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Dlgs. 29/93
Art. 88/2000
Estensione normativa
privatizzazione agli enti locali Art.2 Comma 2 DLGS. 165/2001
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Sistema delle fonti:
il rapporto legge-contratto
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Art. 2.2 d.lgs. 165/2001 Riforma 2017
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La nuova disciplina prevede che i CCNL (solo) nazionali possono
derogare la legge (anche precedente), purché ciò avvenga nelle
materie affidate alla contrattazione e nel rispetto dei principi del
decreto legislativo n. 165/2001. Con la riforma Madia, dunque, non
è più necessaria la previsione secondo cui è la singola norma che
prevede di volta in volta la derogabilità da parte dei contratti collettivi,
in quanto ora la derogabilità è possibile in via preventiva e generale,
circoscritta alle materie oggetto di contrattazione individuate
dall’articolo 40 del TUPI.
Si può quindi affermare che la derogabilità è sempre ammessa –
purché entro le materie affidate alla contrattazione collettiva e nel
rispetto dei principi del decreto legislativo 165/2001 – e non solo
quando lo preveda espressamente la legge, come avveniva sino ad
ora.
Inevitabile è la riflessione in merito all’inquadramento del CCNL nel sistema formale delle
fonti del diritto.
Contrattazione collettiva: art. 40
d.lgs. 165/2001 (comma1)
• La contrattazione collettiva determina i
diritti e gli obblighi direttamente
pertinenti al rapporto di lavoro, nonché
le materie relative alle relazioni
sindacali. Nuova formulazione
• Sono, in particolare, escluse dalla • La contrattazione collettiva disciplina il
contrattazione collettiva le materie rapporto di lavoro e le relazioni sindacali e
attinenti all'organizzazione degli uffici, si svolge con le modalità previste dal
quelle oggetto di partecipazione presente decreto.
sindacale ai sensi dell'articolo 9, quelle • Nelle materie relative alle sanzioni
afferenti alle prerogative dirigenziali ai disciplinari, alla valutazione delle prestazioni
sensi degli articoli 5, comma 2, 16 e ai fini della corresponsione del trattamento
17, la materia del conferimento e della accessorio, della mobilità, la contrattazione
revoca degli incarichi dirigenziali, collettiva è consentita nei limiti previsti
nonché quelle di cui all'articolo 2, dalle norme di legge.
comma 1, lettera c), della legge 23 • Sono escluse dalla contrattazione collettiva
ottobre 1992, n. 421. le materie attinenti all’organizzazione degli
• Nelle materie relative alle sanzioni uffici, quelle oggetto di partecipazione
disciplinari, alla valutazione delle sindacale ai sensi dell’art. 9, quelle
prestazioni ai fini della corresponsione afferenti alle prerogative dirigenziali ai
del trattamento accessorio, della sensi degli articoli 5, comma 2, 16 e 17, la
mobilità e delle progressioni materia del conferimento e della revoca
economiche, la contrattazione collettiva degli incarichi dirigenziali, nonché quelle di
e' consentita negli esclusivi limiti cui all’art. 2, comma 1, lettera c) , della
previsti dalle norme di legge. legge 23 ottobre 1992, n. 421.
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Confronto tra modelli
• La contrattazione può derogare anche a leggi
precedenti (minitrasformatore)
• Entro i limiti dell’art. 40
– Limiti di sistema (materie escluse)
– Limiti rinforzati (materie limitate)
Prima della modifica Madia
– Eventuali disposizioni di legge, regolamento o statuto, che
introducano discipline dei rapporti di lavoro la cui
applicabilita' sia limitata ai dipendenti delle amministrazioni
pubbliche, o a categorie di essi, possono essere derogate da
successivi contratti o accordi collettivi e, per la parte
derogata non sono ulteriormente applicabili, salvo che la legge
disponga espressamente in senso contrario.
Contrattazione integrativa
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Contrattazione (retribuzione e atto unilaterale):
art. 40 d.lgs. 165/2001
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Art. 40.3-quinques
dlgs.165/2001
Le pubbliche amministrazioni non possono in ogni caso sottoscrivere in
sede decentrata contratti collettivi integrativi in contrasto con i vincoli e
con i limiti risultanti dai contratti collettivi nazionali o che disciplinano
materie non espressamente delegate a tale livello negoziale ovvero che
comportano oneri non previsti negli strumenti di programmazione annuale
e pluriennale di ciascuna amministrazione. Nei casi di violazione dei vincoli
e dei limiti di competenza imposti dalla contrattazione nazionale o dalle
norme di legge, le clausole sono nulle, non possono essere applicate e sono
sostituite ai sensi degli articoli 1339 e 1419, secondo comma, del codice
civile. In caso di superamento di vincoli finanziari accertato da parte delle
sezioni regionali di controllo della Corte dei conti, del Dipartimento della
funzione pubblica o del Ministero dell’economia e delle finanze è fatto
altresì obbligo di recupero nell’ambito della sessione negoziale successiva,
con quote annuali e per un numero massimo di annualità corrispondente a
quelle in cui si è verificato il superamento di tali vincoli.
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La responsabilità per danno da
contrattazione
• Sentenza 172/2006 della sez. Lombardia: la responsabilità
erariale, in caso di clausola contrattuale nulla perché in contrasto
con norme di legge, di contratto collettivo nazionale o di bilancio
delle amministrazioni va suddivisa tra i soggetti stipulanti, i
soggetti controllanti e i soggetti che applicavano il contratto.
– Con questa sentenza: interpretazione da parte della Corte dei
conti per cui per la responsabilità erariale dei firmatari di
Parte Pubblica (quantificabile nel 50% del danno complessivo
prodotto) mentre non si potessero ritenere responsabili i
rappresentanti sindacali in quanto soggetti privati in
rappresentanza dei lavoratori. Ciononostante la Corte dei
conti riteneva di poter comunque quantificare il danno prodotto
dai rappresentanti sindacali; che però non veniva richiesto ad
essi ma sottratto alla quota di danno addebitabile alla parte
pubblica.
• Sentenza Corte di Cassazione (SU 1 marzo 2006, n. 4511,
consolidatasi nel tempo), secondo la quale il baricentro per
discriminare la giurisdizione ordinaria da quella contabile si è
spostato dalla natura giuridica del soggetto alla natura giuridica del
danno).
Corte di Cassazione, SU Civili,
14 luglio 2015, n. 14689
• a) La Corte dei Cassazione, pur confermando che anche soggetti privati
possano essere chiamati a rispondere innanzi alla Corte dei conti di danno
erariale, precisa che si deve trattare di soggetti che perseguano essi
stessi fini e interessi della pubblica amministrazione;
• b) in secondo luogo, la Corte di Cassazione afferma che a seguito della
contrattualizzazione del rapporto di lavoro, il sistema di relazioni sindacali
si basa sul principio dell’autonomia della rappresentanza dei lavoratori e su
quello del contrasto di interessi tra i soggetti sindacali e quelli datoriali;
• ________________________________________________________
Da queste due premesse la Corte di Cassazione fa derivare che il soggetto
sindacale non persegua direttamente interessi e fini della pubblica
amministrazione e quindi la sua posizione non possa rientrare nell’ipotesi
descritta alla precedente lettera a) e vada, di conseguenza anche esclusa
la competenza giurisdizionale della Corte dei conti;
• d) la Corte di cassazione rafforza il suo ragionamento ricordando che è la
stessa legge che all’art. 40, comma 3quinquies del dlgs. 165/2001 afferma che
“le pubbliche amministrazioni” non possono sottoscrivere contratti
integrativi in contrasto con i vincoli normativi e finanziari. Dal ché si deve
far derivare il fatto che la relativa responsabilità erariale per danno da
contrattazione debba ricadere esclusivamente sulla parte datoriale.
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LA COSTITUZIONE DEL
RAPPORTO. L’ACCESSO
AL PUBBLICO IMPIEGO,
IL RECLUTAMENTO DI
PERSONALE E I VINCOLI
DI SPESA E
ASSUNZIONALI DELLE
AMMINISTRAZIONI
PUBBLICHE.
Piano triennale del fabbisogno di personale: Art.
6 D.Lgs 30 marzo 2001, n.165
2. Le linee di indirizzo di cui al comma 1 sono definite anche sulla base delle
informazioni rese disponibili dal sistema informativo del personale del Ministero
dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello
Stato, di cui all'articolo 60.
3. Con riguardo alle regioni, agli enti regionali, al sistema sanitario nazionale e
agli enti locali, i decreti di cui al comma 1 sono adottati previa intesa in sede di
Conferenza unificata di cui all'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003,
n. 131.
DM 18.05.2018
b) Disponibilità finanziarie,
C. Progressioni giuridiche del personale in servizio (art.22, comma 15, D.Lgs 75/2017 “Per il
triennio 2018-2020, le pubbliche amministrazioni, al fine di valorizzare le professionalità
interne, possono attivare, nei limiti delle vigenti facoltà assunzionali, procedure selettive per la
progressione tra le aree riservate al personale di ruolo, fermo restando il possesso dei titoli di
studio richiesti per l'accesso dall'esterno. Il numero di posti per tali procedure selettive
riservate non può superare il 30 per cento di quelli previsti nei piani dei fabbisogni come nuove
assunzioni consentite per la relativa area o categoria. Corrispondente riduzione della
percentuale di riserva di posti destinata al personale interno, utilizzabile da ogni
amministrazione ai fini delle progressioni tra le aree di cui all'articolo 52 del decreto
legislativo n. 165 del 2001. Tali procedure selettive prevedono prove volte ad accertare la
capacità dei candidati di utilizzare e applicare nozioni teoriche per la soluzione di problemi
specifici e casi concreti;
D. Stabilizzazioni;
E. Reclutamento dall’esterno;
L’adozione del PTFP nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica ed in osservanza
delle linee di indirizzo (per gli enti territoriali concertate in sede di Conferenza
Unificata), ed eventuale rimodulazione della dotazione organica ai sensi del
combinato disposto dei rimodulati commi 2, 3 e 6-ter dell’art. 6 del D.Lgs. n. 165/2001
(a seguito della riscrittura dell’articolo da parte dell’art. 4 del D.Lgs. n. 75/2017);
l’utilizzo dei lavoratori collocati in mobilità ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. n. 95/2012 e
dell’art. 3 del D.L. n. 101/2013, che a domanda hanno chiesto la ricollocazione (art. 2,
comma 13, D.L. n. 95/2012 applicabile a tutte le amministrazioni ai sensi del comma 14 del
citato art. 2 in caso di “…eccedenza dichiarata per ragioni funzionali o finanziarie
dell’amministrazione”):
la mobilità, sia obbligatoria i sensi dell’art. 30 del D.Lgs. n. 165/2001 sia imposta per
ricollocazione ai sensi degli artt. 34 e 34-bis del D.Lgs. n. 165/2001 (sulla quale si dirà più
specificamente nel proseguo);
Vincoli specifici Enti
territoriali
Il rispetto dei limiti di spesa per il personale fissati dalla
normativa di finanza pubblica per gli enti territoriali.
Il rispetto dei termini per l’approvazione di bilanci di
previsione, rendiconti, bilancio consolidato e del termine
per l’invio alla Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche
ex art. 13, Legge n. 196/2009), dei relativi dati, nei 30
giorni dalla loro approvazione (D.L. n. 113/2016, art. 9,
comma 1-quinquies);
Trasmissione delle informazioni richieste da parte degli
Enti beneficiari di spazi finanziari concessi in attuazione
delle intese e dei patti di solidarietà ai sensi Decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri di cui all’art. 10,
comma 5, della Legge n. 243/2012 (art. 1, comma 508,
Legge n. 232/2016);
Vincoli specifici, segue
Conseguimento di almeno il 3% degli accertamenti delle
entrate finali nell’esercizio: determinano in quello successivo a
quello dell’inadempienza la sanzione solo per assunzioni di
personale a tempo indeterminato (art. 1, commi 466 e 476,
Legge n. 232/2016);
“sino ad una spesa complessiva per tutto il personale dipendente, al lordo degli oneri riflessi a carico
dell'amministrazione, non superiore al valore soglia definito come percentuale, differenziata per fascia
demografica, della media delle entrate correnti relative agli ultimi tre rendiconti approvati”
Con decreto del Ministro della pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e
delle finanze e il Ministro dell'interno, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie
locali:
b) i relativi valori soglia prossimi al valore medio per fascia demografica e le relative percentuali
massime annuali di incremento del personale in servizio per i comuni che si collocano al di sotto del
predetto valore soglia.
I comuni in cui il rapporto fra la spesa di personale, al lordo degli oneri riflessi a carico
dell'amministrazione, e la media delle predette entrate correnti relative agli ultimi tre rendiconti
approvati risulta superiore al valore soglia di cui al primo periodo adottano un percorso di graduale
riduzione annuale del suddetto rapporto fino al conseguimento nell'anno 2025 del predetto valore soglia
anche applicando un turn over inferiore al 100 per cento. A decorrere dal 2025 i comuni che registrano
un rapporto superiore al valore soglia applicano un turn over pari al 30 per cento fino al conseguimento
del predetto valore soglia
RACCOLTA DI
GIURISPRUDENZA
RECENTE
Legittima la selezione ai soli funzionari interni per il conferimento di
incarichi dirigenziali a contratto Il Consiglio di Stato, con la sentenza
n. 2774/2021, ha avallato la possibilità di riservare solo ai funzionai
interni il conferimento degli incarichi La possibilità di riservare ai soli
funzionari interni, in possesso dei requisiti, il conferimento degli
incarichi dirigenziali a contratto, ex art.110 del TUEL, è da
considerare legittima per il prevalente carattere fiduciario degli
stessi. Inoltre, il Sindaco cui sia demandata la relativa nomina non
invade le prerogative dirigenziali per l’assunzione a tempo
determinato, trattandosi di procedura atipica posta al di fuori delle
procedure concorsuali. Sono queste le precisazioni del Consiglio di
Stato (sentenza n. 2774/2021) che ha rigettato il ricorso di un
candidato esterno per la mancata opportunità di partecipazione.
Accesso all'impiego: concorso e richiesta di differimento dell'assunzione da parte del vincitore della selezione
- TAR Campania-Napoli (Sez. III), Sentenza 6 aprile 2021, n. 2255.
Rientra nella giurisdizione del giudice del lavoro, ex art. 63, d.lgs. n. 165 del 2001, una controversia avente
ad oggetto l’impugnazione del provvedimento con il quale la pubblica amministrazione ha dichiarato la
decadenza dal diritto all’assunzione a tempo indeterminato alle proprie dipendenze, del vincitore di una
procedura di stabilizzazione del personale, ex art. 20 comma 2, d.lgs. n. 75 /2017 con lo svolgimento di
prove selettive, disposta perché l’interessato, nonostante i formali e ripetuti inviti rivolti dalla pubblica
amministrazione a stipulare il contratto di lavoro, ha più volte richiesto di differire, in ragione di pregressi
impegni professionali, la sottoscrizione del contratto di lavoro e, da ultimo, ha proposto di essere
disponibile a sottoscrivere soltanto un contratto di lavoro part-time al 50% piuttosto che full time
espressamente previsto dal bando.
Accesso all’impiego: concorso (presenza di graduatoria di altra PA) - TAR Campania-Napoli (Sez. V),
Sentenza 29 marzo 2021, n. 2103: l’indizione del concorso pubblico rappresenta modulo di provvista
residuale all’inesistenza di graduatorie valide de efficaci.
È illegittima l’indizione di un nuovo concorso per la copertura di posti di dirigente, nel caso in cui:
a) esista una graduatoria ancora valida di un concorso espletato per la copertura di alcuni posti della
medesima tipologia;
b) in base alla normativa di settore, a tale graduatoria possano attingere, previo formale accordo,
anche Amministrazioni diverse da quella che ha bandito il concorso ed approvato la relativa
graduatoria. Infatti, la valutazione circa l’utilizzo di preesistenti graduatorie diviene un passaggio
obbligato per l’Amministrazione interessata alla nuova assunzione, a nulla rilevando che la
graduatoria ancora valida, della quale disporre lo scorrimento, sia relativa ad un precedente
concorso indetto da un’altra Amministrazione.
Posizioni organizzative - Cassazione Civile, Sez. Lavoro, Sentenza 12 marzo 2021, n.
7067
Una dipendente ritiene di aver svolto mansioni superiori a quelle di inquadramento nell’ambito di un
rapporto di impiego pubblico. Nei primi due gradi di giurisdizione non trova giustizia e ricorre in
Cassazione. Sentenza della Cassazione Civile, Sez. Lavoro, 2 febbraio 2021, n. 2275.
Nell’ambito del pubblico impiego contrattualizzato, l’accertamento dello svolgimento di mansioni superiori deve
essere operato avuto riguardo all’atto di macro-organizzazione, di portata generale, con il quale l’amministrazione
ha adattato alla propria struttura i profili professionali previsti dalla contrattazione collettiva, individuando i posti
della pianta organica, dovendo escludersi che a tale compito possa provvedere il giudice, cui è devoluto il
sindacato dei soli atti di organizzazione esecutiva, assunti con la capacità ed i poteri del datore di lavoro privato.
Pubblico impiego: incarichi extraistituzionali - Cassazione Civile, Sez. Unite, Sentenza 23 febbraio 2021, n.
4852
La pronuncia interviene sul caso di un dipendente pubblico che ha svolto incarichi esterni senza richiedere
l’autorizzazione, soffermandosi sulla questione del versamento dei compensi percepiti a favore
dell’amministrazione di appartenenza. Sentenza della Corte di Cassazione (Sez. Unite), 23 febbraio 2021, n.
4852
L’azione ex art. 53, comma 7, del d.lgs. n. 165 del 2001 promossa dal Procuratore della Corte dei conti nei
confronti di dipendente della pubblica amministrazione che abbia omesso di versare alla propria
Amministrazione i corrispettivi percepiti nello svolgimento di un incarico non autorizzato, rimane attratta alla
giurisdizione del giudice contabile, anche se la percezione dei compensi si è avuta in epoca precedente
all’introduzione del comma 7-bis del medesimo art. 53, norma che non ha portata innovativa; si verte, infatti,
in ipotesi di responsabilità erariale, che il legislatore ha tipizzato non solo nella condotta, ma annettendo,
altresì, valenza sanzionatoria alla predeterminazione legale del danno, attraverso la quale si è inteso tutelare la
compatibilità dell’incarico extraistituzionale in termini di conflitto d’interessi e corretto svolgimento di quello
principale in termini di adeguata destinazione di energie lavorative verso il rapporto pubblico impiego.
Incarico dirigenziale: titolo di studio (laurea triennale) - Cassazione Civile, Sez. Lavoro,
Sentenza 18 settembre 2020, n. 19617.
Il candidato dotato del titolo di studio della laurea triennale anche detta laurea breve può
partecipare alla procedura selettiva indetta da un’amministrazione per il conferimento di un
incarico dirigenziale a tempo determinato. Sentenza della Cassazione Civile, Sez. Lavoro, 18
settembre 2020, n. 19617
Massima: Le disposizioni di legge che disciplinano l’accesso alla dirigenza, i criteri di selezione
dei dirigenti, i meccanismi degli incarichi dirigenziali e, più in generale, i criteri ed i meccanismi
di reclutamento, di selezione, di progressione e riqualificazione dei dipendenti pubblici,
laddove fa riferimento alla laurea o al diploma di laurea, ha inteso richiedere il
possesso dell’unica “laurea” oggi riconosciuta in quanto tale che è quella cd.
triennale, ossia quella conseguita all’esito di un corso di studi universitari di
durata triennale; non ha inteso richiedere in modo espresso un titolo di studi
ulteriore e specializzante.
La Corte costituzionale interviene a tutela della competenza regionale in materia di ordinamento e
organizzazione amministrativa regionale. Sentenza della Corte Costituzionale, 10 settembre 2020,
n. 200.
Massima
La disciplina dei concorsi per l’accesso al lavoro pubblico è sottratta all’incidenza della privatizzazione del
lavoro presso le pubbliche amministrazioni, riferita alla disciplina del rapporto già instaurato. In particolare,
i profili pubblicistico organizzativi dell’impiego pubblico regionale rientrano nell’ordinamento e
organizzazione amministrativa regionale, e quindi appartengono alla competenza legislativa residuale
della Regione. Pertanto, la precisazione delle modalità con cui deve avvenire la pubblicazione del diario
delle prove, nonché la convocazione dei singoli candidati, costituisce un profilo inerente alla disciplina
della procedura concorsuale pubblicistica per l’accesso ai ruoli regionali e, come tale, rientra nella
competenza residuale delle Regioni.
Concorso pubblico (Ente locale): diritto all'assunzione - Cassazione Civile, Sez. Lavoro, Sentenza 23 giugno 2020, n.
12368
La Corte di Cassazione afferma che il diritto all’assunzione del vincitore del concorso rientra nell’ambito della
giurisdizione ordinaria e comporta che il giudice abbia il potere di adottare nei confronti della pubblica
amministrazione una sentenza di condanna all’assunzione dell’interessato.
Massima La pretesa azionata dal vincitore di un pubblico concorso bandito da un piccolo Comune non soggetto al
patto di stabilità interno, posizionatosi al primo posto della relativa graduatoria a causa della propria mancata
assunzione in servizio – della quale il giudice del merito abbia ritenuto l’illegittimità in considerazione dell’assenza di
impedimenti dovuti ad impossibilità sopravvenuta o a circostanze indipendenti dalla volontà della pubblica
amministrazione non investe provvedimenti discrezionali, ma atti negoziali, relativi alla fase della gestione del
rapporto di lavoro, cui si correlano diritti soggettivi.
Pubblico impiego: incarichi extra-lavorativi (divieto) - Cassazione Civile,
Sentenza 18 giugno 2020, n. 11811
Lo scopo della norma che vieta ai dipendenti pubblici di assumere incarichi extra
lavorativi è quello di garantire l’imparzialità, l’efficienza della pubblica amministrazione
nel rispetto dei principi sanciti dagli artt. 97 e 98 Cost. e di evitare che il pubblico
dipendente possa svolgere incarichi ulteriori rispetto a quelli che discendono dai propri
doveri istituzionali, distogliendolo da essi ovvero creando forme autorizzate di
concorrenza soggettiva in capo al medesimo soggetto interessato, e procurandogli un
vantaggio economico che non ne giustificherebbe se stabile e duraturo e quindi dotato
dei caratteri della prevalenza e continuità, la permanenza all’interno della pubblica
amministrazione, con i conseguenti rilevanti oneri ad essa attribuiti.
Godimento ferie: inderogabilità (oneri a carico del datore di lavoro) - TAR Valle d'Aosta, Sez.
I, Sentenza 17 gennaio, n. 2020.
TAR valle d'Aosta, Sez. I, 17 gennaio 2020, n. 1
Il datore di lavoro ha l’onere di assicurarsi concretamente che il lavoratore sia
effettivamente in condizione di godere delle ferie annuali retribuite invitandolo,
se necessario formalmente, a farlo e nel contempo informandolo del fatto che,
se egli non ne fruisce, tali ferie andranno perse al termine del periodo di
riferimento o di un periodo di riporto autorizzato. Tuttavia, in un equilibrato
contemperamento di principi, il rispetto di tale onere derivante dall’art. 7 della
Direttiva 2003/88 non può estendersi sino al punto di costringere quest’ultimo a
imporre ai suoi lavoratori di esercitare effettivamente la fruizione delle ferie
annuali retribuite.
Totò i Tartassati: sessant'anni dopo
nulla è cambiato
Grazie per l’attenzione!