro confronti, i quali nelle comunicazioni alle predette autorità
previste in base alla legge, al fine di ostacolare l'esercizio delle
funzioni di vigilanza, espongono fatti materiali non rispondenti
al vero, ancorché oggetto di valutazioni, sulla situazione
economica, patrimoniale o finanziaria dei sottoposti alla
vigilanza ovvero, allo stesso fine, occultano con altri mezzi
fraudolenti, in tutto o in parte fatti che avrebbero dovuto
comunicare, concernenti la situazione medesima, sono puniti
con la reclusione da uno a quattro anni. La punibilità è estesa
anche al caso in cui le informazioni riguardino beni posseduti o
amministrati dalla società per conto di terzi.
Sono puniti con la stessa pena gli amministratori, i direttori
generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti
contabili societari, i sindaci e i liquidatori di società o enti e gli
altri soggetti sottoposti per legge alle autorità pubbliche di
vigilanza o tenuti ad obblighi nei loro confronti, i quali, in
qualsiasi forma, anche omettendo le comunicazioni dovute
alle predette autorità consapevolmente ne ostacolano le
funzioni.
La pena è raddoppiata se si tratta di società con titoli quotati
in mercati regolamentati italiani o di altri Stati dell'Unione
europea o diffusi tra il pubblico in misura rilevante ai sensi
dell'articolo 116 del testo unico di cui al
Decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58.

Articolo 25-quater (Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-bis codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico) (Associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale
8 giugno 2001, n. 231 1. In relazione alla commissione dei delitti aventi o di eversione dell’ordine democratico)
finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine Chiunque promuove, costituisce, organizza, dirige o finanzia
democratico, previsti dal codice penale e dalle associazioni che si propongono il compimento di atti di
leggi speciali, si applicano all'ente le seguenti violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine
sanzioni pecuniarie: democratico è punito con la reclusione da sette a quindici anni.
a) se il delitto è punito con la pena della Chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da
reclusione inferiore a dieci anni, la sanzione cinque a dieci anni.
pecuniaria da duecento a settecento quote; Ai fini della legge penale, la finalità di terrorismo ricorre
b) se il delitto è punito con la pena della anche quando gli atti di violenza sono rivolt i contro uno
reclusione non inferiore a dieci anni o con Stato estero, un’istituzione e un organismo internazionale.
l'ergastolo, la sanzione pecuniaria da Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la
quattrocento a mille quote. confisca delle cose che servirono o furono destinate a
2. Nei casi di condanna per uno dei delitti
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

indicati nel comma 1, si applicano le sanzioni commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il
interdittive previste dall'articolo 9, comma 2, per profitto o che ne costituiscono l’impiego.
una durata non inferiore ad un anno.
3. Se l'ente o una sua unità organizzativa viene
stabilmente utilizzato allo scopo unico o
prevalente di consentire o agevolare la
commissione dei reati indicati nel comma 1, si
applica la sanzione dell'interdizione definitiva
dall'esercizio dell'attività ai sensi dell'articolo 16,
comma 3.
4. Le disposizioni dei commi 1, 2 e 3 si applicano
altresì in relazione alla commissione di delitti,
diversi da quelli indicati nel comma 1, che siano
comunque stati posti in essere in violazione di
quanto previsto dall'articolo 2 della Convenzione
internazionale per la repressione del
finanziamento del terrorismo
fatta a New York il 9 dicembre 1999.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-ter codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Assistenza agli associati)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato o di
favoreggiamento, dà rifugio o fornisce vitto, ospitalità, mezzi
di trasporto, strumenti di comunicazione a taluna delle
persone che partecipano alle associazioni indicate negli
articoli 270 e 270-bis è punito con la reclusione fino a quattro
anni.
La pena è aumentata se l’assistenza è prestata
continuativamente.
Non è punibile chi commette il fatto in favore di un prossimo
congiunto.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-quater codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Chiunque, al di fuori dei casi di cui all'articolo 270 -bis, arruola
una o più persone per il compimento di atti di violenza ovvero
di sabotaggio di servizi pubblici essenziali, con finalità di
terrorismo, anche se rivolti contro uno Stato estero,
un'istituzione o un organismo internazionale, è punito con la
reclusione da sette a quindici anni.
Fuori dei casi di cui all’articolo 270-bis, e salvo il caso di
addestramento, la persona arruolata è punita con la pena della
reclusione da cinque a otto anni.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-quater1 codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Organizzazione di trasferimenti per finalità di terrorismo)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Fuori dai casi di cui agli articoli 270 -bis e 270-quater, chiunque
organizza, finanzia o propaganda viaggi in territorio estero
finalizzati al compimento delle condotte con finalità di
terrorismo di cui all’articolo 270 -sexies, è punito con la
reclusione da cinque a otto anni.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-quinquies codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) internazionale)
Chiunque, al di fuori dei casi di cui all'articolo 270-bis, addestra
o comunque fornisce istruzioni sulla preparazione o sull'uso
di materiali esplosivi, di armi da fuoco o di altre armi, di
sostanze chimiche o batteriologiche nocive o pericolose,
nonché di ogni altra tecnica o metodo per il compimento di atti
di violenza ovvero di sabotaggio di servizi pubblici essenziali,
con finalità di terrorismo, anche se rivolti contro uno Stato
estero, un'istituzione o un organismo internazionale, è punito
con la reclusione da cinque a dieci anni. La stessa pena si applica
nei confronti della persona addestrata, nonché della persona
che avendo acquisito, anche autonomamente, le istruzioni per il
compimento degli atti di cui al primo periodo, pone in essere
comportamenti univocamente finalizzati alla commissione
delle condotte di cui all’articolo 270 -sexies.
Le pene previste dal presente articolo sono aumentate se il fatto di chi
addestra o istruisce è commesso attraverso strumenti informatici o
telematici.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-sexies codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Condotte con finalità di terrorismo)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per
la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un
Paese o ad un'organizzazione internazionale e sono compiute
allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri
pubblici o un'organizzazione internazionale a compiere o
astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o
distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali,
economiche e sociali di un Paese o di un'organizzazione
internazionale, nonché le altre condotte definite terroristiche o
commesse con finalità di terrorismo da convenzioni o altre
norme di diritto internazionale vincolanti per l'Italia.

Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 280 codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Attentato per finalità terroristiche o di eversione)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Chiunque, per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine
democratico attenta alla vita od alla incolumità di una
persona, è punito, nel primo caso, con la reclusione non
inferiore ad anni venti e, nel secondo caso, con la reclusione non
inferiore ad anni sei.
Se dall'attentato alla incolumità di una persona deriva una
lesione gravissima, si applica la pena della reclusione non
inferiore ad anni diciotto; se ne deriva una lesione grave, si
applica la pena della reclusione non inferiore ad anni dodici. Se
i fatti previsti nei commi precedenti sono rivolti contro persone
che esercitano funzioni giudiziarie o penitenziarie ovvero di
sicurezza pubblica nell'esercizio o a causa delle loro funzioni,
le pene sono aumentate di un terzo.
Se dai fatti di cui ai commi precedenti deriva la morte della
persona si applicano, nel caso di attentato alla vita, l' ergastolo
e, nel caso di attentato alla incolumità, la reclusione di anni
trenta.
Le circostanze attenuanti, diverse da quelle previste dagli
articoli 98 e 114, concorrenti con le aggravanti di cui al secondo
e al quarto comma, non possono essere ritenute equivalenti o
prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di
pena si operano sulla quantità di pena risultante dall'aumento
conseguente alle predette aggravanti.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 280-bis codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque per finalità di
terrorismo compie qualsiasi atto diretto a danneggiare cose mobili o
immobili altrui, mediante l'uso di dispositivi esplosivi o comunque
micidiali, è punito con la reclusione da due a cinque anni.
Ai fini del presente articolo, per dispositivi esplosivi o comunque
micidiali si intendono le armi e le materie ad esse assimilate indicate
nell'articolo 585 e idonee a causare importanti danni materiali.
Se il fatto è diretto contro la sede della Presidenza della
Repubblica, delle Assemblee legislative, della Corte
costituzionale, di organi del Governo o comunque di organi
previsti dalla Costituzione o da leggi costituzionali, la pena e'
aumentata fino alla metà.
Se dal fatto deriva pericolo per l'incolumità pubblica ovvero un
grave danno per l'economia nazionale, si applica la reclusione
da cinque a dieci anni.
Le circostanze attenuanti, diverse da quelle previste dagli
articoli 98 e 114, concorrenti con le aggravanti di cui al terzo
e al quarto comma, non possono essere ritenute equivalenti o
prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di pena si operano
sulla quantità di pena risultante dall'aumento conseguente alle
predette aggravanti.

Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 289-bis codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Chiunque per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine
democratico sequestra una persona è punito con la reclusione
da venticinque a trenta anni.
Se dal sequestro deriva comunque la morte, quale conseguenza
non voluta dal reo, della persona sequestrata, il colpevole è
punito con la reclusione di anni trenta.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

Se il colpevole cagiona la morte del sequestrato si applica la pena


dell'ergastolo .
Il concorrente che, dissociandosi dagli altri, si adopera in modo
che il soggetto passivo riacquisti la libertà è punito con la
reclusione da due a otto anni; se il soggetto passivo muore, in
conseguenza del sequestro, dopo la liberazione, la pena è della
reclusione da otto a diciotto anni.
Quando ricorre una circostanza attenuante, alla pena prevista
dal secondo comma è sostituita la reclusione da venti a
ventiquattro anni; alla pena prevista dal terzo comma è
sostituita la reclusione da ventiquattro a trenta anni. Se
concorrono più circostanze attenuanti, la pena da applicare per
effetto delle diminuzioni non può essere inferiore a dieci anni,
nell'ipotesi prevista dal secondo comma, ed a quindici anni,
nell'ipotesi prevista dal terzo
comma.
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 302 codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Istigazione a commettere alcuno dei delitti
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) preveduti dai capi primo e secondo)
Chiunque istiga taluno a commettere uno dei delitti, non
colposi, preveduti dai capi primo e secondo di questo titolo
(articoli 241 e seguenti e articoli 276 e seguenti) , per i quali la legge
stabilisce (la pena di morte o) l'ergastolo o la reclusione, è
punito, se la istigazione non è accolta, ovvero se l'istigazione
è accolta ma il delitto non è commesso, con la reclusione da
uno a otto anni. La pena è aumentata se il fatto è commesso
attraverso strumenti informatici o telematici.
Tuttavia, la pena da applicare è sempre inferiore alla metà della
pena stabilita per il delitto al quale si riferisce l'istigazione.

Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 270-bis.1 codice penale
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico (Circostanze aggravanti e attenuanti)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) Per i reati commessi per finalità di terrorismo o di eversione
dell'ordine democratico, punibili con pena diversa
dall'ergastolo, la pena è aumentata della metà, salvo che la
circostanza sia elemento costitutivo del reato.
(omissis)
Articolo 25-quater Delitti con finalità di terrorismo Articolo 2 - Convenzione internazionale per la repressione del
decreto legislativo o di eversione dell'ordine democratico finanziamento del terrorismo.
8 giugno 2001, n. 231 (omissis) New York 9 dicembre 1999
Commet une infraction au sens de la présente Convention toute
personne qui, par quelque moyen que ce soit, directement ou
indirectement, illicitement et délibérément, fournit ou réunit
des fonds dans l’intention de les voir utilisés ou en sachant
qu’ils seront utilisés, en tout ou partie, en vue de commettre:
Un acte qui constitue une infraction au regard et selon la
définition de l’un des traités énumérés en annexe;
Tout autre acte destiné à tuer ou blesser grièvement un civil,
ou toute autre personne qui ne participe pas directement aux
hostilités dans une situation de conflit armé, lorsque, par sa
nature ou son contexte, cet acte vise à intimider une population
ou à contraindre un gouvernement ou une organisation
internationale à accomplir ou à s’abstenir d’accomplir un acte
quelconque.
En déposant son instrument de ratification, d’acceptation,
d’approbation ou d’adhésion, un État Partie qui n’est pas partie
à un traité énuméré dans l’annexe visée à l’alinéa a) du
paragraphe 1 du présent article peut déclarer que, lorsque la
présente Convention lui est appliquée, ledit traité est réputé ne
pas figurer dans cette annexe. Cette déclaration devient
caduque dès l’entrée en vigueur du traité pour l’État Partie, qui
en notifie le dépositaire;
Lorsqu’un État Partie cesse d’éntre partie à un traité énuméré
dans l’annexe, il peut faire au sujet dudit traité la déclaration
prévue dans le présent article.
Pour qu’un acte constitue une infraction au sens du paragraphe
1, il n’est pas nécessaire que les fonds aient été effectivement
utilisés pour commettre une infraction visée aux alinéas a) ou
b) du paragraphe 1 du présent article.
Commet également une infraction quiconque tente de
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

commettre une infraction au sens du paragraphe 1 du présent


article.
Commet égalemten une infraction quiconque:
Participe en tant que complice à une infraction au sens des paragraphes
1 ou 4 du présent article;
Organise la commission d’une infraction au sens des paragraphes 1 ou
4 du présent article ou donne l’ordre à d’autres personnes de la
commettre;
Contribue à la commission de l’une ou plusieurs des infractions
visées aux paragraphes 1 ou 4 du présent article par un groupe
de personnes agissant de concert. Ce concours doit être
délibéré et doit;
Soit viser à faciliter l’activité criminelle du groupe ou en servir
le but, lorsque cette activité ou ce but supposent la commission
d’une infraction au sens du paragraphe 1 du présent article;
Soit être apporté en sachant que le groupe a l’intention de
commettre une infraction au sens du paragraphe 1 du présent
article.

Articolo 25-quater1 (Pratiche di mutilazione degli Articolo 583-bis codice penale


decreto legislativo organi genitali femminili) (Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili)
8 giugno 2001, n. 231 1. In relazione alla commissione dei delitti di cui Chiunque, in assenza di esigenze terapeutiche, cagiona una
all'articolo 583-bis del codice penale si applicano mutilazione degli organi genitali femminili è punito con la
all'ente, nella cui struttura è commesso il delitto, reclusione da quattro a dodici anni. Ai fini del presente articolo,
la sanzione pecuniaria da si intendono come pratiche di mutilazione degli organi genitali
300 a 700 quote e le sanzioni interdittive previste femminili la clitoridectomia, l'escissione e l'infibulazione e
dall'articolo 9, comma 2, per una durata non qualsiasi altra pratica che cagioni effetti dello stesso tipo.
inferiore ad un anno. Nel caso in cui si tratti di Chiunque, in assenza di esigenze terapeutiche, provoca, al fine
un ente privato accreditato è altresì revocato di menomare le funzioni sessuali, lesioni agli organi genitali
l'accreditamento. femminili diverse da quelle indicate al primo comma, da cui
2. Se l'ente o una sua unità organizzativa viene derivi una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la
stabilmente utilizzato allo scopo unico o reclusione da tre a sette anni. La pena è diminuita fino a due terzi
prevalente di consentire o agevolare la se la lesione è di lieve entità.
commissione dei delitti indicati al comma 1, si La pena è aumentata di un terzo quando le pratiche di cui al
applica la sanzione dell'interdizione definitiva primo e al secondo comma sono commesse a danno di un minore
dall'esercizio dell'attività ai sensi dell'articolo 16, ovvero se il fatto è commesso per fini di lucro.
comma 3. La condanna ovvero l'applicazione della pena su richiesta delle
parti a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale
per il reato di cui al presente articolo comporta, qualora il fatto
sia commesso dal genitore o dal tutore, rispettivamente:
1) la decadenza dall'esercizio della potestà del genitore;
2) l'interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla
tutela, alla curatela e all'amministrazione di sostegno.
Le disposizioni del presente articolo si applicano altresì quando
il fatto è commesso all'estero da cittadino italiano o da
straniero residente in Italia, ovvero in danno di cittadino
italiano o di straniero residente in Italia. In tal caso, il colpevole
è punito a richiesta del Ministro della giustizia.

Articolo 25-quinquies (Delitti contro la personalità individuale) Articolo 600 codice penale
decreto legislativo 1. In relazione alla commissione dei delitti previsti (Riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù)
8 giugno 2001, n. 231 dalla sezione I del capo III del titolo XII del libro Chiunque esercita su una persona poteri corrispondenti a quelli
II del codice penale si applicano all'ente le seguenti del diritto di proprietà ovvero chiunque riduce o mantiene una
sanzioni pecuniarie: persona in uno stato di soggezione continuativa,
a) per i delitti di cui agli articoli 600, 601, 602 e costringendola a prestazioni lavorative o sessuali ovvero
603‐ bis, la sanzione pecuniaria da quattrocento all'accattonaggio o comunque al compimento di attività illecite
a mille quote; che ne comportino lo sfruttamento ovvero a sottoporsi al
b) per i delitti di cui agli articoli 600 -bis, primo prelievo di organi, è punito con la reclusione da otto a venti
comma, 600-ter, primo e secondo comma, anche anni.
se relativi al materiale pornografico di cui La riduzione o il mantenimento nello stato di soggezione ha
all'articolo 600-quater1, e 600-quinquies, la luogo quando la condotta è attuata mediante violenza, minaccia,
sanzione pecuniaria da trecento a ottocento quote; inganno, abuso di autorità o approfittamento di una situazione
c) per i delitti di cui agli articoli 600-bis, secondo di vulnerabilità, di inferiorità fisica o psichica o di una
comma, 600-ter, terzo e quarto comma, e 600- situazione di necessità, o mediante la promessa o la dazione di
quater, anche se relativi al materiale pornografico somme di denaro o di altri vantaggi a chi ha autorità sulla
di cui all'articolo 600 - quater1, nonché per il persona.
delitto di cui all'articolo 609-undecies la sanzione
pecuniaria da duecento a settecento quote.
2. Nei casi di condanna per uno dei delitti
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

indicati nel comma 1, lettere a) e b), si applicano


le sanzioni interdittive previste dall'articolo 9,
comma 2, per una durata non inferiore ad un anno.
3. Se l'ente o una sua unità organizzativa viene
stabilmente utilizzato allo scopo unico o
prevalente di consentire o agevolare la
commissione dei reati indicati nel comma 1, si
applica la sanzione dell'interdizione definitiva
dall'esercizio dell'attività ai sensi dell'articolo 16,
comma 3.

Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 600-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Prostituzione minorile)
8 giugno 2001, n. 231 E' punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la
multa da € 15.000,00 a € 150.000,00 chiunque:
1) recluta o induce alla prostituzione una persona di età
inferiore agli anni diciotto;
2) favorisce, sfrutta, gestisce, organizza o controlla la
prostituzione di una persona di età inferiore agli anni diciotto,
ovvero altrimenti ne trae profitto.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie
atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i
diciotto anni, in cambio di un corrispettivo in denaro o altra
utilità, anche solo promessi, è punito con la reclusione da uno
a sei anni e con la multa da € 1.500,00 a € 6.000,00.

Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 600-ter codice penale
decreto legislativo (omissis) (Pornografia minorile)
8 giugno 2001, n. 231 E' punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la
multa da €24.000,00 a € 240.000,00 chiunque:
1) utilizzando minori di anni diciotto, realizza esibizioni o
spettacoli pornografici ovvero produce materiale pornografico;
2) recluta o induce minori di anni diciotto a partecipare a
esibizioni o spettacoli pornografici ovvero dai suddetti
spettacoli trae altrimenti profitto.
Alla stessa pena soggiace chi fa commercio del materiale pornografico
di cui al primo comma.
Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui al primo e al secondo
comma, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica,
distribuisce, divulga diffonde o pubblicizza il materiale
pornografico di cui al primo comma, ovvero distribuisce o
divulga notizie o informazioni finalizzate all'adescamento o allo
sfruttamento sessuale di minori degli anni diciotto, è punito con
la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da € 2.582,00
a € 51.645,00.
Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui ai commi primo,
secondo e terzo, offre o cede ad altri, anche a titolo gratuito,
il materiale pornografico di cui al primo comma, è punito con
la reclusione fino a tre anni e con la multa da € 1.549,00 a €
5.164,00.
Nei casi previsti dal terzo e dal quarto comma la pena è
aumentata in misura non eccedente i due terzi ove il materiale
sia di ingente quantità .
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque assiste
a esibizioni o spettacoli pornografici in cui siano coinvolti
minori di anni diciotto è punito con la reclusione fino a tre anni
e con la multa da € 1.500,00 a € 6.000,00.
Ai fini di cui al presente articolo per pornografia minorile si
intende ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un
minore degli anni diciotto coinvolto in attività sessuali esplicite,
reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi
sessuali di un minore di anni diciotto per scopi sessuali..

Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 600-quater codice penale
decreto legislativo (omissis) (Detenzione di materiale pornografici)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque, al di fuori delle ipotesi previste dall'articolo 600 ter,
consapevolmente si procura o detiene materiale pornografico
realizzato utilizzando minori degli anni diciotto, è punito con
la reclusione fino a tre anni e con la multa non inferiore a €
1.549,00.
La pena è aumentata in misura non eccedente i due terzi
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

ove il materiale detenuto sia di ingente quantità.


Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 600-quater.1 codice penale
decreto legislativo (omissis) (Pornografia virtuale)
8 giugno 2001, n. 231 Le disposizioni di cui agli articoli 600 -ter e 600-quater si
applicano anche quando il materiale pornografico rappresenta
immagini virtuali realizzate utilizzando immagini di minori
degli anni diciotto o parti di esse, ma la pena è diminuita di un
terzo.
Per immagini virtuali si intendono immagini realizzate con tecniche di
elaborazione grafica non associate in tutto o in parte a situazioni reali,
la cui qualità di rappresentazione fa apparire come vere situazioni non
reali.
Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 600-quinquies codice penale
decreto legislativo (omissis) (Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della
8 giugno 2001, n. 231 prostituzione minorile)
Chiunque organizza o propaganda viaggi finalizzati alla
fruizione di attività di prostituzione a danno di minori o
comunque comprendenti tale attività è punito con la reclusione
da sei a dodici anni e con la multa da € 15.493,00 a €
154.937,00.
Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 601 codice penale
decreto legislativo (omissis) (Tratta di persone)
8 giugno 2001, n. 231 E' punito con la reclusione da otto a venti anni chiunque recluta,
introduce nel territorio dello Stato, trasferisce anche al di
fuori di esso, trasporta, cede l'autorità sulla persona, ospita una
o più persone che si trovano nelle condizioni di cui all'articolo
600, ovvero, realizza le stesse condotte su una o più persone,
mediante inganno, violenza, minaccia, abuso di autorità o
approfittamento di una situazione di vulnerabilità, di inferiorità
fisica, psichica o di necessità, o mediante promessa o dazione di
denaro o di altri vantaggi alla persona che su di essa ha
autorità, al fine di indurle o costringerle a prestazioni
lavorative, sessuali ovvero all'accattonaggio o comunque al
compimento di attività illecite che ne comportano lo
sfruttamento o a sottoporsi al prelievo di organi.
Alla stessa pena soggiace chiunque, anche al di fuori delle modalità di
cui al primo comma, realizza le condotte ivi previste nei confronti di
persona minore di età.
La pena per il comandante o l'ufficiale della nave nazionale o
straniera, che commette alcuno dei fatti previsti dal primo o
dal secondo comma o vi concorre, è aumentata fino a un
terzo.
Il componente dell'equipaggio di nave nazionale o straniera
destinata, prima della partenza o in corso di navigazione, alla
tratta è punito, ancorché non sia stato compiuto alcun fatto
previsto dal primo o dal secondo comma o di commercio di
schiavi, con la reclusione da tre a dieci anni.

Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 602 codice penale
decreto legislativo (omissis) (Acquisto e alienazione di schiavi)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo 601, acquista o
aliena o cede una persona che si trova in una delle condizioni
di cui all'articolo 600 è punito con la reclusione
da otto a venti anni.
Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 603‐ bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro)
8 giugno 2001, n. 231 Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la
reclusione da uno a sei anni e con la multa da € 500,00 a
1.000,00 per ciascun lavoratore reclutato, chiunque:
1) recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso
terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato
di bisogno dei lavoratori;
2) utilizza, assume o impiega manodopera, anche mediante
l’attività di intermediazione di cui al numero 1), sottoponendo
i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del
loro stato di bisogno.
Se i fatti sono commessi mediante violenza o minaccia, si applica
la pena della reclusione da cinque a otto anni e la multa da €
1.000,00 a 2.000,00 per ciascun lavoratore reclutato.
Ai fini del presente articolo, costituisce indice di
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

sfruttamento la sussistenza di una o più delle seguenti condizioni:


1) la reiterata corresponsione di retribuzioni in modo
palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o
territoriali stipulati dalle organizzazioni sindacali più
rappresentative a livello nazionale, o comunque sproporzionato
rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato;
2) la reiterata violazione della normativa relativa all’orario di
lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale, all’aspettativa
obbligatoria, alle ferie;
3) la sussistenza di violazioni delle norme in materia di
sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro;
4) la sottoposizione del lavoratore a condizioni di lavoro, a
metodi di sorveglianza o a situazioni alloggiative degradanti.
Costituiscono aggravante specifica e comportano l’aumento
della pena da un terzo alla metà:
1) il fatto che il numero di lavoratori reclutati sia superiore a
tre;
2) il fatto che uno o più dei soggetti reclutati siano minori in
età non lavorativa;
3) l’aver commesso il fatto esponendo i lavoratori sfruttati a
situazioni di grave pericolo, avuto riguardo alle caratteristiche
delle prestazioni da svolgere e delle condizioni di lavoro.

Articolo 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale Articolo 609-undecies codice penale
decreto legislativo (omissis) (Adescamento di minorenni)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque, allo scopo di commettere i reati di cui agli articoli
600, 600-bis, 600-ter e 600-quater, anche se relativi al materiale
pornografico di cui all'articolo 600 -quater.1, 600- quinquies, 609-
bis, 609-quater, 609-quinquies e 609-octies, adesca un minore di
anni sedici, è punito, se il fatto non costituisce più grave reato,
con la reclusione da uno a tre anni. Per adescamento si intende
qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso
artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante
l'utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di
comunicazione.
Articolo 609-bis codice penale
(Violenza sessuale)
Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità,
costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la
reclusione da cinque a dieci anni.
Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire
atti sessuali:
1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica
della persona offesa al momento del fatto;
2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole
sostituito ad altra persona.
Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente
i due terzi.
Articolo 609-quater codice penale
(Atti sessuali con minorenne)
Soggiace alla pena stabilita dall'articolo 609 -bis chiunque, al di
fuori delle ipotesi previste in detto articolo, compie atti sessuali
con persona che, al momento del fatto:
1) non ha compiuto gli anni quattordici;
2) non ha compiuto gli anni sedici, quando il colpevole sia
l'ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente,
il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di
educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore
è affidato o che abbia, con quest'ultimo, una relazione di
convivenza.
Fuori dei casi previsti dall'articolo 609 -bis, l'ascendente, il
genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore, ovvero
altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di
istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato, o
che abbia con quest'ultimo una relazione di convivenza, che,
con l'abuso dei poteri connessi alla sua posizione, compie atti
sessuali con persona minore che ha compiuto gli anni sedici,
è punito con la reclusione da tre a sei anni.
Non è punibile il minorenne che, al di fuori delle ipotesi previste
nell'articolo 609-bis, compie atti sessuali con un
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

minorenne che abbia compiuto gli anni tredici, se la


differenza di età tra i soggetti non è superiore a tre anni.
Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non
eccedente i due terzi.
Si applica la pena di cui all'articolo 609-ter, secondo comma,
se la persona offesa non ha compiuto gli anni dieci.
Articolo 609-quinquies codice penale
(Corruzione di minorenne)
Chiunque compie atti sessuali in presenza di persona minore
di anni quattordici, al fine di farla assistere, è punito con la
reclusione da uno a cinque anni.
La pena è aumentata.
a) se il reato è commesso da più persone riunite;
b) se il reato è commesso da persona che fa parte di
un’associazione per delinquere e al fine di agevolarne l’attività;
c) se il reato è commesso con violenze gravi o se dal fatto deriva
al minore, a causa della reiterazione delle condotte, un
pregiudizio grave.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, alla stessa pena
di cui al primo comma soggiace chiunque fa assistere una
persona minore di anni quattordici al compimento di atti
sessuali, ovvero mostra alla medesima materiale pornografico,
al fine di indurla a compiere o a subire atti sessuali.
La pena è aumentata fino alla metà quando il colpevole sia
l'ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente,
il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di
educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore
è affidato, o che abbia con quest'ultimo una relazione di stabile
convivenza.
Articolo 609-octies codice penale
(Violenza sessuale di gruppo)
La violenza sessuale di gruppo consiste nella partecipazione,
da parte di più persone riunite, ad atti di violenza sessuale di cui
all'articolo 609 -bis.
Chiunque commette atti di violenza sessuale di gruppo è punito con la
reclusione da sei a dodici anni.
La pena è aumentata se concorre taluna delle circostanze aggravanti
previste dall'articolo 609 -ter.
La pena è diminuita per il partecipante la cui opera abbia avuto
minima importanza nella preparazione o nella esecuzione del
reato. La pena è altresì diminuita per chi sia stato determinato a
commettere il reato quando concorrono le condizioni stabilite
dai numeri 3) e 4) del primo comma e dal terzo comma
dell'articolo 112.

Articolo 25-sexies (Abusi di mercato) Articolo 184 decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58
decreto legislativo 1. In relazione ai reati di abuso di informazioni (Abuso di informazioni privilegiate)
8 giugno 2001, n. 231 privilegiate e di manipolazione del mercato 1. E' punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa
previsti dalla parte V, titolo I bis, capo II, del testo da € 20.000,00 a € 3.000.000,00 chiunque, essendo in possesso
unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, di informazioni privilegiate in ragione della sua qualità di
n. 58, si applica all'ente la sanzione pecuniaria da membro di organi di amministrazione, direzione o controllo
quattrocento a mille quote. dell'emittente, della partecipazione al capitale dell'emittente,
2. Se, in seguito alla commissione dei reati di cui ovvero dell'esercizio di un'attività lavorativa, di una
al comma 1, il prodotto o il profitto conseguito professione o di una funzione, anche pubblica, o di un ufficio:
dall'ente è di rilevante entità, la sanzione èa) acquista, vende o compie altre operazioni, direttamente o
aumentata fino a dieci volte tale prodotto o indirettamente, per conto proprio o per conto di terzi, su
profitto. strumenti finanziari utilizzando le informazioni medesime;
b)comunica tali informazioni ad altri, al di fuori del normale
esercizio del lavoro, della professione, della funzione o
dell'ufficio o di un sondaggio di mercato effettuato ai sensi
dell'articolo 11 del regolamento (UE) n. 596/2014;
c) raccomanda o induce altri, sulla base di esse, al compimento
di taluna delle operazioni indicate nella lettera a).
2. La stessa pena di cui al comma 1 si applica a chiunque essendo
in possesso di informazioni privilegiate a motivo della
preparazione o esecuzione di attività delittuose compie taluna
delle azioni di cui al medesimo comma 1.
3. Il giudice può aumentare la multa fino al triplo o fino al
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

maggiore importo di dieci volte il prodotto o il profitto


conseguito dal reato quando, per la rilevante offensività del
fatto, per le qualità personali del colpevole o per l'entità del
prodotto o del profitto conseguito dal reato, essa appare
inadeguata anche se applicata nel massimo.
3-bis. Nel caso di operazioni relative agli strumenti finanziari
di cui all'articolo 180, comma 1, lettera a), numeri
2), 2-bis) e 2-ter), limitatamente agli strumenti finanziari il cui
prezzo o valore dipende dal prezzo o dal valore di uno
strumento finanziario di cui ai numeri 2) e 2 -bis) ovvero ha un
effetto su tale prezzo o valore, o relative alle aste su una
piattaforma d'asta autorizzata come un mercato regolamentato
di quote di emissioni, la sanzione penale è quella dell'ammenda
fino a € 103.291,00 e dell'arresto fino a tre anni.
Articolo 1 decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58
(Definizioni)
(omissis)

2. Per “strumento finanziario” si intende qualsiasi strumento


riportato nella Sezione C dell’Allegato I. Gli strumenti di
pagamento non sono strumenti finanziari.
2-bis. Il Ministro dell’economia e delle finanze, con il
regolamento di cui all’articolo 18, comma 5, può individuare:
a) gli altri contratti derivati di cui al punto 7, sezione C,
dell’Allegato I aventi le caratteristiche di altri strumenti
finanziari derivati;
b) gli altri contratti derivati di cui al punto 10, sezione C,
dell’Allegato I aventi le caratteristiche di altri strumenti
finanziari derivati, negoziati in un mercato regolamentato,
in un sistema multilaterale di negoziazione o in un sistema
organizzato di negoziazione.
c) 2-ter. Nel presente decreto legislativo si intendono per:
a) “strumenti derivati”: gli strumenti finanziari citati
nell’Allegato I, sezione C, punti da 4 a 10, nonché gli strumenti
finanziari previsti dal comma 1 -bis, lettera c);

b) “derivati su merci”: gli strumenti finanziari che fanno


riferimento a merci o attività sottostanti di cui all’Allegato
I, sezione C, punti 5), 6), 7) e 10), nonché gli strumenti
finanziari previsti dal comma 1-bis, lettera c), quando fanno
riferimento a merci o attività sottostanti menzionati
all’Allegato I, sezione C, punto 10);
c) “contratti derivati su prodotti energetici C6”: i contratti di
opzione, i contratti finanziari a termine standardizzati (future),
gli swap e tutti gli altri contratti derivati concernenti carbone
o petrolio menzionati nella Sezione C, punto 6, dell’Allegato I
che sono negoziati in un sistema organizzato di negoziazione e
devono essere regolati con consegna fisica del sottostante.
d) (omissis)
Articolo 180 decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58
(Definizioni)
1. Ai fini del presente titolo si intendono per: a) "strumenti
finanziari":
gli strumenti finanziari di cui all'articolo 1, comma 2, ammessi
alla negoziazione o per i quali è stata presentata una richiesta
di ammissione alle negoziazioni in un mercato regolamentato
italiano o di altro Paese dell'Unione europea;
gli strumenti finanziari di cui all'articolo 1, comma 2, ammessi
alla negoziazione o per i quali è stata presentata una richiesta
di ammissione alle negoziazioni in un sistema multilaterale di
negoziazione italiano o di altro Paese dell'Unione europea;
2-bis) gli strumenti finanziari negoziati su un sistema
organizzato di negoziazione italiano o di altro Paese dell'Unione
europea;
2-ter) gli strumenti finanziari non contemplati dai precedenti
numeri, il cui prezzo o valore dipende dal prezzo o dal valore
di uno strumento finanziario ivi menzionato, ovvero ha un
effetto su tale prezzo o valore, compresi, non in via esclusiva,
i credit default swap e i contratti differenziali;
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

b) “contratto a pronti su merci”: un contratto a pronti su merci quale


definito nell'articolo 3, paragrafo 1, punto 15), del regolamento (UE)
n. 596/2014;
b-bis) “programma di riacquisto di azioni proprie”: la negoziazione di
azioni proprie ai sensi dell'articolo 132;
b-ter) “informazione privilegiata”: l'informazione contemplata
dall'articolo 7, paragrafi da 1 a 4, del regolamento (UE) n. 596/2014;
b-quater) “indice di riferimento (benchmark)”: l'indice di riferimento
(benchmark), quale definito nell'articolo 3, paragrafo 1, punto 29), del
regolamento (UE) n. 596/2014;
c) “prassi di mercato ammessa”: prassi ammessa dalla Consob
conformemente all'articolo 13 del regolamento (UE) n. 596/2014.
c-bis) “stabilizzazione”: la stabilizzazione quale definita nell'articolo 3,
paragrafo 2, lettera d), del regolamento (UE) n. 596/2014;
c-ter) “emittente”: l'emittente quale definito nell'articolo 3, paragrafo
1, punto 21), del regolamento (UE) n. 596/2014. d) "ente": uno dei
soggetti indicati nell'articolo 1 del decreto legislativo 8 giugno 2001,
n. 231.
Articolo 182 decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58
(Ambito di applicazione)
1. I reati e gli illeciti previsti dal presente titolo sono puniti
secondo la legge italiana anche se commessi all'estero, qualora
attengano a strumenti finanziari ammessi o per i quali è stata
presentata una richiesta di ammissione alla negoziazione in un mercato
regolamentato italiano, o a strumenti finanziari negoziati su un sistema
organizzato di negoziazione italiano.
2. Salvo quanto previsto dal comma 1, le disposizioni degli
articoli 184, 185, 187-bis e 187-ter si applicano ai fatti concernenti
strumenti finanziari ammessi alla negoziazione o per i quali è stata
presentata una richiesta di ammissione alla negoziazione in un
mercato regolamentato italiano o in un sistema multilaterale di
negoziazione italiano o di altri Paesi dell'Unione europea.
2-bis. Le disposizioni degli articoli 184, 185, 187 -bis e 187- ter si
applicano anche alle condotte o alle operazioni, comprese le offerte,
relative alle aste su una piattaforma d'asta autorizzata come un
mercato regolamentato di quote di emissioni o di altri prodotti
oggetto d'asta correlati, anche quando i prodotti oggetto d'asta non
sono strumenti finanziari, ai sensi del regolamento (UE) n. 1031/2010.

Articolo 25-sexies Abusi di mercato Articolo 185 decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58
decreto legislativo (omissis) (Manipolazione del mercato)
8 giugno 2001, n. 231 1. Chiunque diffonde notizie false o pone in essere operazioni
simulate o altri artifizi concretamente idonei a provocare una sensibile
alterazione del prezzo di strumenti finanziari, è punito con la
reclusione da uno a sei anni e con la multa da € 20.000,00 a €
5.000.000,00.
1-bis. Non è punibile chi ha commesso il fatto per il tramite di ordini
di compravendita o operazioni effettuate per motivi legittimi e in
conformità a prassi di mercato ammesse, ai sensi dell'articolo 13 del
regolamento (UE) n. 596/2014.
2. Il giudice può aumentare la multa fino al triplo o fino al maggiore
importo di dieci volte il prodotto o il profitto conseguito dal reato
quando, per la rilevante offensività del fatto, per le qualità personali del
colpevole o per l'entità del prodotto o del profitto conseguito dal reato,
essa appare inadeguata anche se applicata nel massimo.
2-bis. Nel caso di operazioni relative agli strumenti finanziari di cui
all'articolo 180, comma 1, lettera a), numeri
2), 2-bis) e 2-ter), limitatamente agli strumenti finanziari il cui prezzo
o valore dipende dal prezzo o dal valore di uno strumento finanziario
di cui ai numeri 2) e 2-bis) ovvero ha un effetto su tale prezzo o
valore, o relative alle aste su una piattaforma d'asta autorizzata come
un mercato regolamentato di quote di emissioni, la sanzione penale è
quella dell'ammenda fino a € 103.291,00 e dell'arresto fino a tre anni.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

2-ter. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche:


a) ai fatti concernenti i contratti a pronti su merci che non sono
prodotti energetici all'ingrosso, idonei a provocare una
sensibile alterazione del prezzo o del valore degli strumenti
finanziari di cui all'articolo 180, comma 1, lettera a);
b) ai fatti concernenti gli strumenti finanziari, compresi i contratti
derivati o gli strumenti derivati per il trasferimento del
rischio di credito, idonei a provocare una sensibile alterazione
del prezzo o del valore di un contratto a pronti su merci,
qualora il prezzo o il valore dipendano dal prezzo o dal valore
di tali strumenti finanziari;
c) ai fatti concernenti gli indici di riferimento (benchmark).
Articolo 1 decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58
(Definizioni)
(omissis)
Articolo 180 decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58
(Definizioni)
(omissis)
Articolo 182 decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58
(Ambito di applicazione)
(omissis)

Articolo 25-septies (Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse Articolo 589 codice penale
decreto legislativo con violazione delle norme sulla tutela della salute e (Omicidio colposo)
8 giugno 2001, n. 231 sicurezza sul lavoro) Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito
1. In relazione al delitto di cui all'articolo 589 del con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
codice penale, commesso con violazione Se il fatto è commesso con violazione delle norme per la
dell'articolo 55, comma 2, del decreto legislativo prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione
attuativo della delega di cui alla legge 3 agosto da due a sette anni.
2007, n. 123, in materia di salute e sicurezza sul Se il fatto è commesso nell’esercizio abusivo di una professione
lavoro, si applica una sanzione pecuniaria in per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato o di
misura pari a 1.000 quote. Nel caso di condanna un’arte sanitaria, la pena è della reclusione da tre a dieci anni.
per il delitto di cui al precedente periodo si Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più
applicano le sanzioni interdittive di cui all'articolo persone e di lesioni di una o più persone, si applica la pena che
9, comma 2, per una durata non inferiore a tre dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni
mesi e non superiore ad un anno. commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può
2. Salvo quanto previsto dal comma 1, in superare gli anni quindici.
relazione al delitto di cui all'articolo 589 del codice Articolo 55 decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81
penale, commesso con violazione delle norme (Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente)
sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, si 1. E' punito con l'arresto da tre a sei mesi o con l'ammenda
applica una sanzione pecuniaria in misura non da € 2.500,00 a € 6.400,00 il datore di lavoro:
inferiore a 250 quote e non superiore a 500 quote. a) per la violazione dell'articolo 29, comma 1;
Nel caso di condanna per il delitto di cui al b) che non provvede alla nomina del responsabile del servizio
precedente periodo si applicano le sanzioni di prevenzione e protezione ai sensi dell'articolo 17, comma
interdittive di cui all'articolo 9, comma 2, per una 1, lettera b), o per la violazione dell'articolo 34, comma 2;
durata non inferiore a tre mesi e non superiore 2. Nei casi previsti al comma 1, lettera a), si applica la pena
ad un anno. dell'arresto da quattro a otto mesi se la violazione è commessa:
3. In relazione al delitto di cui all'articolo 590, a) nelle aziende di cui all'articolo 31, comma 6, lettere a),
terzo comma, del codice penale, commesso con b), c), d), f) e g);
violazione delle norme sulla tutela della salute e b) in aziende in cui si svolgono attività che espongono i
sicurezza sul lavoro, si applica una sanzione lavoratori a rischi biologici di cui all'articolo 268, comma 1,
pecuniaria in misura non superiore a 250 quote. lettere c) e d), da atmosfere esplosive, cancerogeni mutageni,
Nel caso di condanna per il delitto di cui al e da attività di manutenzione, rimozione smaltimento e bonifica
precedente periodo si applicano le sanzioni di amianto;
interdittive di cui all'articolo 9, comma 2, per c) per le attività disciplinate dal Titolo IV caratterizzate dalla
una durata non superiore a sei mesi. compresenza di più imprese e la cui entità presunta di lavoro
non sia inferiore a 200 uomini-giorno.
(omissis)

Articolo 25-septies Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse Articolo 590 codice penale
decreto legislativo con violazione delle norme sulla tutela (Lesioni personali colpose)
8 giugno 2001, n. 231 della salute e sicurezza sul lavoro Chiunque cagiona ad altri, per colpa, una lesione personale è
(omissis) punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a
€ 309,00.
Se la lesione è grave la pena è della reclusione da uno a sei mesi
o della multa da € 123,00 a € 619,00; se è gravissima, della
reclusione da tre mesi a due anni o della multa da € 309,00 a €
1.239,00.
Se i fatti di cui al secondo comma sono commessi con violazione delle
norme per la prevenzione degli infortuni
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

sul lavoro la pena per le lesioni gravi è della reclusione da tre


mesi a un anno o della multa da € 500,00 a € 2.000,00 e la
pena per le lesioni gravissime è della reclusione da uno a tre
anni.
Se i fatti di cui al secondo comma sono commessi nell’esercizio
abusivo di una professione per la quale è richiesta una speciale
abilitazione dello Stato o di un’arte sanitaria, la pena per lesioni
gravi è della reclusione da sei mesi a due anni e la pena per
lesioni gravissime è della reclusione da un anno e sei mesi a
quattro anni.
Nel caso di lesioni di più persone si applica la pena che dovrebbe
infliggersi per la più grave delle violazioni commesse,
aumentata fino al triplo; ma la pena della reclusione non può
superare gli anni cinque.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo nei casi
previsti nel primo e secondo capoverso, limitatamente ai fatti
commessi con violazione delle norme per la prevenzione degli
infortuni sul lavoro o relative all'igiene del lavoro o che
abbiano determinato una malattia professionale.
Articolo 583 codice penale
(Circostanze aggravanti)
La lesione personale è grave, e si applica la reclusione da tre a
sette anni:
1) se dal fatto deriva una malattia che metta in pericolo la vita
della persona offesa, ovvero una malattia o un’incapacità di
attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore ai
quaranta giorni;
2) se il fatto produce l’indebolimento permanente di un
senso o di un organo;
La lesione personale è gravissima, e si applica la reclusione da
sei a dodici anni, se dal fatto deriva:
1) una malattia certamente o probabilmente insanabile;
2) la perdita di un senso;
3) la perdita di un arto, o una mutilazione che renda l’arto
inservibile, ovvero la perdita di dell’uso di un organo o della
capacità di procreare, ovvero una permanente e grave difficoltà
della favella;
4) la deformazione, ovvero lo sfregio permanente del viso;

Articolo 25-octies (Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o Articolo 648 codice penale
decreto legislativo utilità di provenienza illecita, (Ricettazione)
8 giugno 2001, n. 231 nonché autoriciclaggio) Fuori dei casi di concorso nel reato, chi, al fine di procurare a
1. In relazione ai reati di cui agli articoli 648, 648 sé o ad altri un profitto, acquista, riceve od occulta denaro o
bis , 648-ter e 648-ter.1 del codice penale, si cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si
applica all'ente la sanzione pecuniaria da 200 a intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare, è punito
800 quote. Nel caso in cui il denaro, i beni o le con la reclusione da due a otto anni e con la multa da € 516,00
altre utilità provengono da delitto per il quale è a € 10.329,00. La pena è aumentata quando il fatto riguarda
stabilita la pena della reclusione superiore nel denaro o cose provenienti da delitti di rapina aggravata ai sensi
massimo a cinque anni si applica la sanzione dell’articolo 628, terzo comma, di estorsione aggravata ai sensi
pecuniaria da 400 a 1.000 quote. dell’articolo 629, secondo comma, ovvero di furto aggravato ai
2. Nei casi di condanna per uno dei delitti di cui sensi dell’articolo 625, primo comma, n. 7-bis).
al comma 1 si applicano all'ente le sanzioni La pena è della reclusione sino a sei anni e della multa sino
interdittive previste dall'articolo 9, comma 2, per a € 516,00 se il fatto è di particolare tenuità.
una durata non superiore a due anni. Le disposizioni di questo articolo si applicano anche quando
3. In relazione agli illeciti di cui ai commi 1 e 2, l'autore del delitto da cui il denaro o le cose provengono non è
il Ministero della giustizia, sentito il parere imputabile o non è punibile ovvero quando manchi una
dell'UIF, formula le osservazioni di cui all'articolo condizione di procedibilità riferita a tale diritto.
6 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.

Articolo 25-octies Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o Articolo 648-bis codice penale
decreto legislativo utilità di provenienza illecita, (Riciclaggio)
8 giugno 2001, n. 231 nonché autoriciclaggio Fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o
(omissis) trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non
colposo, ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in
modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza
delittuosa, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e
con la multa da € 5.000,00 a € 25.000,00.
La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell'esercizio
di un'attività professionale.
La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da
delitto per il quale è stabilita la pena della
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

reclusione inferiore nel massimo a cinque anni.


Si applica l'ultimo comma dell'articolo 648.
Articolo 25-octies Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o Articolo 648-ter codice penale
decreto legislativo utilità di provenienza illecita, (Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita)
8 giugno 2001, n. 231 nonché autoriciclaggio Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato e dei casi previsti
(omissis) dagli articoli 648 e 648-bis, impiega in attività economiche o
finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto, è
punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa
da € 5.000,00 a € 25.000,00.
La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell'esercizio
di un'attività professionale.
La pena è diminuita nell’ipotesi di cui al secondo comma dell’articolo
648.
Si applica l’ultimo comma dell’articolo 648.
Articolo 25-octies Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o Articolo 648-ter.1 codice penale
decreto legislativo utilità di provenienza illecita, (Autoriciclaggio)
8 giugno 2001, n. 231 nonché autoriciclaggio Si applica la pena della reclusione da due a otto anni e della multa
(omissis) da € 5.000,00 a € 25.000,00 a chiunque, avendo commesso o
concorso a commettere un delitto non colposo, impiega,
sostituisce, trasferisce, in attività economiche, finanziarie,
imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilità
provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da
ostacolare concretamente l’identificazione della loro
provenienza delittuosa.
Si applica la pena della reclusione da uno a quattro anni e della
multa da € 2.500,00 a € 12.500,00 se il denaro, i beni o le altre
utilità provengono dalla commissione di un delitto non
colposo punito con la reclusione inferiore nel massimo a
cinque anni.
Si applicano comunque le pene previste dal primo comma se
il denaro, i beni o le altre utilità provengono da un delitto
commesso con le condizioni o le finalità di cui all’articolo 7 del
decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con
modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e successive
modificazioni (richiamo da intendersi riferito all’articolo 416-bis.1 del
codice penale ai sensi dell’articolo 7 del decreto legislativo 1 marzo 2018
n. 21) .
Fuori dei casi di cui ai commi precedenti, non sono punibili le
condotte per cui il denaro, i beni o le altre utilità vengono
destinate alla mera utilizzazione o al godimento personale.
La pena è aumentata quando i fatti sono commessi nell’esercizio di
un’attività bancaria o finanziaria o di altra attività professionale.
La pena è diminuita fino alla metà per chi si sia efficacemente
adoperato per evitare che le condotte siano portate a
conseguenze ulteriori o per assicurare le prove del reato e
l’individuazione dei beni, del denaro e delle altre utilità
provenienti dal delitto.
Si applica l’ultimo comma dell’articolo 648.

Articolo 25-novies (Delitti in materia di violazione del diritto d’autore) Articolo 171 legge del 22 aprile 1941, n. 633
decreto legislativo 1. In relazione alla commissione dei delitti (Protezione del diritto d'autore e di altri
8 giugno 2001, n. 231 previsti dagli articoli 171, primo comma, lettera diritti connessi al suo esercizio)
a-bis), e terzo comma, 171-bis, 171-ter, 171- Salvo quanto previsto dall'articolo 171 bis e dall’articolo
septies e 171-octies della legge 22 aprile 1941, n. 171 ter è punito con la multa da € 51,00 a € 2.065,00 chiunque,
633, si applica all’ente la sanzione pecuniaria fino senza averne diritto, a qualsiasi scopo e in qualsiasi forma:
a cinquecento quote. a) riproduce, trascrive, recita in pubblico, diffonde, vende o
2. Nel caso di condanna per i delitti di cui al mette in vendita o pone altrimenti in commercio un'opera altrui
comma 1 si applicano all’ente le sanzioni o ne rivela il contenuto prima che sia reso pubblico, o introduce
interdittive previste dall’articolo 9, comma 2, per e mette in circolazione nello Stato esemplari prodotti all'estero
una durata non superiore ad un anno. Resta contrariamente alla legge italiana;
fermo quanto previsto dall’articolo 174 - a bis) mette a disposizione del pubblico, immettendola in un
quinquies della citata legge n. 633 del 1941. sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi
genere, un'opera dell'ingegno protetta, o parte di essa;
b) rappresenta, esegue o recita in pubblico o diffonde con o
senza variazioni od aggiunte, un’opera altrui adatta a pubblico
spettacolo od una composizione musicale. La rappresentazione
o esecuzione comprende la proiezione pubblica dell'opera
cinematografica, l'esecuzione in
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

pubblico delle composizioni musicali inserite nelle opere


cinematografiche e la radiodiffusione mediante altoparlante azionato
in pubblico;
c) compie i fatti indicati nelle precedenti lettere mediante una
delle forme di elaborazione previste da questa legge;
d) riproduce un numero di esemplari o esegue o rappresenta un
numero di esecuzioni o di rappresentazioni maggiore di quello
che aveva il diritto rispettivamente di produrre o di
rappresentare;
e) (abrogata)
f) in violazione dell'articolo 79 ritrasmette su filo o per radio
o registra in dischi fonografici o altri apparecchi analoghi le
trasmissioni o ritrasmissioni radiofoniche o smercia i dischi
fonografici o altri apparecchi indebitamente registrati.
Chiunque commette la violazione di cui al primo comma, lettera
a bis), è ammesso a pagare, prima dell'apertura del dibattimento,
ovvero prima dell'emissione del decreto penale di condanna,
una somma corrispondente alla metà del massimo della pena
stabilita dal primo comma per il reato commesso, oltre le
spese del procedimento. Il pagamento estingue il reato.
La pena è della reclusione fino ad un anno o della multa non
inferiore a € 516,00 se i reati di cui sopra sono commessi sopra
un'opera altrui non destinata alla pubblicazione, ovvero con
usurpazione della paternità dell'opera, ovvero con
deformazione, mutilazione o altra modificazione dell'opera
medesima, qualora ne risulti offesa all'onore od alla reputazione
dell'autore.
La violazione delle disposizioni di cui al terzo ed al quarto
comma dell'articolo 68 comporta la sospensione della attività
di fotocopia, xerocopia o analogo sistema di riproduzione da sei
mesi ad un anno nonché la sanzione amministrativa pecuniaria
da € 1.032,00 a € 5.164,00.
Articolo 174 quinquies legge del 22 aprile 1941, n. 633
(Protezione del diritto d'autore e di altri
diritti connessi al suo esercizio)
1. Quando esercita l'azione penale per taluno dei reati non
colposi previsti dalla presente sezione commessi nell'ambito di
un esercizio commerciale o di un'attività soggetta ad
autorizzazione, il pubblico ministero ne da comunicazione al
questore, indicando gli elementi utili per l'adozione del
provvedimento di cui al comma 2.
2. Valutati gli elementi indicati nella comunicazione di cui al
comma 1, il questore, sentiti gi interessati, può disporre, con
provvedimento motivato, la sospensione dell'esercizio o
dell'attività per un periodo non inferiore a quindici giorni e non
superiore a tre mesi, senza pregiudizio del sequestro penale
eventualmente adottato.
3. In caso di condanna per taluno dei reati di cui al comma 1,
è sempre disposta, a titolo di sanzione amministrativa
accessoria, la cessazione temporanea dell'esercizio o
dell'attività per un periodo da tre mesi ad un anno, computata
la durata della sospensione disposta a norma del comma 2. Sì
applica l' articolo 24 della legge 24 novembre 1981, n. 689. In
caso di recidiva specifica è disposta la revoca della licenza di
esercizio o dell'autorizzazione allo svolgimento dell'attività.
4. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche
nei confronti degli stabilimenti di sviluppo e di stampa, di
sincronizzazione e postproduzione, nonché di masterizzazione,
tipografia e che comunque esercitino attività di produzione
industriale connesse alla realizzazione dei supporti contraffatti
e nei confronti dei centri di emissione o ricezione di programmi
televisivi. Le agevolazioni di cui all'art. 45 della legge 4
novembre 1965,
n. 1213, e successive modificazioni, sono sospese in caso di
esercizio dell'azione penale; se vi è condanna, sono revocate e
non possono essere nuovamente concesse per almeno un
biennio.

Articolo 25-novies Delitti in materia di violazione del diritto d’autore Articolo 171-bis legge del 22 aprile 1941, n. 633
decreto legislativo (omissis) (Protezione del diritto d'autore e di
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

8 giugno 2001, n. 231 altri diritti connessi al suo esercizio)


1. Chiunque abusivamente duplica, per trarne profitto,
programmi per elaboratore o ai medesimi fini importa,
distribuisce, vende, detiene a scopo commerciale o
imprenditoriale o concede in locazione programmi contenuti
in supporti non contrassegnati dalla Società italiana degli
autori ed editori (SIAE), è soggetto alla pena della reclusione da
sei mesi a tre anni e della multa da €
2.582,00 a € 15.493,00. La stessa pena si applica se il fatto
concerne qualsiasi mezzo inteso unicamente a consentire o
facilitare la rimozione arbitraria o l'elusione funzionale di
dispositivi applicati a protezione di un programma per
elaboratori. La pena non è inferiore nel minimo a due anni di
reclusione e la multa a € 15.493,00 se il fatto è di rilevante
gravità.
2. Chiunque, al fine di trarne profitto, su supporti non
contrassegnati SIAE riproduce, trasferisce su altro supporto,
distribuisce, comunica, presenta o dimostra in pubblico il
contenuto di una banca di dati in violazione delle disposizioni
di cui agli articoli 64 quinquies e 64 sexies, ovvero esegue
l'estrazione o il reimpiego della banca di dati in violazione delle
disposizioni di cui agli articoli 102 bis e 102 ter, ovvero
distribuisce, vende o concede in locazione una banca di dati, è
soggetto, alla pena della reclusione da sei mesi a tre anni e
della multa da € 2.582,00 a € 15.493,00. La pena non è inferiore
nel minimo a due anni di reclusione e la multa a € 15.493,00 se
il fatto è di rilevante gravità.
Articolo 174 quinquies legge del 22 aprile 1941, n. 633
(Protezione del diritto d'autore e di altri
diritti connessi al suo esercizio)
(omissis)

Articolo 25-novies Delitti in materia di violazione del diritto d’autore Articolo 171-ter legge del 22 aprile 1941, n. 633
decreto legislativo (omissis) (Protezione del diritto d'autore e di altri
8 giugno 2001, n. 231 diritti connessi al suo esercizio)
1. E' punito, se il fatto è commesso per uso non personale, con
la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da €
2.582,00 a € 15.493,00 chiunque a fini di lucro:
a) abusivamente duplica, riproduce, trasmette o diffonde in
pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte,
un'opera dell'ingegno destinata al circuito televisivo,
cinematografico, della vendita o del noleggio, dischi, nastri o
supporti analoghi ovvero ogni altro supporto contenente
fonogrammi o videogrammi di opere musicali,
cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di
immagini in movimento;
b) abusivamente riproduce, trasmette o diffonde in pubblico,
con qualsiasi procedimento, opere o parti di opere letterarie,
drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico-
musicali, ovvero multimediali, anche se inserite in opere
collettive o composite o banche dati;
c) pur non avendo concorso alla duplicazione o riproduzione,
introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita o la
distribuzione, distribuisce, pone in commercio, concede in
noleggio o comunque cede a qualsiasi titolo, proietta in
pubblico, trasmette a mezzo della televisione con qualsiasi
procedimento, trasmette a mezzo della radio, fa ascoltare in
pubblico le duplicazioni o riproduzioni abusive di cui alle lettere
a) e b);
d) detiene per la vendita o la distribuzione, pone in commercio,
vende, noleggia, cede a qualsiasi titolo, proietta in pubblico,
trasmette a mezzo della radio o della televisione con qualsiasi
procedimento, videocassette, musicassette, qualsiasi supporto
contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali,
cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in
movimento, od altro supporto per il quale è prescritta, ai sensi
della presente legge, l'apposizione di contrassegno da parte
della Società italiana degli autori ed editori (S.I.A.E.), privi del
contrassegno medesimo o dotati di contrassegno contraffatto
o alterato;
e) in assenza di accordo con il legittimo distributore,
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

ritrasmette o diffonde con qualsiasi mezzo un servizio criptato


ricevuto per mezzo di apparati o parti di apparati atti alla
decodificazione di trasmissioni ad accesso condizionato;
f) introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita o
la distribuzione, distribuisce, vende, concede in noleggio, cede
a qualsiasi titolo, promuove commercialmente, installa
dispositivi o elementi di decodificazione speciale che
consentono l'accesso ad un servizio criptato senza il pagamento
del canone dovuto.
f bis) fabbrica, importa, distribuisce, vende, noleggia, cede a
qualsiasi titolo, pubblicizza per la vendita o il noleggio, o
detiene per scopi commerciali, attrezzature, prodotti o
componenti ovvero presta servizi che abbiano la prevalente
finalità o l'uso commerciale dì eludere efficaci misure
tecnologiche di cui all'art. 102 quater ovvero siano
principalmente progettati, prodotti, adattati o realizzati con la
finalità di rendere possibile o facilitare l'elusione di predette
misure. Fra le misure tecnologiche sono comprese quelle
applicate, o che residuano, a seguito della rimozione delle
misure medesime conseguentemente a iniziativa volontaria dei
titolari dei diritti o ad accordi tra questi ultimi e i beneficiari
di eccezioni, ovvero a seguito di esecuzione di provvedimenti
dell'autorità amministrativa o giurisdizionale;
h) abusivamente rimuove o altera le informazioni elettroniche
di cui all'articolo 102 quinquie s, ovvero distribuisce, importa a
fini di distribuzione, diffonde per radio o per televisione,
comunica o mette a disposizione del pubblico opere o altri
materiali protetti dai quali siano state rimosse o alterate le
informazioni elettroniche stesse.
2. E’ punito con la reclusione da uno a quattro anni e con la
multa da € 2.582,00 a € 15.493,00 chiunque:
a) riproduce, duplica, trasmette o diffonde abusivamente,
vende o pone altrimenti in commercio, cede a qualsiasi titolo
o importa abusivamente oltre cinquanta copie o esemplari di
opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi;
a bis) in violazione dell'articolo 16, a fini di lucro, comunica al
pubblico immettendola in un sistema di reti telematiche,
mediante connessioni di qualsiasi genere, un'opera dell'ingegno
protetta dal diritto d'autore, o parte di essa;
b) esercitando in forma imprenditoriale attività di
riproduzione, distribuzione, vendita o commercializzazione,
importazione di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti
connessi, si rende colpevole dei fatti previsti dal comma 1;
c) promuove o organizza le attività illecite di cui al comma 1.
3. La pena è diminuita se il fatto è di particolare tenuità.
4. La condanna per uno dei reati previsti nel comma 1
comporta:
a) l'applicazione delle pene accessorie di cui agli articoli 30
e 32 bis del codice penale;
b) la pubblicazione della sentenza ai sensi dell'articolo 36 del
codice penale;
c) la sospensione per un periodo di un anno della concessione
o autorizzazione di diffusione radiotelevisiva per l'esercizio
dell'attività produttiva o commerciale.
5. Gli importi derivanti dall'applicazione delle sanzioni
pecuniarie previste dai precedenti commi sono versati all'Ente
nazionale di previdenza ed assistenza per i pittori e scultori,
musicisti, scrittori ed autori drammatici.
Articolo 174 quinquies legge del 22 aprile 1941, n. 633
(Protezione del diritto d'autore e di altri
diritti connessi al suo esercizio)
(omissis)

Articolo 25-novies Delitti in materia di violazione del diritto d’autore Articolo 171 septies legge del 22 aprile 1941, n. 633
decreto legislativo (omissis) (Protezione del diritto d'autore e di altri
8 giugno 2001, n. 231 diritti connessi al suo esercizio)
1. La pena di cui all'articolo 171-ter, comma 1, si applica
anche:
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

a) ai produttori o importatori dei supporti non soggetti al


contrassegno di cui all'articolo 181 -bis, i quali non comunicano
alla SIAE entro trenta giorni dalla data di immissione in
commercio sul territorio nazionale o di importazione i dati
necessari alla univoca identificazione dei supporti medesimi;
b) salvo che il fatto non costituisca più grave reato, a chiunque
dichiari falsamente l'avvenuto assolvimento degli obblighi di
cui all'articolo 181-bis, comma 2, della presente legge.
Articolo 174 quinquies legge del 22 aprile 1941, n. 633
(Protezione del diritto d'autore e di altri
diritti connessi al suo esercizio)
(omissis)

Articolo 25-novies Delitti in materia di violazione del diritto d’autore Articolo 171 octies legge del 22 aprile 1941, n. 633
decreto legislativo (omissis) (Protezione del diritto d'autore e di altri
8 giugno 2001, n. 231 diritti connessi al suo esercizio)
1. Qualora il fatto non costituisca più grave reato, è punito
con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da €
2.582,00 a € 25.822,00 chiunque a fini fraudolenti produce,
pone in vendita, importa, promuove, installa, modifica, utilizza
per uso pubblico e privato apparati o parti di apparati atti alla
decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso
condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in
forma sia analogica sia digitale. Si intendono ad accesso
condizionato tutti i segnali audiovisivi trasmessi da emittenti
italiane o estere in forma tale da rendere gli stessi visibili
esclusivamente a gruppi chiusi di utenti selezionati dal
soggetto che effettua l'emissione del segnale,
indipendentemente dalla imposizione di un canone per la
fruizione di tale servizio.
2. La pena non è inferiore a due anni di reclusione e la
multa a € 15.493,00 se il fatto è di rilevante gravità.
Articolo 174 quinquies legge del 22 aprile 1941, n. 633
(Protezione del diritto d'autore e di altri
diritti connessi al suo esercizio)
(omissis)
Articolo 25-decies (Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere Articolo 377-bis codice penale
decreto legislativo dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria) (Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere
8 giugno 2001, n. 231 1. In relazione alla commissione del delitto di cui dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria)
all'articolo 377-bis del codice penale, si applica Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, con
all'ente la sanzione pecuniaria fino a cinquecento violenza o minaccia, o con offerta o promessa di denaro o di
quote altra utilità, induce a non rendere dichiarazioni o a rendere
dichiarazioni mendaci la persona chiamata a rendere davanti alla
autorità giudiziaria dichiarazioni utilizzabili in un
procedimento penale, quando questa ha la facoltà di non
rispondere, è punito con la reclusione da due a sei anni.
Articolo 25-undecies (Reati ambientali) Articolo 452-bis codice penale
decreto legislativo 1. In relazione alla commissione dei reati previsti (Inquinamento ambientale)
8 giugno 2001, n. 231 dal codice penale si applicano all'ente le seguenti È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da
sanzioni pecuniarie: € 10.000,00 a € 100.000,00 chiunque abusivamente cagiona una
a) per la violazione dell’articolo 452 -bis, la compromissione o un deterioramento significativi e
sanzione pecuniaria da duecentocinquanta a misurabili:
seicento quote; 1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del
b) per la violazione dell’articolo 452-quater, la suolo o del sottosuolo;
sanzione pecuniaria da quattrocento a ottocento 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora
quote; o della fauna.
c) per la violazione dell’articolo 452 -quinquies, la Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta
sanzione pecuniaria da duecento a cinquecento o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico,
quote; artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di
d) per i delitti associativi aggravati ai sensi specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata.
dell’articolo 452-octies, la sanzione pecuniaria da
trecento a mille quote;
e) per il delitto di traffico e abbandono di
materiale ad alta radioattività ai sensi dell’articolo
452-sexies, la sanzione pecuniaria da
duecentocinquanta a seicento quote;
f) per la violazione dell’articolo 727-bis, la
sanzione pecuniaria fino a duecentocinquanta
quote;
g) per la violazione dell’articolo 733 -bis, la
sanzione pecuniaria da centocinquanta a
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

duecentocinquanta quote.
1-bis. Nei casi di condanna per i delitti indicati al
comma 1, lettere a) e b), del presente articolo, si
applicano, oltre alle sanzioni pecuniarie ivi
previste, le sanzioni interdittive previste
dall’articolo 9, per un periodo non superiore a un
anno per il delitto di cui alla citata lettera a).
2. In relazione alla commissione dei reati previsti
dal decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, si applicano all'ente le seguenti sanzioni
pecuniarie:
a) per i reati di cui all'articolo 137:
1) per la violazione dei commi 3, 5, primo
periodo, e 13, la sanzione pecuniaria da
centocinquanta a duecentocinquanta quote;
2) per la violazione dei commi 2, 5, secondo
periodo, e 11, la sanzione pecuniaria da duecento
a trecento quote.
b) per i reati di cui all'articolo 256:
1) per la violazione dei commi 1, lettera a), e
6, primo periodo, la sanzione pecuniaria fino a
duecentocinquanta quote;
2) per la violazione dei commi 1, lettera b), 3,
primo periodo, e 5, la sanzione pecuniaria da
centocinquanta a duecentocinquanta quote;
3) per la violazione del comma 3, secondo
periodo, la sanzione pecuniaria da duecento a
trecento quote;
c) per i reati di cui all'articolo 257:
1) per la violazione del comma 1, la sanzione
pecuniaria fino a duecentocinquanta quote;
2) per la violazione del comma 2, la sanzione
pecuniaria da centocinquanta a
duecentocinquanta quote;
d) per la violazione dell'articolo 258, comma 4,
secondo periodo, la sanzione pecuniaria da
centocinquanta a duecentocinquanta quote;
e) per la violazione dell'articolo 259, comma 1,
la sanzione pecuniaria da centocinquanta a
duecentocinquanta quote;
f) per il delitto di cui all'articolo 260 (richiamo da
intendersi riferito all’articolo 452 -quaterdecies del codice
penale ai sensi dell’articolo 7 del decreto legislativo 1
marzo 2018 n. 21) , la sanzione pecuniaria da
trecento a cinquecento quote, nel caso previsto
dal comma 1 e da quattrocento a ottocento quote
nel caso previsto dal comma 2;
g) per la violazione dell'articolo 260 -bis, la
sanzione pecuniaria da centocinquanta a
duecentocinquanta quote nel caso previsto dai
commi 6, 7, secondo e terzo periodo, e 8, primo
periodo, e la sanzione pecuniaria da duecento a
trecento quote nel caso previsto dal comma 8,
secondo periodo;
h) per la violazione dell'articolo 279, comma 5,
la sanzione pecuniaria fino a duecentocinquanta
quote.
3. In relazione alla commissione dei reati previsti
dalla legge 7 febbraio 1992, n. 150, si applicano
all'ente le seguenti sanzioni pecuniarie:
a) per la violazione degli articoli 1, comma 1, 2,
commi 1 e 2, e 6, comma 4, la sanzione pecuniaria
fino a duecentocinquanta quote;
b) per la violazione dell'articolo 1, comma 2,
la sanzione pecuniaria da centocinquanta a
duecentocinquanta quote;
c) per i reati del codice penale richiamati
dall'articolo 3-bis, comma 1, della medesima legge
n. 150 del 1992, rispettivamente:
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

1) la sanzione pecuniaria fino a


duecentocinquanta quote, in caso di commissione
di reati per cui e' prevista la pena non superiore
nel massimo ad un anno di reclusione;
2) la sanzione pecuniaria da centocinquanta a
duecentocinquanta quote, in caso di
commissione di reati per cui e' prevista l a pena
non superiore nel massimo a due anni di
reclusione;
3) la sanzione pecuniaria da duecento a trecento
quote, in caso di commissione di reati per cui
e' prevista la pena non superiore nel massimo a
tre anni di reclusione;
4) la sanzione pecuniaria da trecento a
cinquecento quote, in caso di commissione di
reati per cui e' prevista la pena superiore nel
massimo a tre anni di reclusione.
4. In relazione alla commissione dei reati previsti
dall'articolo 3, comma 6, della legge 28 dicembre
1993, n. 549, si applica all'ente la sanzione
pecuniaria da centocinquanta a
duecentocinquanta quote.
5. In relazione alla commissione dei reati previsti
dal decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 202,
si applicano all'ente le seguenti sanzioni
pecuniarie:
a) per il reato di cui all'articolo 9, comma 1, la
sanzione pecuniaria fino a duecentocinquanta
quote;
b) per i reati di cui agli articoli 8, comma 1, e 9,
comma 2, la sanzione pecuniaria da
centocinquanta a duecentocinquanta quote;
c) per il reato di cui all'articolo 8, comma 2, la
sanzione pecuniaria da duecento a trecento quote.
6. Le sanzioni previste dal comma 2, lettera b),
sono ridotte della metà nel caso di commissione
del reato previsto dall'articolo 256, comma 4, del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
7. Nei casi di condanna per i delitti indicati al
comma 2, lettere a), n. 2), b), n. 3), e f), e al comma
5, lettere b) e c), si applicano le sanzioni
interdittive previste dall'articolo 9, comma 2, del
decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, per
una durata non superiore a sei mesi.
8. Se l'ente o una sua unità organizzativa vengono
stabilmente utilizzati allo scopo unico o
prevalente di consentire o agevolare la
commissione dei reati di cui all'articolo 260 del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (richiamo
da intendersi riferito all’articolo 452 - quaterdecies del
codice penale ai sensi dell’articolo 7 del decreto
legislativo 1 marzo 2018 n. 21) , e all'articolo 8 del
decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 202, .si
applica la sanzione
dell'interdizione definitiva
dall'esercizio dell'attività ai sensi dell'art. 16,
comma 3, del decreto legislativo 8 giugno
2001 n. 231.

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 452-quater codice penale


decreto legislativo (omissis) (Disastro ambientale)
8 giugno 2001, n. 231 Fuori dai casi previsti dall’articolo 434, chiunque abusivamente
cagiona un disastro ambientale è punito con la reclusione da
cinque a quindici anni. Costituiscono disastro ambientale
alternativamente:
1) l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema;
2) l’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui
eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo
con provvedimenti eccezionali;
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

3) l’offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza del fatto


per l’estensione della compromissione o dei suoi effetti lesivi ovvero
per il numero delle persone offese o esposte a pericolo.
Quando il disastro è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta
a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o
archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la
pena è aumentata.

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 452-quinquies codice penale


decreto legislativo (omissis) (Delitti colposi contro l’ambiente)
8 giugno 2001, n. 231 Se taluno dei fatti di cui agli articoli 452 -bis e 452-quater è commesso
per colpa, le pene previste dai medesimi articoli sono diminuite da un
terzo a due terzi.
Se dalla commissione dei fatti di cui al comma precedente deriva il
pericolo di inquinamento ambientale o di disastro
ambientale le pene sono ulteriormente diminuite di un terzo.

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 452-octies codice penale


decreto legislativo (omissis) (Circostanze aggravanti)
8 giugno 2001, n. 231 Quando l’associazione di cui all’articolo 416 è diretta, in via
esclusiva o concorrente, allo scopo di commettere taluno dei
delitti previsti dal presente titolo, le pene previste dal medesimo
articolo 416 sono aumentate.
Quando l’associazione di cui all’articolo 416 -bis è finalizzata
a commettere taluno dei delitti previsti dal presente titolo
ovvero all’acquisizione della gestione o comunque del controllo
di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di
appalti o di servizi pubblici in materia ambientale, le pene
previste dal medesimo articolo 416-bis sono aumentate.
Le pene di cui ai commi primo e secondo sono aumentate da
un terzo alla metà se dell’associazione fanno parte pubblici
ufficiali o incaricati di un pubblico servizio che esercitano
funzioni o svolgono servizi in materia ambientale.
Articolo 416 codice penale
(Associazione per delinquere)
Quando tre o più persone si associano allo scopo di commettere
più delitti, coloro che promuovono o costituiscono od
organizzano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la
reclusione da tre a sette anni.
Per il solo fatto di partecipare all'associazione, la pena è della
reclusione da uno a cinque anni.
I capi soggiacciono alla stessa pena stabilita per i promotori.
Se gli associati scorrono in armi le campagne o le pubbliche vie,
si applica la reclusione da cinque a quindici anni.
La pena è aumentata se il numero degli associati è di dieci o più.
(omissis)
Articolo 416-bis codice penale
(Associazioni di tipo mafioso anche straniere)
Chiunque fa parte di un'associazione di tipo mafioso formata
da tre o più persone, è punito con la reclusione da dieci a quindici
anni.
Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l'associazione sono
puniti, per ciò solo, con la reclusione da dodici a diciotto anni.
L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno
parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo
associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà
che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo
diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di
attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti
e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti
per sé o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il
libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in
occasione di consultazioni elettorali.
Se l'associazione è armata si applica la pena della reclusione da
dodici a venti anni nei casi previsti dal primo comma e da
quindici a ventisei anni nei casi previsti dal secondo
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

comma.
L'associazione si considera armata quando i partecipanti hanno
la disponibilità, per il conseguimento della finalità
dell'associazione, di armi o materie esplodenti, anche se
occultate o tenute in luogo di deposito.
Se le attività economiche di cui gli associati intendono assumere
o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con
il prezzo, il prodotto, o il profitto di delitti, le pene stabilite nei
commi precedenti sono aumentate da un terzo alla metà.
Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca
delle cose che servirono e furono destinate a commettere il reato
e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che
ne costituiscono l'impiego.
Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra,
alla ndrangheta e alle altre associazioni, comunque localmente
denominate, anche straniere, che valendosi della forza intimidatrice del
vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle
associazioni di tipo mafioso.

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 452-sexies codice penale


decreto legislativo (omissis) (Traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività)
8 giugno 2001, n. 231 Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la
reclusione da due a sei anni e con la multa da € 10.000,00 a
€ 50.000,00 chiunque abusivamente cede, acquista, riceve,
trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene,
trasferisce, abbandona o si disfa illegittimamente di materiale
ad alta radioattività.
La pena di cui al primo comma è aumentata se dal fatto deriva
il pericolo di compromissione o deterioramento:
1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del
suolo o del sottosuolo;
2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora
o della fauna.
Se dal fatto deriva pericolo per la vita o per l’incolumità
delle persone, la pena è aumentata fino alla metà.
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 727-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari
8 giugno 2001, n. 231 di specie animali o vegetali selvatiche protette)
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, fuori
dai casi consentiti, uccide, cattura o detiene esemplari
appartenenti ad una specie animale selvatica protetta è punito
con l'arresto da uno a sei mesi o con l'ammenda fino a €
4.000,00, salvo i casi in cui l'azione riguardi una quantità
trascurabile di tali esemplari e abbia un impatto trascurabile
sullo stato di conservazione della specie.
Chiunque, fuori dai casi consentiti, distrugge, preleva o detiene
esemplari appartenenti ad una specie vegetale selvatica protetta
è punito con l'ammenda fino a €
4.000,00, salvo i casi in cui l'azione riguardi una quantità trascurabile
di tali esemplari e abbia un impatto trascurabile sullo stato di
conservazione della specie.
Articolo 1 decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 121
(Modifiche al codice penale)
(omissis)
2. Ai fini dell'applicazione dell'articolo 727 -bis del codice penale, per
specie animali o vegetali selvatiche protette si intendono quelle indicate
nell'allegato IV della direttiva 92/43/CE e nell'allegato I della direttiva
2009/147/CE.
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 733-bis codice penale
decreto legislativo (omissis) (Distruzione o deterioramento di habitat
8 giugno 2001, n. 231 all'interno di un sito protetto)
Chiunque, fuori dai casi consentiti, distrugge un habitat
all'interno di un sito protetto o comunque lo deteriora
compromettendone lo stato di conservazione, è punito con
l'arresto fino a diciotto mesi e con l'ammenda non inferiore a
€ 3.000,00 euro.
Articolo 1 decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 121
(Modifiche al codice penale)
(omissis)
3. Ai fini dell'applicazione dell'articolo 733 -bis del codice penale per
'habitat all'interno di un sito protetto' si intende qualsiasi habitat di
specie per le quali una zona sia
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

classificata come zona a tutela speciale a norma dell'articolo 4,


paragrafi 1 o 2, della direttiva 2009/147/CE, o qualsiasi habitat
naturale o un habitat di specie per cui un sito sia designato come
zona speciale di conservazione a norma
dell'art. 4, paragrafo 4, della direttiva 92/43/CE.
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 1 legge 7 febbraio 1992, n. 150
decreto legislativo (omissis) (Commercio di esemplari di specie dell'allegato A,
8 giugno 2001, n. 231 appendice I, ed allegato C, parte 1)
1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con
l’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammenda da €
15.000,00 a € 150.000,00 chiunque, in violazione di quanto
previsto dal Regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio del
9 dicembre 1996 (relativo alla protezione di specie della flora e della
fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio) e successive
attuazioni e modificazioni, per gli esemplari appartenenti alle
specie elencate nell'allegato A del Regolamento medesimo e
successive modificazioni:
a) importa, esporta o riesporta esemplari, sotto qualsiasi
regime doganale, senza il prescritto certificato o licenza, ovvero
con certificato o licenza non validi ai sensi dell'articolo 11,
comma 2a, del Regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio, del
9 dicembre 1996, e successive attuazioni e modificazioni;
b) omette di osservare le prescrizioni finalizzate
all'incolumità degli esemplari, specificate in una licenza o in un
certificato rilasciati in conformità al Regolamento (CE)
n. 338/97 del Consiglio, del 9 dicembre 1996, e successive
attuazioni e modificazioni e del Regolamento (CE) n. 939/97
della Commissione, del 26 maggio 1997 (modalità di applicazione
del regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio, relativo alla protezione
di specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del
loro commerci) e successive modificazioni;
c) utilizza i predetti esemplari in modo difforme dalle
prescrizioni contenute nei provvedimenti autorizzativi o
certificativi rilasciati unitamente alla licenza di importazione
o certificati successivamente;
d) trasporta o fa transitare, anche per conto terzi, esemplari
senza la licenza o il certificato prescritti, rilasciati in conformità
del Regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio, del 9 dicembre
1996, e successive attuazioni e modificazioni e del
Regolamento (CE) n. 939/97 della Commissione, del
26 maggio 1997, e successive modificazioni e, nel caso di esportazione
o riesportazione da un Paese terzo parte contraente della Convenzione
di Washington, rilasciati in conformità della stessa, ovvero senza una
prova sufficiente della loro esistenza;
e) commercia piante riprodotte artificialmente in contrasto con
le prescrizioni stabilite in base all'articolo 7, paragrafo 1,
lettera b), del Regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio, del 9
dicembre 1996, e successive attuazioni e modificazioni e del
Regolamento (CE) n. 939/97 della Commissione, del 26
maggio 1997 e successive modificazioni;
f) detiene, utilizza per scopi di lucro, acquista, vende, espone
o detiene per la vendita o per fini commerciali, offre in vendita
o comunque cede esemplari senza la prescritta
documentazione.
2. In caso di recidiva, si applica la pena dell’arresto da uno a
tre anni e dell’ammenda da € 30.000,00 a € 300.000,00. Qualora
il reato suddetto sia commesso nell’esercizio di attività di
impresa, alla condanna consegue la sospensione della licenza da
un minimo di sei mesi ad un massimo di due anni.
(omissis)

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 2 legge 7 febbraio 1992, n. 150


decreto legislativo (omissis) (Commercio degli esemplari di specie dell'allegato A,
8 giugno 2001, n. 231 appendice I e III, ed allegato C, parte 2)
1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con
l’ammenda da € 20.000,00 a € 200.000,00 o con l’arresto da sei
mesi ad un anno chiunque, in violazione di quanto previsto dal
Regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio, del
9 dicembre 1996 (relativo alla protezione di specie della flora e della
fauna selvatiche mediante il controllo del loro Commercio) , e
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

successive attuazioni e modificazioni, per gli esemplari appartenenti


alle specie elencate negli allegati B e C del Regolamento medesimo e
successive modificazioni:
a) importa, esporta o riesporta esemplari, sotto qualsiasi
regime doganale, senza il prescritto certificato o licenza, ovvero
con certificato o licenza non validi ai sensi dell'articolo 11,
comma 2a, del Regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio, del
9 dicembre 1996, e successive attuazioni e modificazioni;
b) omette di osservare le prescrizioni finalizzate
all'incolumità degli esemplari, specificate in una licenza o in un
certificato rilasciati in conformità al Regolamento (CE)
n. 338/97 del Consiglio, del 9 dicembre 1996, e successive
attuazioni e modificazioni, e del Regolamento (CE) n. 939/97
della Commissione, del 26 maggio 1997 (modalità di applicazione
del regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio, relativo alla protezione
di specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del
loro commerci) , e successive modificazioni;
c) utilizza i predetti esemplari in modo difforme dalle
prescrizioni contenute nei provvedimenti autorizzativi o
certificativi rilasciati unitamente alla licenza di importazione
o certificati successivamente;
d) trasporta o fa transitare, anche per conto terzi, esemplari
senza licenza o il certificato prescritti, rilasciati in conformità
del Regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio, del 9 dicembre
1996, e successive attuazioni e modificazioni, e del
Regolamento (CE) n. 939/97 della Commissione, del 26 maggio
1997, e successive modificazioni e, nel caso di esportazione
o riesportazione da un Paese terzo parte contraente della
Convenzione di Washington, rilasciati in conformità della
stessa, ovvero senza una prova sufficiente della loro esistenza;
e) commercia piante riprodotte artificialmente in contrasto con
le prescrizioni stabilite in base all'articolo 7, paragrafo 1,
lettera b), del Regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio, del 9
dicembre 1996, e successive attuazioni e modificazioni, e del
Regolamento (CE) n. 939/97 della Commissione, del 26 maggio
1997, e successive modificazioni;
f) detiene, utilizza per scopi di lucro, acquista, vende, espone
o detiene per la vendita o per fini commerciali, offre in vendita
o comunque cede esemplari senza la prescritta
documentazione, limitatamente alle specie di cui all'allegato B
del Regolamento.
2. In caso di recidiva, si applica la pena dell’arresto da sei mesi
a diciotto mesi e dell’ammenda da € 20.000,00 a €
200.000,00. Qualora il reato suddetto sia commesso
nell’esercizio di attività di impresa, alla condanna consegue la
sospensione della licenza da un minimo di sei mesi ad un
massimo di diciotto mesi.
(omissis)

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 3-bis legge 7 febbraio 1992, n. 150
decreto legislativo (omissis) 1. Alle fattispecie previste dall'articolo 16, paragrafo 1, lettere
8 giugno 2001, n. 231 a), c), d), e), ed l), del Regolamento (CE) n. 338/97 del
Consiglio, del 9 dicembre 1996, e successive modificazioni, in
materia di falsificazione o alterazione di certificati, licenze,
notifiche di importazione, dichiarazioni, comunicazioni di
informazioni al fine di acquisizione di una licenza o di un
certificato, di uso di certificati o licenze falsi o alterati si
applicano le pene di cui al libro II, titolo VII, capo III del
codice penale.
(omissis)
Articolo 16 Regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio del 9
dicembre 1996 relativo alla protezione di specie
della flora e della fauna selvatiche mediante
il controllo del loro Commercio
(Sanzioni)
1. Gli Stati membri adottano i provvedimenti adeguati per garantire
che siano irrogate sanzioni almeno per le seguenti violazioni del
presente regolamento:
a) introduzione di esemplari nella Comunità ovvero esportazione o
riesportazione dalla stessa, senza il
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

prescritto certificato o licenza ovvero con certificato o licenza


falsi, falsificati o non validi, ovvero alterati senza
l’autorizzazione dell’organo che li ha rilasciati;
(omissis)
c) falsa dichiarazione oppure comunicazione di
informazioni scientemente false al fine di conseguire una
licenza o un certificato;
d) uso di una licenza o certificato falsi, falsificati o non validi,
ovvero alterati senza autorizzazione, come mezzo per
conseguire una licenza o un certificato comunitario ovvero per
qualsiasi altro scopo rilevante ai sensi del presente regolamento;
e) omessa o falsa notifica all’importazione;
(omissis)
l) falsificazione o alterazione di qualsiasi licenza o certificato
rilasciati in conformità del presente regolamento; (omissis)

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 6 legge 7 febbraio 1992, n. 150


decreto legislativo (omissis) (Divieto di detenzione di esemplari costituenti pericolo per la
8 giugno 2001, n. 231 salute e l'incolumità pubblica)
1. Fatto salvo quanto previsto dalla legge 11 febbraio 1992,
n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per
il prelievo venatorio) è vietato a chiunque detenere esemplari
vivi di mammiferi e rettili di specie selvatica ed esemplari vivi di
mammiferi e rettili provenienti da riproduzioni in cattività che
costituiscano pericolo per la salute e per l'incolumità pubblica.
2. Il Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro
dell'interno, con il Ministro della sanità e con il Ministro
dell'agricoltura e delle foreste, stabilisce con proprio decreto
i criteri da applicare nell'individuazione delle specie di cui al
comma 1 e predispone di conseguenza l'elenco di tali
esemplari, prevedendo altresì opportune forme di diffusione
dello stesso anche con l'ausilio di associazioni aventi il fine della
protezione delle specie.
(omissis)
4. Chiunque contravviene alle disposizioni di cui al comma
1 è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da
€ 15.000,00 a € 300.000,00.
(omissis)
6. Le disposizioni dei commi 1, 3, 4 e 5 non si applicano: a) nei
confronti dei giardini zoologici, delle aree protette, dei parchi
nazionali, degli acquari e delfinari, dichiarati idonei dalla
commissione scientifica di cui all'articolo 4, comma 2, sulla base
dei criteri generali fissati previamente dalla commissione stessa;
b) nei confronti dei circhi e delle mostre faunistiche
permanenti o viaggianti, dichiarati idonei dalle autorità
competenti in materia di salute e incolumità pubblica, sulla base
dei criteri generali fissati previamente dalla commissione
scientifica di cui all'articolo 4, comma 2.

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 137 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Norme in materia ambientale - Sanzioni penali)
8 giugno 2001, n. 231 1. Fuori dai casi sanzionati ai sensi dell’articolo 29 -
quattuordecies, comma 1, chiunque apra o comunque effettui
nuovi scarichi di acque reflue industriali, senza autorizzazione,
oppure continui ad effettuare o mantenere detti scarichi dopo
che l'autorizzazione sia stata sospesa o revocata, è punito con
l'arresto da due mesi a due anni o con l'ammenda da € 1.500,00
a € 10.000,00.
2. Quando le condotte descritte al comma 1 riguardano gli
scarichi di acque reflue industriali contenenti le sostanze
pericolose comprese nelle famiglie e nei gruppi di sostanze
indicate nelle tabelle 5 e 3/A dell'allegato 5 alla parte terza del
presente decreto, la pena è dell'arresto da tre mesi a tre anni e
dell’ammenda da € 5.000,00 a € 52.000,00.
3. Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui al comma 5 o di cui
all’articolo 29-quattuordecies, comma 3, effettui uno scarico di
acque reflue industriali contenenti le sostanze pericolose
comprese nelle famiglie e nei gruppi di sostanze indicate nelle
tabelle 5 e 3/A dell'Allegato 5 alla parte terza del presente
decreto senza osservare le prescrizioni dell'autorizzazione, o le
altre prescrizioni dell'autorità
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

competente a norma degli articoli 107, comma 1, e 108, comma


4, è punito con l'arresto fino a due anni.
4. Chiunque violi le prescrizioni concernenti l'installazione e
la gestione dei controlli in automatico o l'obbligo di
conservazione dei risultati degli stessi di cui all'articolo 131 è
punito con la pena di cui al comma 3.
5. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, in
relazione alle sostanze indicate nella tabella 5 dell'Allegato 5
alla parte terza del presente decreto, nell'effettuazione di uno
scarico di acque reflue industriali, superi i valori limite fissati
nella tabella 3 o, nel caso di scarico sul suolo, nella tabella 4
dell'Allegato 5 alla parte terza del presente decreto, oppure i
limiti più restrittivi fissati dalle regioni o dalle province
autonome o dall'Autorità competente a norma dell'articolo
107, comma 1, è punito con l'arresto fino a due anni e con
l'ammenda da € 3.000,00 a €
30.000,00. Se sono superati anche i valori limite fissati per le
sostanze contenute nella tabella 3/A del medesimo Allegato 5,
si applica l'arresto da sei mesi a tre anni e l'ammenda da €
6.000,00 a € 120.000,00.
6. Le sanzioni di cui al comma 5 si applicano altresì al gestore
di impianti di trattamento delle acque ref lue urbane che
nell'effettuazione dello scarico supera i valori-limite previsti
dallo stesso comma.
7. Al gestore del servizio idrico integrato che non ottempera
all'obbligo di comunicazione di cui all'articolo 110, comma 3,
o non osserva le prescrizioni o i divieti di cui all'articolo 110,
comma 5, si applica la pena dell'arresto da tre mesi ad un anno
o con l'ammenda da € 3.000,00 a €
30.000,00 se si tratta di rifiuti non pericolosi e con la pena dell'arresto
da sei mesi a due anni e con l'ammenda da € 3.000,00 a € 30.000,00 se
si tratta di rifiuti pericolosi.
8. Il titolare di uno scarico che non consente l'accesso agli
insediamenti da parte del soggetto incaricato del controllo ai
fini di cui all'articolo 101, commi 3 e 4, salvo che il fatto non
costituisca più grave reato, è punito con la pena dell'arresto fino
a due anni. Restano fermi i poteri-doveri di interventi dei
soggetti incaricati del controllo anche ai sensi dell'articolo 13
della legge n. 689 del 1981 e degli articoli 55 e 354 del codice
di procedura penale.
9. Chiunque non ottempera alla disciplina dettata dalle regioni
ai sensi dell'articolo 113, comma 3, è punito con le sanzioni di
cui all'articolo 137, comma 1.
10. Chiunque non ottempera al provvedimento adottato
dall'autorità competente ai sensi dell'articolo 84, comma 4,
ovvero dell'articolo 85, comma 2, è punito con l'ammenda da
€ 1.500,00 a € 15.000,00.
11. Chiunque non osservi i divieti di scarico previsti dagli
articoli 103 e 104 è punito con l'arresto sino a tre anni.
12. Chiunque non osservi le prescrizioni regionali assunte a
norma dell'articolo 88, commi 1 e 2, dirette ad assicurare il
raggiungimento o il ripristino degli obiettivi di qualità delle
acque designate ai sensi dell'articolo 87, oppure non ottemperi
ai provvedimenti adottati dall'autorità competente ai sensi
dell'articolo 87, comma 3, è punito con l'arresto sino a due anni
o con l'ammenda da€ 4.000,00 a € 40.000,00.
13. Si applica sempre la pena dell'arresto da due mesi a due anni
se lo scarico nelle acque del mare da parte di navi od aeromobili
contiene sostanze o materiali per i quali è imposto il divieto
assoluto di sversamento ai sensi delle disposizioni contenute
nelle convenzioni internazionali vigenti in materia e ratificate
dall'Italia, salvo che siano in quantità tali da essere resi
rapidamente innocui dai processi fisici, chimici e biologici, che
si verificano naturalmente in mare e purché in presenza di
preventiva autorizzazione da parte dell'autorità competente.
14. Chiunque effettui l'utilizzazione agronomica d i effluenti di
allevamento, di acque di vegetazione dei frantoi oleari, nonché
di acque reflue provenienti da aziende agricole e piccole aziende
agroalimentari di cui all'articolo 112, al di fuori dei casi e delle
procedure ivi previste, oppure non
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

ottemperi al divieto o all'ordine di sospensione dell'attività


impartito a norma di detto articolo, è punito con l'ammenda da
euro € 1.500,00 a € 10.000,00 o con l'arresto fino ad un anno. La
stessa pena si applica a chiunque effettui l'utilizzazione
agronomica al di fuori dei casi e delle procedure di cui alla
normativa vigente.
Articolo 103 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
(Scarichi sul suolo)
1. E' vietato lo scarico sul suolo o negli strati superficiali del
sottosuolo, fatta eccezione:
a) per i casi previsti dall'articolo 100, comma 3;
b) per gli scaricatori di piena a servizio delle reti fognarie;
c) per gli scarichi di acque reflue urbane e industriali per i quali
sia accertata l'impossibilità tecnica o l'eccessiva onerosità, a
fronte dei benefici ambientali conseguibili, a recapitare in corpi
idrici superficiali, purché gli stessi siano conformi ai criteri ed
ai valori-limite di emissione fissati a tal fine dalle regioni ai
sensi dell'articolo 101, comma 2. Sino all'emanazione di
nuove norme regionali si applicano i valori limite di emissione
della Tabella 4 dell'Allegato 5 alla parte terza del presente
decreto;
d) per gli scarichi di acque provenienti dalla lavorazione di
rocce naturali nonché dagli impianti di lavaggio delle sostanze
minerali, purché i relativi fanghi siano costituiti esclusivamente
da acqua e inerti naturali e non comportino danneggiamento
delle falde acquifere o instabilità dei suoli;
e) per gli scarichi di acque meteoriche convogliate in reti
fognarie separate;
f) per le acque derivanti dallo sfioro dei serbatoi idrici, dalle
operazioni di manutenzione delle reti idropotabili e dalla
manutenzione dei pozzi di acquedotto.
2. Al di fuori delle ipotesi previste al comma 1, gli scarichi sul
suolo esistenti devono essere convogliati in corpi idrici
superficiali, in reti fognarie ovvero destinati al riutilizzo in
conformità alle prescrizioni fissate con il decreto di cui
all'articolo 99, comma 1. In caso di mancata ottemperanza agli
obblighi indicati, l'autorizzazione allo scarico si considera a
tutti gli effetti revocata.
3. Gli scarichi di cui alla lettera c) del comma 1 devono essere
conformi ai limiti della Tabella 4 dell'Allegato 5 alla parte terza
del presente decreto. Resta comunque fermo il divieto di
scarico sul suolo delle sostanze indicate al punto
2.1 dell'Allegato 5 alla parte terza del presente decreto.
Articolo 104 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
(Scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee)
1. E' vietato lo scarico diretto nelle acque sotterranee e nel
sottosuolo.
2. In deroga a quanto previsto al comma 1, l'autorità
competente, dopo indagine preventiva, può autorizzare gli
scarichi nella stessa falda delle acque utilizzate per scopi
geotermici, delle acque di infiltrazione di miniere o cave o delle
acque pompate nel corso di determinati lavori di ingegneria
civile, ivi comprese quelle degli impianti di scambio termico.
3. In deroga a quanto previsto al comma 1, per i giacimenti a
mare, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio
e del mare, d'intesa con il Ministero dello sviluppo economico
e, per i giacimenti a terra, ferme restando le competenze del
Ministero dello sviluppo economico in materia di ricerca e
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, le regioni possono
autorizzare lo scarico di acque risultanti dall'estrazione di
idrocarburi nelle unità geologiche profonde da cui gli stessi
idrocarburi sono stati estratti ovvero in unità dotate delle stesse
caratteristiche che contengano, o abbiano contenuto,
idrocarburi, indicando le modalità dello scarico. Lo scarico non
deve contenere altre acque di scarico o altre sostanze pericolose
diverse, per qualità e quantità, da quelle derivanti dalla
separazione degli idrocarburi. Le relative autorizzazioni sono
rilasciate con la prescrizione delle precauzioni tecniche
necessarie a garantire che le acque di scarico non possano
raggiungere altri sistemi idrici o
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

nuocere ad altri ecosistemi.


4. In deroga a quanto previsto al comma 1, l'autorità
competente, dopo indagine preventiva anche finalizzata alla
verifica dell'assenza di sostanze estranee, può autorizzare gli
scarichi nella stessa falda delle acque utilizzate per il lavaggio e
la lavorazione degli inerti, purché i relativi fanghi siano
costituiti esclusivamente da acqua ed inerti naturali ed il loro
scarico non comporti danneggiamento alla falda acquifera. A tal
fine, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente
(ARPA) competente per territorio, a spese del soggetto
richiedente l'autorizzazione, accerta le caratteristiche
quantitative e qualitative dei fanghi e l'assenza di possibili
danni per la falda, esprimendosi con parere vincolante sulla
richiesta di autorizzazione allo scarico.
4-bis. Fermo restando il divieto di cui al comma 1, l’autorità
competente, al fine del raggiungimento dell’obiettivo di qualità
dei corpi idrici sotterranei, può autorizzare il ravvenamento o
l’accrescimento artificiale dei corpi sotterranei, nel rispetto dei
criteri stabiliti con decreto del Ministero dell’ambiente e della
tutela del territorio e del mare. L’acqua impiegata può essere
di provenienza superficiale o sotterranea, a condizione che
l’impiego della fonte non comprometta la realizzazione degli
obiettivi ambientali fissati per la fonte o per il corpo idrico
sotterraneo oggetto di ravvenamento o accrescimento. Tali
misure sono riesaminate periodicamente e aggiornate quando
occorre nell’ambito del Piano di tutela e del Piano di gestione.
5. Per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di
idrocarburi liquidi o gassosi in mare, lo scarico delle acque
diretto in mare avviene secondo le modalità previste dal
Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio con proprio
decreto, purché la concentrazione di oli minerali sia inferiore a
40 mg/l. Lo scarico diretto a mare è progressivamente sostituito
dalla iniezione o reiniezione in unità geologiche profonde, non
appena disponibili pozzi non più produttivi ed idonei
all'iniezione o reiniezione, e deve avvenire comunque nel
rispetto di quanto previsto dai commi 2 e 3.
5-bis. In deroga a quanto previsto al comma 1 è consentita l'iniezione,
a fini di stoccaggio, di flussi di biossido di carbonio in formazioni
geologiche prive di scambio di fluidi con altre formazioni che per
motivi naturali sono definitivamente inadatte ad altri scopi, a
condizione che l'iniezione sia effettuata a norma del decreto legislativo
di recepimento della direttiva 2009/31/CE in materia di stoccaggio
geologico di biossido di carbonio.
6. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, in sede
di autorizzazione allo scarico in unità geologiche profonde di
cui al comma 3, autorizza anche lo scarico diretto a mare,
secondo le modalità previste dai commi 5 e 7, per i seguenti
casi:
a) per la frazione di acqua eccedente, qualora la capacità del
pozzo iniettore o reiniettore non sia sufficiente a garantire la
ricezione di tutta l'acqua risultante dall'estrazione di
idrocarburi;
b) per il tempo necessario allo svolgimento della
manutenzione, ordinaria e straordinaria, volta a garantire la
corretta funzionalità e sicurezza del sistema costituito dal
pozzo e dall'impianto di iniezione o di reiniezione.
7. Lo scarico diretto in mare delle acque di cui ai commi 5 e
6 è autorizzato previa presentazione di un piano di monitoraggio
volto a verificare l'assenza di pericoli per le acque e per gli
ecosistemi acquatici.
8. Al di fuori delle ipotesi previste dai commi 2, 3, 5 e 7, gli
scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee, esistenti e
debitamente autorizzati, devono essere convogliati in corpi
idrici superficiali ovvero destinati, ove possibile, al riciclo, al
riutilizzo o all'utilizzazione agronomica. In caso di mancata
ottemperanza agli obblighi indicati, l'autorizzazione allo
scarico è revocata.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

8-bis. Per gli interventi assoggettati a valutazione di impat to


ambientale, nazionale o regionale, le autorizzazioni ambientali
di cui ai commi 5 e 7 sono istruite a livello di progetto esecutivo
e rilasciate dalla stessa autorità competente per il
provvedimento che conclude motivatamente il procedimento
di valutazione di impatto ambientale.
Articolo 107 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
(Scarichi in reti fognarie)
1. Ferma restando l'inderogabilità dei valori-limite di emissione
di cui alla tabella 3/A dell'Allegato 5 alla parte terza del
presente decreto e, limitatamente ai parametri di cui alla nota
2 della Tabella 5 del medesimo Allegato 5, alla Tabella 3, gli
scarichi di acque reflue industriali che recapitano in reti
fognarie sono sottoposti alle norme tecniche, alle prescrizioni
regolamentari e ai valori-limite adottati dall'ente di governo
dell'ambito competente in base alle caratteristiche
dell'impianto, e in modo che sia assicurata la tutela del corpo
idrico ricettore nonché il rispetto della disciplina degli scarichi
di acque reflue urbane definita ai sensi dell'articolo 101, commi
1 e 2.
(omissis)
Articolo 108 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
(Scarichi di sostanze pericolose)
(omissis)
4. Per le sostanze di cui alla Tabella 3/A dell'Allegato 5 alla parte
terza del presente decreto, derivanti dai cicli produttivi
indicati nella medesima tabella, le autorizzazioni stabiliscono
altresì la quantità massima della sostanza espressa in unità di
peso per unità di elemento caratteristico dell'attività inquinante
e cioè per materia prima o per unità di prodotto, in conformità
con quanto indicato nella stessa Tabella. Gli scarichi contenenti
le sostanze pericolose di cui al comma 1 sono assoggettati alle
prescrizioni di cui al punto 1.2.3. dell'Allegato 5 alla parte
terza del presente
decreto.

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 256 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Attività di gestione di rifiuti non autorizzata)
8 giugno 2001, n. 231 1. Fuori dai casi sanzionati ai sensi dell’articolo 29 -
quattuordecies, comma 1, chiunque effettua una attività di
raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed
intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta
autorizzazione, iscrizione o comunicazione di cui agli articoli
208, 209, 210, 211, 212, 214, 215 e 216 è punito:
a) con la pena dell'arresto da tre mesi a un anno o con
l'ammenda da € 2.600,00 a € 26.000,00 se si tratta di rifiuti non
pericolosi;
b) con la pena dell'arresto da sei mesi a due anni e con
l'ammenda da € 2.600,00 a € 26.000,00 se si tratta di rifiuti
pericolosi.
2. Le pene di cui al comma 1 si applicano ai titolari di imprese
ed ai responsabili di enti che abbandonano o depositano in
modo incontrollato i rifiuti ovvero li immettono nelle acque
superficiali o sotterranee in violazione del divieto di cui
all'articolo 192, commi 1 e 2.
3. Fuori dai casi sanzionati ai sensi dell’articolo 29 -
quattuordecies, comma 1, chiunque realizza o gestisce una
discarica non autorizzata è punito con la pena dell'arresto da
sei mesi a due anni e con l'ammenda da€ 2.600,00 a €
26.000,00. Si applica la pena dell'arresto da uno a tre anni e
dell'ammenda da € 5.200,00 a € 52.000,00 se la discarica è
destinata, anche in parte, allo smaltimento di rifiuti pericolosi.
Alla sentenza di condanna o alla sentenza emessa ai sensi
dell'articolo 444 del codice di procedura penale, consegue la
confisca dell'area sulla quale è realizzata la discarica abusiva se
di proprietà dell'autore o del compartecipe al reato, fatti salvi
gli obblighi di bonifica o di ripristino dello stato dei luoghi.
4. Le pene di cui ai commi 1, 2 e 3 sono ridotte della metà nelle
ipotesi di inosservanza delle prescrizioni contenute o
richiamate nelle autorizzazioni, nonché nelle ipotesi di carenza
dei requisiti e delle condizioni richiesti per le
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

iscrizioni o comunicazioni.
5. Chiunque, in violazione del divieto di cui all'articolo 187,
effettua attività non consentite di miscelazione di rifiuti, è
punito con la pena di cui al comma 1, lettera b).
6. Chiunque effettua il deposito temporaneo presso il luogo di
produzione di rifiuti sanitari pericolosi, con violazione delle
disposizioni di cui all'articolo 227, comma 1, lettera
b), è punito con la pena dell'arresto da tre mesi ad un anno o
con la pena dell'ammenda da € 2.600,00 a € 26.000,00. Si applica
la sanzione amministrativa pecuniaria da € 2.600,00 a €
15.500,00 per i quantitativi non superiori a duecento litri o
quantità equivalenti.
(omissis)
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
Articolo 208 (Autorizzazione unica per i nuovi impianti di
smaltimento e di recupero dei rifiuti) (omissis)
Articolo 209 (Rinnovo delle autorizzazioni alle imprese in possesso
di certificazione ambientale) (omissis)
Articolo 210 (Autorizzazioni in ipotesi particolari) (omissis)
Articolo 211 (Autorizzazione di impianti di ricerca
e di sperimentazione) (omissis)
Articolo 212 (Albo nazionale gestori ambientali) (omissis)
Articolo 214 (Determinazione delle attività e delle caratteristiche
dei rifiuti per l'ammissione alle procedure semplificate) (omissis)
Articolo 215 (Autosmaltimento) (omissis)
Articolo 216 (Operazioni di recupero) (omissis)

Articolo 192 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152


(Divieto di abbandono)
1. L'abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e
nel suolo sono vietati.
2. E' altresì vietata l'immissione di rifiuti di qualsiasi genere,
allo stato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee.
3. Fatta salva l'applicazione della sanzioni di cui agli articoli 255
e 256, chiunque viola i divieti di cui ai commi 1 e 2 è tenuto a
procedere alla rimozione, all'avvio a recupero o allo
smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in
solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o
personali di godimento sull'area, ai quali tale violazione sia
imputabile a titolo di dolo o colpa, in base agli accertamenti
effettuati, in contraddittorio con i soggetti interessati, dai
soggetti preposti al controllo. Il Sindaco dispone con ordinanza
le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui
provvedere, decorso il quale procede all'esecuzione in danno
dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate.
4. Qualora la responsabilità del fatto illecito sia imputabile ad
amministratori o rappresentanti di persona giuridica ai sensi e
per gli effetti del comma 3, sono tenuti in solido la persona
giuridica ed i soggetti che siano subentrati nei diritti della
persona stessa, secondo le previsioni del decreto legislativo 8
giugno 2001, n. 231 in materia di responsabilità amministrativa
delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni.
Articolo 187 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
(Divieto di miscelazione di rifiuti pericolosi)
Articolo 227 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Rifiuti
elettrici ed elettronici, rifiuti sanitari, veicoli fuori uso e prodotti contenenti
amianto)
(omissis)
b) rifiuti sanitari: decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio
2003, n. 254;
(omissis)

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 257 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Bonifica dei siti)
8 giugno 2001, n. 231 1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque cagiona
l'inquinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque
superficiali o delle acque sotterranee con il superamento delle
concentrazioni soglia di rischio è punito con la pena dell'arresto
da sei mesi a un anno o con l'ammenda da € 2.600,00 a €
26.000,00, se non provvede
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

alla bonifica in conformità al progetto approvato dall'autorità


competente nell'ambito del procedimento di cui agli articoli 242
e seguenti. In caso di mancata effettuazione della
comunicazione di cui all'articolo 242, il trasgressore è punito
con la pena dell'arresto da tre mesi a un anno o con l'ammenda
da € 1.000,00 a € 26.000,00.
2. Si applica la pena dell'arresto da un anno a due anni e la pena
dell'ammenda da € 5.200,00 a € 52.000,00 se l'inquinamento è
provocato da sostanze pericolose.
3. Nella sentenza di condanna per la contravvenzione di cui ai
commi 1 e 2, o nella sentenza emessa ai sensi dell'articolo
444 del codice di procedura penale, il beneficio della sospensione
condizionale della pena può essere subordinato alla esecuzione degli
interventi di emergenza, bonifica e ripristino ambientale.
4. L’osservanza dei progetti approvati ai sensi degli articoli 242
e seguenti costituisce condizione di non punibilità per le
contravvenzioni ambientali contemplate da altre leggi per il
medesimo evento e per la stessa condotta di inquinamento
di cui al comma 1.

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 258 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta
8 giugno 2001, n. 231 dei registri obbligatori e dei formulari)
(omissis)
4. Le imprese che raccolgono e trasportano i propri rifiuti non
pericolosi di cui all'articolo 212, comma 8, che non aderiscono,
su base volontaria, al sistema di controllo della tracciabilità dei
rifiuti (SISTRI) di cui all'articolo 188 -bis, comma 2, lettera a),
ed effettuano il trasporto di rifiuti senza il formulario di cui
all'articolo 193 ovvero indicano nel formulario stesso dati
incompleti o inesatti sono puniti con la sanzione
amministrativa pecuniaria da € 1.600,00 a €
9.300,00. Si applica la pena di cui all'articolo 483 del codice
penale a chi, nella predisposizione di un certificato di analisi
di rifiuti, fornisce false indicazioni sulla natura, sulla
composizione e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti
e a chi fa uso di un certificato falso durante il trasporto.
5. Se le indicazioni di cui ai commi 1 e 2 sono formalmente
incomplete o inesatte ma i dati riportati nella comunicazione
al catasto, nei registri di carico e scarico, nei formulari di
identificazione dei rifiuti trasportati e nelle altre scritture
contabili tenute per legge consentono di ricostruire le
informazioni dovute, si applica la sanzione amministrativa
pecuniaria da € 260,00 a € 1.550,00. La stessa pena si applica
se le indicazioni di cui al comma 4 sono formalmente
incomplete o inesatte ma contengono tutti gli elementi per
ricostruire le informazioni dovute per legge, nonché nei casi di
mancato invio alle autorità competenti e di mancata
conservazione dei registri di cui all'articolo 190, comma 1, o del
formulario di cui all'articolo 193 da parte dei soggetti obbligati.
(omissis)
Articolo 483 codice penale
(Falsità ideologica commessa dal privato in at to pubblico)
Chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto
pubblico, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità, è
punito con la reclusione fino a due anni.
Se si tratta di false attestazioni in atti dello stato civile, la reclusione
non può essere inferiore a tre mesi.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 259 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Traffico illecito di rifiuti)
8 giugno 2001, n. 231 1. Chiunque effettua una spedizione di rifiuti costituente
traffico illecito ai sensi dell'articolo 26 del regolamento (CEE)
1° febbraio 1993, n. 259, o effettua una spedizione di rifiuti
elencati nell'Allegato II del citato regolamento in violazione
dell'articolo 1, comma 3, lettere a), b), c) e d), del regolamento
stesso è punito con la pena dell'ammenda da € 1.550,00 a €
26.000,00 e con l'arresto fino a due anni. La pena è aumentata
in caso di spedizione di rifiuti pericolosi.
(omissis)
Regolamento (CEE) n. 259/93 del consiglio
del 1° febbraio 1993 relativo alla sorveglianza e al controllo
delle spedizioni di rifiuti all'interno della Comunità
europea, nonché in entrata e in uscita dal suo territorio
Articolo 1
(omissis)
3. a) Le spedizioni di rifiuti destinati unicamente al ricupero e
riportati nell'allegato II sono parimenti escluse dal disposto
del presente regolamento, fatto salvo quanto previsto dalle
lettere b), c), d) ed e) in appresso, dall'articolo 11 nonché
dall'articolo 17, paragrafi 1, 2 e 3.
b) Tali rifiuti sono soggetti a tutte le disposizioni della direttiva
75/442/CEE. Essi sono in particolare:
- destinati unicamente ad impianti debitamente autorizzati, i
quali devono essere autorizzati conformemente agli articoli 10
e 11 della direttiva 75/442/CEE:
- soggetti a tutte le disposizioni previste agli articoli 8, 12, 13
e 14 della direttiva 75/442/CEE.
c) Taluni rifiuti contemplati dall'allegato II, tuttavia, possono
essere sottoposti a controlli, alla stregua di quelli contemplati
dagli allegati III o IV, qualora presentino tra l'altro elementi di
rischio ai sensi dell'allegato III della direttiva 91/689/CEE del
Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa ai rifiuti pericolosi.
I rifiuti in questione e la decisione relativa alla scelta fra le due
procedure da seguire devono essere determinati secondo la
procedura prevista all'articolo 18 della direttiva 75/442/CEE.
Tali rifiuti sono elencati nell'allegato II A.
d) In casi eccezionali, le spedizioni di determinati rifiuti elencati
nell'allegato II possono, per motivi ambientali o sanitari, essere
controllate dagli Stati membri alla stregua di quelli contemplati dagli
allegati III o IV.
Gli Stati membri che si avvalgono di tale possibilità notificano
immediatamente tali casi alla Commissione ed informano
opportunamente gli altri Stati membri e forniscono i motivi
della loro decisione. La Commissione, secondo la procedura
prevista all'articolo 18 della direttiva 75/42/CEE, può
confermare tale azione aggiungendo, se necessario, i rifiuti in
questione all'allegato II A.
(omissis)
Articolo 26
1. Costituisce traffico illecito qualsiasi spedizione di rifiuti:
a) effettuata senza che la notifica sia stata inviata a tutte le
autorità competenti interessate conformemente al presente
regolamento, o
b) effettuata senza il consenso delle autorità competenti
interessate, ai sensi del presente regolamento, o
c) effettuata con il consenso delle autorità competenti
interessate ottenuto mediante falsificazioni, false dichiarazioni
o frode, o
d) non concretamente specificata nel documento di
accompagnamento, o
e) che comporti uno smaltimento o un ricupero in violazione
delle norme comunitarie o internazionali, o
f) contraria alle disposizioni degli articoli 14, 16, 19 e 21.
2. Se di tale traffico illecito è responsabile il notificatore, l'autorità
competente di spedizione controlla che i rifiuti in questione:
a) siano ripresi dal notificatore o, se necessario dalla stessa
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

autorità competente, all'interno dello Stato di spedizione, oppure, se


ciò risulta impossibile,
b) vengano smaltiti o ricuperati secondo metodi
ecologicamente corretti, entro un termine di 30 giorni a
decorrere dal momento in cui l'autorità competente è stata
informata del traffico illecito o entro qualsiasi altro termine
eventualmente fissato dalle autorità competenti interessate.
In tal caso viene effettuata una nuova notifica. Gli Stati
membri di spedizione e gli Stati membri di transito non si
oppongono alla reintroduzione dei rifiuti qualora l'autorità
competente di destinazione ne presenti motivata richiesta
illustrandone le ragioni.
3. Se di tale traffico illecito è responsabile il destinatario,
l'autorità competente di destinazione provvede affinché i rifiuti
in questione siano smaltiti con metodi ecologicamente
corretti dal destinatario o, se ciò risulta impossibile, dalla stessa
autorità competente entro il termine di 30 giorni a decorrere
dal momento in cui è stata informata del traffico illecito o entro
qualsiasi altro termine fissato dalle autorità competenti
interessate. A tale scopo esse cooperano, se necessario, allo
smaltimento o al ricupero dei rifiuti secondo metodi
ecologicamente corretti.
4. Quando la responsabilità del traffico illecito non può
essere imputata né al notificatore né al destinatario, le
autorità competenti provvedono, cooperando, affinché i
rifiuti in questione siano smaltiti o ricuperati secondo
metodi ecologicamente corretti. Tale cooperazione segue
orientamenti stabiliti in conformità della procedura prevista
all'articolo 18 della direttiva 75/442/CEE.
5. Gli Stati membri adottano le appropriate misure legali
per vietare e punire il traffico illecito.
Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 452-quaterdecies codice penale
decreto legislativo (omissis) (Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti)
8 giugno 2001, n. 231 Chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più operazioni
e attraverso l'allestimento di mezzi e attività continuative organizzate,
cede, riceve, trasporta, esporta, importa, o comunque gestisce
abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti é punito con la reclusione
da uno a sei anni.
Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si applica la pena della
reclusione da tre a otto anni.
Alla condanna conseguono le pene accessorie di cui agli articoli
28, 30, 32-bis e 32-ter, con la limitazione di cui all'articolo 33.
Il giudice, con la sentenza di condanna o con quella emessa ai
sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale, ordina il
ripristino dello stato dell'ambiente e puo' subordinare la
concessione della sospensione condizionale della pena
all'eliminazione del danno o del pericolo per l'ambiente.
E' sempre ordinata la confisca delle cose che servirono a
commettere il reato o che costituiscono il prodotto o il profitto
del reato, salvo che appartengano a persone estranee al reato.
Quando essa non sia possibile, il giudice individua beni di valore
equivalente di cui il condannato abbia anche indirettamente o
per interposta persona la
disponibilità e ne ordina la confisca.

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 260-bis decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti) (omissis)
8 giugno 2001, n. 231 6. Si applica la pena di cui all'articolo 483 codice penale a colui
che, nella predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti,
utilizzato nell'ambito del sistema di controllo della tracciabilità
dei rifiuti fornisce false indicazioni sulla natura, sulla
composizione e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti
e a chi inserisce un certificato falso nei dati da fornire ai fini
della tracciabilità dei rifiuti.
7. Il trasportatore che omette di accompagnare il trasporto dei
rifiuti con la copia cartacea della scheda SISTRI - AREA
MOVIMENTAZIONE e, ove necessario sulla base della
normativa vigente, con la copia del certificato analitico che
identifica le caratteristiche dei rifiuti è punito con la
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

sanzione amministrativa pecuniaria da € 1.600,00 a €


9.300,00. Si applica la pena di cui all'art. 483 del codice penale
in caso di trasporto di rifiuti pericolosi. Tale ultima pena si
applica anche a colui che, durante il trasporto fa uso di un
certificato di analisi di rifiuti contenente false indicazioni sulla
natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimico-
fisiche dei rifiuti trasportati.
8. Il trasportatore che accompagna il trasporto di rifiuti con una
copia cartacea della scheda SISTRI - AREA Movimentazione
fraudolentemente alterata è punito con la pena prevista dal
combinato disposto degli articoli 477 e 482 del codice penale.
La pena è aumentata fino ad un terzo nel caso di rifiuti
pericolosi.
9. Se le condotte di cui al comma 7 non pregiudicano la
tracciabilità dei rifiuti, si applica la sanzione amministrativa
pecuniaria da € 260,00 ad € 1.550,00.
(omissis)
Articolo 483 codice penale
(Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico)
Chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto
pubblico, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la veri tà, è
punito con la reclusione fino a due anni.
Se si tratta di false attestazioni in atti dello stato civile, la reclusione
non può essere inferiore a tre mesi.
Articolo 477 codice penale
(Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale
in certificati o autorizzazioni amministrative)
Il pubblico ufficiale, che, nell'esercizio delle sue funzioni,
contraffà o altera certificati o autorizzazioni amministrative,
ovvero, mediante contraffazione o alterazione, fa apparire
adempiute le condizioni richieste per la loro validità, è punito
con la reclusione da sei mesi a tre anni.
Articolo 482 codice penale
(Falsità materiale commessa dal privato)
Se alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 476, 477 e 478 è
commesso da un privato, ovvero da un pubblico ufficiale fuori
dell'esercizio delle sue funzioni, si applicano rispettivamente le
pene stabilite nei detti articoli, ridotte di un terzo.

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 279 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
decreto legislativo (omissis) (Sanzioni)
8 giugno 2001, n. 231 (omissis)
2. Chi, nell'esercizio di uno stabilimento, viola i valori limite
di emissione o le prescrizioni stabiliti dall'autorizzazione, dagli
Allegati I, II, III o V alla parte quinta del presente decreto, dai
piani e dai programmi o dalla normativa di cui all'articolo 271
o le prescrizioni altrimenti imposte dall'autorità competente ai
sensi del presente titolo è punito con l'arresto fino ad un anno
o con l'ammenda fino a € 1.032,00. Se i valori limite o le
prescrizioni violati sono contenuti nell'autorizzazione integrata
ambientale si applicano le sanzioni previste dalla normativa che
disciplina tale autorizzazione.
(omissis)
5. Nei casi previsti dal comma 2 si applica sempre la pena
dell'arresto fino ad un anno se il superamento dei valori limite
di emissione determina anche il superamento dei valori limite
di qualità dell'aria previsti dalla vigente normativa.
(omissis)

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 3 legge del 28 dicembre 1993, n. 549 - Misure a tutela
decreto legislativo (omissis) dell'ozono stratosferico e dell'ambiente
8 giugno 2001, n. 231 (Cessazione e riduzione dell'impiego delle sostanze lesive)
1. La produzione, il consumo, l'importazione,
l'esportazione, la detenzione e la commercializzazione delle
sostanze lesive di cui alla tabella A allegata alla presente legge
sono regolati dalle disposizioni di cui al regolamento (CE) n.
3093/94 (del Consiglio, del 15 dicembre 1994, sulle sostanze che
riducono lo strato di ozono).
2. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge
è vietata l'autorizzazione di impianti che prevedano
l'utilizzazione delle sostanze di cui alla tabella A allegata
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

alla presente legge, fatto salvo quanto disposto dal regolamento


(CE) n. 3093/94.
3. Con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il
Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sono
stabiliti, in conformità alle disposizioni ed ai tempi del
programma di eliminazione progressiva di cui al regolamento
(CE) n. 3093/94, la data fino alla quale è consentito l'utilizzo di
sostanze di cui alla tabella A, allegata alla presente legge, per la
manutenzione e la ricarica di apparecchi e di impianti già venduti
ed installati alla data di entrata in vigore della presente legge, ed
i tempi e le modalità per la cessazione dell'utilizzazione delle
sostanze di cui alla tabella B, allegata alla presente legge, e
sono altresì individuati gli usi essenziali delle sostanze di cui alla
tabella B, relativamente ai quali possono essere concesse
deroghe a quanto previsto dal presente comma. La produzione,
l'utilizzazione, la commercializzazione, l'importazione e
l'esportazione delle sostanze di cui alle tabelle A e B allegate
alla presente legge cessano il 31 dicembre 2008, fatte salve le
sostanze, le lavorazioni e le produzioni non comprese nel campo
di applicazione del regolamento (CE) n. 3093/94, secondo le
definizioni ivi previste.
4. L'adozione di termini diversi da quelli di cui al comma 3,
derivati dalla revisione in atto del regolamento (CE) n. 3093/94,
comporta la sostituzione dei termini indicati nella presente
legge ed il contestuale adeguamento ai nuovi termini.
5. Le imprese che intendono cessare la produzione e
l'utilizzazione delle sostanze di cui alla tabella B, allegata alla
presente legge, prima dei termini prescritti possono concludere
appositi accordi di programma con i Ministeri dell'industria, del
commercio e dell'artigianato e dell'ambiente, al fine di
usufruire degli incentivi di cui all'articolo 10, con priorità
correlata all'anticipo dei tempi di dismissione, secondo le
modalità che saranno fissate con decreto del Ministro
dell'industria, del commercio e dell'artigianato, d'intesa con il
Ministro dell'ambiente.
6. Chiunque viola le disposizioni di cui al presente articolo è
punito con l'arresto fino a due anni e con l'ammenda fino al
triplo del valore delle sostanze utilizzate per fini produttivi,
importate o commercializzate. Nei casi più gravi, alla condanna
consegue la revoca dell'autorizzazione o della licenza in base
alla quale viene svolta l'attività costituente illecito.

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 8 decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 202
decreto legislativo (omissis) Attuazione della Direttiva 2005/35/CE relativa
8 giugno 2001, n. 231 all'inquinamento provocato
dalle navi e conseguenti sanzioni
(Inquinamento doloso)
1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il Comandante
di una nave, battente qualsiasi bandiera, nonché i membri
dell'equipaggio, il proprietario e l'armatore della nave, nel caso
in cui la violazione sia avvenuta con il loro concorso, che
dolosamente violano le disposizioni dell'articolo 4 sono puniti
con l'arresto da sei mesi a due anni e con l'ammenda da €
10.000,00 ad € 50.000,00.
2. Se la violazione di cui al comma 1 causa danni permanenti
o, comunque, di particolare gravità, alla qualità delle acque, a
specie animali o vegetali o a parti di queste, si applica l'arresto
da uno a tre anni e l'ammenda da € 10.000,00 ad € 80.000,00.
3. Il danno si considera di particolare gravità quando
l'eliminazione delle sue conseguenze risulta di particolare
complessità sotto il profilo tecnico, ovvero particolarmente
onerosa o conseguibile solo con provvedimenti eccezionali.
Articolo 2 decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 202
(Definizioni)
1. Ai fini del presente decreto si intende per:
(omissis)
b) "sostanze inquinanti": le sostanze inserite nell'allegato I
(idrocarburi) e nell'allegato II (sostanze liquide nocive
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

trasportate alla rinfusa) alla Convenzione Marpol 73/78, come


richiamate nell'elenco di cui all'allegato A alla legge
31 dicembre 1982, n. 979 aggiornato dal decreto del Ministro
della marina mercantile 6 luglio 1983, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 229 del 22 agosto 1983;
Articolo 3 decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 202
(Ambito di applicazione)
1. Le disposizioni del presente decreto si applicano agli scarichi
in mare delle sostanze inquinanti di cui all'articolo 2, comma
1, lettera b), provenienti dalle navi battenti qualsiasi bandiera
effettuati:
a) nelle acque interne, compresi i porti, nella misura in cui è
applicabile il regime previsto dalla Convenzione Marpol 73/78;
b) nelle acque territoriali;
c) negli stretti utilizzati per la navigazione internazionale e
soggetti al regime di passaggio di transito, come specificato nella
parte III, sezione 2, della Convenzione delle Nazioni Unite del
1982 sul diritto del mare;
d) nella zona economica esclusiva o in una zona equivalente
istituita ai sensi del diritto internazionale e nazionale;
e) in alto mare.
2. Le disposizioni del presente decreto non si applicano alle navi
militari da guerra o ausiliarie e alle navi possedute o gestite dallo
Stato, solo se impiegate per servizi governativi e non
commerciali.
Articolo 4 decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 202
(Divieti)
1. Fatto salvo quanto previsto all'articolo 5, nelle aree di cui
all'articolo 3, comma 1, è vietato alle navi, senza alcuna
discriminazione di nazionalità, versare in mare le sostanze
inquinanti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), o causare
lo sversamento di dette sostanze.
Articolo 5 decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 202
(Deroghe)
1. Lo scarico di sostanze inquinanti di cui all'articolo 2, comma
1, lettera b), in una delle aree di cui all'articolo 3, comma 1, è
consentito se effettuato nel rispetto delle condizioni di cui
all'allegato I, norme 15, 34, 4.1 o 4.3 o all'allegato II, norme 13,
3.1 o 3.3 della Convenzione Marpol 73/78.
2. Lo scarico di sostanze inquinanti di cui all'articolo 2, comma
1, lettera b), nelle aree di cui all'articolo 3, comma 1, lettere
c), d) ed e), è consentito al proprietario, al comandante o
all'equipaggio posto sotto la responsabilità di quest'ultimo, se
effettuato nel rispetto delle condizioni di cui all'allegato I,
norma 4.2, o all'allegato II, norma 3.2 della Convenzione
Marpol 73/78.

Articolo 25-undecies Reati ambientali Articolo 9 decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 202
decreto legislativo (omissis) Attuazione della Direttiva 2005/35/CE relativa
8 giugno 2001, n. 231 all'inquinamento provocato
dalle navi e conseguenti sanzioni
(Inquinamento colposo)
1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il Comandante
di una nave, battente qualsiasi bandiera, nonché i membri
dell'equipaggio, il proprietario e l'armatore della nave, nel caso
in cui la violazione sia avvenuta con la loro cooperazione, che
violano per colpa le disposizioni dell'articolo 4, sono puniti con
l'ammenda da € 10.000,00 ad
€ 30.000,00.
2. Se la violazione di cui al comma 1 causa danni permanenti
o, comunque, di particolare gravità, alla qualità delle acque, a
specie animali o vegetali o a parti di queste, si applica l'arresto
da sei mesi a due anni e l'ammenda da € 10.000,00 ad € 30.000,00.
3. Il danno si considera di particolare gravità quando
l'eliminazione delle sue conseguenze risulta di particolare
complessità sotto il profilo tecnico, ovvero particolarmente
onerosa o conseguibile solo con provvedimenti eccezionali.
Articolo 2 decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 202
(Definizioni)
1. Ai fini del presente decreto si intende per:
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

(omissis)
b) "sostanze inquinanti": le sostanze inserite nell'allegato I
(idrocarburi) e nell'allegato II (sostanze liquide nocive
trasportate alla rinfusa) alla Convenzione Marpol 73/78, come
richiamate nell'elenco di cui all'allegato A alla legge
31 dicembre 1982, n. 979 aggiornato dal decreto del Ministro
della marina mercantile 6 luglio 1983, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 229 del 22 agosto 1983;
Articolo 3 decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 202
(Ambito di applicazione)
1. Le disposizioni del presente decreto si applicano agli scarichi
in mare delle sostanze inquinanti di cui all'articolo 2, comma
1, lettera b), provenienti dalle navi battenti qualsiasi bandiera
effettuati:
a) nelle acque interne, compresi i porti, nella misura in cui è
applicabile il regime previsto dalla Convenzione Marpol 73/78;
b) nelle acque territoriali;
c) negli stretti utilizzati per la navigazione internazionale e
soggetti al regime di passaggio di transito, come specificato nella
parte III, sezione 2, della Convenzione delle Nazioni Unite del
1982 sul diritto del mare;
d) nella zona economica esclusiva o in una zona equivalente
istituita ai sensi del diritto internazionale e nazionale;
e) in alto mare.
2. Le disposizioni del presente decreto non si applicano alle navi
militari da guerra o ausiliarie e alle navi possedute o gestite dallo
Stato, solo se impiegate per servizi governativi e non
commerciali.
Articolo 4 decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 202
(Divieti)
1. Fatto salvo quanto previsto all'articolo 5, nelle aree di cui
all'articolo 3, comma 1, è vietato alle navi, senza alcuna
discriminazione di nazionalità, versare in mare le sostanze
inquinanti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), o causare
lo sversamento di dette sostanze.
Articolo 5 decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 202
(Deroghe)
1. Lo scarico di sostanze inquinanti di cui all'articolo 2, comma
1, lettera b), in una delle aree di cui all'articolo 3, comma 1, è
consentito se effettuato nel rispetto delle condizioni di cui
all'allegato I, norme 15, 34, 4.1 o 4.3 o all'allegato II, norme 13,
3.1 o 3.3 della Convenzione Marpol 73/78.
2. Lo scarico di sostanze inquinanti di cui all'articolo 2, comma
1, lettera b), nelle aree di cui all'articolo 3, comma 1, lettere
c), d) ed e), è consentito al proprietario, al comandante o
all'equipaggio posto sotto la responsabilità di quest'ultimo, se
effettuato nel rispetto delle condizioni di cui all'allegato I,
norma 4.2, o all'allegato II, norma 3.2 della Convenzione
Marpol 73/78.

Articolo 25-duodecies (Impiego di cittadini di paesi terzi Articolo 12 decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286
decreto legislativo il cui soggiorno è irregolare) (Disposizioni contro le immigrazioni clandestine)
8 giugno 2001, n. 231 1. In relazione alla commissione del delitto di 1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, in
cui all'articolo 22, comma 12-bis, del decreto violazione delle disposizioni del presente testo unico,
legislativo 25 luglio 1998, n. 286, si applica promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di
all'ente la sanzione pecuniaria da cento a stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti
duecento quote, entro il limite di € 150.000,00. 1- a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato,
bis. In relazione alla commissione dei delitti d ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non
cui all'articolo 12, commi 3, 3-bis e 3-ter, del ha titolo di residenza permanente, è punito con la reclusione da
testo unico di cui al decreto legislativo 25 uno a cinque anni e con la multa di €
luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni, 15.000,00 per ogni persona.
si applica all'ente la sanzione pecuniaria da 2. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 54 del codice
quattrocento a mille quote. penale, non costituiscono reato le attività di soccorso e
1-ter. In relazione alla commissione dei delitti di assistenza umanitaria prestate in Italia nei confronti degli
cui all'articolo 12, comma 5, del testo unico di stranieri in condizioni di bisogno comunque presenti nel
cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e territorio dello Stato.
successive modificazioni, si applica all'ente la 3. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, in
sanzione pecuniaria da cento a duecento quote. violazione delle disposizioni del presente testo unico,
1-quater. Nei casi di condanna per i delitti di cui promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di
ai commi 1-bis e 1-ter del presente stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti
a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

articolo, si applicano le sanzioni interdittive dello Stato, ovvero di altro Stato del quale la persona non è
previste dall'articolo 9, comma 2, per una durata cittadina o non ha titolo di residenza permanente, è punito con
non inferiore a un anno. la reclusione da cinque a quindici anni e con la multa di
€ 15.000,00 per ogni persona nel caso in cui:
a) il fatto riguarda l'ingresso o la permanenza illegale nel
territorio dello Stato di cinque o più persone;
b) la persona trasportata è stata esposta a pericolo per la sua
vita o per la sua incolumità per procurarne l'ingresso o la
permanenza illegale;
c) la persona trasportata è stata sottoposta a trattamento
inumano o degradante per procurarne l'ingresso o la
permanenza illegale;
d) il fatto è commesso da tre o più persone in concorso tra loro
o utilizzando servizi internazionali di trasporto ovvero
documenti contraffatti o alterati o comunque illegalmente
ottenuti;
e) gli autori del fatto hanno la disponibilità di armi o materie
esplodenti.
3-bis. Se i fatti di cui al comma 3 sono commessi ricorrendo due
o più delle ipotesi di cui alle lettere a), b), c), d) ed e) del
medesimo comma, la pena ivi prevista è aumentata.
3-ter. La pena detentiva è aumentata da un terzo alla metà e si
applica la multa di € 25.000,00 per ogni persona se i fatti di
cui ai commi 1 e 3:
a) sono commessi al fine di reclutare persone da destinare alla
prostituzione o comunque allo sfruttamento sessuale o
lavorativo ovvero riguardano l'ingresso di minori da impiegare
in attività illecite al fine di favorirne lo sfruttamento;
b) sono commessi al fine di trarne profitto, anche indiretto.
(omissis)
5. Fuori dei casi previsti dai commi precedenti, e salvo che il
fatto non costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarre
un ingiusto profitto dalla condizione di illegalità dello straniero
o nell'ambito delle attività punite a norma del presente articolo,
favorisce la permanenza di questi nel territorio dello Stato in
violazione delle norme del presente testo unico, è punito con la
reclusione fino a quattro anni e con la multa fino a € 15.493,00.
Quando il fatto è commesso in concorso da due o più persone,
ovvero riguarda la permanenza di cinque o più persone, la pena
è aumentata da un terzo alla metà.
(omissis)
Articolo 22 decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286
(Lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato)
1. In ogni provincia è istituito presso la prefettura-ufficio
territoriale del Governo uno sportello unico per
l'immigrazione, responsabile dell'intero procedimento relativo
all'assunzione di lavoratori subordinati stranieri a tempo
determinato ed indeterminato.
2. Il datore di lavoro italiano o straniero regolarmente
soggiornante in Italia che intende instaurare in Italia un
rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato o
indeterminato con uno straniero residente all'estero deve
presentare previa verifica, presso il centro per l'impiego
competente, della indisponibilità di un lavoratore presente sul
territorio nazionale, idoneamente documentata, allo sportello
unico per l'immigrazione della provincia di residenza ovvero di
quella in cui ha sede legale l'impresa, ovvero di quella ove avrà
luogo la prestazione lavorativa:
a) richiesta nominativa di nulla osta al lavoro;
b) idonea documentazione relativa alle modalità di
sistemazione alloggiativa per il lavoratore straniero;
c) la proposta di contratto di soggiorno con specificazione delle
relative condizioni, comprensiva dell'impegno al pagamento da
parte dello stesso datore di lavoro delle spese di ritorno dello
straniero nel Paese di provenienza;
d) dichiarazione di impegno a comunicare ogni variazione
concernente il rapporto di lavoro.
3. Nei casi in cui non abbia una conoscenza diretta dello
straniero, il datore di lavoro italiano o straniero regolarmente
soggiornante in Italia può richiedere,
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

presentando la documentazione di cui alle lettere b) e c) del


comma 2, il nulla osta al lavoro di una o più persone iscritte nelle
liste di cui all'articolo 21, comma 5, selezionate secondo criteri
definiti nel regolamento di attuazione.
4. (abrogato)
5. Lo sportello unico per l'immigrazione, nel complessivo
termine massimo di sessanta giorni dalla presentazione della
richiesta, a condizione che siano state rispettate le prescrizioni
di cui al comma 2 e le prescrizioni del contratto collettivo di
lavoro applicabile alla fattispecie, rilascia, in ogni caso, sentito
il questore, il nulla osta nel rispetto dei limiti numerici,
quantitativi e qualitativi determinati a norma dell'articolo 3,
comma 4, e dell'articolo 21, e, a richiesta del datore di lavoro,
trasmette la documentazione, ivi compreso il codice fiscale, agli
uffici consolari, ove possibile in via telematica. Il nulla osta al
lavoro subordinato ha validità per un periodo non superiore a
sei mesi dalla data del rilascio.
5.1. Le istanze di nulla osta sono esaminate nei limiti
numerici stabiliti con il decreto di cui all’articolo 3, comma
4. Le istanze eccedenti tali limiti possono essere esaminate nell’ambito
delle quote che si rendono successivamente disponibili tra quelle
stabilite con il medesimo decreto.
5-bis. Il nulla osta al lavoro è rifiutato se il datore di lavoro risulti
condannato negli ultimi cinque anni, anche con sentenza non
definitiva, compresa quella adottata a seguito di applicazione
della pena su richiesta ai sensi dell'articolo 444 del codice di
procedura penale, per:
a) favoreggiamento dell'immigrazione clandestina verso
l'Italia e dell'emigrazione clandestina dall'Italia verso altri Stati
o per reati diretti al reclutamento di persone da destinare alla
prostituzione o allo sfruttamento della prostituzione o di minori
da impiegare in attività illecite;
b) intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ai sensi
dell'articolo 603-bis del codice penale;
c) reato previsto dal comma 12.
5-ter. Il nulla osta al lavoro è, altresì, rifiutato ovvero, nel caso
sia stato rilasciato, è revocato se i documenti presentati sono
stati ottenuti mediante frode o sono stati falsificati o
contraffatti ovvero qualora lo straniero non si rechi presso lo
sportello unico per l'immigrazione per la firma del contratto
di soggiorno entro il termine di cui al comma 6, salvo che il
ritardo sia dipeso da cause di forza maggiore. La revoca del nulla
osta è comunicata al Ministero degli affari esteri tramite i
collegamenti telematici.
6. Gli uffici consolari del Paese di residenza o di origine dello
straniero provvedono, dopo gli accertamenti di rito, a rilasciare
il visto di ingresso con indicazione del codice fiscale,
comunicato dallo sportello unico per l'immigrazione. Entro
otto giorni dall'ingresso, lo straniero si reca presso lo sportello
unico per l'immigrazione che ha rilasciato il nulla osta per la
firma del contratto di soggiorno che resta ivi conservato e, a
cura di quest'ultimo, trasmesso in copia all'autorità consolare
competente ed al centro per l'impiego competente.
7. (abrogato)
8. Salvo quanto previsto dall'articolo 23, ai fini dell'ingresso in
Italia per motivi di lavoro, il lavoratore extracomunitario deve
essere munito del visto rilasciato dal consolato italiano presso
lo Stato di origine o di stabile residenza del lavoratore.
9. Le questure forniscono all'INPS e all'INAIL, tramite
collegamenti telematici, le informazioni anagrafiche relative ai
lavoratori extracomunitari ai quali è concesso il permesso di
soggiorno per motivi di lavoro, o comunque idoneo per
l'accesso al lavoro, e comunicano altresì il rilascio dei permessi
concernenti i familiari ai sensi delle disposizioni di cui al titolo
IV; l'INPS, sulla base delle informazioni ricevute, costituisce
un "Archivio anagrafico dei lavoratori extracomunitari", da
condividere con altre amministrazioni pubbliche; lo scambio
delle informazioni avviene in base a
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

convenzione tra le amministrazioni interessate. Le stesse informazioni


sono trasmesse, in via telematica, a cura delle questure, all'ufficio
finanziario competente che provvede all'attribuzione del codice fiscale.
10. Lo sportello unico per l'immigrazione fornisce al
Ministero del lavoro e delle politiche sociali il numero ed i l tipo
di nulla osta rilasciati secondo le classificazioni adottate nei
decreti di cui all'articolo 3, comma 4.
11. La perdita del posto di lavoro non costituisce motivo di
revoca del permesso di soggiorno al lavoratore
extracomunitario ed ai suoi familiari legalmente soggiornanti.
Il lavoratore straniero in possesso del permesso di soggiorno
per lavoro subordinato che perde il posto di lavoro, anche per
dimissioni, può essere iscritto nelle liste di collocamento per il
periodo di residua validità del permesso di soggiorno, e
comunque, salvo che si tratti di permesso di soggiorno per
lavoro stagionale, per un periodo non inferiore ad un anno
ovvero per tutto il periodo di durata della prestazione di
sostegno al reddito percepita dal lavoratore straniero, qualora
superiore. Decorso il termine di cui al secondo periodo,
trovano applicazione i requisiti reddituali di cui all'articolo 29,
comma 3, lettera b). Il regolamento di attuazione stabilisce le
modalità di comunicazione ai centri per l'impiego, anche ai
fini dell'iscrizione del lavoratore straniero nelle liste di
collocamento con priorità rispetto a nuovi lavoratori
extracomunitari.
11-bis. (abrogato)
12. Il datore di lavoro che occupa alle proprie dipendenze
lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno previsto dal
presente articolo, ovvero il cui permesso sia scaduto e del
quale non sia stato chiesto, nei termini di legge, il rinnovo,
revocato o annullato, è punito con la reclusione da sei mesi a
tre anni e con la multa di € 5.000,00 per ogni lavoratore
impiegato.
12-bis. Le pene per il fatto previsto dal comma 12 sono aumentate da
un terzo alla metà:
a) se i lavoratori occupati sono in numero superiore a tre;
b) se i lavoratori occupati sono minori in età non lavorativa;
c) se i lavoratori occupati sono sottoposti alle altre condizioni
lavorative di particolare sfruttamento di cui al terzo comma
dell'articolo 603-bis del codice penale.
(omissis)
Articolo 603‐ bis codice penale
(Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro)
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la
reclusione da uno a sei anni e con la multa da € 500,00 a
1.000,00 per ciascun lavoratore reclutato, chiunque:
1) recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso
terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato
di bisogno dei lavoratori;
2) utilizza, assume o impiega manodopera, anche mediante
l’attività di intermediazione di cui al numero 1), sottoponendo
i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del
loro stato di bisogno.
Se i fatti sono commessi mediante violenza o minaccia, si
applica la pena della reclusione da cinque a otto anni e la multa
da € 1.000,00 a 2.000,00 per ciascun lavoratore reclutato.
Ai fini del presente articolo, costituisce indice di sfruttamento
la sussistenza di una o più delle seguenti condizioni:
1) la reiterata corresponsione di retribuzioni in modo
palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o
territoriali stipulati dalle organizzazioni sindacali più
rappresentative a livello nazionale, o comunque sproporzionato
rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato;
2) la reiterata violazione della normativa relativa all’orario di
lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale, all’aspettativa
obbligatoria, alle ferie;
3) la sussistenza di violazioni delle norme in materia di
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro;


4) la sottoposizione del lavoratore a condizioni di lavoro, a metodi di
sorveglianza o a situazioni alloggiative degradanti. Costituiscono
aggravante specifica e comportano l’aumento della pena da un terzo
alla metà:
1) il fatto che il numero di lavoratori reclutati sia superiore a
tre;
2) il fatto che uno o più dei soggetti reclutati siano minori in
età non lavorativa;
3) l’aver commesso il fatto esponendo i lavoratori sfruttati a
situazioni di grave pericolo, avuto riguardo alle caratteristiche
delle prestazioni da svolgere e delle condizioni di lavoro.

Articolo 25-terdecies (Razzismo e xenofobia) Articolo 604-bis codice penale


decreto legislativo 1. In relazione alla commissione dei delitti di cui (Propaganda e istigazione a delinquere per motivi
8 giugno 2001, n. 231 all’articolo 3, comma 3-bis, della legge 13 ottobre di discriminazione razziale etnica e religiosa)
1975, n. 654 (richiamo da intendersi riferito Salvo che il fatto costituisca più grave reato, é punito:
all’articolo 604 -bis del codice penale ai sensi dell’articolo a) con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa
7 del decreto legislativo 1 marzo 2018 n. 21), si applica fino a € 6.000,00 euro chi propaganda idee fondate sulla
all’ente la sanzione pecuniaria da duecento a superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a
ottocento quote. commettere o commette atti di discriminazione per motivi
2. Nei casi di condanna per i delitti di cui al razziali, etnici, nazionali o religiosi;
comma 1 si applicano all’ente le sanzioni b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi
interdittive previste dall’articolo 9, comma 2, per modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di
una durata non inferiore a un anno. provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali
3. Se l’ente o una sua unità organizzativa è o religiosi.
stabilmente utilizzato allo scopo unico o E' vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o
prevalente di consentire o agevolare la gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla
commissione dei delitti indicati nel comma 1, si discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici,
applica la sanzione dell’interdizione definitiva nazionali o religiosi. Chi partecipa a tali organizzazioni,
dall’esercizio dell’attività ai sensi dell’articolo 16, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro
comma 3. attività, é punito, per il solo fatto della partecipazione o
dell'assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni.
Coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni,
associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo,
con la reclusione da uno a sei anni.
Si applica la pena della reclusione da due a sei anni se l a
propaganda ovvero l'istigazione e l'incitamento, commessi in
modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in
tutto o in parte sulla negazione, sulla minimizzazione in modo
grave o sull'apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei
crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra, come definiti
dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale
internazionale.
Legge 12 luglio 1999, n. 232
Ratifica ed esecuzione dello statuto istitutivo della Corte penale
internazionale, con atto finale ed allegati, adottato dalla
Conferenza diplomatica delle Nazioni Unite a Roma il
17 luglio 1998. Delega al Governo per l'attuazione dello statuto
medesimo.
Accordo 1/6
(Crimine di genocidio)
Ai fini del presente Statuto, per crimine di genocidio s'intende
uno dei seguenti atti commessi nell'intento di distruggere, in
tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso,
e precisamente:
a) uccidere membri del gruppo;
b) cagionare gravi lesioni all'integrità fisica o psichica di
persone appartenenti al gruppo;
c) sottoporre deliberatamente persone appartenenti al gruppo
a condizioni di vita tali da comportare la distruzione fisica,
totale o parziale, del gruppo stesso;
d) imporre misure volte ad impedire le nascite in seno al
gruppo; e) trasferire con la forza bambini appartenenti al
gruppo ad un gruppo diverso;
Accordo 1/7
(Crimini contro l'umanità)
1. Ai fini del presente Statuto, per crimine contro l'umanità s'intende
uno degli atti di seguito elencati se commesso nell'ambito di un esteso
o sistematico attacco contro popolazioni civili, e con la consapevolezza
dell'attacco:
a) Omicidio;
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

b) Sterminio;
c) Riduzione in schiavitù;
d) Deportazione o trasferimento forzato della popolazione;
e) Imprigionamento o altre gravi forme di privazione della
libertà personale in violazione di norme fondamentali di diritto
internazionale;
f) Tortura;
g) Stupro, schiavitù sessuale, prostituzione forzata,
gravidanza forzata sterilizzazione forzata e altre forme di
violenza sessuale di analoga gravità;
h) Persecuzione contro un gruppo o una collettività dotati di
propria identità, inspirata da ragioni di ordine politico, razziale,
nazionale, etnico, culturale, religioso o di genere sessuale ai
sensi del paragrafo 3, o da altre ragioni universalmente
riconosciute come non permissibili ai sensi del diritto
internazionale, collegate ad atti preveduti dalle disposizioni del
presente paragrafo o a crimini di competenza della Corte;
i) Sparizione forzata delle persone;
j) Apartheid;
k) Altri atti inumani di analogo carattere diretti a provocare
intenzionalmente grandi sofferenze o gravi danni all'integrità
fisica o alla salute fisica o mentale.
2. Agli effetti del paragrafo 1:
a) Si intende per "attacco diretto contro popolazioni civili"
condotte che implicano la reiterata commissione di taluno degli
atti preveduti al paragrafo 1 contro popolazioni civili, in
attuazione o in esecuzione del disegno politico di uno Stato o
di una organizzazione, diretto a realizzare l'attacco;
b) per "sterminio" s'intende, in modo particolare, il sottoporre
intenzionalmente le persone a condizioni di vita dirette a
cagionare la distruzione di parte della popolazione, quali
impedire l'accesso al vitto ed alle medicine;
c) per "riduzione in schiavitù'" s'intende l'esercizio su una
persona di uno o dell'insieme dei poteri inerenti al diritto di
proprietà, anche nel corso del traffico di persone, in particolare
di donne e bambini a fini di sfruttamento sessuale;
d) per "deportazione o trasferimento forzato della
popolazione" s'intende la rimozione delle persone, per mezzo
di espulsione o con altri mezzi coercitivi dalla regione nella
quale le stesse si trovano legittimamente, in assenza di ragione
prevedute dal diritto internazionale che lo consentano;
e) per "tortura" s'intende l'infliggere intenzionalmente gravi
dolori o sofferenze, fisiche o mentali ad una persona di cui si
abbia la custodia o il controllo; in tale termine non rientrano i
dolori, o le sofferenze derivanti esclusivamente da sanzioni
legittime, che siano inscindibilmente connessi a tali sanzioni o
dalle stesse incidentalmente occasionati;
f) per "gravidanza forzata" s'intende la detenzione illegale di
una donna resa gravida con la forza, nell'intento di modificare
la composizione etnica di una popolazione o di commettere
altre gravi violazioni del diritto internazionale. La presente
definizione non può essere in alcun modo interpretata in
maniera tale da pregiudicare l'applicazione delle normative
nazionali in materia di interruzione della gravidanza;
g) per "persecuzione" s'intende la intenzionale e grave
privazione dei diritti fondamentali in violazione del diritto
internazionale, per ragioni connesse all'identità del gruppo o
della collettività;
h) per "apartheid" s'intendono gli atti inumani di carattere
analogo a quelli indicati nelle disposizioni del paragrafo 1,
commessi nel contesto di un regime istituzionalizzato di
oppressione sistematica e di dominazione da parte di un gruppo
razziale su altro o altri gruppi razziali ed al fine di perpetuare
tale regime;
i) per "sparizione forzata delle persone" s'intende l'arresto, la
detenzione o rapimento delle persone da parte o con
l'autorizzazione, il supporto o l'acquiescenza di uno Stato o
organizzazione politica, che in seguito rifiutino di
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

riconoscere la privazione della libertà o di dare informazioni


sulla sorte di tali persone o sul luogo ove le stesse si trovano,
nell'intento di sottrarle alla protezione della legge per un
prolungato periodo di tempo.
3. Agli effetti del presente Statuto con il termine "genere
sessuale" si fa riferimento ai due sessi maschile e femminile, nel
contesto sociale. Tale termine non implica alcun altro
significato di quello sopra menzionato.
Accordo 1/8
(Crimini di guerra)
1. La Corte ha competenza a giudicare sui crimini di guerra, in
particolare quando commessi come parte di un piano o di un
disegno politico o come parte di una serie di crimini analoghi
commessi su larga scala.
2. Agli effetti dello Statuto, si intende per "crimini di guerra"
a) gravi violazioni della Convenzione di Ginevra del 12 agosto
1949, vale a dire uno dei seguenti atti posti in essere contro
persone o beni protetti dalle norme delle Convenzioni di
Ginevra:
i) omicidio volontario;
ii) tortura o trattamenti inumani, compresi gli esperimenti
biologici;
iii) cagionare volontariamente grandi sofferenze o gravi
lesioni all'integrità fisica o alla salute;
iv) distruzione ed appropriazione di beni non giustificate da
necessità militari e compiute su larga scala illegalmente ed
arbitrariamente;
v) costringere un prigioniero di guerra o altra persona protetta
a prestare servizio nelle forze armate di una potenza nemica;
vi) privare volontariamente un prigioniero di guerra o altra
persona protetta del suo diritto ad un equo e regolare processo;
vii) deportazione, trasferimento o detenzione illegale,
viii) cattura di ostaggi.
b) Altre gravi violazioni delle leggi e degli usi applicabili
all'interno del quadro consolidato del diritto internazionale, nei
conflitti armati internazionali vale a dire uno dei seguenti
atti:
i) dirigere deliberatamente attacchi contro popolazione civili
in quanto tali o contro civili che non prendano direttamente
parte alle ostilità;
ii) dirigere deliberatamente attacchi contro proprietà civili e
cioè proprietà che non siano obiettivi militari;
iii) dirigere deliberatamente attacchi contro personale,
istallazioni materiale, unità o veicoli utilizzati nell'ambito di
una missione di soccorso umanitario o di mantenimento della
pace in conformità della Carta delle Nazioni Unite, nella
misura in cui gli stessi abbiano diritto alla protezione accordata
ai civili ed alle proprietà civili prevedute dal diritto
internazionale dei conflitti, armati;
iv) lanciare deliberatamente attacchi nella consapevolezza che
gli stessi avranno come conseguenza la perdita di vite umane tra
la popolazione civile, e lesioni a civili o danni a proprietà civili
ovvero danni diffusi duraturi e gravi all'ambiente naturale che
siano manifestamente eccessivi rispetto all'insieme dei concreti
e diretti i vantaggi militari previsti;
v) attaccare o bombardare con qualsiasi mezzo, città,
abitazioni o costruzioni che non siano difesi e che non
costituiscano obiettivo militari;
vi) uccidere o ferire combattenti che, avendo deposto le armi
o non avendo ulteriori mezzi di difesa, si siano arresi senza
condizioni;
vii) fare uso improprio della bandiera bianca, della bandiera o
delle insegne militari e dell'uniforme del nemico o delle Nazioni
Unite nonché degli emblemi distintivi della Convenzione di
Ginevra, cagionando in tal modo la perdita di vite umane o
gravi lesioni personali;
viii) il trasferimento, diretto o indiretto, ad opera della potenza
occupante, di parte della propria popolazione civile
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

nei territori occupati o la deportazione o il trasferimento di tutta o di


parte della popolazione del territorio occupato all'interno o all'esterno
di tale territorio;
ix) dirigere intenzionalmente attacchi contro edifici dedicati al
culto, all'educazione, all'arte, alla scienza o a scopi umanitari a
monumenti storici a ospedali e luoghi dove sono riuniti i
malati ed i feriti purché tali edifici non siano utilizzati per fini
militari;
x) assoggettare coloro che si trovano in potere del nemico a
mutilazioni fisiche o ad esperimenti medici o scientifici di
qualsiasi tipo, non giustificati da trattamenti medici delle
persone coinvolte né compiuti nel loro interesse, che cagionano
la morte di tali persone o ne danneggiano gravemente la salute;
xi) uccidere e ferire a tradimento individui appartenenti alla
nazione o l'esercito nemico;
xii) dichiarare che nessuno avrà salva la vita;
xiii) distruggere o confiscare beni del nemico a meno che la
confisca o la distruzione non siano imperativamente richieste
dalle necessità della guerra;
xiv) dichiarare aboliti, sospesi od improcedibili in giudizio
diritti ed azioni dei cittadini della nazione nemica;
xv) costringere i cittadini della nazione nemica, anche se al
servizio del belligerante prima dell'inizio della guerra, a
prendere parte ad operazioni di guerra dirette contro il proprio
paese;
xvi) saccheggiare città o località, ancorché prese d'assalto;
xvii) utilizzare veleno o armi velenose;
xviii) utilizzare gas asfissianti, tossici o altri gas simili e
tutti i liquidi, materiali e strumenti analoghi;
xix) utilizzare proiettili che si espandono o si appiattiscono
facilmente all'interno del corpo umano, quali i proiettili con
l'involucro duro che non ricopre interamente la parte centrale
o quelli perforati ad intaglio;
xx) utilizzare armi, proiettili, materiali e metodi di
combattimento con caratteristiche tali da cagionare lesioni
superflue o sofferenze non necessarie, o che colpiscano per loro
natura in modo indiscriminato in violazione del diritto
internazionale dei conflitti armati a condizione che tali mezzi
siano oggetto di un divieto d'uso generalizzato e rientrino tra
quelli elencati in un allegato al annesso al presente Statuto, a
mezzo di un emendamento adottato in conformità delle
disposizioni in materia contenute negli articoli 121 e 123.
xxi) violare la dignità della persona, in particolare utilizzando
trattamenti umilianti e degradanti;
xxii) stuprare, ridurre in schiavitù sessuale costringere alla
prostituzione o alla gravidanza, imporre la sterilizzazione e
commettere qualsiasi altra forma di violenza sessuale
costituente violazione grave delle Convenzioni di Ginevra;
xxiii) utilizzare la presenza di un civile o di altra persona
protetta per evitare che taluni siti, zone o forze militari
divengano il bersaglio di operazioni militari;
xxiv) dirigere intenzionalmente attacchi contro edifici,
materiali, personale ed unità e mezzi di trasporto sanitari che
usino, in conformità con il diritto internazionale, gli emblemi
distintivi preveduti dalle Convenzioni di Ginevra;
xxv) affamare intenzionalmente, come metodo di guerra, i
civili privandoli dei beni indispensabili alla loro sopravvivenza,
ed in particolare impedire volontariamente l'arrivo dei soccorsi
preveduti dalle Convenzioni di Ginevra;
xxiv) reclutare o arruolare fanciulli di età inferiore ai quindici
anni nelle forze armate nazionali o farli partecipare attivamente
alle ostilità.
c) In ipotesi di conflitto armato non dì carattere internazionale,
gravi violazioni dell'articolo comune alle quattro Convenzioni
di Ginevra del 12 agosto 1949, vale a dire uno degli atti di
seguito enumerati, commessi contro coloro che non
partecipano direttamente alle ostilità, ivi compresi i membri
delle Forze Armate che hanno deposto le armi e coloro
persone che non sono in grado di
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

combattere per malattia, ferite, stato di detenzione o per qualsiasi altra


causa:
i) Atti di violenza contro la vita e l'integrità della persona, in
particolare tutte le forme di omicidio, le mutilazioni, i
trattamenti crudeli e la tortura;
ii) violare la dignità personale, in particolare trattamenti
umilianti e degradanti;
iii) prendere ostaggi;
iv) emettere sentenze ed eseguirle senza un preventivo
giudizio, svolto avanti un tribunale regolarmente costituito che
offre tutte le garanzie giudiziarie generalmente riconosciute
come indispensabili.
d) Il capoverso c) del paragrafo 2 si applica ai conflitti amati
non di carattere internazionale e non si applica quindi a
situazioni interne di disordine e tensione quali sommosse o
atti di violenza sporadici o isolati di natura analoga.
e) Altre gravi violazioni delle leggi e degli usi applicabili
all'interno del quadro consolidato del diritto internazionale, nei
conflitti amati non di carattere internazionale, vale a ire uno dei
seguenti atti:
i) dirigere deliberatamente attacchi contro popolazioni civili in
quanto tali o contro civili che non prendano direttamente parte
elle ostilità;
ii) dirigere intenzionalmente attacchi contro edifici, materiali,
personale ed unità e mezzi di trasporto sanitari, che usino in
conformità con il diritto internazionale gli emblemi distintivi
preveduti dalle Convenzioni di Ginevra;
iii) dirigere deliberatamente attacchi contro personale
installazioni materiale, unità o veicoli utilizzati nell'ambito di
una missione di soccorso umanitario o di mantenimento della
pace in conformità della Carta delle Nazioni Unite, nella
misura in cui gli stessi abbiano diritto alla protezione accordata
ai civili ed alle proprietà civili prevedute dal diritto
internazionale dei conflitti armati;
iv) dirigere intenzionalmente attacchi contro edifici dedicati al
culto, all'educazione, all'arte, alla scienza o a scopi umanitari
monumenti storici ospedali e luoghi dove sono riuniti i malati
ed i feriti purché tali edifici non siano utilizzati per fini
militari;
v) saccheggiare città o località ancorché prese d'assalto;
vi) stuprare, ridurre in schiavitù sessuale costringere alla
prostituzione o alla gravidanza imporre la sterilizzazione e
commettere qualsiasi altra forma di violenza sessuale
costituente violazione grave delle Convenzioni di Ginevra;
vii) reclutare o arruolare fanciulli di età inferiore ai quindici
anni nelle forze armate nazionali o farli partecipare attivamente
alle ostilità;
viii) disporre un diverso dislocamento della popolazione civile
per ragioni correlate al conflitto, se non lo richiedano la
sicurezza dei civili coinvolti o inderogabili ragioni militari;
ix) uccidere o ferire a tradimento un combattente avversario;
x) dichiarare che nessuno avrà salva la vita;
xi) assoggettare coloro che si trovano in potere
dell'avversario a mutilazioni fisiche o ad esperimenti medici o
scientifici di qualsiasi tipo, non giustificati da trattamenti
medici delle persone interessate né compiuti nel loro interesse,
che cagionano la morte di tali persone o ne danneggiano
gravemente la salute;
xii) distruggere o confiscare beni dell'avversario, a meno che
la confisca o la distruzione non siano imperativamente richieste
dalle necessità del conflitto.
f) Il capoverso e) del paragrafo 2 si applica ai conflitti armati
non di carattere internazionale e pertanto non si applica alle
situazioni di tensione e di disordine interne, quali sommosse
o atti di violenza, isolati e sporadici ed altri atti analoghi. Si
applica ai conflitti armati che si verificano nel territorio di uno
Stato ove si svolga un prolungato conflitto armato tra le forze
armate governative e gruppi armati organizzati o tra tali gruppi.
3. Nulla di quanto contenuto nelle disposizioni del
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

paragrafo 2, capoversi c) e d) può avere incidenza sulle responsabilità


dei governi di mantenere o ristabilire l'ordine pubblico all'interno dello
Stato o di difendere l'unità e
l'integrità territoriale dello Stato con ogni mezzo legittimo.
Art. 25- quaterdecies 1. In relazione alla commissione dei reati di cui agli Frodi in competizioni sportive
articoli 1 e 4 della legge 13 dicembre 1989, n. 401, si (art. 1, L. n. 401/1989)
Frode in competizioni applicano all’ente le seguenti sanzioni pecuniarie: per Chiunque offre o promette denaro o altra utilità o vantaggio a taluno
sportive, esercizio abusivo i delitti, la sanzione pecuniaria fino a cinquecento dei partecipanti ad una competizione sportiva organizzata dalle
di gioco o di scommessa e quote; per le contravvenzioni, la sanzione pecuniaria federazioni riconosciute dal Comitato olimpico nazionale italiano
giochi d’azzardo esercitati fino a duecentosessanta quote. (CONI), dall'Unione italiana per l'incremento delle razze equine
a mezzo di apparecchi 2. Nei casi di condanna per uno dei delitti indicati nel (UNIRE) o da altri enti sportivi riconosciuti dallo Stato e dalle
vietati comma 1, lettera a), del presente articolo, si applicano associazioni ad essi aderenti, al fine di raggiungere un risultato diverso
le sanzioni interdittive previste dall’art. 9, comma 2, da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della
per una durata non inferiore a un anno”. competizione, ovvero compie altri atti fraudolenti volti al medesimo
scopo, è punito con la reclusione da un mese ad un anno e con la multa
da lire cinquecentomila a lire due milioni. Nei casi di lieve entità si
applica la sola pena della multa. 2. Le stesse pene si applicano al
partecipante alla competizione che accetta il denaro o altra utilità o
vantaggio, o ne accoglie la promessa. 3. Se il risultato della
competizione è influente ai fini dello svolgimento di concorsi
pronostici e scommesse regolarmente esercitati, i fatti di cui ai commi
1 e 2 sono puniti con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa
da lire cinque milioni a lire cinquanta milioni.

Esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa


(art. 4, L. 401/1989)
Chiunque esercita abusivamente l'organizzazione del giuoco del lotto
o di scommesse o di concorsi pronostici che la legge riserva allo Stato
o ad altro ente concessionario, è punito con la reclusione da sei mesi a
tre anni. Alla stessa pena soggiace chi comunque organizza scommesse
o concorsi pronostici su attività sportive gestite dal Comitato olimpico
nazionale italiano (CONI), dalle organizzazioni da esso dipendenti o
dall'Unione italiana per l'incremento delle razze equine (UNIRE).
Chiunque abusivamente esercita l'organizzazione di pubbliche
scommesse su altre competizioni di persone o animali e giuochi di
abilità è punito con l'arresto da tre mesi ad un anno e con l'ammenda
non inferiore a lire un milione. Le stesse sanzioni si applicano a
chiunque venda sul territorio nazionale, senza autorizzazione
dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, biglietti di
lotterie o di analoghe manifestazioni di sorte di Stati esteri, nonché a
chiunque partecipi a tali operazioni mediante la raccolta di
prenotazione di giocate e l'accreditamento delle relative vincite e la
promozione e la pubblicità effettuate con qualunque mezzo di
diffusione 2. Quando si tratta di concorsi, giuochi o scommesse gestiti
con le modalità di cui al comma 1, e fuori dei casi di concorso in uno
dei reati previsti dal medesimo, chiunque in qualsiasi modo dà
pubblicità al loro esercizio è punito con l'arresto fino a tre mesi e con
l'ammenda da lire centomila a lire un milione. 3. Chiunque partecipa a
concorsi, giuochi, scommesse gestiti con le modalità di cui al comma
1, fuori dei casi di concorso in uno dei reati previsti dal medesimo, è
punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda da lire centomila
a lire un milione. 4. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si applicano
anche ai giuochi d'azzardo esercitati a mezzo degli apparecchi vietati
dall'articolo 110 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, come
modificato dalla legge 20 maggio 1965, n. 507, e come da ultimo
modificato dall'articolo 1 della legge 17 dicembre 1986, n. 9043. 4-bis.
Le sanzioni di cui al presente articolo sono applicate a chiunque, privo
di concessione, autorizzazione o licenza ai sensi dell'articolo 88 del
testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio
decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, svolga in
Italia qualsiasi attività organizzata al fine di accettare o raccogliere o
comunque favorire l'accettazione o in qualsiasi modo la raccolta, anche
per via telefonica o telematica, di scommesse di qualsiasi genere da
chiunque accettati in Italia o all'estero 4-ter. Fermi restando i poteri
attribuiti al Ministero delle finanze dall'articolo 11 del decreto-legge 30
dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26
febbraio 1994, n. 133, ed in applicazione dell'articolo 3, comma 228
della legge 28 dicembre 1995, n. 549, le sanzioni di cui al presente
articolo si applicano a chiunque effettui la raccolta o la prenotazione
di giocate del lotto, di concorsi pronostici o di scommesse per via
telefonica o telematica, ove sprovvisto di apposita autorizzazione
all'uso di tali mezzi per la predetta raccolta o prenotazione.
Articolo 10 (Responsabilità amministrativa degli enti) Articolo 3 legge 16 marzo 2006, n. 146
legge 16 marzo 2006, 1. In relazione alla responsabilità (Definizione di reato transnazionale)
n. 146 amministrativa degli enti per i reati previsti 1. Ai fini della presente legge si considera reato transnazionale
dall'articolo 3, si applicano le disposizioni di cui il reato punito con la pena della reclusione non inferiore nel
ai commi seguenti. massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo
2. Nel caso di commissione dei delitti previsti criminale organizzato, nonché:
dagli articoli 416 e 416-bis del codice penale, a) sia commesso in più di uno Stato;
dall'articolo 291-quater del testo unico di cui al b) ovvero sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale
decreto del Presidente della Repubblica 23 della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo
gennaio 1973, n. 43 e dall'articolo 74 del testo avvenga in un altro Stato;
unico di cui al decreto del Presidente della c) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato
Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, si applica un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali
all'ente la sanzione amministrativa pecuniaria da in più di uno Stato;
quattrocento a mille quote. d) ovvero sia commesso in uno Stato ma abbia effetti
3. Nei casi di condanna per uno dei delitti indicati sostanziali in un altro Stato.
nel comma 2, si applicano all'ente le sanzioni Articolo 416 codice penale
interdittive previste dall'articolo 9 comma 2, del (Associazione per delinquere)
decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, per una Quando tre o più persone si associano allo scopo di commettere
durata non inferiore ad un anno. più delitti, coloro che promuovono o costituiscono od
4. Se l'ente o una sua unità organizzativa viene organizzano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la
stabilmente utilizzato allo scopo unico o reclusione da tre a sette anni.
prevalente di consentire o agevolare la Per il solo fatto di partecipare all'associazione, la pena è della
commissione dei reati indicati nel comma 2, si reclusione da uno a cinque anni.
applica all'ente la sanzione amministrativa I capi soggiacciono alla stessa pena stabilita per i promotori.
dell'interdizione definitiva dall'esercizio Se gli associati scorrono in armi le campagne o le pubbliche vie,
dell'attività ai sensi dell'articolo 16 comma 3, del si applica la reclusione da cinque a quindici anni.
decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231. La pena è aumentata se il numero degli associati è di dieci o più.
5. Abrogato dall’articolo 64, comma 1, lettera f), del Se l'associazione è diretta a commettere taluno dei delitti di cui
decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231. agli articoli 600, 601, 601-bis e 602, nonché all'articolo 12,
6. Abrogato dall’articolo 64, comma 1, lettera f), del comma 3-bis, del testo unico delle disposizioni concernenti la
decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231. disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello
7. Nel caso di reati concernenti il traffico di straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286,
migranti, per i delitti di cui all'articolo 12, commi nonché agli articoli 22, commi 3 e 4, e 22-bis, comma 1 (richiamo
3, 3-bis, 3-ter e 5, del testo unico di cui al decreto da intendersi riferito all’articolo 601 - bis del codice penale ai sensi
legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e successive dell’articolo 7 del decreto legislativo 1 marzo 2018 n. 21), della legge
modificazioni, si applica all'ente la sanzione 1° aprile 1999, n. 91, si applica la reclusione da cinque a
amministrativa pecuniaria da duecento a mille quindici anni nei casi previsti dal primo comma e da quattro a
quote. nove anni nei casi previsti dal secondo comma.
8. Nei casi di condanna per i reati di cui al comma Se l'associazione è diretta a commettere taluno dei delitti
7 del presente articolo si applicano all'ente le previsti dagli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600-
sanzioni interdittive previste dall'articolo 9 quater.1, 600-quinquies, 609-bis, quando il fatto è commesso
comma 2, del decreto legislativo in danno di un minore di anni diciotto, 609 - quater, 609-
8 giugno 2001, n. 231, per una durata non superiore a quinquies, 609-octies, quando il fatto è commesso in danno di
due anni. un minore di anni diciotto, e 609- undecies, si applica la
9. Nel caso di reati concernenti intralcio alla reclusione da quattro a otto anni nei casi previsti dal primo
giustizia, per i delitti di cui agli articoli 377-bis e comma e la reclusione da due a sei anni nei casi previsti dal
378 del codice penale, si applica all'ente la secondo comma.
sanzione amministrativa pecuniaria fino a
cinquecento quote.
10. Agli illeciti amministrativi previsti dal
presente articolo si applicano le disposizioni di cui
al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.

Articolo 10 Responsabilità amministrativa degli enti Articolo 3 legge 16 marzo 2006, n. 146
legge 16 marzo 2006, (omissis) (Definizione di reato transnazionale)
n. 146 1. Ai fini della presente legge si considera reato transnazionale
il reato punito con la pena della reclusione non inferiore nel
massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo
criminale organizzato, nonché:
a) sia commesso in più di uno Stato;
b) ovvero sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale
della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo
avvenga in un altro Stato;
c) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato
un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali
in più di uno Stato;
d) ovvero sia commesso in uno Stato ma abbia effetti
sostanziali in un altro Stato.
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

Articolo 416-bis codice penale


(Associazioni di tipo mafioso anche straniere)
Chiunque fa parte di un'associazione di tipo mafioso formata
da tre o più persone, è punito con la reclusione da dieci a quindici
anni.
Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l'associazione sono
puniti, per ciò solo, con la reclusione da dodici a diciotto anni.
L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno
parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo
associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà
che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo
diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di
attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti
e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti
per sé o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il
libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in
occasione di consultazioni elettorali.
Se l'associazione è armata si applica la pena della reclusione da
dodici a venti anni nei casi previsti dal primo comma e da
quindici a ventisei anni nei casi previsti dal secondo comma.
L'associazione si considera armata quando i partecipanti hanno
la disponibilità, per il conseguimento della finalità
dell'associazione, di armi o materie esplodenti, anche se
occultate o tenute in luogo di deposito.
Se le attività economiche di cui gli associati intendono assumere
o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con
il prezzo, il prodotto, o il profitto di delitti, le pene stabilite nei
commi precedenti sono aumentate da un terzo alla metà.
Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca
delle cose che servirono e furono destinate a commettere il reato
e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che
ne costituiscono l'impiego.
Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra,
alla ndrangheta e alle altre associazioni, comunque localmente
denominate, anche straniere, che valendosi della forza intimidatrice del
vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle
associazioni di tipo mafioso.

Articolo 10 Responsabilità amministrativa degli enti Articolo 3 legge 16 marzo 2006, n. 146
legge 16 marzo 2006, (omissis) (Definizione di reato transnazionale)
n. 146 1. Ai fini della presente legge si considera reato transnazionale
il reato punito con la pena della reclusione non inferiore nel
massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo
criminale organizzato, nonché:
a) sia commesso in più di uno Stato;
b) ovvero sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale
della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo
avvenga in un altro Stato;
c) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato
un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali
in più di uno Stato;
d) ovvero sia commesso in uno Stato ma abbia effetti
sostanziali in un altro Stato.
Articolo 377-bis codice penale
(Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere
dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria)
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, con
violenza o minaccia, o con offerta o promessa di denaro o di
altra utilità, induce a non rendere dichiarazioni o a rendere
dichiarazioni mendaci la persona chiamata a rendere davanti alla
autorità giudiziaria dichiarazioni utilizzabili in un
procedimento penale, quando questa ha la facoltà di non
rispondere, è punito con la reclusione da due a sei anni.
Articolo 10 Responsabilità amministrativa degli enti Articolo 3 legge 16 marzo 2006, n. 146
legge 16 marzo 2006, (omissis) (Definizione di reato transnazionale)
n. 146 1. Ai fini della presente legge si considera reato transnazionale
il reato punito con la pena della reclusione non inferiore nel
massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo
criminale organizzato, nonché:
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

a) sia commesso in più di uno Stato;


b) ovvero sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale
della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo
avvenga in un altro Stato;
c) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato
un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali
in più di uno Stato;
d) ovvero sia commesso in uno Stato ma abbia effetti
sostanziali in un altro Stato.
Articolo 378 codice penale
(Favoreggiamento personale)
Chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge
stabilisce la pena di morte o l'ergastolo o la reclusione, e fuori
dei casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno a eludere le
investigazioni dell'Autorità, comprese quelle svolte da organi
della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche
effettuate dai medesimi soggetti, è punito con la reclusione fino
a quattro anni.
Quando il delitto commesso è quello previsto dall'articolo 416
bis, si applica, in ogni caso, la pena della reclusione non inferiore
a due anni.
Se si tratta di delitti per i quali la legge stabilisce una pena
diversa, ovvero di contravvenzioni, la pena è della multa fino
a € 516,00.
Le disposizioni di questo articolo si applicano anche quando
la persona aiutata non è imputabile o risulta che non ha
commesso il delitto.
Articolo 10 Responsabilità amministrativa degli enti Articolo 3 legge 16 marzo 2006, n. 146
legge 16 marzo 2006, (omissis) (Definizione di reato transnazionale)
n. 146 1. Ai fini della presente legge si considera reato transnazionale
il reato punito con la pena della reclusione non inferiore nel
massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo
criminale organizzato, nonché:
a) sia commesso in più di uno Stato;
b) ovvero sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale
della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo
avvenga in un altro Stato;
c) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato
un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali
in più di uno Stato;
d) ovvero sia commesso in uno Stato ma abbia effetti
sostanziali in un altro Stato.
Articolo 291-quater decreto del Presidente della Repubblica 23
gennaio 1973, n. 43
(Associazione per delinquere
finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri)
1. Quando tre o più persone si associano allo scopo di
commettere più delitti tra quelli previsti dall'articolo 291 - bis,
coloro che promuovono, costituiscono, dirigono, organizzano
o finanziano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la
reclusione da tre a otto anni.
2. Chi partecipa all'associazione è punito con la reclusione da
un anno a sei anni.
3. La pena è aumentata se il numero degli associati è di dieci
o più.
4. Se l'associazione è armata ovvero se ricorrono le circostanze
previste dalle lettere d) od e) del comma 2 dell'articolo 291-ter,
si applica la pena della reclusione da cinque a quindici anni nei
casi previsti dal comma 1 del presente articolo, e da quattro a
dieci anni nei casi previsti dal comma 2. L'associazione si
considera armata quando i partecipanti hanno la disponibilità,
per il conseguimento delle finalità dell'associazione, di armi o
materie esplodenti, anche se occultate o tenute in luogo di
deposito.
5. Le pene previste dagli articoli 291 -bis, 291-ter e dal presente
articolo sono diminuite da un terzo alla metà nei confronti
dell'imputato che, dissociandosi dagli altri, si adopera per
evitare che l'attività delittuosa sia portata ad ulteriori
conseguenze anche aiutando concretamente l'autorità di
polizia o l'autorità giudiziaria nella raccolta di elementi decisivi
per la ricostruzione dei fatti e per l'individuazione o la cattura
degli autori del reato o per la
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

individuazione di risorse rilevanti per la commissione dei


delitti.
Articolo 10 Responsabilità amministrativa degli enti Articolo 3 legge 16 marzo 2006, n. 146
legge 16 marzo 2006, (omissis) (Definizione di reato transnazionale)
n. 146 1. Ai fini della presente legge si considera reato transnazionale
il reato punito con la pena della reclusione non inferiore nel
massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo
criminale organizzato, nonché:
a) sia commesso in più di uno Stato;
b) ovvero sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale
della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo
avvenga in un altro Stato;
c) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato
un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali
in più di uno Stato;
d) ovvero sia commesso in uno Stato ma abbia effetti
sostanziali in un altro Stato.
Articolo 74 decreto del Presidente della Repubblica
9 ottobre 1990, n. 309
(Associazione finalizzata al traffico illecito di
sostanze stupefacenti o psicotrope)
1. Quando tre o più persone si associano allo scopo di
commettere più delitti tra quelli previsti dall'articolo 73, chi
promuove, costituisce, dirige, organizza o finanzia
l'associazione è punito per ciò solo con la reclusione non
inferiore a venti anni.
2. Chi partecipa all'associazione è punito con la reclusione non
inferiore a dieci anni.
3. La pena è aumentata se il numero degli associati è di dieci
o più o se tra i partecipanti vi sono persone dedite all'uso di
sostanze stupefacenti o psicotrope.
4. Se l'associazione è armata la pena, nei casi indicati dai commi
1 e 3, non può essere inferiore a ventiquattro anni di reclusione
e, nel caso previsto dal comma 2, a dodici anni di reclusione.
L'associazione si considera armata quando i partecipanti hanno
la disponibilità di armi o materie esplodenti, anche se occultate
o tenute in luogo di deposito.
5. La pena è aumentata se ricorre la circostanza di cui alla lettera
e) del comma 1 dell'articolo 80.
6. Se l'associazione è costituita per commettere i fatti descritti
dal comma 5 dell'articolo 73, si applicano il primo e il secondo
comma dell'art. 416 del codice penale.
7. Le pene previste dai commi da 1 a 6 sono diminuite dal la
metà a due terzi per chi si sia efficacemente adoperato per
assicurare le prove del reato o per sottrarre all'associazione
risorse decisive per la commissione dei delitti.
7-bis. Nei confronti del condannato è ordinata la confisca delle
cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e
dei beni che ne sono il profitto o il prodotto, salvo che
appartengano a persona estranea al reato, ovvero quando essa
non è possibile, la confisca di beni di cui il reo ha la
disponibilità per un valore corrispondente a tale profitto o
prodotto.
8. Quando in leggi e decreti è richiamato il reato previsto
dall'articolo 75 della legge 22 dicembre 1975, n. 685, abrogato
dall'articolo 38, comma 1, della legge 26 giugno
1990, n. 162, il richiamo si intende riferito al presente articolo.

Articolo 10 Responsabilità amministrativa degli enti Articolo 3 legge 16 marzo 2006, n. 146
legge 16 marzo 2006, (omissis) (Definizione di reato transnazionale)
n. 146 1. Ai fini della presente legge si considera reato transnazionale
il reato punito con la pena della reclusione non inferiore nel
massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo
criminale organizzato, nonché:
a) sia commesso in più di uno Stato;
b) ovvero sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale
della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo
avvenga in un altro Stato;
c) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato
un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali
in più di uno Stato;
d) ovvero sia commesso in uno Stato ma abbia effetti
Illecito amministrativo
Descrizione illecito amministrativo Descrizione reato
dipendente da reato

sostanziali in un altro Stato.


Articolo 12 decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286
(Disposizioni contro le immigrazioni clandestine)
(omissis)
3. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, in
violazione delle disposizioni del presente testo unico,
promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di
stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti
a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato,
ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non
ha titolo di residenza permanente, è punito con la reclusione
da cinque a quindici anni e con la multa di
€ 15.000,00 per ogni persona nel caso in cui:
a) il fatto riguarda l'ingresso o l a permanenza illegale nel
territorio dello Stato di cinque o più persone;
b) la persona trasportata è stata esposta a pericolo per la sua
vita o per la sua incolumità per procurarne l'ingresso o la
permanenza illegale;
c) la persona trasportata è stata sottoposta a trattamento
inumano o degradante per procurarne l'ingresso o la
permanenza illegale;
d) il fatto è commesso da tre o più persone in concorso tra loro
o utilizzando servizi internazionali di trasporto ovvero
documenti contraffatti o alterati o comunque illegalmente
ottenuti;
e) gli autori del fatto hanno la disponibilità di armi o materie
esplodenti.
3-bis. Se i fatti di cui al comma 3 sono commessi ricorrendo due
o più delle ipotesi di cui alle lettere a), b), c), d) ed e) del
medesimo comma, la pena ivi prevista è aumentata.
3-ter. La pena detentiva è aumentata da un terzo alla metà e si
applica la multa di € 25.000 per ogni persona se i fatti di cui ai
commi 1 e 3:
a) sono commessi al fine di reclutare persone da destinare alla
prostituzione o comunque allo sfruttamento sessuale o
lavorativo ovvero riguardano l'ingresso di minori da impiegare
in attività illecite al fine di favorirne lo sfruttamento;
b) sono commessi al fine di trarne profitto, anche indiretto.
(omissis)
5. Fuori dei casi previsti dai commi precedenti, e salvo che il
fatto non costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarre
un ingiusto profitto dalla condizione di illegalità dello straniero
o nell'ambito delle attività punite a norma del presente articolo,
favorisce la permanenza di questi nel territorio dello Stato in
violazione delle norme del presente testo unico, è punito con la
reclusione fino a quattro anni e con la multa fino a € 15.493,00.
Quando il fatto è commesso in concorso da due o più persone,
ovvero riguarda la permanenza di cinque o più persone, la pena
è aumentata da un terzo alla metà.
(omissis)

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